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misoginia e filoginia nell'orlando furioso - Chroniques italiennes

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16A. IZZOmedesimo ribaltamento di valori, sulla medesima idea di una quête che negase stessa.Seguendo una parabola lunga ventuno canti (dal XXIII al XLIII) iltesto ha traghettato il suo lettore alla nuova dimensione della ricerca, unadimensione squisitamente mentale, dove il valore dell’individuo si misuranella capacità di affrontare la realtà dei rapporti umani oltre le armature diferro. La legge paradossale che si evince dalla trilogia di episodi insegnerà anon cercare ciò che non si vuol trovare: «E tu fosti a cercar poco avveduto /quel che tu avresti non trovar voluto» (XLIII 47 7-8). Un percorso tesoquasi a emendare e a scongiurare il ripetersi della tragedia che ha investito ilpovero Orlando, il quale, affondando suo malgrado in un bagno di verità, ècostretto a cercare di negare di aver trovato ciò che ha appena trovato e«pensa come / possa esser che non sia la cosa vera» (XXIII 114 1-2). Ilfallimentare sforzo della razionalità nell’elaborare l’esperienza finirà,nell’episodio di Rinaldo e il nappo, per affermare la paradossalità dellasapienza, che deve fondarsi sulla consapevolezza della contrapposizione traopinione e realtà. Sulla via dell’acquisizione di tale consapevolezza il cantoXXVIII segna la tappa cruciale, perché fa emergere e porta a pienamaturazione quello che, a buon diritto, può assurgere a paradigmagnoseologico. Nel cuore degli snodi narrativi più importanti, infatti, lasuccessione diegetica viene attivata da una struttura logico-sintattica chepone sempre la convinzione soggettiva (il credere) in conflitto conl’esperienza oggettiva (il vedere, il sentire). Vediamo i singoli passaggi:- quando re Astolfo chiede al suo consigliere Fausto Latini seesistano uomini a lui pari per bellezza, «contra quel che credea gli furisposto» 28 : Fausto Latini gli rivela infatti di aver un fratello bellissimo dinome Iocondo. Il primo movimento della novella s’innesca, dunque, apartire dalla scoperta di una verità imprevedibile, che supera di troppo ciòche (erroneamente) si considera certezza;- quando Iocondo entra nella camera da letto fa l’incredibilescoperta (la prima scoperta voyeuristica della novella): «La cortina levòsenza far motto | e vide quel che men veder credea». Anche la secondasvolta del plot è determinata da una verità impensabile prima: distrutto,Iocondo perde tutta la sua bellezza e una volta a Pavia si ritira in solitudinenelle stanze più alte del palazzo, quelle adiacenti la camera della reginamoglie di Astolfo;28 E, a distanza di otto versi: «Al re parve impossibil cosa udire», 8, 1.

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