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I fondatori dell'astrologia moderna: Galileo - cirodiscepolo.it

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Ricerca ’90Ricerca I <strong>fondatori</strong> ’90 dell'astronomia <strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong>I <strong>fondatori</strong>dell’astronomia<strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong>di André BarbaultTraduzione di Andrea Rossettida Ricerca ’90 n° 57 - gennaio 2004Ancora un magistraler<strong>it</strong>ratto astrologico delmaestro d’oltralpe, uncapolavoro di sintesi etecnica astrologicache ci offre, anche, preziosissimeinformazionidi carattere storico,nel rapporto tra <strong>Galileo</strong>Galilei e astrologia:informazioni che sarannoaccolte con dispiacereda quegli“scientisti” che hannosempre tentato dinegare l’esistenza d<strong>it</strong>ale legame.Un grazie particolareal lavoro difficilissimodi traduzione di AndreaRossetti che haimprezios<strong>it</strong>o il documentocon ricerche enote personali.c.d.propos<strong>it</strong>o della nasc<strong>it</strong>a di <strong>Galileo</strong> circolavanoben tre giorni diversi; solo grazieall’astrologia sappiamo quale sia il giornoesatto.Il mer<strong>it</strong>o di aver sbrogliato questa matassava a Francesco Frisoni che, nel n° 1 (primotrimestre 1968) de l’astrologue, fa parlarel’allievo ed amico del grande Pisano,Vincenzo Viviani: “Il nostro <strong>Galileo</strong>, nacquedunque il giorno 15 febbraio 1564, secondo il calendarioromano, un martedì a Pisa alle ore 22.30, ossia alle 3.30 delpomeriggio, e fu battezzato il 19 febbraio…”.A quell’epoca in Toscana, dove la giornata aveva inizio al tramonto,ossia verso le 17.30, le 22.30 equivalevano alle 16. Meglioancora, nel n° 20 (4° trimestre 1972), egli ci propone “il tema di<strong>Galileo</strong> stilato da lui stesso”. Per la precisione due sono i graficida lui tracciati, il primo eretto con un AS a 21° del Leone, checorrisponde alle ore 16; il secondo con lo stesso a 14° del segnoin questione. “Vi sono tutte le ragioni per credere –sostiene ilnostro collega <strong>it</strong>aliano - che nell’incertezza del momento precisodella sua nasc<strong>it</strong>a egli abbia voluto confrontare queste dueversioni e che, dopo un’attenta verifica, abbia proceduto ad unarettifica che avrebbe portato alla versione delle 15.30”. 1 Inoltre,in un articolo apparso su Linguaggio Astrale n° 88 (3° trimestre1992) int<strong>it</strong>olato Gli Astrologica Nonnulla di <strong>Galileo</strong>, SerenaFoglia e Grazia Mirti hanno riprodotto due temi dell’epoca chesono conservati nella Biblioteca Nazionale di Firenze, l’uno conun AS a 9° del Leone e l’altro con l’AS a 5° dello stesso segno.3


I <strong>fondatori</strong> dell'astronomia <strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong> Ricerca ’90[…] Si tratta evidentemente di approssimazioni. Noi preferiamoattenerci alla versione dello stesso <strong>Galileo</strong>.Al fondo di un insieme di quattro posizioni in Pesci, fra cui quelladel Sole, maestro dell’Ascendente, emerge la levata di Giove inCancro in aspetto di quadratura al Mediocielo. La segnatura èchiara: <strong>Galileo</strong> è sicuramente e manifestamente un giup<strong>it</strong>eriano.Da questo tronco centrale si dipartono due correnti generose. Daun lato la “diade” 2 Giove - Saturno, che sta a sé in quanto i dueastri sono congiunti; dall’altro lato un insieme Giove - Marte(Giove in aspetto di sestile con Marte in Toro) che amplifica unaLuna in Ariete in usc<strong>it</strong>a di culminazione e in aspetto di trigonoall’Ascendente.Vediamo anz<strong>it</strong>utto la morfologia del personaggio. Il tipo Giove- Marte si presenta a noi con il faccione rubicondo di un uomocorpulento; immagine, questa, di <strong>Galileo</strong>, del tutto coerente conlo stile “caldo” proprio di un godereccio atletico dotato di unasalute robusta che grazie anche all’esercizio fisico e soprattuttoalle attiv<strong>it</strong>à venatorie, egli conserverà sino alla morte, a 78 anni.Il più celebre r<strong>it</strong>ratto che di lui ci resta, quello degli Uffizi diFirenze, dipinto da Flamand Sustermans, mostra un volto pieno ecolorato, incorniciato da una rossa barba autor<strong>it</strong>aria, gratificatoda un naso carnoso e caratterizzato da uno sguardo fermo cheispira rispetto. Koestler dà cred<strong>it</strong>o a questa segnatura: “I suoiprimi r<strong>it</strong>ratti ci mostrano un giovane uomo dai capelli rossi,sanguigno, dal naso grosso e il collo taurino; i tratti sono rudi, losguardo orgoglioso.”Ad una prima impressione, il carattere si accorda a questo registrogiovial - marziano. Quello d’un essere vivace, gaio, pieno dibrio, amante dello scherzo, della compagnia e del buon vino; unuomo però anche stizzoso, tanto rapido nell’accendersi di colleraquanto nel calmarsi. La “diade” Marte - Toro/Luna - Ariete, sicarica di una nota plutoniana (tripla congiunzione di Plutone aSole - Mercurio - Venere in VIII) devastante: la pulsione aggressivache regna nel più profondo del suo animo lo porterà infattifin troppo spesso a rendersi detestabile. Un aspetto particolaredella sua congiunzione Mercurio - Plutone è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dal sarcasmoche affiora dal suo spir<strong>it</strong>o impregnato di sentimenti disuperior<strong>it</strong>à. La temperatura di tale aspetto lo rende autor<strong>it</strong>ario,presuntuoso, arrogante e facile al disprezzo; egli vuole averragione ad ogni costo, senza timore di sfidare l’opinione generalee lasciandosi andare a sterili controversie su discorsi inutilio su volgari pettegolezzi. Questo cavilloso passerà la v<strong>it</strong>a in futili4


Ricerca ’90I <strong>fondatori</strong> dell'astronomia <strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong>e perniciose polemiche abbassandosi a dei veri e propri “pamphlet”verbali nei quali la sua vena plutoniana si apre alle peggioriingiurie. È evidente che ciò gli procurerà molti nemici e locondurrà al celebre processo (congiunzione Giove - Saturno inXII e Marte in X).Non è impossibile che Saturno, che inserisce una tendenza alladrammatizzazione, abbia potuto contribuire ad alimentare undisordine che in qualche modo si avvicina ad una condotta paranoica.Checché ne sia, sul versante del duo giovial - saturnino ciappare un essere che ha magnificato il proprio Saturno sul nascere,diventando un sapiente di grande autor<strong>it</strong>à; naturalmente –ciòci riporta alla mente Tycho Brahe - un sapiente estrovert<strong>it</strong>o,sensoriale, concreto, realista.RITRATTO DI GALILEOEgli era il maggiore di cinquefigli di una famiglia dellapiccola nobiltà ridotta “alverde” e suo padre volevaorientarlo verso una carrieralucrativa. 3 Cosa che giàera naturalmente portato afare seguendo il suo temperamentogiovial - marzianoinnestato su un fondo plutoniano.<strong>Galileo</strong>, infatti, findall’adolescenza segue il suocammino fabbricando strumentie marchingegni.E poi –almeno in questo ilsuo spir<strong>it</strong>o cr<strong>it</strong>ico fa miracoli- non è affatto un ragazzodisposto a prendere peroro colato la parola di un maestro; egli anzi prende l’ab<strong>it</strong>udine dicontestare ciò che gli viene insegnato e i suoi professori loaccusano di spir<strong>it</strong>o di contraddizione; in realtà, detto per inciso,questo turbolento è in rivolta contro l’insegnamento scolastico. 4Ma egli riesce ad imporsi così bene con la sua abil<strong>it</strong>à progettuale,che è quella tipica di un ingegnere, che, anche senza avere ilnecessario diploma, ottiene, a 24 anni, la cattedra di matematicaall’Univers<strong>it</strong>à di Pisa, 5 e successivamente, a 28, quella di Padova,5


I <strong>fondatori</strong> dell'astronomia <strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong> Ricerca ’90dove resterà per ben 18 anni. 6 La sua presenza carismatica e ilcontatto diretto con gli alunni fanno sì che le sue lezioni sianofrequentate da così tanti studenti da costringerlo a tenerle all’aperto.TEMA NATALE DI GALILEOCome per Newton con la caduta della famosa mela –entrambihanno la Luna che esce dalla culminazione - la sua vocazione gliviene da una fantasticheria: durante un’orazione, nella cattedraledi Pisa, il suo sguardo si era perso a seguire le oscillazioni di unalampada sospesa alla volta; in tale oscillazione egli aveva percep<strong>it</strong>oun moto ordinato. 7 Fu lo scatto rivelatore della sua vocazionedi fisico.A causa della sua forza d’animo e del suo spir<strong>it</strong>o libero –andrà aconvivere, senza essere sposato,con una veneziana chegli avrebbe dato molti figlinaturali - non accetta maiciò che gli viene trasmessosenza prove e non ha timoredi confrontarsi con i pregiudizidel suo tempo.Fatto del tutto nuovo perl’epoca, nel 1609 si vedequesto professore all’Arsenaledi Venezia, proprio nelcantiere di costruzione dellenavi, mentre osserva unamacchina i cui principi difunzionamento rientrano nel campo dei suoi studi, pone domandee prende appunti. È un vero ingegnere, un tecnico perfetto dalsapere concreto, per il quale l’unica cosa veramente solida è ilrisultato dell’esperienza verificata sul campo.Ciò che soprattutto lo interessa, è il movimento. Ora, egli ha unaconfigurazione generale che giustifica abbondantemente questosuo interesse predominante. Infatti il suo Sole, maestro dell’Ascendente,si trova in aspetto di duplice quadratura con l’opposizioneUrano - Nettuno: il triangolo di tensione che ne risultasi sviluppa in segni “mobili”. Certo è inoltre che egli vuoleosservare con i propri occhi, prima di farsene una ver<strong>it</strong>à personale,il movimento degli oggetti studiati.6


Ricerca ’90I <strong>fondatori</strong> dell'astronomia <strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong>Focalizzando la sua attenzione sulla caduta dei corpi, metteràpresto in discussione l’insegnamento di Aristotele che pretendevache la veloc<strong>it</strong>à della loro caduta fosse in funzione del loropeso. Facendo cadere nello stesso tempo dall’alto di una torreuna palla di una libbra e un’altra di dieci dalla forma e dal diametrosimili, egli constata che i due oggetti toccano il suolo nellostesso istante: ciò è per lui la prova di un’uniform<strong>it</strong>à di questomovimento. Studia poi ancora più da vicino questo tipo dimovimento su dei piani inclinati di quattordici metri di lunghezzasui quali lascia correre delle biglie di ottone dentro a dellescanalature e misurando con un orologio ad acqua la durata deltempo del loro trag<strong>it</strong>to. Focalizza poi la sua attenzione sullabalistica al fine di identificare la traiettoria dei proiettili. Ipuntatori sapevano già che occorreva mirare in alto per colpire unobiettivo distante, ma questo veniva fatto “a stima”. <strong>Galileo</strong>dimostra che questa traiettoria è una parabola e stila una tabelladi calcoli che indica l’altezza necessaria in funzione della distanzadell’obiettivo da colpire. Non ci stupisce dunque affatto lapresenza di Marte nel settore X.Infine, con il suo ultimo libro “Discorso su due scienze nuove”(1638), egli si rivela il vero fondatore della fisica sperimentale<strong>moderna</strong>, la dinamica, scienza del movimento di forze contrapposte.Questa creativ<strong>it</strong>à va essenzialmente inquadrata nella configurazionedi tensione estrema simboleggiata dal triangolo rettangoloa “T” nel quale il Sole (signore dell’Ascendente) è, con i suoiaspetti di quadratura, perpendicolare all’asse cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dall’opposizioneUrano - Nettuno, ulteriormente caricato dall’allineamentodi Marte; il tutto in segni mobili. A giustificare una taleinterpretazione sta il fatto che questo genere di configurazione s<strong>it</strong>rova in molti casi di “avventure” simili: Denis Papin (Ch<strong>it</strong>enayprès de Blois, 22.08.1647) il cui Sole, congiunto a Giove si trovain duplice quadratura ad un’opposizione fra Saturno - Plutone inGemelli e Urano - Nettuno in Sag<strong>it</strong>tario: egli scopre la forzaelastica del vapore acqueo, la “pentola a vapore” 8 e il principio diuna “macchina a caldo”, detta “atmosferica” con il movimentoalternativo di andirivieni di un pistone all’interno di un cilindro(1687). 9 Thomas Newcomen (Darmouth, 28.02.1663, Ency, GranBretagna) il cui Sole congiunto a Venere si trova in aspetto diduplice quadratura a Giove - Saturno in Sag<strong>it</strong>tario e a Plutone inGemelli: creatore di una “macchina a caldo” nel 1712, che diedela forma defin<strong>it</strong>iva alla caldaia della macchina a vapore, che7


I <strong>fondatori</strong> dell'astronomia <strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong> Ricerca ’90diventò così effettivamente funzionale. James Watt (Greenock,Scozia, 19.01.1736), tipico esempio della generazione caratterizzatadalla nuova opposizione Urano - Nettuno fra Sag<strong>it</strong>tario eGemelli, grazie al quale l’apparecchio passa ad un’applicazioneindustriale; la congiunzione Sole - Giove in Capricorno nel T.N.di Watt non potrebbe simboleggiare meglio il concetto di “kilowatt”.Oltre a questi personaggi, occorre poi ricordare, ancorchéal di fuori del grande ciclo planetario di cui sopra, NicolasLéonard Sadi Carnot (Parigi, 1.6.1796, ore 18.00, stato civile) ilcui Sole congiunto a Saturno si trova in aspetto di doppia quadraturacon l’opposizione Giove/Pesci – Urano/Vergine: egli, dopoaver studiato il ruolo del calore e la potenza motrice del fuoconelle macchine a vapore, fonda il concetto di energia e stabilisceuno dei principi fondamentali della termodinamica.Ebbene <strong>Galileo</strong> è della stessa famiglia astrologica di tutti questiinnovatori: esseri caratterizzati da una suprema tensione interioreche sono riusc<strong>it</strong>i ad oggettivare questo loro clima internoesplosivo in creazioni dinamiche.Si ricorda la sua grande legge della caduta dei gravi: veloc<strong>it</strong>à dicaduta proporzionale al tempo, con la lunghezza pari al quadratodella sua durata; ciò che fa sì che al termine di un tempo doppio ilcorpo abbia percorso una distanza quadrupla.Con lui la fisica realmente si saturnizza:- Il libro della Natura è scr<strong>it</strong>to con caratteri matematici.È questa legge, complementare a quelle di Keplero, che permetteràa Newton di pervenire alle acquisizioni della <strong>moderna</strong> astronomia.In poche parole, <strong>Galileo</strong> è dunque un giup<strong>it</strong>eriano con i piedi benpiantati al suolo e, lo diciamo senza assolutamente volerne sminuireil valore, un scienziato bassamente occupato in cose materiali.Bisogna dunque raffigurarsi la quotidian<strong>it</strong>à di questo “essereconcreto” confortevolmente intento nella pratica meccanica delsuo studio, coadiuvato da validi artigiani, circondato da marchingegnid’ogni sorta e tutto preso dall’invenzione e dalla costruzionedegli strumenti più diversi: dal regolo, alla bilancia idrostatica, altermoscopio, precursore del termometro… Non vi era in luinulla che facesse presagire che potesse un giorno passare da cosecosì terrene alle cose del cielo, salvo, forse, la concentrazioneplanetaria nel segno dei Pesci, che in effetti avrebbe potutoincanalarlo sulla strada di quell’infin<strong>it</strong>amente grande che è l’oceanocosmico.8


Ricerca ’90I <strong>fondatori</strong> dell'astronomia <strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong>Perché ciò accadesse fu necessaria la mediazione di uno strumentoined<strong>it</strong>o: la fragorosa entrata in scena del cannocchialed’ingrandimento: un passaggio decisivo dall’osservazione delcielo a occhio nudo alla sua osservazione strumentale, con unapotenza oculare moltiplicata. Ora, <strong>Galileo</strong> era meglio messo dichiunque altro per essere il protagonista di questa rivoluzione.Certo non è stato lui ad inventare questa lente, apparsa nel 1608nel laboratorio dell’ottico olandese Lippershey; ma presto quest’uomoingegnoso se ne costruì una basandosi sullo stessoprincipio. Il 21 agosto 1609 inv<strong>it</strong>a i notabili del Senato di Veneziain cima al campanile di San Marco a guardare nel suo apparecchio:questi, stupefatti, distinguono la gente di Murano e scorgonoaltresì la punta della chiesa di Padova!Naturalmente non restava che puntare lo strumento in direzionedel firmamento; nulla poteva essere più perfetto dei cieli che siavvicinavano allo sguardo da quella visuale! Proprio lui, per ilquale “vedere con i suoi stessi occhi” è la condizione più certaper conseguire la ver<strong>it</strong>à, sta per aprire un varco vertiginoso.Il primo corpo celeste verso cui punta il suo nuovo cannocchialecapace di ingrandire di ben venti volte è ovviamente la Luna.Poiché l’assioma scolastico attribuiva ai corpi celesti una sferic<strong>it</strong>àperfetta, il nostro satell<strong>it</strong>e avrebbe dovuto essere una palla liscia,pura, levigata come un cristallo. Prima sorpresa: è una luna affattodiversa - la sua, che culmina, è una luna nuova in Ariete – quellache egli rivela al mondo, giacché, fin dal primo colpo d’occhio, essasi rivela con il suo rilievo accidentato, le sue montagne, i suoicrateri, le sue valli. Un vero sacrilegio plutoniano che gli calza ameraviglia! Inoltre questo super - Pesci è il primo uomo ad averela rivelazione dell’abbondanza luminosa del fondo stellato dellanostra galassia: questo spettatore dei cieli tocca dunque conmano l’insondabile.Giunge in segu<strong>it</strong>o il vero colpo di scena grazie al suo quintocannocchiale, capace di ingrandire trenta volte: abbiamo qui ilgiup<strong>it</strong>eriano che scopre il suo pianeta con il cielo che diventa ilsuo grande spettacolo:- Il 7 gennaio di questo anno 1610, alla prima ora della notte,mentre stavo osservando gli astri con il mio cannocchiale, Giovesi presentò ai miei occhi; e siccome avevo messo a punto unostrumento veramente eccellente, scorsi vicino ad esso tre astri…L’indomani nota che questi astri si sono mossi rispetto alla seraprima: sono le lune che ruotano attorno a Giove; qualche giorno9


I <strong>fondatori</strong> dell'astronomia <strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong> Ricerca ’90dopo <strong>Galileo</strong> scopre un quarto satell<strong>it</strong>e. Questo “succoso frutto”gli giunge allorquando Urano e Giove, rispettivamente a 9° e a12° dei Gemelli, trans<strong>it</strong>ano sul suo Nettuno in X casa, appesant<strong>it</strong>adall’ammasso dei Pesci. E lo squarcio fantastico aperto dallasua lunga vista porta nuove sorprese: la scoperta delle fasi diVenere, delle macchie solari…Siamo ad una svolta, in questo inizio del XVII secolo, segnata dauna congiunzione Urano - Plutone in Ariete in trigono a Nettunoin Leone. La conoscenza scientifica fa un salto decisivo grazie alcambiamento del suo spir<strong>it</strong>o che si pone degli obiettivi esterni econcreti.Con la sua congiunzione Sole - Plutone in VIII, <strong>Galileo</strong> si divertea calpestare l’autor<strong>it</strong>à degli antichi e dei loro dèi. Il suo cannocchialefa letteralmente a pezzi le antiche credenze sost<strong>it</strong>uendo adesse la credenza in ciò che si vede, quella di un’astronomiaspettatrice di corpi celesti “nudi e crudi” davanti ai suoi occhi.D’altronde è solo a partire da Keplero e da <strong>Galileo</strong>, all’inizio delnuovo secolo, che l’astronomia manifesta tutto il suo potererivoluzionario facendo esplodere la rivoluzione copernicana.Se il libro delle Rivoluzioni di Copernico aveva fatto così pocorumore e se anche la rivelazione delle leggi di Keplero non neaveva fatto di più, al contrario, il suo Messaggero celeste (1610),che riferisce le sue scoperte in uno stile diretto, scuote il mondodei sapienti che si sentono colp<strong>it</strong>i al cuore!Del resto, con Marte in X e con i trans<strong>it</strong>i di quel momento cheattivano la sua possente opposizione natale, non tarderà a scoppiareuna vera e propria guerra sulla questione stessa se quei presuntisatell<strong>it</strong>i di Giove esistevano realmente. Nessuno, come lui ha unocchio acuto e ben allenato. Il suo rivale, un certo Magini,organizza a Bologna una serata di scienziati nell’amb<strong>it</strong>o della qualelo scopr<strong>it</strong>ore [ossia <strong>Galileo</strong>] è inv<strong>it</strong>ato a far loro vedere questifenomeni al suo cannocchiale. Non un solo membro della compagniasi dichiara convinto della loro esistenza. Fu quella una nottememorabile, durante la quale il Padre Clavius, patrono degliastronomi del Papa, non vide niente, mentre Cremonini si rifiutòaddir<strong>it</strong>tura di guardare nel cannocchiale. Quando, di lì a poco,quest’ultimo morì, <strong>Galileo</strong> si fece qualche nemico in più dicendo,con sarcasmo, che, dal momento che [il Cremonini] non avevavoluto vedere le sue stupidaggini celesti quando era sulla terra,adesso che era in cielo certamente non gli sarebbero potutesfuggire.Il solo che crede nell’esistenza di questi satell<strong>it</strong>i detti galileani,10


Ricerca ’90I <strong>fondatori</strong> dell'astronomia <strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong>anche senza averli visti, è Keplero, che prende pubblicamente ledifese di <strong>Galileo</strong>.Si ha l’impressione che quest’ultimo approf<strong>it</strong>ti di ogni s<strong>it</strong>uazioneper farsi detestare. Se il Pesci saturnizzato Copernico è untac<strong>it</strong>urno che si nasconde nell’anonimato, e se il saturnino di VIcasa Keplero è un umile che non fa rumore, il nostro giovi -marziano con Luna in Ariete culminante assume, con arroganza,gli atteggiamenti del divo chiassoso. E, curiosamente, questoestrovert<strong>it</strong>o affetto dal complesso della spettacolar<strong>it</strong>à, passanondimeno per un Pesci che si nasconde ed altresì per un plutonianoavvolto nel mistero, giacché fa ricorso al trucco dell’anagrammaper mascherare le sue scoperte nel timore che un collegapossa avvantaggiarsene (l’anagramma di: “La madre degli amoriim<strong>it</strong>a le figure di Diana” si riferisce ad es. alla scoperta delle fasidi Venere…).Fin dalle prime scoperte da lui fatte tutto procede come sel’esplorazione con il cannocchiale fosse diventato un campo disua esclusiva pertinenza, un monopolio che promette sicuramentedegli scontri.Proprio come per Nettuno, avvistato casualmente in due riprese,non è affatto certo che <strong>Galileo</strong> sia stato il primo a scoprire i satell<strong>it</strong>idi Giove, anche se certamente fu il primo a far conoscere la suascoperta e a descrivere puntualmente le sue osservazioni; e ciògiustifica pienamente la sua fama.È poi nel modo più naturale che egli rivendica la prior<strong>it</strong>à dellascoperta delle macchie solari, più o meno viste nello stesso tempoda Fabricius, da Harrot e soprattutto da Padre Scheiner, primo arenderne conto a Keplero, nel 1612, per mezzo di un corriere.Da quel fatto delle macchie solari ebbe origine una disputa cheprovocò l’ostil<strong>it</strong>à della compagnia di Gesù. Si vede in questo casoall’opera il Sole di <strong>Galileo</strong> in doppia quadratura con l’opposizioneUrano - Nettuno.È solo –a un quarto di secolo dal Mysterium di Keplero (1596)- con la pubblicazione delle Lettere sulle macchie solari del1613 che <strong>Galileo</strong> si schiera pubblicamente a favore del sistemacopernicano. Ci incamminiamo così verso il famoso scandalodel processo a <strong>Galileo</strong>!Nulla lo simboleggia meglio dell’opposizione Urano - Nettunoche, proprio nell’oroscopo del Nostro, appare fortemente valorizzatanel senso del confl<strong>it</strong>to per via della doppia quadratura delSole ad entrambi questi pianeti e per la presenza di Marte in Xcongiunto a uno dei due e opposto all’altro. La sentenza della11


I <strong>fondatori</strong> dell'astronomia <strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong> Ricerca ’90Santa Sede sarà pronunciata sotto il pontificato di Urbano VIII(1623 - 1644). Questo papa, nato a Firenze il 5 aprile 1568,appartiene alla stessa generazione caratterizzata dall’opposizioneUrano - Nettuno; questi pianeti, nel suo caso specifico,sostengono il peso dei quadrati di un’opposizione perpendicolaredi Saturno in Vergine e di Plutone nei Pesci (per non parlaredel suo Marte che, posto al 1° del Leone, va a cadere proprio sullacongiunzione Giove - Saturno dello scienziato pisano). Già il 5marzo 1616 –sotto una quadratura Urano - Nettuno in cattivoaspetto con Giove - il Sant’Uffizio aveva condannato la tesi diCopernico con la dichiarazione, da parte della congregazionedell’Indice, che le Rivoluzioni e i suoi sosten<strong>it</strong>ori erano contrarialle Sacre Scr<strong>it</strong>ture. Ciò avveniva sotto il pontificato di Paolo V,nato a Roma il 17 settembre 1552, e segnato da un’opposizionefra Saturno in Acquario all’Ascendente, e Giove in Leone alDiscendente.Posseduta da questa grande opposizione Urano - Nettuno, lagenerazione <strong>Galileo</strong> - Urbano VIII avrebbe vissuto una porzionedi storia del confl<strong>it</strong>to estremo tra scienza e religione, un divorziotra ragione e fede, che si sarebbe poi trasformato in uno scontrosupremo tra la “fede cieca” e i “lumi della ragione”. Uno scismagrandioso nel quale <strong>Galileo</strong> innalza il suo destino ai vertici dellaleggenda dorata: pen<strong>it</strong>ente vest<strong>it</strong>o di una camicia bianca, inginocchio davanti ai giudici che leggevano la sentenza, costrettoad abiurare ad alta voce il movimento della Terra! Condannapronunciata il 22 giugno 1633 allorquando –si poteva trovare dimeglio? - la sua opposizione natale viene “vis<strong>it</strong>ata” da una triplaopposizione celeste: Marte, Mercurio e Giove rispettivamente a5°, 12° e 14° dei Gemelli; contemporaneamente Saturno s<strong>it</strong>rovava a 4° del Sag<strong>it</strong>tario e Plutone, a 25° del Toro, si congiungevaal suo Marte natale!La scena si è prestata ad un’immagine della storica Épinal 10 .Certo la Chiesa allora si impelagò in un combattimento daretroguardia contro una scienza pronta a mettere in discussionel’immagine di un mondo ordinato secondo le ver<strong>it</strong>à della fede,ma il suo oscurantismo non era ottuso. La Compagnia di Gesù,avanguardia intellettuale della Chiesa cattolica, allontanandosida Aristotele e da Tolomeo, cominciava ad orientarsi sulle posizionidi Tycho Brahe, tappa essenziale sulla via che portava aCopernico. D’altronde non si trattava di condannare il sistema diquest’ultimo in quanto ipotesi. Per non parlare del fatto chePaolo V aveva ricevuto nel 1616 il grande scienziato in un’udien-12


Ricerca ’90I <strong>fondatori</strong> dell'astronomia <strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong>za privata, che i gesu<strong>it</strong>i gli avevano tributato gli onori del Collegiodi Roma, unanimi nel rendere omaggio alle sue scoperte. Sisarebbe forse potuto fare il passo di un’accettazione, se nondell’ipotesi eliocentrica, almeno di quella della sua possibil<strong>it</strong>à,visto che traeva forza da prove certe.Dal canto suo, <strong>Galileo</strong> non è affatto una Giovanna d’Arco. Senella sua lettera a Keplero del 1597, egli si dichiara un copernicanoconvinto fin dalla giovinezza, ciò non gli impedisce dicontinuare ad insegnare nei suoi corsi l’astronomia di Tolomeo,anche ripudiando espressamente Keplero, almeno fino al 1613.Nessun timore dunque della Chiesa che anzi incoraggia a discuterel’argomento, a condizione di attenersi ad un linguaggioscientifico, senza sconfinare nella teologia. Bisogna credereche, per quest’uomo aspro, il solo timore della beffa altrui siastata sufficiente a metterlo a tal punto sulla difensiva?In segu<strong>it</strong>o, diventato, a partire dal 1610, capo matematico efilosofo dei Medici a Firenze, l’uomo si imbaldanzì oltre misura,fino ad approvare formalmente il fatto eliocentrico. Certo le suescoperte sono dei forti argomenti a favore del sistema di Copernico:le fasi di Venere provavano infatti che il pianeta si trova oradavanti ora dietro al Sole, e quindi gli gira attorno, lo stessovaleva per i satell<strong>it</strong>i di Giove; ma soprattutto confortavano l’ipotesicopernicana l’osservazione delle sue macchie solari e ilmovimento del Sole nella sua interezza, che gira se se stesso aduna veloc<strong>it</strong>à uniforme: perché la Terra non dovrebbe fare altrettanto?Ma lo scienziato si invischia nella ricerca di una dimostrazionepiù convincente che però continua a sfuggirgli e giungepersino a invocare una teoria erronea sulle maree che mette incausa la rotazione terrestre. Se avesse letto a sufficienza Keplero,non si sarebbe smarr<strong>it</strong>o a tal punto…Malgrado i suoi mezzi, sent<strong>it</strong>i come insufficienti, <strong>Galileo</strong> hamosso la guerra ai suoi avversari alla stregua di un uomo che sisente superiore e che intende imporsi orgogliosamente agli altri.Facendo uso del sarcasmo, giunge addir<strong>it</strong>tura a ridicolizzare ilpapa nel suo Dialogo sui due grandi sistemi del mondo (1632).È la goccia che fa traboccare il vaso: questo era proprio l’orgoglioche sarebbe stato utile umiliare così da mostrare che nessuno,neppure lui, aveva il dir<strong>it</strong>to di prendersi gioco delle autor<strong>it</strong>àreligiose. Quale suprema mortificazione per un uomo il cui Sole,maestro dell’Ascendente, si trova congiunto a Plutone in VIII! Uncrollo tanto più devastante se si pensi che l’illustre scienziato eragià avanti con gli anni. Ma, a dispetto della leggenda, egli non13


I <strong>fondatori</strong> dell'astronomia <strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong> Ricerca ’90conobbe mai colpi violenti della sorte; anzi fu trattato bene etrovò nuovamente la libertà.Dopo questo dramma <strong>Galileo</strong> visse ancora un decennio. Egliimpiegherà questi anni a perfezionare la sua opera di fisicopubblicando nel 1638 la sua opera più importante: Discorsi sudue scienze nuove. Il vegliardo indomabile è consapevole delfatto che tutti gli scienziati d’Europa lo leggono. Sa anche chequesto libro segna la fine delle idee di Aristotele, una v<strong>it</strong>toriafinale della sua congiunzione Sole - Plutone in VIII. V<strong>it</strong>toria di unessere andato fino all’estremo dei suoi lim<strong>it</strong>i, anzi al di là deglistessi e che subì il contraccolpo dei suoi eccessi. Ci si potrebbedomandare se questa stessa congiunzione solare non possa spiegareanche l’ultimo <strong>Galileo</strong>, quello diventato cieco, una sorta dicolpo di coda auto - pun<strong>it</strong>ivo di un grande spir<strong>it</strong>o che ha sfidatola luce.Probabilmente morì per un accesso di febbre ad Arcetri, pressoFirenze, l’8 gennaio 1642: Saturno, a 9° dei Pesci trans<strong>it</strong>ava sulla suacongiunzione solare in VIII, attivato dalla quadratura di Marte che,a 7° in Sag<strong>it</strong>tario, stava trans<strong>it</strong>ando sul suo Urano.GALILEO E L’ASTROLOGIASiccome Francesco Frisoni ha trattato molto approfond<strong>it</strong>amentequesto argomento nei numeri 1 e 16 de l’astrologue (4° trimestre1971) non abbiamo motivo di attardarci su di esso.Frisoni enumera l’insieme delle indicazioni che dimostranol’attaccamento di <strong>Galileo</strong> alla sua pratica astrologica: l’elaborazionedi svariati temi natali, di famigliari, amici e di svariati altripersonaggi; lo scrupolo messo nell’interpretarli ed il ricorso acolleghi in caso di dubbio; la conservazione di questi documentilasciati alla poster<strong>it</strong>à; una biblioteca astrologica molto ben forn<strong>it</strong>a;l’enunciazione di argomenti teorici a favore della nostra disciplinain molte circostanze.Particolarmente importante appare questa affermazione di <strong>Galileo</strong>:“Ma se qualcuno volesse lim<strong>it</strong>arsi a negare gli influssi dellaluce dei corpi celesti laddove essa non arriva, ossia si lim<strong>it</strong>assead affermare che il movimento senza luce è privo di effetto, glidomanderei quale luce hanno quei luoghi del cielo nei quali nonvi sono stelle, luoghi privi di luce come l’Ascendente, Il Medio-Cielo, la Parte di Fortuna, ecc. …, come pure tutti gli altri“luoghi” che gli astrologi muovono per “direzione” e che, senzaalcuna stella, producono, tutti, degli effetti.”14


Ricerca ’90I <strong>fondatori</strong> dell'astronomia <strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong>Come Keplero, che ne fornisce tutte le ragioni nel suo Tertiusinterveniens, tesi 40, <strong>Galileo</strong> non è minimamente sconvolto,nelle sue convinzioni astrologiche, dal passaggio dal sistemageocentrico a quello eliocentrico, giacché è convinto che occorrafocalizzare le configurazione astrale sul luogo dove viviamo.Tuttavia, da buon realista, doveva conoscere i suoi lim<strong>it</strong>i relativamentea questa materia, pur essendo consapevole della sottigliezzadell’argomento. Dunque non ci si stupisce affatto del suogiudizio a caldo sull’appassionato Morin de Villefranche, concui ha qualche corrispondenza: “Sono meravigliato della stimaveramente grande che egli ha per la [astrologia] Giudiziaria e delfatto che egli pretenda, con le sue congetture, di stabilire lacertezza dell’Astrologia. Sarebbe certo una cosa veramente ammirevolese, con le sue certezze, arrivasse a collocare l’Astrologiasulla poltrona superiore della Scienza, come promette; ioaspetterei con grande interesse una notizia così meravigliosa.”Non era forse questo un dubbio ragionevole? Morin è l’eccessivoche <strong>Galileo</strong> non era; Morin era colui che non accettava che ilsistema di Tycho Brahe e che osava, nelle sue Remarque astrologiques[Osservazioni astrologiche], fustigare “Keplero e altriignoranti dei veri princìpi dell’astrologia”; proprio Keplerlo, cheoltretutto giudica “un pessimo fisico”…Note1A questo propos<strong>it</strong>o occorre rilevare che la Rodden, nel suo ciclopico archivioinformatico (Astrodatabank) propone gli stessi dati natali di Barbault (15 Febbraio 1564ore 3.31 PM a Pisa) con un AS che però cade a 11°51’ nel segno del Leone, dunqueleggermente prima di quello proposto dal Maestro francese. (N.d.t.)2Ho tradotto qui liberamente il termine “composé” (composto, insieme) usato da Barbault.3Per la precisione G. nacque da Vincenzo G., musicista fiorentino, e da Giulia Ammannatidi Pescia. Un antenato paterno, Tommaso di Buonajuto, aveva fatto parte, nel 1343, delgoverno democratico di Firenze, dopo la cacciata del duca d’Atene; un altro, “magistereGalilaeus de Galilaeis” era stato gonfaloniere di giustizai nel 1448, ed è sepolto in S. Croce.(N.d.t.)4Mi sembra qui doversoso spendere qualche parola sull’<strong>it</strong>er studiorum di <strong>Galileo</strong>. Nel1581 il giovane G., dopo che nel 1574 si era trasfer<strong>it</strong>o con la famiglia a Firenze, vennerinviato dal padre a Pisa per immatricolarsi nella facoltà delle arti per compiervi gli studidi medicina. Egli tuttavia si dimostrò poco interessato a tale disciplina, preferendole digran lunga la fisica. Successivamente, a partire dal 1584, si dedicò appassionatamente allostudio di Euclide. Il suo primo maestro di matematica fu Ostilio Ricci di Fermo, familiarissimodi Vincenzo Galilei.Nel 1585 G. tornò a Firenze senza aver consegu<strong>it</strong>o alcun t<strong>it</strong>olo accademico. Lì trascorsequattro anni dando elzioni private e interessandosi delle discipline più disparate: dalla15


I <strong>fondatori</strong> dell'astronomia <strong>moderna</strong>: <strong>Galileo</strong> Ricerca ’90lettura dei classici latini e <strong>it</strong>aliani, al disegno, alla matematica e alla tecnica costruttiva.Dopo Euclide iniziò a studiare Archimede sulle traduzioni latine del Tartaglia. L’influssoche Archimede ebbe sul giovane G. fu enorme, e lo si può rintracciare nel breve scr<strong>it</strong>todel 1586, La bilancetta, che, si può dire, segna il suo debutto nella v<strong>it</strong>a scientifica. (N.d.t).5Nel 1588 G. tenne due lezioni all’Accademia di Firenze, intorno alla “figura, s<strong>it</strong>o egrandezza” dell’Inferno di Dante. Proprio i quegli anni entrò in relazione con i maggiorimatematici dell’epoca conquistandosene la stima: in particolare quella di Guidobaldo delMonte, che gli procurò appunto la nomina a lettore di matematica all’Univers<strong>it</strong>à di Pisa.Durante il triennio trascorso a Pisa si occupò soprattutto di meccanica. Il frutto miglioredei suoi studi di questo periodo è raccolto nell’opera De motu - però uscirà postuma - doveG. espone le sue prime osservazioni ed indagini sulla caduta dei gravi, aprendo la via alladinamica <strong>moderna</strong>.(N.d.t.).6Questi 18 furono senz’altro i migliori della sua v<strong>it</strong>a, sia a causa della grande libertà dipensiero di cui poté godere, grazie alla protezione garant<strong>it</strong>a dalla Repubblica di Veneziacontro il prepotere dell’Inquisizione, sia a causa del pieno vigore delle sue energie fisichee mentali che gli permisero di dedicarsi con entusiasmo e passione allo studio senza peròrinunciare alle gioie della v<strong>it</strong>a. A Padova continuò ad interessarsi oltre che alla fisica ealla matematica, anche alla letteratura e alla poesia. Pochi furono gli scr<strong>it</strong>ti scientifici diG. del periodo padovano. Mi lim<strong>it</strong>o a ricordare Le Mecaniche(1593), la Breve istruzioneall’arch<strong>it</strong>ettura mil<strong>it</strong>are (1593), il Trattato della sferica, ovvero Cosmografia (1597) - sulsistema tolemaico - e Le operazioni del compasso geometrico e mil<strong>it</strong>are (1606). Ma assaipiù importanti dei trattatelli testé accennati sono gli appunti e le lettere di G. dai qualirisultano i notevoli progressi da lui compiuti nella matematica, nella fisica e nell’astronomia.(N.d.t.).7Si tratta della celebre scoperta dell’isocronismo. (N.d.t.).8Di quest’invenzione Papin, che oltre che fisico era anche medico, parla nel suo “A Newdigester or Engine, for Softening Bones” (che tradotto alla lettera suona “Un nuovodigestore, ossia una macchina per rendere tenere le ossa”) pubblicato a Londra nel 1681,dove appunto descrive un apparecchio, il digestore o pentola di Papin, vero prototipodei boll<strong>it</strong>ori pressurizzati, che permetteva di “digerire” sostanze organiche o di cuocerealimenti con maggiore facil<strong>it</strong>à che a pressione atmosferica. (N.d.t.)9Mi sembra doveroso aggiungere qualche annotazione a propos<strong>it</strong>o di questa invenzione.Negli ultimi anni della sua v<strong>it</strong>a, Denis Papin si occupò soprattutto dell’uso del vaporecome forza motrice, che allora risultava particolarmente utile soprattutto per prosciugarele miniere. Il procedimento era grossomodo il seguente: un tubo verticale, dotato, nellasua porzione superiore, di un pistone, pescava in acqua; portando dapprima l’acqua adebollizione; il pistone si alzava per poi riabbassarsi allorché veniva raffreddato con altraacqua. Tale procedimento, descr<strong>it</strong>to in modo particolareggiato nella Ars nova ad aquamignis adminiculo efficacissime elevandum (ossia “Una nuova tecnica che permette dialzare in modo assai efficace l’acqua mediante l’ausilio del fuoco” - 1707), verràsuccessivamente realizzato e migliorato da T. Newcomen sempre agli inizi del Settecento.10Épinal è una c<strong>it</strong>tà della Francia orientale che nel XIII sec. fu celebre per la sua ceramicaartistica e nel XIX sec. fu il più importante centro francese - rinomato a livello internazionale- per la produzione di immagini popolari. (N.d.t.)16

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