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abstract in italiano R. Sgambelluri.pdf - EleA@UniSA

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ABSTRACTLe nuove generazioni, soprattutto quelle nate a cavallo tra la f<strong>in</strong>e degli anni 80’ e gli<strong>in</strong>izi degli anni 90’ del secolo scorso, sono state formate <strong>in</strong> Italia all’<strong>in</strong>terno di unatensione ideale, quella di dover contribuire alla costituzione di una nuova dimensionesociale e culturale nonché nazionale: l’Unione Europea.Tra gli adolescenti e i giovani italiani questo imperativo educativo è stato letto etradotto <strong>in</strong> una percezione alquanto peculiare della storia recente: i “nonni”, ovvero icostituenti dell’Unione Europea, all’<strong>in</strong>domani della II guerra mondiale, erano quelliche guardavano all’Europa solo <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di abbattimento di frontiere, creazionestrutture economiche <strong>in</strong>terdipendenti e di un corpus legislativo comune, <strong>in</strong> quantoelementi atti a garantire la pace <strong>in</strong> Europa e scongiurare per sempre gli orrori deicampi di battaglia, delle città bombardate, delle popolazioni deportate; i “padri”, aliasl’establishment governativo che conduceva verso l’euro, la comune moneta europea,erano quelli che guardavano all’Europa solo <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di possibilità di crescitaeconomica all’<strong>in</strong>terno di un comune spazio di libera circolazione delle merci.Di contro la cultura adolescenziale e giovanile, <strong>in</strong>tesa come un <strong>in</strong>sieme di valori,def<strong>in</strong>izioni della realtà e codici di comportamento condivisi da persone che hanno <strong>in</strong>comune uno specifico modo di vita 1 , era già europea. I nonni e i padri non dovevano,per creare una nuova identità comunitaria, che r<strong>in</strong>correre!Nello specifico i membri delle nuove generazione, proiettati nell’orizzonte geograficoeuropeo, si percepivano già come comunità sentendo di avere <strong>in</strong> comune, pur nellediversità, stesse orig<strong>in</strong>i, una cultura condivisa, un canale di comunicazione l<strong>in</strong>guisticacomune, valori, costumi, forme di alimentazioni, forme letterarie e artistiche gruppali,adolescenti e giovani europei erano consapevoli di ascoltare la stessa musica, leggeregli stessi autori e le stesse riviste, guardare gli stessi programmi televisivi, averestessi valori e modelli culturali di riferimento, bere, mangiare e vestire le stesse cosee, nelle rispettive forme l<strong>in</strong>guistiche nazionali, parlare con strutture gergali similari.1 Smelsen N.J. (1995). Manuale di Sociologia. Bologna: Il Mul<strong>in</strong>o.1


partire dal IV secolo d.c., non solo per i profondi legami culturali letterali, artistici,ecc., che si erano creati nel trascorrere dei tempi, per la comune religiosità, per lospazio geografico e climatico alquanto omogeneo, ma quanto per la scelta effettuatadai popoli comunitari: valori universali, valori “ di tutti” cui aspirare, <strong>in</strong> cuiriconoscersi e specchiarsi, presidi dei conf<strong>in</strong>i del vivere civile, base, irr<strong>in</strong>unciabile eimpresc<strong>in</strong>dibile, def<strong>in</strong>ente la natura del patto sociale.In tal senso i costituenti def<strong>in</strong>irono la pace come valore per la nascente UE poichéripudiarono l’idea dell’esaltazione, presente nella cultura europea dalla cadutadell’Impero Romano s<strong>in</strong>o alla prima metà del Novecento, della guerra come valoresul quale misurare la virtù e la dignità e l’onore dei popoli. Accanto al valore dellapace nei rapporti tra i popoli europei, posero il valore della reciprocità e del rispetto,della libertà, dell’eguaglianza e della dignità della persona umana.Riconobbero, altresì, proprio perché si era alla presenza di una collettività di cittad<strong>in</strong>iche stavano scegliendo un <strong>in</strong>sieme di diritti e doveri alla base della loro societàideale, che nella costituzione dell’Unione la formazione dello stato avrebbe precedutoquello di costituzione della nazione.Avvertirono subito anche il pericolo di un soffocamento della formazione di unacoscienza europea, di un’area culturale europea che potesse chiamarsi nazione, daparte di un apparato eurostatale qualora non controbilanciato da processi di<strong>in</strong>terazione e <strong>in</strong>tegrazione dei meccanismi degli stati membri.Una siffatta situazione agli italiani, così come alle genti germaniche, è nota, giacchérammenta la formazione di uno stato nazionale come unificazione di una pluralità distati regionali sotto la sp<strong>in</strong>ta egemonica di uno di essi 3 .Per ovviare a ciò, per superare gli egoismi dei vari stati membri, previdero un lungoperiodo di <strong>in</strong>contro-confronto tra gli apparati nazionali grazie al quale ciascunopotesse analiticamente conoscere e ri-conoscere l’altro, avviare un processo diaccettazione e giustificazione delle diversità e un processo orizzontale di3 Bagnasco, A., Barbagli M., Cavalli A., (2007). Corso di Sociologia. Bologna:Il Mul<strong>in</strong>o.3

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