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AvvenimentiL'eroe di guerraha sconfitto <strong>il</strong> rap<strong>in</strong>atoreQuesto articolo sul comandanteLuigi Ferraro è stato pubblicato da IlGiornale di lunedì 19 giugno 2004.Lui, m<strong>il</strong>iziano della “Decima” durantela Repubblica Sociale, nonha mai sparato ai partigiani perchécomunque erano italiani come lui.Ieriperò un manrovescio bene assestato aun ragazz<strong>in</strong>o marocch<strong>in</strong>o glielo avrebbedato volentieri. Glielo hanno impeditosolo quei novant’anni che siporta dietro come fossero venti. E allaf<strong>in</strong>e, a r<strong>in</strong>graziare la sorte è stato proprioquel m<strong>in</strong>orenne venditore di fioriche è riuscito a d<strong>il</strong>eguarsi tra i vicolidi Genova. Luigi Ferraro, <strong>il</strong> “comandante”,aveva voglia di affondarlo comefosse un piroscafo della “perfidaAlbione”, una di quelle navi mercant<strong>il</strong>iche durante la guerra faceva sparire<strong>in</strong> fondo al mare senza neanche riuscirea capire cos’era successo.Eh sì,perchéquando si è visto avvic<strong>in</strong>are daquel ragazz<strong>in</strong>o con gli occhi dolci chechiedevano di comprare una rosa,avevapers<strong>in</strong>o già tirato fuori <strong>il</strong> portafogliodalla tasca. Ma mentre cercavaqualche moneta, <strong>il</strong> baby vu cumpràaveva adocchiato le banconote. Unattimo, e già <strong>il</strong> ragazz<strong>in</strong>o aveva tentatodi rap<strong>in</strong>arlo.Scene di vita quotidiana a Genova.Ma i rap<strong>in</strong>atori <strong>in</strong> erba non stanno micaa perdere tempo a chiedere <strong>il</strong> curriculumalla loro vittima. Se lo facessero, aLuigi Ferraro non si sarebbero mai avvic<strong>in</strong>ati.Non ci avrebbero provato conun eroe di guerra che sotto la camiciaha appuntato una medaglia d’oro alvalor m<strong>il</strong>itare, che ricorda le quattrod’argento conquistate <strong>in</strong> guerra.Non ciavrebbero provato con chi, di trucchiper sfidare <strong>il</strong> nemico, se ne <strong>in</strong>tendebene. Non sapevano che nel marzo del‘43 Ferraro figurava come un impiegatodel consolato italiano di Alessandretta<strong>in</strong> Turchia. Faceva f<strong>in</strong>ta di far labella vita, ma <strong>in</strong> spiaggia andava anascondere delle m<strong>in</strong>e che poi,appenabuio,si tra<strong>in</strong>ava sott’acqua f<strong>in</strong>o alla chigliadelle navi appoggio del “nemico”.E le piazzava con un timer perfetto,che faceva saltare tutto <strong>in</strong> aria quando<strong>il</strong> piroscafo era fuori dal porto. Tuttidavano la caccia a qualche misteriososottomar<strong>in</strong>o,mentre Ferraro tornava <strong>in</strong>ufficio tra le scartoffie.Durante la Repubblica Sociale lui,combattente nella “X Flottiglia MAS”per questione d’onore, con i partigianisi metteva anche d’accordo se c’erada salvare qualche vita italiana e lepiù importanti <strong>in</strong>dustrie nazionali.Uneroe, ma non solo. Perché f<strong>in</strong>ita laguerra all’Italia è servito ancora comeconsulente del m<strong>in</strong>istero e comeistruttore subacqueo delle forze dell’ord<strong>in</strong>e.Ma chi è appassionato diimmersioni conosce almeno le suecreature, “P<strong>in</strong>occhio” e la “Rond<strong>in</strong>e”,quella maschera e quelle p<strong>in</strong>ne chehanno rivoluzionato per anni <strong>il</strong>mondo dei sub e che sono nate dallasua lunga esperienza.Già, <strong>il</strong> baby vu cumprà. Ieri hasbagliato obiettivo. Ma quando hacapito che era meglio non sfidare <strong>il</strong>bastone di Luigi Ferraro, ha cercatouna fuga tutto sommato onorevole. Ilvecchio eroe avrebbe voluto portarea term<strong>in</strong>e la missione, ma non ce l’hafatta perché ha perso l’equ<strong>il</strong>ibrio eha battuto la testa. In ospedale c’èdovuto andare più che altro per quelle90 candel<strong>in</strong>e che spegnerà <strong>il</strong> 3novembre prossimo. Ma già con <strong>il</strong>generale dei carab<strong>in</strong>ieri PietroPistolese, che lo è andato a trovare,discuteva perché voleva tornare acasa. Furibondo con <strong>il</strong> suo aggressore?Macché, dal lett<strong>in</strong>o d’ospedalece l’aveva ancora con <strong>il</strong> vicepresidentedella Regione Gianni Pl<strong>in</strong>io,che sabato matt<strong>in</strong>a, per la cerimoniadella posa <strong>in</strong> mare del Cristo degliabissi a San Fruttuoso,non gli ha dato<strong>il</strong> permesso di tuffarsi <strong>in</strong>sieme ai suoiex allievi e lo ha voluto “solo” accantoa sé sulla barca appoggio.Diego PistacchiCome assicurare<strong>il</strong> “giusto <strong>in</strong>segnamento”Quando ci si trova di fronte a unbanchetto di libri <strong>in</strong> offerta –specie se <strong>in</strong> <strong>in</strong>tima simbiosi con lenote di un ballo liscio e l’aspro effluviodi salsicce e patat<strong>in</strong>e, nelle cosiddette“feste” <strong>in</strong>dette per le masse <strong>in</strong>odore di democrazia a senso unico –accade che già a prima vista la faziositàespressa dai titoli proposti possa fartemere per l’equ<strong>il</strong>ibrio precario delbanchetto, con <strong>il</strong> suo imprevedib<strong>il</strong>eribaltamento.Scelto a caso un libercolo che parevaessere di blanda impostazione econstatati <strong>il</strong> nome dell’editore (Rusconi),<strong>il</strong> titolo (Manifesti italian<strong>in</strong>ella Seconda guerra mondiale) el’autore (certo Roberto Guerri), siamostati <strong>in</strong>vogliati al suo acquisto.Una prima scorsa alle centonovantapag<strong>in</strong>e dell’opera, che reca sullaparte destra immag<strong>in</strong>i per lo piùnote di manifesti e <strong>il</strong>lustrazioni d’epoca,ci costr<strong>in</strong>ge a sbirciare <strong>il</strong> commentocaustico dedicato a ciascuna6

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