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nicola porroDOBBIAMOAVER PAURADELL'OMOLOGAZIONEdi Carlo Casoli«Il mio non è un ring nel quale scontrarsi. Sceglierelo scontro è una grande finzione, significa fare ilgioco delle parti». Il mercoledì sera su <strong>Rai</strong>2l'appuntamento è con Nicola Porro, che conduce"Virus – Il contagio delle idee". A chi lo definisceun giornalista di "destra" risponde: «L'importante èessere seri». Poi indica i suoi obiettivi: «Mipiacerebbe raccontare senza pregiudizi ideologici ladisoccupazione dei giovani, il lusso in Italia, lestorie delle imprese, ma anche le nuove forme diviolenza diffusa. Vorrei andare oltre i cliché»Un virus che non fa male, anzi. Parola diNicola Porro, che dal 3 luglio ha debuttatoin prima serata su <strong>Rai</strong>2 con "Virus – Ilcontagio delle idee", il nuovo programma– molto talk e poco show, promettono gli autori – chesi propone di dare nuove chiavi di lettura dell'attual<strong>it</strong>àe del terr<strong>it</strong>orio anche attraverso la contaminazione deilinguaggi. Convivono, così, la realtà del documentarioe l'approfondimento dello studio, con inchieste,interviste e un dibatt<strong>it</strong>o sui contenuti i cui protagonisti– personaggi della v<strong>it</strong>a pol<strong>it</strong>ica ed economica <strong>it</strong>aliana- sono "obbligati" a non dare mai nulla per scontatoe a non rec<strong>it</strong>are soltanto un gioco delle parti. A questopensa Porro, anche attraverso il "pol<strong>it</strong>icamentescorretto" delle sue provocazioni. Ma attenzione –avvisa – il mio non è un ring dove scontrarsi.Un programma per dimostrare che i virus sonoanche buoni?Sono buoni, soprattutto se contagiano con buoneidee. Il nostro sarà un programma di idee, non diopinioni: idee che possono "contagiare" le diverseparti in campo. Chi l'ha detto che le parti oppostedevono l<strong>it</strong>igare e basta? Se si contagiassero anche unpochino non sarebbe male, no?C'è un virus che, invece, le da fastidio?Sì, l'omologazione. Quel raffreddore, quel virusinfluenzale che colpisce tutti con la stessa intens<strong>it</strong>à.Non è possibile che non ci sia mai qualcosa di menoomologato in tv, che dica cose diverse in mododiverso. Io vorrei provare a vedere se si riesce a farequalcosa di meno omologato. Per me è fondamentale.Quindi creare un luogo per incontrarsi anzichéscontrarsi?Esatto. Non è che lo scontro non ci debba essere. Loscontro ci può stare nella v<strong>it</strong>a, ma se crei un ringsoltanto per scontrarsi, allora non si incontra mainessuno. Se invece ci si incontra in un salotto equalche volta c'è anche lo scontro va benissimo. Manon è un programma pensato per scontrarsi.Non crede sia impossibile in Italia?No. Scegliere lo scontro è una grande finzione,significa fare il gioco delle parti. Molto spesso sonostato osp<strong>it</strong>e e ho cercato sempre di non scontrarmicon le persone che la pensavano diversamente da me,anche se venivo inv<strong>it</strong>ato proprio per questo giocodelle parti.Non r<strong>it</strong>iene di essere identificabile pol<strong>it</strong>icamentecome un giornalista di "destra" così come c'èquello di "sinistra"?Non bisogna avere paura di queste cose: il punto èmettersi d'accordo sulle "etichette": Io, di sicuro, nonsono un giornalista di sinistra. Ma cosa vuol direessere un giornalista di destra? Vuol dire essereliberale, libertario, liberista? Io lo sono. Ma non èl'"etichetta" che pensa per me: sullo ius soli, adesempio, sono molto più vicino alla sinistra che alladestra, così come sulle liberalizzazioni, ma sull'economiasono molto più di "destra". L'importante è essere seri.Niente ansie per gli ascolti?Non sono la mia meta, anche se è giusto che la retesia attenta agli ascolti. Ma la mia meta è fare unprogramma che non sia tradizionalmente visibile in tv.Senza fare alcuna rivoluzione, ma se riesco a fare odire qualcosa che in tv non si vede di sol<strong>it</strong>o sono giàfelice.Nel suo programma annuncia anche "provocazioni".Mi fa un esempio "provocatorio"?Siamo sicuri che aiutando oggi i giovani a trovarelavoro non creiamo una nuova casta? Se io rendofiscalmente appetibile un giovane al primo lavoro chisi prende gli over 40 che hanno perso il lavoro loscorso anno? E parlo di un milione di persone. Se iopenso che bisogna investire sui giovani, ma continuoa sfornare laureati in materie che non sonoassolutamente utili chi darà loro un lavoro? Domandediverse dall'"opinione" comune: io non ho unasoluzione, ma è giusto porle per capire cosa accade eper farlo al di fuori di una tv omologata.In che modo?Mi piacerebbe raccontare senza pregiudizi ideologici ladisoccupazione dei giovani, il lusso in Italia, le storiedelle imprese che inquinano, ma soprattutto di quelleche non inquinano. Ma anche le nuove forme diviolenza diffusa, al di là del termine "femminicidio".Vorrei andare oltre i cliché, insomma. Un altroesempio? Perché il nostro è un Paese in cui si èpensato che fosse utile avere decine di migliaia dilaureati in Scienze delle comunicazioni, mentre sonoconsiderati di serie B quelli che hanno frequentato,che so, un ist<strong>it</strong>uto alberghiero? Perché, anche nellavoro, siamo ancora inchiodati all'immobilismosociale, a un'unica possibil<strong>it</strong>à?La preoccupa il passaggio da La7 a <strong>Rai</strong>2?La7 è la piccola casa dove si conoscono tutti, con tuttii lim<strong>it</strong>i di una casa piccola. La <strong>Rai</strong> è un altro mondo,completamente diverso, che sto imparando aconoscere.Mi dice una buona ragione per vedere "Virus"?Perché è un programma che non avete mai visto. •4 www.ufficiostampa.rai.<strong>it</strong>TV RADIOCORRIERE5

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