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Per un curricolo verticale di storia nel quadro dell ... - storieinrete.org

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Marina Me<strong>di</strong>PER UN CURRICOLO VERTICALE DI STORIANEL QUADRO DELL’AREA GEO-STORICO-SOCIALEGiugno 2009Prima parte<strong>Per</strong>ché è necessario rivedere il <strong>curricolo</strong>?1. La necessità <strong>di</strong> mettere in <strong>di</strong>scussione il “canone storiografico scolastico”La necessità <strong>di</strong> rivedere il modo in cui è insegnata la <strong>storia</strong> a scuola nasce dalla constatazione che lastragrande maggioranza degli studenti, quando arriva alla fine <strong>dell</strong>a propria esperienza scolastica,non possiede in maniera accettabile le gran<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate concettuali e spazio-temporali del raccontostorico, ha <strong>un</strong>a cultura storica insufficiente per affrontare i problemi del presente e considera la<strong>storia</strong> <strong>un</strong>a <strong>di</strong>sciplina noiosa e inutile.Le ragioni <strong>di</strong> questo fallimento sono molteplici e per ciasc<strong>un</strong>a <strong>di</strong> esse è necessario trovare risposteche tengano conto da <strong>un</strong>a parte degli elementi fondanti <strong>dell</strong>a <strong>di</strong>sciplina storica, dall‟altra <strong>dell</strong>ecaratteristiche e dei bisogni formativi degli studenti del nostro tempo. <strong>Per</strong> fare questo, però, bisognaessere consapevoli che è necessario mettere in <strong>di</strong>scussione il “canone storiografico scolastico”(Gusso, 2004 b: 102-103), cioè il <strong>curricolo</strong> implicito rimasto sostanzialmente invariato <strong>nel</strong>la scuolaitaliana dalla sua fondazione. Questa impostazione canonica <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> riguarda la selezione deicontenuti da trattare e la loro sequenza, i concetti fondanti e i mo<strong>dell</strong>i <strong>di</strong> spiegazione degli eventianalizzati, le finalità stesse <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>di</strong>sciplina. Inalterato da generazioni, il canone <strong>di</strong> <strong>storia</strong>è presente nei manuali e <strong>nel</strong>le pratiche <strong>di</strong>dattiche e per questo si è se<strong>di</strong>mentato <strong>nel</strong>l‟immaginariocom<strong>un</strong>e <strong>di</strong> insegnanti, genitori e opinione pubblica. I contenuti del canone si identificano con la<strong>storia</strong> stessa: solo e tutto quello che fa parte del canone può e deve essere stu<strong>di</strong>ato per arrivare a <strong>un</strong>aformazione storica; tutto il resto è pleonastico.Non è facile abbandonare <strong>un</strong> modo <strong>di</strong> pensare l‟insegnamento <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> che è profondamentera<strong>di</strong>cato in ciasc<strong>un</strong>o <strong>di</strong> noi, ma oggi, dati i nuovi bisogni formativi sorti dalle trasformazioni delmondo attuale, è proprio necessario avere il coraggio <strong>di</strong> metterne in <strong>di</strong>scussione tutti gli aspetti,dalle finalità <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> alla scelta dei contenuti, dai meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavoro con gli studentialle modalità <strong>di</strong> valutazione.2. Le finalità <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong>Tra le finalità che tra<strong>di</strong>zionalmente si attribuiscono allo stu<strong>di</strong>o del passato <strong>un</strong>a è sicuramente laconoscenza <strong>dell</strong>a “<strong>storia</strong> generale”.Ma è proprio “generale” la <strong>storia</strong> che è presentata nei manuali e che si va costruendo <strong>nel</strong>la testadegli studenti fin dai primi anni <strong>di</strong> scuola? Molte analisi in questi anni hanno <strong>di</strong>mostrato come ciòche chiamiamo “<strong>storia</strong> generale” in realtà consista in <strong>un</strong>a selezione <strong>di</strong> fatti e personaggi cheprivilegia l‟Italia (ma non tutta, perché, per esempio, quasi nulla si <strong>di</strong>ce <strong>dell</strong>‟Italia bizantina che, inquanto greca e ortodossa, si accorda poco con il mo<strong>dell</strong>o vincente, latino e cattolico) e l‟Europa (manon tutta, perché, per esempio, poco sappiamo <strong>dell</strong>e vicende <strong>dell</strong>a Svizzera, che pure confina conl‟Italia come la Francia, molto più presente <strong>nel</strong> canone), la <strong>di</strong>mensione politico-istituzionale e inparte economica, le classi dominanti o com<strong>un</strong>que vincenti, i maschi.


Una seconda finalità che lo stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> si propone è quello <strong>di</strong> ricercare <strong>nel</strong> passato l’origine<strong>dell</strong>a propria <strong>storia</strong> nazionale (Brusa, 2000; Procacci, 2005). Fra tutti gli avvenimenti possibili,<strong>nel</strong>la presentazione canonica vengono selezionati ed enfatizzati i fatti e i personaggi che più hannocontribuito a formare la realtà nazionale attuale (in Italia il mondo classico, i Com<strong>un</strong>i, ilRinascimento, il Ris<strong>org</strong>imento e infine la Resistenza: momenti positivi in cui facciamo “bellafigura”). La <strong>storia</strong> così sembra essere <strong>un</strong> percorso coerente che porta all‟oggi, giustificandolo, eproduce l‟effetto che la nostra <strong>storia</strong> appaia migliore <strong>dell</strong>e altre, se non l‟<strong>un</strong>ica. Un racconto che,come le “tra<strong>di</strong>zioni inventate” (Hobsbawm - Ranger, 1987), serve per cementare il “popolo” ecreare l‟identità nazionale.Un terza finalità <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o del passato è quella espressa dalla formula hi<strong>storia</strong> magistra vitae. Main realtà troppe volte si è visto come la <strong>storia</strong> non sia in grado <strong>di</strong> insegnare a non ricadere neglierrori del passato. Invece può servire per comprendere i problemi del presente e quin<strong>di</strong> può guidareper progettare il futuro in modo critico e responsabile.Il <strong>di</strong>battito <strong>di</strong> questi anni tra chi si occupa <strong>dell</strong>a <strong>di</strong>dattica <strong>dell</strong>a <strong>di</strong>sciplina ha invece messo inevidenza come la finalità <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> sia quella <strong>di</strong> arrivare a possedere <strong>un</strong>a culturastorica, intendendo con questa non solo conoscere problemi e avvenimenti del passato, ma anche:a) avere consapevolezza <strong>di</strong> come le conoscenze storiche siano prodotte;b) <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> quadri cronologici e mappe spazio-temporali che rappresentino il <strong>di</strong>venire<strong>dell</strong>‟umanità e all‟interno dei quali poter inserire eventuali nuove conoscenze;c) cogliere i mo<strong>dell</strong>i <strong>di</strong> spiegazione che vengono proposti in relazione ai <strong>di</strong>versi processi storici;d) mettere in prospettiva la propria <strong>storia</strong> personale e la realtà del presente;e) usare le conoscenze acquisite per argomentare i propri p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista.3. La scelta dei contenutiLa <strong>storia</strong>, che pure si definisce come lo stu<strong>di</strong>o del passato <strong>dell</strong>‟umanità, è in grado <strong>di</strong> ricostruirnesolo <strong>un</strong>a parte limitata. Non è solo <strong>un</strong> problema <strong>di</strong> reperimento e <strong>di</strong> critica <strong>dell</strong>e fonti; è il passatostesso ad essere troppo ampio per poter essere colto se non attraverso la scelta <strong>di</strong> singoli aspettiproblematici. Ogni argomento, poi, può essere analizzato da p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>versi, per cui, peresempio, la <strong>storia</strong> <strong>dell</strong>a conquista coloniale <strong>dell</strong>‟Africa tra Ottocento e Novecento avrà <strong>un</strong> taglio<strong>di</strong>verso se chi la ricostruisce sarà <strong>un</strong>o storico europeo o africano.La memoria è inevitabilmente selettiva, ma spesso la decisione <strong>di</strong> che cosa conservare del passato e<strong>di</strong> come raccontarlo viene ad assumere <strong>un</strong> significato politico-ideologico molto forte, perché su <strong>di</strong>esso si costruisce l‟immagine <strong>di</strong> se stessi e degli altri. Ricordare parti del passato, <strong>di</strong>menticarnealtre, censurarne altre ancora può essere naturale, ma non certo neutrale.Quando poi si passa dal piano <strong>dell</strong>a storiografia a quello <strong>dell</strong>a <strong>di</strong>vulgazione <strong>nel</strong>la scuola o neime<strong>di</strong>a, la scelta <strong>dell</strong>e parti del passato da privilegiare <strong>di</strong>venta ancora più pregnante. La <strong>storia</strong>,infatti, gioca <strong>un</strong> ruolo decisivo <strong>nel</strong>la formazione <strong>dell</strong>‟identità collettiva e per questo spesso è statatrasformata in <strong>un</strong> vero strumento <strong>di</strong> propaganda.La selezione dei contenuti storici del canone scolastico è stata fatta più <strong>di</strong> cento anni fa, subitodopo che l‟Italia era arrivata all‟<strong>un</strong>ificazione. Chi ha compiuto questa scelta era sicuramenteconvinto che il processo per formare i citta<strong>di</strong>ni italiani richiedesse anche l‟interiorizzazione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a<strong>storia</strong> com<strong>un</strong>e; non a caso, accanto al canone <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> politico-istituzionale, <strong>nel</strong>la scuola se nesono aggi<strong>un</strong>ti altri, relativi ad altre storie: <strong>dell</strong>e letteratura, <strong>dell</strong>‟arte, <strong>dell</strong>a filosofia ecc..D‟altra parte quelli erano gli anni dei nazionalismi, tutti i paesi facevano così, anche se in Europal‟esaltazione <strong>dell</strong>a propria patria ha portato prima alla spartizione coloniale del mondo e poi a <strong>un</strong>aprima e a <strong>un</strong>a seconda guerra mon<strong>di</strong>ale. Ma ora? Possiamo oggi continuare sempre con lo stessocanone? È questa la formazione storica <strong>di</strong> cui hanno bisogno i giovani? La realtà attuale è moltocambiata: i problemi hanno ass<strong>un</strong>to <strong>un</strong>a <strong>di</strong>mensione planetaria e i processi <strong>di</strong> globalizzazione


caratterizzano non solo gli aspetti economici ma anche quelli sociali e culturali; l‟Italia è inserita in<strong>un</strong>a <strong>di</strong>mensione europea, <strong>un</strong>‟Europa sempre più allargata, che anche sul piano scolastico offremoltissime occasioni <strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong> scambio e invita i suoi membri a rivedere i propri curricoliscolastici in modo da sviluppare competenze com<strong>un</strong>i; <strong>nel</strong>le classi <strong>di</strong> tutto il paese sempre maggioreè la presenza <strong>di</strong> studenti <strong>di</strong> origine straniera, i quali, se da <strong>un</strong>a parte hanno bisogno <strong>di</strong> conoscere la<strong>storia</strong> <strong>dell</strong>‟Italia, in cui sono venuti a vivere, dall‟altra implicitamente sollecitano l‟insegnante aleggere il passato in chiave non esclusivamente eurocentrica, così come possono far nascere neglial<strong>un</strong>ni italiani l‟interesse per aspetti culturali e storici dei paesi da cui provengono.Di fronte alle gran<strong>di</strong> trasformazioni che caratterizzano il mondo attuale, la scuola ha il dovere <strong>di</strong>ripensare l‟offerta formativa che propone agli studenti, italiani o stranieri che siano, in modo dagarantire loro gli strumenti in<strong>di</strong>spensabili per comprendere la realtà in cui vivono e per agire in essacome soggetti attivi. Non è sufficiente affiancare al programma tra<strong>di</strong>zionale alc<strong>un</strong>i contenuti in più,come in questi anni hanno provato a fare molti insegnanti volonterosi che, per esempio, hannointrodotto <strong>nel</strong>la progettazione informazioni sulla <strong>storia</strong> degli stati <strong>di</strong> provenienza degli studentistranieri o hanno realizzato progetti <strong>di</strong> educazione alla citta<strong>di</strong>nanza europea.D‟altra parte, a imporre <strong>un</strong>a revisione dei contenuti da stu<strong>di</strong>are è stato anche il <strong>di</strong>battitoepistemologico che ha caratterizzato la <strong>di</strong>sciplina storica in questi ultimi decenni, <strong>di</strong>battito <strong>nel</strong> qualesi è chiarito che la <strong>storia</strong> non è il racconto oggettivo e <strong>un</strong>ico <strong>di</strong> quello che è successo <strong>nel</strong> tempo, mane è solo <strong>un</strong>a ricostruzione parziale e provvisoria, a partire dalle fonti <strong>di</strong>sponibili <strong>nel</strong> momento <strong>dell</strong>asua redazione. Si è riconosciuto quin<strong>di</strong> che del passato è possibile scrivere storie <strong>di</strong>verse, tantequante sono i p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista da cui ci si pone per ricostruirlo: soggetti sociali <strong>di</strong>versi (vincitori, vinti,uomini, donne, al potere e non ecc.), <strong>di</strong>verse scale spaziali (planetaria, continentale, nazionale,regionale, locale), aspetti <strong>di</strong>versi <strong>dell</strong>a società (ambientali, economici, sociali, politici, culturaliecc.).Nella scuola, allora, si tratta <strong>di</strong> passare da <strong>un</strong>a impossibile “<strong>storia</strong> generale”, come è quella propostadal canone, alla consapevolezza dei molteplici e <strong>di</strong>versi p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista da cui si può ricostruire ilpassato. Passare quin<strong>di</strong> dalla “Storia” alle “storie” (Aa.Vv., 1997) e quin<strong>di</strong> anche da <strong>un</strong> racconto<strong>un</strong>itario, che segue <strong>un</strong> mo<strong>dell</strong>o cronologico-sequenziale, alla ricostruzione per problemi <strong>di</strong> segmentidel passato che seguano perio<strong>di</strong>zzazioni <strong>di</strong>fferenti, sovrapposte o parallele, in <strong>un</strong> intreccio <strong>di</strong> duratedescritte da mappe <strong>di</strong> contemporaneità.4. I meto<strong>di</strong> e gli strumenti <strong>di</strong> lavoroLo stu<strong>di</strong>o del manuale, supportato dalla lezione <strong>dell</strong>‟insegnante, è lo strumento car<strong>di</strong>ne <strong>dell</strong>a visionecanonica <strong>dell</strong>‟insegnamento <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong>, coerente con l‟idea che sia possibile fare <strong>un</strong>a <strong>storia</strong>generale, cioè <strong>un</strong>a vera e <strong>un</strong>ica narrazione del passato, che il compito <strong>dell</strong>‟insegnamento sia latrasmissione del sapere e che il sapere sia quello formalizzato <strong>dell</strong>a cultura occidentale.Il manuale è <strong>org</strong>anizzato come <strong>un</strong> racconto sintetico <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>i eventi del passato, sceltiprevalentemente tra quelli <strong>di</strong> carattere politico, e or<strong>di</strong>nato in modo cronologico-sequenziale. Dalp<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista linguistico è <strong>un</strong> testo <strong>di</strong> grande complessità perché utilizza molti termini astratti(progresso, crisi, sviluppo, civiltà, libertà…), termini con significato affine ("rivoluzione", "rivolta","ribellione", "sommossa", "se<strong>di</strong>zione"…), metafore ("alimentare il malcontento", "soffocare larivolta", "ristagno <strong>dell</strong>'economia", “scacchiere internazionale”…). <strong>Per</strong> poterlo utilizzare in modoproduttivo è necessario avere chiarezza su molti concetti <strong>di</strong> base che vengono dati per conosciuti(economia, stato, impero, regno, tasse, schiavitù, democrazia…); bisogna <strong>di</strong>sporre <strong>dell</strong>a capacità <strong>di</strong>compiere operazioni cognitive come la tematizzazione, l‟<strong>org</strong>anizzazione temporale e spaziale, laclassificazione <strong>dell</strong>e informazioni per eventi, mutamenti, permanenze, l‟analisi e produzione <strong>di</strong> testidescrittivi, narrativi, argomentativi; si devono possedere <strong>di</strong>verse abilità, come quelle <strong>di</strong> leggeregrafici temporali, usare le carte, costruire mappe concettuali…. Ma tutte queste conoscenze e


abilità, <strong>nel</strong>l‟impostazione tra<strong>di</strong>zionale <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong>, non è previsto che vadano costruitecon <strong>un</strong> lavoro <strong>di</strong>dattico specifico. L‟insegnamento, invece, si limita a trasmettere i risultati <strong>dell</strong>astoriografia utilizzando modalità quasi esclusivamente verbali, mentre confida che concetti, abilità ecompetenze e la stessa percezione del tempo storico nascano spontaneamente dalla ripetizioneciclica <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o dei fatti del passato, presentati in or<strong>di</strong>ne cronologico.Sappiamo che non è così: molte esperienze <strong>di</strong> verifica degli appren<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>mostrano infatti che lamaggior parte degli studenti impara confusamente le informazioni senza riuscire a mettere altroor<strong>di</strong>ne tra i fatti se non quello <strong>dell</strong>a successione, e che le incomprensioni linguistico-concettuali sipossono sommare, in <strong>un</strong>a catena <strong>di</strong> frainten<strong>di</strong>menti che si rivela all'improvviso <strong>nel</strong> corso <strong>di</strong> <strong>un</strong>ainterrogazione, con effetti esilaranti e sconfortanti <strong>nel</strong>lo stesso tempo.È necessario, invece, che le competenze che caratterizzano <strong>un</strong>a cultura storica (così comel‟abbiamo definita qui sopra) vadano costruite negli studenti con <strong>un</strong> lavoro <strong>di</strong>dattico specifico, chenon può limitarsi alla tra<strong>di</strong>zionale sequenza lettura-spiegazione-ripetizione del testo.Gli aspetti <strong>di</strong> metodo che sembrano fondamentali, invece, sono i seguenti.A) Partire non da spezzoni <strong>di</strong>sciplinari (capitoli del manuale), ma da temi e problemi presenti <strong>nel</strong>lasocietà attuale e presenti <strong>nel</strong>la percezione degli studenti, e utilizzare il metodo <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> casoper sviluppare confronti e comparazioni tra situazioni <strong>di</strong>fferenti (Gusso, 2004 a).B) Porsi finalità non solo cognitive o procedurali, ma anche socio-affettive, dando veramentecentralità allo studente in <strong>un</strong>a ricerca attiva e con<strong>di</strong>visa <strong>di</strong> significati che permetta <strong>di</strong> partire da sé edalle proprie domande.C) Riflettere sul rapporto tra passato e presente, lontano e vicino, <strong>storia</strong> e memoria, biografiapersonale e <strong>storia</strong>, possibilmente in <strong>un</strong>‟interazione con il territorio.D) Riprodurre <strong>nel</strong>lo stu<strong>di</strong>o, fin dall‟inizio <strong>dell</strong>a scuola primaria, le sequenze logiche e le principalioperazioni del “sapere storiografico esperto”.E) Utilizzare <strong>un</strong>a <strong>di</strong>dattica laboratoriale, operativa, interattiva, capace <strong>di</strong> avvalersi <strong>di</strong> più strumenticonoscitivi e <strong>di</strong> più linguaggi, e attenta alle motivazioni, alle preconoscenze e agli stili cognitividegli studenti (Brigadeci e altri, 2001; Bernar<strong>di</strong>, 2006).F) Costruire <strong>un</strong>a progettazione che si sviluppi in modo coerente in <strong>verticale</strong> attraverso percorsi <strong>di</strong>appren<strong>di</strong>mento collegati fra loro, ma <strong>di</strong> volta in volta più articolati, in modo da far scoprire aglistudenti la complessità dei problemi storici, ma anche la possibilità <strong>di</strong> comprenderli.In questa prospettiva il manuale, così come altri testi scritti, au<strong>di</strong>ovisivi o informatici, deve essereusato per recuperare le informazioni e le interpretazioni storiografiche sul problema in esame, manon deve essere seguito passivamente, delegandogli la progettazione dei percorsi e <strong>dell</strong>e me<strong>di</strong>azioni<strong>di</strong>dattiche, che sono invece compito <strong>dell</strong>‟insegnante e <strong>un</strong>o degli aspetti centrali <strong>dell</strong>a suaprofessionalità.5. Il <strong>curricolo</strong> <strong>verticale</strong>Tra le molte critiche all‟approccio canonico allo stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong>, <strong>un</strong>o riguarda la progressione<strong>dell</strong>‟insegnamento <strong>nel</strong> corso del <strong>curricolo</strong> <strong>verticale</strong>. Da qualche anno si è passati da <strong>un</strong>a ripetizione<strong>dell</strong>a “<strong>storia</strong> generale” nei tre cicli, uguale negli argomenti e <strong>di</strong>versa solo <strong>nel</strong> livello <strong>di</strong>approfon<strong>di</strong>mento, alla presentazione del tra<strong>di</strong>zionale racconto storico <strong>un</strong>a prima volta a cavallo traprimaria e secondaria <strong>di</strong> primo grado, <strong>un</strong>a seconda volta <strong>nel</strong>la secondaria <strong>di</strong> secondo grado. Questamo<strong>di</strong>ficazione del canone ha creato malcontenti e <strong>di</strong>fficoltà (è possibile non affrontare con ibambini aspetti del passato a cui sono sicuramente interessati, come <strong>nel</strong> caso del Novecento? comegarantire <strong>un</strong> valido raccordo tra primaria e secondaria <strong>di</strong> primo grado?), ma ha avuto il pregio <strong>di</strong> farriflettere che, per insegnare la <strong>storia</strong>, bisognava fare i conti con il tempo a <strong>di</strong>sposizione e con lecaratteristiche psico-cognitive degli studenti. Ha infatti sottolineato il fatto che la scuola<strong>dell</strong>‟obbligo è <strong>un</strong> percorso formativo che si <strong>di</strong>pana <strong>nel</strong> corso <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni, per cui ogni ciclo non


deve sentirsi in obbligo <strong>di</strong> dare <strong>di</strong> tutto <strong>un</strong> po‟, in <strong>un</strong>a visione enciclope<strong>di</strong>ca <strong>dell</strong>a conoscenza, ma,consapevole <strong>di</strong> essere <strong>un</strong> tassello <strong>di</strong> <strong>un</strong> progetto più ampio, deve trovare la propria specificità intermini sia <strong>di</strong> contenuti da stu<strong>di</strong>are che <strong>di</strong> traguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> competenze da far raggi<strong>un</strong>gere agli studenti.Ma la nuova scansione dei contenuti <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> proposta dal ministero non va affatto <strong>nel</strong> senso <strong>di</strong><strong>un</strong>‟acquisizione progressiva <strong>di</strong> competenze storiche. Infatti l‟impostazione <strong>dell</strong>‟insegnamentocontinua a essere quello <strong>di</strong> sempre: al centro c‟è la <strong>di</strong>sciplina, quella prodotta dagli storici maselezionata e interpretata dai manuali, in <strong>un</strong>a sequenza “canonica” <strong>di</strong> fatti e argomentazioni rispettoalla quale non resta molto da fare se non per i docenti insegnarla, per gli allievi apprenderla.Ness<strong>un</strong>a attenzione, invece, viene de<strong>di</strong>cata agli studenti, alle loro capacità cognitive in crescita, ailoro processi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, ai loro bisogni formativi e alle loro motivazioni. E questo incontrad<strong>di</strong>zione con tutte le in<strong>di</strong>cazioni <strong>dell</strong>a pedagogia (ma anche <strong>dell</strong>e ultime riforme ministeriali),che insistono sul fatto che l‟insegnamento/appren<strong>di</strong>mento non consiste <strong>nel</strong>la trasmissione dei saperi<strong>di</strong>sciplinari, ma è invece <strong>un</strong> processo <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> competenze incentrato sullo studente eprogettato dai docenti, i quali devono trovare le me<strong>di</strong>azioni <strong>di</strong>dattiche adeguate per armonizzare ibisogni formativi dei ragazzi e le conoscenze e gli strumenti offerti dalle <strong>di</strong>scipline.D‟altra parte il problema <strong>di</strong> adeguare l‟insegnamento alle caratteristiche degli studenti e ai loroprocessi evolutivi non si risolve, come spesso viene suggerito dalle in<strong>di</strong>cazioni ministeriali,proponendo <strong>di</strong> svolgere <strong>nel</strong>la scuola primaria <strong>un</strong>a <strong>storia</strong> fatta <strong>di</strong> miti o <strong>di</strong> narrazioni, con l‟idea chequesti costituiscano <strong>un</strong>a <strong>storia</strong> più semplice e più adatta a studenti più giovani. La <strong>storia</strong>, infatti,non è la narrazione <strong>di</strong> invenzione (miti, racconti ecc., che sono campo <strong>dell</strong>a letteratura), così comenon è neppure lo stu<strong>di</strong>o del tempo <strong>dell</strong>a natura (big bang, <strong>di</strong>nosauri ecc., che pure piacciono tanto aibambini). La <strong>storia</strong>, invece, è la ricostruzione <strong>di</strong> aspetti del passato <strong>di</strong> uomini e donne, <strong>di</strong> gruppi o<strong>dell</strong>‟umanità, realizzata con il metodo <strong>di</strong> ricerca elaborato dagli storici. Se non abbiamo chiarezzasu questo, quali competenze storiche pensiamo <strong>di</strong> sviluppare negli studenti?Non dobbiamo <strong>di</strong>menticare che, se è vero che <strong>nel</strong>la scuola primaria i bambini sono spessoaffascinati dalla <strong>storia</strong>, questo interesse in realtà quasi sempre è rivolto ad aspetti fantasticoavventurosicollegati a quei perio<strong>di</strong> “canonici” del passato che essi hanno già conosciuto <strong>nel</strong>le fiabe,nei fumetti, nei film. Il compito <strong>dell</strong>’insegnamento <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> <strong>nel</strong>la scuola primaria, però, nonsta <strong>nel</strong> riprendere questa <strong>di</strong>mensione (interessante e significativa, ma che non può essere spacciataper <strong>storia</strong>), ma <strong>nel</strong> costruire nei bambini <strong>un</strong> primo zoccolo <strong>di</strong> concetti e <strong>di</strong> abilità operatorie perleggere la realtà spaziale, temporale e sociale, in modo da costituire il p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> partenza per lostu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>e <strong>di</strong>scipline geo-storico-sociali negli anni successivi, ma specialmente la strumentazioneessenziale, l‟”alfabeto <strong>di</strong> base”, con cui comprendere la realtà e le problematiche del presente l<strong>un</strong>gotutto l‟arco <strong>dell</strong>a propria vita.Un <strong>curricolo</strong> <strong>verticale</strong> <strong>di</strong> <strong>storia</strong> dovrà quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare nuovi criteri <strong>di</strong> verticalità in modo che, pur<strong>nel</strong>l‟ambito <strong>dell</strong>a scansione cronologica prevista dal ministero, i percorsi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento sianoadeguati alle <strong>di</strong>verse fasi <strong>di</strong> sviluppo degli allievi. Sarà necessario, per esempio, trovare risposte adomande come queste: come <strong>org</strong>anizzare <strong>un</strong>a linea del tempo <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> antica <strong>nel</strong>la primaria,quando i bambini non conoscono ancora l‟uso dei numeri negativi? Come recuperare le conoscenzeche gli studenti <strong>dell</strong>a secondaria già posseggono, anche se magari in modo frammentario, senzarischiare <strong>di</strong> ripetere sempre le stesse cose e ricominciare tutto da capo? Che cosa proporre nei dueanni conclusivi <strong>dell</strong>‟obbligo scolastico, <strong>nel</strong>la secondaria <strong>di</strong> secondo grado, per evitare l‟assurdo <strong>di</strong>ricominciare con lo stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> dall‟antichità per poi rischiare <strong>di</strong> interromperla all‟altezza<strong>dell</strong>‟anno Mille?Nella costruzione del <strong>curricolo</strong> <strong>verticale</strong> possono <strong>di</strong>mostrarsi molto utili le Educazioni trasversali(alla citta<strong>di</strong>nanza, all‟ambiente, all‟intercultura, alla pace, ai <strong>di</strong>ritti, allo sviluppo ecc.) perchéin<strong>di</strong>cano priorità e rilevanze <strong>di</strong> temi/problemi, facendo sì che lo stu<strong>di</strong>o recuperi senso, suggerisconopossibili convergenze inter<strong>di</strong>sciplinari, dato il loro caratteristico approccio alla complessità,invitano a <strong>un</strong>a <strong>di</strong>dattica progettuale e <strong>di</strong> ricerca, superando il carattere solamente verbale<strong>dell</strong>‟insegnamento scolastico, aprono la scuola al territorio, sollecitando a osservare la realtà e a


collaborare con enti, istituzioni e associazioni che in essa operano. Le Educazioni trasversali,quin<strong>di</strong>, possono <strong>di</strong>ventare dei veri <strong>org</strong>anizzatori e selettori <strong>nel</strong>la progettazione curricolare non soloper la <strong>storia</strong>, ma anche per le altre materie.Tra tutte, per la formazione storica assume <strong>un</strong> valore particolare l‟Educazione interculturale,intesa, ovviamente, non come <strong>un</strong>o strumento per meglio inserire gli studenti stranieri, ma come lariflessione sull‟identità personale e collettiva, sulle somiglianze e <strong>di</strong>fferenze tra le culture, suirisultati degli incontri e scontri tra <strong>di</strong>versi gruppi umani. In stretta convergenza con l‟Educazionealla citta<strong>di</strong>nanza e l‟Educazione al patrimonio, l‟Educazione interculturale permette <strong>di</strong> riconoscereche la realtà è plurale e che in ciò risiede <strong>un</strong>a grande ricchezza, così come ciasc<strong>un</strong>o <strong>di</strong> noi ècaratterizzato da più appartenenze, per cui la nostra identità è fluida; <strong>di</strong>mostra che le culture nonsono statiche, ma il prodotto storico <strong>di</strong> molteplici incontri, scontri e scambi; ricorda che ogniespressione culturale, anche la propria, è frutto <strong>di</strong> <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista; fa comprendere i rischi chederivano dall‟insistere su <strong>un</strong>a pres<strong>un</strong>ta purezza etnica o culturale, così come dal travestire da“scontro <strong>di</strong> civiltà” le tensioni sociali derivanti dagli squilibri socio-economici globali del nostrotempo.6. Lo stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> me<strong>di</strong>ante l’approccio per temi e problemiAbbiamo detto prima che <strong>nel</strong> mo<strong>dell</strong>o canonico <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong>, e quin<strong>di</strong> nei manuali, ilpassato viene presentato come <strong>un</strong> “racconto storico”, in cui gli argomenti sono messi in sequenzacronologica e quin<strong>di</strong> appaiono accostati tra loro perché sono contemporanei o vicini <strong>nel</strong> tempo. Un“popolo” segue l‟altro, <strong>un</strong> evento ne determina <strong>un</strong> altro, in <strong>un</strong>a rigida sequenza a cui gli insegnantisono molto affezionati perché la considerano in<strong>di</strong>spensabile in f<strong>un</strong>zione <strong>dell</strong>a costruzione <strong>dell</strong>ospessore temporale, ma che, in realtà, è solo falsamente sistemica. Insistere eccessivamente sulla<strong>di</strong>mensione cronologica, infatti, fa perdere quello che è <strong>un</strong> aspetto centrale <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o storico <strong>nel</strong>laformazione scolastica e cioè l‟in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> tema o problema importante <strong>nel</strong>la realtàpresente e la ricerca <strong>dell</strong>a <strong>di</strong>mensione storica in cui è sorto, per poterlo comprendere e affrontare. Inquest‟ottica la sequenza cronologica lineare non serve, anzi, può essere ad<strong>di</strong>rittura fuorviante,perché non fa comprendere che, come scrive Cesare Grazioli, “[…] il tempo storico è sempre inf<strong>un</strong>zione <strong>dell</strong>o spazio e <strong>di</strong> <strong>un</strong> determinato tema o problema. In altri termini, per gli storici non èla cronologia, ma il tema a creare il tempo e il suo spazio <strong>di</strong> pertinenza: ovvero, tematizzaresignifica perio<strong>di</strong>zzare e spazializzare” (Grazioli, 2006: 65).Ma tematizzare e problematizzare non sono attività richieste dal mo<strong>dell</strong>o canonico <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a<strong>storia</strong>, che invece p<strong>un</strong>ta sul racconto lineare e lascia allo studente il compito <strong>di</strong> fare, intuitivamentee per suo conto, collegamenti e raccor<strong>di</strong>. Invece la capacità <strong>di</strong> pensare storicamente può e deveessere insegnata con <strong>un</strong> lavoro che non può ridursi allo stu<strong>di</strong>o del manuale, ma si realizzain<strong>di</strong>viduando <strong>un</strong>‟area problematica e capendone le implicazioni con il presente (perché solo così lostu<strong>di</strong>o trova <strong>un</strong> significato che non sia eru<strong>di</strong>zione), ricostruendo il processo <strong>di</strong> trasformazione da <strong>un</strong>contesto iniziale a <strong>un</strong>o finale, conoscendo la riflessione storiografica che lo ha accompagnato eusando adeguatamente concettualizzazioni e mo<strong>dell</strong>i <strong>di</strong> spiegazione.Tutto il <strong>di</strong>battito che in questi anni ha caratterizzato la <strong>di</strong>dattica <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> mette in evidenza che ilmodo per affrontare l‟insegnamento <strong>dell</strong>a materia in maniera significativa ed efficace consiste <strong>nel</strong>passare a <strong>un</strong>a <strong>di</strong>dattica per temi e problemi, cioè a <strong>un</strong> modo <strong>di</strong> fare scuola che, invece <strong>di</strong> proporrei contenuti da stu<strong>di</strong>are già belli confezionati nei libri <strong>di</strong> testo o <strong>nel</strong>le parole <strong>dell</strong>‟insegnante (per cuile <strong>un</strong>iche attività che gli studenti devono svolgere sono quelle <strong>di</strong> memorizzarli e <strong>di</strong> ripeterli), invitala classe a riflettere su <strong>un</strong> argomento che abbia <strong>un</strong>o stretto legame con il presente e lo affronta intutte le implicazioni non solo storiche, ma anche personali, a livello sia in<strong>di</strong>viduale che collettivo,utilizzando strumenti e testi <strong>di</strong>versi (scritti, visivi o multime<strong>di</strong>ali). In questo modo da <strong>un</strong>a parte sipotrà aumentare la motivazione degli studenti (elemento car<strong>di</strong>ne in ogni vero processo <strong>di</strong>appren<strong>di</strong>mento), dall‟altra si troveranno criteri <strong>di</strong> selezione dei contenuti (dato che non si può


stu<strong>di</strong>are in modo approfon<strong>di</strong>to tutto l‟intero passato <strong>dell</strong>‟umanità), dall‟altra ancora sarà possibilesviluppare negli studenti le competenze storiche, che si ottengono solo quando si mettono “le maniin pasta”, lavorando cioè con <strong>un</strong>a <strong>di</strong>dattica operativa o <strong>di</strong> laboratorio.Ovviamente, se si opera in questo modo, gli argomenti che si possono affrontare in <strong>un</strong> anno sonomolti <strong>di</strong> meno dei capitoli del manuale: cinque o sei al massimo. Come sceglierli, allora? E che fare<strong>dell</strong>e tematiche che restano escluse?<strong>Per</strong> quanto riguarda la scelta, cre<strong>di</strong>amo che l‟insegnante possa farsi guidare <strong>nel</strong>la selezione da questicriteri:a) le rilevanze espresse dalla ricerca storiografica;b) la percezione degli studenti in relazione alle principali problematiche del mondo in cui vivono;c) le in<strong>di</strong>cazioni <strong>dell</strong>e Educazioni trasversali.Un percorso sarà scelto bene se risponderà positivamente a tutti e tre i criteri.<strong>Per</strong> quanto riguarda gli eventuali altri argomenti trascurati, credo che bisogna convincersi che inogni caso tutti non si possono approfon<strong>di</strong>re (quale insegnante non tralascia <strong>un</strong>a parte del manuale,che spesso è quella finale, a cui non riesce ad arrivare per mancanza <strong>di</strong> tempo?) e che l‟obiettivo<strong>dell</strong>‟insegnamento consiste non tanto <strong>nel</strong> fornire informazioni (su cui spesso la scuola è superatadalla concorrenza dei me<strong>di</strong>a), ma <strong>nel</strong>lo sviluppare competenze, per le quali serve fare meno, mameglio.Una volta in<strong>di</strong>viduato <strong>un</strong> argomento, però, è evidente che, per inquadrarlo in <strong>un</strong> contesto, sarannonecessarie <strong>di</strong>verse informazioni, che probabilmente gli studenti non avranno a <strong>di</strong>sposizione perchénon sono state fornite dai percorsi precedenti. Sarà allora compito <strong>dell</strong>‟insegnante presentare questo<strong>quadro</strong> <strong>di</strong> contestualizzazione, facendo attenzione che sia breve (che non si ricada cioè <strong>nel</strong>laspiegazione tra<strong>di</strong>zionale) e specialmente significativo, cioè collegato in modo chiaro ed efficace altema in esame.Il piano <strong>di</strong> lavoro annuale <strong>nel</strong>la scuola secondaria <strong>di</strong> primo e secondo grado, allora, potrà esserecostituito da cinque-sei percorsi <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento, focalizzati su <strong>un</strong> tema o problema, intorno aciasc<strong>un</strong>o dei quali si sviluppa <strong>un</strong> <strong>quadro</strong> che può andare ad intrecciarsi con i quadri degli altripercorsi, per arrivare, così, a costituire <strong>un</strong> continuum <strong>di</strong> pieni, semipieni e vuoti, <strong>di</strong> cui però sial‟insegnante sia gli studenti sono consapevoli e che non dà l‟illusione <strong>di</strong> aver affrontato <strong>un</strong>aimpossibile “<strong>storia</strong> generale”.7. La valutazioneIn coerenza con quanto detto sopra, la valutazione <strong>dell</strong>‟appren<strong>di</strong>mento degli studenti non potràprendere in esame solo il modo con cui gli studenti ripetono le informazioni presenti sul manuale.Nelle In<strong>di</strong>cazioni per il <strong>curricolo</strong> per la scuola <strong>dell</strong>‟infanzia e per il primo ciclo d‟istruzionepubblicate <strong>nel</strong> settembre del 2007 sono esplicitate le competenze che devono essere poste cometraguar<strong>di</strong> alla fine dei <strong>di</strong>versi anni <strong>dell</strong>a scuola <strong>di</strong> base. Possono essere prese come <strong>un</strong> buon p<strong>un</strong>to <strong>di</strong>partenza per definire gli in<strong>di</strong>catori <strong>dell</strong>e <strong>di</strong>verse competenze e gli standard in base ai quali procederealla valutazione.<strong>Per</strong>sonalmente credo che <strong>nel</strong>le In<strong>di</strong>cazioni ci sia <strong>un</strong>a sovrapposizione tra le competenze <strong>di</strong> tipostorico (come per esempio “costruisce <strong>un</strong>a perio<strong>di</strong>zzazione” o “in<strong>di</strong>vidua le relazioni tra gruppiumani e contesti spaziali”) e altre, (come per esempio “sa raccontare i fatti stu<strong>di</strong>ati” o “ha elaborato<strong>un</strong> personale metodo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o”), che chiamerei “competenze trasversali” perché non sonospecifiche <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong>, anche se, certamente, lo stu<strong>di</strong>o del passato è <strong>un</strong>‟ottima occasione perpermetterne lo sviluppo.Da anni utilizzo <strong>un</strong>a tabella che prova a definire le competenze storiche e <strong>un</strong> elenco <strong>di</strong> quelle chechiamo competenze trasversali (v. allegati 1 e 2). Possono essere <strong>un</strong> ulteriore p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> partenzaper orientarsi <strong>nel</strong>la valutazione che, in mancanza <strong>di</strong> standard definiti non solo in Italia ma anche alivello internazionale (non a caso le prove PISA/OCSE non hanno ancora mai provato a valutare le


competenze <strong>di</strong> tipo spaziale, temporale e sociale), rimane ancora <strong>un</strong> problema aperto <strong>nel</strong> lavoro<strong>dell</strong>‟insegnante.In ogni caso, <strong>nel</strong>la definizione degli obiettivi dei singoli percorsi formativi può risultare utile<strong>di</strong>stinguere le competenze specificamente legate alla <strong>storia</strong> e all‟area geo-storico-sociale da quellepiù trasversali.


Seconda parteCome rivedere la progettazione curricolare <strong>di</strong> <strong>storia</strong> in <strong>verticale</strong>e <strong>nel</strong> <strong>quadro</strong> <strong>dell</strong>’area geo-storico-sociale1. L’analisi <strong>di</strong>sciplinare<strong>Per</strong> poter procedere alla progettazione del <strong>curricolo</strong> <strong>verticale</strong>, oltre e ancor prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre deitraguar<strong>di</strong> formativi a cui è <strong>di</strong>retto il lavoro docente, espressi in competenze da attivare neglistudenti, è fondamentale avere chiarezza sugli aspetti essenziali <strong>dell</strong>e <strong>di</strong>scipline che siamo chiamatiad insegnare.In particolare, mi sembra importante insistere su tre elementi.1.1 L’approccio inter<strong>di</strong>sciplinare<strong>Per</strong> affrontare lo stu<strong>di</strong>o del presente e del passato <strong>dell</strong>‟umanità, è necessario ricorrere allaconvergenza <strong>di</strong> più <strong>di</strong>scipline, in primis quelle <strong>dell</strong>‟area geo-storico-sociale (inclusi il <strong>di</strong>ritto el‟economia), ma anche le scienze naturali, la letteratura, la musica e l‟arte. Come è possibile, infatti,parlare <strong>di</strong> <strong>un</strong>a società senza vederne i meccanismi <strong>di</strong> f<strong>un</strong>zionamento e senza tener conto <strong>dell</strong>ospazio in cui si è sviluppata e del suo evolversi <strong>nel</strong> tempo? Ness<strong>un</strong>o nega in linea <strong>di</strong> principio che le<strong>di</strong>mensioni spaziale, temporale e sociale siano fortemente interconnesse, ma poi, <strong>nel</strong>la scuolaprimaria e secondaria <strong>di</strong> primo grado, la <strong>storia</strong> e la geografia sono previste come materie a sé(spesso ad<strong>di</strong>rittura affidate a docenti <strong>di</strong>versi) e le scienze sociali appaiono e scompaiono <strong>nel</strong>lein<strong>di</strong>cazioni ministeriali che in questi ultimi anni hanno accompagnato i <strong>di</strong>versi falliti tentativi <strong>di</strong>riforma <strong>dell</strong>a scuola, ma in ogni caso continuano a non avere <strong>un</strong>o spazio adeguato in ness<strong>un</strong>a partedel <strong>curricolo</strong> <strong>verticale</strong>.1.2 Il metodo <strong>di</strong> lavoro <strong>dell</strong>o storicoI libri <strong>di</strong> testo <strong>di</strong> <strong>storia</strong> si aprono in genere con <strong>un</strong> breve capitolo iniziale de<strong>di</strong>cato al metodo <strong>di</strong>lavoro <strong>dell</strong>o storico e <strong>dell</strong>‟archeologo. Si parla <strong>di</strong> fonti e <strong>dell</strong>a loro classificazione, del processo <strong>di</strong>interpretazione e spiegazione da parte <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>oso, <strong>dell</strong>e <strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> perio<strong>di</strong>zzazione ecc..L‟argomento è trattato in generale, come premessa metodologica. Si mostrano immagini <strong>di</strong> oggettidel passato (<strong>un</strong> manoscritto me<strong>di</strong>evale, <strong>un</strong>a bambola ottocentesca, la foto <strong>di</strong> <strong>un</strong> rad<strong>un</strong>o fascista)affermando che sono fonti, senza ricordare, invece, che <strong>un</strong>a cosa vecchia non è <strong>di</strong> per sé <strong>un</strong>a fonte,ma lo <strong>di</strong>venta solo se è in grado <strong>di</strong> rispondere a <strong>un</strong>a domanda che ci si è posti rispetto al passato,domanda che è il vero p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> partenza <strong>di</strong> qual<strong>un</strong>que attività <strong>di</strong> ricerca storica. In ogni caso isuccessivi capitoli del manuale non richiedono mai <strong>di</strong> applicare questo metodo <strong>di</strong> lavoro: i risultati<strong>dell</strong>a ricerca storica sono già completi <strong>nel</strong> testo e, se viene allegata qualche fonte e viene richiestonegli esercizi <strong>di</strong> leggerla o interpretarla, questo serve solo a confermare quanto è scritto <strong>nel</strong> manualeo a verificare le conoscenze apprese.Dato che abbiamo incluso tra le finalità <strong>dell</strong>a <strong>di</strong>sciplina la consapevolezza del modo in cui sicostruisce la conoscenza storica, è necessario, invece, che gli studenti sperimentino veramente, enon solo in rarissime occasioni, che cosa vuol <strong>di</strong>re operare con gli strumenti e i meto<strong>di</strong> <strong>dell</strong>o storico.Ovviamente non ha senso che tale lavoro riguar<strong>di</strong> gli argomenti del “canone”, già stu<strong>di</strong>ati daglistorici e troppo complessi per <strong>un</strong>a ricerca scolastica. Potrà invece riguardare specialmente aspetti <strong>di</strong><strong>storia</strong> personale, familiare o locale, in cui la ricerca e l‟accesso alle fonti siano più facili eimme<strong>di</strong>ati.


ad uso <strong>di</strong>dattico) <strong>dell</strong>a ricerca storica, ma in percorsi compatti e autonomi, abbastanza contenuti <strong>nel</strong>tempo e centrati intorno a <strong>un</strong> tema/problema che gli studenti devono avere ben chiaro e al qualedevono trovare risposte attraverso <strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> ricerca e con la guida <strong>dell</strong>‟insegnante. Esempipotrebbero essere <strong>nel</strong>la primaria “Qual è l‟origine del nome del mio paese?”, oppure “Sonocambiate le attività produttive <strong>nel</strong> mio paese negli ultimi cinquanta anni?”; <strong>nel</strong>la secondaria “Qualiconseguenze ha provocato l‟introduzione <strong>dell</strong>e armi da fuoco <strong>nel</strong>la società europea del Cinque-Seicento?”, “Che cosa si intende per deindustrializzazione alla fine del Novecento?”. L‟importanteè che il tema selezionato permetta <strong>di</strong> affrontare aspetti fondanti <strong>dell</strong>a <strong>di</strong>sciplina (sul piano <strong>dell</strong>econoscenze e/o su quello <strong>dell</strong>e abilità) e che risulti motivante per gli studenti, sia perché laproblematica appare interessante anche a loro, sia perché tutti hanno chiaro che cosa si sta cercando,sia perché questa ricerca non si <strong>di</strong>lata troppo <strong>nel</strong> tempo, ma può arrivare in tempi brevi a <strong>un</strong>risultato con<strong>di</strong>viso.Ogni percorso modulare deve prevedere alc<strong>un</strong>e fasi, fondamentali dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista metodologico.I) Una fase iniziale <strong>di</strong> motivazione e rilevazione <strong>dell</strong>e preconoscenze. È il momento in cui si devefar nascere l'attenzione degli studenti rispetto al tema e se ne deve giustificare lo stu<strong>di</strong>o non solorazionalmente ma anche emozionalmente, capendo le implicazioni anche personali <strong>dell</strong>'argomento.Altrettanto importante in questa prima fase è far emergere quanto gli studenti già sanno o pensano<strong>di</strong> sapere sul tema, non solo come conoscenze, ma anche come concetti spontanei, immaginimentali, giu<strong>di</strong>zi più o meno stereotipati. Queste preconoscenze possono essere <strong>org</strong>anizzate in <strong>un</strong>aprima mappa, che sarà ripresa alla fine del percorso per <strong>un</strong>a riflessione metacognitiva sul lavorosvolto.II) Una fase centrale <strong>di</strong> ricerca e acquisizione <strong>dell</strong>e informazioni sul tema attraverso fonti, testimanualistici, interviste, visite ecc.. Possono essere necessari momenti <strong>di</strong> lezione da parte deldocente, lavoro <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento in gruppo, ricerche a livello in<strong>di</strong>viduale. L‟importante è che siutilizzi sempre <strong>un</strong>a metodologia <strong>di</strong>alogica e <strong>di</strong> ricerca, in modo che gli studenti non siano mai soloricettori passivi <strong>di</strong> informazioni, ma siano sempre stimolati a fare ipotesi, riflettere, collegare ecc..Se l'argomento lo consente, può essere molto utile dare <strong>un</strong>o sbocco pratico allo stu<strong>di</strong>o, realizzando<strong>un</strong> "prodotto" fruibile anche fuori dalla classe. In ogni caso lo stu<strong>di</strong>o svolto può essere visualizzatoin <strong>un</strong>a mappa collettiva, che può servire come p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> riferimento per le prove <strong>di</strong> verifica<strong>dell</strong>‟appren<strong>di</strong>mento in<strong>di</strong>viduale.III) Una fase <strong>di</strong> valutazione in cui gli studenti ricostruiscono il percorso su <strong>un</strong> piano metacognitivo(<strong>di</strong> che cosa abbiamo parlato? che cosa ho imparato che non sapevo prima? quali tra glistrumenti <strong>di</strong> lavoro utilizzati sono stati più congeniali al mio stile cognitivo?), ma poi anche metaemozionale(il problema mi ha interessato? ha <strong>un</strong> significato per la mia vita e per il presente?),confrontando le mappe realizzate <strong>nel</strong>le due fasi precedenti. Solo a questo p<strong>un</strong>to il percorsomodulare si conclude e si può passare a <strong>un</strong> altro argomento, anche molto <strong>di</strong>verso.B) La progettazione prevede percorsi incentrati sull‟esperienza e altri relativi al passato<strong>dell</strong>‟umanità.È <strong>un</strong>a pratica com<strong>un</strong>e <strong>nel</strong>la scuola <strong>dell</strong>‟infanzia e nei primi due anni <strong>dell</strong>a primaria che ai bambinivengano proposte riflessioni a carattere spaziale, temporale e sociale che partono dall‟esperienza edai vissuti personali (“La mia <strong>storia</strong>”, “Il racconto <strong>dell</strong>e mie vacanze”, “Osserviamo le stagioni”ecc.). A partire dalla terza, però, l‟impianto <strong>di</strong>sciplinare riprende il sopravvento e tutti i libricominciano con la <strong>storia</strong> <strong>dell</strong>a terra e poi con quella <strong>dell</strong>‟umanità. Ma la riflessione geo-storicosocialeche può nascere dall‟esperienza non può considerarsi conclusa alla fine <strong>dell</strong>a seconda! Essainfatti ha <strong>un</strong>a gran<strong>di</strong>ssima importanza formativa per due ragioni fondamentali.L‟esperienza ha <strong>un</strong> ruolo essenziale <strong>nel</strong>la formazione dei concetti e <strong>nel</strong>la comprensione <strong>dell</strong>e “scenesociali” (o copioni), cioè <strong>di</strong> quelle attività, relazioni e <strong>di</strong>namiche, fatte <strong>di</strong> soggetti, comportamenti,ruoli, norme ecc., che caratterizzano la vita sociale quoti<strong>di</strong>ana. Non tutti i bambini e i ragazzi hannofatto le stesse esperienze per cui, per esempio, alle parole “agricoltura”, “artigianato”, “servizisociali”, che poi gli studenti trovano sui libri <strong>di</strong> testo, possono corrispondere idee molto vaghe. Ma,


se hanno visitato <strong>un</strong>a fattoria, <strong>un</strong>a panetteria o <strong>un</strong> ufficio postale e hanno parlato con chi ci lavora,probabilmente le loro idee <strong>di</strong>venteranno più chiare. Anche molti adulti non sanno bene comef<strong>un</strong>zioni il Parlamento e gli altri <strong>org</strong>ani <strong>dell</strong>o stato, ma, se si è assistito a <strong>un</strong>a ri<strong>un</strong>ione del Consigliocom<strong>un</strong>ale del proprio paese, o se si è seguito l‟iter che ha portato a realizzare lavori <strong>di</strong> riparazionein <strong>un</strong>a strada o <strong>un</strong>a piazza del posto dove si vive, allora è facile che questo f<strong>un</strong>zionamento appaiameno misterioso. È impensabile, però, che tutto l‟arricchimento concettuale che può derivaredall‟esperienza sia concluso entro la fine del secondo anno <strong>dell</strong>a scuola primaria. Credo invece chedebba continuare anche in seguito, su temi a mano a mano più complessi.Imparare a leggere la realtà in cui si vive e <strong>di</strong> cui si ha esperienza è <strong>un</strong>‟esigenza imprescin<strong>di</strong>bile perogni essere umano. Comprenderne gli aspetti spaziali, temporali e sociali costituisce <strong>un</strong>o strumento<strong>di</strong> orientamento in<strong>di</strong>spensabile per poter agire in modo consapevole <strong>nel</strong>la realtà in cui si vive. Ma,nonostante che negli ultimi anni i manuali, specie quelli <strong>di</strong> geografia <strong>dell</strong>a scuola secondaria <strong>di</strong>primo grado, abbiano inserito temi <strong>di</strong> attualità sotto forma, in genere, <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> problemi mon<strong>di</strong>ali(guerre, inquinamento, migrazioni, cambiamenti climatici ecc.), non sono molti gli insegnanti cheriescono a calare <strong>nel</strong>la <strong>di</strong>mensione concreta <strong>dell</strong>‟esperienza vissuta le riflessioni geo-storico-socialidalla trattazione generale, presente nei testi. Invece, è proprio l‟analisi <strong>dell</strong>a realtà che li circondache può permettere agli studenti <strong>di</strong> comprendere il “Quadro <strong>dell</strong>a civiltà attuale”, che, tra l‟altro, ènecessario come p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> partenza e <strong>di</strong> confronto per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> qual<strong>un</strong>que altra civiltà lontana <strong>nel</strong>tempo o <strong>nel</strong>lo spazio. Se poi, <strong>nel</strong> lavoro <strong>di</strong> ricerca su aspetti <strong>dell</strong>a propria esperienza e del propriovissuto, si riescono ad attuare confronti con analoghe esperienze <strong>di</strong> genitori e nonni, ne puòemergere, per comparazione, <strong>un</strong> Quadro <strong>dell</strong>’Italia del secondo Novecento, periodo a cui lo stu<strong>di</strong>o<strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> <strong>di</strong>fficilmente riesce ad arrivare, ma che è fondamentale per comprendere i processi chehanno portato alla realtà presente.Nella elaborazione <strong>dell</strong>a progettazione <strong>dell</strong>‟area geo-storico-sociale, quin<strong>di</strong>, è necessario riservare<strong>un</strong>o spazio, che chiamo Area del vissuto e <strong>dell</strong>’esperienza, in cui inserire percorsi <strong>di</strong>appren<strong>di</strong>mento che da <strong>un</strong>a parte contribuiscano alla costruzione concettuale e metodologica,dall‟altra vadano formando il Quadro <strong>di</strong> civiltà del presente e quello <strong>dell</strong>a seconda metà delNovecento in Italia. Questa area non si esaurisce con la seconda classe <strong>dell</strong>a scuola primaria, ma siprol<strong>un</strong>ga <strong>nel</strong> <strong>curricolo</strong> <strong>verticale</strong>, anche se lo spazio ad essa de<strong>di</strong>cato può andare calando <strong>nel</strong> corsodegli anni, per lasciare spazio a quella che chiamo Area <strong>dell</strong>e <strong>di</strong>scipline, cioè a quei percorsi che,<strong>nel</strong> caso <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong>, affrontano il passato <strong>dell</strong>‟umanità.La visualizzazione grafica <strong>dell</strong>a proposta può essere questa, dove ogni quadretto rappresenta <strong>un</strong>percorso modulare:


3anni4anni5anniIprim.IIprim.IIIprim.IVprim.Vprim.Isec.IIsec.IIIsec.AREA DEL VISSUTOE DELLE ESPERIENZEAREA DELLE DISCIPLINELe due aree sono separate dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista logico-metodologico, ma possono avere molti p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong>incontro e sovrapposizione. Mantenerle separate <strong>nel</strong> <strong>quadro</strong> <strong>di</strong> progettazione è <strong>un</strong> espe<strong>di</strong>ente graficoe metodologico, che serve, però, per ricordare continuamente che il <strong>curricolo</strong> non si esaurisce<strong>nel</strong>l'esposizione dei contenuti che tra<strong>di</strong>zionalmente vengono riportati nei libri <strong>di</strong> testo <strong>di</strong> <strong>storia</strong> o <strong>di</strong>geografia.2.2 L’area del vissuto e <strong>dell</strong>a scopertaQuesta parte del <strong>curricolo</strong>, d<strong>un</strong>que, è de<strong>di</strong>cata alla ricostruzione <strong>di</strong> esperienze temporali (maanche spaziali e sociali) degli studenti, prima quelle personali e collettive <strong>dell</strong>a com<strong>un</strong>ità deibambini, poi anche quelle familiari, locali e sociali, per scoprire il passato <strong>nel</strong>la vita <strong>dell</strong>e persone edei territori e imparare a leggerlo <strong>nel</strong>la complessità <strong>dell</strong>e trasformazioni e <strong>dell</strong>e permanenze, <strong>dell</strong>ecause e <strong>dell</strong>e conseguenze, <strong>dell</strong>a strumentazione storiografica. Questi percorsi devono utilizzare


sempre meto<strong>di</strong> attivi e <strong>di</strong> ricerca e prestare attenzione alla motivazione, alle preconoscenze e alleimplicazioni soggettive.La riflessione sull‟esperienza, però, è molto varia e quin<strong>di</strong> i percorsi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento rischiano <strong>di</strong>essere scollegati e frammentari (così come <strong>di</strong>versi da scuola a scuola). Sarà opport<strong>un</strong>o, allora,trovare qualche criterio per sceglierli e <strong>org</strong>anizzarli con maggiore coerenza, per esempioincentrandoli intorno a macrotemi presenti e importanti <strong>nel</strong>la società e <strong>nel</strong>l‟esperienza deglistudenti, come l‟identità personale e culturale <strong>nel</strong>la relazione con il <strong>di</strong>verso, il gioco, il cibo, ilviaggio, la città o il paese in cui si vive. Argomenti <strong>di</strong> questo genere, infatti, sono troppo complessiper essere affrontati in <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico percorso <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, mentre possono suggerireapprofon<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>verso, via via più complessi in relazione all‟età e alle capacità degliallievi. Se, per esempio, volessi affrontare il tema del gioco, potrei invitare gli studenti a parlare deipropri gusti e <strong>dell</strong>e emozioni collegate ai giochi, ma anche <strong>di</strong> come maschi e femmine giochino inmodo <strong>di</strong>verso, oppure del consumismo dei giocattoli indotto dai mass me<strong>di</strong>a, o del lavoro minorile<strong>nel</strong>la produzione <strong>di</strong> giocattoli, o del rapporto tra gioco e guerra e così via; alc<strong>un</strong>e tematizzazionipossono essere adatte anche ai bambini più piccoli, ma per altre dovrò aspettare che gli studentisiano più gran<strong>di</strong>. E lo stesso vale per tutti i “macrotemi”.La soluzione da me in<strong>di</strong>viduata consiste, allora, <strong>nel</strong> <strong>di</strong>videre la complessità del “macrotema” in <strong>un</strong>aserie <strong>di</strong> <strong>un</strong>ità modulari, tematizzate su singoli aspetti via via più complessi in relazione alle capacitàdegli studenti, e <strong>nel</strong> proporle in <strong>un</strong> percorso che va crescendo <strong>di</strong> anno in anno sullo stessoargomento generale, ma rivisto a partire da angoli visuali e problematiche <strong>di</strong>fferenti. Ciasc<strong>un</strong>“macrotema”, quin<strong>di</strong>, può <strong>di</strong>ventare <strong>un</strong>a tematica ricorrente <strong>nel</strong> corso degli anni e ritrovare il suofilo logico e la sua <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> complessità in <strong>un</strong> prodotto (<strong>un</strong> quadernone con gli a<strong>nel</strong>li consempre nuovi capitoli; <strong>un</strong> cd-rom a cui si aggi<strong>un</strong>ge ogni anno <strong>un</strong>a nuova finestra; <strong>un</strong>a mostra consempre più pan<strong>nel</strong>li ecc.) che i ragazzi vedono crescere <strong>di</strong> anno in anno con i contributi <strong>dell</strong>‟ultima<strong>un</strong>ità modulare in aggi<strong>un</strong>ta alle <strong>un</strong>ità precedenti. <strong>Per</strong> questo, <strong>nel</strong>la visualizzazione grafica soprariportata, l‟area azzurra è <strong>di</strong>visa in colonne con <strong>di</strong>verse tonalità: ogni colonna sta per <strong>un</strong>a tematicaricorrente in <strong>verticale</strong>.Dato che le tematiche ricorrenti si riferiscono ad aspetti <strong>dell</strong>‟esperienza, <strong>di</strong>fficilmente avranno <strong>un</strong>carattere mono<strong>di</strong>sciplinare (per esempio, se parlo <strong>dell</strong>e mie vacanze, le racconto, ne <strong>di</strong>segno aspetti,vedo su <strong>un</strong>a cartina dove sono andata e ne descrivo l‟ambiente, le colloco su <strong>un</strong> calendario e riflettosulla loro durata ecc.). È molto facile, quin<strong>di</strong>, che il loro stu<strong>di</strong>o permetta <strong>un</strong> approcciointer<strong>di</strong>sciplinare, <strong>nel</strong> senso che per la loro analisi potranno essere utilizzati strumenti <strong>di</strong>sciplinari<strong>di</strong>versi. Tra questi sicuramente anche la <strong>storia</strong>, che non sarà ovviamente quella sistematica deimanuali, ma si tradurrà in <strong>un</strong>‟attenzione allo spessore temporale <strong>di</strong> ogni aspetto <strong>dell</strong>a vita e delpresente, in <strong>un</strong> atteggiamento <strong>di</strong> ricerca che insegni a trovare <strong>nel</strong> passato le molteplici ragioni chehanno portato all‟oggi. In questo modo le tematiche ricorrenti daranno opport<strong>un</strong>ità anche agliinsegnanti <strong>dell</strong>a scuola primaria <strong>di</strong> affrontare argomenti relativi non soltanto alla <strong>storia</strong> antica.Infatti le vicende familiari e la realtà locale, così come i temi del cibo, del viaggio, del gioco,possono offrire <strong>un</strong>‟occasione per approfon<strong>di</strong>menti a taglio storico <strong>di</strong> qual<strong>un</strong>que epoca especialmente del Novecento, purché non si cerchi <strong>di</strong> riportarli alla sequenza cronologico-esplicativa<strong>dell</strong>a “<strong>storia</strong> generale”.Inoltre, lavorando su aspetti del passato personale, familiare e locale, e quin<strong>di</strong> affrontando campi <strong>di</strong>indagine adeguati all‟età degli allievi e fonti accessibili per complessità e facilmente reperibili, glistudenti potranno sperimentare veramente sequenze logiche e operazioni del “sapere esperto” geostorico-sociale,e in questo modo potranno formarsi gradualmente:a) capacità operatorie, come le capacità <strong>di</strong> selezionare, classificare, generalizzare e <strong>di</strong>stinguere, <strong>di</strong><strong>org</strong>anizzare temporalmente le informazioni, <strong>di</strong> descrivere lo spazio, <strong>di</strong> leggere in modo inferenziale,<strong>di</strong> usare e sfruttare le fonti ecc.;b) abilità operative, come la costruzione <strong>di</strong> mappe, grafici temporali, tabelle, schemi ecc. o latraduzione da <strong>un</strong> linguaggio a <strong>un</strong> altro, da <strong>un</strong> co<strong>di</strong>ce ad <strong>un</strong> altro senza per<strong>di</strong>te semantiche;


c) concetti interpretativi, come economia, mercato, società, cultura, religione, città, regione, statoecc.;d) competenze trasversali e metacognitive, come le modalità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, la consapevolezza <strong>dell</strong>eprocedure <strong>di</strong> ricerca, il recupero del senso <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o ecc..Il lavoro, infine, potrà mettere a confronto esperienze <strong>di</strong> persone e culture lontane <strong>nel</strong>lo spazio in <strong>un</strong>approccio interculturale che permetta <strong>di</strong> sviluppare la consapevolezza <strong>dell</strong>a propria identità,<strong>di</strong>sponga all‟incontro con l‟altro, grazie alla scoperta, alla valorizzazione e al rispetto <strong>di</strong>somiglianze e <strong>di</strong>fferenze, e scopra la complessità <strong>dell</strong>a realtà sociale, ma anche la possibilità <strong>di</strong> <strong>un</strong>asua lettura e interpretazione.2.3 Quali tematiche ricorrenti scegliere e quante e quali <strong>un</strong>ità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento modularide<strong>di</strong>care a ogni tematica?<strong>Per</strong> quanto riguarda le tematiche, quelle che ho sperimentato essere più ricche <strong>di</strong> possibiliapprofon<strong>di</strong>menti in <strong>verticale</strong> sono le seguenti.A) Il posto dove vivo, che permette <strong>di</strong> affrontare argomenti che intrecciano apporti <strong>di</strong> tutti e tre gliambiti <strong>di</strong>sciplinari (dei linguaggi, scientifico-tenologico e geo-storico-sociale) con l‟educazione allacitta<strong>di</strong>nanza, l‟educazione interculturale e l‟educazione al patrimonio.B) Io e gli altri, tematica incentrata anche sulle espressioni linguistiche e sulle educazioni allacitta<strong>di</strong>nanza e all‟interculturalità.C) L’alimentazione, che <strong>di</strong> nuovo permette <strong>di</strong> lavorare su argomenti che toccano tutti gli ambiti<strong>di</strong>sciplinari e tutte le educazioni (comprese l‟educazione alimentare/alla salute e l‟educazione allacom<strong>un</strong>icazione).D) Il gioco, tema caro specialmente alla scuola <strong>dell</strong>‟infanzia e alla primaria, ma che suggerisceapprofon<strong>di</strong>menti storici o interculturali, riflessioni sui <strong>di</strong>ritti dei minori o analisi critiche sul chiproduce i giochi o chi li pratica.E) Il viaggio, in cui gli aspetti più geografici possono essere accompagnati da racconti <strong>di</strong>esperienze, riflessioni sugli spostamenti <strong>di</strong> popolazioni <strong>nel</strong> corso <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> e sul piacere e sulla<strong>di</strong>fficoltà che ogni viaggio comporta.Ovviamente le tematiche ricorrenti non devono <strong>di</strong>ventare <strong>un</strong>a gabbia (<strong>nel</strong> senso che si possonobenissimo realizzare percorsi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento al <strong>di</strong> fuori <strong>dell</strong>e tematiche), così come è possibileche <strong>un</strong>o stesso argomento intrecci due o più tematiche (per esempio “Il cibo <strong>dell</strong>a festa” partedall‟alimentazione, ma permette <strong>di</strong> ragionare sulle caratteristiche e sulle tra<strong>di</strong>zioni del posto in cuisi vive), specialmente le prime due (“Il posto dove vivo” e “Io e gli altri”), che, tra tutte, considerole più importanti, perché sono quelle che permettono <strong>di</strong> riflettere sulla propria identità collettiva oin<strong>di</strong>viduale. Le tematiche ricorrenti devono essere quin<strong>di</strong> intese come <strong>un</strong>o strumento per guidare idocenti <strong>nel</strong>la progettazione <strong>di</strong> percorsi che valgano non solo per sé, ma anche <strong>nel</strong>la lorocomposizione in <strong>verticale</strong>.Il numero <strong>di</strong> <strong>un</strong>ità modulari <strong>di</strong>pende dalle scelte <strong>di</strong> progettazione. Io consiglio sempre <strong>di</strong> far sì chesiano abbastanza brevi, per non perdere il senso e la motivazione <strong>dell</strong>a ricerca, e compatte, cioènon stiracchiandole per mesi (se si de<strong>di</strong>cano loro solo due o tre ore settimanali), ma lavorando perpiù ore al giorno, finché non si abbia concluso la ricerca, sfruttando tutta la ricchezzainter<strong>di</strong>sciplinare (e quin<strong>di</strong> la collaborazione tra colleghi) che il tema offre.<strong>Per</strong> quanto riguarda i contenuti, le tematizzazioni possibili sono infinite e <strong>di</strong>pendono dalla creativitàdei docenti e dagli stimoli che ogni realtà specifica offre. Ci saranno ovviamente alc<strong>un</strong>i argomenti“classici” (per esempio lo schema corporeo <strong>nel</strong>la scuola <strong>dell</strong>‟infanzia, il variare <strong>dell</strong>e stagioni <strong>nel</strong>laprimaria, il problema del bullismo <strong>nel</strong>la secondaria), ma in realtà in questa parte del <strong>curricolo</strong> nonsono tanto i contenuti che importano e che assicurano <strong>un</strong>a formazione equilibrata e com<strong>un</strong>e tra le<strong>di</strong>verse classi <strong>dell</strong>a scuola o le <strong>di</strong>verse scuole in Italia. Quello che importa, invece, è la chiarezzasulle competenze che vengono attivate nei singoli percorsi e che devono far capo da <strong>un</strong>a parte ai


nuclei fondanti <strong>dell</strong>e <strong>di</strong>scipline, dall‟altra al profilo formativo che viene richiesto alla fine <strong>di</strong> ognigrado e or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> scuola. Queste competenze, sì, devono essere con<strong>di</strong>vise e perseguite da tutti idocenti. Ma, se <strong>nel</strong> caso <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> pren<strong>di</strong>amo, per esempio, la competenza “Sa costruire <strong>un</strong>aperio<strong>di</strong>zzazione”, poco importa se il contenuto su cui la esercitiamo sarà la <strong>storia</strong> personale(conosciamo i problemi che possono nascere sulla <strong>storia</strong> personale <strong>nel</strong> caso <strong>di</strong> bambini con vicendefamiliari <strong>di</strong>fficili, o adottati o stranieri), oppure <strong>un</strong>a ricostruzione <strong>dell</strong>‟ultimo periodo <strong>di</strong> vacanzaestiva. Se vogliamo lavorare sulla competenza “Utilizza le categorie <strong>di</strong> permanenza e mutamento”,potremo farlo con lo stesso profitto parlando <strong>dell</strong>e trasformazioni del mio corpo in crescita, <strong>dell</strong>ecaratteristiche <strong>dell</strong>a produzione agricola <strong>nel</strong> mio territorio negli ultimi cinquant‟anni, <strong>dell</strong>a moda trai giovani, <strong>dell</strong>a legislazione per la guida dei motoveicoli o <strong>di</strong> mille altri argomenti… L‟importante èche gli insegnanti imparino a progettare non tanto sui contenuti <strong>di</strong> <strong>un</strong> inesistente programma, ma sulrisultato che vogliono ottenere negli studenti e sul metodo con cui raggi<strong>un</strong>gerlo.2.4 L’area <strong>dell</strong>e <strong>di</strong>sciplineLa seconda parte del <strong>curricolo</strong> <strong>di</strong> <strong>storia</strong> è de<strong>di</strong>cata allo stu<strong>di</strong>o dei contenuti più specificamente<strong>di</strong>sciplinari relativi al passato <strong>dell</strong>’umanità. Lo scopo <strong>di</strong> questa parte del <strong>curricolo</strong> è far conoscereagli studenti <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> in cui le civiltà si sono <strong>org</strong>anizzate <strong>nel</strong> tempo, pur rispondendo afondamentali bisogni com<strong>un</strong>i, e far comprendere a gran<strong>di</strong> linee i processi che hanno reso il mondocosì come è oggi. Importante è anche farli <strong>di</strong>ventare consapevoli che tutta l‟umanità ha <strong>un</strong>a <strong>storia</strong>,ma che gli storici sono riusciti a ricostruirla solo in parte e magari senza essere tutti d‟accordo, eche non possiamo stu<strong>di</strong>arla tutta, per cui, quando affrontiamo <strong>un</strong> argomento, questo si riferisce a<strong>un</strong>a durata temporale precisa, a <strong>un</strong> ambito spaziale definito (per esempio l‟Europa occidentale o ilCentro-Nord <strong>dell</strong>‟Italia), a soggetti specifici (i sovrani europei, i monaci benedettini, gliimpren<strong>di</strong>tori manifatturieri inglesi ecc.), ad ambiti tematici <strong>di</strong>versi (economici, politici, sociali,culturali).Le in<strong>di</strong>cazioni ministeriali invitano a trattare lo stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> per cinque anni secondo latra<strong>di</strong>zionale modalità narrativa e cronologico-lineare a partire dal terzo anno <strong>dell</strong>a scuola primaria(mi rifiuto <strong>di</strong> avallare la <strong>di</strong>stinzione tra prei<strong>storia</strong> e <strong>storia</strong>, così con<strong>di</strong>visa dai libri <strong>di</strong> testo, dai massme<strong>di</strong>a e dall‟opinione pubblica! Significherebbe dare attenzione <strong>di</strong> nuovo solo alle vicende politicoistituzionali,per le quali la scrittura ha <strong>un</strong>a grande importanza, mentre sappiamo che tutti gli aspetti<strong>dell</strong>a vicenda umana possono essere storicizzati e ciasc<strong>un</strong>o necessita <strong>dell</strong>e sue specifiche fonti. La<strong>storia</strong> riguarda l‟umanità fin dalla sua nascita e quin<strong>di</strong>, se mai, potrebbe essere <strong>di</strong>stinta dalla <strong>storia</strong>del cosmo e del pianeta Terra, che invece è inserita senza <strong>di</strong>stinzione in ogni testo <strong>dell</strong>a primaria).Ma proprio questo taglio <strong>di</strong>sciplinare, che viene proposto <strong>nel</strong>la stessa forma a partire dalla primaria,non tiene conto <strong>dell</strong>e caratteristiche cognitive degli studenti <strong>dell</strong>e <strong>di</strong>verse età. I bambini fanno faticaa lavorare con i concetti astratti, con la complessità dei processi, con le spiegazioni pluricausali; èimpossibile per loro cogliere lo spessore temporale, tanto più se è espresso con i numeri negativi<strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> antica. L‟impostazione cronologico-lineare, allora, <strong>di</strong>venta per loro <strong>un</strong>‟esposizione incui ogni popolo scaccia quello precedente e per ciasc<strong>un</strong>o vengono fornite alc<strong>un</strong>e informazionibanali e prive <strong>di</strong> problematicità, che vengono rapidamente <strong>di</strong>menticate e che non contribuiscono aporre le basi per <strong>un</strong>a vera competenza storica.Al contrario, l‟insegnamento <strong>dell</strong>a <strong>di</strong>sciplina deve adeguarsi alle caratteristiche degli studenti e nonviceversa, per cui, se la perio<strong>di</strong>zzazione richiesta dal ministero chiede <strong>di</strong> trattare la <strong>storia</strong> antica<strong>nel</strong>la primaria e il periodo successivo <strong>nel</strong>la secondaria <strong>di</strong> primo grado (che cosa si debba fare <strong>nel</strong>lasecondaria <strong>di</strong> secondo grado rimane <strong>un</strong> problema inevaso!), questo stu<strong>di</strong>o verrà trattato con duemodalità <strong>di</strong>verse: l‟analisi e la comparazione <strong>di</strong> quadri <strong>di</strong> civiltà <strong>nel</strong>la scuola primaria; <strong>un</strong>approccio più sistemico per problemi con <strong>un</strong>‟attenzione crescente ai processi <strong>di</strong> trasformazione inquella secondaria (Mattozzi, 2004; Rabitti, 2009). Ma sarà necessario prestare molta attenzione al


accordo tra primaria e secondaria <strong>di</strong> primo grado (quello tra secondaria <strong>di</strong> primo e <strong>di</strong> secondogrado appare ancora come <strong>un</strong> miraggio…!), per conoscere il lavoro già realizzato e concordare testd‟ingresso, in modo che gli insegnanti <strong>dell</strong>a secondaria <strong>di</strong> primo grado non abbiano aspettativeinadeguate e quelli <strong>dell</strong>a primaria non si sentano inutilmente in colpa.2.5 Quadri <strong>di</strong> civiltà <strong>nel</strong>la scuola primariaUn <strong>quadro</strong> <strong>di</strong> civiltà (Gusso, 2004 a: 161-166; Mattozzi, 2007) è <strong>un</strong> mo<strong>dell</strong>o con cui si puòdescrivere <strong>un</strong> certo numero <strong>di</strong> società, contemporanee tra loro o successive <strong>nel</strong> tempo, che hannocaratteristiche simili. Ogni <strong>quadro</strong> presenta il mo<strong>dell</strong>o <strong>nel</strong> suo momento più significativo e in modostatico: come in <strong>un</strong> vero <strong>quadro</strong>, chiuso <strong>nel</strong>la sua cornice, quello che importa è quanto vi èraffigurato dentro.Nelle classi terze, quarte e quinte <strong>dell</strong>a scuola primaria si prenderanno in esame, in <strong>un</strong>a sorta <strong>di</strong>piccola “pinacoteca”, i primi mo<strong>dell</strong>i <strong>di</strong> civiltà che si sono presentati <strong>nel</strong>la <strong>storia</strong> <strong>dell</strong>‟umanità: leciviltà <strong>di</strong> caccia, pesca e raccolta e le civiltà agricolo-pastorali <strong>nel</strong>le varianti <strong>di</strong> civiltà agricola <strong>di</strong>villaggio, nomade-pastorale, urbana <strong>di</strong> irrigazione, urbana con forte sviluppo <strong>dell</strong>‟artigianato e delcommercio (greci, fenici, cartaginesi, etruschi ecc.), urbana imperiale (Roma) (Gusso, 2004 a: 161-164). Si dovrà invece lasciare agli anni seguenti del <strong>curricolo</strong> <strong>verticale</strong> il compito <strong>di</strong> analizzare la<strong>storia</strong> successiva, e come e perché sia avvenuta la transizione da <strong>un</strong> <strong>quadro</strong> all‟altro, passandod<strong>un</strong>que dalla “pinacoteca” alla ricostruzione <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> grande trasformazione.<strong>Per</strong> ogni <strong>quadro</strong> <strong>di</strong> civiltà sarebbe opport<strong>un</strong>o trattare almeno due esempi/casi: infatti, se per <strong>un</strong><strong>quadro</strong> <strong>di</strong> civiltà ci si limita a <strong>un</strong> solo esempio, gli allievi rischiano o <strong>di</strong> fare generalizzazioniindebite (per esempio, attribuendo a qual<strong>un</strong>que villaggio neolitico la costruzione <strong>di</strong> case a palafitte)o <strong>di</strong> non riconoscere i tratti com<strong>un</strong>i a sottotipi <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> <strong>un</strong>o stesso <strong>quadro</strong> <strong>di</strong> civiltà. Inoltre, è beneche gli esempi siano scelti in <strong>di</strong>verse parti del mondo, per non ricadere <strong>nel</strong> solito approccioeurocentrico <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> insegnata.I quadri devono essere posti a confronto tra loro per mettere in evidenza somiglianze e <strong>di</strong>fferenze e,in ogni caso, devono essere letti a partire dalla realtà (postindustriale) in cui vivono i bambini. Saràinoltre opport<strong>un</strong>o far presente che, se i vari mo<strong>dell</strong>i sono sorti in epoche <strong>di</strong>verse <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong>, ogni<strong>quadro</strong> alla l<strong>un</strong>ga è stato spinto alla “periferia” del mondo da quello successivo, ma è rimastocom<strong>un</strong>que attivo per molto tempo, tanto che alc<strong>un</strong>i ancor oggi sono presenti con poche variantisulla scena mon<strong>di</strong>ale (per questo per ciasc<strong>un</strong> mo<strong>dell</strong>o <strong>di</strong> civiltà può essere utile scegliere esempi<strong>di</strong>versi <strong>nel</strong> tempo e <strong>nel</strong>lo spazio, evitando termini come “primitivo” o “preistorico”, che veicolanogiu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> valore e <strong>un</strong>‟idea <strong>di</strong> gerarchia tra i “popoli”).Un lavoro sui quadri <strong>di</strong> civiltà (che com<strong>un</strong>que ricor<strong>di</strong>amo essere solo <strong>un</strong>a parte del <strong>curricolo</strong> geostorico-sociale<strong>di</strong> terza, quarta e quinta, dato che si deve lasciare spazio ai percorsi sul vissuto esull‟esperienza) può d<strong>un</strong>que fornire ai bambini <strong>un</strong>a prima rappresentazione “a maglielarghissime” <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> <strong>dell</strong>‟umanità, evitando l‟immagine del “popolo scaccia popolo”.Ma lo scopo principale <strong>di</strong> questa parte del <strong>curricolo</strong> <strong>dell</strong>a scuola primaria consiste <strong>nel</strong> costruire neibambini <strong>un</strong> primo nucleo <strong>di</strong> conoscenze, strumenti, procedure, concetti, problemi su cui potràfondarsi lo stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> e <strong>dell</strong>a geografia che verrà proposto negli anni successivi. Questoobiettivo sarà raggi<strong>un</strong>to più facilmente se il lavoro sarà svolto in modo operativo e induttivo, apartire da tutti gli elementi cognitivi ed emozionali che i bambini già posseggono sull‟argomento.Il lavoro sui quadri <strong>di</strong> civiltà deve consentire <strong>di</strong> raggi<strong>un</strong>gere vari obiettivi:a) cominciare a far ragionare gli allievi sul fatto che le civiltà possono essere osservate da p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong>vista <strong>di</strong>versi (ambientale, economico, sociale, politico, culturale ecc.), ma intrecciati tra loro;b) scoprire che tutte le civiltà rispondono a <strong>un</strong> certo numero <strong>di</strong> bisogni com<strong>un</strong>i (che possono esserein<strong>di</strong>viduati a partire da <strong>un</strong>a <strong>di</strong>scussione con gli allievi stessi), ma che queste risposte possono essereanche molto <strong>di</strong>verse tra loro; somiglianze e <strong>di</strong>fferenze possono essere in<strong>di</strong>viduate tra esempi <strong>di</strong>versirelativi a <strong>un</strong>o stesso mo<strong>dell</strong>o, o tra <strong>un</strong> mo<strong>dell</strong>o e l‟altro;


c) comprendere come le civiltà interagiscono con l‟ambiente in cui si sviluppano, realizzandovarianti <strong>di</strong>verse <strong>dell</strong>o stesso mo<strong>dell</strong>o; saranno necessarie quin<strong>di</strong> <strong>un</strong>a descrizione e <strong>un</strong>a riflessione sui<strong>di</strong>versi ambienti e sulle risorse che essi offrono;d) mettere a fuoco nei <strong>di</strong>versi esempi <strong>di</strong> civiltà alc<strong>un</strong>i soggetti, particolarmente presenti<strong>nel</strong>l‟immaginario degli allievi <strong>di</strong> quell‟età: i bambini, gli anziani, le donne, i lavoratori manuali, isapienti/saggi (lavoratori intellettuali), i soldati (il mestiere <strong>dell</strong>e armi);e) apprendere e imparare a usare alc<strong>un</strong>i concetti <strong>di</strong> base (che lo stu<strong>di</strong>o successivo <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> e <strong>dell</strong>ageografia dà normalmente per scontati) come:- per l‟economia: lavoro, produzione, bisogni, beni, risorse, scambio, forza-lavoro, settoriproduttivi, fonti <strong>di</strong> energia, moneta, proprietà privata /pubblica;- per l‟<strong>org</strong>anizzazione sociale: classi/ceti/or<strong>di</strong>ni/caste, famiglia, gruppo sociale, norme, regole,<strong>di</strong>visione/<strong>di</strong>suguaglianza, <strong>di</strong>ritti, doveri;- per la politica: potere, autorità, stato, governo, ministro, f<strong>un</strong>zionario, tassa, legge, giu<strong>di</strong>ce, regno,repubblica, monarchia, <strong>di</strong>ttatura, democrazia;- per la cultura: scrittura, scienza, tecnica, sapere, educazione, tra<strong>di</strong>zione, scoperta scientifica, arte,religione, magia, <strong>di</strong>vertimenti.Le informazioni ricavate su ogni tipo <strong>di</strong> civiltà possono essere riass<strong>un</strong>te in <strong>un</strong> cartellone <strong>un</strong>itario,realizzato collettivamente o in<strong>di</strong>vidualmente (molto utile può <strong>di</strong>mostrarsi in questo caso la lavagnainterattiva multime<strong>di</strong>ale), che risponda all‟ambito <strong>di</strong> ricerca Vivere a…Un secondo piano <strong>di</strong> ricerca deve essere de<strong>di</strong>cato a Incontri e scontri, cioè alla narrazione <strong>di</strong>episo<strong>di</strong> particolarmente significativi, come lo scontro noma<strong>di</strong>/sedentari o romani/cartaginesi,piuttosto che l‟incontro tra greci e mondo orientale <strong>nel</strong>l‟Ellenismo.Un momento finale, infine, deve essere de<strong>di</strong>cato a Ere<strong>di</strong>tà e tracce, cioè alla scoperta <strong>di</strong> quello cherimane <strong>di</strong> quella civiltà <strong>nel</strong> territorio, nei musei, ma anche <strong>nel</strong>l‟immaginario collettivo attuale, siadegli italiani che degli stranieri.Lo stu<strong>di</strong>o dei Quadri <strong>di</strong> civiltà deve essere attuato con <strong>un</strong> lavoro operativo a partire da <strong>un</strong>a pluralità<strong>di</strong> testi, specie <strong>di</strong> tipo iconico, su cui gli allievi possano intervenire attivamente descrivendo,ponendo problemi, facendo induzioni, confrontando ecc.. I risultati saranno il cartellone (poster) <strong>di</strong>sintesi, ma anche tabelle <strong>di</strong> comparazione, mappe cronologiche, definizioni linguistiche edeventualmente brevi testi narrativi, <strong>di</strong>aloghi, scenette, giochi <strong>di</strong> ruolo, anche per riportare il mo<strong>dell</strong>oalla <strong>di</strong>mensione del vissuto.2.6 Problemi e processi <strong>di</strong> trasformazione <strong>nel</strong>la scuola secondariaLe principali <strong>di</strong>fficoltà che gli insegnanti <strong>di</strong> <strong>storia</strong> lamentano <strong>nel</strong>la scuola secondaria <strong>di</strong> primo gradoriguardano da <strong>un</strong>a parte l‟ampiezza dei contenuti proposti dal manuale, dall‟altra il <strong>di</strong>sinteresse chegli studenti provano per la <strong>di</strong>sciplina. Hanno ragione, ma questo <strong>di</strong>pende proprio dall‟impiantocanonico <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> incentrato sui manuali. Questi, infatti, presentano <strong>un</strong>a granquantità <strong>di</strong> fatti in <strong>un</strong> continuum cronologico che, da <strong>un</strong>a parte, non permette <strong>di</strong> cogliere lemotivazioni <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o (si <strong>di</strong>ce solo che le cose sono andate così…), dall‟altra, non facilita <strong>un</strong>avera comprensione dei processi storici. <strong>Per</strong> esempio, che cosa potranno aver imparato gli studentisul colonialismo italiano in Africa, se non viene in<strong>di</strong>viduata l‟importanza che questo tema ha per ilpresente e se <strong>di</strong> esso si parla (se va bene) solo nei tre momenti in cui l‟Italia dà il via ad azioni <strong>di</strong>conquista, e quin<strong>di</strong> in capitoli <strong>di</strong>versi del manuale, lontani tra loro molte pagine, mentre non c‟èquasi cenno a quello che succede tra <strong>un</strong> periodo e l‟altro, né a ciò che è successo dopo ladecolonizzazione?Tra i mille avvenimenti del manuale non vengono in<strong>di</strong>viduati alc<strong>un</strong>a priorità e alc<strong>un</strong> criterio <strong>di</strong>lettura; tutto è da imparare, perché si pensa che la formazione storiografica consista <strong>nel</strong>memorizzare e saper esporre le informazioni acquisite, invece che <strong>nel</strong>l‟usare le conoscenze permettere in prospettiva il presente e per argomentare i propri p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista. Non dobbiamo


<strong>di</strong>menticare, poi, che è necessario superare l‟impianto, falsamente “generale”, <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> canonica,per dare spazio ad altre storie, <strong>di</strong>verse a seconda dei soggetti in esame, degli ambiti spaziali, <strong>dell</strong>afocalizzazione su <strong>un</strong> aspetto <strong>dell</strong>a società piuttosto che su <strong>un</strong> altro. Ma come introdurre altre<strong>di</strong>mensioni problematiche, quando già così gli insegnanti sono in affanno perché non riescono a“finire il programma” e stentano a far <strong>di</strong>gerire la <strong>storia</strong> ai loro allievi?Il modo per trovare risposta a queste <strong>di</strong>fficoltà <strong>nel</strong>la scuola secondaria <strong>di</strong> primo grado potrebbeconsistere <strong>nel</strong>l‟in<strong>di</strong>viduare alc<strong>un</strong>i problemi, chiari e comprensibili anche agli studenti, che possanofar partire e <strong>org</strong>anizzare le informazioni intorno ad alc<strong>un</strong>i (pochi) gran<strong>di</strong> processi <strong>di</strong>trasformazione (come la caduta <strong>dell</strong>‟impero romano, la moltiplicazione <strong>dell</strong>e chiese cristiane inoccidente, la formazione degli stati assoluti, l‟industrializzazione <strong>nel</strong> mondo, l‟<strong>un</strong>ificazione<strong>dell</strong>‟Italia), cioè quegli intrecci tra fatti storici che hanno prodotto <strong>un</strong> mutamento <strong>di</strong> l<strong>un</strong>ga durata eche hanno interessato ampi spazi territoriali (Mattozzi, 2004), in modo che sia possibile non soloeconomizzare tempo, ma specialmente recuperare <strong>un</strong>a visione d‟insieme che faccia comprenderecome dal passato siamo arrivati all‟oggi.Ovviamente questo comporta la necessità <strong>di</strong> compiere <strong>dell</strong>e scelte (d‟altra parte è evidente che ilpassato non può essere stu<strong>di</strong>ato in tutte le sue implicazioni né in tre né in cinque anni). I criteri pereffettuare tali scelte devono essere contemporaneamente <strong>di</strong> due tipi:I) culturale/<strong>di</strong>sciplinare, per selezionare argomenti la cui rilevanza sia stata messa in evidenza dallastoriografia;II) formativo/<strong>di</strong>dattico, per p<strong>un</strong>tare sulle rilevanze storiografiche che sono percepite o percepibilicome tali dagli allievi e quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong> gettare <strong>un</strong> ponte fra formazione scolastica e formazioneextrascolastica e fra passato e presente.In ogni caso è importante che sia gli insegnanti che gli studenti siano consapevoli <strong>di</strong> questaselezione, la con<strong>di</strong>vidano e possano eventualmente controllare il tasso <strong>di</strong> eurocentrismo (ma anche<strong>di</strong> sociocentrismo e sessocentrismo) degli argomenti proposti. <strong>Per</strong> questo, <strong>nel</strong>la scelta dei problemida stu<strong>di</strong>are, le Educazioni trasversali (interculturale, allo sviluppo, alla citta<strong>di</strong>nanza ecc.) possono<strong>di</strong>ventare <strong>un</strong>o strumento essenziale, perché fra i tanti eventi e problemi del passato in<strong>di</strong>cano quellipiù significativi per comprendere il presente. Le Educazioni trasversali, inoltre, possono suggeriredei filoni ricorrenti <strong>di</strong> finalità, temi e strategie <strong>di</strong>dattiche fra loro coerenti che possano servire percollegare gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fatti / processi / fenomeni geo-storico-sociali, attuati anche in momenti <strong>di</strong>versi,grazie a <strong>un</strong> filo conduttore che aumenti il significato del singolo lavoro. Possibili filoni possonoessere:a) il rapporto tra territori, risorse e popolazioni (Educazione allo sviluppo e all‟ambiente);b) il rapporto tra in<strong>di</strong>viduo e istituzioni (Educazione alla citta<strong>di</strong>nanza, Educazione alla legalità);c) le identità culturali tra incontri e scontri (Educazione interculturale, Educazione alla pace,Educazione al patrimonio).2.7 Come realizzare <strong>un</strong> percorso <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento su <strong>un</strong> processo <strong>di</strong> trasformazioneUna volta in<strong>di</strong>viduato <strong>un</strong> processo <strong>di</strong> trasformazione da stu<strong>di</strong>are, il primo passo consiste <strong>nel</strong>suscitare la motivazione negli studenti. Ciò <strong>di</strong>venta possibile se si pone loro <strong>un</strong>a o più domande su<strong>un</strong> problema, legato al processo da stu<strong>di</strong>are, ma possibilmente con implicazioni legate all‟attualità(per esempio: “I protestanti sono cristiani?” “Tra quali religioni ci sono conflitti oggi?”), chepermetta gli studenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>re quello che sanno o credono <strong>di</strong> sapere sull‟argomento. Il risultato puòessere evidenziato in <strong>un</strong>a prima mappa.Successivamente <strong>un</strong>a lezione <strong>di</strong> inquadramento da parte <strong>dell</strong>‟insegnante può fornire agli studentidue “quadri <strong>di</strong> civiltà” (cioè il contesto spaziale e temporale, i problemi in campo, l‟intreccio traaspetti economici, politici, sociali, culturali ecc.), che rappresentino il primo lo stato <strong>dell</strong>e coseall‟inizio del processo che si vuole analizzare, il secondo lo stato <strong>dell</strong>e cose che si è venuto a crearealla fine. Questa lezione può essere frontale, ma deve anche essere interattiva e possibilmente ricca


<strong>di</strong> elementi multime<strong>di</strong>ali, grafici e cartografici, che servano anche come “appigli allamemorizzazione” (anche in questo caso la lavagna interattiva può <strong>di</strong>mostrarsi utilissima, perché favedere il <strong>quadro</strong> che a mano a mano si sta formando e lo può archiviare per <strong>un</strong> suo possibileconfronto successivo). Dal confronto tra i due quadri dovranno risultare i mutamenti e lepermanenze tra i due momenti presi in esame e quin<strong>di</strong> potranno emergerne varie problematiche erichieste <strong>di</strong> spiegazione.Alc<strong>un</strong>e risposte potranno essere fornite dall‟insegnante. Altre ipotesi <strong>di</strong>venteranno oggetto <strong>di</strong>approfon<strong>di</strong>menti a carattere laboratoriale, che gli allievi realizzeranno magari in gruppo, masempre a partire da materiali (anche solo il libro <strong>di</strong> testo, ma in alc<strong>un</strong>e parti selezionate) e dain<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> lavoro proposti dall‟insegnante. Questi approfon<strong>di</strong>menti, magari tematizzati susoggetti, scale spaziali, variabili <strong>di</strong>versi, hanno lo scopo da <strong>un</strong>a parte <strong>di</strong> far percepire agli studenti lapluralità <strong>di</strong> approcci al passato, dall‟altra <strong>di</strong> avvicinarli al lavoro storico; infatti non fornisconoinformazioni già preconfezionate e solo da memorizzare (come <strong>nel</strong> caso <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a lezione odel manuale), ma invitano a cercare attivamente risposte ai problemi emersi. Ciasc<strong>un</strong> laboratoriopuò essere adeguato ai <strong>di</strong>versi stili cognitivi e capacità degli studenti, in modo tale che alla fine ognigruppo contribuisca proficuamente ad aggi<strong>un</strong>gere qualche nuova informazione o interpretazionealla mappa in costruzione e quin<strong>di</strong> alla ricostruzione del processo in esame.Ma il lavoro non può essere considerato concluso se non viene introdotto, anche su aspetti <strong>dell</strong>a<strong>storia</strong> del passato <strong>dell</strong>‟umanità, <strong>un</strong> momento <strong>di</strong> riflessione che riporta quanto appreso al personale eal presente degli studenti. In questo modo è possibile recuperare il senso <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o, perché se nevedono le implicazioni con le problematiche <strong>dell</strong>‟oggi, e si può scoprire che quanto appreso puòaver ass<strong>un</strong>to <strong>un</strong> significato <strong>di</strong>verso a seconda <strong>dell</strong>e nostre impostazioni ideologiche, del nostroessere maschio o femmina, del fatto <strong>di</strong> provenire da paesi e culture <strong>di</strong>verse. E questo contribuisce afar assumere allo stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> <strong>un</strong> significato interculturale.2.8 Qualche considerazione sulla geografia e sulle scienze socialiHo incentrato la riflessione precedente sulla <strong>storia</strong> perché è la materia sicuramente più <strong>di</strong>fficile dainsegnare e quella su cui più si concentra l‟attenzione non solo degli insegnanti, ma anche dei me<strong>di</strong>ae <strong>dell</strong>‟opinione pubblica. Ma voglio aggi<strong>un</strong>gere qualche considerazione anche sulla geografia(materia in via <strong>di</strong> estinzione, dato lo spazio sempre minore che le viene attribuito <strong>nel</strong> <strong>curricolo</strong><strong>verticale</strong>) e sulle scienze sociali (oggi estinte come materia <strong>nel</strong> primo ciclo scolastico, anche se sene possono vedere alc<strong>un</strong>e tracce <strong>nel</strong> nuovo insegnamento intitolato “Citta<strong>di</strong>nanza e Costituzione”).La consapevolezza desel fatto che lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> qual<strong>un</strong>que società del passato e del presente devetener conto <strong>dell</strong>a sinergia tra aspetti spaziali, temporali e sociali (e quin<strong>di</strong> debba usare categoriegeografiche, storiche, demografiche, economiche, sociologiche, giuri<strong>di</strong>che, politiche,antropologiche, psicologiche) ha portato in questi anni alla fondazione <strong>di</strong> <strong>un</strong>‟area geo-storicosociale(Gusso, 2004 a: 48-55 e 154-176). Gli insegnanti ne sono consapevoli e anche le ultimein<strong>di</strong>cazioni ministeriali hanno sottolineato l‟importanza <strong>di</strong> aggregare le riflessioni spaziali,temporali e sociali in <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico asse culturale. Ciò nonostante sappiamo come la resistenza delsistema scolastico e l‟interiorizzazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> modo “canonico” <strong>di</strong> insegnare fanno sì che oggi <strong>storia</strong>,geografia, citta<strong>di</strong>nanza e costituzione, <strong>di</strong>ritto e economia siano impartite (quando ci sono) comematerie <strong>di</strong>stinte, in orari <strong>di</strong>versi, con libri <strong>di</strong> testo <strong>di</strong>versi, magari con insegnanti <strong>di</strong>versi.Nell‟ipotesi <strong>di</strong> <strong>curricolo</strong> <strong>verticale</strong> che ho esposto sopra, le tre <strong>di</strong>mensioni <strong>dell</strong>‟area sono, invece,sempre fortemente intrecciate sia <strong>nel</strong>la parte del <strong>curricolo</strong> de<strong>di</strong>cata all‟esperienza, in cui la<strong>di</strong>mensione inter<strong>di</strong>sciplinare è più forte, sia in quella de<strong>di</strong>cata allo stu<strong>di</strong>o del passato, che è sempreincentrata su Quadri <strong>di</strong> civiltà e quin<strong>di</strong> sul complesso <strong>dell</strong>e <strong>di</strong>namiche sociali in <strong>un</strong> determinatospazio e in <strong>un</strong> tempo determinato.


Ovviamente in questa impostazione la geografia non consiste <strong>nel</strong>lo stu<strong>di</strong>are a memoria concetti enomi. Qualche conoscenza mnemonica sarà a volte necessaria, ma è importante che venga ottenutacon metodologie <strong>di</strong> tipo lu<strong>di</strong>co, che da <strong>un</strong>a parte facilitino l‟appren<strong>di</strong>mento, dall‟altra sottolineino ilcarattere puramente strumentale <strong>di</strong> questi contenuti, per evitare che gli allievi identifichino lageografia con lo stu<strong>di</strong>o mnemonico e quin<strong>di</strong> la trovino noiosa e sgradevole.Vere competenze geografiche si ottengono invece imparando a utilizzare gli strumenti <strong>dell</strong>a<strong>di</strong>sciplina:a) osservare, descrivere, identificare ambienti;b) interpretare tracce e attuare su <strong>di</strong> esse operazioni <strong>di</strong> classificazione, correlazione, inferenza,generalizzazione, spiegazione;c) leggere e rappresentare spazi attraverso <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> simbolizzazione;d) costruire e seguire percorsi;e) orientarsi;f) progettare o riprogettare spazi com<strong>un</strong>i o pubblici.È possibile costruire queste competenze se si lavora operativamente sullo spazio esperito (quin<strong>di</strong>non solo in Italia, ma anche in paesi o continenti visitati) <strong>nel</strong>la scuola primaria, progettando percorsimodulari incentrati in particolare sulla <strong>di</strong>mensione spaziale; <strong>nel</strong>la secondaria <strong>di</strong> primo grado,invece, si può spostare l‟attenzione anche su spazi non esperiti in Italia, in Europa e <strong>nel</strong> mondo,esaminando la varietà degli ambienti terrestri, le conseguenze sugli inse<strong>di</strong>amenti umani, la<strong>di</strong>mensione storica <strong>di</strong> ogni inse<strong>di</strong>amento, che può accettare o contrastare la propria vocazioneambientale. Importante, però, è continuare a usare l'approccio più operativo possibile e privilegiaresempre fonti visive e au<strong>di</strong>ovisive, narrative o pittoriche.2.9 La matrice generativa <strong>dell</strong>’area geo-storico-sociale<strong>Per</strong> aiutare gli insegnanti <strong>nel</strong>la progettazione curricolare in <strong>verticale</strong>, ho ideato e sperimentato piùvolte <strong>nel</strong>le scuole <strong>un</strong>o strumento che ho chiamato matrice generativa <strong>dell</strong>’area geo-storicosociale.È costituita da <strong>un</strong>a tabella <strong>di</strong> otto colonne che dovrebbero coprire tutti i gran<strong>di</strong> ambititematici <strong>dell</strong>‟area e <strong>nel</strong>la quale si devono inserire i titoli dei vari percorsi modulari da realizzare<strong>nel</strong>le classi.


ITempociclico/lineare(percezione emisurazioneconvenzionaledel tempo)Storia Storia Storia Scene Gran<strong>di</strong> OrientamentoQuadripersonale, locale e del <strong>dell</strong>’umanità sociali e d’ambientee problemistoricizzazionepatrimonio (quadri <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> del percorsi/ (dal vicino/<strong>di</strong> culturale civiltà e vita mondo viaggi esperito alesperienzeprocessi <strong>di</strong> associata: attuale lontano/personali,familiari,trasformazione)modalità,f<strong>un</strong>zioni,nonesperito)collettiveruoli eregoleIIIIIIVV123Come si può vedere, le prime quattro colonne hanno <strong>un</strong> carattere più temporale, la quinta e sesta piùsociale, la settima e ottava più spaziale, ma è evidente che i singoli percorsi modulari possonoriferirsi a più colonne contemporaneamente. <strong>Per</strong> esempio <strong>un</strong>‟<strong>un</strong>ità modulare de<strong>di</strong>cata a “La festa delmio paese” potrà comparire <strong>nel</strong>la colonna del tempo ciclico e contemporaneamente in quella <strong>dell</strong>astoricizzazione <strong>di</strong> esperienze personali o familiari, in quella <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> locale, in quella <strong>dell</strong>e scenesociali e magari anche in quella dei quadri d‟ambiente, se la festa è collegata a qualche caratteristicaambientale del paese.La denominazione <strong>di</strong> qualche colonna può apparire <strong>un</strong> po‟ generica (per esempio quadri d‟ambientepossono essere sia la descrizione del cortile <strong>dell</strong>a scuola sia lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>un</strong>a nazione europea), maho preferito questa soluzione a quella <strong>di</strong> moltiplicare eccessivamente il numero <strong>dell</strong>e colonne, cheavrebbe comportato il rischio <strong>di</strong> perdere il significato <strong>dell</strong>a matrice. Questa infatti deve consistere in<strong>un</strong> <strong>un</strong>ico <strong>quadro</strong> sinottico che permetta <strong>di</strong> controllare da <strong>un</strong> lato che la progettazione sia coerente in<strong>verticale</strong>, dall‟altro che non venga attribuito spazio solo a certi aspetti <strong>dell</strong>‟area (tipicamente la<strong>storia</strong> <strong>dell</strong>‟umanità), mentre se ne trascurano altri essenziali (per esempio la <strong>storia</strong> locale). <strong>Per</strong>questo ho chiamato “generativa” questa matrice, perché dovrebbe aiutare a ideare i <strong>di</strong>versi percorsi<strong>di</strong>dattici.A partire dalla matrice generativa, potrebbe <strong>org</strong>anizzarsi la progettazione d‟istituto in <strong>verticale</strong> inquesto modo:


Progettazione in <strong>verticale</strong> <strong>dell</strong>’area geo-storico-socialeAmbititematiciTempociclico elinearepercezione emisurazioneconvenzionaledeltempoStoria personaleestoricizzazione<strong>di</strong> e-sperienzepersonali,familiari ecollettiveStorialocale e delpatrimonioculturaleObiettivi <strong>di</strong> conoscenze e abilitàTemiper la primariaTemi per lasecondariaStoria <strong>dell</strong>’umanitàquadri <strong>di</strong>civiltà eprocessi <strong>di</strong>trasformazioneScenesociali eforme <strong>di</strong>vitaassociatamodalità,f<strong>un</strong>zioni,ruoli eregoleGran<strong>di</strong>problemidel mondoattuale


Orientamentopercorsi/ViaggieQuadrid’ambiente:dal vicino/esperito allontano/nonesperito2.10 <strong>Per</strong> concludereCompito <strong>di</strong>fficile è insegnare in questi anni <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> trasformazioni, con allievi molto <strong>di</strong>versi daquelli <strong>dell</strong>a generazione precedente e con la consapevolezza <strong>dell</strong>a necessità <strong>di</strong> rivedere i saperitra<strong>di</strong>zionali. Particolarmente <strong>di</strong>fficile, poi, insegnare <strong>storia</strong>.Ma la capacità <strong>di</strong> progettare percorsi in grado <strong>di</strong> rispondere ai bisogni formativi degli studenti è <strong>un</strong>acomponente essenziale <strong>dell</strong>a nostra professionalità. <strong>Per</strong> riuscirci bisogna avere chiarezza su alc<strong>un</strong>ip<strong>un</strong>ti (ai quali in questo testo ho cercato <strong>di</strong> offrire contributi):a) le finalità <strong>dell</strong>‟insegnamento, sia sul piano <strong>di</strong>sciplinare che su quello <strong>dell</strong>a trasversalità;b) gli aspetti essenziali <strong>dell</strong>e <strong>di</strong>scipline (nuclei fondanti, matrice generativa);c) gli strumenti per ridurre la molteplicità degli argomenti, accorpandoli secondo modalità che nonne riducano il senso, ma anzi lo amplifichino (tematiche ricorrenti, quadri <strong>di</strong> civiltà, processi <strong>di</strong>trasformazione, filoni problematici);d) l‟importanza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a metodologia <strong>di</strong> lavoro operativa, attenta alla motivazione degli studenti elegata alla loro esperienza.<strong>Per</strong> questo è essenziale cominciare a mettere in <strong>di</strong>scussione il modo tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> fare scuola, acominciare da <strong>un</strong> elemento in<strong>di</strong>spensabile: gli insegnanti devono imparare a lavorare assieme, ascambiarsi esperienze e materiali, a progettare in com<strong>un</strong>e, a parlarsi e a collaborare tra i <strong>di</strong>versicicli.Solo così sarà possibile portare avanti la battaglia culturale a cui è chiamata l‟attuale generazione <strong>di</strong>docenti.Bibliografia- Aa. Vv., <strong>Per</strong> <strong>un</strong> <strong>curricolo</strong> continuo <strong>di</strong> formazione geostorico-sociale <strong>nel</strong>la scuola <strong>di</strong> base, IrrsaeLombar<strong>di</strong>a, Milano, 1994, voll. 2- Aa. Vv., Dalla <strong>storia</strong> alle storie. Riflessioni e proposte sulla <strong>storia</strong> in riferimento al documento <strong>di</strong>lavoro sul rior<strong>di</strong>no dei cicli scolastici, “I viaggi <strong>di</strong> Erodoto”, 1997, n. 31, pp. 63-66; poi inAssociazione Clio '92, Oltre la solita <strong>storia</strong>. Nuovi orizzonti curricolari, Polaris, Faenza (RA),2000, pp. 210-220- Aa. Vv., Scienze geostorico-sociali per <strong>un</strong> <strong>curricolo</strong> <strong>verticale</strong>. Dalla Ricerca-Azione allaSperimentazione Assistita, Irrsae Lombar<strong>di</strong>a, Milano, 1998


- Aa. Vv., …”non è più la stessa <strong>storia</strong>!”…, Ministero Pubblica Istruzione / Durezione GeneraleIstruzione Professionale – Ipsia “Fermo Corni” Modena, Roma – Modena, 1999 (Aa. Vv.., 1999 a)- Aa. Vv., Lo sguardo <strong>di</strong> Giano. La <strong>storia</strong> del Novecento <strong>nel</strong>la scuola elementare, Ministero <strong>dell</strong>aPubblica Istruzione / Direzione Generale <strong>dell</strong>'Istruzione Elementare - Anicia, Roma, 1999 (Aa.Vv., 1999 b)- P. Bernar<strong>di</strong> (a c. <strong>di</strong>), Insegnare <strong>storia</strong>. Guida alla <strong>di</strong>dattica del laboratorio storico, UtetUniversità, Torino, 2006- A. Bortolotti – M. Calidoni – S. Mascheroni – I. Mattozzi, <strong>Per</strong> l‟educazione al patrimonioculturale. 22 tesi, Angeli, Milano, 2008- C. Brigadeci - A. Criscione - G. Deiana - G. Pennacchietti, Il laboratorio <strong>di</strong> <strong>storia</strong>. Problemi estrategie per l'insegnamento <strong>nel</strong>la prospettiva dei nuovi curricoli e <strong>dell</strong>'autonomia <strong>di</strong>dattica,Unicopli, Milano, 2001- A. Brusa, Verso <strong>un</strong>a nuova <strong>storia</strong> generale <strong>nel</strong> contesto <strong>dell</strong>a mon<strong>di</strong>alizzazione e <strong>nel</strong>la prospettivainterculturale, “Strumenti Cres”, 2000, n. 25 (supplemento a “Mani Tese”, 2000, n. 369), pp. 23-27- A. Brusa, Moduli & moduli <strong>di</strong> <strong>storia</strong>, in L.Bresil – M.Tamburiello (a c. <strong>di</strong>), Modularità e… Storia,Ci<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bari, Bari, s.d. (ma 2001), pp. 5-10- A. Brusa - L.Bresil (a c. <strong>di</strong>), Storia. Il mondo: popoli, culture, relazioni. Laboratorio perl‟insegnante: percorsi e materiali <strong>di</strong> lavoro, E<strong>di</strong>zioni Scolastiche Br<strong>un</strong>o Mondadori, Milano, 1994-1996, voll. 3- A. Brusa - A. Brusa - M. Cecalupo, La terra abitata dagli uomini, Proge<strong>di</strong>t, Bari, 2000- L. Cajani (a c. <strong>di</strong>), Il Novecento e la <strong>storia</strong>. Cronache <strong>di</strong> <strong>un</strong> seminario <strong>di</strong> fine secolo, Ministero<strong>dell</strong>a Pubblica Istruzione / Direzione Generale Istruzione Secondaria <strong>di</strong> I Grado, Roma, 2000- S. Citterio – M. Salvarezza (a c. <strong>di</strong>), L‟area geostorico-sociale. Dalla ricerca al <strong>curricolo</strong>, Angeli,Milano, 2004- M. Clementi (a c. <strong>di</strong>), La scuola e il <strong>di</strong>alogo interculturale, “Quaderni ISMU”, 2008, n. 2- G. Dal Fiume, Un‟altra <strong>storia</strong> è possibile. Scontro <strong>di</strong> civiltà, consenso sociale, globalizzazione,Bollati Boringhieri, Torino, 2005- C. Grazioli, Le rilevanze storiografiche e la programmazione del <strong>curricolo</strong>, in P. Bernar<strong>di</strong> (a c.<strong>di</strong>), op. cit., pp. 58-76- M. Gusso, L„approccio all‟area: problemi <strong>di</strong> metodo e proposte, Il contributo <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> eIpotesi per <strong>un</strong> <strong>curricolo</strong> continuo <strong>di</strong> area, in S. Citterio - M. Salvarezza (a c. <strong>di</strong>), op. cit., pp. 48-55,97-108 e 154-176 (Gusso, 2004 a)- M. Gusso, Dimensione planetaria <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> ed educazione interculturale, in S. Presa (a c. <strong>di</strong>),Che <strong>storia</strong> insegno quest‟anno. I nuovi orizzonti <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> e il suo insegnamento, RegioneAutonoma Valle d‟Aosta / Assessorato all‟Istruzione e Cultura – Direzione <strong>dell</strong>e PoliticheEducative – Ufficio Ispettivo Tecnico, Aosta, 2004, pp. 93-113 (Gusso, 2004 b)- E.J. Hobsbawm - T. Ranger, L'invenzione <strong>dell</strong>a tra<strong>di</strong>zione, Einau<strong>di</strong>, Torino, 1987- I. Mattozzi (a c. <strong>di</strong>), Un <strong>curricolo</strong> per la <strong>storia</strong>. Proposte curricolari ed esperienze <strong>di</strong>dattiche perla scuola elementare, Cappelli, Bologna, 1990- I. Mattozzi, Il bricolage <strong>dell</strong>a conoscenza storica. Stati <strong>di</strong> cose, processi <strong>di</strong> trasformazione,tematizzazione, quadri <strong>di</strong> civiltà, perio<strong>di</strong>zzazione: cinque elementi per modulare laprogrammazione e il <strong>curricolo</strong> in S. Presa (a c. <strong>di</strong>), op. cit., pp. 47-75- I. Mattozzi, Un sapere storico <strong>un</strong>iversale è possibile <strong>nel</strong>la scuola primaria? L‟insegnamento <strong>dell</strong>a<strong>storia</strong> con i “quadri <strong>di</strong> civiltà”, “I Quaderni <strong>di</strong> Clio „92”, 2007, n. 7- E. <strong>Per</strong>illo (a c. <strong>di</strong>), La <strong>storia</strong>: istruzioni per l‟uso. Materiali per la formazione <strong>di</strong> competenzetemporali degli studenti, Tecno<strong>di</strong>d, Napoli, 2002- E. <strong>Per</strong>illo – C. Santini (a c. <strong>di</strong>), Il fare e il far vedere <strong>nel</strong>la <strong>storia</strong> insegnata. Didatticalaboratoriale e nuove risorse per la formazione storica e l‟educazione ai beni culturali, Polaris,Vicchio del Mugello (FI), 2004- C. Pontecorvo – L. Marchetti (a c. <strong>di</strong>), Nuovi saperi per la scuola. Le Scienze Sociali trent‟annidopo, Marsilio – Consiglio italiano per le Scienze Sociali, Venezia - Roma, 2007


- G. Procacci, Carte d‟identità. Revisionismi, nazionalismi e fondamentalismi nei manuali <strong>di</strong> <strong>storia</strong>,AM&D – Carocci, Cagliari - Roma, 2005- M.T. Rabitti (a c. <strong>di</strong>), <strong>Per</strong> il <strong>curricolo</strong> <strong>di</strong> <strong>storia</strong>. Idee e pratiche, Angeli, Milano, 2009- M.T. Rabitti – G. Brioni – E. Farruggia, Descrivere le civiltà. Repertorio <strong>di</strong> testi descrittivi percostruire quadri <strong>di</strong> civiltà del Mondo Antico, E<strong>di</strong>zioni J<strong>un</strong>ior, Azzano San Paolo (BG), 2008- M. Silvani, L‟insegnamento <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> contemporanea <strong>nel</strong>le scuole italiane: problemi eriflessioni, in A. Cavalli (a c. <strong>di</strong>), Insegnare la <strong>storia</strong> contemporanea in Europa, Il Mulino,Bologna, 2005, pp. 163-242


ALLEGATIAllegato 1: Competenze storiche (Maurizio Gusso – Marina Me<strong>di</strong>)STORIAMACROCOMPETENZAStoricizzare aspetti del passato e del presente per orientarsi <strong>nel</strong> passato e <strong>nel</strong> presente e perprogettare il futuro, familiarizzando gradualmente con categorie e procedure <strong>dell</strong>a storiografiaCompetenzeStoricizzare esperienze e percorsibiografici personali e/o <strong>di</strong> altriRiflettere criticamente suimeccanismi <strong>dell</strong>a memoria personalee collettiva e sugli usi sociali <strong>dell</strong>amemoria e <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong>Riflettere sui rapporti tra passato,presente e futuroFamiliarizzare con i nuclei fondantidei saperi storici e in primo luogo<strong>dell</strong>a storiografiaLoro articolazioniCollocare esperienze personali in percorsi biografici piùampiRicondurre percorsi biografici a contesti familiari, <strong>di</strong>gruppo, sociali, opport<strong>un</strong>amente storicizzatiPrendere consapevolezza <strong>di</strong> meccanismi <strong>dell</strong>a memoriapersonale e collettiva come- rimozione;- selezione;- gerarchizzazione;- interpretazione;- rielaborazioneRiflettere sugli usi sociali <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> e <strong>dell</strong>a memoria:- conoscenze utili per orientarsi <strong>nel</strong> mondo in cui si vive enei propri ruoli/attività/professioni;- ass<strong>un</strong>zione o rifiuto <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni e innovazioni;- storiografia;- conservazione, documentazione e valorizzazione delpatrimonio e dei beni ambientali e culturali;- abusi ideologici o propagan<strong>di</strong>sticiMettere a fuoco problemi del presente, cercandone lera<strong>di</strong>ci storiche in <strong>di</strong>verse epoche passateIn<strong>di</strong>viduare analogie e <strong>di</strong>fferenze tra presente e passatoLeggere la stratificazione <strong>di</strong> tracce e ere<strong>di</strong>tà del passato <strong>nel</strong>presenteIn<strong>di</strong>viduare <strong>nel</strong> passato figure <strong>di</strong> riferimento, impostazionie soluzioni <strong>di</strong> problemi, valori, errori da evitare,significativi per orientarsi ed agire <strong>nel</strong> presente e <strong>nel</strong>futuroFormulare ipotesi sul futuro o ideare progetti tenendoconto <strong>di</strong> tendenze, risorse e vincoli del presente e delpassatoStoricizzare aspetti e fenomeni sociali, anche quelliconsiderati naturali e immo<strong>di</strong>ficabiliSelezionare e leggere criticamente fonti e testi storiograficiSaper operare cognitivamente per:- tematizzare;- comparare, correlare;- cogliere mutamenti e permanenze;- contestualizzare <strong>nel</strong>la società, <strong>nel</strong>lo spazio e <strong>nel</strong> tempo;


Conoscere alc<strong>un</strong>i processi storicifondamentali, contestualizzandoli<strong>nel</strong>le <strong>di</strong>verse scale spaziali, temporalie socialiAcquisire meto<strong>di</strong> e strumenti percomprendere criticamente estoricamente i principali problemi delmondo attuale- comprendere/interpretare/spiegare/argomentare/valutare;- mo<strong>dell</strong>izzare;- datare/rior<strong>di</strong>nare cronologicamente/perio<strong>di</strong>zzareUtilizzare le categorie storiografiche fondative (forze geostorico-sociali,fenomeni/fatti/processi geo-storico-sociali,tempi, spazi, variabili <strong>di</strong> civiltà, fonti ecc.)Avere consapevolezza <strong>dell</strong>a possibile pluralità <strong>di</strong> storielegate alla <strong>di</strong>versità <strong>di</strong>:- <strong>di</strong>mensioni spaziali, scale, contesti;- soggetti;- durate;- variabili (ambientali, demografiche, tecnologiche,economiche, sociali, politiche, culturali) privilegiate;- categorie e mo<strong>dell</strong>i interpretativiConoscere i gran<strong>di</strong> processi <strong>di</strong> trasformazione che hannocaratterizzato:- il <strong>di</strong>venire <strong>dell</strong>‟umanità;- le macroregioni <strong>di</strong> origine e/o <strong>di</strong> immigrazione;- lo stato nazionale <strong>di</strong> origine e/o <strong>di</strong> immigrazione;- la <strong>storia</strong> localeConoscere la <strong>di</strong>mensione storica dei seguenti ambititematici:- rapporti tra territori, risorse/patrimoni e popolazioni;- rapporti tra in<strong>di</strong>vidui, gruppi sociali, istituzioni e società;- <strong>di</strong>ritti/responsabilità, partecipazione, citta<strong>di</strong>nanza,legalità;- guerra/pace, forme <strong>di</strong> conflitto, negoziazione,cooperazione, convivenza;- identità/<strong>di</strong>fferenze culturali (cultura/culture) e <strong>di</strong> genere


Allegato 2: Competenze trasversali (Marina Me<strong>di</strong>)COMPETENZE TRASVERSALICostruzione <strong>dell</strong>a conoscenzaComprendere le domande poste e cercare <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le risposte corrispondentiRicercare, acquisire e interpretare dati e informazioniIn<strong>di</strong>viduare criteri <strong>di</strong> classificazione e utilizzarli per descrivere/analizzare <strong>un</strong>a realtà/fenomenoCollegare le informazioni e <strong>org</strong>anizzarle in <strong>un</strong>o schema o mappaTrovare somiglianze e <strong>di</strong>fferenzeIn<strong>di</strong>viduare rapporti <strong>di</strong> causa/effetto e costruire itinerari causaliIn<strong>di</strong>viduare idee-chiave, aspetti principali e secondari <strong>di</strong> <strong>un</strong> problema o in <strong>un</strong> testoTematizzareImpostare problemi, formulando ipotesi e verificandoleGeneralizzare (in<strong>di</strong>viduare regolarità e proprietà in contesti <strong>di</strong>versi, astrarre caratteristiche generalie trasferirle in contesti noti)Utilizzare mo<strong>dell</strong>i <strong>di</strong> spiegazioneProgettare <strong>un</strong>'attivitàSintetizzare (per esempio me<strong>di</strong>ante riass<strong>un</strong>ti, schemi, <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> flusso, titolazioni)Com<strong>un</strong>icazioneComprendere messaggi espressi in linguaggi <strong>di</strong>versi (orale, scritto, grafico, cartografico, visivo,musicale ecc.)Ascoltare per partecipare alla <strong>di</strong>scussione o al lavoro com<strong>un</strong>eRecuperare informazioni da <strong>un</strong> testoDefinire terminiEsprimersi in modo orale, scritto, grafico, visivo e multime<strong>di</strong>aleUtilizzare linguaggi simbolici (tabelle, grafici, <strong>di</strong>agrammi, mappe, carte)Utilizzare in modo pertinente concetti concreti e astrattiEsprimere idee personaliMetodo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e metacognizioneRicordare l‟argomento <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e usarlo come generatore <strong>di</strong> senso del lavoroRicercare le informazioni in modo non superficialeCollegare le nuove conoscenze con quelle già posseduteUtilizzare strumenti <strong>di</strong> <strong>org</strong>anizzazione e memorizzazione <strong>dell</strong>e informazioni (adeguati al tema eall‟età)Organizzare il lavoro e i materiali in base a <strong>un</strong> or<strong>di</strong>ne personale, ma f<strong>un</strong>zionale, continuativo ecompletoEsporre quanto appreso in modo che risulti documentato, lineare, sintetico e comprensibileRicostruire il percorso <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento in modo metacognitivo e metaemozionaleAutocontrolloRispettare le norme del regolamento scolastico e <strong>di</strong> classeIntervenire con pertinenza, rispettando il proprio turnoControllare le proprie reazioni e usare <strong>un</strong> linguaggio correttoMantenere la concentrazioneFare scelte coerenti rispetto allo scopoResponsabilitàRispettare le strutture, l'arredamento scolastico e l'ambiente esterno


Tenere in or<strong>di</strong>ne il proprio materiale scolasticoImpiegare gli strumenti in modo adeguatoSeguire le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> lavoro e rispettare i tempi <strong>di</strong> consegnaSocializzazioneRispettare gli altriAscoltare le opinioni altrui e accettare le decisioni <strong>dell</strong>a maggioranzaLavorare in gruppo collaborando, me<strong>di</strong>ando, assumendo iniziativePartecipare alle iniziative proposte dalla scuola, contribuendo al lavoro com<strong>un</strong>eSuperare i risentimenti personaliConoscenza <strong>di</strong> séSaper riconoscere e valutare le proprie doti e i propri limitiSaper giustificare le proprie scelteSaper in<strong>di</strong>viduare i propri interessi e aspirazioniRiconoscere i propri errori e accettare suggerimentiEssere capace <strong>di</strong> cambiare p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista e <strong>di</strong> autocriticarsiMostrare curiositàPrender coscienza dei propri bisogni formativi, interessi, motivazioni e com<strong>un</strong>icarli


Allegato 3: Nuclei fondanti <strong>di</strong> <strong>storia</strong> (Maurizio Gusso – Marina Me<strong>di</strong>)CONOSCENZEespresse in termini <strong>di</strong> campi concettuali1. Forze geo-storico-sociali: in<strong>di</strong>vidui, gruppi socialiprimari e secondari, generi, generazioni, com<strong>un</strong>ità,movimenti, istituzioni, società, ambienti, civiltà; attorisociali; personaggi storici; soggettività/p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista/intenzioni/progetti; tipi <strong>di</strong> relazione tra forze geostorico-sociali;ecc.2. Fenomeni/fatti/processi geo-storico-sociali:avvenimenti, eventi cruciali/simbolici, strutturepersistenti, processi (persistenze/mutamenti/trasformazioni evolutive/rivoluzionarie; tipi <strong>di</strong> relazione(es.: causa/con<strong>di</strong>zione/fattore, conseguenza; interazione/inter<strong>di</strong>pendenza) tra fenomeni geostorico-sociali e traforze e fenomeni geo-storico-sociali ecc.3. Spazi/spazialità: spazio vissuto/rappresentato/misurato/<strong>org</strong>anizzato socialmente; territorio; paesaggio;regione f<strong>un</strong>zionale/amministrativa; confine/frontiera;relazioni spaziali (es.: centro/semiperiferia/periferia);scala spaziale ecc.4. Tempi/temporalità: tempo vissuto/rappresentato/misurato/<strong>org</strong>anizzato socialmente; anteriorità,posteriorità, contemporaneità; presente/passato/futuro;durata; periodo; tempo storico: datazione, era, epoca,ciclo/congi<strong>un</strong>tura, cronologia, perio<strong>di</strong>zzazione ecc.ABILITÀ1. Compiere operazioni sulle forzegeo-storico-sociali:- riconoscimento e classificazione;- ricostruzione <strong>di</strong> percorsi biograficipersonali e <strong>di</strong> biografie <strong>di</strong> personaggistorici;- in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> soggettività/p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong>vista/intenzioni/progetti;- comparazione (analogie e <strong>di</strong>fferenze);- in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> relazioni; ecc.2. Compiere operazioni suifenomeni/fatti/processi geo-storicosociali:- riconoscimento;- classificazione dei fenomeni geostorico-socialiin base alle loro <strong>di</strong>versedurate (avvenimenti <strong>di</strong> breve durata,eventi cruciali/simbolici, cicli/congi<strong>un</strong>ture <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a durata, strutture <strong>di</strong>l<strong>un</strong>ga durata), alla scala spaziale e allarilevanza storica;- comparazione (analogie e <strong>di</strong>fferenze);- in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> permanenze/mutamenti/trasformazioni;- in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> relazioni;- tematizzazione;- problematizzazione ecc.3. Compiere operazioni sui contestispaziali:- riconoscimento e classificazione;- comparazione (analogie e <strong>di</strong>fferenze);- orientamento spaziale;- in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> relazioni;- uso <strong>di</strong> misurazioni/rappresentazioni(es.: cartografia storica)4. Compiere operazioni sui contestitemporali:- orientamento temporale;- datazione relativa e assoluta;- perio<strong>di</strong>zzazione;- misurazione <strong>di</strong> durate;- confronto fra durate;- costruzione <strong>di</strong> cronologie, mappe <strong>di</strong>


contemporaneità, grafici temporaliecc.5. Variabili <strong>di</strong> civiltà:5.1 Variabili ambientali e relative alla culturamateriale: ambiente (ecosistema; habitat; relazioniuomo/ambiente; sviluppo sostenibile; squilibriterritoriali; inquinamento ecc.); cultura materiale(risorse; bisogni: alimentazione, abbigliamento,abitazione, trasporti ecc.); tecniche/tecnologie (materieprime; fonti <strong>di</strong> energia; macchinari; invenzione/innovazione ecc.); demografia (popolazione, densità,mortalità, natalità, fertilità, popolamento, movimenti <strong>di</strong>popolazione, tipi <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento; noma<strong>di</strong>, seminoma<strong>di</strong>,sedentari; villaggio, città, metropoli; fenomeni migratoriecc.)5.2. Variabili economiche: economia; forme <strong>di</strong>relazioni economiche; sistemi economici/tipi <strong>di</strong>economie (per es. <strong>di</strong> mercato, mista, pianificata); forme<strong>di</strong> scambio economico; economie monetarie e nonmonetarie; banca; produzione, <strong>di</strong>stribuzione, consumo;settori produttivi; caccia/pesca/raccolta, agricoltura,pastorizia/allevamento, artigianato, commercio,manifattura, industria, servizi, pubblicaamministrazione, ricerca scientifica, finanze; tipi <strong>di</strong>red<strong>di</strong>to; occupazione; mercato del lavoro; mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>produzione, formazioni economico-sociali, rapportisociali <strong>di</strong> produzione; globalizzazione economica;scambio economico; ricchezza/povertà; crescita;capitale; banca, borsa; ecc.5.3 Variabili sociali: <strong>org</strong>anizzazione sociale; forme <strong>di</strong>relazioni sociali; socializzazione, famiglia/parentela/lignaggio; com<strong>un</strong>ità; ruoli; <strong>di</strong>visione sociale/sessuale/territoriale del lavoro; classi/ceti/or<strong>di</strong>ni/caste; liberi,semiliberi, schiavi, servi, salariati; stratificazione/mobilità/gerarchia;conflitto/negoziazione/cooperazione/convivenza; lavoro; forza-lavoro;occupazione; movimenti sociali; élite/masse ecc.5.4 Variabili politico-giuri<strong>di</strong>co-istituzionali: politica;forme <strong>di</strong> relazioni politico-giuri<strong>di</strong>co-istituzionali;sistemi politici; forme <strong>di</strong> potere, rappresentanza epartecipazione; citta<strong>di</strong>nanza; forme <strong>di</strong> <strong>org</strong>anizzazionepolitica/Stato/governo; <strong>di</strong>visione dei poteri; sistemielettorali; sistemi tributari; politica economica/sociale/culturale/interna/estera; libertà/eguaglianza/solidarietà;pluralismo; violenza/non violenza; guerra/pace; <strong>di</strong>ritto/<strong>di</strong>ritti; doveri/responsabilità; regole/norme/leggi/Costituzioni; valori/principii; legalità/legittimità/liceità;pubblico/privato; Chiese; esercito; <strong>di</strong>plomazia;proprietà/possesso; inclusione/esclusione; minoranza/maggioranza; consenso/<strong>di</strong>ssenso; istituzioni; movimenti;5. Compiere operazioni sulle variabili<strong>di</strong> civiltà:- riconoscimento e classificazione;- comparazione;- in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> relazioni fravariabili <strong>di</strong> civiltà <strong>di</strong>fferenti


partiti; sindacati; associazionismo; <strong>org</strong>anizzazioniinternazionali e non governative; ecc.5.5 Variabili culturali: cultura/culture/subculture;appartenenza/identità/<strong>di</strong>fferenza; concezioni culturali delmondo (magiche, religiose, laiche); acculturazione/inculturazione; omologazione culturale; immaginario,mentalità, rappresentazioni, ideologie, mo<strong>dell</strong>i culturali,pregiu<strong>di</strong>zi; lingue/linguaggi; forme <strong>di</strong> relazioni culturali(scambi, conflitti ecc.); riti/miti; simbolo; etiche;filosofie; scienze; arti; ere<strong>di</strong>tà culturali, tra<strong>di</strong>zioni/innovazioni; mezzi per com<strong>un</strong>icare ecc.6. Memoria/biografia/<strong>storia</strong>/immagini <strong>dell</strong>a<strong>storia</strong>/storiografia: memoria collettiva; oblio;rappresentazioni/immagini <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong>; usi sociali eideologici <strong>dell</strong>a memoria e <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong>; rapporti framemoria, biografia, cronaca e <strong>storia</strong>; storicità;storiografia ecc.7. Tracce/fonti: traccia; fonte; reperto; documento/monumento; tipologia <strong>dell</strong>e fonti; ecc.8. Patrimonio storico: bene culturale/patrimonioambientale, culturale e storico; archivio; museo;conservazione/valorizzazione del patrimonio ecc.9. Modalità <strong>di</strong> indagine/conoscenza storica:descrizione, narrazione, comprensione,interpretazione, spiegazione, argomentazione,valutazione; comparazione; mo<strong>dell</strong>i storiografici ecc.(cfr. i p<strong>un</strong>ti 1, 2, 3, 4, 5)6. Compiere operazioni sumemoria/biografia/<strong>storia</strong>:- <strong>di</strong>stinzione fra memoria, biografia,<strong>storia</strong> e storiografia- riconoscimento <strong>di</strong> meccanismi <strong>dell</strong>amemoria personale e collettiva(rimozione, selezione, gerarchizzazione,interpretazione, rielaborazione);- riconoscimento, classificazione eanalisi critica <strong>di</strong> rappresentazioni/immagini <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong> e <strong>di</strong> usi sociali eideologici <strong>dell</strong>a memoria e <strong>dell</strong>a <strong>storia</strong>;- in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> relazioni framemoria, biografia, cronaca, <strong>storia</strong> estoriografia7. Compiere operazioni sulle fonti:- selezione;- classificazione;- critica;- interrogazione e ricerca <strong>di</strong>informazioni e <strong>di</strong> inferenze;- comparazione e costruzione <strong>di</strong> serie(anche quantitative)8. Compiere operazioni sulpatrimonio storico:- riconoscimento e fruizione appropriatadel patrimonio storicoecc.9. Compiere operazioni sullemodalità <strong>di</strong> indagine/conoscenzastorica:- descrizione <strong>di</strong> situazioni;- narrazione <strong>di</strong> avvenimenti/processi;- comprensione/interpretazione/spiegazione <strong>di</strong> processi/problemime<strong>di</strong>ante mo<strong>dell</strong>i storiografici;


- comparazione;- <strong>di</strong>stinzione fra giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> fatto egiu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> valore10. Testi storiografici esperti, <strong>di</strong>vulgativi, <strong>di</strong>dattici:testi storiografici/<strong>di</strong>vulgativi/<strong>di</strong>dattici orali/scritti/multime<strong>di</strong>ali10. Compiere operazioni su testistoriografici, <strong>di</strong>vulgativi, <strong>di</strong>dattici(descrittivi, narrativi, argomentativi,normativi):- lettura selettiva;- interpretazione;- schematizzazione;- comparazione;- produzione

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