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Photo: Rudy Amisano © Teatro alla ScalaUn'opera dipopolo per ilpopolo«In realtà è un'evoluzione del mio primo"Nabucco", quello realizzato nel 1997 peril Teatro Regio di Torino, che col passare deltempo è stato modificato almeno unadecina di volte». A parlare è il regista Daniele Abbado.Com'è questo "Nabucco" scaligero del bicentenario?L'allestimento è cambiato radicalmente, sia nelle sceneche nei costumi, fino ad arrivare ad uno sviluppodrastico. Verdi, quando l'ha scr<strong>it</strong>to, ha compostoun'opera di popolo per il popolo. è collerico con unaforza morale quasi messianica, un'opera dove le vicendesono disegnate a grandi tinte. Questa dismisura, questocoraggio, si comprendono leggendo articoli dell'epocanei quali si parla delle prove, nel 1842, proprio allaScala. Si tratta di pochissimi giorni, ma l'ecc<strong>it</strong>azioneper quella musica elettrizzante aveva invaso il Teatro,tanto che nessuno riusciva a stare più al suo posto.Ci dice di più?è una regia focalizzata sul racconto di un popolo, sullasua paura, il terrore interiore, non la minaccia mil<strong>it</strong>are.Un popolo sconf<strong>it</strong>to, deportato, umiliato, esiliato. èuna narrazione scenica semplice, dove il destino delpresente si sovrappone con la memoria, fino all'utopiadi una riconciliazione finale. "Nabucco" è un opera«Di antico non c'è niente, è tuttoambientato nel Novecento. Lo spettacoloè volutamente semplice, depurato,riportato a una purezza teatrale all'altezzadella straordinaria musica verdiana» Ilregista Daniele Abbado spiega come è natal'idea scenica del "Nabucco". E aggiunge:«Non c'è un altro autore così vicino a noi,così attuale come Verdi».pol<strong>it</strong>ica, spir<strong>it</strong>uale, che trasmette il bisogno diesprimere e ricercare la propria spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à. La patria,la terra: non c'è un altro autore così vicino a noi, cosìattuale come Verdi. Negli anni, poi, arriva ad unascr<strong>it</strong>tura capace di tracciare le caratteristichepsicologiche in modo raffinatissimo.Spesso ha sorpreso e poi ha ab<strong>it</strong>uato il pubblico adallestimenti tra antico e moderno. E questa volta?Di antico non c'è niente, è tutto ambientato nelNovecento. Lo spettacolo è volutamente semplice,depurato, riportato a una purezza teatrale all'altezzadella straordinaria musica verdiana.Progetti futuri?Finalmente torno a fare un lavoro solo, è un sollievoperché ho i figli a Roma. Di progetti comunque ne hoproprio tanti e d'impegni anche: sarò a Londra dove"Nabucco" proseguirà la sua strada. è una produzioneTeatro alla Scala in coproduzione con Royal OperaHouse, Covent Garden di Londra,Houston Grand Opera e Gran Teatre de Liceu diBarcellona. è nata da un progetto artistico comune, poic'è Firenze con l'opera di Benjamin Br<strong>it</strong>ten, di cuiquest'anno ricorre l'anniversario dei cento anni dallanasc<strong>it</strong>a (L.P.R.)LA MUSICACOME L'ARIANicola Luisotti dirige il Nabuccodel bicentenario: «Rappresentarequest'opera significa ricordare a tutti chel'Italia si unì anche grazie alle melodie diVerdi»è la prima opera dove Verdiha il primo grande e sincerosuccesso. Tutti sappiamo che, dopo«Nabuccol'infelice debutto di "Un giorno diregno" e i drammatici fatti che sconvolsero la v<strong>it</strong>a delmusicista, la morte della moglie Margher<strong>it</strong>a e dei duefigli, Verdi decise di non fare più il compos<strong>it</strong>ore». Ilmaestro Nicola Luisotti dirige l'orchestra del"Nabucco" del bicentenario. «Fortunatamente pernoi e per il mondo intero – spiega -, non fu così erappresentare ancora oggi e alla Scala questocapolavoro significa ricordare a tutti che l'Italia siunì anche grazie alle sue melodie che l'attraversaronoin lungo e in largo e ad un testo che ancora oggicommuove ed entusiasma. Spero dunque, evivamente, che il "mio" Nabucco sia più "suo"possibile!»Dopo "Nabucco" che progetti ha?Dopo quest'esperienza scaligera andrò a Napoli percelebrare ancora Verdi con il suo "Requiem". Sub<strong>it</strong>odopo questo appuntamento con i complessi del SanCarlo, andrò a Londra, alla Royal Opera House, dovedirigerò di nuovo il "Nabucco" già rappresentato quialla Scala.Potrebbe vivere senza la musica?Nessuno può vivere senza la musica. Lei è unanecess<strong>it</strong>à, per tutti, come l'aria, il cibo e l'acqua.Come vivere senza? E la musica, si badi bene, non èquella che si ascolta nei dischi, ma è quella che siviene ad ascoltare in teatro. I dischi, per quantobelli, sono dei prodotti in... scatola. Il vero momentoper accogliere dentro di sé la musica, è andarglivicino, in una sala da concerto o in teatro, e respirarnel'essenza. (L.P.R.)Photo: © Terrence McCarthy / SFO10 www.ufficiostampa.rai.<strong>it</strong>TV RADIOCORRIERE11

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