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Gennaio - Febbraio 2011 - Comune di Acquapendente

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R. N. Monte RufenoAquesio nascostaVi ricor<strong>di</strong>amo che siamo in attesa <strong>di</strong> ricevere vostri scritti riguardanti la Riserva; <strong>di</strong> apprezzamento, <strong>di</strong> critica, <strong>di</strong> richiesta o <strong>di</strong> semplicecuriosità.Email comunicazione@monterufeno.itUn corso per gli operatori e la qualità dei servizi<strong>di</strong> Filippo BelisarioTutto quello che avreste voluto sapere sullaRiserva e non avete mai osato chiedere…È così che possiamo definire il sensodel primo corso <strong>di</strong> aggiornamento per glioperatori dell’educazione ambientale edell’animazione della Riserva Monte Rufeno.Il corso, <strong>di</strong> 36 ore, è nato dalla necessità <strong>di</strong>garantire agli operatori delle aziende convenzionateuna sempre maggiore qualitànell’erogazione dei servizi <strong>di</strong>dattici e <strong>di</strong>visita, anche attraverso l’aggiornamento ela con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> novità e progetti attuatidall’ente nel territorio negli ultimi anni.Obiettivo collaterale è stato quello <strong>di</strong> mettere“in rete” fra loro tutti i protagonisti delfront office dell’area protetta, interfacciaprivilegiata con i ragazzi delle scuole, i turistie i citta<strong>di</strong>ni.Realizzato dall’Ufficio Comunicazionedella Riserva nei mesi <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre egennaio scorsi, questo intervento, che riprendeuna vecchia tra<strong>di</strong>zione formativadell’ente, ha visto l’adesione <strong>di</strong> 13 partecipantie il coinvolgimento come docenti <strong>di</strong>buona parte del personale.Nella giornata inaugurale il <strong>di</strong>rettore Be<strong>di</strong>niha fatto il punto sulle con<strong>di</strong>zioni attualidell’ente e su progetti e strutture de<strong>di</strong>catealla fruizione e alla <strong>di</strong>dattica. Nei giornisuccessivi, le azioni in corso per la tuteladella bio<strong>di</strong>versità sono state illustrate neldettaglio dalle esperte dell’Ufficio Naturalistico(Palombi e Piazzai), con il supporto<strong>di</strong> alcuni guar<strong>di</strong>aparco coinvolti suspecifici progetti e ricerche (Bellavita, Colonnelli,Faggi, Gelsomini). Con l’UfficioFoto <strong>di</strong> Filippo BelisarioComunicazione (Capra, Belisario) è statacon<strong>di</strong>visa un’ipotesi <strong>di</strong> nuova organizzazionedei servizi e delle attività turistiche,compreso il monitoraggio delle attività inun’ottica <strong>di</strong> qualità. All’istruttore <strong>di</strong> vigilanzaStrappafelci e alla guar<strong>di</strong>aparco DiFrancesco è spettato il compito <strong>di</strong> sintetizzareil regolamento dell’area protetta eriferire su attività <strong>di</strong> vigilanza e funzionicorrelate (compreso l’antincen<strong>di</strong>o boschivo).Non sono mancate due giornateoperative all’aperto: una affidata a interpretidelle memorie locali (Gelsomini eCapra) e centrata sulla scoperta <strong>di</strong> luoghi,attrezzature, tra<strong>di</strong>zioni e aneddoti legatial Casale Felceto (“Casa delle Tra<strong>di</strong>zioniConta<strong>di</strong>ne”), l’altra de<strong>di</strong>cata al censimentodell’avifauna acquatica svernante lungo lesponde del Paglia. Di rilievo, infine, i breviinterventi dei <strong>di</strong>rettori dei musei civiciaquesiani (Forti per il Museo del Fiore eChiovelli per il Museo della Città) su programmi,iniziative e possibili sinergie attivabilicon i loro poli culturali.Una fresca mattina d’inverno. Un cielo copertoda una coltre <strong>di</strong> nubi cupe, come lo sguardodell’uomo che attendeva sul patibolo. Senzatra<strong>di</strong>re alcuna emozione.Giambattista Bugatti, meglio conosciuto colnome <strong>di</strong> “Mastro Titta”. Il boia <strong>di</strong> Roma.Il sicario dello Stato Pontificio si apprestava acompiere la sua 430° condanna a morte. Proprioad <strong>Acquapendente</strong>.La gente si ammassava in circolo; osservava,con curiosità e paura, quell’uomo basso,dall’aspetto comune, quasi bonario. Sembravatranquillo. Eppure gli occhi erano scuri comedue pozze delle quali non si riusciva a scorgereil fondo.Il ritratto <strong>di</strong> un uomo che per vivere uccise516 condannati a morte.“Ognuno percorre il cammino che si è scelto”,afferma Mastro Titta, “Ai buoni conta<strong>di</strong>nispetta il raccolto che hanno seminato. Ai delinquentila forca”.Si chiamava Pietro Muzzi, l’uomo originario<strong>di</strong> Trevinano, che a 72 venne condannato peraver ucciso e derubato il proprio compare.“Era il 1855. Si ricorda <strong>di</strong> Pietro, detto ‘Camilletto’?”“Ricordo il volto <strong>di</strong> ogni uomo che è mortoper mano mia.Il freddo era pungente ad <strong>Acquapendente</strong>. Lecampane risuonavano e dalle bocche dellagente usciva la condensa.IL BOIA VENUTO DA ROMA<strong>di</strong> Emanuela Colonnelli‘Sbrigatevi, che ho freddo’, rispose Camillettoal sacerdote che gli chiese <strong>di</strong> pentirsi per i suoipeccati.Morì impenitente”.Le cronache <strong>di</strong> qui tempi descrivono MastroTitta come un uomo ben curato, dall’aspettoserioso. Offriva tabacco ai condannati. Uscivada solo e si aggirava nei boschi. La gente lotemeva e lo scansava, ma lui non si tirava in<strong>di</strong>etro<strong>di</strong> fronte al suo dovere. Uccideva senzabattere ciglio, con una freddezza spietata chenel corso della sua carriera, aveva alimentatouna strana aura attorno alla sua figura.Durante i lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> inattività, MastroTitta esercitava la professione <strong>di</strong> commerciante<strong>di</strong> ombrelli. Viveva a Roma, ma gli eravietato recarsi nel centro della città perché lagente lo temeva.“Non si è mai chiesto se fosse davvero questoil modo migliore <strong>di</strong> esercitare la giustizia?Se fosse necessario uccidere per preservare ilbene della società?”.“Chi ha peccato deve pagare. È questo che miè stato insegnato. È questo che ho ritenutogiusto per tutta la vita. Sra<strong>di</strong>cando l’erba marciasi coltiva meglio quella buona. E i bravicitta<strong>di</strong>ni hanno il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> vivere in pace”.Eppure Mastro Titta non era crudele con icondannati.“Ha mai provato pena per loro? Ha mai avutola tentazione <strong>di</strong> venire meno al suo dovere?”“Ci si abitua a tutto. Anche alla morte. Avevo17 anni quando eseguii la mia prima sentenza.Ero solo un ragazzo, ma non mi sono maitirato in<strong>di</strong>etro. Cercavo <strong>di</strong> non prolungareinutilmente la sofferenza dei condannati, maspesso gli or<strong>di</strong>ni consistevano nel fare scempio<strong>di</strong> quei poveri corpi ed usarli come monitoper altri fuorilegge.Sentivo l’o<strong>di</strong>o del popolo crescere; aveva quasiuna consistenza terrena, un alito <strong>di</strong> ventoche mi sfiorava la pelle. Ma sapevo quale erail mio compito ed intendevo portarlo avanti”“E se fra gli uomini e le donne che ha ucciso cifosse stato un innocente? Un solo innocentepunito per qualcosa che non ha commesso?”“Forse le mie vittime pregheranno in Cielo perme, la vendetta e i risentimenti non varcano iconfini del regno della morte”(Mastro Titta, le memorie del boia <strong>di</strong> Roma)A fine anno scorso, il 23 novembre, abbiamoorganizzato la festa dell’Albero. Il programmaprevedeva due momenti, nel primola messa a <strong>di</strong>mora <strong>di</strong> alcuni Olivi nell’Ortodei frati Francescani, (oggi è la nostra sede),da parte <strong>di</strong> due classi <strong>di</strong> scuola me<strong>di</strong>a; nelsecondo una cerimonia <strong>di</strong> adozione <strong>di</strong> unaquercia secolare da parte delle quinte elementari.Purtroppo la pioggia ha rovinato la primaparte e gli olivi verranno messi a <strong>di</strong>moraquesta primavera.Molto bella, invece, è stata la cerimonia <strong>di</strong>adozione della quercia secolare presso ilpodere “la Casina” dove la famiglia Lombardellici ha squisitamente ospitato (se neè parlato il numero scorso). Erano presentirappresentanti del <strong>Comune</strong>, della Scuola,del Corpo Forestale, c’erano anche i precedentiproprietari del podere i signori Crisanti,amici e parenti <strong>di</strong> Manildo Lombardelliche è stato l’artefice ed il protagonistadella giornata.La grande quercia (per l’esattezza si tratta <strong>di</strong>un cerro) ha osservato maestosa tutti queiFESTA DELL’ALBERO 2010“La cosa più nobile che un uomo possa fare è piantare un albero all’ombra del qualesi fermeranno persone che non conoscerà mai”Foto <strong>di</strong> Marco Caprabambini e adulti che la festeggiavano. Allasua ombra ci siamo sentiti piccoli piccoli,pensando che durante la rivoluzione francese,“Lei” era già lì! I suoi 300 anni, infatti,pur non essendo tantissimi per la sua specie,sono una enormità per la nostra.Manildo ha consentito a questo gigante <strong>di</strong>arrivare fino a noi, in piena salute, salvandolodal taglio e dalle malattie. Questo perlui è motivo <strong>di</strong> grande sod<strong>di</strong>sfazione, ma ènecessario che qualcuno prenda il testimone<strong>di</strong> questa opera <strong>di</strong> protezione, per consegnareai posteri il grande patriarca.La speranza è che fra questi bambini cisia chi organizzerà la festa dell’Albero del…2060 ! In quell’anno loro avranno più omeno la nostra età attuale, la quercia saràancora più grande e noi………chissà.Foto <strong>di</strong> Marco CapraGRANDE FESTA AD ACQUAPENDENTE PER SANT’ANTONIO ABATELA BCC DI PITIGLIANO SPONSOR DELL’EVENTO, OFFRE IL PRIMO PREMIO DELLA LOTTERIA<strong>di</strong> Giada ValorianiPitiglianoÈ stata davvero una bella giornata la festa <strong>di</strong>questo anno ad <strong>Acquapendente</strong> in onore <strong>di</strong>Sant’Antonio Abate. La tra<strong>di</strong>zionale manifestazione,che si è svolta il 17 gennaio, è da sempremolto sentita dalla comunità locale e vienecelebrata con particolare solennità. La Banca<strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo <strong>di</strong> Pitigliano, comeormai da <strong>di</strong>versi anni, ha confermato il suo sostegnoai festeggiamenti, rappresentando unodei principali sponsor ed offrendo il primopremio della lotteria.“Sosteniamo la Festa <strong>di</strong> Sant’Antonio Abate” –ha esor<strong>di</strong>to Enzo Gentili, <strong>di</strong>rettore dell’agenzia<strong>di</strong> <strong>Acquapendente</strong> - “per dare testimonianzaancora una volta della nostra vocazione perla cultura e per la valorizzazione delle nostretra<strong>di</strong>zioni locali, ben consapevoli che una Banca<strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo non deve soltantooccuparsi <strong>di</strong> aspetti economico-finanziari, maanche e soprattutto <strong>di</strong> valori etici, prestandoattenzione alla socialità e promuovendo lacrescita morale, intellettuale, sociale dei proprisoci, dei propri clienti e del proprio territorio”.I festeggiamenti del santo protettore degli animalihanno visto la partecipazione attiva <strong>di</strong>tutta la popolazione. Tanti i cani, i gatti, i cavallibenedetti davanti al sagrato del duomodopo la S. Messa solenne presieduta dal parrocoDon Enrico Castauro. Una gran<strong>di</strong>ssimafesta per il “Signore” <strong>di</strong> quest’anno Luca Caioli,il quale ha offerto il pranzo a circa trecento invitati.Tra questi, oltre alle numerose autorità,anche i rappresentanti della BCC <strong>di</strong> Pitigliano,tra i quali anche Enzo Gentili, preposto <strong>di</strong>agenzia, il Direttore Generale Valerio Bucciotti,il Consigliere Ernesto Petrella ed il ResponsabileArea Mercato Clau<strong>di</strong>o Morosini, i qualihanno voluto presiedere all’importante evento,mettendo anche in palio il premio finale dellalotteria.Da circa 20 anni la Banca locale infatti si è beninserita nel territorio aquesiano, riscontrandola fiducia delle famiglie, dei giovani e delle imprese,che hanno scommesso nella B.C.C. <strong>di</strong>Pitigliano come possibilità <strong>di</strong> sviluppo ecomomico-socialee soprattutto anche culturale.La Banca non ha tra<strong>di</strong>to quella missione, dandorisposte concrete a chi ha riposto fiducianella sua attività, che procede sui binari dellagestione del cre<strong>di</strong>to e della salvaguar<strong>di</strong>a delpatrimonio e delle tra<strong>di</strong>zioni locali. “La vocazioneal territorio è una caratteristica istituzionaledella nostra Banca e nel rispetto <strong>di</strong> taleconnotazione è sempre massima l’attenzioneai citta<strong>di</strong>ni del nostro comprensorio e alle tra<strong>di</strong>zionie festività locali” Pitigliano- afferma Gentili.“Negli ultimi anni la nostra agenzia ha continuatoil suo inserimento nel territorio comunalee limitrofo a sostegno delle famiglie e delleme<strong>di</strong>e e piccole imprese, <strong>di</strong>ventandone unpunto <strong>di</strong> riferimento, infatti continua ad esserescelta riscuotendo la fiducia da parte della comunità”- conclude il preposto della filiale.pag. 20 pag. 21

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