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LA PRESA IN CARICO GLOBALE DELL'AUTISMO E ... - la meridiana

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<strong>LA</strong> <strong>PRESA</strong> <strong>IN</strong> <strong>CARICO</strong> <strong>GLOBALE</strong> DELL’AUTISMO E DGS<br />

Renato Cerbo<br />

Centro di Riferimento Regionale Autismo<br />

Università-ASL L’Aqui<strong>la</strong><br />

Ascoli 7/11/08


L’autismo autismo inteso come deficit dell’interazione dell interazione sociale è <strong>la</strong><br />

condizione specifica di uno spettro di disturbi nel quale si<br />

includono disturbi in parte diversi tra loro con disabilità disabilit<br />

molto differenti definibili come:<br />

�� Disturbi Generalizzati dello Sviluppo (DSM IV),<br />

�� Disturbi Pervasivi dello Sviluppo (DSM IV-R), IV R),<br />

�� Sindromi da Alterazione Globale dello Sviluppo<br />

Psicologico (ICD 10),<br />

�� Psicosi Infantili (ICD9-CM, (ICD9 CM, CFTMEA).<br />

�� Disturbi dello spettro autistico (National National Istitute of<br />

Mental Health)<br />

Health


Caratteristiche<br />

dei Disturbi dello<br />

spettro autistico<br />

(ASD)<br />

• Entità patologica mal definita<br />

nelle cause<br />

• Disturbo generalizzato<br />

complesso<br />

• Disturbo caratterizzato da<br />

dissociazioni<br />

• Frequente presenza di vari gradi<br />

di ritardo mentale<br />

• Frequente comorbilità (RM,<br />

epilessia, disturbi psichici)<br />

• Prognosi varia e maldefinita


Autismo<br />

criteri diagnostici<br />

DSM IV (APA, 1994)<br />

• grave alterazione del<strong>la</strong> reciprocità<br />

sociale: mancanza di reciprocità<br />

emotiva, mancanza di tentativi di<br />

condividere le esperienze con gli altri,<br />

carenza nelle abilità di rego<strong>la</strong>zione<br />

delle interazioni sociali<br />

• anomalia grave del<strong>la</strong> comunicazione<br />

verbale e non verbale: eco<strong>la</strong>lia,<br />

incapacità di sostenere una<br />

conversazione, linguaggio<br />

idiosincratico (lessico personale), uso<br />

inadeguato del<strong>la</strong> pragmatica<br />

• comportamenti stereotipati e<br />

reiterativi: far ruotare gli oggetti,<br />

manierismi motori come “hand<br />

f<strong>la</strong>pping”, iper-attenzione verso parti<br />

di oggetti, attaccamento alle routines


Come è cambiato il modo di vedere l’autismo (1)<br />

• Bleuler 1911 definisce “autismo” il ritiro in se stessi degli<br />

schizofrenici<br />

• Heller 1930: demenza precocissima<br />

• Kanner 1943: autismo infantile (socialità, comunicazione,<br />

ripetitività) con base costituzionale ma anche peculiarità dei<br />

genitori (freddi e distaccati)<br />

• Asperger 1944: grande deficit sociocomunicativo ma con grandi<br />

abilità settoriali ed intelligenza normale (tratti simili nei genitori)<br />

• Sviluppo dei modelli psicoanalitici negli anni 50 specie in Europa<br />

(Lebovici, Malher, Tustin, Melzer, ecc.)<br />

• Bettelheim fin dagli anni 40 par<strong>la</strong> di autismo come psicosi<br />

infantile e focalizza l’origine nelle prime re<strong>la</strong>zioni madrebambino<br />

• Sviluppo dei modelli re<strong>la</strong>zionali negli anni 60 specie in Italia<br />

• Nascita dell’antipsichiatria (Cooper, Laing) che rinforza l’idea del<br />

ruolo dell’ambiente nel disturbo mentale


Come è cambiato il modo di vedere l’autismo (2)<br />

• Sviluppo dei modelli di trattamento comportamentale negli anni 70<br />

specie nei paesi anglosassoni e successivamente negli anni 80<br />

(Lovaas)<br />

• Shopler nel 1971 descrive <strong>la</strong> terapia dello sviluppo con ruolo definito<br />

delle famiglie con necessità di interventi psicoeducativi<br />

• Coleman descrive nel 1975 <strong>la</strong> presenza di autismo in molte forme<br />

neurologiche<br />

• Rutter dimostra nel 1977 l’alto prevalenza di concordanza nei<br />

gemelli monovu<strong>la</strong>ri ed ipotizza che al<strong>la</strong> base ci sia un deficit cognitivo<br />

• Leslie, Baron Cohen e Frith negli anni 85-86 teorizzano il deficit di<br />

teoria del<strong>la</strong> mente come danno di moduli cognitivi (coerenza centrale<br />

e funzioni esecutive)<br />

• Gallese e Rizzo<strong>la</strong>tti scoprono i neuroni a specchio negli anni 90 ed<br />

aprono <strong>la</strong> porta alle teorie interattive e naturalistiche dell’interazione<br />

sociale<br />

• Klin e gruppo di Yale ipotizzano nel 2003 un deficit del<strong>la</strong> “mente<br />

enattiva” (<strong>la</strong> <strong>la</strong> cognizione come interamente costruita sulle esperienze<br />

ed il mondo sociale come compito in campo aperto)


The Blind Men and the Elephant


Autismo:dalle teorie ai fatti ( o misfatti?)<br />

• L’incompetenza nelle cure materne (“le madri frigorifero”)<br />

• L’angoscia primaria e <strong>la</strong> chiusura autistica (“<strong>la</strong> fortezza<br />

vuota”)<br />

• Deprivazione e bombardamento funzionale (“�anche i<br />

ciechi vedranno�”)<br />

• L’holding (“forzare al<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione sociale”)<br />

• La comunicazione facilitata (�<strong>la</strong> via di accesso�)<br />

• Il comportamentismo (acquisizione di singole abilità o<br />

costruzione dello sviluppo sociale?)<br />

• Vaccini e reazioni immunitarie<br />

• Diete e vitamine<br />

• Secretina<br />

• Medicina omeopatica (intossicazione da metalli ed altro)<br />

• �


Autismo<br />

1-6/1000, frequente RM 70%, epilessia o altre patologie<br />

• Pochi studi sull’efficacia dei farmaci con scarsi<br />

risultati solo sintomatici<br />

• Nessuna efficacia del<strong>la</strong> psicoterapia individuale salvo<br />

in situazioni di alto funzionamento e di comorbilità<br />

psichiatrica<br />

• Buon risultato di interventi psicoeducazionali per i<br />

genitori<br />

• Miglior benefici di interventi educativi abilitativi<br />

precoci, intensi, strutturati e continuati tesi allo<br />

sviluppo delle competenze interattive/comunicative e<br />

delle autonomie personali e sociali


Disturbi dello spettro autistico<br />

modelli di intervento a confronto<br />

• La ricerca ha documentato l’efficacia di un range di approcci<br />

(educativi, riabilitativi, cognitivo-comportamentali, ecc.) che<br />

differiscono sia sul piano teorico che pratico<br />

• Non si hanno prove che possono stabilire <strong>la</strong> superiorità di un<br />

approccio rispetto agli altri e le ricerche soffrono di<br />

imperfezioni metodologiche<br />

• Molti metodi sovrappongono gli approcci facendo riferimento<br />

a diverse filosofie e teorie a prescindere dell’etichetta<br />

• Gli studi condotti hanno preso in esame solo gli esiti e le<br />

variabili re<strong>la</strong>tive al bambino mentre mancano dati su fattori<br />

familiari, fattori di stress e sociali, altri trattamenti<br />

contemporanei<br />

• Nessun approccio specifico è efficace allo stesso modo per<br />

tutti bambini trattati<br />

• Non c’è consenso sul grado di intensità dell’intervento


La presa in carico dei<br />

bambini e ragazzi con<br />

Autismo infantile<br />

• Conoscenza del deficit di base<br />

• Conoscenza delle risorse<br />

ambientali<br />

• Agire sul contesto per facilitare<br />

il bambino<br />

• Consentire lo sviluppo possibile<br />

• Garantire l’integrazione<br />

• Migliorare <strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> vita


Dal deficit nell’intersoggettività primaria al<br />

disturbo generalizzato dello sviluppo<br />

Disturbi dello<br />

sviluppo<br />

linguistico<br />

Mancato sviluppo<br />

delle<br />

autonomie<br />

personali<br />

Anomalie<br />

qualitative<br />

dell’interazione<br />

sociale<br />

Anomalie<br />

qualitative<br />

del<strong>la</strong><br />

comunicazione<br />

Interessi ed attività<br />

ristretti con<br />

comportamenti<br />

ripetitivi<br />

Disturbi del<strong>la</strong><br />

rego<strong>la</strong>zione<br />

emotiva e del<br />

comportamento<br />

Deficit nei<br />

processi di<br />

apprendimento<br />

Deficit nei<br />

processi di<br />

socializzazione


I sintomi sociali dell’autismo<br />

• La compromissione delle abilità sociali presente nell’autismo è stata<br />

evidenziata fin dal<strong>la</strong> prima descrizione del<strong>la</strong> sindrome (Kanner, 1943).<br />

• Fin dalle prime fasi di sviluppo il bambino è scarsamente interessato<br />

agli stimoli sociali, ad esempio può non rivolgere lo sguardo verso il<br />

caregiver.<br />

• Il bambino non preferisce il suono del<strong>la</strong> voce umana rispetto ad altri<br />

suoni e non sembra preferire il contatto con le persone rispetto a quello<br />

con gli oggetti.<br />

• L’imitazione precoce appare fortemente compromessa, così <strong>la</strong> capacità<br />

di impegnarsi in sequenze comunicative caratterizzate<br />

dall’intersoggettività.<br />

• Il bambino con autismo non si osserva l’uso dell“oggetto<br />

transazionale” (un sostituto simbolico del<strong>la</strong> figura genitoriale che dà al<br />

bambino un senso di sicurezza) e quando presente quest’oggetto non<br />

sembra avere alcun referente sociale (Klin).<br />

• Quando il bambino viene inserito all’asilo o a scuo<strong>la</strong> l’incapacità di<br />

re<strong>la</strong>zionarsi socialmente con i coetanei si manifesta in tutta <strong>la</strong> sua<br />

gravità e possono esserci comportamenti di iso<strong>la</strong>mento e in alcuni casi<br />

manifesta autoaggressività.


AUTISMO<br />

• Nei disturbi facente parte dello spettro autistico le aree<br />

prevalentemente interessate sono quelle re<strong>la</strong>tive all’interazione<br />

sociale reciproca, all’abilità di comunicare idee e sentimenti e<br />

al<strong>la</strong> capacità di stabilire re<strong>la</strong>zioni con gli altri (Baird et al.,<br />

2003; Berney, 2000; Szatmari, 2003).<br />

• Diversamente da quanto avviene nello sviluppo tipico, <strong>la</strong><br />

predisposizione ad orientarsi verso le persone è<br />

assente o compromessa e di conseguenza lo sviluppo<br />

del<strong>la</strong> cognizione sociale.


I Il deficit di orientamento verso gli stimoli sociali<br />

causa difficoltà di base in 2 aree fondamentali:<br />

1. <strong>la</strong> capacità di attenzione congiunta, su cui si fonda<br />

l’abilità del bambino di condividere l’attenzione e le<br />

emozioni, di esprimere intenti e di impegnarsi in interazioni<br />

sociali reciproche,<br />

2. <strong>la</strong> capacità di usare simboli, su cui si fonda <strong>la</strong><br />

comprensione del significato espresso attraverso gesti<br />

convenzionali, parole e forme verbali più avanzate, e<br />

l’abilità di impegnarsi nell’uso appropriato di oggetti<br />

finalizzato al gioco d’immaginazione. (Wetherby, Prizant<br />

&Schuler, 2000).


La difficoltà di capire gli altri, di<br />

“leggere” <strong>la</strong> loro mente<br />

riconoscendone le intenzioni al di<br />

là dei comportamenti e delle<br />

parole, di condividere giochi e<br />

divertimenti, conoscenze e regole<br />

sociali, è <strong>la</strong> vera difficoltà<br />

dell’autismo (disturbo di teoria<br />

del<strong>la</strong> mente)<br />

Possiamo par<strong>la</strong>re di un “handicap<br />

sociale” quindi, una specie di<br />

“cecità” o “agnosia” psichica per <strong>la</strong><br />

quale le persone autistiche<br />

entrano in un vortice di<br />

confusione, angoscia, tensione,<br />

agitazione, ipereccitabilità, di<br />

rabbia e frustrazione


Deficit neurobiologico nell’orientamento nell orientamento agli<br />

stimoli sociali nei bambini autistici<br />

• La voce umana è uno degli stimoli più pi<br />

precoci e più pi efficaci nel coinvolgimento<br />

sociale<br />

• i volti umani sono uno degli stimoli più pi<br />

potenti nel coinvolgere socialmente<br />

• gli occhi sono <strong>la</strong> regione del volto che<br />

rive<strong>la</strong> più pi chiaramente le emozioni


Orientamento sul<strong>la</strong> bocca Vs. sugli<br />

occhi


Orientamento sul<strong>la</strong> bocca vs. sugli<br />

occhi


Percorso di cura nell’autismo infantile<br />

1° livello: morbilità autismo infantile nel<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione generale<br />

1° filtro: <strong>la</strong> famiglia si preoccupa dei disturbi del bambino<br />

2° livello: morbilità autismo infantile nel<strong>la</strong> pediatria di base<br />

2° filtro: identificazione del disturbo emotivo da parte del pediatra di base<br />

3° livello: morbilità dell’autismo infantile identificata dal pediatra di base<br />

3° filtro: invio ai servizi specialistici<br />

4° livello: morbilità dell’autismo nei servizi specialistici<br />

4° filtro: diagnosi e decisione di trattamento<br />

5° livello: pazienti in trattamento<br />

Lo schema si ispira al<strong>la</strong> notissima ricerca di Goldberg e Huxley sul percorso dell’utente<br />

psichiatrico rispetto al medico di base. Tra un livello e l’altro ci sono dei punti di passaggio<br />

o “filtri”, rappresentati dalle decisioni cruciali (del familiare o del medico) che inviano il<br />

paziente ad un altro livello di cura.


Percorso di patologia e di cura nell’autismo nell autismo infantile<br />

Deficit<br />

o<br />

Menomazione<br />

neurobiologica<br />

Diagnosi<br />

e intervento<br />

precoce<br />

Disabilità<br />

o<br />

Incapacità ad<br />

assolvere ai compiti<br />

richiesti<br />

dall’ambiente<br />

Opportunità di<br />

apprendimento<br />

e/o<br />

socializzazione<br />

Handicap<br />

o<br />

Impossibilità<br />

ad assumere<br />

ruoli sociali<br />

Integrazione<br />

sco<strong>la</strong>stica<br />

e sociale


Centro di Riferimento Regionale Autismo L’Aqui<strong>la</strong> L Aqui<strong>la</strong><br />

Novembre 2003<br />

Il manifesto<br />

“La diagnosi precoce<br />

cambia <strong>la</strong> vita delle<br />

Persone autistiche”<br />

è stato affisso nelle<br />

sale di aspetto di<br />

tutti gli ambu<strong>la</strong>tori<br />

Pediatrici del<strong>la</strong><br />

Regione Abruzzo


Settembre 2003<br />

Apertura<br />

ambu<strong>la</strong>torio<br />

specialistico<br />

per <strong>la</strong> diagnosi<br />

e <strong>la</strong> cura dei<br />

disturbi<br />

comunicativore<strong>la</strong>zionali<br />

(0-2 anni)<br />

Centro di Riferimento Regionale Autismo L’Aqui<strong>la</strong> L Aqui<strong>la</strong>


Centro di Riferimento Regionale Autismo L’Aqui<strong>la</strong> L Aqui<strong>la</strong><br />

Gennaio-marzo 2005<br />

La guida all’identificazione<br />

precoce dei disturbi autistici<br />

è stata distribuita ai 190<br />

Pediatri di libera scelta<br />

del<strong>la</strong> Regione Abruzzo<br />

di cui 89 hanno potuto<br />

svolgere una formazione<br />

pratica all’utilizzo del<strong>la</strong><br />

CHAT di Baron Cohen, S.<br />

Allen J., Gilberg C.,<br />

direttamente nel proprio<br />

ambu<strong>la</strong>torio con bambini<br />

di 18-24 mesi.<br />

Riconoscimento del<strong>la</strong> CHAT<br />

come strumento di screening<br />

nel<strong>la</strong> Regione Abruzzo


MEDIE ETA' <strong>IN</strong> MESI<br />

Centro di Riferimento Regionale Autismo L’Aqui<strong>la</strong> L Aqui<strong>la</strong><br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

Anno<br />

2000<br />

2001<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

2005<br />

2006<br />

2007<br />

Età media prima diagnosi<br />

68 mesi<br />

69 mesi<br />

50 mesi<br />

42 mesi<br />

41 mesi<br />

37 mesi<br />

35 mesi<br />

34 mesi<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007


L’intervento psicoeducativo:<br />

omaggio a Enrico Micheli


Ambiti dello sviluppo maggiormente interessate nell’autismo nell autismo<br />

Intersoggettività<br />

Attenzione congiunta<br />

Reciprocità<br />

Sincronia<br />

Contingenza<br />

Imitazione<br />

Comunicazione<br />

Espressioni facciali<br />

Scambi<br />

Turni<br />

Routine<br />

Gesti<br />

Socialità<br />

Tolleranza alle frustrazioni<br />

Condivisione e rispetto<br />

delle regole<br />

Linguaggio verbale<br />

Comprensione<br />

Espressione<br />

Autonomia personale<br />

Alimentazione<br />

Igiene personale<br />

Abbigliamento<br />

Ecc.<br />

Apprendimento sco<strong>la</strong>stico<br />

Lettura scrittura<br />

Calcolo<br />

Ecc.


Prassie ed<br />

Uso degli oggetti<br />

Linguaggio<br />

e<br />

apprendimento<br />

Aree dell’intervento<br />

dell intervento educativo-riabilitativo<br />

educativo riabilitativo<br />

Interazione sociale<br />

Comunicazione<br />

Comportamento<br />

sociale<br />

Autonomia<br />

personale


Prassie ed<br />

Uso degli oggetti<br />

Linguaggio<br />

e<br />

apprendimento<br />

Alleanza scuo<strong>la</strong>/famiglia/centro di riabilitazione<br />

Interazione sociale<br />

Comunicazione<br />

Comportamento<br />

sociale<br />

Autonomia<br />

personale<br />

terapisti genitori<br />

educatori


Disturbi dello spettro autistico<br />

criteri di buone pratiche terapeutiche<br />

• Il trattamento deve essere mirato e cucito su misura sull’attuale livello di<br />

sviluppo<br />

• L’intervento deve essere preceduto da una valutazione accurata del bambino<br />

• La valutazione del bambino deve utilizzare fonti multiple di conoscenza<br />

• Gli interventi devono essere portati in ogni ambito del<strong>la</strong> vita del bambino<br />

• Le figure genitoriali devono essere coinvolte attivamente<br />

• Gli obiettivi del trattamento devono far riferimento alle attuali conoscenze dello<br />

sviluppo sociale e del<strong>la</strong> necessità di apprendimento in condizioni<br />

naturalistiche e incidentali<br />

• La motivazione all’interazione, gli aspetti emotivi sottostanti, l’intenzionalità<br />

comunicativa, il coinvolgimento reciproco, <strong>la</strong> condivisione con l’altro sono<br />

aspetti centrali del<strong>la</strong> terapia<br />

• L’intervento deve essere il più precoce possibile per scongiurare il progressivo<br />

iso<strong>la</strong>mento e ripiegamento autistico con deterioramento delle competenze e<br />

funzioni cognitive<br />

• Il trattamento deve essere globale e generalizzato a partire dalle difficoltà<br />

peculiari e qualitative dell’interazione sociale e del<strong>la</strong> comunicazione<br />

• Il fine ultimo è il miglioramento del<strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> vita del bambino e del<strong>la</strong><br />

sua famiglia in termini di adattamento all’ambiente e di autonomia personale e<br />

sociale


La valutazione<br />

multidimensionale<br />

dei DGS<br />

• Definire lo sviluppo psicologico di ogni<br />

soggetto<br />

• Passare da una un’idea globale a una<br />

conoscenza dettagliata in diversi<br />

ambiti<br />

• Combinare informazioni ottenute<br />

tramite osservazioni dirette con quelle<br />

ottenute dai genitori<br />

• Giungere ad un quadro preciso del<br />

soggetto in cui emergano i punti di<br />

forza e i punti di debolezza<br />

• Costituire un ponte che conduca<br />

dall’inquadramento diagnostico al<br />

contratto terapeutico<br />

• Costituire un percorso clinico che<br />

consenta una continuità tra processi<br />

diagnostici, valutativi, terapeutici e di<br />

verifica.


Caratteristiche dell’intervento<br />

dell intervento<br />

• Presa in carico globale<br />

• Specificità<br />

• Progetto individualizzato<br />

• Continuità e intensità<br />

• Precocità<br />

• Definizione obiettivi<br />

• Rilevanza dell’autonomia<br />

• Collegamento tra servizi<br />

• Col<strong>la</strong>borazione famiglie<br />

• Verifica risultati<br />

• Aggiornamento continuo


Obiettivi dell’intervento<br />

abilitativo-educativo • Migliorare l’interazione sociale<br />

• Sviluppare l’attenzione<br />

congiunta<br />

• Arricchire <strong>la</strong> comunicazione<br />

• Favorire l’ampliamento degli<br />

interessi<br />

• Correggere comportamenti<br />

disadattativi<br />

• Facilitare lo sviluppo di<br />

competenze cognitive<br />

• Permettere l’adattamento<br />

emozionale<br />

• Favorire l’autonomia personale<br />

• Migliorare <strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> vita


Piano Sanitario Regionale<br />

Abruzzo 2008-2010<br />

Potenziamento delle attività<br />

per l’autismo infantile<br />

Il “Centro Regionale per le<br />

Psicosi Infantili”, ridenominato<br />

“Centro Regionale di<br />

Riferimento per<br />

l’Autismo”(CRRA), diventa il<br />

polo regionale di riferimento…<br />

…degli 8 Centri Diurni di<br />

trattamento educativoriabilitativo<br />

per bambini e<br />

ragazzi affetti da disturbi dello<br />

spettro autistico…<br />

…gestiti in col<strong>la</strong>borazione e<br />

convenzione fra le Aziende<br />

USL territorialmente<br />

competenti e Fondazioni del<br />

privato-sociale costituite<br />

prioritariamente da loro<br />

familiari.


La col<strong>la</strong>borazione famiglia-<br />

professionisti di fronte al<strong>la</strong> scelta<br />

dell’intervento dell intervento riabilitativo<br />

Dai servizi centrati sui professionisti ai<br />

servizi centrati sul<strong>la</strong> famiglia<br />

(Rosenbaum Rosenbaum, , 2006)<br />

• I professionisti ed i familiari come<br />

pattern uguali nel<strong>la</strong> definizione del<br />

progetto terapeutico<br />

• Aspetto positivo del<strong>la</strong> condivisione<br />

di responsabilità responsabilit e nel<strong>la</strong><br />

consapevolezza degli obiettivi<br />

• Maggiore generalizzazione dei<br />

risultati nei vari contesti di vita<br />

• Facilitazione degli apprendimenti<br />

incidentali in contesti naturali<br />

• Maggiore possibilità possibilit di strutturare in<br />

modo adeguato i tempi ed i luoghi<br />

necessari a migliorare l’interazione<br />

l interazione<br />

sociale e <strong>la</strong> comunicazione<br />

• Maggiore consolidamento delle<br />

abilità abilit e competenze cognitive<br />

acquisite<br />

• Maggior sviluppo di adattamento<br />

emozionale e sociale,<br />

dell’autonomia dell autonomia e dell’indipendenza<br />

dell indipendenza<br />

personale<br />

• Minori comportamenti disadattativi


L’intervento integrato<br />

sociosanitario<br />

educativo-riabilitativo<br />

• presa in carico intensiva<br />

3 ore giornaliere (dalle 15 alle 18)<br />

per 5 giorni a settimana per i<br />

bambini e ragazzi sco<strong>la</strong>rizzati<br />

6 ore giornaliere (dalle 9 alle 15)<br />

per 6 giorni a settimana per i<br />

ragazzi e giovani adulti non<br />

sco<strong>la</strong>rizzati<br />

• moduli di massimo 20 utenti<br />

ripartiti per fascia di età (bambini,<br />

ragazzi, giovani adulti)<br />

• struttura diurna con caratteristiche<br />

strutturali appositamente studiate<br />

per rendere il più possibile naturale<br />

e gradevole l’adattamento dei<br />

bambini al contesto ambientale.


Caratteristiche<br />

dell’intervento effettuato<br />

nei centri diurni<br />

� “rego<strong>la</strong>rità” e <strong>la</strong> prevedibilità del<br />

contesto all’interno del quale si<br />

vanno ad attivare le esperienze del<br />

bambino.<br />

� coerenza, <strong>la</strong> stabilità e <strong>la</strong><br />

continuità degli atteggiamenti delle<br />

figure che si rapportano al<br />

bambino.<br />

� uso di approcci educativi inseriti<br />

nell’ambito di una dimensione<br />

re<strong>la</strong>zionale che aiuti il bambino a<br />

cogliere il piacere<br />

dell’interazione.<br />

� <strong>la</strong>voro sull’attenzione congiunta e,<br />

soprattutto, quello sul<strong>la</strong> capacità di<br />

usare i simboli per <strong>la</strong><br />

comunicazione.


ADATTAME�TO ADATTAME�TO DELL’AMBIE�TE<br />

DELL AMBIE�TE<br />

CHIARIFICAZIO�E CHIARIFICAZIO�E DELLO SPAZIO<br />

STRUTTURAZIO�E STRUTTURAZIO�E DEL TEMPO<br />

USO DI AIUTI VISIVI


CHIARIFICAZIO�E CHIARIFICAZIO�E DELLO SPAZIO<br />

I�FORMARE I�FORMARE IL BAMBI�O BAMBI�O SU:<br />

DOVE GLI VERRA��O VERRA��O PROPOSTE LE VARIE ATTIVITÀ ATTIVIT<br />

COSA DOVRÀ DOVR FARE QUA�DO QUA�DO LUI O U�A U�A CERTA ATTIVITÀ ATTIVIT SI<br />

TROVERÀ TROVER I� I� U� U� DETERMI�ATO DETERMI�ATO SPAZIO<br />

Il bambino autistico comprende meglio ed è più pi<br />

col<strong>la</strong>borativo se lo spazio di <strong>la</strong>voro è ben<br />

definito, è sempre lo stesso e presenta pochi<br />

stimoli che lo possono distrarre


STRUTTURAZIO�E STRUTTURAZIO�E DEL TEMPO<br />

HA LO SCOPO DI CHIARIRE AL BAMBI�O BAMBI�O CO� CO� QUALE<br />

SEQUE�ZA SEQUE�ZA E PER QUA�TO QUA�TO TEMPO EGLI DOVRÀ DOVR<br />

SVOLGERE DETERMI�ATE DETERMI�ATE ATTIVITÀ.<br />

ATTIVIT<br />

La strutturazione del tempo consente al bambino di<br />

comprendere in anticipo cosa ci si aspetta da lui di<br />

ridurre l’ansia l ansia dovuto ad una nuova attività attivit o al<br />

passaggio da un compito all’altro. all altro. Inoltre, una<br />

strutturazione del tempo potrà potr essere utile allo stesso<br />

bambino per svolgere in autonomia certi compiti che<br />

richiedono capacità capacit di pianificazione.


Gli aiuti visivi possono assumere forme molto<br />

diverse ed essere utilizzati per vari scopi<br />

Per chiarificare lo spazio<br />

Per strutturare il tempo<br />

Per favorire <strong>la</strong> comunicazione tra casa e scuo<strong>la</strong><br />

Per fare delle scelte<br />

Per anticipare cambiamenti<br />

Per informare sulle regole di un certo contesto<br />

Per insegnare delle abilità<br />

……


Tratte da Visual Strategies di L. Hodgdon<br />

Edizione Italiana<br />

Strategie visive per <strong>la</strong> comunicazione<br />

a cura di GM Arduino e A. Kozarzewska (2004)


Attività per fasce d’età<br />

(obiettivi di intervento) • bambini in età pre-sco<strong>la</strong>re (2 -5<br />

anni)<br />

reciprocità sociale, comunicazione<br />

e linguaggio, gioco, abilità cognitive<br />

e motorie<br />

• bambini di scuo<strong>la</strong> elementare e<br />

media (6 - 13 anni)<br />

comunicazione, linguaggio, abilità<br />

di autogestione, cognitive e<br />

sco<strong>la</strong>stiche<br />

• adolescenti e adulti (14 anni in su)<br />

comunicazione, abilità di vita<br />

quotidiana e di gestione domestica,<br />

competenze <strong>la</strong>vorative e abilità<br />

sociali


Intervento per utente<br />

Intervento diretto<br />

Intervento individuale<br />

Intervento in piccolo gruppo<br />

Lavoro con <strong>la</strong> famiglia<br />

Supporto sco<strong>la</strong>stico e supervisione<br />

Corsi teorico-pratici<br />

Programmi individualizzati<br />

Parent Training<br />

Training generale in gruppi<br />

Training su specifici temi<br />

Supporto genitoriale<br />

Gruppi di fratelli


Centro di Riferimento Regionale Autismo L’Aqui<strong>la</strong> L Aqui<strong>la</strong><br />

<strong>IN</strong>TEGRAZIONE<br />

SCO<strong>LA</strong>STICA<br />

Da novembre 2007<br />

è stato adattato dagli USP<br />

e distribuito nelle scuole<br />

l’opuscolo<br />

“Bambini e ragazzi<br />

con disturbi dello<br />

spettro autistico.<br />

Linee guida per<br />

insegnanti ed educatori”<br />

email: rencerbo@tin.it


La verifica del trattamento riabilitativo-educativo Centri diurni L’Aqui<strong>la</strong> e Vasto<br />

Punteggi medi VABS baseline e ad un anno di trattamento (2008)<br />

Intera casistica<br />

baseline<br />

1 anno<br />

p<br />

Genere F<br />

baseline<br />

1 anno<br />

p<br />

Genere M<br />

baseline<br />

1 anno<br />

p<br />

Età 3-7 anni<br />

baseline<br />

1 anno<br />

p<br />

Età 8-15 anni<br />

baseline<br />

1 anno<br />

p<br />

Età16-21anni<br />

baseline<br />

1 anno<br />

p<br />

Asse comunicazione<br />

85.7 (16.9)<br />

87.9 (17.9)<br />


Risultati VABS Centri Fondazione Il Cireneo Onlus<br />

51 pazienti (12 F, 39 M) affetti da ASD<br />

età compresa tra i 3 e i 21 anni (3-7 anni n=12, 8-15 n=26, 16-21 n=13)<br />

Età Comunicazione Vita quotidiana Socializzazione Abilità motorie<br />

3-7 anni + + + + + + + + +<br />

8-15 anni + + + + + + + + +<br />

16-21anni + + + + +


La verifica del<strong>la</strong> soddisfazione dell’utenza Centri diurni L’Aqui<strong>la</strong> e Vasto<br />

Valori mediani dei 7 assi del<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> OSS-cam (2008)<br />

Accesso al servizio<br />

Ambienti del servizio<br />

Stile di <strong>la</strong>voro degli<br />

operatori<br />

Organizzazione del<br />

servizio<br />

Coinvolgimento<br />

familiare<br />

Risultato<br />

dell’intervento<br />

Conclusioni generali:<br />

esperienza personale<br />

“consiglierei ad altri”<br />

soddisfazione/aspett.<br />

Punteggio mediano<br />

8.0<br />

6.0<br />

9.0<br />

8.0<br />

8.0<br />

8.0<br />

8.0<br />

10.0<br />

9.0<br />

Intervallo IQ<br />

7.0-8.0<br />

6.0-6.0<br />

8.0-10.0<br />

7.0-9.0<br />

7.0-9.0<br />

8.0-10.0<br />

8.0-10.0<br />

9.0-10.0<br />

8.0-10.0<br />

Range<br />

5.0-10.0<br />

3.0-6.0<br />

6.0-10.0<br />

4.0-10.0<br />

2.0-10.0<br />

6.0-10.0<br />

6.0-10.0<br />

6.0-10.0<br />

6.0-10.0


Soddisfazione utenza<br />

Centri di L’Aqui<strong>la</strong> e Vasto<br />

Fondazione Il Cireneo<br />

Questionario genitori del<strong>la</strong> sca<strong>la</strong><br />

Orbetello Satisfaction Scale for child<br />

and adolescent mental health<br />

services (OSS-cam).<br />

Assi valutativi:<br />

• accesso al servizio ++<br />

• ambienti del servizio +<br />

• stile di <strong>la</strong>voro degli operatori +++<br />

• organizzazione del servizio ++<br />

• coinvolgimento del<strong>la</strong> famiglia ++<br />

• risultato dell’intervento ++<br />

• conclusioni generali +++


Un modello di<br />

sussidiarietà per<br />

l’autismo<br />

attivazione del<strong>la</strong> rete<br />

diffusa<br />

dei servizi specifici<br />

per l’autismo l autismo<br />

definendo<br />

gli standard<br />

di funzionamento<br />

e spostando<br />

l’attenzione attenzione dal<strong>la</strong> patologia<br />

ai bisogni ed ai diritti<br />

delle persone con autismo<br />

e delle loro famiglie

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