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IL SUCCESSO 2/2013

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<strong>IL</strong> <strong>SUCCESSO</strong> Gestione<br />

Numero 2 Dicembre 13<br />

11<br />

La cosa fondamentale è che sono tutte competenze<br />

acquisibili con della formazione specifica,<br />

la gestione di se stessi e le abilità relazionali<br />

sono sviluppabili e non sono una questione<br />

immutabilmente radicata nella personalità.<br />

Cosa s’intende per gestione integrata delle<br />

risorse umane?<br />

Sovente la gestione delle risorse umane nelle<br />

aziende è gestita unicamente da un punto di<br />

vista amministrativo, anche perché avere degli<br />

specialisti nei vari ambiti sarebbe molto oneroso.<br />

Quando parliamo di gestione integrata<br />

di risorse umane intendiamo il processo complessivo<br />

che va dalla ricerca di personale fino<br />

all’uscita del collaboratore dall’azienda. Nello<br />

specifico è provato che con una gestione<br />

complessiva del capitale umano si ottengono<br />

dei risultati degni di rilievo: la produttività<br />

aumenta fino al 40%, il tasso di assenteismo si<br />

riduce fino al 38%, i costi di turnover e ricerca<br />

di nuove figure si riducono di una quota compresa<br />

dal 31% al 63% (fonte: The European<br />

House Endered - Edenred Suisse SA - CRF Institute<br />

– Zurigo), per citare i dati più importanti.<br />

Per non dilungarmi cercherò di sintetizzare,<br />

senza entrare nel dettaglio, quali sono i macroprocessi<br />

che bisogna presidiare per poter<br />

gestire il capitale Umano in modo integrato:<br />

ricerca, selezione del personale che sono due<br />

processi ben distinti in quanto necessitano<br />

delle abilità e delle competenze completamente<br />

diverse, poi seguono, l’introduzione,<br />

l’amministrazione e la gestione strategica del<br />

personale. Una chiara politica retributiva, la<br />

cultura del colloquio di valutazione della prestazione,<br />

uno sviluppo ed una formazione<br />

strutturati, pianificazione della carriera ed un<br />

trattamento di fine rapporto definito completano<br />

una gestione integrata che permetterà<br />

all’azienda di gestire in maniera ottimale il<br />

proprio capitale umano. Sempre più le aziende<br />

si appoggiano a specialisti esterni per poter<br />

gestire l’intero processo o parte di esso, in<br />

quanto per loro non è pensabile da un punto<br />

di vista sia dei costi, sia della reperibilità delle<br />

competenze gestire l’intero processo dall’interno.<br />

Quali sono le indicazioni principali per<br />

saper valorizzare al meglio i talenti aziendali<br />

e trattenerli nella società?<br />

Per poter valorizzare i talenti è necessario investire<br />

su di loro formandoli adeguatamente<br />

con lo scopo di amplificare ulteriormente i<br />

talenti e le abilità esistenti. La parte delicata<br />

è effettivamente quella del trattenere un talento<br />

in azienda, malgrado la casistica sia<br />

complessa possiamo comunque riassumere il<br />

tutto nell’identificazione di una serie di benefici<br />

sia materiali che immateriali. Dal punto di<br />

vista materiale abbiamo certamente lo stipendio<br />

che deve situarsi nella fascia medioalta<br />

di mercato, al quale andrebbe aggiunta<br />

una retribuzione variabile mensile a seconda<br />

del raggiungimento dei risultati che dovrebbe<br />

rendere superiore alla media il pacchetto remunerativo<br />

complessivo. Benefit vari (pc, auto<br />

aziendale, quadro assicurativo sopra la media,<br />

abbonamenti palestra, ecc.) e servizi a disposizione<br />

(mensa, asili, ecc.) completano l’offerta<br />

di base. Un fattore che potrebbe divenire decisivo<br />

per la permanenza del talento in azienda<br />

potrebbe essere l’apertura alla partecipazione<br />

societaria nelle varie forme. Possiamo dire che<br />

la parte materiale, malgrado abbia un costo<br />

importante, è la più facile da implementare,<br />

diverso il discorso per la parte dei benefici<br />

immateriali. Il talento ha bisogno di percepire<br />

la stabilità del posto di lavoro e della relativa<br />

retribuzione per permettersi il suo mantenimento,<br />

l’appartenenza sia aziendale sia di un<br />

team di lavoro coeso che è diventato nel<br />

frattempo un gruppo di amici. La qualità e le<br />

responsabilità assegnate sia nelle attività che<br />

nei progetti sono determinanti per accrescere<br />

gli stimoli ed il grado di sfida del talento che<br />

potranno poi confluire in un chiaro e definito<br />

piano di carriera. Il riconoscimento dello status<br />

di collaboratore «speciale» appaga l’ego del<br />

talento e lo stimola a dare il meglio soprattutto<br />

se l’azienda lo mette in condizione di poter<br />

gestire al meglio e con equilibrio il lavoro e la<br />

vita privata (work life balance). Il tutto dovrà<br />

essere collocato in un quadro aziendale dal<br />

clima ideale dal punto di vista della condivisione<br />

dell’informazione e delle decisioni in<br />

un’adeguata e consolidata cultura aziendale.<br />

Intervista di Lisa Pantini,<br />

pubblicata su Ticino Business, edizione di<br />

luglio+agosto <strong>2013</strong>, rivista della Camera di<br />

commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei<br />

servizi del Cantone Ticino, Lugano<br />

ARU SA<br />

via Madonnetta 17, 6900 Lugano<br />

Tel. 091 290 29 00<br />

www.aru-sa.com

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