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primo piano<br />

Perché la riforma<br />

dell’EU ETS<br />

Dal 2005 l’EU ETS è lo strumento chiave, in Europa, per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti nei settori dell’industria e della<br />

generazione elettrica, secondo parametri di efficienza. Lo strumento sta funzionando: l’Unione è nella giusta direzione per raggiungere<br />

- ed anzi superare - l’obiettivo climatico al 2020. Ciononostante, per l’obiettivo del -40%– concordato dai capi di Stato e Governo nel<br />

quadro clima-energia 2030 – occorre assicurare un progresso continuo.<br />

È per questo che la scorsa estate, la Commissione europea ha presentato una proposta legislativa per rivedere le regole dell’EU ETS per<br />

il prossimo decennio. Tre gli elementi chiave: incremento della velocità nel taglio delle emissioni dopo il 2020; approccio maggiormente<br />

mirato per le allocazioni gratuite di quote di emissioni all’industria; rafforzamento dei finanziamenti per l’innovazione a basso<br />

contenuto di carbonio e modernizzazione nel settore energia.<br />

Un mercato europeo del carbonio virtuoso ha il potenziale di dare un contributo maggiore alla transizione verso un’economia<br />

energeticamente più sicura ed a basso contenuto di CO2. Primo al mondo per volume, l’EU ETS riveste un ruolo cruciale nello sforzo<br />

globale, concordato lo scorso dicembre a Parigi, nel quadro della prima intesa a livello internazionale di carattere universale per il clima.<br />

DIALOGO<br />

CON JOS DELBEKE<br />

Direttore Generale<br />

per il Clima Commissione<br />

Europea<br />

Jos Delbeke<br />

di Simone Aiello<br />

18<br />

<strong>Elementi</strong> 38

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