AMBIENTI DI APPRENDIMENTO
CAVALLARI-1
CAVALLARI-1
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PROGETTAZIONE PER COMPETENZE E<br />
<strong>AMBIENTI</strong> <strong>DI</strong> APPREN<strong>DI</strong>MENTO<br />
Christine Cavallari Dirigente Scolastico
L’AMBIENTE <strong>DI</strong> APPREN<strong>DI</strong>MENTO<br />
Partiamo da alcune domande<br />
• Come superare l’acquisizione<br />
di saperi inerti?<br />
• Quali sono i problemi educativi<br />
e della societa’ che l’approccio<br />
per competenza mira a<br />
risolvere?<br />
• Mente fotocopia o Mente<br />
originale?
PERCHÉ LE COMPETENZE?<br />
• Secondo Delvaux si tratta di un<br />
modello su cui almeno<br />
apparentemente confluiscono le<br />
aspettative del mondo del lavoro<br />
che richiede da tempo un<br />
ampliamento del SAPER FARE<br />
• e quelle delle correnti<br />
pedagogiche sviluppatesi sull’onda<br />
del pragmatismo di Dewey che<br />
richiedono un ampliamento del<br />
POTER FARE
COMPETENZE:<br />
RISPOSTA A 3 BISOGNI<br />
• BISOGNO FORMATIVO<br />
• BISOGNO COGNITIVO<br />
• BISOGNO <strong>DI</strong>DATTICO<br />
Carlo Petracca<br />
Centro Lisciani di Formazione e<br />
Ricerca
1. BISOGNO FORMATIVO<br />
A. SOCIETA’ CONOSCITIVA<br />
(E. Cresson, Insegnare e apprendere: verso la società<br />
conoscitiva - 1995)<br />
• Obsolescenza della conoscenza<br />
• Insufficienza del bagaglio conoscitivo<br />
• Crescita del potenziale conoscitivo<br />
• Pensiero logico e magico<br />
B. IDENTITA’ STORICA E SOCIALE DELL’IN<strong>DI</strong>VIDUO<br />
• Forme preoccupanti di esclusione<br />
• Senso di appartenenza<br />
C. EDUCARE AD ESSERE NEL TEMPO<br />
• Rapporto tra formazione umana e lavoro<br />
Carlo Petracca
2. BISOGNO COGNITIVO
metafore<br />
per l’apprendere<br />
focus psicologia<br />
lo studente<br />
comportamentismo<br />
anni 1900-1950<br />
introiettare<br />
risposte<br />
riceve<br />
passivamente<br />
cognitivismo<br />
anni 50 e 60<br />
acquisire<br />
conoscenza<br />
elabora e<br />
contiene la<br />
conoscenza<br />
costruttivismo<br />
anni 70 e 80<br />
costruire<br />
conoscenza<br />
costruisce<br />
la<br />
conoscenza
3. BISOGNO <strong>DI</strong>DATTICO<br />
La definizione della competenza in riferimento a un compito rende<br />
una finalità e un senso ai saperi (B. REY)<br />
• L’approccio per competenze permette alle<br />
attività scolastiche di avere una finalità e un<br />
uso percettibili dagli studenti<br />
• Questo può rappresentare una spinta verso la<br />
motivazione e verso il successo contro il<br />
fallimento e l’esclusione<br />
• La prospettiva di una utilizzazione possibile<br />
rende il sapere interessante e la sua visione<br />
rinnovata: il sapere non si ferma ad un insieme<br />
di nozioni, ma al senso che ad esso si dà (dalla<br />
conoscenza alla coscienza)<br />
• Il senso al sapere deriva dall’uso che di<br />
esso fa lo studente<br />
C. Petracca
QUALE AMBIENTE <strong>DI</strong> APPREN<strong>DI</strong>MENTO (I)<br />
• Quale ambiente di apprendimento se la<br />
Competenza è<br />
• la «comprovata capacità di usare<br />
conoscenze, abilità e capacità<br />
personali, sociali e/o metodologiche, in<br />
situazioni di lavoro o di studio e nello<br />
sviluppo professionale e/o personale; le<br />
competenze sono descritte in termine di<br />
responsabilità e autonomia»<br />
(definizione dell’EQF European Qualification<br />
Framework)<br />
Carlo Petracca<br />
Centro Lisciani di Formazione e Ricerca
QUALE AMBIENTE <strong>DI</strong> APPREN<strong>DI</strong>MENTO (II)<br />
Allora…<br />
• si parla di CAPACITA’, non semplicemente di usare<br />
o di mettere in atto le conoscenze.<br />
• Si fa ESPLICITAMENTE riferimento a<br />
un’ATTITU<strong>DI</strong>NE da mettere in atto e, riprendendo il<br />
concetto di Perrenoud, a SCHEMI <strong>DI</strong><br />
MOBILITAZIONE INTENZIONALE di una pluralità<br />
di conoscenze o meglio di risorse<br />
• ma allora la competenza non risiede nelle risorse o<br />
conoscenze da mobilitare, quanto nella<br />
MOBILITAZIONE stessa di tali risorse. La<br />
competenza allora consiste nel SAPER<br />
MOBILITARE, che sempre secondo Perrenoud fa<br />
pensare a un’ORCHESTRAZIONE, un<br />
coordinamento di risorse multiple ed eterogenee.<br />
(Cognizione+Azione)
IN QUALI CONTESTI?<br />
In quali contesti?<br />
• In situazioni di lavoro o di studio e nello<br />
sviluppo professionale e/o personale:<br />
• Solo situazioni complesse e inedite? No, infatti:<br />
se così fosse un’azione o un insieme di azioni<br />
applicate ad una situazione SEMPLICE non<br />
potrebbe essere considerata una competenza, così<br />
come se l’azione fosse applicata ad una situazione<br />
COMPLESSA ma usuale.<br />
Detto questo, ci possiamo chiedere se un chirurgo<br />
che effettua con successo tutti trapianti di cuore ai<br />
suoi pazienti dimostri competenza o no. (Marcel<br />
Crahay)<br />
Deve sicuramente dimostrarla nel gestire<br />
un’eventuale complicazione, ma deve essere<br />
comunque in grado di gestire le situazioni per lui<br />
ordinarie attraverso la standardizzazione e<br />
automatizzazione delle azioni.
QUALE TEORIA SUPPORTA LA<br />
PEDAGOGIA DELLE COMPETENZE?<br />
Quindi … Quale teoria supporta la pedagogia<br />
delle Competenze?<br />
Dalle situazioni semplici e complesse al<br />
campo concettuale (Vergnaud); cioè insieme di<br />
situazioni il cui trattamento implica:<br />
• schemi e concetti strettamente connessi<br />
• rappresentazioni linguistiche e simboliche<br />
delle situazioni<br />
• legame tra processi e conoscenze e tra<br />
concetti e rappresentazioni<br />
• sapere e saper fare, comprendere e agire)
QUALE IL RUOLO DELLE CONOSCENZE?<br />
• Influenzano le rappresentazioni<br />
che ognuno si costruisce in<br />
situazione<br />
• Determinano tre possibili campi<br />
di azione:<br />
o Esecuzione automatica<br />
o Esecuzione non automatica<br />
o Risoluzione di problemi<br />
Ma non sono sufficienti. Perché?
PERCHE’ LE CONOSCENZE NON SONO SUFFICIENTI?<br />
MODELLO CONCETTUALE <strong>DI</strong> RICHARD<br />
• Per agire in modo adeguato alla situazione è necessario<br />
COMPRENDERE la situazione, quindi MOBILITARE o<br />
COSTRUIRE una rappresentazione specifica della<br />
situazione.<br />
DENTRO LA SCUOLA<br />
• Noi possiamo facilmente osservare che troppo spesso gli<br />
studenti, pur essendo in possesso di conoscenze, non<br />
sono in grado di utilizzarle per risolvere problemi quotidiani.<br />
La loro attitudine a mobilitare la conoscenza più idonea dipende<br />
dal MODO in cui viene posto il problema. Ciò significa che la loro<br />
mente è ingombra di conoscenze inerti, cioè utili magari per<br />
riuscire in una prova di verifica, ma non per essere mobilitate in<br />
situazioni di vita. Questo porta con sé una grave conseguenza: gli<br />
studenti sono costretti a portarsi un doppio bagaglio di<br />
conoscenze e competenze: quelle acquisite in ambito<br />
scolastico e quelle che si costruiscono autonomamente o in<br />
interazione tra pari in contesti extrascolastici, che sono<br />
molto spesso in antitesi tra loro.
LA SOLUZIONE NELL’APPROCCIO PER COMPETENZE<br />
COGNIZIONE SITUATA (I)<br />
L’approccio per competenza si pone l’obiettivo di risolvere questo problema, di<br />
colmare il divario tra conoscenze costruite a scuola e saperi mobilitati<br />
nell’azione.<br />
COME?<br />
• Teoria della Cognizione Situata (Brown)- Psicologia cognitiva<br />
E’ NECESSARIO ripensare il rapporto tra conoscenze e risoluzione dei problemi,<br />
quindi tra il sapere e il saper fare o tra conoscenza e pratica. Non si può<br />
continuare a pensare alla pratica come un mero esercizio di ripetizione finalizzato a<br />
fissare una regola o un principio.<br />
• La pratica è allo stesso tempo fonte di conoscenza, sua finalità e campo di<br />
validazione.
LA SOLUZIONE NELL’APPROCCIO PER COMPETENZE<br />
COGNIZIONE SITUATA (II)<br />
• Non ha nessun fondamento epistemologico/scientifico la separazione tra<br />
CONOSCERE E FARE, né la convinzione che la conoscenza sia un’entità<br />
autosufficiente, indipendente dalla situazione in cui è appresa e utilizzata.<br />
• Da Dewey, col suo pragmatismo che contiene in sé i germi di una nuova teoria<br />
che si svilupperà successivamente, cioè la corrente della CONOSCENZA<br />
SITUATA, si sostiene che TUTTO il sapere è contestualizzato. Ci troviamo dentro<br />
a un quadro di riferimento teorico che fa capo alla PSICOLOGIA COGNITIVA.<br />
• Tra il fare e il conoscere sussiste un rapporto di tipo dialettico. “La situazione e<br />
l’attività in cui la conoscenza si sviluppa non sono elementi paralleli<br />
all’apprendimento e alla cognizione; ne sono una componente essenziale. Si<br />
potrebbe dire che le situazioni concorrono a produrre la conoscenza<br />
attraverso l’attività del discente” (Brown)<br />
• Lo studente deve costruire le Particolarizzazioni che rendono possibili le buone<br />
Generalizzazioni.<br />
• L’approccio per Competenze, quindi in situazione, aiuta a costruire le conoscenze<br />
nel contesto stesso del loro utilizzo
LE TRE FASI<br />
1^FASE 2^ FASE 3^ FASE<br />
• Contestualizzazione<br />
delle conoscenze.<br />
• Didattica laboratoriale<br />
• Metodo della ricerca<br />
• Abduzione<br />
Carlo Petracca<br />
Decontestualizzazione dei<br />
saperi o GENERALIZZAZIONE<br />
in una sorta di processo<br />
INDUTTIVO che conduce<br />
all’ASTRAZIONE quindi alla<br />
costruzione di concetti che<br />
operano una modifica della<br />
struttura del pensiero<br />
In questa fase è possibile il<br />
TRANSFERT o<br />
diversificazione contestuale<br />
Centro Lisciani di Formazione e<br />
Ricerca<br />
Ritorno riflessivo e<br />
metacognitivo in merito<br />
agli apprendimenti e alle<br />
competenze acquisite.
COME SVILUPPARE COMPETENZE?<br />
1. AMBIENTE <strong>DI</strong> APPREN<strong>DI</strong>MENTO<br />
(n.i)<br />
2. SETTING <strong>DI</strong>DATTICO<br />
3. SETTING COGNITIVO
1. AMBIENTE <strong>DI</strong> APPREN<strong>DI</strong>MENTO<br />
Che cos’è l’ambiente di apprendimento<br />
• Contesto di attività strutturate, “intenzionalmente”<br />
predisposto dall’insegnante che comprende le attività pensate<br />
e che diventa uno spazio di azione della mente.<br />
• Assume una forte connotazione metacognitiva: lo studente<br />
si abitua a riflettere sul proprio funzionamento mentale e a<br />
controllare la propria attività cognitiva.
2. SETTING <strong>DI</strong>DATTICO (a)<br />
<strong>DI</strong>DATTICA <strong>DI</strong>GITALMENTE AUMENTATA<br />
• Flipped Classroom<br />
• Modelli strutturati di<br />
Learning objects<br />
• Field-trips<br />
• e-tivieties
2. SETTING <strong>DI</strong>DATTICO (b)<br />
FLIPPED CLASSROOM e EAS<br />
Episodi di Apprendimento Situato. (Pier Cesare Rivoltella)<br />
Modello didattico tradizionale<br />
Classe: si ottengono<br />
informazioni<br />
Casa: si studia<br />
Attivismo pedagogico<br />
Casa: si ottengono<br />
informazioni<br />
Classe: si apprende
3. SETTING COGNITIVO (a)<br />
Cos’è l’Apprendimento?<br />
• L'apprendimento è un cambiamento<br />
relativamente permanente che deriva da<br />
nuova esperienza o dalla pratica di nuovi<br />
comportamenti, ovvero una modificazione di<br />
un comportamento complesso, abbastanza<br />
stabile nel tempo, derivante dalle esperienze<br />
di vita e/o dalle attività dal soggetto. Esso è<br />
dunque un processo "esperienziale": le<br />
nostre esperienze, compresa l'attuazione di<br />
nuove attività, possono infatti influenzare<br />
significativamente le nostre connessioni<br />
neuronali e quindi le nostre strutture<br />
cerebrali.<br />
Wikipedia
3.SETTING COGNITIVO (b)<br />
Stadi di elaborazione (Giacomo Stella)<br />
Concetti<br />
(spiegazioni)<br />
Apprendimento<br />
esplicito<br />
(istruzioni)<br />
• Intenzionalità<br />
Apprendimento implicito<br />
(istruzioni)<br />
Apprendimento implicito<br />
(esperienza)
3. SET COGNITIVO (c)<br />
Inefficienza degli stadi di elaborazione implicita<br />
Giacomo Stella<br />
Concetti<br />
(spiegazioni)<br />
Apprendimento<br />
esplicito<br />
(istruzioni)
3. SET COGNITIVO (d)<br />
ecuperare efficienza dell'apprendimento implicito<br />
Giacomo Stella<br />
Concetti<br />
(spiegazioni)<br />
Apprendimento<br />
esplicito (istruzioni)
3. SET COGNITIVO (e)<br />
Evitare di produrre «rumore cognitivo»<br />
Giacomo Stella<br />
Concetti<br />
(spiegazioni)<br />
Apprendimento<br />
esplicito<br />
(istruzioni)
COMPETENZE: COME PROMUOVERLE?<br />
Carlo Petracca<br />
1. Essenzializzare: la ricerca dei nuclei<br />
fondanti<br />
2. Integrazione disciplinare: linguaggio<br />
3. Sviluppo di conoscenze procedurali<br />
4. Problematizzazione dell’apprendimento<br />
5. Contestualizzazione<br />
6. Costruzione sociale<br />
7. Didattica laboratoriale - Operare per<br />
progetti<br />
8. Compiti di realtà<br />
9. Apprendimento come cognizione<br />
situata<br />
10. Sviluppo dei processi cognitivi
QUALE CONCETTO <strong>DI</strong><br />
AMBIENTE <strong>DI</strong> APPREN<strong>DI</strong>MENTO EMERGE?<br />
(Indicazioni Nazionali 1° ciclo)<br />
• Spazio di pensiero<br />
• Spazio delle routine di costruzione sociale<br />
del sapere<br />
• Spazio in cui attribuire senso a ciò che si<br />
va imparando<br />
• Spazio per approcci operativi alla<br />
conoscenza per favorire l’esplorazione e la<br />
scoperta<br />
• Spazio di inclusione e accoglienza<br />
• Spazio per l’apprendimento collaborativo<br />
• Spazi virtuali per la condivisione<br />
• Spazio per l’imparare a imparare<br />
• Spazio laboratoriale<br />
• Spazio metacognitivo
QUALE SCENARIO<br />
PER L´APPREN<strong>DI</strong>MENTO? (I)<br />
a) Ambiente sociale come contesto relazionale dal quale<br />
apprendere attraverso l’interiorizzazione;<br />
b) L’incontro tra le menti permette il cambiamento e la<br />
trasformazione;<br />
c) L’organizzazione della classe (e della scuola) deve far<br />
sperimentare l’azione, la riflessione, la comprensione,<br />
l’azione democratica, la solidarietà, la cooperazione;<br />
a) Ricerca Pedagogica<br />
LUB – Facoltá Scienze della Formazione
QUALE SCENARIO<br />
PER L´APPREN<strong>DI</strong>MENTO? (II)<br />
L`ambiente di apprendimento viene progettato per la scoperta e la<br />
soluzione di problemi.<br />
In esso vi sono<br />
- “oggetti” per la ricerca di contenuti (libri, testi, internet, cd-rom, video,);<br />
- “processi” che permettono agli allievi di utilizzare i contenuti con<br />
efficacia (verifica di ipotesi, casi di studio, gruppi di lavoro, metodi per la<br />
ricerca, scambi di opinioni continue con l´insegnante e i compagni).
CREARE L’AMBIENTE <strong>DI</strong><br />
APPREN<strong>DI</strong>MENTO<br />
Lepida Scuola<br />
Puntare sulla MOTIVAZIONE perché stanno affrontando un “problema reale”<br />
su cui possono “dire la loro” e/o interfacciarsi con “utenti esterni alla scuola”<br />
Chiarire OBIETTIVI , COMPITI e TEMPI<br />
Chiarire le caratteristiche del PRODOTTO finale<br />
Chiarire e condividere gli strumenti di VALUTAZIONE<br />
Promuovere l’uso delle tecnologie (BYOD)
LA PROGETTAZIONE<br />
L’EVOLUZIONE DEI MODELLI (I)<br />
• PROGETTAZIONE PER MAPPE CONCETTUALI<br />
• PROGRAMMAZIONE PER SFONDO INTEGRATORE O PER CONTESTO<br />
• LA POSTPROGRAMMAZIONE<br />
•LA PROGETTAZIONE MODULARE<br />
• LA PROGETTAZIONE PER COMPETENZE<br />
C. Petracca<br />
Progettazione
L’EVOLUZIONE DEI MODELLI (II)<br />
PROGETTAZIONE PER OBIETTIVI<br />
Concezione<br />
sommatoria del sapere<br />
Comportamentismo<br />
Cognitivismo<br />
PROGETTAZIONE PER MAPPE CONCETTUALI<br />
Costruzione e<br />
organizzazione dei<br />
concetti<br />
Strutturalismo<br />
Costruttivismo<br />
PROGRAMMAZIONE PER SFONDO<br />
INTEGRATORE O PER CONTESTO<br />
(Bateson- Canevaro)<br />
Costruttivismo<br />
Capacità di sapersi<br />
C. Petracca Progettazione Ecologia della mente33<br />
rappresentare in un<br />
contesto
L’EVOLUZIONE DEI MODELLI (III)<br />
LA POST-PROGRAMMAZIONE<br />
Ipercomplessità Pensiero<br />
debole<br />
Conoscenza come<br />
processo<br />
Soggettività<br />
LA PROGETTAZIONE MODULARE<br />
Pensiero reticolare<br />
Mappa attrezzata di<br />
conoscenze ed esperienze<br />
Organizzazione delle<br />
conoscenze Rilettura<br />
epistemologica delle<br />
discipline<br />
LA PROGETTAZIONE PER COMPETENZE<br />
C. Petracca Progettazione
PROGETTAZIONE<br />
I TRAGUAR<strong>DI</strong> PER COMPETENZE<br />
I traguardi di sviluppo delle competenze rappresentano:<br />
1.Riferimenti ineludibili per l’azione didattica<br />
-«Essi rappresentano dei riferimenti ineludibili per gli insegnanti, indicano piste<br />
culturali e didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l'azione educativa<br />
allo sviluppo integrale dell'allievo.<br />
2. Criteri per la valutazione delle competenze<br />
-Nella scuola del primo ciclo i traguardi costituiscono criteri per la valutazione<br />
delle competenze attese …<br />
3. Sono prescrittivi, le scuole possono scegliere le modalità di sviluppo<br />
-Le scuole hanno la libertà e la responsabilità di organizzarsi e di scegliere<br />
l'itinerario più opportuno per consentire agli studenti il miglior conseguimento<br />
dei risultati.<br />
Carlo Petracca
PROGETTAZIONE<br />
OBIETTIVI <strong>DI</strong> APPREN<strong>DI</strong>MENTO<br />
Obiettivi di apprendimento<br />
1.Individuano campi del sapere, conoscenze e abilità ritenuti<br />
indispensabili al fine di raggiungere i traguardi di sviluppo delle<br />
competenze<br />
2.Devono essere tenuti presenti dai docenti per la loro progettazione<br />
didattica con attenzione alle condizioni di contesto, didattiche e<br />
organizzative mirando ad un insegnamento ricco ed efficace.<br />
3. Sono organizzati in nuclei tematici e definiti in relazione a periodi<br />
didattici lunghi<br />
Carlo Petracca
PROGETTAZIONE<br />
PER OBIETTIVI<br />
MODELLO <strong>DI</strong> PROGETTAZIONE PER OBIETTIVI<br />
Analisi situazione<br />
definizione obiettivi<br />
Criteri di verifica e valutazione<br />
definizione metodi e attività<br />
A.H. NICHOLLS, Guida pratica all’elaborazione del curricolo. Feltrinelli, Bologna, 1991<br />
Carlo Petracca
PROGETTAZIONE<br />
PER COMPETENZE<br />
MODELLO <strong>DI</strong> PROGETTAZIONE PER COMPETENZE<br />
1. Definizione dei traguardi di competenze<br />
e obiettivi di apprendimento<br />
2. Analisi della situazione 5. Criteri di verifica e valutazione<br />
3. Selezione dei traguardi<br />
di competenza e degli obiettivi<br />
4. Selezione esperienze di apprendimento<br />
BISOGNO = <strong>DI</strong>SCREPANZA TRA SITUAZIONE REALE E SITUAZIONE ATTESA<br />
TRA ESSERE E DOVER ESSERE<br />
Carlo Petracca
APOLOGO G.H. Reavis<br />
Tanti e tanti anni fa, gli animali decisero che dovevano fare qualcosa per affrontare i<br />
problemi del “mondo nuovo” e così organizzarono una scuola.<br />
Essi adottarono un curricolo di attività consistenti nel correre, arrampicarsi, nuotare e volare<br />
e, perché ne fosse reso più facile lo svolgimento, tutti gli animali parteciparono<br />
all’insegnamento di tutte e quattro le materie.<br />
L’anatra era un’alunna eccellente nel nuoto, migliore di fatto dello stesso istruttore, e fece<br />
dei buoni passi in avanti nel volare, ma era una frana nella corsa. Dato che era così lenta in<br />
quest’ultima materia, fu costretta ad andare al doposcuola e anche a saltare nuoto per<br />
praticare la corsa. Questo finchè le sue zampe membranose si consumarono in malo modo<br />
e finì per diventare mediocre anche nel nuoto. Ma la mediocrità a scuola la si accettava<br />
pure, sicchè nessuno se ne preoccupò tranne l’anatra stessa. Il coniglio fu dall’inizio il primo<br />
della classe nella corsa, ma ebbe un crollo nervoso tanta fu la fatica che dovette porre nel<br />
nuotare.<br />
Lo scoiattolo era bravissimo nell’arrampicarsi, finchè non sviluppò una grave frustrazione<br />
nella classe di apprendimento del volo, dove il suo insegnante lo fece cominciare dal basso<br />
in alto, anziché dalla cima dell’albero in giù. Si beccò pure, a causa della iperesercitazione,<br />
delle contrazioni muscolari e finì per avere un “buono” nell’arrampicamento e un “discreto”<br />
nella corsa.<br />
L’aquila era un bambino-problema e si dovette sottoporla a severa disciplina. Nella classe di<br />
arrampicamento batteva tutti gli altri nel raggiungere la cima dell’albero, ma insisteva<br />
nell’usare il suo proprio modo di arrivarvi.<br />
Alla fine dell’anno, un’anguilla anomala che poteva nuotare straordinariamente bene, e un<br />
poco anche correre, arrampicarsi e volare ebbe la media più alta e, promossa, ebbe<br />
l’onorifico incarico di tenere il discorso di commiato.
APPROCCIO PER COMPETENZE<br />
BIBLIOGRAFIA <strong>DI</strong> RIFERIMENTO<br />
AA.VV., La scuola dell’obbligo tra conoscenze e competenze, Treelle, Genova, 2010<br />
A.M. AIELLO, La competenza, Il Mulino, Bologna, 2002<br />
G. BERTAGNA, Valutare tutti, valutare ciascuno, Editrice La Scuola, Brescia, 2004<br />
F. CAMBI, Saperi e competenze, Laterza, Bari, 2004<br />
M. CASTOL<strong>DI</strong>, Valutare le competenze,. Percorsi e strumenti, Roma, Carocci, 2009<br />
M. COMOGLIO, La “ valutazione autentica”, in , n.1, 2002<br />
L.GUASTI, Didattica per competenze, Erickson. Trento, 2012<br />
ISFOL, Apprendimento di competenze strategiche, F. Angeli, Milano, 2004,<br />
D. MACCARIO, Insegnare per competenze, SEI, Torino, 2006<br />
D. MACCARIO, A scuola di competenze, SEI, Torino, 2012<br />
P. MEIRIEU, Imparare … ma come?, Cappelli Editore, Bologna, 1990<br />
A. MONASTA, Organizzazione del sapere, discipline e competenze, Carocci, Roma, 2002<br />
PH. PERRENOUD, Costruire competenze a partire dalla scuola, Anicia, Roma, 2000<br />
M. PELLEREY, Le competenze individuali e il Portfolio, ETAS, Milano, 2004<br />
M. PELLEREY, Competenze, Tecnodid, Napoli, 2010<br />
C. PETRACCA, Progettare per competenze. Paravia Bruno Mondadori, Milano, 2003<br />
C. PETRACCA, Guida al portfolio, Paravia Bruno Mondadori, Milano, 2005<br />
C. PETRACCA, Cultura, scuola, persona e idea di cittadinanza in S. Loiero – M. Spinosi, Fare scuola con le indicazioni, Tecnodid,<br />
Napoli, 2012<br />
C. PETRACCA, Cultura e prospettive della valutazione, in P. Ellerani – M.R.Zanchin, Valutare per apprendere. Apprendere a valutare,<br />
Erickson, Trento, 2013<br />
C. PETRACCA, La costruzione del curricolo per competenze, Lisciani, Teramo, 2015<br />
C. PETRACCA, Sviluppare competenze … ma come?, Lisciani, Teramo, 2015<br />
C. PETRACCA, Valutare e certificare nella scuola, Lisciani, Teramo, 2015<br />
B. REY, Ripensare le competenze trasversali, Franco Angeli, Milano, 2003<br />
M. SPINOSI, Valutazione e portfolio, Tecnodid Editrice, Napoli, 2005<br />
M. SPINOSI (a cura), Sviluppo di competenze per una scuola di qualità, Tecnodid, Napoli 2010<br />
C. TORRIGIANI, I. VAN DER VLIET , Formazione integrata e competenze, Carocci, Roma, 2002
Valutazione<br />
‣ INTERPRETATIVA - NARRATIVA<br />
• Parlare di valutazione comporta la ricerca di metodologie<br />
interpretative che consentano a chi ha compiti formativi di<br />
interpretare vite, culture e mondi immediatamente<br />
incomprensibili e cognitivamente estranei.<br />
• Il soggetto in apprendimento diventa un soggetto da<br />
ascoltare, ha una storia cognitiva da raccontare, un romanzo<br />
di formazione che aiuta a comprendere il senso di quella<br />
storia.<br />
• La conversazione autobiografica della valutazione è una<br />
delle strade promettenti; la sua cultura è un “testo” da<br />
interpretare, se l’insegnante ha competenze etnografiche o<br />
ermeneutiche >>.<br />
Carlo Petracca<br />
Centro Lisciani di Formazione e<br />
Ricerca
Valutazione<br />
‣ INTERPRETATIVA – NARRATIVA<br />
Quando l’insegnante valuta il<br />
prodotto finale ignora il processo logico<br />
ed emotivo compiuto dall’alunno,<br />
quando osserva il processo e raccoglie<br />
informazioni coglie solo alcune<br />
manifestazioni (quelle visibili) del<br />
vissuto logico ed emotivo<br />
dell’apprendimento compiuto.<br />
‣<br />
Carlo Petracca<br />
Centro Lisciani di Formazione e<br />
Ricerca
Valutazione<br />
‣ RIFLESSIVA - METACOGNITIVA<br />
• Se il pensiero tende ad essere sempre più etnografico<br />
e negoziabile, i processi valutativi tendono ad essere<br />
sempre più idiografici, si affidano a tecniche narrative,<br />
interpretative e soprattutto riflessive.<br />
• La metariflessione orale costituisce anche una<br />
occasione straordinaria per insegnare agli studenti in<br />
modo individualizzato a riflettere sui loro lavori e per<br />
sviluppare in loro una struttura cognitiva più ricca e<br />
critica<br />
Carlo Petracca<br />
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‣ PROATTIVA<br />
Valutazione<br />
• Non solo assiste l’apprendimento, ma lo favorisce<br />
durante il processo, lo motiva all’origine.<br />
• Pedagogia dell’errore<br />
• Pedagogia dei piccoli passi<br />
• La gratificazione<br />
• B. Bettelheim: ><br />
Carlo Petracca<br />
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IL PARA<strong>DI</strong>GMA INTEPRETATIVO<br />
GLI APPREN<strong>DI</strong>MENTI CONSEGUITI<br />
NON SONO SOLO<br />
UNA REALTA’ DA GIU<strong>DI</strong>CARE<br />
(VALUTAZIONE SOMMATIVA)<br />
UNA REALTA’ DA SPIEGARE<br />
(VALUTAZIONE FORMATIVA)<br />
MA UNA REALTA’ DA COMPRENDERE E<br />
INTERPRETARE<br />
Carlo Petracca<br />
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CONCETTO<br />
CO<br />
ATTUALE<br />
VALUTAZIONE<br />
SOMMATIVA<br />
MISURARE<br />
GIU<strong>DI</strong>CARE<br />
VALUTAZIONE<br />
•FORMATIVA<br />
•ORIENTATIVA<br />
•CONTINUA<br />
•VERIFICA<br />
•REGOLATIVA<br />
•AUTOVALUTAZIONE<br />
VALUTAZIONE<br />
INTERPRETATIVA<br />
NARRATIVA<br />
RIFLESSIVA<br />
PROATTIVA<br />
AUTENTICA<br />
SELEZIONARE FORMARE PROMUOVERE<br />
Carlo Petracca<br />
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VALUTAZIONE COMPETENZE<br />
NON PROVE STANDAR<strong>DI</strong>ZZATE …<br />
> (Ph. Perrenoud)<br />
… MA<br />
VALUTAZIONE AUTENTICA<br />
Carlo Petracca<br />
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Valutazione competenze<br />
AUTENTICA O ALTERNATIVA<br />
• Movimento di pensiero che nasce negli Stati Uniti negli anni ’90<br />
• Si contrappone alle prove tradizionali che hanno i seguenti limiti:<br />
• a) non accertano quello che può essere definito<br />
. “Apprendimento oltre”;<br />
b) si concentrano sulla restituzione dell’appreso<br />
c) accertano principalmente conoscenze e abilità<br />
d) non sono in grado di accertare le competenze<br />
e) ostacola l’autovalutazione.<br />
Carlo Petracca<br />
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Valutazione competenze<br />
AUTENTICA O ALTERNATIVA<br />
• Ha le seguenti caratteristiche:<br />
La valutazione autentica si ha >[1].<br />
Carlo Petracca<br />
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Valutazione competenze<br />
AUTENTICA O ALTERNATIVA<br />
• Ha le seguenti caratteristiche:<br />
La valutazione autentica, inoltre, persegue:<br />
> (Winograd &<br />
Perkins)<br />
Carlo Petracca<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
Il riconoscimento di una competenza in uno<br />
studente come in un qualsiasi soggetto non è<br />
impresa facile, tuttavia la letteratura finora<br />
riconosce che tre sono le modalità attraverso cui<br />
si può pervenire alla valutazione delle<br />
competenze:<br />
• A. COMPITI <strong>DI</strong> REALTA’<br />
• B. OSSERVAZIONE SISTEMATICA<br />
• C. AUTOBIOGRAFIE<br />
Carlo Petracca<br />
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Compito di realtà o situazione<br />
problema<br />
Si tratta di situazioni che richiedono<br />
agli studenti di utilizzare il loro sapere<br />
mobilitando abilità e conoscenze in<br />
contesti nuovi, combinando in modo<br />
originale dimensioni cognitive,<br />
motivazionali, socio-affettive.<br />
Caratteristiche del compito di realtà<br />
Carlo Petracca<br />
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FORMAT DEL COMPITO <strong>DI</strong> REALTA’<br />
Complessità e novità<br />
Contesto luogo e tempo<br />
Il compito deve essere articolato in modo<br />
tale che le risposte non siano di immediata e<br />
facile individuazione.<br />
La situazione-problema posta, inoltre, deve<br />
essere inedita, ossia si deve presentare per<br />
la prima volta agli alunni, altrimenti si<br />
annulla la problematidtà e si entra nel<br />
tradizionale campo della restituzione<br />
dell'appreso.<br />
Un compito di realtà per essere reale deve<br />
necessariamente indicare il contesto, i tempi<br />
e i luoghi di realizzazione. il principio di<br />
realtà può essere assicurato anche con la<br />
trasposizione temporale o spaziale del<br />
contesto e quindi con situazioni immaginate<br />
come possibili.<br />
Disdplinarità e pluri·interdisdplinarità<br />
È preferibile che il compito di realtà sia pluriinter-<br />
disdplinare, ma non si esclude che<br />
possa essere disdplinare. In ogni modo<br />
vanno sempre indicate le discipline<br />
coinvolte.
Compiti di realtà finali e intermedi<br />
Conoscenze acquisite e da acquisire<br />
In una Unità di Apprendimento, oltre al compito<br />
di realtà finale che viene svolto per tutta la<br />
durata dell'attività, possono essere previsti<br />
anche compiti di realtà intennedi che<br />
richiedono minor tempo di svolgimento.<br />
Le conoscenze necessarie alla realizzazione del<br />
compito di realtà possono essere già acquisite<br />
totalmente o in parte, oppure vengono acquisite<br />
lungo il percorso.<br />
Individuale e collettivo<br />
Destinatario e scopo<br />
È preferibile che un compito di realtà venga<br />
svolto da un gruppo ristretto di alunni, ma non è<br />
esduso che in alcune circostanze possa essere<br />
svolto in fonna individuale.<br />
Indicare il destinatario e lo scopo del prodotto<br />
finale da elaborare rappresenta un altro<br />
ineludibile principio di realtà.
VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
A. COMPITI <strong>DI</strong> REALTA’: disciplinari<br />
o trasversali?<br />
><br />
M. Pellerey<br />
Carlo Petracca<br />
Centro Lisciani di Formazione e<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
A. COMPITI <strong>DI</strong> REALTA’: complessità e<br />
novità<br />
><br />
M. Pellerey<br />
Carlo Petracca<br />
Centro Lisciani di Formazione e<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
A. COMPITI <strong>DI</strong> REALTA’: complessità<br />
e novità<br />
> B. Rey, 2003<br />
Carlo Petracca<br />
Centro Lisciani di Formazione e<br />
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VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE<br />
deve indicare:<br />
1. Complessità e novità<br />
2. Contesto luogo e tempo<br />
3. Disciplinarità e pluri-interdisciplinarità<br />
4. Compiti di realtà finali e intermedi<br />
5. Conoscenze acquisite e da acquisire<br />
6. Individuale e collettivo<br />
7. Destinatario e scopo<br />
Carlo Petracca<br />
Centro Lisciani di Formazione e<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
A. ESEMPI <strong>DI</strong> COMPITI <strong>DI</strong> REALTA’:<br />
• Progettare un opuscolo guida, utile ad un<br />
bambino che abbia intenzione di visitare un luogo<br />
storicamente rilevante della tua realtà cittadina,<br />
avvalendosi delle risorse messe a disposizione<br />
(testi, cartine, fotografie, internet ecc)<br />
• Utilizzando immagini, slogan, parole, ecc.<br />
realizza una campagna informativa su<br />
“L’acqua e il suo valore”<br />
Carlo Petracca<br />
Centro Lisciani di Formazione e<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
A. ESEMPI <strong>DI</strong> COMPITI <strong>DI</strong> REALTA’:<br />
• Con l’aiuto della vostra insegnante, reperite a gruppi di 4<br />
o 5 componenti, fonti scritte, iconografiche, materiali e<br />
orali (quelli possibili) sulla vostra scuola e costruite un<br />
dépliant per illustrarne la storia ai vostri genitori.<br />
• Dopo aver letto tutti documenti relativi agli scribi<br />
immaginate, in gruppi di 4-5 componenti, di essere<br />
giornalisti egizi che fanno una intervista a uno scriba.<br />
Costruite le domande che volete riporgergli e immaginate<br />
le risposte che vi potrebbe dare<br />
• Organizza un viaggio a … per un gruppo di persone che<br />
chiede … Fax<br />
Carlo Petracca<br />
Centro Lisciani di Formazione e<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
A. ESEMPI <strong>DI</strong> COMPITI <strong>DI</strong> REALTA’:<br />
• Descrivi matematicamente la tua classe. Tieni<br />
presente che non puoi usare parole e che la tua<br />
descrizione è rivolta a bambini della scuola<br />
dell’infanzia che non sanno ancora leggere.<br />
• Illustrate le caratteristiche della scuola in<br />
Inghilterra basandovi sulle informazioni presenti<br />
nelle tre letture riportate nel vosttro libro.<br />
• Dopo aver composto un mobiletto usando diversi<br />
pezzi, scrivi l’istruzione per la sua composizione<br />
Carlo Petracca<br />
Centro Lisciani di Formazione e<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
A. ESEMPI <strong>DI</strong> COMPITI <strong>DI</strong> REALTA’:<br />
• Davanti la vostra scuola esiste uno spazio verde<br />
non attrezzato. Provate, in gruppi di 4-5<br />
componenti, a fare un progetto che indichi come<br />
vorreste sistemarlo. Inviate poi il progetto più<br />
bello da voi scelto al vostro dirigente scolastico<br />
con una lettera di accompagnamento.<br />
• Osservate, in gruppi di 4-5 componenti, i simboli<br />
cartografici riportati in alto e inventatene altri<br />
per segnalare la presenza di edifici, chiese,<br />
ospedali, piazze, ponti, ecc. Con i simboli che<br />
avete inventato rappresentate il territorio in cui è<br />
inserita la vostra scuola.<br />
Carlo Petracca<br />
Centro Lisciani di Formazione e<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
A. COMPITI <strong>DI</strong> REALTA’: I PROGETTI<br />
B. PBL JONASSEN (Problem/Project Based<br />
Learning)<br />
> B. Rey, 2003<br />
Carlo Petracca<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
Limiti dei compiti di realtà:<br />
con i compiti di realtà noi possiamo cogliere la<br />
manifestazione esterna della competenza, ossia la<br />
capacità dell’allievo di portare a termine il<br />
compito assegnato …<br />
> M. Pellerey<br />
MA … occorre disporre di un ventaglio più ampio di<br />
informazioni<br />
Carlo Petracca<br />
Centro Lisciani di Formazione e<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
B. OSSERVAZIONE SISTEMATICA: modalità<br />
Le osservazioni sistematiche:<br />
A) permettono di rilevare il processo<br />
ossia la capacità dell’alunno di interpretare<br />
correttamente il compito assegnato, di coordinare<br />
conoscenze, abilità e disposizioni interne in maniera<br />
valida ed efficace, di valorizzare risorse esterne<br />
eventualmente necessarie o utili …<br />
B) permettono di rilevare le competenze relazionali<br />
ossia i comportamenti collaborativi nel contesto<br />
della classe, durante le attività extrascolastiche, la<br />
ricreazione, ecc.<br />
Carlo Petracca<br />
Centro Lisciani di Formazione e<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
B. OSSERVAZIONE SISTEMATICA: modalità<br />
• Le modalità di osservazione possono essere:<br />
• più o meno strutturate<br />
• più o meno partecipanti<br />
• MA:<br />
• devono riferirsi ad aspetti specifici che<br />
caratterizzano la prestazione (indicatori di<br />
competenza)<br />
• devono prendere in considerazione una pluralità di<br />
prestazioni<br />
Carlo Petracca<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
B. OSSERVAZIONE SISTEMATICA: gli strumenti<br />
osservativi<br />
• griglie strutturate che indicano il comportamento in<br />
modo globale<br />
• griglie strutturate che indicano il comportamento<br />
con la frequenza (MAI, QUALCHE VOLTA,<br />
SPESSO, SEMPRE)<br />
• griglie strutturate che indicano il comportamento con<br />
i livelli (A, B, C, D, E)<br />
Carlo Petracca<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
• B. OSSERVAZIONE SISTEMATICA: gli<br />
strumenti osservativi<br />
Carlo Petracca<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
Limiti dell’osservazione:<br />
><br />
(M. Pellerey )<br />
(la parte sommersa dell’iceberg)<br />
Carlo Petracca<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
C. AUTOBIOGRAFIE/AUTOVALUTAZIONE:<br />
• Far raccontare le scelte operative compiute o da<br />
compiere nell’affrontare un compito<br />
• Far descrivere la successione delle operazioni<br />
compiute evidenziando gli errori più frequenti e i<br />
possibili miglioramenti<br />
• Far esprimere l’autovalutazione non solo del<br />
prodotto, ma anche del processo produttivo adottato<br />
Biografia linguistica<br />
Biografia matematica<br />
Carlo Petracca<br />
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AUTOBIOGRAFIA<br />
ALCUNE POSSIBILI DOMANDE<br />
-In questi mesi abbiamo svolto questa attività.<br />
Cosa ti è piaciuto di più? Perché?<br />
Cosa non ti è piaciuto? Perché?<br />
Che cosa non avresti mai immaginato? Perché?<br />
Cosa è stato difficile?<br />
Come hai superato gli ostacoli?<br />
Hai commesso errori?<br />
Quali aspetti miglioreresti nel ripetere un’iniziativa simile?<br />
Che valutazione ti daresti utilizzando le lettere A B C D?<br />
Carlo Petracca<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
C. AUTOBIOGRAFIE/AUTOVALUTAZIONE:<br />
• diario di bordo<br />
• a) Può essere individuale o di gruppo.<br />
• b) Può essere scritto o utilizzare codici diversi. Per favorire la<br />
narrazione, dare la possibilità di utilizzare anche registratore,<br />
disegni, grafici, ecc..<br />
• c) Può essere privato o condivisibile; in quest’ultimo caso,<br />
ogni alunno può decidere cosa condividere del proprio diario<br />
di bordo.<br />
• d) Le modalità (di cui sopra) possono essere contrattate con la<br />
classe o proposte dall’insegnante.<br />
Carlo Petracca<br />
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VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE<br />
COMPETENZE<br />
C. AUTOBIOGRAFIE/AUTOVALUTAZIONE:<br />
• diario di bordo<br />
• Può essere un lavoro molto gravoso, sia per gli studenti che per i docenti,<br />
ma molto ricco:<br />
• Rappresenta prima di tutto la possibilità di documentare a livello<br />
individuale e di gruppo il percorso svolto. Gli insegnanti avrebbero quindi<br />
una testimonianza scritta di come le attività proposte sono state vissute ed<br />
elaborate.<br />
• Il percorso didattico inoltre diventa visibile e comunicabile anche ad<br />
altri insegnanti, nei suoi diversi passaggi.<br />
• L’elaborazione scritta può rappresentare uno strumento<br />
didattico/educativo perchè favorisce un primo passaggio dall’esperienza al<br />
sapere, permettendo quindi la metacognizione e introducendo alla<br />
sistematizzazione delle conoscenze.<br />
Carlo Petracca<br />
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