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guida “Puglia - Fedagri - Confcooperative

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delle nobili corti.<br />

Andrea Bacci, scrittore di quell’epoca tra i più popolari<br />

ed esperto in materia, ricorda nella sua opera monumentale<br />

“De naturali vinorum historia”, un compendio<br />

in sette libri su tutti i vini conosciuti, che nelle zone di<br />

Lecce, Brindisi e Bari si producono vini di “ottima qualità”;<br />

dei rossi di Foggia e del Gargano dirà che sono vini<br />

di “media forza ma sinceri nella sostanza, sicché durano<br />

fino al terzo anno e anche di più”.<br />

Questa Regione è ricordata anche per essere stata un<br />

punto di riferimento per il commercio del vino. Nel ‘600<br />

diventò la cantina d’Europa, ai tempi della Compagnia<br />

delle Indie che fece base a Brindisi. Dal 1870 al 1900 la<br />

viticoltura di questa Regione ebbe una grande espansione:<br />

la superficie vitata passò da 90 a circa 300 ettari.<br />

In poche altre parti del mondo si è assistito, per aree di<br />

ampia estensione come questa, a mutamenti così radicali<br />

in tempi relativamente brevi. Il primo impulso a<br />

questo processo derivò dalla enorme richiesta di vino<br />

proveniente dalla Francia, a causa della distruzione dei<br />

vigneti, provocata dalla filossera; è questo il periodo in<br />

cui giungono in Puglia gli imprenditori francesi che qui<br />

iniziarono a produrre vino da esportare in Francia, Germania<br />

e Austria. Hanno un grande successo, pur se<br />

come vini da taglio, le produzioni delle zone viticole di<br />

Barletta, Brindisi, Corato, Gallipoli, Lecce e Ruvo. Su que-<br />

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