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Wetzlar-1939 - Personale femminile impiegato nel reparto dove si controllava la molatura periferica delle singole lenti Dopo il 1942 e fino al termine della guerra, la produzione fu pressoché interamente utilizzata per soddisfare le commesse militari. La mancanza di cromo che investì in quel periodo tutta la Germania, costrinse la Leitz a sostituire con la vernice le appariscenti cromature <strong>dei</strong> propri apparecchi. La scelta cadde su uno smalto grigio-azzurro che sicuramente fu ritenuto idoneo per il compito militare a cui le fotocamere erano presumibilmente destinate. Leicapassion 3-2006 pag.46
L’impiego delle Leica in estreme condizioni climatiche da parte delle forze armate germaniche, richiese un’importante modifica per evitare che le basse temperature ne pregiudicassero l’utilizzo. Fu realizzata una versione della Leica IIIC in cui tutte le parti in movimento dell’otturatore erano montate su cuscinetti a sfera (kugellager). Sull’argomento sarà mia premura dedicare un approfondimento particolare in uno <strong>dei</strong> prossimi appuntamenti con Leicapassion. RINNOVATA NEL DOPOGUERRA La Leica IIIc fu la fotocamera della Leitz che contribuì a risollevare le sorti del marchio tedesco nel dopoguerra. Le copiose richieste di materiale fotografico che giungevano a Wetzlar erano rassicuranti per il futuro dell’azienda, ma la fase transitoria e la ristrutturazione non gli permetteva di evadere tutti gli ordini. Perdurava, anche in quel periodo, la difficoltà nel reperire le materie prime come il cromo. Nel 1946 sotto l’osservazione dell’esercito d’occupazione americano, furono prodotte solamente 5000 esemplari di Leica IIIC. Alla fine dello stesso anno furono apportate notevoli modifiche, tali da considerare l’ipotesi di chiamare il nuovo modello Leica IIIE. Fu deciso in nome della continuità di mantenere la stessa sigla IIIC e rimangono sconosciuti i veri motivi per cui la nuova denominazione non fu mai attribuita. Con il numero di matricola 400001 ha inizio la produzione della Leica IIIC post-bellica. Le differenze estetiche, risultano nel nuovo modello subito evidenti. Risalta l’eliminazione dello scalino nella parte superiore, in cui trovava la propria locazione la leva per azionare il riavvolgimento della pellicola. Fu inoltre eliminato il pomello della leva che aziona la correzione diottrica del mirino. Un fatto importante fu la decisione di sostituire l’otturatore con uno di nuova concezione, montato su cuscinetti a sfera. Nei vari anni in cui fu costruita la Leica IIIc post-bellica, si utilizzarono varie soluzioni per cromare le parti metalliche. Alcune di esse in breve tempo si dimostrarono inefficaci, poiché la cromatura tendeva a sfogliare e di conseguenza a staccarsi. Parecchi di noi avranno notato questo spiacevole particolare, quando ci s’imbatte in fotocamere realizzate in quei frangenti. Alla fine degli anni ’40, la Leitz decise di modificare il rivestimento di pelle che rivestiva tradizionalmente i suoi apparecchi con uno di trama molto sottile, ritenendolo gradevole al tatto e idoneo per assicurare una migliore presa. Tale rivestimento fu soprannominato “snarkskin” che tradotto risulta “pelle di squalo”. La nuova veste interessò un discreto numero di Leica IIIC prodotte a cavallo degli anni 1948 e 1950. Abbiamo l’occasione in queste pagine di vedere un esempio di Leica IIIC post-bellica “snarkskin”, che fu realizzato nel 1949 e riporta il numero di matricola 470602. La produzione della Leica IIIC terminò nell’anno 1951 con il n°525000, dopo che furono stati prodotti complessivamente circa 134000 pezzi, di cui circa 100000 nel periodo che seguì il secondo conflitto mondiale. Le caratteristiche incorporate della Leica IIIC furono un importante contributo per il seguito della storia della Leitz e permisero al modello che la sostituì, la Leica IIIF, di imporsi facilmente sul mercato globale. Fabrizio Pangrazi Leicapassion 3-2006 pag.47
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