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TILOS:<br />
PREMIO EU PER ENERGIE RINNOVABILI<br />
L’ALTRA FACCIA DELL’INFORMAZIONE<br />
ATENE, GRECIA, MERCOLEDÌ 19 GIULIO 2017<br />
• EDIZIONE DISPONIBILE GRATUITAMENTE IN FORMATO PDF •<br />
No EDIZIONE 008<br />
Borsellino, 25 anni fa<br />
la strage di via d'Amelio<br />
La figlia: nessuno si fa vivo!<br />
CE LA POSSIAMO FARE?<br />
ARTICOLI • OPINIONI • ANALISI • INTERVISTE • TIME OUT
2<br />
istruzioni per l'uso<br />
CONTROCORRENTE MERCOLEDÌ 19 GIULIO 2017<br />
Edito<br />
di ANGELO SARACINI<br />
POLITICA<br />
COSTA ZACHARIADIS DIRETTORE GRUPPO PARLAMENTARE SYRIZA<br />
Cinque milioni<br />
di poveri in Italia,<br />
colpendo soprattutto<br />
i giovani e i bambini!<br />
Ma siamo pur sempre<br />
nel G7!<br />
Nel 2016 si stima siano 1 milione e 619mila le<br />
famiglie residenti in condizione di povertà assoluta,<br />
nelle quali vivono 4 milioni e 742mila individui.<br />
Nel 2016 l'incidenza della povertà assoluta sale al 26,8%<br />
dal 18,3% del 2015 tra le famiglie con tre o più figli minori,<br />
coinvolgendo nell'ultimo anno 137mila 771 famiglie e<br />
814mila 402 individui; aumenta anche fra i minori, da<br />
10,9% a 12,5% (1 milione e 292mila nel 2016).<br />
La povertà relativa colpisce di più le famiglie giovani: raggiunge<br />
il 14,6% se la persona di riferimento è un under35<br />
mentre scende al 7,9% nel caso di un ultra sessantaquattrenne.<br />
Cifre da brivido,ma per fortuna ci sono i bonus da 80 euro<br />
e il jobsact che ci trastullano le orecchie.E poi esce lo ius<br />
soli che ci fa sentire più a posto con la coscienza perché<br />
non si sa mai si andasse a votare qualche voto in più di i-<br />
taliani freschi fa sempre comodo.<br />
Una volta si diceva...hanno le orecchie da mercante!...ma<br />
chi?...i politici?.. gli italiani?..gli europei?Νoi popolo di<br />
santi e navigatori e di poeti siamo pur sempre un popolo<br />
sovrano anche senza una lira in tasca,anzi un euro,e ormai<br />
siamo abituati ,anzi ci hanno abituato a essere poveri<br />
anche di mente,rendendoci apatici e insensibili a tutto anche<br />
alla povertà!<br />
Però ogni tanto quando non te l’aspetti ...dalla politica escono<br />
idee nuove,escono nuovi libri come quello ultimo di<br />
Renzi (AVANTI)che tra le altre cose riconosce anche che<br />
nel 2015 il suo collega Tsipras veniva ricattato dagli europei<br />
.Ma si dimentica Renzi che si rifiutò di discutere delle<br />
proposte greche!Mentre Tsipras veniva torturato<br />
sottoposto tra il 12 e il 13 luglio all'Eurogruppo a ricatti e<br />
pressioni disumane. Renzi ha giocato un ruolo fondamentale,<br />
recitando la parte del poliziotto buono, e dicendo ad<br />
Alexis che se non avesse ceduto lo avrebbero distrutto»<br />
E gli emigrati che ci tolgono il lavoro?<br />
Αndiamo ad aiutarli a casa loro per esempio a Mosul dove<br />
,finalmente liberata non ce ne stà più nessuna in piedi!<br />
Nell’'Eurogruppo del 15 giugno<br />
è stato fatto un passo importante.<br />
Si è riconosciuto e confermato il grande<br />
sforzo del governo greco ed i risultati finanziari<br />
positivi sono stati apprezzati<br />
da tutte le parti.<br />
Dall'estate del 2015 ad oggi, gli sforzi<br />
della società civile greca e del governo<br />
sono stati ripagati.<br />
L'economia greca per la prima volta<br />
dopo molti anni di recessione e<br />
stagnazione, si sta stabilizzando ed ha<br />
incominciato a ricrescere.<br />
Il primo trimestre del 2017 ha registrato<br />
una crescita del 0,4%, e le previsioni per<br />
il prossimo periodo sono viste in netta<br />
positività da tutte le organizzazioni internazionali<br />
.<br />
l graduale ritorno a tassi di crescita si<br />
traducono in crescita delle esportazioni,<br />
ed in un 'aumento costantedegli investimenti.<br />
Fa ben sperare anche la<br />
diminuzione della disoccupazione dal<br />
27% al 22,5% - considerando anche il<br />
calo vertiginoso di sette anni dei tre governi<br />
che ci hanno preceduto e lo spaventoso<br />
e doloroso Pil arrivato sopra il<br />
25%.<br />
Tutto questo tradotto in un calo dei redditi,<br />
decine di tagli continui a pensioni e<br />
salari, aumento della povertà e l'indebolimento<br />
dei principali indicatori sociali.<br />
Ce la possiamo fare<br />
L'atteggiamento negativo e dilatorio del<br />
ministro delle Finanze tedesco si è dovuto<br />
piegare e arrendere sotto una convincente<br />
e metodica tattica politica del governo<br />
greco. La Commissione europea e le<br />
le forze politiche progressiste nelle<br />
istituzioni europee, grazie anche alle<br />
pressioni della Francia,hanno riconosciuto<br />
all’unanimità che allla Grecia<br />
vengano riconosciuti i risultati economici<br />
ottenuti e che gli si deve consentire di<br />
rientrare in una nuova fase di sviluppo<br />
economico.<br />
Tutti i segnali positivi, le valutazioni di<br />
esperti e le dichiarazioni dei leader di tutto<br />
lo spettro politico si sono trovati d’accordo<br />
sulle valutazioni positive secondo<br />
cui la Grecia ha ottenuto una stabilità di<br />
rilievo che gli permette di riproporsi ai<br />
mercati internazionali.<br />
Ma questi risultati non si sono ancora<br />
trasferiti nella vita quotidiana dei cittadini<br />
e ci vorrà tempo e fatica, perché i cittadini<br />
greci si sono sentiti dire troppe<br />
volte che "si vede la luce alla fine del tunnel",<br />
(che è sempre la ragione degli scettici.)<br />
Ogni cittadino greco sano di mente,<br />
capisce che dopo la fine dei dolorosi programmi<br />
economici riaumenterà la libertà<br />
nel nostro paese,oggi purtroppo<br />
molto limitata.. La fine dei memoranda<br />
può e deve segnare il ritorno alla<br />
normalità europea per la Grecia.<br />
I prossimi anni saranno decisivi europee<br />
sulla strategia di bilancio,la governance<br />
economica, e il consolidamento del sistema<br />
bancario a livello europeo.<br />
Senza dubbio, una Grecia più credibile<br />
avrà un più forte ruolo nelle future contrattazioni.<br />
Ci troviamo in un Europa che ormai è di<br />
transizione e dovrà fare continue<br />
trasformazioni per adeguarsi alle nuove<br />
sfide sociali e culturali<br />
E’ da ingenui credere che le cose rimarranno<br />
stagnanti, chi vede l'Europa del<br />
2020, del 2025 e del 2050, uguale a quella<br />
del 2017 fa un grosso errore politico.<br />
Inoltre, i cambiamenti no riguardano<br />
solo la Grecia e l'Europa, ma il mondo<br />
intero ad un ritmo galoppante della<br />
globalizzazione. Chi può ignorarlo?<br />
Mentre stiamo lavorando sistematicamente<br />
verso il rafforzamento della stabilità<br />
e il miglioramento delle<br />
condizioni economiche e sociali della<br />
Grecia, nello stesso tempo tempo ci stiamo<br />
impegnando sistematicamente<br />
per una migliore redistribuzione della<br />
ricchezza, aumentare il reddito familiare<br />
e l'aumento dei consumi.<br />
Il governo greco ha allo studio un<br />
adeguamento della politica<br />
finanziaria per una equa razionalizzazione<br />
fiscale e il miglioramento della<br />
incentivi agli investimenti, per<br />
ripristinare la spina dorsale<br />
dell’economia con nuovi finanziamento<br />
da parte delle banche, il<br />
rafforzamento dello stato di diritto e la<br />
trasparenza, la semplificazione delle<br />
procedure e l'uso delle moderne<br />
tecnologie nel settore pubblico nella<br />
formulazione di un piano nazionale<br />
per l'uso dei vantaggi comparativi dell'economia.<br />
La scommessa, quindi, per il governo e<br />
il paese è di avere risultati tangibili:<br />
più investimenti, riduzione più veloce<br />
della disoccupazione, più efficiente amministrazione<br />
, il miglioramento della<br />
vita quotidiana dei cittadini, più soldi<br />
nel fondo per la corruzione, l'evasione<br />
fiscale e la corruzione politica .<br />
Solo allora potremo dire che non siamo<br />
più un popolo sotto tutela.
Scripta Manent<br />
MERCOLEDÌ 19 GIULIO 2017 CONTROCORRENTE<br />
3<br />
IN IMMAGINI<br />
APICELLA<br />
ANALISI<br />
di FRANCESCO DE PALO<br />
La Libia vuole volare su Milano<br />
e Roma, ma la burocrazia frena<br />
La società aerea, con sede presso l’aeroporto<br />
internazionale di Mitiga, a soli 8 chilometri<br />
da Tripoli, è nata per l’iniziativa di un<br />
gruppo di imprenditori libici capitanati da un<br />
35enne formatosi in Gran Bretagna. Oltre a<br />
servire come il centro amministrativo, l’aeroporto<br />
sarà anche hub con l’intenzione di investire in<br />
una vasta gamma di rotte. Ma ovviamente occorre<br />
una struttura messa a norma al fine di garantire<br />
controlli di sicurezza da un lato e assicurare<br />
dall’altro un livello di manutenzione agli aeromobili<br />
che il vettore ha acquistato (sei Airbus).<br />
Ecco, però, che senza uno sforzo costruttivo e armonico<br />
che bypassi quella chiusura dello spazio<br />
aereo decisa dagli allora vertici della Polizia, una<br />
potenziale finestra sul Paese nordafricano a cui è<br />
dedicato il Forum di Agrigento del 7 e 8 luglio non<br />
potrà aprirsi. In Libia c’è una grande domanda di<br />
italianità, ma imprese italiane che intendono<br />
tornare ad investire in Libia possono farlo solo<br />
tramite un volo che preveda uno scalo a Tunisi.<br />
Persino la Turkish Air sta aprendo un collegamento<br />
diretto con Tripoli, mentre Roma non riesce ancora<br />
a comprendere il peso specifico di una rotta ad hoc.<br />
Ad oggi i voli cargo da Tripoli verso Balcani e<br />
Turchia comunque sfiorano le coste italiane,<br />
passando a 20 miglia dalla Sicilia. Converrebbe,<br />
quindi, mettere in piedi una security per quei lavoratori<br />
di Enac chiamati ad operare in Libia, creando<br />
le premesse tecniche e logistiche legate alla sicurezza,<br />
per dar vita a questo collegamento. Inizialmente<br />
potrebbe essere ipotizzabile un volo a settimana<br />
da Malpensa e Fiumicino, ma con l’intenzione di<br />
seguirne il trend e quindi implementarlo anche per<br />
le possibili interconnessioni con altri Paesi<br />
dell’Africa sub sahariana da raggiungere, perché<br />
no, con il medesimo vettore.<br />
twitter@ReteLibia0<br />
Il sodalizio tra la Scienza e la tecnologia<br />
continua a sorprenderci<br />
UN’IMPORTANTE NOVITÀ IN CAMPO RIABILITATIVO<br />
È IN ARRIVO PRIMA DI QUANTO CREDIAMO<br />
Di Annapaola DiIenno<br />
All’interno dell’Iit(Istituto Italiano di Tecnologia) di<br />
Genova, una nuova start up muove passi significativi e<br />
che passi…<br />
Subito dopo quest’intervista rilasciata al programma RETE-<br />
CONOMY, molto è accaduto.<br />
Come dichiara Simone Ungaro (ex direttore generale dell’Iit),<br />
un nuovo, sofisticatissimo prodotto è pronto ad invadere il mercato:<br />
“Ora abbiamo una macchina che può curare un’infinità di<br />
patologie e permettere ai fisioterapisti di misurare, predire e prevenirne<br />
sia quelle di carattere ortopedico sia neurologico. Può<br />
perfino capire in anticipo se un anziano rischia di cadere e di farsi<br />
male in base alla sua postura”.<br />
Hunova è il primo robot riabilitativo a essere prodotto, per un<br />
costo pari a 100.00 euro cada uno. Le prospettive sono rosee,<br />
poiché gli ordini sono già dieci, trenta in produzione, con la<br />
prospettiva di costruirne dieci mensilmente.<br />
La Movendo Technology(costola della Iit), è l’azienda<br />
produttrice di questa meraviglia tecnologica: Igor Ingegnosi ne<br />
evidenzia qualità e caratteristiche: “Hunova può aiutare a compiere<br />
movimenti sia delle gambe sia del torso o delle braccia. Si sale<br />
su una pedana protetta da una ringhiera che ha uno schermo tattile<br />
e un sedile. Gestita da un pc, pedana e sedile si muovono secondo<br />
gli esercizi mentre sullo schermo tattile 150 applicazioni differenti,<br />
molto simili a videogame, aiutano(e divertono) il paziente nel<br />
recuperare la memoria di un movimento durante la fisioterapia”.<br />
Continua Ungaro: “Puoi ripetere gli esercizi esattamente nella<br />
stessa maniera, personalizzando la macchina su ogni persona. E<br />
puoi arrivare a predire dove si verificheranno dei problemi”.<br />
Si prospetterebbe davvero un futuro migliore per molti pazienti,<br />
sotto ogni punto di vista, nella speranza che tutta la collettività<br />
possa usufruirne in caso di necessità, poiché il Diritto alla Salute<br />
è inalienabile.<br />
Ungaro (Movendo Technology): così mettiamo i robot a servizio<br />
della riabilitazione<br />
https://www.youtube.com/watch?v=Uov_qNI8KSk
4<br />
Scripta Manent<br />
CONTROCORRENTE MERCOLEDÌ 19 GIULIO 2017<br />
Chi è il magnate colombiano (amico degli ebrei)<br />
che farà a Corfù la Dubai dello Ionio<br />
ANALISI<br />
di FRANCESCO DE PALO<br />
Si chiama George Rohr ed è nato a Bogotà.<br />
Possiede la NCH Capital Inc, fondo<br />
che gestisce 3 miliardi di dollari attraverso<br />
una rete di nove uffici in Europa dell'Est,<br />
in Russia e in Brasile, con uno staff professionale<br />
composto da circa 150 top manager. Ha deciso<br />
di realizzare a Corfù quella mini Dubai del<br />
Mediterraneo che i qatarioti avrebbero voluto<br />
fare nell'ex aeroporto Elleinikon di Atene e che<br />
i recenti fatti arabi potrebbero rallentare.<br />
Il piano preliminare dell'investimento riguarda<br />
almeno 120 milioni di euro per la costruzione<br />
di alberghi di lusso, case indipendenti e una<br />
marina nuova di zecca nella zona<br />
di Kassiopi.Oltre a numerosi incontri governativi,<br />
uno degli uomini di fiducia di Rohr è stato<br />
pochi giorni fa sull'isola greca per annunciare i<br />
lavori. NCH, con grafici in 3 D e slides, ha presentato<br />
il modello di investimento, e la tipologia<br />
dei sea-cottage in tre aree distinte. Il tutto<br />
accompagnato da una ampia ristrutturazione<br />
di aree secondare, come impianti sportivi,<br />
piscine e un porticciolo con 60 posti di ormeggio.<br />
Tempi di realizzazione, 24 mesi. Praticamente<br />
domani. Con un indotto significativo che<br />
muoverà i suoi passi anche in direzione delle<br />
cosiddette aree circostanti, come il basso e il<br />
medio Adriatico, lo Ionio intero e il bacino che<br />
guarda ai Balcani. L'investimento si somma<br />
a quello da tempo annunciato dal<br />
gruppo Rotschild su alcuni atolli dello Ionio<br />
stesso, nei pressi di Skorpios, l'isola di<br />
Aristotele Onassis finita anch'essa in un<br />
vorticoso giro di miliardi, perché comprata<br />
quattro anni fa dall'oligarca russo Dmitry<br />
Evgenevich Rybolovlev, classificato da Forbes<br />
nella lista degli 80 uomini più ricchi<br />
del pianeta. Il 50enne possiede l’industria<br />
George Rohr possiede<br />
NCH Capital Inc.<br />
fondo da 3 miliardi<br />
di dollari.<br />
Pronti 120 milioni<br />
per sea-cottage,<br />
porticciolo, piscine,<br />
impianti sportivi<br />
di fertilizzanti Uralkali e la squadra di calcio<br />
del Principato di Monaco.<br />
Ma come si inserisce l'azione di NCH Capital<br />
Inc. all'interno delle nuove strategie<br />
geopolitiche del Mediterraneo? Fondata nel<br />
1993, gestisce svariate attività in Europa orientale<br />
e nell'ex Unione Sovietica per conto di<br />
clienti istituzionali. Rohr è “di casa” nell'est: ha<br />
infatti iniziato ad investire nella macroregione<br />
poco dopo il crollo dell'Unione Sovietica e fu<br />
tra i primissimi occidentali a beneficiare delle<br />
opportunità di privatizzazione offerte da quei<br />
diversi mercati. Infatti oltre a investimenti<br />
nel settore immobiliare, nel private equity e in<br />
titoli pubblici, NCH figura tra i top mondiali<br />
nell'agroalimentare e tra i primi investitori<br />
nell'area del Mar Nero. Da sette anni ha aggiunto<br />
al proprio personale palmares anche il<br />
mercato dell'America Latina.<br />
Il passepartout di Rohr, come da tradizione<br />
(tranne che in Italia) è la filantropia. Attraverso<br />
il Rohr Jewish Learning Institute ha creato<br />
100 Chabad Case attraverso campus universitariin<br />
Nord America, puntando sulla rinascita<br />
della vita comunitaria ebraica in Europa orientale<br />
e nell'ex Unione Sovietica. Tra l'altro da un<br />
decennio promuove il Premio Sami Rohr per la<br />
letteratura ebraica, al fine di onorare l'amore<br />
per la scrittura ebraica di suo padre. Il premio<br />
annuale, del valore di 100.000 dollari, è gestito<br />
dal supremo Consiglio del Libro ebraico ed è<br />
destinato a incoraggiare gli scrittori emergenti<br />
il cui lavoro dimostri una visione fresca e una<br />
promessa di crescita.<br />
E'anche membro Consiglio di fondazione<br />
della Avi Chai Foundation, fondata nel 1984<br />
da Zalman Bernstein (PDF) , il miliardario che<br />
si è inventato la Sanford Bernstein per promuovere<br />
la causa degli ebrei in tutto il mondo. Avi<br />
Chai dispone le proprie risorse negli Stati Uniti<br />
e in Israele.Proprio come Rohr, fino al 2003 Avi<br />
Chai ha operato in Russia e in altri paesi dell'ex<br />
blocco Sovietico. Ma la notizia è che la fondazione<br />
entro il 2020 dovrà spendere tutta la sua dotazione<br />
che ammontava nel 2010 a 600 milioni di dollari.<br />
twitter@FDepalo<br />
Una nazione continente profondamente<br />
divisa, con un presidente che dovrebbe<br />
essere il collante per unire i cittadini<br />
di diversa cultura e pelle, si trova oggi a celebrare<br />
una festa dell'Indipendenza che ha perso<br />
il suo significato primigenio e rimane solo una<br />
festa.<br />
Da godere appunto unendo come capita<br />
questo anno il fine settimana al 4 Luglio utilizzando<br />
una delle poche occasioni che gli<br />
americani hanno di avere qualche giorno di<br />
vacanza.<br />
"E pluribus Unum" recita il motto latino del<br />
sigillo nazionale.<br />
E pluribus<br />
Unum<br />
LETTERA DA<br />
WASHINGTON<br />
di OSCAR BARTOLI<br />
Mai come in questi giorni gli americani si<br />
sentono e sono gli uni contro gli altri quando<br />
la conversazione prova a scendere sul terreno<br />
della politica.<br />
Mai come in questi giorni le quotidiane<br />
provocazioni di un uomo che sembra capitato<br />
per sbaglio da uno dei suoi casinos creano disorientamento<br />
e accidia nelle relazioni sociali.<br />
Voglia manifestata da molti di buttare alle<br />
ortiche questa democrazia modificandola in un<br />
regime autocratico alla turca.<br />
E per tanti, troppi, l'Uomo della Casa Bianca<br />
corrisponde bene a queste aspirazioni.<br />
DA VERBANIA<br />
Bravo Vasco, ma chi paga?<br />
TGrande successo per il concerto<br />
di Vasco Rossi a Modena, sabato<br />
scorso. Un evento annunciato da<br />
mesi, con biglietti pagati fino a 350 euro,<br />
oltre a diritti TV e media collegati in serie.<br />
Tra il delirio dei fans, la performance ha<br />
reso all'artista e alla sua organizzazione<br />
un sacco di soldi, ma lo Stato - per garantire<br />
la sicurezza - ha speso almeno 2 milioni<br />
di euro, come dettagliato da diverse<br />
fonti di stampa , spostando agenti da mezza<br />
Italia.<br />
Visto che l'ingresso non era in beneficenza<br />
ma a pagamento, così come i diritti TV<br />
perchè il "conto" non è stato presentato all'organizzazione<br />
dell'evento, ma messo in<br />
carico a tutti gli italiani?<br />
Con 2 milioni si sarebbero finanziate una<br />
miriade di iniziative e spese sociali dando<br />
di MARCO ZACCHERA<br />
anche un po' di concretezza a tanti (teorici)<br />
proclami di diversità...
Scripta Manent 5<br />
MERCOLEDÌ 19 GIULIO 2017 CONTROCORRENTE<br />
Il Russiagate Show va verso la fine.<br />
Guai per Trump (e tutti noi)<br />
LA ZANZARA<br />
di GIULIETTO CHIESA<br />
Dov’è la “colpa”? Nel fatto che il figlio del candidato presidenziale<br />
va alla caccia di informazioni che possono compromettere<br />
il candidato avversario. Le cerca anche a Mosca perché<br />
sa o presuppone che a Mosca gliele daranno, preferendo Trump a<br />
Hillary. Chi gliele darà, forse, si firma in quelle mail e vanta rapporti<br />
con il governo russo. Ma la vanteria va provata.<br />
Colpevoli i russi? In base a quale criterio? Anch’io, dopo avere ascoltato<br />
Donald Trump in campagna elettorale, dove diceva che bisognava<br />
ripristinare normali relazioni con la Russia, preferii Donald<br />
Trump, nel mio piccolo, sperando che ciò potesse avvenire (naturalmente<br />
nell’interesse generale della pace nel mondo). E i russi fecero<br />
lo stesso ragionamento.<br />
Colpevoli per questo? È ingerenza preferire un candidato presidente<br />
che vuole dialogare? Non mi pare. Dare informazioni a quel candidato<br />
contro l’altro candidato (in questo caso candidata) è ingerenza? Forse,<br />
anche, ma gli Stati Uniti queste cose le fanno da sempre, in tutte le direzioni,<br />
con tutti i loro servizi segreti in coro. L’hanno fatto in Italia<br />
da quando sono venuti a cacciare i tedeschi. E continuano a farlo<br />
adesso, mentre scriviamo. Per esempio è in corso un colpo di stato<br />
mascherato da rivoluzione clorata in Macedonia. Il golpe nazista a<br />
Kiev lo organizzarono gli americani. Hanno distrutto nel frattempo,<br />
con gli stessi metodi, Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria. E ora<br />
si scandalizzano perché Putin o chi per lui, preferiva Trump?<br />
In realtà la materia del contendere è altra, ma su questa c’è<br />
silenzio: sono informazioni vere o false quelle sulla Clinton? Come la<br />
domanda vera fu: erano reali le violazioni di legge che la Clinton fece<br />
con le sue e-mail? E quando le sue e-mail vennero pubblicate da Wikileaks,<br />
subito a Washington le “presstitutes” dissero che era stato<br />
Putin a rifilarle a Assange. E nessuno, mentre si strillava alle ingerenze<br />
russe, si ricordò di investigare sul contenuto di quelle mail.<br />
In ogni caso le mail di Trump Junior sono altra cosa, del tutto diversa,<br />
rispetto alle accuse di alto tradimento sollevate contro il padre. Accuse<br />
che da mesi non sono suffragate da prove, mentre la Giovanna Botteri,<br />
blaterava (come tutte le “presstitutes” di Washington) che “si sapeva”<br />
che gli hackers russi imperversavano su Washington. Chi lo sapeva?<br />
Lei e i canali televisivi americani che frequenta prima di ripeterli sui<br />
canali pubblici italiani. Nessun’altro.<br />
Ma ora tutto fa brodo. E nessuno, in America e in Italia, che si renda<br />
conto che questa è già una dichiarazione di guerra contro la Russia.<br />
Un altro pretesto, come tutti i precedenti di questi ultimi anni obamiani.<br />
La Russia è il nemico. Con questo nemico non si può nemmeno<br />
parlare. Chi ci parla è un traditore della patria americana.<br />
Domani non ci sarà più nessuna elezione, in nessun paese occidentale,<br />
che potrà essere al riparo. Se l’America, il padrone dell’Occidente, è<br />
penetrabile come il burro, figuriamoci tutti gli altri!<br />
La Russia sarà incolpata di ogni insuccesso dei maggiordomi locali,<br />
di ogni exit poll che non corrisponde ai loro desideri, di ogni rivelazione<br />
scomoda per i “bravi” (ricordate Don Abbondio?).<br />
La democrazia liberale è già morta da tempo, ma il certificato della<br />
sua “non esistenza in vita” viene scritto in queste ore a Washington<br />
dalla “coalizione fantasma” del complesso militare industriale, del<br />
Comitato nazionale democratico, dei neocon, delle “presstitutes”.<br />
E, qui da noi c’è ancora qualcuno che pretende di insegnare la<br />
democrazia liberale ai russi e ai cinesi. C’è solo da ridere, mentre ci<br />
prepariamo anche noi a fare raccolta di provviste per i tempi che verranno.<br />
Parlamentari fedeli…<br />
ai cazzi propri<br />
ITALIANI<br />
ALL'ESTERO<br />
di GIANLUIGI FERRETTI<br />
Quando, quarant’anni fa mi unii a Mirko<br />
Tremaglia e Bruno Zoratto nella<br />
battaglia, per il voto agli italiani all’estero,<br />
non potevo certo prevedere che un giorno avrei<br />
dovuto vergognarmi di come ne avrebbero approfittato<br />
certi personaggi da Commedia dell’Arte.<br />
Uno è il mitico senatore Antonio Razzi, reso famoso<br />
dalle imitazioni di Maurizio Crozza, che viene spesso<br />
criticato per la sua mancanza di competenze e<br />
per la sua difficoltà a padroneggiare la lingua i-<br />
taliana. Indimenticabile il video, ripreso di nascosto<br />
a Montecitorio, di lui che spiega perchè, da un<br />
giorno all'altro, ha mollato Di Pietro, sotto le cui insegne<br />
era stato eletto per ben due volte nella ripartizione<br />
Europa, per correre in soccorso a Berlusconi<br />
e non fare cadere il suo governo in base a queste testuali<br />
considerazioni: "Dieci giorni mi mancavano.<br />
E per dieci giorni mi inculavano. Perché se si votava<br />
dal 28 come era in programma, il 28 di... di... di... di<br />
marzo, io per dieci giorni non pigliavo la pensione.<br />
Hai capito? Io ho detto che io se c'ho 63 anni, giustamente<br />
dove vado a lavorare io? In Italia non ho<br />
mai lavorato, che lavoro vado a fare?'. Mi spiego? Io<br />
penso anche per i cazzi miei, io ho pensato anche ai<br />
cazzi miei."<br />
Motivazione opinabile, ma sicuramente più sincera<br />
di quella dichiarata, a giustificazione del suo ennesimo<br />
cambio di casacca, dall'altro personaggio meno<br />
noto al grande pubblico: l'On. Nissoli, che di nome<br />
farebbe Maria Rosaria, ma si fa chiamare Fucsia<br />
perché è talmente fautrice del cambiamento che cambia<br />
freneticamente tutto, dal nome di battesimo all’appartenenza<br />
politica. Eletta, in quota Maie nella<br />
lista Monti, dapprima si iscrisse al gruppo Scelta<br />
Civica per poi passare alla componente Maie e quindi<br />
ritornare a Scelta Civica prima di emigrare in<br />
Democrazia Solidale dapprima e nel movimento Insieme<br />
dopo. Ed ora eccola in Forza Italia. Gira la testa,<br />
eh? E non sono neppure sicuro di avere ricordato<br />
tutte le tappe. Non a caso a Montecitorio la chiamano<br />
Kamasutra per le sue cangianti posizioni politiche.<br />
Invece di confessare onestamente che doveva<br />
trovare un partito che le permettesse di ricandidarsi<br />
per cercare di farsi rieleggere - insomma, per<br />
dirla alla Razzi: "Ho pensato ai cazzi miei" - ha tentato<br />
di buttarla in motivazioni politiche ed è miseramente<br />
scivolata dallo specchio sul quale aveva<br />
tentato l'arrampicamento dichiarando che, ad<br />
averla spinta ad aderire a Forza Italia, era stata<br />
principalmente la battaglia per l'abolizione dell'IMU<br />
sulle case degli italiani all'estero: “Dagli incontri<br />
che ho avuto con lui (Berlusconi) ed il Capogruppo<br />
di Forza Italia alla Camera dei deputati,<br />
on. Renato Brunetta, ho subito percepito la loro<br />
piena sensibilità sul tema. Durante il Governo<br />
Berlusconi, infatti, gli italiani all’estero non pagavano<br />
l’Imu".<br />
Ma come, signora Maria Rosaria in arte Fucsia,<br />
lei è rimasta comodamente intruppata per tutta<br />
la legislatura in quella maggioranza di governo<br />
che ora, e solo ora, si accorge improvvisamente non<br />
essere attenta agli italiani all'estero e giustifica il<br />
suo salto della quaglia con un argomento che dimostra<br />
la sua ignoranza (voce del verbo ignorare)?<br />
Mike Bongiorno avrebbe commentato: "Ahi, ahi,<br />
ahi, signora Maria Rosaria, mi è caduta sull'IMU".<br />
Perchè, vede, forse lei ha orecchiato vagamente che<br />
Berlusconi tolse l'IMU. Vero, verissimo. Quello che<br />
lei ha dimostrato di ignorare è che però la mantenne<br />
proprio per gli italiani residenti all’estero e<br />
da allora è rimasta.<br />
Ignorante per ignorante (sempre voce del verbo<br />
ignorare, sia ben chiaro), voltagabbana per voltagabbana,<br />
è mille volte più simpatico Razzi. Se<br />
non altro lui, per tutta la una vita operaio in<br />
Svizzera, impersonifica un certo tipo di emigrato.<br />
E’ ruspante, ma verace. Mentre la signora<br />
della buona società italoamericana impersonifica<br />
solo il vuoto mascherato da impegno politico.<br />
Quale? Dipende da che giorno è.<br />
Dopo il suo passaggio Razzi fu premiato con<br />
l’elezione al Senato in Abruzzo. Se anche la signora<br />
Maria Rosaria verrà ritirata dalla rappresentanza<br />
degli italiani all’estero per essere spostata in<br />
un collegio italiano, Berlusconi verrà ringraziato<br />
e ricordato come benefattore degli italiani all’estero,<br />
pur non avendo tolto loro l’Imu, per averli<br />
liberati da due parlamentari capaci solo fi farsi “li<br />
cazzi sua”.
6 In Breve<br />
CONTROCORRENTE MERCOLEDÌ 19 GIULIO 2017<br />
L’incredibile vita di Manolis Glezos...<br />
...che pochi giorni fà, alla presenza di Tsipras ha presentato<br />
il suo ultimo libro ACRONYMIA.<br />
IL LAVORO DI GLÉZOS è un pugno in una svalutazione<br />
corrente, disprezzo per il linguaggio.E ' una<br />
campana in questa direzione. E ' un incoraggiamento<br />
a ciascuno di noi, ai bambini più piccoli, più importanti,<br />
a trovare, imparare ad esprimersi con la ricchezza<br />
della lingua greca con tutte le parole, i significati,<br />
le parole che si duplicano l'un l'altro...<br />
Il linguaggio è un organismo vivente che scorre<br />
come un fiume impetuoso nel tempo. Cambia i cambiamenti,<br />
arricchiti ed espulsi. Ogni studio del contenuto<br />
linguistico "blocca" nel momento in cui viene<br />
fatto e stampato su carta, per mantenere le informazioni<br />
che il codice linguistico contiene.<br />
E ' esattamente quello che fa Glezos in questa difficile<br />
impresa: si blocca il tempo, mantenendo per sempre<br />
un elemento speciale del codice di comunicazione,<br />
acronimi. Come ha indicato la notte del 30 maggio<br />
del 1941, insieme al suo amico e compagno Apostolos<br />
Santas, si arrampicò sull'Acropoli e ne strappò<br />
via la bandiera tedesca con la svastica.<br />
Alla bandiera tedesca sostituì quella nazionale greca.<br />
Fu il primo clamoroso atto della resistenza in Grecia,<br />
uno dei primi in Europa. Ispirò molti, e non solo greci,<br />
a resistere all'occupazione tedesca e italiana.<br />
Nel suo nuovo libro ACRONYMIA Glezos spiega i<br />
cinque motivi per cui la Grecia non si è mai sottomessa<br />
, nonostante i 400 anni di schiavitù turca: il nostro<br />
linguaggio comune, l'esistenza del potere popolare,<br />
la morale e le tradizioni che ha mantenuto i greci invincibili,<br />
il clero e la chiesa che sono sempre al popolo<br />
e la resistenza ideologica.<br />
Nel 1939, quand'era ancora studente delle superiori,<br />
Glezos partecipò alla creazione di un gruppo giovanile<br />
antifascista, contro l'occupazione italiana del<br />
Dodecaneso e la dittatura di Ioannis Metaxas.Al momento<br />
in cui l'Italia invase la Grecia (28 ottobre 1940),<br />
Glezos chiese di andare al fronte in Albania contro<br />
l'invasore, ma la domanda fu respinta perché troppo<br />
giovane. Lavorò dunque come volontario per il Ministero<br />
dell'Economia. Durante la successiva occupazione<br />
tedesca lavorò per la Croce Rossa greca e il<br />
comune di Atene; contemporaneamente si impegnò<br />
attivamente nella Resistenza.<br />
Italia e Grecia per il<br />
restauro archeologico<br />
subacqueo della villa<br />
romana di Epidauro<br />
L'ISCR a Epidauro per il progetto Bluemed.<br />
Di Barbara Davidde<br />
CORSO DI RESTAURO di strutture archeologiche sommerse<br />
con i colleghi dell'Eforia Enalion Archaiotiton e quelli dell'Istituto<br />
del restauro greco. Un grazie a tutti i docenti del Corso: Fabio<br />
Bruno, Carlotta Sacco Perasso, Riccardo Mancinelli, Marco<br />
Ciabattoni, Gabriele Gomez de Ayala e a Kalliope Schi Schistocheili<br />
per l'assistenza. Ma il grazie più grande é per Roberto<br />
Petriaggi, l'ideatore del progetto "Restaurare sott'acqua", senza<br />
di lui non saremmo qui ora.
Mondo<br />
MERCOLEDÌ 19 GIULIO 2017 CONTROCORRENTE<br />
7<br />
Turchia invia navi e un sottomarino<br />
a monitorare trivellazioni di ENI<br />
e TOTAL al largo di Cipro<br />
DOPO IL RECENTE FALLIMENTO DEI NEGOZIATI SULLA RIUNIFICAZIONE<br />
Redazione<br />
chilometri sotto il livello del mare.<br />
La Turchia invia due fregate e un sottomarino<br />
a monitorare le trivellazioni<br />
offshore al largo di Cipro, in<br />
un'area rivendicata da Ankara. La<br />
mossa del governo turco, rischia di<br />
aumentare ulteriormente la tensione, dopo il fallimento<br />
dei negoziati sulla riunificazione una settimana<br />
fa. Ankara ha annunciato rappresaglie contro<br />
le attività di esplorazione e sfruttamento delle<br />
risorse di idrocarburi al largo dell'Isola; una delle<br />
fregate sta seguendo la nave per le perforazioni<br />
offshore West Capella, noleggiata dalla francese<br />
Total e dall'italiana Eni i a Cipro per condurre attività<br />
di esplorazione dei giacimenti di gas naturale.<br />
La West Capella è arrivata a Cipro per iniziare le<br />
attività di esplorazione a largo della repubblica<br />
grecocipriota. I lavori di esplorazione e perforazione<br />
nel blocco 11 della Zona economica esclusiva<br />
(Zee) di Cipro fanno parte del contratto<br />
siglato dalla francese Total e dall'italiana Eni con<br />
Nicosia. Le attività di esplorazione nel blocco 11<br />
della Zee di Cipro , segnano un nuovo progresso<br />
negli sforzi del governo di Nicosia per l'attuazione<br />
della sua politica energetica nel Mediterraneo orientale.<br />
Secondo Nicosia, il pozzo Onesiphoros<br />
West dovrebbe essere completato entro 75 giorni<br />
e arrivare a una profondità massima di 4,25<br />
La società italiana Eni e la francese Total<br />
possiedono i diritti per le attività di ricerca ed esplorazione<br />
nel blocco 11 delle acque territoriali di<br />
Cipro. Il blocco 11 dell'offshore cipriota è adiacente<br />
al 12, dove è stato scoperto il giacimento Afrodite,<br />
l'unica consistente scoperta effettuata sino ad ora<br />
nelle acque territoriali dell'isola, contese dai turcociprioti.<br />
Ma il governo di Nicosia sottolinea<br />
come si tratti di un'area molto simile e vicina anche<br />
a quella del maxi-giacimento di Zohr scoperto da<br />
ENI nell'offshore dell'Egitto.<br />
Da quando Eni ha scoperto il giacimento di Zohr,<br />
quasi al confine con l'offshore cipriota, molte compagnie<br />
petrolifere hanno dovuto rivedere le loro<br />
strategie nell'area del Mediterraneo-Orientale.<br />
Come afferma un recente report della società di<br />
ricerca e analisi IHS Markit, la qualità e la quantità<br />
delle riserve scoperte da Eni "ha costretto le compagnie<br />
energetiche a ripensare il potenziale delle<br />
riserve di gas e a dare uno sguardo più approfondito<br />
alla geologia" della regione.<br />
Droga e gioco: il riciclaggio delle mafie italiane<br />
passa da Malta<br />
di Claudia Vago<br />
HARU PHARMA LIMITED. Un nome come tanti<br />
nell’imponente registro delle aziende maltesi. La<br />
vetrina perfetta per nascondere il passato imbarazzante<br />
dei Calabrò, famiglia di narcotrafficanti della<br />
‘ndrangheta, specializzata nel traffico di cocaina<br />
con i cartelli del Sud America. Un tempo protagonisti<br />
dell’Anonima sequestri, i Calabrò sono diventati<br />
in seguito trafficanti di droga, proprietari di<br />
una fortuna paroganabile a quella del cartello messicano<br />
El Chapo Guzman.<br />
Come tutti i boss mafiosi a capo del narcotraffico<br />
europeo, i Calabrò sono originari del paese di San<br />
Luca, sulle pendici dell’Aspromonte. Il gusto degli<br />
affari di questi discreti abitanti, sempre in agguato,<br />
li ha spinti a scegliere Malta per nascondere le loro<br />
ricchezze personali.<br />
Questa storia non è che una tra le decine che si raccolgono<br />
percorrendo, grazie ai Malta Files, la lista<br />
segreta degli italiani che hanno aperto una società<br />
nell’ex colonia britannica, nuova Panama nel cuore<br />
del Mediterraneo. Malta è un minuscolo paradiso<br />
fiscale vicino all’Italia dove per riciclare montagne<br />
di soldi provenienti da racket, estorsione e traffico<br />
di droga non c’è bisogno né di attraversare una dogana<br />
e nemmeno di prendere l’aereo. Qualche ora<br />
di navigazione da Pozzallo o Portopalo di Capo<br />
Passero, una valigia piena di soldi o anche semplicemente<br />
un bonifico bancario e il gioco è fatto.<br />
Milioni di euro vengono così investiti nell’economia<br />
locale e riciclati.<br />
La forza di questo sistema risiede innanzitutto nella<br />
sua sicurezza. Malta è un paese membro dell’Unione<br />
europea: nessun controllo è previsto sui soldi<br />
che arrivano dall’Italia. Non c’è quindi bisogno di<br />
mettere in campo stratagemmi complicati: è sufficiente<br />
che le autorità locali non siano troppo zelanti.<br />
E visto il modo in cui vanno le cose finora,<br />
qualcuno a La Valletta deve aver chiuso gli occhi<br />
più di una volta sull’origine dei soldi che affluiscono<br />
sull’isola negli ultimi anni.<br />
La sede sociale di Haru Pharma è a Balzan, a<br />
qualche chilometro dalla capitale maltese. Benché<br />
sia attiva da quattro anni, la società non ha mai p-<br />
resentato un bilancio. Non è possibile, quindi,<br />
conoscere né il suo patrimonio, né la sua attività<br />
economica. Solo alcune informazioni sono note.<br />
L’azionario unico è la Haru Pharma Holding Limited,<br />
registrata sull’isola di Saint Christopher e<br />
Nevis, un paradiso fiscale della corona britannica<br />
situato nei Caraibi, che garantisce un segreto assoluto.<br />
Conosciamo, tuttavia, il nome del direttore<br />
della società maltese: Sebastiano Calabrò.<br />
È questo nome che permette di collegare l’anonima<br />
società maltese alla ‘ndrangheta. «Bastianeddu»,<br />
come è soprannominato in famiglia, è infatti il rampollo<br />
di un importate gruppo mafioso costituito<br />
dalle famiglie Calabrò e romeo, entrambe arricchite<br />
in un primo momento con rapimenti e sequestri<br />
e poi grazie al traffico internazionale di cocaina.<br />
Le condanne in serie di una alcuni boss, tra cui il<br />
padre di Sebastiano, non sembrano aver fermato<br />
l’attività del clan, tornato recentemente nel mirino<br />
dei magistrati antimafia per sospetto di riciclaggio<br />
di denaro. Secondo i magistrati italiani, una parte<br />
dei proventi del traffico di cocaina è stato usato<br />
dalle famiglia di San Luca per comprare uno dei<br />
più antichi negozi di Milano: la farmacia Caiazzo,<br />
fondata oltre un secolo fa nell’omonima piazza,<br />
vicina alla stazione Centrale. È la che lavorava Sebastiano<br />
Calabrò, trentenne dalla fedina penale immacolata,<br />
lo stesso che appariva in tribunale come<br />
direttore della Hamu Pharma Limited. La scoperta<br />
di questo nome permette, per la prima volta, di tracciare<br />
un legame preciso fra società offshore e persone<br />
legate ai potenti cartelli di San Luca.
8 Mondo<br />
CONTROCORRENTE MERCOLEDÌ 19 GIULIO 2017<br />
Lettera dal Venezuela<br />
alle italiane e agli italiani<br />
Redazione<br />
Care italiane, cari italiani, cari connazionali,<br />
leggendo nei siti on line di<br />
gran parte dei quotidiani italiani ed<br />
ascoltando i report radiofonici e televisivi<br />
emessi dalla Rai e da altre<br />
catene, abbiamo purtroppo registrato che rispetto<br />
ai fatti venezuelani, vige una informazione a senso<br />
unico che rilancia esclusivamente le posizioni e<br />
le interpretazioni di una delle parti che si confrontano.<br />
Abbiamo anche letto e ascoltato spesso che l’attenzione<br />
prestata alla situazione venezuelana<br />
viene giustificata per la presenza in Venezuela di<br />
una “consistente comunità italiana o di origine i-<br />
taliana” in sofferenza e che sembrerebbe essere<br />
accomunata in modo unanime alle posizioni dell’opposizione.<br />
Noi sottoscrittori di questa lettera, siamo membri<br />
di questa comunità. Ma interpretiamo in modo<br />
assai diverso l’origine e le cause della grave situazione<br />
che attraversa il paese dove viviamo da tanti<br />
anni e dove abbiamo costruito la nostra vita e<br />
formato le nostre famiglie. Siamo in questo paese<br />
perché vi siamo arrivati direttamente o perché<br />
siamo figli e nipoti di emigrati italiani che raggiunsero<br />
il Venezuela nel dopoguerra per emanciparsi<br />
dalla situazione di povertà o di mancanza<br />
di opportunità e di lavoro in Italia.<br />
In tanti abbiamo condiviso e accompagnato il<br />
progetto di socialismo bolivariano proposto da<br />
Chavez e proseguito da Maduro, sia come militanti<br />
o elettori, sia partecipando direttamente il progetto<br />
di un Venezuela più giusto e solidale.<br />
Ciò che era ed è per noi inaccettabile è che in un<br />
paese così bello e ricco di risorse e di potenzialità,<br />
decine di milioni di persone vivessero da oltre un<br />
secolo in una situazione di oggettiva apartheid, al<br />
di fuori da ogni opportunità di emancipazione sociale<br />
e quindi senza i diritti essenziali che sono<br />
quelli di una vita dignitosa, cioè quello delle reali<br />
condizioni di vita, di lavoro, di educazione, di<br />
servizi sanitari pubblici, di pensioni per tutti.<br />
Questa situazione è durata in Venezuela per oltre<br />
100 anni e bisogna chiedersi perché, soltanto all’inizio<br />
di questo secolo, con Hugo Chavez, per la<br />
prima volta nella storia di questo paese, questi<br />
problemi sono stati affrontati in modo deciso. E<br />
come mai, prima, questo non era accaduto. Chi oggi<br />
manifesta nelle strade dei quartieri ricchi delle città<br />
del nostro paese, gridando “libertà!” dove stava,<br />
cosa faceva, di cosa si occupava, prima che Chavez<br />
fosse eletto in libere elezioni democratiche?<br />
In questi anni, diverse agenzie dell’Onu e l’Onu<br />
stessa, hanno certificato che il Venezuela è stato<br />
tra i primi paesi al mondo nella lotta alla povertà,<br />
all’analfabetismo, alla mortalità infantile, raggiungendo<br />
risultati che non hanno confronti per<br />
la loro entità, rapidità e qualità.<br />
Si citano la mancanza di prodotti di primo consumo<br />
e di farmaci, ma nessuno dice che è in atto<br />
una azione coordinata di accaparramento e di speculazione<br />
che ha fatto lievitare i prezzi e fatto<br />
crescere in modo esponenziale l’inflazione. Chi ha<br />
in mano il settore dell’importazione di questi<br />
prodotti ? Alcune grandi e medie imprese private<br />
per giunta sovvenzionate dallo Stato. La penuria di<br />
questi prodotti è in realtà l’effetto dell’inefficienza<br />
di questi gruppi privati nel migliore dei casi, o piuttosto<br />
dell’uso politico che essi stanno operando,<br />
analogamente a quanto avvenne in Cile, nel 1973<br />
per abbattere il governo democratico di Allende.<br />
E’ evidente che<br />
l’obiettivo<br />
principale di<br />
questa specie di<br />
rivolta dei ricchi<br />
(perché dovete<br />
sapere che le<br />
rivolte sono<br />
situate solo nei<br />
quartieri ricchi<br />
delle nostre città)<br />
sia rimettere in<br />
discussione tutte<br />
le conquiste<br />
sociali raggiunte<br />
in questi anni<br />
E’ evidente che l’obiettivo principale di questa<br />
specie di rivolta dei ricchi (perché dovete sapere<br />
che le rivolte sono situate solo nei quartieri ricchi<br />
delle nostre città) sia rimettere in discussione tutte<br />
le conquiste sociali raggiunte in questi anni, svendere<br />
la nostra impresa petrolifera e le altre imprese<br />
nascenti che operano in settori strategici, come il<br />
gas, l’oro, il coltan, il torio scoperti recentemente<br />
e in grandi quantità nel bacino del cosiddetto arco<br />
minero: l’obiettivo di questi settori sociali è tornare<br />
al loro mitico passato, un passato feudale in cui<br />
una piccola elite godeva di tanti privilegi e comandava<br />
sul paese, mentre decine di milioni languivano<br />
nell’indigenza.<br />
Noi non abbiamo una verità da trasmettervi; abbiamo<br />
però tante cose che possiamo raccontare e<br />
far conoscere agli italiani in Italia. Che possiamo<br />
dire ai vostri giornalisti e ai vostri media. A partire<br />
dal fatto che la comunità italiana non è, come oggi<br />
si vuol dare ad intendere, schierata con i violenti e<br />
con i vandali che distruggono le infrastrutture del<br />
paese o con i criminali che hanno progettato e che<br />
guidano le cosiddette proteste che non hanno proprio<br />
nulla di pacifico.<br />
La comunità italiana in Venezuela è composta di<br />
circa 150 mila cittadini di passaporto e oltre 2 milioni<br />
di oriundi. Questi cittadini, che grazie alla Costituzione<br />
venezuelana approvata sotto il primo<br />
governo di Hugo Chavez possono avere o riacquisire<br />
la doppia cittadinanza, hanno vissuto e<br />
vivono insieme agli altri venezuelani i successi e<br />
le difficoltà di questi anni. Gran parte di loro hanno<br />
sostenuto e sostengono il processo di modernizzazione<br />
e democratizzazione del Venezuela. Molti<br />
di loro sono stati e sono sindaci, dirigenti sociali e<br />
politici, parlamentari della sinistra, imprenditori<br />
aderenti a “Clase media en positivo”, ad organizzazioni<br />
cristiane come Ecuvives ed hanno sostenuto<br />
e sostengono il processo bolivariano. Diversi di<br />
loro hanno partecipato alla stesura della Costituzione,<br />
che molto ha preso dalla Costituzione i-<br />
taliana. In gran parte hanno sostenuto Hugo<br />
Chavez e sostengono Maduro, opponendosi alle<br />
manifestazioni violente e vandaliche organizzate<br />
dai settori dell’ultra destra venezuelana.<br />
Un’altra parte, limitata, come è limitata l’elite<br />
venezuelana, è sulle posizioni dell’opposizione.<br />
Grazie a sostegni finanziari esterni svolgono una<br />
continua campagna di diffamazione del Venezuela<br />
bolivariano in molti paesi, compresa l’Italia.<br />
L'Ambasciata italiana censisce una ventina di associazioni<br />
italiane in Venezuela. Si tratta di associazioni<br />
costituite sulla base della provenienza regionale<br />
dei nostri emigrati, veneti, campani,<br />
pugliesi, abruzzesi, siciliane, ecc. che aggregano<br />
circa 7.000 soci e che intrattengono relazioni stabili<br />
con l’Italia e le proprie regioni. Solo alcune di<br />
queste associazioni, insieme a qualche giornale<br />
sovvenzionato con fondi pubblici italiani, hanno<br />
svolto in questi anni, in piena libertà, una campagna<br />
di informazione contro l’esperienza bolivariana;<br />
esse hanno costituito talvolta le uniche “fonti<br />
di informazione” privilegiate e accreditate da diversi<br />
organi di stampa italiani.<br />
Ma questa non è “la comunità italiana” in<br />
Venezuela. Ne è solo una parte limitata, le cui opinioni<br />
vengono amplificate da alcuni organi di informazione.<br />
Il resto della comunità italiana e il resto<br />
del mondo degli oriundi italo-venezuelani si organizza<br />
e si mobilità in questo paese nello stesso modo<br />
in cui si mobilita e si organizza il resto del paese.<br />
Vi è chi è contro e chi è a favore del processo bolivariano.<br />
Da questo punto di vista, non vi è alcun pericolo<br />
per la collettività italiana in Venezuela. Come in<br />
ogni paese latino americano, e come dovunque, si<br />
parteggia e si lotta con visioni politiche e sociali<br />
differenti.<br />
Strumentalizzare la presenza italiana in<br />
Venezuela è un gioco sbagliato, pericoloso e che<br />
non ha alcun fondamento se non l’obiettivo di alimentare<br />
lo scontro e la menzogna.<br />
CARACAS, VENEZUELA, 23 GIUGNO 2017<br />
CBantoniogramsci@hotmail.com<br />
Colectivo de Italovenezolanos Bolivarianos<br />
V.O.I. – Venezolanos de Origen Italiana;<br />
CEIC – Colectivo Estudiantes de Origen Italiano<br />
Circulo Bolivariano Antonio Gramsci<br />
Nota redazionale:<br />
L’elenco dei firmatari della lettera è stato sospeso<br />
a causa di gravi minacce subite da alcuni di loro e<br />
dalle rispettive famiglie da parte di soggetti che<br />
evidentemente non tollerano il pluralismo di opinioni.<br />
Con molta probabilità questo tipo di squadrismo<br />
fascista è presente anche tra le fila di italo-venezuelani<br />
che sono venuti a conoscenza della<br />
lettera. Vi sono sufficienti ragioni per sollecitare<br />
il Governo italiano e le sue rappresentanza diplomatiche<br />
e quello del Venezuela a richiamare al rispetto<br />
del diritto alla libera espressione anche i<br />
nostri connazionali nel paese e, insieme, a garantire<br />
la loro incolumità. Sia la Costituzione italiana<br />
che quella venezuelana garantiscono la libertà di<br />
opinione. E i reati ad essa connessi, minacce, intimidazioni<br />
e quant’altro, sono punibili in entrambi<br />
i paesi. (26 giugno 2017)
Grecia<br />
MERCOLEDÌ 19 GIULIO 2017 CONTROCORRENTE<br />
9<br />
VATICANO<br />
Papa Francesco ha donato<br />
50.000€ in favore delle<br />
vittime del terremoto<br />
dell’isola greca di Lesbo<br />
L’installazione di<br />
Adrian Villar Rojas<br />
all’ Osservatorio<br />
nazionale di Atene<br />
A cura di Filomena Fotia<br />
Ne dà notizia la nunziatura apostolica in Grecia. ”La donazione<br />
inattesa, segno concreto della vicinanza e dell’affetto<br />
di Francesco verso la popolazione provata dal forte sisma<br />
di 6,3 gradi Richter – spiega l’incaricato d’affari della<br />
nunziatura, mons. Massimo Catterin, come riporta la Radio<br />
Vaticana – è avvenuta dopo che l’arcivescovo di Naxos,<br />
Tinos, Andro e Mykonos, mons. Nikólaos Printesis, amministratore<br />
apostolico della diocesi di Chios, aveva chiesto<br />
alla nunziatura di informare il Santo Padre della situazione<br />
nell’isola”. Nello specifico i soldi saranno devoluti al villaggio<br />
ortodosso di Vrisa, letteralmente raso al suolo dopo la<br />
prima scossa e visitato a tre giorni dalla tragedia da Ieronymos<br />
II, arcivescovo ortodosso di Atene e di tutta la Grecia.<br />
. ”La donazione del Papa – commenta mons.<br />
Catterin – ha grande valore anche da un punto<br />
di vista ecumenico: a beneficiarne sarà una<br />
popolazione a maggioranza ortodossa.<br />
A Lesbo infatti i cattolici sono appena<br />
50”. Insieme a mons. Nikolaos –<br />
conclude l’incaricato d’affari della<br />
nunziatura apostolica – visiteremo<br />
Vrisa e avremo un incontro<br />
con le autorità locali: in quella<br />
sede decideremo come impiegare<br />
concretamente i soldi donati<br />
dal Santo Padre. Verso il<br />
Papa c’è grande riconoscenza<br />
e affetto a Lesbo: lui sa che<br />
l’emergenza sisma si aggiunge<br />
alla prima emergenza<br />
legata ai profughi”.<br />
Da Puntogrecia.gr<br />
SE CAPITATEall’Osservatorio nazionale di Atene, alla collina delle ninfe a Thission,<br />
vi troverete in una vera e propria giungla di 46,000 piante che sono intorno all’edificio<br />
di 170 anni. Non vi spaventate: si tratta del “teatro della scomparsa”, un progetto dell’artista<br />
argentino Adrian Villar Rojas, che ha anche messo 11 sculture nelle grotte della<br />
collina (come una replica delle osse dalla famosa Lucy, l’umanoide che mostra che<br />
l'uomo non proviene direttamente dalla scimmia) per esplorazione. L’installazione<br />
era realizzata come un’idea dell’Organismo NEONnel tentativo di collegare in modo<br />
creativo la cultura moderna con i siti storici e archeologici di Atene. NEON ha istituito<br />
un intero impianto di irrigazione per l'Osservatorio Nazionale che resterà alla disposizione<br />
dell’Osservatorio anche dopo la fine della mostra (24/09/2017, mercoledi a domenica).<br />
Villar Rojas è un’artista di fama internazionale che non ha una casa o un atelier e le<br />
cui opere sono spesso distrutte. Lui crede che si deve regalare l’arte al pubblico. Il suo<br />
interesse per idee come la scomparsa, l’estinzione, il passaggio e l’instabilità del<br />
tempo lo fa inventare un linguagio visuale nuovo che porta ribaltamento e confusione.<br />
L’istallazione fa parte di una serie di nuovi incarichi dell’artista con lo stesso titolo<br />
al Metropolitan Museum of Art, NY(14/4-29/10/2017), a Kunsthaus Bregenz(Austria,<br />
13/05-27/08/2017), ed al Museo di Arte Moderna di LA Geffen Contemporary(22/10-<br />
26/02/2017).<br />
Spazio: lanciato con successo il satellite per<br />
telecomunicazioni Hellas Sat 3/Inmarsat S<br />
della rete di trasporto aerea europea<br />
Il satellite a gestione congiunta Inmarsat e Hellas<br />
Sat fornirà servizi satellitari per telefonia mobile,<br />
servizi satellitari per telefonia fissa e servizi<br />
satellitari di trasmissione<br />
IL PAYLOAD HELLASSAT 3 FORNIRÀ UN DTH CON<br />
BACK UP in orbita e servizi di telecomunicazione nelle<br />
aree di copertura stabilite, mantenendo e espandendo la copertura<br />
del business Hellas-Sat con ulteriori capacità e apportando<br />
contenuti in formato video ad alta definizione e a<br />
ultra alta definizione nelle regioni coperte. La zone di copertura<br />
FSS /BSS sono l’Europa, il Medio Oriente e i Paesi<br />
dell’Africa sub sahariana, incluso il servizio cross trap tra<br />
Europa e Sud Africa.<br />
“Con il lancio di Hellas Sat 3 / Inmarsat S EAN, Thales Alenia<br />
Space è fiera di offrire supporto a Inmarsat e a Hellas Sat<br />
per espandere le loro rispettive offerte di servizio. ” – ha dichiarato<br />
Bertrand Maureau, Vice Presidente Esecutivo delle<br />
Telecomunicazioni a Thales Alenia Space – Siamo concentrati<br />
adesso su operazioni di posizionamento orbitale per<br />
questo satellite.<br />
Realizzato su una piattaforma Spacebus 4000 C4 da Thales<br />
Alenia Space, Hellas Sat 3 / Inmarsat S EAN fornirà una<br />
missione multiraggio a banda S per Inmarsat, oltre a una<br />
potente missione in banda Ku/Ka di 47 transponder in banda<br />
Ku (a inizio vita), 44 transponder in banda Ku (a fine vita ) e<br />
1 transponder in banda Ka per Hellas Sat. La massa del satellite<br />
al lancio è pari a circa 5,8 tonnellate, con una potenza<br />
di payload di circa 12,7 kW. Verrà posizionato a 39° Est.
10 Grecia<br />
CONTROCORRENTE MERCOLEDÌ 19 GIULIO 2017<br />
Isola greca Tilos vince premio Ue<br />
per energie rinnovabili<br />
PROGETTO PER AUTOSUFFICIENZA PREMIATO ANCHE DA VOTO POPOLARE<br />
Il progetto per la<br />
costruzione di batteria alimentata<br />
da energia rinnovabile<br />
e di una micro-rete<br />
“smart” sulla remota isola<br />
greca di Tilos ha vinto il premio<br />
UE per l'energia sostenibile nella<br />
categoria “Isole dell'energia”, ma<br />
anche il Premio dei cittadini attraverso<br />
un voto pubblico online.<br />
Il progetto TILOS (Technology<br />
Innovation for the Local Scale), una<br />
caldaia a biomassa nella Slovacchia<br />
rurale, un kit di risparmio energetico<br />
in Irlanda e un sistema di teleriscaldamento<br />
e raffreddamento ad<br />
alta efficienza energetica per 66 comuni<br />
di 15 paesi dell'UE sono stati<br />
selezionati da una giuria di esperti<br />
come vincitori nelle categorie<br />
Energy Islands, Businesses, Consumers<br />
e Public Sector, tutte parte<br />
degli EU Sustainable Energy<br />
Awards. I premi sono stati presentati<br />
dal Commissario europeo per<br />
l'azione sul clima e l'energia<br />
Miguel Arias Cañete nel corso di<br />
una cerimonia a Bruxelles.<br />
Il progetto TILOS è stato elencato<br />
tra 12 candidati agli EU Sustainable<br />
Energy Awards 2017 che riconoscono<br />
l'innovazione<br />
nell'efficienza energetica e nelle<br />
energie rinnovabili.<br />
Il progetto TILOS #Horizon2020,<br />
sotto la guida dell'Università di Pireo<br />
,coinvolge 15 partner da 7 paesi,<br />
inclusa l'Italia ,mira a facilitare<br />
l'accesso dell'isola del Dodecaneso<br />
alle energie rinnovabili, ed invia un<br />
messaggio forte: gli schemi alternativi<br />
a livello comunitario che<br />
promuovono l'immagazzinamento<br />
energetico stanno diventando una<br />
realtà vitale e un modo per affrontare<br />
la sicurezza energetica delle<br />
isole, secondo quanto hanno detto i<br />
giurati motivando la loro scelta per<br />
l'isola greca.<br />
Fino al 1945 è stata colonia italiana<br />
insieme al resto del<br />
Dodecanneso; vi sono alcune minuscole<br />
borgate come Sant’Antonio,<br />
Livadia e Santo Stefano ma la<br />
località maggiore è il paesino di<br />
Megalo Chorio.
Italia<br />
MERCOLEDÌ 19 GIULIO 2017 CONTROCORRENTE<br />
Il governo di Matteo Renzi si è venduto<br />
l’Italia sui migranti, come De Gasperi<br />
vendette migliaia di italiani in Belgio<br />
in cambio di carbone<br />
Alberto Rovis<br />
non acquistò mai carbone belga in quanto<br />
risultava essere troppo caro per le nostre tasche,<br />
non c’era infatti nessuna agevolazione nel prezzo.<br />
Il 23 giugno del 1946 Alcide de Gasperi, uno<br />
L’italia<br />
dei più grandi politici italiani di tutti i tempi,<br />
firmò un accordo capestro con il governo belga che prevedeva<br />
l’invio di almeno 50.000 minatori italiani in cambio di forniture<br />
di carbone a prezzo di mercato (non a prezzo agevolato).<br />
Per convincere gli italiani ad emigrare in Belgio, vennero affissi<br />
migliaia di invitanti poster di colore rosa in tutti i comuni<br />
d’Italia ed i risultati non si fecero attendere. In pochi anni<br />
emigrarono 140.000 italiani, in partenza da tutte le regioni,<br />
per lavorare soprattutto nelle miniere di Charleroi e Marcinelle,<br />
senza conoscere il lavoro del minatore, senza alcuna<br />
formazione specifica. Il contratto imposto ai lavoratori italiani<br />
prevedeva almeno un anno di lavoro obbligato in miniera,<br />
pena la detenzione in prigione per chi non avesse rispettato<br />
il termine, non erano previste tutele sanitarie, i figli<br />
dei minatori erano obbligati a lavorare anch’essi in miniera,<br />
a partire dall’età di 14 anni, come fossero degli schiavi. I lavoratori<br />
italiani alloggiavano nei campi di concentramento<br />
costruiti da Hitler per i prigionieri sovietici e adattati in seguito<br />
da Stalin per i prigionieri tedeschi.<br />
Sinistra Italiana<br />
11<br />
L’ ASSEMBLEAdel teatro Brancaccio<br />
promossa dall’appello di<br />
Montanari e Falcone e alla cui riuscita<br />
abbiamo contribuito in maniera<br />
importante rappresenta per<br />
noi un successo. La grande partecipazione,<br />
la qualità degli interventi<br />
che si sono succeduti hanno<br />
contribuito a rendere più evidente<br />
e a rafforzare la presenza sulla<br />
scena pubblica di una proposta<br />
che lavora per l’unità senza sacrificare<br />
la credibilità suscitando interesse<br />
e aspettative impegnative.<br />
In questo senso occorre lavorare<br />
perché a quella iniziativa sia<br />
dato seguito in tutti i territori attraverso<br />
la costruzione di percorsi<br />
e appuntamenti che attorno ai<br />
nodi programmatici più che a formule<br />
politiciste sappiano coinvolgere<br />
l’insieme delle forze politiche<br />
a sinistra del PD, le realtà<br />
del civismo e di movimento in<br />
una logica aperta e inclusiva, impegnando<br />
su questo i nostri militanti<br />
e i nostri gruppi dirigenti.<br />
E anche se, di fronte alla nostra<br />
iniziativa, le risposte, in particolare<br />
dall’area che si è riunita a SS.<br />
Apostoli continuano a farsi attendere<br />
noi crediamo che Sinistra I-<br />
taliana debba continuare a svolgere<br />
la funzione di chi lavora all’obbiettivo<br />
di una lista unica alla<br />
sinistra del PD, radicalmente alternativa<br />
alle sue politiche e<br />
costruita con l’obbiettivo di dare<br />
vita ad un quarto polo pienamente<br />
competitivo nello spazio<br />
politico elettorale. Per fare questo<br />
però è necessario intensificare la<br />
nostra iniziativa e la nostra offensiva<br />
unitaria evitando di restare<br />
in attesa che qualcosa accada e<br />
anzi rilanciando il protagonismo<br />
di Sinistra Italiana. Occorre innanzitutto<br />
mettere in campo un<br />
lavoro per definire una piattaforma<br />
programmatica, capace di vivere<br />
in ogni occasione possibile<br />
anche nella dimensione parlamentare,<br />
che al di la dei titoli ci<br />
consenta di contribuire con più<br />
efficacia alla prospettiva di una<br />
efficace unitaria proposta politica.<br />
Oltre 2mila persone dentro e<br />
fuori il teatro e 65mila collegamenti<br />
in streaming. Era tanto<br />
tempo che non accadeva qualcosa<br />
di simile per un incontro della sinistra.<br />
Poi l’attenzione e la passione:<br />
due parole assenti negli ultimi<br />
anni durante gli incontri a<br />
sinistra, spesso fiacchi, ripetitivi,<br />
con le persone sul palco che si e-<br />
sibivano in interventi tra il narcisistico<br />
e l’astratto e fuori capannelli<br />
di persone intente a commentare<br />
senza ascoltare i relatori.<br />
Invece al teatro Brancaccio c’era<br />
una soglia di attenzione altissima.<br />
Con la sensazione che qualcosa<br />
di nuovo stava finalmente<br />
accadendo.<br />
Per aderire a Sinistra Italiana<br />
http://aderisci.sinistraitaliana.si/<br />
Roma e l’esercito degli spazzini improvvisati:<br />
“Voglio integrarmi onestamente, pulirò le vostre strade”<br />
Di Wanda Marra<br />
“Sono povera ma felice. Per favore aiutatemi”. “I’m poor,<br />
but happy. Please, help me”. Qualche anno fa, quando ero<br />
piccola (diciamo così), a Largo Argentina, a Roma, vedevo<br />
sempre una mendicante – straniera – che chiedeva l’elemosina<br />
davanti al teatro con questo cartello. E tutte le volte<br />
notavo quelle parole, ci rimuginavo. “Trovata geniale? Autoironia<br />
sublime? Segno di disperazione massima?”. Dover<br />
chiarire “sono felice” e dunque, “non vi farò venire sensi di<br />
colpa, non vi chiederò soluzioni alla mia intera esistenza,<br />
non dovrete compatirmi, empatizzare con me, preoccuparvi,<br />
ma solo darmi qualche spicciolo” (traduzione mia), mi<br />
sembrava un segno di intelligenza e grande discrezione, e<br />
pure – a specchio – il sintomo di un egoismo generale abnorme.<br />
Vabbè. Già mi pare di sentire qualcuno che mi dice “Wanda,<br />
dai, era solo un cartello!!”. Chissà. Comunque, quelle parole<br />
mi sono tornate in mente qualche tempo fa. Quando a un<br />
certo punto, una mattina, un’amica mi manda una foto via<br />
WhatsApp. Raffigura un cartello: “Gentili signore e signori,<br />
desidero integrarmi onestamente nella vostra città senza<br />
chiedere l’elemosina! Da oggi terrò pulite le vostre strade.<br />
Vi chiedo soltanto un contributo di 50 centesimi per il mio<br />
lavoro. Buste, scope, palette e altro materiale per la pulizia<br />
sono ben accetti. Grazie”. Segue altra foto, con i mucchietti<br />
di spazzatura raccolti e ordinati. La cosa mi colpisce, mi intriga.<br />
Approfondisco: si tratta di un ragazzo, straniero, che<br />
tiene pulite le strade del Fleming, uno dei quartieri più snob<br />
di Roma (Nord). Anzi, in realtà non è un ragazzo, sono quattro,<br />
scopro, quando decido di andare a vedere.<br />
A via Nitti, mi accolgono in due. Uno, piccolo e bassino, si<br />
chiama Abbas, ha 21 anni, e viene dalla Sierra Leone. Mentre<br />
mi parla, guarda da un’altra parte. È timido, e il cappellino<br />
sembra una specie di protezione dal mondo. L’altro di<br />
anni ne ha 19 anni, è alto, estroverso, si chiama Benjamin,<br />
parla un inglese perfetto, e arriva dalla Nigeria. Tutti e due<br />
sono venuti in Italia su un barcone e vivono nel campo di Castelnuovo<br />
di Porto. Si sono inventati questa cosa, mi spiegano,<br />
perché si vogliono rendere utili, non chiedere soldi e<br />
basta. Fanno una decina di euro al giorno e si dichiarano<br />
soddisfatti. Zero lamentele, zero recriminazioni.<br />
Un ultimo sorriso ai due, e vado via. Racconto la cosa in<br />
giro. E scopro che esiste un mondo. Un amico mi manda una<br />
foto: “Eccone uno, a via Valadier, a Prati, sotto la vecchia<br />
sede del Fatto”. Si moltiplicano i messaggi. “Wanda ce n’è<br />
uno a Trastevere, a via Natale Del Grande”. “Occhio, che ne<br />
ho visti un paio a piazza Ungheria”. “Fai un salto a viale Regina<br />
Margherita, sono anche lì”. Insomma, io non me n’ero<br />
accorta, ma Roma si è riempita di un esercito improvvisato<br />
di omini con cappellini, scope e palette, che appaiono all’alba<br />
e si dissolvono verso l’ora di pranzo. Tanto è vero che –<br />
alla fine – ne avvisto un altro, casualmente, a via Gallia. Il<br />
cartello è lo stesso di quelli di via Nitti. Da approfondire<br />
questo franchising improvvisato. Chissà se c’è anche una<br />
centrale che lo organizza.
12 TimeOut<br />
CONTROCORRENTE MERCOLEDÌ 19 GIULIO 2017<br />
Sette giorni in Grecia<br />
Il percorso della riacquisizione<br />
di una identità, della<br />
consapevolezza di un’appartenenza,<br />
la gioia di aver<br />
conosciuto un modello di vita<br />
prima ignoto ma poi divenuto<br />
intimo e personale. Una settimana<br />
e quasi duecento<br />
pagine per passare da «Io non<br />
mi sono mai sentito greco, ma<br />
il cognome mi tradiva sempre…»<br />
a «In verità… sono greco!».<br />
Sette giorni in Grecia è una<br />
storia narrata con la tecnica<br />
del fumetto che racconta una<br />
catarsi, un diario di viaggio<br />
per le strade di un Paese, la<br />
Grecia, ma anche una indagine<br />
introspettiva all’interno di se<br />
stesso e delle proprie certezze<br />
che il protagonista compie visitando<br />
la terra delle sue radici,<br />
un taccuino dove annotare<br />
sensazioni, emozioni, comportamenti<br />
di un popolo che ancora<br />
riescono a meravigliare e<br />
a commuovere.<br />
Emanuele Apostolidis, il cui<br />
cognome denuncia chiaramente<br />
l’origine del suo proprietario,<br />
lo ha scritto con la complicità<br />
del suo amico disegnatore<br />
fumettista Isacco Saccoman.<br />
Entrambi veneti, il primo<br />
di Schio nel vicentino ma con<br />
manifeste ascendenze elleniche,<br />
l’altro di veneziano di<br />
Mira, raccontano in sette brevi<br />
itinerari, sette storie, quanto e<br />
DOPOLAVORO<br />
FILELLENICO<br />
di GIANCARLO ANTONUCCI<br />
come il protagonista ha scoperto<br />
di amare la sua terra di<br />
origine.<br />
Dai monasteri delle Meteore<br />
al borgo medievale di Malvasia,<br />
dal paese dello spiedo di<br />
Kalivia ai feroci guardiani<br />
dell’isola di Delos, e ancora<br />
dalla veneziana Chania a<br />
Ikaria, l’isola degli ultracentenari.<br />
Quando l’autore accompagna<br />
la nonna Afrodite nel<br />
suo paese natale, non si aspetta<br />
di scoprire un legame così<br />
profondo con le sue radici<br />
greche, e quando si immerge<br />
nella storia, nei luoghi, nella<br />
quotidianità di un popolo ferito<br />
dalla<br />
crisi ma fiero, capisce di non<br />
voler più andare via, ma deve<br />
farlo a malincuore.<br />
E così il passaggio, dalla indifferenza<br />
e dal fastidio di dover<br />
visitare da piccolo luoghi<br />
noiosi con persone per lo più<br />
sconosciute che parlavano una<br />
lingua per lui quasi incomprensibile,<br />
alla fierezza di aver<br />
acquisito la consapevolezza<br />
che esiste una filotimia che fa<br />
di quello greco un popolo unico<br />
e irripetibile, che non si può<br />
che amare e apprezzare quando<br />
lo si comprende in fondo.<br />
Il pretesto è il viaggio che<br />
doveva essere di pochi giorni<br />
ma che diventa di una settimana<br />
per accompagnare nel<br />
suo paese di origine sull’isola<br />
di Creta la nonna greca che<br />
vive in Italia per risolvere<br />
questioni burocratiche legate<br />
alla sua pensione. Un periodo<br />
abbastanza lungo per consentire<br />
al protagonista di<br />
conoscere e capire molte cose<br />
del mondo greco e di innamorarsene<br />
perdutamente.<br />
Pubblicato dall’editrice Becco<br />
Giallo, (191 pagine, 17 €) il<br />
volumetto è arricchito nei suoi<br />
sette itinerari da notazioni<br />
utili, come ad esempio<br />
muoversi ad Atene con i mezzi<br />
pubblici e orientarsi nel centro<br />
caotico della città, nozioni sintetiche<br />
di storia della Grecia<br />
antica e più recente, come districarsi<br />
fra le centinaia di isole<br />
dell’Egeo e come muoversi per<br />
visitare le più importanti o le<br />
più degne di approdo, per concludere<br />
con una<br />
breve sintesi e descrizione dei<br />
piatti tipici più noti e più appetibili,<br />
una brevissima storia<br />
della musica, e un vocabolarietto<br />
turistico essenziale con le<br />
frasi e le espressioni di più immediato<br />
utilizzo in taverna, al<br />
bar, in albergo, al porto, al<br />
mercato.<br />
In sostanza si tratta di un libro<br />
che può accompagnare il turista<br />
che non conosce la Grecia<br />
nella sua visita di conoscenza<br />
del Paese ellenico, una guida<br />
che accanto alla narrazione di<br />
una storia, nella sua sinteticità<br />
affianca notizie utili per la permanenza<br />
e soprattutto per la<br />
conoscenza del popolo greco,<br />
attraverso l’osservazione di<br />
quei piccoli particolari, quei<br />
comportamenti che un po’ alla<br />
volta te lo fanno amare.<br />
Un celebre passo di Antonio Gramsci,<br />
letto da Elio Germano... sempre più di attualità<br />
L’INDIFFERENZA È IL PESO MORTO DELLA STORIA<br />
“ODIO GLI INDIFFERENTI. Credo che vivere<br />
voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente<br />
non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza<br />
è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria,<br />
non è vita. Perciò odio gli indifferenti.<br />
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza<br />
opera potentemente nella storia. Opera<br />
passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui<br />
non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi,<br />
che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia<br />
bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede,<br />
il male che si abbatte su tutti, avviene perché<br />
la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia<br />
promulgare le leggi che solo la rivolta potrà<br />
abrogare, lascia salire al potere uomini che poi<br />
solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra<br />
l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non<br />
sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della<br />
vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne<br />
preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere<br />
tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro<br />
che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione,<br />
un terremoto del quale rimangono vittime tutti,<br />
chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi<br />
non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente.<br />
Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano<br />
oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano:<br />
se avessi fatto anch’io il mio dovere, se<br />
avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe<br />
successo ciò che è successo?<br />
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi<br />
dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti.<br />
Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto<br />
il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente,<br />
di ciò che ha fatto e specialmente<br />
di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile,<br />
di non dover sprecare la mia pietà, di<br />
non dover spartire con loro le mie lacrime.<br />
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della<br />
mia parte già pulsare l’attività della città futura<br />
che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena<br />
sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che<br />
succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente<br />
opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno<br />
che stia alla finestra a guardare mentre i<br />
pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano.<br />
Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.<br />
Un celebre passo di Antonio Gramsci, letto<br />
da Elio Germano<br />
https://m.facebook.com/beatrice.giavazzi/posts/1<br />
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