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A come Amici n° 35

A come Amici n° 35 - ottobre 2017

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Raccontami di te... LUCIA VASINI<br />

L’arte del palcoscenico<br />

tra passione e umiltà<br />

Lucia scosta la ciocca di capelli dalla fronte e ti fissa<br />

con i suoi occhi grandi, con una espressione seria...<br />

ma all’improvviso le labbra si schiudono su un sorriso<br />

aperto, cordiale che sa metterti subito a tuo agio. Lungi<br />

da lei atteggiamenti da diva, anzi, la sua semplicità la<br />

rende subito amica dell’interlocutore. E viene spontaneo<br />

allora, chiederle di autodefinirsi, così, quasi per gioco, con<br />

tre parole. Una celia a cui Lucia Vasini, che ci ha concesso<br />

questa intervista, partecipa volentieri...<br />

“Tre parole per definirmi? Posso dire la canzone...sole,<br />

cuore...amore. Scherzi a parte, è difficile farlo; sono<br />

un’attrice e sono sempre alla ricerca dei miei confini e<br />

sono una persona molto curiosa. Quando insegno dico<br />

proprio agli attori di non definirsi...”<br />

Quale è la cosa più bella della tua vita e quella meno<br />

bella?<br />

“La più bella quella di aver fatto un buon lavoro con mio<br />

figlio e con il suo papà...la meno bella quando perdi degli<br />

affetti, <strong>come</strong> per esempio i genitori”.<br />

L’arte di interpretare: professionalità, passione,<br />

predisposizione, cosa conta di più alla fine?<br />

“Conta di più quello che dice Cechov, cioè la capacità di<br />

soffrire e di entrare nella capacità delle cose e di accettare<br />

quello che è la vita. E’ la capacità di non fermare la vita<br />

ma di entrarci dentro con coraggio”.<br />

Due tuoi mentori a cui sei stata molto legata sono stati<br />

Dario Fo e Franca Rame. Ci racconti?<br />

“Sono state due figure fondamentali nella mia vita.<br />

Sia Franca che Dario sono stati amici e maestri, che mi<br />

hanno protetto e aiutato. Il teatro italiano ha leggi molto<br />

severe e il talento da solo non basta…per un periodo mi<br />

hanno dato man forte e sostenuto anche con i loro testi.<br />

E <strong>come</strong> non ricordare l’esperienza con Mistero Buffo? Fo<br />

ha rappresentato per il teatro italiano una vera e propria<br />

rivoluzione: non solo un attore o autore ma anche<br />

promotore di un teatro con una funzione sociale e di aiuto<br />

agli altri. Quante volte si è speso, si sono spesi entrambi,<br />

per chi aveva bisogno o era in difficoltà! Lui era davvero<br />

un ricercatore dell’anima, di una profondità immensa”.<br />

Chiediamo allora a Lucia Vasini un ricordo…<br />

“Nel 2008, Franca mi diede un suo testo che io misi in scena<br />

in un teatro di Milano. Si trattava di ‘Grasso è bello’ era<br />

una commedia, che prevedeva scenografie e costumi. In<br />

questo caso però io l’avevo trasformata in un monologo,<br />

recitandone tutti i ruoli e senza costumi per questioni<br />

economiche. Dario e Franca vennero alla prima, io avevo<br />

una paura pazzesca….Nel camerino Dario mi consigliò<br />

di fare una premessa ad inizio spettacolo, spiegando al<br />

pubblico che per carenza di budget non si erano potuti<br />

comprare i costumi che mi avrebbero ingrassato e che<br />

Vasini in Il clan delle divorziate con Enzo Iacchetti con Franca Rame<br />

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