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A come Amici n° 35

A come Amici n° 35 - ottobre 2017

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Le buone novelle, l’angelo azzurro e la gallina morta...incuriosisce e appassiona il lettore il nuovo libro di Carlo<br />

Tedeschi, seguito di Leo, l’uomo senza tempo editato lo scorso anno. Il sequel, quasi pronto per la<br />

stampa, e’ qui anticipato in un paio di capitoli per gentile concessione dell’autore. Buona lettura.<br />

ALLA SEQUELA<br />

DI GESÙ<br />

Pur rimanendo attenta al presente<br />

ma protesa sempre al futuro per la<br />

realizzazione dei propri valori, anche<br />

per Daniela, <strong>come</strong> per Carlo, tuffarsi<br />

nel passato costituiva una sorta di<br />

“esame di coscienza generale” più<br />

ampio e complesso di quello personale<br />

di ogni giorno.<br />

Col senno dell’oggi, infatti, si potevano<br />

valutare meglio i fatti di ieri.<br />

Fatti a volte così grandi o particolari<br />

da non poterli interpretare nella loro<br />

totalità e nel loro vero significato nel<br />

momento o attimo contingente in cui<br />

avvenivano.<br />

Daniela era altresì protesa nell’aiutare<br />

gli altri alla realizzazione dei loro<br />

valori e soprattutto alla realizzazione<br />

dell’opera che non avrebbe mai dovuto<br />

rimanere sospesa nel tempo ma<br />

giungere ad un proprio compimento,<br />

per poter costruire un ponte e, in un<br />

secondo futuro ancor più lontano,<br />

essere utile e servire tante altre<br />

persone.<br />

Si ricordò così Daniela, ancora una<br />

volta, di Marisa, la sua catechista - l’<br />

“angelo azzurro” dell’ospedale dove fu<br />

ricoverata -, e di ciò che in quel tempo<br />

capiva e assimilava con la mente ed il<br />

cuore di bambina: “Se avessi potuto<br />

conoscere io Gesù l’avrei seguito?<br />

Se fosse stato così “<strong>come</strong>” lo avrei<br />

seguito? Cosa avrei dovuto, potuto o<br />

voluto fare per lui?”<br />

Non potendo fare certo un salto nel<br />

tempo di duemila anni, non le restava<br />

che assimilarne la personalità e<br />

l’insegnamento attraverso la “buona<br />

novella” non trascurando e non<br />

vergognandosi di ciò che le scaturiva<br />

nel profondo del suo cuore.<br />

C’era però qualcosa in più nella sua<br />

vita: Leo.<br />

Nel suo esempio d’amore cristiano in<br />

qualche modo glielo rappresentava e<br />

dunque si poteva ritenere fortunata in<br />

quanto avrebbe potuto sperimentare<br />

in quel contesto chi avrebbe potuto<br />

essere e divenire alla sequela di Gesù.<br />

Contemporaneamente aveva anche<br />

pensato che tutti avrebbero dovuto<br />

avere tale opportunità ma, pur con<br />

i suoi occhi di bambina, si era resa<br />

conto che l’uomo in genere, una volta<br />

raggiunto il suo scopo, dopo aver<br />

ottenuto quello che desiderava o ciò<br />

di cui necessitava, tornava alla sua vita<br />

di sempre richiudendo in un cassetto<br />

anche la gratitudine.<br />

Eppure tutti coloro - a lei sembrava la<br />

maggior parte - che si comportavano<br />

così, incontrati nuovamente anche per<br />

caso a distanza di tempo – a volte anni<br />

- affermavano di non aver mai potuto<br />

dimenticare.<br />

“Chi mi ha incontrato anche un volta<br />

non mi dimentica più.”<br />

Daniela non poteva nemmeno porsi<br />

il problema di dimenticare qualcosa<br />

di Leo. Tutto scorreva in lei ed era<br />

naturale considerarlo uno di famiglia,<br />

sia per la sua persona così vicina a lei<br />

e alla sua casa, che per il suo “modo”<br />

di essere, sia per le “buone novelle”<br />

che sembravano ripescate da Leo<br />

direttamente dal cielo sia per quella<br />

variegata e infinita moltitudine di<br />

persone - grande famiglia - che<br />

ruotava intorno a lui.<br />

Tutti avrebbero dovuto sapere e<br />

conoscere questa grande novità di Leo<br />

che a lei pareva così “antica”.<br />

Così almeno pensava la sua mente<br />

che, trasmigrando quei pensieri<br />

verso il cuore, lo riempiva di essi ma,<br />

soprattutto, dei sentimenti che le<br />

scaturivano. Spesso sentiva il cuore<br />

gonfio di lui e della grandezza di Dio<br />

che le ispirava e, pur rimanendo critica<br />

nella sua integrità di discernimento,<br />

esattamente <strong>come</strong> i figli con i genitori,<br />

i giovani con il mondo che li circonda,<br />

si manteneva comunque sempre<br />

presente a se stessa, vagliando ogni<br />

situazione attraverso la propria<br />

ragione, la propria personalità che<br />

man mano andava modellandosi, la<br />

propria coscienza, la propria fede.<br />

Come la sua mamma che, pur avendo<br />

ormai scelto di dare la propria totalità<br />

a quell’opera meravigliosa e alla<br />

meravigliosa creatura che la guidava,<br />

ne era l’esempio.<br />

DUE MOMENTI PARTICOLARI<br />

DELLA VITA DI LEO<br />

A questo punto il vagabondare di<br />

Daniela tra un ricordo e l’altro sobbalzò<br />

ad un’immagine evocata nella sua<br />

mente. Scoppiò anche a ridere: era<br />

presente quando il gioielliere del<br />

Corso Cento Celle di Civitavecchia<br />

aveva raccontato di non aver mai<br />

visto, neanche nei film, una scena<br />

<strong>come</strong> quella!<br />

Leo, mentre camminava da solo, era<br />

arrivato nei pressi della vetrina della<br />

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