Giovanni nel Giudizio Universale di Michelangelo

Una domanda che ho
letto numerosi
ricercatori si sono fatti,
è perché nell’Eden
dipinto nella volta della
Sistina, invece del noto
melo, l’artista abbia
messo il fico; pianta tra
l’altro usata anche dal
monaco che realizzò il mosaico
di Otranto, ma nel suo caso per
appoggiare la storia genetica
che racconta dell’umanità.
Per scelta non entriamo nella
complessa spiegazione della
simbologia del Melo e dei suoi (5) semi, ma forse, sia Pantaleone che Michelangelo, non
hanno usato il Melo perché quella pianta, come la nota mela avvelenata della favola di
Biancaneve, potrebbe voler simboleggiare il DNA umano avvelenato da quello dei
Guardiani caduti che si unirono alle donne terrestri avendo da queste figli, e avvelenato
dal DNA degli Elohim che usarono il loro Tzelem per creare prima Adamo e poi Eva che
avvelenò loro e la loro discendenza. Infatti, Pantaleone e Michelangelo, per comporre il
loro racconto non hanno usato neanche la quercia, pianta spesso riportata insieme a
Maria, perché di quella pianta a mangiarne il frutto non sono gli uomini ma i maiali.
Pantaleone e Michelangelo narrano accadimenti di un passato anche più remoto di quello
della creazione di Adamo ed Eva, ma ci dicono nelle loro opere anche dei tempi finali
dell’umanità, cioè dei tempi che stiamo vivendo, e usano il fico perché, la pianta, insieme
al quella del melograno, è quella simbolicamente legata alla più antica e Grande Madre di
cui ci raccontano nelle loro opere insieme ai millenari segreti che ci svelano.
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