16.12.2012 Views

donne strada - Federazione Ciclistica Italiana

donne strada - Federazione Ciclistica Italiana

donne strada - Federazione Ciclistica Italiana

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

siasi corsa inquadri nel mirino. Sarebbe crudele<br />

trovare smentita a tutto questo.<br />

E ancora, Damiano Cunego, profeta in Trentino,<br />

battuto al Giro, e alla fine troppo condizionato<br />

dalla corsa rosa, prima e dopo. Bravissimo<br />

a combattere per la causa comune a Stoccarda,<br />

star del Beghelli, e soprattutto travolgente<br />

nel Giro di Lombardia. Un esame superato<br />

a pieni voti da chi considera il veronese<br />

potenzialmente grandissimo anche per le corse<br />

di un giorno.<br />

Dove già si è ritagliato un grande spazio Filippo<br />

Pozzato, che se ha qualche rammarico è<br />

sul numero, otto, più che sulla qualità delle<br />

sue vittorie, visto che ha messo in fila tra l’altro<br />

una tappa al Tour de France, l’Omloop Het<br />

Volk, Tour du Haut Var, GP Industria e Commercio<br />

di Prato<br />

Continuando su questo metro ad un Riccò che<br />

fa sognare gli amanti del ciclismo di alta montagna<br />

(Tre Cime di Lavaredo docet), si contrappone<br />

Davide Rebellin cui il passare degli<br />

anni ha tolto certamente freschezza atletica -<br />

che non gli ha impedito di vincere la Freccia<br />

Vallone e sfiorare due secondi posti, la Parigi-<br />

Nizza e l’Amstel Gold Race - ma di contro gli<br />

ha conferito un carisma che hanno pochi altri<br />

atleti del gruppo.<br />

E se parliamo di personalità non possiamo<br />

trascurare Alessandro Bertolini, garretti da<br />

fuoriclasse, ma per troppi anni “cavallo paz-<br />

zo”. La sua stagione - sei vittorie tra cui il Giro<br />

dell’Appennino, quello del Veneto, Placci e Trittico<br />

Lombardo - e soprattutto la conquista di<br />

quella maglia azzurra che restava uno dei suoi<br />

sogni inappagati, è la conclusione, a lieto fine,<br />

di una bella storia. Fatta di alti e bassi, probabilmente<br />

inferiore alle attese, ma comunque<br />

viva, tagliata a misura del suo carattere.<br />

Che certo non è mancato a Daniele Bennati,<br />

amareggiato per la mancata convocazione di<br />

Stoccarda, ma ormai lanciato nella sua scalata<br />

verso il gotha dei velocisti (due vittorie al<br />

Tour e tre nella Vuelta è roba da leccarsi i baffi).<br />

Mentre ha fatto difetto ( il carattere) a Leonardo<br />

Bertagnolli, che non è riuscito a dare<br />

seguito al trionfo di San Sebastian e, prima<br />

ancora ad un buon Giro d’Italia.<br />

Meglio hanno fatto i gemelli siciliani, Visconti<br />

e Nibali, diventati corridori veri nella scuola<br />

toscana. Una carriera parallela dove, per entrambi,<br />

l’azzurro è stato spesso il colore dominante.<br />

E se Giovanni indossa addirittura la<br />

maglia tricolore, vince la Coppa Sabatini e una<br />

tappa al Brixia,Vincenzo risponde con due vittorie<br />

in casa, Larciano e Giro di Toscana e due<br />

in trasferta, Giro di Slovenia. Allargando poi lo<br />

sguardo in quella che potrebbe essere la sua<br />

specialità futura, la cronometro, vincendo<br />

(con Kreuziger) la Coppa Mentasti, filiazione<br />

del popolarissimo Trofeo Baracchi.<br />

Degli avversari - fatto salvo l’exploit di Conta-<br />

Danilo Di Luca nella Liegi-Bastogne-Liegi<br />

(foto Sirotti)<br />

dor, che oltre al Tour de France ha messo in<br />

bacheca anche una Parigi Nizza; il già citato<br />

Freire, che però oltre la Sanremo non ha centrato<br />

altre vittorie; i due russi Karperts e Menchov,<br />

mattatori rispettivamente al Giro di Catalogna,<br />

Svizzera e Vuelta - stupisce in positivo la<br />

vittoria di O’Grady nella Roubaix e, in negativo,<br />

che Tom Boonen abbia collezionato uno zero<br />

assoluto nelle prove in linea del calendario<br />

ProTour. E’ vero che ha vinto due tappe della<br />

Grande Boucle, ma nelle sue undici vittorie<br />

complessive non c’è traccia di classiche, anche<br />

se, sia la Kuurne Bruxelles-Kuurne che il<br />

Gran Premio di Harelbeke. hanno un’alta quotazione<br />

sportiva. Il risultato migliore è stato il<br />

terzo posto alla Milano Sanremo, bottino assai<br />

misero per un corridore della sua qualità. A<br />

maggior ragione, quindi, Bettini e i nostri ragazzi<br />

meritano la copertina. Mettere la mordacchia<br />

ad atleti di tale spessore è segno di<br />

grande competitività. Il ranking mondiale - dal<br />

secondo posto di Rebellin, al settimo di Cunego,<br />

l’undicesimo di Ballan (senza dimenticare<br />

che Di Luca, appiedato poco prima del Giro di<br />

Lombardia ha perso posizione e punti, e poteva<br />

vincere) con le piazze d’onore nella classifica<br />

a squadre (Liquigas) e per nazioni - parla<br />

coi numeri. Il mondiale col cuore, la classe, la<br />

forza, l’armonia. Insieme, danno il giusto valore<br />

e rendono omaggio al ciclismo italiano.<br />

Massimo Rodi<br />

numero 51/52<br />

PROFESSIONISTI<br />

Alessandro Ballan sul Grammont nel Giro delle Fiandre (foto Sirotti)<br />

Il Mondo del Ciclismo<br />

XIII

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!