principali metodi per la rimozione dei nitrati nella ... - Gruppo 24 Ore
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L’azoto è un elemento chimico molto diffuso nell’ambiente<br />
e risulta presente in soluzione nell’acqua sotto forma<br />
di <strong>nitrati</strong> (NO 3 ¯), nitriti (NO 2 ¯), ammoniaca (NH 4 + ), azoto<br />
organico (N org).<br />
La presenza <strong>dei</strong> <strong>nitrati</strong> nelle acque sotterranee è il risultato<br />
di numerosi processi chimici, fisici e biologici, che rego<strong>la</strong>no<br />
il ciclo dell’azoto nell’ambiente, in partico<strong>la</strong>re:<br />
l fissazione;<br />
l assimi<strong>la</strong>zione;<br />
l ammonificazione;<br />
l nitrificazione;<br />
l denitrificazione.<br />
L’azoto viene trasferito dall’atmosfera<br />
al terreno attraverso processi<br />
di fissazione, a o<strong>per</strong>a di partico<strong>la</strong>ri<br />
organismi:<br />
l batteri liberi nel terreno, quali<br />
Azotobacter e Clostridium;<br />
l batteri che vivono in simbiosi con<br />
le radici di alcune piante;<br />
l alghe.<br />
Successivamente, viene trasformato<br />
in ammoniaca e assimi<strong>la</strong>to dalle<br />
piante. Il 10% dell’azoto fissato è<br />
presente nell’atmosfera in forma di<br />
ossidi di azoto (generati dall’azione<br />
<strong>dei</strong> fulmini) e, in seguito al contatto<br />
con l’acqua durante le precipitazioni,<br />
raggiunge il terreno sottoforma<br />
di HNO 3. Una parte dell’ammoniaca<br />
può essere convertita in <strong>nitrati</strong> tramite<br />
batteri nitrificanti naturalmente<br />
presenti nel terreno. L’azoto<br />
nitrico viene interessato da diversi<br />
processi che sono principalmente <strong>la</strong><br />
denitrificazione in azoto moleco<strong>la</strong>re<br />
che ritorna all’atmosfera e l’assimi<strong>la</strong>zione<br />
dalle piante che lo trasfomano<br />
in azoto organico. La frazione<br />
rimanente di <strong>nitrati</strong>, vista <strong>la</strong> loro<br />
elevata stabilità e solubilità in acqua,<br />
può penetrare attraverso il<br />
suolo e raggiungere le acque di falda.<br />
A causa del<strong>la</strong> bassa mobilità di<br />
questo composto nel suolo e nell’acqua,<br />
generalmente, tra l’attività inquinante<br />
e <strong>la</strong> presenza dell’inquinamento<br />
nelle acque di falda, intercorre<br />
un tempo piuttosto lungo che<br />
può variare da 1 a 20 anni. Oltre al<br />
contributo associato al ciclo naturale<br />
dell’azoto, l’apporto di <strong>nitrati</strong> nel<br />
terreno può essere incrementato<br />
dal<strong>la</strong> presenza di fonti di natura antropica<br />
quali:<br />
l scarichi civili e industriali;<br />
l fanghi di depurazione;<br />
l attività agrico<strong>la</strong> e zootecnica;<br />
l emissioni in atmosefra;<br />
l siti incontrol<strong>la</strong>ti <strong>per</strong> lo smaltimento<br />
<strong>dei</strong> rifiuti solidi.<br />
I <strong>nitrati</strong> sono un parametro di primaria<br />
importanza nell’uso dell’acqua<br />
potabile soprattutto nei bambini,<br />
che sono maggiormente soggetti al<br />
rischio di metaemoglobinemia, nota<br />
come “sindrome del morbo blu”. I<br />
<strong>nitrati</strong>, infatti, nello stomaco vengono<br />
ridotti a nitriti (processo partico<strong>la</strong>rmente<br />
favorito nei bambini <strong>per</strong><br />
<strong>la</strong> bassa acidità gastrica e <strong>per</strong> un<br />
sistema enzimatico non ancora svi-<br />
PROCESSI E SISTEMI•ACQUA<br />
luppato) che, nel sangue, si combinano<br />
con l’emoglobina formando <strong>la</strong><br />
metaemoglobina, che riduce <strong>la</strong> capacità<br />
del sangue di trasportare<br />
l’ossigeno nel corpo provocando cianosi<br />
(colorazione bluastra) fino all’asfissia.<br />
Per queste ragioni, l’Organizzazione<br />
Mondiale del<strong>la</strong> Sanità ha introdotto<br />
nelle acque destinate al consumo<br />
umano il valore guida di 50 mg NO 3 ¯/L<br />
<strong>per</strong> i <strong>nitrati</strong> e di 3 mg NO 2 ¯/L e 0,2 mg<br />
NO 2 ¯/L (rispettivamente <strong>per</strong> esposizione<br />
a breve e lungo termine) <strong>per</strong> i<br />
nitriti. La direttiva 98/83/CE sulle<br />
acque destinate al consumo umano<br />
ha introdotto i limiti di 50 mg NO 3 ¯/L<br />
e 0,5 mg NO 2 ¯/L, successivamente recepiti<br />
nei decreti attuativi Italiani,<br />
D.Lgs. n.31/2001 e D.Lgs. n. 27/<br />
2002, con i limiti di:<br />
l 50 mg NO 3 ¯/L, <strong>per</strong> i <strong>nitrati</strong>;<br />
l 0,5 mg NO 2 ¯/L o 0,1 mg NO 2 ¯/L [1]<br />
(questo ultimo limite vale nel caso<br />
di acque provenienti da impianti<br />
di trattamento), <strong>per</strong> i nitriti.<br />
Generalmente, le concentrazioni di<br />
<strong>nitrati</strong> rilevate nelle acque naturali<br />
in assenza di inquinamento sono inferiori<br />
a 3-5 mg/L nelle acque su<strong>per</strong>ficiali<br />
e sono di qualche mg/L in<br />
quelle sotterranee (Ratel e Debrieu,<br />
2002). Concentrazioni critiche di <strong>nitrati</strong><br />
vengono registrate nelle fonti<br />
idropotabili situate in Paesi caratterizzati<br />
da una produzione zootecnica<br />
e agrico<strong>la</strong> intensiva, come Francia,<br />
Germania, Regno Unito, O<strong>la</strong>nda,<br />
Austria, Polonia, Spagna e Italia<br />
(EEA, 1999) [2] (CCE, 2007) [3] . In Italia,<br />
nel biennio 2001-2002, il numero<br />
<strong>dei</strong> casi di su<strong>per</strong>amento del valore<br />
limite di 50 mg/L è risultato contenuto<br />
(APAT, 2005 [4] ); in partico<strong>la</strong>re:<br />
l valori <strong>dei</strong> <strong>nitrati</strong> nelle acque sotterranee:<br />
[1] Nel caso di presenza combinata è richiesta <strong>la</strong> verifica del<strong>la</strong> seguente condizione: NO 3 ¯ NO 2 ¯<br />
+ ≤ 1<br />
50 0,5 (0,1)<br />
[2] Direttiva 91/271/CEE del 21 maggio 1991, «Trattamento delle acque reflue urbane».<br />
[3] Re<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> Commissione al Consiglio e al Par<strong>la</strong>mento Europeo sull’applicazione del<strong>la</strong> direttiva 91/676/CEE del Consiglio re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> protezione delle<br />
acque dall’inquinamento provocato dai <strong>nitrati</strong> provenienti da fonti agricole nel <strong>per</strong>iodo 2000-2003; direttiva 91/676/CE del 12 dicembre 1991, «Protezione<br />
delle acque dall’inquinamento provocato dai <strong>nitrati</strong> provenienti da fonti agricole», in Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea, L. 375, del 31 dicembre 1991.<br />
[4] L’Inquinamento da <strong>nitrati</strong> di origine agrico<strong>la</strong> nelle acque interne in Italia.<br />
12 www.ambientesicurezza.ilsole<strong>24</strong>ore.com