l'insula casoriana dei Rocco di torrepadula stampato

Casoria nelle epoche dei Rocco di Torrepadula
Molto è stato scritto su Casoria sia in tempi passati che in epoca recente. Qui si
renderà una fugace descrizione solo del periodo in cui i Rocco di Torrepadula vi
fecero le prime apparizioni già nel 1400 per poi risiedervi stabilmente dal 1799 e a
tempi alterni fino al 1986, quando con la morte dell’ultimo dei Rocco ancora
residente, essi non vi abitarono più.
Nel 1600 Casoria contava circa 1600 abitanti e faceva parte dei numerosi "casali"
dell’"ager neapolitanus" dei quali, nel periodo vicereale, era frequente la vendita a
privati per rendere più ricche le finanze dello Stato e finanziare le campagne militari.
Infatti, nonostante l’impegno assunto dal Viceré a non mettere più all’asta il casale,
questo fu venduto prima a Eleonora Mansfeldi e poi a Luigi Ronchi.
Il Galanti nel 1794, nel descrivere i casali ancora soggetti alla servitù feudale, citava
Casoria tra i 20 casali demaniali che si erano riscattati dalla servitù baronale.
Di fatto la feudalità si estese fino alla fine del XVIII secolo, con l’avvicendarsi delle
famiglie Sangro e Ronchi nel possesso di Casoria. L’ultimo possessore fu Fabio
Capace Galeotta, presidente della Regia Camera.
Nel XVIII secolo Casoria divenne uno dei quattro capoluoghi di distretti in cui fu
divisa la provincia di Napoli da un decreto di Gioacchino Napoleone.
Nel 1656 Casoria fu sconvolta dalla peste e i casoriani eressero una cappella
dedicata ai Santi Rocco e Sebastiano in Piazza dell’Olmo.
L’antica cappella del seicento, abbattuta nel secondo dopoguerra per ampliare la
Piazza, fu ricostruita nel 1949 nello spazio antistante all’attuale Sala Consiliare del
Comune di Casoria dall’allora sindaco Raimondo Paone e dall’assessore Luigi
Rocco di Torrepadula che vi apposero anche una lapide a ricordo.
Casoria nelle epoche dei Rocco di Torrepadula
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