Donne&Women 2019

| IMMOBILIARE
È vero che gli orari sono flessibili ma anche quando capita
di lavorare dodici ore la giornata non pesa.
Quindi no, nessun pentimento.
La parte più bella del tuo lavoro.
Fare l’agente immobiliare non è aprire la porta di una
casa. La parte più bella è quando incontro per la prima
volta un cliente e inizia a raccontarmi. Per come intendo
il mio lavoro, per quelle settimane o mesi in cui il cliente
interagisce con me, io provo a miglioragli la vita. Quando
cambi casa, che sia la prima o la seconda, è sempre un
punto di ripartenza. Può essere la prima casa quando decidi
di lasciare quella dei tuoi e diventare indipendente,
può essere la casa dove vai a convivere o quella dove devi
trasferirti dopo una separazione: ogni casa è un punto di
svolta. Quando siamo a fare l’atto di vendita e vedo volti
felici e soddisfatti sono forse contenta più di loro. E, a
volte, capita che, a casa comprata, qualcuno mi chiami e
dica ‘Marti vieni a cena così vedi la casa!’, lì capisco che
ho lavorato bene.
Hai avuto clienti diventati poi amici?
Sì, e questa è una grande fortuna. I primi che mi vengono
in mente sono Matteo e Irene, siamo passati dal rapporto
lavorativo a quello di vicini di casa, l’abbiamo infatti
comprata nello stesso blocco. Da lì il passo è stato breve,
sono diventati in tre anni due persone per me fondamentali:
se ho un problema busso alla loro porta. Anche
Giovanni, che oltre cliente, poi amico, è diventato anche
il mio dentista.
Potrei continuare ma altrimenti facciamo notte!
La felicità è…
La felicità è tante cose, mille sfumature. Il messaggio del
buongiorno del mio babbo, i miei clienti che mi ringraziano,
cantare a squarciagola in macchina. La felicità sono
le piccole cose del quotiamo che dobbiamo apprezzare.
Vizi e virtù di Martina.
Troppi caffè, troppe sigarette, troppo testarda. Però, l’ho
imparato con il tempo, se sbaglio chiedo scusa. Per le
persone a me care ci sono sempre, sia che si fermi la macchina
alle tre di notte sia che si tratti di ascoltare se qualcuno
ha un problema. E poi... sono simpatica!
L’8 marzo ha sempre un senso?
Si, al netto della solita frase che la festa della donna è ogni
giorno. Non è andare a vedere lo spogliarello in discoteca,
cosa che non mi è mai piaciuta, ma è un’occasione
in più per fare due chiacchiere e confrontarsi con le mie
amiche, per ricordare loro quanto sono importanti per
me, per ricordare a me stessa e alle altre che se facciamo
squadra siamo invincibili.
C’è disparità, nell’ambito del lavoro, fra uomo e donna?
Sarei ipocrita nel dirti di no. Ma non solo nel mio ambito
lavorativo, in generale. Se pensi a una categoria professionale
che sia l’avvocato piuttosto che il medico o un
rappresentante, ti immagini subito un uomo piuttosto
che una donna. Penso, proprio per questo, che debba essere
la donna ad arginare questo gap mentale, facendo
20 | ottomarzo 2019