29.04.2019 Views

CAT CASA ILARIA_sfogliabile

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Casa Ilaria.<br />

Un progetto di solidarietà<br />

È importante essere a fianco dei progetti di solidarietà che nascono nei nostri<br />

territori, essere a fianco di chi lavora per l’inclusione sociale e l’inserimento delle<br />

persone svantaggiate. In questa occasione un gruppo di artisti importanti donano<br />

una loro opera per raccogliere fondi che consentano di aiutare nella costruzione<br />

del progetto di Casa Ilaria.<br />

Un progetto di ospitalità e lavoro – in particolare di agricoltura sociale e di ristorazione<br />

– specialmente per le persone più deboli: con disabilità fisica, psichica,<br />

sensoriale e socialmente svantaggiate. È una casa per tutti, dove ognuno può trovare<br />

opportunità per sentirsi vivo e mai solo. Casa Ilaria è accoglienza, lavoro nella<br />

natura, animali e persone, bellezza e arte, spiritualità, compagnia, creatività, cibo<br />

genuino e tanta passione per la vita. Casa Ilaria è un progetto in costruzione, nella<br />

località detta La Badia di Carigi, vicino a Montefoscoli, in provincia di Pisa. L’intero<br />

complesso, costituito da una cascina leopoldina completamente ristrutturata,<br />

alcuni edifici secondari e una cappella, prende il nome dall’antico convento benedettino<br />

fondato nel 1100 al confine tra le diocesi di Lucca e Volterra, e sorge su<br />

un lieve poggio, che domina un terreno agricolo di dodici ettari, delimitato da un<br />

corso d’acqua e filari di alberi.<br />

Sono quindi molto contento che il Consiglio regionale della Toscana abbia offerto<br />

il proprio sostegno a questa iniziativa attraverso la pubblicazione del catalogo inserendosi<br />

nel più consistente supporto che il progetto ha avuto dalle amministrazioni<br />

di Palaia e Pontedera, oltre che dall’Azienda USL Toscana Nord Ovest, dalla<br />

Fondazione Piaggio, dalla Fondazione Casa Ilaria Onlus e da altre associazioni di<br />

volontariato.<br />

In questo contesto mi sembra importante ricordare che Suor Ilaria è morta nel<br />

2007 in un incidente alla vigilia dell’inaugurazione dell’ospedale di Bossemptelé in<br />

Africa, un progetto da lei fortemente voluto, intitolato al Papa Paolo Giovanni II e<br />

a cui ha collaborato anche il Comune di Pontedera.<br />

È quindi molto bello oggi vedere numerosi artisti che offrono il proprio contributo<br />

per realizzare questo sogno di civiltà. L’arte può essere un veicolo straordinario<br />

per comunicare elementi positivi, un ponte per costruire una cultura tesa ad includere<br />

anche i soggetti più fragili e deboli nella nostra società. Un grazie sentito a<br />

tutti coloro che hanno reso possibile questa pregevole iniziativa.<br />

Eugenio Giani<br />

Presidente del Consiglio regionale della Toscana<br />

Fragilità e bellezza.<br />

Pittori a favore del progetto di Casa Ilaria<br />

L’asta degli artisti per Casa Ilaria nasce da una felice intuizione dei curatori artistici<br />

Riccardo Ferrucci e Filippo Lotti, che hanno visto nel progetto di ospitalità<br />

e lavoro che sta sorgendo alla Badia di Carigi – vicino a Montefoscoli, nel centro<br />

della nostra bella Toscana – un’opportunità sociale capace di coniugare solidarietà<br />

e cultura. L’idea di chiedere a diversi importanti pittori toscani e non solo il frutto<br />

del loro talento artistico, per sostenere le persone più deboli, riempie il cuore di<br />

fiducia e di speranza. Soprattutto in un momento storico in cui vanno in fumo il<br />

tetto di Notre Dame di Parigi e le chiese cristiane dello Sri Lanka, non è di poco<br />

conto la volontà di custodire la bellezza della fragilità. Le cose e gli umani, per vie<br />

diverse, hanno destini comuni: possono cedere, perdersi, svanire. Per questo ha<br />

senso custodire, riparare, riconciliare. Con grande impegno, senza lasciarsi andare<br />

a inutili lamentazioni, specialmente quando la tentazione dell’impotenza si affaccia<br />

alla porta della mente e del cuore.<br />

A Casa Ilaria stanno insieme la storia, la natura, le persone di ogni tipo, a partire dai<br />

più deboli, senza alcuna esclusione. Per fare di un luogo pieno di secoli uno spazio<br />

di accoglienza solidale, c’è bisogno di cuore, di energie positive, del meglio che<br />

ciascuno sa trarre fuori da sé, senza interesse, con generosità. La pittura, tra le arti,<br />

è quella che più immediatamente rivela l’intimo, lascia trasparire desideri, paure,<br />

sogni, incubi, passioni che, attraverso le forme e i colori, aspirano a farsi vedere,<br />

capire, riconoscere. Una cosa simile appartiene a tutti gli esseri umani: abbiamo<br />

bisogno di essere guardati, apprezzati, amati. Ed è qui che s’incontrano gli artisti e<br />

la gente più semplice, più fragile, apparentemente senza spiccate qualità.<br />

Casa Ilaria nasce proprio per questo: perché ciascuno si senta riconosciuto per il<br />

meglio che è, spesso nascosto dietro la maschera della disabilità – fisica, psichica,<br />

sensoriale –, dello svantaggio sociale, della marginalità, dell’esclusione. Nessuno è<br />

soltanto ciò che appare. E la capacità di trasfigurare il mondo, propria dell’arte, ci<br />

aiuta a fare altrettanto con le persone: per vederle con altri occhi, creativi, pieni<br />

di luce, di speranza e di forza. Lo sanno bene i genitori dei ragazzi più vulnerabili,<br />

per i quali i loro figli sono il tesoro più prezioso, che non richiede pietà né compassione,<br />

ma solo umile rispetto, alta dignità, prossimità discreta. Nella loro fragilità<br />

risplende una bellezza che solo lo sguardo dell’amore sa cogliere. Mentre, però, un<br />

quadro può non piacere – e sui gusti sembra che non si possa discutere – non così<br />

possiamo fare con le persone. Questa è la sfida che affronta Casa Ilaria. Guardare<br />

meglio le persone – a volte più da vicino, a volte più da lontano – per apprendere<br />

molte cose che non sappiamo. Come non è indispensabile essere musicisti per<br />

ascoltare un concerto, né essere esperti d’arte per ammirare un quadro, così è sufficiente<br />

essere umani per accostare i più vulnerabili.<br />

In una società che illude molti – “se non sei uno specialista, lascia perdere, non è<br />

roba per te” – siamo invece persuasi che per ciascuno e per tutti c’è un’opportunità<br />

da non perdere: imparare che fragilità e bellezza stanno insieme più di quanto<br />

non immaginiamo. Come recentemente ha scritto papa Francesco nella Lettera<br />

indirizzata ai giovani di tutto il mondo, dopo il Sinodo a loro dedicato: «il desiderio<br />

di vivere e di fare esperienze nuove riguarda specialmente molti giovani in condizione<br />

di disabilità fisica, psichica e sensoriale. Essi, anche se non possono fare<br />

sempre le stesse esperienze dei coetanei, hanno risorse sorprendenti, inimmaginabili,<br />

che talvolta superano quelle comuni» (Esortazione apostolica postsinodale<br />

Christus vivit, 149).<br />

Don Maurizio Gronchi<br />

9

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!