PALEOBESTIARI FANTASTICI
Catalogo della mostra PALEOBESTIARI FANTASTICI, Collezione di Geologia Museo Giovanni Capellini a Bologna 11 maggio - 30 giugno 2019.
Catalogo della mostra PALEOBESTIARI FANTASTICI, Collezione di Geologia Museo Giovanni Capellini a Bologna 11 maggio - 30 giugno 2019.
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I Paleobestiari esposti sono creati dagli artisti Francesco Cornacchia e Davide Saba, che<br />
compongono il loro catalogo di esseri fantastici, lasciandosi influenzare da uno spazio<br />
espositivo inusuale. Le nuove creature, disseminate tra le teche e i fossili della Collezione<br />
di Geologia, sono contaminate dalla diversità degli esemplari circostanti, dal grande<br />
dinosauro e dalle creature giganti sudamericane, ma anche dalle ammoniti, dalle<br />
cicadee, dai mammut, da Antonio (il Thetyshadros insularis italiano) e dalle tante specie<br />
presenti. Le forme sono rielaborate secondo i loro stili personali e quasi antitetici. Le due<br />
poetiche rappresentano le possibili evoluzioni che l’arte e il caso possono provocare, due<br />
raccolte che si sviluppano in parallelo a quella “ufficiale” della Storia Naturale. Risulta<br />
quindi un confronto tra mondi, quello preistorico e quello artistico, che accompagna lo<br />
spettatore in nuove riflessioni che uniscono il passato alla nostra attualità.<br />
La maggior parte dei fossili esposti è sfuggita al sovraccarico simbolico che ha visto<br />
interessati gli altri animali, diventati immagini “significanti” nelle rivisitazioni di più di venti<br />
secoli di storia umana. I reperti sono rivestiti solo del senso che la scienza ha dato loro,<br />
spesso incerto anche nella ricostruzione del loro aspetto originale. Le nuove rielaborazioni,<br />
quindi, possono caricarsi di un fascino interpretativo nuovo, un livello allegorico applicato<br />
a forme nate prima della cultura umana. Morali nuove possono emergere da<br />
paleobestiari che congiungono i tempi passati e la contemporaneità. I fossili testimoniano<br />
le specie predominanti sulla Terra prima di noi. Molte di loro improvvisamente, e per cause<br />
ancora in discussione, sono scomparse, come i dinosauri. Questo ci riporta a una naturale<br />
e spiazzante verità: l’intrinseca fragilità delle specie viventi. L’evoluzione ci ha permesso la<br />
permanenza su questo pianeta, ma potremmo, in un futuro prossimo, lasciarlo in eredità a<br />
qualcosa che neanche ci assomiglia. L’incertezza in cui l’umanità si trova, la stessa che<br />
ha distrutto il mondo dei grandi rettili, dovrebbe riportarci alla nostra realtà biologica e<br />
alla necessità di resistere e pensare come un insieme, unito dalla sua debolezza. Invece, i<br />
dinosauri hanno almeno avuto la dignità della catastrofe naturale per estinguersi, a noi<br />
basteranno armi e inquinamento creati da noi stessi. Ma le creazioni dei due artisti<br />
testimoniano una condizione di realtà positiva: anche se con sembianze diverse e<br />
inimmaginabili, la vita continuerà in nuovi cicli e nuove forme. Le opere sono tracce di<br />
possibilità, ispirate al passato ma anche credibili presagi di vita futura. Alla rigidità delle<br />
ossa, testimonianza di ciò che è stato, si alterna il movimento che l’arte può dare alle<br />
forme. L’arte ci ricorda che i fossili sono stati vivi un tempo, esattamente come lo siamo<br />
noi adesso, e che emergerà qualcosa di vivo, dinamico ed energico, anche dopo di noi.<br />
Chiara Mascardi