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TRA RELIGIOSO E PROFANOIn Spagna l’attività teatrale fu ricca e feconda e distinta sostanzialmente in due generi:il teatro religioso ed il teatro profano.I drammi religiosi venivano rappresentati nelle ricorrenze dei giorni dedicati ai santipiù venerati. I drammi religiosi erano di due tipi: la commedia de santos e l’auto sacramental.La commedia de santos, allestita da compagnie itineranti, è l’agiografia drammaticadella vita di un santo. Congegni meccanici fanno scendere dall’alto visioni celesti o sollevanogli attori dal palco.L’auto sacramental veniva rappresentato perla festa del Corpus Domini ed era la celebrazionedel mistero dell’eucaristia. Lo spettacoloera allestito su carri mobili, che consentivanodi ripetere le rappresentazioni in diversi puntidella città.Parallelo allo sviluppo del teatro religioso èquello del teatro profano. Gli spettacoli venivanoallestiti a corte, o nei palazzi dei nobili.A partire dal 1570 circa sorgono i primi teatripubblici. Nel Seicento tali luoghi sono i corrales,veri e propri cortili circondati da case private,sul fondo dei quali era collocato un grande palco. Gli spettatori più umili stavanoin piedi, nel cortile (patio). Una gradinata riservata al popolo era collocata anche ai duelati del cortile, sotto un tetto. Gli spettacoli si svolgevano alla luce naturale.Da ricordare che i due generi profani che meglio si affermarono furono la tragedia e lacommedia che si divide in commedia contemporanea e commedia di cappa e spada.Oltre a Cervantes a cui riserviamo una pagina per sé, un altro commediografo spagnolodi un certo spessore fu Lope de Vega. Nacque a Madrid nel 1562, e poté proseguirei suoi studi presso l’università di Alcalà de Henares grazie alla protezione del vescovo,Jeronimo Manrique, che intendeva avviarlo al sacerdozio. Lope de Vega si spense il 27agosto del 1635.La massima parte dei suoi capolavorisono commedie di costume contemporaneobasate su vicende amorose eintrecci. Per quanto riguarda i protagonistidelle commedie, ritroviamoquasi sempre uno schema fisso: ilgaláne, una bella dama, il gracioso, ilre, e il padre nobile.11PER MAGGIORI INFORMAZIONI VISITAREITISSTORIA.ALTERVISTA.ORG
LE UMILI ORIGINI DEL GRANDE COMMEDIOGRAFOMiguel de Cervantes Saavedra nacque il 29 settembre 1547. È stato uno scrittore, romanziere,poeta, drammaturgo e militare spagnolo. È universalmente noto per essere l’autoredel romanzo Don Chisciotte della Mancia, uno dei capolavori della letteratura mondiale diogni tempo. In quest’opera, pubblicata in due volumi nel 1605 e nel 1615, l’autore prende dimira con l’arma della satira e dell’ironia i romanzi cavallereschi e la società del suo tempo.Nel 1575 la galea Sol sulla quale viaggia viene assalita dal rinnegato Arnaut Mami ed egli ècatturato dai pirati e tenuto in cattività per cinque anni fino al pagamento di un suo riscatto,ad opera delle missioni dei trinitari. Dal 1597 viene coinvolto inuna bancarotta fraudolenta ed incarcerato. Successivamente, nel 1602,verrà arrestato una seconda volta a Siviglia per illeciti amministrativi,ma in questo caso riacquisterà poco dopo la libertà. Cervantes sispense nel 1616. Egli scrisse nelle condizioni più sfavorevoli, rubandotempo per i suoi studi ai quali si dedicava con gioia e dai quali speravadi ricavare denaro e gloria.Nelle opere di Cervantes si coglie il desiderio di condizioni esistenzialidiverse in cui l’uomo, libero dai rapporti sociali prestabiliti possaessere libero e realizzare la propria individualità.Il Don Chisciotte si divide in due parti. Don Alonso Quijano è unnobile ed è un accanito lettore di romanzi cavallereschi, tanto che nonriesce più a distinguere la realtà dalle storie che legge e si convinceun giorno di essere lui stesso uno dei cavalieri protagonisti di quelleavventure letterarie.Trova poi un contadino che accetta di fargli da scudiero, Sancho Panza. Don Chisciotte cominciail suo viaggio e compie la prime inutili imprese. È a questo punto della narrazioneche il protagonista si scaglia contro i mulini a vento e anche questa impresa termina in modoridicolo.Nella seconda parte del romanzo, Cervantes ci informa che intende riscrivere la vera storiadel cavaliere fino al giorno della sua morte; ora tutti i personaggi si prendono gioco di DonChisciotte, consapevoli della sua pazzia. Dopo mille peripezie viene obbligato a tornare acasa, Don Chisciotte si ammala di febbre e dopo sei giorni a letto il cavaliere grida di volermorire sostenendo di aver ritrovato la sanità mentale.Nell’opera di Cervantes è presente una dimensione tragica che dipende dall’inesistentecorrispondenza fra cose e parole: le vicende cavallerescheormai sono parole vuote, ma Don Chisciotte a causadella sua pazzia non se ne accorge e cerca di ristabilire i rapportifra realtà e libri.L’accumularsi di situazioni in cui lo stesso oggetto dà origine ainterpretazioni opposte dei due personaggi senza che nessunodei due prevalga sull’altro, incutono nel lettore quella sensazionedi incertezza irrisolvibile.12
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