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Spesso il male di vivere ho incontrato…
È stato proposto di comporre una poesia, parafrasando
"Spesso il male di vivere ho incontrato" di Montale,
alludendo al periodo di crisi e al "male di vivere" attuale,
ed individuando possibili "varchi" per rivedere il "Bene"
nello sguardo degli altri.
Gli elaborati vengono qui proposti senza correzione alcuna
Respiro
È di nuovo mattina.
Riapro gli occhi
ancora in quelle quattro mura
ogni giorno più strette,
ogni giorno più fredde,
Non sono più il mio nido.
Sono incatenata su questa giostra,
non ha più smesso di girare,
voglio solo scendere e scappare via.
È tutto caos,
Ogni cosa così complicata,
non riconosco nemmeno l'immagine allo specchio,
poi respiro.
Progetto”mi mancano gli sguardi”
In questi due lunghi anni il male di vivere ho incontrato:
erano le quattro pareti che mi scrutavano ovunque andassi,
era la strada, leggera, ove io prima marciavo,
era il cane abbandonato.
Anche se ancora distante
la luce in fondo al tunnel si fa più accecante
e ci riporta alla mente i momenti più belli
quando, con legger sospiro, udivamo il canto degli uccelli.
Mi ma n g i s u d
Mi mancano gli sguardi,
ormai quasi da miliardi,
di tu e le persone
ormai chiuse nella propria abitazione,
mi mancano gli amici:
ormai è tanto che non usciamo in bici;
mi manca il campe o:
ormai è da tanto che piede non ci me o.
Un giorno, questa situazione finirà
e, di questo periodo, nulla mancherà.
Mi mancano gli sguardi
Spesso il male di vivere ho incontrato
Mi sento come se sono dannato
Dentro in stanza sono rinchiuso
Più il tempo passa più sono confuso
Si ha timore che non torneremo più normali
Ma noi possiamo solo sperare
Un giorno potremo riaprire le nostre ali
E non si avrà paura di abbracciare
AABB CDCD
Spesso quest'anno ho visto la sofferenza del vivere,il mondo fuori sembrava la mappa di un
videogioco di guerra:il silenzio delle strade strozzato dal rimbombo di una ambulanza,
l’accartocciarsi dei pazienti negli ospedali, l'impossibilità di abbracciare i propri cari se non
con gli occhi ammetto di aver avuto nostalgia dei miei amici,dei miei parenti ,di tutta quella
gente che non vedevo da tanto.
Non era nota altra possibilità di salvezza se non nella condizione di un atteggiamento di
distanza.Pian piano vidi il sorgere del sole ,le città divennero belle e luminose,vidi il
riaffiorare di una gioventù diversa, di una affinità fatta di sguardi che sanno di rinascita.
Vorrei...
Vorrei parlare dell’amore
E di come mi sta facendo male al cuore,
Ripenso alla bella giornata
Ma vorrei solo essere abbracciata,
Il mio umore comincia a calare
Ma mi sa che mi ci dovrò abituare,
Vorrei riavere la mia felicità
Per ritrovare la mia stabilità,
Non importa a nessuno se sto male
Dire “sto bene” per me è abituale,
Dite tutti di andare avanti
Ma riesco solo a piangere lacrime abbondanti,
Vorrei parlare del bene di vivere
Ma solo il male riesco a descrivere,
Scusate per lo sfogo
Ma ne avevo proprio bisogno.
IL MALE DI VIVERE NELLA PANDEMIA
Spesso il male di vivere in questo anno ho incontrato,
è il non poter abbracciare i miei nonni,
è quel banco di scuola vuoto che avrei dovuto occupare,
sono le quattro mura della mia stanza che mi sembrano sempre più piccole,
sono le esperienze adolescenziali che non so se potrò mai vivere
e sono tutti i viaggi cancellati come se fossi ancorata in questa camera.
I modi per ritrovare del bene
sono sempre meno,
sono più difficili da scovare:
una passeggiata all’aria aperta,
una passione che in questo anno si è potuta coltivare
o una videochiamata con gli amici che, per qualche minuto,
fa dimenticare di tutto il male che ci circonda
Spesso il male di vivere ho incontrato
come ora che in casa sono intrappolato
rimpiango le belle uscite con gli amici e le risate,
cose ormai andate
Ciò che si spera di riavere sono cose prima sottovalutate
l’aria e il mondo esterno
il sole dell’estate
e la neve dell’inverno.
L’ATTESA
Da dentro le mura di casa
poniamo fuori lo sguardo,
osserviamo il mondo
chiusi in una scatola.
Primavera, estate, autunno, inverno
e primavera ancora.
Un anno ad aspettare,
un anno che speriamo.
Nel bene nel male
siamo soli,
soli nel nostro mondo,
soli nel nostro vivere.
Ma ad una fine si arriverà,
in un battito di ciglia
saremo liberati.
Aspettiamo con trepidazione.
"Mi mancano gli sguardi"
Non è facile combattere,
quando tutto sembra vuoto,
la felicità è così lontana
e la libertà è dimenticata.
Ma forse
tutto è più difficile
perché siamo soli.
tanto tempo ormai è passato
da quando il male ci ha invaso,
silenziosamente su di noi è calato
con un aspetto all’apparenza inusitato impersuaso .
una luce si sta insidiando
alla fine di questo malanno,
finalmente un futuro sta arrivando
dopo questo affanno.
Pandemia
è passato più di un anno
dal giorno che ci ha sconvolti
tutta Italia chiusa in casa
mentre saliva il numero di morti
Io passavo le giornate sola
ormai ogni ora appariva uguale
ore infinite e soffocanti
che sembravano non finire
Fuori non un rumore, non un respiro
solo strade vuote senz’anima
e case colme di tristezza e lacrime.
Tra tutto questo male
una luce mi dava la forza
ragazzi come me
che guardavan fuori dalla finestra
non era più sol sconforto
a incombere nelle case
pian piano nasceva la speranza
di vedere il mondo rifiorire.
E’ un nuovo giorno,
mi sveglio,
guardo il sole attraverso la finestra.
Mi alzo dal letto
porto fuori il cane
respiro l’aria attraverso la mascherina.
Torno a casa
accendo il computer
e guardo i pallini fissi sullo schermo.
E’ sera
mi sdraio sul letto
fisso il soffitto pensando a quanto mi mancano gli sguardi.
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era l’impotenza verso il nemico,
era l’impossibilità di vedere un amico,
erano i muri a cui mi ero abituato.
Il bene di vivere cercato
negli sguardi di parenti
lontani, di amici distanti.
Spesso il male di vivere ho incontrato;
nei muri di casa
che si fanno più freddi e scoloriti
negli sguardi delle persone a me vicine
che si iniziano a spegnere
l’aria che si respirava prima
che viene rimpiazzata da un ’ aria pesante
Rimane un piccolo bagliore, una speranza
quella finestra a cui mi affaccio e osservo,
osservo lontano
le montagne innevate
le creature ancora libere
e tutta la vivacità di un’infanzia ormai passata.
poesia
solitudine,tristezza,
angoscia,ansia,
sentimenti costanti che
mi perseguitano da un anno.
provo solo confusione
e paura di
tutto e di tutti.
Voglio solo riprendere
a vivere con gioia
e spensieratezza,
come una normale ragazza
della mia età.
speranza,
questa parola si
fa strada tra
tutta questa negatività
che mi circonda.
Spesso il male di vivere ho incontrato
nello sguardo indifferente delle persone
che di fronte alla sofferenza altrui
diventano statue
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il vento e la finestra chiusa,
i fogli di una vita riposti in una casa,
intrappolati nella speranza
di un cambiamento.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la salvezza:
l’Indifferenza,
colei che salva dal dolore,
grazie a un mondo più grigio.
volti spenti
Da più di un anno
viviamo con questo affanno,
ogni giorno è lo stesso
ormai tra loro non c’è più un nesso.
Niente più sorrisi sui volti,
il crescere la crescenza dei sepolti,
il dolore delle famiglie,
la solitudine di figli e figlie.
Il tempo,
le ore,
passano troppo in fretta
e noi cresciamo
chiusi in una cameretta.
Ogni situazione è una noia
non ci lascerà mai questa paranoia,
o magari.. finirà questa storia?!
noi ci speriamo con tanta gioia..
Guardare fuori dalla finestra rimane
l’unica mia visione del mondo
privo di gioia, colmo di malinconia.
Malinconia ognuno di noi prova,
in un periodo così buio, così vuoto
che nessuno riesce a colmare del tutto.
La monotonia delle giornate rimane,
ma l’affetto dei nostri cari,
ci fa sentire meno soli
ci fa sentire vivi.
Le speranze di un futuro migliore
continuano a persistere,
non ci resta che aspettare.
Andrea Salamanca
E’ da due anni a questa parte che ho incontrato il male di vivere:
E’ arrivata dalla Cina questa epidemia meschina non so da dove ma si chiama Covid-19.
E’ una cosa molto vera mi fa vivere in galera.
La mia vita è non più serena chiuso in quarantena.
Sto lontano da parenti e amici son passati i giorni felici;
chiuso in stanza faccio didattica a distanza.
Finirà questa situazione che non sia fantasia che col caldo di stagione se ne vada
l’epidemia.
Se penso al male di vivere immagino un deserto attraversato da una lunga
strada scura di cui neanche all’orizzonte si vede la fine. Immagino di
percorrerla sotto il sole cocente da sola per ore e ore ogni giorno sentendomi
osservata da qualcosa o qualcuno che non può mi può aiutare, sostenere o
incoraggiare.
Penso agli alberi d’inverno, spogli e all’apparenza tristi, che senza essere
apprezzati per quello che sono in quel momento continuano a vivere e
vengono osservati da passanti sognanti che attendono il loro metter su foglie
e fiori in una giornata soleggiata e felice.
Il bene di vivere potrei invece paragonarlo alla femmina del polpo che dopo
aver deposto le uova resta a fianco a loro per far sì che ricevano ossigeno,
finchè non muore, avendo esaurito tutte le sue forze.
Se mi dicessero che da oggi in avanti potrei fare solo una cosa che mi fa star
bene e che mi permette sempre di sorridere, opterei per l’aiutare gli altri, chi
se lo merita e anche chi non se lo meriterebbe poi tanto, per far s ì ’ che abbia
una seconda possibilità e trovare la strada della sua vita da seguire.
Spesso il male di vivere ho incontrato:
erano gli sguardi persi delle persone amate,
era lo schermo blu,era la paura di non andare avanti,
era la libertà rinchiusa fra quattro mura con la coda fra le gambe,
la socialità come un sogno irrealizzabile,
giorni sepolti.
bene non seppi, fuori dal prodigio
che schiude la divina indifferenza:
non tutto è male, era amore per se stessi , smettendo di odiare, era migliorare ,
era la famiglia, era la casa,
eravamo no i n a non abbandonare la speranza.
Spesso il male di vivere ho incontrato
Tra le strade vuote e senza fiato
Non immaginavo più nulla
E di colpo mi ritrovai nel vuoto
La casa è diventata prigione
Non più un luogo sicuro
Ma solo un ’ abitazione