Riflessioni
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L I C E O S C I E N T I F I C O C A R L O A L B E R T O
"Mi
mancano
gli sguardi"
A . S 2 0 / 2 1
LA SOLITUDINE INTERIORE , LA SITUAZIONE CHE
STIAMO PASSANDO IN QUESTA PANDEMIA NOI
RAGAZZI .
George de le tour con questo quadro raffigura una donna sola , seduta su
una sedia che guarda senza apparenti emozioni la fiamma di una
candela.La testa appoggiata sulla mano sinistra da un senso di perplessità
perché lo sguardo è diretto verso un punto fisso , mentre il pensiero è
altrove.
Questo quadro ha molti significati , ma quelli che ci rappresentano di più
sono la solitudine e la riflessione della vita presente e del futuro , che per
noi è molto incerto. La posizione della donna rappresentata nel quadro
ricorda vagamente il nostro modo di seguire le lezioni in questi 2 anni di
DAD. All’inizio di questa pandemia eravamo contenti del fatto che
saltavamo molte ore a causa della riduzione delle ore in didattica a
distanza. Col passare del tempo , ci siamo resi conto che ci mancava stare
insieme ai nostri compagni e soprattutto con i professori .
MI MANCANO GLI SGUARDI
Questo difficile periodo di pandemia e lockdown totale è stato visto da molti come un
momento difficile.
Per me è stato il contrario.
Certo, abbandonare le vecchie abitudini e i contatti fisici non è stato facile e c’è voluto del
tempo per abituarmi però penso che questi momenti di solitudine mi abbiano aiutata ad
imparare a stare da sola.
sono diventata più indipendente e ho dovuto essere in grado di affrontare i problemi da sola.
Ovviamente ci sono stati periodi nei quali mi sentivo persa e anche in ambito scolastico ero
disinteressata e svogliata.
Nonostante ciò ho trovato la forza di andare avanti, sperando che un giorno torneremo alla
normalità.
Mi mancano gli sguardi
gli sguardi
l’atto più naturale che ci sia
ma che questa pandemia ci ha strappato via
vorrei solo per un giorno tornare alla mia normale vita
visto che questa mi sono vista portare via
ci siamo abituati alla monotonia
viaggi, uscite, feste sono ormai una lontana fantasia
servono solo responsabilità e tenacia e la normalità ci sarà ridata
troveremo di nuovo l’entusiasmo e la felicità di vivere la nostra vita da così tanta desiderata.
“IncaDADenati “
Italiano:
Dopo essere passati (letteralmente)di tutti i colori:gialli,arancioni e rossi,
purtroppo lo stato ha ritenuto consueto tornare a rintanarci nelle nostre
abitazioni ascoltando la lezione davanti al computer o al tablet,tutta la
mattinata.
Tutto ció lascia scalpore perchè ci sentiamo vincolati a casa e soprattutto
costretti a fissare uno schermo,invece che avere un contatto umano e parlare
faccia a faccia con una persona.
Nell’immagine dimostrata:le catene rappresentano la quarantena e di quanto
sia forzata,mentre il telefono rappresenta la Dad e di come gli schermi siano
ormai tempestati di news,rovinate dall’allarmismo.
Tutti questi fattori ci lasciano amareggiati,dal fatto di non poterci più rialzare e
soprattutto di non poterci liberare da queste catene così strette,che da lungo
(circa due anni) ci hanno tormentato.
Riguardo alle nostre riflessioni personali:a parer nostro bisognerebbe tornare
al più presto e riprendere la scuola in modo da finire l’anno scolastico
correttamente.Inoltre bisognerebbe darci l’occasione di rivederci,perchè all’età
adolescenziale parlare di fronte ad un amico o conoscente è importantissimo.
Anche nei confronti dei professori sarebbe giusto tornare,dal fatto che
lavorano il doppio del dovuto e che stanno cercando di aiutarci il più possibile.
Quindi bisognerebbe lasciar spazio anche a questi valori oltre alla
sicurezza,per riuscire a superare sto momento,almeno con un sorriso sul
volto.
Inglese:
After having passed (literally) all colors: yellow, orange and red, unfortunately
the state has considered it customary to go back to hole up in our homes
listening to the lesson in front of the computer or tablet, all morning.
All this leaves a sensation because we feel bound at home and above all
forced to stare at a screen, instead of having human contact and talking face
to face with a person.
In the image shown: the chains represent quarantine and how forced it is,
while the phone represents Dad and how the screens are now studded with
news, ruined by alarmism.
All these factors leave us embittered, by the fact of not being able to get up
again and above all of not being able to free ourselves from these tight chains,
which have tormented us for a long time (about two years).
Regarding our personal reflections: in our opinion we should return as soon
as possible and resume school in order to finish the school year correctly. it is
very important.
Even with the professors it would be right to go back, from the fact that they
work twice as much and that they are trying to help us as much as possible.
So we should leave room for these values as well as safety, to be able to
overcome this moment, at least with a smile on his face.
Fatto da:
○
○
○
Paola Cutrona:illustrazione e disegno
Martina Petra Commodo:ricerca di informazioni e idee
Lapo Baruffaldi:testo in italiano e traduzione in inglese
Mi mancano gli sguardi
gli sguardi
l’atto più naturale che ci sia
ma che questa pandemia ci ha strappato via
vorrei solo per un giorno tornare alla mia normale vita
visto che questa mi sono vista portare via
ci siamo abituati alla monotonia
viaggi, uscite, feste sono ormai una lontana fantasia
servono solo responsabilità e tenacia e la normalità ci sarà ridata
troveremo di nuovo l’entusiasmo e la felicità di vivere la nostra vita da così tanta desiderata.
La creazione di Adamo
Mastri Lucrezia 2E
Come opera d’arte rappresentativa della nostra situazione dell’ultimo anno ho
scelto “La creazione di Adamo” di Michelangelo Buonarroti.
Risale al 1511, ma secondo me è perfetta per rappresentare il nostro essere così
vicini l’uno all’altro e allo stesso tempo la nostra lontananza, quei piccoli gesti della
quotidianità dei quali siamo stati privati.
Secondo me le braccia tese di Adamo e di Dio che vanno quasi a toccarsi possono
essere interpretati come il desiderio di ognuno di noi di raggiungere la libertà, la
normalità, ma comunque manca ancora qualcosa, le mani non si incontrano.
Riflessione:
Il coronavirus ha modificato radicalmente le nostre routine, il nostro stile di vita e
tanti altri aspetti dei quali, probabilmente, non ci siamo neanche resi conto. Durante
questo lungo periodo tra lockdown, dad e restrizioni ognuno di noi è stato costretto
a dover trovare un hobby per non impazzire. Molti si sono dati al work out, al
mondo dei social o allo studio, altri invece si sono avvicinati al mondo dell’arte.
L’arte racchiude varie discipline, a partire dalle classiche tele dipinte, sculture, fino
ad arrivare al mondo della moda o della musica, molti ragazzi hanno coltivato una
passione preesistente, altri ne hanno scoperta una. Attraverso il mondo dei social
ho visto molte persone condividere la loro arte: cantando, suonando uno strumento,
mostrando le proprie tele o le proprie creazioni di cucito. Penso quindi che per
qualcuno sia stato produttivo e che alcune persone siano riuscite a ricavarne
qualcosa, riscoprendosi e mettendosi in gioco.
PROGETTO “MI MANCANO GLI SGUARDI”
Mi ci è voluto un po’ di tempo per scegliere cosa fare. Non riuscivo a trovare
un’idea, è sempre così, quando mi assegnano un compito dove devo scrivere un
tema “personale” mi blocco e non so cosa scrivere e da dove partire.
All’inizio volevo utilizzare un’opera d’arte per descrivere le mie emozioni in questo
periodo difficile, anche perché quelle opere mi piacevano, ma non mi ispiravano al
massimo. Sapevo che poi mi sarei bloccata e avrei scritto cose che non erano vere.
Questo è un compito nel quale uno si può esprimere sinceramente e visto che io non
sono una persona la quale riesce ad esprimersi davanti a una persona, ho preferito
non sprecare questa occasione e quindi far sapere alla gente le mie emozioni senza
che lo sappiano e scrivere un “tema” fatto con il cuore mettendoci le mie vere
emozioni.
Cercavo il meglio del meglio senza rendermi conto che le cose più semplici alla fine
sono le più belle. Infatti, alla fine ho scelto un’immagine “semplice”: uno
scarabocchio.
Per molti uno scarabocchio potrà sembrare solamente un disegno fatto a caso, un
pasticcio. Ma per me, lo scarabocchio rappresenta la mia vita.
Lo scarabocchio è una mistura, spesso incomprensibile di linee, di curve e di
spazi vuoti. Esso è uno strumento espressivo massimale della mente e delle
nostre emozioni, in quanto non richiede un lavoro particolare nell’esecuzione. Noi
scarabocchiamo spesso senza rendercene conto, eppure quei piccoli segni o
simboli o semplicemente quei tratti hanno un significato psicologico particolare. E
a seconda di come tali vengono combinati si possono dedurre dei significati
particolari sulla persona che li ha eseguiti e sul suo pensiero mentre occupava
inconsciamente lo spazio.
La mia vita, quindi, è come lo scarabocchio: difficile da capire da chi non è il
proprietario dello scarabocchio. Infatti per uno il disegno può essere insignificante e
caotico ma per un altro può essere un capolavoro.
In questi anni, soprattutto con il coronavirus, non sono riuscita a capire ancora
interamente il mio disegno nonostante ne sono io a capo di ciò.
Durante il primo lockdown, ero stata bene, riuscivo a capire il mio scarabocchio, mi
sentivo libera, libera dalle regole imposte dalla società. Quasi quasi sarei riuscita
anche a creare un mio mondo dove decidevo io le mie scelte, i miei obiettivi senza
il giudizio della società.
Invece dopo il primo lockdown, quando tutto era tornato “alla normalità”, non c’erano
più restrizioni, si poteva iniziare ad uscire, mi sentivo oppressa. Questo è strano
perchè la gente dovrebbe sentirsi libera dopo un periodo lungo chiuso in casa senza
vedere nessuno, ma è così. Per me era come se fossi ritornata “prigioniera” della
comunità, obbligata a fare determinate cose.
Mi sono sentita così fino ad ora che stiamo vivendo ancora una sorta di “lockdown”.
In questi mesi ho riflettuto molto su ciò ma era come se più cercassi di rendere tutto
più nitido e più diventasse più sfocato.
In conclusione, ho capito che non posso aspettarmi troppo dalla vita. Devo solo
viverla al meglio senza pensare troppo e così poi dopo riuscirò a rendere il mio
scarabocchio in un opera d’arte.
5/5/2021 Scampini
https://drive.google.com/drive/folders/1klcW3C2EWqHaSnm-8V5re5OfiuEJW0G7 1/1