Dicembre 2021
Camminare insieme Parrocchie di Calcinato, Calcinatello e Ponte San Marco. Dicembre 2021
Camminare insieme
Parrocchie di Calcinato, Calcinatello e Ponte San Marco.
Dicembre 2021
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CAMMINARE INSIEME
18
Per la principessa Adele
Lettera di un missionario alla nipote italiana
Cara Adele,
Butare (Rwanda), dicembre 2021
non è importante che sia di notte, né che ci sia la neve, in modo che sia un bianco Natale.
Non è necessario nemmeno essersi preparati a puntino, come fa colui che parte per un lungo viaggio e non lascia
nulla al caso. Forse, rischiando di contraddire il vangelo, non è essenziale nemmeno vegliare con attenzione, come
fa il gatto quando, fiutata la sua preda, è pronto a gettarvisi sopra.
E’ Natale sempre e per tutti: per gli svogliati, gli assonnati, i pigri, i distratti, per le principesse di via Arnaldo
ed anche per i missionari in Rwanda.
È Natale non perché noi possiamo prepararlo come si fa con l’albero, il presepe o meglio ancora il cenone. È
Natale perché qualcunaltro l’ha deciso. Non sono io, non sei tu, non è la tua professoressa di religione e nemmeno
il nostro parroco che l’ha deciso. Noi del Natale siamo spettatori, attenti o distratti, ma solo spettatori; un po’ come
tuo fratello davanti alla televisione.
E se siamo spettatori, il Natale è sufficiente guardarlo! E allora servono occhi capaci di vederlo accadere.
Occhi come quelli della Madonna, che non si distoglievano da quel bambino, e teneramente brillavano per dire
a tutti il suo amore e la sua meraviglia per l’opera di Dio, non certo opera sua.
Servono gli occhi, silenziosi, e se vuoi anche un po’ preoccupati, di Giuseppe, gli occhi di un padre. Colui che
resta nel silenzio, e non è sempre perché assomiglia ad un orso: il silenzio è spesso segno dello stupore, dell’incapacità
di raccontare tutta la bellezza che si vede.
Servono gli occhi dei pastori, occhi prudenti e previdenti, come quelli che si usano per proteggere un gregge.
Servono gli occhi dei Magi,
quelli che amano guardare
in alto e lontano, occhi che
amano le stelle e brillano
della loro luce.
Servono occhi semplici e
umili, che la vita preferiscono
contemplarla e non spiegarla
a tutti i costi, come
fanno certi professori che
pensano di aver creato l’universo
solo perché hanno
letto qualche libro in più del
Renato.
Servono gli occhi degli
angeli, quelli che sanno
cantare di gioia: “Gloria a
Dio nel più alto dei cieli”.
Il Natale lo si guarda
con i nostri occhi e lo si contempla,
meglio se in silenzio,
perché il silenzio rende più