La psicoterapia sistemica e i gruppi - Formazione in Psicologia

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sintomatologia, ma anche quello di aver osservato che in un gruppo gli accadimenti andavano ben al di là dell’obiettivo da portare a termine. E’ con queste osservazioni che darà inizio allo studio delle dinamiche gruppali. Nella prospettiva sistemica, le prime esperienze risalgono agli inizi degli anni sessanta. Anche in questo caso le istituzioni costituiscono i luoghi di maggior sviluppo. Inizialmente i terapeuti sistemici sono interessati a trovare nuove risposte con le famiglie cosiddette “ difficili “ o come le definiremo oggi, multiproblematiche. Tra i principali obiettivi la gestione delle frequenti crisi o ricadute, ma forse, in quegli anni attraversati da forti spinte ai cambiamenti sociali, anche la necessità di ripensare al concetto di famiglia in termini più ampi ed adeguare gli interventi a nuove realtà. Tra i temi più discussi e discordanti della psicoterapia di gruppo vanno considerati: - La tipologia - La composizione - I criteri di esclusione Per quanto riguarda la tipologia dobbiamo dire che anche nel panorama della realtà italiana ne esistono un gran numero, ma una prima distinzione orientativa va fatta tra i gruppi che hanno una configurazione squisitamente terapeutica e quelli con configurazione esperienziale. Tra i primi includiamo: - Gruppi ad orientamento analitico - Gruppi centrati sui giochi di ruoli ⎨ Psicodramma - Gruppi centrati sul corpo - Gruppi di psicoterapia di terapia della famiglia Gestalt - Gruppi ad orientamento cognitivo-comportamentale - Gruppi di psicoterapia ad indirizzo sistemico-relazionale Analisi transazionale 2
Tra i secondi: - Gruppi evolutivi - Gruppi di auto-aiuto ⎨ Anonimi alcolisti - Gruppi di sostegno Gruppi di genitori di pazienti psichiatrici Genitori separati Vittime di abusi Moltissime ancora sono le tipologie che troviamo presenti nella nostra realtà ed è difficile elencarle tutte. Tra queste configurazioni risultano molto interessanti i gruppi di sostegno, collocandosi in un’area il cui confine tra curare, riabilitare o prevenire è molto difficile da definire. Questo è evidente soprattutto per le patologie della dipendenza. Alcuni progetti, in quest’ambito, intesi come riabilitativi, costituiscono spesso veri e propri percorsi terapeutici. Nella prospettiva sistemica potremo dire provocatoriamente che la questione della tipologia o nomenclatura del gruppo è poco rilevante perché in primo piano vengono poste le relazioni che i partecipanti stabiliscono al loro interno. Sono proprio quest’ultime, per i sistemici a condizionare le dinamiche, ma anche gli accadimenti che spesso oltrepassano gli obiettivi prefissati dal protocollo. Per quanto riguarda il secondo tema, quello della composizione, la prospettiva psicoanalitica sostiene che ci sono criteri nella composizione di un gruppo che facilitano l’efficacia della terapia. Coerentemente con tale assunto viene data particolare importanza alla selezione dei candidati e si approntano metodi diagnostici che possono prevedere il comportamento dell’individuo relativo ad un gruppo. Un certo grado di disomogeneità è certamente uno dei criteri su cui concordano clinici anche di orientamenti diversi, sembrerebbe, infatti, che tale criterio garantisca un buon funzionamento del gruppo. Il modello sistemico su questi argomenti presenta sostanziali divergenze, offrendo una diversa prospettiva, fondata sul principio della totalità. Un gruppo, come qualsiasi sistema umano, non 3
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