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Enjoy Elba & The Tuscan Archipelago 2023

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ANNO IV - N. 4 - EDIZIONE 2023

Registrazione presso il Tribunale di Livorno n.4/2020 in data 25 maggio 2020

Editore / Editor: Movability Books - SIMTUR Via San Francesco di Sales, 18 - 00165 Roma (RM) – PEC: simtur@pec.net

Codice fiscale: 96426180582 - Partita IVA: 16205691005

Registro Europeo Trasparenza: 887699941705-73 – PEC: simtur@pec.net - segreteria@simtur.it

Direttore Responsabile / Director in Chief: Patrizia Lupi – Ph.+39 3396974753 - patlupi@gmail.com

Proprietà / Property: Patrizia Lupi - Fabio Murzi

Agenzia di Comunicazione / Communication Agency: Studio Mezzanotte di Cosimo Michelotti – Pisa

Grafica e impaginazione/ Graphic Design & Layout: Federico Del Vecchio

Traduzioni / Translations: Patricia Finlayson - Versione on line: www.enjoyelba.eu by InfoElba.it

FB: enjoyelba Instagram: enjoy _elba YouTube: Enjoy Elba Email: info@enjoyelba.eu

Collaborazioni / Contributing Authors

Lorella Alderighi, Giovanna Amorosi, Elvira Arnaldi, Andrea Bartoli, Jacqueline Braschi, Rossana Bravo, Massimiliano Burelli, Maurizio Burlando,

Riccardo Caldara, Marco Casale, Nina Catta, Maria Gisella Catuogno, Federico Massimo Ceschin, Aurora Ciardelli, Dianora Citi, Alvaro Claudi, Giulio

Colombo, Giulia D’Angelo, Andrea Dini, Federica Ferrini, Silvestre Ferruzzi, Leonardo Forbicioni, Gian Mario Gentini, Giorgio Giusti, Edoardo Izzo,

Silvia Lelli, Filippo Lenzerini, Ilaria Leonelli, Giada Lottini, Giacomo Luperini, Antonio Lupi, Giuliana Lupi, Patrizia Lupi, Antonello Marchese, Silvestro

Mellini, Manrico Murzi, Pietro Pacciardi, Giorgio Paesani, Lucia Paoli, Patrizia Pellegrini, Nina Sardi, Marisa Sardi, Armando Schiaffino, Agostino

Stefani, Stefano Taddia, Alessandro Talini, Maria Giovanna Testa, Giada Tofanari, Gianfranco Vanagolli, Vetrina Toscana, Viola Viteritti, Gaia Volpe.

Ringraziamenti / Thanks to

Associazione Astrofili Elbani, Associazione Diversamente Sani, Addociazione Historiae, Associazione Generazione Mare, Associazione Le Macinelle,

Blu Navy Compagnia di Navigazione, Mauro Calderini, Circolo degli Artisti di Portoferraio, Cittadella della Pesca O.P. di Viareggio, DanzaMania

MusicArTeatro, Maria Luisa De Filippis, Franco De Simone, Federico Del Vecchio, Patricia Finlayson, Fondazione Acqua dell’Elba, Fondazione Isola

d’Elba, Alessandro Gentini, Infoelba srl, Caterina Mantovani, Marco Mantovani, Silvestro Mellini, Daniela Mugnai, Fabio Murzi, Tiziano Nocentini,

Parco Nazionale Arcipelago Toscano, Patrizia Pellegrini, Emiliano Provenzali, Jolanda Rizzi, Michele Sartori, Simtur, Toscana Promozione

Turistica, Roberto Valentino, Vetrina Toscana

Foto/ Photo

Si ringraziano in particolare Paolo Calcara, Francesco Lascialfari e Adriano Locci per aver contribuito a mostrare la bellezza dell’Arcipelago e delle persone

che lo abitano. Insieme agli altri:

ADSP Alto Tirreno, Andrea Amato, Daniele Anichini, Luca Bellosi, Elisa Boccia, Patrizia Bonelli, Valerio Buffa, Maurizio Burlando, Maria Giusi Canova,

Flavio Capranica, Sergio Cattini, Manuela Cavallin, Aurora Ciardelli, Lorenzo Costagliola, Marco Conforti, Giuseppe D’Addino, Andrea Dini, Simone

Fabi, Massimo Forti, Gian Mario Gentini, Donatello Guerra, Francesco Lascialfari, Andrea Lavaria, Valentina Locci, Giacomo Luperini, Patrizia Lupi,

Antonello Marchese, Marevivo Elba, Francesco Marino, Marion _lip, Andrea Marongiu, Andrea Messana, Bernardo Miranda, Stefano Muti, Nena&Tomy

Fotografi, Daniela Nizzoli, Open Air Museum Italo Bolano, Alessandro Rocca, Simona Sardi, Federico Serradimigni, Roberto Signorini, Andre

Silingardi, Vetrina Toscana, Alessandro Talini, Gaetano Triscari, Tenuta delle Ripalte.

Foto di copertina / Cover Photograph: Paolo Calcara

In copertina: Nina Gattoni e Velia Bellissimo per la scuola DanzaMania MusicArTeatro di Portoferraio

Raccolta pubblicitaria / ADV Account & Distribuzione/Distribution

MaMedia di Andrea Vai - Ph.: +39 366 2691161

Amministrazione / Administration

SIMTUR: amministrazione@simtur.it - Mauro Calderini - Ph.: +39 339 5715392 info@enjoyelba.eu

Stampa / Printer:

Cartografica Toscana – Strada Provinciale Mammianese Nord – 51017 Pescia (LU)

Ph.: +39 0572 636722 – info@cartograficatoscana.com

Enjoy Elba & The Tuscan Archipelago N.4/2023 è stato stampato nel mese di giugno 2023

Tutti i diritti riservati – All rights reserved – Alle Rechte vorbehalten

Azione realizzata nell'ambito della Carta Europea per il Turismo Sostenibile

del Parco Nazionale Arcipelago Toscano.


Indice

5 IL DESTINO DELLE ISOLE

di Patrizia Lupi

6 VINCE LA FILIERA CORTA

DELL'ACCOGLIENZA

di Federico Massimo Ceschin

8 TURISMO, ENOGASTRONOMIA

E SOSTENIBILITÀ

di Vetrina Toscana

10 ENJOY CULTURE AND ARTS

12 SULLE TRACCE DEGLI ANTICHI ABITANTI

DELL'ELBA

di Giuliana Lupi

14 IL SITO ARCHEOLOGICO DELLA LINGUELLA

di Lorella Alderighi

16 LA FONTE DEI CANALI DI RIO

di Gianfranco Vanagolli

18 PORTO AZZURRO? PORTO LONGONE?

di Dianora Citi

19 IL CORALLO, ORO DEL TIRRENO

di Lucia Paoli

20 VETTOVAGLIE E PROVVIGIONI FRA '500 E 600

di Lucia Paoli

22 L'IMPERATORE CHE AMAVA IL VERDE

di Marisa Sardi

24 SAN NICCOLÒ IN SAN PIERO

di Gian Mario Gentini

26 LA PETITE ARMÉE ELBANA

di Alessandro Talini

27 ELBA COM'ERA

di Giorgio Giusti

30 EMMA DESSAU GOITEIN

di Patrizia Pellegrini

32 L'AMORE IMPOSSIBILE DI LUCIA

di Maria Gisella Catuogno

34 SANT'ANDREA FRA "COTI" E TRASPARENZE

di Silvestre Ferruzzi

37 UN MARE DI MUSICA... ALL'ELBA E OLTRE

40 RICORDANDO ARIODANTE MARIANNI

di Manrico Murzi

42 ITALO BOLANO E IL SOGNO DI UNA VITA

di Patrizia Lupi

56 GIACOMO DAMIANI UN NATURALISTA ELBANO

di Antonello Marchese e Giorgio Paesani

58 I NOSTRI VICINI ALIENI

di Leonardo Forbicioni

60 LE NOSTRE AMICHE ERBE

di Federica Ferrini

61 LA NOTTE MAGICA DI SAN GIOVANNI

di Federica Ferrini

62 LO SCRIGNO DELLE ANTICHE VARIETÀ

di Agostino Stefani

64 EDWARD RÜPPEL E L'ILVAITE ELBANA

di Andrea Dini

66 A PESCA DI METEORITI NELL'ARCIPELAGO

di Giulio Colombo

68 LA "GRANDE" MONTAGNA ELBANA

di Pietro Pacciardi

70 IL TETTO DELL'ELBA IN CABINOVIA

di Pietro Pacciardi

72 BORGO DEL POGGIO

di G.L.

73 RISTORANTE PUBLIUS

di G.L.

74 OSTERIA DEL NOCE

di G.L.

75 PESCA CON GUSTO

di Andrea Bartoli

78 TONNARE E TONNAROTTI

di Massimiliano Burelli

80 REPERTI ETNOGRAFICI DALL'ANTROPOCENE

di Silvia Lelli

81 DELFINI GUARDIANI DELL'ISOLA

di Silvestro Mellini

82 FINCHÈ C'È MARE C'È VITA

di Patrizia Lupi

84 THE KIND OF BLUE

di Patrizia Lupi

86 ITTITURISMO LA ROSA DEI VENTI

88 ELBA WEDDING STYLE

di Giada Lottini

90 ENJOY HOSPITALITY

44 LE METAMORFOSI DI BELINDA BIANCOTTI

di Patrizia Lupi

46 GOZZI, PESCATORI E MARINAI

di Gianfranco Vanagolli

47 L'ORO DEL POUM

di P.L.

48 L'ELBA, LE ISOLE

di Edoardo Izzo

49 PELLE DI CREPA

di Gaia Volpe

50 ENJOY ENVIRONMENT

52 LA VIA DELL'ESSENZA

di Ilaria Leonelli

54 SEMPLICEMENTE, ORTO E MUSEO

di Patrizia Lupi

92 BAIA BIANCA SUITES & B.BISTROT

94 HOTEL AIRONE A SAN GIOVANNI

96 HOTEL VILLA OTTONE

98 HOTEL FABRICIA A MAGAZZINI

100 HOTEL RESIDENCE VILLA MARE

102 HOTEL MARINELLA

& RISTORANTE MARINELLINA

104 HOTEL & RISTORANTE L'OGLIERA

106 CLUB HOTEL & RESIDENCE LE ACACIE

108 UAPPALA HOTEL CLUB LACONA

110 L'ASSOCIAZIONE ALBERGATORI ELBANI

GUARDA AVANTI

di A.T.

112 WINE RESORT LE RIPALTE

di Patrizia Lupi

2 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


113 TENUTA DELLE RIPALTE

di Giada Luni

115 EMMEGI IMMOBILIARE

116 ELBACASA, IL TUO CONSULENTE DI FIDUCIA

118 AGENZIA IMMOBILIARE E TURISTICA BRIGNETTI

120 AGENZIA IMMOBILIARE ELBA A CAPOLIVERI

122 NUOVA STAGIONE CON BLU NAVY

di Nina Catta

124 ACCOGLIENZA E SICUREZZA NEI PORTI ELBANI

di Marco Casale

126 ENJOY LIFESTYLE AND SPORT

128 UNO SPAZIO PER SÉ

di P.L.

129 CAPITANI CORAGGIOSI: MARCO ROSSATO

di Alessandro Talini

130 IL CIRCOLO DEGLI ARTISTI

di Patrizia Lupi

132 FONDAZIONE ISOLA D'ELBA, CULTURA E SOCIETÀ

di Maria Giovanna Testa

134 UN FUTURO PER IL SISTEMA IDRICO ELBANO

di Stefano Taddia

136 BARTOLINI YATCHING

138 PERLE DELL'ELBA

di Giada Lottini

140 LOCMAN E L'ELBA NEL MONDO

142 A&G CALZATURE

143 CERAMICHE D'ARIA

144 PIERO BASTIANI

145 VIOLA VINTAGE

146 FIORELLA GARDEN

147 TIME OUT

148 TYRRHENOS: GLI ANTIAGONISTI

di Giacomo Luperini

150 CAPOLIVERI BIKE PARK

152 INFOELBA: UN'OASI DI SERVIZI

di Jacqueline Braschi

154 ENJOY FOOD AND WINE

156 RISTORANTE SALEGROSSO

158 BAR LORENZO

159 RISTORANTE VIZIO ANTICO

160 CAFFÈ IL TEMPO

161 MY POKÈ

162 RISTORANTE CAPO NORD

164 RISTORANTE PIZZERIA DA BEPPE

165 RISTORANTE PIZZERIA DA ANTONIO

166 RISTORANTE LA FIASCHETTERIA

167 BAR IL GRAMMOFONO

168 LALLA CHEF

169 RISTORANTE IL GIARDINO

170 ACQUARILLI'S BAR

171 RISTORANTE KONTIKI

172 RISTORANTE BAGNI ELBA

174 BAR LE SIRENE

175 BAR IL CONVIO

176 RISTORANTE LA BUSSOLA

178 PAGLICCE BEACH & RESTAURANT

180 RISTORANTE LA CARAVELLA

182 MOKAMBO 1957 BAR & RISTORANTE

184 RISTORANTE CALANOVA

186 SUSHI BAR ANCÒRA UNO

188 BINOMIO SWEETSALTY

189 AZIENDA AGRICOLA ALLORI

190 AZIENDA AGRICOLA ARRIGHI

192 FATTORIA BONAPARTE

193 AZIENDA AGRICOLA BATTANI

194 GLI AGRONAUTI

196 NOCENTINI GROUP

198 ENJOY ARCHIPELAGO

200 PERCORSO BOTANICO A CAPRAIA

di Maurizio Burlando

202 CAPRAIA: CARTA GEOTURISTICA

di Maurizio Burlando

204 PICCOLI VISIONARI CRESCONO

di Patrizia Lupi

206 VIVERE SU UN'ISOLA

di Viola Viteritti

207 RELITTI E NAUFRAGI AL GIGLIO

di Armando Schiaffino

208 WILD FOOD GIGLIO & UPVIVIUM

di Filippo Lenzerini

210 GIANNUTRI DAL FASCINO ANTICO

di Viola Viteritti

212 ORZO DI PIANOSA

di Alvaro Claudi

214 VIAGGIO CON VISTA

di Rossana Bravo

215 PIANOSA WOW

di Aurora Ciardelli

216 LA CASA DELL'AGRONOMO

di Aurora Ciardelli

218 SCOPRI NATURA E CULTURA

di Giovanna Amorosi

220 GORGONA FRA MITO E MATAMORFOSI

di Patrizia Lupi

222 GIN RACHELI E LE SUE ISOLE

di Giulia D'Angelo

224 SI CHIAMANO ISOLE

di Giada Tofanari

foto ©Franscesco Lascialfari


Foto ©FrancescoLascialfari

4 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Il nostro sguardo sul mondo è un ponte fra passato e presente, alla ricerca di

suggestioni che abbiano un significato: dai ricordi di bambina che rivelano antiche

radici alle nuove idee che ci proiettano verso il domani.

Questo numero di Enjoy è dedicato alla memoria ma anche al futuro.

Alla gente, alle comunità dell’Arcipelago Toscano, a quelle persone che ci guardano

dagli affreschi o dalle foto, che sono approdate o vissute nell’Arcipelago. Ma anche a

coloro che hanno un progetto e intendono realizzarlo insieme agli altri. È dedicato

a chi crede che siamo tutti eredi di un patrimonio di valori, materiali e immateriali,

incommensurabile, da preservare, migliorare e trasferire ai nostri figli.

Guardiamo il mondo una sola

volta, nell’infanzia.

Il resto è memoria

We look at the world once,

in childhood.

The rest is memory

Louise Glück

Nobel per la Letteratura 2020

Sono loro, i nostri antenati naviganti, eremiti, contadini, minatori, scalpellini,

pescatori, che hanno fondato queste comunità: al Giglio, all’Elba, a Pianosa, in

Capraia, a Giannutri ed anche a Gorgona e Montecristo. Hanno modificato il

paesaggio con il loro lavoro, hanno costruito bellezza con i loro saperi, hanno

resistito in territori fragili e precari, isolati ma indifesi, umili interpreti della storia

popolare, fatta di fatica e resilienza. Aiutati soltanto dall’intelligenza e dalla natura

generosa. Comunità che hanno resistito quando si sono unite, superando le rivalità.

Le Isole per loro destino sono abitate da gente che fa, che sa, che dell’esperienza

ha fatto virtù. Persone che oggi lavorano, investono, imparano, per contribuire alla

costruzione di una società più solida e solidale, più giusta, senza mai perdere di

vista la bellezza e la salute. Altri, dalle epoche più antiche, arrivati stranieri, non

sono più partiti. Ne hanno subito il fascino e la magia, sono quelli che sono rimasti,

o che continuamente tornano. L’Isola ti entra dentro. Madre e matrigna. Difficile

dimenticarla. Vale la pena conoscerla non solo per la sua bellezza, ma per trarne

ispirazione e insegnamento. E magari ripartire.

Our view on the world is a bridge between past and present, constantly looking

for something that has a meaning, both old and new: from memories that reveal

ancient roots to the ideas that project us into the future. This issue is dedicated

to memory but also to the future. To the people, to the communities of the

Tuscan Archipelago, to those who look out at us from the photos that resurface

on the sideboard, often faded, as if to timidly remind us that they have lived. It

is dedicated to those who believe that we are all heirs to an inestimable wealth

of values, material and intangible, to keep, to improve and to transfer to our

children. To those who have a project and want to carry it out together with

others.

Il destino

delle isole

Our forefathers the famers, miners, stonemasons, sailors and fishermen were

the founders of these communities, Giglio, Elba, Pianosa, Capraia, Giannutri

along with Gorgona and Montecristo. They have changed the landscape with

their work, they have built beauty with their knowledge, they have resisted

in fragile, precarious territory, isolated but defenceless, humble interpreters

of popular history made from fatigue and resilience. Aided only by their

intelligence and generous nature. Communities that resisted when they joined

together, overcoming rivalries. It is destiny that the islands are inhabited by

people who work, who know, who have made a virtue out of experience. People

who today are investing, learning to contribute to the building of a more solid

and supportive society, more just, without ever losing sight of beauty and health.

Other people who have come across from the mainland, have found it difficult to

leave the island. They have come under its charm and magic, they have stayed on

or they keep coming back. The island gets into you. Mother and stepmother. Hard

to forget her. It is worth knowing her to love her consciously, to draw inspiration

and teaching from her and not only for her beauty.

La Direttrice Responsabile

5


Vince la filiera corta

dell’accoglienza

Il turismo, come il cibo e il calcio, è un argomento tra i più praticati dagli italiani. A buona ragione, andando oltre la

vulgata che vorrebbe il Bel Paese detenere percentuali assolute di patrimonio culturale mondiale, ci sono infiniti motivi

di benessere e stile di vita che continuano ad attestare l’Italia in vetta alle classifiche dell’attrattività. E altrettanto infiniti

campanili colorati, segni di una stratificazione culturale senza paragoni, che si è diffusa capillarmente in millenni di

centralità nelle dinamiche della storia, al centro del Mediterraneo dei popoli e delle culture.

Eppure il Paese perde competitività. Lontano il ricordo di quando anche la classifica degli arrivi internazionali (per non

parlare della permanenza e della spesa media) assicurava il primato: siamo scivolati al 5° posto (dietro Francia, Spagna, USA

e Cina) e potremmo presto perdere un’altra posizione, a favore della Turchia.

Le motivazioni sono da cercare essenzialmente in una sola semplice circostanza: la fortunata rendita di posizione ha

suggerito di allocare attenzioni e investimenti in altri settori, continuando a ritenere che il segmento balneare e la presenza

di borghi e città d’arte fosse sufficiente a mantenere livelli di crescita illimitata. Peccato che nel frattempo sia cambiata la

domanda: il turismo di massa del Novecento si è evoluto verso il viaggio esperienziale, che richiede una forte integrazione

di prodotto e adeguati standard di servizio. Richiede originalità, unicità, genuinità e autenticità. La pandemia inoltre ha

generato una domanda che chiede anche sicurezza, igiene, salute, sostenibilità e attività all’aria aperta o comunque distanti

dai fenomeni di overtourism di cui soffrono le località più celebrate.

Questa la scommessa del Paese e questa stessa la scommessa dell’Isola d’Elba: generare una filiera corta dell’accoglienza

che consenta di integrare mare e terra, paesaggio e identità, cultura e svago, intrattenimento e natura, sapori ed

esperienze, memoria e sguardo verso il futuro, occupazione qualificata e qualità del servizio, cultura di rete e cooperazione,

innovazione e digitalizzazione, sviluppo economico e inclusione sociale, accessibilità e fruibilità.

Enjoy Elba and the Tuscan Archipelago vuole essere, se non protagonista, portavoce di questa sfida.

THE SHORT HOSPITALITY CHAIN WINS

Tourism, like food and football, is one of the most popular topics among Italians. Rightly so, going beyond the vulgate that

would like the Bel Paese to hold absolute percentages of World Cultural Heritage, there are the endless reasons of wellbeing

and lifestyle that keep Italy ahead in the rankings for its appeal. There are so many colourful bell towers, signs of

an incomparable cultural stratification which has spread over thousands of years, being at the centre of the dynamics of

history, at the heart of the peoples and cultures of the Mediterranean.

Yet, the country is losing its competitiveness. It is a distant memory when the ranking of international arrivals (not to

mention the length of stay and average spending) ensured the record: we have slipped to 5th place (behind France, Spain,

USA and China) and we could soon lose another place in favour of Turkey (no comment).

We can find the reasons in one simple circumstance: the fortunate income from the position has suggested that we turn

our attention and investments to other fields, as we continue to believe that the seaside segment and the presence of

villages and cities of art was sufficient to maintain levels of unlimited growth.

It is a pity that in the meantime the demand has changed: mass tourism of the twentieth century has evolved towards travel

experiences that requires a strong integration of the product and adequate standard of service. The resources must be

original, unique, genuine and authentic. The pandemic has also generated a need for safety, hygiene, health, sustainability

and outdoor activities that are however distant from the phenomena of overtourism suffered by the most famous locations.

This is the gamble of the country and it has to be the same gamble of the Island of Elba: to generate a short hospitality chain

that integrates land and sea, landscape and identity, culture and leisure, entertainment and nature, tastes and experiences,

memory and vision for the future, skilled employment and quality of service, network culture and cooperation, innovation

and digitalisation, economic development and social inclusion.

ENJOY ELBA wants to be, if not the protagonist, a spokesperson for this challenge.

Federico Massimo Ceschin

Presidente SIMTUR e ambasciatore del Patto europeo per il Clima (UE DG-Clima)

SIMTUR President and Ambassador of the European Climate Pact (EU DG-Climate)

6 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


7

Foto © AdrianoLocci


Vetrina Toscana:

turismo,

enogastronomia

e sostenibilità

Foto ©FrancescoLascialfari

La sostenibilità in Toscana ha radici antiche: da millenni l'agricoltura si prende

cura del territorio, fino a plasmarlo, con un legame profondo con la sua cultura.

Lo racconta, da ben 23 anni, Vetrina Toscana, originale progetto della Regione

e di Unioncamere che unisce tipicità, autenticità dei territori, attenzione

all’ambiente.

La sostenibilità è uno dei cardini di Vetrina Toscana, il progetto sul turismo

enogastronomico su cui la Regione Toscana punta per promuovere il comparto

agroalimentare e turistico: dall'utilizzo dei prodotti locali, al ricorso al biologico

e alla filiera corta, dalla stagionalità al rispetto dell'identità del territorio, dalla

cucina circolare fino al plastic free, un approccio moderno che ha origini antiche.

Vetrina Toscana promuove il turismo enogastronomico in chiave di sostenibilità,

nelle diverse accezioni del termine: ambientale, nel rispetto, nella cura e nella

tutela del territorio; sociale: in modo che possa contribuire a salvaguardare le

usanze della comunità visitata; economica: generando occupazione e reddito per

gli abitanti del luogo e culturale: consentendo di capire come nasce un prodotto e

la storia che c'è dietro. Le eccellenze della produzione enogastronomica toscana

descrivono una regione buona oltre che bella. Il cibo è espressione di paesaggi,

storia, stili di vita, cultura. Le produzioni locali di eccellenza sono chiave di

accesso ai territori e la regione ne ha quasi 600*. Ogni territorio ha un'identità

ben precisa legata all'enogastronomia che Vetrina Toscana vuol tutelare, un

patrimonio culturale e materiale che non deve andare disperso insieme alla

ricchissima biodiversità di questa regione.

Foto ©AlessandroTalini

Partecipano a Vetrina Toscana tutti coloro che offrono esperienze

enogastronomiche: ristoranti, botteghe e produttori ma anche agriturismi,

strade del vino, cantine, birrifici, oleifici, stabilimenti balneari, agenzie di viaggio

e alberghi: al momento quasi duemila imprese, che compongono una delle

più grandi reti agroalimentari in Italia. Chi vi aderisce, si impegna a rispettare

il Manifesto dei Valori che ha come riferimento la cultura culinaria regionale,

8 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


vuole essere custode della tradizione ma senza rinunciare

all’innovazione, contribuisce al sostegno dell’economia del

territorio e alla sua salvaguardia, crede nella qualità del cibo

e dei prodotti toscani.

Vetrina Toscana consente di scoprire non solo cosa

mangiare, ma anche dove poter acquistare i prodotti toscani

e soprattutto dove degustarli, il viaggiatore può trovare un

elenco georeferenziato di tutte le nostre imprese. Nel sito

www.vetrina.toscana.it, inoltre, si trovano consigli pratici,

approfondimenti sui prodotti e la loro storia, itinerari

enogastronomici, esperienze legate al cibo e ricette per

assecondare un percorso nel gusto: un vero e proprio:

“viaggio nel viaggio”.

VETRINA TOSCANA: TOURISM, FOOD, WINE

AND SUSTAINABILITY

Sustainability in Tuscany has ancient roots: for thousands of

years, agriculture has taken care of the territory to the point

of shaping it, forming deep bonds with its culture.

For 23 years, sustainability has been one of the cornerstones

of Vetrina Toscana, the project on food and wine

tourism where the Tuscan Region aims to promote the food,

agriculture and tourism sector: from the use of local products,

to the use of organic ones from a short supply chain,

from seasonality to respect the identity of the territory,

from the circular food economy to plastic free, a modern

approach that has ancient origins. Every territory has a precise

identity linked to food and wine that Vetrina Toscana

wants to safeguard, a cultural, material heritage that must

not be lost along with the rich biodiversity of this region.

All those who adhere to the Manifesto of Values and offer

food and wine experiences, take part in Vetrina Toscana:

restaurants, shops and producers but also agritourisms, wineries,

breweries, oil presses, beach resorts, travel agencies

and hotels: at the moment, almost two thousand businesses

make up one of the largest agro-food networks in Italy. On

the website www.vetrina.toscana.it, as well as a georeferenced

list of members, you will find practical advice insights

on products and their history, food and wine itineraries,

experiences related to food and recipes to go along with

learning about tastes: a real “journey within a journey”.

*464 PAT (Produzione Alimentare Tradizionale), 15 IGP (Indicazione Geografica

Protetta) e 16 DOP (Denominazione Origine Protetta), a cui si aggiungono le 41

DOC, le 11 DOCG del vino e 6 IGT.

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Foto ©FrancescoLascialfari

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ENJOY ELBA AND THE ENJOY TUSCAN ELBA 2021 ARCHIPELAGO 2023


Enjoy

Culture and Arts

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Sulle tracce

degli antichi abitanti

dell'Elba

Foto©FrancescoLascialfari

Ḡiuliana Lupi

Elba: la sua è una storia davvero

antica. il suo nome, Ilva per i Romani,

potrebbe essere connesso agli Ilvati,

popolo ligure cui accenna Tito Livio in

Ab urbe condita.

Per un occhio attento e culturalmente

interessato, è qualcosa di più che i

suoi splendidi paesaggi: uno scrigno

di elementi preziosi da conoscere,

decifrare e apprezzare. Si possono

leggere ancora oggi le tappe evolutive

di quanti, nei millenni, hanno abitato

questa terra. Dobbiamo ringraziare

gli studiosi che vi hanno gettato luce

attraverso i reperti ritrovati, alcune

volte casualmente.

Già nel paleolitico medio, 40.000 anni

fa, l' Homo Sapiens conosceva questo

territorio di caccia su cui era arrivato

durante l' ultima glaciazione di Wurm

durante la quale il livello del mare si

era abbassato di oltre 120 metri.

Forse l'isola era stata frequentata

prima, e poi in contemporanea coi

Sapiens, anche dai Neanderthaliani

(45-40.000 anni fa): ce lo attestano

i ritrovamenti di lame, punte e

raschiatoi sulle pendici delle colline

centrali dell'isola. Dai 12.000 anni

fa in poi assistiamo alla fine della

glaciazione e all'aumento del livello

marino di 18 metri, che non permise

più ai cacciatori, inesperti di mare, di

avvicendarsi sulle coste elbane almeno

per 5000 anni.

Il neolitico ci presenta un uomo

nuovo, esperto non solo nell’arte della

navigazione, ma anche in quella della

realizzazione della ceramica. L'Elba

conosce così una frequentazione

stabile, con genti che si occupavano

di agricoltura e pastorizia. Ma il vero

tesoro dell'Elba erano i minerali di

cui l'avevano dotata i plutoni che

erano emersi dal mare 100 milioni

d'anni prima. Per questo motivo,

nell'Eneolitico, gruppi di cercatori

di rame frequentarono l'isola. Tutto

ciò è attestano nei ritrovamenti di

un sepolcreto in grotta con decine di

inumati con ricchi corredi funebri,

presso San Giuseppe, vicino Rio

Marina e da un sito megalitico di

menhir aniconici in località "Sassi

Ritti" nei pressi di San Piero in

Campo, prossimo ad una necropoli

villanoviana.

Le tracce di comunità protostoriche

dedite alla pastorizia e all’agricoltura,

emergono sul massiccio del Monte

Capanne, luogo che si prestava ad una

valida difesa contro eventuali invasori.

Contemporaneamente fiorisce la

metallurgia del bronzo. Sono emerse

prove che attestano la presenza di

religioni ctonie coeve ad altri culti

presenti nell'area mediterranea del

periodo, quali i monoliti sacrali di

Monte Cocchero.

Foto©FrancescoLascialfari

Foto©GianMarioGentini

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ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Foto©PaoloCalcara

TRACING THE STEPS OF THE ANCIENT

INHABITANTS OF ELBA

The Island has been inhabited since ancient times: already

in Roman times, they spoke about the first inhabitants of

the island, probably from Liguria, Corsica and Sardinia, but

even earlier when part of the archipelago was connected to

the mainland, at the time of the last glaciation when the sea

was tens of metres lower.

The Neolithic presented us with a new man, expert not only

in navigation but also in ceramics. Elba has always been

frequented by people who dealt with agriculture and sheepfarming.

But the real treasure of Elba has always been its

minerals. Ancestors of the Etruscans inhabited the lands

of Rio. The proof is in the findings of a burial ground in a

cave with dozens of people buried with their rich funerary

objects, near San Giuseppe, near Rio Marina and equally

surprising, a megalithic site of aniconic menhirs at “Sassi

Ritti” near San Piero in Campo.

The Elban coasts have certainly been frequented by

adventurous, enterprising people who knew the sea

routes from the east if the legend has been passed down

to us of the Argonauts who landed on the sandy shore of

Portoferraio bay, the ancient Argos. The island already had a

long history of men and mining activities when the Greeks

and Etruscans and later the Romans looked out onto its

beautiful shores to take advantage of its unique, valuable

resources. Their passage has left evident traces in the

Museums of the Island and in the archeological sites.

I litorali elbani erano frequentati sicuramente da

gente avventurosa e intraprendente che conosceva le

rotte marittime, proveniente da est, se è arrivata fino

a noi la leggenda degli Argonauti che approdarono

nella baia di Portoferraio, l'antica Argos. L'isola

documenta già una lunga esperienza di uomini e

attività quando Greci ed Etruschi si affacciano sulle

sue splendide rive per usarne le risorse, soprattutto i

minerali ferrosi, uniche e pregevoli.

Conoscere la nostra storia può servire oggi alla

valorizzazione, alla tutela attenta e appassionata dei

nostri beni culturali che contraddistinguono, con le

loro peculiarità, le nostre antichissime radici.

Foto©FrancoCambi

A sinistra: località i Sassi Ritti a San Piero

Sopra: la Villa romana delle Grotte a Portoferraio

CULTURE AND ARTS

13


Il sito

archeologico

della Linguella

a Portoferraio

(METÀ I SEC. a.C. – INIZI III SEC. d.C.).

NUOVI INTERVENTI DI SCAVO, RESTAURO

E VALORIZZAZIONE

-Lorella Alderighi

Il sito archeologico della Linguella occupa la parte terminale

di una lunga striscia di terra che delimita l'antico porto di

Portoferraio. Le prime notizie di rinvenimenti risalgono al

1548. Quei resti che la gente chiamava “i Bagni della Regina

Alba”, emersero ancora di più in occasione dei lavori nel

1683 per la costruzione del Bastione di Cosimo.

Di quanto allora rinvenuto si perse la cognizione fino

al 1976, quando, in occasione dei lavori nell'area delle

fortificazioni medicee ad opera della Soprintendenza ai

Beni Monumentali, vennero alla luce alcune strutture

relative ad un complesso di età romana; gli scavi effettuati

dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana nel 1979

lungo il bastione di San Francesco, e poi nel 1990 e 1991,

volti a chiarire la situazione delle strutture e al recupero

e musealizzazione dei resti, permisero di rinvenire alcuni

ambienti con pavimenti a mosaico; le strutture, tuttavia,

si presentavano in massima parte sconvolte ed obliterate

dalle costruzioni medicee e dal viale di accesso alla torre del

Martello, e molto spesso sommerse dal livello del mare che

si trova ad un metro più in alto rispetto all'età romana.

Furono indagate due aree non contigue: Area 1, parallela al

bastione di San Francesco, e area 2 nella zona centrale, tra

loro separate dall’accesso alla Torre del Martello. Ma i pochi

resti murari conservati non permettono di comprendere

come fosse articolato il fronte sul mare e anche verso

la terraferma non sappiamo fino a dove il complesso si

estendesse.

A sinistra: il sito archeologico della Linguella a Portoferraio

Sopra: la darsena medicea a Portoferraio;

Sotto: la Torre del Martello alla Linguella

Foto ©AdrianoLocci

Nonostante la difficoltà nello scavo e nello studio, è stato

possibile individuare ben quattro fasi di vita che vanno dalla

metà del I secolo a.C. agli inizi del III sec.d.C.

Successivamente questo complesso viene abbandonato

e occupato di nuovo nel V secolo; ne sono testimonianza

i materiali ceramici e le buche di palo pertinenti alla

costruzione di capanne i cui occupanti lavorano allo spoglio

dell'edificio antico e al recupero dei materiali edili che da

qui potevano facilmente essere imbarcati.

14 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Le strutture antiche ubicate

all'estremità della Linguella attestano

senza alcun dubbio la presenza

di un impianto termale; tuttavia,

pur nella mancanza di uno scavo

completo, le strutture con eleganti

pavimenti rivestiti a mosaico o a tarsie

marmoree, pareti dipinte o rivestite

di marmo ed, inoltre, la posizione

molto esposta sul mare, potrebbero

addirittura far ipotizzare una funzione

esclusivamente di impianto termale

non obbligatoriamente collegato ad

una villa, quale potrebbe, comunque,

essere quella identificata da alcune

strutture in opus reticulatum,

conservatesi all'interno del Forte

Stella; un complesso termale che

potrebbe essere stato a servizio del

porto e dei naviganti.

Foto ©AdrianoLocci

A distanza di oltre trent’anni dagli

ultimi scavi, si è reso indispensabile

un intervento di restauro di tutte

le strutture di epoca romana

attualmente in luce e di protezione

di ciò che rimane dei pavimenti. Due

di essi, uno in opus sectile (tarsie

marmoree) ed uno in tessellato

policromo (mosaico), in pessime

condizioni di conservazione in quanto

frammentati, lacunosi e sottoposti

continuamente all’ingressione

marina, sono stati staccati, restaurati

e ricostruiti all’interno del museo.

Sul posto sono state posizionate delle

copie.

In occasione dei restauri sono stati

anche eseguiti saggi di scavo che

hanno portato in luce parte di un altro

ambiente con pavimento in mosaico

geometrico policromo e le pareti

rivestite di intonaco dipinto in giallo.

Le strutture venute alla luce nei

decenni passati presso la Linguella

sono visibili all'interno del parco

all'ingresso del quale è ubicato anche

il Museo Archeologico Comunale che

conserva quanto qui rinvenuto.

THE ARCHEOLOGICAL SITE OF

LA LINGUELLA IN PORTOFERRAIO

(MID 1ST CENTURY BC TO EARLY 3RD

CENTURY AD). NEW EXCAVATION,

RESTORATION AND ENHANCEMENT.

The Linguella thermal spa occupies

the final part of a long strip of land that

forms the ancient port of Portoferraio.

After the discoveries in 1548 and 1683

during the construction of the Medici

rampart, the excavations of 1976, 1990

and 1991 brought to light a Roman

complex dating from the first half of

the 1st century BC and early 3rd century

AD with latticed walls and bricks,

mosaic floors, marble inlays and walls

decorated with paintings or marble

coverings.

Thirty years after the excavations, it

has become necessary to restore all

the structures of the Roman era currently

in evidence, as well as work to

protect what remains of the floors with

a covering, in line with one another

along the rampart of Saint Francis (a

fifth had been detached at the time

and put in the museum). The cocciopesto

floor was consolidated and the

fragile polychrome mosaic that had

already been buried after the discovery,

has been covered up again

after the restoration; the other two,

one in marble inlays and the other in

polychrome mosaic were in very poor

condition, fragmented and incomplete

and prone to marine ingression so

they were detached, restored and rebuilt

inside the museum. Two of these

have been replaced with copies.

During the restoration work, excavations

were also carried out that

brought to light part of another room

with a polychrome geometric mosaic

floor and walls covered in plaster painted

yellow. The exhibition inside the

Museum, already modified with the

addition of the two floors and with the

movement of the showcases, will soon

see the restoration of the building

and its complete re-layout with a new

didactic itinerary.

CULTURE AND ARTS 15


La fonte dei canali di Rio

tra le “maraviglie” italiane di

Leandro Alberti

Ḡianfranco Vanagolli

Presidente On. Italia Nostra Arcipelago Toscano

Le fonti di Rio nell'Elba

L’edificazione di Cosmopoli, nel 1548, conseguente

all’acquisizione dell’Elba da parte di Firenze, aprì l’isola a

una nuova notorietà, che si manifestò anche attraverso

la pubblicazione di opere dotte, collegate, di norma,

a un’importante produzione cartografica. Una di tali

opere, certo a lungo la più diffusa, fu la Descrittione di

tutta Italia, ossia delle sue “maraviglie”, del geografo e

storico Leandro Alberti, che nel 1561 apparve arricchita,

rispetto alla precedente edizione del 1550, di un corpus

di notizie riguardanti le isole minori disseminate nei

nostri mari, dal Ligure all’Adriatico. È in essa che troviamo

la prima testimonianza di una risorsa del territorio,

già universalmente conosciuto ab antiquo solo per i

suoi giacimenti ferriferi, consistente in una sorgiva

eccezionalmente ricca situata nei pressi dell’abitato di

Rio, destinata da allora in avanti a entrare a far parte del

patrimonio di conoscenze impossibile da ignorare per ogni

persona di buona cultura. Si parla della Fonte dei Canali

e del relativo torrente Reale, inteso localmente Riale, per

scoperta analogia con Rio, che il riscontro cartografico

offre vistosamente enfatizzato nelle sue dimensioni. In

realtà, esso non corre per più di un chilometro in tutto

il suo sviluppo, che termina alla Piaggia di Rio, ma è lo

stesso Alberti ad informarci che alimentava “molti molini”,

porgendoci per la prima volta una testimonianza di una

sua utilizzazione a fini economici. Su questo dato tornano

gli Statuta Rivi, gli antichi ordinamenti della comunità,

pervenutici attraverso una redazione del 1583, che, mentre

dettano regole rigorose riguardo alla Fonte (“… presso alla

fonte dove s’atigne l’aqqua da bere a diece canne non sia

alcuna persona che voti ventrazzi, ne facci alcuna bruttura,

pena lire cinque da pagarle di fatto; né vi si lavi panni di sorte

alcuna, né si voti cenere in detto luogo, pena soldi venti…”, LV,

Civ., Di riguardare la Fonte), mettono in relazione il corso

d’acqua, oltre che con l’attività molitoria, con l’orticoltura,

accennando a un sistema di chiuse rigidamente regolato

(“A nessuna persona sia lecito cavare aqqua di suo corso

consueto, salvo doi o tre hore per innaqquare l’horti, pena

soldi quaranta per volta e siano tenuti rimetter l’aqqua nel

suo stato, eccetto che a Mugnai, a quali sia lecito ritenerla per

suo uso, come è consueto…”, LXIII, Civ., Di non cavare aqqua di

suo corso).

16 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Foto ©PaoloCalcara

Il nesso Riale-mulini-agricoltura

(cui dobbiamo aggiungere senz’altro

alcune forme di artigianato,

presumibilmente all’origine della

frazione dell’abitato più prossima

alla Fonte) rimase costante nel

tempo, secondo quanto emerge

da un variegato insieme di

documenti prodotti nel Settecento

e nell’Ottocento, quali le carte di

un Processo sulle pretensioni di

precedenza e primato tra le comunità di

Rio e di Capoliveri, celebrato a partire

dal 1703 (“È parimenti notabile l’haver

la terra di Rio, quasi alla porta, una

fonte d’acque tanto buone e copiose

che rendono macinanti undeci molini,

quali servono non solo le farine

della medesima terra, ma etiamdio

di Capoliveri, Longone, Portoferraio

et altre, oltre li moltissimi benefici

che ne ricevono l’abitatori d’essa

nell’adaqquare orti, aranci, limoni et

altri infiniti frutti nell’amenità delle loro

campagne”), lo Zibaldone di memorie

di Giovan Vincenzo Coresi del Bruno,

stilato tra il 1729 e il 1745; il Voyage à

l’Isle d’Elbe di Arsenne Thiebaut de

Berneaud, pubblicato a Parigi nel 1808,

che dà conto di ben diciotto mulini.

Importante nel panorama rurale

del territorio, l’acqua della Fonte dei

Canali non lo fu da meno per quello

identificabile con lo sfruttamento

dei giacimenti ferriferi. Sulla foce del

Riale fiorì, in età classica, un’attività

metallotecnica che la quantità di

scorie di fusione là rinvenute fa

ritenere essere stata imponente.

Nello stesso sito operò intorno alla

metà del Cinquecento una ferriera

verosimilmente inserita nel sistema

delle magone medicee.

L’acqua, indispensabile ai “maghonieri

et ferrazzuoli”, come lo era stata

sicuramente ai “fabri” medievali, della

cui presenza ci conserva una bella

prova archeologica l’area di Gràssera,

fu l’elemento sul quale a partire

dalla seconda metà dell’Ottocento

fondarono i loro progetti e le loro

realizzazioni quanti curarono

l’aspetto tecnologico del passaggio

dalla gestione preindustriale

a quella protoindustriale delle

nostre miniere, concependo un

sistema di produzione suddiviso

tra coltivazione vera e propria e

recupero degli abbondantissimi

scarti delle precedenti lavorazioni

attraverso un processo di depurazione.

A quest’ultimo scopo vennero

imbrigliate anche le acque di torrenti

minori, tra i quali il Favale, grazie a

un complesso di opere che, dopo un

laborioso cammino all’insegna di un

marcato empirismo, approdarono

a una soluzione soddisfacente,

incentrata sui patouillets, degli

impianti destinati a durare molto a

lungo.

Allargato in tal modo lo sguardo

sul più vasto orizzonte delle risorse

idriche del territorio, è d’obbligo

fare menzione delle fonti di Vignola

e della Chiusa, che attraverso un

acquedotto supportato da una cisterna

monumentale ristorarono la villa

d’età romana di Capo Castello, a Cavo;

come dell’Acqua Riese, un torrente

compreso nel suo percorso tra il

versante occidentale della catena delle

Serre e il litorale delle Trane, anch’esso

forza motrice di diversi mulini fino

a tutto l’Ottocento, e delle sorgive

cui si appoggiò un’attività di lungo

periodo, quella della lavorazione del

lino, implicante la sua macerazione,

distribuita in una mappa che gli

Statuta Rivi ci restituiscono nella sua

integrità e ampiezza: la “valle del’Orto

del lupo”, la “valle a Cecini”, la “valle

dell’Ortano”, il “Lutone”, i dintorni della

“vigna di Meri de Carabi”, “Ferraio in

Galico”; nonché, infine, dell’“acqua

marziale”, che sgorgava da un esteso

fronte roccioso a picco sul mare

antistante il vicino continente toscano,

impiegata nella fabbricazione del

vetriolo ed esportata in considerevoli

quantità in tutta Italia, su cui si

diffonde una nota opera del naturalista

Antonio Buzzegoli, edita nel 1762.

Oggi di questa ricchezza rimane poco,

ma ancora abbastanza, riteniamo,

perché si possa tentare di realizzare un

“percorso delle fonti”, che sia, insieme,

salvaguardia e memoria.

THE WATER OF RIO

In 1561, Leandro Alberti cited an

exceptionally rich spring near the town

of Rio: the Fonte dei Canali supplied

the main stream that is locally called

Riale. It merged with the Piaggia di Rio

after having provided water, along its

one kilometer route, to many mills: in

1808 there were eighteen.

In 1583, in the Statuta Rivi, they

started to talk about it again, trying

to regulate the use of water from

the spring, referring to its value also

for agriculture, through a system

of strictly controlled locks. It was

important in the rural panorama of

the area, but the water of the Fonte

dei Canali was not less important

for its link to the exploitation of the

iron deposits. In the classical era,

a metalworking activity flourished

at the mouth of the Riale, and from

the amount of smelting slag found

there, it leads us to believe that it was

impressive. Around the middle of the

sixteenth century, a large ironworks

probably connected with the Medici

magone method on the same site,

created a production technique

divided between the real development

of the mines and the recovery of the

abundant waste from the previous

processes through washing. For

this purpose, the waters of minor

streams were also harnessed, thanks

to a complex hydraulic system. The

Acqua Riese was important as well, a

stream that ran between the western

Serre chain and the Trane coast,

that also provided power to several

mills up to the end of the nineteenth

century. Many other minor streams

were used for the processing of flax,

indispensible for its maceration.

Lastly, there was the “martial water”

that gushed from a wide rocky ledge

overlooking the sea, used in the

manufacture of vitriol and exported in

large quantities throughout the whole

of Italy.

CULTURE AND ARTS 17


Foto ©PaoloCalcara

Porto Azzurro? Porto Longone?

Porto Azzurro: un paese la cui storia, come insediamento ed economicamente,

è legata in modo inscindibile alla posizione geografica strategica. Prima di tutto,

il golfo “longo” che darà il nome al borgo, situato nelle vicinanze della spiaggia di

sabbia ferrosa. Il primo nucleo di “Longone” sorse come “Marina”, alle spalle di

quella spiaggia, “La Rossa”.

Quando Gregorio XI nel 1376, nel viaggio per riportare la sede papale a Roma

dopo l’esilio ad Avignone, si fermò cercando riparo nel golfo “longo”, detto oggi

Mola, Longone ancora non c’era. La zona era nota come insenatura protetta,

riparata dai venti salvo il grecale-levante: l’archeologia marina ha restituito

manufatti di epoca etrusca e romana. Certo, dei pescatori bazzicavano la baia e

possiamo immaginare l’esistenza di ripari sulla terraferma, ma le scorribande di

saraceni, di corsari tunisini, del terribile Barbarossa, ostacolavano la nascita di

un abitato stabile se non in un luogo alto, protetto, lontano dal mare.

Proprio sulla collina sopra alla “Rossa” nel 1603 il re di Spagna iniziò la

costruzione di una Fortezza, detta di San Giacomo, con all’interno tutto: chiesa,

mulino, alloggi per ufficiali e famiglie, magazzini di viveri, armi e polveri. Un

luogo dove rifugiarsi così vicino, incoraggiò l’edificazione di poche case sparse

sulla spiaggia, primo nucleo della Marina di Longone, chiamato dal 1947 Porto

Azzurro. La guarnigione e i suoi militari portarono “vita e lavoro”, incoraggiarono

un’immigrazione che si fuse con le genti toscane già presenti: arrivarono

spagnoli, poi napoletani e campani dal Regno delle Due Sicilie, poi francesi,

giunti prima o con Napoleone. Una posizione cruciale per i commerci, un

sottosuolo ricco di minerali, una terra fertile anche per un clima unico, un mare

ricco di pesce: cosa di più?

I primi abitanti erano: pescatori, agricoltori, armatori, commercianti di vino,

possidenti, venuti anche dalla Corsica che investirono nella “nuova” terra. I miei

avi longonesi furono un po’ di tutto questo. Non mancarono medici e “politici”,

del Granducato o poi del Regno, calzolai o sarti per il reggimento.

Non c’è angolo del paese che non sia stato coltivato (verdure, alberi da frutto,

vigne, bestiame) per l’esportazione o il commercio interno. Vale la pena ricordare

la costruzione, a metà ‘900, all’estremo del paese, alla Pianotta, di una fabbrica,

tentativo di industrializzazione delle risorse del mare: veniva inscatolato il

pesce, vi lavoravano una cinquantina di persone. La società Genepesca la dette

-

Dianora Citi

in gestione alla famiglia Busalacchi,

ma durò solo una ventina d’anni.

Questa, come molte altre attività,

dovette soccombere di fronte ai profitti

indubbiamente maggiori del turismo.

THE NAME OF PORTO AZZURRO

Until the mid-twentieth century, it was

called Porto Longone, taking its name

from the long cove protected and

sheltered from the winds, bordered

by the iron-sandy beach known as

“La Rossa”. Marine archaeology has

recovered artifacts from Etruscan

and Roman times. Pirate raids

prevented permanent settlements

along the coast. In fact, in 1603, on a

hill overlooking the beach, the King

of Spain began the construction of a

fortress called San Giacomo that had

everything inside it: church, a mill,

housing for officers and their families,

storerooms for provisions, weapons

and gunpowder. A place to take refuge

that encouraged the construction of a

few houses scattered on the beach, the

first nucleus of the Longone Marina.

People came from the kingdom of the

two Sicilies, from Campania and from

Sicily. Who were they? Fishermen,

farmers, ship-owners, wine merchants

from the mainland, landowners also

from Corsica who invested in the “new”

land.

18 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Il corallo,

-Lucia Paoli

oro del Tirreno

Restano nell’Archivio Storico Nazionale di Madrid le

numerose lettere inviate dal governatore don Gonzalo

Machado y Aguilar, regio giudice e amministratore dello

stato di Piombino, residente a Rio nell’Elba, da dove iniziava

un fitto carteggio con il re di Spagna e con il Consiglio

d’Italia in Madrid alla fine del Seicento, seguite da quelle di

don Cavalo, che subentrò nell’incarico dal 1697.

Insieme a esse vengono inviate due mappe che indicano la

zona dove pescare il corallo, nella secca del Giglio.

La pesca del corallo è stata fiorente in tutto il Mediterraneo

e ha occupato le popolazioni costiere dall’antichità

accompagnata da un ricco artigianato che trionfa dal

Rinascimento ai giorni nostri soprattutto a Genova, Livorno

e Napoli. Il prodotto grezzo sbarcato a Livorno veniva

lavorato dalla comunità ebraica sefardita stanziata fra la

città labronica e Pisa: sfere, incisioni di alta oreficeria, opere

d’arte con soggetti naturalistici, sacri e mitologici oltre

a oggetti comuni come bottoni o grani di rosario. Molto

richiesto anche all’estero, in India si inviavano le pallottole e

in Africa le cannette e i maometti cilindrici o i rametti forati.

I Medici amavano il corallo i cui rami erano destinati agli

allestimenti scenici di feste, nozze e battesimi. Eccellente

era il corallo pescato nella zona fra Livorno, Gorgona e

Isola del Giglio: … El pescatore de Corallj sotto monte nero,

mi consegniò, dua giornj sono, libre quarant'una dj Corallo

(Livorno, 10 maggio 1576).

Attratti da questa pesca speciale gli spagnoli, padroni dei

Presìdi che si affacciavano su questo specchio del Mare

Toscano, verso la fine del Seicento, presentarono al re di

Spagna un progetto per inserirsi di diritto nella pesca del

corallo nelle acque dell’Isola del Giglio.

L’occasione fu favorita dalle difficoltà economica del

principe di Piombino, Giovan Battista Ludovisi, a cui

venivano lesinate le rendite, dopo aver confiscato e bloccato

le entrate dello Stato per risarcire i numerosi creditori

spagnoli. Il controllo delle risorse elbane, di cui la più

sostanziosa era l’estrazione del ferro, si estendeva anche

alla tonnara di Marciana e al pedaggio pagato dalle navi che

transitavano per il Canale di Piombino. Erano attesi grandi

profitti dalla pesca del corallo presso la secca dell’Isola

del Giglio, fra i Presìdi di Talamone e Orbetello e la costa

nordoccidentale dell’Isola.

Progetto che si voleva portare avanti con la collaborazione

del Regno di Napoli da cui i Presìdi erano politicamente

dipendenti. Nella speranza di sospendere la decima dovuta

al Granduca di Toscana, la pesca del corallo pareva davvero

l’affare sognato.

La morte del Principe di Piombino il 24 agosto del 1699,

seguita da quella del piccolo erede Niccolò, nel gennaio

1700, metteva però in moto tutte le lunghe pratiche

dell’eredità dello stato e, forse per questo, anche i progetti

spagnoli vennero sospesi.

CORAL, GOLD OF THE TYRRHENIAN

Coral harvesting has been a thriving activity throughout

the Mediterranean since the 15th century. The Genoese had

important trade relations with Tunisia, soon followed by

Livorno in the 17th century that became a key port for the

traffic and the processing of this precious material.

Tuscany’s Medici family were among the most passionate

rulers who tried not only to produce and sell but also to

hoard precious works of coral art. The ‘on-site’ harvesting

of this excellent quality product took place in the triangle of

Livorno, Gorgona and Giglio Island.It attracted Genoese and

Neapolitan fishermen with the latter developing important

coral processing centres in Torre del Greco, Herculaneum

and Pompeii. Towards the end of the 17th century, the

Spanish, in collaboration with the Kingdom of Naples,

entered into this important activity by carrying out coral

diving near the Island of Giglio where there were shallows

rich in “red gold”.

Carolina Bonaparte con una splendida parure di coralli

CULTURE AND ARTS 19


Vettovaglie

e provvigioni

fra '500 e '600

-Lucia Paoli

Cosimo I fin dalla guerra di Siena, fortificando

le coste toscane e le isole, si

occupa di assicurare cibo alle popolazioni.

La fornitura di grano è essenziale

e continuerà nel tempo anche a

vantaggio dei territori degli Appiani. In

Portoferraio sarà sviluppata la produzione

del biscotto, il pane alla base degli

alimenti a lunga durata per le galere

della flotta toscana. L’attuale Comune

di Portoferraio è collocato nell’antica

Biscotteria, il luogo dove veniva prodotto

In Gorgona il Granduca vorrebbe creare

attività agricole chiedendo ai frati

del Carmine (1529) che potessimo far

lavorare e trar qualche frutto dalle terre,

mentre in Pianosa, saputo esservi una

quantità di ulivi vorrebbe recuperare

quelli cadenti e andat'a male per produrre

olio. La necessità di rifornire le

fortezze gli suggerisce un elenco di cibarie,

oggi illuminante sulle abitudini e

risorse alimentari del tempo.

…munizione che si deve tenere nelle fortezze:

grano farina di grano farina di castagne

riso civaie di piu sorti, orzo avena

spelda paglia fieno, burro olio Aceto

Vino Carne salata formaggio Noci fichi

secchi Mandorle Nocciole pere, et mele

secche, et uva secca Pollami Bestiame

legname da far fuoco Carbone frecce a

vento Lanternoni Sale Grassi sapone

lardone Mulini a mano a vento o, con

bestie Cisterne Pagliaricci Padiglioni

stoppa fila unguenti trementina olio da

Bezzo, et altri oli per feriti, et altre cose

necessarie al vivere…

e la salute degli equipaggi, come la ricca

spezieria. Più sobrie quelle alimentari,

completate da abbigliamento. Nel

1625 i Consumi della Capitana sono di

pane biscotto, e di Camiciuole, Camice,

Calzoni, Berrettini, come ancora Carne,

Riso, olio, vino.

Fra le altre comunità da sostenere in

Portoferraio c'era anche quella dei

Francescani, i Buoni Frati di San Salvatore,

del convento prima destinato ai

Cavalieri dell'Ordine di S.Stefano che

trovarono poi sede a Pisa, e successivamente,

fra il ‘700 e l’800, trasformato

nella Caserma De Laugier. I buoni frati

erano mantenuti dai Medici e muniti di

ogni conforto. Non solo cibo ma anche

abiti e oggetti per uso liturgico e per-

fino le spese per il passaggio al “continente”.

Nell'anno 1625 il provveditore, con malcelata

critica, elenca per il granduca i

costi sempre in crescita del convento,

dovuti alle ricche provvigioni.

Una vera situazione di privilegio! Per

dodici frati era una spesa notevole: vogliamo

sperare che provvedessero ai

poveri! Salta agli occhi la differenza

con le forniture alle fortezze segnalate

quasi un secolo prima, più sobrie e

meno varie di queste destinate al convento

di Portoferraio. Le spese dei frati

aumentavano di anno in anno, mentre

i religiosi diminuivano, come sottolinea

il provveditore al Granduca nel 1625.

(ASF, 1817 AFFARI DI STATO E DI GUERRA

Negozi militari e marittimi)

Anche per le galere si dovevano fornire

le provviste indispensabili per la sanità

20 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


I prodotti forniti giungevano a Livorno provenienti da ogni

dove, come risulta dalla testimonianza della portata delle

navi scaricate. Le spezie dal porto di Alessandria d'Egitto, i

formaggi dalla Sardegna, il pesce salato dalle zone baltiche

via Lisbona, gli zuccheri dalle Indie Occidentali via Isola di

Madera, le tecnologie e le lane venivano dal Nord Europa

via Anversa e Londra. La loro varietà indica anche la grande

espansione del commercio e la maggiore ricchezza dei prodotti

che giungevano e circolavano in Europa. La Toscana,

con il grande porto di Livorno, risalta come un polo di attrazione

e distribuzione e centro di traffici internazionali.

VICTUALS AND PROVISIONS IN THE 16TH AND 17TH

CENTURIES

While fortifying the Tuscan islands, the Medici family

took care to provide food to the population. In ancient

documents, there are lists of basic necessities. The grain

supply was essential. Portoferraio developed the production

of biscuits, that bread that was the basic food with a

long storage life for the galleys of the Tuscan fleet. The

present Town Hall in Portoferraio is located in the ancient

Biscotteria, the place where this bread was produced.

Among other communities that needed support, there

was that of the Franciscan friars, the Good Friars of San

Salvatore, the convent first intended for the Knights of the

Order of St. Stephen and subsequently transformed into the

De Laugier barracks between the 18th and 19th centuries.

Ricordo di quanto S.A.S. da a frati dodici

nel convento

di Porto ferraio Appresso nota di Robe si danno à B.i Frati

Farina staia dodici mese,

prima se ne dava staia 14

Vino la bastanza

Olio fiaschi dodici, prima si dava f. sedici

Carne libbra una per frate al giorno

Pescie lb’ una per frate il giorno e pesce salato

Uova una coppia per frate il giorno quando

anche si dar’la mg.ca per li polli…

Formaggio la bastanza

Carne salata

Legne à Ripa’ el bisogno

Civarie d’ogni sorta

Frutte d’ogni sorta secondo li tempi

Mostarda …Vasi di terra e vetri

Seguono le suppellettili di cucina e uso casalingo,

cose per la chiesa, passaggi per ‘andar e venir per mare’,

granate, tovaglie,coperte, sacconi , guanciali

barbieri, cerusico…

Tovaglie, tovagliolini, bandicelle,

et buscalli…

Zoccholi et guiggie

Panno per mutande

Passaggi de frati che’vanno e vengano

Cera bianca et gialla, incenso al bisogno

Spezerie et medicamenti per malati

Per la predica dell’Avvento et Quar.ma

Et la festa di S.Franc.o et quando si canta[…]

Ortaggi

Pastumi

Riso

Carta da scrivere

Sale

L'ex Caserma, attualmente Centro

Culturale, De Laugier a Portoferraio

Foto©AdrianoLocci

CULTURE AND ARTS 21


-Marisa Sardi

L'imperatore

che amava

il verde

Napoleone, una volta giunto all'Elba e dovendo organizzare

il suo regno, seppur di modeste dimensioni, innanzitutto

percorse l'isola a cavallo, per visionarla. Nel notare

un suolo piuttosto spoglio e incolto, a parte i vigneti,

si convinse della necessità di effettuare una notevole

piantumazione, utilizzando soprattutto alberi i cui frutti

sarebbero serviti all'alimentazione degli Elbani o alla loro

commercializzazione. Realizzò così le sue competenze

botaniche e agronome, apprese sui libri e dall'esperienza

diretta, facendo mettere a dimora nelle zone soleggiate gli

olivi, provenienti dalla Toscana, mentre sui versanti montani

rivolti a Nord fece collocare dei castagni fatti giungere dalla

Corsica. Tra le piante da frutto arrivate all'Elba durante la

sua permanenza, preponderanti furono gli alberi di gelso,

sistemati dal Corpo del Genio soprattutto lungo i viali e le

strade di Portoferraio e Porto Longone, ma anche nel resto

dell'isola. Fu l’Imperatore ad introdurre all'Elba il gelso,

sia per abbellire le sue abitazioni, le strade ed i luoghi

pubblici ma, soprattutto, perché tale pianta poteva essere

economicamente vantaggiosa per gli Elbani, se fosse

riuscito a sviluppare l'industria del baco da seta sull'isola.

Il Bonaparte conosceva bene questi alberi che già avevano

caratterizzato la sua infanzia in Corsica, dove il padre

gestiva ad Ajaccio un vivaio di gelsi di cui lui stesso si era

dovuto occupare alla morte del genitore. Napoleone aveva

sempre avuto una passione per l'agronomia e la botanica,

manifestate non solo in Corsica, ma anche quando era

studente nel collegio di Brienne e nel 1797, quando si trovò

a dirigere l'Institut National des Sciences et des Arts di Parigi.

Anche i diversi testi di agronomia, botanica e giardinaggio

presenti nella sua biblioteca elbana confermano il suo

interesse per il verde.

Il suo programma agricolo prevedeva anche la semina

della ghiande, che voleva far giungere dalla Foresta Nera,

la piantumazione dei pini sui terreni adatti, nonché la

messa a dimora "ovunque" di alberi da frutto, privilegiando

meli e peri. Quest'ultimi frutti li troviamo nel pomario di

Villa Mulini insieme a mandorli, albicocchi, peschi, ciliegi

e diverse rarità botaniche che l'Imperatore aveva fatto

venire dal giardino del Palazzo di Cittadella a Piombino, già

residenza della sorella Elisa. Nel giardino di rappresentanza

sempre a Villa Mulini, Napoleone fece collocare dal

giardiniere Claudio Hollard limoni a spalliera e aranci in

vaso nonché una grande quantità di varietà ornamentali

tra le quali primeggiavano rose rifiorenti cinesi e indiane.

La predilezione di queste rose profumate fu dovuta, quasi

sicuramente, alla sua osservazione effettuata nei giardini

di Malmaison dove la moglie Josephine aveva realizzato una

grandissima collezione di rose. In novembre, a questi frutti e

fiori, arrivati a Portoferraio dal "Reale Giardino delle Piante"

di Capodimonte, la sorella Paolina fece aggiungere piante di

fragole, ribes bianco e rosso. Inoltre portò da Napoli molti

vasi con fiori, tra cui rosai e gelsomini, e piante di aranci,

albicocchi, limoni e peschi che furono distribuiti tra Villa

Mulini e Villa San Martino.

Pure la madre Letizia mostrò inclinazione per le piante,

facendo abbellire il giardino di casa Vantini, sua momentanea

abitazione, con: olivi, gelsi, rose e violette.

Anche la "casa di campagna", facente parte della tenuta

di San Martino, fu resa lussureggiante con un viale di

gelsi, fiori, tra cui rose e viole, nonché con piante di vario

22 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


tipo. Ad un esemplare di Micocoulier du Midi, fatto venire

appositamente dalla Provenza, sembra che Napoleone

tenesse particolarmente, tanto da piantarlo lui stesso.

Ovviamente su gran parte dei terreni della tenuta allignavano

le viti la cui coltura l'Imperatore cercò sempre d'incentivare.

Napoleone infatti volle veramente migliorare la vita degli

Elbani invitandoli a nuove coltivazioni come quella delle

patate, quasi inusitate all'Elba, predicandone la bontà e l'uso.

Inoltre fece pervenire sull'isola molte piante orticole e di

vario tipo nonché quelle adatte alla realizzazione dei "prati

artificiali". Insomma dimostrò con i fatti la veridicità della

sua frase: "Siatemi buoni figli, vi sarò buon padre."

A NATURE-LOVING EMPEROR

Napoleon loved botany, so as soon as he landed on Elba, he

started exploring his new kingdom to see which crops were

widespread and which would be useful to plant for feeding

his subjects and for marketing.

In the sunny areas he planted olive trees from Tuscany

while on the mountain slopes facing north, he planted

chestnut trees brought from Corsica. Among the

predominant fruit plants were mulberry trees, both to

embellish homes, roads and public places, but above all,

because this plant could be economically advantageous

if they managed to develop the silkworm industry on the

island. Bonaparte was well acquainted with these trees

that had already been present in his childhood in Corsica

where his father ran a mulberry nursery in Ajaccio and that

he himself had had to deal with then his father died. The

various texts on agronomy, botany and gardening in his

library on Elba, confirm his interest in nature.

His agricultural programme also included the planting of

acorns which he wanted to bring from the Black Forest,

the planting of pine trees on suitable land and the planting

of fruit trees, especially apples and pears, “everywhere”.

These latter fruits are found in the orchard of Villa Mulini

alongside almonds, apricots, peaches, cherries and various

botanical rarities. In the Villa dei Mulini he placed espaliers

of lemons and oranges in pots as well as a large number

of ornamental varieties including Chinese and Indian

flowering roses. His wife Josephine, who had filled the

Malmaison, loved them. To these, his sister Paolina added

strawberry plants, white and red currants. The Emperor

had always tried to encourage the cultivation of vines which

thrived on the lands of his estates. In fact, Napoleon really

wanted to improve the lives of the Elbans by inviting them

to plant new crops, like potatoes.

Dall'alto:

Villa dei Mulini con il faro di Forte Stella a Portoferraio

Villa Napoleonica nelle campagne di San Martino

I giardini di Villa dei Mulini a Portoferraio

CULTURE AND ARTS 23


San Niccolò in San Piero

in Campo Gian Mario Gentini

Foto©PaoloCalcara

Actum in Communi Sancti Petri suprascripto in claustro

Ecclesie Sancti Petride Campo sub porticu domus dicte

Ecclesie presentibus Puccino condam Ghesis et Perdolino

condam Bonaiuncte de Communi Sancti Petri testibus ad

haec rogatis D.I.A. MCCCXLIIII indictione undecima octavo

Kalendas Maii.

La chiesa di San Niccolò, in origine dedicata ai SS. Pietro

e Paolo, sembra risalire al VII° secolo. Racchiusa fra

due bastioni della fortezza di S. Pietro ha conservato,

in parte, i caratteri originari. Fondato nel VII° secolo,

l'edificio fu ingrandito ma crollò e venne riedificato

come testimoniano i prospetti esterni, le cui peculiarità

sono il rivestimento in filarelli del locale granito color

grigio e le lesene che scandiscono le superfici.Le

forme attuali dell'edificio sono riconducibili alla fine

del XII secolo, ma ricalcano l'impianto dell'organismo

architettonico preesistente di palese matrice bizantina.

Secondo l’opinione più accreditata la caratteristica

architettonica a due absidi e due navate sarebbe

riconducibile al IX° - X° sec. Se ne trovano rari esempi

anche in Salento.

La chiesa che possiamo ammirare oggi è molto diversa

da quella prevista dalla planimetria originaria. Con

l'arretramento a seguito del crollo dell'originaria facciata

sono scomparse le prime due campate, per cui l'edificio

risulta accorciato; permangono tre arcate, due delle quali si

impostano su una colonna munita di capitello scolpito con

repertori iconografici zoomorfi il cui linguaggio formale

è bizantino. A seguito della distruzione di chiese all’Elba

e Pianosa nel 1553 per mano dell’esercito dei Gallo Turchi

in guerra contro la Spagna comandati dal generale Dragut,

la Chiesa fu fortificata, con l’aggiunta di due torri poste

agli angoli S-W e N-E, modificando l’intero impianto della

chiesa.

24 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Nel 2002 a seguito dei lavori per realizzare il museo del granito

nella “Tore del Caracuto” sono stati rinvenuti resti umani.

Le indagini archeologiche hanno documentato l'esistenza di

un sepolcreto con otto tombe. La costruzione della torre, in

realtà, comportò la salvaguardia di questa piccola porzione

di un ben più ampio sepolcreto che, in periodo medievale,

doveva svilupparsi nell'area settentrionale della chiesa.

Un piccolo saggio esplorativo ha permesso di raccogliere

alcuni frammenti di ceramica a vernice nera e anforacei

che collocherebbero cronologicamente tale strato fra il

III°-II °secolo a.C. Si tratta di una rilevante testimonianza

archeologica, che potrebbe supportare la tradizione locale che

individuerebbe là una preesistenza insediativa di età classica e

la teoria secondo la quale sarebbe là sorto un tempio dedicato

al dio Glauco (dio del Mare). Le due pareti laterali, ricostruite

nel XV secolo, furono decorate con affreschi di cui rimangono

alcuni santi, una crocifissione e un Eterno con angeli in due

nicchie frontali, dei frammenti con una testa della Vergine

e una testa sullo sfondo di una città cintata. La letteratura

sugli affreschi è assai scarsa: stilisticamente riconducibili

all'ambito senese e in particolare alle opere della seconda

metà del XV secolo e degli inizi del XVI, gli affreschi, a partire

dalla Crocifissione, sono per carattere affini alla produzione

più tarda di Andrea di Niccolò (Siena, 1440 – 1514). L'ornato a

nastro che incornicia le scene, decorato da motivi a stampiglia,

rimanda ad una serie di affreschi con santi realizzata in una

cappella in Santa Maria a Sovana da un artista definito affine

di Andrea di Niccolò e hanno temi iconografici simili a quelli di

San Piero. Tra i Santi dipinti vi sarebbe anche San Mamiliano,

santo venerato all'Elba e a Sovana.

THE CHURCH OF SAN NICCOLÒ

The Church of San Niccolò, originally dedicated to the

saints Peter and Paul, seems to date back to the 7th century.

Enclosed between two bastions of the fortress of San Pietro,

it has partially preserved its original features.

The current forms of the building can be traced back to

the end of the 12th century, clearly of Byzantine origin.

According to the most credited opinion, the architectural

feature of the two apses and two naves could be traced back

to the 9th-10th century. After the collapse of the original

façade, the first two spans disappeared, so the building

was shortened; three arches remain, two of which are

set on a column with a capital sculpted with zoomorphic

iconographic forms. In 2002, following work to make a

granite museum, ‘Tore del Caracuto’, human remains were

found in a sepulchre with eight tombs, part of a much

larger one from the Middle Ages. Fragments of pottery

dating back to the third and second century BC are proof

of a pre-existing settlement of the Classical age, giving

credit to the hypothesis that a temple dedicated to the god

Glauco, (god of the sea) would have stood there. The two

side walls, rebuilt in the fifteenth century, were decorated

with frescoes where some saints remain, a crucifixion and

an Eternal with angels in two facing niches, fragments with

a head of the Virgin and a head against the background of

a walled city. They date back to the second half of the 15th

century and the beginning of the 16th, probably belonging

to the Sienese school, to Andrea di Niccolò. Among the

Holy paintings, there would also be San Mamiliano, a saint

venerated in Elba and Sovana.

Foto©PaoloCalcara

CULTURE AND ARTS 25


La "Petite Armée"

elbana

Ā.T.

Nonostante il suo breve soggiorno e la sua nota fuga,

Napoleone ha lasciato il segno all’Elba. I luoghi da lui

abitati, le Ville di San Martino e dei Mulini, la biblioteca

custodita alla Foresiana di Portoferraio, i cimeli conservati

dalle Confraternite, il Teatro dei Vigilanti, i progetti per

valorizzare le risorse delle isole dell’Arcipelago e migliorare

le condizioni economiche dei suoi sudditi, fino alle tracce

nei piatti della cucina locale, dimostrano che i costumi

delle corti d’Europa iniziavano a insinuarsi nelle abitudini

dei residenti. C’è da chiedersi quale destino avrebbe avuto

l’Isola se Napoleone avesse proseguito nel suo regno,

piccolo ma ricco di risorse e bellezza, invece di tentare di

tornare a dominare le scene d’ Europa.

Foto di ©LucaBellosi

Dalla nostalgia di quello che avrebbe potuto essere l’Elba

con un re così dinamico, per amore della storia e la voglia

di fondare l’offerta turistica elbana anche sulla cultura

nasce l’Associazione Petite Armée Isola d’Elba grazie ai

volontari elbani innamorati di Napoleone Bonaparte e

della sua epopea: Luca Bellosi, Franco Bellosi, Daniele

Bellosi, Antonio Braschi, Ilaria Petrucci, Sara Fabiani e Luigi

Bruni. Alla ricerca su documenti d’epoca e alla minuziosa

ricostruzione storica di avvenimenti ed episodi di epoca

napoleonica, il Gruppo di rievocazione rappresenta le

scene di vita ottocentesca, con i preziosi costumi d’epoca,

che fedelmente riproducono quelli del tempo. Fra l’altro

hanno allestito un piccolo museo napoleonico, al Forte

Falcone di Portoferraio, nato dalla collaborazione tra

l'associazione Petite Armèe, la Cosimo de' Medici e il

comune di Portoferraio, che è mèta di molte scuole, turisti

e residenti. è possibile visitarlo durante l'orario di apertura

della Fortezza Medicea.

“Oltre ad essere dedicata a Sua Maestà l'Imperatore esiliato

all'isola nel 1814 – spiega il Presidente Luca Bellosi - è

stato realizzato uno spazio per la consegna del drappo alla

Guardia (Granatieri), presente il sindaco di allora, il maire

Traditi, oltre a proiettare immagini del bicentenario e di

varie rievocazioni storiche all’Elba e in Europa. D’inverno le

scuole partecipano ad alcune lezioni napoleoniche, un po’

diverse dal solito, indossando giberne , bandoliere e cappelli e

marciando nella piccola corte antistante l'entrata del museo”.

ELBA’S PETITE ARMÉE

Napoleon left his mark on Elba, in the places where he had

lived and in the hearts of the people. This is why the Petite

Armée Isola D’Elba Association was founded, thanks to

volunteers from Elba who love Napoleon Bonaparte and his

saga. The members are Luca Bellosi, Franco Bellosi, Daniele

Bellosi, Antonio Braschi, Ilaria Petrucci, Sara Fabiani and

Luigi Bruni. They have researched period documents to

make a meticulous historical reconstruction of events and

episodes of the Napoleonic era. On every occasion, the

re-enactment Group represents the scenes of nineteenthcentury

life in their precious period costumes that faithfully

reproduce the uniforms of the time. Among other things,

they have set up a small Napoleonic museum at Forte

Falcone in Portoferraio, a venue for many schools, tourists

and residents where you can admire the relics and watch

footage of films about historical re-enactments.

Foto di ©PaoloCalcara

26 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Elba com'era

Ḡiorgio Giusti,

ricercatore della storia locale

Correva l'anno 1938 e buona parte della famiglia Tesei, come

di consueto, si trasferiva dalla calura di Firenze, dove abitualmente

risiedeva, all'Elba per trascorrere nella tranquilla

Marina di Campo una estate decisamente più piacevole. In

quell'anno però, fu loro ospite per l'intero mese di agosto,

un loro amico, il fotografo fiorentino G. Alvino.

Fu così che l'illustre ospite ebbe la possibilità di cogliere

una serie di scatti fotografici fissando nelle immagini la vita

tranquilla degli abitanti locali dediti alle loro varie attività

giornaliere. Con la famiglia Tesei gli fu possibile anche

recarsi via mare nelle altre marine elbane, Lacona, Longone

etc. La capiente barca dei Tesei, il “Gabbiano”, mostrò al fotografo

anche un’altra isola, quella vista dal mare con degli

scorci unici e spesso sconosciuti.

Nasce così “ELBA COM’ERA” con una selezione di un centinaio

di queste immagini, scegliendo in base alle tipologie

delle attività svolte dai locali: i momenti al mare, i traffici

del vino e quelli del granito, gli animali comunemente usati

per le attività giornaliere, immagini panoramiche ed alcune

dedicate alla famiglia Tesei.

Ne è venuto fuori un libretto quasi esclusivamente fotografico,

privo di didascalie, lasciando alle immagini la descrizione

e la comprensione delle stesse. Così nell'immagine

di copertina ho posto un elemento simbolo delle case di

campagna, il pozzo dell’acqua che costituiva un elemento

essenziale per la cucina, la pulizia personale, le necessità

per gli animali domestici; a quei tempi le case di campagna

non avevano la conduttura dell’acqua. In estate poi, nel

pozzo si metteva il secchio con il cocomero messo a rinfrescare

ma anche, in caso di necessità altri prodotti altrimenti

deperibili come la bottiglia del latte o un raro e prezioso

pezzetto di burro.

Solo molti anni dopo ho avuto la fortuna di sfogliare la

raccolta di 130 immagini in bianco e nero, di formato 12×12,

lasciate alla Signora Lucia Tesei dall’amico fotografo Alvino.

Fu un momento di grande emozione lo scorrere la vita

dell’Elba e dei suoi abitanti cristallizzato all’agosto del 1938.

Mi resi subito conto come quelle immagini non potessero

restare chiuse in un cassetto ma dovessero essere in qualche

modo divulgate ad un pubblico più vasto, per mostrare

loro frammenti di vita sul territorio elbano ormai perduti.

All’interno le immagini prediligono le barche da pesca, i

pescatori intenti alle riparazioni delle reti, le complesse

operazioni di cura delle imbarcazioni tirate a secco per

effettuare manutenzione ed infine il calafataggio, ma

anche momenti di navigazione lungo la costa granitica del

versante Sud dell’Elba.

Alle immagini del mare seguono quelle relative ai trasporti

dei vini prodotti nelle campagne dai numerosi contadini.

Le poche imbarcazioni ancorate alla banchina di Campo,

( le dimensioni del molo erano ancora molto ridotte)

provenienti da Viareggio, La Spezia, Genova, avevano a

bordo due file di botticelle poste a ridosso dei parapetti

di dritta e di sinistra, entro le quali, per semplicità nelle

operazioni di carico, venivano pompati i vini bianchi o neri

provenienti dalle numerose cantine della fertile piana;

CULTURE AND ARTS 27


l’operazione era affidata agli asini sul cui “basto” venivano

caricate due “barile” contenenti il prezioso nettare. In

un'apposita “tinella” venivano svuotate le “barile” e

successivamente con il pompaggio a mano avveniva il

trasbordo nelle botticelle sistemate sulla coperta della

imbarcazione.

Le immagini fotografiche di Alvino ci mostrano nei dettagli

queste scene ormai irripetibili, come quelle dei ragazzini

intenti a risciacquare, con acqua di mare, le “barile”

utilizzate per il trasporto dei vini; era questo un metodo

rapido ed economico per disinfettare con l’acqua salata

i contenitori in legno ed allo stesso tempo un gioco per i

numerosi bambini che vivevano nelle case delle “Scalinate”.

Cosa dire poi delle bellissime immagini del trasporto e

caricamento dei graniti lavorati nelle numerose cave situate

nelle vicinanze dei due paesi alti di San Piero e Sant’Ilario.

I manufatti lavorati da provetti scalpellini, una volta pronti

per la spedizione, venivano caricati e trasferiti tramite

piccoli “camion” sull’ampio piazzale del porto di Marina di

Campo.

I “ritti” di granito, scaricati e accatastati in modo ordinato,

venivano successivamente condotti al bordo dei “navicelli”

pronti alla banchina per essere stivati in modo sicuro

prima del trasporto verso il continente; due robusti uomini

trasportavano con un apposito carrello i pesanti manufatti:

“ cigli”, “lastre”, “corduli” etc. Con l’utilizzo della gru di bordo,

iniziava il carico dei materiali nella stiva del bastimento;

una volta ultimato il carico, l’imbarcazione lasciava il

porto per le destinazioni di Ostia, Viareggio, Genova, etc.

Questo lavoro era estremamente pesante e di conseguenza

riservato ad uomini o giovanotti molto robusti, come ben si

può notare nelle belle immagini fotografiche.

Un fotografo esperto non poteva certo trascurare gli animali

più diffusi sul territorio isolano: gli asini. Molti sono infatti

gli scatti dedicati a questo indispensabile collaboratore

del contadino; non sarebbe stato possibile lavorare nei

numerosi appezzamenti disseminati nel piano ma anche

nelle colline del territorio elbano, senza la collaborazione

di questo animale robusto ma docile allo stesso tempo.

Il trasporto di ogni materiale comprese le damigiane per

l’acqua potabile, un rapido passaggio al mare per poter

disinfettare con un bagno nell’acqua salata le zampe

dell’animale, spesso infastidito e attaccato dalle mosche

e dai micidiali tafani. Un contadino con i suoi animali con

la “soma” di due barili per trasportare prodotti per le cure

dei verdi vigneti situati alle spalle della spiaggia di Campo,

il cui abitato si scorge in lontananza. Nei momenti di non

utilizzo, gli animali, magari in compagnia di un loro piccolo,

venivano lasciati all’ombra di una pianta di fico in attesa di

un successivo carico. Una capra solitaria che pascola nei

pressi della spiaggia di Cavoli.

Ma le scene che più ci rivelano la vita di tutti i giorni,

immagini del lavoro quotidiano, sono proprio quelle

catturate da Alvino sul “moletto” dove il cuoco del

vicino ristorante e “Albergo Principe Vittorio Emanuele”

nella “Piazza della Fontana”, sta pulendo il pesce per

un succulento “cacciucco”. Il cuoco Luigi Nelli, detto

“Babbalù", con la sua zuppiera colma di pesce fresco, attira

l’attenzione di due ragazzi, e gli scatti ci portano indietro

nel tempo, quando nel paese vi era un unico “Albergo” con

alcuni avventori ai tavoli del ristorante. Nei pressi delle

“Scalinate”, una anziana donna con la “pezzola” raccoglie

in una “baietta” l’acqua del mare necessaria per pulire i

pesci per una zuppa; poco lontano, davanti alla porta di un

“magazzino”, si riempiono le “giarrette” di coccio per salare

le acciughe, prezioso alimento per i periodi invernali.

28 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Anche nella vicina spiaggia c’è vita, con i bimbi che giocano con

la sabbia, un gruppetto di donne su una barca a remi si mette

in posa per uno scatto, mentre sullo sfondo la Torre del porto

sorveglia le imbarcazioni ormeggiate al porto.

Ci sono poi le gite in barca, magari anche nella vicina isola

di Capraia con “il Gabbiano”, la barca dei Tesei, immortalata

alla fonda in un mare forza olio ma anche i numerosi scatti

durante una gita con la “corriera”al “Poggio”, a Pomonte con

i bimbi scalzi, percorrendo le strade di collegamento tra i

vari paesi ancora col fondo selciato e polveroso; i “pagliai” di

Campo all’Aja, il maestoso e ormai storico pino a ridosso della

spiaggia di Lacona. Non mancano alcuni scatti nella cittadina

di Portoferraio con il piroscafo A. Sgarallino ormeggiato proprio

al molo antistante la Medicea “Porta a Mare”, un passaggio

alla Villa Napoleonica di San Martino con la simbolica Aquila

Imperiale in primo piano.

Nelle ultime pagine trovano posto alcune immagini di famiglia:

il Sor Demetrio Tesei sul Gabbiano con il fido amico Lisandro,

alcuni momenti di serenità della vita familiare sul “Tombolo”

della spiaggia di Campo.

Non potevo chiudere senza rendere omaggio alla giovanissima

Lucia Tesei, custode della preziosa raccolta fotografica di

G. Alvino, la quale ha voluto concederci il privilegio di poter

tornare, grazie alle splendide immagini, ad un’isola ormai

perduta; immagini che possono farci comprendere quanto

grande sia la nostra fortuna di “Elbani”, per essere nati e poter

vivere in questa splendida “Elba”.

Lo scorso anno l’Amministrazione del Comune di Campo

nell’Elba ha dato alle stampe un volume fotografico dal titolo

“ Campo Com’era”, dove sono raccolte moltissime immagini

in b/n grazie alle quali si possono rivivere momenti di vita,

personaggi e luoghi del territorio comunale molto suggestive.

Il coordinamento di questo lavoro, affidato alla collaboratrice

signora Sandra Togni, ha avviato una grande raccolta di vecchie

foto custodite nei cassetti di tanti concittadini i quali hanno

volentieri prestato le immagini per la successiva stampa.

In the photos the fishermen are busy repairing their nets,

then the complex work of caring for the boats pulled up to dry

to carry out maintenance and finally, the caulking, moments

of navigation for carrying the wine. Two rows of small barrels

placed close to the right and left parapets when the wine that

arrived on the backs of mules could be pumped into the “tinelli”

or casks.

Images of the transport and loading of the granite worked

in the numerous quarries near the two hillside towns of San

Piero and Sant’Ilario. The ‘upright’ blocks of granite, unloaded

and stacked in order, were then led to the side of the little boats

ready at the quay of Marina di Campo.

The most common animals on the island were donkeys.

Without them, it would have been impossible to work the many

plots of land either on the flat or on the hillsides of Elba. The

farmer photographed with his animals and the bundle of two

barrels to carry everything necessary for the care of the green

vineyards behind Campo beach with the village visible in the

distance.

On the pier, the cook of the nearby restaurant and “Principe

Vittorio Emanuele” Hotel in the “Piazza della Fontana” is

cleaning the fish for a succulent fish-soup. Near the stairs, an

old woman with a headscarf is collecting the sea water needed

to clean the fish for a soup; not far away, in front of the door of

a warehouse, the earthenware jars are being filled to salt the

anchovies, a precious food for the winter months.

The trip to Capraia with “Il Gabbiano”, the boat of the Tesei,

the coach trip to Poggio or the excursion to Lacona to admire

the huge pine tree have all been immortalized. Images also of

Portoferraio and the Napoleonic Villas.

Finally, a tribute to a very young Lucia Tesei and her family,

custodian of the precious photographic collection by G.

Alvino.

MARINA DI CAMPO AS IT WAS

In 1938 the Florentine photographer, G. Alvino, was a guest with

the Tesei family and in the book “Elba as it was”, he captured

images of the quiet life of the local inhabitants, as they went

about their daily lives. With the Tesei family, he was also able to

go by sea to the other marinas of the island, Lacona, Longone

and so on. The spacious boat of the Tesei, the “Seagull”, showed

the photographer a different island, that seen from the sea with

unique and rarely seen views.

The photographic volume, “Elba as it was”, comes from

the collection of those 130 photos, pictures that speak for

themselves, taking us back to an era of which no trace remains.

On the cover, the well was an essential element for the kitchen,

personal cleanliness, for the needs for pets: at that time, the

country houses did not have a water pipeline. In summer, the

well used to keep the watermelon or the milk fresh.

CULTURE AND ARTS 29


Emma Dessau Goitein,

il colore dell'ombra

-

Patrizia Pellegrini

Emma è dotata di una personalità complessa, travagliata,

segnata in modo lacerante da avvenimenti privati e pubblici:

la morte prematura del terzo figlio nel 1914 e nel 1917 la

sospensione dagli incarichi accademici del marito.

La famiglia è costretta a lasciare Perugia per Firenze, dove

vivrà per tre anni anche in ristrettezze economiche. Per

questo, in quegli anni, Emma intensifica la sua produzione

artistica, ma continerà a lavorare alacremente anche in

seguito, quando, reintegrato il marito nel suo ruolo universitario,

parteciperà ad importanti mostre collettive, una

di queste a Livorno presso la Bottega d'Arte della famiglia

Belforte. Adesso ha una solida reputazione sia in Italia che

all'estero come pittrice, come xilografa e per la realizzazione

su commissione di originali ex libris: uno fra tutti quello

dedicato al marito pioniere della telegrafia senza fili e collaboratore

di Marconi e di Einstein.

Ed è proprio dalla metà degli anni '20 che Emma insieme

ai figli, passerà le sue estati all'Isola d'Elba, dove realizzerà

splendidi disegni a punta secca e diverse tele ad olio tra cui

una particolare veduta della curva detta "Malpasso" di Marciana

Marina. Probabilmente in quegli anni inizia anche la

collaborazione con Sandro Foresi per il quale realizzerà acque

forti e xilografie, per le sue edizioni a stampa dedicate

all'Isola d'Elba.

L'Elba ha sempre avuto, per fortuna, visitatori appassionati

ed attenti, che hanno subito il fascino di questa isola radiosa

e magnetica; per questo ancora oggi possiamo ammirarla

nelle opere di artisti che hanno attinto a piene mani alla

sorgente della sua bellezza, abbagliati dalla luce dei suoi

paesaggi. Tra questi c'è Emma Dessau Goitein (1877-1968).

È stata un’artista di levatura europea con una poetica ben

riconoscibile e una produzione interrotta bruscamente nel

1945. Una storia interessante la sua.

Ebrea, tedesca di nascita, con doppia nazionalità italiana,

cosmopolita, riottosa alle imposizioni, ferma sostenitrice

dell’emancipazione femminile, Emma adora il disegno, ma

vuole anche una solida preparazione professionale che le

permetta di provvedere a se stessa: entra così come

studentessa nella scuola d'arte prima a Karlsruhe e poi

all'Accademia a Londra. Nel 1901 sposa Bernard Dessau

docente di fisica a Bologna e qui frequenta, ancora una volta

unica donna ammessa, la scuola di nudo dell’Accademia bolognese.

Nel 1905 è a Monaco, dove ha modo di approfondire

la xilografica e nel 1911, collabora con la rivista "L’Eroica",

fondata a La Spezia da Ettore Cozzani.

Purtroppo questa collaborazione si interrompe nel 1938.

Infatti, a causa del Decreto fascista «Provvedimenti per la

difesa della razza italiana», la famiglia Dessau è costretta

ad autodenunciarsi come ebrea ed i due coniugi vivranno

separati e in clandestinità fino alla Liberazione. Da allora

Emma, si ritirerà dalla scena artistica, congedandosi anche

dalla sua vocazione, scivolando inesorabilmente nella depressione.

Rimangono, come si è detto i suoi splendidi lavori, realizzati

anche durante i soggiorni elbani. Ma chi aveva suggerito ad

Emma questa destinazione? Lo rivela E. Specos nel suo articolo

"La pittrice Emma Goitein e l'Elba".

Fu proprio il figlio Gabor, innamorato della mineralogia

a suggerire alla madre di trasferirsi all'Elba in estate: "da

Marciana Marina con un sacco di alpinista sulle spalle, col

suo picconcino, marciava sicuro, riconoscendo le rocce studiate

sui libri... mentre la madre ... con i suoi impicci di pittrice

incantata dal paesaggio così diverso da quello solito cercava i

motivi i da ritrarre che poi sono andati ad arricchire il mondo

in numerose tempere e schizzi a olio e a matita"

Negli schizzi "Golfi dell'Elba" "Eucalipto", "La Torre Medicea",

30 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


"Sant'Ilario" ritroviamo un'Isola ancora

segreta, pura, primitiva e selvaggia,

dove traspare, nello sguardo dell'autrice,

il bisogno urgente di quiete e insieme

un velo di malinconica fissità.

EMMA DESSAU GOITEIN,

THE COLOUR OF THE SHADOW

Many characters have passed through

Elba, keeping the memory of it for

their entire lives. This is the case of

Emma Dessau Goitien, a European

artist, Jewish, German by birth with

dual Italian nationality: she is cosmopolitan,

rebellious against impositions

and a firm supporter of female emancipation.

She attended art school, first

in Karlsruhe and then at the London

Academy.

In 1901, she married Bernard Dessau,

physics professor in Bologna and here,

once again, she was the only woman

to be admitted to attend the nude

school of Bologna Academy. In 1905,

she had the opportunity to improve

her knowledge of woodcuts in Munich

and in 1911, she collaborated with

the magazine “Eroica” in Italy. Emma

had a complex, troubled personality,

traumatically marked by private and

public events: the premature death

of her third child in 1914 and then her

husband’s suspension from academic

duties in 1917 as he was Italo-German.

In the mid 1920s, was the time when

Emma and her children spent their

summers on the island of Elba, where

she created some splendid dry-point

drawings and several oil paintings

including a particular view of the bend

called “Malpasso” in Marciana Marina.

It was probably in those years that

she began the collaboration with

Sandro Foresi: she created etchings

and woodcuts for his printed editions

dedicated to the island of Elba. Sadly

this relationship ended in 1938. In fact,

due to the fascist decree on race, the

Dessau family had to report themselves

as Jewish and live in hiding. Since

then, Emma retired from the art scene

even leaving her vocation, slipping

inevitably into depression.

UN CUORE DI PIETRA

PER GABOR DESSAU

Per il figlio di Emma Dessau Goitein, Gabor Dessau (1914-1983) l'Elba

sarà un luogo dell'anima, infatti la sua passione per la mineralogia nasce

proprio dall'incontro con il "cuore di pietra" dell'Isola.

Nel 1929 si laurea in ingegneria mineraria a Roma e nel 1937 è Ingegnere

Capo dell'Ispettorato Minerario per l'Africa Orientale Italiana. Còlto come

tutta la sua famiglia dagli eventi bellici, fugge in Eritrea. Catturato dagli

inglesi nel 1941, viene inviato nei campi di prigionia prima in Egitto e poi in

India, dove si salva grazie all’incontro con il Maharaja di Jaipur, diventando

Capo del Dipartimento Minerario di Stato, fino all'Indipendenza. Tornerà

in Italia nel 1948, nonostante l'insistenza del Maharaja a fermarsi in India.

La sua è la storia di un lungo viaggio dapprima imposto dalle vicende

storiche, poi interiorizzato, "scelto", tanto che lui stesso si definirà " l'ebreo

errante". Soffrirà, come la madre Emma, il senso di negazione della sua

identità, sentendosi giudicato a volte non abbastanza italiano, altre,

troppo poco ebreo.

Lo troviamo ancora negli anni ‘50 in giro per l'Europa, per il Servizio

Geologico dell'UNESCO. La sua passione per i minerali, rivelatasi all'Isola

d'Elba, non finirà mai. L'ex libris disegnato per lui dalla madre lo ritrae

a scavare in miniera come un semplice minatore. E infatti in Toscana,

in particolare sulle Apuane, continua a scavare. Un suo allievo, il Prof.

Orlandi , identifica in quelle zone un nuovo minerale, che chiamerà

"dessauite" in onore al suo maestro, una specie mineralogica non ancora

rinvenuta in altre località nel mondo. L'ingegner Gabor Dessau terminerà

la sua carriera all'Università di Pisa come professore di giacimenti

minerari, ancora con l'Elba negli occhi e nel cuore.

A HEART OF STONE FOR GABOR DESSAU

Emma’s son Gabor Dessau (1907-1983) had a passion for mineralogy thanks

to his encounter as a boy with the “heart of stone” of the island. In 1929, he

graduated in mining engineering in Rome and in 1937 he became Chief

Engineer of the Mining Inspectorate for Italian East Africa. Overcome like

all his family by the events of the war, he fled to Eritrea. He was captured by

the British in 1941 and sent to prison camps, first in Egypt and then in India

where he was saved thanks to an encounter with the Maharaja of Jaipur,

becoming Head of the State Mining Department until Independence. He

returned to Italy in 1948. In the fifties, he was working in Europe for the

UNESCO Geological service. His passion for minerals is never-ending. The

ex-libris designed for him by his mother, portrays him digging in the mine

like a simple miner. In the Apuan Alps in Tuscany where he had continued

his research, when he was professor at Pisa University, one of his students,

Professor Orlandi, identified ”dessauite” and named it in his honour, a

mineral species not yet discovered in other parts of the world.

CULTURE AND ARTS 31


-Mariella Gisella Catuogno

L’amore impossibile di Lucia

La storia della ballerina e del principe

alimenta da un secolo l’immaginario

collettivo del Riese, da quando, in una

notte d’ottobre del 1927, un tappeto

rosso fu srotolato dalla spiaggia

di Nisporto verso un’abitazione

poco lontana. Quella di Lucia Galli,

figlia di Celestina Ghelardi, di Rio,

e di Federico, bolognese, rinomata

ballerina di danza classica, allieva della

Scala, osannata nei teatri nazionali e

internazionali. L’atteso personaggio

era Emanuele Filiberto di Savoia, il

duca invitto, cugino del re ed eroe della

Grande Guerra.

Un legame che durò nel tempo,

malgrado la lontananza e la scarsa

frequentazione, nonostante il

matrimonio di lui con una nobile

fanciulla e il matrimonio di lei con

un ufficiale della Marina, forse voluto

dallo stesso duca per proteggere la

sua Lucia che, sbarcata all’Elba, alla

vigilia della Grande Guerra, appese al

chiodo le scarpette e si trasformò in

un’imprenditrice di successo.

Le biografie dei personaggi sono

ripercorse nel volume “La ballerina

e il principe. Storia di un amore

proibito”, pubblicato dalla casa editrice

capoliverese “Persephone” che,

come si legge nella prefazione "rende

omaggio a una donna speciale, che, con

pudore e discrezione, ha mantenuto

riservata una vicenda che travalica i

confini strettamente personali e che, al

contempo, ci interroga sui pregiudizi

culturali e sociali, che interferiscono

dolorosamente tanto sulle esistenze

‘normali’ che su quelle privilegiate”.

Con Marta Giordani, che la conobbe

quando era una bambina, ho

ricostruito la storia di Lucia a Nisporto,

dove aveva attivato una vecchia

fornace che produceva la migliore

calce dell’Elba, oltre che dirigere

un’azienda agricola modello. Eppure

questa giovane donna veniva da ben

altri ambienti: trasferitasi a Milano con

la famiglia da bambina, aveva potuto

coltivare il suo sogno di frequentare

la scuola di ballo della Scala per

divenirne infine una ètoile. Le tournée

nei principali teatri italiani ed europei

32 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Foto ©AdrianoLocci

– Inghilterra, Germania Russia,

Turchia – ed americani avevano

punteggiato la sua giovinezza, faticosa

ed esaltante, non risparmiandole

tuttavia esperienze dolorose e

purtroppo comuni a tante sue

colleghe, che l’avevano precocemente

maturata e resa diffidente nei

confronti dell’universo maschile.

Fino all’incontro con Emanuele

Filiberto, che sarà fatale per entrambi,

intrecciando i loro destini nella

clandestinità dei convegni d’amore

e nella quotidiana “compagnia” delle

reciproche assenze.

Nel 1918, appena finita la Grande

Guerra, quando lui si trova a

Gossolengo a smaltire il gran numero

di prigionieri lì confluiti, a pochi giorni

dal Natale, scrive a Lucia la cartolina

postale che riproduciamo da cui rifulge

tutto il suo amore intatto e tormentato:

“È tanto tempo che non ho più nulla da

te! E attendo, attendo invano! Scrivimi

subito, gioia mia, dimmi tante tante

care cose: ne ho tanto bisogno! Se tu

sapessi come desidero rivederti, e stare

con te, con te sola qualche giorno! Verrà

questa gioia infinita?”

La storia continua e quasi dieci anni

dopo, nel ’27, il principe approda

a Nisporto. Non sono più ragazzi:

lui morirà quattro anni dopo, a

cinquantadue anni, lei vivrà molto di

più, oltre gli ottanta, in quell’isola dove

l’aria profuma di elicriso, di lavanda,

di rosmarino, ma il lavoro è più che

altrove fatica nera, che strappa il ferro

alle viscere della terra e dove la gente è

autentica, seppure scontrosa.

Lucia con i risparmi aveva comprato

una grande casa malandata, rimessa

a nuovo, con tappezzerie raffinate

che rammentavano i fasti passati,

degna cornice per le care amiche che

la venivano a trovare: Clara, Pierina,

Maria…. Aveva trasformato terreni

abbandonati in coltivi produttivi,

impiantato vigne, frutteti ed orti; dato

lavoro ai concittadini. In breve tempo

era diventata “la signora Lucia”, da

tutti amata e rispettata. Si sospettava

che avesse un amore importante e

impossibile ‘in continente’, dato che

ogni tanto partiva, vestita come una

regina e quando tornava aveva una

nuova luce nello sguardo, ma non si

facevano pettegolezzi. Era giusto così:

mica può stare sempre sola una così

bella donna! Il temperamento fermo

e cortese incarnato nella sua figura

minuta e armoniosa incantava tutti.

Anche nei tempi grami che si

affacceranno, anche quando, in punta

di piedi, come faceva sul palcoscenico,

lascerà per sempre la sua baia, lei

resterà per la gente di Nisporto, di

Rio e dell’Elba intera “la ballerina”,

alimenterà i sogni di tante ragazze,

aleggerà per sempre con il suo spirito

danzante tra le mura tappezzate di

carta di Marsiglia della vecchia casa di

fronte al mare.

LUCIA’S IMPOSSIBLE LOVE AFFAIR

Lucia Galli was a ballet dancer at

La Scala and an entrepreneur from

Nisporto (1871-1955). After hanging up

her ballet shoes, she returned to her

mother’s native island of Elba, becoming

a well-known and well-respected

member of the community of Rio.

She was a famous classical ballet dancer,

celebrated in national and international

theatres. She was Emanuele

Filiberto of Savoy’s lover, the invincible

Duke, the King’s cousin and hero of the

Great War.

Even if the Royal Family opposed them,

theirs was true love, lasting the test of

time in spite of the distance, in spite

of his marriage to a noble maiden and

hers to a Naval officer.

You can still see the lime kiln on Nisporto

beach and not far from it, the

dilapidated house she bought and had

refurbished, recalling the glories of the

past.

She had transformed abandoned land

into cultivated fields with crops, planted

vineyards, orchards and vegetable

gardens: she gave work to her fellow

citizens. In a short time, she had become

“Lady Lucia”, loved and respected by

everyone.

There was an inkling that she had an

important, impossible love affair on

the mainland because every now and

again, she would leave, dressed like a

queen and when she came back, she

had a new light in her eyes, but no one

gossiped. Like that time in a warm

October of 1927 when a red carpet was

rolled out from the beach to Lucia’s

house and the Prince went ashore from

the vessel anchored there. They were

no longer youngsters: he died four

years later, at fifty-two, she lived much

longer, to over eighty. However, the

story of the Prince and the Ballet Dancer

will nurture the dreams of many

young girls from Rio and her dancing

spirit will hover forever within the walls

covered in paper of Marseille in the old

house facing the sea.

Dall'alto:

Lucia Galli ed Emanuele Filiberto di Savoia

CULTURE AND ARTS 33


Sant’Andrea fra “Coti”

e trasparenze

Silvestre Ferruzzi

Lanciato nel mare come una freccia di smeraldo scoccata dalla mano del vento,

Capo Sant’Andrea costituisce il primo rilevante promontorio nordoccidentale

dell’Elba; il suo nome compare già nel Medioevo e, secondo lo storico Muzio

Murzi, potrebbe derivare dall’invocazione all’apostolo Andrea, protettore dei

naviganti, che gli antichi marinai facevano prima di affrontare il mare aperto

verso la Corsica. In ogni caso, nella località si trova la Cappella di Sant’Andrea

del 1726 e la Cappella di San Gaetano del 1741; non è da escludere che la cappella

dedicata all’apostolo Andrea sia stata edificata sulle tracce di una precedente

struttura medievale. Punto dall’estrema importanza strategica, forte nella sua

compatta natura granodioritica sublimata nel paesaggio lunare delle Cote Piane,

il promontorio di Sant’Andrea ha rappresentato parte attiva nella storia dell’isola

con i suoi scontri navali a partire dal XII secolo. Sulla punta esiste il basso edificio

della Guardia di Sant’Andrea o Forte di Sant’Andrea, che insiste probabilmente

su una cinquecentesca postazione di vedetta contro gli assalti turchi, poi riuti-

34 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023

lizzata come stazione di vedetta della

Regia Marina. In mare, nei pressi delle

cui rive abbondavano gli «schiùmoli»

di ferro, giacciono due relitti navali

di età romana, che con le loro anfore

trovarono pace sulle sabbie di questi

fondali; uno di essi, scoperto nel 1958

a ridosso delle Cote Piane, trasportava

anfore vinarie nei cui opercoli di calce

erano impressi «C VIBIVS M» e «M FVR

VIN». E su tutto aleggia un incantevole

scenario che si svolge tra la Punta della

Zanca con la sua antica vedetta della

Guardia della Zanca (presso cui sorse


Foto ©AdrianoLocci

una postazione della seconda guerra

mondiale), la subacquea Secca del

Careno assieme agli scogli della Tartana,

alla micidiale Testa di Cane e alle

affioranti Formiche della Zanca o Isole

di Capo Bianco. E ancora, procedendo

verso oriente, la costa svela la formazione

rocciosa antropomorfa del Papa

– in parte abbattuta da una mareggiata

nel 1980 – e la Grotta del Papa, la Grotta

dell’Acqua Dentro, i dirupi del Serrone,

del Monte di Saurino, dei Sassi Barati

(«scogli crollati») con la grotta che

offrì rifugio durante la seconda guerra

mondiale, di Cadicarletto («cala di Carletto»),

del Pozzo delle Murene, della

grotticella marina detta Chiesa degli

Ebrei, del fondale dei Bianchi e Neri

(per via del contrasto tra le scure foglie

di «Posidonia oceanica» e la sabbia). E

poi gli Schiùmoli, la Fiumarella, il Fico

di Toninello, la Fornace per la calce, i

Pradi con la fonte, i Tramarìggini («tamerici»),

il basso scoglio del Cacatizzo,

il Porto, il Calello, la Cala di Coniglietto,

le Spianate e, più in alto, la Cote dei

Ventrazzi (formazione rocciosa ubicata

lungo il Fosso di Sant’Andrea su cui venivano

lavate le interiora degli animali

macellati), i Salvatici (castagni non

innestati), i Canali, il Renaio e le Campelle.

Nel breve entroterra sono presenti

altre località come Ficaccio, Orto

di Prete Michele, Sambucaccia, San

La spiaggia del Cotoncello.

Sughero, Pastorecce (in Corsica le «pasturìcciule»

sono quartieri pastorali

primaverili), Baroni (da «barare», «crollare»

in riferimento ai pendii), Campo

al Castagno, Macèndole (la «macèndola»,

dal latino «machinula», era un cavalletto

di legno per tagliare la canapa

essiccata dopo l’immersione in vasche

dette «maceratoie»), con il Ponte della

Scalinata e il Ponte dei Righi, entrambi

del 1928. Quest’ultimo prende il nome

dalla famiglia Righi, una delle tante

che dall’Appennino modenese giunsero

all’Elba in cerca di lavoro; questi

«lombardi», come erroneamente venivano

chiamati dagli isolani, in inverno

lasciavano i loro paesi montani, ricoperti

da una spessa coltre di neve, per

spingersi anche molto lontano dalla

loro terra, lavorando come carbonai

e boscaioli. I «lombardi», poi, introdussero

dei nuovi strumenti boschivi

nel contesto elbano, come la roncola

in sostituzione dell’isolana «ristaia»

(dal latino «falx rustaria»), simile ma

assai più rudimentale. Furono proprio

alcuni di questi operai che abitarono, a

Sant’Andrea, nel cosiddetto Magazzino

dei Lombardi, e che vi lasciarono scritte

e date realizzate sulle pareti interne

con dei pezzetti di carbone; un modo

per raccontare la nostalgia per il paese,

per gli amici e la famiglia lontana. Ma

il territorio santandrese riserva altri

Foto ©AdrianoLocci

luoghi, altri microcosmi preziosi; nel

vicino e caratteristico abitato della

Zanca si trova la Cappella di Santa

Maria Assunta, nota localmente come

Sant’Assunta, mentre nella boscosa

Valle della Noce esiste la minuscola

Cappella della Madonna del Rosario;

un’ulteriore cappella sorgeva forse tra

la Zanca e Patresi, laddove è attestato

quel toponimo San Carlo che compare

in una vecchia mappa catastale. Ad

oriente di Sant’Andrea la costa prosegue

con il roccioso promontorio del

Cotoncello – toponimo attestato dal

Cinquecento e derivante da «cote» – e

le sue meravigliose trasparenze di

mare, con l’attigua località Chiesa,

dall’etimologia controversa. E ancora

l’Acqua della Madonna (una spiaggetta

con torrentello che nasce dall’area del

santuario della Madonna del Monte),

la vasta Cala di Selvana, Calafuria con

la soprastante miniera di calcopirite

detta Cava dell’Oro, la Punta Cantonale,

la Fontina, lo Scoglio del Leccioncino,

i precipizi della Magona (ossia «frana

di terra»), il Capannello delle Liti e la

Punta di Tonno con le Tonnaie, località

che venivano probabilmente utilizzate

come luoghi di avvistamento dei tonni.

Oltre ancora, la Punta della Gioma,

dall’oscura derivazione e dalla rossastra

colorazione delle sue dure argille,

e l’insenatura della Cala con le sue vecchie

case («edificati» in un documento

del 1820) presso un poetico canneto in

riva al mare. Alta su questa lussureggiante

e splendida costiera verde e azzurra,

si trova la località del Maciarello,

originariamente Macerello (toponimo

che deriva dal termine latino «maceria»,

«frana rocciosa»), collegabile

all’elbano «macéo»; vi sorge la Cappella

di San Mauro, del 1754, ma rimaneggiata.

Altre località vicine sono i Molinelli,

i Màgheri («terreni magri»), Teramo

(dall’oscura derivazione), le case

dell’Aia e della Conca. Quest’ultima

località prende il nome da una vasta

concavità orografica volta a settentrione;

vi si trova la Cappella di Sant’Anna,

del 1730, voluta dalla famiglia Sardi.

Più a monte sorge il piccolo centro

abitato, già attestato durante la prima

CULTURE AND ARTS 35


metà dell’Ottocento, delle Casine; il toponimo è tuttavia relativamente

recente, essendo documentato a partire dal XX

secolo. Nell’area, un caprile realizzato dal pastore Edoardo

Ricci (nato nel 1898) e la località Fornaci, con tracce di strutture

per la realizzazione della calce. Non distante esiste un

imponente precipizio roccioso chiamato Pentone (dal latino

«repentem», «scosceso») che si affaccia sul precipite Fosso

dei Pizzenni – toponimo, secondo alcuni, di origine etrusca

– assieme ad un ponte ottocentesco con arcata in laterizi,

erroneamente detto Ponte Romano; nei pressi la Petturina,

una pettata tra due fossi che ricorda l’indumento femminile

di forma triangolare. Non lontano, ecco le case di Randoccio;

il toponimo, dalla dubbia interpretazione, fa riferimento ad

un minuscolo centro abitato già presente nel primo Ottocento.

Sopra, alle pendici del Poggio ai Persi (ossia gli alberi

di pesco), si trova la Cote a Mezzigiorno, formazione rocciosa

il cui nome deriva dalla funzione di meridiana naturale;

a mezzogiorno la «cote» è infatti completamente illuminata

dai raggi solari. E sullo sfondo il mare con le sue correnti e le

bianche nuvole immobili, lontane, quando le fronde dei lecci

si specchiano sulla tavola d’acqua: "Da peste, fame e bello

salvate il Maciarello; da fulmini e tempestate salvate le Pestate",

invocavano le rusticane litanie di Leto Mariotti,

curato di Marciana.

SANT’ANDREA BETWEEN ROCKS

AND TRANSPARENCY

Projected into the sea like an emerald arrow shot by the

hand of the wind, Cape Sant’Andrea is the first northwestern

promontory of Elba; its name has already appeared in

the Middle Ages, as a compulsory stage for those who had

to go to Corsica. The scenery is characterized by its granodioritic

nature exalted in the lunar landscape of the Cote

Piane. Sant’Andrea appears in the history of the island with

its naval battles starting from the 12th Century, but it was

certainly frequented before that. In the sea here, there are

two naval wrecks from Roman times and along the shores

are many “Schiùmoli”, sites with waste from the iron workings.

The place names of the nearby localities tell the characteristics

of the places or the people who lived there. In

winter the “Lombards” came, families who left the Modena

Apennines in search of jobs, working as charcoal burners,

lumberjacks or in the vineyards. There are many chapels

that bear witness to the faith of the inhabitants, even in the

nearby areas, from Zanca to the Valle del Noce, to Patresi,

to Maciarello. The cove of La Cala is full of charm; reachable

only be sea or by an ancient mule track among the dry stone

walls with its old houses called “built” in a document from

1820, near a poetic reed bed by the sea. Going towards what

used to be the Marina of Marciana, you come across the

houses of the Aia and the Conca. The latter takes its name

from a vast orographic concavity facing north; here lies

the Chapel of Sant’Anna, from 1730, commissioned by the

Sardi family. A rugged coast, full of coves and inlets, of rocky

sediments, the coti, which often took their name from their

shape, it is one of the least frequented areas of Elba where

you can still breathe the island of the past.

Foto ©AdrianoLocci

36 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Un mare di musica…

all’Elba e oltre

Elba Festival Orchestra

Foto ©DanieleAnichini

Anche quest’anno la musica classica,

ma non solo, si diffonde per tutta l’Isola

d’Elba, con anche una “gita fuori

porta” che porterà, per la prima volta,

pubblico e musicisti all’Isola di Capraia:

è la 27ª edizione di “Elba Isola Musicale

d’Europa”, che si svolgerà dal 27 agosto

al 10 settembre a Portoferraio, Capoliveri,

Rio, Marciana, Marciana Marina e,

appunto, a Capraia. Il tutto, sempre e

immancabilmente, nel solco del connubio

tra musica e natura, tra arte e

storia, e del dialogo tra repertori, stili e

suoni diversi.

George Edelman, Direttore Artistico di

“Elba Isola Musicale d’Europa” racconta:

«Lo scorso anno abbiamo creato l’Elba

Festival Orchestra, un nuovo progetto

che si è rivelato una vera e propria sfida

che riteniamo di aver vinto. Assistere

all’emozione e alla soddisfazione di tanti

giovani musicisti nel confrontarsi con

solisti di fama mondiale è stato entusiasmante.

I risultati sono stati apprezzati

da tutti, dal pubblico come dalla stampa

e dagli stessi musicisti. L’esperienza

si ripeterà quindi anche quest’anno:

nell’arco di una settimana si svolgeranno

sia le prove che i concerti».

Tre i concerti - in programma il 4, 5 e

7 settembre nella Chiesa del Santissimo

Sacramento di Portoferraio – che

avranno come protagonista l’Elba Festival

Orchestra insieme a diversi solisti,

tra i quali il violoncellista Mario

Brunello. Durante l’ultimo concerto

verrà eseguita in prima assoluta una

composizione del colombiano Arturo

Cuéllar, ormai amico affezionato di

“Elba Isola Musicale d’Europa”; composizione,

scritta per chitarra e orchestra,

che avrà come solista il chitarrista brasiliano

Plinio Fernandes.

Ma riannodando le fila del ricco calendario,

ospite d’eccezione dell’appuntamento

inaugurale di domenica 27

agosto, al Centro Culturale De Laugier

di Portoferraio - quest’anno sede di larga

parte dei concerti del Festival - sarà

il violinista lettone Gidon Kremer che,

nella ricorrenza dei 150 anni dalla nascita

di Sergej Rachmaninov, eseguirà

il Trio Elegiaco n. 2 op. 9 per violino, violoncello

e pianoforte del grande compositore

russo, insieme alla violoncellista

Giedrė Dirvanauskaitė e al pianista

Georgijs Osokins. La stessa location

farà da cornice la sera dopo al recital

di Mônica Salmaso, considerata la più

bella voce femminile di oggi della musica

brasiliana.

Per martedì 29 agosto è quindi prevista

la trasferta all’Isola di Capraia, grazie

alla nuova collaborazione con il “Capraia

Musica Festival”: nella Chiesa di

Sant’Antonio risuoneranno le note immortali

di Schubert e Mozart. Nei giorni

CULTURE AND ARTS 37


successivi, la Direttrice Artistica dello stesso festival di Capraia,

Maria Grazia Amoruso, si produrrà accanto all’Elba Festival

Orchestra suonando un curiosissimo organo in legno,

completamente meccanico.

Mercoledì 30 agosto si andrà alla Villa Romana delle Grotte

di Portoferraio, in occasione del concerto del Signum Saxophone

Quartet, mentre venerdì 1 settembre ci si trasferirà

a Capoliveri, al Teatro Flamingo, per ascoltare il duo violoncello

- chitarra formato da due giovani musicisti di talento,

Erica Piccotti e Gian Marco Ciampa, su musiche dai sapori

latini. Come sempre, il Festival elbano darà spazio anche al

jazz, con il quartetto di uno dei jazzisti italiani più amati, Fabrizio

Bosso: sabato 9 settembre, a Marciana Marina, il brillante

trombettista torinese presenterà il suo omaggio a una

delle icone della black music, Stevie Wonder.

Come lo scorso anno, anche la 27ª edizione di “Elba Isola Musicale

d’Europa” si concluderà all’insegna dell’incontro tra

musica e cinema: l’ensemble Octuor de France darà nuova

veste musicale a famosi cortometraggi di Charlie Chaplin.

Programma completo su: www.elba-music.it

A SEA OF MUSIC… ON ELBA AND BEYOND

Once again this year, classical music, but not only, spreads

all over the Island of Elba with a “trip out of town” for the first

time taking audience and musicians to the Island of Capraia:

it is the 27th edition of “Elba Isola Musicale d’Europa”, which

will take place from 27th August to 10th September in Portoferraio,

Capoliveri, Rio, Marciana, Marciana Marin and, of

course, Capraia. All this, unfailingly, in the wake of the union

between music and nature, art and history and the dialogue

between different repertoires, styles and sounds.

George Edelman, the Artistic Director of “Elba Isola Musicale

d’Europa” says: “Last year we created the Elba Festival Orchestra,

a new project that proved to be a real challenge that we

believe we won. To witness the excitement and satisfaction

of many young musicians in dealing with world-famous soloists

was inspiring. The results were appreciated by everyone,

the public, the press and the musicians themselves. The

experience therefore will be repeated this year: in the space

of a week both rehearsals and concerts will be held”.

On September 4, 5 and 7, three concerts are scheduled in

the Church of the Santissimo Sacramento in Portoferraio

and they will feature the Elba Festival Orchestra along with

several soloists including the cellist Mario Brunello. During

the last concert, a composition will be premiered by Colombian

Arturo Cuéllar, now a good friend of “Elba Isola Musicale

d’Europa”, a composition written for guitar and orchestra,

performed by the Brazilian solo guitarist Plinio Fernandes.

This year, most of the concerts of the festival will be performed

in the Cultural Centre de Laugier in Portoferraio. Special

guest of the inaugural event on Sunday 27th August will be

the Latvian violinist Gidon Kremer who, on the 150th anniversary

of the birth of Sergey Rachmaninov, will perform the

Trio Elegiaco n.2 op.9 for violin, cello and piano by the great

Russian composer together with cellist Giedré Dirvanauskaité

and pianist Georgijs Osokins. The next evening, the

same location will host the recital of Monica Salmaso, considered

the best female voice of Brazilian music today.

The trip to the island of Capraia is scheduled for Tuesday 29th

August thanks to the new collaboration with the “Capraia

Music Festival”: the immortal notes of Schubert and Mozart

will resound in the Church of Sant’Antonio. In the following

days, the Artistic Director of the same Capraia Festival, Maria

Grazia Amoruso, will perform alongside the Elba Festival

Orchestra, playing a very curious, completely mechanical

wooden organ.

38 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Wednesday, 30th August will see the turn of the Villa Romana

delle Grotte of Portoferraio, for the concert of the Signum

Saxophone Quartet. On Friday 1st September, it is the turn

of Capoliveri at the Flamingo Theatre, to listen to the duet

for cello and guitar, by two young talented musicians, Erica

Piccotti and Gian Marco Ciampa, music with a latin flavour.

As always, the Elba Festival will give space to jazz, with the

quartet of one of the most popular Italian jazz musicians, Fabrizio

Bosso: in Marciana Marina on Saturday, 9th September,

the brilliant trumpeter from Turin will present his tribute

to one of the icons of black music, Stevie Wonder.

Like last year, the 27th edition of “Elba Isola Musicale d’Europa”

will conclude with an encounter uniting music and cinema:

the ensemble Octuor di France will give a new musical

interpretation to famous short films of Charlie Chaplin.

The complete programme is on: www.elba-music.it

Dall'Archivio Elba Isola Musicale d'Europa:

Villa San Martino - foto ©AndreaMessana

Liana Gourdija con Elba Festival Orchestra 2022

foto ©DanieleAnichini

Gidon Kremer - foto ©AndreaMessana

Michael Guttman - Jing Zhao - Akane Sakai 2022

foto ©DanieleAnichini

Mario Brunello - Rio 2022

foto ©DonatelloGuerra

CULTURE AND ARTS 39


Ricordando

Ariodante Marianni,

un poeta amico dell'Elba

-Manrico Murzi

Citare tutti i letterati che hanno frequentato e amato l'isola

d'Elba, sarebbe sciorinare un lungo catalogo. Anche stando

ad anni recenti i nomi sono tanti: Dylan Thomas, Carlo

Laurenzi, Heinrich Böll, Mario Luzi, Piero Bianucci, Hervé

Guibert, Alberto Bevilacqua... fino agli odierni Joanna

Scott e Alessandro Orlandini, il quale di un suo romanzo

scrive, rivolto agli elbani, "il personaggio che state leggendo

potrebbe essere la descrizione di un vostro vicino di casa

o addirittura voi stessi". Meglio allora ricordarne uno per

tutti, il poeta Ariodante Marianni. Riportarlo alla mente è

come un tuffo nel mare del passato che raggiunge, in questo

2023, la profondità di ben settantuno nodi. Tanti sono gli

anni partendo dal lontano marzo 1952 quando lo incontrai

alla Sapienza di Roma davanti all'aula dove il cantore de Il

Porto Sepolto teneva lezione. Ero con l'autore de Il gabbiano

azzurro, figlio come me dell'Arcipelago Toscano, desideroso

di farmi conoscere Ungaretti. Dopo i saluti e un'allegra

chiacchierata, Ariodante, Raffaello ed io ci sedemmo da

scolari sui banchi dell'aula ad ascoltare la lezione del Maestro

del quale Ario, come lo chiamavamo, era il segretario. Da

quella rara occasione, la mia frequentazione con Ariodante,

che laureato in Economia di tutto parlava fuorché di bilanci,

fu assidua per le sue visite all'Elba partecipando anche a

convegni letterari: importante la sua relazione a Rio Marina

per un incontro sulla figura del poeta Luigi Berti. La sua

passione investiva, oltre alla letteratura, anche la pittura e le

arti visive in particolare. È stato il traduttore dei grandi poeti

di lingua inglese: W. Withman, Emily Dickinson, W. B. Yeats,

W. C. William... Sapendo che Ario amava tradurre poeti di

lingua inglese, gli raccontai di aver conosciuto e frequentato

Dylan Thomas, che il Berti aveva fatto conoscere in Italia. E

di come, vagabondando per le strade di Firenze o Marciana

Marina, avessi più volte ascoltato il gallese recitare i suoi

versi: solo di mattina, prima che la birra o il vino elbano

d'un tempo lo rendessero ubriaco e sgradevole. Più tardi

Ariodante ha tradotto la poesia di Dylan Thomas.

Ritratto di Ariodante Marianni,

di Armando Buratti, olio su tavola, 1990

Le immagini sono state gentilmente concesse

da Eleonora Bellini

http://ariodantemarianni.blogspot.com/

40 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Dovrei essere come il pescatore/che attende paziente sulla

riva/tenacemente legato al suo filo?/O devo inseguirla la

preda giù/nel suo elemento, con la fiocina pronta/e al poco

lume verdecupo, come lei/mostrerà il fianco saettarla? Era

nato a Napoli nel 1922, ma il mare che amava era quello

della nostra isola: In riva al mare, contemplo le onde,/verde

selciato di vetro, schiuma d'oro.../il rosso carro/scivola calmo

all'orizzonte, gronda/d'alghe salate. Fitte orme di crostacei/

sopra l'umida sabbia m'ostino a decifrare/come un paziente

paleografo. Evoco/popoli scomparsi, antichi riti marini./

Un gabbiano si tuffa su un mollusco;/lo sbadiglio del mare

fa cessare/l'importuno chiacchierar della mente. E ancora:

Affiora la balena della notte,/inghiotte l'isola, beve l'orizzonte./

Il mare è nero, una vescica di seppia... Seduto su uno scoglio

come un'ostrica/... un aborto di perla.../ Aspetterò che passi

l'Uccello-Parola... In riva al mare che sempre sbadiglia,/

raccolgo minuscole conchiglie:/saluto la salute, chiamo amore

l'amore.

author, Brignetti, for a lesson by the great poet Ungaretti.

From then, a solid friendship was formed. Ariodante

was the translator of the great English language poets:

W. Whitman, Emily Dickinson, W.B.Yeats, W.C.Williams…

Knowing that Ario loved translating from English, I told him

that I had known and frequented Dylan Thomas and how,

wandering the streets of Florence or Marciana Marina, I had

repeatedly heard the Welshman reciting his verses: only in

the morning before the beer or the Elba wine of that time

made him drunk and unpleasant. With his translations

he managed brilliantly to transpose into Italian, the vibes

and concepts of the authors. Our meetings in Rome,

sometimes with my wife Ivy, were many and varied, a

pleasant companion at the table, a lover of simple food and

good wine. The conversation was always high and cultured,

moreover wrapped in an air of modesty and humility. An

unforgettable friend who loved Elba.

Foto di ©EnjoyElba

Una volta viaggiando assieme per l'Elba, sul ponte esterno

del traghetto per Portoferraio egli parlò di scrittori e poeti

di mare. Così, con la visione dell'isola famosa anche per la

sua produzione di vini, gli ripetei la scomposizione del suo

nome: a parte il Dante finale, ricordai l'antico poeta Arione,

inventore del ditirambo, autore dell'inno a Dioniso e amante

del vino che fu salvato da un delfino. Poi gli recitai in inglese,

mentre la tramontana ci spettinava, Sailing to Bizantium di

W.B. Yeats e sorrise divertito quando gli tradussi il titolo con

un "andarsene in barca a vela fino a Bisanzio".

Furono molti e vari i nostri incontri a Roma, anche con mia

moglie Ivy, gradevole compagno a tavola, amante di cibi

semplici e buon vino. La conversazione era sempre alta

e colta, per di più avvolta in un'aria di modestia e umiltà,

rara in persone creative, e lui creativo lo era: ce lo dicono le

sue opere di arte visiva, quelle di poesia che mi spediva ad

ogni uscita: e quelle di traduttore, attività in cui è riuscito

brillantemente a trasporre in italiano vibrazioni e concetti

degli autori.

Un amico indimenticabile del quale, scomparso a

Borgomanero nel 2007, si avverte sempre più la mancanza

del conforto che dava, dell'affetto che portava.

TURPE SENILIS AMOR

(Ov., Amores, I, IX, 4)

No, Ovidio, erravi

(non ne avevi esperienza)

quando si è amati è senza

aggettivi ed età:

si dice amore,

semplicemente, unicamente amore.

Ariodante Marianni,

da Un amore senile e altre spezie,

Book Editore 2008

REMEMBERING ARIODANTE MARIANNI, A POET FRIEND

OF ELBA

To mention all the men of letters who have frequented and

loved the Island of Elba would be like drawing up a long

catalogue. Even according to recent years, the names are

many: Dylan Thomas, Carlo Laurenzi, Heinrich Böll, Mario

Luzi, Piero Bianucci, Hervé Guibert, Alberto Bevilacqua...

up to today’s Joanna Scott and Alessandro Orlandin. I

met Ariodante in 1952 in Rome. I was with another Elban

CULTURE AND ARTS 41


Italo Bolano

e il sogno

di una vita

-Patrizia Lupi

Se è vero che le grandi cose prima di essere realizzate

devono essere sognate, Italo Bolano ne è la

prova. Con una tenacia tutta elbana e una continua

ispirazione dettata dal bisogno di compiere il suo

gesto artistico, ha immaginato prima di costruire;

ha disegnato prima di segnare i confini del suo

Open Air Museum; si è guardato intorno, molto

oltre i confini dell’Isola, per trovare idee e soluzioni.

La tentazione di lasciare lo “scoglio” difficile dell’infanzia,

si è fatta sentire ripetute volte, nell’arco della

vita, ma ha resistito: è sempre tornato, è rimasto,

seminando la sua arte, generosamente, dovunque

si potessero vedere o immaginare paesaggi e tramonti,

persone e parole trasformate in formelle di

ceramica o in sculture, oppure guardate attraverso

una lente di vetro colorato che incornicia luna, sole

o stelle e linee d’orizzonte. Italo ha avuto anche una

grande fortuna, quella di incontrare Alessandra

Ribaldone, ed incantarla. La sua compagna, che lo

ha seguito e anticipato, incoraggiato e sostenuto,

accompagnato in ogni dove, con le maniche rimboccate,

senza sentire stanchezza, con la forza di

chi vuole condividere i sogni dell’uomo che ama.

Quando si dice vivere per l’arte, ma forse l’artista

è lei, più di quello che racconta, perchè la sua

voglia di trasformare in bello i ricordi e condividere

oggetti e forme con tutti, ha qualcosa di ipnotico

e magico. Instancabile, uno scricciolo che macina

idee, continuamene alimentata dai ricordi, sia

belli che brutti, perchè quando si brucia per amore

tutto serve a nutrire la passione. Mette in ordine,

ripulisce, ricompone i tasselli della vita passata,

falcia erba e restaura muretti che il tempo, invidioso,

avrebbe voluto veder crollare. Non permette a

nessuno di sprecare un solo mattone di quel puzzle

che non è stato messo lì a caso, perché ogni cosa

ha un significato e una storia da raccontare. Apre i

cancelli ad artisti, scrittori, poeti, viaggiatori, passanti,

a tutti quelli che hanno qualcosa da dire o da

mostrare. Un “salotto” culturale aperto, ed all’aperto,

fra eucalipti e gelsomini. Vuole trasformarlo in

un centro culturale polifunzionale, sede e rifugio

di quella comunità che crede che la cultura faccia

Italo Bolano con l'autrice Patrizia Lupi a Marciana Marina

42 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Foto ©OpenAirMuseum-ItaloBolano

bene all’anima e lo scambio di idee ci renda più ricchi.

Raccontando il suo progetto, piantine alla mano disegnate da

uno dei tanti amici del “maestro” e della Fondazione che ha

creato in suo onore, parla di Italo come se fosse partito per

un viaggio e lei dovesse mettere a posto la casa per fargli una

sorpresa quando torna. Si sente in pace solo tra le vigne a San

Martino, trasformate in museo con le installazioni del suo

eclettico amico, conosciuto da bambina, quando aveva appena

dodici anni, o tra le tele a centinaia nello studio di Prato,

dove lo ha seguito adulta, anche quello tirato a lucido per la

festa che verrà. Nelle notti calde d’estate che amplificano i rumori

anche più lontani, il canto degli uccelli dà voce a chi non

ne ha più, e lei che lo ha seguito nel suo continuo viaggio fra

l’Elba e il continente, fra il sogno e la speranza, fra delusioni e

poesia, continua a stargli accanto e a guidarlo fra i “buscioni”

di quest’isola che ti accoglie e ti rifiuta, madre e matrigna. Le

spine rallentano il passo ma, improvvisamente, ti abbaglia il

mare, e lo smeraldo e l’indaco, l’ocra e il ciclamino, che siano

papaveri o ginestre, si fanno soffici e leggeri. Una carezza.

working hard to have his works appreciated and she is doing

so even now, by promoting numerous cultural initiatives. In

the beautiful gardens of the Open Air Museum, you can meet

friends, painters, poets, travellers, passers-by and onlookers

because Alessandra organizes many events, exhibitions and

book presentations. She has an important project to create

a multipurpose cultural centre to collect the many precious

works of the “Master”: sculptures, ceramics, paintings,

drawings, and to promote artistic and cultural initiatives,

particularly aimed at young people. A dream that could come

true with the help of institutions and some entrepreneur

sensitive to culture.

Open Air Museum e Fondazione Italo Bolano

Via Scotto 14

57037 - Portoferraio

Tel. +39 338 6996406

www.italobolano.it

Foto ©OpenAirMuseum-ItaloBolano

ITALO BOLANO AND THE DREAM OF A LIFETIME

If it is true that great things must be dreamed about before

they can be achieved, then Italo Bolano is the proof. For years,

he built and enhanced the Open-Air Museum in San Martino

where you can still admire many installations and where the

Foundation named after him is found. His works of art are

scattered all over Elba because, over the years, he has generously

donated many sculptures to the island, using various

materials, or his ceramic tiles that you can see on the walls of

the towns of Elba.

His lifelong companion, Alessandra Ribaldone, celebrates his

memory and remembers his intense artistic work. She met

him when she was twelve years old and followed him as an

adult on his continuous journey between the island and Prato

where Italo had his studio. She supported and advised him,

CULTURE AND ARTS 43


-Patrizia Lupi

Le metamorfosi

di Belinda Biancotti

www.belindabiancotti.it

belindabiancotti@gmail.com

Vive d’arte e fantasia, Belinda Biancotti. “come lo zio Ennio

Biancotti, - tiene a precisare - uno dei postmacchiaioli elbani,

allievo di Carlo Domenici”. La sua vena artistica, come accade

per tanti talenti, ha segnato la strada. Armata di matite e

pennelli, già giovanissima, guardava il mondo, riproducendolo

a modo suo. Poi la scuola, la famiglia che spingeva verso

il “diploma”: c’era però sempre un desiderio da esaudire, il

suo. È cominciata così la voglia di “andare a bottega”, di imparare,

di padroneggiare tele e tavolozze, di conoscere il mestiere,

con l’umiltà e la costanza che appartiene a chi crede in

quello che fa. Alcuni maestri, fra i quali Italo Bolano, e l’isola,

con tutte le sfumature inimmaginabili dei colori, hanno fatto

il resto, insieme alla voglia di mettersi alla prova. Indaco,

blu brillante, turchese, sono i suoi preferiti, ma anche i colori

caldi delle stagioni che trasformano l’incarnato dei personaggi

dei suoi ritratti, in pelle viva.

Belinda già ti travolge quando la vedi. Si intuisce che abbia

respirato da sempre sale ed elicriso. Capelli di corsara e occhi

acuti, profondi, che guardano lontano e da lontano. Che

osservano quello che si vede e quello che non si vede. Non

si ferma a rappresentare la realtà. Il talento è innato, ma c’è

qualcosa in più che ne fa un’artista. Guarda dentro, guarda

oltre, scopre e svela l’anima nascosta, intima, quella che

è rimasta bambina dentro di noi. “Il genere figurativo – dice,

contemporaneamente timorosa e risoluta - forse è passato

di moda. Ma per me il soggetto è solo un pretesto, c’è sempre

un messaggio che va oltre il ritratto. È un accogliere, un sostenere,

è la scoperta dell’altro da me, è lo stimolo ad accettare e

farsi accettare per quello che siamo, le due facce della stessa

medaglia”.

Le persone che incontri nei sui quadri le trovi per le viuzze

strette di Portoferraio, a Porto Azzurro d’inverno, sedute ai

bar dei paesi. Lei stessa si mette a nudo, con un guizzo di ironia

e una limpida sensibilità. Si ritrae con una maschera di

rapace - Bird s’intitola il suo autoritratto - uccello in gabbia,

ma si rappresenta nuda come coloro che vengono al mondo,

quasi una rinascita, pronta a spiccare il volo.

Racconta le persone per intero, le fa uscire dal quotidiano,

dal ruolo; costringe a guardarle senza pregiudizi, senza

scrupoli, senza veli, senza armature. Interessanti nella loro

fragilità, forti della propria ironia. Un’umanità varia, fragile e

potente, impaurita e piena di speranze. Bella a qualsiasi età,

degna di essere raccontata, usando gli oggetti al posto delle

parole, natura viva più che morta, perché la vita è sempre

fine e nuovo inizio.

Belinda è generosa e diretta. Pronta a mettersi a disposizione

di chi ha più bisogno. Partecipa, da volontaria, ai laboratori

per i ragazzi “fragili” con gli amici del Circolo degli Artisti

di Portoferraio. Nel gesto artistico trasferisce il sentimento.

Si misura con la realtà senza rifuggire le emozioni, in una

continua battaglia interiore che è autocritica e perdono. Studia

caparbiamente l’anatomia, vuole conoscere ogni piega

44 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


del corpo, traduce in disegno quel che impara, corregge, usa

materiali diversi, è curiosa, lascia che sia la mano a condurre

il filo dei pensieri, che sia il pennino sulla carta a comandare.

Lei, il suo braccio, la mano, la matita, sono un tutt’uno, strumenti

di un racconto, di un dialogo con sè stessa e il mondo.

Nelle ultime opere i contorni rimangono indefiniti, volutamente

incompiuti, perché Belinda ha imparato che la vita è

metamorfosi, che niente è veramente concluso. Anche quello

che sembra compatto, come le rocce dell’Elba, si trasforma

di continuo, le scogliere diventano ghiaia e sabbia.

“La consapevolezza - continua Belinda – è il primo passo della

metamorfosi. Mi sento in bilico fra sogno e realtà. Sperimento

continuamente nuovi materiali, dalla tela alle tavole compatte

di castagno, dall’acrilico alle chine, ma provo anche stili

diversi. I miei personaggi bussano alla tela, escono dai racconti,

dalla storia, dalla mitologia, dalla mia fantasia da guerriera

Kung Fu. Amo lo sport, il rapporto solidale con il corpo, la sua

divina plasticità, tutti i sensi che ci permettono di connetterci

pienamente con la natura, in uno scambio continuo di energia

ed emozioni.”

Alzo gli occhi: nel suo studio danzano corpi, si ascoltano storie,

vedo Arianna, imbrigliata nel suo stesso filo e imbrogliata

da un amore ingrato. Una storia comune a tante. Per

questo l’arte è universale, va dritta al cuore, suscita ricordi

ed emozioni. Parla con chi ha orecchie. Ed intanto Belinda mi

racconta di Pier da Medicina mentre recita, come se niente

fosse, il XXVIII canto dell’Inferno.

BELINDA’S METAMORPHOSIS

With an uncle who is an artist as she is, the destiny of living

on art and fantasy, talent and good teachers have made

Belinda Biancotti a recognised and appreciated artist. The

island, with all its hues, has revealed the power of colours.

Indigo, bright blue, turquoise and her favourites but also the

warm shades of the seasons that transform the complexion

of the characters in her portraits into living skin.

She has pirate hair and sharp, deep eyes that look far away

and from afar. They study what you can see and what you

don’t see. When she paints a portrait, she discovers and

reveals the hidden, intimate soul, the one that has remained

a child within the person. They are the same as you find on

the streets of the towns of Elba. She portrays herself with a

raptor mask - her self-portrait is entitled “Bird” - bird in a

cage, but she represents herself naked as those who come

into the world, almost a rebirth, ready to take flight.

Belinda is generous and straightforward. She transfers her

feelings through her art. She studies, wants to understand

anatomy and loves the plasticity and the wonder of the

human body. She uses different materials and techniques.

She, her arm, her hand and her pencil are all one, tools to

tell a story, a dialogue with herself and the world.

In her latest works, the outlines remain undefined, deliberately

incomplete, because Belinda has learned that life is

metamorphosis, that nothing is truly finished. Even what

seems compact, like the rocks of Elba, is constantly changing,

the cliffs become gravel and sand.

“Awareness - Belinda says - is the first step of metamorphosis.

I feel poised between dream and reality. My characters

knock on the canvas, they pop out of stories, history, mythology,

my imagination. I love all the senses that allow us to fully

connect with nature in a continuous exchange of energy and

emotions.”

CULTURE AND ARTS 45


Gozzi, pescatori e marinai.

Storie del Mediterraneo

di Giovanni Panella, La Nave di Carta, 2021

(dalla presentazione del 16 luglio 2022 al Circolo della Vela di Marciana Marina)

Gianfranco Vanagolli

Chiunque si occupa non

estemporaneamente di tematiche

afferenti agli scafi storici del

Mediterraneo conosce le pubblicazioni

di Giovanni Panella, di cui ricordiamo

qui le più note, Leudi di Liguria

(Tormena, 2002), Gozzi di Liguria

(Tormena, 2003), Il pinco veliero dei

genovesi (GMT, 2006), La vela latina

(Hoepli, 2015).

Panella, vincitore seriale del noto

Premio giornalistico-letterario

Marincovich, riservato agli autori di

mare, dà un insostituibile contributo,

rispettivamente come presidente e

vicepresidente, al Comitato Scientifico

della Federazione Italiana Barche

Storiche (FIBAS) e all’Istituto Italiano

di Archeologia e Etnologia Navale

(ISTIAEN). Sorvoliamo, per ragioni

di spazio, sulle sue collaborazioni

a riviste specializzate, italiane e

straniere.

Il suo ultimo volume, dal suggestivo

titolo di Gozzi, pescatori e marinai.

Storie del Mediterraneo, presenta

un’architettura tanto semplice quanto

solida. Diviso in due parti, La storia

dei gozzi e I gozzi del Mediterraneo,

si articola in diciassette capitoli,

ciascuno arricchito da un importante

corredo fotografico. Esso si distingue

per la puntualità delle informazioni

che fornisce, per la fluidità della

scrittura e per l’ampiezza del suo

respiro.

Se ciò è vero, come è vero, però non è

tutto. Crediamo di poter dire, infatti,

che le sue pagine sono intrise di una

inesausta meraviglia, ossia di quella

particolare disposizione dell’animo

dalla quale discende l’emozione, senza

la quale un lavoro nasce arido e il

lettore preparato lo avverte.

Il fatto è che Panella ha in una mano gli

arnesi del maestro d’ascia e nell’altra la

penna del letterato, per cui ci troviamo

di fronte a un lavoro dove il materiale

è contiguo all’immaginario; anzi,

dove materiale e immaginario – le

categorie fondamentali del nostro

approccio alla realtà – si confondono.

Non è un caso che ci vengano proposti

sistematicamente brani di poesia: di

autori illustri (Montale, ad esempio) o

anonimi, in dialetto; e di prosa, firmati,

tra gli altri, da Giovanni Verga, Vittorio

Giovanni Rossi, Giovanni Descalzo,

Maurizio Maggiani, Nico Orengo.

Allora l’acquisizione dei contenuti di

questo libro è più di un percorso di

conoscenza: arrivati alla sua ultima

pagina, siamo più ricchi a 360 gradi.

I gozzi liguri, sardi, siciliani, maltesi,

catalani, marsigliesi, tunisini (molto

opportunamente Panella ne declina i

nomi locali: gussu, vuzzi, bussi, pointus,

barquette, gajeta ecc.) raccontano di

coste e di mari, di costumi, di credenze,

di leggende, di lavoro, di uomini e di

donne, di cibi, di tante piccole-grandi

affascinanti cose. E naturalmente

raccontano se stessi: di come, mentre

si portano addosso, tutti, una quantità

di soluzioni tecniche provenienti

dai quattro canti del Mediterraneo

che tendono ad omologarli, sono

distinguibili per un ampia gamma di

dettagli. Basti pensare alla spernaccia

e ai mondi simbolici che contiene.

Ma potremmo ricordare il timone, la

disposizione dei banchi, il bolzone, la

stellatura, i colori, l’alberatura e le vele.

Insomma, un orizzonte che, anche

quando non contenesse altro, sarebbe

già sufficiente a farci definire prezioso

questo lavoro.

Potremmo definire il gozzo come una

barca mossa prevalentemente dai remi,

parzialmente pontata e con una poppa

a punta. L’uso del remo, che spesso è

accompagnato da una vela, incide sulla

forma dello scafo, stretto e sottile, con una

chiglia appena accennata.

Ancor prima di prendere forma, il gozzo

fa riferimento alla storia. Il palmo ( metri

0,24776), l’unità di misura utilizzata per

misurarlo, è stato abolito da due secoli ma

si perpetua quando si tratta di esprimere

le dimensioni di queste barche.

La Repubblica di Genova, nel corso della

sua lunga vicenda storica, ebbe un

proprio sistema di pesi e misure, utilizzati

all’interno dei suoi domini. Oggi viene

approssimato a 25 cm.

46 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


L'oro del Poum

di Gianfranco Vanagolli,

Verona, Il Frangente, 2022

Patrizia Lupi

Gozzi are typical Mediterranean boats. They are found in

Liguria, Sardinia, Sicily, Malta, Spain, France and Tunisia.

There are several local names: guzzu, vuzzi, bussi, pointus,

barquette, gajeta and so on, but they all tell tales of coasts

and seas, customs, beliefs, legends, work, men and women,

food and many small and large interesting things. Of course,

they tell about themselves too: of the men who built them

or used them for fishing or transport, each one bringing

a quantity of technical solutions from the four corners of

the Mediterranean which tends to make them similar but

distinguishable by the differences in the details.

Dall'alto verso il basso:

Llewelyn Lloyd - Gozzi allo scalo con

panorama di Marciana Marina, 1930

Un gozzo da lavoro agli inizi del '900

Il mare, indifferente alle vicende umane, assiste all’assurdo

conflitto degli uomini, schierati su opposti versanti

ideologici, seppure sulla stessa “barca”, in questo caso non

in senso figurato ma sul cargo Cayetana Ramirez. Anno

1939, echi di guerra in un’Europa già divisa politicamente

fra rossi e neri. La nave porta un carico umano, sono

combattenti repubblicani che hanno perso la sanguinosa

guerra civile spagnola. Insieme a loro la cassa del POUM,

ossia il Partido Obrero de Unificacion Marxista, destinata a

sostenere una lotta che si vuole continuare. Ma le autorità

francesi in Algeria scombinano il piano, bloccando la nave

e internando equipaggio e passeggeri. Il denaro viene

frettolosamente nascosto dentro una paratia della stiva.

La Cayetana, sequestrata, viene messa all'asta. Finisce

a Livorno dove cambierà nome: Dina Teis, questa volta.

Nuovo armatore, nuovo equipaggio, la nave riparte. A

bordo due “strani” marinai: un fuochista, Tazio Romano,

in realtà un agente dei servizi segreti fascisti, e Amadeo

Carloni, imbarcato come meccanico, emissario del Centro

Marxista Rivoluzionario Internazionale, entrambi incaricati

di recuperare il “tesoro”. Fanno parte dell’equipaggio

anche uno studente ebreo in fuga, maldestro carbonaio,

e un giovane e inquieto anarchico che aiuterà il Carloni

nell’impresa di recupero.

Vanagolli, descrive con maestria un microcosmo dove

le motivazioni e le ideologie che hanno portato alla

guerra si replicano giornalmente nei gesti, nelle parole

dei personaggi, nelle minacce di morte. Il viaggio si

protrae, Il lavoro per recuperare il denaro è difficoltoso,

i contendenti si studiano e controllano a vicenda in un

crescendo inquietante di odio che neppure lo scoppio della

guerra e l’affondamento della Teis porterà a termine. Non

si rassegnano Carloni e Romano, arroccati sulle barricate

delle rispettive posizioni. La penna di Vanagolli sviluppa

ancora una volta una storia piena di fascino e suspense,

a metà fra fantasia narrativa e fatto storico. Un’avventura

che si snoda fra i porti del Mediterraneo e dell’Atlantico ,

che l’autore descrive con l’occhio del marinaio: cartoline di

un’epoca passata ma vividissime nella memoria. Il volume

si aggiunge ad altri dello stesso autore, tutti dedicati al

mare, “Bandiera a Bruno per la Diletta Mauro”, edito da

Ensemble nel 2019, “I dannati del Priamar” e “Storie di navi,

naufragi e marinai”, usciti con il Frangente rispettivamente

nel 2021 e nel gennaio 2022

CULTURE AND ARTS 47


L'Elba, le Isole

Edoardo Izzo

L’isola chiede di partire. Quest’Elba che sa badare a sé

e se ne sta distante da tutte le cose delle città, di quelle

città che ci tengono pronti a vie di fuga sempre diverse,

sempre più lontane. All’Elba c’è la fuga delle andate e dei

continui ritorni, la fuga dei pendolari dell’orizzonte. Ed è per

l’acqua, che l’assolve dall’incombenza della terra ferma, che

quest’isola ci fa fare una scelta, una selezione e riduce la

nostra fuga alla linea dei traghetti, agli orari degli attracchi.

È prima di approdare, quando ancora si è a casa, che l’isola

impone di scendere a compromessi: fare una cernita

delle cose necessarie. Bisogna selezionare ciò che serve

e cosa portare con sé. L’isola ci fa domandare: “questo mi

occorre?”, “ho spazio per quest’altro?” e fa riflettere che “in

fondo sono solo pochi giorni e poi si ritorna in città e quindi

bastano poche cose”. Certo, l’isola d'Elba o le altre isole

dell’arcipelago, per noi sono un viaggio breve, brevissimo se

si considera quanto si siano dilatati i confini del mondo. Se

si hanno accanto quelli che fanno della loro vita una somma

di continui e sconfinati viaggi da backpacker, sembra quasi

un’assurdità considerare quello all’Elba come un viaggio:

basta un’ora e le coste isolane e quelle continentali si

collegano o si separano.

Eppure, è un viaggio, perché l’Isola misura le necessità e

analizza le cose in eccesso che ogni volta bisogna riportare

indietro, intatte e mai usate.

Quando ho conosciuto l’Isola, era fuori stagione: l’Elba di

Pasqua che se ne sta nei suoi ritmi ancora ritirati. Il mare

era calmo, le onde cadenzavano le cale di pace primaverile.

Nella baia di Portoferraio c’erano le navi militari della NATO:

spagnoli, turchi, polacchi e tedeschi che se ne stavano

ormeggiati per Pasqua. C’era una costante di motori a

ritoccare la tranquillità delle terme San Giovanni.

Ecco, l’Elba quella volta mi impose una scelta: era come

se mi avesse detto di portarmi dietro una cosa che prima

non avevo mai considerato. Dovevo mettermi in valigia un

oggetto che non avrei mai più abbandonato. Per andarmene

all’Elba, quella volta, presi un libretto di poche pagine, "Le

notti bianche" di Dostoevskij. I tempi e gli spazi dell’Elba me

ne diedero la lettura e mi resero un lettore di romanzi. Ed

è stato come se il romanzo di Fëdor non fosse ambientato

a San Pietroburgo ma all’Elba: Fëdor de "Le notti bianche"

con la sua Nasten’ka se ne stavano lì accanto a me e alla

stessa Elba, che li aveva messi in valigia. Quel viaggio mi ha

offerto un pezzo della mia identità, tra i castagni del Monte

Capanne.

All’Elba si deve chiedere questo: di essere viaggio,

qualunque cosa comporti: perdere qualcosa o acquistare

qualcos’altro e che sia l’Isola a portarcelo. Forse l’Elba sta

anche nella cernita delle cose che sono da lasciare a casa

per far spazio a quelle altre da riportarci consumate e

vissute di un pezzo unico dell’Isola.

foto ©AdrianoLocci

48

ENJOY ELBA AND THE ENJOY TUSCAN ELBA 2021 ARCHIPELAGO 2023


Una crepa nel terreno dal ventre arido

Fratturata e Diramata

in linee ruvide e percorsi tortuosi e senza meta.

Attende mite il proseguire dei cambi,

nell'attesa di quelle lacrime

che tamburellano solleticanti

la sua magnificenza nuda.

Fondendosi in un unico ritmo primordiale.

Unendosi in un ampio movimento d'argilla.

Come Lei, ora qui, io scorgo una crepa gemella

su superficie elaborata da mani sicure

che il tempo ha “consumato” diremmo noi

per Lei, invece: accolto e riportato all'Origine

La crepa sul rudere della mia pelle di pietra.

Ci sono alcuni che potrebbero immaginare

un ramoscello che si insinua tacito nella roccia e

che scaltro segue l'ombra della sua madre pietra.

Ampliandosi sempre più, fino ad avvolgerla.

Quasi asfissiante.

Pelle di Crepa

C'è chi vi disegnerebbe pure,

adornandola di criniera sempre-verde.

Fedele sognatore d'amore che

non vede profondi graffi ma

Embrioni vitali librati in cielo.

foto©Paolo Calcara

Poi vi sono altri,

Come me..

La lascerebbero semplice,

così..

Intatta.

nella sua essenziale verità

Perchè noi siamo anche questo.

Siamo anche Crepe.

Gaia Volpe


50 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


foto©Adriano Locci

Enjoy

Environment

51


La Via dell’Essenza:

camminare tra il verde

e il blu immersi

tra i profumi

dell’Isola d’Elba

Īlaria Leonelli

Un percorso di sette tappe sensoriali per circa 70 km di cammino

tra il verde della natura della macchia mediterranea e

l’azzurro del mare, che accompagna ogni sentiero.

La Via dell’Essenza si rinnova e grazie alla partnership tra la

Fondazione Acqua dell’Elba e il Parco nazionale dell’Arcipelago

Toscano si trasforma in un vero e proprio cammino che si

sviluppa lungo tutto il periplo dell’Elba Occidentale, alle falde

del Monte Capanne, completo di segnaletica orizzontale e verticale,

pannelli e materiali informativi per i punti di interesse

paesaggistici, storici, culturali e archeologici.

Un sentiero adatto a tutti, escursionisti, amatori, famiglie,

scuole e chiunque voglia godere delle bellezze dell’isola d’Elba,

in ogni periodo dell’anno.

Il progetto prevede una prima fase progettuale di durata

quinquennale per attrezzare sette percorsi che consentano di

sviluppare l’anello dell’Elba Occidentale: “La Via della Lavanda”

da Mortigliano a Cavoli; “La via dei Rosmarini” da Colle Palombaia

a Fonza; “La Via dei Ginepri” da Fonza a Lacona; “La Via dei

Lecci” da Lacona a Procchio; “La Via del Mirto” da Procchio a

Marciana Marina; “La Via dei Lentischi” da Marciana Marina a

Sant’Andrea; “La Via dell’Erica” da Sant’Andrea a Mortigliano.

In particolare, in questo primo anno di lavoro sarà completato

il sentiero della “Via dei Lentischi” che congiunge il borgo di

Marciana Marina alla spiaggia di Sant’Andrea e ancora alla

piazzetta dietro l’arenile e che sarà inaugurato il 2 luglio

durante il Sea Essence International Festival.

La tipologia di interventi prevederà, oltre alla manutenzione

ordinaria e straordinaria, la realizzazione e posa in opera di

bacheche che illustrino le caratteristiche paesaggistiche e ambientali

di quello specifico tratto, con approfondimenti sulle

specie floristiche e vegetazionali più significative.

In una seconda fase, il progetto sarà poi ampliato con il

coinvolgimento di strutture ricettive e ogni servizio utile a

percorrere l’intero cammino di circa 70 km in tre giorni, con

52 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


l’obiettivo di creare un pacchetto escursionistico ideale per

un weekend lungo durante tutti i mesi dell’anno, rinforzando

e arricchendo di fatto l’isola d’Elba come destinazione turistica.

LA VIA DELL’ESSENZA: WALKING BETWEEN HILLS AND

SEA SURROUNDED BY THE SCENTS OF THE ISLAND OF

ELBA

This is a walking trail of about 70km in 7 sensory stages

between the natural greenery of the Mediterranean shrubs

and the blue of the sea that is evident in every path.

Thanks to the partnership between the Acqua dell’Elba

Foundation and the National Park of the Tuscan

Archipelago, the Via dell’Essenza is being transformed into

a fully-fledged pathway that will be developed to go the

whole way round the Western part of Elba, complete with

signposting, panels and information on the landscape,

historical, cultural and archaeological points of interest.

It will be a path suitable for everyone, hikers, enthusiasts,

families, schools and anyone who wants to enjoy the beauty

of the Island of Elba all the year round.

The first phase of the five-year project to prepare seven

routes, will complete the round trip of Western Elba: “La

Via della Lavanda” from Mortigliano to Cavoli; “La Via dei

Rosmarini” from Colle Palombaia to Fonza; “La Via dei

Ginepri” from Fonza to Lacona; “La Via dei Lecci” from

Lacona to Procchio; “La Via del Mirto” from Procchio to

Marciana Marina; “La Via dei Lentischi” from Marciana

Marina to Sant’Andrea; “La Via dell’Erica” from Sant’Andrea

to Mortigliano.

Foto di ©FrancescoLascialfari

In this first year of work, the path “La Via dei Lentischi” will

be completed: it links the town of Marciana Marina to the

beach at Sant’Andrea and to the square behind the beach:

it will be inaugurated on July 2nd during the Sea Essence

International Festival.

The type of work will include, in addition to normal and

extra maintenance, the construction and installation of

notice-boards illustrating the landscape and environmental

characteristics of that specific stretch, with insight into the

most significant species of flora and vegetation.

In a second phase, the project will then be expanded,

involving accommodation facilities and services useful for

covering the whole route of about 70 kilometres in three

days, aiming to create an ideal hiking package for long

weekends all the year round, strengthening and enriching

the Island of Elba as a tourist destination.

ENVIRONMENT 53


Foto di ©FrancescoLascialfari

Semplicemente,

orto e museo

-Patrizia Lupi

“Erborare”: andare raccogliendo per la campagna erbe per

uso alimentare e medicinale o per studio. “Alimurgia”: uso

di piante spontanee commestibili. “Etnobotanica”: lo studio

delle piante spontanee e le sue relazioni con l’uomo che con

quelle piante si è co-evoluto. “Wild Food”: cucina selvatica.

“Foraging”: l'atto di raccogliere cibo nella natura. È il nuovo

lessico, fra tradizione, anglicismi e magia, di chi cerca un

rinnovato e consapevole contatto con la natura, perché non

dobbiamo mai dimenticare che la natura non è altro da noi,

ne facciamo parte. E il 98% degli organismi viventi sono

piante che permettono al restante 2% del mondo animale,

noi compresi, di esistere.

Con la pazienza di chi ha camminato molto da solo e la serenità

di chi persegue l’equilibrio fra corpo, anima e spirito,

grazie ad un approccio olistico con i quattro elementi naturali,

Francesco Marino, giovane erborista approdato dalla

Sila in terra elbana, racconta la sua nuova sfida. Restituire

bellezza ad uno dei gioielli naturalistici dell’Isola della quale

si è innamorato: L’Orto dei Semplici a Rio, piccolo tempio

dell’arte e della natura.

“L’Elba, e l’Arcipelago Toscano – racconta Francesco -

rappresentano un patrimonio immenso da un punto di vista

floristico. Dobbiamo imparare a conoscerlo, per rispettarlo e

preservarlo. Il minimo che si possa fare è dare un nome alle

piante che sono nostre amiche, imparando a riconoscerle.

Organizzo passeggiate erboristiche - continua - per collegare

alle pratiche naturali del vissuto di un territorio, le giuste

considerazioni di carattere antropologico, così da riscoprire

da vicino i minimi meccanismi che muovono il Mondo naturale,

un ponte tra passato e presente dove protagonista diviene

il paesaggio presente, vivo nella sua essenza, nel suo essere

Mediterraneo Interiore. Attraverso le piante spontanee, si

aprirà uno spazio dedicato alle proprietà, usi e benefici degli

estratti vegetali, per poter rivivere gli antichi saperi, gesti,

relazioni tra uomo e natura.”

L’Orto dei Semplici merita una visita anche per un secondo

motivo. La sua collezione di Land Art.

Foto di ©FrancescoMarino

Nato nel 1992 nei pressi dell’Eremo di Santa Caterina da

un’idea dello scrittore e fotografo tedesco Hans Georg Berger

e dei botanici Gabriella Corsi e Fabio Garbari dell’Università

di Pisa, è disegnato dagli architetti Roberto Gabetti,

Aimaro Isola e Guido Drocco. Vi si trovano fra le altre, opere

d’arte di Susanne Besch, ceramista e direttore di laboratorio

a Berlino, presente con l’opera “Eisen Herbarium (erbario di

ferro)” e di Cesario Carena “Capillarità”

54 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Dal 1997 è aperto al pubblico, grazie all’Associazione Amici

dell’Eremo S. Caterina, proprietaria del terreno. Sono tuttora

attive le collaborazioni con l’Università di Pisa per la

flora spontanea e con la Scuola di Studi Superiori Sant’Anna

di Pisa per la parte agraria. La prima ricerca etnobotanica

riguardava gli usi tradizionali di piante alimentari e medicinali

della gente di Rio nell’Elba. Da quest’anno la gestione

dell’Orto è affidata a Francesco Marino, che cura e sviluppa

le collezioni, attività didattiche e organizza la manutenzione

e l’accesso del pubblico.

SIMPLY GARDEN AND MUSEUM

With the patience of someone who has walked a lot alone

and the serenity of someone who pursues the balance

between body, soul and spirit, thanks to a holistic approach

with the four natural elements, Francesco Marino, a young

herbalist who has arrived from Calabria to Elba, tells of his

Foto di ©FrancescoLascialfari

new challenge. To restore beauty to

one of the naturalistic jewels of the

island that he has fallen in love with:

L’Orto dei Semplici (the Garden of

Simples) in Rio, a small temple of art

and nature.

“Elba and the Tuscan Archipelago -

says Francis - represent an immense

heritage from a floristic point of view.

We must learn to know it, to respect

and preserve it. The least we can do is

to give a name to the plants that are

our friends, learning to recognize them.

I am organizing herbal walks - he

continues - to link the natural practices

of the experience of a territory, the

right anthropological considerations,

so as to rediscover up close, the smallest

number of mechanisms that move the

natural world, a bridge between past

and present where the protagonist

becomes the present landscape, alive in

its essence, in its Inner Mediterranean

being. Through wild plants a space will

open up, dedicated to the properties,

uses and benefits of plant extracts, to

relive the ancient know-how, gestures

and relationships between man and

nature.”

The Orto dei Semplici is also worth a

visit for a second reason. Its collection

of Land Art.

Info e prenotazioni:

For further information to visit and book:

Eremo di Santa Caterina - Rio nell'Elba

Tel. +39 376 0021746

Email. ortodeisemplicielbano@gmail.com

ENVIRONMENT 55


Giacomo Damiani,

un naturalista elbano

-

di Antonello Marchese* e Giorgio Paesani**

Cavaliere d'italia esemplare femminile

Foto©AntonelloMarchese

Giacomo Damiani (1871 – 1944) figlio del portoferraiese Luigi Damiani e di Carlotta Leoni, fu

probabilmente il più illustre naturalista elbano, allievo del celebre Corrado Parona, già famoso

ricercatore e professore di zoologia a Cagliari e a Genova, dove il giovane isolano si era recato a studiare.

È possibile che il suo primo interesse per le specie alate si sia formato osservando le prede nelle reti

tese, il cosiddetto Paretaio, nella tenuta di famiglia nei pressi di Magazzini. A vent'anni, grazie ai contatti

con la famiglia Toscanelli, proprietaria della imponente Villa dell'Ottone, Giacomo aveva già conosciuto

Enrico Hillyer Giglioli, grande ornitologo dell'epoca. Damiani divenne così docente di scienze naturali

alle scuole superiori insegnando a Portoferraio e poi a Genova, Forlì, Brescia e Alba. Tra i suoi più

grandi meriti ci sono le osservazioni naturalistiche, riportate in un’interessante serie di pubblicazioni,

effettuate soprattutto durante il periodo della permanenza come insegnante nella sua isola natia, vale

a dire fino al 1913. Il suo campo d’azione preferito è stato quello dell’ornitologia dove le sue ricerche

hanno documentato l’avifauna elbana che compariva nella raccolta di esemplari - con più di 900

campioni - contenuti nella “Collezione Elbana” appartenuta al Cavalier Tonietti e poi a Pilade

del Buono. Attivo socio dell’Unione Zoologica Italiana, a cui collaborava con le sue ricerche,

riuscì nel 1905 ad organizzare un importante congresso anche all’Isola d’Elba, convegno

che risulta fra i primi eventi di turismo scientifico e congressuale sulla maggiore delle

isole dell'Arcipelago.

Molte sue osservazioni furono effettuate prima che le antiche saline venissero

distrutte dall’impianto industriale degli altiforni, quando la baia di Portoferraio

era meta abituale di moltissimi migratori che proprio in quella zona trovavano

ristoro. Damiani si è occupato anche di pesci e cetacei, riportando i dati degli

avvistamenti dei grandi animali marini e documentando lo spiaggiamento di

una rara balenottera minore e le testimonianze della presenza della Stenella

coeruleoalba, che al tempo non era ancora riconosciuta nel nostro mare.

All’epoca fu profeticamente sostenitore di un centro di biologia marina presso

la tonnara dell’Enfola, struttura che oggi ospita la sede del Parco Nazionale

Arcipelago Toscano.

L’importanza del suo operato, delle sue ricerche e annotazioni scientifiche

ha iniziato ad essere riconosciuta solo recentemente, soprattutto nel campo

dell’avifauna, essendo stato uno dei primi ricercatori a livello scientifico

in una zona geograficamente marginale, quale l’Arcipelago Toscano, ma

luogo così importante per lo studio degli uccelli dell’area mediterranea.

(Antonello Marchese)

56 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


IL LAVORO DI UN NATURALISTA

La Collezione e le pubblicazioni del Prof. Damiani

costituiscono un patrimonio inestimabile per la conoscenza

ornitologica dell’Elba e delle altre isole dell’Arcipelago

Toscano. E sono un vanto assoluto per l’Elba, che è anche

un’isola di scienza. La descrizione degli uccelli da lui “avuti”,

solitamente abbattuti o catturati con molteplici modalità,

è una lettura che rapisce l’esperto e incuriosisce il neofita.

La cronaca di eventi fenomenali come l’invasione estiva di

crocieri del 1909 o la cattura di un Tordo di Baird (Catharus

minimus) del 1901, fino ad oggi l’unica segnalazione

italiana di questo accidentale migratore americano, oltre a

raccontarci come, anche nella fenologia, nella distribuzione

e nel comportamento delle specie vi sia continua variabilità,

proietta il lettore in un’era dove lo stile, la precisione e

la completezza erano patrimonio minimo richiesto a

qualsiasi scienziato. Era forse ormai lontana come l’ultima

glaciazione. Piange il cuore dell’appassionato nel leggere

le parole dello stesso Damiani, riguardo la sua collezione,

descritta come “meritevole di particolare menzione e

onorata nell’agosto del 1908 anche di una visita di S. M. il Re”

e come annoverasse “oltre 900 esemplari con 215 specie.

Notevoli le serie dei Turdidi con oltre 70 individui, Loxia,

Machetes, Tringa..”

animals and documenting the stranding of a rare minor whale

and evidence of the presence of the Stenella coeruleoalba,

which was not yet recognized in our sea.

Elba is also an island of science. Damiani’s description of

birds is a reading that captivates the expert and intrigues

the neophyte. The chronicle of remarkable events such as the

summer invasion of cruise ships in 1909 or the capture of a

Baird’s Thrush (Catharus minimus) in 1901, up to now the only

Italian report of this accidental American migrant, in addition

to telling us how, even in the phenology, distribution and

behavior of species, there is continuous variability, it projects

the reader into an era where style, precision and completion

were the minimum assets required of any scientist. It was

probably as far away as the last ice age.

The Damiani collection is a heritage for the island which ought

to be recovered, opened to the public and to scholars because

ornithological collections are not dead matter, good only for

museums, but fundamental databases that tell us about the

past, to better analyse and study the present.

Sordone e Luì verde

Foto©AntonelloMarchese

Un patrimonio per l’Isola, che andrebbe recuperato, aperto

al pubblico e agli studiosi nelle modalità idonee alla sua

fruizione e alla sua conservazione. Penso io stesso sarei

il primo “fruitore”! Le collezioni ornitologiche non sono

materia morta, buona solo per i musei. Sono tutt’ora terreno

di studio per gli ornitologi, sono palestre di apprendimento

e banche dati fondamentali e fenomenali che ci parlano

del passato, per meglio analizzare e studiare il presente.

(Giorgio Paesani)

GIACOMO DAMIANI

Giacomo Damiani (1871-1944) was the most prominent Elban

naturalist of the past. He grew up in Magazzini (Portoferraio)

and visiting the nearby Villa Ottone, he had met Enrico

Hillyer Giglioli, a great ornithologist of the time. Through

this passion, he became a professor of natural sciences,

teaching in high school in Portoferraio and then in Genoa and

other Italian cities. During his stay on the island, he wrote

numerous publications dedicated to Elba, documenting

among other things, the bird species present on the island

with a collection of specimens – over 900 samples-contained

in the “Elban Collection”, belonging to Cavalier Tonietti and

then to Pilade del Buono. Many of his observations were made

before the ancient salt pans were destroyed to make way for

the industrial blast furnaces, when Portoferraio bay was the

habitual stopover site of many migrants. Damiani also dealt

with fish and cetaceans, reporting sightings of large marine

Antonello Marchese - * Guida ambientale e turistica. Guida

ufficiale del Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Fotografo

di Natura. Promotore dell’azione Elba Foto Natura, nell’ambito

dei progetti della Carta Europea per il Turismo Sostenibile per il

Parco Nazionale Arcipelago Toscano.

Giorgio Paesani - ** Ornitologo, collaboratore del Centro

Ornitologico Toscano “P. Savi”. Autore di ricerche e pubblicazioni,

scientifiche e divulgative, sulla fauna ornitica dell’Arcipelago

Toscano.

ENVIRONMENT 57


I nostri vicini alieni

-Leonardo Forbicioni

Le specie aliene. Cosa sono, come sono

fatte, sono tutte verdi o tutte grigie e

vengono da altri pianeti?

No, in realtà si tratta di animali e

piante perfettamente “normali” e

che occupano questo pianeta da

migliaia di anni, in alcuni casi anche

da prima di Homo Sapiens, ma che

nel corso dell’antropocene e della

recente globalizzazione, si trovano

improvvisamente a vivere in luoghi

che non sono quelli in cui si sono

coevolute con altre specie e dove

riescono ad adattarsi ed a fissare

popolazioni stabili e vitali.

La colpa di questo cambio di residenza

“forzato” è da imputare quasi

totalmente al genere umano che, con

i suoi spostamenti e con gli enormi

movimenti di derrate, materiali e

manufatti, in maniera più o meno

volontaria le diffonde in tutto il globo.

Ma la colpa è da imputare sempre

all’uomo? La risposta è “sì”.

Nel caso contrario, ovvero quando

una specie arriva autonomamente a

colonizzare un luogo diverso da quello

di origine, non si parla di specie aliena,

ma di una specie che, sfruttando ponti

naturali, espande progressivamente

il suo areale, conquistando nuovi

territori, magari per cercare maggiori

risorse alimentari o condizioni di vita

più favorevoli.

Ovviamente qualsiasi specie, animale

o vegetale impiega molti anni per

espandere naturalmente il proprio

areale di distribuzione, mentre con

l’aiuto dell’uomo tutto ciò può avvenire

in tempi molto ristretti.

Questo dimostra quindi che l’uomo,

con i suoi spostamenti e con la

movimentazione globale delle sue

merci è il principale, anzi il solo,

imputato in questo processo.

Dopo molti anni che parlo e scrivo

di questi temi posso dire che

l’osservazione che più spesso viene

mossa è quella di chiedere quale sia

l’impatto di queste specie sulla nostra

vita e sui nostri affari.

La risposta sarebbe articolata e

complessa perché articolate e

complesse sono le dinamiche che

legano queste specie ad importanti

danni sia sugli ecosistemi naturali che

sulla nostra vita sociale e produttiva.

Pensiamo solo che ogni nuova specie

invasiva che arriva su un territorio

mette potenzialmente a rischio la

sopravvivenza di altre originarie di

quel luogo.

Lo spunto per scrivere queste poche

parole è nato a seguito della lettura

del libro di Giampiero Sammuri,

Animali, uomini e Parchi, Pandion

Edizioni, 2023, dove l’autore racconta

la sua esperienza di naturalista

e amministratore di riserve e

parchi naturali e dove cerca di far

comprendere al lettore che proprio

gli ambienti naturali sono i primi

a risentire della presenza delle

specie aliene invasive. Questo già

annoso problema, amplificato e

favorito dal global-warming e dalla

rapida tropicalizzazione delle zone

temperate, è chiaramente destinato ad

aggravarsi, quindi, oggi più che mai c’è

bisogno di studiare ed adottare sistemi

di monitoraggio e contenimento

per impedire conseguenze ben più

drammatiche nei prossimi decenni.

58

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022


OUR ALIEN NEIGHBOURS

Why call them aliens? In reality, they are perfectly “normal”

animals and plants that have occupied this planet for

thousands of years. On the contrary, that is, when a species

independently arrives to colonise a place other than that of

origin, we do not speak of an alien species, but of a species

that, exploiting natural bridges, progressively expands its

range, conquering new territories perhaps to seek better

food resources or more favourable living conditions.

Obviously, any species, animal or vegetable, takes many

years to naturally expand its distribution range, while with

the help of man, this can happen in a very short time.

What impact do these species have on our lives and our

businesses? The answer is complex. It is certain that

natural environments are affected first. The problem is

amplified and favoured by global-warming and the rapid

tropicalisation of temperate zones. That is why it is essential

to adopt monitoring and containment systems to prevent

far more dramatic consequences in the coming decades.

Foto©FrancescoLascialfari

LIFESTYLE AND SPORT 59


foto ©FrancescoLascialfari

Le nostre

amiche erbe

-Federica Ferrini

Soprattutto le donne sono quelle che hanno trasmesso per generazioni i saperi

antichi, indispensabili per la cura e la nutrizione. Raccoglievano le piante spontanee

per farne cibo ma anche per ricavarne rimedi per le malattie, sia del corpo

che dell’ “anima”.

Il bagaglio culturale dei nosri avi oggi si chiama etnobotanica, quel campo di

studi interdisciplinare che coinvolge l'antropologia culturale, la botanica, la

linguistica e si occupa del modo in cui, nelle diverse società, le piante vengono

classificate. Studia inoltre i significati simbolici e metaforici che contraddistinguono

localmente il rapporto tra l'essere umano e il mondo vegetale.

Molti di noi amano avventurarsi per sentieri, boschi, monti e campagne, per

passeggiare, fare attività ricreativa o sportiva, per vivere a contatto con la natura,

ma non sempre entriamo in stretta relazione con il mondo vegetale. Gli antichi

abitanti delle isole, come in continente, dipendevano dalla terra per ogni esigenza

vitale: nutrirsi, scaldarsi, creare utensili o medicinali, guardavano con rispetto

e conoscevano benissimo ogni specie che incontravano sul loro cammino e come

usarla, perché, non bisogna mai dimenticarlo, le piante possono restituirci la

salute ma anche essere pericolose e mortali.

Per chi vuole avvicinarsi a questo mondo sono molte le passeggiate proposte

sulle Isole dell’Arcipelago , accompagnati da guide esperte. Sarà un’ esperienza

che arricchisce il nostro bagaglio culturale e il nostro benessere psico-fisico. Impareremo

a ristabilire un legame con l’ambiente naturale, iniziando dall'osservazione

attenta, usando il tatto per distinguerne le diverse caratteristiche e l’olfatto

per avere un ricordo sensoriale che ci aiuterà a riconoscerle.

Più che mai oggi stiamo riscoprendo l'importanza di tornare ad un rapporto più

profondo con l’habitat nel quale ci muoviamo, riscoprendo la connessione con

esso. Durante l'evoluzione i nostri antenati hanno dovuto affrontare le forze

ostili della natura selvaggia, affinare strumenti per non esserne sopraffatti, per

ricavarne insegnamenti. Le regole di apprendimento della biofilia e della biofobia

sono radicate ancora oggi nel nostro patrimonio genetico e hanno dato un

prezioso contributo nel migliorare l'efficienza umana nella ricerca delle risorse,

cibo, e di un riparo sicuro, rifugio.

OUR FRIENDS THE HERBS

It is mostly women who have passed

on the ancient knowledge for generations,

essential for care and nutrition.

They gathered wild plants as food but

also to make remedies for illnesses of

both the body and the “mind”.

Many of us love to venture along paths,

through woods and the countryside,

into the mountains, to walk for pleasure

or for sport, living in touch with nature.

However, we do not always have

a close relationship with the world of

plants. For those who would like to feel

closer to this world, there are many

walks on the islands of the Tuscan Archipelago,

led by expert guides. It will

be an experience to enrich our cultural

awareness and our psycho-physical

well-being.

During evolution, our ancestors had to

face the hostile forces of the wilderness,

had to refine tools to protect

themselves and to learn lessons from

it. The rules of biophilia and biophobia

are still rooted in our genetic heritage

and have made a valuable contribution

to improving human efficiency in the

search for resources, food, safe shelter

and refuge. The more we manage to

synchronise our rhythms of life with

those of the environment around us,

the greater our feeling of comfort and

contentment will be, but most of all,

we will be on the road to true sustainability.

Non dobbiamo mai dimenticare che il 97,5% del mondo vivente che ci circonda è

quello vegetale. Abbiamo trascorso all'incirca il 99,9% della nostra evoluzione a

stretto contatto con la Natura. La nostra fisiologia e psicologia sono ancora perfettamente

adattate ad essa, anche se sembra che lo stiamo dimenticando.

Più riusciremo a sincronizzare i nostri ritmi di vita con quelli dell’ambiente che

ci circonda, maggiore sarà la nostra sensazione di comfort e appagamento, ma

soprattutto saremo sulla strada della vera sostenibilità.

60 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


-Federica Ferrini

La notte magica

di San Giovanni

guida parco e biofila

Fuochi che squarciano la notte, riti dal sapore antico e propiziatorio,

sensi affinati dalla magia della natura nel pieno del

suo splendore. Forse nessuna notte dell’anno, come quella di

San Giovanni, è così speciale, simbolica e piena di speranza.

In tutta Europa, quella contadina, accanto alla celebrazione

liturgica della Natività di San Giovanni Battista il 24 giugno,

si sono sviluppate “feste” ricollegabili ai culti agrari e solari

di origine pagana, arrivate ai giorni nostri dall’epoca romana

quando il solstizio d'estate cadeva proprio in quel giorno e

segnava l'inizio della mietitura. Durante quella giornata di

mezz'estate, detta “ánsăra”, si accendevano fuochi nei cortili,

nei crocicchi, nei campi, bruciando erbe particolari tra cui il

timo, la ruta, la camomilla e la menta, i cui fumi densi e aromatici

erano apotropaici per i bambini e per i campi.

Così durante la notte fra il 23 e il 24 giugno, quella appunto

“magica” di San Giovanni, si eseguivano, e si eseguono, rituali

per richiamare la fortuna ed esaltare virtù curative, purificatrici

e protettrici. Il solstizio d’estate oggi cade il 21 giugno,

anche se la festa rimane il 24, considerato il giorno più lungo

dell’anno, quando la natura ha raggiunto l’apice del suo

vigore rigoglioso ma che segna anche l’inizio di una stagione

che può rivelarsi aspra e difficile: d’estate siccità, forti temporali

e malattie che possono rovinare i raccolti. L’acqua e le

erbe di San Giovanni, si credeva, potessero proteggere dalle

sciagure. E donare la bellezza alle giovani donne innamorate.

Perché allora non provare anche noi?

THE MAGIC NIGHT OF SAN GIOVANNI

Fires slice through the night air, ancient, propitiatory rites,

senses sharpened by the magic of nature in its full splendor.

Perhaps there is no night of the year quite so special as that of

San Giovanni (Saint John’s). Throughout rural Europe, alongside

celebrations for the Saint, “festivities” have developed

linked to agricultural and solar cults of pagan origin which

have reached us today from Roman times when the summer

solstice fell on that very day and marked the start of the

harvest. Fires were lit in courtyards, at crossroads, in fields,

burning specific herbs such as thyme, rue, chamomile and

mint. Even nowadays, rituals have remained in place to bring

good luck and to aid healing, purification and protection.

On the evening of the 23rd of June, prepare a bowl of water,

wild flowers and aromatic plants, gathered strictly after sunset:

hypericum, lavender, artemisia, mallow, leaves of mint,

rosemary and sage, you can add petals of cornflower, poppy,

rose or chamomile. The bowl should be kept outside overnight

so that it is enriched with the morning dew that symbolizes

the Moon. Use it the next day to wash your hands and face.

It is customary to hang bunches of herbs behind the kitchen

door to protect the house and its inhabitants. The fortunate

bouquet is made up of hypericum, artimesia, rue, mint, rosemary,

parsley, garlic, lavender all gathered after dusk on the

23rd of June then left outdoors overnight so that they absorb

the dew. It is left to dry and the following year it will be replaced

by a fresh one and burned in the fire with its properties of

purification and rebirth.

Acqua di San Giovanni

La sera del 23 giugno, si prepara una ciotola piena di acqua, fiori spontanei

e piante aromatiche raccolti rigorosamente dopo il tramonto: iperico,

lavanda, artemisia, malva, foglie di menta, rosmarino e salvia, a cui è

possibile aggiungere petali di fiordaliso, papavero, rosa o camomilla. La

ciotola va tenuta all’esterno tutta la notte, in modo che si arricchisca della

rugiada del mattino, che simboleggia la Luna. Usarla l’indomani per lavarsi

mani e viso.

Le erbe scacciaguai di San Giovanni

Un’altra usanza molto diffusa è quella di appendere mazzetti di erbe dietro

la porta delle cucina per proteggere la casa e i suoi abitanti. Il bouquet

propiziatorio si ottiene, cogliendo dopo il tramonto del 23 giugno, iperico,

artemisia, ruta, mentuccia, rosmarino, prezzemolo, aglio, lavanda, lasciandole

poi all’aperto per tutta la notte perché assorbano la rugiada benefica

del mattino. Verrà lasciato ad essiccare fino all’anno successivo in cui si

compirà nuovamente il rito propiziatorio. Il vecchio mazzetto verrà bruciato

durante i fuochi della notte del 23 giugno: il fuoco è infatti simbolo di

purificazione e rinascita.

ENVIRONMENT 61


Lo scrigno

delle preziose

antiche varietà

Biagio negli orti a Schiopparello

Āgostino Stefani,

Scuola Superiore S.Anna

di Studi Universitari e

di Perfezionamento di Pisa

Legate al territorio, al paesaggio, alle

pratiche etnobotaniche si trovano a

pieno titolo le vecchie cultivar d'interesse

agrario. L'elevata diversificazione

varietale sia dei fruttiferi, che

delle ortive operata nel tempo dagli

agricoltori, rispondeva ad esigenze

“alimentari” ed “economiche” della

vita quotidiana, alla necessità di selezionare

cultivar in grado di adattarsi a

specifici ambienti, resistenti alle condizioni

avverse del clima e agli agenti

patogeni, per ridurre al minimo i rischi

di mancato raccolto, e ancora, per ottenere

la destagionalizzazione dei consumi

tramite varietà a maturazione e

raccolta scalare sull'arco dell'anno. Ad

esesempio la Pesca Sanguigna che matura

a fine ottobre, il Fico di San Martino

che può produrre fichi a novembre

La ricchezza varietale descritta nei testi

del Gallesio (1817-1839) di P.A. Micheli o

attraverso i dipinti di Bartolomeo Bimbi

(Aa.Vv., 1982) deve far riflettere: per

guidarci verso strategie operative di recupero

e di valorizzazione di questo patrimonio

genetico che fortunatamente,

in parte, è ancora accessibile,

La salvaguardia delle tradizioni popolari

e la conservazione delle varietà

agrarie tipiche di un comprensorio va

recuperata con l’adozione di metodologie

che abbiano rigore scientifico:

ricerca bibliografica; individuazione dei

luoghi da visitare riperire informazioni

da agricoltori od ex agricoltori; compilare

schede pomologiche; prelievo

materiale vegetale per la loro propagazione-conservazione

in situ ed ex situ;

caratterizzazione molecolare; sviluppare

strategie operative di valorizzazione

delle varietà censite; Infine divulgazione

dei risultati.

Le indagini sull’isola d’Elba condotte

dai Laboratori Biolabs della Scuola

Superiore San’Anna di Pisa sono state

svolte in un ventennio finanziate dalla

62 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


foto ©PaoloCalcara

Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa,

dalla Regione Toscana con patner

territoriali: Comune di Rio nell’Elba;

Provincia di Livorno; Associazione Amici

dell’Eremo di Santa Caterina (Rio nell’Elba);

Parco Nazionale dell’Arcipelago

Toscano; APT (Agenzia per il Turismo

dell'Arcipelago Toscano); Aziende Agricole

La Lecciola (Rio nell’Elba); L’Amandolo

(Cavo, Rio nell’Elba) e Casa Marisa

(Schiopparello, Portoferraio).

Cucina, delegazione dell’Elba, che ha favorito il contatto con il mondo alberghiero

e della ristorazione, operando in sinergia con altri attori del settore enogastronomico:

fra tutti Alvaro Claudi, perché oltre a recuperare è fondamentale utilizzare

queste risorse della natura. Infine, non bisogna mai perdere di vista il valore della

ricerca, recuperando una ricca storia orale, delle tradizioni del recente passato

agricolo delle Isole dell’Arcipelago e una narrazione che ne esalti il valore in termini

culturali ma anche sociali ed economici. Una opportunità per quei giovani,

per quelle persone, e alcuni lo stanno già facendo, che vogliono fondare il loro futuro

sulle solide radici della tradizione contadina dell’Arcipelago.

A TREASURE OF ANCIENT VARIETIES

L’obiettivo primario è stato quello di

verificare cosa ancor oggi rimaneva

dell’agro-biodiversità che caratterizzava

l’economia rurale del passato.

Inoltre è stata posta attenzione all’individuazione

delle possibili strategie

per ridiffondere le antiche varietà sul

territorio di origine e di valorizzare le

loro potenziali ricadute applicative in

termini culturali, sociali ed economici.

Il patrimonio varietale dell’Arcipelago

Toscano recuperato, ad oggi, risulta

di 73 varietà di fruttiferi (peri, susini,

meli, agrumi) di cui 6 iscritte nel repertorio

della Regione Toscana (Pero

‘Angelica dell’Elba’; Fico ‘Nerucciolo;

Fico ‘Popone dell'Elba’; Pesco ‘Sanguigno

settembrino dell'Elba’; Pesco

‘Sanguigno ottobrino dell'Elba’; Pesco

‘'Spiccicaiolo dell'Elba’) e 13 varietà

ortive di cui 11 iscritte nel repertorio

Regionale toscano (Cavolo nero di

Patresi, Cipolla Ciatta Elba, Cipolla

di Patresi Elba, Cipolla della Zanca,

Fagiolino Jolly Campesi Elba, Fagiolo

del miracolo non scritto bianco Elba,

Fagiolo del miracolo scritto Elba, Pomodorino

d’Appiccà a grappolo giallo

tondo dell’Elba, Pomodorino d’Appiccà

a grappolo rosso allungato dell’Elba

Pomodorino d’Appiccà a grappolo

rosso tondo dell’Elba, Pomodoro a

grappolo rosso dell’Elba) e affidate

per la loro conservazione a 4 Agricoltori

Custodi nominati dalla Regione

Toscana.

Alto l’interesse della popolazione elbana

per il progetto, dai privati agli agricoltori,

dalle associazioni alle imprese,

dalle istituzioni alle scuole e al mondo

turistico. Importanti alcune collaborazioni:

Antonello Marchese per i contatti

con gli Agricoltori; Giulia Spada, agronoma,

che ha seguito nel tempo i rilievi

sulle varietà; l’Accademia Italiana della

The old cultivars are linked to the territory and the landscape, now forgotten

but of great cultural and economic value as precious exclusive products. In the

past, the many varieties responded to specific needs, to adapt to difficult soils,

to withstand adverse climate conditions and pathogens, to minimize the risk of

failed harvests, and again to have seasonal adjustments in consumption. The

“fruits” were intended for fresh consumption, cooking, drying, the production

of fermented beverages as well as fodder for livestock. Fortunately, this genetic

heritage is still partly accessible, protected by those attentive farmers linked to

the rural and agricultural traditions of the past, thanks to the work of the Scuola

Superiore Sant’Anna di Pisa with the backing of the Tuscany Region and the

National Park of the Tuscan Archipelago. On Elba, five “caretaker farmers” have

been identified and some Elban companies have adhered both to the production

and to the marketing of native varieties. Today, 73 fruit varieties, 13 vegetable

varieties and 1 cereal variety have been recovered. Research is fundamental,

through the recovery of a rich oral history, the traditions of the recent agricultural

past of the Islands of the Archipelago and a narrative that enhances the

cultural, social and economic values.

foto ©PaoloCalcara

ENVIRONMENT 63


Eduard Rüppell,

la battaglia di Jena

e l’Ilvaite elbana

Āndrea Dini

Al Senckenberg Naturmuseum, uno dei maggiori musei europei

di storia naturale, è conservato un esemplare di ilvaite

dell’Isola d’Elba. Uno di quegli esemplari con grandi cristalli

prismatici neri che hanno reso famosa l’isola e che furono

estratti nella prima metà del 1800. Un’icona della mineralogia

elbana. Per capire chi poteva averlo introdotto scopro

uno straordinario naturalista tedesco: Eduard

Rüppell (1794-1884).

A lui piaceva definirsi zoologo e mineralogista ma è stato

anche paleografo, geografo, archeologo, storico, astronomo,

numismatico e commerciante. Co-fondatore e finanziatore

della Senckenbergischen Naturforschenden Gesellschaft per

la quale condusse molte spedizioni in Africa. Era così famoso

da essere chiamato die Frankfurter Humboldt, per analogia

con il grandissimo esploratore berlinese Alexander von

Humboldt (1769-1859).

Tra il 1816 e il 1822, mentre studiava mineralogia all’Università

di Pavia, Eduard Rüppell visitò varie volte l’Isola d’Elba

alla ricerca degli esemplari con cristalli di ilvaite della scogliera

della Torre di Rio Marina. L’ilvaite è un bel minerale

– formula chimica CaFe3+Fe2+2(Si2O7)O(OH) - e, all’epoca,

era un minerale scoperto da poco tempo e quindi non ancora

rappresentato in molte collezioni mineralogiche museali.

Leggendo l’articolo pubblicato da Rüppell nel 1825 sulla

rivista Zeitschrift fur Mineralogie si evince immediatamente

una notevole acredine nei confronti dell’ingegnere minerario

francese Claude-Hugues Lelièvre che nel 1807 aveva

identificato questo minerale come specie nuova in campioni

raccolti all’Isola d’Elba. Rüppell a un certo punto scrive

che l’importanza di questa nuova specie “… fu ampiamente

riconosciuta, ma con grande fastidio degli appassionati delle

collezioni mineralogiche. Lelièvre usa il monopolio della sua

scoperta in un modo molto egoistico, negoziando ogni pezzetto

di questo minerale…”. Possibile che tutto questo livore

scaturisse da dei minerali venduti a prezzi troppo alti?

Foto ©AndreaDini

64 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Scogliera della Torre di Rio ©AndreaDini

In effetti il problema era un altro. Questioni diplomatiche

internazionali. I rapporti tra Germania e Francia non erano

mai stati ottimali e la disfatta, nella battaglia di Jena del

1806, delle truppe prussiane sconfitte da Napoleone non

aveva migliorato le cose. Lelièvre nel 1807 pensò bene

di dedicare il nuovo minerale da lui scoperto proprio a

quella battaglia. Inizialmente l’ilvaite si chiamò yénite. Ci

fu un’alzata di scudi degli scienziati tedeschi, e non solo,

quindi furono proposti due nomi alternativi: ilvaite (1811)

e lievrite (1816). Rimasero in uso i tre nomi ma alla fine

prevalse il nome ilvaite, dal nome latino dell’Elba.

Eduard Rüppell sbarcò all’Elba per la prima volta nel 1816.

Napoleone aveva lasciato l’Isola d’Elba un anno prima, e

scienziati e commercianti di minerali potevano venire

liberamente a procurarsi esemplari di ilvaite evitando

il monopolio di Lelièvre. In uno dei suoi viaggi Rüppell

riuscì ad acquistare una partita di esemplari per 400 lire

toscane, all’epoca, lo stipendio di un anno di un manovale.

È probabile che l’esemplare esposto al Senckenberg

Naturmuseum sia proprio uno di quelli.

Quante storie dietro ad un pezzo di roccia! La geodiversità

elbana ha attirato, fin dall’antichità, gli esseri umani

sull’isola. Li ha ammaliati con le geometrie e i colori dei

cristalli dei tanti minerali presenti. Minerali che poi sono

stati portati in tutti i musei del mondo e, ancora oggi,

possono raccontarci storie insolite come questa.

EDUARD RÜPPELL, DIE SCHLACHT VON JENA

UND ILVAIT VON ELBA

Das Senckenberg Naturmuseum in Frankfurt ist eines der

größten Naturkundemuseen Europas. Beim Besuch seiner

mineralogischen Sammlung fällt ein seltenes IIvait Exemplar

von der Insel Elba auf, ein Mineral mit großen schwarzen

prismatischen Kristallen, das die Insel berühmt gemacht hat

und das in der ersten Hälfte des 19. Jahrhunderts abgebaut

wurde. Eine Ikone der Mineralogie von Elba. So entdecke ich,

wer das Mineral in das Museum eingeführt hatte: ein außergewöhnlicher

deutscher Naturforscher, Eduard Rüppell

(1794-1884), vielseitiger Zoologe, Paläograph, Geo-graph,

Archäologe, Historiker, Astronom, Numismatiker und Kaufmann.

Zwischen 1816 und 1822 besuchte Eduard Rüppell,

während seines Studiums der Mineralogie an der Universität

von Pavia, mehrmals die Insel Elba mit einem ganz bestimmten

Zweck: um einige Exemplare, mit Ilvait- Kristallen, von

der Klippe des Turms von Rio Marinas, zu erhalten. Er kaufte

einige Exemplare für 400 toskanische Lire, das Jahresgehalt

eines Steinbrucharbeiters. Beim Lesen, des von Rüppell 1825

in der Zeitschrift für Mineralo-gie veröffentlichten Artikels,

wird eine beträchtliche Schärfe gegenüber dem französischen

Bergbauingenieur Claude Hugues Lelièvre, der das Mineral

1807 als neue "Spezies" identifiziert hatte, offensichtlich.

Warum diese Rivalität? Es war kein wissenschaftlicher Grund,

sondern mit den damaligen politischen Ereignissen zwischen

Frankreich und Deutschland, nach der Niederlage der

preußischen Truppen in der Schlacht von Jena (1806), durch

die von Napoleon angeführte französische Große Armee,

verbunden. Lelièvre (1807) entschied, das neue Mineral, das

er entdeckt hatte, dieser Schlacht zu widmen. Anfangs hieß

Ilvait “yénite” (Lelièvre änderte, aus Gründen der Aussprache,

auf Französisch den Anfangsbuchstaben „j“ in „y“). Es gab

einen Aufschrei von deutschen Wissenschaftlern und nicht

nur von Ihnen, gegen dieses ethisch fragwürdige Verhalten.

In kurzer Zeit wurden zwei alternative Namen vorgeschlagen:

“Ilvaite” (1811) und “Lievrite” (1816). Lange Zeit wurden die drei

Namen von Wissenschaftlern verwendet, aber am Ende setzte

sich der Name “Ilvaite” (vom lateinischen Namen der Insel

Elba) durch. Eduard Rüppell landete 1816 zum ersten Mal auf

Elba. Napoleon hatte die Insel im Jahr zuvor verlassen, und

der Wiener Kongress hatte die vornapoleonische Ordnung

wiederhergestellt: Damit war auch das Monopol der Lelièvres

auf den ilvaitischen Handel beendet. Sogar ein Mineral kann

von ungewöhnlichen Menschen und Tatsachen wie diesen,

erzählen. Elbas Geodiversität hat die Menschen seit der Antike

angezogen und Geschichten zu entdecken gibt es viele.

ENVIRONMENT 65


Sopra il cielo, sopra la nostra atmosfera,

non c’è nessun tetto a separarci da

quello Spazio per lo più sconosciuto.

Alzando gli occhi, in una notte stellata

ma anche in un pomeriggio terso e

luminoso, è facile rendersi conto che

al di fuori dell’esile strato d’aria che

circonda il nostro pianeta c’è un’immensità

che con la vista non riusciamo

a misurare. Lo Spazio è lì, poche decine

di chilometri dalle nostre teste, ed è

lì che circolano rocce grandi e piccole

che spesso impattano con la Terra ad

altissima velocità.

A pesca di meteoriti

nell’Arcipelago

Ḡiulio Colombo

©FrancescoLascialfari ©StefanoMuti

La sera del 4 gennaio 2020 leggevo

che poche ore prima, in un campo

della Pianura Padana, un signore che

passeggiava con la cagnolina aveva appena

trovato un meteorite. L’ingresso

in atmosfera dell’oggetto cosmico, una

brillantissima stella cadente avvistata

tre giorni prima, era stato registrato

da alcune camere appositamente

installate in varie zone del Nord Italia.

I complessi calcoli degli scienziati,

tracciando la traiettoria della meteora

da diverse prospettive, avevano

permesso di definire l’area di caduta

del “meteorite di Cavezzo”. Raccolto

è stato analizzato da diversi centri di

ricerca: gli studi sono pubblicati sulle

più prestigiose riviste del settore.

Nacque così l’idea di installare una di

quelle camere anche all’Isola d’Elba.

Quando proposi l’idea all’Associazione

Astrofili Elbani, di cui faccio parte,

l’entusiasmo fu altissimo. La strumentazione

scientifica, in sostanza una

webcam puntata verso il cielo notte

e giorno, sarebbe stata posizionata

presso il Forte Inglese. Nasce così,

nell’ ottobre 2021, il primo osservatorio

astronomico dell’Elba. La rete di

monitoraggio del cielo, che prende il

nome di Rete PRISMA, è il più importante

progetto di ricerca dei meteoriti

sul territorio nazionale e, osservando

in continuo, rileva in automatico le meteore

più luminose.

In diciotto mesi di ricerca sono 58 le

scie luminose riprese dalla camera elbana,

di cui almeno quattro hanno prodotto

frammenti di meteorite al suolo,

tutti caduti in mare e quindi irrecuperabili.

Si tratta di frammenti piccoli,

pochi centimetri per qualche decina di

grammi al massimo, ma l’informazione

scientifica che si portano dietro è di

66 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


una rilevanza sorprendente, soprattutto perché sulla Terra

non esistono rocce più antiche dei meteoriti.

Adesso, ogni mattina all’alba, controllo se la camera ha

"pescato" qualcosa. I desideri che gli appassionati di astronomia

associano alle stelle cadenti in fondo non sono altro

che la speranza che una di esse, ogni tanto, sia recuperabile.

Magari piccola, lontano dalle abitazioni, in mezzo a

un campo. Giusto per toccare e studiare qualche minerale

extraterrestre.

Mentre si alza il ponente - l’obiettivo si incrosta di salsedine

e le civette ci vanno a dormire sopra, con un poco scientifico

rito scaramantico - mi convinco che il grecale sia adatto alla

caduta delle meteore. Il pesce grosso lo prenderò domani.

FISHING FOR METEORITES IN THE ELBA SKIES

Space is a few tens of kilmetres above our heads and it is

there that large and small rocks circulate that often impact

with the Earth: meteorites. Their transit can be monitored.

In 2021, the Elba Astronomers Association, thanks to collaboration

with the PNAT (National Park) and the Municipality

of Portoferraio installed a webcam on Forte Falcone,

pointed to the sky night and day: it is the first astronomical

observatory on Elba and it is the most important research

project on Italian meteorites which is called PRISMA

Network. In eighteen months of research, there have been

58 light trails taken from the Elba camera of which at least

four have produced fragments of meteorite on the ground,

but all ended up in the sea. The hope is that one of these,

every now and then, is recoverable so that we can study it.

A sinistra: Cielo stellato a Pianosa

Sotto: Forte Inglese a Portoferraio

L’ASSOCIAZIONE ASTROFILI ELBANI

ELBA ASTRONOMERS ASSOCIATION

Attiva sul territorio dal 1998, collabora con gli Enti locali, con il PNAT, con

le scuole e con i privati, proponendo serate di osservazione con telescopi,

sessioni di lettura del cielo aperte al pubblico e conferenze. A ottobre

2021, grazie alla collaborazione con il PNAT e il Comune di Portoferraio,

l’Associazione ha installato, presso il Forte Inglese (Portoferraio), una

camera astronomica che studierà le meteore e i meteoriti nell’ambito

di un progetto nazionale di ricerca sostenuto dall’Istituto Nazionale di

Astrofisica (Progetto PRISMA).

L’obiettivo è quello di promuovere la divulgazione della scienza e rendere

l’astronomia accessibile a tutti, per sensibilizzare sui temi dell’inquinamento

luminoso, la tutela dell’ambiente e l’importanza della ricerca

scientifica come strumento di conoscenza. Tra i progetti futuri, l’Associazione

mira a realizzare un osservatorio astronomico sul territorio

elbano, per svolgere attività di divulgazione e ricerca scientifica atte alla

valorizzazione del territorio.

It has been active on Elba since 1998 and collaborates with organizations,

schools and citizens. It prepares observation evenings with telescopes,

sky reading sessions open to the public and conferences with the aim of

promoting the dissemination of science and making astronomy accessible

to everyone, raising awareness about light pollution, the protection

of the environment and the importance of scientific research as an

instrument of knowledge. During the summer, it is possible to follow the

calendar of events. For further information:

Email: astrofilielbani@tiscali.it

Facebook: Associazione Astrofili Elbani

Instagram: astrofilielbani

Ti piace l’astronomia e vuoi prendere parte alle attività degli astrofili

elbani? L’Associazione è alla ricerca di nuovi soci! Contattaci.

Email: astrofilielbani@tiscali.it

Facebook: Associazione Astrofili Elbani

Instagram: astrofilielbani

CALENDARIO 2023 ALL’ELBA

• 22 aprile ore 21:00 - Conferenza presso il Forte Inglese, Portoferraio

“La ricerca e la raccolta delle meteoriti” - Presentazione del Progetto Prisma e osservazione della volta stellata.

• 24 giugno ore 21:00 - Osservazione della Luna e del cielo estivo con telescopi

Centro di Educazione Ambientale di Lacona (Capoliveri) - evento dedicato ai bambini.

• 17 luglio ore 20:30 – Trekking al tramonto e osservazioni del cielo stellato dalla Fortezza del Volterraio.

• 04 agosto ore 21.00 - Osservazione del cielo estivo - Marciana Marina

• 08 agosto ore 21:00 - Osservazione della Luna e del cielo estivo con telescopi - Monte Perone - Marciana

• 16 agosto ore 21:00 - Osservazione del cielo estivo con telescopi - Rio nell’Elba, Aia di Cacio.

ENVIRONMENT 67


La “grande”

montagna elbana

-Pietro Pacciardi

Nella fiaba della Nivera. Monte Perone,

Isola d'Elba foto ©AdrianoLocci

Giorgio Faletti nel suo testamento artistico all’Isola d’Elba

la chiamava “La grande montagna”. Perché con i suoi 1.019

metri sul livello del mare è la più alta di tutte. La più alta

dell’Isola e la più alta della Provincia. Ricoperta dai boschi

e dai castagni, il verde lascia spazio alla roccia salendo in

quota. La catena montuosa del Monte Capanne è la prima

cosa che si vede guardando l’Elba da Livorno, dalla Corsica

o dall’Isola di Capraia. Spesso gli avventori estivi la dimenticano

e si perdono tanta meraviglia, forse non sanno che

da lassù si vede il mare a 360°. Gli isolani che nei secoli

passati hanno vissuto nei tanti paesi alle pendici del Monte

Capanne sono stati forgiati da questa presenza silenziosa

e tutt’oggi la montagna vive in ognuno dei suoi abitanti,

come un'isola nell’isola. Oggi l’Elba è considerata una meta

turistica di mare, ma c’è stato un tempo in cui quest’Isola

era molto altro, un tempo non così lontano, un tempo prima

di tutto questo. L’agricoltura è stata fino al secolo scorso il

centro della vita degli elbani ma ancor di più di chi viveva

in questa zona collinare e montana, per vivere serviva la

terra, non il mare. Guardando questi pendii non più tardi

di cento anni fa, la vista sarebbe stata totalmente diversa,

al primo impatto si sarebbero visti soltanto terrazzamenti

con vigne e orti fino sopra i quattrocento metri. Sul versante

settentrionale, con Poggio al fianco, Marciana, un borgo a

375 s.l.m., fungeva da capitale, centro economico, burocratico

e sociale. Un luogo speciale, e a dirlo non siamo noi,

ma Napoleone: “Grazie alla sua freschezza e alla sua acqua

Marciana rappresenta un luogo unico dell’Isola”.

68 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Sul versante meridionale Sant’Ilario e San Piero, altrettanto

antichi. I bambini “dalle campagne” camminavano sulle

pendici del monte anche per tre ore prima di raggiungere

la scuola, le strade che oggi percorrono la costa non

esistevano, la vita si sviluppava lassù, verso quelle cime. Poi

arrivavano la domenica e le feste comandate, dagli agglomerati

periferici s’indossava il vestito buono per raggiungere

le chiese dei paesi. La montagna era madre amorosa

ma anche severa. Eppure c’è chi giura che da queste parti si

respiri ancora la vera Elba, quella che non c’è più. In questi

luoghi possiamo perderci nelle piccole frazioni, osservare

tutto l’arcipelago intorno, camminare negli immensi boschi

di castagni, e trovare qualche orto che scandisce il ritmo del

tempo. La vita sul Capanne ha cambiato la chioma ma non

ha mutato le radici, il tempo qui scorre lento, quella lentezza

delle stagioni e della natura che conoscevamo ma che abbiamo

dimenticato. Qui non è solo il luogo per una vacanza

qualunque, qui si può riscoprire il verde, il silenzio, il buon

cibo a chilometro 0, l’ospitalità genuina.

Venendo qui si scopre con grande meraviglia che molti

anni fa eravamo felici, ma non lo sapevamo. Oggi la catena

montuosa elbana rappresenta un’unicità per l’Isola, per fare

sport in tutte le stagioni, luogo di meditazione, una terrazza

sull’Arcipelago, raggiungibile attraverso gli antichi sentieri

o con la suggestiva cabinovia che porta proprio in cima al

Capanne, da dove è possibile vedere tutta l’Isola.

La montagna, che fino al primo dopoguerra era strada

di comunicazione e sudore, oggi è un luogo da scoprire,

un collegamento fra mare e cielo. Poggio, Sant’Ilario, San

Piero, borghi antichi tutti da percorrere a piccoli passi. E poi

Marciana con le piccole frazioni aggrappate alle sue pendici:

un’Elba unica, quella interna, da non perdere.

ELBA’S “BIG” MOUNTAIN

The Monte Capanne mountain range is the first thing you

see looking across at Elba from Livorno, from Corsica or Capraia.

Covered by chestnut woods, as you climb higher, the

greenery gives way to rock. In past centuries, the islanders

living in the villages on the slopes of Monte Capanne were

forged by this silent presence and still today, the mountain

lives on in each of its inhabitants, like an island within the

island.

Elba is considered a marine tourist destination, but there

was a time when the island was much more, a time not so

far away, a time before all this. Until last century, agriculture

was the centre of Elban life but even more so for those who

lived in this hilly, mountainous area, they needed the land,

not the sea, to live. To the north, Poggio and Marciana, to

the south, San Piero and Sant’Ilario, these ancient villages

were born when the sea represented a danger and not just

a means of communication. There are those who swear

that in these parts, the real Elba is still breathing, the one

that is no more. In these places, we can lose ourselves in the

hamlets, observe the whole archipelago around us, walk

through the immense chestnut woods and find vegetable

gardens that mark the rhythm of time. Nowadays, the Elban

mountain range is distinctive for the island, to do sport in

every season, a place to meditate, a terrace on the Archipelago,

accessible along the ancient pathways or with the

picturesque cable-car that takes you right to the very top of

Capanne, from where you can view the whole island. Until

the end of the first post-war period, the mountain was a

route of communication and fatigue; today it is a place to

discover, a link between the sea and the sky.

ENVIRONMENT 69


Immaginate d’immergervi nella

natura della macchia mediterranea e

dei castagneti secolari in un giorno

d’estate, immaginate di sentire l’aria

fresca della montagna e l’odore del

mare, immaginate la quiete intorno

a voi e immaginate di essere all’Isola

d’Elba. Sembra impossibile, un sogno

irrealizzabile, invece è realtà. State

salendo sulla vetta del Monte Capanne,

a oltre mille metri sul livello del mare.

Per arrivare sulla sommità della montagna

esiste una funivia che con i suoi

sgargianti cestini gialli accompagna

gli avventurieri lassù, sulla terrazza

dell’Elba. In poco più di 15 minuti il

panorama è mozzafiato, il profilo

dell’isola emerge con chiarezza e tutto

l’Arcipelago Toscano si trova improvvisamente

ai vostri piedi.

Loc. Pozzatello 4, 57030 Marciana LI

Tel. +39 0565 901020

Email. set.cabinoviaelba@virgilio.it

Sito Web. www.cabinoviaelba.it

Ciò che impressiona non è soltanto il

panorama all’arrivo, ma tutto il tragitto

per la vetta. La funivia è composta

da cestini aperti, questo consente di

godere appieno del panorama, dei

suoni e dei profumi. Salendo, l'Isola si

apre agli occhi del visitatore come uno

scrigno. Perché dover scegliere fra la

vacanza al mare e quella in montagna?

L’Elba regala le due cose insieme.

E tutto questo è possibile grazie ad un

impianto che è ormai parte integrante

della montagna elbana. Quest’anno

infatti la funivia compie ben sessanta

anni! L’infrastruttura fu realizzata fra

il 1962 e il 1963: fu la svolta per i borghi

di Marciana e Poggio che da territori

agricoli iniziarono a coltivare la loro

vocazione turistica. In quegli anni

un gruppo di cittadini e imprenditori

elbani, capeggiati dall’ingegnere Benedetto

Provenzali, ebbero l’intuizione

di rendere la montagna un centro

turistico. Negli ultimi anni la cabinovia

è stata oggetto di una ristrutturazione

completa e per oltre sette mesi

l’anno accompagna quotidianamente

i visitatori sulla vetta dell’Isola: “Venire

all’Isola d’Elba e non recarsi sul Monte

Capanne è come andare a Parigi e non

salire sulla Tour Eiffel.

In alto: foto ©MassimoForti

Al centro: foto ©AlessandroTalini

Sopra a destra: foto ©PaoloCalcara

Sotto a destra: foto ©FrancescoLascialfari

70 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Il tetto dell'Elba

in Cabinovia

-

Pietro Pacciardi

THE ROOF OF ELBA

Over a thousand metres above sea

level, the peak of Monte Capanne

appears in the distance as you come

towards the Island of Elba.

To reach the summit of the mountain,

there is a cablecar that carries adventurers

up to the top in its open yellow

baskets, onto the terrace of Elba. The

impression is not only the panorama

on your arrival but all the journey up.

In a little over 15 minutes: it is breathtaking

with the profile of the island

clearly visible and the whole of the

Tuscan Archipelago suddenly beneath

your feet. Why have to choose between

holidays in the mountains or at the

sea? Elba offers both of these together.

All this is possible thanks to a structure

that is now an integral part of the

mountain. In fact, this year, the cablecar

is sixty years old! In recent years,

the so-called “basketway” has had

a complete renovation and for over

seven months of the year, it carries visitors

to the top of the island: “Coming

to the Island of Elba and not going up

Mount Capanne is like going to Paris

and not climbing up the Eiffel Tower”.

ENVIRONMENT 71


Borgo

del Poggio

prodotti tipici

Ḡ.L.

Se volete immaginare l’Elba com’era, non perdetevi Poggio,

sulle pendici del Monte Capanne. Là troverete un piccolo

gioiello gastronomico: il Borgo Del Poggio che ha mantenuto

intatto il sapore della cucina locale, dedicata alle specialità

di cinghiale e castagne, che rappresentano l'anima montana

dell'isola. Il bistrot del negozio, riparato da grandi ombrelloni,

è il posto ideale per assaggiare i piatti prelibati e genuini

preparati con maestria dal proprietario Mauro Mazzei e dai

suoi figli Sandro e Matteo. Tra le lavorazioni del cinghiale il

ragù e il patè sono imperdibili, così come lo spezzatino e la

pasta fatta con farina di castagne locali. Da assaggiare anche i

salumi, il cui sapore autentico conquista i palati più esigenti.

Il tutto va abbinato all'ottima birra di castagne fatta con acqua

della Fonte Napoleone o ai vini locali. Per offrire un'esperienza

ancora più ricca è stata aggiunta una piccola zona forno

con laboratorio: le pizze e le schiaccine farcite con salumi di

cinghiale sono speciali. Per concludere la propria shopping

experience, il negozio offre una ricca selezione di passiti e vini

elbani, dai profumi inebrianti. Il Borgo Del Poggio è una vera

e propria destinazione enogastronomica che vi conquisterà:

un'esperienza da vivere e da portare con sé, finita la vacanza,

per ricordare i sapori dell’Isola.

THE VILLAGE OF POGGIO

If you want to imagine Elba as it used to be, you must visit

Poggio on the slopes of Mount Capanne. There you will find

a small gastronomic gem; the village of Poggio has kept the

flavour of the local cuisine intact with the specialties of wild

boar and chestnuts. In the bistro of the store, you can taste

delicious, genuine dishes prepared by Mauro Mazzei, the

owner, and his children. You have to try the wild boar sauce

and the paté, as well as the stew, pasta made with chestnut

flour and salami, all matched with the excellent chestnut

beer that uses water from the Napoleon Spring, or the local

wines. They cook pizzas and filled schiaccine in the small

oven in the laboratory. The store has a rich selection of

Elba wines and sweet wines with inebriating aromas that

complete your shopping experience. Poggio is a real food

and wine destination that will win you over.

Borgo Del Poggio

Via della Fontanella, 13, 57030, Poggio LI

Tel: 0565 909028

Sito web: www.elbaintavola.com

Email: info@elbaintavola.com

foto ©FrancescoLascialfari

72


Arrivando in Piazza del Castagneto

nell'antico borgo di Poggio troverete il

Ristorante Publius.

Fondato nel 1970 da Publio Fontana il

locale è adesso gestito dai figli Emanuele

e Simonetta con professionalità

e passione.

Archi eleganti danno luce alla sala, i

cimeli storici alle pareti si abbinano alle

travi di castagno del soffitto mentre la

bella terrazza panoramica si apre sulla

suggestiva valle di Marciana Marina.

La specialità di Publius è la bistecca di

Angus toscano servita sulla “pietra ollare”

che ne mantiene la temperatura. La

carne è protagonista nei ravioli di cacao

ripieni al cinghiale ed è pregevole il

filetto di maialino cotto sottovuoto con

crema di topinambour e cipollotto. Il

pesce locale segue il ciclo delle stagioni:

i ravioli di stoccafisso e pinoli su crema

di patate e polvere d'oliva e la granfia di

polpo croccante sprigionano il sapore

del mare.

Emanuele consiglia i vini pregiati, locali

e nazionali, da abbinare ai piatti e grande

attenzione è riservata ai clienti con

intolleranze alimentari: i piatti gluten

free sono curati da Simonetta che,

essendo celiaca, ne garantisce la qualità

da più di venti anni.

La passione del fondatore per i vini

da collezione conservati nella cantina

di Publius viene condivisa durante le

numerose degustazioni.

La cucina, l'atmosfera unica ed il panorama

fanno del Ristorante Publius

il luogo perfetto per scoprire i sapori

dell'isola in modo autentico.

The Publius restaurant is located in

Piazza del Castagneto in the village of

Poggio. It was opened in 1970 by Publio

Fontana and is now run by his children,

Emanuele and Simonetta with enthusiasm

and professionalism.

Their specialty is the Tuscan Angus steak

served on a hotstone that holds the

temperature. The cocoa ravioli stuffed

with wild boar or the vacuum-cooked

pork tenderloin with creamed Jerusalem

artichoke and spring onions are

strongly recommended. The local fish

follows the cycle of the seasons: ravioli

Ristorante

Publius

G.L.

of stockfish and pine nuts on a bed of

creamed potatoes and dusting of olive

with a crispy octopus tentacle give you

the taste of the sea.

Emanuele will advise you on fine local

and national wines. They pay great attention

to customers with food intolerances:

Gluten free dishes are prepared

by Simonetta who, celiac herself, can

guarantee the quality.

The founder’s enthusiasm for collecting

the wine stored in Publius’ wine cellar is

shared during numerous tastings.

The cuisine, the unique atmosphere

and the panorama make Publius

restaurant the perfect place to discover

island flavours.

Ristorante Publius

Piazza del Castagneto, 11

57030, Poggio, LI

Tel: 0565 99208

Sito web: www.ristorantepublius.it

Email: info@ristorantepublius.it

Foto ©FrancescoLascialfari

ENVIRONMENT 73


Osteria del Noce

a Marciana

G.L.

Passeggiando nel dedalo di stradine of cobbled streets and arches of the

lastricate ed archi del borgo medievale

di Marciana, dominato dal monte nated by Monte Capanne, you come

medieval village of Marciana, domi-

Capanne, si trova l'Osteria del Noce, across the Osteria del Noce. With their

luogo perfetto per una sosta gastronomica.

Rispettando la tradizione e la are welcomed into a warm, convivial

love for tradition and local history, you

storia del territorio lo staff ti accoglie atmosphere to enjoy excellent local

in un clima caldo e conviviale per

dishes. The simplicity of the plates

gustare piatti locali eccellenti. La linea enhance every ingredient of sea

semplice della cucina esalta ogni ingrediente

di mare e di terra: pane, dolci

e pasta fatti in casa sono solo una delle

tante sorprendenti bontà che il locale

riserva assieme a selvaggina e pescato

di prima qualità. Il proprietario, Diego,

esperto nel consigliare gli abbinamenti

con i vini, guida i clienti nelle scelte dei

cibi con passione e gentilezza. I clienti

possono decidere di sostare nella sala

interna, dall'arredamento rustico che

comunica immediatamente un senso

di familiarità, o di fruire della meravigliosa

vista sulla vallata della “Marina”

dalla terrazza panoramica. Da ammirare

anche il bel giardino dove un tempo

troneggiava l'antichissimo albero

di noce che ha dato il nome al locale.

Una meta imperdibile che permette di

tornare indietro nel tempo e di assaporare

ottimo cibo immersi nella storia e

nei sapori di una volta.

While strolling through the maze

and land. Diego Pinna is an expert in

recommending wine pairings and he

guides customers in the choice of food

with enthusiasm and kindness. You

can choose to sit in the rustic dining

room or outside to enjoy the wonderful

view of the valley from the panoramic

terrace. The unique position takes

you back in time to sample good food

steeped in the history and tastes of the

past.

Osteria Del Noce

Via della Madonna, 14, 57030 Marciana LI

Tel: +39 0565 901284

Sito web: www.osteriadelnoce.com

74 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Pesca con Gusto

nella Terra

degli Etruschi

Āndrea Bartoli

Pesca e pescatori nella Terra degli Etruschi. Perchè proprio

nelle antiche tombe etrusche si ammirano gli affreschi con

immagini di pesca, come famosi sono i mosaici romani

che raffigurano le meravigliose specie che affollano il Mare

Nostrum. Le ville romane dell’Arcipelago rivelano grandi peschiere

e il garum era una salsa prelibata trasportata nelle

anfore lungo le coste di tutto l’Impero. Il pesce era fondamentale

nell’alimentazione degli antichi popoli e lo è sempre

stato, anche nelle economie più povere, come quelle

contadine delle isole toscane, dove la tonnina o le acciughe

sotto sale, ma anche polpi e totani e zeri e palamite integravano

la dieta ed oggi sono ingredienti prelibati della cucina

della tradizione.

Un mestiere che oltre a fornire cibo genuino, aiuta l’economia

turistica sia con il pescato locale che con la sua lavorazione

e conservazione, ma anche per le nuove forme di

pescaturismo e ittiturismo che ampliano le proposte di turismo

sostenibile con escursioni e accoglienza genuina.

Il rapporto con il mare è atavico, come misterioso e pieno di

fascino è considerato il rapporto dei pescatori con il “grande

blu". Personaggi mitici che sfidano quotidianamente un elemento

difficile, stabilendo un dialogo con se stessi e con la

natura, incessante e pieno di significati.

Un mestiere da salvare, e non basta la poesia. Ci vogliono

leggi, regole, azioni di sostegno, ma soprattutto capire quali

sono i problemi del settore. Dietro ai mercati colorati dove

gallinelle, scorfani e occhiate sono pronte a saltare nel piatto

c’è tanta esperienza e un lavoro duro, controlli, regole costi

e sacrifici. Si parla poco di questo settore e i non addetti ai

lavori non ne hanno la misura.

ENVIRONMENT 75


foto ©FrancescoLascialfari

L’inquinamento, le plastiche, le reti abbandonate, il cambiamento

climatico, la concorrenza di marinerie spregiudicate,

le aree protette e quelle precluse alla pesca per grandi opere

subacquee, tecniche di pesca che depredano invece di preservare

gli habitat naturali, le specie aliene, la distruzione

delle praterie di posidonia, sono solo alcuni dei temi che affliggono

il settore a mare. La mancanza o la delocalizzazione

delle banchine dedicate alla pesca, l’assenza di aree destinate

al conferimento dei rifiuti che i pescatori raccolgono a

tonnellate, i servizi e le strutture scarse per le operazioni a

terra, il caro carburanti, il rinnovo della flotta per garantire

migliori tecnologie e maggiore sicurezza sono l’altra faccia

a terra della stessa medaglia. Come fare? Se ne è parlato in

occasione della serie di convegni tenuti nei paesi marittimi

elbani grazie al progetto della Fondazione Isola d’Elba e della

Cooperativa San Leopoldo per conto della Cittadella della

Pesca di Viareggio e del Flag Costa degli Etruschi istituito

nell’ambito del programma FEAMP 2014-2020. A confronto

istituzioni ed enti pubblici dalla Toscana, Liguria, Veneto, pescatori,

cooperative e cittadini, esperti e mondo della scienza,

oltre a numerosi studenti. “Pescatori e agricoltori – è stato

chiaro il sottosegretario del Masaf, Patrizio La Pietra - non

hanno interesse ad esaurire le risorse ambientali. In Toscana,

come nel resto d'Italia, il compito delle istituzioni è di conciliare

le istanze economiche con quelle ambientali.” “Un mare

di valore e di qualità – ha aggiunto la vicepresidente della

Toscana, Stefania Saccardi - quello toscano, oltre il 50% del

mare Toscano è area tutelata, proprio per il rispetto che abbiamo

dell’ambiente e per le modalità della nostra attività di

pesca, che merita di essere premiato con maggiori risorse alla

categoria. Per questo i pescatori hanno pieno diritto di stare

ai tavoli non solo delle autorità che si occupano di gestione del

demanio e di programmazione portuale, ma anche a quelli

dell’ambiente.”

“Dobbiamo trovare il modo per far conoscere ai giovani le opportunità

offerte dal settore, - ha detto Alessandra Malfatti

della cittadella della pesca ripresa nell'intervento da Claudia

Fiaschi, Presidente di Confcooperative Toscana - difendendo

le nostre radici di pescatori e contadini ma facendole diventare

un’occasione di futuro, per favorire il ricambio generazionale.

Enti locali, governo, associazioni di categoria e mondo della

scuola, possono fare molto, anche all’Isola d’Elba, per attirare

i giovani verso la pesca, settori affascinanti per il contatto con

la natura che molti giovani vanno ricercando, ma anche faticoso,

che richiede una formazione mirata all’occupazione e

ad una giusta remunerazione”. All'Elba si potrebbe creare un

incubatore per le professioni del mare e della terra con corsi

di specializzazione post diploma o percorsi universitari.

76 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


A TASTE FOR FISHING: FISHING AND FISHERMEN IN THE

LAND OF THE ETRUSCANS

In ancient Etruscan tombs and Roman mosaics, you can

admire frescoes with pictures of fishing. Fish was fundamental

in the diet of ancient populations and it always has

been, even in the poorest economies like the peasant ones

of the Tuscan Islands. Nowadays, these dishes have become

delicacies in traditional cuisine. In addition to providing

genuine food, fishing helps the tourist economy with both

the local catch as well as its processing and conservation,

along with the new forms of fishing tourism. Behind the fish

on the table, there are many problems to solve and many

sacrifices to make. Both at sea and on land. Such as the fact

that there are no areas laid aside in the harbours to deal

with the plastic that the fishermen “catch” at sea. This has

been discussed by the Elba Foundation, the San Leopoldo

Cooperative, La Cittadella della Pesca and the FLAG Costa

degli Etruschi in a series of conferences held in the maritime

towns of Elba. “Fishermen and farmers - declared the

Ministerial representative - have no interest in depleting

environmental resources. In Tuscany as in the rest of Italy, the

task of the institutions is to reconcile economic and environmental

issues.” “We have to find a way to make young people

aware of the opportunities offered by the sector - said Andrea

Bartoli, one of the organizers - defending our roots as

fishermen and farmers but making them become an opportunity

for the future, to encourage generational change.”

foto ©AdrianoLocci

ENVIRONMENT 77


Tonnare

e Tonnarotti

Massimiliano Burelli

Dopo la raccolta delI’uva e la produzione di vino, la pesca del

tonno è stata una delle più importanti risorse degli abitanti

dell’Isola. I pescatori che lavoravano alla tonnara, nei mesi

di inattività tendenzialmente erano dediti alla coltivazione

del loro orticello e della vigna. Questo spiega il numero esiguo

di pescatori locali professionisti e, di rimando, la presenza

di pescatori meridionali che ormai da più di tre secoli

esercitano l’attività della pesca.

La Tonnara era costituita da un sistema di attrezzature

per la pesca, da montare in determinati periodi della costa

(tonnara a mare) ed un sito a terra chiamato Marfaraggio

destinato alla lavorazione e conservazione del pescato e al

rimessaggio delle attrezzature. La dimensione e lo sviluppo

dello stabilimento a terra era direttamente proporzionale al

successo dell’attività a mare. Da aprile a luglio la Tonnara

si trasformava in una vera “cittadina” dove avveniva la vita

lavorativa e sociale dei “tonnarotti” con gli uomini che erano

occupati nella mattanza e, in momenti diversi, al montaggio

e smontaggio delle reti, con le donne che invece erano addette

alla lavorazione e inscatolamento del tonno. Un gran

numero di uomini rimaneva a dormire nel Marfaraggio in

baracche dormitori di fortuna dove “si stava stretti come

sardine dove ci si lavava nelle pile trasformate in docce, per

togliersi di dosso il sangue del tonno, mischiato al sudore”.

Le donne invece tornavano a casa, tante arrivano via mare

con le loro barchette da varie località, quali il Forno ed il Viticcio.

La mattanza rappresentava un momento crudele che

richiamava spettatori da tutta l'isola. Era tradizione prima

della mattanza fare una messa come rito propiziatorio per

una buona pesca.

78 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


su dei graticci per essere posati su lunghi tavoli insieme alle

scatole da riempire con l’olio. Terminato l’inscatolamento le

latte venivano chiuse e poi sterilizzate. Il tonno cotto, che in

un primo momento era stato scartato, veniva acquistato da

venditori di prodotti ittici per essere venduto al mercato di

Portoferraio. Del tonno non si buttava niente, le ossa (testa

e spina dorsale) venivano bollite e messe a decantare in vasche

per ottenere olio, ottimo cicatrizzante e fertilizzante.

Oltre alle baracche, il Marfaraggio costituiva I’edificio

principale (l’Arsenale) con i magazzini per le reti, ricoveri

per barche, il forno per cuocere il pane, le varie caldaie, la

ciminiera e gli annessi, con altre architetture, creando così

diversi spazi. Un locale era destinato ad abitazione dell’addetto

alla direzione, un altro conteneva il sale che ogni mattina

veniva aperto dall’economo contabile che ne controllava

le quantità, perché al tempo era monopolio di stato. Il

lavoro veniva suddiviso in maniera precisa: chi squartava il

tonno per togliere “il latte, le uova e farne bottarga”, poi c’era

l’esperto tagliatore che veniva generalmente da Genova,

che tagliava il tonno su una grossa trave in legno. I pezzi

venivano messi a bollire in apposite caldaie e poi adagiati

Dagli anni ‘30 fino al 1959 in cui fu dismessa l’ultima tonnara,

venne introdotta l’usanza di dividere il ricavato della

vendita delle interiora del tonno tra i tonnarotti. Le bottarghe

vennero divise tra la proprietà. La divisione delle bottarghe

può considerarsi come una vera e propria cerimonia

di fine stagione. I tonnarotti si disponevano in circolo ed

ognuno esprimeva con le dita un numero, la somma totale

contata dal punto chiave (il Rais) determinava il vincitore

che iniziava a scegliersi la parte preferita. Cosi continuava

fino ad esaurimento del prodotto tra risate e bevute di buon

vino. In base alla pesca venivano dati dei premi che spesso

consistevano in una “giaretta” di tonnina ed una scatola di

tonno di 2 kg e mezzo. Inoltre, ad ogni mattanza veniva regalato

un tonno all’Ospedale e all’asilo dei Vecchi. Al mercato

di Portoferraio il tonno di prima mattanza veniva venduto

allo stesso prezzo degli zeri affinchè tutta la popolazione ne

beneficiasse.

TUNA FISHING AND FISHERMEN

Tuna fishing was an important activity and many tonnarotti,

the committed tuna fishermen, came up from Sicily to

work because the Elbans concentrated mainly on agriculture.

The tuna traps at sea were set up at certain times of the

year while in the large structure on land, called the Marfaraggio,

the tools and the boats were stored and the processing

and conservation of tuna was entrusted to the women.

From April to July, the whole area became a town with women

arriving by boat from nearby villages while the men

lived in the building where spaces were created for baking

bread, for boiling the tuna and for saving the containers for

the big nets. The salt was controlled by the accountant because

it was monopolized by the state.

Everyone had a specific task, who divided the tuna to obtain

the precious roe for the bottarga, who cut the pieces for boiling,

the women who put them into the cans with the oil that

then had to be sterilized. Nothing was thrown away, the bones

and the heads were boiled to obtain a healing oil and a

fertilizer, the less valuable parts were salted. For each slaughter,

a tuna was given to the hospital and the old people’s

home. At the market in Portoferraio, the tuna from the first

slaughter was sold at the same price as zeros, a very poor

fish, so that the whole population would benefit from it. The

community’s spirit of solidarity was still very strong.

ENVIRONMENT 79


Reperti etnografici

dall'Antropocene

Produzioni

naturalculturali

dal Mediterraneo

-Silvia Lelli

Capita, passeggiando lungo le coste dell’Isola, soprattutto

nei luoghi non addomesticati dal turismo, di trovare oggetti

inconsueti, portati dal mare. Li raccogliamo, a volte, curiosi e

inquieti: stonano fra tanta bellezza rivelando le condizioni reali

del pianeta. Si tratta di reperti etnografici che dicono molto sulla

nostra cultura: oggetti ibridi, frammenti, aggregati di materie

organiche e inorganiche, che chiedono attenzione. È la lezione

del mare e dei suoi abitanti agli umani, che ci restituisce ciò che

non vogliamo vedere, che abbiamo ‘rifiutato’ - trasformato in

rifiuti, una volta usati. Con la loro presenza ci ricordano che non

sono eliminabili. Mostrano l'interazione imprevista tra attività

umane e non-umane, tra ambiente umano e naturale, i collegamenti

tra biologia, chimica, produzione, economia, consumismo,

politiche, stili di vita.

Nasce così l’dea della mostra Reperti Etnografici dall'Antropocene,

fra denuncia e stupore. L’approccio artistico-scientifico

avvicina ad un problema che non sempre vogliamo affrontare,

quello dell’inquinamento e dei rifiuti, stimolando la consapevolezza

e il coinvolgimento verso nuove forme di coesistenza tra

esseri viventi, tra umani e ciò che chiamiamo natura. Osservare

da vicino, attraverso il linguaggio materiale dell'arte, questi inattesi

oggetti natural-culturali, forme impreviste di collaborazione

tra artefici umani e non-umani, elaborate da altre creature

viventi, apre una coscienza nuova sull’interazione natura-cultura,

di cui oggi, nell’Era dell’Antropocene, abbiamo ancora una

visione molto parziale, negativa e non costruttiva. L'operazione

ecologico-antropologica mostra i limiti dell’attuale relazione tra

oggetti e mondo vivente.

Frutto di una ricerca pratica – la pulizia delle spiagge – e intellettuale,

l’esposizione rende visibili elementi ‘invisibilizzati', mostra

la loro trasformazione, lasciando che essi stessi raccontino

l’intreccio tra la loro e la storia umana, mostrando la deriva culturale

intrapresa dall’umanità non solo a suo rischio e pericolo,

ma anche delle specie senza le quali sarebbe impossibile vivere.

Gli oggetti esposti a noi, noi esposti agli oggetti, osserviamo

da vicino i tentativi degli organismi viventi di trasformare e

riappropriarsi di materiali industriali ormai 'inutili'. È un'estetica

che sorprende ma è del tutto reale, che permette di vedere e

pensare nuove interazionI e invita a una seria raccolta differenziata

dalla quale possiamo trarre addirittura ricchezza.

La mostra, diversamente da altre operazioni artistiche, è realizzata

senza ulteriori interventi inquinanti. È un percorso verso

una nuova visione che non vede natura e cultura come opposti

ma in collaborazione. Un messaggio ecologista concreto che

suggerisce riflessioni e azioni per costruire nuove conoscenze,

nuovi stili di vita e nuove pratiche di interazione con tutto il

vivente che non siano di sfruttamento distruttivo.

ETHNOGRAPHIC FINDS FROM THE ANTHROPOCENE

It happens, walking along the coasts of the island, to find weird

objects brought there by the sea. They clash among so much

beauty, revealing the real, often hidden, conditions of the planet.

Hybrid aggregates of organic (natural) and inorganic (cultural)

materials, they are considered as ethnographic finds that say a

lot about our culture. They actually are artifacts created by the

unforeseen interaction between human and non-human agencies:

things that we don’t want any longer see or know about,

were elaborated by natural living beings and sent back, reminding

to us that they cannot be eliminated nor forgot. The exhibit

Ethnographic Finds from the Anthropocene was created from

this collection by the anthropologist Silvia Lelli. The objects are

exposed as artworks, but the artist is not a human one. To observe

closely these natural-cultural materials, their unguessable

compositions, their transgressive unexpected aesthetics is an

intriguing, stimulating experience, a sensitive artistic-scientific

approach that induces new consciousness for understanding

the eco-illogical situation in the present Anthropocene Age, and

new thinking of new possible life styles, new interactions, new

vital forms of consumerism and production. The exhibition is

realized without any polluting interventions.

Foto ©GiuseppeD'Addino

80 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Delfini Guardiani dell’Isola

Silvestro Mellini

Tredici anni, otto edizioni alle Eolie e alle Egadi, sette a

Pantelleria, cinque all’Isola d’Elba, trentaquattro scuole

coinvolte con decine di classi, migliaia gli studenti che hanno

partecipato a “Delfini Guardiani dell’Isola”, il progetto di

Marevivo rivolto ai bambini per educarli alla conoscenza del

proprio territorio, delle risorse ambientali, della loro importanza

e della necessità di proteggerle e utilizzarle in modo

durevole. Tutte le iniziative sono finalizzate a sensibilizzare

i ragazzi alla scoperta di possibili alternative allo stile di vita

odierno e, di conseguenza, a convertire le proprie abitudini

in un’ottica di sostenibilità. A Lipari, Salina, Vulcano,

Stromboli, Panarea, Alicudi, Filicudi, Favignana, Marettimo,

Pantelleria, a Milazzo oltre che all’Elba gli operatori Marevivo,

insieme agli insegnanti, hanno organizzato escursioni

didattiche per capire cause ed effetti dell’inquinamento

oltre a laboratori a cielo aperto e in classe per individuare

le risorse naturali indispensabili alla vita. Riconoscere e catalogare

le specie animali e vegetali, osservare e comprendere

l’importanza della biodiversità è il primo passo per rispettare

e tutelare l’insostituibile patrimonio naturale delle

isole. Oltre al prezioso contributo della MSC Foundation, che

sin dalla prima edizione lo ha sostenuto, il progetto all’Isola

d’Elba vanta la collaborazione del Parco Nazionale dell’Arcipelago

Toscano che supporta le attività didattiche, contribuendo

a diffondere il valore e il ruolo del Parco nella tutela

dell’ambiente naturale e della cultura dell’Arcipelago.

Ad oggi, in tutte le isole minori italiane, sono stati coinvolti

oltre 15mila alunni con i loro docenti e le famiglie, alunni

che al termine del percorso si sono diplomati “Delfini

Guardiani dell’Isola”, vere e proprie sentinelle a difesa del

territorio, dell’ambiente e del mare.

“Stiamo crescendo una nuova generazione di giovani donne

e uomini – ha dichiarato la Presidente di Marevivo, Rosalba

Giugni - che già adesso stanno influenzando le scelte “sostenibili

dei propri territori”.

GUARDIAN DOLPHINS

“Dolphins, Guardians of the Island” is a Marevivo project

aimed at children to educate them about their territory,

environmental resources, the importance and the need to

protect and use them in a lasting way.

On the islands of Lipari, Salina, Vulcano, Stromboli, Panarea,

Alicudi, Filicudi, Favignana, Marettimo, Pantelleria, Milazzo

and on Elba, in collaboration with the teachers, the Marevivo

team have organized educational school trips to understand

the cause and effects of pollution as well as open-air

and classroom workshops.

To date, more than 15 thousand students have been involved

with their teachers and families, students who, at the end

of the course, have become real guardians to defend their

territory , the environment and the sea.

“We are educating a new generation of men and women

- declared the President of Marevivo, Rosalba Giugni - that

are already influencing the “sustainable” choices of their

own territories”.

The project is supported, among others, by the MSC Foundation

and the National Park of the Tuscan Archipelago.

ENVIRONMENT 81


Finchè c’è mare c’è vita

-Patrizia Lupi

Carlo Gasparri è rimasto quel ragazzo “portoferajese” cresciuto

“a mollo” in quel mare elbano di tutti i colori che basta

un tramonto per tingerlo di rame, oro, viola o carminio.

Lo Scoglietto che spunta dal mare come punta di freccia,

l’inespugnabile Darsena medicea, le Fortezze antiche “agguantate”

alla roccia, le spiagge “luccicose” di quarzi e piriti,

il ragliare e il passo cadenzato degli asini pazienti, il sapore

generoso del mosto, sono stati il suo bagaglio, insostituibile,

in ogni paese del mondo che ha visitato. Ha conosciuto

mille porti dove coltivare il desiderio di partire. Perché

questa è l’isolitudine di chi vuole scappare, anche se il suo

destino alla fine è tornare. E di porti, di mondo, Carlo, ne ha

girato parecchio, sicuramente ha girato tutto quello sommerso.

Ma il suo Tirreno è stato sempre il mare più bello

perché è qui che ha respirato salsedine e squame, ferro e

granito, terra e libeccio.

Ha frugato ovunque, nell’universo blu, cercando tesori, storie

sottomarine, creature leggendarie, scoprendo sempre

nuove meraviglie, perché il mare è come la vita, non smette

mai di stupire. Lo ami anche quando ti fa paura, perchè ti

chiama, come fluida sirena, magica culla primordiale, dove

andare alla deriva, mossi solamente dall’inconscio, dove il

corpo riconosce la sua componente liquida, quella dove ha

avuto origine la vita.

82 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


capito, trattato con reverenza, difeso, mostrato nella sua

incommensurabile bellezza, guardato con occhi limpidi di

ragazzo. Oggi lo fa come responsabile della commissione

ambiente della Fondazione Isola d’Elba.

Subacqueo quando i subacquei erano un manipolo di eroi,

è stato pescatore eccellente, corallaro ed abile artigiano,

vittorioso campione di gare sportive, per lasciare il fucile e

l’arpione, quando ha provato pietà per gli occhi sgranati dei

suoi avversari marini. Allora ha imbracciato la macchina da

presa, o quella fotografica per trasformarsi in giornalista,

regista, attore, cineoperatore, fotografo, corrispondente

radiotelevisivo.

Cinque volte campione italiano, tre europeo, uno mondiale,

ha avuto mille riconoscimenti. Solo per citarne uno: ha

ricevuto la prima medaglia d’oro del CONI per valore atletico

assegnata ad un atleta elbano. Centinaia di pagine di

giornali, documentari, trasmissioni televisive, lo ritraggono

durante la sua carriera che dura da oltre mezzo secolo, con

lo stesso piglio che “sciorina” oggi, ad ottant’anni passati

già da un po’, raccontandoti con memoria ferrea le sue

avventure e continuando a scandagliare mare e terra

perché oggi la sua missione è l’ambiente ed in particolare

quello della sua amata isola, quella che non ha mai tradito.

La racconta, con immagine del passato o di qualche giorno

fa, instancabile, inesauribile, sempre sulle barricate.

Perché l’ambiente, per amarlo e difenderlo, va conosciuto,

Il suo archivio storico documentario è senza uguali, traccia

un percorso di vita inimitabile, mostra una competenza

fatta giorno dopo giorno sul campo, anzi sull’onda. Carlo è

un personaggio dai mille volti, scomodo e spigoloso a volte,

ma generoso di racconti e insegnamenti, come generosi

sono coloro che hanno riempito di bellezza e passione

i serbatoi della fiducia e della speranza, per attingerne

nei momenti più difficili. Sono certa che, a guardar bene,

magari cercando delfini o tartarughe, i nostri nipoti lo

vedranno emergere, in qualsiasi stagione, da quel regno

liquido dove il suo amico Poseidone gli ha lasciato un posto,

fra polpi e gorgonie.

WHILE THERE IS SEA, THERE IS LIFE

Carlo Gasparri is still the youngster from Portoferraio who

grew up ‘soaking’ in that Elban sea of every colour that just needs

a sunset to turn them into copper, gold, purple or carmine

red. An experienced diver of international fame, he has explored

the seas of the whole world. His Tyrrhenian Sea has always

been the most beautiful because it is here that he breathed salt

air and fish scales, iron and granite, earth and libeccio wind.

He has rummaged everywhere in the blue universe, searching

for treasures, underwater stories, legendary creatures, always

discovering new wonders because the sea is like life, it never

ceases to amaze. He was a diver when divers were a handful of

heroes, he was an excellent fisherman, diving for coral too, a

skilled craftsman, a victorious champion of sporting competitions.

He then left the rifle and the harpoon and picked up the

camera, so, as a passionate naturalist, he took up photography

to become a journalist, director, actor, cameraman, radio and

television correspondent collecting precious images.

Five times Italian Champion, three times European and one

World title for Diving, he has won a thousand awards. Today

his mission is the environment and in particular, that of his

beloved island: he is responsible for the environment for the

Island of Elba Foundation.

Carlo is now well over eighty but is generous in his stories and

his teachings, with a wealth of experience and an unequalled

archive of documents of our seas. I am convinced that his

friend Poseidon is still waiting for him, among gorgonians and

octopus, in that wonderful primordial liquid world.

ENVIRONMENT 83


The Kind of Blue

Patrizia Lupi

“Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i

mari e le risorse marine”. Questo l’obiettivo 14 dell’Agenda

2030 dell’ONU per contrastare un fenomeno allarmante:

ogni anno il 93% degli oltre 300 milioni di tonnellate di

rifiuti in plastica prodotti finisce nelle discariche e negli

oceani. La conseguenza è già visibile e porta alla rIduzione

della fauna marina e alla perdita della biodiversità. Se ne è

parlato in occasione dei convegni Pesca con Gusto organizzati

nei cinque paesi costieri dell’Elba focalizzando gli interventi

sui danni che le reti da pesca abbandonate creano

all’habitat marino. Un grosso contributo può essere dato dai

pescatori che potranno conferire le plastiche che raccolgono

abitualmente durante le loro battute, in apposite isole

ecologiche che dovrebbero essere realizzate negli approdi

pescherecci.

Ma una risposta al grido d’allarme è anche quella dell’arte

che utilizza le plastiche per creare opere che regalano alle

persone un messaggio di trasformazione e bellezza. Nasce

così Talent Art, da un’idea di Raul Orvieto e Loredana

Trestin, per sostenere gli artisti emergenti: portando l’arte

contemporanea fuori dalle cornici tradizionali attraverso

collaborazioni con brand e istituzioni, eventi pubblici, arte

experience digitali o live. Raul è conosciuto come l’artista

della sostenibilità: per lui l’Arte è al servizio dell’ambiente.

Artista wildlife “Signature member” della Society of Animal

Artists americana ha vinto numerosi premi e riconoscimenti

internazionali. Loredana Trestin è un’art-manager

che crede che l’arte e la ceatività siano al centro dei processi

di cambiamento in una realtà che si trasforma continuamente

per arrivare ad uno sviluppo umano e sociale equilibrato.

Tutto è iniziato con una clean up nel litorale di Viareggio,

sostenuta dalla Sede di Rappresentanza del Parlamento

Europeo in Italia per ripulire le spiagge e il litorale da rifiuti

e plastiche. Un’azione da ripetere anche nei territori fragili

delle Isole dell’Arcipelago. Il secondo passo è la creazione

con reti da pesca, funi e galleggianti di una installazione

come azione di denuncia contro le gost nets. Si chiamerà

“The Monster from the Abissy 2”, un polpo gigante alto tre

metri, a simboleggiare le subdole trappole mortali che giacciono

sui nostri fondali, che verrà esposto davanti al Galata

Museo del Mare di Genova. L’opera sarà candidata al Wildlife

Artist of the Year, il più prestigioso concorso internazionale

di arte Wildlife promosso da 15 anni dalla prestigiosa

Fondazione inglese David Shepherd in collaborazione con

il BBC Wildlife Magazine e a cui si iscrivono ogni anno circa

1600 artisti da 70 di paesi del mondo. Sta nascendo una

Community per dare voce al progetto e raccogliere le risorse

per realizzare un’opera collettiva: The Kind of Blue.

The Kind of Blue sarà una coppia di squali del Mediterraneo

conosciuti come Blue shark, una specie in via di estinzione

in tutto il mondo e oggetto di caccia indiscriminata per l’ottenimento

delle pinne per uso alimentare nei paesi asiatici.

Attualmente la Comunità Europea ha in atto una campagna

contro il “finning” degli squali e l’opera vuole proprio essere

un grido collettivo di “cambiamento”.

84 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


THE KIND OF BLUE

Against the pollution of plastics that mostly end up in the

sea, artists are giving their contribution with initiatives like

that of Raul Orvieto and Loredana Trestin who, through

Talent ARrt, a project to support emerging artists, have

launched The Kind of Blue. It all started with a clean up

on the coast of Viareggio backed by the Headquarters of

the European Parliament in Italy to clear the beaches and

the coastline of wastes and plastics. The action is to be

repeated also in the fragile territories of the Islands

of the Archipelago. The second step is to make an

installation with fishing nets, ropes and floats as a

condemnation against ghost nets. It will be called

“The Monster from the Abissy 2”, a giant octopus,

three meters high, symbolizing the devious deadly

traps that lie on our seabed and it will be exhibited

in front of the Galata Museum of the Sea in Genoa. The

work will be nominated for the Wildlife Artist of the Year,

the most prestigious International Wildlife Art Competition

for 15 years, promoted by the David Shepherd Foundation in

collaboration with the BBC Wildlife Magazine where about

1600 artists enroll every year from 70 countries worldwide.

The Kind of Blue

Opera iscritta al David Shepherd/BBC Wildlife Magazine Wildlife artist of the year 2023

esposto attualmente presso Esperienza Europa David Sassoli del Parlamento Europeo

Il mostro degli abissi (ma chi è il vero mostro?)

Opera iscritta al David Shepherd /BBC Wildlife Magazine Wildlife artist del 2023

Opera esposta attualmente presso Esperienza Europa David Sassoli del Parlamento

Europeo a Roma

Lightness

Opera premiata Altamente lodata al David Shepherd BBC Wildlife Magazine Artista

della fauna selvatica dell'anno 2021 vincitrice del campionato nazionale americano

della gilda di intagliatori di pesci.


Ittiturismo La Rosa dei Venti

Elvira Arnaldi

Dalle Solane al mare il passo è breve. Paola, bambina, ha

mosso i primi passi in campagna sotto Monte Castello, poco

lontano dalla fortezza d’altura etrusca, fra boschi e muretti

a secco, dove è cresciuta entrando in confidenza con quella

natura rigogliosa. Nonna Zaira la sua maestra. Marco Greco

è nato davanti al mare a Campo, non lontana la “zaccalena”

del babbo Piero, detto Piccicocci. Nonno Scipione, detto Settecapi,

invece andava a bianchetti e nasse. Sei generazioni di

pescatori da quando il trisavolo pozzolano, aveva ottenuto la

prima licenza di pesca nel 1901.

Paola e Marco sono le due anime dello stesso scoglio, il mare

e la terra. Da giovani sposi hanno “campato” la famiglia, cresciuto

i due figli Jessica e Gabriele, comprato barche sempre

più grandi, perché chi vive in mare, di fronte al mare, è abituato

a orizzonti larghi e i sogni vanno oltre quella linea.

Un po’ per caso e un po’ per passione nasce la Rosa dei Venti.

Semplicemente mettendo insieme necessità e saperi: l’abilità

in cucina di Paola e il mestiere di pescatore del marito.

Paola anticipa la normativa sull’Ittiturismo aprendo nella

sua bella casa di campagna ad un’attività di ristorazione. Gli

ingredienti non mancano: il pesce è quello che Marco porta

a casa, frutta e verdura sono lì nell’orto, le erbe spontanee

della macchia mediterranea profumano l’aria, a portata di

mano. Il menù nasce dalla fantasia e dal pescato del giorno.

Nel piatto anche i prodotti che Paola prepara in inverno: dalla

tonnina salata trattata nelle giarette alla vecchia maniera,

ai sottoli con bottarga, tonno, polpa o uova di pesce spada.

Ed ancora la bresaola di tonno con il profumo del mirto,

nepitella, rosmarino appena raccolti. Dall’antipasto al dolce,

tutto è fatto in casa. Come l’aleatico prodotto nella vecchia

vigna di famiglia. Da provare, le cotolette di pesce spada, di

cui sono ghiotti anche i bambini più esigenti, o le pennette

con uova di pesce spada, zucchine e fiori di zucca, i carpacci

di tonno e di pesce spada, i crostacei su ordinazione, come

la mitica aragosta al forno.

Oggi, salendo per via dei Forcioni, in Via del Brumaio, dal

martedì alla domenica, solo a cena, sotto una rigogliosa

Foto ©FrancescoLascialfari

86

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


pergola d’uva, dodici tavoli e il sorriso della famiglia Greco

vi accolgono in un home restaurant, per un’esperienza davvero

genuina. Un angolo del prato è riservato ai bambini. Il

rispetto per l’ambiente è uno dei valori sul quale basano la

loro attività, soprattutto in mare, per promuovere una pesca

sostenibile e responsabile che rispetti il delicato equilibrio

dell’ecosistema, ad esempio usando ami speciali che non

catturano le tartarughe marine. Nelle sere più calme, sotto

lo sguardo delle stelle amiche dei naviganti, Marco vi racconterà

le storie della sua famiglia, ed anche la sua, di inconsapevole

eroe, per aver salvato la vita ad un naufrago in

una notte di tempesta. Con la semplicità di chi ne conosce il

valore, della vita, e la mette a rischio in quel blu irresistibile

e senza confini.

ROSA DEI VENTI

Paola and Marco Greco are two souls of the same rock, the

sea and the land. Paola grew up in the country near Monte

Castello in Campo with her grandmother Zaira who taught

her to recognize and cultivate the products of the woods

and the countryside. Marco is the heir to a fishing family

who came from Pozzuoli at the end of the 19th century. As a

young married couple, they brought up their two children,

Jessica and Gabriele, worked and invested in even bigger

boats because those who live at sea, facing the sea, become

used to wider horizons and their dreams go beyond the

skyline.

Partly by chance and partly through enthusiasm, they have

created La Rosa dei Venti by combining Paola’s cooking

skills with her husband’s fishing prowess and opened up a

restaurant business in their beautiful country house. There

is no shortage of ingredients: Marco takes the fish home,

the fruit and vegetables are there in the garden and the wild

Mediterranean herbs perfume the air. During the winter,

Paola prepares salted tuna the old-fashioned way, pickles

with bottarga, tuna, pulp or roe of swordfish. Add to that the

tuna bresaola with the scent of freshly picked myrtle, catmint

and rosemary. From starters to desserts, everything

is homemade. Like the Aleatico produced from the old family

vineyard. Try the swordfish cutlets that children love,

the pasta with swordfish roe, courgettes and their flowers,

carpaccio and shellfish to order. Under a luxuriant grape

pergola, twelve tables and the smile of the Greco family

welcome you for a truly genuine experience. Respect for the

environment is one of the values on which they base their

activity, especially at sea to promote sustainable fishing that

respects the ecosystem.

Via del Brumaio, 760, 57034 Campo nell'Elba LI

Tel. + 39 329 2286333

Email. paolandriano@gmail.com

Sito web: ittiturismolarosadeiventi.it

Orario: 20,30-23 dal martedì al sabato

Prenotazione obbligatoria

Parcheggio privato

ENVIRONMENT 87


Elba Wedding

Style

e la sostenibilità

Foto ©DanielaNizzoli

Ḡiada Lottini

Narra la leggenda che l'Arcipelago

Toscano sia nato quando la dea Venere,

uscendo dal mare, perse sette perle dalla

sua collana. Non è difficile crederci,

poiché le sette isole che compongono

l'arcipelago costituiscono un incredibile

scenario dove storia, arte e natura

si uniscono creando cornici di rara

bellezza, giuste per celebrare il giorno

più bello, quello del matrimonio.

In ogni isola sono racchiusi secoli di

storia che vanno dalle popolazioni

italiche più antiche fino a Napoleone

e oltre. Il paesaggio ispira l’arte per la

generosità della natura rigogliosa che

aggiunge tocchi magici e inimitabili

all’incredibile biodiversità dell’Isola.

Silvia Sottocasa, delegata regionale

per l'Arcipelgo Toscano dell'AIWP, si

muove con maestria in questo scenario

da sogno regalando alle coppie che si

rivolgono a lei matrimoni e momenti

irripetibili. Una professionista seria,

preparata e certificata, con una

peculiarità: il suo approccio sostenibile

ed ecologico garantisce la massima

attenzione all'ambiente circostante e

alla sua tutela durante la realizzazione

delle cerimonie nelle isole di Toscana.

Rendendo la sua attività ad impatto

zero, l'obiettivo che Silvia si pone è di

poter attuare la conversione di parte

delle spese in quote ossigeno nel Parco

Nazionale Arcipelago Toscano, un

progetto futuro che renda ancora più

importante e completo lo scambio che

avviene tra le coppie e le isole in cui

coronare il loro sogno.

Il suo primo matrimonio green è stato

celebrato nel 2018 a Pianosa e da allora

Silvia ha continuato a perfezionare la

qualità delle “experience” che offre ai

suoi clienti. Le coppie scelgono consapevolmente

di rivolgersi a lei, sapendo

che tutto ciò che sarà realizzato si

avvarrà del lavoro degli artigiani dell'Arcipelago,

a tutela delle caratteristiche

ambientali, sociali ed economiche del

territorio.

Chi sceglie queste “experience” entra in

un mondo unico ed esclusivo, in cui le

isole si raccontano attraverso l'artigianato,

l'enogastronomia, l'ambiente

ed intrecciano la loro storia d'amore,

sempre diversa e sempre magica, per

gli sposi ed i loro invitati: un approccio

assolutamente alternativo, ricco di

cultura e raffinatezza.

Foto ©Valerio Buffa

88 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Si può ad esempio scegliere di sposarsi in barca a vela, come

ha fatto una coppia di sposi veneti: una cerimonia intima

navigando attorno all'Elba con diverse tappe. Una volta ultimati

i preparativi, la barca a vela ha preso il largo e i due sposi

hanno detto sì circondati dall'incanto che solo il mare sa dare.

Altro aspetto fondamentale della filosofia e dell'organizzazione

di Silvia è la cura dei clienti: tutte le coppie sono

assicurate e possono contare su assistenza e competenza in

ogni fase del servizio.

Elba Wedding Style è un esempio virtuoso di come sia possibile

conciliare la bellezza e l'eleganza di un matrimonio con

la sostenibilità e il rispetto dell’habitat marino e terrestre.

Un meccanismo che attrae turisti da ogni parte del mondo,

persino dalla Nuova Zelanda: le coppie trovano in Silvia un

porto sicuro e sereno dove scrivere la pagina più importante

della loro vita.

ELBA WEDDING STYLE

Legend has it that the Tuscan Archipelago was formed when

Venus dropped the seven pearls of her necklace into the

sea and it offers an absolutely unique location to celebrate

dream weddings. Silvia Sottocasa is the regional representative

of the AIWP and a certified professional who gives

the experience of unforgettable weddings to couples who

turn to her. Her eco-friendly approach guarantees respect

for the environment during ceremonies on the islands of

the Archipelago, at the same time enhancing and promoting

their socio-economic characteristics. By making her

business impact zero, Silvia aims to convert part of the

expenses into oxygen quotas in the National Park of the

Tuscan Archipelago, a future project that will strengthen

the exchange between the newlyweds and the island where

their dreams have come true. Couples who choose this type

of experience enter an exclusive world where art, food and

wine and the environment are intertwined in an atmosphere

rich in culture and sophistication. For example, getting

married on a sailing boat is a fascinating option that offers

an intimate, magical experience with the sea all around and

the enchanting panorama. Elba Wedding Style harmoniously

blends beauty, elegance and sustainability, attracting

couples from all over the world who want to write the most

important page of their lives in the paradise of the islands of

the Archipelago.

Vicolo Fiume 1, 57031 Capoliveri

Tel. +39 329 2332130

Sito. www.elbaweddingstyle.com

Email. info@elbaweddingstyle.com

silvia@elbaweddingstyle.com

Foto ©Nena&TomyPhotography

ENVIRONMENT 89


90 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Enjoy

Hospitality

©FrancescoLascialfari

HOSPITALITY 91


Patrizia Lupi

Baia Bianca Suites

& B.Bistrot

La Biodola è la spiaggia sempre

sognata. Sembra uscita davvero

dal libro delle meraviglie. Unica

per la sabbia che prende i colori

del cielo, fino ai rosa del tramonto.

Indimenticabile per il mare con i colori

delle gemme preziose, dai turchesi,

agli smeraldi, agli zaffiri. Incastonata

fra pennellate di verde, dove i fiori

accendono di colori la Macchia

Mediterranea.

Addormentato, fra mare e terra, un

prato fresco di rugiada contende al

salmastro lembi di sabbia. Fra le siepi

di un giardino curato, tende velate

rincorrono ali di gabbiano, il sole

si specchia nelle vetrate aperte sul

mare, tavoli apparecchiati invitano al

gusto, acqua azzurra disegna quadrati

sul prato di fronte alle camere ben

arredate.

È il Baia Bianca, il resort che ogni anno

apre i suoi cancelli agli ospiti che

cercano pace, bellezza e buongusto.

Le suites prestige hanno una mini pool

nel proprio giardino, oltre ad una parte

riservata della spiaggia. Quest’anno è

stata inaugurata la Suite presidenziale:

vi stupirà non tanto per il lusso e il

bagno turco in giardino, ma per la

privacy e il comfort che garantiscono

una vacanza in pieno relax. La Fitness

room e i massaggi, per curare il corpo

e la mente, completano il carnet del

benessere per tutti.

Le eleganti strutture vengono

rinnovate ogni stagione, come se si

dovesse tenere a battesimo il resort,

ogni anno: non si finisce mai di

migliorarne l’accoglienza. Gli arredi si

arricchiscono di componenti di design

con quel tocco in più che fa la differenza, la biancheria finissima profuma di lini e

cotoni che solo antiche manifatture come la Frette riescono ancora a proporre.

Infine la tavola, perché anche il gusto vuole la sua parte. Il palato più raffinato

trova nel ristorante B.Bistrot una proposta gourmet di gran classe. Dalla selezione

delle materie prima alla presentazione dei piatti, tutto è curato nei particolari.

Il menù, suggerito da Fabio Baldassarre, chef stellato, si basa sul cibo slow food,

gustoso e genuino: i profumi sono quelli del mare e della terra. Si confondono

con quelli della natura che accarezza gli spazi esterni al chiaro di luna. Celiaci,

vegani, vegetariani non avranno nulla da invidiare ai più golosi. Ed anche i

bambini troveranno proposte appetitose e sane.

92 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Un plus? Il Baia Bianca non vi lascia a terra. Se volete

concedervi un tuffo in mare aperto, è disponibile uno yacht

privato. Vi aspetta nell’antica Darsena di Portoferraio, la

città di Cosimo I de’Medici, l’antica Cosmopoli che guide

esperte vi faranno scoprire prima di prendere il largo.

Simona Sardi, la general manager, con Francesco

Campagna, il vicedirettore, sono i registi, se vorrete, della

vostra vacanza. Esperienza, eccellenza, qualità, gentilezza,

savoir faire: sono questi i requisiti necessari per entrare

nella loro squadra. Basterà uno sguardo per interpretare i

vostri bisogni. E perché no, anche i sogni.

BAIA BIANCA SUITES AND B.BISTROT

Biodola Beach seems to have come out of a book of wonders.

Unique for its sand that turns pink with the sunset and for

the sea that has the colours of precious gems of every shade

of blue. The setting is among brushstrokes of green where

the flowers light up the colours of the Mediterranean scrub.

Asleep between sea and land, a meadow fresh with dew

contends with the salty strips of sand. It is here that the Baia

Bianca opens its gates every year to guests seeking peace,

beauty and good taste.

This year, they have inaugurated the Presidential Suite: it will

amaze you not so much for the luxury and the Turkish bath

in the garden, but for the privacy and comfort that guarantee

a completely relaxing stay. The equipped beach, the fitness

room and massages to cure body and mind, complete the

carnet of well-being for all. Every year there is a new design

for the bedding in linen or finest cotton. Last but not least,

there is the table because taste plays its part too. The most

refined palate will find high-class gourmet suggestions in the

B.Bistrot restaurant. Slow food, tasty and genuine: the scents

of the land and the sea. Celiacs, vegans and vegetarians will

find joy at the table. Even children will find appetizing, healthy

dishes. A plus? La Baia Bianca will not leave you stranded.

If you want to take a dip in the open sea, there is a private

yacht moored in the old port of Portoferraio. Simona Sardi,

the general manager, and Francesco Campagna, the deputy

director, if you so wish, would be happy to organize your holiday.

Experience, excellence, quality, kindness and savoir-faire:

these are the essential requirements to join their team. A

glance will be enough to interpret your needs. And, why not,

even your dreams.

Baia Bianca Suites

Loc. La Biodola, 16, 57037 Portoferraio LI

Tel: +39 0565 969916

Sito web: www.baiabiancasuites.com

Email: info@baiabiancasuites.com

Simona Sardi, General Manager

foto ©AlessandroRocca

HOSPITALITY 93


Hotel Airone a

San Giovanni

Pietro Pacciardi

Ci sono luoghi che per viverli hanno bisogno di tutti i sensi:

per vedere, odorare, assaporare, sentire e toccare. Luoghi

in cui puoi rilassarti in un parco, scorgendo un tramonto

travolgente che profuma di salsedine, ed i cinque sensi non

bastano a saziare la meraviglia ed il piacere. Fra questi c’è

l’Hotel Airone, a Portoferraio, circondato da un grande e

curato giardino che domina la Rada. Nelle sue acque si ristorano

aironi e fenicotteri che colorano e adornano la linea

dell'orizzonte con la bellezza semplice della natura.

In questa struttura con camere accoglienti, servizi di

qualità e personale gentile abituato ad anticipare i bisogni

dei clienti, sono tutti benvenuti. Ideale per le famiglie con

bambini che hanno menù e attività dedicate, ma anche per i

“nonni” e per chi non si separa dagli amici a quattro zampe

che all’Airone saranno trattati come gli altri membri della

famiglia: anche loro meritano una vacanza.

Il ristorante accompagna gli ospiti alla scoperta della tradizione

ed ai sapori dell’Elba, aperto a chi soggiorna in hotel

ma anche a tutti coloro che vogliono immergersi in

quest’oasi del buon gusto. Prodotti a km 0, pesce fresco e

musica dal vivo allietano gli ospiti nelle calde sere estive

davanti al mare. L’Airone, rigorosamente green, plastic

free e dotato di colonnina di ricarica per i mezzi elettrici, è

perfetto per chi ama il relax a bordo piscina ma anche per

coloro che non si fermano mai. L’Hotel si prende cura degli

ospiti avventurosi con escursioni in barca nelle spiagge più

belle dell’Isola e splendide immersioni grazie al diving con

sede all’interno del parco. Per gli sportivi vi è la possibilità

di fare corsi seguiti da professionisti, oppure bellissimi

trekking o jogging nel verde. Le strutture dell’albergo

consentono di disputare partite a tennis, a padel o a beach

volley. Dall’hotel è altresì possibile raggiungere con una

bella passeggiata le vicine Terme di San Giovanni. L’Hotel

Airone si presenta con quel volto autentico che il turismo

di massa ci ha fatto dimenticare: qui nessuno è forestiero

e la gentilezza accompagna alla scoperta di un’esperienza

isolana, dove terra e mare disegnano paesaggi da sogno.

94 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


HOTEL AIRONE AT SAN GIOVANNI

Certain places need all the senses to experience them: to

see, smell, taste, feel and touch. Places where you can relax

in a park to admire a captivating sunset that smells of salt.

Among these is the Hotel Airone in Portoferraio, surrounded

by a large, well-kept garden overlooking the bay. Herons

and flamingos refresh themselves in its waters, colouring

and gracing the line of the horizon with simple, natural

beauty. In this hotel with its comfortable rooms, quality

service and friendly staff, everybody is made welcome. It

is ideal for families with children who have special menus

and activities, but also for “grandparents” and for those

who bring along their four-legged friends: they too deserve

a holiday. The restaurant invites guests to discover the

tradition and tastes of Elba, and is open to those staying in

the hotel but also to those who enjoy a haven of good food.

Local products, fresh fish and live music are appreciated by

guests on warm summer evenings by the sea. The Airone,

eco-friendly and plastic free, has charging columns for

electric vehicles. It is perfect for relaxing by the pool but

also for practicing sports, from diving to paddle, from hiking

to tennis. The nearby Terme di San Giovanni are a short

walk away. You can live an island experience where land and

sea paint dream landscapes.

Loc.San Giovanni, 16, 57037 Portoferraio LI

Tel: +39 0565 929111

Sito web: www.hotelairone.info

Email: info@hotelairone.info

HOSPITALITY 95


Hotel Villa Ottone

foto ©Bernardo Miranda

Giada Lottini

foto ©AndrèSilingardi

Sul versante orientale del golfo di

Portoferraio si affaccia l'hotel Villa

Ottone, appartenuta ai conti Altoviti

Toscanelli fino al 1920 e sviluppata

nel tempo fino ad essere oggi un hotel

de charme direttamente sul mare. Ci

sono diverse possibilità di alloggio

attualmente suddivise in tre strutture:

la villa, l'hotel ed i cottage nel parco

secolare che circonda il luogo, dove la

contessa Vittoria coglieva e catalogava

piante ed erbe tipiche, oltre alla flora

marina della spiaggia adiacente: i

risultati della sua passione scientifica

sono visibili presso la Biblioteca

Foresiana di Portoferraio.

L'armonia del paesaggio, la sensazione

di viaggiare nel tempo e la poesia

degli ambienti interni ed esterni

si sposano alla cura per i dettagli e

alla disponibilità della famiglia Di

Mario che gestisce da molti anni la

struttura, garantendo un soggiorno

indimenticabile.

Il personale scelto sa indicare agli

ospiti il modo migliore per godere di

momenti di relax e benessere: una spa

è a disposizione per trattamenti su

misura che rigenerano corpo e mente.

Ma, per sentirsi bene, già basta una

passeggiata nel parco dove spiccano

le piante esotiche e gli eucalipti

trapiantanti all’inizio del secolo dalla

contessa. Sostando tra le belle colonne

del portico, i barman vi coccoleranno

con drink esclusivi da gustare in

una cornice unica e romantica,

particolarmente adatta anche ad

eventi speciali come matrimoni o feste

private.

Il ristorante Ottonella, si affaccia

direttamente sul golfo regalando scorci

mozzafiato al tramonto e offrendo al

contempo piatti in grado di soddisfare

con raffinatezza i palati più difficili,

mentre sulla spiaggia al bar–light

lunch “La Taverna”, è possibile gustare

piatti leggeri e rinfrescanti, perfetti per

trascorrere lunghe giornate al sole.

Tutto a Villa Ottone è organizzato per

garantire un servizio eccellente: qui

la bellezza del paesaggio, la storia e

un’accoglienza impeccabile, si fondono

per offrire una vacanza emozionante

da raccontare.

Hotel Villa Ottone

Loc. Ottone, 57037 Portoferraio, Isola d’Elba – Italia

Tel: +39 0565 933042

Mobile: +39 327 6777147

Sito web: www.villaottone.com

Email: hotel@villaottone.com

VILLA OTTONE

The Villa Ottone sits on the eastern

side of the Gulf of Portoferraio;

it belonged to the Counts Altiviti

Toscanelli until 1920 and over time,

it has developed into what is now a

charming hotel directly on the sea.

There are three types of

accommodation available; the Villa,

the Hotel and the cottages in the

secular park that surrounds the area

where the Countess Vittoria collected

96 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


and catalogued the typical plants

and herbs and where exotic plants

and eucalyptus transplanted at the

beginning of the century stand out.

The harmony of the surroundings,

the feeling of travelling in time and

the poetry of the indoor and outdoor

spaces come together with the care

to detail and the friendliness of the

Di Mario family: they have been

managing the complex for many years,

ensuring an unforgettable stay in the

name of well-being. Pausing among

the beautiful columns of the porch,

the barmen will pamper you with

exclusive drinks to be enjoyed in a

unique, romantic setting.

foto ©AndrèSilingardi

The “Ottonella” restaurant directly

overlooks the bay with breathtaking

views at sunset and at the same time

prepares refined dishes to satisfy the

most difficult of palates; in the light

lunch bar, “La Taverna” you can enjoy

light, refreshing dishes on the beach,

perfect for spending long days in the

sunshine.

At Villa Ottone, the beauty of the

landscape, the history and the

impeccable hospitality come together

to give you an exciting holiday worth

recounting.

HOSPITALITY 97


Hotel Fabricia

a Magazzini

Giada Lottini

I giardini dell’Hotel Fabricia, fanno

capolino da dietro le mura lungo

il Cammino della Rada in quel di

Magazzini. Il golfo, con Portoferraio

sulla linea dell’orizzonte, abbraccia

terreni colorati dalla splendida flora

mediterranea. L'albergo circondato da

ulivi secolari e grandi alberi, da oltre

quarant'anni offre tutto ciò che serve

per un soggiorno indimenticabile.

L’accesso alla spiaggia è diretto, si

può camminare a piedi nudi dal

prato al bagnasciuga: un "albergo

diffuso" dove regna la tranquillità. La

spiaggia, dotata di cabine e di ogni

comfort, è accessibile anche via mare

tramite un pontile privato. Per chi

preferisce rilassarsi nella piscina

semi-olimpionica, potrà godere anche

dell'idromassaggio con acqua di mare.

Per chi ama muoversi all’aria aperta e

lo sport, l'Active Club propone molte

attività per ogni età: campi da tennis,

pallavolo e calcetto, attrezzature

per il fitness, mountain bike, aree di

meditazione e yoga. Gli appassionati

di immersioni possono rivolgersi

alla scuola sub o al Diving interno

per escursioni in barca o gommone.

Quattro ettari di parco per piacevoli

passeggiate, il parco giochi, il bar

all'aperto ed un'area dedicata agli amici

a quattro zampe completano il quadro

dell’accoglienza.

L’offerta gastronomica con prodotti

locali e genuini è un vanto per la

proprietà: le famiglie Campitelli e

Pacini hanno una lunga esperienza

nel settore turistico. La colazione

viene servita in giardino, con un buffet

invitante. Il ristorante mantiene

un'atmosfera elegante ed intima,

con una ampia vetrata che si apre

sull'incantevole flora mediterranea.

Ideale anche per cerimonie.

E se non volete allontanarvi dal

giardino o dalla spiaggia è possibile

farsi servire uno spuntino leggero sotto

il gazebo verdeggiante o un aperitivo

nell'attrezzato american bar.

Volete conoscere meglio l’Isola? Avrete

il consiglio giusto, secondo i vostri

interessi. Dai percorsi di fitness alle

visite ai luoghi dove leggere la storia

elbana, dalle ville romane a quelle

napoleoniche. Dalle gite in barca alle

passeggiate nel giardino delle farfalle

o per il birdwatching. Per gli amanti del

trekking sono consigliati i percorsi di

Monte Orello, del Castello del Volterraio

o dell'anello dell'Enfola. Gli itinerari di

degustazione, abbinati al trekking con

guide ambientali esperte, permettono

di scoprire la storia dei vigneti e delle

tenute della zona, con visite ai villaggi

di Magazzini e Schiopparello e a

importanti cantine storiche.

Relax, avventura o semplicemente

“otium”: ogni aspettativa non sarà

delusa.

98 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


HOTEL FABRICIA AT MAGAZZINI

The Hotel Fabricia’s gardens peek out from behind the

walls along the Rada pathway in Magazzini. The gulf, with

Portoferraio on the horizon, is lined with the beautiful

colours of the Mediterranean plants and flowers.

Surrounded by centuries-old olive trees and tall trees, the

hotel has been offering its guests an unforgettable stay for

the last forty years. The beach, equipped with cabins and

every comfort, has direct access and a private jetty.

The Active Club has tennis courts, fitness equipment,

mountain bikes, areas for meditation and yoga. There are

four hectares of parkland for pleasant walks, a playground,

an outdoor bar and an area for four-legged friends to

complete the idea of welcome. We are proud to serve local,

genuine products. Breakfast is served in the garden with

an inviting buffet. The restaurant has an elegant, intimate

atmosphere with a wide picture window. It is possible

to have a light snack served under the gazebo draped in

greenery, or an aperitif in the well-stocked American bar.

If you would like to know more about the island, the staff

can advise you on excursions and itineraries about history,

culture and tastes. If you enjoy walking, there are the paths

of Monte Orello, Volterraio Castle or the trip round Enfola.

Hotel Fabricia

Località Magazzini, 50, 57037 Portoferraio LI

Tel: +39 0565 933181

Fax: +39 0565.933185

Sito web: www.hotelfabricia.com

Email: info@hotelfabricia.com

foto ©HotelFabricia

HOSPITALITY 99


Hotel Residence

Villa Mare

Giada Lottini

Se state sognando una vacanza

piacevole in una struttura che vi

offra sia l'indipendenza di cui avete

bisogno, senza rinunciare al comfort,

sia l’opportunità di svolgere attività

dinamiche a contatto con il mare e la

natura, Villa Mare a Bagnaia è ciò che

fa per voi.

Il residence ha mantenuto il fascino

della villa liberty destinata a dimora

estiva di una vecchia famiglia

fiorentina, quando l’Elba non era

ancora stata scoperta dai turisti: un

ambiente dai toni chiari, ornato da

un grazioso cortile incorniciato da un

colonnato e da alberi di palme.

Dagli anni 90 include tre dependances

con alloggi adatti a qualsiasi esigenza,

dalla camera singola all'appartamento

grande con angolo cottura.

La posizione di Villa Mare è invidiabile,

trovandosi a poca distanza dalle

principali località e spiagge dell' isola.

Il suggestivo borgo di Bagnaia,

all'estremità del golfo di Portoferraio,

offre un’ampia gamma di servizi.

Il residence dispone di un parcheggio

riservato e gratuito in cui potrete

lasciare il vostro mezzo senza

preoccupazioni.

La spiaggia di ciottoli, libera ed

attrezzata, si trova a pochi metri di

distanza.

Tramonti unici dipingono il cielo con

gli ultimi raggi di sole.

Gli alloggi sono accoglienti e

dispongono di spazi esterni, un

balconcino o un patio attrezzati per

pranzi o cene all’aria aperta.

Gli appartamenti sono ideali sia

per coppie di qualsiasi età in cerca

di tranquillità e riservatezza, sia

per amici e famiglie che vogliono

condividere insieme un’ atmosfera

serena ed accogliente.

Il Wi-Fi è gratuito dagli alloggi alla

caffetteria, dove potrete gustare

colazioni e pranzi light, nonché

aperitivi sulla terrazza vista mare.

Vi aspettiamo da Pasqua ad ottobre.

Residence Hotel Villa Mare

Piazzetta di Bagnaia 3, 57037 Portoferraio

Tel: +39 0565961009

Mobile: +39 3382702760

Sito web: www.bagnaia.com

Email: bagnaia@gmail.com

foto ©Villamare

100 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Villa Mare in Bagnaia is the ideal destination for an

independent, dynamic holiday without sacrificing comfort.

This residence has maintained the charm of the Liberty

villa, belonging to a Florentine family long before Elba had

been discovered by tourists: all decorated in light tones

adorned with a pretty courtyard framed by a colonnade and

palm trees, it has accommodation suitable for all needs,

from a single room to a flat. Sitting in the charming little

village of Bagnaia, on the Gulf of Portoferraio, it has an

enviable location and a wide range of services. There are

free parking spaces where you can tranquilly leave your

vehicle and a pebble beach within walking distance where

you can admire the glorious sunsets. The accommodation

is welcoming, with furnished outdoor spaces and is perfect

for couples, families and friends who want to share a

peaceful, relaxing atmosphere. There is free Wi-Fi and a

cafeteria with a terrace that overlooks the sea; you can enjoy

this unique experience from Easter to October.

HOSPITALITY 101


Hotel Marinella

& Ristorante Marinellina

a Marciana Marina

P.L

foto ©FrancescoLascialfari

Alla “Marina”, come la chiamano i locali, il tempo si misura in attimi

e passeggiare sul lungomare quando si fa sera - spettacolari

i tramonti - diventa un’esperienza sensoriale che accompagna

i visitatori in una dimensione lenta, quella che nelle nostre città

abbiamo dimenticato. Marciana Marina è il posto ideale dove

abbandonarsi alla natura, al mare, alla buona cucina e ai ritmi

naturali dell’uomo.

A metà della passeggiata, l’Hotel Marinella si distingue subito,

anche arrivando via mare. Sembrano sorrisi i terrazzi con i gerani

rossi. L’accoglienza è premurosa, come in famiglia. I Torino

si prendono cura dei loro ospiti come fossero amici in visita.

Il complesso si affaccia direttamente sul mare e dai balconi si

può ammirare il tramonto che tinge di rosa tutto il paese. Dalle

finestre entra il rumore delle onde e il profumo autentico dell’Isola.

L’hotel dispone di 58 camere, parcheggio interno, campi da

tennis, grande e comoda piscina, un bel giardino e una piccola

pineta con un grande spazio aperto sul retro dove prendere il

fresco. Quattro le junior suite, alcune camere triple e camere per

le famiglie, oltre alla matrimoniali, alcune con vista. Trattamento

in camera e colazione o in mezza pensione

Oggi trovate in albergo i nipoti di Francesco - di origine amalfitana

- che hanno ereditato dal nonno il talento per l’accoglienza.

Aveva girato i mari del mondo e voleva riportare sull’Isola quello

che aveva imparato. Una bella esperienza la sua. Si era imbarcato

adolescente sui transatlantici per arrivare a diventare chef, con

la responsabilità di soddisfare i palati esigenti di quei viaggiatori

d’altri tempi, quando le crociere erano un lusso. Merito di nonna

Iris, invece, il vero “cervello” dell’azienda, quello di vedere oltre e

sostenere il marito come nella scelta di costruire sulla terrazza

del ristorante l’hotel agli inizi degli anni '60, l‘unico affacciato sulla

passeggiata marinese.

Perché tutto era cominciato negli anni ‘50 con un ristorante,

il Marinellina, che oggi l’Hotel ripropone non solo per i propri

clienti ma anche per chiunque arrivi in paese e voglia fermarsi

a mangiare guardando l’orizzonte. È rimasto famoso, da quei

tempi, il risotto all’americana, con aragosta e curry. Per gustarlo

arrivavano nel porto turistico lì davanti personaggi del jet set

internazionale, perfino Onassis. Una ricetta segreta che si passa

di padre in figlio, ed Alberto, uno dei tre figli insieme a Marinella e

Jack, non l’ha ancora svelata. L’ultima leva sono le tre figlie di Jack:

Benedetta, Federica e Beatrice, insieme a Francesco - il nome

del nonno - figlio di Alberto. Sua sorella Valentina, pur facendo

un altro mestiere, non lesina una mano al bisogno. Poi sarà la

volta dei loro figli: cinque in tutto, per ora. Sveva è la più grande

e già si dà da fare, in estate. Una gestione giovane, allegra, con

specifici ruoli. Francesco insieme a Roberto, un giovane Marinese

ormai di famiglia dopo 20 anni che lavora al Marinella, gestisce la

cucina e il ristorante: è appassionato di pasticceria e responsabile

degli acquisti. Il menù è concordato fra tutti e strizza l’occhio alla

102 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


tradizione, anche se rivisitato in chiave moderna. Piatti forti sono

l’astice, l’argosta e tutti i crostacei, gli spaghetti allo scoglio, la frittura

appena pescata. Anche se domina il pesce la carta prevede

piatti per vegetariani e celiaci. Lo staff, ben collaudato dopo anni

di “stagioni” passate insieme, è coetano dei giovani proprietari, Il

modo giusto per tenere lo stesso passo e fare squadra. A partire

dal maitre Christian che si dedica in particolare al Ristorante Marinellina.

Per la sua passione e competenza sceglie i vini, insieme

a Federico, marito di Beatrice che lo fa per mestiere, assicurando

alla cantina, oltre che alla cucina, prodotti di qualità e andando a

ricercare bottiglie particolari, di piccoli produttori interessanti.

Sono molti i clienti che frequentano il Marinella da quando erano

bambini: comprensibile. Si torna sempre nei luoghi dove ci si

sente a casa.

HOTEL MARINELLA & RISTORANTE MARINELLINA

Half-way along the promenade of Marciana Marina, the

Hotel Marinella stands out as the only one in the village

that overlooks the sea. From the flowered balconies you

can enjoy spectacular sunsets and the sound of the waves

and the authentic scent of the island wafts in through the

windows.

From their grandfather Francesco who originated from

Amalfi and founded the Marinellina restaurant in the 50s,

the Torino family inherited the talent for hospitality. Having

travelled on the great ocean liners as chef, he had brought

international cuisine to the town, attracting many protagonists

of the jet set of those years to the island. With the

help of grandmother Iris, he opened the first rooms on the

terrace of the restaurant. Today it has 58 delightful rooms

equipped with every comfort and facilities for every need,

even for families.

There is a beautiful garden and swimming pool for periods

of relaxation. The new energy comes from Francesco’s three

granddaughters, Benedetta, Federica and Beatrice, together

with Francesco, Alberto’s son. His sister Valentina, although

she has another job, does not mind helping out when needed.

Then it will be the turn of their children: Sveva, the eldest,

already gives a hand in the summer. Today, in addition

to the Hotel, the young Torinos have relaunched the Marinellina,

assisted by Cristian, Roberto and Federico along

with a tried and tested young staff that work well together

like a family. Their signature dishes are spiny and clawed

lobsters and all shellfish, spaghetti with seafood, freshly

caught fish popped in the fryer. Although fish dominates,

the menu does include dishes for vegetarians and celiacs.

Many guests have been coming to the Marinella since they

were children: understandable, they always return to the

places where they feel at home.

Lungomare Regina Margherita, 57033 Marciana Marina

Tel: +39 0565 99018 - 0565 996980

Mobile. +39 347 5332408

Sito web: www.elbahotelmarinella.it

Email: info@elbahotelmarinella.it

HOSPITALITY 103


Hotel e Ristorante

L'Ogliera di Pomonte

Giada Lottini

Foto ©FrancescoLascialfari

In una posizione tranquilla ed a soli 5 minuti dalla spiaggia

del Relitto di Pomonte, si trova l’Hotel ristorante L'Ogliera,

con la sua facciata illuminata dal sole ed ampie finestre e

balconi che si aprono sulla natura circostante e sulla spiaggia

di ciottoli lambita da un mare cristallino.

Sulla terrazza del ristorante tavoli apparecchiati in stile sobrio

accolgono i clienti che vogliono gustare i sapori genuini

dell'Elba accompagnati dai profumi del mare. All'interno

una sala bene illuminata invoglia a sedersi e gustare l'atmosfera

unica del posto unita ad una cucina che esalta la semplicità

e la lunga tradizione culinaria isolana: il pesce sempre

fresco si sposa con i sapori dell’orto. Il piatto classico

del locale sono gli spaghetti all'Ogliera: l'ideale per scoprire

i sapori di una volta. Giorgio, Simona, Laura e Vincenzo gestiscono

la struttura e sono le prime persone che accolgono

gli ospiti con un sorriso facendoli sentire a casa. Anche

la hall dell'hotel riflette il biancore della spiaggia nei suoi

arredi, e i colori della macchia mediterranea si ritrovano nei

tendaggi e nei copriletti delle belle camere rinnovate, dotate

di ogni comfort, dall'aria condizionata al collegamento wi-fi.

I deliziosi balconcini sembrano fatti apposta per godersi

il fresco di ritorno dal mare o da una passeggiata serale.

Sostare sulla terrazza panoramica sorseggiando un drink

o semplicemente volgendo lo sguardo all'orizzonte mentre

il sole tramonta, e con la Corsica in lontananza, costituisce

di per sé un'esperienza indimenticabile. L'Ogliera è il posto

giusto anche per cene romantiche e occasioni particolari.

Se cercate un hotel dove vivere la bellezza e la suggestione

della natura L’Ogliera fa al caso vostro.

104 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


foto ©PaoloCalcara

L’OGLIERA: HOTEL AND RESTAURANT

The Ogliera Hotel and restaurant sits in a quiet location,

only 5 minutes away from the beach of the Wreck of Pomonte;

it has a sunny façade and balconies that overlook

the natural surroundings and the crystal clear sea lapping

onto the beach. Giorgio, Simona, Laura and Vincenzo manage

the hotel and they welcome their guests with a smile,

making them feel at home. There is a large, welcoming

terrace where guests can taste the genuine flavours of Elba

and enjoy the scent of the sea. Indoors, a light, airy dining

room entices you in to sit and enjoy the unique atmosphere

of the place, ideal for romantic dinners or special occasions.

The fish is always fresh and is accompanied by the fresh

fruit and vegetables from the garden.

The reception area reflects the whiteness of the beach and

the beautiful furnishings of the well-equipped, renovated

rooms remind you of the colours of the Mediterranean

maquis. If you are looking for a hotel that offers beauty and

natural charm, then the Ogliera is a good choice.

Foto ©FrancescoLasciafari

La famiglia Galeazzi - Foto ©FedericoSerradimigni

Foto - ©FrancescoLasciafari

Hotel Ristorante L'Ogliera

Via del Porto Vitale, 5, 57030 Pomonte LI

Tel: +39 0565 906012

Sito web: www.hotelogliera.it

HOSPITALITY 105


Club Hotel

& Residence

Le Acacie

P.L.

Sognate di guardare l’orizzonte seduti sulla riva del mare?

Cercate un momento di benessere, solo voi e la natura, in un

luogo accogliente? Vorreste persone gentili che si prendano

cura di voi e della vostra famiglia per trascorrere in serenità

le vostre vacanze? A Naregno, proprio sulla spiaggia,

l’Hotele & Residence Le Acacie fa al caso vostro. 4 stelle e 70

anni di esperienza: basta scegliere tra le comodità e i servizi

di un hotel o il comfort di un appartamento indipendente

nella bella struttura del residence.

In posizione strategica, fra Capoliveri e Porto Azzurro,

situato nell’arco di sabbia dorata protetta dalle due fortezze

spagnole di Forte San Giacomo e Forte Focardo, è il luogo

giusto per rilassarsi, divertirsi e partire alla scoperta

dell’Isola, ugualmente bella, da est a ovest. Il grande

giardino ospita chi ama le attività en plein air, dall’aerobica

al tiro con l’arco, dal calcetto al tennis. Intorno pini, lecci,

querce, acacie, eucalipti, fichi d'india, alberi da frutta, agavi

e palme profumano l’aria e colorano le colline circostanti

Il miniclub e lo junior club si prendono cura dei più giovani

fra escursioni, spettacoli e attività all’aria aperta, immersi

in un ambiente ancora intatto, pronti per un tuffo nelle

acque cristalline di una delle più suggestive spiagge elbane.

Invitante la piscina, curatissimi gli spazi esterni, impeccabili

le pulizie, professionale e sorridente il personale, stanze

ben arredate, bagni spaziosi: una vera oasi di pace.

La famiglia Bartolini, che da generazioni accoglie i turisti

che scelgono questo angolo di paradiso, ha messo in campo

offerte, piani famiglia, agevolazioni, facilitazioni e servizi

per incontrare le esigenze di tutti i suoi ospiti, di ogni età,

e per farli tornare. Per non parlare dell’attenzione per la

ristorazione. I sapori dell’Isola, insieme ai suoi aromi, si

ritrovano nei piatti proposti dallo chef, coniugati dalla

cucina toscana, genuina e salutare.

Un plus è l’accoglienza per i vostri pet, gli inseparabili

amici a quattro zampe. Saranno i benvenuti, con servizi

dedicati e accessibili, liberi di circolare e di accompagnarvi

anche in spiaggia. E per chi vuole fare un tuffo nel passato

c’è un piccolo sentiero panoramico e completamente

immerso nella macchia mediterranea, che conduce fino

a Forte Focardo, per sdraiarsi all’ombra della storia sulla

spiaggetta situata sotto la fortezza.

106 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


CLUB HOTEL & RESIDENCE LE ACACIE

Do you ever dream of looking at the horizon from the

seashore? Are you longing for a moment of comfort and

tranquility in natural surroundings? Would you enjoy being

looked after by kindly staff? In Naregno, right on the beach,

the Hotel and Residence La Acacie is for you. 4 stars and 70

years of experience: choose between the facilities and services

of a hotel or the comfort of an independent flat in the

nearby complex. In its strategic position between Capoliveri

and Porto Azzurro, it is the right place to relax, enjoy yourself

and explore the island. The large garden hosts outdoor

activities. The fruit trees, eucalyptus, oak and palm trees

perfume the air and colour the surrounding hills.

The mini club and junior club take care of the younger ones.

The pool is inviting, the outdoor spaces well-kept, the cleaning

is impeccable, the staff is professional and friendly, the

rooms are well-appointed and the bathrooms spacious: a

true oasis of peace.

Foto - ©LeAcacie

The Bartolini family has been welcoming tourists who choose

this corner of paradise, for generations. It has prepared

special offers, family solutions, discounts and services to

meet the needs of all its guests.

There is attention to care in the kitchen and in the dishes

there are the flavours and scents of the island, mixed with

the tradition of Tuscan cuisine, genuine and healthy. Pets

are welcome with facilities provided, free to move around

and even to go with you to the beach. If you like exploring

the past, there is a small panoramic path through the greenery

that leads you to Fort Focardo to take you back in time.

Loc. Naregno, 57031 Capoliveri LI

Tel: +39 0565 1862128

Sito web: www.acacie.it

Email: info@acacie.it

HOSPITALITY 107


Uappala Hotel

Club Lacona

Alessandro Talini

Una lunga lingua di sabbia dorata

che si tuffa nel verde smeraldo

di un mare pieno di posidonia, la

pineta che promette un soggiorno

fresco all’insegna del benessere, il

comodo parcheggio gratuito che ti

fa dimenticare l’auto fino alla fine

della vacanza, l’accoglienza familiare

in una delle prime e ampie strutture

turistiche dell’Isola, sono degli ottimi

motivi per scegliere l’Uappala Club

Hotel di Lacona, proprio al centro di

quella spiaggia incantata.

4 stelle, la reception 24h, lo

stabilimento balneare attrezzato

con comodi servizi, negozi, aria

condizionata e wi-fi, personale

disponibile e preparato, completano

l’offerta per una vacanza senza

pensieri. Uappala Hotel Lacona è un

hotel dove le famiglie trovano spazi

ed attività per tutti: i bambini fanno

amicizia e giocano in sicurezza seguiti

dallo staff dell’animazione, i genitori

scambiano due chiacchiere fra vicini

d’ombrellone e magari quell’incontro

potrebbe ripetersi anche in città.

Dall’hotel è possibile raggiungere le

destinazioni più gettonate dell’Elba,

sia per un percorso gastronomico

alla ricerca dei piatti tradizionali, sia

per wine tour nelle rinomate cantine

dell’Elba orientale. Per gli amanti della

natura attività di snorkeling, diving,

trekkng, vela o percorsi di mountain

bike sono a un tiro di schioppo.

Se volete fare il pieno di salute

passeggiate lungo la battigia o fra gli

alberi della pineta fino ad arrivare

al “Pinone”, un gigante verde che da

oltre 250 anni ombreggia l’ingresso

della spiaggia, oppure andate ad

annusare i profumi della macchia

mediterranea o a fare fiori nei campi

vicini. Per gli sportivi campi da tennis,

o per beach volley e racchettoni. Per

i più curiosi, alla ricerca dei sapori

di una volta alcune aziende agricole

nei paraggi vendono i loro prodotti

e per i più piccoli sarà un’esperienza

indimenticabile quella di accarezzare

gli agnelli dell’allevamento di Regali

Rurali di Sara Esposito, a trecento

metri.

Non perdetevi le offerte che propone il

sito: ottime occasioni per invogliarvi a

scoprire l’isola anche fuori dal periodo

della tintarella, perché l’Elba, ve lo

dico in un orecchio, a primavera o in

autunno profuma di magia.

Foto©Uappala

108 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


UAPPALA HOTEL LACONA

A long tongue of golden sand that dips into the emerald

green of a sea full of posidonia, the pine wood that ensures

a fresh stay of well-being, the useful free parking so that

you can forget the car until the end of the holiday, the warm

welcome in one of the first and largest tourist facilities of

the island; all these are excellent reasons for choosing the

Uappala Club Hotel in Lacona, right in the centre of that

enchanted beach.

4 stars, 24 hour reception, the beach resort with

comfortable services, shops, air conditioning and WiFi,

helpful, well-prepared staff all complete the offer of a

carefree holiday. Uappala Hotel Lacona is a place where

families can find something for everyone: children make

friends and play safely followed by the entertainment staff

while the parents can have a chat with their neighbours.

From the hotel you can easily reach the most popular

destinations on the island, either for a gastronomic trip

to taste traditional dishes or for a wine tour in one of the

famous cellars in the east of Elba. For nature lovers, there

is snorkeling, diving, hiking, sailing or mountain bike trails.

Regarding sports, there are tennis courts, beach volley and

beach tennis. If you are curious, go in search of tastes of the

past, some nearby farms sell their own home products.

Viale dei Golfi 544-B, 57031 Lacona LI

Tel: + 39 0565 964054

Sito web: www.hotellacona.com

Email: booking@hotellacona.com

HOSPITALITY 109


L’Associazione

Albergatori Elbani

guarda avanti

Ālessandro Talini

L’identità di un luogo, ciò che lo

caratterizza e lo rende unico e speciale,

cioè diverso da tante altre destinazioni,

si scopre attraverso i sensi. Il mondo

è bellissimo e riserva un sacco di

sorprese a quelle persone che vivono

ancora il viaggio come un percorso

dentro se stessi, una occasione di

crescita e apprendimento, un modo

per provare sensazioni genuine e

emozioni che la routine affievolisce

nel quotidiano. L’Elba e le isole

dell’Arcipelago possono essere tutto

questo, perchè racchiudono in una

manciata di coriandoli di roccia storie

antiche, terre e mari ricchissimi di

geo e biodiversità, sapori e tradizioni

agricole che hanno mescolato i saperi

di tutto il Mediterraneo.

In un mondo globale, dove tutti possono

raggiungere tutto, è ancor più

necessario essere presenti sui mercati

ed anche se l’Arcipelago è unico, le Isole,

tutte, si sa, hanno un fascino particolare.

“Il brand Toscana – fa notare

Alessandro Gentini, vicepresidente

e portavoce degli albergatori elbani

- non cessa mai di promuoversi con le

campagne di comunicazione in Italia e

all’estero, con una presenza qualificata

nei meeting internazionali, anche se

è una delle destinazioni più ambite al

mondo". "Lo stesso vale per l’Elba – aggiunge

il Presidente Massimo De Ferrari

- una località che da decenni attira

molti ospiti italiani ma anche svizzeri,

tedeschi, francesi e inglesi, grazie anche

ad alcune congiunture favorevoli. Ma

i mercati sono in continua evoluzione,

come le sensibilità dei consumatori.

Bisogna continuamente proporsi e farsi

conoscere, raccontando perché l’Arcipelago

è speciale".

"Non si può più vivere di rendita.

L’Associazione Albergatori da tempo

– continua Gentini che punta sull’internazionalizzazione

- ha capito l’importanza

della promozione turistica e

va costruendo reti di relazioni anche

in quei mercati emergenti che ancora

non conoscono il Tirreno e le sue Perle.

La Polonia, oggi la Slovacchia, i mercati

dell’est, possono essere nuovi fruitori

del fascino toscano, considerando che la

Croazia, potenziale concorrente dell’Arcipelago,

entrando nell’Euro, non sarà

più competitiva come prima.”

Foto ©AdrianoLocci

110 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Foto ©AdrianoLocci

Toscana Promozione appoggia il lavoro dell’Associazione

Albergatori e sostiene gli “ambasciatori” dell’Isola nelle Fiere,

presso le Ambasciate, nel mondo dei Media di settore.

Un lavoro di squadra fra continente e Isole, indispensabile

per gestire al meglio le risorse e far crescere la proposta

turistica toscana. Come molti elbani e professionisti del

settore turistico, l'Associazione ritiene giusto puntare ad un

turismo sostenibile e responsabile, privilegiando la qualità

rispetto alla quantità. "Un turismo usa e getta – commenta il

Vicepresidente Walter Tripicchio - non lascia molto nei territori

visitati, portandosi via la genuinità e l’anima dei luoghi,

perchè ha fretta, vuole consumarla prima che goderla. E di

tanta bellezza rischia di rimanere solo qualche immagine fra

le mille nei cellulari, magari confondendo un’isola con un’altra.

Mentre l'Elba ha un identità storica,culturale ed ambientale

unica al mondo".

ELBAN HOTELIERS ASSOCIATION IS LOOKING AHEAD

The identity of a place, what characterizes it and makes it

unique and special, different from other destinations, can

only be discovered through all the senses.

Elba and the islands of the Archipelago contain ancient

tales, lands and seas rich in geo and biodiversity, flavours

and agricultural traditions that mix the knowledge of the

whole Mediterranean.

Alessandro Gentini, vice-president and spokesperson for

the Elba Hoteliers comments: “the Tuscany brand never

ceases to promote itself with communication campaigns in

Italy and abroad, with a qualified presence in international

meetings, even though it is one of the most sought after destinations

in the world."

"The same applies to Elba - warns De Ferrari, president - a

place that for decades has attracted many Italian guests but

also Swiss, German, French and English”.

“For some time, - continues Gentini whose focus is on being

on the international stage - the Hoteliers Association

has understood the importance of promoting tourism and is

building a network of relationships even in those emerging

markets that still know nothing about the Tyrrhenian and its

Pearls”.

Like many Elban residents and professionals in the tourism

sector, the Association believes it is right to aim for sustainable,

responsible tourism, favouring quality over quantity.

“A disposable type of tourism - says Tripicchio, vicepresident

- leaves nothing in the places visited, but takes away

their soul and authenticity”.

Associazione Albergatori Isola d'Elba

Piazza Virgilio 35 - 57037 Portoferraio

Tel: + 39 0565 915555 - 919611

Sito web: www.elbapromotion.it - www.albergatorielba.com

Email: elbahotel@gmail.com - info@elbapromotion.it

Foto ©AdrianoLocci

HOSPITALITY 111


Wine Resort Le Ripalte

-

Patrizia Lupi

Non finiscono mai di stupire quelle Ripe Alte dai

mille sguardi, dove la mente va oltre l’orizzonte, in

quell’inesplorato interiore, che solo il silenzio e la bellezza

possono restituire. Quando ti lasci alle spalle, all’inizio della

strada sterrata, il mondo, per ritrovare i dimenticati sensi e

scoprire che anche il vento ha un profumo, allora è quello il

posto che cercavi. Un resort dove il verde sfuma nel blu: la

Tenuta delle Ripalte a Capoliveri

Le vetrate affacciate sul paesaggio, la natura semplice delle

terre verdi e sapide, il cielo di notte che sembra più vicino.

Semplicemente belle nel loro stile che rispetta l’ambiente,

le villette solitarie, con la loro privacy che non esclude

la comunità, come nei tempi antichi quando i contadini

salutavano le famiglie vicine dai magazzini dove avevano il

palmento, in mezzo alle vigne, sui lati opposti dello stesso

colle. È questa la sensazione, vivere il presente con lo stile

lento e pieno di significati d’un tempo.

La villa centrale ottocentesca è elegante e offre ristorante,

bar, pineta, giardini e servizio impeccabile. Le case vicine,

come nelle coloniche, sono ben arredate e adatte anche per

le famiglie. Le spiagge, ancora selvagge e incontaminate

di Calanova, Remaiolo e Istia con il suo isolotto Liscoli ,

ben attrezzate, dove cenare sul bagnasciuga negli ottimi

ristoranti o consumare uno spuntino sotto l’ombrellone

o un aperitivo al calar della sera, completano il quadro

dell’accoglienza.

Non ci si annoia alle Ripalte. Animazione speciale per

un’ isola di divertimento per i più piccoli con proposte

educative, ludiche e creative. Per i più grandi wine tour e

percorsi degustazione, yoga e mindfullness, nuoto, tennis,

equitazione, bike, free diving, paddle, infinite passeggiate,

curiosando fra i ruderi dei casali o delle miniere

abbandonate. Mille proposte, anche per vivere un solo

giorno in paradiso, magari per un’occasione importante,

romantica o semplicemente diversa.

112 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Piermario Meletti Cavallari, già brillante produttore in quel

di Bolgheri - ex proprietario di Tenuta Grattamacco – è stato

uno dei protagonisti, insieme a Carlo Ederle, intenzionati

a riportare in auge i vini dell’Elba. La cantina, progettata

da Tobia Scarpa, è stata inaugurata nel 2010 con criteri

architettonici di sostenibilità.

Tenuta delle

Ripalte

Giada Luni

Abbiamo raggiunto Piermario Meletti Cavallari al quale

abbiamo chiesto com’è nata l'idea di dedicarsi all'Elba. “È

accaduto in un momento di cambiamento della mia vita. Mi

arrivò una proposta che all’inizio non guardai con interesse.

Poi mi sono innamorato del luogo e ho visto una grande

potenzialità. Ho ritrovato anche un mio amore, l’Aleatico, il

passito della tradizione elbana. Ma ho pensato di utilizzare il

vitigno anche per un vino: l’Aleatico Rosato.”

Quali le caratteristiche scelte per la cantina? “Essendo in

un Parco Nazionale siamo molto vincolati per garantire

l’integrità del territorio. Ho cominciato piantando la vigna e

mostrando la possibilità di turismo diverso; poi grazie anche

all’architetto Tobia Scarpa, piccolo vigneron, conoscitore del

settore, abbiamo realizzato un edificio che si sposasse con la

sostenibilità. L’ispirazione è stata l’unica architettura della

zona, le miniere.”

Il luogo è la Costa dei Gabbiani, a sud-est dell’Isola

d’Elba, una zona mineraria che è stata preservata

dall’antropizzazione spesso aggressiva. Questo consente

un’immersione nella natura tra vigneti e mare, un angolo

riparato dell’Elba, lontano dai flussi turistici e anche da

sguardi indiscreti dove si arriva con una strada sterrata,

circondati dalla macchia mediterranea. Il tema è la vite,

cuore della Tenuta, 450 ettari, con un’attività vitivinicola,

nota soprattutto per l’Aleatico e i vini pregiati oltre alla

grappa, e per l'ospitalità nel vasto Wine Resort. Il cuore è

la villa ottocentesca attorno alla quale si sono sviluppati

giardini e una serie di ville e appartamenti sparsi in tutta la

tenuta. L’offerta abbina un soggiorno elegante e di relax a

percorsi naturali.

Foto ©FrancescoLascialfari

HOSPITALITY 113


Qual è lo stile dei vini? “La freschezza è l’ispirazione

principale anche se è stata una sfida in un posto ‘caldo’

dove però per fortuna la grande mineralità del terroir e un

vigneto più alto sono venuti in soccorso dei cambiamenti

climatici. Oltre la produzione del più famoso e tipico vino

elbano, l'Aleatico, il cui vigneto è stato reimpiantato nel 2002,

dal quale si produce l’Aleatico Passito d’Elba e il Rosato di

Aleatico - mentre dalle vinacce viene distillata un’ottima

grappa - produco un Vermentino, tipico di quest’area marina;

un Bianco Mediterraneo (10% di Fiano, unito al Vermentino),

che rappresenta il tentativo di far capire che il bianco oggi

non si ossida e quindi migliora dopo qualche anno, con tre

anni di invecchiamento; e un Rosso, introducendo un vitigno

non così diffuso in Italia, eppure tipicamente mediterraneo,

l’Alicante che è poi il Cannonau sardo, la Grenache in Francia

o Guarnacia in Spagna. La partenza è stata la Grenache

ma il nome Alicante da queste parti è stato accolto meglio

e certamente più del Cannonau, recepito come ‘pesante’.

Ho cercato di bilanciarne la struttura rendendolo fresco,

anticipando un po’ la vendemmia.”

Che tipo di turismo culturale e di riscoperta dell'isola può

consentire la produzione del vino rispetto ad un turismo

legato alla stagionalità e al mare? “Il vino, in Toscana

specialmente, riesce a collegare tutti i tipi di turismo

perché sposa degli aspetti diversi, dal gourmet e anche

dalla mondanità, allo sport, alla cultura e offre un grande

immaginario”.

The place is the Costa dei Gabbiani, south of Capoliveri,

a mining area that has been preserved from the often

aggressive anthropisation. It is perfect for delving into

the natural environment between vineyards and sea,

a sheltered corner of Elba, away from the tourist trails,

surrounded by the Mediterranean maquis.

Gardens and a series of houses and flats have been

developed throughout the estate around the beautiful

19th century villa. The deal combines an elegant, relaxing

stay with nature trails, beaches, a wellness centre, sports

facilities and fine restaurants.

Piermario Meletti Cavallari was previously a brilliant wine

producer in Bolgheri and he was one of the leaders who

wanted to bring Elba wines back into vogue. The winery

designed by Tobia Scarpa was inaugurated in 2010 using

architectural criteria of sustainability. We are asking him

Loc.Ripe Alte, 57031 Capoliveri LI

Tel: + 39 0565 94211

Sito web: www.tenutadelleripalte.it

Email experience@tenutadelleripalte.it

Tel. +39 3485841295

Foto ©FrancescoLascialfari

what characteristics he had chosen for the winery. “I

started by planting the vineyard and showing the possibility

of a different type of tourism; then it was thanks to Tobia

Scarpa, a small wine-maker and connoisseur of the sector,

that we created a sustainable building. The inspiration was

the only architecture in the area, the mines.”

What is the style of the wines? “Freshness is the main

inspiration even if it was a challenge in such a ‘warm’ place

where, luckily, the great mineral quality of the soil and the

higher vineyards came to the rescue of climate change.

The Aleatico vines were replanted in 2002 and from this

the Aleatico Passito d’Elba and the Rosato di Aleatico are

produced while an excellent grappa is distilled from the

pulp. We produce a Vermentino, typical of this marine

area; a Mediterranean White (10% of Fiano combined with

Vermentino), which represents the attempt to make people

understand that white wines today do not oxidize and

therefore improve after three years of aging; and a Rosso,

introducing a vine that is not so widespread in Italy, yet

typically Mediterranean, Alicante.”

What kind of cultural tourism and rediscovery of the Island

can permit the production of wine compared to a tourism

linked to seasonality and the sea? “Wine, especially in

Tuscany, manages to connect all types of tourism because

it unites different aspects, from gourmet and glamour to

sport and culture and it opens up a wider vision”.

114

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Emmegi Immobiliare

A.T.

Lo faceva così buono, il Moscato, nonno

Retali nelle vigne degli “Alzi” In quel

di Marina di Campo, che Guglielmo

Marconi in persona gli scrisse per

ringraziarlo di quel nettare. Perché

da sempre l’Elba è stata frequentata

da persone speciali che se ne

sono innamorate e, a volte, hanno

mantenuto legami con i suoi abitanti

che aprivano le case e i magazzini

a quei “forestieri” che venivano dal

continente, incuriositi gli uni dagli altri.

Per questo la tradizione dell’accoglienza

Giulia, Gentini di terza generazione,

non l’ha persa ed è diventato un

mestiere. La cura fa parte davvero della

sua storia familiare, il padre medico,

la nonna levatrice che ha fatto nascere

mezzo paese, con una famiglia mezza

campese e mezza siciliana, dà valore

al rapporto umano e comprende le

fragilità e i bisogni degli altri. Non fa la

psicologa bensì, semplicemente, con

una laurea in comunicazione, si occupa

di intermediazioni immobiliari, affitti,

vendite, seguendo la strada tracciata

dalla mamma. Ma cosa c’è di più

importante e di personale di una casa?

Accompagna i suoi clienti, che

diventano presto amici, passo passo,

dalla scelta dell’immobile giusto fino

alla voltura delle utenze, in caso di

compravendita; oppure si fa carico di

ogni tipo di servizi per gli affitti, lunghi

o brevi, in appartamento o in villa. Ma

quello che fa la differenza è che Giulia,

proprio per la sua sensibilità, punta

a un settore di nicchia, quello delle

persone che hanno delle disabilità,

delle fragilità di qualsiasi tipo, che

Foto ©Emmegi

hanno diritto di viversi una vacanza o

un soggiorno in piena libertà e confort.

Basta una telefonata, quindi, per

coloro che non vogliono sorprese,

che vogliono investire all’Elba o

trascorrervi una vacanza, per avere il

consiglio giusto. E per chi deciderà di

mettere a reddito la casa acquistata

con la Emmegi Immobiliare, Giulia si

occuperà di seguire gli affitti con occhio

vigile e professionalità.

Piazza dei Granatieri 9, 57034 Campo nell'Elba

Tel: + 39 0565 976165

Sito web: www.agenziaemmegi.it

Email: info@agenziaemmegi.it

EMMEGI ESTATE AGENTS

It is a beautiful family story, that of

Giulia Gentini, the owner of the Estate

Agency EmmeGi in Marina di Campo.

Her grandfather was a wine producer,

her grandmother was the midwife who

brought half the village into this world.

Her father was a doctor and her mother

started the hospitality business, dealing

with the rental of holiday homes and

with the buying and selling of property.

Giulia follows her customers step

by step, from the choice of the right

property up to the transfer of utilities

in the event of a sale; or she looks

after all the details for rentals, long

or short, in flats or in villas. However,

what really makes the difference is that

Giulia cares, she also deals with the

specialized market of those who have

disabilities, fragilities of any kind, who

have the right to enjoy a holiday or a

stay in complete freedom and comfort.

So, a phone call is enough for those who

do not want surprises, those who are

looking for the right accommodation

for a holiday or who would like to make

an investment on the Island of Elba. If

you decide to use your house to make

an income, she will handle the renting

honestly and competently.

115


ElbaCasa,

G.L.

il tuo consulente di fiducia

Elbacasa – Real Estate è un'azienda familiare che ha sede

all'Isola d'Elba (Capoliveri e Portoferraio) e che da tanti anni

si dedica alla compravendita di proprietà uniche. Si narra

che un antenato dei proprietari, tal Elbano Barbetti, Conte

di Val di Sugherello, fosse stato il consulente di fiducia di

Napoleone nella compravendita di quella che ancora oggi

viene denominata Villa San Martino. La leggenda finisce

dove inizia la realtà imprenditoriale di una attività iniziata

nel 1986 con la proposta, fin da allora, di una sempre

selezionata tipologia di immobili che racchiudono in sé il

fascino dei luoghi più incantevoli d'Italia. E l'esperienza

non poteva che partire dall'Elba, uno scrigno di bellezza

espresso nell'incontro tra mare e terra: un'isola ricca di

forza evocativa e capace di dischiudere i portali dell'anima e

dell’intima natura.

L’etica della proprietà rispecchia il carattere dell’azienda

familiare: se fino ad oggi le basi sono state costruite dai

fondatori, al dinamismo e allo spirito di innovazione della

nuova generazione è invece affidata la capacità di costruire

lo sviluppo di un’azienda che ha l’ambizione di mantenere

saldo il proprio legame con il passato ma con uno sguardo

lungimirante verso servizi immobiliari sempre più orientati

a concetti di qualità e di soddisfazione del cliente.

Dott. Ruggero Barbetti, direttore e fondatore di Elbacasa,

quali sono i punti di forza della sua azienda?

Siamo un Team di artigiani di qualità, esperti di pratiche e

adempimenti burocratici, appassionati di tecnologia e del

nostro lavoro, tutti impegnati a creare l'esperienza di compravendite

consapevoli per cogliere l’opportunità non solo di

realizzare un sogno ma anche di riuscire ad ispirarsi a valori

importanti come la qualità della vita, la libertà di aprirsi a

nuove prospettive e il piacere di scoprire realtà e stili di vita

non omologati. Siamo anche la scelta ideale per dare valore e

sicurezza ai tuoi progetti con la messa a disposizione di servizi

e tecnologie che consentono di sviluppare e dare futuro

ai tuoi investimenti. Le nostre selezionate proposte sono il

frutto di un lavoro consolidato dall'esperienza di tanti anni

e fatto di visite, di controlli e di confronti. Vogliamo essere il

tuo consulente di fiducia in un rapporto sempre basato sulla

trasparenza, la correttezza e la reciproca cortesia.

ELBACASA REAL ESTATE

Elbacasa - Real Estate is a family business with offices in

Capoliveri and Portoferraio that deals with the buying and

selling of unique properties. It is said that an ancestor of the

owners, a certain Elbano Barbetti, Count of Val di Sugherello,

had been Napoleon’s trusted advisor in the sale of what is

still called the Villa San Martino. The legend ended in 1986

with the beginning of the business that has always offered a

type of property that embodies the fascination of the charming

Island of Elba, a treasure trove of beauty where land

and sea meet.

The ownership ethics reflect the character of the family

business: on the principles laid down by the founders, the

dynamism and spirit of innovation of the new generation

has grown, keeping the bond with the past but with a

forward-looking focus on quality and customer satisfaction.

The founder of Elbacasa, Dr Ruggero Barbetti, says that the

strength of Elbacasa lies in the quality of the craftsmen, in

the experience with paperwork and bureaucratic fulfillments,

in the enthusiasm for technology and for the job.

The task is to create well-informed transactions that fulfill

the customer’s dream by keeping important values like

the quality of life and the freedom to discover new situations

and lifestyles. Elbacasa is a guarantee that provides

the tools that give a future to customers’ investments in a

relationship built on transparency, integrity and mutual

courtesy.

ElbaCasa

Portoferraio - Capoliveri

Tel: +39 0565 91.76.18

Mobile: +39 348. 809.87.90

+39 340.27.27.377

Sito web: www.elbacasa.it

Email: info@elbacasa.it

www.elbacasa.it

116 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


HOSPITALITY 117


-Pietro Pacciardi

Agenzia immobiliare

Brignetti

foto©FrancescoLascialfari

Per trovare il proprio angolo di paradiso sull'Isola d'Elba,

o proprio a Marciana Marina, non c'è miglior scelta che

affidarsi all'Agenzia Immobiliare Brignetti. Fra le prime

sull’Isola conta su una profonda conoscenza del territorio

e assiste i propri clienti in tutte le fasi della compravendita.

L'acquisto di un immobile sull'Elba è un investimento che

cresce nel tempo, e affidarsi a professionisti esperti come

Maila Brignetti è la scelta più saggia da fare.

foto©Federico Serradimigni

A Marciana Marina, il comune più piccolo di tutta la

Toscana, le case sembrano adagiate sul lungomare con

cura e protette da un braccio amorevole e premuroso. Tutto

è ordine e bellezza. Ogni strada, ogni piazza, ogni scoglio

sembrano collocati lì da un'armonia divina. Sospeso tra

barche di pescatori e panfili moderni, il paese è un gioiello

senza tempo, avvolto da un'eleganza che incanta i sensi.

Marciana Marina è un luogo ideale dove trovare rifugio,

dove trascorrere i calmi mesi primaverili o autunnali

o estati indimenticabili. E l’inverno regala giornate di

sole e paesaggi da scoprire. Tutto è in equilibrio. Dal

suggestivo Borgo del Cotone, al lungomare mozzafiato

fino alle tranquille campagne circostanti, ogni luogo offre

opportunità per i propri ospiti e amici.

Marciana Marina is an ideal place to find refuge, to spend

a delightful spring or unforgettable summers. And winter

offers sunny days and landscapes to discover. From

the charm of the Borgo del Cotone to the breathtaking

promenade to the peaceful surrounding countryside, each

place offers opportunities for its guests and friends.

To find your own corner of paradise on the Island of Elba,

or in Marciana Marina, there is no better choice than to rely

on the Brignetti Real Estate Agency. Among the first on the

island, it has a deep knowledge of the area and assists its

customers in every phase of the sale. Purchasing a property

on Elba is an investment that grows over time.

Agenzia Immobiliare Brignetti

Scali Mazzini 13/B 57037

Marciana Marina LI

Tel: 0565 904081

+ 39 3497940864

Sito web: www.brignetti.com

Email: info@brignetti.com

Agenzia Brignetti

Scali Mazzini 13/B 57037

Marciana Marina LI

Tel: 0565 904081

+ 39 335 1673531

Sito web: www.appartamentielbabrignetti.it

Email: info@appartamentielbabrignetti.it

118

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Se il mondo fosse soltanto 224 Km quadrati

sarebbe simile all’Isola d’Elba, un gioiello fra

mare e montagna, che con le sue spiagge,

colline e borghi racchiude in sé tutto ciò che

si cerca in un luogo magico, che stupisce e

incanta. Per chi vuole avventurarsi fra i paesi

e le calette incontaminate all’ombra del Monte

Capanne, una vacanza nel versante occidentale

è l’ideale. Da quel lato l’Isola regala tramonti

impareggiabili e dalla costa si possono

ammirare le altre isole dell’Arcipelago, la costa

degli Etruschi e persino la Corsica. Proprio

qui si trova Marciana Marina, dove le barche

ormeggiate accompagnano i visitatori dal

molo fino all’antico borgo del Cotone, colorato

e pittoresco. Sant'Andrea, invece, è un rifugio

di pace, con le case bianche arroccate sulla

collina che si specchiano in acque trasparenti

e invitanti, offrendo momenti di relax e

contemplazione. Il golfo di Procchio è una

festa con la sua spiaggia di sabbia e i locali

alla moda, un'esplosione di colori e profumi,

di vita e allegria che regalano emozioni e

spensieratezza.

Sul versante occidentale si nascondono tesori e

sorprese da scoprire, basta poco per conoscerli:

un soggiorno in una casa vacanze da sogno.

Da piccoli appartamenti fino a magnifiche

ville affacciate sul mare. L'agenzia turistica

Brignetti con il suo personale esperto e

premuroso, oltre a fornire servizi di biglietteria

e informazioni per escursioni e visite guidate,

troverà la sistemazione ideale per ogni

esigenza, regalando un'esperienza unica ed

emozionante nel nord ovest dell'Elba.

On the western side of Elba, there are hidden

treasures and surprises to discover. Marciana

Marina where moored boats accompany

visitors from the pier to the ancient fishing

village of Cotone, colourful and picturesque.

Sant’Andrea: a haven of peace with white

houses perched on the hill that are reflected

in transparent, inviting waters. The Gulf of

Procchio with its sandy beach and trendy clubs,

an explosion of colours and scents, of life and

joy. It does not take much to experience them:

a stay in a dream holiday home. From small

flats to magnificent villas overlooking the sea.

The Brignetti tourist agency with its expert and

attentive staff, as well as providing ticketing

services and information for excursions

and guided tours, will find you the ideal

accommodation for every need.

Agenzia

Brignetti

-P.P.

foto©Federico Serradimigni

foto©AdrianoLocci

LIFESTYLE 119


Agenzia

Immobiliare

Elba

a Capoliveri

G.L.

Cercate casa in quel paradiso nel sud est dell’Elba? In

posizione centrale sulla via Mellini di Capoliveri, uno dei più

frequentati borghi dell'isola, si trova l'Agenzia Immobiliare

Elba, specializzata nella vendita di case e appartamenti sul

territorio.

Con professionalità, serietà e simpatia, la titolare Francesca

Puccini sa trovare soluzioni adatte a qualsiasi esigenza,

partendo dalla ricerca di immobili particolari fino a trovare

quello dei vostri sogni. Ottimi la cura e i servizi offerti:

chi si rivolge a lei ha la certezza di essere seguito da una

professionista certificata.

L’Immobiliare Elba è un punto di riferimento per chiunque

voglia acquistare o vendere una proprietà sull'isola

all’insegna della trasparenza e della correttezza nelle

transazioni. Francesca mette a disposizione dei clienti la

sua esperienza trentennale e fornisce consulenze complete

e personalizzate guidandovi in ogni fase del processo di

valutazione di un immobile fino alla firma dal notaio.

L'agenzia è sempre aggiornata sulle offerte disponibili, in

ogni stagione, e si avvale di un team esperto di geometri

e architetti: grazie alla presenza nel settore immobiliare

dal 1994, la scelta di un appartamento o una villa, che sia

per un breve soggiorno o per tutta la vita diventa semplice,

permettendo ai clienti di godere l'isola senza pensieri.

Immobiliare Elba

Via Mellini, 28 - 57031 Capoliveri

Tel: +39 393 995 3575

Sito web: immobiliare-elba.com

E-Mail: info@immobiliare-elba.com

foto©FrancescoLascialfari

120 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


ELBA ESTATE AGENCY

The ELBA estate agency is in the centre of Capoliveri in Via

Mellini and specializes in the sale of houses and flats in the

area. The owner, Francesca Puccini offers her customers

personalized, professional solutions for every requirement,

starting with the search for the right property up to finding

their dream home. Due to over thirty years of experience,

her professional qualification gives complete, specific

advice, guiding customers through every stage of the

process of property evaluation right up to the signature

with the notary. Moreover, the agency is always updated

on the latest offers and has the backing of an expert team

of surveyors and architects: the choice of a flat or a villa

whether for a short stay or for a lifetime, becomes simple,

allowing the customer to enjoy the island without worries.

HOSPITALITY 121


Nuova stagione

all’orizzonte

con Blu Navy

-

Nina Catta

L’Isola che si avvicina lentamente, i contorni sempre più precisi,

la costa frastagliata che mostra un arcobaleno di colori,

le spiaggette intime e riparate, i paesi che ammiccano dai

fianchi delle colline pronti ad accoglierti sotto i loro campanili.

La vacanza inizia così, a pelo d’acqua, il mare che si apre

docile sotto lo scafo, creando ricami di schiuma.

È breve la tratta fra il “continente” e l’Isola e fa già parte del

viaggio, quello che hai sognato tutto l’anno: ma è importante

farlo in comodità e sicurezza. I traghetti della Blu Navy ti

garantiscono ambedue. Da quattordici stagioni collegano la

costa all’Isola, Piombino e Portoferraio i porti di riferimento,

con le due navi gemelle: Acciarello e Tremestieri. Veloci, con

i loro 16 nodi impiegano solo un’ora per la traversata durante

le 16 tratte giornaliere di andata e ritorno nel periodo

di maggiore affluenza turistica in estate. Le auto al seguito

sono parcheggiate nei capienti garage dove si può rimanere

all'interno, magari con il proprio pet, benvenuto a bordo, per

rilassarsi o godersi il panorama fino all’arrivo.

La Compagnia, con i colori rosso e blu che ricordano antiche

marinerie, è “elbana” per eccellenza, stretti sono i suoi

legami con il territorio, efficiente e disponibile il personale

a bordo e a terra, ben organizzato il sistema di prenotazioni

direttamente da sito https://blunavytraghetti.com/.

Competitive le tariffe, modulabili secondo le necessità e gli

orari: gradita ad esempio la scontistica per le famiglie e per

chi possiede una casa per le vacanze sull’Isola che avrà un

costo del 30% in meno.

Con la formula “Parti prima – Parti dopo”, è inoltre possibile

imbarcarsi in anticipo o posticipare la partenza prenotata,

salvo disponibilità.

La Blu Navy è molto apprezzata anche dai residenti ai quali

offre servizi tutto l’anno: è un punto di riferimento per gli

studenti, i lavoratori, i pendolari, chi si sposta per motivi

familiari o di svago. Condizioni ottime per le fasce orarie

che più vengono richieste per le coincidenze in “continente”

con treni e autobus, per garantire trasporti coordinati e

senza intoppi. Blu Navy pratica accordi e partnership con gli

imprenditori e con chi opera nel settore dell’accoglienza, con

cui la compagnia condivide lo stesso obiettivo: sviluppare un

turismo sostenibile, da un punto di vista culturale, sociale,

ambientale ed economico. Un turismo tutto l’anno perché

l’Isola è a un tiro di schioppo e un fine settimana immersi

nella genuinità della sua natura rigenera il corpo e lo spirito.

foto ©Mariella Ugolini

foto©BluNavy

122 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Vincenzo Gorgoglione, il presidente,

imprenditore elbano, è il primo a prestare

attenzione alle richieste dell’Isola

e della sua comunità, sempre pronto a

dare una mano, a partire da chi dedica

tempo, passione e professionaltà nell’

organizzare eventi che arricchiscano la

proposta turistica elbana. Un legame

stretto quello fra la Blu Navy e l’Elba

come lo è quello fra terra e mare: e chi

meglio di un’isola può rappresentare

questo connubio vincente?

A NEW SEASON ON THE HORIZON

FOR BLU NAVY

Slowly approaching the island, the contours

become more defined, the rugged

coastline shows a rainbow of colours,

the sheltered beaches, the small hillside

villages, the bows of the ship open up

a way through the deep blue sea. Your

journey starts on board the Blu Navy

ferries, two sister ships: Acciarello and

Tremestieri. At 16 knots, the crossing is

only an hour and in summer, they have

16 daily return trips. The accompanying cars are kept on the garage decks where

you can stay, perhaps with your pet. The staff on board and ashore are efficient

and helpful, the booking system is well organized directly from the website https://

blunavytraghetti.com/. The fares are competitive and adjustable with the formula

“Leave before - leave later” means you can embark in advance or postpone.

The company’s aim is to develop sustainable tourism throughout the year from a

cultural, social, environmental and economic point of view. A strong link between

Blu Navy and Elba as the link between land and sea: who better than an island to

represent this winning combination?

Blu Navy - Portoferraio

Calata Italia 8 57037 Portoferraio LI

Prenotazion e Info: Tel: +39 0565 269710

Sito web: blunavytraghetti.com

E-Mail: info@blunavytraghetti.com

Blu Navy - Piombino

Piazzale S.Allende 11 57025 Piombino

Prenotazion e Info: Tel: +39 0565 269710

Sito web: blunavytraghetti.com

E-Mail: piombino@blunavytraghetti.com

HOSPITALITY 123


-Marco Casale

Accoglienza

e sicurezza

nei porti elbani

foto©AdSPAltoTirreno

Il Sistema dei Porti dell’Alto Tirreno

progetta di rendere ancora più attrattivi

i porti elbani e di migliorare

la qualità dei servizi e la sicurezza del

traffico passeggeri. Nuove opportunità

anche per il settore crocieristico.

A Portoferraio l’affluenza sarà di poco

superiore al 2022 con 90 accosti, fra

metà aprile e metà novembre 2023:

l’Elba offre itinerari ed escursioni di

grande interesse culturale anche nelle

stagioni intermedie. Lo scalo elbano,

secondo i vertici ddell'Authority, da

un lato dovrebbe puntare al mantenimento

del traffico esistente e alla qualità

dell’accoglienza turistica. Dall’altro

a una distribuzione più omogenea di

arrivi e partenze, insistendo sui giorni

infrasettimanali, oltre che sulla destagionalizzazione.

Nel traffico traghetti,

che risulta essere costante e consolidato

nei porti di Piombino, Rio e Portoferraio

- con più di 3 milioni di passeggeri

ogni anno - la sfida risiede nel rafforzamento

del prodotto turistico territoriale

nelle stagioni spalla e, al tempo

stesso, nel mantenimento del traffico e

nel miglioramento della soddisfazione

dei clienti.

Ma come evidenziato da uno studio recentemente

predisposto da Risposte e

Turismo- RT per conto dell’Autorità di

Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale-

AdSP MTS e presentato sia

a Piombino che a Portoferraio, sono

importanti le sinergie da attivare sul

territorio, con tutti gli stakeholder del

settore, dalle Istituzioni, agli operatori

turistici, agli abitanti dell’’Isola. Il lavoro,

illustrato da Francesco Di Cesare,

presidente di RT, dedica spazio alle

questioni cruciali per i passeggeri e al

miglioramento della qualità dell’accoglienza

elbana, indicando, sulla base

di un sondaggio che ha coinvolto 400

operatori elbani, la strada da seguire

per implementare la ricettività portuale.

Fra gli interventi urgenti sono previsti

il miglioramento della viabilità e dei

collegamenti pubblici tra il centro storico-porto

e le destinazioni turistiche

del territorio. Anche il tema dell’accoglienza

è fra le priorità. In particolare

su Piombino è necessario lavorare

sull’accessibilità e viabilità, trovando

una risoluzione alle problematiche dovute

al congestionamento del traffico

e ai tempi di attesa per l'imbarco. Da

questo punto di vista appare strategico

il completamento del 2° lotto della

Strada 398.

Saranno riorganizzati gli spazi portuali

e potenziati i servizi offerti nelle stazioni

marittime e negli spazi dedicati

ad accoglienza e informazione turistica,

con il coinvolgimento degli operatori

locali in percorsi formativi per

chi opera a contatto con i crocieristi e

passeggeri ferry. Proseguiranno inoltre

le azioni di marketing territoriale.

“È necessario un gioco di squadra che

deve coinvolgere molteplici soggetti"

- ha detto il presidente dell'AdSP, Luciano

Guerrieri, sottolineando come l’

In basso | Foto©RacheleLori

124 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Aiuthority sia già oggi una realtà importante per quello che è

il principale settore economico elbano: il turismo. Dobbiamo

puntare alla valorizzazione dell'offerta turistica e al potenziamento

degli standard qualitativi dei servizi di accoglienza. Abbiamo

destinato ingenti risorse agli investimenti nell'ambito

del programma triennale delle opere. A Portoferraio porteremo

a gara l'appalto per la ristrutturazione dell'ex Cromofilm

per destinarla a stazione marittima "

WELCOME AND SAFETY IN THE ELBAN PORTS

The Port System of the Upper Tyrrhenian is planning to

make Elba’s ports even more attractive, improving the

quality of the services provided and the safety of passenger

traffic. There are new opportunities for the cruise sector

with 90 dockings between April and November: in fact,

the Island of Elba offers itineraries and excursions of

great cultural interest even in low season. The Authority

is aiming to improve tourist reception and to have a

better distribution of arrivals and departures, insisting on

midweek days as well as seasonal adjustment.

A study was organized on behalf of the Port System

Authority of the Northern Tyrrhenian by Risposte e Turismo

which involved 400 Elban operators in a survey and

presented it in both Piombino and in Portoferraio: it makes

clear the importance of teamwork that must be activated on

the territory, with all the stakeholders, from the institutions

to the tour operators and the inhabitants of the Island.

Urgent action has to be taken to improve the road network

and public connections between the town centre-port and

the tourist destinations of the area. Especially in Piombino,

it is essential to work on the accessibility and the road

network to avoid heavy traffic and long queues for boarding.

The port spaces will be reorganised and the services

offered in the Maritime Stations and the areas that deal

with reception and tourist information will be upgraded,

involving local operators in training courses. Territorial

marketing actions will follow. “Teamwork is necessary and

must involve multiple subjects” said the President of the

AdSP, Luciano Guerrieri. “We must aim to enhance our

tourist proposals and strengthen the standard of quality of

the reception services where we have allocated considerable

resources. Work will soon be starting on the renovation of the

former Cromofilm to convert it into a Maritime Station”.

Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale

Scali Rosciano 6, 57123 Livorno

Tel: +39 0586 249411

Sito web:www.portialtotirreno.it

HOSPITALITY 125


foto ©Paolo Calcara

126

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Enjoy

Lifestyle and Sport

foto©AdrianoLocci

LIFESTYLE 127


Uno spazio per sé

P.L.

Sono tanti, sono pieni di entusiasmo,

una ne fanno cento ne pensano, non si

arrendono mai, sono... Diversamente

Sani. Una realtà elbana che associa

tante persone, una bella squadra di

uomini e donne che danno valore

alla vita e la celebrano ogni giorno,

dedicandosi a se stessi ed al prossimo,

perché fare bene fa bene a chi lo fa.

Perché insieme è più facile affrontare

qualsiasi cosa, anche una malattia

difficile. Lo fanno quotidianamente e

in mille modi. Dalla raccolta fondi alle

sedute gratuite con la psiconcologa, alle

convenzioni con gli studi medici per

gli screening, a partire dalle ecografie

fino alla mappatura dei nei, perché la

prevenzione è la prima arma contro i

problemi di salute.

Organizzano eventi come la Maratona

della solidarietà o gruppi di autoaiuto

per i pazienti ma anche per le famiglie,

perché non è facile elaborare i lutti, e

la paura si sconfigge solo con le parole,

quelle buone, che vanno al fondo per

cercare condivisione e idee, per trovare

conforto e soluzioni.

Una delle ultime iniziative riguarda

la Prevenzione alimentare, rivolta a

tutti perché il cibo fa parte della cura

di se stessi: è fondamentale la cura

partendo da una corretta educazione

al consumo. A Capoliveri, seguiti da

una nutrizionista, si impara quali sono

gli ingredienti per una alimentazione

sana, corretta, attenta. E l’incontro

per la salute diventa occasione di

convivialità perché non c’è niente di

meglio che stare a tavola per conoscersi

meglio e scambiare sapori ed emozioni.

L’esperienza della malattia è

paragonabile ad un viaggio, pieno di

difficoltà, ma sapere di non essere soli

ad affrontarlo ci rende il cammino più

leggero. Quello dei soci di Diversamente

Sani è un atto d’amore che si rinnova

ad ogni incontro, perché l’egoismo,

la competizione, l’indifferenza,

l’invidia non possono trovare spazio

dove i valori sono altri, dove un gesto

d’affetto o la primavera con la natura

che esplode nella sua bellezza, in un

continuo rinascere, sono l’unica cosa

che conta. Ai sentimenti si affianca un

aiuto concreto, generoso, per coloro che

hanno minori mezzi, tempo e voglia,

per affrontare le difficoltà. Ci pensano

loro. Dallo svolgimento di pratiche per

la previdenza assistenziale o fiscale,

ai trasporti per le cure, dal consultorio

oncologico on line allo sportello di

ascolto psicologico. Ed ancor sedute

di Yoga della risata, danzaterapia,

musicoterapia, armocromia. Senza

perdere di vista l’estetica: grazie alla

generosità degli elbani è stato possibile

dotare l’ospedale di Portoferraio di un

Casco Paxman per evitare la caduta

dei capelli. Per ogni necessità basta

chiamare o scrivere una email. Ci sarà

sempre un volontario, diversamente

sano, pronto ad ascoltare.

A SPACE OF ONÈS OWN

There are many of them, they are full

of enthusiasm, they never give up, they

are… Differently Healthy(Diversamente

Sani). These are real life situations

that bring many people together who

value life and celebrate it every day,

concentrating on themselves and

others, because doing good is good

for those who do it. Because together

it is easier to deal with anything, even

a difficult illness. This can be done in

a thousand ways. From fundraising

to free sessions with the psychooncologist,

to medical appointments

for screening starting with ultrasound

up to the mapping of moles, because

prevention is the first weapon against

health problems. They organize events

like Marathons of solidarity or selfhelp

groups for patients and for their

families because bereavement is

not easy to process and fear can only

be defeated with love. Feelings are

accompanied by concrete, generous

help for those with fewer means, time

and inclination… For any need, just call

or write an email. There will always be

a volunteer, differently healthy, ready

to listen.

Tel. +39 389 76 68 023

diversamentesani@gmail.com

www.diversamentesanielba.it

fb diversamentesani

foto ©AdrianoLocci

128


Capitani Coraggiosi: Marco Rossato

A.T.

restituisce energia e forza - sostiene Marco - oltre ad essere

una risorsa indispensabile alla sopravvivenza nostra e delle

specie che ci vivono. È un nostro dovere ricordarlo in tutte le

occasioni. Il mare è fonte inesauribile di vita.”

CAPTAINS COURAGEOUS: MARCO ROSSATO

Andar per mare è un sentimento e un desiderio prima che

un’azione. Marco Rossato, disabile coraggioso con gli occhi

chiari degli orizzonti marini, lo sa. Viaggiare a vela si può

anche per chi vive in carrozzella. Lui viaggia ed ha viaggiato

in solitaria per il Giro dei Porti e delle Marine della Toscana,

promosso e organizzato dall’ASD “I timonieri sbandati”, con

l’associazione Marevivo come partner ufficiale e il patrocinio

della Regione Toscana, del Comune di Viareggio, delle

principali istituzioni del mare – Marina Militare, Guardia

Costiera, Lega Navale Italiana e Marinai d'Italia – e di quelle

locali – Marine della Toscana, Ambito Turistico della Versilia,

#InVersilia Consorzio di Promozione Turistica della

Versilia e Club Nautico Versilia. Fra le tappe anche Porto

Azzurro, Marciana Marina e Portoferraio. Marco è il primo

velista disabile a circumnavigare l’Italia in solitaria; ma

proprio solo non è, a tenergli compagnia il suo cane, l’inseparabile

Muttley. Marco viaggia a bordo della “Tornavento”,

una imbarcazione 100% elettrica, che si muove spinta dal

vento e dal motore alimentato quasi completamente da

energia solare e idroelettrica. Un modo per sensibilizzare

più persone possibili sui temi della sostenibilità ambientale,

turistica e sociale, che sono inscindibili l’uno dall’altro. Il

tema del comfort dei porti italiani per le persone disabili o

con difficoltà di movimento come gli anziani, viene portato

avanti insieme a quello del rispetto dell’ambiente, nello

specifico del mare, in modo che si inneschi una catena

virtuosa di comportamenti consapevoli. Durante il viaggio,

Marco ha incontrato le istituzioni e i cittadini, in particolare

i più giovani, per sensibilizzare sullo stato di salute del nostro

mare e sul grave problema dell’inquinamento causato

dalla plastica. Lui se ne fa carico, messaggero di bellezza

e resilienza, ripescando durante il suo viaggio i rifiuti che

trova in acqua, il contrario di quello che alcuni “vacanzieri”

usano fare pensando che il mare sia una risorsa inesauribile

che tutto nasconde. ”Un mare pulito è un elemento vivo che

Going to sea is more a feeling and a desire rather than an

action. Marco Rossato knows this. He is disabled and courageous

with the clear eyes of marine horizons Sailing is possible

as well for people who live in wheelchairs. He travels

and has sailed solo for the Tour of the Ports and Marinas of

Tuscany. Porto Azzurro, Marciana Marina and Portoferraio

have been among the stages. Marco is the first disabled sailor

to circumnavigate Italy alone with his dog, the inseparable

Muttley. Marco’s boat is the “Tornavento”, a 100% electric

sloop. This is a way to raise awareness on issues of environmental,

tourist and social sustainability and accessibility

in ports. During his journey, Marco met many people and

institutions to launch an appeal against plastic pollution at

sea. “A clean sea is a living element that restores energy and

strength - says Marco - as well as being an indispensable

resource for our survival and the species that live here”.

LIFESTYLE 129


Arte e sentimento

per il Circolo degli Artisti

-

Patrizia Lupi

Ti mette allegria, il Circolo degli Artisti

a Portoferraio. Respiri movimento e

fantasia, tutti ti accolgono come se

tu ci fossi nato, è un luogo d’incontro,

dove le idee diventano fatti e i talenti

opere d’arte. A renderlo vivo e frizzante

è un manipolo di cittadini attivi e

creativi, che hanno aperto le porte

alla comunità per far diventare la

loro sede, non solo una sala mostre,

artistiche o fotografiche che siano,

ma laboratorio didattico, musicale,

culturale, dove trovi indifferentemente

lo scultore e l’autore di un libro, il

ballerino e il poeta, il bambino “fragile”

o lo straniero che chiede informazioni.

Non è un caso che si trovi proprio

all’ingresso dell’antica Cosmopoli,

sotto l’arco della porta principale nelle

antiche mura, che ha visto passare

carretti e imperatori, contadini e

ammiragli, muli e “aveggi” pieni di

polpi, turisti e spie napoleoniche,

carcerati e giovani fanciulle con le

ceste d’uva sulla testa. È il tempio

dell’accoglienza.

Fra tutti, l’animatore indistruttibile,

e sempre disponibile, è lui. Quello

con la barba brizzolata, ride con gli

occhi chiari di chi guarda il mondo

con simpatia e difficilmente dice di

no. È Alessandro Grosso, torinese,

approdato in Calata tanti anni fa,

metà della vita passata in viaggio

fra musica e arte. Poi l’incontro con

Manuela Cavallin, la sua compagna,

effervescente, creativa, che una ne

fa e cento ne pensa. Non si sono più

lasciati. Il braccio e la mente, il gatto e

il topo, il giorno e la notte, il rosso e il

blu, l’acqua e il fuoco, diversissimi ma

simili, si scambiano continuamente

i ruoli, ma finiscono sempre per fare

qualcosa insieme. Basta che sia utile

per tutti e divertente. Dal decoupage

per la loro bella casa nel centro storico

all’allestimento per il carnevale dei

bambini, dalla musica per i più giovani

ai giochi di luce che si riflettono fra

le barche ormeggiate lì davanti. Ne

inventano di ogni tipo e ogni dove.

Vanno di pari passo, e condividono la

sede, con la Pro Loco di Portoferraio

che anima il paese, in ogni stagione,

perché quel che conta è la comunità,

inclusiva, accogliente, dove nascono

nuove amicizie.

Ne è un esempio il progetto Amici

Fragili, nato dalla collaborazione

della Fondazione Isola d'Elba con

molte associazioni del terzo settore

elbane, rivolto ai giovani per favorire

il volontariato e soprattutto per creare

opportunità per quei ragazzi più

svantaggiati, e per le loro famiglie,

per stare insieme in maniera creativa,

superando le reciproche difficoltà,

stando uniti, grazie a laboratori di

musica, teatro ed arte.

Alessandro, ma anche molti altri

come Antonella Colli, non se ne sono

persi uno. “Abbiamo avuto dai nostri

ragazzi certamente di più di quello che

abbiamo dato” – ripetono a chi chiede

informazioni. Un esperimento così

riuscito che ha cambiato nome ed è

diventato “Amici per sempre”.

Se passate dalla Gran Guardia, fate

capolino dentro quelle stanze di antica

memoria. Alessandro lo riconoscerete

nelle sue opere esuberanti, da post

impressionista, che ricordano i tratti

di Gauguin e Van Gogh, dove i colori

dell’arcobaleno diventeranno paesaggi

Sala della Gran Guardia

57037 PortoFerraio LI

Tel. +39 338 1400257

FB: Circolo Artisti - Isola d'Elba

FB: Amici Fragili

Email. circolodegliartistielba20@gmail.com

130

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


e marine e nature morte. Manuela la vedrete sorridere nel

nudo “Arlecchino” di spalle, appena uscito dallo specchio,

o dietro l’obiettivo della sua Nikon cogliendo proprio quel

particolare, senza veli, con la voglia di stupire.

Sono tanti, ognuno con il suo stile, con la pazienza di chi

vuole condividere un’ emozione, con il coraggio di mettersi

in gioco, per raccontare un po’ di sé attraverso i gesti

dell’arte.

ART AND SENTIMENT FOR THE ARTISTS’ CIRCLE

On the Island of Elba, during the pandemic, a school, a teacher,

a headmistress thought and believed that they could

use education as a starting point for giving new positive

impetus to a society that had been put in crisis by an unpredictable

virus.

A project was devised with the schools of environmental

education: a mother what with an overlapping baby whale

was transformed, during construction, into a colourful whale-fountain

that welcomes those arriving at the Foresi school.

The installation could do the rounds of Elban schools and

become a symbol of beauty for a new beginning on an island

that is alive and vibrant all the year round and does not

wake up only in summer with the arrival of tourists. Elban

schools have always managed to hold surprises for projects

inspired by the island itself. The return of the whale sighted

in Portoferraio dock or out in the open sea, is a symbol of a

new beginning, reminding us of the special bond with the

islanders and with their sea.

foto©Manuela Cavallin

ALESSANDRO GROSSO,

IL PIRATA BUONO

Erano gli anni ’90 quando dai mari del mondo Alessandro

Grosso, torinese, viaggiatore, marinaio e musicista,

approdato a Portoferraio, la sua “citta bellissima” dove

vive ormai da trent’anni. Eppure lui di porti e città piene

di storia ne ha viste tante, in quelle terre in mezzo ad

altri oceani. Dalla Malesia alla Thainlandia, dall’India alle

Canarie, per anni ha viaggiato dopo aver gestito locali

pieni di ritmo e musicisti, perché la musica ce l’ha nel

sangue, come il mare.

Fino a quando un giorno non ha deciso di partire e lasciare

quelle terre d’oriente, quei mari così vasti, ma lontani.

Il suo ultimo lungo viaggio, su una mitica barca di legno

costruita negli anni ’30, lo ha portato dalle Azzorre fino a

Sanremo. Ultimo scalo prima di trovare l’Isola d’Elba, dove

un amico lo aveva invitato per una vacanza. Un colpo di

fulmine per l’Isola ed anche per Manuela, la sua Circe che

non ha mai abbandonato.

A metà fra pirata e angelo custode, non perde mai il sorriso,

e di fronte alle avversità riesce a mantenerlo: questa è la

sua cifra. Ride insieme alla sua squadra, fra le mura della

Gran Guardia al Circolo degli Artisti, quando con pazienza

si dedicata ai ragazzi di “Amici fragili” che hanno trovato in

lui una guida e un grande cuore generoso.

Instancabile animatore dell’associazione e abile

organizzatore è il presidente degli artisti elbani che come

lui parlano linguaggi semplici ma ricchi di emozioni. Dotato

di talento fin da piccolo, andava scuola con la valigetta con i

colori ad olio invece dei pennarelli, ha trovato dei maestri

che lo hanno messo sulla strada dell’arte come Paolo

Manzi. Il suo tratto è ricco, fatto ad onde come quelle del

mare che conosce bene, ritmico come le note del suo Sax.

Lo strumento che lo ha accompagnato nelle case che ha

abitato, e che lo osserva ora, a riposo, vicino alla finestra

del centro storico che guarda l’orizzonte. Lo aspetta,

perché può accadere che fra una tela e l’altra, fra passione

e nostalgia, tornino le note dei suoi anni avventurosi.

è


Fondazione Isola

d’Elba, cultura

e società

-Maria Giovanna Testa

Lo sviluppo sostenibile indica “uno

sviluppo che soddisfa i bisogni del

presente senza compromettere la

possibilità delle generazioni future di

soddisfare i propri”. Questa è l’idea sulla

quale si basa l’attività degli Enti del

Terzo settore, per perseguire quegli

obiettivi dell’agenda 2030 che, unici,

possono prefigurare uno scenario

di futuro possibile e desiderabile.

Una visione a tutto campo, quella

dell’ Agenda 2030, che non si limita a

singoli aspetti di natura economica o

ambientale. La Fondazione Isola d’Elba,

fin dal suo nascere, si è data quegli

obiettivi, anticipando i tempi, anche

se circoscrivendo la propria azione

al territorio nel quale vivono i suoi

fondatori e la maggior parte dei suoi

soci.

Ma cos’è un Ente del Terzo settore?

Non risponde al mercato, ma non è

un'istituzione pubblica. Insomma,

non ha a che fare con il business, né

con lo Stato. È un qualcosa di terzo tra

la dialettica aziendale e le pubbliche

amministrazioni: è l’espressione

della comunità che si aggrega su

una serie di temi che riguardano la

cultura, lo sport, la sanità, il sociale,

la formazione e l’istruzione, aprendo

un ventaglio di attività che hanno

l’obiettivo di migliorare la qualità della

vita dei cittadini. Un mondo sommerso

dove migliaia di addetti e volontari

impiegano professionalità, tempo e

cuore per un interesse collettivo, senza

scopro di lucro. L’orizzonte degli enti

del Terzo settore è quello di contribuire

a creare una società inclusiva e giusta.

Da recenti indagini emerge che la

realtà è assai diversa rispetto all’idea

ancora molto diffusa secondo la quale

gli enti di Terzo settore si occupano di

welfare e poco più. Più del 50% degli

enti opera per conseguire almeno

nove degli obiettivi dell’Agenda. Un

lavoro “eroico”, spesso realizzato

lontano dai riflettori, nell’operoso

silenzio di chi ha poche risorse se non

l’impegno personale. Un cono d’ombra

dove le persone di “buona volontà”

creano occasioni di convivenza,

confronto ed aiuto.

Gli interventi sono volti a prevenire

situazioni di disagio che possono

condurre anche a condizioni di

povertà, a favorire la coesione sociale,

a ricostruire percorsi di fiducia tra e

nelle persone e nel confronto con le

istituzioni, per favorire l’adozione da

parte delle Pubbliche Amministrazioni

di processi gestionali innovativi basati

su metodologie partecipative. Ma

anche un modo per tutelare persone

che hanno scarsa voce, oppure che

non godono di ascolto da parte dei

“decisori”.

In basso:

Rio nell'Elba

Foto ©AdrianoLocci

132

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


A sinistra: il Borgo del Cotone a Marciana Marina

Un’idea potrebbe essere quella della creazione di

“cooperative di comunità”: gruppi di abitanti decisi ad

avviare attività di pubblica utilità rivolte al proprio territorio,

borgo o quartiere che sia, alla propria comunità, come

forma sussidiaria a fronte di una rarefazione dei servizi e

di un crescente disagio insediativo e sociale che riguarda

soprattutto le aree interne e marginali del Paese, ma

diffuso anche in aree urbanizzate. Luoghi e terre di un’Italia

bellissima, anche se "minore", che potrebbero diventare

laboratori operosi e solidali per una nuova economia,

fondata sul modello d'impresa sociale e su una risorsa

insostituibile, da rinsaldare: la comunità.

ISLAND OF ELBA FOUNDATION

AND THE TERTIARY SECTOR

Foto ©PaoloCalcara

La povertà, economica e culturale, ha molte facce, e gli enti

del Terzo settore sono attivi in ognuna di esse.

Sono una preziosa linfa per lo sviluppo sostenibile di

qualsiasi territorio.

In Italia sono numerose le esperienze che cercano di

affrontare il problema del sostentamento alimentare,

dell’inserimento sociale e lavorativo, dell’istruzione e

della formazione, della difesa dei diritti civili per vincere

le disparità, anche di genere, che persistono nella “civile”

Europa.

Fra i tanti progetti, messi in campo e finanziati, la

Fondazione ultimamente ha lavorato sul progetto “Amici

Fragili”, insieme ad altre dodici realtà elbane. Grazie a loro

il Progetto è diventato permanente, “Amici per sempre”, e

si rivolge a persone con disabilità e alle loro famiglie al fine

di spezzare il circolo vizioso disabilità-isolamento-povertà

economica o affettiva.

Altri progetti sono state messi in campo, dalla salvaguardia

dell’identità e della memoria collettiva attraverso una serie

di progetti culturali, alla proposta di coinvolgere i giovani

in percorsi di formazione incentrate sui mestieri della terra

e del mare, che si richiamano alla tradizione, ma in chiave

moderna, legandoli alla proposta turistica: “Cittadini custodi

della cultura contadina”, in un disegno di cooperazione

sociale come agente di sviluppo locale, per la crescita

economica e l’attrattività territoriale.

Viale Teseo Tesei 12 - 57037 Portoferraio

Sito web: www.fondazioneisoladelba.it

Email. fondazioneisoladelba@gmail.com

The principles of organisations of the Tertiary sector

are based on “sustainable development”, indicating

“a development that meets the needs of today without

compromising the possibility of tomorrow’s generations to

meet their own”.

However, what is an organization of the Tertiary sector?

It does not respond to the market but it is not a public

institution. It comes third between business management

and public administration: it is the expression of the

community that combines a series of themes concerning

culture, sport, health, social issues, training and education

to improve the quality of life of citizens. It is an underworld

where thousands of employees and volunteers lend their

professionalism, their time and heart for a collective

interest, without financial gain. A “heroic” task, often

carried out away from the spotlight, in the diligent

silence of those whose only resources are their personal

commitment. It is a way to encourage the adoption by public

administrations of innovative management processes,

based on participatory methodologies. But it is also a way to

protect people who have no say or who are not listened to by

the “decision makers”.

Along with twelve other Elban entities, the Foundation has

set up projects like “Amici per Sempre”(Friends forever),

and aims to help people with disabilities and their families

in order to break the vicious circle of disability-isolationeconomic

or emotional poverty. On the cultural side, with

the project “Citizens, guardians of rural culture” aims to

safeguard the identity and collective memory by involving

young people in training courses focused on land and

sea crafts which refer to tradition but in a modern key,

linking them to the offer of tourism. The Islands are places

and lands of a “minor” Italy which could become active,

supportive laboratories for a new economy, based on the

model of social enterprise and an irreplaceable resource:

the community.

LIFESTYLE 133


Un futuro sicuro

per il Sistema Idrico

dell’Elba

Foto ©RobertoSignorini

-Stefano Taddia

Presidente ASA

Negli ultimi decenni la Regione Toscana

è stata interessata da ben sette

periodi di crisi idrica, un susseguirsi

di emergenze per una risorsa vitale e

sempre più scarsa come l’acqua, che

deve essere riconosciuta realmente

come bene comune da tutelare, risparmiare

e utilizzare pensando al futuro.

La gestione della risorsa idrica, in

termini di erogazione di un servizio

sicuro, continuativo e sostenibile,

rappresenta una priorità per qualsiasi

territorio, a maggior ragione per le isole.

Un tema particolarmente delicato

per l’Isola d’Elba vista la rilevanza socio-economica

che l’industria turistica

costituisce per questa comunità.

L’Elba e la sua acqua

L’approvvigionamento idrico dell’Isola,

oltre alle sorgenti e ai pozzi autoctoni,

proviene dalla Val di Cornia. Tramite

una condotta sottomarina – realizzata

nel 1986 – arriva, infatti, circa il 50%

dei volumi annui di acqua, necessari

al fabbisogno locale, percentuale che

sale a circa il 60% nei periodi estivi.

Più della metà della risorsa idrica proviene

da fuori; l’Isola dipende quindi da

un complesso sistema che necessita di

una continua e dispendiosa manutenzione.

L’acqua viene gestita attraverso

una rete composta da circa 500 km di

tubazioni e da molti sistemi idrici di

sollevamenti, che imprimono significative

pressioni all’acqua con alto

consumo energetico ed incremento

dell’indice di guasto delle tubazioni.

La Val di Cornia, a sua volta, tuttavia,

deve fare i conti con gli effetti sempre

più stringenti dei cambiamenti climatici

che causano criticità anche al proprio

sistema di approvvigionamento

idrico, con sempre maggiori scarsità

di risorsa.

Proprio in tale ottica, ASA – società che

gestisce il Servizio Idrico Integrato per

alcune isole dell’arcipelago toscano e

per 32 comuni delle province di Livorno,

Pisa e Siena – sta proattivamente

lavorando in due direzioni.

Da un lato, ha partecipato – insieme

ad altri importanti soggetti istituzionali

– al progetto Life Rewat. Si tratta

di un’iniziativa, avviata nel 2015 con

il finanziamento della Commissione

Europea, che nasce con l’obiettivo di

sviluppare una strategia partecipata

per la gestione sostenibile delle risorse

idriche nella Bassa Val di Cornia

attraverso la riduzione della domanda

idrica, la ricarica della falda e la riqualificazione

fluviale, efficientando

le piogge in una maggiore capacità di

ricarica delle falde.

134

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Il dissalatore di Mola: una soluzione strutturale

per l’approvvigionamento idrico dell’Elba

L’impegno della Società, dall’altro lato, si è indirizzato negli

anni a studiare quelle soluzioni tecnologiche ed impiantistiche

che avrebbero potuto concorrere a garantire al territorio

un servizio idrico sicuro, sostenibile e continuativo.

In tale contesto si inserisce il dissalatore di Mola. Questa

infrastruttura da 80 litri/secondo, che diventano 100 l/s

con il recupero in qualità dei pozzi di Mola grazie allo stesso

impianto, ha il compito di ridurre gli effetti di un possibile

guasto o della rottura stessa della condotta sottomarina, limitando

i danni nel caso in cui tali problematiche dovessero

verificarsi durante il periodo di massimo afflusso turistico

(scongiurando la gestione di un'eventuale emergenza da

parte della Protezione Civile).

L’impianto produrrà l’acqua necessaria per fronteggiare le

richieste estive dei turisti, oggi non del tutto possibile, oltre

a permettere una gestione più equilibrata delle falde elbane

e della falda della Val di Cornia, consentendo ad entrambe

di riposare e ricaricarsi quando necessario grazie al minor

sfruttamento. Vi saranno anche notevoli vantaggi energetici,

in quanto trattare l’acqua della Val di Cornia e trasportarla

all’Elba richiede una maggiore quantità di energia che

produrla in loco; il farlo, attualizzerà una economia circolare

idrica. Il tutto aiutato dalla moderna tecnologia che consente

un recupero dell’energia, tramite turbine fino al 80-90%.

Grazie al dissalatore si potrà diminuire il prelievo di acqua

dalla Val di Cornia e dalle falde dell’Isola di circa 2milioni

di metricubi all’anno. Sul piano della sostenibilità, da evidenziare

l’iniziativa che l’azienda ha portato avanti per la

progettazione e la realizzazione di impianti di riforestazione

ecosostenibile di praterie di Posidonia oceanica (una delle

maggiori fonti di ossigeno del pianeta).

ASA ha ideato e realizzato una rete completamente biodegradabile,

utile alla riforestazione delle talee di Posidonia

oceanica sul fondo del mare in alcune zone del mare dell'Isola

d'Elba. Il lavoro è frutto di una ricerca congiunta tra

ASA, Acquario di Livorno e Università di Pisa che ha visto

nel tempo aggregarsi ISPRA, l’Università di Siena e l’azienda

Coatyarn.

Foto ©AdrianoLocci

LIFESTYLE 135


Bartolini Yatching:

dove il mare è più blu

Alessandro Talini

Andare per mare è un mestiere antico

ed anche chi non è nato su un'isola ne

subisce il fascino e la magia. Il “grande

blu” che ti chiama, la costa che

appare e scompare, i paesi di mare che

sembrano braccia aperte per accoglierti.

Guardare le isole dell’Arcipelago

dall’acqua ha un fascino unico. Le

spiaggette, altrimenti irraggiungibili,

si aprono docili all’approdo, e per un

attimo ci si sente pirati e naviganti.

Angoli da esplorare ce ne sono davvero

tanti all’Elba. Puoi arrivare addirittura

sulle isole vicine o avvicinarti alla Costa

degli Etruschi o in Corsica, a poche

miglia.

Se vuoi navigare, Bartolini Yachting,

fa al caso tuo: serietà, professione,

sicurezza. Quattro basi nautiche negli

angoli dell’Isola per realizzare il tuo

sogno di marinaio per un’ora o per una

minicrociera. Ampia la gamma: barche

e gommoni a motore, fino agli yacht

di lusso. Lo trovate a Portoferraio al

Grigolo e al Cantierino di Viale Teseo

Tesei, a Marciana Marina per il versante

nordovest, e a Capoliveri – Porto

Azzurro nel Golfo di Mola, a sudest.

Gli ormeggi del nuovo pontile presso

il Cantierino di Portoferraio, per barche

a vela e a motore, offrono nuove

opportunità per chi arriva dal mare

e cerca un ormeggio facile e sicuro.

Comodi campi boe a Marciana Marina

e Mola.Potrete usufruire anche di una

serie di facilities: farvi portare la barca

a domicilio, ormeggiare alla boa, fare

rimessaggio invernale all’aperto e al

chiuso, avere perizie navali e frequentare

corsi di patente nautica, usufruite

di taxi boat. Presso la base di Marciana

Marina, per chi preferisce la spiaggia,

si trovano lettini, ombrelloni,

pedalò, canoe, SUP e wind-surf. E se

volete festeggiare un evento speciale

o coronare un sogno d’amore all’Elba

cos’è più esclusivo che farlo a bordo? I

delfini faranno da spettatori.

136

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


BARTOLINI YACHTING: WHERE THE SEA IS BLUER

Travelling the seas is an ancient craft and even those who

were not born on an island, come under its charm and

magic.

To look at the islands of the Archipelago from the sea has

a unique fascination. Bartolini Yachting is for you: serious,

professional and cares about safety. There are four nautical

bases on the four sides of the island to make your dream

into reality of being a sailor for an hour or for a mini cruise.

They have a wide range: boats and motor dinghies up to

luxury yachts. They are in Portoferraio at the Grigolo and

Cantierino in Viale Teseo Tesei, in Marciana Marina for the

northwest part and in Capoliveri – Porto Azzurro in the Gulf

of Mola to the southeast.

The moorings of the new pier at the Cantierino of Portoferraio

for sailing boats and motor boats offer new opportunities.

You can also enjoy a number of facilities: you can

take the boat home, moor at the buoy, storage for the winter

indoors or outdoors, have naval expertise and attend boat

license courses, take advantage of taxi boats. For those who

stay ashore in Marciana Marine, there are the beach facilities

too. If you want to celebrate an important event, do so

on board. The dolphins will be watching you.

Base Nautica Portoferraio Grigolo

At Grigolo

T. +39 348 0906945

M. +39 347 6076937

bartoliniyachting@gmail.com

portoferraio@elbarentboat.com

N 42.813.558 E 10.332.958

Base Nautica Portoferraio Cantierino

At Viale teseo Tesei 9/11

T. +39 348 0906945

M. +39 347 6076937

bartoliniyachting@gmail.com

portoferraio@elbarentboat.com

N42.48.40.256 E10.19.2.341

Base Nautica Mola

At Loc. Gualdo

bartoliniyachting@gmail.com

portoferraio@elbarentboat.com

T. +39 348 0906945

N. 43.757.895 E 10.390.742

Base Nautica Marciana Marina

at Lungomare Regiina Margherita

T. +39 333 6863986

M. +39 347 6076937

elbarentboat@gmail.com

marcianamarina@elbarentboat.com

N 42.806.949 E 10.195. 589

LIFESTYLE 137


Perle

dell' Elba…

il mare in un

gioiello

Ḡiada Lottini

Nel 2019 Elisa, Federico, Silvia e Alessandro

danno vita a Perle dell'Elba, un

brand locale che permette veramente

di “indossare il mare” coniugando la

forte identità dell'isola, l'eleganza e

la raffinatezza tipiche dell'arte orafa

toscana.

Nascono così i primi gioielli del brand,

in cui l'arte del maestro orafo Alessandro

Deledda e le tecniche innovative di

cristallizzazione dell'acqua marina di

Elisa Boccia si fondono creando pezzi

unici ed inimitabili, certificati e coperti

da brevetto esclusivo.

L’acqua, sapientemente incastonata

nell'argento e nell'oro, viene raccolta

dal mare delle Ghiaie, una delle spiagge

più belle e rappresentative dell'isola.

Narra la leggenda che Giasone

e i suoi Argonauti, cercando il vello

d'oro, qui fecero tappa e macchiarono

di sudore il bianco dell'aplite: lo stesso

bianco della linea Classic, la prima

ad essere stata creata. Da lì è stato

subito successo: la seconda collezione

esclusiva, la Blu Edition, nata in

edizione limitata per celebrare la Notte

Blu di Capoliveri, ha riscosso così tanta

approvazione da diventare un must

di questo brand. Le perle vengono

abbracciate dalla forma tipica dell'isola

oppure realizzate con inserti a forma

di stella marina o coralli, simbolo ancora

una volta dell'amore per il mare.

Nel 2022 è stata lanciata la linea Ape

Napoleonica, dove il copriperla a forma

di ape ricorda l'imperatore francese

e la bandiera dell'Elba da lui ideata.

Lo scorso dicembre è stato aperto un

nuovo show room a Portoferraio, che si

unisce a quello di Marina di Campo ed

al corner shop di Capoliveri. Per l'estate

2023 Perle dell’Elba ha in serbo una

fantastica novità: la linea Dark Edition,

che unisce i colori dell'acqua alla parte

mineraria del territorio, una linea elegante,

seducente, serale, i cui bagliori

richiamano il riflesso scintillante della

luna sul mare nelle calde notti estive.

Perle dell'Elba racconta l’isola e il suo

meraviglioso mare. Gli irresistibili

gioielli, declinati con fantasia ma di

grande eleganza, vi conquisteranno e

diverranno il talismano che vi riporterà

sull’isola per una vacanza indimenticabile

all’insegna della bellezza e

della sostenibilità.

PEARLS OF ELBA

In 2019, Elisa, Federico, Silvia and Alessandro

founded Perle Dell’Elba (Pearls

of Elba), a local brand that really allows

you to “wear the sea” combining the

strong identity of the island with the

elegance and sophistication that is

typical of the art of the Tuscan goldsmiths.

The skill of the master goldsmith, Alessandro

Deledda and the innovative

techniques of the crystallization of sea

water of Elisa Boccia come together

to create unique, inimitable pieces,

certified and covered by an exclusive

patent. The water, expertly set in silver

and gold, is taken from the sea at Le

Ghiaie, one of the most beautiful, iconic

beaches of the Island. Legend has it

that Jason and his Argonauts stopped

here and stained the white aplite stones

with sweat: that same white of the

Classic line, the first one to be created.

The Blu Edition was the second collection

produced in a limited edition to

celebrate the Blue Night in Capoliveri.

It has received so much approval that

it has become a must for the brand.

In 2022, they presented the line “Ape

Napoleonica” (Napoleonic Bee) where

138

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Foto ©SergioCattini e ElisaBoccia

the pearl cover in the shape of a bee

recalls the French Emperor and the

flag of Elba that he designed. The new

showroom in Portoferraio that opened

last year, joins that of Marina di Campo

and the Corner Shop in Capoliveri.

For summer 2023, Perle dell’Elba will

launch the Dark Edition line, a surprise

that brings together the colours of

the water in the mining part of the

Island, an elegant, seductive, evening

line whose sparkle reminds us of the

shimmering reflection of the moon on

the sea.

Showroom Perle dell’Elba

Portoferraio - Via Carducci 52 A

Showroom Perle dell’Elba

Marina di Campo - Via Marconi 47

Gioielleria Lo Smeraldo

Capoliveri – Via P. Gori 32

www.perledellelba.com

Tel: +39 376 0625777

LIFESTYLE 139


Locman e l'Elba nel mondo

-Nina Sardi

Foto ©AdrianoLocci

C’è un altro modo per promuovere

l’Elba nel mondo. Non solo paesaggi

mozzafiato e natura incontaminata. C’è

chi lo fa attraverso i prodotti d’eccellenza.

È il caso di Locman, la manifattura di

orologi che vanta fra i suoi clienti nomi

del jet set internazionale come Jennifer

Lopez, Sharon Stone, Nicole Kidman

e Elton John. Marco Mantovani è un

esempio di come si diventa ambasciatore

della propria isola grazie al “saper fare”.

Idee, coraggio, tenacia, creatività… e

tanta precisione, perché per fare un

orologio non basta il design. Anni di

sperimentazione, tecnologie sempre

più innovative, nuovi materiali per

nuovi prodotti. Un crescendo dal 1986

quando Mantovani e Locci, coniugando

i loro cognomi, hanno creato il marchio

Locman.

Marco Mantovani non ha mai perso di

vista la sua isola, la natura, l’ambiente,

il mare, i sentieri pieni di colori e di

sorprese. Un mondo da scoprire, sempre

diverso. Con la stessa curiosità e senso

dell’avventura ha portato in azienda il

sentimento dell’Isola, creando prodotti

sempre nuovi, rivolti a target diversi,

creando collaborazioni con importanti

partner come la Marina Militare: una

serie sarà dedicata all’ “ammiraglia”, la

Vespucci, conosciuta e amata il tutto

il mondo. Stile, storia e tecnologia si

fondono per i “figli” di successo del made

in Italy.

Marco ha imparato molto da quelli

che considera i suoi maestri: Luigi

Macaluso, un genio dell’orologeria legato

al successo di Omega, Breitling, Girard

Perregaux; Franco Giolla, designer

eclettico e di lunga esperienza; Carlo

Crocco, proprietario di Hublot, che entrò

in Locman per portare i prodotti in tutto

il mondo.

Oggi il marchio è distribuito dagli Stati Uniti al Giappone, con oltre mille punti

vendita e dieci negozi monomarca che trovate nelle vie internazionali della moda. Il

quartier generale è nel cuore di Marina di Campo ma conta su una rete di uffici tra

Firenze, Milano e New York, oltre a un reparto esterno di produzione a Milano.

“Amo molto la natura – racconta Marco Mantovani - e ne traggo ispirazione e

insegnamento: nulla è lasciato al caso, ma ogni dettaglio ha un ruolo preciso. Ogni

modello delle nostre collezioni racconta una storia di bellezza e tradizione”. Questo

il filo conduttore dai primi modelli che hanno conquistato l’attenzione dei mercati

internazionali, agli ultimi nati. Sempre nel segno dell’eccellenza. Perché Locman è

stata la prima azienda al mondo, nel 2003, a produrre un orologio con cassa in fibra

di carbonio e titanio. E questi saranno i materiali del futuro. Proprio quest’anno è in

produzione la linea Mare con cassa in fibra di carbonio, un professionale 300 mt.

"Una cosa che mi dà grande soddisfazione - continua Mantovani – è di aver partecipato

140

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


foto ©Locman

foto ©Locman

alla rinascita di Oisa, Orologeria Italiana Società Azionaria

che dal 1937 al 1978, è stata la più importante realtà produttiva

di movimenti meccanici in Italia. Oggi è tornata a produrre

splendidi movimenti di alta gamma usati da prestigiose marche

di orologi".

Locman ha dedicato ai movimenti OISA una serie limitata di

orologi della collezione Montecristo che, con il planisfero sul

quadrante, narrano la storia dell’ orologeria meccanica nata

in Toscana verso la fine del 1200 per poi crescere in tutto il

mondo. Dante nel Paradiso ci rivela la sua passione per gli

orologi . Brunelleschi , Leonardo , Galileo e altri giganti della

cultura italiana si sono dedicati all’ arte orologiaia. Forse

non è un caso se, nel cuore dell’ Arcipelago Toscano, c’è una

fabbrica di orologi e se l’ Isola d’ Elba è la musa ispiratrice di

tutte le collezioni.

Locman spa

Piazza G. Da Verrazzano 7 57034 Campo nell'Elba

Tel. +39 0565 979003

Sito web: www.locman.it

There are other ways of promoting Elba in the world. It is

not only made of breathtaking landscapes and unspoilt

nature. Some do it through products of excellence. This is

the case of Locman, the watch manufacturer that can boast

among its customers jet set names like Jennifer Lopez,

Sharon Stone, Nicole Kidman and Elton John. Ideas, courage,

tenacity, creativity… and a lot of precision, because design

is not enough to make a watch. Years of experimentation,

the latest innovative technology, new materials for new

products. Marco Mantovani has never lost sight of his island,

its nature, the environment, the sea, the paths full of colours

and surprises. There is a whole world to discover, always

changing. With this same curiosity and sense of adventure,

he has brought the feeling of the island into his company.

Nowadays his brand is sold from the United States to Japan

with over a thousand sales points and ten single-brand stores

to be found in the international streets of fashion. “I adore

nature - says Marco - and I draw inspiration and learn from

it: nothing is left to chance, but every detail has a precise

role. Each model of our collections has its story of beauty and

tradition to tell”. Without ever stopping the experimentation

of new techniques, movements and materials, Locman

was the first company in the world in 2003, to produce a

watch with a carbon fibre and titanium case. These will be

the materials of the future. Just this year, the Mare line with

carbon fibre case is in production, a professional 300 metres.

The surprises are not over… Elba has no lack of inspiration.

LIFESTYLE 141


A&G

Calzature

-

G.L.

foto ©Andrea Marongiu

foto ©FrancescoLascialfari

A&G Calzature è una meta imperdibile

per gli appassionati di scarpe. Situato

in Via Carducci a Portoferraio, poco

prima dell'incrocio che conduce alle

spiagge bianche, il negozio si presenta

con arredamenti chiari e luminosi.

Le vetrine sono allestite con modelli e

marche di ultimo grido ed un espositore

esterno, dedicato alle calzature

estive, è perfetto per chi cerca scarpe

confortevoli da indossare in spiaggia e

all’aperto.

Punto di forza di A&G Calzature è l'attenzione

alla qualità: tutti i prodotti in

vendita sono Made in Italy e realizzati

con materiali originali. Il negozio ha

scarpe per uomo, donna e bambino di

marche note per eccellenza.

In esposizione anche una vasta

collezione di borse di Alviero Martini,

perfette per completare il proprio look

con stile e eleganza.

Le proprietarie del negozio, Barbara

Grilli e Roberta Angelini, accolgono

i clienti con il sorriso e sanno creare

un vero rapporto di fiducia dando il

consiglio giusto. Comfort e atmosfera

rilassante invitano a prendersi il

tempo per scegliere il paio di scarpe

che più si adatta alle proprie esigenze,

rendendo lo shopping un'esperienza

divertente e piacevole.

A&G FOOTWEAR

A&G Footwear is a must for shoe

lovers. It is located in Via Carducci in

Portoferraio, just before the crossroads

that leads to the white beaches. The

store has clear, bright furnishings.

The shop window is set up with the

latest models and brands and an

outdoor display focuses on summer

footwear.

A&G Footwear’s strong point is their

attention to quality: all the products

on sale are Made in Italy using original

materials.

The vast collection of Alviero Martini

bags is perfect for finishing off your

look with style and elegance.

The owners of the shop, Barbara

Grilli and Roberta Angelini, welcome

customers with a smile and know how

to create a real relationship of trust by

giving the right advice. Comfort and a

relaxing atmosphere make the shopping

experience fun and enjoyable.

Calzature A & G Di Grilli Barbara & C. Sas

Via Giosuè Carducci, 64/A, 57037 Portoferraio LI

Tel: +39 0565 914687

FB: aegcalzature

Email: aegcalzaturegrilliangelini@gmail.com

142

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


G.L.

Ceramiche D'Aria

foto ©CeramicheD'Aria

Se fra una spiaggia e l’altra vi verrà voglia di saperne di più

dell’Elba con una visita ai Musei archeologici della Linguella o

di Rio o di Marciana, vi sorprenderete vedendo che conservano

meravigliosi reperti di epoca villanoviana, ancor prima che

etruschi, romani, medievali, rinascimentali, fino ai secoli più

recenti. La lavorazione della ceramica e delle terrecotte è arte

antica e Ceramiche D’Aria, sulla strada fra Portoferraio e Porto

Azzurro, la tramanda da quando negli anni ’70 ha aperto un

atelier ed una esposizione, scrigno di creatività e bellezza.

A conduzione familiare ha saputo coniugare tradizione e

innovazione, diventando punto di riferimento per gli amanti

dell'arte ceramica e dell'arredamento di classe.

Dal 1993, Vittoria D'Aria vi consiglia, con competenza ed

esperienza, assecondando e anticipando i vostri desideri,

per arredare i vostri angoli di paradiso: terrazze, giardini,

case di campagna o raffinate suite. Non solo ceramiche

e terracotte, ma anche tessuti pregiati, oggetti in legno,

metallo e complementi d'arredo. La selezione dei prodotti,

provenienti in gran parte dai laboratori di rinomati artigiani

toscani, testimonia l'impegno nel fornire ai clienti alta qualità e

autenticità. Ampia la scelta di forme e decori per personalizzare

ambienti e spazi all’aperto. Le mattonelle decorate trasformano

ogni luogo in un' opera d'arte. Per le case al mare la linea

estiva dona un tocco di allegria e luce, ma potete scegliere

anche splendide soluzioni per le case in città, negli oggetti che

ricordano l’atmosfera magica delle isole.

The processing of ceramics and terracotta is an ancient art and

Ceramiche D’Aria, on the road between Portoferraio and Porto

Azzurro has been in activity since it opened an atelier and an

exhibition in the 1970s. The family-run business combines

tradition and innovation and has become a landmark for lovers

of ceramic art and classy furnishings.

Vittoria D’Aria who has been running the atelier since 1993, will

help you to decorate your terraces, gardens, country houses and

refined suites in style. The high quality of Tuscan handcrafted

products can transform your spaces into true works of art: not

only ceramics and terracotta, but also fine fabrics, objects in

wood, metal and furnishing accessories. Ceramiche D’Aria is a

surprising space where creativity and quality merge to reflect

the magical atmosphere of the Island.

Ceramiche D'Aria

Località San Giovanni, 22

57037 Portoferraio LI

Tel: +39 0565.918013

Mobile. +39 348.0931410

Sito web: www.ceramichedaria.it

Email. info@ceramichedaria.it

LIFESTYLE 143


Bastiani: c'è un prima

e un dopo

P.L.

Quanti sono i viaggiatori che hanno

trascorso le vacanze sull’Isola e se ne

sono innamorati? Fra questi attori,

scrittori, scienziati, uomini d’affari,

persone che nel mondo della moda

hanno brand e fama. Uno di questi è

Piero Bastiani, hairstylist che ha superato

i confini toscani per approdare nel

Saloni internazionali e che, distrattamente,

ti mostra un articolo uscito su

una rivista cinese. Viene da chiedere

perché alcuni nel mondo del lifestyle

lasciano il segno, come Piero che da

quasi cinquant’anni è sempre rimasto

fra i top del suo settore. Una classe

innata, poche parole ma quelle giuste,

un talento per la bellezza e un tocco

magico, questi gli ingredienti.

Una rivoluzione rispetto ai canoni del

boom economico, ancor più rispetto

al passato dalle complicate acconciature.

Kate Moss negli ultimi decenni

del XX secolo inaugurò un canone di

bellezza alternativo e imperfetto, più

“realistico”, in contrasto con quello

sontuoso e ricco delle supermodel che

aveva dominato fino a quel momento.

Ci sono fatti e persone che più di altri

segnano il cambiamento di un’epoca,

nei diversi campi, come il salto dorsale

di Dick Fosbury e la voce ruvida di Maria

Callas. A un certo punto qualcuno,

contro ogni logica, fa sparire il mondo

che lo aveva preceduto ed inizia una

nuova moda. È così che Bastiani ha fatto

scuola con quei tagli inconsueti ma

azzeccatissimi che valorizzano le sue

amiche clienti.

Se si pensa che nell’antichità i capelli

venivano tagliati dai sacerdoti delle

tribù-comunità per rimuovere le negatività,

che i rasoi più antichi sono

stati trovati in Egitto e risalgono a

3.500 anni fa, che per i Romani i capelli

avevano un ruolo importante per il

rango e il riconoscimento sociale, si

capisce perché il Salone Bastiani prima

di essere un atelier è un luogo di cura.

Fiorella, il figlio Timothy, Marta, Elisabetta,

Michele, fanno parte della magia,

sono preparatissimi e attentissimi:

Piero non accetta distrazioni, perché

dà e chiede il massimo. E se fate capolino

all’Attias a Livorno non vi stupirete

di riconoscere qualche “testa” elbana

nello specchio, perchè vale la pena, per

chi arriva a fare shopping in continente,

abbandonarsi alle forbici di Piero.

Via Ricasoli 150 Livorno

Tel: +39 0586 899999

Viola

Vintage:

effetto

wow

P.L.

Un’icona Viola Vintage a Marciana

Marina, imperdibile per chi ama quel

gusto un po’ così che ricorda la bella

vita, l’eleganza senza tempo delle

maison più famose, i tessuti fiabeschi,

le fantasie che hanno fatto tendenza

e suscitano ancora meraviglia. Nella

nuova sede a Marciana Marina trovate

un piccolo tempio del buon gusto, della

femminilità, della ricerca raffinata per

chi desidera qualcosa di diverso, da

ammirare ancor prima di indossarlo.

La sua passione per le borse, dall’età di

15 anni, ha fatto di Luisa una delle più

appassionate collezioniste dei marchi

Roberta di Camerino, Bottega Veneta,

Celine, Moschino, Louis Vuitton. La

collezione di Gucci è fra le più assortite

in Italia. Ben 74 borse sono state scelte

per il film House of Gucci diretto da

Ridley Scott. Ne ha di rare dalle quali

non si separa, si possono avere solo a

noleggio.

Lo stesso per i bijoux. Uno scrigno

di pezzi, datati fra gli anni ’30 e ’90,

americani, francesi e italiani: Trifari,

Cascio, Miriam Askell, Schiapparelli e

Dior ma anche altri dalla lavorazione

unica e originale. Alcuni sono stati

esposti in occasione di mostre tematiche

al Museo dei Bijou di Casalmaggiore.

Fra gli abiti predilige quelli da

cerimonia e da sera, di grandi brand

come Emilio Pucci, Leonard, Ken Scott,

Fendi, ma anche sartoriali, alcuni

ricamati, tutti rifiniti pazientemente a

mano.

144


foto ©AndreaLavaria

Luisa, citata perfino nella guida Lonely

Planet, partecipa alle più importanti

fiere del Vintage come quella del

Castello di Belgioioso, o Pitti a Firenze,

ma guarda oltre, verso Parigi e Londra.

Potete trovare anche cose diverse:

lampade, complementi d’arredo,

oggetti per la tavola come i rarissimi

bicchieri della staffa di Gucci.

Luisa li seleziona uno ad uno e li ripropone,

un po’ gelosa, perché ognuno

rappresenta qualcosa per lei e fa parte

del suo mondo vintage che diventa

moderno e speciale. Un pozzo dei desideri,

ricordando case eleganti, rotonde

sul mare, sfilate raffinate, donne piene

di charm prima che belle.

Perché per essere belle davvero, ed esserlo

per sempre, quello che conta è la

classe, il buon gusto, il senso del limite

e una buona dose di intelligenza.

VIOLA VINTAGE: THE WOW EFFECT

Viola Vintage has become an icon in

Marciana Marina, a must for those who

love that timeless elegance of the most

famous fashion houses, the fairy-tale

fabrics, the trendy patterns. In the new

location in Marciana Marina, you will

find a small temple of good taste. Luisa

is an enthusiastic collector of bags.

Her Gucci collection is one of the most

varied in Italy. 74 bags were chosen for

the film House of Gucci directed by Ridley

Scott. Her unique bijoux are dated

between the 30s and the 90s, American,

French and Italian: Trifari, Cascio,

Miriam Askell, Karo. Among the dresses,

she prefers refined evening wear

and ceremonial. Luisa, mentioned

even in the Lonely Planet guide, takes

part in the most important vintage

fairs such as the Castello Belgioioso or

Pitti in Florence. She has a selection of

different objects too: lamps, furnishing

accessories, tableware. Luisa selects

them one by one and re-proposes

them, a little jealous because each one

represents something to her and is

part of her vintage world that becomes

modern and special.

Viola Vintage

Scali Mazzini 14, 57033 Marciana Marina LI

Tel: +39 3396757312

FB: Violavintage

IG. viola_vintage

foto ©FrancescoLascialfari

LIFESTYLE 145


Fiorella Garden: padel, tennis e minigolf

a San Martino

G.L.

Erano gli anni ’50 e nella grande casa liberty a due passi

dalla Villa di San Martino, residenza di campagna di

Napoleone, le Suore dell'Ordine delle Figlie del Sacro

Cuore, proprietarie del complesso, gestivano l’elegante

Hotel Bonaparte. Poco lontano, collegato da un cancello

alla storica villa napoleonica, grazie ad un gruppo di

appassionati sportivi, alla fine degli anni ’60, prese vita il

primo Tennis Club dell’Isola.

L’Oasi di San Martino è immersa nella rigogliosa flora

mediterranea ricca di profumi e colori unici. La struttura

oggi riprende vita grazie alla Ditta Fiorella, attiva dal 1979,

quando Fiorella e Ugo iniziarono a produrre accessori unici

nel loro laboratorio all'Isola d'Elba.

Il Fiorella Garden, questo il nuovo nome, oggi ospita

Campi di Padel, Tennis, Minigolf, rispettando gli elementi

paesaggistici originari. Il mini-golf con i nuovi colori, i

percorsi in pietra locale che serpeggiano all’interno del

parco, il laghetto fino all’area dedicata al tennis e al padel,

le panchine per godere il fresco e gli spogliatoi atterezzati

offrono servizi e percorsi fra sport e benessere. Un salto

nel passato conservato nella clessidra del tempo dalle

piante che ne hanno abbracciato l’anima e i ricordi. Il

paesaggio segna l’identità culturale di un luogo nonostante

i cambiamenti intervenuti nel tempo, in continuo equilibrio

tra uomo e natura. Questa è la filosofia alla base del

progetto curato dall’architetto Alessandro Pastorelli.

Il Fiorella Garden, prima di essere un luogo dedicato

alle attività en plein air, è uno spazio con una precisa

identità storico culturale, resa nuovamente fruibile senza

modificare le forme e le geometrie della terra, ricco di storia

e di ricordi.

Da metà giugno, su prenotazione, sarà accessibile la zona

Padel, Tennis e Minigolf. Work in progress: il prossimo anno

sarà impreziosito da ulteriori recuperi dell'area.

The elegant Hotel Bonaparte used to sit next to the Villa of

San Martino, Napoleon’s country residence. In the 1960s,

thanks to a group of sportsmen, the first Tennis Club of the

island was created, connected to the historic Villa.

Today, the Oasis of San Martino is being brought back to

life by the Fiorella Company, in activity since 1979 on Elba,

producing unique accessories.

With the name Fiorella Garden, it offers Padel, Tennis and

Minigolf, respecting the original Mediterranean landscape.

It will be available on appointment from mid-June and in

the meantime, work is underway for further restoration of

the area with a botanical garden and orchard. The architect,

Alessandro Pastorelli, is preserving the character of the

place, creating a wellness area with a precise historical,

cultural identity.

Fiorella Garden

Via San Martino,43 57037 Portoferraio LI

Tel: + 39 3397171728 (per prenotazioni e informazioni)

Instagram: padeltennisminigolf

Facebook: padeltennisminigolf

Email: fiorellamant@gmail.com

146

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Time Out

a Portoferraio

G.L.

Time Out è il punto di riferimento

per gli sportivi che si trovano a

Portoferraio. Le sue vetrine colme di

articoli si aprono su via Manganaro

e sono un richiamo per chiunque

si avvicini alla città in cerca di

attrezzature sportive di alta qualità.

Nato nel 1996, oggi Time Out è molto di

più di un semplice negozio: si è evoluto

nel tempo grazie alla lungimiranza

del proprietario Samuele Rossi ed è

diventato un luogo in cui le esigenze

dei clienti vengono soddisfatte con

passione e competenza.

In particolare,Time Out è stata la prima

attività sull'isola ad aver importato

gli stand up paddle, diventando una

solida base per gli amanti delle tavole

che arrivano dalle migliori aziende

italiane ed estere e sono realizzate con

i migliori materiali e polimeri. I SUP

sono oramai usati per diversi scopi

dallo sport al salvataggio, dal relax

allo yoga: Samuele nel suo negozio sa

indicare a chiunque la tavola perfetta,

raccontandone le qualità con cura.

Non solo SUP, tuttavia: Time

Out è un'eccellenza anche per

l'abbigliamento sportivo e casual,

perfetto per chi vuole vestirsi con

eleganza e praticità. La scelta non

riguarda solo le attività di mare, ma

anche l'abbigliamento per l'outdoor, il

trekking e il campeggio.

Questo è il negozio perfetto per vivere

l'isola all'insegna dell'avventura e

dell'emozione.

foto ©RobertoSignorini

foto ©FrancescoLascialfari

thanks to the forward thinking of the owner Samuele Rossi

and it has become a place where the needs of the customers

are met with enthusiasm and competence.

Time Out was the first place on the island to import stand

up paddles and has become a firm base for those who enjoy

paddleboarding, ordering from the best Italian and foreign

companies. Samuele knows how to show you the perfect

board, describing its qualities and uses with care: from

sport to rescue, from relaxation to Yoga.

Time Out is also excellent for sportswear and casual

clothing: perfect for island living in pursuit of adventure and

excitement.

foto ©LorenzoCostagliola

TIME OUT

Time Out has been in via Manganaro

since 1996. The shop windows are full

of articles and are a lure for anyone

coming to Portoferraio looking for high

quality sports equipment.

Over the years, the shop has evolved

Time Out

Via Rodolfo Manganaro, 32/34, 36, 57037 Portoferraio LI

Tel: +39 0565 918755

FB. timeoutelba

Email: timeoutelba@gmail.com

LIFESTYLE 147


Tyrrhenos:

gli anti-agonisti

che amano il mare

Ḡiacomo Luperini

Il mare è “l'Infinito vivente”, scrisse Jules Verne e aveva

proprio ragione. Noi ragazzi di Tyrrhenos lo sappiamo bene

e nella nostra attività in mare, ma anche a terra, troviamo

nuovi spunti narrativi e di studio, da proporre con passione

a turisti e residenti. Siamo un gruppo di guide ambientali

nato nel 2019 con l'obiettivo di vivere e far vivere la natura

ascoltandone il ritmo e cogliendo ciò che arriva. Una scelta

di vita, non solo di lavoro. È il nostro stile. Utilizziamo il

kayak per muoverci al ritmo lento delle stagioni e dell’ambiente,

senza mai predominare e immergendovisi completamente.

In un mondo in cui sempre più il mare rischia di

essere vissuto come una strada da percorrere sfrecciando

e depredando, ci muoviamo con piccoli gruppi consapevoli

che decidono di affidarsi alla nostra guida esperta in una

costante esplorazione e ricerca di conoscenza.

Lo si capisce dal nome e dal logo che abbiamo scelto, che

ricorda il mito. Lo scafo di un'imbarcazione bianca in campo

nero, capeggiata dalla scritta “Tyrrhenos Experientia

Naturae”, un nome complesso e difficilmente memorizza-

148

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


delle rocce variopinte lavorate dalle

onde. Infine, per gli amanti del crepuscolo,

partiamo con il “kayak aperitivo”,

circondati dal mare con i colori del

tramonto, rinfrancati da un aperitivo

finale a base di prodotti locali, ed il

“kayak della luna piena”, illuminati

dal chiarore lunare e immersi nello

scintillante plancton bioluminescente.

Vi aspettiamo.

TYRRHENOS: THE ANTI-AGONISTS

WHO LOVE THE SEA

foto ©GiacomoLuperini

bile, ma che parla chiaro: non vogliamo

essere scelti per caso, ma piuttosto per

affinità di intenti e valori.

Negli anni abbiamo sviluppato diversi

pacchetti per vivere il mare, in kayak,

a nuoto e in sup, cercando di includere

le tematiche che più ci appartengono

e ci appassionano. A partire dalle

“pagaiate conviviali” in inverno quando

ci riuniamo settimanalmente innanzi

tutto per il piacere di ritrovarci e stare

insieme. Piccoli gruppi che pagaiano

conoscendosi e chiacchierando,

mentre si godono i colori e gli odori

incredibili del mare d’inverno, accompagnati

da pillole di cultura dell'Arcipelago

Toscano narrate da una guida

Tyrrhenos. In estate poi, possiamo

veramente sbizzarrirci e proporre una

vasta rosa di possibilità giornaliere.

Con le “pagaiate leggendarie”, che sono

una semplice pagaiata mattutina in

kayak, ci concentriamo sulle leggende

di mare dell'Arcipelago Toscano ed

esploriamo la costa che va da Naregno

fino alle pendici del Monte Calamita.

Per chi vuole vivere ciò che si nasconde

sotto il mare, consigliamo il “kayak

con snorkeling” guidato tra praterie di

posidonia, banchi di occhiate e spugne

colorate, oltre che le “Miniere in blu”,

con pagaiate nell'area mineraria delle

Miniere di Calamita ed osservazione

The sea is “Living Infinity” wrote Jules

Verne and he was absolutely right. We

guys at Tyrrhenos know it well and in

our activity at sea, but also on land, we

find new inspiration and study ideas

to share our enthusiasm with tourists

and residents. We formed our group

of Environmental Guides in 2019. Over

the years, we have developed several

packages to live the experience of the

sea, in kayak, swimming and SUP,

trying to include topics that identify

and enthuse us. We start with “convivial

kayak paddling” in winter. With

“legendary kayak paddling” we focus

on the sea legends of the Tuscan

Archipelago and explore the coast

that goes from Naregno to the slopes

of Mount Calamita. Or there is “kayak

with snorkeling” among the meadows

of poseidonia and colourful fish. For

those who love sunsets, we start with

“kayak aperitif” based on local products

or there is the “full moon kayak”

immersed in sparkling, bioluminescent

plankton. We are waiting for you.

57031 Lido di Capoliveri LI

Tel: + 39 328 7693039

Sito Web www.tyrrhenos-escursioni.com

LIFESTYLE 149


Capoliveri

Bike Park

foto ©FrancescoLascialfari

Āntonio Lupi

foto ©RobertoSignorini

Se l'isola d'Elba è rinomata per la sua macchia mediterranea,

assieme a pinete, lentischi, corbezzoli e mortelle che

colorano con mille sfumature di verde i suoi promontori, lo

è altrettanto per la sua storia a partire dallo sfruttamenti dei

suoi preziosi giacimenti di ferro. Fra queste quelle del Calamita

che arrivano a 54 mt sotto il livello del mare. Abbandonate

negli anni '80, hanno lasciato paesaggi marziani che

oggi sono la meta preferita degli appassionati di mountain

bike. Rinomati i sentieri che la Capoliveri Bike Park mette a

disposizione degli sportivi.

Da molti anni l'associazione Capolivery Bike Park ASD

presieduta da Maurizio Melis si occupa attivamente di tutto

ciò che riguarda le escursioni in mountain bike o e-bike

lungo l'anello che circonda il promontorio con i suoi 100 km

di sentieri percorribili, fornendo un servizio di guide esperte

e di percorsi di varie difficoltà, sempre curati e segnati

con precisione sulle cartine geografiche. Sentieri adatti a

principianti e a veri esperti del biking: nel 1994 Capoliveri ha

ospitato la tappa della Coppa del Mondo di MTB XC e da lì è

nata la passione di tutti gli elbani per le ruote grasse, che ha

portato alla nascita della Capoliveri Legend Cup nel 2010 ed è

culminata con l'organizzazione dell'"UCI MTB XCM WORLD

CHAMPIONSHIPS - Elba Island- Tuscany– Italy" il 2 ottobre

2021.

I percorsi permanenti presenti sul territorio, possono essere

scelti in base al colore dell'itinerario da affrontare, che sia

quello panoramico o per veri esperti. Si possono ammirare

tutte le spiagge da Straccoligno a Morcone, passando dallo

stagno dei Sassi Neri, o il rosso, incentrato sulle miniere del

Vallone fino al difficile e suggestivo tratto della Polveriera:

qui i contrasti dei colori sono talmente spettacolari che vale

la pena fare una sosta. Si può percorrere il sentiero che porta

nella zona più orientale per poi fare uno spuntino e fermarsi

alla Tenuta delle Ripalte oppure sfidare la propria resistenza

nei sentieri nero e blu che rievocano la World Cup ’94 e la

Legend Cup, di estrema difficoltà.

Le attività presenti a Capoliveri offrono opportunità di

noleggiare diverse tipologie di biciclette muscolari o e-bike

che sono la soluzione perfetta che vi permetterà di ammirare

gli scorci unici che si aprono dopo tornanti, salite e discese

mozzafiato. Per chi è appassionato ci sono anche 5 percorsi

Enduro.

foto ©Mariella Ugolini

150

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


foto ©RobertoSignorini

Le guide esperte, attente alla vostra sicurezza,

vi accompagneranno durante

i vostri tour, disponibili e gentili. I due

tour organizzati “Alla Scoperta delle

Miniere” e “Pedalata Notturna” si sono

rivelati un grande successo e verranno

riproposti nella stagione estiva.

Con il Capoliveri Bike Park non ci si

annoia mai: la varietà delle soluzioni e

delle offerte vi entusiasmerà. Emozioni

senza tempo, per vivere esperienze fra

sport e salute, durante la vacanza, in

tutte le stagioni.

CAPOLIVERI BIKE PARK

The Capoliveri Bike Park in the east of

Elba, offers a unique experience for

lovers of biking. The whole area faces

onto the bays of Lacona and Stella

and is characterized by the wonderful

Mediterranean maquis and the Martian

landscapes of Monte Calamita, where

you can still see the remains of the old

open-cast iron mines.

The Capoliveri Bike Park Association,

run by Maurizio Melis, works hard to

upkeep the routes and the signposting

of the over 100kilometres of practicable

tracks which surround the entire Calamita promontory in a ring. Capoliveri has

a long history in the world of biking and has hosted important events such as the

MTB XC World Cup in 1994. Passion for this sport led to the first Capoliveri Legend

Cup in 2010 and culminated with the organization of the UCI MTB XCM World

Campionships on the 2nd of October 2021. The tracks of the Park offer extraordinary

views and allow you to choose from five routes well marked by colour,

interchangeable with each other and also five Enduro routes. Biking enthusiasts

can tackle simple routes or try out their endurance on more challenging tracks

using the rental service of muscle bikes and e-bikes on site. In addition, the expert

guides of the association accompany cyclists along the thematic tours, ensuring

safety and involvement. With the Capoliveri Bike Park you will never be bored:

timeless emotions, to live an experience of sport and health during your holiday, in

any season.

www.capoliveribikepark.it

foto ©FrancescoLascialfari

foto ©RobertoSignorini

151


Infoelba: un'oasi di servizi e

tecnologie per l’Isola d’Elba

Jacqueline Braschi

Celebre per i suoi paesaggi mozzafiato, la sua storia millenaria

e il mare cristallino, l’Isola d’Elba offre molto più di quanto

l'occhio possa vedere. Ci sono infatti piccole e grandi aziende

che lavorano “dietro le quinte” per creare un'esperienza

indimenticabile per gli ospiti dell’isola e offrire servizi

e tecnologie a coloro che operano nel settore turistico.

Significativo è il caso dell’azienda Infoelba Srl, eccellenza elbana

nel settore informatico e turistico, che contribuisce da 25 anni

a rendere la vacanza all’Isola d’Elba semplice, comoda e smart.

L’azienda è composta da un team di persone tutte elbane che

attraverso la passione per l’isola e la tecnologia, la loro creatività

e la conoscenza delle esigenze dei vacanzieri e degli operatori

turistici, mettono in campo il loro ingegno per creare soluzioni

su misura con tecnologie all’avanguardia.

Nella tua permanenza all’Elba ti sarà capitato di scaricare e

usare le loro app gratuite: Elba Traghetti, Elba Eventi e Elba

Spiagge che offrono informazioni dettagliate su eventi e

manifestazioni, orari dei traghetti e che ti permettono, se

soffia un po’ di vento, di sapere qual è la spiaggia più riparata e

con le migliori condizioni meteo. È proprio il team di Infoelba

infatti ad aver creato l’app Elba Spiagge, dove sono presenti

tutte le spiagge dell’isola, con descrizione, foto, mappa e meteo,

indispensabile per le vacanze sull’isola.

Infoelba ha inoltre sviluppato software di prenotazione online

che semplificano la gestione degli alloggi e dei servizi turistici,

favorendo la connessione tra operatori e ospiti in modo diretto

ed efficace. Durante l’organizzazione della tua vacanza li avrai

probabilmente utilizzati: sistemi per la prenotazione di camere

e case vacanza, acquisto del biglietto del traghetto di tutte le

compagnie di navigazione, software di food delivery.

FastReply CRO e CRM ad esempio è stato realizzato dai

programmatori del team per migliorare e rendere più veloce,

automatizzandole, le comunicazioni dei gestori delle strutture

turistiche con l’obiettivo di agevolare il lavoro e permettere loro

di offrire ai propri clienti le migliori proposte di alloggio, prima,

durante e dopo il soggiorno.

Durante la tua vacanza, se sei venuto con mezzi pubblici, ti sarà

capitato anche di utilizzare l’ultimo progetto ideato da Infoelba:

il sistema di noleggio di e-bike, scooter, auto e altri veicoli, molto

comodo, intuitivo e sicuro. Con un pizzico di nostalgia Infoelba

ha realizzato anche delle ottime guide cartacee, create grazie

a un’infusione di esperienza, conoscenza e amore per l’Isola

d’Elba.

152

ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Se hai prenotato in hotel o hai noleggiato

uno scooter per scoprire l’Elba in

autonomia, oppure sei hai ordinato uno

dei tuoi piatti preferiti direttamente dalla

spiaggia, è stato quindi anche grazie

al lavoro, silenzioso ma costante, degli

sviluppatori e dei tecnici di Infoelba.

Un'oasi di servizi e tecnologie per l’Isola

d’Elba dove Franco, Emiliano, Carlo,

Jacqueline, Giovanni, Roberta, Marika,

Salvatore e Angelo lavorano con la

missione di migliorare l'esperienza di

vacanza degli ospiti dell’Elba e prendersi

cura anche di te!

INFOELBA: AN OASIS OF SERVICES

AND TECHNOLOGY FOR THE ISLAND

OF ELBA

There are small and large companies

that work ‘behind the scenes’ to

create a memorable experience on

the Island of Elba and to help the

operators in the sector to give the

best services. One of these is Infoelba

Srl, an Elban excellence in the IT

and tourism sectors, which for 25

years has contributed to making

holidays on Elba simple, affordable

and smart: a team of Elban people

who put their ingenuity into play to

create customized solutions with

cutting-edge technology. Their free

apps: Elba Traghetti, Elba Eventi

and Elba Spiagge give detailed

information about ferry timetables,

events and exhibitions, and when it

is windy, to know which is the most

sheltered beach with the best weather

conditions. In fact, it is the Infoelba

team that have created the App Elba

Beaches with all the beaches of the

island giving a description, photos,

map and the weather, essential for

Viale Teseo Tesei 12 - 57037 Portoferraio LI

Tel. +39 0565 918864

www.infoelba.org

holidays on the island.

It has also developed online

booking software that simplifies the

management of accommodation

and tourist services, facilitating the

connection between operators and

guests: systems for booking rooms and

holiday flats, purchasing ferry tickets

from all the shipping companies and

food delivery software.

For example, FastReply was developed

by the team’s programmers to improve

and speed up the communication

of the managers of tourist facilities,

automating them, aiming to simplify

the work and offer the customers

the best options for accommodation

before, during and after their stay. For

those who come without a car, Infoelba

has activated a safe, convenient rental

system of e-bikes, scooters, cars and

other vehicles. With a hint of nostalgia,

Infoelba has also produced excellent

paper guides, created thanks to an

infusion of experience, knowledge and

love for the Island of Elba.

If you have booked a hotel or rented a

scooter to explore Elba independently,

or if you have ordered one of your

favourite dishes directly from the

beach, it was thanks to the silent,

constant work of the developers and

technicians of Infoelba. It is an oasis

of services and technology for the

Island of Elba where Franco, Emiliano,

Carlo, Marika, Salvatore and Angelo

work with the mission to improve the

holiday experience and to take care of

guests coming to Elba.

foto ©InfoElba

LIFESTYLE 153


154 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


Enjoy

Food and Wine

foto©FrancescoLascialfari

FOOD AND WINE 155


Ristorante

Salegrosso

A.T.

foto ©FrancescoLascialfari

Si respira aria nuova al ristorante Salegrosso in Piazza della

Vittoria, fronte mare a Marciana Marina.

Un tocco di buon gusto con i nuovi arredi di design, i

tovagliati sobri, moderni ed eleganti, tutto coordinato

con i bei piatti di ceramica, che sembrano opere d’arte,

dove troneggiano i sapienti accostamenti di gusto e

colore di Iradukunda Guy, il nuovo chef che ha imparato

il mestiere nei ristoranti stellati ed è riuscito a coniugarla

con la semplicità e la genuinità tutta elbana. Lui, che ha

vissuto fra l’Africa e il Belgio, sa bene come attingere dal

meglio di culture diverse e, curioso e intelligente, scopre

contemporaneamente un’ isola piena di profumi e di

nuovi ingredienti che si diverte a sperimentare con la “sua”

squadra in cucina: giovani e pieni di passione per il proprio

mestiere. Si vede dal menù che cambia ogni mese perché

segue il ciclo della natura ed usa i prodotti che si trovano

al mercato o che arrivano con le barche dei pescatori.

Certamente troverete prodotti locali, ma visti con gli occhi

di chi conosce, nonostante la giovane età, le nuove tendenze

d’Europa e del mondo.

Coraggiosa la scelta di Cristiano e Andrea che hanno

rivoluzionato il locale, la cucina, il servizio, perché hanno

creduto in questa nuova sfida, investendo in gusto e

modernità. Ben meritato il posto sulla Guida Michelin dal

2020. Da gustare, secondo la stagione, il bollito di mare con

caviale e scarola grigliata; o il risotto alla crema di spinaci

crostacei del giorno e la loro Bisque; o la Ceviche, da Lima

alla Marina, con pescato del giorno, leche de tigre al sedano

e peperoncino, cipolla dolce in aceto e olio al basilico;

oppure fra i dessert il Matcha cotta, kiwi in osmosi e menta

156 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


o gli imperdibili dolci al cioccolato, che di cioccolato i Belgi

ne sanno molto. Selezionata e raffinata la carta dei vini.

Il sorriso vigile ed accogliente, la premura di Cristiano e

di Andrea, il sorriso di Guy che spunta dalla cucina per

spiegarvi con la morbida calma degli Africani che l’Elba lo

ha stregato, sono quel plus di emozioni che vi porterete a

casa insieme ai sapori dell’Isola.

SALEGROSSO RESTAURANT

The Salegrosso restaurant has a new touch of charm with

designer furnishings, tasteful, elegant table linen, all

coordinated with beautiful ceramic plates that look like

works of art, dominated by the skilful combinations of

taste and colour by Iradukunda Guy, the new chef who has

lived between Africa and Belgium. He draws from different

cultures while at the same time discovering an island full

of scents and new ingredients that he is having fun experimenting

with ‘his’ team in the kitchen. The menu changes

every month because it follows the cycle of nature and uses

products that are found at the market or that come in with

the fishing boats.

It has been a courageous choice by Cristiano Adriani and

Andrea Murzi who have transformed the place, the cuisine,

the service: a well-deserved place in the Michelin Guide

since 2020. According to the season, it is worth tasting the

boiled seafood with caviar and grilled escarole, or try the

risotto with creamed spinach, crustaceans of the day and

their bisque. The desserts are excellent, unbeatable the

chocolate one. The wines are carefully chosen and sophisticated.

Guy will appear from the kitchen to explain with that soft

tranquility of the African that Elba has bewitched him and

that he would like you to taste the flavours of the island

mixed with what he has learned in his travels.

Piazza della Vittoria 14 - 57033 Marciana Marina

Tel +39 0565 996862

FB: Salegrosso Ristorante

FOOD AND WINE 157


G.L.

Bar Cafè Lorenzo-

foto ©FrancescoLascialfari

Affacciato sulla piazzetta principale di Marciana Marina, il Bar

Caffè Lorenzo è il salotto ideale per ammirare la sobria eleganza

della Chiesa di Santa Chiara d'Assisi, protettrice del borgo

marinaro, facendosi accarezzare dai raggi del sole. L'elegante

atmosfera degli arredi interni e dei tavoli esterni, tra i quali si

muove il personale in modo veloce, professionale e sempre

gentile accoglie tutto l'anno i clienti per il “buongiorno” del

mattino con le colazioni per cui il locale è famoso. Qui si può

scoprire l'affabilità genuina degli isolani iniziando la giornata

con cornetti fragranti, paste fresche e cappuccini cremosi che

lasciano il caratteristico “baffo”. Il caffè Lorenzo è rinomato

anche per gli aperitivi: il ricco buffet che accompagna i cocktail

è preparato ogni giorno con prodotti naturali e solletica il palato

dei clienti con generosi assaggi di piatti locali. Vanto del Caffè

Lorenzo è anche il vasto assortimento di gin, whiskey e rum

che si possono gustare dopo cena: l'ideale per passare delle

serate estive in compagnia, immersi nella simpatica “movida”

marinese.

COFFEE BAR LORENZO

Sitting in the main square of Marciana Marina, Coffee Bar

Lorenzo is the ideal spot for admiring the simple elegance of

the Church of Santa Chiara di Assisi. The friendly staff move

swiftly and professionally among the outdoor tables and in the

elegant atmosphere of the interior furnishings, welcoming

customers all year round with a “good morning” greeting. The

coffee bar is famous for the breakfasts with fragrant croissants,

fresh pastries and creamy cappuccinos that leave you with the

typical moustache. Lorenzo’s Coffee Bar is also well known

for its aperitifs with a good selection of local dishes to taste

that accompany the cocktails. They are also proud to present a

wide assortment of gin, whisky and rum that can be enjoyed in

company, in the friendly nightlife of the village.

Bar Cafè Lorenzo

Piazza Vittorio Emanuele, 26, 57033 Marciana Marina LI

Tel: +39 347 3649171

FB: Bar Cafe Lorenzo

158 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


foto ©AdrianoLocci

G.L.

Osteria Vizio Antico

Affacciato sulla piazza “della Chiesa”

a Marciana Marina, il ristorante Vizio

Antico è una meta ambita per chi

desidera mangiare bene e godere della

vista su una dei luoghi più suggestivi

dell’antico borgo marinaro, a un passo

dal lungomare.

La passione e l'impegno del

proprietario, Massimiliano Giaccone,

si riflettono nei dettagli del locale:

nella sala sono infatti esposti gli

ingredienti, pronti per essere presi e

preparati al momento.

La chef Sara Romano, originaria

dell'isola, nonostante la giovanissima

età si distingue in cucina grazie alla

sua esperienza. Mantenendo una linea

tradizionale propone delizie di pesce

assolutamente da provare. Squisiti gli

gnocchi al grano cotto, rigorosamente

fatti in casa, al ragù bianco di

calamari o la zuppa di molluschi e ceci

con pane tostato.

Eccellenza del locale sono le pizze e

le schiaccine preparate da Pasquale

Pianese, pizzaiolo appassionato e

creativo. Gli impasti lavorati alla

perfezione e le pizze appena sfornate

soddisfano i palati più esigenti,

grazie anche alla varietà del menù. La

Maremoto Marinese e la Vizio Antico,

dove spicca il sapore della burrata,

sono una vera delizia per il palato.

Per gustare del cibo di ottima

qualità, in un ambiente piacevole e

accogliente,

dove il personale è disponibile, veloce

ed attento alle richieste degli ospiti, il

Ristorante Vizio Antico è sicuramente

una tappa obbligatoria.

VIZIO ANTICO

The Vizio Antico restaurant overlooks

the main square of Marciana Marina, a

popular place for good dining, enjoying

a charming perspective of the ancient

fishing village. The enthusiasm and

commitment of the owner, Massimiliano

Giaccone, are reflected in the details

of the restaurant: the ingredients

are displayed in the dining room ready

to be freshly prepared.

The young chef from Elba, Sara

Romano, maintains the traditions by

offering delicious fish dishes.

You simply must try the pizzas and

schiaccine which meet every taste

thanks to the variety of the menu

and the experience of the pizza chef,

Pasquale Pianese.

Piazza Vittorio Emanuele, 14

57033 Marciana Marina LI

Tel: +39 0565 904433

FB: Vizio Antico

FOOD AND WINE 159


Bar Caffè Il Tempo

A.T.

Piazza della Vittoria 24

57033 Marciana Marina LI

FB: Bar Caffè il Tempo

Tel. +39 327 0455031

Cent’anni fa si chiamava Caffè Il

Tempo ed era l’unico bar, proprio sul

lungomare di Marciana Marina, fra la

spiaggia e Piazza della Chiesa, dove

tutti i Marinesi, dopo le fatiche del

giorno, andavano a riposarsi, giocare

a carte e condividere un fiasco di vino.

Lo si trova nelle vecchie foto che mostrano

il ritmo lento della vita di paese,

fra barche, reti da pesca, asini e botti di

vino. Da allora di tempo ne è passato

parecchio prima che Luca Romano

riportasse l’antico nome sull’insegna

di quello che negli anni ’50 con il boom

turistico era diventato il Bar Roma. Un

omaggio prima di tutto ai suoi nonni

che lo avevano acquistato nel 1930,

quel fondo fra cantieri e calafati, gozzi

e pescatori, e che oggi continua ad

essere un riferimento per gli abitanti

e per i numerosi ospiti di Marciana

Marina. Dopo aver fatto esperienza in

vari alberghi rinomati dell’isola, Luca

ha rinnovato il Bar, ne ha valorizzato

l’immagine, prepara piatti gustosi, a

partire dalla colazione della casa che

va dai dolci artigianali al salato, fino

all’apericena, guardando il mare oltre

ai giardinetti là davanti. Il menù propone

drink e cibi sfiziosi, conditi con

musica e simpatia. Grazie alla ricca

selezione di spirits ed all’esperienza

Luca propone cocktail imperdibili. Per

i grandi eventi il maxischermo regala

un’atmosfera di famiglia e sembra di

trovarsi fra amici, seduti in salotto.

Una sosta imperdibile per chi arriva da

fuori per godersi il fresco e la calma del

paese più piccolo dell’isola.

COFFEE BAR IL TEMPO

One hundred years ago it was called Il

Tempo Coffee Bar and it was the only

bar, right on the seafront of Marciana

Marina between the beach and the

Church Square, where all the villagers,

after the day’s work, went to play cards

and share a flask of wine. After two

generations, Luca Romano has brought

back the original name after the

tourist boom of the 1950s when it had

become Bar Roma. First and foremost,

it is a tribute to his grandparents who

had bought it in 1930 and even now,

it continues to be a landmark for the

people of the village and for the many

guests who visit. Luca has renovated

the bar and updated its image; starting

with breakfasts, it is all new. Breakfast

ranges from homemade cakes to savoury

options, to the aperitif-dinner in

the evening, looking over the gardens

to the sea ahead. The menu offers

drinks and tempting food, seasoned

with music and friendliness.

foto ©FrancescoLascialfari

160 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


My Pokè

A.T.

My Pokè, dalla sua apertura lo scorso

anno sul lungomare di Marciana

Marina, ne ha fatta di strada. Vincente

la formula del cibo semplice e genuino,

che si ispira alla cucina hawaiiana,

nata dalla fusione della cucina

cinese, filippina, giapponese, coreana,

polinesiana, ai tempi delle colonie

portoghesi. Un esperimento così

riuscito che quest’anno aprirà anche a

Marina di Campo in Via Marconi.

Salute e gusto vanno a braccetto:

“Mangiare sano non è mai stato così

gustoso”. Tutti gli ingredienti sono

freschissimi, tagliati sul momento, la

scelta è molto variegata, ognuno può

comporsi il piatto come preferisce,

con i gusti e i colori che ama. Dietro

c’è uno studio sui valori nutrizionali,

sulla ricerca dei prodotti, sull’abbinamento

giusto, perché c’è chi preferisce

una alimentazione maggiormente

proteica, chi invece è assolutamente

vegetariano.

A base di cereali, riso di tutti i tipi, insalatine

appena colte, quinoa, legumi,

ma anche pesce freschissimo abbattuto,

tofu, feta, pollo, frutta e verdure

crude fresche. Gustosi anche i topping

a base di EVO, riduzione di aceti

balsamici, aceto di riso, salsa di soia, i

tipici condimenti per sushi, e ancora

alga kombu, mirin, edamame, cipolla

croccante, bacche di gogj, semi, zenzero. E molto altro ancora.

Se andate in spiaggia alla Marina o a Campo, passate di lì per la vostra porzione di

salute. Se volete organizzare invece un giro in barca, prenotatevi un piatto pronto

senza problemi di cambusa. Se invitate amici a casa vostra e non avete voglia di

stare ai fornelli, passate alla Pokeria, basta prenotare con whatsapp, e troverete il

pacchetto pronto. Se invece amate Marciana Marina o la spiaggia fine di Campo

e volete godervi il panorama, basta sedersi in riva al mare, con la vostra bowl in

mano, sulle panchine o sulla “murella” dalla quale godervi due dei più caratteristici

borghi elbani, con i loro orizzonti indimenticabili che fanno sognare.

MY POKÈ

My Pokè opened last year on the seafront of Marciana Marina. It serves simple,

genuine food inspired by Hawaiian cuisine with a fusion of Chinese, Filipino, Japanese,

Korean and Polynesian cuisines. All the ingredients are very fresh, diced

on the spot with a varied choice; everyone can compose his dish as he prefers.

Behind it there is a study of nutritional values and product research.

You can put your bowl together with cereals, all types of rice, freshly picked

lettuce, quinoa, pulses, but also very fresh blast-chilled fish, tofu, feta cheese,

chicken, fresh raw fruit and vegetables. The oil EVO-based toppings are tasty,

also the reduction of balsamic vinegar, rice vinegar, soy sauce, typical sushi seasonings

as well as kombu seaweed, mirin, edamame, crunchy onion, goji berries,

seeds and ginger. And much more. If you are going to the beach or have planned

a boat trip, drop in here for your portion of health.

Viale Margherita, 56

57033 Marciana Marina LI

Tel: +39 327 045 5031

+39 377 3161785

Via Marconi 25

57034 - Marina di Campo

Tel. +39 327 0455031

FB. mypoke.elba

IG. mypoke_elba

foto ©FrancescoLascialfari

FOOD AND WINE 161


Ristorante

Capo Nord

G.L.

Affacciato sui ciottoli bianchi e levigati

della spiaggia della Fenicia a Marciana

Marina si trova il ristorante Capo Nord.

Nato nel 1958, quando i primi turisti

si avventuravano sull’Isola, il locale si

è trasformato nel tempo diventando

prima una “ rotonda sul mare”, infine

prestigiosa meta per gli amanti della

cucina locale, soprattutto di pesce.

In un ambiente elegante ed accogliente,

dove il pavimento ricavato dal

legno degli antichi gozzi dei pescatori

si accompagna alla raffinatezza della

cristalleria e delle porcellane, si muove

Tommaso, giovane rappresentante

della terza generazione della famiglia

Adriani. Assieme a lui il padre Attilio

accoglie i numerosi clienti con cortesia

e disponibilità, consigliando le specialità

del menù e gli abbinamenti con i

pregiati e numerosi vini, anche locali.

La cucina proposta è una sapiente

fusione di tecniche innovative e di

ingredienti sempre freschi: la cura dei

dettagli e l'attenzione alle esigenze

dei clienti con intolleranze alimentari

rendono i piatti presentati accessibili

a tutti, sia nel menù degustazione che

nel menù tradizionale, con proposte

sempre gradite per il palato e per la

vista.

Sono ottimi ad esempio la razza in

court bouillon, gli spaghetti al ragù di

polpo alla maniera di mamma Fillide e

le preparazioni con pesce di giornata: il

dentice con carciofi arrosto e in crema

e riduzione di Vermentino dell'Elba è

delizioso. Assolutamente da provare

i dessert abbinati a vini e liquori al

bicchiere.

Punta di diamante del ristorante è

la terrazza panoramica, appoggiata

sulle ghiaie della spiaggia, dalla quale

è possibile ammirare spettacolari tramonti

sull'isola di Capraia che affiora

come per magia all'orizzonte. Quando

il cielo si tinge di tonalità rosate e

arancioni l'esperienza enogastronomica

si unisce alla bellezza della natura,

regalando ai clienti un' immersione

nella cultura locale ed un'esperienza

da raccontare.

162 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023


foto ©FrancescoLascialfari

RESTAURANT CAPO NORD

Overlooking the white, smooth pebbles of the Fenicia beach

in Marciana Marina, sits the Capo Nord Restaurant, a celebrated

venue for those who enjoy local cuisine, particularly

fish.

Thomas, a young representative of the third generation of

the Adriani family, moves around this elegant, welcoming

setting. Alongside him, his father Attilio give their many

customers a courteous, friendly welcome.

The cuisine offers a skilful fusion of innovative techniques

and always fresh ingredients: excellent preparations using

fish of the day.

foto ©CapoNord

The jewel in the crown of this restaurant is the panoramic

terrace; from its position sitting on the pebbles of the beach,

you can admire spectacular sunsets over the Island of

Capraia.

foto ©FedericoSerradimigni

Ristorante Capo Nord

Localita' La Fenicia, 57033 Marciana Marina LI

Tel: +39 0565 996983

Sito web: www.ristorantecaponordelba.it

Email: info@ristorantecaponordelba.it

FOOD AND WINE 163


Ristorante Pizzeria

Da Beppe

G.L.

Il Ristorante Pizzeria da Beppe è una

piccola gemma che si affaccia sul porto

turistico di Marciana Marina. I tavoli

disposti sulla pedana esterna, arredati

con semplicità e cura, guardano la

torre degli Appiani mentre si respira

l'atmosfera rilassante e informale,

tipica del locale ampliato e rinnovato

quest’anno con eleganti spazi interni.

Non è solo la vista a rendere questo

ristorante un luogo speciale: ottima

anche la cucina. Lo chef seleziona

ingredienti di prima qualità che vengono

lavorati con cura e trasformati in

specialità di mare e di terra: primi e secondi

vi conquisteranno con il loro sapore

intenso e autentico. Le pizze sono

invitanti, ottime per impasto e farcitura

e disponibili anche da asporto: si può

scegliere di gustarle sulla spiaggia con

i piedi nell’acqua. A “condimento” del

tutto la simpatia dello staff, a partire

da Beppe, che dà nome al locale, e dalla

moglie Barbara. Il personale è alla

mano e sempre cortese, pronto a raccontare

il menù: professionali, sempre

con il sorriso sulle labbra, sanno creare

il contesto ideale per cene piacevoli,

accompagnate da ottimi vini.

Insieme al sapore del mare, a portata di

“naso”, tornerete a casa con il ricordo di

un’accoglienza speciale.

The Restaurant and Pizzeria Da Beppe

is a gem overlooking the pretty little

harbour of Marciana Marina. On their

outdoor terrace, the tables