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MONDO AGRICOLO, marzo 2024

Dai dazi all’export russo, alla sospensione della legge sul ripristino della natura. Dall’Ue arrivano in questi giorni segnali positivi rispetto alle richieste dal settore primario europeo. Dalla sua assemblea straordinaria organizzata a Bruxelles, Confagricoltura ha presentato il suo piano in dieci punti per modificare la nuova Pac a tutela delle produzioni e dei redditi delle imprese. Regole certe. Questa è la prima richiesta degli agricoltori ai decisori politici per poter investire nelle energie rinnovabili. È apparso evidente al Key (l’expo sulla transizione energetica di Rimini) davanti al grande numero di partecipanti agli incontri dello stand confederale su innovazioni tecnologiche, fiscalità e contributi, e efficienza energetica. Le agroenergie hanno bisogno di una strategia chiara e condivisa. Questo è il messaggio che Palazzo della Valle ha consegnato al ministro Pichetto Fratin insieme al proprio documento programmatico. La Confederazione parteciperà all’edizione del Vinitaly di quest’anno portando le questioni più importanti per il comparto: clima, mercati internazionali e tendenze di consumo. Senza dimenticare le fitopatie, tra cui la Peronospora che, quest’anno, è costata ai vigneti italiani perdite di produzione anche del 100%. Le aziende hanno bisogno di ristori e di investimenti in ricerca scientifica per adattare le colture alle nuove temperature. La sperimentazione in campo delle piante selezionate con le Tecniche di evoluzione assistita partirà dalle risaie della provincia di Pavia con una specie genomicamente modificata per resistere al brusone. Come scrive Deborah Piovan su questo numero, il regolamento sulla Tea, approvato in Europarlamento, presenta novità rispetto al testo della Commissione. A partire dalla normativa (non chiara) sulle categorie di piante derivanti da tecniche di evoluzione assistita (Tea). Dal 9 febbraio, data della dichiarazione di stato di calamità naturale, 900mila siciliani fanno i conti con il razionamento della fornitura d’acqua. L’Italia non è sola nel dover affrontare una siccità “fuori stagione”. Secondo l’European Drought Observatory, l’1,2% del territorio europeo è già in allarme conclamato.

Dai dazi all’export russo, alla sospensione della legge sul ripristino della natura. Dall’Ue arrivano in questi giorni segnali positivi rispetto alle richieste dal settore primario europeo. Dalla sua assemblea straordinaria organizzata a Bruxelles, Confagricoltura ha presentato il suo piano in dieci punti per modificare la nuova Pac a tutela delle produzioni e dei redditi delle imprese.



Regole certe. Questa è la prima richiesta degli agricoltori ai decisori politici per poter investire nelle energie rinnovabili. È apparso evidente al Key (l’expo sulla transizione energetica di Rimini) davanti al grande numero di partecipanti agli incontri dello stand confederale su innovazioni tecnologiche, fiscalità e contributi, e efficienza energetica. Le agroenergie hanno bisogno di una strategia chiara e condivisa. Questo è il messaggio che Palazzo della Valle ha consegnato al ministro Pichetto Fratin insieme al proprio documento programmatico.



La Confederazione parteciperà all’edizione del Vinitaly di quest’anno portando le questioni più importanti per il comparto: clima, mercati internazionali e tendenze di consumo. Senza dimenticare le fitopatie, tra cui la Peronospora che, quest’anno, è costata ai vigneti italiani perdite di produzione anche del 100%. Le aziende hanno bisogno di ristori e di investimenti in ricerca scientifica per adattare le colture alle nuove temperature.



La sperimentazione in campo delle piante selezionate con le Tecniche di evoluzione assistita partirà dalle risaie della provincia di Pavia con una specie genomicamente modificata per resistere al brusone. Come scrive Deborah Piovan su questo numero, il regolamento sulla Tea, approvato in Europarlamento, presenta novità rispetto al testo della Commissione. A partire dalla normativa (non chiara) sulle categorie di piante derivanti da tecniche di evoluzione assistita (Tea).



Dal 9 febbraio, data della dichiarazione di stato di calamità naturale, 900mila siciliani fanno i conti con il razionamento della fornitura d’acqua. L’Italia non è sola nel dover affrontare una siccità “fuori stagione”. Secondo l’European Drought Observatory, l’1,2% del territorio europeo è già in allarme conclamato.

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Coltiviamo

Europa

Burocrazia, clima, reciprocità…

le dieci proposte

che Confagricoltura

ha portato a Bruxelles

Agroenergie

Ecco la strategia

È tutto pronto

per il Vinitaly

Fermiamo

il grano russo

Anno LXXIII - n. 3 - MARZO 2024 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa - Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3

Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Confagri Consult - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101


IL GUSTO DEL VINO

IL VALORE DEL TERRITORIO

VINITALY

14 - 17 aprile 2024

Verona

PAD. D STAND G-H-I


L’EDITORIALE

Questo numero di Mondo Agricolo è stato chiuso il 26.03.2024

•••

Le nostre richieste

all’Europa

Le ultime settimane sono state caratterizzate dalle manifestazioni di protesta degli agricoltori di tutta Europa.

Erano anni che non assistevamo a episodi di tale portata. Segno evidente di un malessere profondo che,

complici gli eventi degli ultimi tempi, prima il Covid, poi le guerre e, di conseguenza, l’aumento dei costi

di produzione, l’inflazione e l’innalzamento dei tassi d’interesse, ha innescato la miccia. Di un fuoco che,

però, covava da tempo. Al di là delle singole e diverse rivendicazioni nazionali, sul banco degli imputati è

finita l’Europa. E con essa la Pac, il Green Deal, le regole, la burocrazia, la mancanza di tutela delle nostre

produzioni e del reddito degli agricoltori. All’Europa si rimprovera sostanzialmente di aver dimenticato

l’agricoltura, il suo contributo economico, ambientale e sociale, fondamentale per la crescita, la competitività

e lo sviluppo equilibrato del Continente. Anche Confagricoltura ha condiviso il malessere comune degli

agricoltori, senza scendere in piazza, scegliendo la via del dialogo e del confronto. E per questo, ha organizzato

un’assemblea straordinaria che si è svolto nella capitale belga, in concomitanza con il consiglio Agricoltura

Agrifish, il 26 febbraio scorso. Da quell’assemblea è scaturito un documento di proposte che abbiamo

consegnato alle istituzioni europee, riassumibile in dieci punti: una sorta di manifesto per l’agricoltura

di domani, che racchiude le richieste che Confagricoltura porta avanti da anni. Ed è per lo stesso motivo

che lo scorso 21 marzo la giunta nazionale si è riunita a Bruxelles, dove era in corso il Consiglio europeo,

per rimarcare le nostre richieste.

Intanto qualche risposta, parziale, da Bruxelles è arrivata. Negli ultimi giorni sono state assunte alcune

decisioni che vanno incontro alle richieste da noi avanzate. La Commissione europea ha licenziato le proposte

per la revisione degli atti di base della PAC, che vanno nella direzione di una maggiore semplificazione

burocratica e ha anche annunciato la prossima presentazione di appositi provvedimenti per migliorare

la remunerazione degli agricoltori e la loro posizione all’interno della filiera agroalimentare.

C’è, però, ancora molto lavoro da fare e il nostro obiettivo è più ambizioso. Siamo sempre stati

contrari alla Pac in vigore e ora chiediamo di accelerare i tempi per la sua revisione. Non ci accontentiamo

di una semplice correzione. Puntiamo ad una profonda riforma in grado di assicurare

la stabilità dei mercati e il reddito degli agricoltori. Che assicuri una reale coesistenza tra la

sostenibilità ambientale e quella economica. Che tenga conto dell’impatto determinato dal cambiamento

climatico. Saranno queste, in particolare, le proposte che presenteremo nel corso delle

iniziative programmate in vista delle elezioni al Parlamento europeo.

Massimiliano Giansanti

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 3


6 11

12

22 32

SOMMARIO

L’EDITORIALE

Le nostre richieste all’Europa

Massimiliano Giansanti ....................... 3

LO STATO DELL’UNIONE

Assemblea straordinaria

Anja Zanetti ......................................... 6

La voce delle imprese

Gabriella Bechi .................................... 8

Il nodo russo (red) ............................. 11

VINITALY

Le mille facce del vino

Anna Gagliardi .................................. 12

PERONOSPERA

La prevenzione

è l’unica strada

Palma Esposito .................................. 15

CANTINE D’ITALIA

Vini all’ombra del vulcano (az) ............. 20

Dai fondali marini ai mercati internazionali

Alessandra Porro .............................. 22

Eleganza da assoporare (az) ................. 24

Come nasce il vino

Paola Castello .................................... 26

K EY-THE ENERGY TRANSITION

L’età matura

Francesco Bellizzi ............................. 28

ENERGIA

Le richieste al ministro (fb) ................. 24

FISCALITÀ E RINNOVABILI

I conti in tasca

Nicola Caputo .................................... 32

RISO

Un successo che cresce di anno in anno

Elisabetta Tufarelli ............................ 34

MARICOLTURA

Un comparto strategico (et) ................. 36

EMERGENZA CLIMA

Focus sull’acqua (et) ............................ 38

Un futuro a secco Dario Giardi .......... 40

Manifesto per le foreste

Silvia Piconcelli e Irene Gangarossa ..... 42

NUOVE TECNOLOGIE

TEA a che punto siamo

Deborah Piovan ................................. 38

RAPPRESENTANZA

Dialogi tra generazioni (et) ................. 52

Rubriche

Mappamondo Diversificare 47 | Organizzazione Made in Italy 55 | Anga Networking 56 | Over65 Socialità 58 |

Fiiaf Imprese familiari 59 | Enapra Digitalizzazione 60 | Buono a sapersi Abruzzo 64 | Campi sonori Tributo jazz 65

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Gabriella Bechi

Direttore editoriale

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Caporedattore

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Presidente

Massimiliano Giansanti

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e Amministrazione

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4 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


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Semplificazione

amministrativa


LO STATO DELL’UNIONE

Un momento dell’assemblea straordinaria di

Confagricoltura nella sede del Copacogeca a Bruxelles

Assemblea

straordinaria

La Confederazione ha portato

oltre 200 delegati dai territori

nel quartier generale

del Copa-Cogeca,

a pochi passi dalla sede

del Consiglio europeo

di Anja Zanetti

L

unedì 26 febbraio, data del Consiglio

Agrifish a Bruxelles, i trattori si sono fatti

sentire. È la seconda protesta del mese,

ma questa volta sono molti di più. Clacson,

fumogeni e striscioni hanno invaso

le vie del centro già nel cuore della

notte, incuranti della pioggia. Qui e là qualche

falò di legna o copertoni per alleviare il freddo

pungente e per sottolineare che la protesta non

avrà tempi brevi né modi pacati. Gli agricoltori

non sono più disposti a temporeggiare: chiedono

fatti. Le materie del contendere sono note.

Dalle strade della capitale emerge un forte senso

di frustrazione, per i costi di produzione sempre

più alti, i prezzi di mercato non allineati, il peso

della transizione green sulle imprese e la minaccia

di nuovi concorrenti interni alla stessa Unione.

Il messaggio è il medesimo, ma le modalità

ben diverse: Confagricoltura sceglie il dialogo. La

Confederazione è in città con oltre 200 delegati

dai territori per consegnare alle istituzioni italiane

ed europee un decalogo di proposte concrete

che auspicano un’immediata modifica della PAC.

Spoiler: la speranza, per ora, è stata disattesa. Le

successive azioni della Commissione, infatti, evidenziano

un primo passo in avanti, risultando

però ancora insufficienti.

Nel quartier generale del Copa-Cogeca, a pochi

passi dalla sede del Consiglio europeo, i lavori

iniziano di prima mattina. Dopo l’intervento di

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura

e vice del Copa, di Christiane Lambert,

presidente del Copa, e di Lennart Nilsson, presidente

del Cogeca, si avvicendano nel corso della

giornata ministri, parlamentari ed esponenti della

Confederazione. La sessione mattutina si chiude

con il video-messaggio della Premier Giorgia

Meloni, testimonianza che i temi agricoli, ora più

che mai, sono in cima alle agende governative

in Italia e in Europa. “L’agricoltura non è nemica

dell’ambiente e della transizione ecologica”,

afferma Meloni. “Anzi, è l’esatto contrario. Se c’è

Massimiliano Giansanti

Presidente di Confagricoltura

6 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


(da sx) Christiane Lambert (Copa),

Massimiliano Giansanti (Confagri)

e Lennart Nilsson (Cogeca)

agricoltori vogliono dire la

loro sui temi che dovranno

essere affrontati dal nuovo

esecutivo, con maggiore urgenza

e decisione. Le proteste sono iniziate ormai

qualche mese fa. Si accendono e si spengono in

molti Stati membri. I fattori sono diversi di Paese

in Paese, ma il messaggio, che arriva forte e chiaro,

è che con questa politica agricola il settore

non può più andare avanti. Alzando il naso oltre

le colonne di trattori, il murale su Rue de la Loi, a

tinte blu e gialle, ci ricorda che “il futuro è l’Europa”.

Spicca anche nel grigiore dell’inverno belga,

ma oggi ha un tono quasi disperato. •••

g

CREDITO, IL CONSIGLIO UE APRE AL TERMPORARY FRAMEWORK

Giordano Emo Capodilista

Vicepresidente della Confederazione

qualcuno che ama il territorio e lavora ogni giorno

per custodirlo e preservarlo, tutelando anche

identità e tradizioni, quel qualcuno è proprio

l’agricoltore. Per questo il governo si è battuto

in Europa, fin dal suo insediamento, contro tutti

quei dictat ideologici che avrebbero colpito la

produzione agricola europea e avrebbero messo

a rischio quel concetto di sovranità alimentare

che resta un nostro indirizzo irrinunciabile”.

Nelle parole della Premier per Confagricoltura,

un’indicazione chiara: deve prevalere il buon

senso. “Bisogna aiutare gli imprenditori agricoli

a produrre di più” ribadisce il vice-primo ministro,

Matteo Salvini, che, in collegamento dall’Italia,

chiosa: “Occorre ribaltare l’impostazione

culturale. Ripensare la Pac prima delle elezioni

europee, una Pac strutturata per pagare chi non

coltiva e non pesca”. Il “diritto a produrre” è invocato

sia dai manifestanti di Bruxelles, sia dai

colleghi che protestano in altri Stati. Il malcontento

degli agricoltori dell’Unione, in effetti, sta

prendendo la scena, fisica e mediatica. Ad ogni

angolo di strada, telecamere, fotografi e cronisti

raccontano in tempo reale, in lingue diverse, gli

sviluppi di una giornata densa di eventi. Anche

i nostri telegiornali hanno gli occhi puntati su

Bruxelles. Dietro le vetrate dei grattacieli, i tavoli

di confronto tra gli addetti ai lavori. Per le vie

della città, sfilate rumorose ma pacifiche e alcuni

scontri. Le forze dell’ordine sono schierate già

dal giorno prima. Dissuasori, nastri gialli e palette

per tutelare la cittadinanza e calmare qualche

manipolo irrequieto che arriva anche a gettare

letame contro la “politie”.

Il 21 e il 22 marzo a Bruxelles si è riunito il Consiglio

europeo. Il 26 marzo, di nuovo Agrifish.

Il 9 giugno, si terranno le elezioni europee e gli

Il Consiglio Ue ha aperto la strada per una proroga del Temporary

Framework, sollecitata dall’Italia e cruciale per garantire

liquidità alle imprese. Confagricoltura ha sostenuto

con decisione questo orientamento, pertanto auspica che

si proceda celermente nella messa appunto degli strumenti

necessari. In questo quadro, si aggiunge in termini positivi

la decisione del Coreper di sospendere le procedure di approvazione

della Legge sul Ripristino della natura. Infine, un

plauso va anche ai dazi straordinari su cereali, semi oleosi e

prodotti derivati da Russia e Bielorussia. Un vertice più che

positivo per l’agricoltura. Sempre a Bruxelles, Giansanti, nel

ruolo di vicepresidente del Copa, insieme alla presidente del

Copa-Cogeca, Christiane Lambert, ha incontrato il Commissario

Wojciechowski.

Il videomessaggio della premier Meloni all’assemblea

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 7


LO STATO DELL’UNIONE

La voce

delle imprese

8 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024

All’Europa Confagricoltura

chiede semplificazione burocratica,

aiuti adeguati per i settori

in difficoltà come i seminativi,

la frutticoltura e la zootecnia


Sotto i riflettori dell’assemblea

straordinaria di

Confagricoltura

a Bruxelles, in primo luogo,

l’aggiornamento della Pac

rispetto all’evoluzione

dei prezzi dei prodotti

all’origine

di Gabriella Bechi

riforme sbagliate si sono susseguite

nel tempo - ha detto nel suo

intervento all’assemblea il presidente

Massimiliano Giansanti -

con il risultato di mettere sempre

di più in secondo piano le que-

“L

e

stioni legate alla produzione, alla competitività,

all’indipendenza alimentare. Contemporaneamente

sono via via aumentati gli impegni di

natura ambientale richiesti agli agricoltori, per

giustificare - questa la motivazione - agli occhi

dei contribuenti il sostegno finanziario destinato

dalla Ue all’agricoltura. In questo modo, è aumentata

a dismisura anche la complessità degli

adempimenti burocratici a carico delle amministrazioni

nazionali e delle imprese. Occorre anche

ricordare che la Pac era arrivata, in passato,

ad incidere per il 60% sul bilancio dell’Unione.

L’incidenza è scesa ora al 30%, che corrisponde

allo 0,4% del Pil complessivo degli Stati membri.

Questo significa aver ridimensionato fortemente

la capacità competitiva dell’imprenditore

agricolo, che in pratica viene incentivato a non

produrre, trovandosi privo di protezione e fuori

mercato - ha spiegato Giansanti -. Per la Pac

si impone, dunque, un cambiamento di rotta a

tutti gli effetti. Anche perché il nuovo allargamento

dell’Unione all’Ucraina, alla Moldavia e

ad alcuni Paesi dell’area dei Balcani è insostenibile

sotto il profilo finanziario. E anche l’assetto

istituzionale e le regole di funzionamento

dell’Unione dovranno essere rivisti”.

All’Europa gli imprenditori agricoli di Confagricoltura

hanno chiesto norme all’insegna della

semplificazione radicale, con aiuti adeguati

alle aziende, con zero burocrazia; sostegni per

i settori in difficoltà, come i seminativi, la frutticoltura,

la zootecnia. E ancora, di rivedere il

regolamento della Commissione sulla deroga

all’obbligo di mantenere parte dei terreni

agricoli incolti o improduttivi che, nonostante

i miglioramenti ottenuti rispetto alla proposta

iniziale, non risponde alle esigenze degli agri-

g LE DIECI PROPOSTE DI CONFAGRICOLTURA A BRUXELLES

Dal 26 febbraio è iniziato il countdown verso il 9 giugno e dopo

la tappa di Bruxelles, il confronto si sposta sui territori. Confagricoltura

consegnerà ai prefetti e alle Regioni il documento di

posizione portato alle istituzioni Ue. Ecco i dieci punti che compongono

il documento.

1. Nuovo allargamento della UE. Aumentare il bilancio destinato

all’agricoltura; aggiornare gli aiuti diretti PAC all’evoluzione

dei prezzi all’origine e dei redditi.

2. Cambiamento climatico. Varare il “terzo pilastro” della PAC

per la gestione comune dei rischi e dei danni provocati da

eventi climatici estremi; aumentare la dotazione finanziaria e

rivedere il funzionamento della riserva di crisi.

3. Sicurezza alimentare. Sospendere l’entrata in vigore di provvedimenti,

come il ripristino della natura e sulle emissioni industriali,

in attesa delle conclusioni del dibattito in corso in Commissione

europea. Va anche rivista la “Direttiva Nitrati” del 1991.

4. Riformulare la proposta sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi

secondo il principio della neutralità tecnologica e tenendo

conto della specificità dei prodotti destinati all’alimentazione.

5. Eliminare dalla PAC gli obblighi sulla rotazione obbligatoria,

sulla destinazione non produttiva dei terreni e le sanzioni

collegate.

6. Semplificazione amministrativa. Ridurre in misura incisiva

gli adempimenti burocratici per gli aiuti diretti della PAC, compresi

gli “ecoschemi”.

7. Reciprocità e controlli sull’import. Assicurare il rispetto

delle regole dell’Unione in materia di sicurezza alimentare, biodiversità,

tutela del lavoro e benessere animale.

8. Inserire grano e semi di girasole nella lista dei prodotti

sensibili prevista nella proposta di regolamento riguardante la

proroga della sospensione dei dazi sulle importazioni agroalimentari

dall’Ucraina.

9. Moratoria sui crediti per migliorare la condizione di liquidità

delle imprese. L’eccezionale aumento dei tassi ha coinciso, a partire

dallo scorso anno, con la contrazione dei prezzi all’origine.

10. Sostenere la diffusione delle innovazioni per la competitività

delle imprese e per l’affermazione di processi produttivi

sempre più sostenibili.

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 9


LO STATO DELL’UNIONE

coltori italiani, poiché prevede una lista eccessiva

di condizioni che ne riducono fortemente

l’efficacia. Altri punti che sono stati dibattuti in

assemblea: gli accordi commerciali con i Paesi

terzi, che hanno bisogno di efficaci clausole di

reciprocità in materia di sicurezza alimentare,

tutela delle risorse naturali protezione del lavoro

e benessere degli animali, e i controlli sulle

importazioni in arrivo da questi Paesi, che vanno

rafforzati.

Sotto accusa anche il Green Deal. Le proposte

di regolamento presentate dalla Commissione

non sono, infatti, per Confagricoltura, in grado

di assicurare la coesistenza tra sostenibilità ambientale

e sostenibilità economica delle produzioni.

La situazione in atto richiede di bloccare

l’entrata in vigore dei provvedimenti discussi

nel corso della legislatura in scadenza, che possono

minare il potenziale produttivo dell’agricoltura

italiana ed europea. Tra questi, la proposta

di regolamento sul ripristino della natura

e quella sulle emissioni industriali, che ha vistosamente

ampliato gli adempimenti a carico

dei settori suinicolo ed avicolo. Va rivista anche

la “Direttiva nitrati” che risale al 1991, tenendo

anche conto della possibilità di utilizzare come

fertilizzante il digestato in uscita dagli impianti

di biogas. Ed è necessario sospendere il “trilogo”

in corso sulla proposta di regolamento

relativa agli imballaggi e ai rifiuti di imballaggi

che può arrecare gravi ed ingiustificati danni

al sistema agroalimentare italiano. La presidente

della Commissione europea ha annunciato

il ritiro formale della proposta di regolamento

per la riduzione, fino al 50% in media entro il

2030, dell’uso di fitofarmaci. “Una misura eccessivamente

restrittiva - ha evidenziato Giansanti

- che dovrebbe essere accompagnata da

incentivi per favorire l’utilizzo delle nuove tecnologie,

la digitalizzazione, la ricerca genetica,

che oggi sono l’unico strumento per potere nel

tempo salvaguardare il potenziale produttivo e

allo stesso tempo andare incontro alla necessaria

transizione verde”.

Questo per l’immediato. È evidente, poi, che

per gli anni a venire la situazione sta chiaramente

evidenziando quello che Confagricoltura

affermava sin dall’inizio, e cioè che questa riforma

“figlia” del Green Deal comunitario e della

strategia “Farm2Fork” è insostenibile per le imprese,

in quanto riduce gli incentivi a fronte di

maggiori impegni (e quindi costi) da rispettare

a carico delle imprese stesse. Una situazione

che difficilmente sta in piedi; una equazione di

sostenibilità, economica, sociale ed ambientale

impossibile da risolvere.

•••

10 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


LO STATO DELL’UNIONE

Per tutelare produzioni

e mercato la Commissione Ue

proposto al Consiglio restrizioni

all’export di prodotti agricoli

russi. Da inizio anno Mosca

ha introdotto in Europa

400mila tonnellate di grano,

rispetto alle 32mila del ’22

Il nodo

russo

L

a Commissione europea ha ufficialmente

presentato al Consiglio la proposta di

introdurre dazi straordinari sui cereali,

semi oleosie e prodotti derivati da Russia

e Bielorussia. “Di fronte alla profonda

crisi dei mercati in Italia e nella Ue

- ha commentato il presidente di Confagricoltura,

Massimiliano Giansanti - abbiamo sollecitato

un cambio di rotta e siamo lieti di apprendere

che la Commissione abbia deciso di procedere

verso la messa in opera di restrizioni in grado di

ridare stabilità ai mercati e fermare il crollo dei

prezzi agricoli all’origine”.

Gli ultimi dati diffusi dalla FAO relativi all’andamento

dei prezzi a livello internazionale hanno

fornito ulteriori motivazioni all’allarme lanciato

da Confagricoltura per il crollo delle quotazioni

all’origine dei cereali. L’indice FAO, infatti, ha

fatto registrare lo scorso febbraio un calo del

22,4% sullo stesso mese del 2023. Per quanto

riguarda il grano, gli esperti della FAO hanno

indicato che i prezzi sono calati essenzialmente

a causa di un sostenuto andamento delle esportazioni

della Federazione Russa.

Le cifre diffuse dall’Istat vanno nella stessa

direzione. Da gennaio a novembre dello scorso

anno, le importazioni di grano duro dalla

Federazione Russa sono ammontate a circa

400 mila tonnellate. Nello stesso periodo del

2022, si attestavano appena a 32 mila tonnellate.

L’aumento, quindi, è di oltre il 1.100 per

cento. Nello stesso periodo, il grano duro in

partenza dalla Turchia è arrivato ad incidere

per poco meno del 40% sul totale delle importazioni

italiane.

Secondo Confagricoltura, si impongono decisioni

coraggiose anche sul piano politico per

evitare la destabilizzazione dei mercati ed il

conseguente crollo degli investimenti. Il blocco

delle importazioni di cereali dalla Federazione

Russa va preso in considerazione senza riserve

in ambito Ue. (red)

•••

g IMPORT UCRAINA: L’EQUILIBRIO DEI MERCATI VA RISTABILITO

Confagricoltura aveva accolto con

soddisfazione l’esito del voto del 13

marzo scorso al Parlamento europeo

in merito all’attivazione di un freno

di emergenza nel caso di ulteriori aumenti

delle importazioni dall’Ucraina,

approvando gli emendamenti del PPE volti a includere frumento

tenero, orzo, avena, mais e miele nell’attivazione automatica del

sistema di misure di salvaguardia. Ma il Consiglio europeo ha valutato

negativamente l’accordo, motivando la sua posizione dalla

mancata inclusione dei cereali nella lista dei prodotti sensibili nei

quali applicare i dazi nel caso di ulteriore aumento dei flussi sui

mercati degli Stati membri. Con il voto del PE è stata anche inserita

nella proposta originaria della Commissione la modifica che sposta

il periodo di riferimento per il ripristino dei dazi sui prodotti sensibili

importati dall’Ucraina dalla media 2022-2023 al 2021-2023.

L’aumento delle importazioni dall’Ucraina ha avuto forti conseguenze

in termini di contrazione dei prezzi per cereali e semi oleosi

nella UE. Stando ai dati della Commissione, gli arrivi di grano

ucraino sono aumentati del 40% da gennaio a ottobre dello scorso

anno rispetto allo stesso periodo del 2022.

“Il sostegno all’Ucraina è fuori discussione - ha commentato il presidente

Massimiliano Giansanti -. Oltre alla sospensione dei dazi,

l’Unione ha attivato i “corridoi di solidarietà” per sostenere le esportazioni

agroalimentari di Kiev ed altre iniziative possono essere

studiate. Ad esempio, l’acquisto di prodotti ucraini da parte della

Ue per il successivo invio ai Paesi meno avanzati dipendenti dalle

importazioni per la copertura del fabbisogno alimentare interno.

L’equilibrio sui mercati europei va, però, ristabilito.”

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 11


ASPETTANDO VINITALY IL PROGRAMMA

Le mille facce

del vino

Confagri torna a Verona

con la Galleria delle regioni.

Clima, mercati, tendenze

di consumo e innovazione,

saranno i temi dello stand

confederale

di Anna Gagliardi

D

al 14 al 17 aprile Confagricoltura torna

al Vinitaly con uno stand di oltre

500 metri quadrati, nel padiglione D,

che ospita convegni, degustazioni, incontri

e approfondimenti, dando spazio

ai territori con le loro peculiarità

produttive, anche alla luce della delicata situazione

che sta vivendo il comparto. Cambia, infatti,

il consumo di vino in Italia e nel mondo,

e cambia il clima, al punto da disegnare nuovi

contorni alle produzioni. I dati definitivi dell’ultima

vendemmia certificati dal Masaf alla DG

Agri attestano che l’annata è stata la più leggera

dal dopoguerra, con 38,3 milioni di ettolitri

e un calo del 23,2% rispetto al 2022. Una diminuzione

da imputare soprattutto al diffondersi

della Peronospora nel Centro e Sud Italia che

impone un approccio coraggioso da parte di

tutti, al tema del cambiamento climatico e delle

conseguenti fitopatie. Ma è soprattutto l’anda-

12 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


mento del mercato a destare l’attenzione degli

operatori. Il 2023 si è chiuso per l’Italia con un

calo del 4,4% in volume e del 7,3% in valore

nelle prime cinque piazze mondiali: Stati Uniti,

Germania, Regno Unito, Canada e Giappone

(che insieme valgono il 56%dell’export complessivo

del nostro Paese - fonte: UIV). Il calo non

riguarda solo l’Italia, ma interessa tutti i top

player vitivinicoli.

Nell’ambito dei consumi, al di là degli aspetti

economici, soffrono maggiormente i vini rossi,

anche di pregio. Un calo che preoccupa gli

operatori e che impone una riflessione approfondita.

Vinitaly quest’anno si è presentato al

panorama internazionale in pompa magna: la

prima conferenza stampa a Bruxelles ha confermato

lo sforzo dell’ente fiera proprio in considerazione

dell’andamento generale: la 56ª

edizione fa il tutto esaurito con 4.000 imprese

espositrici, con in contemporanea la 28ª edizione

di Sol, International olive oil trade show

(area C); Xcellent Beers (area I) e il 25° Enolitech,

Salone internazionale delle tecnologie per

la produzione di vino, olio e birra (pad. F). Con

le tre rassegne, il numero delle aziende presenti

nei 17 padiglioni della fiera sale a quasi 4.300

da 30 Paesi. I buyer attesi a Verona sono 1.200

da 65 Stati, il 20% in più rispetto all’anno scorso,

grazie alla collaborazione con Ice-Agenzia,

le ambasciate, il Mimit e il Masaf.

In occasione della prima giornata del Made in

Italy voluta dal ministro Urso, il 15 aprile, Verona

presenta, anche con il ministro Lollobrigida,

lo studio “Se tu togli il vino all’Italia”, un tuffo

nel bicchiere mezzo vuoto. Una ricerca realizzata

dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly e da Prometeia

sull’impatto che il Belpaese subirebbe in

termini socio-economici, turistici e identitari da

un’ipotetica scomparsa del vino dall’Italia.

Clima, mercati, tendenze di consumo e innovazione

sono i temi degli approfondimenti organizzati

nello stand di Confagricoltura dalla FNP

Vino e dalle Unioni, che partecipano anche con

degustazioni e abbinamenti con il cibo. I convegni

saranno trasmessi in diretta streaming sul

canale YouTube di Confagricoltura, da cui si

può accedere direttamente dall’homepage del

sito confederale. Su tutti gli appuntamenti in

programma allo stand saranno realizzati servizi

con i protagonisti dei vari territori, disponibili

poi su YouTube. Torna anche la Galleria delle

regioni, con la vetrina sulle etichette di pregio

delle zone vitivinicole italiane: uno spazio che

quest’anno sarà ancora più attivo nell’ospitare

eventi. Sono attese numerose presenze di personalità

del mondo del vino, ma anche di politici:

le prossime elezioni europee di giugno

accendono infatti i riflettori su diversi temi che

interessano da vicino tutti i produttori.

Importante anche la presenza a SOL nel padiglione

C, stand 47, dedicata al comparto dell’olio

di oliva, con uno spazio che sarà gestito da

Unapol, con cui Confagricoltura ha stilato un

protocollo di intesa.

Per quanto riguarda il settore vino, il programma

degli eventi di Confagricoltura a Vinitaly

inizia domenica 14 aprile, alle 14,30, con il

convegno “Cambiamento climatico e settore

vitivinicolo. Effetti e strategie adattative”, che

tratterà gli effetti del clima sull’andamento produttivo

dei vigneti e i fenomeni che esso produce.

Il confronto verterà intorno alle strategie

da adottare per lo sviluppo di un Piano straor-

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 13


ASPETTANDO VINITALY IL PROGRAMMA

dinario di azione di contrasto di questi effetti

e che sostenga anche la ricerca scientifica.

Interverranno Federico Castellucci, presidente

FNP vino; Stefano Poni, dipartimento di Scienze

delle Produzioni Vegetali Sostenibili dell’Università

Cattolica di Piacenza; Riccardo Velasco,

direttore CREA-VIT Centro di ricerca per

la viticoltura ed enologia; Herbert Dorfmann,

parlamentare europeo. Le conclusioni saranno

affidate al presidente Giansanti.

Sempre domenica, alle 16,30, Confagricoltura

Veneto e la Confederazione organizzano un incontro

con i parlamentari sui temi di attualità

per l’agricoltura.

La giornata prevede anche le degustazioni di

Sassari, con il Vermentino, alle 12,30, e la verticale

di Nero Buono con Latina, alle 16,30.

Lunedì 15, nell’area salotto l’ANGA propone

alle 12 un incontro dal titolo “Young Wine: eleganza

e sostenibilità nel calice”. Aprirà i lavori

Piergiovanni Ferrarese, presidente Anga Verona

e rappresentante FNP Vitivinicoltura dei Giovani

di Confagricoltura; quindi relazione ranno

Marta Galli, direttore operativo dell’Osservatorio

in sustainable wine business and enogastronomic

tourism dell’Università Cattolica e un

operatore del mercato USA. Le conclusioni sono

affidate a Giovanni Gioia, presidente Anga. A

seguire una degustazione dei vini prodotti dai

Giovani di Confagricoltura.

Alle 14,30 la Galleria delle Regioni ospiterà il

convegno di Agronetwork “I consumi di bevande

in Italia: trend vino, birra, vermouth, liquori,

distillati, analcoliche e acqua minerale”.

Alle 16 sarà il turno di “Vini bianchi e rossi a

confronto: performance attuali e prospettive di

mercato”. Confagricoltura propone un’analisi

con gli esperti di ISMEA e una tavola rotonda

con i Consorzi che hanno particolare attenzione

per le caratteristiche della propria denominazione.

Interverranno Federico Castellucci;

Tiziana Sarnari, ISMEA; Christian Marchesini,

presidente Consorzio Valpolicella; Francesco

Mazzei, presidente AVITO; Michele Bernetti,

presidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela.

Concluderà Massimiliano Giansanti.

Alle 17,15 verrà approfondito il tema della ricerca

genomica con l’incontro “Le TEA in viticoltura”,

a cura di Confagricoltura Veneto.

Tante le degustazioni in programma lunedì:

alle 9,30 i prodotti enogastronomici dell’Agro

Pontino di Latina; alle 11 la Docg Erbaluce di

Caluso, con l’Unione di Torino che chiude le

celebrazioni del vitigno dell’anno della Regione

Piemonte; alle 13 la degustazione di vini

e piatti tipici del Napoletano; alle 14,30 sarà

la volta di Salerno con “Il valore dei Consorzi

campani nella crescita dei territori”.

Martedì 16 la giornata si inaugura alle 9,30

con i progetti europei di “Pact For Skills: un

patto per le nuove competenze con particolare

attenzione al settore vitivinicolo”. Si prosegue

alle 11 con la degustazione curata dalle Unioni

di Siena, Cuneo e Brescia.

Alle 13,30, nella Galleria delle regioni, sarà

la volta di “I progetti europei legati al settore

vitivinicolo”. A seguire, nella stessa location,

Agronetwork presenta “Aspetti sociali e sanitari

del consumo moderato di bevande alcoliche: il

consensus paper sul vino di Cluster AgriFood”.

Alle 14, nell’aula Degustazione. si parlerà del

progetto sul carbon farming in fase di attuazione,

a cura dell’Unione di Siena. Alle 15,30 toccherà

a Salerno, con “I vini campani e la nuova

etichettatura”.

Alle 17 l’incontro di approfondimento con

CSQA dedicato a tecnologie digitali e sostenibilità

certificata nel vigneto, che si terrà nello

spazio del MASAF.

Mercoledì 17 Crédit Agricole e Confagricoltura

chiudono il programma con l’approfondimento

dal titolo “Le soluzioni finanziarie per le aziende

vitivinicole: pegno rotativo vino”.

(Per la consultazione del programma definitivo

si rimanda al banner dedicato sul sito di

Confagricoltura).

•••

14 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


ASPETTANDO VINITALY EMERGENZA PERONOSPORA

La prevenzione

è l’unica strada

Nel 2023 la Peronospora

ha causato perdite

di produzione stimate

tra il 30% e il 100%.

La vitivinicoltura italiana

ha bisogno di ristori

immediati e di piante

adatte al cambiamento

climatico

di Palma Esposito

(responsabile Settore vitivinicolo

e olivicolo)

I

l vino, fiore all’occhiello della nostra economia,

con 13 miliardi di fatturato, 22 milioni

di ettolitri esportati, con un record in valore

di circa 8 miliardi di euro, sta vivendo uno

dei momenti più difficili della sua storia. La

causa è la Peronospora, una terribile fitopatia

che colpisce la coltura della vite, provocano

danni inestimabili, che stanno mettendo in

gioco la sua stessa sopravvivenza. In pochi mesi

siamo passati da avere problemi di stock elevati

e richieste di distillazione di crisi a problemi di

carenza del prodotto. E sempre di più sono le richieste

di fondi per abbandonare la coltura, sulla

scia di quanto è stato richiesto ed ottenuto in

Francia dai viticoltori in crisi: 9500 ettari pronti

per l’estirpazione e l’uscita dal settore.

Le infezioni di Peronospora del 2023, con attacchi

prevalenti al Centro-Sud, hanno provocato

perdite di produzione stimate dal 30% al 100%.

Tali perdite di prodotto non trovano ricordo

neanche nei viticoltori più anziani. La fitopatia

non ha risparmiato alcun organo della vite: dai

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 15


ASPETTANDO VINITALY EMERGENZA PERONOSPORA

grappolini sin dalla fase di differenziazione, alle

foglie e ai tralci, con danni economici evidenti.

La produzione in alcune aree è stata totalmente

compromessa. Criticità maggiori sono presenti

nelle regioni centro meridionali, in particolare,

Toscana, Abruzzo, Marche, Umbria, Basilicata,

Lazio, Campania, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia,

dove si rileva la presenza della malattia a

macchia di leopardo, con una incidenza del 20%

delle superfici, ma con picchi anche del 70/80%.

Nelle regioni del Nord Italia è stato possibile tenere

sotto controllo l’attecchimento della malattia

tranne che in Liguria e Friuli-Venezia Giulia,

g AIUTI 2023, FONDO DA 7 MILIONI E AGEVOLAZIONI CREDITIZIE

Per fronteggiare l’emergenza della Peronospora il governo ha

attivato delle misure specifiche consentendo ai viticoltori colpiti

di accedere alle misure del Fondo di solidarietà nazionale con

un budget complessivo di 7 milioni di euro per l’anno 2023. Le

regioni interessate hanno proceduto alla delimitazione del territorio,

predisponendo le proposte di declaratoria al Masaf che

ha provveduto al riconoscimento formale di eccezionalità dell’evento.

I provvedimenti sono in attesa di pubblicazione in Gazzetta

Ufficiale. Gli agricoltori danneggiati potranno presentare

entro 45 giorni le domande di aiuto che saranno precompilate

a cura di Agea, che potrà procedere con l’istruttoria ed erogare

le provvidenze previste. Oltre ai contributi in conto capitale (fino

all’80% del danno della produzione lorda vendibile ordinaria), il

Fondo di solidarietà nazionale prevede anche la proroga delle

rate delle operazioni di credito in scadenza nell’anno in cui si è

verificato l’evento calamitoso e l’esonero parziale, fino al 50%,

dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri

e dei propri dipendenti. È stato inoltre istituito presso il Masaf un

nuovo Fondo per la gestione delle emergenze in agricoltura, con

una dotazione di 100 milioni per ciascuno degli anni 2024, 2025

e 2026, a sostegno degli investimenti delle imprese colpite da calamità

non prevedibili. Questi fondi, tuttavia, non sono riservati

alla problematica Peronospora, ma per “ogni nuova emergenza

che costituisca un pericolo per il settore agricolo, agroalimentare,

zootecnico e della pesca” e sono vincolati ad investimenti da

implementare. Confagricoltura ha chiesto in merito di svincolare

gli aiuti dall’obbligo di investimenti.

dove il danno è di entità minore, ma comunque

preoccupante. A risentire maggiormente di questa

precarietà sono stati i vigneti biologici. Le

previsioni vendemmiali hanno dato contezza del

fenomeno. Alla peronospora è attribuibile in via

prioritaria il calo produttivo registrato quest’anno,

calo che ricordiamo è di circa 11 milioni hl

con una produzione di 38 milioni di ettolitri, il

23 % in meno rispetto allo scorso anno.

Confagricoltura ha segnalato le gravi conseguenze

economiche sulle aziende vitivinicole

dovute, oltre che alla marcata riduzione dei

volumi di produzione delle uve, anche al consistente

aumento dei costi per la lotta fitosanitaria

legato al rialzo del prezzo dei carburanti,

della manodopera e dei fitofarmaci stessi. Per

questo, nei mesi scorsi, è stata richiesta l’attivazione

di un tavolo tecnico per proporre azioni

di ristoro sia in ambito nazionale, sia comunitario.

Servono, infatti, strumenti di sostegno al

reddito immediati per superare questa annata

difficile. Ma la Confederazione pone l’accento

anche sulla possibilità di utilizzare strumenti

innovativi, come i droni, per i trattamenti

laddove è difficile entrare in vigneto dopo le

piogge intense. Una revisione delle attuali disposizioni

è fortemente auspicabile e sarebbe

di aiuto per una lotta più efficace ed anche

con impatto economico diverso. Il monitoraggio

e la prevenzione con adeguati trattamenti

da un lato e la ricerca con le nuove tecniche di

genomica assistita dall’altro sono gli strumenti

sostenuti da Palazzo della Valle.

16 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


Alla peronospora

è attribuibile un calo

produttivo di circa

11 milioni di ettolitri

per un totale

di 38 milioni

di ettolitri, il 23%

in meno rispetto

allo scorso anno

Come tutte le colture, la vite è sensibile alle

avversità climatiche e agli eventi eccezionali.

Le prolungate piogge dello scorso anno hanno

avuto effetti devastanti sul settore vitivinicolo.

L’inverno mite, infatti, aveva anticipato la ripresa

vegetativa, cosicché le foglie si sono trovate

esposte alle precocissime infezioni primarie favorite

dalle intense e frequenti piogge dei mesi

di aprile e, soprattutto, di maggio nelle regioni

del medio Adriatico. Nell’area, le precipitazioni

hanno superato i 200 mm di accumulo, con picchi

anche superiori nelle zone maggiormente

colpite, arrivando ad un’anomalia percentuale

oscillante tra il 100 e il 250 per cento, fino oltre

il 350% sul valore climatologico mensile. Nel

mese di maggio la piovosità in alcune aree ha

superato i 20 giorni/mese, quando usualmente

la normalità climatologica si attesta sui 10

giorni. Similmente, è risultato altissimo anche

il numero di giorni con cielo coperto, fino a

24 giorni su base mensile, circa il doppio del

normale valore climatologico. A soffrire dell’anomalia

meteorologica del periodo è stato tutto

il settore agricolo, ma in particolare i vigneti,

in cui la pioggia prima e il fango dopo hanno

impedito di svolgere i trattamenti necessari a

contrastare l’attacco della Peronospora. Questo

aspetto è stato completamente sottovalutato in

campo, soprattutto in quelle aziende dove non

è presente un servizio di assistenza tecnica e

l’agricoltore ha eseguito i trattamenti non in

funzione del reale rischio fitosanitario, ma in

base alla consuetudine.

•••

g REGOLE IMBALLAGGI, PASSI AVANTI MA RISCHI PER IV GAMMA

Confagricoltura prende atto della posizione espressa dal Comitato

dei rappresentati permanenti degli Stati membri presso

la Ue (Coreper) sull’accordo provvisorio raggiunto nei giorni

scorsi tra Parlamento europeo e Consiglio sulla proposta

di regolamento riguardante gli imballaggi e i rifiuti di imballaggi.

Il testo condiviso contiene importanti miglioramenti rispetto

alla proposta originaria, grazie al lavoro degli europarlamentari

e del governo, ma non supera le criticità relative al

comparto ortofrutticolo. In particolare, per la quarta gamma,

relativamente al divieto di utilizzo di imballaggi monouso per

frutta e verdura fresca sotto 1,5 kg. La Confederazione ribadisce

che la soluzione migliore per il settore è quella dell’Europarlamento

che ha escluso il vino, gli spumanti, il latte, i

vasi dai target di riuso, imposti nella proposta originale della

Commissione europea, e con il riconoscimento della reciprocità

delle regole nei confronti dei Paesi terzi. L’accordo raggiunto

stabilisce, quindi, che anche le aziende con sede nei

Paesi terzi dovranno seguire la nuova normativa. In pratica, si

applicherà la clausola di reciprocità.

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 17


ASPETTANDO VINITALY L’INDAGINE

Wine

hospitality

Dalla vigna alla bottiglia.

Il volume L’Enoturismo 4.0

descrive il comparto nazionale

concentrandosi

sull’organizzazione

interna delle sue imprese

e sull’uso che fanno

del marketing digitale

L

a prefazione è di Luigi Moio, presidente

dell’OIV; la postfazione di Riccardo

Cotarella, numero uno degli enologi.

Il libro è firmato dall’onorevole Dario

Stefàno e dall’imprenditrice Donatella

Cinelli Colombini, con i contributi delle

associazioni Città del Vino, Le Donne del Vino,

Movimento del Turismo del Vino e Nomisma-

Wine Monitor. L’oggetto del volume è “L’Enoturismo

4.0”, che dà il titolo al lavoro che fotografa

in modo approfondito il comparto, focalizzandosi

sui suoi punti di forza e di debolezza, con

l’obiettivo di dare spunti concreti a istituzioni e

imprese per lo sviluppo del settore. Il libro, edito

da Agra Editrice, è stato presentato a Roma

a Palazzo Giustiniani (sede della presidenza del

Senato) alla presenza del ministro del Turismo,

Daniela Santanché, e del presidente del Senato,

Ignazio La Russa.

L’analisi ha coinvolto 145 comuni e 265 cantine.

Il quadro delinea un comparto trainante e molto

identificativo per tutto il turismo italiano, con 15

milioni di accessi e un ricavato, per le aziende,

che vale mediamente il 7% del loro business, con

punte fino al 20%. Dall’indagine emerge che le

piccole cantine con accoglienza familiare sono il

39%; quelle con rilevanza storica, architettonica o

artistica il 14%; quelle con un brand famoso o un

marchio storico il 12%; quelle con rilevanza paesaggistica

o naturalistica l’11%, stessa percentuale

delle cantine organizzate per l’incoming o dotate

di offerta innovativa. In generale, il 48% delle

aziende di produzione non supera i 500.000 euro

di fatturato, ha 15 dipendenti, di cui 3 coinvolti

nella wine hospitality. Questo servizio è affidato

nel 73% dei casi a una donna, mentre la direzione

aziendale è prevalentemente maschile (55%).

Sul fronte comunicazione, questa è affidata nella

quasi totalità dei casi ai social network, con il

99% delle realtà che ha un profilo su Facebook,

dove la media dei follower è di 8.585. Dato che

si dimezza su Instagram e cala ancora molto in

Linkedin e Twitter. Se i canali social riescono a

tenere vivo il rapporto con una parte dei propri

visitatori, questi tuttavia non sono sufficienti

a fare un vero e proprio business online con la

18 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


vendita delle bottiglie. Passando alle esperienze,

spiccano come predilette la capacità di diversificare

i servizi offerti, le visite guidate, la fruizione

della natura, del paesaggio e della vigna stessa,

la presenza fondamentale di aree verdi per un

turismo slow e la possibilità di abbinare sport nei

paraggi. Tutte componenti che per l’azienda e il

territorio significano aumentare la durata del soggiorno

e, di conseguenza, il business.

Se l’Italia è leader per biodiversità e varietà di vitigni,

che corrispondono anche ad altrettanti campanili,

borghi o luoghi di interesse, non sempre

questa ricchezza ha adeguate marce per rispondere

a un pubblico sempre più esigente sul fronte

della fruizione. Le note dolenti sono riconducibili

a diversi fattori: il 74% delle cantine dichiara

difficoltà a reperire personale con competenze, a

partire dalla conoscenza delle lingue straniere, o

con disponibilità a lavorare nei week end, un’adeguata

conoscenza del territorio da raccontare e

competenza tecnica. La formazione, insomma, è

un gap ancora molto forte da colmare, sebbene 7

aziende su 10 abbiano investito a riguardo.

Uno dei problemi messi in luce è poi l’apertura

al pubblico con “orario impiegatizio”: l’indagine

conferma questa situazione, anche se la tendenza

mostra un netto miglioramento: il 75% delle

cantine è aperta dal lunedì al venerdì. Il sabato

le percentuali scendono: 57% la mattina e 43%

il pomeriggio. Anche la domenica e nei festivi,

metà delle cantine è chiusa. I fattori esogeni che

impediscono all’enoturismo italiano di spiccare il

volo sono spesso la mancanza di infrastrutture e

trasporti per raggiungere le località (banalmente

una cantina non è in centro città); l’inadeguata

copertura della rete internet e una sostanziale

carenza di sinergie forti con le filiere del commercio

e le strutture ricettive. Mancano conseguentemente

iniziative

e pacchetti

condivisi sui territori,

da proporre

come “sistema”.

Oltre ai dati statistici

e al commento

sulla fotografia

delle dinamiche

del settore, “Enoturismo

4.0” contiene

degli approfondimenti

che,

stando agli autori,

vogliono rappresentare

dei manuali

d’uso per gli

uffici turistici delle

Città del Vino

e per le cantine

aperte al pubblico. Il focus, spiegato in queste

sezioni da Donatella Cinelli Colombini, è sul significato

e il funzionamento del wine club e sui

vantaggi di un uso coordinato dei social network

e della tecnologia per ampliare i follower che

ne rappresentano il principale bacino di utenza,

così come per l’e-commerce. Un set di linee guida

per chi desidera ampliare la propria visione

di business da chi sperimenta sul campo le novità

sulla wine hospitality.

A Palazzo Giustiniani, insieme al ministro del Turismo

e al presidente del Senato, c’erano anche

l’onorevole Dario Stefàno, il presidente di Assoenologi

Riccardo Cotarella, il presidente dell’Oiv

Luigi Moio (che ha mandato un videomessaggio),

l’autrice e imprenditrice vitivinicola Donatella Cinelli

Colombini, la presidente dell’associazione

Le Donne del Vino Daniela Mastroberardino, il

presidente del Movimento

Turismo del Vino Nicola

D’Auria, il presidente

dell’associazione Città

del Vino Angelo Radica, e

Roberta Gabrielli, head of

marketing e business processes

di Nomisma-Wine

Monitor, coordinati da

Massimiliano Ossini, conduttore

Rai. (ag) •••

Un momento della presentazione

del libro nella sede della presidenza

del Senato

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 19


ASPETTANDO VINITALY CANTINE D’ITALIA-1

Vini all’ombra

del vulcano

Sonia Spadaro Mulone

tra i vigneti della sua azienda

Santa Maria La Nave è l’azienda

vitivinicola di Sonia Spadaro

Mulone, alle pendici dell’Etna

a cui si aggrappano le radici

di vitigni autoctoni, da cui

si produce un massimo

di ottomila bottiglie l’anno

di soli Cru e Super Cru

V

oleva fare l’archeologa e si è riscoperta

custode di vitigni “reliquia”, quasi

estinti. Sonia Spadaro Mulone, 39 anni,

originaria della provincia di Siracusa, è

proprietaria e timoniera di Santa Maria

La Nave, boutique winery di nicchia e

di eccellenza sull’Etna. Una “Indiana Jones” del

vino buono che ha recuperato antiche tecniche

di produzione, tramandate nei secoli dai viticoltori

del luogo. Preservare la biodiversità esaltandola

è il suo primo obiettivo, perseguito attraverso

una produzione incentrata unicamente sulla

viticoltura estrema di vitigni autoctoni, coltivati

in regime biologico e biodinamico. “Sono io a

definirmi una custode. Mi sono innamorata di

questi luoghi e ho voluto dedicarmi alla salvaguardia

della loro unicità. Sono mamma di tre

bimbi e della mia azienda, un’altra figlia a cui

dedico tante energie, amore e pazienza. Vorrei

mantenerla di dimensioni ridotte, puntando

sulla qualità e non sulla quantità - ci racconta

Sonia, proseguendo senza esitazione -. Ho scoperto

una gemma di autenticità”. Ottomila bottiglie

negli anni più produttivi, di soli Cru e Super

Cru. “Ogni bottiglia è numerata e condivisa con

appassionati e intenditori di rari vitigni autoctoni,

in tutto il mondo. All’estero siamo negli Usa,

in California, New York e Utah - aggiunge l’imprenditrice

-, in Giappone, Australia, Hong Kong,

Francia, Spagna. Mi affido a una rete di distributori,

ma tutto passa attraverso relazioni dirette,

rapporti costruiti con cura. Chi sceglie i nostri

vini lo fa perché si innamora della storia di Santa

Maria La Nave. I miei clienti vengono qui a conoscere

la mole di lavoro e fatica che c’è dietro ad

ogni bottiglia”.

L’oasi in cui sorge Santa Maria La Nave è incastonata

nei boschi e si sviluppa lungo due versan-

20 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


ti dell’Etna. “Idda” (“lei”, in dialetto siciliano) è

da sempre una “vulcanessa” per chi è del posto.

Questa energia femminile dirompente si riverbera

anche nella storia di Santa Maria La Nave che,

infatti, prende il nome da due donne centrali nella

vita di Sonia: la mamma e la suocera. “Nave” è

la contrada sul fianco nord-ovest del vulcano, a

oltre mille metri di altitudine dove si snoda uno

dei due vigneti estremi vanto dell’azienda: Vigna

Casa Decima. L’altro, Vigna Monte Ilice, è orientato

a sud-est, lungo una pendenza che parte a

720 metri e arriva a 850 metri. Suolo vulcanico

nerissimo, aspro, al quale si aggrappano radici

autentiche, preservate dalla fillossera. “Proprio

questo terreno impervio ha protetto le piante dal

parassita che a fine ‘800 ha distrutto numerosi

vitigni e ha fatto sì che i viticoltori del luogo cominciassero

a praticare innesti con la vite americana,

più resistente. Le piante a questa altitudine

sono rimaste pure, a radice classica”.

La cura è il filo conduttore che ha guidato lo

sviluppo di Santa Maria La Nave, frutto di diversi

passaggi generazionali di amore, più che

di sangue. Tutto inizia quando Sonia decide di

occuparsi del piccolo vigneto della famiglia del

marito, lavorando in vigna e certificando il vino

prodotto come biologico. Da lì la voglia di crescere.

“Ho avuto fortuna. Cercavo un vigneto antico,

con una storia da raccontare, e ho incontrato

Don Alfio, contadino gentiluomo di 80 anni

che aveva messo in vendita il suo appezzamento.

L’ho trovato per caso, vedendo un cartello fuori

dalla sua tenuta, ed è stata subito empatia. Sono

intervenuta per gradi, insieme a lui, per restaurare

e mettere in sicurezza piante di oltre 180

anni”. Questa ostinata attitudine alla conservazione

prosegue. Con la Facoltà di Agraria dell’Università

di Catania, Sonia si sta occupando di

un altro vitigno estinto, il “Terribbile”, che deve

il suo nome proprio alla caparbietà con cui resiste

alla fillossera. “Ne sto facendo un campetto

varietale, in purezza, ne verranno circa 800

bottiglie”. Gli effetti del cambiamento climatico,

però, si fanno sentire anche qui. “Il 2023 è stata

un’annata difficile. Con una primavera particolarmente

altalenante, siamo passati dalla neve

fuoristagione a un caldo siccitoso che ha bruciato

tutto. La peronospora, poi, è stata molto

aggressiva. Avremo prodotto al massimo 5mila

bottiglie. Considerando, però, che in zona c’è chi

ha sofferto tagli fino al 90 per cento, non mi lamento,

anche perché l’uva ha avuto la caparbietà

di rimanere integra e donare un vino di qualità

eccelsa. Ancora una volta posso dirmi fortunata

o, meglio, protetta, da questo ecosistema unico”.

Il 2023 è stato anche l’anno dell’apertura della

nuova cantina. Un gioiello di bio-architettura, a

Trecastagni, in provincia di Catania, che coniuga

materiali antichi e tradizioni vinicole del territorio

e le più nuove tecnologie. “Perché dal passato

si impara sempre, il presente è qui ora, mentre

il futuro lo si costruisce giorno per giorno, consapevoli

che la cura e il rispetto per la natura, la

sua struggente bellezza e la biodiversità salveranno

il nostro Pianeta”. (az)

•••

L’Etna visto dalle vigne di Mulone

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 21


ASPETTANDO VINITALY CANTINE D’ITALIA-2

Dai fondali

marini

ai mercati

internazionali

Custoza di Villa Medici,

il bianco Doc della provincia

di Verona affinato nel mare

della Croazia. La scommessa

(vinta) di Silvia Caprara

di Alessandra Porro

A

ffinare un vino Doc di alta qualità,

quale è il bianco di Custoza, sui

fondali del mare è la scommessa

dell’azienda vitivinicola di Sommacampagna,

socia di Confagricoltura

in provincia di Verona. Scommessa

che oggi ha portato la titolare, l’imprenditrice

Silvia Caprara, a lanciare sul mercato le prime

mille bottiglie del suo Custoza Doc superiore,

invecchiato nei fondali croati dell’Isola Pag,

nella cantina subacquea Coral Wine, nata nel

2013. Le bottiglie sono rimaste immerse per

sei mesi ad una profondità di 15 metri e, grazie

ad una combinazione di bassa luminosità,

alta pressione e temperatura controllata,

il loro contenuto è evoluto in modo sorprendente,

svelando note uniche e distintive.

“Un’esperienza entusiasmante”, la definisce

Silvia Caprara, 27 anni e vicepresidente dei

Giovani di Confagricoltura Verona. È lei l’anima

più innovativa della storica cantina di

Sommacampagna, condotta dal padre Luigi,

insieme alla mamma Paola. L’azienda consiste

in 34 ettari messi a vigneto nel teatro naturale

delle colline moreniche del Garda accarezzate

dalla brezza del lago, da cui vengono ricavati

23 tipi di vino. Fresca di laurea in ingegneria

chimica, Silvia è ora una presenza costante

in azienda e partecipa con energia positiva

e grande curiosità a

tutte le attività della

cantina, preparandosi

a costruire il futuro

dell’azienda di famiglia,

la cui tradizione

vitivinicola risale

agli inizi del ‘700.

La cantina veronese

Sommacampagna produce

15.000 bottiglie di Custoza

Doc superiore l’anno.

Recentemente sono state

messe sul mercato le prime

mille affinate nei fondali

croati dell’Isola Pag presso

la cantina subacquea

Coral Wine

Il metodo di affinamento

subacqueo,

22 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


Silvia Caprara

Imprenditrice e vicepresidente

dei Giovani di Confagricoltura

Verona. È lei l’anima più innovativa

della storica cantina

di Sommacampagna

frutto di un mix

intrigante tra l’arte

del vino e il mistero

del mare, sta

catturando l’attenzione

dei wine lovers

e dell’alta ristorazione

in tutto

il mondo. Le bottiglie

“marinare”

di Custoza Doc

superiore hanno

preso, infatti, la

strada dei mercati

internazionali, come Stati Uniti, Giappone e Corea,

facendo lievitarne il valore anche economico,

dal momento che l’affinamento in profondità

richiede un grande lavoro manuale.

“Il progetto - racconta Caprara - è partito da una

fiera a Venezia, dove erano presenti alcuni componenti

della Coral Wine, la cantina subacquea

che in Italia ha il suo quartier generale ad Arzago

d’Adda, in provincia di Bergamo. Hanno assaggiato

il nostro bianco superiore, lo hanno molto

apprezzato e ritenuto adatto al loro tipo di affinamento”.

Da lì è nata la collaborazione. “Loro

hanno acquistato una parte di bottiglie - prosegue

l’imprenditrice - e dopo il procedimento marino,

le hanno messe in vendita sui loro canali

commerciali in tutto il mondo. Noi ne abbiamo

tenuta una parte per il nostro punto vendita e le

abbiamo proposte anche come regalo di Natale.

Un’idea originale, che è stata molto apprezzata”.

Ogni bottiglia viene messa in sicurezza in speciali

ceste metalliche, capaci di contenerne 150, che

Le bottiglie vengono messa

in sicurezza in speciali ceste

metalliche, che ne prevengono

i danni derivanti dalla pressione

dell’acqua

vengono immerse

da una piattaforma,

in profondità, nel

mare Adriatico.

Le ceste hanno la

funzione di evitare

che le bottiglie

si rompano o possano

subire danni

derivanti dalla

pressione dell’acqua.

Per monitorare

l’evoluzione

organolettica del

vino vengono effettuate

periodiche

immersioni di

controllo da parte

di operatori esperti. L’assenza

di luce e ossigeno -

oltre al leggero remouage,

sollecitato dal movimento

nelle profondità degli abissi

- sono gli ingredienti

magici che fanno evolvere il vino in modo sorprendente.

Il gusto, il colore e l’aroma cambiano

assumendo sfumature che, al palato, lo differenziano

dal classico affinamento in cantina. Le bottiglie

stesse diventano un’opera d’arte naturale

unica, grazie all’azione della flora e della fauna

marine sulle loro superfici, rievocando l’immagine

di tesori sommersi provenienti da epoche

lontane.

Il Custoza, deposto in profondità, riceve un

affinamento accelerato. Il Doc superiore del

2021 si avvicina molto a quello delle normali

bottiglie del 2017-2018, ma il gusto finale è più

rotondo e morbido. Il vino diventa, insomma,

più deciso e importante. “Come dice anche il

Consorzio, il Custoza non è solo un vino da

bere in annata - conclude Caprara -. Anzi. Si

tratta di un prodotto che può dare il meglio

di sé con il giusto affinamento, capace di conferirgli

maggiore complessità. Siamo molto

soddisfatti della strada intrapresa: attualmente

produciamo 15.000

bottiglie di Doc superiore

e l’anno prossimo

ne affineremo in mare

un numero maggiore”.

Plaude al progetto Piergiovanni

Ferrarese, presidente

dei Giovani di

Confagricoltura Verona:

“Realtà ed esperienze

come quella dell’azienda

di Sommacampagna

rappresentano l’essenza

del percorso dei giovani

dell’Organizzazione

agricola, cioè il connubio

perfetto tra tradizione

e innovazione”. •••

Il Doc superiore del 2021,

affinato sott’acqua,

si avvicina molto a quello

delle normali bottiglie

del 2017-2018, ma il gusto

risulta più rotondo e morbido.

Il monitoraggio del vino è garantito

da operatori esperti. Gli ingredienti

segreti sono l’assenza di luce e

di ossigeno e il leggero remouage,

prodotto dalle correnti

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 23


ASPETTANDO VINITALY CANTINE D’ITALIA-3

Eleganza

da assaporare

Il vigneto di Cabernet Sauvignon

della cantina Il Borro

Tra le colline del Chianti

si trova l’azienda agricola

dei Ferragamo. La famiglia

ha recuperato l’antico borgo

che ospita i suoi terreni.

Tra cui, 85 ettari di vigna

C

i troviamo tra le dolci colline del

Chianti e di Valdarno, in Toscana. Il

Borro, un antico borgo medievale ristrutturato

dalla famiglia Ferragamo,

si adagia per oltre mille ettari nella

valle del Valdarno di Sopra, ai piedi

del monte Pratomagno. Il pregio architettonico

del villaggio coesiste con una vivace biodiversità,

in una gemma protetta dai fitti boschi

dell’Appennino. Il cuore pulsante è un’azienda

agricola all’avanguardia, avviata nel 1993 da

Ferruccio Ferragamo, totalmente biologica ed

ecosostenibile dal 2015, il cui orgoglio risiede

negli 85 ettari di vigneto e nei 29 ettari di oliveto.

Il resto è suddiviso in quasi 300 ettari di foraggio

e più di 3 ettari dedicati alla produzione

ortofrutticola. Oltre alla salvaguardia del valore

storico del nucleo abitativo, la famiglia ha riservato

un’attenzione speciale alla riqualificazione

dei terreni, reimpiantando le vigne e curando

gli olivi secolari. Oggi la tenuta è gestita da due

dei figli di Ferruccio: Salvatore, responsabile

del settore vitivinicolo e ricettivo, e Vittoria, responsabile

dei progetti speciali con delega alla

sostenibilità, colonna portante dell’intera attività.

Autenticità, rispetto dell’ambiente, cultura ed

esaltazione delle eccellenze locali sono, infatti,

i cardini della filosofia che guida ogni scelta

all’interno della proprietà.

L’arenaria, che fa da base a un terreno di medio

impasto con una matrice sabbioso-argillosa eccezionalmente

drenante, conferisce carattere ai vitigni

autoctoni, come il Sangiovese, e a quelli acquisiti

nel tempo dalla tradizione Toscana, come

il Merlot, il Cabernet Sauvignon, il Syrah e lo

Chardonnay. Queste le varietà firmate da Il Borro,

attraverso una produzione di circa 400mila

bottiglie all’anno. “Impieghiamo fertilizzante organico

proveniente dalle nostre mucche, alimentate

al pascolo. Inoltre, i tetti dei nostri edifici

agricoli sono dotati di un sistema di recupero

delle acque piovane, che vengono poi utilizzate

nei vigneti. In una parola: circolarità”, ci racconta

Vittoria che gestisce lo sviluppo sostenibile

dell’impresa e l’orto biologico. “Per mantenere

un ciclo produttivo chiuso - prosegue la manager

- e un perfetto equilibrio tra natura e intervento

dell’uomo, ci avvaliamo di pratiche biodinamiche.

Utilizziamo il corno letame e il corno silice,

prepariamo infusi vegetali per combattere le malattie

della vite, pratichiamo la potatura a secco”.

Grazie alla varietà dell’ecosistema autoctono

(solo l’8 percento della tenuta è dedicata all’attività

vitivinicola, il 19 percento all’agricoltura e il

73 percento lasciato al bosco), Il Borro assorbe

quasi 14mila tonnellate di anidride carbonica. A

questo si aggiungono i pannelli solari che abbattono

ulteriormente le emissioni.

La tenuta deve il suo nome allo sperone roccioso

su cui si arrocca, in parte circondato da un

profondo fossato scavato nei millenni dall’omo-

24 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


nimo torrente. “Borro”, infatti, vuol proprio dire

“burrone” o “fosso”. Nonostante il termine evochi

un luogo impervio, l’azienda, che già alla

vista appare come un luogo ameno, offre dei

punti di ristoro e alloggio confortevoli e raffinati.

L’osteria e il bar utilizzano materie prime genuine

a “chilometro buono”, ossia in larga parte

autoprodotte, secondo la filosofia del “farm to

table”, o acquistate da imprese che assicurano

alti standard di qualità e benessere a piante e

animali. Nel caso si decida di soggiornare, vi

sono diverse possibilità: dalla dimora storica a

opzioni di gusto più contemporaneo. “Nel 2022,

abbiamo accolto ospiti provenienti da 84 Paesi.

Per noi è stato l’anno del salto, dopo un periodo

segnato dalle restrizioni legate al Covid-19.

Da lì in poi, siamo cresciuti eccezionalmente,

registrando un forte incremento nella ricettività

che incide sul nostro fatturato per il 50 percento.

Chi ci sceglie,

Salvatore Ferragamo

Responsabile settore

vitivinicolo e ricettivo

lo fa per scoprire

le tipicità del

territorio in un

contesto tanto

autentico quanto

prezioso”, racconta

Salvatore, che

si divide tra la Toscana

e numerosi

viaggi all’estero,

dove rappresenta

il prestigio

dell’attività di famiglia

in qualità

di Brand Ambassador.

Anche per

quanto riguarda

il vino, il mercato

internazionale

rappresenta una

leva fondamentale. Il 70%

delle vendite, infatti, è rivolto

fuori dall’Italia, principalmente

agli Stati Uniti

e all’Asia. “Il 2023 è stato

un anno d’oro per i nostri

vini. Le vendite sono

cresciute del 20 percento

sull’anno precedente, in

controtendenza rispetto al

contesto italiano - conclude

l’imprenditore -. Siamo

stati agevolati dalla crescita

dell’interesse verso

il vero bio e le denominazioni

di nicchia. La ricetta della nostra solidità

risiede in un innato istinto verso il bello e l’eccellenza”.

Ecco che emerge il DNA Ferragamo,

naturalmente vocato a creazioni uniche, di altissimo

livello. Del resto, arte, cultura e natura,

quando si incontrano, regalano le esperienze

migliori, siano esse da indossare, da assaporare

o da contemplare. (az)

•••

g

LAVORO E INTEGRAZIONE, MATTARELLA NOMINA

CAPRAI UFFICIALE AL MERITO DELLA REPUBBLICA

Il presidente di Confagricoltura,

Massimiliano Giansanti,

ha espresso vive congratulazioni

a Marco Caprai,

componente della giunta

nazionale, per l’onorificenza

di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana conferitagli

il 20 marzo dal Presidente della Repubblica,

Sergio Mattarella. Un riconoscimento che è motivo

di orgoglio per tutta Confagricoltura.

Nella motivazione del Quirinale si evidenzia il suo

impegno nell’“offrire lavoro nella sua azienda vitivinicola

a persone immigrate”. Negli ultimi anni, infatti,

Caprai, titolare dell’azienda vitivinicola “Arnaldo Caprai”

a Montefalco, grazie ad un progetto iniziato con

la Caritas di Foligno nel 2026, ha dato lavoro a più

di 200 richiedenti asilo, favorendo così l’integrazione

nel nostro Paese e nel tessuto sociale dell’Umbria.

Sei migranti su dieci sono rimasti a lavorare stabilmente.

Per l’imprenditore si tratta di un prestigioso

rico- noscimento, dopo quello ricevuto lo scorso

anno dall’ONU e i tanti premi che gli sono stati assegnati

negli anni per il suo impegno che non si è

mai fer- mato ai confini dell’azienda agricola, ma è

sempre andato oltre, pensando al territorio, al turismo

e allo sviluppo sociale. Lo ha fatto partendo dal

Sagranti- no, vino dalla storia antichissima, creato nel

Medio- evo per essere usato nelle messe dai seguaci

di San Francesco, salvandolo dall’estinzione.

Vittoria Ferragamo

Responsabile

progetti speciali

e sostenibilità

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 25


ASPETTANDO VINITALY CANTINE D’ITALIA-4

Come nasce

il vino

Le Nostre Viti è il progetto,

realizzato dall’imprenditore

Cristian Galvani e l’istituto

Sant’Eufemia di Piacenza

per raccontare il mondo

vitivinicolo agli alunni

delle scuole dell’infanzia

di Paola Castello

A

Piacenza è nato un progetto didattico

per far scoprire anche ai piccolissimi

i processi di produzione del vino.

Cristian Galvani, produttore vitivinicolo

associato a Confagricoltura Piacenza,

è il promotore del programma

“Le nostre viti”, realizzato con la scuola d’infanzia

piacentina Sant’Eufemia.

Quando e da dove parte il progetto didattico

che avete avviato con la scuola dell’infanzia

Sant’Eufemia a Piacenza?

Il progetto nasce dalla curiosità dei compagni di

classe di mio figlio, ai quali ha raccontato di avere

un papà che “fa” il vino. Giovanni ha riferito,

infatti, ai suoi amici cosa accadeva in vigneto e

in cantina e la loro curiosità è stata grande. Tutto

questo mi ha spinto, a ottobre 2023, a portare

nella classe di mio figlio una cassetta d’uva per

spiegare meglio ai bambini di cosa mi occupo e

cosa c’è dietro la produzione di vino. È stato per

loro un primo approccio con il mondo del vino:

hanno potuto pigiare l’uva a mano e assaggiarne

il succo. Visto l’interesse e l’entusiasmo suscitati,

con le maestre e le dirigenti scolastiche abbiamo

iniziato a pensare a un’idea da sviluppare per

illustrare ai bambini l’intero ciclo produttivo.

In cosa consiste il progetto e a quale fascia

di età si rivolge? E dove sono state piantate

esattamente le prime barbatelle del progetto

“Le nostre viti”?

L’iniziativa coinvolge i bambini dell’età di quattro

anni della scuola d’infanzia Sant’Eufemia. E

consiste nel far sì che i piccoli si prendano cura

di una parte del giardino della scuola, adiacente

all’aula, in cui, dopo attenta valutazione sulla

collocazione più adatta, sono state piantate tre

barbatelle di vite da tavola.

Quali sono state le reazioni dei bambini di

fronte alla coltivazione delle viti? Qual è l’impegno

richiesto loro?

I bambini sono stati molto entusiasti dell’iniziativa

e hanno partecipato attivamente alla creazione

di questo piccolo filare. A loro viene chiesto

di innaffiare periodicamente le barbatelle e di

26 | MONDO AGRICOLO | GENNAIO-FEBBRAIO 2024


tenere pulita l’area, estirpando le erbacce.

A quale fase è arrivato il progetto?

Siamo solo all’inizio. Quando le viti saranno

cresciute (ci vorranno almeno due anni perché

una piantina inizi a dare i primi frutti) i bambini

avranno modo di vedere le fasi successive della

lavorazione, quelle propedeutiche a far sì che l’uva

cresca sul filare. Intanto le barbatelle hanno

cominciato a mettere i primi germogli e alcuni

giorni fa sono tornato a scuola per ripercorrere

con i piccoli studenti le varie tappe di sviluppo

del vigneto, mostrando loro una nuova barbatella,

che i bimbi hanno guardato e analizzato, anche

con l’ausilio di fotografie e disegni proiettati dalle

maestre. I bimbi hanno dato prova di ricordare

tutti i passaggi che erano stati loro precedentemente

spiegati. Infine, sono tornati in giardino,

accompagnati dalla dirigente scolastica Simona

Fornasari e dalle insegnanti Valentina Mulazzi e

Agnese Nicolini, per controllare le piantine.

Quali saranno i prossimi step?

Successivamente si dovrà monitorare la crescita

Cristian Galvani

e gli alunni dell’istituto

Sant’Eufemia di Piacenza

delle barbatelle e far vedere

ai bambini poi come si arriva

alla raccolta dell’uva nel

giro, appunto, di due anni.

La sua azienda si era mai occupata prima di

progetti per le scuole?

Non avevamo mai fatto niente del genere, è la

prima volta che ci cimentiamo in un percorso

didattico. È un’esperienza che ho fatto molto volentieri,

innanzitutto perché è partito tutto dal

racconto del mio lavoro, fatto da mio figlio ai

suoi compagni di scuola. E poi perché vorrei che

mestieri nobili, come quello del viticoltore, venissero

valorizzati e fatti conoscere meglio anche

ai giovanissimi.

Perché ritiene sia così importante far conoscere

il mondo dell’agricoltura, in particolare

quello della viticoltura, ai più piccoli?

Il settore agricolo è fondamentale per il sistema

Paese, sia per l’economia, sia per la tutela

dell’ambiente e ritengo sia importante rendere i

giovani, fin da piccoli, consapevoli di questo, in

modo che possano essere un domani portatori di

un valore aggiunto in questo ambito. Nello specifico,

con questo progetto il compito che abbiamo

affidato ai bambini è quello di prendersi cura

delle viti come se fossero una cosa a loro cara,

da crescere con attenzione. Chissà che in futuro

questa esperienza non possa portarli a realizzare

un’attività professionale in agricoltura. Per cui un

percorso come quello che stiamo facendo con

l’istituto Sant’Eufemia potrebbe contribuire, nel

suo piccolo, al ricambio generazionale nel settore

primario.

Vista l’attenzione che la sua azienda sta dimostrando

per i giovanissimi, che augurio si

sente di fare loro?

Più che un augurio, con questo percorso didattico,

ho voluto sottolineare davanti ai bambini

l’orgoglio per il mestiere che faccio e quanto sia

importante il ruolo degli agricoltori nel custodire

l’ambiente e la terra.

•••

GENNAIO-FEBBRAIO 2024 | MONDO AGRICOLO | 27


LA FIERA DELL’ENERGIA IL DOMANI È ADESSO

L’età matura

Il successo di pubblico di Confagri

a Key, l’expo sulla transizione

energetica, conferma il grande

fermento intorno al tema

e la forte domanda da parte

degli investitori di regole certe

K

ey-The Energy Transition Expo ha mantenuto

la promessa e con l’edizione di

quest’anno, ha dimostrato di essere il

luogo adatto ad accogliere il mondo

che verte intorno alla tecnologia e alle

soluzioni per l’efficienza nel campo

delle energie rinnovabili. Lo dicono i numeri registrati

dal programma

di appuntamenti

con cui Confagricol-

Nicola Gherardi

(giunta Confagri) al talk

del Kyoto Club a Rimini

di Francesco Bellizzi

28 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


tura ha animato il suo stand alla fiera riminese.

Un successo che riflette il grande fermento che c’è

sul tema e la necessità di avere dai decisori politici

regole certe per uno sviluppo solido e coerente

delle energie rinnovabili in ambito agricolo.

Nel corso dei tre giorni di fiera le misure di finanziamento

del PNRR - il grande protagonista

della manifestazione - hanno rivelato di poter

essere leva per un’importante inversione di tendenza:

la scelta delle rinnovabili, non più come

alternativa alla coltivazione, ma anzi, come incentivo

alla valorizzazione agricola. Non a caso,

L’incontro nello stand

sulle innovazioni

tecnologiche

nelle agroenergie

gli appuntamenti

dello stand sono stati

frequentati da molti

imprenditori che,

alla cessione del diritto di superficie a società

terze, stanno scegliendo di mantenere la disponibilità

e la vocazione agricola dei propri terreni

e al contempo, di impegnarsi in modo diretto

nell’installazione di impianti di produzione di

energia green. È questa la forza della formula

del fotovoltaico, che diventa agrivoltaico adattandosi

alle esigenze del settore primario integrandosi

alle colture e non sostituendole.

Teoria, ma anche tanta pratica allo stand di

Confagri a Rimini, con esperienze concrete raccontate

dai loro protagonisti, e studi universitari

per mostrare, dati alla mano, le opportunità offerte

dalle agroenergie.

Insomma, il settore

entrato ormai in

una fase matura. Lo

dimostra il grande

L’approfondimento

sugli incentivi

con i direttori

Donato Rotundo (Ambiente)

e Nicola Caputo (Fiscalità)

Il presidente

della FNP Bioeconomia,

Alessandro Bettoni,

allo stand di Confagri

interesse che ha ottenuto un

incontro, estremamente tecnico,

come quello sulla fiscalità

e gli incentivi previsti per le

diverse fonti di energia rinnovabile.

Stesso successo di pubblico per i vari focus

sulle innovazioni tecnologiche per garantire

la convivenza tra colture e produzione energetica.

Segnale, questo, che gli investimenti nel settore

sono concreti e che per le imprese agricole

rappresentano un’occasione reale di diversificazione,

sia per nuove occasioni di business, sia

per tagliare i costi produttivi.

Insieme ai tecnici di Palazzo della Valle, ai rappresentanti

della sezione Bioeconomia di Confagricoltura

e alle aziende socie, anche tanti

amministratori pubblici e ricercatori che hanno

arricchito i numerosi momenti di confronto.

Con loro anche i partner di Confagricoltura.

Tra cui Enel e Edison che hanno raccontato

il lavoro in corso con le imprese e con le amministrazioni

locali sul fronte delle comunità

energetiche (pronte a partire con gli ultimi atti

formali del governo), ma anche dell’efficientamento

energetico e della mobilità sostenibile

per gli agriturismi.

•••

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 29


LA FIERA DELL’ENERGIA STRATEGIA NECESSARIA

Le richieste

al ministro

Pochi giorni fa Giansanti

ha consegnato al ministro

dell’Ambiente un documento

con gli interventi necessari

a definire una strategia

condivisa sulle rinnovabili

in agricoltura

Un momento dell’incontro

in Sala Serpieri con Pichetto Fratin

D

al sistema degli incentivi, alla connessione

degli impianti alle reti. Il presidente,

Massimiliano Giansanti e i presidenti

delle sezioni Bioeconomia e

Risorse boschive Alessandro Bettoni

ed Enrico Allasia, durante un incontro

a Palazzo della Valle, hanno consegnato al ministro

dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin le richieste

di Confagricoltura per consolidare il percorso

avviato dal settore primario nello sviluppo

delle agroenergie. Percorso iniziato a metà degli

anni 2000 e che oggi conta 3,4 Gigawatt di

potenza installati nelle aziende agricole per una

produzione di energia elettrica rinnovabile pari

all’8,5% della totale nazionale.

Il documento consegnato al ministro contiene

tutti i temi affrontati dalla Confederazione durante

i giorni dell’expo riminese, dedicato alla

transizione energetica. Temi che devono essere

inseriti in una strategia chiara e condivisa, che

abbia al centro la produzione di energia da parte

delle imprese nei settori biogas/biometano, biomasse

solide, biocarburanti, fotovoltaico, nelle

varie forme, ma anche il mini-idroelettrico e il

minieolico, definendo forme di incentivazione e

semplificazione.

L’adeguamento normativo è uno dei temi che

più ricorrono nel documento consegnato a Pichetto

Fratin, perché una legislazione unitaria e

chiara sul sistema degli incentivi è il presupposto

fondamentale per permettere di pianificare

30 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


gli investimenti e adattare i processi produttivi.

In questo ambito rientra la richiesta al ministro

di integrare pienamente, tra le attività connesse

all’attività agricola, la produzione di energia da

fonti rinnovabili.

Riguardo allo sviluppo dell’agrivoltaico, Palazzo

della Valle chiede equilibrio tra produzione di

cibo e di energia attraverso una netta differenziazione

tra i grandi impianti su terreni abbandonati

o marginali (stimati in circa 500.000 ettari) e gli

impianti aziendali, integrati nell’attività agricola

principale. Maggiori incentivi in conto capitale

e iter autorizzatori semplificati sono le due

richieste principali per non lasciare lo sviluppo

del settore alle sole risorse del Piano nazionale

di ripresa e resilienza. Non solo. Alla vigilia

dell’apertura del bando dedicato dal PNRR all’agricoltaico,

l’Italia deve lavorare ad un regime fiscale

distinto da quello applicato al fotovoltaico

integrato negli edifici o a terra.

Altro capitolo è quello delle Comunità Energetiche

Rinnovabili, che - con il loro sistema di produzione,

distribuzione e consumo su scala locale

- rappresentano un importante strumento. Per le

Cer è necessario introdurre l’applicazione delle

deroghe previste per l’autoconsumo diffuso in

ambito agricolo, alle risorse del PNRR.

Nodo da sciogliere è anche quello dei tempi di

g GIANSANTI AL CIB: SUBITO LA TARIFFA PER IL BIOGAS

Massimiliano Giansanti

è stato tra gli ospiti

di “Think Negative -

L’agricoltura Carbon

Negative per produrre

di più consumando di

meno”, l’appuntamento

organizzato dal Consorzio Italiano Biogas (CIB) a

Roma a metà marzo. “La Pac - ha dichiarato il presidente

di Confagricoltura - non è un sussidio, ma un

incentivo alla produttività. Operiamo in un mercato

globale e l’integrazione tra produzione agricola, e

dalle agroenergie permette di rimettere al centro la

competitività tutelando l’ambiente”. Il settore primario

produce energia, decarbonizza e coltiva riducendo

l’impronta ambientale. “Dobbiamo incrementare

le energie rinnovabili in ambito agricolo e per farlo

è importante che al più presto venga stabilita la tariffa

del biogas”, ha aggiunto. Poi, un passaggio su

infrastrutture e sviluppo digitale da implementare.

“Circolarità e impatto zero: ecco il modello agricolo

del futuro. Tocca ai ministri sostenerci”, ha concluso

il presidente (in foto con il ministro Pichetto Fratin e il

presidente del Cib, Gattoni).

Il presidente di Confagri,

Massimiliano Giansanti

con il ministro dell’Ambiente,

Gilberto Pichetto Fratin

attesa della connessione alle

reti nazionali degli impianti

agroenergetici - e quindi, la

loro entrata in funzione entro

le tempistiche date dal PNRR

-. Aspetto fondamentale, per permettere alle imprese

di accedere ai contributi pubblici. La priorità

di allaccio dovrebbe essere data alle operazioni

finanziate dal PNRR.

Le produzioni di energia da biomasse e di biogas

sono ancora in attesa di un quadro complessivo

sia per quanto riguarda i nuovi impianti sia

gli impianti in funzione, i cui incentivi stanno per

terminare. Per il primo settore Confagri chiede

un prezzo minimo garantito sull’elettricità immessa

nella rete nazionale di valore congruo a

sostenere la redditività degli impianti; di eliminare

il vincolo della sostenibilità almeno al di

sotto dei 2 MW di potenza termica; di chiarire il

regime di tassazione per rimanere nell’ambito di

quella su base catastale. Per quanto riguarda gli

impianti a biometano le richieste sono: allaccio

alla rete del gas più accessibile e meno oneroso;

iter autorizzativi più veloci; cessione del credito

alle banche per aumentare la bancabilità; eliminare

le verifiche di sostenibilità almeno sotto i 2

MW di potenza termica, posticipare la scadenza

di giugno 2026 per gli impianti sostenuti con il

PNRR e, soprattutto, definire una strategia per il

biometano agricolo che guardi almeno al 2030.

L’Italia deve investire di più nella produzione

di biocarburanti (biometano, oli vegetali,

ecc.) di biometanolo e bioidrogeno. Infine,

il carbon farming, ambito in cui agricoltura e

selvicoltura svolgono un ruolo fondamentale.

L’accordo raggiunto tra il Parlamento e il Consiglio

Ue sulla certificazione degli assorbimenti

di CO2 è un passo avanti, ma non prende in

considerazione la riduzione di tutte le emissioni

di gas serra, e lascia fuori la riduzione delle

emissioni di metano. (fb)

•••

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 31


LA FIERA DELL’ENERGIA FISCALITÀ E RINNOVABILI

I conti

in tasca

L’evoluzione tecnologica

impone l’aggiornamento

del quadro giuridico

e fiscale che riguarda

la connessione degli impianti

agrivoltaici all’attività

agricola

di Nicola Caputo

(direttore Politiche fiscali

e amministrazione)

U

no degli appuntamenti più seguiti del

programma di Confagri all’Expo riminese

dedicato alla transizione energetica

è stato quello con la fiscalità

applicata all’agrivoltaico. A dimostrazione

di quanto gli investimenti del

settore primario nelle energie rinnovabili siano

ormai maturi. Di seguito, un articolo dedicato

ad uno dei temi più sentiti da imprese e professionisti

del settore.

In seguito della pubblicazione del decreto del

ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica

(Mase) del 21 dicembre 2023 che incentiva la

realizzazione di sistemi agrivoltaici, si ritiene sia

urgente rivedere i criteri di connessione dell’energia

prodotta dagli impianti di produzione di

energia solare con l’attività agricola. L’attuale assetto

normativo (ex art. 1, c. 423, L. n.266/2005)

e la prassi amministrativa (vedi circolare AdE n.

32/2009) che definiscono il rapporto di connessione

tra l’attività agricola e l’attività di produzione

di energia elettrica da fonti fotovoltaiche,

32 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


prevedono determinati criteri applicativi che necessitano

di un restyling alla luce degli sviluppi

tecnologici che caratterizzano la suddetta categoria

degli impianti agrivoltaici. È utile evidenziare

che gli impianti di nuova generazione - in particolare

quelli riconducibili al sistema agrivoltaico

- hanno dimensioni non comparabili con quelle,

notevolmente inferiori, degli impianti esistenti.

Da qui, la necessità di nuovi criteri di accertamento

della connessione.

In particolare, il limite imposto di 1 ettaro di terreno

coltivato per ogni 10 Kw di potenza installata,

fino a 1 Mw per azienda (di cui alla lettera

c della predetta circolare n. 32/E/2009), andrebbe

rivisto per attualizzare il quadro giuridico/

fiscale che attiene la produzione di energia fotovoltaica.

Il motivo è la presenza concomitante

dell’obbligo, previsto per i sistemi agrivoltaici,

di coltivare l’area di riferimento in modo da

non compromettere la continuità delle attività

agricole, rendendo il parametro della superficie

coltivabile (1 ettaro per 10 KW), stabilito per gli

impianti a terra, non più pertinente. Per un ottimale

inquadramento sistematico della normativa

della produzione di energia in ambito agricolo,

sarebbe auspicabile intervenire direttamente

sull’impianto dell’art. 2135 del codice civile inserendo,

tra le attività connesse ex comma 3

dell’articolo, la produzione di energia elettrica e

calorica da fonti fotovoltaiche, nonché di carburanti

e prodotti chimici di origine agroforestali.

Si ritiene, infatti, che siano maturi i tempi per il

riconoscimento in capo all’impresa agricola del

ruolo - sempre più determinante - nel campo

della produzione di energie da fonti rinnovabili,

che concorrono in modo rilevante al progetto di

transizione ecologica ed energetica e al contrasto

al climate change. Il passaggio dall’utilizzo

dei combustibili tradizionali alle fonti rinnovabili

rientra tra gli obiettivi prioritari della politica

energetica nazionale nell’ottica della sostenibilità

ambientale, ove il contributo del settore

agricolo non può non avere un solido sostegno

di tipo normativo nel quadro della definizione

della figura di imprenditore agricolo ex art.

2135 c.c.. Ciò vale anche alla luce dei recenti

sviluppi delle forme di produzione di energia

da fonti fotovoltaiche, come l’agrivoltaico e i

parchi agrisolari; fonti incentivate sia livello nazionale

che comunitario con apposite misure di

intervento nel PNRR. Peraltro, l’inclusione delle

suddette attività, entro predeterminati limiti, tra

quelle connesse ex art. 2135, comma 3, non fa

altro che cristallizzare, con opportuni aggiornamenti,

quanto già previsto dalla normativa speciale,

ex art. 1, c. 423, della L. n. 266/2005, che

già dal 2006 riconosce tale qualificazione alle

medesime attività.

•••

g

AGRIBUSINESS, UNICREDIT STANZIA 1 MILIARDO

CON GARANZIA ISMEA

A febbraio Unicredit ha approvato una serie di interventi destinati

all’agricoltura, per un valore complessivo di 10 miliardi di euro,

utilizzando anche le novità della garanzia pubblica recentemente

rafforzata dai provvedimenti del governo. I nuovi finanziamenti

sono finalizzati al supporto degli investimenti e della liquidità, anche

in una ottica di sostenibilità ambientale. Tra le nuove azioni, un’attenzione

particolare è rivolta all’agribusiness, a cui è dedicato un

plafond di 1 miliardo di euro, accompagnato da diversi schemi di

garanzia, come quella pubblica Ismea, gratuita e pari al 100% per

la realizzazione di impianti di produzione di energia rinnovabile.

Tale strumento di garanzia - il cosiddetto GR8, fortemente sollecitato

da Confagricoltura - copre i prestiti di importo non superiore a

250 mila euro e ha durata di 8 anni, incluso il preammortamento. Le

domande per l’accesso alla garanzia possono essere presentate a

Ismea entro il 30 giugno 2024.

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 33


PRODUZIONI RISO

Un successo

che cresce

di anno in anno

La 45° edizione

della Fiera in Campo

curata da Anga Vercelli

ha saputo coinvolgere

il mondo della ristorazione,

gli enti pubblici e il volontariato

culturale

di Elisabetta Tufarelli

P

iù di ventimila visitatori: questo il bilancio,

positivo, della 45° edizione di

Fiera in Campo organizzata dai giovani

di Confagricoltura. Numeri importanti,

ha commentato Giacomo Mezza, presidente

dell’Anga di Vercelli e Biella,

dimostrazione che gli imprenditori under 40

si sono evoluti attraverso le diverse edizioni.

Novità di quest’anno è stata la Settimana del

Riso. L’Anga di Vercelli ha saputo coinvolgere il

mondo della ristorazione, gli enti pubblici e il

volontariato culturale in una serie di iniziative

capaci di accendere i riflettori sul territorio per

guidare, con naturalezza, professionisti, famiglie

e curiosi alla più importante fiera risicola

europea. Sono stati coinvolti trentuno ristoranti,

impegnati per due giorni nella promozione dei

Risotto days di Fipe Ascom, con menù speciali

a 29 euro.

Sempre all’insegna del buon gusto il convegno

“Riso: alimentazione e non solo”, per raccontare

il ruolo dell’alimento nella dieta mediterranea.

Tra le manifestazioni che hanno contraddistinto

l’edizione 2024, anche la visita alla Borsa Merci

con la possibilità di seguire le contrattazioni sui

risoni. In occasione dei 30 anni di attività è stato

anche possibile visitare Mundi Riso e seguire

le fasi di trasformazione di questo prodotto che,

dalla capitale del riso, raggiunge i mercati di

tutta Europa.

34 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


Il giorno dell’apertura di Fiera in Campo, dopo

i saluti d’apertura di Mezza e del presidente di

Confagri Vercelli-Biella Benedetto Coppo, ha preso

la parola il presidente nazionale dei giovani,

Giovanni Gioia, che nel suo discorso ha toccato

temi di estrema attualità, primo tra tutti la nuova

Pac, ritenuta inappropriata per le sfide di oggi. “Il

punto non è contestare gli obiettivi di sostenibilità,

ma i mezzi scelti per raggiungerli - ha detto

Gioia -. Perché svilire il nostro lavoro? L’instabilità

internazionale, con le conseguenti impennate dei

costi produttivi non è assolutamente stata compensata

da un aumento dei ricavi, mentre continua

a crescere il divario nella distribuzione del

valore lungo la filiera“. Se la situazione non cambierà,

a farne le spese sarà il futuro dell’agricoltura,

cioè i giovani. Dopo l’intervento di Davide

Gilardino, presidente della Provincia di Vercelli,

è toccato a Natalia Bobba, presidente dell’Ente

Nazionale Risi: “La risicoltura italiana è la prima

in Europa con circa il 55% di produzione”. Bobba

ha poi ricordato l’impegno dell’ente che guida

nel campo della ricerca, per trovare soluzioni

alle sfide del cambiamento climatico e al costante

calo di principi attivi nelle risaie.

Durante il convegno sono intervenuti anche

l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa

e Matteo Marnati, assessore regionale

all’Ambiente, dai quali è emerso l’impegno e

g MAIS, L’ACCORDO DI FILIERA PER SOSTENERE I PREZZI

Cambiamenti climatici

e basse quotazioni

sui mercati sono i

principali ostacoli che

il comparto mais italiano

sta affrontando.

Lo scorso gennaio il

calo delle quotazioni ha superato il 36% a fronte di costi

che restano sostanzialmente elevati. Per sostenere

produzione e prezzi nasce l’accordo quadro che, su

iniziativa di Confagricoltura, ha raccolto intorno allo

stesso tavolo tutta la filiera. L’intesa prevede due punti

fondamentali: una premialità economica per la granella

certificata e per i processi produttivi sostenibili;

definizione del prezzo di acquisto anche legandolo

all’andamento delle quotazioni delle borse merci.

Per la prima volta l’intera filiera maidicola lavora insieme

per riconoscere il giusto prezzo al prodotto

italiano di qualità. Oltre alla Confederazione hanno

aderito AMI, Assalzoo, Compag, AIRES, Copagri, Cia-

Agricoltori italiani, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari,

Assosementi e Origin Italia.

l’attenzione della Regione Piemonte per il primario.

In collegamento via web il presidente di

Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Impegnato

a Bruxelles nella trattativa per le misure

di tutela degli agricoltori italiani, ha riassunto

questioni d’attualità che riguardano il comparto.

La parte tecnica è stata affidata a Giuseppe

Sarasso, che ha esposto uno studio sul bilancio

economico di un’azienda agricola attraverso un

modello di impostazione.

Sala attentissima per il convegno d’attualità

che ha approfondito il “Carbon farming”, una

nuova frontiera per gli agricoltori europei. Il

professor Gabriele Canali dell’Università Cattolica

del Sacro Cuore di Milano e Caterina Luppa,

componente del comitato di presidenza dei

Giovani di Confagricoltura hanno presentato

questo progetto, destinato ad incrementare la

fertilità dei terreni con il recupero di CO2. Il

mercato dei crediti di carbonio sarà una futura

opportunità di reddito per l’agricoltura, incentivando

le tecniche in grado di fissare nel

suolo più carbonio possibile senza creare ulteriori

complicazioni burocratiche e in campo.

L’attesissimo taglio del nastro ha dato il via alla

manifestazione che, complice il bel tempo, ha

mostrato macchine e attrezzature, le più innovative

per meccaniche e tecnologie, al lavoro

nelle consuete “prove in campo”.

•••

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 35


PRODUZIONI MARICOLTURA

Un comparto

strategico

Nonostante i quasi 8000

chilometri delle nostre coste,

solo 21 sono le concessioni

attive. L’Api chiede

di semplificare

i processi amministrativi

Q

uali sono le prospettive della maricoltura

italiana? Decisamente buone. L’acquacoltura

(agricoltura del mare, dei

fiumi e dei laghi), come ben noto, è

l’unica alternativa sostenibile alla pesca,

quindi, è più che mai necessaria al

sostentamento popolazione mondiale in crescita.

Durante il convegno di inizio marzo “Lo sviluppo

dell’acquacoltura come settore strategico: normativa,

mercato e formazione”, organizzato a Piombino

insieme al Comune e all’Associazione Piscicoltori

Italiani di Confagri (Api) ha raccontato gli

aspetti e le opportunità offerte dalla maricoltura

made in Italy. L’evento - ospitato nell’area del

Golfo di Follonica, cuore produttivo degli allevamenti

marini italiani - ha visto anche il patrocinio

dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno

Settentrionale. “Gli allevamenti ittici sono pronti

per un futuro sostenibile - ha affermato il presidente

di Agroittica Toscana e consigliere Api,

Claudio Pedroni -. Il settore è vivace ed è impegnato

a garantire standard elevati di benessere e

sicurezza alimentare. Nel 2022 abbiamo registrato

una produzione di 18.000 tonnellate, con un

incremento rispetto all’anno precedente e una

PLV di quasi 150 milioni. Questo incontro, fortemente

voluto dai nostri associati, serve a fare

il punto sulla situazione del nostro comparto,

costantemente attento a fornire ai pesci allevati

uno standard superiore di benessere, per offrire

un prodotto sempre più buono e sicuro”.

Dopo l’apertura di Claudio Capuano della direzione

Trasparenza dell’Autorità di Sistema Portuale,

sono seguiti gli interventi degli esperti

dell’Università, che hanno esaminato le sfide future,

prospettato le soluzioni preventive, inclusi i

moderni approcci dell’alimentazione funzionale.

36 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


I relatori del Centro di Referenza nazionale per

lo Studio e la Diagnosi delle Malattie dei Pesci,

Molluschi e Crostacei hanno illustrato come

mantenere queste produzioni in salute. Andrea

Fabris, direttore Api, ha sottolineato che pesci

e molluschi, come tutte le specie, quella umana

compresa, possono ammalarsi. “Il nostro impegno

è di offrire alle famiglie un prodotto di qualità,

buono, sano e sicuro”. Fabris ha proseguito

trattando l’applicazione delle normative di biosicurezza

negli allevamenti marini. “È evidente

- ha concluso Pedroni - il riconoscimento del

mercato per la qualità dei prodotti italiani. Occorre

ancora superare le sfide burocratiche che

frenano lo sviluppo del comparto. Nonostante i

quasi 8000 chilometri delle nostre coste, soltanto

21 sono le concessioni attive, a dimostrazione

della necessità di semplificare i processi amministrativi

per cogliere pienamente il potenziale

del mare italiano. Malgrado i consumatori riconoscano

l’indiscussa qualità dei prodotti allevati

a mare, solo il naturale sviluppo del comparto

riuscirà a riequilibrare il deficit commerciale

esistente: l’80% del pesce consumato in Italia

proviene dall’estero”.

L’Api ha sempre posto l’accento sulle priorità da

affrontare per questo comparto fondamentale.

L’acquacoltura, infatti, è uno dei settori in più

rapida crescita per la produzione di proteine -

più della metà del pesce prodotto proviene dagli

allevamenti - e l’Ue è il quinto produttore ittico

a livello mondiale. Un’attività che rende oltre 5

miliardi di euro di valore l’anno, contribuendo

al 18% della produzione totale in acquacoltura,

e impiega 85mila persone. L’acquacoltura

italiana, oltre che essere fondamentale,

ha tutte le potenzialità

per diventare un settore a forte valore

economico, come ha ricordato il presidente

API Pier Antonio Salvador anche in occasione

dell’ultimo Tavolo Pesca e Acquacoltura, al Masaf,

sottolineando le tre priorità da affrontare:

l’etichettatura (da estendere a tutta l’Ho.Re.Ca,

per fornire chiarezza e valorizzare le nostre produzioni

sane e sicure); dare tempi e durata certi

per l’attribuzione delle concessioni demaniali

marittime; infine, a proposito del Fondo europeo

per gli Affari marittimi, pesca e acquacoltura,

i piscicoltori di Confagricoltura evidenziano

la necessità di partire al più presto

e in modo uniforme tra le diverse

regioni, sotto la regia dello stesso

ministero. (et)

•••

Un momento del

convegno di Piombino

Allevamenti ittici

nel Golfo di Follonica

g

GRANCHIO BLU, 2 DECRETI DI SOSPENSIONE

CONTRIBUTI E MUTUI PER IMPRESE DANNEGGIATE

Due decreti dichiarano il carattere di eccezionalità la

diffusione della specie invasiva granchio blu, iniziata

nel 2023 e tutt’ora in corso, nelle regioni Veneto

e Emilia-Romagna. Il riconoscimento ha permesso

l’estensione dell’applicazione del Fondo di solidarietà

nazionale previsto dal decreto legislativo

n.102/2004, in passato utilizzato solo per il settore

agricolo, alla pesca e all’acquacoltura.

Grazie a questi decreti, le imprese che hanno subito

danni dalla presenza del crostaceo potranno beneficiare

degli interventi compensativi previsti dalla legge,

quali ad esempio la proroga fino a 24 mesi delle

rate dei mutui, l’esonero parziale dal pagamento dei

contributi previdenziali e assistenziali propri e per i

lavoratori dipendenti, nonché l’accesso a finanziamenti

agevolati.

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 37


EMERGENZA CLIMA LIBRO BIANCO DEL VERDE

Focus

sull’acqua

La nuova edizione

del volume curato

da Kèpos, Confagricoltura

e Assoverde è dedicata

alle risorse idriche

e alla lotta ai cambiamenti

climatici

L’

acqua, che sia troppa o troppo poca a

causa degli eventi climatici sempre più

dirompenti, è un bene prezioso da preservare

e gestire. Kèpos, Confagricoltura

e Assoverde sono convinte che un

utilizzo efficiente e specialistico del verde

urbano ed extra urbano possa contribuire a

una gestione idrica proficua, mitigando anche gli

effetti del cambiamento climatico. Così, l’incontro

“L’acqua una risorsa indispensabile per la salute

del Pianeta”, per presentare la terza edizione

del Libro Bianco del Verde, è stato un vero e proprio

approfondimento sui cambiamenti climatici,

con il contributo di oltre cinquanta tra esponenti

istituzionali, docenti e studiosi di Università ed

enti di ricerca, tecnici e imprenditori.

Le diverse proposte e soluzioni concrete ai fenomeni

estremi (come siccità, desertificazione, erosione,

innalzamento delle temperature e piogge

intense, alluvioni, alterazione dei corsi d’acqua)

impongono il ripensamento complessivo dei modelli

di pianificazione e di governance delle città

e la messa a punto di politiche e strategie mirate

nelle aree rurali. Metodi che passano dall’individuazione

di nuove tipologie di progettazione e

di intervento. La selezione di specie arboree idonee

va accompagnata da adeguate competenze

professionali su tecnologie innovative di manutenzione

e cura del verde.

Képos, Assoverde e Confagricoltura, in collaborazione

con il Crea e gli ordini professionali, a

Palazzo della Valle, hanno messo in evidenza

l’importanza di preservare il suolo per salvaguardare

l’acqua.

Il vicepresidente di Assoverde, Paolo Iacheri ha

ricordato che l’acqua “è solo una molecola di

ossigeno imprigionata in due di idrogeno, però

38 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


è fondamentale su questa Terra. Prende tutte le

forme: è mare, fiume, lago, ma anche foglia, fiore,

frutto, animale. È tutto ed è la nostra vita. Da

imprenditore, sono consapevole del ruolo che

questa indispensabile risorsa riveste per il nostro

lavoro e del contributo che, come categoria,

possiamo dare per utilizzarla meno e meglio: chi

ama il verde, tutela l’acqua e non la spreca”. Il

presidente di Confagricoltura, Giansanti, ha rimarcato

che l’acqua è la linfa vitale dell’agricoltura

e dell’intero Paese, oltre ad essere un tema

al centro dei piani d’azione a livello globale. “È

necessario - ha affermato - sviluppare dei modelli

efficienti per la realizzazione di infrastrutture

verdi e blu, dirette alla ricostruzione degli equilibri

ecosistemici anche nelle città. Alberi, aree

verdi e foreste danno un contributo strategico

per contrastare il dissesto idrogeologico, contribuire

alla fitodepurazione e alla ricarica naturale

delle falde acquifere”.

“Arrivati alla terza edizione è bello vedere come

stia cambiando la grammatica della filiera del

verde italiana - ha detto Francesco Maria Maccazzola,

presidente Képos Libro Bianco del Verde

-. In tanti cominciano ad usare la parola cura al

posto di manutenzione pensando agli alberi e al

verde delle nostre città. Finalmente è sulla bocca

di tutti il binomio salute e verde, benessere ed

ambiente. La nostra sfida continua con questo

nuovo tema, l’acqua. Per un vero neorinascimento

del nostro sentire e vivere il verde, le parole,

i concetti e la cultura possono, soprattutto oggi,

fare la differenza”.

Il presidente della Commissione Agricoltura del

Senato, Luca De Carlo, ha concluso l’evento sottolineando

come

grazie ai provvedimenti

del governo

(come il decreto

Siccità della

scorsa estate e il

decreto Innovazione,

che mette a

disposizione 400

milioni del PNRR

per modernizzare

le aziende), “abbiamo

dato un

Il volume della terza

edizione del Libro

Bianco del Verde

segnale concreto perché la nostra agricoltura, e

con questa l’intero settore del verde e del florovivaismo,

acceleri la propria evoluzione verso

modelli sostenibili, focalizzati, in primo luogo,

sulla gestione consapevole ed ottimizzata della

indispensabile risorsa acqua”.

Il terzo volume è diviso in sei sessioni. La prima

raccoglie i contributi di Confagricoltura, Assoverde

e, da quest’anno, della nuova Associazione

Kèpos - Libro Bianco del Verde, del CREA

e di figure istituzionali. La seconda ripercorre

miti, legende ed antiche culture, in cui l’acqua

è stata elemento fondante della società, del paesaggio

e della vita dell’uomo. Viene analizzato

il cambiamento della sua percezione nell’era

dei social, il presente problematico e le paure

per il futuro. La terza sezione spiega i benefici

per la salute di questa fondamentale componente

del corpo umano e gli effetti positivi

sul benessere psicologico del contatto con gli

“ambienti blu”. Segue un’analisi delle condizioni

derivanti dall’assenza o dall’eccesso di acqua

nelle città e negli ambienti rurali. La quinta sessione

è dedicata nuovi modelli di pianificazione,

progettazione, gestione da attivare per mitigare

i cambiamenti climatici. L’ultima sezione,

infine, approfondisce buone pratiche, soluzioni

e progetti innovativi per far fronte alla scarsità

di risorse ed ai periodi di siccità prolungati

e favorire e promuovere pratiche sostenibili e

responsabili. Per info e per ricevere questo volume:

posta@assoverde.it. (et)

•••

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 39


EMERGENZA CLIMA IL DESERTO CHE AVANZA

Un futuro

a secco

Per l’European Drought

Observatory l’1,2%

del territorio europeo

è in allarme conclamato.

Le due maggiori isole italiane

stanno facendo già i conti

con limitazioni all’uso

agricolo dell’acqua

di Dario Giardi

(Economia circolare e sostenibilità)

“E

poi arrivarono gli anni della

siccità. Il terreno inaridiva

e l’erba spuntava misera, alta

appena pochi centimetri, e nella

valle comparivano chiazze

nude e scabre”. Questo passaggio,

tratto da Furore, romanzo del 1939 di John

Steinbeck, calza perfettamente con quello che

sta accadendo in diverse regioni d’Italia. Prima

fra tutte, la Sicilia, che a febbraio, pieno inverno,

ha dichiarato lo stato di calamità naturale per

siccità. Non è la traccia di una sceneggiatura di

fantascienza distopica, ma un quadro reale, che

fa paura perché il rischio è che lo stress idrico si

estenda a tutto il territorio siciliano. Un rischio

che vivono tante zone, distanti anche migliaia di

chilometri. L’European Drought Observatory certifica,

infatti, la presenza di una grave situazione

idrica in ampie zone del bacino mediterraneo

(regioni insulari d’Italia, Algeria, Marocco, Spagna

Sud-Orientale comprese le isole Baleari). Lo

stesso osservatorio indica come il 16,1% dell’Europa

sia ormai minacciato da grave siccità, ma

soprattutto l’1,2% sia già in allarme conclamato:

le spagnole Murcia, Regione Valenciana, Maiorca,

oltre alla Sicilia. Nell’iberica Catalogna, dove

non piove significativamente da tre anni, sono

già scattate restrizioni sull’uso civile dell’acqua,

40 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


g IN SICILIA ACQUA RAZIONATA DAL 9 FEBBRAIO

La dichiarazione dello stato di calamità naturale da

siccità severa su tutto il territorio siciliano risale al 9

febbraio. La crisi comporterà un razionamento delle

forniture idriche che interesserà almeno 850mila siciliani.

Le riduzioni andranno dal 10 al 45%, in particolare

nell’agrigentino e in provincia di Caltanissetta.

La Sicilia, ha dichiarato la Regione in una nota, “è l’unica

regione d’Italia e tra le poche d’Europa in zona

rossa per carenza di risorse idriche. Stessa situazione si

ritrova in Marocco ed Algeria (…). L’allevamento degli

animali è il settore più colpito per l’assenza di foraggio

verde e la mancanza di scorte di fieno danneggiate

dalle anomale precipitazioni del maggio dell’anno

scorso”. Le aziende agricole della Sicilia parlano da

tempo dei rischi derivanti dal cambiamento climatico.

Le vitivinicole e ortofrutticole in primis. “Ciò che serve

al settore è un piano nazionale per l’impianto di specie

più resistenti alle nuove condizioni climatiche”, ha

dichiarato il presidente della Fnp di Confagricoltura,

Michele Ponso, sul numero di gennaio/febbraio di

Mondo Agricolo.

L’andamento della temperatura globale dal 2000 al 2024 (Fonte: Met Office,

il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito)

La diffusione dello stress idrico nel Bacino mediterraneo nei primi dieci

giorni del mese di febbraio (Fonte: European Drought Observatory)

mentre gli invasi marocchini trattengono solo il

23,2% della capacità (nel siccitoso inverno 2023

erano al 31,5%!) a causa di un deficit pluviometrico

pari al 70% della media.

In Italia, le due maggiori isole stanno già facendo

i conti con limitazioni nell’uso agricolo

dell’acqua. Le temperature eccezionalmente alte,

la scarsità di precipitazioni e l’assenza di neve

lungo la dorsale appenninica stanno velocemente

disegnando uno stato di grave sofferenza idrica

per le regioni peninsulari, più accentuato al

Sud, ma in costante allargamento verso le regioni

centrali.

L’anno appena iniziato potrebbe essere il primo

in cui la temperatura superficiale media globale

supererà la soglia di 1,5°C più calda rispetto

all’era preindustriale, ha riferito il Met Office del

Regno Unito. Nell’Accordo di Parigi del 2015, i

funzionari di tutto il mondo si accordarono sul

fatto di cercare di evitare temperature globali superiori

a tale soglia. C’è da chiedersi se superamento

segnerà una pietra miliare nella storia climatica

del nostro Pianeta. La risposta è positiva

se le tendenze attuali continueranno con il ritmo

di oggi, ed è probabile che nel 2030 supereremo

permanentemente gli 1,5 gradi rispetto ai valori

preindustriali. Le proiezioni ci dicono anche che

nella seconda metà del 2040 si rischia di raggiungere

i 2 °C.

Ma cosa vuol dire tutto questo? Per ogni decimo

di riscaldamento in più rispetto agli 1,5°C avremo

eventi più estremi. Un’atmosfera più calda,

infatti, può trattenere più umidità portando a

precipitazioni che aumentano il rischio di inondazioni.

Una dinamica che, a sua volta, aumenta

l’evaporazione provocando fenomeni di siccità

più intensi. Un cane che si morde la coda con un

effetto moltiplicatore. Tutto questo non potrà che

avere un impatto, non solo sulla produttività, ma

anche sulla nostra salute.

Il fenomeno andrà ad interessare anche le regioni

del nord in un futuro molto più probabile di

quanto immaginiamo. Lo certifica anche l’atlante

della siccità redatto dal Joint Research Centre

(JRC). Ecco cosa accadrebbe se superassimo la

soglia del 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli

preindustriali, decisa dall’accordo di Parigi e se

andassimo anche oltre.

L’impatto su alcune colture specifiche, come

quella del grano, sarebbe devastante così come

quello sull’approvvigionamento idrico e la produzione

di energia da idroelettrico. •••

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 41


EMERGENZA CLIMA SILVICOLTURA

Manifesto

per le foreste

Confagri ha sottoscritto

un documento per la promozione

del comparto sia in ambito

professionale, che formativo

e universitario.

Recepisce i contenuti della

Strategia Forestale Europea

e le linee guida

Closer-to-Nature

di Silivia Piconcelli e Irene Gangarossa

(Politiche sviluppo sostenibile

e innovazione)

N

ella ricerca di soluzioni efficaci per

affrontare la crisi climatica globale, è

imprescindibile riconoscere il ruolo

delle foreste, in quanto ecosistemi vegetali

più vocati ad assorbire la CO2

dall’atmosfera, a mitigare i gas serra,

a regolare il clima, a conservare la biodiversità, a

proteggere il suolo e le risorse idriche. Le zone

boschive sono i veri polmoni del Pianeta che,

con la loro produzione di ossigeno, svolgono un

ruolo fondamentale di monitoraggio del riscaldamento

globale. Per queste ragioni la selvicoltura

rappresenta uno dei rami fondamentali delle

scienze forestali, ossia l’insieme di quelle attività

che consentono di controllare crescita, composizione,

struttura e qualità di un bosco.

I problemi legati ai cambiamenti climatici hanno

portato a concepire una selvicoltura diversa

da quella tradizionale, più flessibile nella scelta

dei diversi interventi colturali rispetto ai contesti

ambientali e alle caratteristiche dei singoli

boschi a cui vengono applicati. Un approccio

42 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


sostenibile alla gestione delle foreste che punta

a riprodurre i processi naturali di autorigenerazione

delle stesse.

Il riconoscimento di tali esigenze rappresenta

il cardine della Strategia Forestale europea e di

quella nazionale e, recentemente, fulcro delle

linee guida europee Closer-to-Nature, un documento

frutto di un lavoro di esperti dei diversi

Stati membri e i principali portatori di interesse

sulla multifunzionalità delle foreste. A tale

riguardo, nei giorni scorsi Confagricoltura ha

sottoscritto, insieme ad altre associazioni e organizzazioni

di settore, un manifesto che promuove

una selvicoltura più vicina alla natura.

L’obiettivo è la creazione di ecosistemi forestali

più equilibrati e resilienti per la conservazione

delle biodiversità e per fornire benefici ecosistemici,

inclusi quelli relativi alla produzione

della materia prima legnosa.

Il manifesto elaborato e sottoscritto dalla Confederazione

focalizza l’attenzione sull’importanza

di rafforzare la ricerca e la sperimentazione in

selvicoltura. Verranno composti gruppi operativi

nazionali e internazionali dedicati a progetti

specifici di potenziamento della formazione di

studenti e tecnici laureati. I progetti che verranno

messi in campo contribuiranno a uniformare

g DDL MIMIT: 25 MILIONI PER LA FILIERA LEGNO

15 milioni di euro di contributi a fondo perduto e finanziamenti

a tasso agevolato per 10 milioni di euro,

oltre all’autorizzazione per la spesa di altri 25 milioni.

È il contenuto del Ddl del ministero delle Imprese

sulle “disposizioni organiche per la valorizzazione, la

promozione e la tutela del made in Italy”. Le risorse

serviranno a sostenere la filiera legno-arredo 100%

nazionale. Il Mimit, insieme al Masaf e al Mise, si occuperà

di individuare i soggetti beneficiari, le modalità

di attuazione della misura, e il soggetto gestore

incaricato della relativa gestione.

Di ciò si è parlato alla riunione del Tavolo di filiera del

legno il 6 febbraio scorso.

g BOSCHI PIÙ CENTRALI CON IL CARBON FARMING

I primi di marzo alla Fiera Progetto Fuoco di Verona si è fatto il

punto sulle potenzialità dei boschi italiani in termini di bioeconomia,

biocombustibili e biodiversità. Le foreste rappresentano,

insieme alla filiera legno, circa il 20% del settore della bioeconomia

italiana garantendo un prelievo pari a circa 15 milioni di

metri cubi di legname. Di questi, almeno 10 milioni ettari sono

destinati alla valorizzazione energetica e il restante parte alla

produzione di legname a uso industriale (edilizia e arredo). Appare,

quindi, chiaro come la selvicoltura nazionale sia prevalentemente

orientata a prodotti di scarso valore economico. L’Europa

si è posta obiettivi di riduzione delle emissioni importanti

attraverso la riduzione del 55% del carbonio in atmosfera entro

il 2030 e la totale neutralità carbonica entro il 2050. Va da sé,

quindi, che la funzione delle risorse legnose deve essere il più

possibile inquadrata come attività di deposito legata, appunto,

al carbon farming.

Il XXI secolo è considerato da esperti del settore, come il secolo

del legno, poiché questa risorsa rinnovabile potrebbe rappresentare

la materia prima del futuro per eccellenza con un trend

in crescita stimato tra l’8 e il 25%. appare sempre più chiaro che

solo attraverso delle politiche imperniate sull’utilizzo a cascata

che permettano un utilizzo efficiente e circolare di tali risorse, si

potranno valorizzare i nostri 11 milioni di boschi preservandone

la biodiversità e la multifunzionalità.

la struttura e migliorare l’efficienza dei piani di

gestione forestale. Primi fra tutti i nuovi piani forestali

di indirizzo territoriale. Il Manifesto vuole

promuovere e diffondere la materia della selvicoltura

nei corsi di laurea delle Università italiane

e assicurare formazione continua per tecnici e

gestori forestali, sia pubblici che privati, affinché

le progettazioni vengano redatte da risorse altamente

qualificate.

Il documento sottolinea anche l’esigenza di una

normativa forestale armonica, che eguagli gli

standard minimi su questioni di rilevanza nazionale.

Tale normativa è soggetta a revisioni

periodiche proprio per permettere il costante

aggiornamento con innovazioni scientifiche e

nuove esigenze. Una direzione che viene condivisa

anche con la politica, che dovrebbe orientarsi

verso un maggiore sostegno agli imprenditori

e agli operatori forestali, fornendo finanziamenti

agevolativi specifici per pratiche selvicolturali

sempre più conformi alle strategie ambientali. La

sottoscrizione del manifesto rappresenta la condivisione

del processo collettivo di adeguamento

culturale o, meglio, “selvi-culturale” del settore

forestale come base di partenza per una piena

operatività e applicazione dei dettami tecnici

delle attività in bosco.

•••

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 43


NUOVE TECNOLOGIE LA SCIENZA CONTRO LA CRISI

TEA

a che punto

siamo?

Il regolamento sulla ricerca

genomica, approvato

in Europarlamento,

presenta novità rispetto

al testo della Commissione.

A partire dalla normativa

(non chiara) sulle categorie

di piante derivanti da tecniche

di evoluzione assistita

di Deborah Piovan

(presidente FNP Proteoleaginose,

divulgatrice scientifica)

I

l 7 febbraio scorso il Parlamento Europeo

ha approvato la proposta della Commissione

di un Regolamento relativo alle piante

ottenute mediante alcune nuove tecniche

genomiche, nonché agli alimenti e ai mangimi

da esse derivati. Non era scontato. Infatti,

la proposta è passata con alcune importanti

modifiche e con 307 voti favorevoli, 263

contrari e 41 astenuti. Si sono confermati tendenzialmente

favorevoli i parlamentari del Ppe,

la destra di Identità e Democrazia e i liberali di

Renew Europe. Spaccati i conservatori di Ecr

e i Socialisti e Democratici; contrari, invece, i

gruppi dei Verdi, Sinistra e M5s. Leggendo il

voto in chiave geografica, troviamo tendenzialmente

favorevoli i parlamentari del Sud Europa,

più scettici quelli dell’Europa orientale. Questi

orientamenti indicano chiaramente un diverso

approccio alla ricerca, alla programmazione

strategica della filiera di produzione del cibo e

all’industria agroalimentare.

Le novità del testo approvato in Europarlamento

Rispetto ai contenuti della proposta prodotta dalla

Commissione europea (vedi Mondo Agricolo di

luglio 2023, pag. 20, ndr.) il Parlamento ha apportato

alcune modifiche. Rimane la suddivisione fra

piante di tipo NGT1, equiparate alle piante con-

44 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


venzionali; e NGT2, equiparate per molti aspetti

agli OGM. L’acronimo NGT sta per Nuove Tecniche

Genomiche e indica le piante che in Italia la

Società Italiana di Genetica Agraria ha proposto

di chiamare TEA, ottenute cioè con Tecniche di

Evoluzione Assistita. Nel concreto indicano piante

ottenute con tecniche di biologia molecolare applicate

al miglioramento genetico, con l’esclusione

di quelle che prevedono inserimento di geni

provenienti da specie non sessualmente compatibili:

queste sono transgeniche e rimarranno inquadrate

nella normativa già esistente sugli OGM.

Il Parlamento ha però imposto l’etichettatura e la

tracciabilità per entrambe le categorie, aprendo di

fatto la strada a possibili situazioni paradossali. Se

infatti le NGT1 sono equiparate alle piante convenzionali,

non è chiaro come potranno essere etichettate

e distinte da queste ultime dato che, spesso,

sono addirittura indistinguibili le une dalle altre. Si

tratta di un controsenso biologico e giuridico, con

conseguenze sul mercato che potrebbero portare a

contenziosi; è evidente che su questo punto saranno

necessarie ulteriori modifiche.

La proposta della Commissione prevedeva il divieto

agli Stati membri di proibire la coltivazione

di Piante NGT2 esercitando il diritto all’opt-out,

cioè quella facoltà introdotta nel 2015 che consente

agli Stati membri di proibire la coltivazione

di OGM nel proprio territorio, anche se ne

importano e a prescindere dalla motivazione (ad

esempio si possono addurre motivazioni di ordine

pubblico, dato che motivazioni scientifiche di

pericolosità di alcun tipo sono assenti). L’Italia si

è avvalsa di questa possibilità per proibire la coltivazione

del mais Bt; non l’importazione. Questo

genera distorsioni alla libera concorrenza all’interno

del mercato unico, dato che gli spagnoli

possono coltivarlo.

Quindi la Commissione,

per evitare

tali storture almeno

sulle piante NGT,

aveva deciso di non

consentire per esse

A inizio gennaio in Italia

è stata presentata la richiesta

di prove di coltivazione del riso

migliorato con la tecnica

CRISPR-Cas, messa a punto

dal laboratorio di ricerca

dell’UniMi guidato

dalla professoressa

Vittoria Brambilla

la facoltà di opt-out, ma il Parlamento

lo ha reintrodotto.

Altro punto critico è la possibilità

di revocare le autorizzazioni

alle piante NGT nel

caso emergano nuovi dati

che mostrino ipotesi di rischi.

Sarà necessaria una stretta vigilanza

su questo aspetto affinché questa facoltà

sia utilizzata, doverosamente, solo davanti ad

evidenze scientifiche e non a generici sospetti:

abbiamo già visto all’opera un certo lobbismo

pseudo-ambientalista, preoccupato di spaventare

più che di verificare.

Tornando al percorso della proposta, il prossimo

passo è l’approvazione da parte del Consiglio

dell’Ue. Ma qui, i ministri dell’Agricoltura degli

Stati membri hanno già fallito nel trovare un

I contenuti della proposta

di regolamento della

Commissione Ue sulle TEA,

votata in Europarlamento

il 7 febbraio, erano stati

descritti da Piovan

sul numero dello scorso

luglio di Mondo Agricolo

g LA SPERIMENTAZIONE IN CAMPO PARTE DAL RISO DI PAVIA

In Italia la sperimentazione in campo

di piante selezionate con le Tecniche

di evoluzione assistita partirà da 28

metri quadri di terreno in provincia

di Pavia con una specie di riso modificata

genomicamente per resistere al

brusone, una delle peggiori fitopatie che colpiscono le risaie. L’annuncio

è stato fatto dall’assessore lombardo all’Agricoltura, Alessandro

Beduschi, all’assemblea annuale di Confagricoltura Pavia.

“Il parere tecnico di Ispra per poter avviare le attività in un campo

sperimentale in Lomellina - ha commentato Marta Sempio, presidente

dell’Unione (in foto, insieme a Giansanti) - è una della svolta

che auspicavamo da tempo”. Il presidente di Confagricoltura è

intervenuto al convegno, “L’innovazione in agricoltura in un mondo

che cambia”, organizzato, in occasione dell’assemblea, con il

Food&Science Festival. “Stiamo vivendo una stagione straordinaria

e difficile - ha detto in collegamento da Bruxelles -. Si deve

tornare a un modello agricolo che riesca a coniugare la produzione

con la sostenibilità ambientale. Oggi investire sull’agricoltura

significa investire sull’Italia”. Presenti anche Brondelli (giunta Confagri),

il vice presidente del Senato, Centinaio, il presidente della

Commissione Agricoltura Senato, De Carlo e il ministro dell’Economia,

Giorgetti.

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 45


NUOVE TECNOLOGIE LA SCIENZA CONTRO LA CRISI

g LE RICHIESTE DI ASSOSEMENTI AL GOVERNO

Un impegno interministeriale per arrivare all’approvazione

della proposta di regolamento Ue sulle

Tecniche di evoluzione assistita e investimenti per

avviare subito la sperimentazione in campo. È la richiesta

contenuta nel “Manifesto per la Promozione

delle TEA per il sostegno al Made in Italy” che Assosementi

ha presentato durante il suo convegno “Tecniche

di evoluzione assistita: nodi e opportunità per

il rafforzamento dell’autonomia alimentare”, a cui ha

partecipato anche Confagri. Al governo italiano, i rappresentanti

della filiera agricola e alimentare e della

ricerca chiedono l’istituzione di un comitato fra ministero

dell’Ambiente, ministero della Salute e ministero

dell’Agricoltura. Al Masaf viene, invece, chiesto di costituire

una rete di centri di ricerca pubblica e privata

e di creare un fondo destinato alla ricerca applicata.

“Siamo consapevoli che bisogna investire molte

più risorse - ha detto durante il convegno il ministro

dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto

Pichetto Fratin -, sia pubbliche che private, per migliorare

la sostenibilità climatica e ambientale e per

rafforzare la capacità di trasformazione del settore

agroalimentare”.

accordo. Particolarmente dibattuta la questione

della brevettabilità, che pare comunque esclusa.

Nel frattempo in Italia qualcosa si muove: a inizio

gennaio è stata presentata richiesta di prove

di coltivazione in campo del riso migliorato

con TEA, precisamente con la tecnica CRISPR-

Cas, messa a punto dal laboratorio di ricerca

dell’Università Statale di Milano guidato dalla

professoressa Vittoria Brambilla. Si tratta di un

riso che non richiede trattamenti fungicidi per

essere protetto dal brusone, perché tollerante la

malattia. Molti altri Paesi europei già consentivano

le prove in campo, l’Italia no. Ma finalmente

nel giugno scorso il Parlamento italiano ha approvato

una parziale semplificazione dell’iter di

autorizzazione delle prove in campo. Si attende

ora la risposta del ministero dell’Ambiente e la

Sicurezza energetica, che ci auguriamo non tardi.

Concludendo, alla proposta della Commissione

va riconosciuto il merito di entrare nel dettaglio

delle caratteristiche delle piante migliorate impostando

una valutazione per obiettivi - la sostenibilità,

l’utilità ai fini del raggiungimento degli

obiettivi della Farm to Fork, la resilienza ai cambiamenti

climatici - che finalmente si stacca almeno

un po’ dalla tecnica utilizzata. Giova però

ricordare che questo approccio farraginoso e

francamente complicato sarebbe risolvibile eliminando

alla radice tutto l’approccio normativo al

miglioramento genetico biotecnologico, che norma

la tecnica anziché il prodotto, e cominciando

piuttosto a valutare le piante migliorate per le

loro caratteristiche. Va riconosciuto che un simile

atto di coraggio è ben difficile in Europa e in

Italia, dove il dibattito sul tema è stato avvelenato

per decenni da considerazioni che non si sono

poste come obiettivo la sostenibilità ambientale

ed economica della produzione del cibo.

In subordine auguriamoci una rapida approvazione

di un testo che è senz’altro migliorabile,

ma che rappresenta un buon inizio per

promuovere ricerca e coltivazione di piante più

adatte alle sfide che l’agricoltura europea deve

affrontare: cambiamenti climatici, produttività e

sostenibilità ambientale.

•••

g

IMPORT DI GRANO, CONTROLLI SU 420MILA

TONNELLATE IN INGRESSO NEI PORTI ITALIANI

La cabina di regia interforze sui controlli agroalimentari

avviata di recente ha prodotto il suo primo report, dedicato

all’import di grano. Con una nota ufficiale il Masaf

ha comunicato che, fino alla fine di gennaio, sono state

controllate 19 motonavi e 11 diversi operatori, con il

prelievo di 21 campioni di cereale destinato all’alimentazione

umana. Il quantitativo ispezionato, introdotto

attraverso i porti, ammonta a circa 420.000 tonnellate.

Sono stati monitorati i porti di Bari, Catania, Palermo,

Pozzallo (RG) e Olbia, con controlli di tracciabilità su

15 operatori che trasportavano ortofrutta, carni, prodotti

lattiero-caseari e oleari. In particolare, presso il

porto di Pozzallo è stato controllato e campionato grano

tenero d’importazione proveniente dalla Croazia.

Il report rassicura sulla complessiva salubrità del frumento

duro in ingresso in Italia nel rispetto delle normative

igienico-sanitarie comunitarie. Ad eccezione di un

campione di grano duro di origine turca, risultato non

conforme ai limiti previsti per l’agricoltura biologica

I controlli rientrano nel programma straordinario di verifiche

coordinato dal ministero dell’Agricoltura in collaborazione

con il comando dei Carabinieri per la tutela

agroalimentare, le Capitanerie di Porto, la Guardia di

Finanza e l’Ispettorato centrale della tutela della qualità

e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari.

46 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


MAPPAMONDO di Jordan Nash

Dieta: in Francia la parola d’ordine

è “diversificare”

L

a Francia implementa

le importazioni per

incentivare la diversificazione

delle abitudini

alimentari dei propri cittadini.

Cresce l’import ortofrutticolo,

di carne e di pesce. Il

caso del salmone è emblematico:

prima presente solo

nei pasti festivi, è diventato il

prodotto ittico più utilizzato

nel Paese. Anche il consumo

di pollo è cresciuto: +40%

in dieci anni. L’Associazione

nazionale interprofessionale

del pollame da carne (Anvol),

rimarca che quello domestico

è sceso più del 25%

in dieci anni. La ristorazione

si concentra sui prodotti importati,

più economici. Stesso

fenomeno per l’ortofrutta.

Per la ratatouille, le verdure

sono spagnole e i pomodori

marocchini. Anche i frutti

esotici trionfano sulle tavole,

diventando i più apprezzati,

davanti a pere, uva e

albicocche. Di conseguenza,

la bilancia commerciale

francese del comparto

registra un deficit pari a

3,8 miliardi di euro. Gli

agricoltori denunciano la

concorrenza sleale quando

le importazioni beneficiano

di quote o di dazi doganali

ridotti, come nel caso dei

pomodori marocchini o del

pollo ucraino.

LA NFU CONTRO I PROVVEDIMENTI SULL’OSPITALITÀ RURALE

La britannica National Farmers Union (Nfu) ha accolto

con favore alcuni contenuti del bilancio di primavera,

ma ha avvertito il governo: la stabilità di cui il settore

agricolo ha bisogno è a rischio se si aboliscono gli sgravi

per le FHL (Furnish Holiday Lettings), molto importanti

per la diversificazione delle attività delle imprese, come

l’ospitalità rurale. “Le aziende agricole affrontano già un

contesto economico difficile con costi di produzione a

livelli persistentemente

elevati

e una riduzione

di almeno il 50%

nel sostegno ai

pagamenti diretti

agricoli”, ha

detto il presidente

della NFU Tom

Bradshaw.

I DANNI DE EL NIÑO ALL’AGRICOLTURA FILIPPINA

El Niño costa

all’agricoltura

filippina ben 19

milioni di dollari

(89 milioni di

RM). Il Consiglio

nazionale per

la riduzione e

la gestione del

rischio di disastri

riporta che sono oltre 23.000 gli agricoltori e pescatori

colpiti, e circa 18.000 gli ettari coltivati danneggiati

in cinque regioni. Quella occidentale di Visayas, nelle

Filippine centrali, ha riportato i maggiori danni in agricoltura.

Preoccupa il possibile impatto sui prezzi del cibo: il

riso è il principale contribuente all’aumento del tasso di

inflazione, con una crescita dei prezzi del 23,7%, la più

alta dal febbraio 2009.

NOVEMBRE 2022 | MONDO AGRICOLO | 47


PROGETTI UE STRATEGIE E PREVENZIONE

Pronti

al peggio

Una simulazione per prevedere

come reagire ad una crisi

alimentare europea.

Si chiama Food Alert, l’iniziativa

dell’Università Science Po

di Parigi a Bruxelles

di Cecilia Blengino

(Progetti europei)

I

l 26 giugno 2023, a Palazzo della Valle, Confagricoltura

e Agronetwork hanno organizzato

il seminario “Farm, Food, Folk! Reshaping EU

Policies on Agri-Food Systems”, per ripensare

l’agenda politica e promuovere la sicurezza

alimentare, la stabilità, la competitività e

la crescita in Europa. Durante l’incontro romano,

sono state tracciate le linee guida per la progettazione

di un modello matematico finalizzato alla

valutazione dell’impatto delle politiche europee

nel settore dell’agrifood, un approccio condiviso

e promosso dalla Commissione Europea.

Con obiettivi simili, si è tenuto a Bruxelles, l’1

e 2 febbraio, il workshop di simulazione di una

crisi alimentare intitolato Food Alert organizzato

dall’Università Science Po di Parigi. Proprio grazie

alla risonanza europea del workshop di Palazzo

della Valle sono stati invitati il direttore dell’Area

Progetti di Confagricoltura, Daniele Rossi, e

il project manager Tancredi Marini per partecipare

alla simulazione, insieme ai principali esperti

dell’agrifood in Europa. Un progetto utile ad

affrontare la crescente preoccupazione riguardo

alla resilienza sistemica alle crisi alimentari come

conseguenza di molteplici fattori, uno fra tutti

l’emergenza climatica e i conflitti globali (Russia-

Ucraina, Medioriente, Yemen).

L’evento si è rivelato un’importante opportunità

per valutare la capacità di reazione di fronte a

scenari di crisi e identificare i punti deboli nei

sistemi alimentari: esistono dei metodi efficaci per

far dialogare realtà diverse e sviluppare delle policy

che rispondano attivamente a una situazione

di emergenza alimentare?

L’Unione europea ha affrontato diverse crisi nel

corso della sua storia, tra cui la gestione della peste

suina, della mucca pazza, dei fenomeni migratori

fino alla recente pandemia da Covid-19 e al

fenomeno bellico nell’Europa dell’Est, adottando

progressivamente cambiamenti politici e istituzionali

per potenziare la sua capacità di gestione delle

emergenze. Nel corso delle due giornate, sono

state esaminate anche le strategie Ue del Green

Deal, del Farm to Fork e della Biodiversity, delineando

l’architettura e ampliandone i meccanismi

emergenziali di coordinamento per assicurare

una risposta europea unitaria alle crisi alimentari.

Con il sostegno positivo sia del Parlamento Euro-

48 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


peo che del Consiglio, è stata accolta con favore

l’intenzione della Commissione di formulare un

piano di contingenza.

Durante la simulazione, i rappresentanti di diversi

settori hanno dunque collaborato per proporre

politiche mirate a rispondere alla crisi alimentare

nel breve, medio e lungo termine. La complessità

della società europea è evidente, un dato che ha

sottolineato la necessità di strategie che tengano

conto delle molteplici prospettive ed esigenze.

Le fasi dello stress test

È fondamentale intanto evidenziare il ruolo che

svolgono come soggetti atti a rispondere alle crisi:

la “Direzione generale per la Protezione civile

e le operazioni di aiuto umanitario europee” e

gli accordi di “Risposta Integrata alle Crisi Politiche

(IPCR)” Integrated Political Crisis Response.

L’IPCR è il meccanismo integrato europeo di risposta

alle crisi, uno “strumento” nelle mani della

Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea per

coordinare la risposta politica a crisi intersettoriali

gravi e complesse: una catastrofe naturale come

il terremoto, una crisi sanitaria (il meccanismo di

risposta è stato lanciato nel 2020 per rispondere

alla pandemia Covid-19), un atto terroristico.

Durante la simulazione, nonostante la resilienza

del sistema alimentare dell’UE, sono emerse criticità,

tra cui la mancanza di coordinamento fra

le autorità pubbliche: alcuni Stati membri hanno

adottato misure unilaterali mettendo a rischio il

mercato unico, complicando la gestione delle crisi

e creando tensioni nel sistema alimentare. Ne deriva

il bisogno di un approccio integrato ai sistemi

alimentari, riconoscendo le interdipendenze non

solo tra gli attori diretti della catena alimentare,

come agricoltori, pescatori, trasformatori industriali,

grossisti, commercianti, rivenditori, distribuzione

moderna e tradizionale, servizi alimentari

e di catering, compresi i loro lavoratori, ma

anche considerando coloro che supportano il funzionamento

della catena, come il settore dei trasporti

e della logistica, le industrie che forniscono

input tecnologici e materiali per l’imballaggio. La

crisi ha evidenziato l’importanza di un sistema informativo

e decisionale appropriato, e soprattutto

condiviso, per consentire alle autorità pubbliche

di prendere decisioni informate e seguire “piani

di continuità”, mentre la cittadinanza deve essere

oggettivamente e tempestivamente informata sulla

crisi ed evitare comportamenti irrazionali, ad

esempio quelli di accumulo.

Analizzando l’Indice di Rischio, emergono sfide

rilevanti per la sicurezza alimentare dell’Unione

Europea, soprattutto nei settori economico e di

mercato, così come nei rischi biologici e ambientali.

Allo stesso tempo, rischi più recenti, come

quelli legati alla cybersecurity, alle nuove tecnologie

e alle problematiche legate a patologie

vegetali ed animali, stanno ottenendo maggiore

considerazione da parte degli stakeholder. Le

percezioni del rischio non si limitano ai tradizionali

segmenti della catena di approvvigionamento

alimentare; coinvolgono tematiche più ampie

come il cambiamento climatico, la scarsità d’acqua

e la degradazione ambientale. Le variazioni

nelle percezioni del rischio risultano evidenti tra

paesi, settori e gli attori coinvolti, sottolineando

la complessità nella formulazione di una strategia

di preparazione coordinata e completa nell’ambito

dell’Unione europea.

“Food Alert” ha sottolineato l’importanza della

collaborazione pubblico-privato e tra i diversi settori,

la necessità di politiche flessibili ed equilibrate

per far fronte a una possibile crisi alimentare,

la gestione più efficiente e condivisa dei meccanismi

di risposta rapida.

Lo “Stress Testing the EU Food System” si è dimostrato

un’ottima opportunità di riflessione su come favorire

la collaborazione tra la società civile, le istituzioni,

le organizzazioni di rappresentanza e gli enti

di ricerca. Una collaborazione che potrebbe garantire

la creazione di nuovi e più efficienti strumenti

di risposta ad una eventuale e malaugurata crisi del

sistema agroalimentare continentale. Confagricoltura,

in rappresentanza degli agricoltori e dei suoi

associati, contribuirà significativamente alla promozione

di politiche agroalimentari più

in linea con la realtà e i bisogni della

società europea, trovandosi pronta a

far sentire la sua esperienza in caso

di crisi alimentare e di vero stress del

sistema di approvvigionamento continentale.

•••

Il direttore dell’area

Progetti Ue,

Daniele Rossi,

durante Food Alert,

il workshop sulle

emergenze alimentari

organizzato a Bruxelles

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 49


TRANSIZIONE ECOLOGICA SYNGENTA

L’agribusiness

del futuro

Scaglia (Syngenta Italia):

“La transizione verde è ineludibile,

ma le innovazioni hanno tempi

fisiologici, di cui l’Ue deve

tenere conto. Noi facciamo

la nostra parte investendo

nelle nuove tecnologie”

di Gabriella Bechi

D

a gennaio 2023 Massimo Scaglia è il

nuovo amministratore delegato in Italia

di Syngenta, società leader globale

e nazionale nel settore dell’agribusiness.

Entrato a far parte di Syngenta

nel 2013, dopo una lunga esperienza

nel settore, nel 2019 è stato nominato responsabile

della funzione Syngenta Global Third-Party

Business a Basilea. Intervistato da Mondo Agricolo,

spiega come intende guidare lo sviluppo del

business in Italia in un’ottica di crescita rispetto

ai cambiamenti che l’agricoltura italiana sta

affrontando. “Sono molto orgoglioso e felice di

aver assunto la guida di Syngenta Italia. Sto lavorando

con l’eccellente team che abbiamo qui nel

nostro Paese per contribuire a consolidare la nostra

crescita in questo mercato e investire in innovazione

e nuove tecnologie per portare valore

alla filiera agroalimentare. La realtà italiana ha da

sempre una rilevanza strategica per Syngenta a

livello globale”.

Gli effetti dei cambiamenti climatici stanno incidendo

sempre più profondamente nel comparto

agricolo. Quali sono i rischi maggiori?

Chi opera in agricoltura ha un patrimonio comune:

gli agricoltori. Il loro benessere e la loro

50 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


profittabilità sono il motore di tutta la filiera. Ad

essi viene richiesto di produrre sempre di più

in maniera sostenibile, sia per la sicurezza alimentare,

sia per la salute dell’ambiente. E l’impatto

dei cambiamenti climatici incide sulla loro

capacità di svolgere questa funzione. Buona parte

dell’innovazione su cui noi stiamo investendo

mira proprio a fornire agli agricoltori soluzioni

che consentano di far fronte a problematiche

ambientali derivanti dai cambiamenti climatici.

In linea con le sfide che il settore dell’agribusiness

si trova ad affrontare, a partire dall’esigenza

di produrre più cibo per nutrire una popolazione

che aumenta, fino al contrasto degli effetti del

clima, continueremo ad investire sui nostri principali

tre pilastri: il primo, che è il nostro business

principale, quello degli agrofarmaci; poi sui

prodotti di origine naturale e biologici; e quindi,

in innovazione.

La transizione verde è una necessità ineludibile

e anche gli agricoltori dovranno fare la propria

parte. Ma proprio nelle ultime settimane in

tutta Europa si sono alzate proteste contro gli

strumenti decisi dall’Europa per affrontarla.

È vero, la transizione verde è ineludibile. Tutti concordano.

Però l’accelerazione che ha dato l’Europa

non è spesso compatibile con i tempi necessari

ad introdurre l’innovazione che serve. Questo crea

difficoltà agli agricoltori e anche a chi, come noi,

produce mezzi tecnici, perché il percorso richiede

sforzi e investimenti importanti. Al tempo stesso

spesso l’innovazione arriva sul mercato con gravi

ritardi a causa delle lunghe tempistiche burocratiche.

Da una parte dunque c’è bisogno di più tempo,

dall’altro bisognerebbe essere più rapidi.

L’agricoltura generativa offre molti vantaggi.

Può essere una valida soluzione per un’agricoltura

più sostenibile, ma comunque produttiva?

L’agricoltura rigenerativa è un sistema che si

pone l’obiettivo di migliorare la salute del suolo,

promuovere la biodiversità, un uso più oculato

della risorsa idrica e l’impiego di tecnologie a

minor impatto ambientale, come i prodotti di

origine naturale. Oggi interessa una superficie

non particolarmente ampia, ma anche grazie

all’impegno di Syngenta, si è creato un Forum

di scienziati, aziende e stakeholder che operano

insieme, in primo luogo per trovare una definizione

comune, poi per rendere questo metodo

scalabile e diffonderlo il più possibile.

Che ruolo hanno in questo tipo di agricoltura

i biostimolanti?

I biostimolanti fanno parte del percorso che è

iniziato qualche anno fa, e che si è consolidato

in Syngenta, con la nostra acquisizione in Italia

di Valagro, società capostipite del settore. Sono

una soluzione per nutrire le piante in momenti

particolari della crescita, utilizzando in maniera

mirata determinati prodotti e riducendo l’impiego

dei fertilizzanti chimici, grazie anche alle tecnologie

digitali.

Un ruolo altrettanto importante potrebbero

avere le nuove tecniche genomiche (TEA), ma

l’Europa non ha ancora assunto una decisione

chiara e definitiva. Qual è la vostra posizione

al riguardo?

Noi ci siamo schierati apertamente a favore e lo

abbiamo fatto al Forum dell’Agricoltura lo scorso

anno, a Bruxelles. Le TEA sono uno strumento

fondamentale per affrontare gli effetti dei cambiamenti

climatici, usare meno acqua, combattere

le malattie e utilizzare terreni marginali. E, in

definitiva, qualificare la nostra produzione. C’è,

però, ancora molto lavoro da fare per superare

preconcetti ideologici.

Lo sviluppo delle nuove tecnologie e la digitalizzazione

sembrano essere l’unica strada percorribile

per garantire sostenibilità ambientale ed

economica. Come vede il futuro dell’agricoltura?

Lo vedo positivo, perché sono convinto che il

buonsenso e, soprattutto, i risultati, faranno progredire

la nostra agricoltura nella giusta direzione.

Ci sono moltissimi segnali che stiamo cogliendo,

soprattutto tra i giovani. Quest’anno abbiamo

concluso con grande soddisfazione la nostra prima

esperienza di Syngenta Talent, che ha messo

in luce tantissime soluzioni innovative che noi

possiamo aiutare a sviluppare. Nel ruolo che ci

diamo, dunque, anche un con un po’

di ambizione, vorremmo contribuire

a questa trasformazione dell’agricoltura

italiana.

•••

Massimo Scaglia

Amministratore

delegato di

Syngenta Italia dal 2023

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 51


RAPPRESENTANZA PENSIONATI AGRICOLTORI

Dialogo

tra generazioni

Barrile e Giansanti

al Soggiorno

dell’Anpa all’Isola

delle Femmine

per parlare di futuro,

sanità e agricoltura

I

l 42° Soggiorno dell’Anpa, che si è concluso

anella sala convegni del Saracen Sands

Hotel sull’Isola delle Femmine (Palermo), è

stato un successo con quasi mille over 65,

provenienti da tutt’Italia, divisi in due turni.

All’inaugurazione è intervenuto, in collegamento,

il presidente di Confagricoltura, Massimiliano

Giansanti. “Siete un’importante memoria

storica del territorio e dell’evoluzione del settore

– ha detto –. Il vostro supporto non è di forma,

ma di sostanza, insieme a voi e ai giovani stiamo

costruendo il futuro dell’agricoltura. I dati

Istat hanno confermato che le politiche attuate

da Confagricoltura a favore delle imprese sono

quelle giuste”. Ciò non vuol dire, ha precisato,

che non ci siano difficoltà. In Europa, tra produzioni

che arrivano da fuori a prezzi bassi, alla

visione di questa Commissione europea. “Gli

agricoltori non possono continuare a pagare gli

errori e i problemi creati da altri”. E ha concluso

aggiornando la platea sulle ultime questioni d’attualità

che riguardano il settore primario e alle

prossime elezioni europee: “Sarà fondamentale

sostenere quei candidati vicini al mondo agricolo

perché abbiamo bisogno di un’Europa diversa,

con politiche agricole ancorate al mercato”.

Il segretario nazionale ANPA, Angelo Santori,

nella sua ampia relazione, ha rimarcato l’importanza

dell’appuntamento. “Avrebbe dovuto essere

il 44° soggiorno, ma siamo stati fermati dal

Covid. So che siete impazienti di conoscere il

nostro bellissimo territorio e abbiamo preparato

per voi un ricco programma - ha detto Santori -,

che unisce l’intrattenimento con la grande at-

52 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


tenzione alla salute, senza dimenticare la cultura

e la storia, ma non possiamo non approfondire

le tematiche agricole, perché molti di voi

sono ancora impegnati nel settore”. Ha spiegato

l’impegno sul decreto attuativo della legge di

riforma della non autosufficienza e l’invecchiamento

attivo, a cui Anpa all’interno del Cupla

ha dato un contributo determinante, rilevando

come per la prima volta ci sia stata attenzione

agli anziani. “Auspichiamo che il Governo possa

compiere una revisione, assicurando agli anziani

non autosufficienti, la possibilità di poter

continuare a vivere a casa, riorganizzando l’assistenza

domiciliare, integrandola con quella sanitaria.

Gli anziani non possono attendere”. Ha

poi parlato dell’aziendalizzazione della sanità,

della necessità di “riumanizzare” gli ospedali e

della necessità di garantire le stesse possibilità

di cura in tutta Italia.

La direttrice generale di Confagricoltura, Annamaria

Barrile, di cui è stata apprezzata la presenza

fin dal giorno prima, ha esaminato le maggiori

criticità del settore. ”Ora vi parlerò con il cuore,

poi affronterò anche la crisi sistemica che stiamo

affrontando - ha detto la dg -. Avete segnato la

storia dell’agricoltura e continuate ad essere testimonial

del valore fondamentale dell’agricoltura

e dei prodotti della terra: l’agricoltura è ambiente,

manutenzione del territorio, energia pulita, è

fonte di vita”. Barrile ha poi riferito delle preoccupazioni

sul fotovoltaico e delle speculazioni.

“Si tratta di un ambito che deve servire per dare

slancio al settore, rendendo l’agricoltore protagonista

della transizione energetica”, ha commentato.

Poi, un passaggio sull’impatto dannoso della

riforma del Titolo V della Costituzione che ha

“sacrificato, con la regionalizzazione, i legittimi

diritti di avere livelli uniformi di assistenza, che

deve essere garantita”, e creato danni anche agli

agricoltori con terreni che insistono su province

di più regioni. “Stiamo passando anni complessi

- ha aggiunto Barrile -, che hanno mostrato a tutti

la resilienza del settore agricolo, ma attenzione

essere resilienti non significa subire. È mancata

una strategia agricola perché si sono inseguite

le emergenze”. E sul ‘De minimis’: “Sono briciole

rispetto ai danni subiti. Apprezziamo che questo

governo stia dimostrando di provare a fare una

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 53


RAPPRESENTANZA PENSIONATI AGRICOLTORI

strategia, con l’apertura del tavolo sul comparto

agroalimentare”.

L’Italia è in cima alla classifica dei Paesi Ue con l’età

media più elevata. Il professor Francesco Landi,

direttore dell’Unità di Medicina Interna Geriatrica

del Policlinico Universitario Agostino Gemelli

di Roma, in collegamento, ha dato indicazioni ai

partecipanti sul controllo di pressione, glicemia e

colesterolo. La dottoressa Giordana Gava ha illustrato,

nei dettagli, come assicurarsi una vita lunga

in salute e due specializzande per turno sono

state sempre presenti, per far fronte a qualsiasi

esigenza medica. Giovanni Gioia, presidente dei

Giovani di Confagricoltura, ha voluto testimoniare,

anche di persona, l’importanza del rapporto

anziani/giovani. “Sono tempi difficili - ha detto –

in cui le aziende condotte dai giovani, seppur più

Isola delle Femmine

innovative e con maggiori estensioni e produttività,

continuano a diminuire. Occorre lavorare

sull’integrazione tra generazioni, riconsiderando

l’impalcatura generale delle misure sull’insediamento,

coinvolgendo le aziende condotte dagli

over 65, molte delle quali senza eredi, avviando

progetti in un’ottica di continuità temporale e di

sistema”. Il presidente ANPA Rodolfo Garbellini

ha sottolineato lo scenario politico, sociale e economico

“con il quale dobbiamo confrontarci, che

non è affatto facile“. Maria Pia Piricò, vicepresidente

nazionale di Confagricoltura Donna, ha

messo in evidenza: “Come la visione femminile

possa fare la differenza anche in agricoltura, con

imprenditrici che hanno creato filiere e valorizzato

le aree interne, anche con l’agriturismo”.

Angelo Santori ha ricordato l’importanza della

socializzazione, come i nostri soggiorni,

segnalato Senior L’Età della

Saggezza ONLUS, promossa proprio

dall’Anpa invitando a donare

il 5x mille e ha concluso facendo

presente: “Una persona anziana in

famiglia è una ricchezza perché

non solo collabora alle necessità,

ma funge anche da ammortizzatore

sociale”.

Numeroso il contributo dei dirigenti

siciliani: il presidente regionale

Sicilia Rosario Marchese Ragona,

il presidente di Confagricoltura

Palermo, Giovanni Fatta; presenti

anche il vicepresidente di Agrigento,

Giovanni Giglia, il direttore

di Palermo, Salvatore Taranto e il

direttore regionale e di Agrigento

Alessandro Vita. (et)

•••

54 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO di Alessandra Porro

BARRILE E LOLLOBRIGIDA AL SEMINARIO DI AVEZZANO

Made in Italy

e competitività

TREVISO

IL NUOVO DIRETTORE

È BARBON

Nella stagione dei rinnovi

contrattuali, con tutte

le complessità del settore

come la carenza di manodopera,

il tema delle

esternalizzazioni, i flussi

d’ingresso dei lavoratori

stranieri, la sicurezza sul

lavoro, il contrasto al caporalato

mediante una legge

peraltro di difficile interpretazione,

Confagricoltura Abruzzo ha chiamato

a raccolta gli imprenditori agricoli

associati per chiarire i dubbi, illustrare

le novità e dare risposte in merito ai

vuoti normativi e i nodi legislativi di

una burocrazia assai ostica e difficile

da districare. L’occasione è stata il seminario

“Lavoro vero in agricoltura”,

organizzato ad Avezzano nella sala

convegni del ristorante Napoleone.

L’agricoltura regionale, soprattutto nel

Fucino, da sempre soffre del peccato

originale del caporalato, un’accusa

che, però, viene sempre smentita

dai dati forniti dai rapporti annuali

dell’Ispettorato nazionale del Lavoro.

Dati che dipingono il quadro della

situazione in modo totalmente diverso

rispetto alla narrazione comune,

controproducente per il settore e per

il mercato.

Il direttore generale Annamaria Barrile,

rivolgendosi ad una folta platea,

ha ribadito con forza che la burocrazia

va snellita per il bene del Made

in Italy e per il ruolo cruciale che occupa

l’agricoltura nell’intero Paese.

“La competitività, per Confagricoltura

- ha sottolineato - deve essere sempre

sostenuta e mai ostacolata”. Il presidente

di Confagricoltura Abruzzo,

Fabrizio Lobene, si è soffermato sulla

necessità di una riforma radicale del

piano nazionale della gestione del

rischio. Vista l’importanza del tema

dell’incontro, anche il ministro dell’Agricoltura,

Francesco Lollobrigida, ha

ritenuto doveroso intervenire, spaziando

sulle questioni che gravano sul

settore, “che va sostenuto attraverso

la Pac e con tutti i mezzi indispensabili,

proprio per la volubilità intrinseca

che contraddistingue il comparto

agricolo”. Il ministro ha sottolineato la

differenza tra l’Italia e altri Stati, come

la Francia e la Germania, dove le associazioni

di categoria hanno assediato

le piazze perché i governi non

hanno dato le risposte attese. In Italia,

ha precisato il ministro, questo non è

accaduto perché le associazioni hanno

partecipato attivamente ai tavoli

dove il governo non solo ha raccolto

le istanze avanzate, ma ha anche

dato risposte concrete a quanto richiesto.

Lollobrigida ha riconosciuto

Confagricoltura come la realtà organizzativa

più presente per sostenere i

diritti degli imprenditori agricoltori.

La parte seminariale è stata condotta

dal direttore dell’area Politiche del

lavoro di Confagricoltura, Roberto

Caponi, che ha risposto a quesiti specifici

dei datori di lavoro presenti in

sala. Nel dibattito vi sono stati spunti

interessanti e proposte che saranno

portate al tavolo della trattativa con

i sindacati per i rinnovi dei contratti

provinciali di lavoro.

Cambio al vertice a Treviso: il

nuovo direttore è Silvio Barbon,

53 anni. Laureato in Scienze agrarie

all’Università di Padova, inizia

la propria attività professionale

nel 1998 proprio in Confagricoltura.

Affiancherà il presidente

dell’Organizzazione provinciale,

Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi.

“Lavorerò per rappresentare

al meglio gli interessi degli

imprenditori agricoli della Marca

- ha dichiarato Barbon - in una

provincia che oggi rappresenta

buona parte della “Dop economy”

italiana, rispondendo alle

sfide di un panorama macroenomico

incerto e in rapida evoluzione,

trasformando i problemi in

nuove opportunità per il settore.

Il nostro obiettivo resta quello di

essere un punto di riferimento

per gli imprenditori agricoli”. Tra

le sfide più importanti, la cronica

mancanza di manodopera, problema

che accomuna l’agricoltura

ad altri settori produttivi. Altro

filone particolarmente “sfidante”,

è l’impiego della tecnologia e

dell’IA, al fine di ridurre l’impatto

dell’attività agricola sul territorio.

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 55


L’ANGA ALL’APPUNTAMENTO ORGANIZZATO DAL CEJA A BRUXELLES

Giovani di Confagricoltura

Fare networking

I soci Anga, Giorgenzo Treves de Bonfili (Brescia), Giorgio

Antonio Ninni Riva (Treviso) e Franco Cherubini (L’Aquila)

hanno partecipato alla seconda edizione di Eu young

farmers leadership programme a Bruxelles. Un progetto

organizzato dal Consiglio europeo dei giovani agricoltori

(Ceja) per rafforzare le capacità di fare networking

dei futuri leader delle organizzazioni di giovani agricoltori

dell’Ue. In questa edizione i tre “anghini” hanno avuto

l’occasione di confrontarsi con il mondo politico europeo

e con altri 43 “colleghi” provenienti dai diversi Paesi per

parlare del futuro. L’attività, nei tre giorni del programma,

è stata focalizzata su come supportare attivamente e promuovere

l’agricoltura verso l’opinione pubblica, implementare

la propria capacità di presentazione, anche attraverso

percorsi di gaming e discussioni sulla sostenibilità

economica degli agricoltori. Tra i temi affrontati anche le

opportunità e le sfide del mondo agricolo e una panoramica

sull’attività di lobby che si svolge a Bruxelles. “Abbiamo

sviluppato competenze specifiche sul mondo agricolo

e gli organismi europei - ha commentato Giorgenzo - e

trasversali sul linguaggio non verbale”. Franco e Giorgio

Antonio ritengono, grazie all’Anga, di avuto un’importante

occasione, che ha permesso di conoscere meglio il funzionamento

dell’Unione, imparando e confrontandosi.

Successo per la festa

dei giovani agricoltori a Colorno

a cura di Elisabetta Tufarelli

È stato un grande successo la seconda edizione di “Colorno

Agricola”, la festa organizzata da Anga-Confagricoltura

Parma in collaborazione con un affiatato

gruppo di giovani agricoltori del territorio colornese e

con il patrocinio del comune di Colorno. Diverse centinaia

di persone hanno partecipato, e già dal mattino

sono arrivati, in Piazza Garibaldi, anche dalle province

di Reggio, Modena e Cremona, i trattori a fianco degli

esemplari storici, risalenti anche agli anni ’50. “È stata

una festa bellissima - ha commentato Maria Giulia Corazza,

vicepresidente Anga Parma -. Rispetto allo scorso

anno è cresciuta l’offerta di iniziative ed è aumentato il

numero dei visitatori. Un modo stupendo per celebrare

le eccellenze del nostro territorio. Siamo orgogliosi di

quello che siamo riusciti a fare. Feste come questa sono

un momento di aggregazione e di confronto tra giovani

imprenditori del settore primario”.

56 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


CAMPI ROSA di Elisabetta Tufarelli

MARIA PIA PIRICÒ ENTRA NEL CONSIGLIO DEL DISTRETTO CEREALI DI SICILIA

“Passo importante

per l’intera filiera”

PREMIO “IMPRENDITRICE

DI SUCCESSO” PER OSSANI

La vicepresidente di Confagricoltura

Donna, Maria Pia Piricò (in foto)

è stata nominata componente del

consiglio del neocostituito Distretto

Cereali di Sicilia. “Il nostro obiettivo

- ha dichiarato - è riuscire a valorizzare

il grano duro prodotto in regione,

facendo sistema attraverso l’aggregazione

di tutte le componenti

della filiera. È indispensabile,

in questa fase di

crisi, essere riusciti a

mettere insieme agricoltori,

commercianti,

mugnai e trasformatori

proprio per dare valore

al nostro grano”.

Il distretto, diventato

operativo con il decreto

firmato dall’assessore

regionale alle Attività

produttive, Edy Tamajo,

promuoverà e sosterrà

le iniziative per

rafforzare la competitività

e la valorizzazione

del prodotto, attraverso

l’innovazione, l’internazionalizzazione

e la

crescita delle imprese

che operano nel settore. “Questa

filiera - conclude la vicepresidente

nazionale - è stata e continua a

rimanere strettamente connessa al

nostro territorio in termini economici

e sociali. Il distretto s’impegnerà

anche a potenziare il rapporto e il

valore tra grano e qualità, dieta mediterranea

e salute”.

Lara Ossani, di “Apicoltura l’ape

Lara”, socia di Confagricoltura Forlì-

Cesena e Rimini, è stata premiata

dal Comune di Rimini come “Imprenditrice

di successo” in occasione

del tradizionale evento dell’8

marzo per la “Giornata Internazionale

per i diritti della donna”. L’azienda

apistica, costituita nel 2015,

è la realizzazione del sogno dell’imprenditrice

che, fin da piccola, si era

appassionata al mondo delle api. “Il

mio obiettivo - ha detto Ossani ritirando

il premio - è quello di portare

nuove idee per l’apicoltura e raccontare

ai più giovani, ma non solo,

come, rispetto alla tradizione, anche

una ragazza possa cimentarsi,

nonostante le difficoltà, in questa

appassionante attività”.

ACQUI TERME, MARENCO: Ottimo risultato per ‘Mille sfumature

di fiori’, gli incontri promossi da Confagricoltura Donna

Alessandria. “Nell’immaginario comune i fiori non vengono immediatamente

collegati all’agricoltura - ha sottolineato la presidente

di Confagricoltura Donna Alessandria, Michela Marenco (in

foto) -. Ma la floricoltura rientra a pieno titolo tra le attività agricole

e riveste grande importanza sotto tanti aspetti. A parte quella

strettamente economica, i fiori hanno una funzione nell’ambiente

e nel nostro paesaggio vitivinicolo dichiarato patrimonio Unesco”.

Fiori a tutto campo, quindi, da quelli selvatici e quelli ornamentali,

passando per quelli eduli, fino ai melliferi. “Proprio per la

loro enorme diversità e le tante varietà - ha concluso Marenco - la

nostra cena con i fiori protagonisti per abbellire la tavola e nei

vari piatti è stata un trionfo”.

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 57


OVER 65

di Elisabetta Tufarelli

L’ETÀ MATURA, UNA SECONDA VITA DA COGLIERE APPIENO

Socialità, arte, cultura, viaggi

TEMPO DI CIBO FRESCO

Certamente, diventare anziani implica

un cambiamento di esigenze. A partire

dall’approccio alla vita più fatalista. Finalmente

si ha in mano il proprio tempo

per dedicarsi a ciò che fa piacere, riprendendo

progetti, attività e sogni lasciati da

parte a causa degli innumerevoli impegni

quotidiani. C’è più spazio per socializzare,

determinante per mantenere la mente

viva e lucida e, finalmente, per dedicarsi

a se stessi. Serve un piccolo pizzico di

egoismo: è questa la migliore ricetta per

mantenersi in salute e vivere bene. È finalmente

arrivato il tempo per dedicarsi ad

attività manuali come la pittura, il giardinaggio,

appassionarsi ad arte e cultura,

andare al cinema e a teatro e, perché no,

anche viaggiare alla scoperta del mondo.

È un modo per conoscere culture diverse,

continuare ad imparare cose nuove e, soprattutto

risollevare lo spirito. Un toccasana

per l’umore che stimola la mente, mantenendola

attiva, aperta e lucida. Fa bene

anche al corpo, che si mantiene attivo

camminando alla scoperta di posti nuovi

senza tralasciare l’importanza di momenti

di socialità, viaggiando con amici e facendo

nuove conoscenze.

Chi ha superato gli 80 deve

prestare attenzione alla propria

dieta, importantissima per

rimanere in salute, continuando a

mantenere uno stile di vita attivo.

La prima regola è variare i cibi,

prediligendo alimenti di stagione,

freschi e non raffinati, per

assicurare l’apporto dei nutrienti

essenziali. Via libera, dunque, a

verdure, cereali, legumi e frutta,

incrementando l’assunzione di

calcio e limitando quella di grassi

e zuccheri aggiunti.

LA LEADERSCHIP MONDIALE È IN MANO

AGLI OVER 70. Largo agli anziani! Il presidente

USA ha 81 anni e Trump 77. Il record è del presidente

del Camerun Paul Biya (in foto), 91 anni. Il

presidente dell’autorità palestinese Abbas ne ha

88 ed è coetaneo del re dell’Arabia Saudita Salman

bin Abdulaziz Al Saud. In Iran Khamenei ha

spento 84 candeline, mentre la premier del Bangladesh

Wazed, 76 e il presidente del Brasile

Lula da Silva 78. Infine, Vladimir Putin, ha ‘solo’

71 anni, così come il leader cinese Xi Jinping.

58 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


di Elisabetta Tufarelli

LASAGNA AL WORKSHOP DI PALERMO: “PARLIAMO DI MARKETING ASSOCIATIVO”

La formazione per le imprese familiari

“È fondamentale rafforzare l’identità delle nostre

imprese agricole familiari, consolidando il legame

con la base associativa per aumentare la visibilità

e coinvolgere nuovi soci. Attraverso questo

workshop sul marketing associativo vogliamo

offrirvi gli strumenti per riuscire a svilupparlo in

tutte le sue declinazioni in modo efficace e integrato,

tenendo conto anche della comunicazione

interna e dei social media”. Lo ha detto Carlo Lasagna,

presidente della Fiiaf, la Federazione Italiana

che riunisce le oltre 150.000 imprese agricole

familiari di Confagricoltura, aprendo i lavori

dell’intensa due giorni di formazione per gli imprenditori

dirigenti di diverse regioni italiane.

Rosario Marchese Ragona, presidente di Confagricoltura

Sicilia, ha sottolineato il ruolo essenziale

delle imprese agricole familiari per la competitività

e la prosperità dell’agricoltura nazionale e

siciliana. Durante l’incontro curato dall’ente di

formazione di Confagricoltura Enapra, sono stati

approfonditi i concetti chiave del marketing associativo,

per comprenderne l’impatto interno ed

esterno all’associazione, attraverso le diverse fasi

di questo processo. Sono state anche analizzate

le strategie in grado di identificare e raggiungere

nuovi soci, con un focus specifico sulla pianificazione

degli obiettivi, la definizione dell’offerta e

la strategia di comunicazione. Il secondo giorno

è stato dedicato agli strumenti di comunicazione

del sistema confederale,

al loro uso per arrivare ai

target di riferimento e a

come informare, in modo

sempre più mirato, l’opinione

pubblica sui temi

importanti del settore.

Tra i docenti del workshop:

Sabrina Mirabile,

esperta di formazione e

coach, Alessandra Lattanzi,

responsabile area Coordinamento

e sviluppo

del territorio di Confagricoltura,

i giornalisti Anna

Gagliardi, capo ufficio

stampa Confagricoltura, e

Gioacchino Amato, di “La

Repubblica”, che ha coinvolto

i partecipanti in un confronto sulle tematiche

e le tecniche più efficaci per coinvolgere i

media. Infine, la visita all’azienda agricola Eredi di

Ustica Giovanna di Giuseppe e Salvatore Modica,

che è riuscita a conservare e valorizzare un’oasi

verde agrumicola nel cuore del capoluogo, è stata

l’occasione per conoscere questo territorio con i

suoi prodotti agricoli d’eccellenza, che contribuiscono

alla sostenibilità ambientale, economica e

sociale. Ospiti della serata anche alcuni imprenditori

dei comparti del vino, dell’olio e della filiera

grano-pasta. Presenti anche il direttore di Enapra,

Luca Ginestrini, e il presidente di Confagricoltura

Palermo, Giovanni Fatta. I direttori di Confagricoltura

Sicilia, Alessandro Vita, e di Palermo,

Salvatore Taranto, insieme al segretario generale

Fiiaf Carlo Rosati, hanno curato tutti gli aspetti

organizzativi dell’incontro.

NOVEMBRE 2022 | MONDO AGRICOLO | 59


FORMAZIONE di Antonella Torzillo

REPORT SMART AGRIFOOD: L’AGRICOLTURA 4.0 CRESCE, MA HA BISOGNO DI ESSERE SOSTENUTA

Brondelli Digitalizzazione

La svolta è nelle competenze

Un altro anno positivo per il mercato

italiano delle soluzioni digitali in agricoltura

emerge dalla ricerca dell’Osservatorio

Smart Agrifood (OSAF),

nato dalla collaborazione tra il Politecnico

di Milano e il Laboratorio RISE

dell’Università degli studi di Brescia, di

cui Enapra è partner da diversi anni.

Nel 2023 il mercato dell’Agricoltura

4.0, in Italia, ha raggiunto i 2,5 miliardi

di euro, con un tasso di crescita del

+19% rispetto all’anno precedente. Eppure,

siamo ancora assai lontani dalla

piena maturità digitale. Le tecnologie

4.0 offrono un enorme potenziale per

migliorare l’efficienza, la produttività

e la sostenibilità del settore agricolo e

agroalimentare, ma la loro adozione è

ancora limitata. I risultati della ricerca

2023 sono stati presentati a Brescia, lo

scorso 15 marzo, durante il convegno

dal titolo “Smart Agri Food: il dato è

tratto! Ora la sfida è quella della maturità

digitale”.

Gli highlights della ricerca

L’investimento resta ancora polarizzato

sulle componenti hardware, tuttavia

tali voci, per la prima volta, segnano

una riduzione e cresce invece

notevolmente l’investimento per lo più

in soluzioni software che diventano

necessarie a interconnettere la parte

hardware (come, ad esempio, le

piattaforme di integrazione dati). Aumenta,

inoltre, la consapevolezza del

valore dei dati e quindi delle soluzioni

che ne abilitano l’analisi. Dal punto di

vista dell’adozione, nel 2023 la quota

di aziende agricole italiane che utilizza

soluzioni di Agricoltura 4.0 rimane

sostanzialmente costante (72%, +1%

rispetto al 2022), ma aumenta lievemente

il numero di soluzioni medie per

azienda (3,4 rispetto al 3,2 del 2022).

A investire sono infatti principalmente

le aziende che hanno già intrapreso

percorsi di digitalizzazione negli anni

passati. Per la stessa ragione, la crescita

della superficie italiana coltivata

con tecnologie digitali risulta moderata,

passando dall’8% del 2022 al 9%

del 2023. Gli investimenti realizzati

da aziende già in movimento verso la

digitalizzazione contribuiscono, dunque,

alla crescita complessiva del mercato,

ma non necessariamente della

Sau coltivata con tecniche 4.0.

Nonostante le evidenze complessivamente

positive ed incoraggianti, dalla

ricerca emerge che solo l’8% delle

aziende agricole del campione può

essere considerato già digitalmente

“maturo”, o quantomeno vicino ad

una completa digitalizzazione. Circa

il 50% delle aziende si trova ancora

“in cammino”, mentre il restante 42%

è costituito da aziende agricole ferme

o comunque in forte ritardo nel percorso

di adozione delle soluzioni di Agricoltura

4.0. C’è dunque ancora tanto

lavoro da fare, a tutti i livelli, per cercare

di supportare e incentivare queste

aziende (soprattutto le più piccole) a

intraprendere un percorso di digitalizzazione

che le aiuti a diventare, o tornare,

più competitive sul mercato.

Competenze digitali, il tallone

d’Achille

“Uno dei principali ostacoli alla digitalizzazione

del mondo agricolo è la

mancanza di competenze adeguate

tra gli agricoltori e gli operatori del

settore. L’Anno Europeo delle Competenze

rappresenta un’occasione unica

per colmare questo divario - ha commentato

il presidente di Enapra, Luca

Brondelli di Brondello -. In qualità di

ente di formazione di Confagricoltura,

siamo da anni impegnati nella promozione

della digitalizzazione del settore

agricolo. Attraverso diverse iniziative,

come la formazione di Innovation Broker

e corsi di formazione per dipendenti

delle aziende agricole, siamo a

fianco delle imprese associate e di tutto

il sistema confederale per sostenerne

la cultura e le competenze digitali”.

L’impegno congiunto e la gestione

dei dati

Un altro fattore che frena la digitalizzazione

del settore agricolo è la

scarsa collaborazione tra tutte le parti

interessate. Una maggiore integrazione,

mista, pubblico-privato, unita

ad una maggiore propensione verso

l’utilizzo condiviso dei dati, sarebbe

un driver di sviluppo ulteriore dell’agricoltura

digitale. E la partnership

tra Enapra e OSAF va esattamente in

questa direzione. Creare conoscenza

sull’innovazione digitale, per Enapra

- Confagricoltura significa indagare

e anticipare i trend della competitività

delle imprese agricole, accompagnandole

attraverso la leva della

formazione a sfruttare appieno il potenziale

delle tecnologie 4.0.

60 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


AGRITURISMO di Elisabetta Tufarelli

LE PALE DI BOGLIASCO, L’AGRITURISMO SUL GOLFO PARADISO IN LIGURIA

Tra colline

e mare

U

na vacanza d’atmosfera in

Liguria. Siamo a Bogliasco,

un comune non distante da

Genova, nell’agriturismo “Le Pale di

Bogliasco”, una struttura magica, in

una posizione suggestiva di collina,

che domina il paesaggio della

splendida Riviera di Levante, proprio

nel cuore del Golfo Paradiso da cui

si gode una meravigliosa vista mare,

che spazia dall’entroterra fino a

Portofino. Gli ospiti possono gustare in

pieno questo splendido luogo, con un

clima invidiabile, facendo un bagno

in piscina e riuscire a staccare la spina

per ricaricarsi in mezzo agli ulivi, agli

agrumi e alle piante aromatiche.

La struttura agrituristica, nata come

azienda floricola in cui si coltivavano

rose, gardenie e orchidee, è stata

aperta nel 2007 e, via via, vista la

crisi del comparto, è cambiata nel

tempo e le 25 serre floricole originarie

oggi sono diventati orti dove, si

coltivano frutta e verdure di stagione,

che vengono prodotti anche a pieno

campo. “Ci siamo organizzati con

altri agricoltori - spiega Alessandra

Cambiaso - per consegnare a domicilio,

a Genova e dintorni, i nostri prodotti

freschissimi e appena raccolti, in

sacchetti di diversi formati, a seconda

del periodo e della disponibilità”.

Una posizione suggestiva, affacciata

sul mare e ricavata sulle terrazze

tipiche della costa ligure danno un

valore aggiunto all’agriturismo. Per

arrivare alle “Pale di Bogliasco” serve

una passeggiata di 90 gradini, ma in

alternativa - ottima soluzione i bagagli

negli arrivi e nelle partenze - si può

usufruire di un trasporto a cremagliera.

Gli alloggi sono tutti in splendide e

ampie camere con terrazzini panoramici.

“Prima avevamo anche un ristorante,

che per la forte richiesta e per la troppa

pressione, abbiamo trasformato in

camere. Offriamo, però, ai nostri ospiti

ottime colazioni e su richiesta anche

gustosi apericena. Coloro che desiderano

un’esperienza

diversa - mette in

evidenza l’imprenditrice

agrituristica -

possono sperimentare

il Glamping (glamour

+ camping) un modello

al tempo stesso

lussuoso e ecosostenibile,

oppure passare

una notte romantica

sotto le stelle, in una

bolla semi trasparente

dotata di ogni comfort

e di SPA privata”. A disposizione di tutti

gli ospiti c’è, oltre alla grande e panoramica

piscina, un ampio parco giochi

per bambini.

Le “Pale di Bogliasco” offre una vacanza

indimenticabile a soli 400 metri

da quel mare proclamato “capitale

del surf”. Sempre via mare, d’estate,

si può partire, in battello, dal molo di

Bogliasco per visitare il Porto Antico,

l’Acquario di Genova, Camogli,

Portofino, Portovenere e le Cinque

Terre. Nervi dista solo 9 minuti di treno

e Genova 20 chilometri.

“Grazie agli oltre 300 alberi d’ulivo

e di frutta, produciamo un ottimo olio

d’oliva, conserve varie, marmellate,

mostarde e liquori. E tra i nostri

progetti - conclude Alessandra - c’è

quello di acquistare altro terreno”.

AGRITURISMO LE PALE

Via Pale, 12,

16031 Bogliasco GE

Tel. 010 3470388

Email nfo@agriturismolepale.it

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 61


OLIO di Gabriella Bechi

L’OP CONFOLIVA, 720 SOCI, 3 MILIONI DI EURO DI FATTURATO

Silvestri Così rilanciamo

l’olio d’oliva 100% italiano

P

ianificare la produzione, concentrare

l’offerta a fini commerciali,

ottimizzare i costi e la

redditività, fornire assistenza tecnica

per il miglioramento della qualità,

individuare nuovi mercati, sviluppare

iniziative per introdurre la buona pratica

dell’uso sostenibile delle risorse

naturali. Con questi obiettivi nasceva,

nel 2012 OP Confoliva, società cooperativa

agricola, costituitasi come

Organizzazione di Produttori ed

operante su tutto il territorio nazionale.

Anima di Confoliva è Pierluigi Silvestri

(in foto), componente della Federazione

nazionale olivicola di Confagricoltura

e presidente dell’Organizzazione

di prodotto fin dalla sua nascita.

L’Organizzazione è retta e disciplinata

dai principi di mutualità senza

fini di speculazione e si è costituita

conformemente alle leggi comunitarie,

al fine di ottenere il riconoscimento

secondo quanto disciplinato dal Reg.

UE 1308/2013 e dal D.M. Mipaaf

8648/2014.

Formata da esperti del settore olivicolo,

tecnici e produttori, che hanno

deciso di mettere a frutto il lavoro di

una vita e tutta la loro esperienza per

il raggiungimento di un obiettivo

primario, il rilancio dell’olio

di oliva 100% italiano,

l’OP ha improntando la sua

politica commerciale all’innovazione,

fornendo ai soci

servizi tecnici, commerciali,

logistici, formativi ed informativi.

Settecentoventi i

soci in tutta Italia, concentrati

prevalentemente in

Toscana, Lazio, Campania,

Puglia e Sicilia,

per una produzione di

circa 3.000 quintali di

olio ed un fatturato di

3 milioni di euro. La

produzione di olio

100% italiano e sostenibile

viene commercializzata attraverso

grossisti e, soprattutto, con il marchio

Carapelli, con cui è in vigore un accordo

di filiera. L’azienda provvede

alla ricognizione e al controllo attraverso

rigorose procedure che vanno

dalla pianta al frantoio. Il resto della

produzione è ripartito tra un Igp

Toscana, sotto la tutela dell’apposito

consorzio, e un Igp Roma, certificato

da Agroqualità, l’apposito organismo

di controllo autorizzato

dal Masaf. Parte della

produzione delle due

indicazioni geografiche

protette viene imbottigliata

e commercializzata attraverso

l’AOP Unapol con il nome

“Finezza”.

Tra i progetti più recenti e interessanti

portati avanti da Op

Confoliva, c’è quello destinato

al mercato brasiliano, cofinanziato

dal programma della

Commissione Europea “Promozione

dei prodotti agricoli” - Reg/

Eu 1144/2014 ed ormai giunto

alla fine del suo secondo anno di

attività, fra i tre previsti. Il progetto,

denominato “C.OL.I.BRI. - Inspira

sabores verdadeiros”, ha permesso

di realizzare una serie di iniziative di

promozione strategiche in ristoranti,

supermercati e fiere internazionali in

alcune delle più importanti regioni del

Paese, per far conoscere ed apprezzare

le eccellenze delle produzioni

europee nel campo olivicolo, riscontrando

l’attenzione di un mercato in

continua crescita, in particolare quello

dell’Ho.Re.Ca. di alto livello.

62 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


RISTORANTE di Gabriella Bechi

DA CHECCO AL CALICE D’ORO, UN RISTORANTE STORICO NEL CUORE DI RIETI

Sapori genuini

che non si dimenticano

N

el cuore di Rieti, incastonato

nella trecentesca cinta muraria

della città, è attivo dal 1956

il ristorante Da Checco al Calice

D’Oro, vera istituzione culinaria del

capoluogo Sabino. Completamente

ristrutturato nel 2007 fa parte del

prestigioso complesso alberghiero

dell’Hotel Miramonti e rappresenta

il luogo ideale per gustare deliziosi

piatti della tradizione reatina rivisti in

chiave moderna e creativa. Segnalato

dalle migliori guide gastronomiche,

luogo ideale per matrimoni, colazioni

di lavoro e cene di gala, il ristorante è

stato reso famoso da Francesco Marinetti,

in arte “Checco”, la cui ultradecennale

tradizione viene oggi portata

avanti dal figlio Luciano e dal nipote

Francesco. Centocinquanta i posti

a sedere in un ambiente altamente

raffinato e di classe, con un servizio

impeccabile, una speciale attenzione

al cliente e un occhio particolare

al rapporto qualità/prezzo, punto

di forza del lavoro della famiglia.

Tanti i clienti affezionati della città, ma

altrettanti quelli della Capitale, invogliati

a lasciare la Salaria per andare

ad assaggiare le specialità tipiche,

frutto di ricette tramandate attraverso

generazioni e che oggi sono rese più

attuali dalle abili mani dello chef.

Alla base del menù, che varia secondo

la stagione, ci sono principalmente

i prodotti del territorio reatino, come

tartufi, funghi, castagne, pecorino e

guanciale, sapientemente combinati

in piatti che stupiscono di continuo

l’ospite facendo riemergere i sapori

dimenticati. Nulla è lasciato al caso.

La pasta viene fatta ogni giorno a

mano, come una volta, così come il

pane e i dolci. Il pesce, freschissimo e

sempre presente in carta, viene acquistato

rigorosamente a Fiumicino.

Tra gli antipasti, troviamo il Gran

crudo di mare di Checco, la Bresaola

di tonno rosso Sicilia con burrata, la

Tartare di manzo reatino agli agrumi

con sorbetto al mango, la Frittura di

cervello ed animelle. Tra i primi piatti,

i Rigatoni con Pajata, i Raviolini di

baccalà con cipollotto e pachino, le

Penne alla Checco; oppure le minestre

della tradizione. Come secondo, lo

LINGUINE ALLA PECORARA

Per esaltare il gusto e l’aroma dell’Igp

Roma di OP Confoliva Luciano Marinetti

propone le Linguine alla pecorara con

lonzino stagionato, olio extravergine di

oliva, Pecorino romano Dop e prezzemolo

Stinco di maiale al forno in salsa demi

glace, le Polpette di Fassona piemontese

in fonduta di parmigiano 36 mesi,

la Trota alla Checco con capperi e

vino bianco. Ma senza dubbio il piatto

che ha reso celebre il ristorante è il

gran bollito misto, esaltazione massima

della bontà delle carni utilizzate.

Composto da più di una dozzina di

tipologie differenti, servite al carrello

e immerse in un brodo ricco di sapori

e profumi, accompagnate poi da una

serie di salse e mostarde.

Si chiude con un’ampia offerta di dolci,

tra cui spiccano la Zuppa inglese e

il Semifeddo al Gran Marnier. Ricca

e molto accurata la carta dei vini con

etichette in grado di soddisfare ogni

richiesta del cliente. Un’importanza

particolare Luciano riserva all’olio

extravergine d’oliva, elemento essenziale

di tutta la sua cucina, dove si

utilizza l’Igp Roma di Confoliva, che

è sempre presente anche sulle tavole

dei commensali.

Via Marchetti 10, Rieti

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 63


BUONO A SAPERSI di Gaetano Menna

STUDI DI ETNOMUSICOLOGIA DI NATALETTI

Musica tradizionale

in Abruzzo

G

li Archivi di Etnomusicologia

(già Centro Nazionale di

Studi di Musica Popolare,

istituzione di riferimento, dal 1948 al

1972 per lo sviluppo degli studi etnomusicologici

in Italia), sono nati nel

1948 su iniziativa dell’etnomusicologo

Giorgio Nataletti, e custodiscono

un’ampia collezione di registrazioni e

documenti musicali, tra cui le registrazioni

sonore più antiche attualmente

note di poeti estemporanei laziali e

toscani, essendo perdute le registrazioni

di poeti a braccio fatte negli

studi dell’EIAR a Roma da Giorgio

Nataletti nel 1936-1937.

Oltre ad essere un centro di ricerca e

conservazione, quella degli Archivi

è un’istituzione impegnata a far conoscere

al pubblico la sua preziosa

eredità culturale. Lo fa, in particolare,

con la collana “aEM”, pubblicata da

Squilibri Editore, che conta 17 volumi

con allegato CD. Volume importante

della suddetta collana è “Musiche

tradizionali in Abruzzo”, con le registrazioni

proprio di Giorgio Nataletti

g I CANTI DELLE ORIGINI AFFIDATI ALLE CORALI

nel 1948-49. Il volume

è stato realizzato a cura

di Domenico Di Virgilio,

etnologo che ha approfondito

a lungo la musica

popolare abruzzese; rende

omaggio alla musica, ma

anche agli studi di Giorgio

Nataletti, proponendo, nel

CD allegato, una serie di

sue registrazioni

realizzate il

20 dicembre

1948 e poi il

15 marzo del

1949. Comprende

anche

una sezione fotografica.

Dalla lettura e dall’ascolto

si scoprono, approfondiscono

e divulgano

ballate, stornelli a dispetto,

canti di lavoro o legati

a occasioni calendariali

(dalla festa di Sant’Antonio Abate al

carnevale), ninne nanne, saltarelli e

musiche strumentali, per lo più per organetto

diatonico e fisarmonica; si

dimostra la vivacità di una cultura

musicale ancora integra, di cui si

documentano anche le prime trasformazioni

nei brani raccolti nella

frazione Sambuceto; fu più esposta a

trasformazioni perché ubicata in pianura,

a pochi chilometri di distanza

da Pescara, a differenza del nucleo

storico del paese che, in collina e più

appartato, presenta un

repertorio più arcaico

per le intenzioni

vocali e la timbrica

delle voci.

Nel corso della

seconda spedizione,

rispondendo

all’urgenza di

documentare forme

espressive esposte

al rischio di perdite

irreparabili, Nataletti

si spinge fino

a Teramo, per registrare le musiche

della locale comunità rom, tra le più

antiche d’Italia.

“Nuovi canti della terra d’Abruzzo” è il titolo del volume,

curato da Domenico Di Virgilio e Luigi Di Tullio

(Squilibri Editore, libro + double CD). Rivisita e in

qualche modo reinventa il patrimonio musicale di

tradizione orale al fine di non sacrificarne i tratti più

significativi, per trasmetterlo alle nuove generazioni.

Ventuno brani della tradizione orale abruzzese - raccolti

sul campo da Lomax, Jobbi, Carpitella, Di Virgilio

e Di Silvestre - sono stati affidati a 17 compositori perché,

rivisitandoli secondo la loro personale sensibilità

artistica, ne ricavassero versioni per corali. Nel volume

sono state raccolte pure le trascrizioni del materiale registrato e le partiture

dei brani rielaborati dai compositori. Nei due CD l’esito più significativo

dell’intero progetto con i brani tradizionali affiancati dalle rielaborazioni dei

compositori, nelle esecuzioni dal vivo delle corali di diverse regioni.

64 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024


CAMPI SONORI di Gaetano Menna

MARTHA J. & CHEBAT QUARTET

Tributo jazz a Mitchell

J

oni Mitchell è una pietra

miliare della musica nordamericana.

Cantautrice, folksinger,

jazzista, pittrice, a novembre

scorso, ha compiuto

80 anni. A renderle omaggio

è il quartetto Martha J. & Chebat

Quartet featuring Giulio

Corini and Maxx Furian, di

assoluto livello nel panorama

jazzistico italico. Il suo

CD “Amelia” (Clessidra Records)

contiene 11 brani della

Mitchell del periodo jazz

rivisitati con feeling, intensità,

ma anche raffinatezza. D’altronde

la cantante, Martha,

ha una vocalità molto particolare,

dal timbro vellutato e

Joni Mitchell

Il disco è un atto d’amore verso la grande artista

ammantante e coinvolge

per la sua levità

interpretativa. Tutto

questo fa splendere di

nuova luce i brani della

cantautrice canadese, a

partire dalla title track.

“Il nostro disco è un atto

d’amore - spiegano la vocalist

e il pianista Francesco Chebat

-. Abbiamo cercato di catturare

la sostanza più terrena

di Joni Mitchell, riflettendo

questa ispirazione nei nostri

arrangiamenti jazz contemporanei.

La scelta dei brani

è stata guidata dalla volontà

di reinterpretare quelli meno

frequentemente affrontati, offrendo

una prospettiva nuova

e appassionante, un punto

di vista alternativo su questa

grande artista”.

DAVIDE INTINI QUARTET

Viaggio musicale

S

i intitola “Ego Taming” l’album di debutto di Davide Intini

Quartet. Contiene composizioni originali di Intini al sax,

tranne “In Your Own Sweet Way” che è un tributo all’amato

Dave Brubeck. L’album va elogiato per la sua freschezza,

originalità e per la capacità di Intini di connettersi emotivamente

con il pubblico attraverso

il suo sax. “Il disco

- sottolinea il musicista - è

un modo di presentare il mio

viaggio musicale, iniziato da

adolescente innamorato del

suono del sassofono e sviluppatosi

attraverso varie tappe

dall’Italia alla Spagna, a New

York e altri luoghi unici”. Il disco

è composto di composizioni originali

che possono convivere organicamente insieme, seppure

ciascuna di esse abbia un colore diverso ed una personalità

definita ed unica. Nel complesso, “Ego Taming” ci appare

come un pregevole lavoro che mette in luce il talento di Intini,

la sua sensibilità artistica e la capacità di catturare l’essenza

del jazz contemporaneo.

Istantanee

Il duo Michele Fattori e Marcelli Sebastiani pubblica

il CD “Gavagai”(Notami Records). Unisce la proposta

di standards (Mingus, Davis, Hall) a quella di

brani originali che sono di composizione istantanea,

senza alcun canovaccio e senza alcuna nota scritta.

Il discorso si riallaccia al free jazz, ma cerca di superare

questa visione, proprio per

la mancanza di qualsiasi punto

che non siano le prime note

suonate da chi inizia il brano. Il

titolo si rifà alle riflessioni del filosofo

americano Willard van

Orman Quine (1908-2000)

sulla comunicazione orale tra

due persone che parlano lingue

differenti. Nello scenario

ipotizzato un etnologo incontra un indigeno, in quel

momento passa un coniglio e l’indigeno pronuncia la

parola “Gavagai”, che è il punto di partenza per impostare

una metodologia di conoscenza. Così questo

disco vede due persone che parlano lingue musicali

sconosciute l’uno all’altro, ma che alla fine riescono a

comunicare perfettamente.

MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 65


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