MONDO AGRICOLO, marzo 2024
Dai dazi all’export russo, alla sospensione della legge sul ripristino della natura. Dall’Ue arrivano in questi giorni segnali positivi rispetto alle richieste dal settore primario europeo. Dalla sua assemblea straordinaria organizzata a Bruxelles, Confagricoltura ha presentato il suo piano in dieci punti per modificare la nuova Pac a tutela delle produzioni e dei redditi delle imprese. Regole certe. Questa è la prima richiesta degli agricoltori ai decisori politici per poter investire nelle energie rinnovabili. È apparso evidente al Key (l’expo sulla transizione energetica di Rimini) davanti al grande numero di partecipanti agli incontri dello stand confederale su innovazioni tecnologiche, fiscalità e contributi, e efficienza energetica. Le agroenergie hanno bisogno di una strategia chiara e condivisa. Questo è il messaggio che Palazzo della Valle ha consegnato al ministro Pichetto Fratin insieme al proprio documento programmatico. La Confederazione parteciperà all’edizione del Vinitaly di quest’anno portando le questioni più importanti per il comparto: clima, mercati internazionali e tendenze di consumo. Senza dimenticare le fitopatie, tra cui la Peronospora che, quest’anno, è costata ai vigneti italiani perdite di produzione anche del 100%. Le aziende hanno bisogno di ristori e di investimenti in ricerca scientifica per adattare le colture alle nuove temperature. La sperimentazione in campo delle piante selezionate con le Tecniche di evoluzione assistita partirà dalle risaie della provincia di Pavia con una specie genomicamente modificata per resistere al brusone. Come scrive Deborah Piovan su questo numero, il regolamento sulla Tea, approvato in Europarlamento, presenta novità rispetto al testo della Commissione. A partire dalla normativa (non chiara) sulle categorie di piante derivanti da tecniche di evoluzione assistita (Tea). Dal 9 febbraio, data della dichiarazione di stato di calamità naturale, 900mila siciliani fanno i conti con il razionamento della fornitura d’acqua. L’Italia non è sola nel dover affrontare una siccità “fuori stagione”. Secondo l’European Drought Observatory, l’1,2% del territorio europeo è già in allarme conclamato.
Dai dazi all’export russo, alla sospensione della legge sul ripristino della natura. Dall’Ue arrivano in questi giorni segnali positivi rispetto alle richieste dal settore primario europeo. Dalla sua assemblea straordinaria organizzata a Bruxelles, Confagricoltura ha presentato il suo piano in dieci punti per modificare la nuova Pac a tutela delle produzioni e dei redditi delle imprese.
Regole certe. Questa è la prima richiesta degli agricoltori ai decisori politici per poter investire nelle energie rinnovabili. È apparso evidente al Key (l’expo sulla transizione energetica di Rimini) davanti al grande numero di partecipanti agli incontri dello stand confederale su innovazioni tecnologiche, fiscalità e contributi, e efficienza energetica. Le agroenergie hanno bisogno di una strategia chiara e condivisa. Questo è il messaggio che Palazzo della Valle ha consegnato al ministro Pichetto Fratin insieme al proprio documento programmatico.
La Confederazione parteciperà all’edizione del Vinitaly di quest’anno portando le questioni più importanti per il comparto: clima, mercati internazionali e tendenze di consumo. Senza dimenticare le fitopatie, tra cui la Peronospora che, quest’anno, è costata ai vigneti italiani perdite di produzione anche del 100%. Le aziende hanno bisogno di ristori e di investimenti in ricerca scientifica per adattare le colture alle nuove temperature.
La sperimentazione in campo delle piante selezionate con le Tecniche di evoluzione assistita partirà dalle risaie della provincia di Pavia con una specie genomicamente modificata per resistere al brusone. Come scrive Deborah Piovan su questo numero, il regolamento sulla Tea, approvato in Europarlamento, presenta novità rispetto al testo della Commissione. A partire dalla normativa (non chiara) sulle categorie di piante derivanti da tecniche di evoluzione assistita (Tea).
Dal 9 febbraio, data della dichiarazione di stato di calamità naturale, 900mila siciliani fanno i conti con il razionamento della fornitura d’acqua. L’Italia non è sola nel dover affrontare una siccità “fuori stagione”. Secondo l’European Drought Observatory, l’1,2% del territorio europeo è già in allarme conclamato.
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Coltiviamo
Europa
Burocrazia, clima, reciprocità…
le dieci proposte
che Confagricoltura
ha portato a Bruxelles
Agroenergie
Ecco la strategia
È tutto pronto
per il Vinitaly
Fermiamo
il grano russo
Anno LXXIII - n. 3 - MARZO 2024 - TAR. R.o.c. - Poste Italiane spa - Periodico di Tecnica, Economia e Politica Agraria - 1 copia euro 3
Autorizz. Trib. di Roma n. 1662 del 22/06/1950 - Editrice Confagri Consult - 00186 Roma - Corso Vittorio Emanuele II, 101
IL GUSTO DEL VINO
IL VALORE DEL TERRITORIO
VINITALY
14 - 17 aprile 2024
Verona
PAD. D STAND G-H-I
L’EDITORIALE
Questo numero di Mondo Agricolo è stato chiuso il 26.03.2024
•••
Le nostre richieste
all’Europa
Le ultime settimane sono state caratterizzate dalle manifestazioni di protesta degli agricoltori di tutta Europa.
Erano anni che non assistevamo a episodi di tale portata. Segno evidente di un malessere profondo che,
complici gli eventi degli ultimi tempi, prima il Covid, poi le guerre e, di conseguenza, l’aumento dei costi
di produzione, l’inflazione e l’innalzamento dei tassi d’interesse, ha innescato la miccia. Di un fuoco che,
però, covava da tempo. Al di là delle singole e diverse rivendicazioni nazionali, sul banco degli imputati è
finita l’Europa. E con essa la Pac, il Green Deal, le regole, la burocrazia, la mancanza di tutela delle nostre
produzioni e del reddito degli agricoltori. All’Europa si rimprovera sostanzialmente di aver dimenticato
l’agricoltura, il suo contributo economico, ambientale e sociale, fondamentale per la crescita, la competitività
e lo sviluppo equilibrato del Continente. Anche Confagricoltura ha condiviso il malessere comune degli
agricoltori, senza scendere in piazza, scegliendo la via del dialogo e del confronto. E per questo, ha organizzato
un’assemblea straordinaria che si è svolto nella capitale belga, in concomitanza con il consiglio Agricoltura
Agrifish, il 26 febbraio scorso. Da quell’assemblea è scaturito un documento di proposte che abbiamo
consegnato alle istituzioni europee, riassumibile in dieci punti: una sorta di manifesto per l’agricoltura
di domani, che racchiude le richieste che Confagricoltura porta avanti da anni. Ed è per lo stesso motivo
che lo scorso 21 marzo la giunta nazionale si è riunita a Bruxelles, dove era in corso il Consiglio europeo,
per rimarcare le nostre richieste.
Intanto qualche risposta, parziale, da Bruxelles è arrivata. Negli ultimi giorni sono state assunte alcune
decisioni che vanno incontro alle richieste da noi avanzate. La Commissione europea ha licenziato le proposte
per la revisione degli atti di base della PAC, che vanno nella direzione di una maggiore semplificazione
burocratica e ha anche annunciato la prossima presentazione di appositi provvedimenti per migliorare
la remunerazione degli agricoltori e la loro posizione all’interno della filiera agroalimentare.
C’è, però, ancora molto lavoro da fare e il nostro obiettivo è più ambizioso. Siamo sempre stati
contrari alla Pac in vigore e ora chiediamo di accelerare i tempi per la sua revisione. Non ci accontentiamo
di una semplice correzione. Puntiamo ad una profonda riforma in grado di assicurare
la stabilità dei mercati e il reddito degli agricoltori. Che assicuri una reale coesistenza tra la
sostenibilità ambientale e quella economica. Che tenga conto dell’impatto determinato dal cambiamento
climatico. Saranno queste, in particolare, le proposte che presenteremo nel corso delle
iniziative programmate in vista delle elezioni al Parlamento europeo.
Massimiliano Giansanti
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 3
6 11
12
22 32
SOMMARIO
L’EDITORIALE
Le nostre richieste all’Europa
Massimiliano Giansanti ....................... 3
LO STATO DELL’UNIONE
Assemblea straordinaria
Anja Zanetti ......................................... 6
La voce delle imprese
Gabriella Bechi .................................... 8
Il nodo russo (red) ............................. 11
VINITALY
Le mille facce del vino
Anna Gagliardi .................................. 12
PERONOSPERA
La prevenzione
è l’unica strada
Palma Esposito .................................. 15
CANTINE D’ITALIA
Vini all’ombra del vulcano (az) ............. 20
Dai fondali marini ai mercati internazionali
Alessandra Porro .............................. 22
Eleganza da assoporare (az) ................. 24
Come nasce il vino
Paola Castello .................................... 26
K EY-THE ENERGY TRANSITION
L’età matura
Francesco Bellizzi ............................. 28
ENERGIA
Le richieste al ministro (fb) ................. 24
FISCALITÀ E RINNOVABILI
I conti in tasca
Nicola Caputo .................................... 32
RISO
Un successo che cresce di anno in anno
Elisabetta Tufarelli ............................ 34
MARICOLTURA
Un comparto strategico (et) ................. 36
EMERGENZA CLIMA
Focus sull’acqua (et) ............................ 38
Un futuro a secco Dario Giardi .......... 40
Manifesto per le foreste
Silvia Piconcelli e Irene Gangarossa ..... 42
NUOVE TECNOLOGIE
TEA a che punto siamo
Deborah Piovan ................................. 38
RAPPRESENTANZA
Dialogi tra generazioni (et) ................. 52
Rubriche
Mappamondo Diversificare 47 | Organizzazione Made in Italy 55 | Anga Networking 56 | Over65 Socialità 58 |
Fiiaf Imprese familiari 59 | Enapra Digitalizzazione 60 | Buono a sapersi Abruzzo 64 | Campi sonori Tributo jazz 65
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4 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
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trattamenti
Semplificazione
amministrativa
LO STATO DELL’UNIONE
Un momento dell’assemblea straordinaria di
Confagricoltura nella sede del Copacogeca a Bruxelles
Assemblea
straordinaria
La Confederazione ha portato
oltre 200 delegati dai territori
nel quartier generale
del Copa-Cogeca,
a pochi passi dalla sede
del Consiglio europeo
di Anja Zanetti
L
unedì 26 febbraio, data del Consiglio
Agrifish a Bruxelles, i trattori si sono fatti
sentire. È la seconda protesta del mese,
ma questa volta sono molti di più. Clacson,
fumogeni e striscioni hanno invaso
le vie del centro già nel cuore della
notte, incuranti della pioggia. Qui e là qualche
falò di legna o copertoni per alleviare il freddo
pungente e per sottolineare che la protesta non
avrà tempi brevi né modi pacati. Gli agricoltori
non sono più disposti a temporeggiare: chiedono
fatti. Le materie del contendere sono note.
Dalle strade della capitale emerge un forte senso
di frustrazione, per i costi di produzione sempre
più alti, i prezzi di mercato non allineati, il peso
della transizione green sulle imprese e la minaccia
di nuovi concorrenti interni alla stessa Unione.
Il messaggio è il medesimo, ma le modalità
ben diverse: Confagricoltura sceglie il dialogo. La
Confederazione è in città con oltre 200 delegati
dai territori per consegnare alle istituzioni italiane
ed europee un decalogo di proposte concrete
che auspicano un’immediata modifica della PAC.
Spoiler: la speranza, per ora, è stata disattesa. Le
successive azioni della Commissione, infatti, evidenziano
un primo passo in avanti, risultando
però ancora insufficienti.
Nel quartier generale del Copa-Cogeca, a pochi
passi dalla sede del Consiglio europeo, i lavori
iniziano di prima mattina. Dopo l’intervento di
Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura
e vice del Copa, di Christiane Lambert,
presidente del Copa, e di Lennart Nilsson, presidente
del Cogeca, si avvicendano nel corso della
giornata ministri, parlamentari ed esponenti della
Confederazione. La sessione mattutina si chiude
con il video-messaggio della Premier Giorgia
Meloni, testimonianza che i temi agricoli, ora più
che mai, sono in cima alle agende governative
in Italia e in Europa. “L’agricoltura non è nemica
dell’ambiente e della transizione ecologica”,
afferma Meloni. “Anzi, è l’esatto contrario. Se c’è
Massimiliano Giansanti
Presidente di Confagricoltura
6 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
(da sx) Christiane Lambert (Copa),
Massimiliano Giansanti (Confagri)
e Lennart Nilsson (Cogeca)
agricoltori vogliono dire la
loro sui temi che dovranno
essere affrontati dal nuovo
esecutivo, con maggiore urgenza
e decisione. Le proteste sono iniziate ormai
qualche mese fa. Si accendono e si spengono in
molti Stati membri. I fattori sono diversi di Paese
in Paese, ma il messaggio, che arriva forte e chiaro,
è che con questa politica agricola il settore
non può più andare avanti. Alzando il naso oltre
le colonne di trattori, il murale su Rue de la Loi, a
tinte blu e gialle, ci ricorda che “il futuro è l’Europa”.
Spicca anche nel grigiore dell’inverno belga,
ma oggi ha un tono quasi disperato. •••
g
CREDITO, IL CONSIGLIO UE APRE AL TERMPORARY FRAMEWORK
Giordano Emo Capodilista
Vicepresidente della Confederazione
qualcuno che ama il territorio e lavora ogni giorno
per custodirlo e preservarlo, tutelando anche
identità e tradizioni, quel qualcuno è proprio
l’agricoltore. Per questo il governo si è battuto
in Europa, fin dal suo insediamento, contro tutti
quei dictat ideologici che avrebbero colpito la
produzione agricola europea e avrebbero messo
a rischio quel concetto di sovranità alimentare
che resta un nostro indirizzo irrinunciabile”.
Nelle parole della Premier per Confagricoltura,
un’indicazione chiara: deve prevalere il buon
senso. “Bisogna aiutare gli imprenditori agricoli
a produrre di più” ribadisce il vice-primo ministro,
Matteo Salvini, che, in collegamento dall’Italia,
chiosa: “Occorre ribaltare l’impostazione
culturale. Ripensare la Pac prima delle elezioni
europee, una Pac strutturata per pagare chi non
coltiva e non pesca”. Il “diritto a produrre” è invocato
sia dai manifestanti di Bruxelles, sia dai
colleghi che protestano in altri Stati. Il malcontento
degli agricoltori dell’Unione, in effetti, sta
prendendo la scena, fisica e mediatica. Ad ogni
angolo di strada, telecamere, fotografi e cronisti
raccontano in tempo reale, in lingue diverse, gli
sviluppi di una giornata densa di eventi. Anche
i nostri telegiornali hanno gli occhi puntati su
Bruxelles. Dietro le vetrate dei grattacieli, i tavoli
di confronto tra gli addetti ai lavori. Per le vie
della città, sfilate rumorose ma pacifiche e alcuni
scontri. Le forze dell’ordine sono schierate già
dal giorno prima. Dissuasori, nastri gialli e palette
per tutelare la cittadinanza e calmare qualche
manipolo irrequieto che arriva anche a gettare
letame contro la “politie”.
Il 21 e il 22 marzo a Bruxelles si è riunito il Consiglio
europeo. Il 26 marzo, di nuovo Agrifish.
Il 9 giugno, si terranno le elezioni europee e gli
Il Consiglio Ue ha aperto la strada per una proroga del Temporary
Framework, sollecitata dall’Italia e cruciale per garantire
liquidità alle imprese. Confagricoltura ha sostenuto
con decisione questo orientamento, pertanto auspica che
si proceda celermente nella messa appunto degli strumenti
necessari. In questo quadro, si aggiunge in termini positivi
la decisione del Coreper di sospendere le procedure di approvazione
della Legge sul Ripristino della natura. Infine, un
plauso va anche ai dazi straordinari su cereali, semi oleosi e
prodotti derivati da Russia e Bielorussia. Un vertice più che
positivo per l’agricoltura. Sempre a Bruxelles, Giansanti, nel
ruolo di vicepresidente del Copa, insieme alla presidente del
Copa-Cogeca, Christiane Lambert, ha incontrato il Commissario
Wojciechowski.
Il videomessaggio della premier Meloni all’assemblea
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 7
LO STATO DELL’UNIONE
La voce
delle imprese
8 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
All’Europa Confagricoltura
chiede semplificazione burocratica,
aiuti adeguati per i settori
in difficoltà come i seminativi,
la frutticoltura e la zootecnia
Sotto i riflettori dell’assemblea
straordinaria di
Confagricoltura
a Bruxelles, in primo luogo,
l’aggiornamento della Pac
rispetto all’evoluzione
dei prezzi dei prodotti
all’origine
di Gabriella Bechi
riforme sbagliate si sono susseguite
nel tempo - ha detto nel suo
intervento all’assemblea il presidente
Massimiliano Giansanti -
con il risultato di mettere sempre
di più in secondo piano le que-
“L
e
stioni legate alla produzione, alla competitività,
all’indipendenza alimentare. Contemporaneamente
sono via via aumentati gli impegni di
natura ambientale richiesti agli agricoltori, per
giustificare - questa la motivazione - agli occhi
dei contribuenti il sostegno finanziario destinato
dalla Ue all’agricoltura. In questo modo, è aumentata
a dismisura anche la complessità degli
adempimenti burocratici a carico delle amministrazioni
nazionali e delle imprese. Occorre anche
ricordare che la Pac era arrivata, in passato,
ad incidere per il 60% sul bilancio dell’Unione.
L’incidenza è scesa ora al 30%, che corrisponde
allo 0,4% del Pil complessivo degli Stati membri.
Questo significa aver ridimensionato fortemente
la capacità competitiva dell’imprenditore
agricolo, che in pratica viene incentivato a non
produrre, trovandosi privo di protezione e fuori
mercato - ha spiegato Giansanti -. Per la Pac
si impone, dunque, un cambiamento di rotta a
tutti gli effetti. Anche perché il nuovo allargamento
dell’Unione all’Ucraina, alla Moldavia e
ad alcuni Paesi dell’area dei Balcani è insostenibile
sotto il profilo finanziario. E anche l’assetto
istituzionale e le regole di funzionamento
dell’Unione dovranno essere rivisti”.
All’Europa gli imprenditori agricoli di Confagricoltura
hanno chiesto norme all’insegna della
semplificazione radicale, con aiuti adeguati
alle aziende, con zero burocrazia; sostegni per
i settori in difficoltà, come i seminativi, la frutticoltura,
la zootecnia. E ancora, di rivedere il
regolamento della Commissione sulla deroga
all’obbligo di mantenere parte dei terreni
agricoli incolti o improduttivi che, nonostante
i miglioramenti ottenuti rispetto alla proposta
iniziale, non risponde alle esigenze degli agri-
g LE DIECI PROPOSTE DI CONFAGRICOLTURA A BRUXELLES
Dal 26 febbraio è iniziato il countdown verso il 9 giugno e dopo
la tappa di Bruxelles, il confronto si sposta sui territori. Confagricoltura
consegnerà ai prefetti e alle Regioni il documento di
posizione portato alle istituzioni Ue. Ecco i dieci punti che compongono
il documento.
1. Nuovo allargamento della UE. Aumentare il bilancio destinato
all’agricoltura; aggiornare gli aiuti diretti PAC all’evoluzione
dei prezzi all’origine e dei redditi.
2. Cambiamento climatico. Varare il “terzo pilastro” della PAC
per la gestione comune dei rischi e dei danni provocati da
eventi climatici estremi; aumentare la dotazione finanziaria e
rivedere il funzionamento della riserva di crisi.
3. Sicurezza alimentare. Sospendere l’entrata in vigore di provvedimenti,
come il ripristino della natura e sulle emissioni industriali,
in attesa delle conclusioni del dibattito in corso in Commissione
europea. Va anche rivista la “Direttiva Nitrati” del 1991.
4. Riformulare la proposta sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi
secondo il principio della neutralità tecnologica e tenendo
conto della specificità dei prodotti destinati all’alimentazione.
5. Eliminare dalla PAC gli obblighi sulla rotazione obbligatoria,
sulla destinazione non produttiva dei terreni e le sanzioni
collegate.
6. Semplificazione amministrativa. Ridurre in misura incisiva
gli adempimenti burocratici per gli aiuti diretti della PAC, compresi
gli “ecoschemi”.
7. Reciprocità e controlli sull’import. Assicurare il rispetto
delle regole dell’Unione in materia di sicurezza alimentare, biodiversità,
tutela del lavoro e benessere animale.
8. Inserire grano e semi di girasole nella lista dei prodotti
sensibili prevista nella proposta di regolamento riguardante la
proroga della sospensione dei dazi sulle importazioni agroalimentari
dall’Ucraina.
9. Moratoria sui crediti per migliorare la condizione di liquidità
delle imprese. L’eccezionale aumento dei tassi ha coinciso, a partire
dallo scorso anno, con la contrazione dei prezzi all’origine.
10. Sostenere la diffusione delle innovazioni per la competitività
delle imprese e per l’affermazione di processi produttivi
sempre più sostenibili.
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 9
LO STATO DELL’UNIONE
coltori italiani, poiché prevede una lista eccessiva
di condizioni che ne riducono fortemente
l’efficacia. Altri punti che sono stati dibattuti in
assemblea: gli accordi commerciali con i Paesi
terzi, che hanno bisogno di efficaci clausole di
reciprocità in materia di sicurezza alimentare,
tutela delle risorse naturali protezione del lavoro
e benessere degli animali, e i controlli sulle
importazioni in arrivo da questi Paesi, che vanno
rafforzati.
Sotto accusa anche il Green Deal. Le proposte
di regolamento presentate dalla Commissione
non sono, infatti, per Confagricoltura, in grado
di assicurare la coesistenza tra sostenibilità ambientale
e sostenibilità economica delle produzioni.
La situazione in atto richiede di bloccare
l’entrata in vigore dei provvedimenti discussi
nel corso della legislatura in scadenza, che possono
minare il potenziale produttivo dell’agricoltura
italiana ed europea. Tra questi, la proposta
di regolamento sul ripristino della natura
e quella sulle emissioni industriali, che ha vistosamente
ampliato gli adempimenti a carico
dei settori suinicolo ed avicolo. Va rivista anche
la “Direttiva nitrati” che risale al 1991, tenendo
anche conto della possibilità di utilizzare come
fertilizzante il digestato in uscita dagli impianti
di biogas. Ed è necessario sospendere il “trilogo”
in corso sulla proposta di regolamento
relativa agli imballaggi e ai rifiuti di imballaggi
che può arrecare gravi ed ingiustificati danni
al sistema agroalimentare italiano. La presidente
della Commissione europea ha annunciato
il ritiro formale della proposta di regolamento
per la riduzione, fino al 50% in media entro il
2030, dell’uso di fitofarmaci. “Una misura eccessivamente
restrittiva - ha evidenziato Giansanti
- che dovrebbe essere accompagnata da
incentivi per favorire l’utilizzo delle nuove tecnologie,
la digitalizzazione, la ricerca genetica,
che oggi sono l’unico strumento per potere nel
tempo salvaguardare il potenziale produttivo e
allo stesso tempo andare incontro alla necessaria
transizione verde”.
Questo per l’immediato. È evidente, poi, che
per gli anni a venire la situazione sta chiaramente
evidenziando quello che Confagricoltura
affermava sin dall’inizio, e cioè che questa riforma
“figlia” del Green Deal comunitario e della
strategia “Farm2Fork” è insostenibile per le imprese,
in quanto riduce gli incentivi a fronte di
maggiori impegni (e quindi costi) da rispettare
a carico delle imprese stesse. Una situazione
che difficilmente sta in piedi; una equazione di
sostenibilità, economica, sociale ed ambientale
impossibile da risolvere.
•••
10 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
LO STATO DELL’UNIONE
Per tutelare produzioni
e mercato la Commissione Ue
proposto al Consiglio restrizioni
all’export di prodotti agricoli
russi. Da inizio anno Mosca
ha introdotto in Europa
400mila tonnellate di grano,
rispetto alle 32mila del ’22
Il nodo
russo
L
a Commissione europea ha ufficialmente
presentato al Consiglio la proposta di
introdurre dazi straordinari sui cereali,
semi oleosie e prodotti derivati da Russia
e Bielorussia. “Di fronte alla profonda
crisi dei mercati in Italia e nella Ue
- ha commentato il presidente di Confagricoltura,
Massimiliano Giansanti - abbiamo sollecitato
un cambio di rotta e siamo lieti di apprendere
che la Commissione abbia deciso di procedere
verso la messa in opera di restrizioni in grado di
ridare stabilità ai mercati e fermare il crollo dei
prezzi agricoli all’origine”.
Gli ultimi dati diffusi dalla FAO relativi all’andamento
dei prezzi a livello internazionale hanno
fornito ulteriori motivazioni all’allarme lanciato
da Confagricoltura per il crollo delle quotazioni
all’origine dei cereali. L’indice FAO, infatti, ha
fatto registrare lo scorso febbraio un calo del
22,4% sullo stesso mese del 2023. Per quanto
riguarda il grano, gli esperti della FAO hanno
indicato che i prezzi sono calati essenzialmente
a causa di un sostenuto andamento delle esportazioni
della Federazione Russa.
Le cifre diffuse dall’Istat vanno nella stessa
direzione. Da gennaio a novembre dello scorso
anno, le importazioni di grano duro dalla
Federazione Russa sono ammontate a circa
400 mila tonnellate. Nello stesso periodo del
2022, si attestavano appena a 32 mila tonnellate.
L’aumento, quindi, è di oltre il 1.100 per
cento. Nello stesso periodo, il grano duro in
partenza dalla Turchia è arrivato ad incidere
per poco meno del 40% sul totale delle importazioni
italiane.
Secondo Confagricoltura, si impongono decisioni
coraggiose anche sul piano politico per
evitare la destabilizzazione dei mercati ed il
conseguente crollo degli investimenti. Il blocco
delle importazioni di cereali dalla Federazione
Russa va preso in considerazione senza riserve
in ambito Ue. (red)
•••
g IMPORT UCRAINA: L’EQUILIBRIO DEI MERCATI VA RISTABILITO
Confagricoltura aveva accolto con
soddisfazione l’esito del voto del 13
marzo scorso al Parlamento europeo
in merito all’attivazione di un freno
di emergenza nel caso di ulteriori aumenti
delle importazioni dall’Ucraina,
approvando gli emendamenti del PPE volti a includere frumento
tenero, orzo, avena, mais e miele nell’attivazione automatica del
sistema di misure di salvaguardia. Ma il Consiglio europeo ha valutato
negativamente l’accordo, motivando la sua posizione dalla
mancata inclusione dei cereali nella lista dei prodotti sensibili nei
quali applicare i dazi nel caso di ulteriore aumento dei flussi sui
mercati degli Stati membri. Con il voto del PE è stata anche inserita
nella proposta originaria della Commissione la modifica che sposta
il periodo di riferimento per il ripristino dei dazi sui prodotti sensibili
importati dall’Ucraina dalla media 2022-2023 al 2021-2023.
L’aumento delle importazioni dall’Ucraina ha avuto forti conseguenze
in termini di contrazione dei prezzi per cereali e semi oleosi
nella UE. Stando ai dati della Commissione, gli arrivi di grano
ucraino sono aumentati del 40% da gennaio a ottobre dello scorso
anno rispetto allo stesso periodo del 2022.
“Il sostegno all’Ucraina è fuori discussione - ha commentato il presidente
Massimiliano Giansanti -. Oltre alla sospensione dei dazi,
l’Unione ha attivato i “corridoi di solidarietà” per sostenere le esportazioni
agroalimentari di Kiev ed altre iniziative possono essere
studiate. Ad esempio, l’acquisto di prodotti ucraini da parte della
Ue per il successivo invio ai Paesi meno avanzati dipendenti dalle
importazioni per la copertura del fabbisogno alimentare interno.
L’equilibrio sui mercati europei va, però, ristabilito.”
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 11
ASPETTANDO VINITALY IL PROGRAMMA
Le mille facce
del vino
Confagri torna a Verona
con la Galleria delle regioni.
Clima, mercati, tendenze
di consumo e innovazione,
saranno i temi dello stand
confederale
di Anna Gagliardi
D
al 14 al 17 aprile Confagricoltura torna
al Vinitaly con uno stand di oltre
500 metri quadrati, nel padiglione D,
che ospita convegni, degustazioni, incontri
e approfondimenti, dando spazio
ai territori con le loro peculiarità
produttive, anche alla luce della delicata situazione
che sta vivendo il comparto. Cambia, infatti,
il consumo di vino in Italia e nel mondo,
e cambia il clima, al punto da disegnare nuovi
contorni alle produzioni. I dati definitivi dell’ultima
vendemmia certificati dal Masaf alla DG
Agri attestano che l’annata è stata la più leggera
dal dopoguerra, con 38,3 milioni di ettolitri
e un calo del 23,2% rispetto al 2022. Una diminuzione
da imputare soprattutto al diffondersi
della Peronospora nel Centro e Sud Italia che
impone un approccio coraggioso da parte di
tutti, al tema del cambiamento climatico e delle
conseguenti fitopatie. Ma è soprattutto l’anda-
12 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
mento del mercato a destare l’attenzione degli
operatori. Il 2023 si è chiuso per l’Italia con un
calo del 4,4% in volume e del 7,3% in valore
nelle prime cinque piazze mondiali: Stati Uniti,
Germania, Regno Unito, Canada e Giappone
(che insieme valgono il 56%dell’export complessivo
del nostro Paese - fonte: UIV). Il calo non
riguarda solo l’Italia, ma interessa tutti i top
player vitivinicoli.
Nell’ambito dei consumi, al di là degli aspetti
economici, soffrono maggiormente i vini rossi,
anche di pregio. Un calo che preoccupa gli
operatori e che impone una riflessione approfondita.
Vinitaly quest’anno si è presentato al
panorama internazionale in pompa magna: la
prima conferenza stampa a Bruxelles ha confermato
lo sforzo dell’ente fiera proprio in considerazione
dell’andamento generale: la 56ª
edizione fa il tutto esaurito con 4.000 imprese
espositrici, con in contemporanea la 28ª edizione
di Sol, International olive oil trade show
(area C); Xcellent Beers (area I) e il 25° Enolitech,
Salone internazionale delle tecnologie per
la produzione di vino, olio e birra (pad. F). Con
le tre rassegne, il numero delle aziende presenti
nei 17 padiglioni della fiera sale a quasi 4.300
da 30 Paesi. I buyer attesi a Verona sono 1.200
da 65 Stati, il 20% in più rispetto all’anno scorso,
grazie alla collaborazione con Ice-Agenzia,
le ambasciate, il Mimit e il Masaf.
In occasione della prima giornata del Made in
Italy voluta dal ministro Urso, il 15 aprile, Verona
presenta, anche con il ministro Lollobrigida,
lo studio “Se tu togli il vino all’Italia”, un tuffo
nel bicchiere mezzo vuoto. Una ricerca realizzata
dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly e da Prometeia
sull’impatto che il Belpaese subirebbe in
termini socio-economici, turistici e identitari da
un’ipotetica scomparsa del vino dall’Italia.
Clima, mercati, tendenze di consumo e innovazione
sono i temi degli approfondimenti organizzati
nello stand di Confagricoltura dalla FNP
Vino e dalle Unioni, che partecipano anche con
degustazioni e abbinamenti con il cibo. I convegni
saranno trasmessi in diretta streaming sul
canale YouTube di Confagricoltura, da cui si
può accedere direttamente dall’homepage del
sito confederale. Su tutti gli appuntamenti in
programma allo stand saranno realizzati servizi
con i protagonisti dei vari territori, disponibili
poi su YouTube. Torna anche la Galleria delle
regioni, con la vetrina sulle etichette di pregio
delle zone vitivinicole italiane: uno spazio che
quest’anno sarà ancora più attivo nell’ospitare
eventi. Sono attese numerose presenze di personalità
del mondo del vino, ma anche di politici:
le prossime elezioni europee di giugno
accendono infatti i riflettori su diversi temi che
interessano da vicino tutti i produttori.
Importante anche la presenza a SOL nel padiglione
C, stand 47, dedicata al comparto dell’olio
di oliva, con uno spazio che sarà gestito da
Unapol, con cui Confagricoltura ha stilato un
protocollo di intesa.
Per quanto riguarda il settore vino, il programma
degli eventi di Confagricoltura a Vinitaly
inizia domenica 14 aprile, alle 14,30, con il
convegno “Cambiamento climatico e settore
vitivinicolo. Effetti e strategie adattative”, che
tratterà gli effetti del clima sull’andamento produttivo
dei vigneti e i fenomeni che esso produce.
Il confronto verterà intorno alle strategie
da adottare per lo sviluppo di un Piano straor-
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 13
ASPETTANDO VINITALY IL PROGRAMMA
dinario di azione di contrasto di questi effetti
e che sostenga anche la ricerca scientifica.
Interverranno Federico Castellucci, presidente
FNP vino; Stefano Poni, dipartimento di Scienze
delle Produzioni Vegetali Sostenibili dell’Università
Cattolica di Piacenza; Riccardo Velasco,
direttore CREA-VIT Centro di ricerca per
la viticoltura ed enologia; Herbert Dorfmann,
parlamentare europeo. Le conclusioni saranno
affidate al presidente Giansanti.
Sempre domenica, alle 16,30, Confagricoltura
Veneto e la Confederazione organizzano un incontro
con i parlamentari sui temi di attualità
per l’agricoltura.
La giornata prevede anche le degustazioni di
Sassari, con il Vermentino, alle 12,30, e la verticale
di Nero Buono con Latina, alle 16,30.
Lunedì 15, nell’area salotto l’ANGA propone
alle 12 un incontro dal titolo “Young Wine: eleganza
e sostenibilità nel calice”. Aprirà i lavori
Piergiovanni Ferrarese, presidente Anga Verona
e rappresentante FNP Vitivinicoltura dei Giovani
di Confagricoltura; quindi relazione ranno
Marta Galli, direttore operativo dell’Osservatorio
in sustainable wine business and enogastronomic
tourism dell’Università Cattolica e un
operatore del mercato USA. Le conclusioni sono
affidate a Giovanni Gioia, presidente Anga. A
seguire una degustazione dei vini prodotti dai
Giovani di Confagricoltura.
Alle 14,30 la Galleria delle Regioni ospiterà il
convegno di Agronetwork “I consumi di bevande
in Italia: trend vino, birra, vermouth, liquori,
distillati, analcoliche e acqua minerale”.
Alle 16 sarà il turno di “Vini bianchi e rossi a
confronto: performance attuali e prospettive di
mercato”. Confagricoltura propone un’analisi
con gli esperti di ISMEA e una tavola rotonda
con i Consorzi che hanno particolare attenzione
per le caratteristiche della propria denominazione.
Interverranno Federico Castellucci;
Tiziana Sarnari, ISMEA; Christian Marchesini,
presidente Consorzio Valpolicella; Francesco
Mazzei, presidente AVITO; Michele Bernetti,
presidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela.
Concluderà Massimiliano Giansanti.
Alle 17,15 verrà approfondito il tema della ricerca
genomica con l’incontro “Le TEA in viticoltura”,
a cura di Confagricoltura Veneto.
Tante le degustazioni in programma lunedì:
alle 9,30 i prodotti enogastronomici dell’Agro
Pontino di Latina; alle 11 la Docg Erbaluce di
Caluso, con l’Unione di Torino che chiude le
celebrazioni del vitigno dell’anno della Regione
Piemonte; alle 13 la degustazione di vini
e piatti tipici del Napoletano; alle 14,30 sarà
la volta di Salerno con “Il valore dei Consorzi
campani nella crescita dei territori”.
Martedì 16 la giornata si inaugura alle 9,30
con i progetti europei di “Pact For Skills: un
patto per le nuove competenze con particolare
attenzione al settore vitivinicolo”. Si prosegue
alle 11 con la degustazione curata dalle Unioni
di Siena, Cuneo e Brescia.
Alle 13,30, nella Galleria delle regioni, sarà
la volta di “I progetti europei legati al settore
vitivinicolo”. A seguire, nella stessa location,
Agronetwork presenta “Aspetti sociali e sanitari
del consumo moderato di bevande alcoliche: il
consensus paper sul vino di Cluster AgriFood”.
Alle 14, nell’aula Degustazione. si parlerà del
progetto sul carbon farming in fase di attuazione,
a cura dell’Unione di Siena. Alle 15,30 toccherà
a Salerno, con “I vini campani e la nuova
etichettatura”.
Alle 17 l’incontro di approfondimento con
CSQA dedicato a tecnologie digitali e sostenibilità
certificata nel vigneto, che si terrà nello
spazio del MASAF.
Mercoledì 17 Crédit Agricole e Confagricoltura
chiudono il programma con l’approfondimento
dal titolo “Le soluzioni finanziarie per le aziende
vitivinicole: pegno rotativo vino”.
(Per la consultazione del programma definitivo
si rimanda al banner dedicato sul sito di
Confagricoltura).
•••
14 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
ASPETTANDO VINITALY EMERGENZA PERONOSPORA
La prevenzione
è l’unica strada
Nel 2023 la Peronospora
ha causato perdite
di produzione stimate
tra il 30% e il 100%.
La vitivinicoltura italiana
ha bisogno di ristori
immediati e di piante
adatte al cambiamento
climatico
di Palma Esposito
(responsabile Settore vitivinicolo
e olivicolo)
I
l vino, fiore all’occhiello della nostra economia,
con 13 miliardi di fatturato, 22 milioni
di ettolitri esportati, con un record in valore
di circa 8 miliardi di euro, sta vivendo uno
dei momenti più difficili della sua storia. La
causa è la Peronospora, una terribile fitopatia
che colpisce la coltura della vite, provocano
danni inestimabili, che stanno mettendo in
gioco la sua stessa sopravvivenza. In pochi mesi
siamo passati da avere problemi di stock elevati
e richieste di distillazione di crisi a problemi di
carenza del prodotto. E sempre di più sono le richieste
di fondi per abbandonare la coltura, sulla
scia di quanto è stato richiesto ed ottenuto in
Francia dai viticoltori in crisi: 9500 ettari pronti
per l’estirpazione e l’uscita dal settore.
Le infezioni di Peronospora del 2023, con attacchi
prevalenti al Centro-Sud, hanno provocato
perdite di produzione stimate dal 30% al 100%.
Tali perdite di prodotto non trovano ricordo
neanche nei viticoltori più anziani. La fitopatia
non ha risparmiato alcun organo della vite: dai
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 15
ASPETTANDO VINITALY EMERGENZA PERONOSPORA
grappolini sin dalla fase di differenziazione, alle
foglie e ai tralci, con danni economici evidenti.
La produzione in alcune aree è stata totalmente
compromessa. Criticità maggiori sono presenti
nelle regioni centro meridionali, in particolare,
Toscana, Abruzzo, Marche, Umbria, Basilicata,
Lazio, Campania, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia,
dove si rileva la presenza della malattia a
macchia di leopardo, con una incidenza del 20%
delle superfici, ma con picchi anche del 70/80%.
Nelle regioni del Nord Italia è stato possibile tenere
sotto controllo l’attecchimento della malattia
tranne che in Liguria e Friuli-Venezia Giulia,
g AIUTI 2023, FONDO DA 7 MILIONI E AGEVOLAZIONI CREDITIZIE
Per fronteggiare l’emergenza della Peronospora il governo ha
attivato delle misure specifiche consentendo ai viticoltori colpiti
di accedere alle misure del Fondo di solidarietà nazionale con
un budget complessivo di 7 milioni di euro per l’anno 2023. Le
regioni interessate hanno proceduto alla delimitazione del territorio,
predisponendo le proposte di declaratoria al Masaf che
ha provveduto al riconoscimento formale di eccezionalità dell’evento.
I provvedimenti sono in attesa di pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale. Gli agricoltori danneggiati potranno presentare
entro 45 giorni le domande di aiuto che saranno precompilate
a cura di Agea, che potrà procedere con l’istruttoria ed erogare
le provvidenze previste. Oltre ai contributi in conto capitale (fino
all’80% del danno della produzione lorda vendibile ordinaria), il
Fondo di solidarietà nazionale prevede anche la proroga delle
rate delle operazioni di credito in scadenza nell’anno in cui si è
verificato l’evento calamitoso e l’esonero parziale, fino al 50%,
dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri
e dei propri dipendenti. È stato inoltre istituito presso il Masaf un
nuovo Fondo per la gestione delle emergenze in agricoltura, con
una dotazione di 100 milioni per ciascuno degli anni 2024, 2025
e 2026, a sostegno degli investimenti delle imprese colpite da calamità
non prevedibili. Questi fondi, tuttavia, non sono riservati
alla problematica Peronospora, ma per “ogni nuova emergenza
che costituisca un pericolo per il settore agricolo, agroalimentare,
zootecnico e della pesca” e sono vincolati ad investimenti da
implementare. Confagricoltura ha chiesto in merito di svincolare
gli aiuti dall’obbligo di investimenti.
dove il danno è di entità minore, ma comunque
preoccupante. A risentire maggiormente di questa
precarietà sono stati i vigneti biologici. Le
previsioni vendemmiali hanno dato contezza del
fenomeno. Alla peronospora è attribuibile in via
prioritaria il calo produttivo registrato quest’anno,
calo che ricordiamo è di circa 11 milioni hl
con una produzione di 38 milioni di ettolitri, il
23 % in meno rispetto allo scorso anno.
Confagricoltura ha segnalato le gravi conseguenze
economiche sulle aziende vitivinicole
dovute, oltre che alla marcata riduzione dei
volumi di produzione delle uve, anche al consistente
aumento dei costi per la lotta fitosanitaria
legato al rialzo del prezzo dei carburanti,
della manodopera e dei fitofarmaci stessi. Per
questo, nei mesi scorsi, è stata richiesta l’attivazione
di un tavolo tecnico per proporre azioni
di ristoro sia in ambito nazionale, sia comunitario.
Servono, infatti, strumenti di sostegno al
reddito immediati per superare questa annata
difficile. Ma la Confederazione pone l’accento
anche sulla possibilità di utilizzare strumenti
innovativi, come i droni, per i trattamenti
laddove è difficile entrare in vigneto dopo le
piogge intense. Una revisione delle attuali disposizioni
è fortemente auspicabile e sarebbe
di aiuto per una lotta più efficace ed anche
con impatto economico diverso. Il monitoraggio
e la prevenzione con adeguati trattamenti
da un lato e la ricerca con le nuove tecniche di
genomica assistita dall’altro sono gli strumenti
sostenuti da Palazzo della Valle.
16 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
Alla peronospora
è attribuibile un calo
produttivo di circa
11 milioni di ettolitri
per un totale
di 38 milioni
di ettolitri, il 23%
in meno rispetto
allo scorso anno
Come tutte le colture, la vite è sensibile alle
avversità climatiche e agli eventi eccezionali.
Le prolungate piogge dello scorso anno hanno
avuto effetti devastanti sul settore vitivinicolo.
L’inverno mite, infatti, aveva anticipato la ripresa
vegetativa, cosicché le foglie si sono trovate
esposte alle precocissime infezioni primarie favorite
dalle intense e frequenti piogge dei mesi
di aprile e, soprattutto, di maggio nelle regioni
del medio Adriatico. Nell’area, le precipitazioni
hanno superato i 200 mm di accumulo, con picchi
anche superiori nelle zone maggiormente
colpite, arrivando ad un’anomalia percentuale
oscillante tra il 100 e il 250 per cento, fino oltre
il 350% sul valore climatologico mensile. Nel
mese di maggio la piovosità in alcune aree ha
superato i 20 giorni/mese, quando usualmente
la normalità climatologica si attesta sui 10
giorni. Similmente, è risultato altissimo anche
il numero di giorni con cielo coperto, fino a
24 giorni su base mensile, circa il doppio del
normale valore climatologico. A soffrire dell’anomalia
meteorologica del periodo è stato tutto
il settore agricolo, ma in particolare i vigneti,
in cui la pioggia prima e il fango dopo hanno
impedito di svolgere i trattamenti necessari a
contrastare l’attacco della Peronospora. Questo
aspetto è stato completamente sottovalutato in
campo, soprattutto in quelle aziende dove non
è presente un servizio di assistenza tecnica e
l’agricoltore ha eseguito i trattamenti non in
funzione del reale rischio fitosanitario, ma in
base alla consuetudine.
•••
g REGOLE IMBALLAGGI, PASSI AVANTI MA RISCHI PER IV GAMMA
Confagricoltura prende atto della posizione espressa dal Comitato
dei rappresentati permanenti degli Stati membri presso
la Ue (Coreper) sull’accordo provvisorio raggiunto nei giorni
scorsi tra Parlamento europeo e Consiglio sulla proposta
di regolamento riguardante gli imballaggi e i rifiuti di imballaggi.
Il testo condiviso contiene importanti miglioramenti rispetto
alla proposta originaria, grazie al lavoro degli europarlamentari
e del governo, ma non supera le criticità relative al
comparto ortofrutticolo. In particolare, per la quarta gamma,
relativamente al divieto di utilizzo di imballaggi monouso per
frutta e verdura fresca sotto 1,5 kg. La Confederazione ribadisce
che la soluzione migliore per il settore è quella dell’Europarlamento
che ha escluso il vino, gli spumanti, il latte, i
vasi dai target di riuso, imposti nella proposta originale della
Commissione europea, e con il riconoscimento della reciprocità
delle regole nei confronti dei Paesi terzi. L’accordo raggiunto
stabilisce, quindi, che anche le aziende con sede nei
Paesi terzi dovranno seguire la nuova normativa. In pratica, si
applicherà la clausola di reciprocità.
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 17
ASPETTANDO VINITALY L’INDAGINE
Wine
hospitality
Dalla vigna alla bottiglia.
Il volume L’Enoturismo 4.0
descrive il comparto nazionale
concentrandosi
sull’organizzazione
interna delle sue imprese
e sull’uso che fanno
del marketing digitale
L
a prefazione è di Luigi Moio, presidente
dell’OIV; la postfazione di Riccardo
Cotarella, numero uno degli enologi.
Il libro è firmato dall’onorevole Dario
Stefàno e dall’imprenditrice Donatella
Cinelli Colombini, con i contributi delle
associazioni Città del Vino, Le Donne del Vino,
Movimento del Turismo del Vino e Nomisma-
Wine Monitor. L’oggetto del volume è “L’Enoturismo
4.0”, che dà il titolo al lavoro che fotografa
in modo approfondito il comparto, focalizzandosi
sui suoi punti di forza e di debolezza, con
l’obiettivo di dare spunti concreti a istituzioni e
imprese per lo sviluppo del settore. Il libro, edito
da Agra Editrice, è stato presentato a Roma
a Palazzo Giustiniani (sede della presidenza del
Senato) alla presenza del ministro del Turismo,
Daniela Santanché, e del presidente del Senato,
Ignazio La Russa.
L’analisi ha coinvolto 145 comuni e 265 cantine.
Il quadro delinea un comparto trainante e molto
identificativo per tutto il turismo italiano, con 15
milioni di accessi e un ricavato, per le aziende,
che vale mediamente il 7% del loro business, con
punte fino al 20%. Dall’indagine emerge che le
piccole cantine con accoglienza familiare sono il
39%; quelle con rilevanza storica, architettonica o
artistica il 14%; quelle con un brand famoso o un
marchio storico il 12%; quelle con rilevanza paesaggistica
o naturalistica l’11%, stessa percentuale
delle cantine organizzate per l’incoming o dotate
di offerta innovativa. In generale, il 48% delle
aziende di produzione non supera i 500.000 euro
di fatturato, ha 15 dipendenti, di cui 3 coinvolti
nella wine hospitality. Questo servizio è affidato
nel 73% dei casi a una donna, mentre la direzione
aziendale è prevalentemente maschile (55%).
Sul fronte comunicazione, questa è affidata nella
quasi totalità dei casi ai social network, con il
99% delle realtà che ha un profilo su Facebook,
dove la media dei follower è di 8.585. Dato che
si dimezza su Instagram e cala ancora molto in
Linkedin e Twitter. Se i canali social riescono a
tenere vivo il rapporto con una parte dei propri
visitatori, questi tuttavia non sono sufficienti
a fare un vero e proprio business online con la
18 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
vendita delle bottiglie. Passando alle esperienze,
spiccano come predilette la capacità di diversificare
i servizi offerti, le visite guidate, la fruizione
della natura, del paesaggio e della vigna stessa,
la presenza fondamentale di aree verdi per un
turismo slow e la possibilità di abbinare sport nei
paraggi. Tutte componenti che per l’azienda e il
territorio significano aumentare la durata del soggiorno
e, di conseguenza, il business.
Se l’Italia è leader per biodiversità e varietà di vitigni,
che corrispondono anche ad altrettanti campanili,
borghi o luoghi di interesse, non sempre
questa ricchezza ha adeguate marce per rispondere
a un pubblico sempre più esigente sul fronte
della fruizione. Le note dolenti sono riconducibili
a diversi fattori: il 74% delle cantine dichiara
difficoltà a reperire personale con competenze, a
partire dalla conoscenza delle lingue straniere, o
con disponibilità a lavorare nei week end, un’adeguata
conoscenza del territorio da raccontare e
competenza tecnica. La formazione, insomma, è
un gap ancora molto forte da colmare, sebbene 7
aziende su 10 abbiano investito a riguardo.
Uno dei problemi messi in luce è poi l’apertura
al pubblico con “orario impiegatizio”: l’indagine
conferma questa situazione, anche se la tendenza
mostra un netto miglioramento: il 75% delle
cantine è aperta dal lunedì al venerdì. Il sabato
le percentuali scendono: 57% la mattina e 43%
il pomeriggio. Anche la domenica e nei festivi,
metà delle cantine è chiusa. I fattori esogeni che
impediscono all’enoturismo italiano di spiccare il
volo sono spesso la mancanza di infrastrutture e
trasporti per raggiungere le località (banalmente
una cantina non è in centro città); l’inadeguata
copertura della rete internet e una sostanziale
carenza di sinergie forti con le filiere del commercio
e le strutture ricettive. Mancano conseguentemente
iniziative
e pacchetti
condivisi sui territori,
da proporre
come “sistema”.
Oltre ai dati statistici
e al commento
sulla fotografia
delle dinamiche
del settore, “Enoturismo
4.0” contiene
degli approfondimenti
che,
stando agli autori,
vogliono rappresentare
dei manuali
d’uso per gli
uffici turistici delle
Città del Vino
e per le cantine
aperte al pubblico. Il focus, spiegato in queste
sezioni da Donatella Cinelli Colombini, è sul significato
e il funzionamento del wine club e sui
vantaggi di un uso coordinato dei social network
e della tecnologia per ampliare i follower che
ne rappresentano il principale bacino di utenza,
così come per l’e-commerce. Un set di linee guida
per chi desidera ampliare la propria visione
di business da chi sperimenta sul campo le novità
sulla wine hospitality.
A Palazzo Giustiniani, insieme al ministro del Turismo
e al presidente del Senato, c’erano anche
l’onorevole Dario Stefàno, il presidente di Assoenologi
Riccardo Cotarella, il presidente dell’Oiv
Luigi Moio (che ha mandato un videomessaggio),
l’autrice e imprenditrice vitivinicola Donatella Cinelli
Colombini, la presidente dell’associazione
Le Donne del Vino Daniela Mastroberardino, il
presidente del Movimento
Turismo del Vino Nicola
D’Auria, il presidente
dell’associazione Città
del Vino Angelo Radica, e
Roberta Gabrielli, head of
marketing e business processes
di Nomisma-Wine
Monitor, coordinati da
Massimiliano Ossini, conduttore
Rai. (ag) •••
Un momento della presentazione
del libro nella sede della presidenza
del Senato
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 19
ASPETTANDO VINITALY CANTINE D’ITALIA-1
Vini all’ombra
del vulcano
Sonia Spadaro Mulone
tra i vigneti della sua azienda
Santa Maria La Nave è l’azienda
vitivinicola di Sonia Spadaro
Mulone, alle pendici dell’Etna
a cui si aggrappano le radici
di vitigni autoctoni, da cui
si produce un massimo
di ottomila bottiglie l’anno
di soli Cru e Super Cru
V
oleva fare l’archeologa e si è riscoperta
custode di vitigni “reliquia”, quasi
estinti. Sonia Spadaro Mulone, 39 anni,
originaria della provincia di Siracusa, è
proprietaria e timoniera di Santa Maria
La Nave, boutique winery di nicchia e
di eccellenza sull’Etna. Una “Indiana Jones” del
vino buono che ha recuperato antiche tecniche
di produzione, tramandate nei secoli dai viticoltori
del luogo. Preservare la biodiversità esaltandola
è il suo primo obiettivo, perseguito attraverso
una produzione incentrata unicamente sulla
viticoltura estrema di vitigni autoctoni, coltivati
in regime biologico e biodinamico. “Sono io a
definirmi una custode. Mi sono innamorata di
questi luoghi e ho voluto dedicarmi alla salvaguardia
della loro unicità. Sono mamma di tre
bimbi e della mia azienda, un’altra figlia a cui
dedico tante energie, amore e pazienza. Vorrei
mantenerla di dimensioni ridotte, puntando
sulla qualità e non sulla quantità - ci racconta
Sonia, proseguendo senza esitazione -. Ho scoperto
una gemma di autenticità”. Ottomila bottiglie
negli anni più produttivi, di soli Cru e Super
Cru. “Ogni bottiglia è numerata e condivisa con
appassionati e intenditori di rari vitigni autoctoni,
in tutto il mondo. All’estero siamo negli Usa,
in California, New York e Utah - aggiunge l’imprenditrice
-, in Giappone, Australia, Hong Kong,
Francia, Spagna. Mi affido a una rete di distributori,
ma tutto passa attraverso relazioni dirette,
rapporti costruiti con cura. Chi sceglie i nostri
vini lo fa perché si innamora della storia di Santa
Maria La Nave. I miei clienti vengono qui a conoscere
la mole di lavoro e fatica che c’è dietro ad
ogni bottiglia”.
L’oasi in cui sorge Santa Maria La Nave è incastonata
nei boschi e si sviluppa lungo due versan-
20 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
ti dell’Etna. “Idda” (“lei”, in dialetto siciliano) è
da sempre una “vulcanessa” per chi è del posto.
Questa energia femminile dirompente si riverbera
anche nella storia di Santa Maria La Nave che,
infatti, prende il nome da due donne centrali nella
vita di Sonia: la mamma e la suocera. “Nave” è
la contrada sul fianco nord-ovest del vulcano, a
oltre mille metri di altitudine dove si snoda uno
dei due vigneti estremi vanto dell’azienda: Vigna
Casa Decima. L’altro, Vigna Monte Ilice, è orientato
a sud-est, lungo una pendenza che parte a
720 metri e arriva a 850 metri. Suolo vulcanico
nerissimo, aspro, al quale si aggrappano radici
autentiche, preservate dalla fillossera. “Proprio
questo terreno impervio ha protetto le piante dal
parassita che a fine ‘800 ha distrutto numerosi
vitigni e ha fatto sì che i viticoltori del luogo cominciassero
a praticare innesti con la vite americana,
più resistente. Le piante a questa altitudine
sono rimaste pure, a radice classica”.
La cura è il filo conduttore che ha guidato lo
sviluppo di Santa Maria La Nave, frutto di diversi
passaggi generazionali di amore, più che
di sangue. Tutto inizia quando Sonia decide di
occuparsi del piccolo vigneto della famiglia del
marito, lavorando in vigna e certificando il vino
prodotto come biologico. Da lì la voglia di crescere.
“Ho avuto fortuna. Cercavo un vigneto antico,
con una storia da raccontare, e ho incontrato
Don Alfio, contadino gentiluomo di 80 anni
che aveva messo in vendita il suo appezzamento.
L’ho trovato per caso, vedendo un cartello fuori
dalla sua tenuta, ed è stata subito empatia. Sono
intervenuta per gradi, insieme a lui, per restaurare
e mettere in sicurezza piante di oltre 180
anni”. Questa ostinata attitudine alla conservazione
prosegue. Con la Facoltà di Agraria dell’Università
di Catania, Sonia si sta occupando di
un altro vitigno estinto, il “Terribbile”, che deve
il suo nome proprio alla caparbietà con cui resiste
alla fillossera. “Ne sto facendo un campetto
varietale, in purezza, ne verranno circa 800
bottiglie”. Gli effetti del cambiamento climatico,
però, si fanno sentire anche qui. “Il 2023 è stata
un’annata difficile. Con una primavera particolarmente
altalenante, siamo passati dalla neve
fuoristagione a un caldo siccitoso che ha bruciato
tutto. La peronospora, poi, è stata molto
aggressiva. Avremo prodotto al massimo 5mila
bottiglie. Considerando, però, che in zona c’è chi
ha sofferto tagli fino al 90 per cento, non mi lamento,
anche perché l’uva ha avuto la caparbietà
di rimanere integra e donare un vino di qualità
eccelsa. Ancora una volta posso dirmi fortunata
o, meglio, protetta, da questo ecosistema unico”.
Il 2023 è stato anche l’anno dell’apertura della
nuova cantina. Un gioiello di bio-architettura, a
Trecastagni, in provincia di Catania, che coniuga
materiali antichi e tradizioni vinicole del territorio
e le più nuove tecnologie. “Perché dal passato
si impara sempre, il presente è qui ora, mentre
il futuro lo si costruisce giorno per giorno, consapevoli
che la cura e il rispetto per la natura, la
sua struggente bellezza e la biodiversità salveranno
il nostro Pianeta”. (az)
•••
L’Etna visto dalle vigne di Mulone
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 21
ASPETTANDO VINITALY CANTINE D’ITALIA-2
Dai fondali
marini
ai mercati
internazionali
Custoza di Villa Medici,
il bianco Doc della provincia
di Verona affinato nel mare
della Croazia. La scommessa
(vinta) di Silvia Caprara
di Alessandra Porro
A
ffinare un vino Doc di alta qualità,
quale è il bianco di Custoza, sui
fondali del mare è la scommessa
dell’azienda vitivinicola di Sommacampagna,
socia di Confagricoltura
in provincia di Verona. Scommessa
che oggi ha portato la titolare, l’imprenditrice
Silvia Caprara, a lanciare sul mercato le prime
mille bottiglie del suo Custoza Doc superiore,
invecchiato nei fondali croati dell’Isola Pag,
nella cantina subacquea Coral Wine, nata nel
2013. Le bottiglie sono rimaste immerse per
sei mesi ad una profondità di 15 metri e, grazie
ad una combinazione di bassa luminosità,
alta pressione e temperatura controllata,
il loro contenuto è evoluto in modo sorprendente,
svelando note uniche e distintive.
“Un’esperienza entusiasmante”, la definisce
Silvia Caprara, 27 anni e vicepresidente dei
Giovani di Confagricoltura Verona. È lei l’anima
più innovativa della storica cantina di
Sommacampagna, condotta dal padre Luigi,
insieme alla mamma Paola. L’azienda consiste
in 34 ettari messi a vigneto nel teatro naturale
delle colline moreniche del Garda accarezzate
dalla brezza del lago, da cui vengono ricavati
23 tipi di vino. Fresca di laurea in ingegneria
chimica, Silvia è ora una presenza costante
in azienda e partecipa con energia positiva
e grande curiosità a
tutte le attività della
cantina, preparandosi
a costruire il futuro
dell’azienda di famiglia,
la cui tradizione
vitivinicola risale
agli inizi del ‘700.
La cantina veronese
Sommacampagna produce
15.000 bottiglie di Custoza
Doc superiore l’anno.
Recentemente sono state
messe sul mercato le prime
mille affinate nei fondali
croati dell’Isola Pag presso
la cantina subacquea
Coral Wine
Il metodo di affinamento
subacqueo,
22 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
Silvia Caprara
Imprenditrice e vicepresidente
dei Giovani di Confagricoltura
Verona. È lei l’anima più innovativa
della storica cantina
di Sommacampagna
frutto di un mix
intrigante tra l’arte
del vino e il mistero
del mare, sta
catturando l’attenzione
dei wine lovers
e dell’alta ristorazione
in tutto
il mondo. Le bottiglie
“marinare”
di Custoza Doc
superiore hanno
preso, infatti, la
strada dei mercati
internazionali, come Stati Uniti, Giappone e Corea,
facendo lievitarne il valore anche economico,
dal momento che l’affinamento in profondità
richiede un grande lavoro manuale.
“Il progetto - racconta Caprara - è partito da una
fiera a Venezia, dove erano presenti alcuni componenti
della Coral Wine, la cantina subacquea
che in Italia ha il suo quartier generale ad Arzago
d’Adda, in provincia di Bergamo. Hanno assaggiato
il nostro bianco superiore, lo hanno molto
apprezzato e ritenuto adatto al loro tipo di affinamento”.
Da lì è nata la collaborazione. “Loro
hanno acquistato una parte di bottiglie - prosegue
l’imprenditrice - e dopo il procedimento marino,
le hanno messe in vendita sui loro canali
commerciali in tutto il mondo. Noi ne abbiamo
tenuta una parte per il nostro punto vendita e le
abbiamo proposte anche come regalo di Natale.
Un’idea originale, che è stata molto apprezzata”.
Ogni bottiglia viene messa in sicurezza in speciali
ceste metalliche, capaci di contenerne 150, che
Le bottiglie vengono messa
in sicurezza in speciali ceste
metalliche, che ne prevengono
i danni derivanti dalla pressione
dell’acqua
vengono immerse
da una piattaforma,
in profondità, nel
mare Adriatico.
Le ceste hanno la
funzione di evitare
che le bottiglie
si rompano o possano
subire danni
derivanti dalla
pressione dell’acqua.
Per monitorare
l’evoluzione
organolettica del
vino vengono effettuate
periodiche
immersioni di
controllo da parte
di operatori esperti. L’assenza
di luce e ossigeno -
oltre al leggero remouage,
sollecitato dal movimento
nelle profondità degli abissi
- sono gli ingredienti
magici che fanno evolvere il vino in modo sorprendente.
Il gusto, il colore e l’aroma cambiano
assumendo sfumature che, al palato, lo differenziano
dal classico affinamento in cantina. Le bottiglie
stesse diventano un’opera d’arte naturale
unica, grazie all’azione della flora e della fauna
marine sulle loro superfici, rievocando l’immagine
di tesori sommersi provenienti da epoche
lontane.
Il Custoza, deposto in profondità, riceve un
affinamento accelerato. Il Doc superiore del
2021 si avvicina molto a quello delle normali
bottiglie del 2017-2018, ma il gusto finale è più
rotondo e morbido. Il vino diventa, insomma,
più deciso e importante. “Come dice anche il
Consorzio, il Custoza non è solo un vino da
bere in annata - conclude Caprara -. Anzi. Si
tratta di un prodotto che può dare il meglio
di sé con il giusto affinamento, capace di conferirgli
maggiore complessità. Siamo molto
soddisfatti della strada intrapresa: attualmente
produciamo 15.000
bottiglie di Doc superiore
e l’anno prossimo
ne affineremo in mare
un numero maggiore”.
Plaude al progetto Piergiovanni
Ferrarese, presidente
dei Giovani di
Confagricoltura Verona:
“Realtà ed esperienze
come quella dell’azienda
di Sommacampagna
rappresentano l’essenza
del percorso dei giovani
dell’Organizzazione
agricola, cioè il connubio
perfetto tra tradizione
e innovazione”. •••
Il Doc superiore del 2021,
affinato sott’acqua,
si avvicina molto a quello
delle normali bottiglie
del 2017-2018, ma il gusto
risulta più rotondo e morbido.
Il monitoraggio del vino è garantito
da operatori esperti. Gli ingredienti
segreti sono l’assenza di luce e
di ossigeno e il leggero remouage,
prodotto dalle correnti
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 23
ASPETTANDO VINITALY CANTINE D’ITALIA-3
Eleganza
da assaporare
Il vigneto di Cabernet Sauvignon
della cantina Il Borro
Tra le colline del Chianti
si trova l’azienda agricola
dei Ferragamo. La famiglia
ha recuperato l’antico borgo
che ospita i suoi terreni.
Tra cui, 85 ettari di vigna
C
i troviamo tra le dolci colline del
Chianti e di Valdarno, in Toscana. Il
Borro, un antico borgo medievale ristrutturato
dalla famiglia Ferragamo,
si adagia per oltre mille ettari nella
valle del Valdarno di Sopra, ai piedi
del monte Pratomagno. Il pregio architettonico
del villaggio coesiste con una vivace biodiversità,
in una gemma protetta dai fitti boschi
dell’Appennino. Il cuore pulsante è un’azienda
agricola all’avanguardia, avviata nel 1993 da
Ferruccio Ferragamo, totalmente biologica ed
ecosostenibile dal 2015, il cui orgoglio risiede
negli 85 ettari di vigneto e nei 29 ettari di oliveto.
Il resto è suddiviso in quasi 300 ettari di foraggio
e più di 3 ettari dedicati alla produzione
ortofrutticola. Oltre alla salvaguardia del valore
storico del nucleo abitativo, la famiglia ha riservato
un’attenzione speciale alla riqualificazione
dei terreni, reimpiantando le vigne e curando
gli olivi secolari. Oggi la tenuta è gestita da due
dei figli di Ferruccio: Salvatore, responsabile
del settore vitivinicolo e ricettivo, e Vittoria, responsabile
dei progetti speciali con delega alla
sostenibilità, colonna portante dell’intera attività.
Autenticità, rispetto dell’ambiente, cultura ed
esaltazione delle eccellenze locali sono, infatti,
i cardini della filosofia che guida ogni scelta
all’interno della proprietà.
L’arenaria, che fa da base a un terreno di medio
impasto con una matrice sabbioso-argillosa eccezionalmente
drenante, conferisce carattere ai vitigni
autoctoni, come il Sangiovese, e a quelli acquisiti
nel tempo dalla tradizione Toscana, come
il Merlot, il Cabernet Sauvignon, il Syrah e lo
Chardonnay. Queste le varietà firmate da Il Borro,
attraverso una produzione di circa 400mila
bottiglie all’anno. “Impieghiamo fertilizzante organico
proveniente dalle nostre mucche, alimentate
al pascolo. Inoltre, i tetti dei nostri edifici
agricoli sono dotati di un sistema di recupero
delle acque piovane, che vengono poi utilizzate
nei vigneti. In una parola: circolarità”, ci racconta
Vittoria che gestisce lo sviluppo sostenibile
dell’impresa e l’orto biologico. “Per mantenere
un ciclo produttivo chiuso - prosegue la manager
- e un perfetto equilibrio tra natura e intervento
dell’uomo, ci avvaliamo di pratiche biodinamiche.
Utilizziamo il corno letame e il corno silice,
prepariamo infusi vegetali per combattere le malattie
della vite, pratichiamo la potatura a secco”.
Grazie alla varietà dell’ecosistema autoctono
(solo l’8 percento della tenuta è dedicata all’attività
vitivinicola, il 19 percento all’agricoltura e il
73 percento lasciato al bosco), Il Borro assorbe
quasi 14mila tonnellate di anidride carbonica. A
questo si aggiungono i pannelli solari che abbattono
ulteriormente le emissioni.
La tenuta deve il suo nome allo sperone roccioso
su cui si arrocca, in parte circondato da un
profondo fossato scavato nei millenni dall’omo-
24 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
nimo torrente. “Borro”, infatti, vuol proprio dire
“burrone” o “fosso”. Nonostante il termine evochi
un luogo impervio, l’azienda, che già alla
vista appare come un luogo ameno, offre dei
punti di ristoro e alloggio confortevoli e raffinati.
L’osteria e il bar utilizzano materie prime genuine
a “chilometro buono”, ossia in larga parte
autoprodotte, secondo la filosofia del “farm to
table”, o acquistate da imprese che assicurano
alti standard di qualità e benessere a piante e
animali. Nel caso si decida di soggiornare, vi
sono diverse possibilità: dalla dimora storica a
opzioni di gusto più contemporaneo. “Nel 2022,
abbiamo accolto ospiti provenienti da 84 Paesi.
Per noi è stato l’anno del salto, dopo un periodo
segnato dalle restrizioni legate al Covid-19.
Da lì in poi, siamo cresciuti eccezionalmente,
registrando un forte incremento nella ricettività
che incide sul nostro fatturato per il 50 percento.
Chi ci sceglie,
Salvatore Ferragamo
Responsabile settore
vitivinicolo e ricettivo
lo fa per scoprire
le tipicità del
territorio in un
contesto tanto
autentico quanto
prezioso”, racconta
Salvatore, che
si divide tra la Toscana
e numerosi
viaggi all’estero,
dove rappresenta
il prestigio
dell’attività di famiglia
in qualità
di Brand Ambassador.
Anche per
quanto riguarda
il vino, il mercato
internazionale
rappresenta una
leva fondamentale. Il 70%
delle vendite, infatti, è rivolto
fuori dall’Italia, principalmente
agli Stati Uniti
e all’Asia. “Il 2023 è stato
un anno d’oro per i nostri
vini. Le vendite sono
cresciute del 20 percento
sull’anno precedente, in
controtendenza rispetto al
contesto italiano - conclude
l’imprenditore -. Siamo
stati agevolati dalla crescita
dell’interesse verso
il vero bio e le denominazioni
di nicchia. La ricetta della nostra solidità
risiede in un innato istinto verso il bello e l’eccellenza”.
Ecco che emerge il DNA Ferragamo,
naturalmente vocato a creazioni uniche, di altissimo
livello. Del resto, arte, cultura e natura,
quando si incontrano, regalano le esperienze
migliori, siano esse da indossare, da assaporare
o da contemplare. (az)
•••
g
LAVORO E INTEGRAZIONE, MATTARELLA NOMINA
CAPRAI UFFICIALE AL MERITO DELLA REPUBBLICA
Il presidente di Confagricoltura,
Massimiliano Giansanti,
ha espresso vive congratulazioni
a Marco Caprai,
componente della giunta
nazionale, per l’onorificenza
di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana conferitagli
il 20 marzo dal Presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella. Un riconoscimento che è motivo
di orgoglio per tutta Confagricoltura.
Nella motivazione del Quirinale si evidenzia il suo
impegno nell’“offrire lavoro nella sua azienda vitivinicola
a persone immigrate”. Negli ultimi anni, infatti,
Caprai, titolare dell’azienda vitivinicola “Arnaldo Caprai”
a Montefalco, grazie ad un progetto iniziato con
la Caritas di Foligno nel 2026, ha dato lavoro a più
di 200 richiedenti asilo, favorendo così l’integrazione
nel nostro Paese e nel tessuto sociale dell’Umbria.
Sei migranti su dieci sono rimasti a lavorare stabilmente.
Per l’imprenditore si tratta di un prestigioso
rico- noscimento, dopo quello ricevuto lo scorso
anno dall’ONU e i tanti premi che gli sono stati assegnati
negli anni per il suo impegno che non si è
mai fer- mato ai confini dell’azienda agricola, ma è
sempre andato oltre, pensando al territorio, al turismo
e allo sviluppo sociale. Lo ha fatto partendo dal
Sagranti- no, vino dalla storia antichissima, creato nel
Medio- evo per essere usato nelle messe dai seguaci
di San Francesco, salvandolo dall’estinzione.
Vittoria Ferragamo
Responsabile
progetti speciali
e sostenibilità
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 25
ASPETTANDO VINITALY CANTINE D’ITALIA-4
Come nasce
il vino
Le Nostre Viti è il progetto,
realizzato dall’imprenditore
Cristian Galvani e l’istituto
Sant’Eufemia di Piacenza
per raccontare il mondo
vitivinicolo agli alunni
delle scuole dell’infanzia
di Paola Castello
A
Piacenza è nato un progetto didattico
per far scoprire anche ai piccolissimi
i processi di produzione del vino.
Cristian Galvani, produttore vitivinicolo
associato a Confagricoltura Piacenza,
è il promotore del programma
“Le nostre viti”, realizzato con la scuola d’infanzia
piacentina Sant’Eufemia.
Quando e da dove parte il progetto didattico
che avete avviato con la scuola dell’infanzia
Sant’Eufemia a Piacenza?
Il progetto nasce dalla curiosità dei compagni di
classe di mio figlio, ai quali ha raccontato di avere
un papà che “fa” il vino. Giovanni ha riferito,
infatti, ai suoi amici cosa accadeva in vigneto e
in cantina e la loro curiosità è stata grande. Tutto
questo mi ha spinto, a ottobre 2023, a portare
nella classe di mio figlio una cassetta d’uva per
spiegare meglio ai bambini di cosa mi occupo e
cosa c’è dietro la produzione di vino. È stato per
loro un primo approccio con il mondo del vino:
hanno potuto pigiare l’uva a mano e assaggiarne
il succo. Visto l’interesse e l’entusiasmo suscitati,
con le maestre e le dirigenti scolastiche abbiamo
iniziato a pensare a un’idea da sviluppare per
illustrare ai bambini l’intero ciclo produttivo.
In cosa consiste il progetto e a quale fascia
di età si rivolge? E dove sono state piantate
esattamente le prime barbatelle del progetto
“Le nostre viti”?
L’iniziativa coinvolge i bambini dell’età di quattro
anni della scuola d’infanzia Sant’Eufemia. E
consiste nel far sì che i piccoli si prendano cura
di una parte del giardino della scuola, adiacente
all’aula, in cui, dopo attenta valutazione sulla
collocazione più adatta, sono state piantate tre
barbatelle di vite da tavola.
Quali sono state le reazioni dei bambini di
fronte alla coltivazione delle viti? Qual è l’impegno
richiesto loro?
I bambini sono stati molto entusiasti dell’iniziativa
e hanno partecipato attivamente alla creazione
di questo piccolo filare. A loro viene chiesto
di innaffiare periodicamente le barbatelle e di
26 | MONDO AGRICOLO | GENNAIO-FEBBRAIO 2024
tenere pulita l’area, estirpando le erbacce.
A quale fase è arrivato il progetto?
Siamo solo all’inizio. Quando le viti saranno
cresciute (ci vorranno almeno due anni perché
una piantina inizi a dare i primi frutti) i bambini
avranno modo di vedere le fasi successive della
lavorazione, quelle propedeutiche a far sì che l’uva
cresca sul filare. Intanto le barbatelle hanno
cominciato a mettere i primi germogli e alcuni
giorni fa sono tornato a scuola per ripercorrere
con i piccoli studenti le varie tappe di sviluppo
del vigneto, mostrando loro una nuova barbatella,
che i bimbi hanno guardato e analizzato, anche
con l’ausilio di fotografie e disegni proiettati dalle
maestre. I bimbi hanno dato prova di ricordare
tutti i passaggi che erano stati loro precedentemente
spiegati. Infine, sono tornati in giardino,
accompagnati dalla dirigente scolastica Simona
Fornasari e dalle insegnanti Valentina Mulazzi e
Agnese Nicolini, per controllare le piantine.
Quali saranno i prossimi step?
Successivamente si dovrà monitorare la crescita
Cristian Galvani
e gli alunni dell’istituto
Sant’Eufemia di Piacenza
delle barbatelle e far vedere
ai bambini poi come si arriva
alla raccolta dell’uva nel
giro, appunto, di due anni.
La sua azienda si era mai occupata prima di
progetti per le scuole?
Non avevamo mai fatto niente del genere, è la
prima volta che ci cimentiamo in un percorso
didattico. È un’esperienza che ho fatto molto volentieri,
innanzitutto perché è partito tutto dal
racconto del mio lavoro, fatto da mio figlio ai
suoi compagni di scuola. E poi perché vorrei che
mestieri nobili, come quello del viticoltore, venissero
valorizzati e fatti conoscere meglio anche
ai giovanissimi.
Perché ritiene sia così importante far conoscere
il mondo dell’agricoltura, in particolare
quello della viticoltura, ai più piccoli?
Il settore agricolo è fondamentale per il sistema
Paese, sia per l’economia, sia per la tutela
dell’ambiente e ritengo sia importante rendere i
giovani, fin da piccoli, consapevoli di questo, in
modo che possano essere un domani portatori di
un valore aggiunto in questo ambito. Nello specifico,
con questo progetto il compito che abbiamo
affidato ai bambini è quello di prendersi cura
delle viti come se fossero una cosa a loro cara,
da crescere con attenzione. Chissà che in futuro
questa esperienza non possa portarli a realizzare
un’attività professionale in agricoltura. Per cui un
percorso come quello che stiamo facendo con
l’istituto Sant’Eufemia potrebbe contribuire, nel
suo piccolo, al ricambio generazionale nel settore
primario.
Vista l’attenzione che la sua azienda sta dimostrando
per i giovanissimi, che augurio si
sente di fare loro?
Più che un augurio, con questo percorso didattico,
ho voluto sottolineare davanti ai bambini
l’orgoglio per il mestiere che faccio e quanto sia
importante il ruolo degli agricoltori nel custodire
l’ambiente e la terra.
•••
GENNAIO-FEBBRAIO 2024 | MONDO AGRICOLO | 27
LA FIERA DELL’ENERGIA IL DOMANI È ADESSO
L’età matura
Il successo di pubblico di Confagri
a Key, l’expo sulla transizione
energetica, conferma il grande
fermento intorno al tema
e la forte domanda da parte
degli investitori di regole certe
K
ey-The Energy Transition Expo ha mantenuto
la promessa e con l’edizione di
quest’anno, ha dimostrato di essere il
luogo adatto ad accogliere il mondo
che verte intorno alla tecnologia e alle
soluzioni per l’efficienza nel campo
delle energie rinnovabili. Lo dicono i numeri registrati
dal programma
di appuntamenti
con cui Confagricol-
Nicola Gherardi
(giunta Confagri) al talk
del Kyoto Club a Rimini
di Francesco Bellizzi
28 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
tura ha animato il suo stand alla fiera riminese.
Un successo che riflette il grande fermento che c’è
sul tema e la necessità di avere dai decisori politici
regole certe per uno sviluppo solido e coerente
delle energie rinnovabili in ambito agricolo.
Nel corso dei tre giorni di fiera le misure di finanziamento
del PNRR - il grande protagonista
della manifestazione - hanno rivelato di poter
essere leva per un’importante inversione di tendenza:
la scelta delle rinnovabili, non più come
alternativa alla coltivazione, ma anzi, come incentivo
alla valorizzazione agricola. Non a caso,
L’incontro nello stand
sulle innovazioni
tecnologiche
nelle agroenergie
gli appuntamenti
dello stand sono stati
frequentati da molti
imprenditori che,
alla cessione del diritto di superficie a società
terze, stanno scegliendo di mantenere la disponibilità
e la vocazione agricola dei propri terreni
e al contempo, di impegnarsi in modo diretto
nell’installazione di impianti di produzione di
energia green. È questa la forza della formula
del fotovoltaico, che diventa agrivoltaico adattandosi
alle esigenze del settore primario integrandosi
alle colture e non sostituendole.
Teoria, ma anche tanta pratica allo stand di
Confagri a Rimini, con esperienze concrete raccontate
dai loro protagonisti, e studi universitari
per mostrare, dati alla mano, le opportunità offerte
dalle agroenergie.
Insomma, il settore
entrato ormai in
una fase matura. Lo
dimostra il grande
L’approfondimento
sugli incentivi
con i direttori
Donato Rotundo (Ambiente)
e Nicola Caputo (Fiscalità)
Il presidente
della FNP Bioeconomia,
Alessandro Bettoni,
allo stand di Confagri
interesse che ha ottenuto un
incontro, estremamente tecnico,
come quello sulla fiscalità
e gli incentivi previsti per le
diverse fonti di energia rinnovabile.
Stesso successo di pubblico per i vari focus
sulle innovazioni tecnologiche per garantire
la convivenza tra colture e produzione energetica.
Segnale, questo, che gli investimenti nel settore
sono concreti e che per le imprese agricole
rappresentano un’occasione reale di diversificazione,
sia per nuove occasioni di business, sia
per tagliare i costi produttivi.
Insieme ai tecnici di Palazzo della Valle, ai rappresentanti
della sezione Bioeconomia di Confagricoltura
e alle aziende socie, anche tanti
amministratori pubblici e ricercatori che hanno
arricchito i numerosi momenti di confronto.
Con loro anche i partner di Confagricoltura.
Tra cui Enel e Edison che hanno raccontato
il lavoro in corso con le imprese e con le amministrazioni
locali sul fronte delle comunità
energetiche (pronte a partire con gli ultimi atti
formali del governo), ma anche dell’efficientamento
energetico e della mobilità sostenibile
per gli agriturismi.
•••
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 29
LA FIERA DELL’ENERGIA STRATEGIA NECESSARIA
Le richieste
al ministro
Pochi giorni fa Giansanti
ha consegnato al ministro
dell’Ambiente un documento
con gli interventi necessari
a definire una strategia
condivisa sulle rinnovabili
in agricoltura
Un momento dell’incontro
in Sala Serpieri con Pichetto Fratin
D
al sistema degli incentivi, alla connessione
degli impianti alle reti. Il presidente,
Massimiliano Giansanti e i presidenti
delle sezioni Bioeconomia e
Risorse boschive Alessandro Bettoni
ed Enrico Allasia, durante un incontro
a Palazzo della Valle, hanno consegnato al ministro
dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin le richieste
di Confagricoltura per consolidare il percorso
avviato dal settore primario nello sviluppo
delle agroenergie. Percorso iniziato a metà degli
anni 2000 e che oggi conta 3,4 Gigawatt di
potenza installati nelle aziende agricole per una
produzione di energia elettrica rinnovabile pari
all’8,5% della totale nazionale.
Il documento consegnato al ministro contiene
tutti i temi affrontati dalla Confederazione durante
i giorni dell’expo riminese, dedicato alla
transizione energetica. Temi che devono essere
inseriti in una strategia chiara e condivisa, che
abbia al centro la produzione di energia da parte
delle imprese nei settori biogas/biometano, biomasse
solide, biocarburanti, fotovoltaico, nelle
varie forme, ma anche il mini-idroelettrico e il
minieolico, definendo forme di incentivazione e
semplificazione.
L’adeguamento normativo è uno dei temi che
più ricorrono nel documento consegnato a Pichetto
Fratin, perché una legislazione unitaria e
chiara sul sistema degli incentivi è il presupposto
fondamentale per permettere di pianificare
30 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
gli investimenti e adattare i processi produttivi.
In questo ambito rientra la richiesta al ministro
di integrare pienamente, tra le attività connesse
all’attività agricola, la produzione di energia da
fonti rinnovabili.
Riguardo allo sviluppo dell’agrivoltaico, Palazzo
della Valle chiede equilibrio tra produzione di
cibo e di energia attraverso una netta differenziazione
tra i grandi impianti su terreni abbandonati
o marginali (stimati in circa 500.000 ettari) e gli
impianti aziendali, integrati nell’attività agricola
principale. Maggiori incentivi in conto capitale
e iter autorizzatori semplificati sono le due
richieste principali per non lasciare lo sviluppo
del settore alle sole risorse del Piano nazionale
di ripresa e resilienza. Non solo. Alla vigilia
dell’apertura del bando dedicato dal PNRR all’agricoltaico,
l’Italia deve lavorare ad un regime fiscale
distinto da quello applicato al fotovoltaico
integrato negli edifici o a terra.
Altro capitolo è quello delle Comunità Energetiche
Rinnovabili, che - con il loro sistema di produzione,
distribuzione e consumo su scala locale
- rappresentano un importante strumento. Per le
Cer è necessario introdurre l’applicazione delle
deroghe previste per l’autoconsumo diffuso in
ambito agricolo, alle risorse del PNRR.
Nodo da sciogliere è anche quello dei tempi di
g GIANSANTI AL CIB: SUBITO LA TARIFFA PER IL BIOGAS
Massimiliano Giansanti
è stato tra gli ospiti
di “Think Negative -
L’agricoltura Carbon
Negative per produrre
di più consumando di
meno”, l’appuntamento
organizzato dal Consorzio Italiano Biogas (CIB) a
Roma a metà marzo. “La Pac - ha dichiarato il presidente
di Confagricoltura - non è un sussidio, ma un
incentivo alla produttività. Operiamo in un mercato
globale e l’integrazione tra produzione agricola, e
dalle agroenergie permette di rimettere al centro la
competitività tutelando l’ambiente”. Il settore primario
produce energia, decarbonizza e coltiva riducendo
l’impronta ambientale. “Dobbiamo incrementare
le energie rinnovabili in ambito agricolo e per farlo
è importante che al più presto venga stabilita la tariffa
del biogas”, ha aggiunto. Poi, un passaggio su
infrastrutture e sviluppo digitale da implementare.
“Circolarità e impatto zero: ecco il modello agricolo
del futuro. Tocca ai ministri sostenerci”, ha concluso
il presidente (in foto con il ministro Pichetto Fratin e il
presidente del Cib, Gattoni).
Il presidente di Confagri,
Massimiliano Giansanti
con il ministro dell’Ambiente,
Gilberto Pichetto Fratin
attesa della connessione alle
reti nazionali degli impianti
agroenergetici - e quindi, la
loro entrata in funzione entro
le tempistiche date dal PNRR
-. Aspetto fondamentale, per permettere alle imprese
di accedere ai contributi pubblici. La priorità
di allaccio dovrebbe essere data alle operazioni
finanziate dal PNRR.
Le produzioni di energia da biomasse e di biogas
sono ancora in attesa di un quadro complessivo
sia per quanto riguarda i nuovi impianti sia
gli impianti in funzione, i cui incentivi stanno per
terminare. Per il primo settore Confagri chiede
un prezzo minimo garantito sull’elettricità immessa
nella rete nazionale di valore congruo a
sostenere la redditività degli impianti; di eliminare
il vincolo della sostenibilità almeno al di
sotto dei 2 MW di potenza termica; di chiarire il
regime di tassazione per rimanere nell’ambito di
quella su base catastale. Per quanto riguarda gli
impianti a biometano le richieste sono: allaccio
alla rete del gas più accessibile e meno oneroso;
iter autorizzativi più veloci; cessione del credito
alle banche per aumentare la bancabilità; eliminare
le verifiche di sostenibilità almeno sotto i 2
MW di potenza termica, posticipare la scadenza
di giugno 2026 per gli impianti sostenuti con il
PNRR e, soprattutto, definire una strategia per il
biometano agricolo che guardi almeno al 2030.
L’Italia deve investire di più nella produzione
di biocarburanti (biometano, oli vegetali,
ecc.) di biometanolo e bioidrogeno. Infine,
il carbon farming, ambito in cui agricoltura e
selvicoltura svolgono un ruolo fondamentale.
L’accordo raggiunto tra il Parlamento e il Consiglio
Ue sulla certificazione degli assorbimenti
di CO2 è un passo avanti, ma non prende in
considerazione la riduzione di tutte le emissioni
di gas serra, e lascia fuori la riduzione delle
emissioni di metano. (fb)
•••
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 31
LA FIERA DELL’ENERGIA FISCALITÀ E RINNOVABILI
I conti
in tasca
L’evoluzione tecnologica
impone l’aggiornamento
del quadro giuridico
e fiscale che riguarda
la connessione degli impianti
agrivoltaici all’attività
agricola
di Nicola Caputo
(direttore Politiche fiscali
e amministrazione)
U
no degli appuntamenti più seguiti del
programma di Confagri all’Expo riminese
dedicato alla transizione energetica
è stato quello con la fiscalità
applicata all’agrivoltaico. A dimostrazione
di quanto gli investimenti del
settore primario nelle energie rinnovabili siano
ormai maturi. Di seguito, un articolo dedicato
ad uno dei temi più sentiti da imprese e professionisti
del settore.
In seguito della pubblicazione del decreto del
ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica
(Mase) del 21 dicembre 2023 che incentiva la
realizzazione di sistemi agrivoltaici, si ritiene sia
urgente rivedere i criteri di connessione dell’energia
prodotta dagli impianti di produzione di
energia solare con l’attività agricola. L’attuale assetto
normativo (ex art. 1, c. 423, L. n.266/2005)
e la prassi amministrativa (vedi circolare AdE n.
32/2009) che definiscono il rapporto di connessione
tra l’attività agricola e l’attività di produzione
di energia elettrica da fonti fotovoltaiche,
32 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
prevedono determinati criteri applicativi che necessitano
di un restyling alla luce degli sviluppi
tecnologici che caratterizzano la suddetta categoria
degli impianti agrivoltaici. È utile evidenziare
che gli impianti di nuova generazione - in particolare
quelli riconducibili al sistema agrivoltaico
- hanno dimensioni non comparabili con quelle,
notevolmente inferiori, degli impianti esistenti.
Da qui, la necessità di nuovi criteri di accertamento
della connessione.
In particolare, il limite imposto di 1 ettaro di terreno
coltivato per ogni 10 Kw di potenza installata,
fino a 1 Mw per azienda (di cui alla lettera
c della predetta circolare n. 32/E/2009), andrebbe
rivisto per attualizzare il quadro giuridico/
fiscale che attiene la produzione di energia fotovoltaica.
Il motivo è la presenza concomitante
dell’obbligo, previsto per i sistemi agrivoltaici,
di coltivare l’area di riferimento in modo da
non compromettere la continuità delle attività
agricole, rendendo il parametro della superficie
coltivabile (1 ettaro per 10 KW), stabilito per gli
impianti a terra, non più pertinente. Per un ottimale
inquadramento sistematico della normativa
della produzione di energia in ambito agricolo,
sarebbe auspicabile intervenire direttamente
sull’impianto dell’art. 2135 del codice civile inserendo,
tra le attività connesse ex comma 3
dell’articolo, la produzione di energia elettrica e
calorica da fonti fotovoltaiche, nonché di carburanti
e prodotti chimici di origine agroforestali.
Si ritiene, infatti, che siano maturi i tempi per il
riconoscimento in capo all’impresa agricola del
ruolo - sempre più determinante - nel campo
della produzione di energie da fonti rinnovabili,
che concorrono in modo rilevante al progetto di
transizione ecologica ed energetica e al contrasto
al climate change. Il passaggio dall’utilizzo
dei combustibili tradizionali alle fonti rinnovabili
rientra tra gli obiettivi prioritari della politica
energetica nazionale nell’ottica della sostenibilità
ambientale, ove il contributo del settore
agricolo non può non avere un solido sostegno
di tipo normativo nel quadro della definizione
della figura di imprenditore agricolo ex art.
2135 c.c.. Ciò vale anche alla luce dei recenti
sviluppi delle forme di produzione di energia
da fonti fotovoltaiche, come l’agrivoltaico e i
parchi agrisolari; fonti incentivate sia livello nazionale
che comunitario con apposite misure di
intervento nel PNRR. Peraltro, l’inclusione delle
suddette attività, entro predeterminati limiti, tra
quelle connesse ex art. 2135, comma 3, non fa
altro che cristallizzare, con opportuni aggiornamenti,
quanto già previsto dalla normativa speciale,
ex art. 1, c. 423, della L. n. 266/2005, che
già dal 2006 riconosce tale qualificazione alle
medesime attività.
•••
g
AGRIBUSINESS, UNICREDIT STANZIA 1 MILIARDO
CON GARANZIA ISMEA
A febbraio Unicredit ha approvato una serie di interventi destinati
all’agricoltura, per un valore complessivo di 10 miliardi di euro,
utilizzando anche le novità della garanzia pubblica recentemente
rafforzata dai provvedimenti del governo. I nuovi finanziamenti
sono finalizzati al supporto degli investimenti e della liquidità, anche
in una ottica di sostenibilità ambientale. Tra le nuove azioni, un’attenzione
particolare è rivolta all’agribusiness, a cui è dedicato un
plafond di 1 miliardo di euro, accompagnato da diversi schemi di
garanzia, come quella pubblica Ismea, gratuita e pari al 100% per
la realizzazione di impianti di produzione di energia rinnovabile.
Tale strumento di garanzia - il cosiddetto GR8, fortemente sollecitato
da Confagricoltura - copre i prestiti di importo non superiore a
250 mila euro e ha durata di 8 anni, incluso il preammortamento. Le
domande per l’accesso alla garanzia possono essere presentate a
Ismea entro il 30 giugno 2024.
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 33
PRODUZIONI RISO
Un successo
che cresce
di anno in anno
La 45° edizione
della Fiera in Campo
curata da Anga Vercelli
ha saputo coinvolgere
il mondo della ristorazione,
gli enti pubblici e il volontariato
culturale
di Elisabetta Tufarelli
P
iù di ventimila visitatori: questo il bilancio,
positivo, della 45° edizione di
Fiera in Campo organizzata dai giovani
di Confagricoltura. Numeri importanti,
ha commentato Giacomo Mezza, presidente
dell’Anga di Vercelli e Biella,
dimostrazione che gli imprenditori under 40
si sono evoluti attraverso le diverse edizioni.
Novità di quest’anno è stata la Settimana del
Riso. L’Anga di Vercelli ha saputo coinvolgere il
mondo della ristorazione, gli enti pubblici e il
volontariato culturale in una serie di iniziative
capaci di accendere i riflettori sul territorio per
guidare, con naturalezza, professionisti, famiglie
e curiosi alla più importante fiera risicola
europea. Sono stati coinvolti trentuno ristoranti,
impegnati per due giorni nella promozione dei
Risotto days di Fipe Ascom, con menù speciali
a 29 euro.
Sempre all’insegna del buon gusto il convegno
“Riso: alimentazione e non solo”, per raccontare
il ruolo dell’alimento nella dieta mediterranea.
Tra le manifestazioni che hanno contraddistinto
l’edizione 2024, anche la visita alla Borsa Merci
con la possibilità di seguire le contrattazioni sui
risoni. In occasione dei 30 anni di attività è stato
anche possibile visitare Mundi Riso e seguire
le fasi di trasformazione di questo prodotto che,
dalla capitale del riso, raggiunge i mercati di
tutta Europa.
34 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
Il giorno dell’apertura di Fiera in Campo, dopo
i saluti d’apertura di Mezza e del presidente di
Confagri Vercelli-Biella Benedetto Coppo, ha preso
la parola il presidente nazionale dei giovani,
Giovanni Gioia, che nel suo discorso ha toccato
temi di estrema attualità, primo tra tutti la nuova
Pac, ritenuta inappropriata per le sfide di oggi. “Il
punto non è contestare gli obiettivi di sostenibilità,
ma i mezzi scelti per raggiungerli - ha detto
Gioia -. Perché svilire il nostro lavoro? L’instabilità
internazionale, con le conseguenti impennate dei
costi produttivi non è assolutamente stata compensata
da un aumento dei ricavi, mentre continua
a crescere il divario nella distribuzione del
valore lungo la filiera“. Se la situazione non cambierà,
a farne le spese sarà il futuro dell’agricoltura,
cioè i giovani. Dopo l’intervento di Davide
Gilardino, presidente della Provincia di Vercelli,
è toccato a Natalia Bobba, presidente dell’Ente
Nazionale Risi: “La risicoltura italiana è la prima
in Europa con circa il 55% di produzione”. Bobba
ha poi ricordato l’impegno dell’ente che guida
nel campo della ricerca, per trovare soluzioni
alle sfide del cambiamento climatico e al costante
calo di principi attivi nelle risaie.
Durante il convegno sono intervenuti anche
l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa
e Matteo Marnati, assessore regionale
all’Ambiente, dai quali è emerso l’impegno e
g MAIS, L’ACCORDO DI FILIERA PER SOSTENERE I PREZZI
Cambiamenti climatici
e basse quotazioni
sui mercati sono i
principali ostacoli che
il comparto mais italiano
sta affrontando.
Lo scorso gennaio il
calo delle quotazioni ha superato il 36% a fronte di costi
che restano sostanzialmente elevati. Per sostenere
produzione e prezzi nasce l’accordo quadro che, su
iniziativa di Confagricoltura, ha raccolto intorno allo
stesso tavolo tutta la filiera. L’intesa prevede due punti
fondamentali: una premialità economica per la granella
certificata e per i processi produttivi sostenibili;
definizione del prezzo di acquisto anche legandolo
all’andamento delle quotazioni delle borse merci.
Per la prima volta l’intera filiera maidicola lavora insieme
per riconoscere il giusto prezzo al prodotto
italiano di qualità. Oltre alla Confederazione hanno
aderito AMI, Assalzoo, Compag, AIRES, Copagri, Cia-
Agricoltori italiani, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari,
Assosementi e Origin Italia.
l’attenzione della Regione Piemonte per il primario.
In collegamento via web il presidente di
Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Impegnato
a Bruxelles nella trattativa per le misure
di tutela degli agricoltori italiani, ha riassunto
questioni d’attualità che riguardano il comparto.
La parte tecnica è stata affidata a Giuseppe
Sarasso, che ha esposto uno studio sul bilancio
economico di un’azienda agricola attraverso un
modello di impostazione.
Sala attentissima per il convegno d’attualità
che ha approfondito il “Carbon farming”, una
nuova frontiera per gli agricoltori europei. Il
professor Gabriele Canali dell’Università Cattolica
del Sacro Cuore di Milano e Caterina Luppa,
componente del comitato di presidenza dei
Giovani di Confagricoltura hanno presentato
questo progetto, destinato ad incrementare la
fertilità dei terreni con il recupero di CO2. Il
mercato dei crediti di carbonio sarà una futura
opportunità di reddito per l’agricoltura, incentivando
le tecniche in grado di fissare nel
suolo più carbonio possibile senza creare ulteriori
complicazioni burocratiche e in campo.
L’attesissimo taglio del nastro ha dato il via alla
manifestazione che, complice il bel tempo, ha
mostrato macchine e attrezzature, le più innovative
per meccaniche e tecnologie, al lavoro
nelle consuete “prove in campo”.
•••
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 35
PRODUZIONI MARICOLTURA
Un comparto
strategico
Nonostante i quasi 8000
chilometri delle nostre coste,
solo 21 sono le concessioni
attive. L’Api chiede
di semplificare
i processi amministrativi
Q
uali sono le prospettive della maricoltura
italiana? Decisamente buone. L’acquacoltura
(agricoltura del mare, dei
fiumi e dei laghi), come ben noto, è
l’unica alternativa sostenibile alla pesca,
quindi, è più che mai necessaria al
sostentamento popolazione mondiale in crescita.
Durante il convegno di inizio marzo “Lo sviluppo
dell’acquacoltura come settore strategico: normativa,
mercato e formazione”, organizzato a Piombino
insieme al Comune e all’Associazione Piscicoltori
Italiani di Confagri (Api) ha raccontato gli
aspetti e le opportunità offerte dalla maricoltura
made in Italy. L’evento - ospitato nell’area del
Golfo di Follonica, cuore produttivo degli allevamenti
marini italiani - ha visto anche il patrocinio
dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno
Settentrionale. “Gli allevamenti ittici sono pronti
per un futuro sostenibile - ha affermato il presidente
di Agroittica Toscana e consigliere Api,
Claudio Pedroni -. Il settore è vivace ed è impegnato
a garantire standard elevati di benessere e
sicurezza alimentare. Nel 2022 abbiamo registrato
una produzione di 18.000 tonnellate, con un
incremento rispetto all’anno precedente e una
PLV di quasi 150 milioni. Questo incontro, fortemente
voluto dai nostri associati, serve a fare
il punto sulla situazione del nostro comparto,
costantemente attento a fornire ai pesci allevati
uno standard superiore di benessere, per offrire
un prodotto sempre più buono e sicuro”.
Dopo l’apertura di Claudio Capuano della direzione
Trasparenza dell’Autorità di Sistema Portuale,
sono seguiti gli interventi degli esperti
dell’Università, che hanno esaminato le sfide future,
prospettato le soluzioni preventive, inclusi i
moderni approcci dell’alimentazione funzionale.
36 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
I relatori del Centro di Referenza nazionale per
lo Studio e la Diagnosi delle Malattie dei Pesci,
Molluschi e Crostacei hanno illustrato come
mantenere queste produzioni in salute. Andrea
Fabris, direttore Api, ha sottolineato che pesci
e molluschi, come tutte le specie, quella umana
compresa, possono ammalarsi. “Il nostro impegno
è di offrire alle famiglie un prodotto di qualità,
buono, sano e sicuro”. Fabris ha proseguito
trattando l’applicazione delle normative di biosicurezza
negli allevamenti marini. “È evidente
- ha concluso Pedroni - il riconoscimento del
mercato per la qualità dei prodotti italiani. Occorre
ancora superare le sfide burocratiche che
frenano lo sviluppo del comparto. Nonostante i
quasi 8000 chilometri delle nostre coste, soltanto
21 sono le concessioni attive, a dimostrazione
della necessità di semplificare i processi amministrativi
per cogliere pienamente il potenziale
del mare italiano. Malgrado i consumatori riconoscano
l’indiscussa qualità dei prodotti allevati
a mare, solo il naturale sviluppo del comparto
riuscirà a riequilibrare il deficit commerciale
esistente: l’80% del pesce consumato in Italia
proviene dall’estero”.
L’Api ha sempre posto l’accento sulle priorità da
affrontare per questo comparto fondamentale.
L’acquacoltura, infatti, è uno dei settori in più
rapida crescita per la produzione di proteine -
più della metà del pesce prodotto proviene dagli
allevamenti - e l’Ue è il quinto produttore ittico
a livello mondiale. Un’attività che rende oltre 5
miliardi di euro di valore l’anno, contribuendo
al 18% della produzione totale in acquacoltura,
e impiega 85mila persone. L’acquacoltura
italiana, oltre che essere fondamentale,
ha tutte le potenzialità
per diventare un settore a forte valore
economico, come ha ricordato il presidente
API Pier Antonio Salvador anche in occasione
dell’ultimo Tavolo Pesca e Acquacoltura, al Masaf,
sottolineando le tre priorità da affrontare:
l’etichettatura (da estendere a tutta l’Ho.Re.Ca,
per fornire chiarezza e valorizzare le nostre produzioni
sane e sicure); dare tempi e durata certi
per l’attribuzione delle concessioni demaniali
marittime; infine, a proposito del Fondo europeo
per gli Affari marittimi, pesca e acquacoltura,
i piscicoltori di Confagricoltura evidenziano
la necessità di partire al più presto
e in modo uniforme tra le diverse
regioni, sotto la regia dello stesso
ministero. (et)
•••
Un momento del
convegno di Piombino
Allevamenti ittici
nel Golfo di Follonica
g
GRANCHIO BLU, 2 DECRETI DI SOSPENSIONE
CONTRIBUTI E MUTUI PER IMPRESE DANNEGGIATE
Due decreti dichiarano il carattere di eccezionalità la
diffusione della specie invasiva granchio blu, iniziata
nel 2023 e tutt’ora in corso, nelle regioni Veneto
e Emilia-Romagna. Il riconoscimento ha permesso
l’estensione dell’applicazione del Fondo di solidarietà
nazionale previsto dal decreto legislativo
n.102/2004, in passato utilizzato solo per il settore
agricolo, alla pesca e all’acquacoltura.
Grazie a questi decreti, le imprese che hanno subito
danni dalla presenza del crostaceo potranno beneficiare
degli interventi compensativi previsti dalla legge,
quali ad esempio la proroga fino a 24 mesi delle
rate dei mutui, l’esonero parziale dal pagamento dei
contributi previdenziali e assistenziali propri e per i
lavoratori dipendenti, nonché l’accesso a finanziamenti
agevolati.
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 37
EMERGENZA CLIMA LIBRO BIANCO DEL VERDE
Focus
sull’acqua
La nuova edizione
del volume curato
da Kèpos, Confagricoltura
e Assoverde è dedicata
alle risorse idriche
e alla lotta ai cambiamenti
climatici
L’
acqua, che sia troppa o troppo poca a
causa degli eventi climatici sempre più
dirompenti, è un bene prezioso da preservare
e gestire. Kèpos, Confagricoltura
e Assoverde sono convinte che un
utilizzo efficiente e specialistico del verde
urbano ed extra urbano possa contribuire a
una gestione idrica proficua, mitigando anche gli
effetti del cambiamento climatico. Così, l’incontro
“L’acqua una risorsa indispensabile per la salute
del Pianeta”, per presentare la terza edizione
del Libro Bianco del Verde, è stato un vero e proprio
approfondimento sui cambiamenti climatici,
con il contributo di oltre cinquanta tra esponenti
istituzionali, docenti e studiosi di Università ed
enti di ricerca, tecnici e imprenditori.
Le diverse proposte e soluzioni concrete ai fenomeni
estremi (come siccità, desertificazione, erosione,
innalzamento delle temperature e piogge
intense, alluvioni, alterazione dei corsi d’acqua)
impongono il ripensamento complessivo dei modelli
di pianificazione e di governance delle città
e la messa a punto di politiche e strategie mirate
nelle aree rurali. Metodi che passano dall’individuazione
di nuove tipologie di progettazione e
di intervento. La selezione di specie arboree idonee
va accompagnata da adeguate competenze
professionali su tecnologie innovative di manutenzione
e cura del verde.
Képos, Assoverde e Confagricoltura, in collaborazione
con il Crea e gli ordini professionali, a
Palazzo della Valle, hanno messo in evidenza
l’importanza di preservare il suolo per salvaguardare
l’acqua.
Il vicepresidente di Assoverde, Paolo Iacheri ha
ricordato che l’acqua “è solo una molecola di
ossigeno imprigionata in due di idrogeno, però
38 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
è fondamentale su questa Terra. Prende tutte le
forme: è mare, fiume, lago, ma anche foglia, fiore,
frutto, animale. È tutto ed è la nostra vita. Da
imprenditore, sono consapevole del ruolo che
questa indispensabile risorsa riveste per il nostro
lavoro e del contributo che, come categoria,
possiamo dare per utilizzarla meno e meglio: chi
ama il verde, tutela l’acqua e non la spreca”. Il
presidente di Confagricoltura, Giansanti, ha rimarcato
che l’acqua è la linfa vitale dell’agricoltura
e dell’intero Paese, oltre ad essere un tema
al centro dei piani d’azione a livello globale. “È
necessario - ha affermato - sviluppare dei modelli
efficienti per la realizzazione di infrastrutture
verdi e blu, dirette alla ricostruzione degli equilibri
ecosistemici anche nelle città. Alberi, aree
verdi e foreste danno un contributo strategico
per contrastare il dissesto idrogeologico, contribuire
alla fitodepurazione e alla ricarica naturale
delle falde acquifere”.
“Arrivati alla terza edizione è bello vedere come
stia cambiando la grammatica della filiera del
verde italiana - ha detto Francesco Maria Maccazzola,
presidente Képos Libro Bianco del Verde
-. In tanti cominciano ad usare la parola cura al
posto di manutenzione pensando agli alberi e al
verde delle nostre città. Finalmente è sulla bocca
di tutti il binomio salute e verde, benessere ed
ambiente. La nostra sfida continua con questo
nuovo tema, l’acqua. Per un vero neorinascimento
del nostro sentire e vivere il verde, le parole,
i concetti e la cultura possono, soprattutto oggi,
fare la differenza”.
Il presidente della Commissione Agricoltura del
Senato, Luca De Carlo, ha concluso l’evento sottolineando
come
grazie ai provvedimenti
del governo
(come il decreto
Siccità della
scorsa estate e il
decreto Innovazione,
che mette a
disposizione 400
milioni del PNRR
per modernizzare
le aziende), “abbiamo
dato un
Il volume della terza
edizione del Libro
Bianco del Verde
segnale concreto perché la nostra agricoltura, e
con questa l’intero settore del verde e del florovivaismo,
acceleri la propria evoluzione verso
modelli sostenibili, focalizzati, in primo luogo,
sulla gestione consapevole ed ottimizzata della
indispensabile risorsa acqua”.
Il terzo volume è diviso in sei sessioni. La prima
raccoglie i contributi di Confagricoltura, Assoverde
e, da quest’anno, della nuova Associazione
Kèpos - Libro Bianco del Verde, del CREA
e di figure istituzionali. La seconda ripercorre
miti, legende ed antiche culture, in cui l’acqua
è stata elemento fondante della società, del paesaggio
e della vita dell’uomo. Viene analizzato
il cambiamento della sua percezione nell’era
dei social, il presente problematico e le paure
per il futuro. La terza sezione spiega i benefici
per la salute di questa fondamentale componente
del corpo umano e gli effetti positivi
sul benessere psicologico del contatto con gli
“ambienti blu”. Segue un’analisi delle condizioni
derivanti dall’assenza o dall’eccesso di acqua
nelle città e negli ambienti rurali. La quinta sessione
è dedicata nuovi modelli di pianificazione,
progettazione, gestione da attivare per mitigare
i cambiamenti climatici. L’ultima sezione,
infine, approfondisce buone pratiche, soluzioni
e progetti innovativi per far fronte alla scarsità
di risorse ed ai periodi di siccità prolungati
e favorire e promuovere pratiche sostenibili e
responsabili. Per info e per ricevere questo volume:
posta@assoverde.it. (et)
•••
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 39
EMERGENZA CLIMA IL DESERTO CHE AVANZA
Un futuro
a secco
Per l’European Drought
Observatory l’1,2%
del territorio europeo
è in allarme conclamato.
Le due maggiori isole italiane
stanno facendo già i conti
con limitazioni all’uso
agricolo dell’acqua
di Dario Giardi
(Economia circolare e sostenibilità)
“E
poi arrivarono gli anni della
siccità. Il terreno inaridiva
e l’erba spuntava misera, alta
appena pochi centimetri, e nella
valle comparivano chiazze
nude e scabre”. Questo passaggio,
tratto da Furore, romanzo del 1939 di John
Steinbeck, calza perfettamente con quello che
sta accadendo in diverse regioni d’Italia. Prima
fra tutte, la Sicilia, che a febbraio, pieno inverno,
ha dichiarato lo stato di calamità naturale per
siccità. Non è la traccia di una sceneggiatura di
fantascienza distopica, ma un quadro reale, che
fa paura perché il rischio è che lo stress idrico si
estenda a tutto il territorio siciliano. Un rischio
che vivono tante zone, distanti anche migliaia di
chilometri. L’European Drought Observatory certifica,
infatti, la presenza di una grave situazione
idrica in ampie zone del bacino mediterraneo
(regioni insulari d’Italia, Algeria, Marocco, Spagna
Sud-Orientale comprese le isole Baleari). Lo
stesso osservatorio indica come il 16,1% dell’Europa
sia ormai minacciato da grave siccità, ma
soprattutto l’1,2% sia già in allarme conclamato:
le spagnole Murcia, Regione Valenciana, Maiorca,
oltre alla Sicilia. Nell’iberica Catalogna, dove
non piove significativamente da tre anni, sono
già scattate restrizioni sull’uso civile dell’acqua,
40 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
g IN SICILIA ACQUA RAZIONATA DAL 9 FEBBRAIO
La dichiarazione dello stato di calamità naturale da
siccità severa su tutto il territorio siciliano risale al 9
febbraio. La crisi comporterà un razionamento delle
forniture idriche che interesserà almeno 850mila siciliani.
Le riduzioni andranno dal 10 al 45%, in particolare
nell’agrigentino e in provincia di Caltanissetta.
La Sicilia, ha dichiarato la Regione in una nota, “è l’unica
regione d’Italia e tra le poche d’Europa in zona
rossa per carenza di risorse idriche. Stessa situazione si
ritrova in Marocco ed Algeria (…). L’allevamento degli
animali è il settore più colpito per l’assenza di foraggio
verde e la mancanza di scorte di fieno danneggiate
dalle anomale precipitazioni del maggio dell’anno
scorso”. Le aziende agricole della Sicilia parlano da
tempo dei rischi derivanti dal cambiamento climatico.
Le vitivinicole e ortofrutticole in primis. “Ciò che serve
al settore è un piano nazionale per l’impianto di specie
più resistenti alle nuove condizioni climatiche”, ha
dichiarato il presidente della Fnp di Confagricoltura,
Michele Ponso, sul numero di gennaio/febbraio di
Mondo Agricolo.
L’andamento della temperatura globale dal 2000 al 2024 (Fonte: Met Office,
il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito)
La diffusione dello stress idrico nel Bacino mediterraneo nei primi dieci
giorni del mese di febbraio (Fonte: European Drought Observatory)
mentre gli invasi marocchini trattengono solo il
23,2% della capacità (nel siccitoso inverno 2023
erano al 31,5%!) a causa di un deficit pluviometrico
pari al 70% della media.
In Italia, le due maggiori isole stanno già facendo
i conti con limitazioni nell’uso agricolo
dell’acqua. Le temperature eccezionalmente alte,
la scarsità di precipitazioni e l’assenza di neve
lungo la dorsale appenninica stanno velocemente
disegnando uno stato di grave sofferenza idrica
per le regioni peninsulari, più accentuato al
Sud, ma in costante allargamento verso le regioni
centrali.
L’anno appena iniziato potrebbe essere il primo
in cui la temperatura superficiale media globale
supererà la soglia di 1,5°C più calda rispetto
all’era preindustriale, ha riferito il Met Office del
Regno Unito. Nell’Accordo di Parigi del 2015, i
funzionari di tutto il mondo si accordarono sul
fatto di cercare di evitare temperature globali superiori
a tale soglia. C’è da chiedersi se superamento
segnerà una pietra miliare nella storia climatica
del nostro Pianeta. La risposta è positiva
se le tendenze attuali continueranno con il ritmo
di oggi, ed è probabile che nel 2030 supereremo
permanentemente gli 1,5 gradi rispetto ai valori
preindustriali. Le proiezioni ci dicono anche che
nella seconda metà del 2040 si rischia di raggiungere
i 2 °C.
Ma cosa vuol dire tutto questo? Per ogni decimo
di riscaldamento in più rispetto agli 1,5°C avremo
eventi più estremi. Un’atmosfera più calda,
infatti, può trattenere più umidità portando a
precipitazioni che aumentano il rischio di inondazioni.
Una dinamica che, a sua volta, aumenta
l’evaporazione provocando fenomeni di siccità
più intensi. Un cane che si morde la coda con un
effetto moltiplicatore. Tutto questo non potrà che
avere un impatto, non solo sulla produttività, ma
anche sulla nostra salute.
Il fenomeno andrà ad interessare anche le regioni
del nord in un futuro molto più probabile di
quanto immaginiamo. Lo certifica anche l’atlante
della siccità redatto dal Joint Research Centre
(JRC). Ecco cosa accadrebbe se superassimo la
soglia del 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli
preindustriali, decisa dall’accordo di Parigi e se
andassimo anche oltre.
L’impatto su alcune colture specifiche, come
quella del grano, sarebbe devastante così come
quello sull’approvvigionamento idrico e la produzione
di energia da idroelettrico. •••
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 41
EMERGENZA CLIMA SILVICOLTURA
Manifesto
per le foreste
Confagri ha sottoscritto
un documento per la promozione
del comparto sia in ambito
professionale, che formativo
e universitario.
Recepisce i contenuti della
Strategia Forestale Europea
e le linee guida
Closer-to-Nature
di Silivia Piconcelli e Irene Gangarossa
(Politiche sviluppo sostenibile
e innovazione)
N
ella ricerca di soluzioni efficaci per
affrontare la crisi climatica globale, è
imprescindibile riconoscere il ruolo
delle foreste, in quanto ecosistemi vegetali
più vocati ad assorbire la CO2
dall’atmosfera, a mitigare i gas serra,
a regolare il clima, a conservare la biodiversità, a
proteggere il suolo e le risorse idriche. Le zone
boschive sono i veri polmoni del Pianeta che,
con la loro produzione di ossigeno, svolgono un
ruolo fondamentale di monitoraggio del riscaldamento
globale. Per queste ragioni la selvicoltura
rappresenta uno dei rami fondamentali delle
scienze forestali, ossia l’insieme di quelle attività
che consentono di controllare crescita, composizione,
struttura e qualità di un bosco.
I problemi legati ai cambiamenti climatici hanno
portato a concepire una selvicoltura diversa
da quella tradizionale, più flessibile nella scelta
dei diversi interventi colturali rispetto ai contesti
ambientali e alle caratteristiche dei singoli
boschi a cui vengono applicati. Un approccio
42 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
sostenibile alla gestione delle foreste che punta
a riprodurre i processi naturali di autorigenerazione
delle stesse.
Il riconoscimento di tali esigenze rappresenta
il cardine della Strategia Forestale europea e di
quella nazionale e, recentemente, fulcro delle
linee guida europee Closer-to-Nature, un documento
frutto di un lavoro di esperti dei diversi
Stati membri e i principali portatori di interesse
sulla multifunzionalità delle foreste. A tale
riguardo, nei giorni scorsi Confagricoltura ha
sottoscritto, insieme ad altre associazioni e organizzazioni
di settore, un manifesto che promuove
una selvicoltura più vicina alla natura.
L’obiettivo è la creazione di ecosistemi forestali
più equilibrati e resilienti per la conservazione
delle biodiversità e per fornire benefici ecosistemici,
inclusi quelli relativi alla produzione
della materia prima legnosa.
Il manifesto elaborato e sottoscritto dalla Confederazione
focalizza l’attenzione sull’importanza
di rafforzare la ricerca e la sperimentazione in
selvicoltura. Verranno composti gruppi operativi
nazionali e internazionali dedicati a progetti
specifici di potenziamento della formazione di
studenti e tecnici laureati. I progetti che verranno
messi in campo contribuiranno a uniformare
g DDL MIMIT: 25 MILIONI PER LA FILIERA LEGNO
15 milioni di euro di contributi a fondo perduto e finanziamenti
a tasso agevolato per 10 milioni di euro,
oltre all’autorizzazione per la spesa di altri 25 milioni.
È il contenuto del Ddl del ministero delle Imprese
sulle “disposizioni organiche per la valorizzazione, la
promozione e la tutela del made in Italy”. Le risorse
serviranno a sostenere la filiera legno-arredo 100%
nazionale. Il Mimit, insieme al Masaf e al Mise, si occuperà
di individuare i soggetti beneficiari, le modalità
di attuazione della misura, e il soggetto gestore
incaricato della relativa gestione.
Di ciò si è parlato alla riunione del Tavolo di filiera del
legno il 6 febbraio scorso.
g BOSCHI PIÙ CENTRALI CON IL CARBON FARMING
I primi di marzo alla Fiera Progetto Fuoco di Verona si è fatto il
punto sulle potenzialità dei boschi italiani in termini di bioeconomia,
biocombustibili e biodiversità. Le foreste rappresentano,
insieme alla filiera legno, circa il 20% del settore della bioeconomia
italiana garantendo un prelievo pari a circa 15 milioni di
metri cubi di legname. Di questi, almeno 10 milioni ettari sono
destinati alla valorizzazione energetica e il restante parte alla
produzione di legname a uso industriale (edilizia e arredo). Appare,
quindi, chiaro come la selvicoltura nazionale sia prevalentemente
orientata a prodotti di scarso valore economico. L’Europa
si è posta obiettivi di riduzione delle emissioni importanti
attraverso la riduzione del 55% del carbonio in atmosfera entro
il 2030 e la totale neutralità carbonica entro il 2050. Va da sé,
quindi, che la funzione delle risorse legnose deve essere il più
possibile inquadrata come attività di deposito legata, appunto,
al carbon farming.
Il XXI secolo è considerato da esperti del settore, come il secolo
del legno, poiché questa risorsa rinnovabile potrebbe rappresentare
la materia prima del futuro per eccellenza con un trend
in crescita stimato tra l’8 e il 25%. appare sempre più chiaro che
solo attraverso delle politiche imperniate sull’utilizzo a cascata
che permettano un utilizzo efficiente e circolare di tali risorse, si
potranno valorizzare i nostri 11 milioni di boschi preservandone
la biodiversità e la multifunzionalità.
la struttura e migliorare l’efficienza dei piani di
gestione forestale. Primi fra tutti i nuovi piani forestali
di indirizzo territoriale. Il Manifesto vuole
promuovere e diffondere la materia della selvicoltura
nei corsi di laurea delle Università italiane
e assicurare formazione continua per tecnici e
gestori forestali, sia pubblici che privati, affinché
le progettazioni vengano redatte da risorse altamente
qualificate.
Il documento sottolinea anche l’esigenza di una
normativa forestale armonica, che eguagli gli
standard minimi su questioni di rilevanza nazionale.
Tale normativa è soggetta a revisioni
periodiche proprio per permettere il costante
aggiornamento con innovazioni scientifiche e
nuove esigenze. Una direzione che viene condivisa
anche con la politica, che dovrebbe orientarsi
verso un maggiore sostegno agli imprenditori
e agli operatori forestali, fornendo finanziamenti
agevolativi specifici per pratiche selvicolturali
sempre più conformi alle strategie ambientali. La
sottoscrizione del manifesto rappresenta la condivisione
del processo collettivo di adeguamento
culturale o, meglio, “selvi-culturale” del settore
forestale come base di partenza per una piena
operatività e applicazione dei dettami tecnici
delle attività in bosco.
•••
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 43
NUOVE TECNOLOGIE LA SCIENZA CONTRO LA CRISI
TEA
a che punto
siamo?
Il regolamento sulla ricerca
genomica, approvato
in Europarlamento,
presenta novità rispetto
al testo della Commissione.
A partire dalla normativa
(non chiara) sulle categorie
di piante derivanti da tecniche
di evoluzione assistita
di Deborah Piovan
(presidente FNP Proteoleaginose,
divulgatrice scientifica)
I
l 7 febbraio scorso il Parlamento Europeo
ha approvato la proposta della Commissione
di un Regolamento relativo alle piante
ottenute mediante alcune nuove tecniche
genomiche, nonché agli alimenti e ai mangimi
da esse derivati. Non era scontato. Infatti,
la proposta è passata con alcune importanti
modifiche e con 307 voti favorevoli, 263
contrari e 41 astenuti. Si sono confermati tendenzialmente
favorevoli i parlamentari del Ppe,
la destra di Identità e Democrazia e i liberali di
Renew Europe. Spaccati i conservatori di Ecr
e i Socialisti e Democratici; contrari, invece, i
gruppi dei Verdi, Sinistra e M5s. Leggendo il
voto in chiave geografica, troviamo tendenzialmente
favorevoli i parlamentari del Sud Europa,
più scettici quelli dell’Europa orientale. Questi
orientamenti indicano chiaramente un diverso
approccio alla ricerca, alla programmazione
strategica della filiera di produzione del cibo e
all’industria agroalimentare.
Le novità del testo approvato in Europarlamento
Rispetto ai contenuti della proposta prodotta dalla
Commissione europea (vedi Mondo Agricolo di
luglio 2023, pag. 20, ndr.) il Parlamento ha apportato
alcune modifiche. Rimane la suddivisione fra
piante di tipo NGT1, equiparate alle piante con-
44 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
venzionali; e NGT2, equiparate per molti aspetti
agli OGM. L’acronimo NGT sta per Nuove Tecniche
Genomiche e indica le piante che in Italia la
Società Italiana di Genetica Agraria ha proposto
di chiamare TEA, ottenute cioè con Tecniche di
Evoluzione Assistita. Nel concreto indicano piante
ottenute con tecniche di biologia molecolare applicate
al miglioramento genetico, con l’esclusione
di quelle che prevedono inserimento di geni
provenienti da specie non sessualmente compatibili:
queste sono transgeniche e rimarranno inquadrate
nella normativa già esistente sugli OGM.
Il Parlamento ha però imposto l’etichettatura e la
tracciabilità per entrambe le categorie, aprendo di
fatto la strada a possibili situazioni paradossali. Se
infatti le NGT1 sono equiparate alle piante convenzionali,
non è chiaro come potranno essere etichettate
e distinte da queste ultime dato che, spesso,
sono addirittura indistinguibili le une dalle altre. Si
tratta di un controsenso biologico e giuridico, con
conseguenze sul mercato che potrebbero portare a
contenziosi; è evidente che su questo punto saranno
necessarie ulteriori modifiche.
La proposta della Commissione prevedeva il divieto
agli Stati membri di proibire la coltivazione
di Piante NGT2 esercitando il diritto all’opt-out,
cioè quella facoltà introdotta nel 2015 che consente
agli Stati membri di proibire la coltivazione
di OGM nel proprio territorio, anche se ne
importano e a prescindere dalla motivazione (ad
esempio si possono addurre motivazioni di ordine
pubblico, dato che motivazioni scientifiche di
pericolosità di alcun tipo sono assenti). L’Italia si
è avvalsa di questa possibilità per proibire la coltivazione
del mais Bt; non l’importazione. Questo
genera distorsioni alla libera concorrenza all’interno
del mercato unico, dato che gli spagnoli
possono coltivarlo.
Quindi la Commissione,
per evitare
tali storture almeno
sulle piante NGT,
aveva deciso di non
consentire per esse
A inizio gennaio in Italia
è stata presentata la richiesta
di prove di coltivazione del riso
migliorato con la tecnica
CRISPR-Cas, messa a punto
dal laboratorio di ricerca
dell’UniMi guidato
dalla professoressa
Vittoria Brambilla
la facoltà di opt-out, ma il Parlamento
lo ha reintrodotto.
Altro punto critico è la possibilità
di revocare le autorizzazioni
alle piante NGT nel
caso emergano nuovi dati
che mostrino ipotesi di rischi.
Sarà necessaria una stretta vigilanza
su questo aspetto affinché questa facoltà
sia utilizzata, doverosamente, solo davanti ad
evidenze scientifiche e non a generici sospetti:
abbiamo già visto all’opera un certo lobbismo
pseudo-ambientalista, preoccupato di spaventare
più che di verificare.
Tornando al percorso della proposta, il prossimo
passo è l’approvazione da parte del Consiglio
dell’Ue. Ma qui, i ministri dell’Agricoltura degli
Stati membri hanno già fallito nel trovare un
I contenuti della proposta
di regolamento della
Commissione Ue sulle TEA,
votata in Europarlamento
il 7 febbraio, erano stati
descritti da Piovan
sul numero dello scorso
luglio di Mondo Agricolo
g LA SPERIMENTAZIONE IN CAMPO PARTE DAL RISO DI PAVIA
In Italia la sperimentazione in campo
di piante selezionate con le Tecniche
di evoluzione assistita partirà da 28
metri quadri di terreno in provincia
di Pavia con una specie di riso modificata
genomicamente per resistere al
brusone, una delle peggiori fitopatie che colpiscono le risaie. L’annuncio
è stato fatto dall’assessore lombardo all’Agricoltura, Alessandro
Beduschi, all’assemblea annuale di Confagricoltura Pavia.
“Il parere tecnico di Ispra per poter avviare le attività in un campo
sperimentale in Lomellina - ha commentato Marta Sempio, presidente
dell’Unione (in foto, insieme a Giansanti) - è una della svolta
che auspicavamo da tempo”. Il presidente di Confagricoltura è
intervenuto al convegno, “L’innovazione in agricoltura in un mondo
che cambia”, organizzato, in occasione dell’assemblea, con il
Food&Science Festival. “Stiamo vivendo una stagione straordinaria
e difficile - ha detto in collegamento da Bruxelles -. Si deve
tornare a un modello agricolo che riesca a coniugare la produzione
con la sostenibilità ambientale. Oggi investire sull’agricoltura
significa investire sull’Italia”. Presenti anche Brondelli (giunta Confagri),
il vice presidente del Senato, Centinaio, il presidente della
Commissione Agricoltura Senato, De Carlo e il ministro dell’Economia,
Giorgetti.
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 45
NUOVE TECNOLOGIE LA SCIENZA CONTRO LA CRISI
g LE RICHIESTE DI ASSOSEMENTI AL GOVERNO
Un impegno interministeriale per arrivare all’approvazione
della proposta di regolamento Ue sulle
Tecniche di evoluzione assistita e investimenti per
avviare subito la sperimentazione in campo. È la richiesta
contenuta nel “Manifesto per la Promozione
delle TEA per il sostegno al Made in Italy” che Assosementi
ha presentato durante il suo convegno “Tecniche
di evoluzione assistita: nodi e opportunità per
il rafforzamento dell’autonomia alimentare”, a cui ha
partecipato anche Confagri. Al governo italiano, i rappresentanti
della filiera agricola e alimentare e della
ricerca chiedono l’istituzione di un comitato fra ministero
dell’Ambiente, ministero della Salute e ministero
dell’Agricoltura. Al Masaf viene, invece, chiesto di costituire
una rete di centri di ricerca pubblica e privata
e di creare un fondo destinato alla ricerca applicata.
“Siamo consapevoli che bisogna investire molte
più risorse - ha detto durante il convegno il ministro
dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto
Pichetto Fratin -, sia pubbliche che private, per migliorare
la sostenibilità climatica e ambientale e per
rafforzare la capacità di trasformazione del settore
agroalimentare”.
accordo. Particolarmente dibattuta la questione
della brevettabilità, che pare comunque esclusa.
Nel frattempo in Italia qualcosa si muove: a inizio
gennaio è stata presentata richiesta di prove
di coltivazione in campo del riso migliorato
con TEA, precisamente con la tecnica CRISPR-
Cas, messa a punto dal laboratorio di ricerca
dell’Università Statale di Milano guidato dalla
professoressa Vittoria Brambilla. Si tratta di un
riso che non richiede trattamenti fungicidi per
essere protetto dal brusone, perché tollerante la
malattia. Molti altri Paesi europei già consentivano
le prove in campo, l’Italia no. Ma finalmente
nel giugno scorso il Parlamento italiano ha approvato
una parziale semplificazione dell’iter di
autorizzazione delle prove in campo. Si attende
ora la risposta del ministero dell’Ambiente e la
Sicurezza energetica, che ci auguriamo non tardi.
Concludendo, alla proposta della Commissione
va riconosciuto il merito di entrare nel dettaglio
delle caratteristiche delle piante migliorate impostando
una valutazione per obiettivi - la sostenibilità,
l’utilità ai fini del raggiungimento degli
obiettivi della Farm to Fork, la resilienza ai cambiamenti
climatici - che finalmente si stacca almeno
un po’ dalla tecnica utilizzata. Giova però
ricordare che questo approccio farraginoso e
francamente complicato sarebbe risolvibile eliminando
alla radice tutto l’approccio normativo al
miglioramento genetico biotecnologico, che norma
la tecnica anziché il prodotto, e cominciando
piuttosto a valutare le piante migliorate per le
loro caratteristiche. Va riconosciuto che un simile
atto di coraggio è ben difficile in Europa e in
Italia, dove il dibattito sul tema è stato avvelenato
per decenni da considerazioni che non si sono
poste come obiettivo la sostenibilità ambientale
ed economica della produzione del cibo.
In subordine auguriamoci una rapida approvazione
di un testo che è senz’altro migliorabile,
ma che rappresenta un buon inizio per
promuovere ricerca e coltivazione di piante più
adatte alle sfide che l’agricoltura europea deve
affrontare: cambiamenti climatici, produttività e
sostenibilità ambientale.
•••
g
IMPORT DI GRANO, CONTROLLI SU 420MILA
TONNELLATE IN INGRESSO NEI PORTI ITALIANI
La cabina di regia interforze sui controlli agroalimentari
avviata di recente ha prodotto il suo primo report, dedicato
all’import di grano. Con una nota ufficiale il Masaf
ha comunicato che, fino alla fine di gennaio, sono state
controllate 19 motonavi e 11 diversi operatori, con il
prelievo di 21 campioni di cereale destinato all’alimentazione
umana. Il quantitativo ispezionato, introdotto
attraverso i porti, ammonta a circa 420.000 tonnellate.
Sono stati monitorati i porti di Bari, Catania, Palermo,
Pozzallo (RG) e Olbia, con controlli di tracciabilità su
15 operatori che trasportavano ortofrutta, carni, prodotti
lattiero-caseari e oleari. In particolare, presso il
porto di Pozzallo è stato controllato e campionato grano
tenero d’importazione proveniente dalla Croazia.
Il report rassicura sulla complessiva salubrità del frumento
duro in ingresso in Italia nel rispetto delle normative
igienico-sanitarie comunitarie. Ad eccezione di un
campione di grano duro di origine turca, risultato non
conforme ai limiti previsti per l’agricoltura biologica
I controlli rientrano nel programma straordinario di verifiche
coordinato dal ministero dell’Agricoltura in collaborazione
con il comando dei Carabinieri per la tutela
agroalimentare, le Capitanerie di Porto, la Guardia di
Finanza e l’Ispettorato centrale della tutela della qualità
e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari.
46 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
MAPPAMONDO di Jordan Nash
Dieta: in Francia la parola d’ordine
è “diversificare”
L
a Francia implementa
le importazioni per
incentivare la diversificazione
delle abitudini
alimentari dei propri cittadini.
Cresce l’import ortofrutticolo,
di carne e di pesce. Il
caso del salmone è emblematico:
prima presente solo
nei pasti festivi, è diventato il
prodotto ittico più utilizzato
nel Paese. Anche il consumo
di pollo è cresciuto: +40%
in dieci anni. L’Associazione
nazionale interprofessionale
del pollame da carne (Anvol),
rimarca che quello domestico
è sceso più del 25%
in dieci anni. La ristorazione
si concentra sui prodotti importati,
più economici. Stesso
fenomeno per l’ortofrutta.
Per la ratatouille, le verdure
sono spagnole e i pomodori
marocchini. Anche i frutti
esotici trionfano sulle tavole,
diventando i più apprezzati,
davanti a pere, uva e
albicocche. Di conseguenza,
la bilancia commerciale
francese del comparto
registra un deficit pari a
3,8 miliardi di euro. Gli
agricoltori denunciano la
concorrenza sleale quando
le importazioni beneficiano
di quote o di dazi doganali
ridotti, come nel caso dei
pomodori marocchini o del
pollo ucraino.
LA NFU CONTRO I PROVVEDIMENTI SULL’OSPITALITÀ RURALE
La britannica National Farmers Union (Nfu) ha accolto
con favore alcuni contenuti del bilancio di primavera,
ma ha avvertito il governo: la stabilità di cui il settore
agricolo ha bisogno è a rischio se si aboliscono gli sgravi
per le FHL (Furnish Holiday Lettings), molto importanti
per la diversificazione delle attività delle imprese, come
l’ospitalità rurale. “Le aziende agricole affrontano già un
contesto economico difficile con costi di produzione a
livelli persistentemente
elevati
e una riduzione
di almeno il 50%
nel sostegno ai
pagamenti diretti
agricoli”, ha
detto il presidente
della NFU Tom
Bradshaw.
I DANNI DE EL NIÑO ALL’AGRICOLTURA FILIPPINA
El Niño costa
all’agricoltura
filippina ben 19
milioni di dollari
(89 milioni di
RM). Il Consiglio
nazionale per
la riduzione e
la gestione del
rischio di disastri
riporta che sono oltre 23.000 gli agricoltori e pescatori
colpiti, e circa 18.000 gli ettari coltivati danneggiati
in cinque regioni. Quella occidentale di Visayas, nelle
Filippine centrali, ha riportato i maggiori danni in agricoltura.
Preoccupa il possibile impatto sui prezzi del cibo: il
riso è il principale contribuente all’aumento del tasso di
inflazione, con una crescita dei prezzi del 23,7%, la più
alta dal febbraio 2009.
NOVEMBRE 2022 | MONDO AGRICOLO | 47
PROGETTI UE STRATEGIE E PREVENZIONE
Pronti
al peggio
Una simulazione per prevedere
come reagire ad una crisi
alimentare europea.
Si chiama Food Alert, l’iniziativa
dell’Università Science Po
di Parigi a Bruxelles
di Cecilia Blengino
(Progetti europei)
I
l 26 giugno 2023, a Palazzo della Valle, Confagricoltura
e Agronetwork hanno organizzato
il seminario “Farm, Food, Folk! Reshaping EU
Policies on Agri-Food Systems”, per ripensare
l’agenda politica e promuovere la sicurezza
alimentare, la stabilità, la competitività e
la crescita in Europa. Durante l’incontro romano,
sono state tracciate le linee guida per la progettazione
di un modello matematico finalizzato alla
valutazione dell’impatto delle politiche europee
nel settore dell’agrifood, un approccio condiviso
e promosso dalla Commissione Europea.
Con obiettivi simili, si è tenuto a Bruxelles, l’1
e 2 febbraio, il workshop di simulazione di una
crisi alimentare intitolato Food Alert organizzato
dall’Università Science Po di Parigi. Proprio grazie
alla risonanza europea del workshop di Palazzo
della Valle sono stati invitati il direttore dell’Area
Progetti di Confagricoltura, Daniele Rossi, e
il project manager Tancredi Marini per partecipare
alla simulazione, insieme ai principali esperti
dell’agrifood in Europa. Un progetto utile ad
affrontare la crescente preoccupazione riguardo
alla resilienza sistemica alle crisi alimentari come
conseguenza di molteplici fattori, uno fra tutti
l’emergenza climatica e i conflitti globali (Russia-
Ucraina, Medioriente, Yemen).
L’evento si è rivelato un’importante opportunità
per valutare la capacità di reazione di fronte a
scenari di crisi e identificare i punti deboli nei
sistemi alimentari: esistono dei metodi efficaci per
far dialogare realtà diverse e sviluppare delle policy
che rispondano attivamente a una situazione
di emergenza alimentare?
L’Unione europea ha affrontato diverse crisi nel
corso della sua storia, tra cui la gestione della peste
suina, della mucca pazza, dei fenomeni migratori
fino alla recente pandemia da Covid-19 e al
fenomeno bellico nell’Europa dell’Est, adottando
progressivamente cambiamenti politici e istituzionali
per potenziare la sua capacità di gestione delle
emergenze. Nel corso delle due giornate, sono
state esaminate anche le strategie Ue del Green
Deal, del Farm to Fork e della Biodiversity, delineando
l’architettura e ampliandone i meccanismi
emergenziali di coordinamento per assicurare
una risposta europea unitaria alle crisi alimentari.
Con il sostegno positivo sia del Parlamento Euro-
48 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
peo che del Consiglio, è stata accolta con favore
l’intenzione della Commissione di formulare un
piano di contingenza.
Durante la simulazione, i rappresentanti di diversi
settori hanno dunque collaborato per proporre
politiche mirate a rispondere alla crisi alimentare
nel breve, medio e lungo termine. La complessità
della società europea è evidente, un dato che ha
sottolineato la necessità di strategie che tengano
conto delle molteplici prospettive ed esigenze.
Le fasi dello stress test
È fondamentale intanto evidenziare il ruolo che
svolgono come soggetti atti a rispondere alle crisi:
la “Direzione generale per la Protezione civile
e le operazioni di aiuto umanitario europee” e
gli accordi di “Risposta Integrata alle Crisi Politiche
(IPCR)” Integrated Political Crisis Response.
L’IPCR è il meccanismo integrato europeo di risposta
alle crisi, uno “strumento” nelle mani della
Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea per
coordinare la risposta politica a crisi intersettoriali
gravi e complesse: una catastrofe naturale come
il terremoto, una crisi sanitaria (il meccanismo di
risposta è stato lanciato nel 2020 per rispondere
alla pandemia Covid-19), un atto terroristico.
Durante la simulazione, nonostante la resilienza
del sistema alimentare dell’UE, sono emerse criticità,
tra cui la mancanza di coordinamento fra
le autorità pubbliche: alcuni Stati membri hanno
adottato misure unilaterali mettendo a rischio il
mercato unico, complicando la gestione delle crisi
e creando tensioni nel sistema alimentare. Ne deriva
il bisogno di un approccio integrato ai sistemi
alimentari, riconoscendo le interdipendenze non
solo tra gli attori diretti della catena alimentare,
come agricoltori, pescatori, trasformatori industriali,
grossisti, commercianti, rivenditori, distribuzione
moderna e tradizionale, servizi alimentari
e di catering, compresi i loro lavoratori, ma
anche considerando coloro che supportano il funzionamento
della catena, come il settore dei trasporti
e della logistica, le industrie che forniscono
input tecnologici e materiali per l’imballaggio. La
crisi ha evidenziato l’importanza di un sistema informativo
e decisionale appropriato, e soprattutto
condiviso, per consentire alle autorità pubbliche
di prendere decisioni informate e seguire “piani
di continuità”, mentre la cittadinanza deve essere
oggettivamente e tempestivamente informata sulla
crisi ed evitare comportamenti irrazionali, ad
esempio quelli di accumulo.
Analizzando l’Indice di Rischio, emergono sfide
rilevanti per la sicurezza alimentare dell’Unione
Europea, soprattutto nei settori economico e di
mercato, così come nei rischi biologici e ambientali.
Allo stesso tempo, rischi più recenti, come
quelli legati alla cybersecurity, alle nuove tecnologie
e alle problematiche legate a patologie
vegetali ed animali, stanno ottenendo maggiore
considerazione da parte degli stakeholder. Le
percezioni del rischio non si limitano ai tradizionali
segmenti della catena di approvvigionamento
alimentare; coinvolgono tematiche più ampie
come il cambiamento climatico, la scarsità d’acqua
e la degradazione ambientale. Le variazioni
nelle percezioni del rischio risultano evidenti tra
paesi, settori e gli attori coinvolti, sottolineando
la complessità nella formulazione di una strategia
di preparazione coordinata e completa nell’ambito
dell’Unione europea.
“Food Alert” ha sottolineato l’importanza della
collaborazione pubblico-privato e tra i diversi settori,
la necessità di politiche flessibili ed equilibrate
per far fronte a una possibile crisi alimentare,
la gestione più efficiente e condivisa dei meccanismi
di risposta rapida.
Lo “Stress Testing the EU Food System” si è dimostrato
un’ottima opportunità di riflessione su come favorire
la collaborazione tra la società civile, le istituzioni,
le organizzazioni di rappresentanza e gli enti
di ricerca. Una collaborazione che potrebbe garantire
la creazione di nuovi e più efficienti strumenti
di risposta ad una eventuale e malaugurata crisi del
sistema agroalimentare continentale. Confagricoltura,
in rappresentanza degli agricoltori e dei suoi
associati, contribuirà significativamente alla promozione
di politiche agroalimentari più
in linea con la realtà e i bisogni della
società europea, trovandosi pronta a
far sentire la sua esperienza in caso
di crisi alimentare e di vero stress del
sistema di approvvigionamento continentale.
•••
Il direttore dell’area
Progetti Ue,
Daniele Rossi,
durante Food Alert,
il workshop sulle
emergenze alimentari
organizzato a Bruxelles
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 49
TRANSIZIONE ECOLOGICA SYNGENTA
L’agribusiness
del futuro
Scaglia (Syngenta Italia):
“La transizione verde è ineludibile,
ma le innovazioni hanno tempi
fisiologici, di cui l’Ue deve
tenere conto. Noi facciamo
la nostra parte investendo
nelle nuove tecnologie”
di Gabriella Bechi
D
a gennaio 2023 Massimo Scaglia è il
nuovo amministratore delegato in Italia
di Syngenta, società leader globale
e nazionale nel settore dell’agribusiness.
Entrato a far parte di Syngenta
nel 2013, dopo una lunga esperienza
nel settore, nel 2019 è stato nominato responsabile
della funzione Syngenta Global Third-Party
Business a Basilea. Intervistato da Mondo Agricolo,
spiega come intende guidare lo sviluppo del
business in Italia in un’ottica di crescita rispetto
ai cambiamenti che l’agricoltura italiana sta
affrontando. “Sono molto orgoglioso e felice di
aver assunto la guida di Syngenta Italia. Sto lavorando
con l’eccellente team che abbiamo qui nel
nostro Paese per contribuire a consolidare la nostra
crescita in questo mercato e investire in innovazione
e nuove tecnologie per portare valore
alla filiera agroalimentare. La realtà italiana ha da
sempre una rilevanza strategica per Syngenta a
livello globale”.
Gli effetti dei cambiamenti climatici stanno incidendo
sempre più profondamente nel comparto
agricolo. Quali sono i rischi maggiori?
Chi opera in agricoltura ha un patrimonio comune:
gli agricoltori. Il loro benessere e la loro
50 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
profittabilità sono il motore di tutta la filiera. Ad
essi viene richiesto di produrre sempre di più
in maniera sostenibile, sia per la sicurezza alimentare,
sia per la salute dell’ambiente. E l’impatto
dei cambiamenti climatici incide sulla loro
capacità di svolgere questa funzione. Buona parte
dell’innovazione su cui noi stiamo investendo
mira proprio a fornire agli agricoltori soluzioni
che consentano di far fronte a problematiche
ambientali derivanti dai cambiamenti climatici.
In linea con le sfide che il settore dell’agribusiness
si trova ad affrontare, a partire dall’esigenza
di produrre più cibo per nutrire una popolazione
che aumenta, fino al contrasto degli effetti del
clima, continueremo ad investire sui nostri principali
tre pilastri: il primo, che è il nostro business
principale, quello degli agrofarmaci; poi sui
prodotti di origine naturale e biologici; e quindi,
in innovazione.
La transizione verde è una necessità ineludibile
e anche gli agricoltori dovranno fare la propria
parte. Ma proprio nelle ultime settimane in
tutta Europa si sono alzate proteste contro gli
strumenti decisi dall’Europa per affrontarla.
È vero, la transizione verde è ineludibile. Tutti concordano.
Però l’accelerazione che ha dato l’Europa
non è spesso compatibile con i tempi necessari
ad introdurre l’innovazione che serve. Questo crea
difficoltà agli agricoltori e anche a chi, come noi,
produce mezzi tecnici, perché il percorso richiede
sforzi e investimenti importanti. Al tempo stesso
spesso l’innovazione arriva sul mercato con gravi
ritardi a causa delle lunghe tempistiche burocratiche.
Da una parte dunque c’è bisogno di più tempo,
dall’altro bisognerebbe essere più rapidi.
L’agricoltura generativa offre molti vantaggi.
Può essere una valida soluzione per un’agricoltura
più sostenibile, ma comunque produttiva?
L’agricoltura rigenerativa è un sistema che si
pone l’obiettivo di migliorare la salute del suolo,
promuovere la biodiversità, un uso più oculato
della risorsa idrica e l’impiego di tecnologie a
minor impatto ambientale, come i prodotti di
origine naturale. Oggi interessa una superficie
non particolarmente ampia, ma anche grazie
all’impegno di Syngenta, si è creato un Forum
di scienziati, aziende e stakeholder che operano
insieme, in primo luogo per trovare una definizione
comune, poi per rendere questo metodo
scalabile e diffonderlo il più possibile.
Che ruolo hanno in questo tipo di agricoltura
i biostimolanti?
I biostimolanti fanno parte del percorso che è
iniziato qualche anno fa, e che si è consolidato
in Syngenta, con la nostra acquisizione in Italia
di Valagro, società capostipite del settore. Sono
una soluzione per nutrire le piante in momenti
particolari della crescita, utilizzando in maniera
mirata determinati prodotti e riducendo l’impiego
dei fertilizzanti chimici, grazie anche alle tecnologie
digitali.
Un ruolo altrettanto importante potrebbero
avere le nuove tecniche genomiche (TEA), ma
l’Europa non ha ancora assunto una decisione
chiara e definitiva. Qual è la vostra posizione
al riguardo?
Noi ci siamo schierati apertamente a favore e lo
abbiamo fatto al Forum dell’Agricoltura lo scorso
anno, a Bruxelles. Le TEA sono uno strumento
fondamentale per affrontare gli effetti dei cambiamenti
climatici, usare meno acqua, combattere
le malattie e utilizzare terreni marginali. E, in
definitiva, qualificare la nostra produzione. C’è,
però, ancora molto lavoro da fare per superare
preconcetti ideologici.
Lo sviluppo delle nuove tecnologie e la digitalizzazione
sembrano essere l’unica strada percorribile
per garantire sostenibilità ambientale ed
economica. Come vede il futuro dell’agricoltura?
Lo vedo positivo, perché sono convinto che il
buonsenso e, soprattutto, i risultati, faranno progredire
la nostra agricoltura nella giusta direzione.
Ci sono moltissimi segnali che stiamo cogliendo,
soprattutto tra i giovani. Quest’anno abbiamo
concluso con grande soddisfazione la nostra prima
esperienza di Syngenta Talent, che ha messo
in luce tantissime soluzioni innovative che noi
possiamo aiutare a sviluppare. Nel ruolo che ci
diamo, dunque, anche un con un po’
di ambizione, vorremmo contribuire
a questa trasformazione dell’agricoltura
italiana.
•••
Massimo Scaglia
Amministratore
delegato di
Syngenta Italia dal 2023
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 51
RAPPRESENTANZA PENSIONATI AGRICOLTORI
Dialogo
tra generazioni
Barrile e Giansanti
al Soggiorno
dell’Anpa all’Isola
delle Femmine
per parlare di futuro,
sanità e agricoltura
I
l 42° Soggiorno dell’Anpa, che si è concluso
anella sala convegni del Saracen Sands
Hotel sull’Isola delle Femmine (Palermo), è
stato un successo con quasi mille over 65,
provenienti da tutt’Italia, divisi in due turni.
All’inaugurazione è intervenuto, in collegamento,
il presidente di Confagricoltura, Massimiliano
Giansanti. “Siete un’importante memoria
storica del territorio e dell’evoluzione del settore
– ha detto –. Il vostro supporto non è di forma,
ma di sostanza, insieme a voi e ai giovani stiamo
costruendo il futuro dell’agricoltura. I dati
Istat hanno confermato che le politiche attuate
da Confagricoltura a favore delle imprese sono
quelle giuste”. Ciò non vuol dire, ha precisato,
che non ci siano difficoltà. In Europa, tra produzioni
che arrivano da fuori a prezzi bassi, alla
visione di questa Commissione europea. “Gli
agricoltori non possono continuare a pagare gli
errori e i problemi creati da altri”. E ha concluso
aggiornando la platea sulle ultime questioni d’attualità
che riguardano il settore primario e alle
prossime elezioni europee: “Sarà fondamentale
sostenere quei candidati vicini al mondo agricolo
perché abbiamo bisogno di un’Europa diversa,
con politiche agricole ancorate al mercato”.
Il segretario nazionale ANPA, Angelo Santori,
nella sua ampia relazione, ha rimarcato l’importanza
dell’appuntamento. “Avrebbe dovuto essere
il 44° soggiorno, ma siamo stati fermati dal
Covid. So che siete impazienti di conoscere il
nostro bellissimo territorio e abbiamo preparato
per voi un ricco programma - ha detto Santori -,
che unisce l’intrattenimento con la grande at-
52 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
tenzione alla salute, senza dimenticare la cultura
e la storia, ma non possiamo non approfondire
le tematiche agricole, perché molti di voi
sono ancora impegnati nel settore”. Ha spiegato
l’impegno sul decreto attuativo della legge di
riforma della non autosufficienza e l’invecchiamento
attivo, a cui Anpa all’interno del Cupla
ha dato un contributo determinante, rilevando
come per la prima volta ci sia stata attenzione
agli anziani. “Auspichiamo che il Governo possa
compiere una revisione, assicurando agli anziani
non autosufficienti, la possibilità di poter
continuare a vivere a casa, riorganizzando l’assistenza
domiciliare, integrandola con quella sanitaria.
Gli anziani non possono attendere”. Ha
poi parlato dell’aziendalizzazione della sanità,
della necessità di “riumanizzare” gli ospedali e
della necessità di garantire le stesse possibilità
di cura in tutta Italia.
La direttrice generale di Confagricoltura, Annamaria
Barrile, di cui è stata apprezzata la presenza
fin dal giorno prima, ha esaminato le maggiori
criticità del settore. ”Ora vi parlerò con il cuore,
poi affronterò anche la crisi sistemica che stiamo
affrontando - ha detto la dg -. Avete segnato la
storia dell’agricoltura e continuate ad essere testimonial
del valore fondamentale dell’agricoltura
e dei prodotti della terra: l’agricoltura è ambiente,
manutenzione del territorio, energia pulita, è
fonte di vita”. Barrile ha poi riferito delle preoccupazioni
sul fotovoltaico e delle speculazioni.
“Si tratta di un ambito che deve servire per dare
slancio al settore, rendendo l’agricoltore protagonista
della transizione energetica”, ha commentato.
Poi, un passaggio sull’impatto dannoso della
riforma del Titolo V della Costituzione che ha
“sacrificato, con la regionalizzazione, i legittimi
diritti di avere livelli uniformi di assistenza, che
deve essere garantita”, e creato danni anche agli
agricoltori con terreni che insistono su province
di più regioni. “Stiamo passando anni complessi
- ha aggiunto Barrile -, che hanno mostrato a tutti
la resilienza del settore agricolo, ma attenzione
essere resilienti non significa subire. È mancata
una strategia agricola perché si sono inseguite
le emergenze”. E sul ‘De minimis’: “Sono briciole
rispetto ai danni subiti. Apprezziamo che questo
governo stia dimostrando di provare a fare una
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 53
RAPPRESENTANZA PENSIONATI AGRICOLTORI
strategia, con l’apertura del tavolo sul comparto
agroalimentare”.
L’Italia è in cima alla classifica dei Paesi Ue con l’età
media più elevata. Il professor Francesco Landi,
direttore dell’Unità di Medicina Interna Geriatrica
del Policlinico Universitario Agostino Gemelli
di Roma, in collegamento, ha dato indicazioni ai
partecipanti sul controllo di pressione, glicemia e
colesterolo. La dottoressa Giordana Gava ha illustrato,
nei dettagli, come assicurarsi una vita lunga
in salute e due specializzande per turno sono
state sempre presenti, per far fronte a qualsiasi
esigenza medica. Giovanni Gioia, presidente dei
Giovani di Confagricoltura, ha voluto testimoniare,
anche di persona, l’importanza del rapporto
anziani/giovani. “Sono tempi difficili - ha detto –
in cui le aziende condotte dai giovani, seppur più
Isola delle Femmine
innovative e con maggiori estensioni e produttività,
continuano a diminuire. Occorre lavorare
sull’integrazione tra generazioni, riconsiderando
l’impalcatura generale delle misure sull’insediamento,
coinvolgendo le aziende condotte dagli
over 65, molte delle quali senza eredi, avviando
progetti in un’ottica di continuità temporale e di
sistema”. Il presidente ANPA Rodolfo Garbellini
ha sottolineato lo scenario politico, sociale e economico
“con il quale dobbiamo confrontarci, che
non è affatto facile“. Maria Pia Piricò, vicepresidente
nazionale di Confagricoltura Donna, ha
messo in evidenza: “Come la visione femminile
possa fare la differenza anche in agricoltura, con
imprenditrici che hanno creato filiere e valorizzato
le aree interne, anche con l’agriturismo”.
Angelo Santori ha ricordato l’importanza della
socializzazione, come i nostri soggiorni,
segnalato Senior L’Età della
Saggezza ONLUS, promossa proprio
dall’Anpa invitando a donare
il 5x mille e ha concluso facendo
presente: “Una persona anziana in
famiglia è una ricchezza perché
non solo collabora alle necessità,
ma funge anche da ammortizzatore
sociale”.
Numeroso il contributo dei dirigenti
siciliani: il presidente regionale
Sicilia Rosario Marchese Ragona,
il presidente di Confagricoltura
Palermo, Giovanni Fatta; presenti
anche il vicepresidente di Agrigento,
Giovanni Giglia, il direttore
di Palermo, Salvatore Taranto e il
direttore regionale e di Agrigento
Alessandro Vita. (et)
•••
54 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO di Alessandra Porro
BARRILE E LOLLOBRIGIDA AL SEMINARIO DI AVEZZANO
Made in Italy
e competitività
TREVISO
IL NUOVO DIRETTORE
È BARBON
Nella stagione dei rinnovi
contrattuali, con tutte
le complessità del settore
come la carenza di manodopera,
il tema delle
esternalizzazioni, i flussi
d’ingresso dei lavoratori
stranieri, la sicurezza sul
lavoro, il contrasto al caporalato
mediante una legge
peraltro di difficile interpretazione,
Confagricoltura Abruzzo ha chiamato
a raccolta gli imprenditori agricoli
associati per chiarire i dubbi, illustrare
le novità e dare risposte in merito ai
vuoti normativi e i nodi legislativi di
una burocrazia assai ostica e difficile
da districare. L’occasione è stata il seminario
“Lavoro vero in agricoltura”,
organizzato ad Avezzano nella sala
convegni del ristorante Napoleone.
L’agricoltura regionale, soprattutto nel
Fucino, da sempre soffre del peccato
originale del caporalato, un’accusa
che, però, viene sempre smentita
dai dati forniti dai rapporti annuali
dell’Ispettorato nazionale del Lavoro.
Dati che dipingono il quadro della
situazione in modo totalmente diverso
rispetto alla narrazione comune,
controproducente per il settore e per
il mercato.
Il direttore generale Annamaria Barrile,
rivolgendosi ad una folta platea,
ha ribadito con forza che la burocrazia
va snellita per il bene del Made
in Italy e per il ruolo cruciale che occupa
l’agricoltura nell’intero Paese.
“La competitività, per Confagricoltura
- ha sottolineato - deve essere sempre
sostenuta e mai ostacolata”. Il presidente
di Confagricoltura Abruzzo,
Fabrizio Lobene, si è soffermato sulla
necessità di una riforma radicale del
piano nazionale della gestione del
rischio. Vista l’importanza del tema
dell’incontro, anche il ministro dell’Agricoltura,
Francesco Lollobrigida, ha
ritenuto doveroso intervenire, spaziando
sulle questioni che gravano sul
settore, “che va sostenuto attraverso
la Pac e con tutti i mezzi indispensabili,
proprio per la volubilità intrinseca
che contraddistingue il comparto
agricolo”. Il ministro ha sottolineato la
differenza tra l’Italia e altri Stati, come
la Francia e la Germania, dove le associazioni
di categoria hanno assediato
le piazze perché i governi non
hanno dato le risposte attese. In Italia,
ha precisato il ministro, questo non è
accaduto perché le associazioni hanno
partecipato attivamente ai tavoli
dove il governo non solo ha raccolto
le istanze avanzate, ma ha anche
dato risposte concrete a quanto richiesto.
Lollobrigida ha riconosciuto
Confagricoltura come la realtà organizzativa
più presente per sostenere i
diritti degli imprenditori agricoltori.
La parte seminariale è stata condotta
dal direttore dell’area Politiche del
lavoro di Confagricoltura, Roberto
Caponi, che ha risposto a quesiti specifici
dei datori di lavoro presenti in
sala. Nel dibattito vi sono stati spunti
interessanti e proposte che saranno
portate al tavolo della trattativa con
i sindacati per i rinnovi dei contratti
provinciali di lavoro.
Cambio al vertice a Treviso: il
nuovo direttore è Silvio Barbon,
53 anni. Laureato in Scienze agrarie
all’Università di Padova, inizia
la propria attività professionale
nel 1998 proprio in Confagricoltura.
Affiancherà il presidente
dell’Organizzazione provinciale,
Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi.
“Lavorerò per rappresentare
al meglio gli interessi degli
imprenditori agricoli della Marca
- ha dichiarato Barbon - in una
provincia che oggi rappresenta
buona parte della “Dop economy”
italiana, rispondendo alle
sfide di un panorama macroenomico
incerto e in rapida evoluzione,
trasformando i problemi in
nuove opportunità per il settore.
Il nostro obiettivo resta quello di
essere un punto di riferimento
per gli imprenditori agricoli”. Tra
le sfide più importanti, la cronica
mancanza di manodopera, problema
che accomuna l’agricoltura
ad altri settori produttivi. Altro
filone particolarmente “sfidante”,
è l’impiego della tecnologia e
dell’IA, al fine di ridurre l’impatto
dell’attività agricola sul territorio.
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 55
L’ANGA ALL’APPUNTAMENTO ORGANIZZATO DAL CEJA A BRUXELLES
Giovani di Confagricoltura
Fare networking
I soci Anga, Giorgenzo Treves de Bonfili (Brescia), Giorgio
Antonio Ninni Riva (Treviso) e Franco Cherubini (L’Aquila)
hanno partecipato alla seconda edizione di Eu young
farmers leadership programme a Bruxelles. Un progetto
organizzato dal Consiglio europeo dei giovani agricoltori
(Ceja) per rafforzare le capacità di fare networking
dei futuri leader delle organizzazioni di giovani agricoltori
dell’Ue. In questa edizione i tre “anghini” hanno avuto
l’occasione di confrontarsi con il mondo politico europeo
e con altri 43 “colleghi” provenienti dai diversi Paesi per
parlare del futuro. L’attività, nei tre giorni del programma,
è stata focalizzata su come supportare attivamente e promuovere
l’agricoltura verso l’opinione pubblica, implementare
la propria capacità di presentazione, anche attraverso
percorsi di gaming e discussioni sulla sostenibilità
economica degli agricoltori. Tra i temi affrontati anche le
opportunità e le sfide del mondo agricolo e una panoramica
sull’attività di lobby che si svolge a Bruxelles. “Abbiamo
sviluppato competenze specifiche sul mondo agricolo
e gli organismi europei - ha commentato Giorgenzo - e
trasversali sul linguaggio non verbale”. Franco e Giorgio
Antonio ritengono, grazie all’Anga, di avuto un’importante
occasione, che ha permesso di conoscere meglio il funzionamento
dell’Unione, imparando e confrontandosi.
Successo per la festa
dei giovani agricoltori a Colorno
a cura di Elisabetta Tufarelli
È stato un grande successo la seconda edizione di “Colorno
Agricola”, la festa organizzata da Anga-Confagricoltura
Parma in collaborazione con un affiatato
gruppo di giovani agricoltori del territorio colornese e
con il patrocinio del comune di Colorno. Diverse centinaia
di persone hanno partecipato, e già dal mattino
sono arrivati, in Piazza Garibaldi, anche dalle province
di Reggio, Modena e Cremona, i trattori a fianco degli
esemplari storici, risalenti anche agli anni ’50. “È stata
una festa bellissima - ha commentato Maria Giulia Corazza,
vicepresidente Anga Parma -. Rispetto allo scorso
anno è cresciuta l’offerta di iniziative ed è aumentato il
numero dei visitatori. Un modo stupendo per celebrare
le eccellenze del nostro territorio. Siamo orgogliosi di
quello che siamo riusciti a fare. Feste come questa sono
un momento di aggregazione e di confronto tra giovani
imprenditori del settore primario”.
56 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
CAMPI ROSA di Elisabetta Tufarelli
MARIA PIA PIRICÒ ENTRA NEL CONSIGLIO DEL DISTRETTO CEREALI DI SICILIA
“Passo importante
per l’intera filiera”
PREMIO “IMPRENDITRICE
DI SUCCESSO” PER OSSANI
La vicepresidente di Confagricoltura
Donna, Maria Pia Piricò (in foto)
è stata nominata componente del
consiglio del neocostituito Distretto
Cereali di Sicilia. “Il nostro obiettivo
- ha dichiarato - è riuscire a valorizzare
il grano duro prodotto in regione,
facendo sistema attraverso l’aggregazione
di tutte le componenti
della filiera. È indispensabile,
in questa fase di
crisi, essere riusciti a
mettere insieme agricoltori,
commercianti,
mugnai e trasformatori
proprio per dare valore
al nostro grano”.
Il distretto, diventato
operativo con il decreto
firmato dall’assessore
regionale alle Attività
produttive, Edy Tamajo,
promuoverà e sosterrà
le iniziative per
rafforzare la competitività
e la valorizzazione
del prodotto, attraverso
l’innovazione, l’internazionalizzazione
e la
crescita delle imprese
che operano nel settore. “Questa
filiera - conclude la vicepresidente
nazionale - è stata e continua a
rimanere strettamente connessa al
nostro territorio in termini economici
e sociali. Il distretto s’impegnerà
anche a potenziare il rapporto e il
valore tra grano e qualità, dieta mediterranea
e salute”.
Lara Ossani, di “Apicoltura l’ape
Lara”, socia di Confagricoltura Forlì-
Cesena e Rimini, è stata premiata
dal Comune di Rimini come “Imprenditrice
di successo” in occasione
del tradizionale evento dell’8
marzo per la “Giornata Internazionale
per i diritti della donna”. L’azienda
apistica, costituita nel 2015,
è la realizzazione del sogno dell’imprenditrice
che, fin da piccola, si era
appassionata al mondo delle api. “Il
mio obiettivo - ha detto Ossani ritirando
il premio - è quello di portare
nuove idee per l’apicoltura e raccontare
ai più giovani, ma non solo,
come, rispetto alla tradizione, anche
una ragazza possa cimentarsi,
nonostante le difficoltà, in questa
appassionante attività”.
ACQUI TERME, MARENCO: Ottimo risultato per ‘Mille sfumature
di fiori’, gli incontri promossi da Confagricoltura Donna
Alessandria. “Nell’immaginario comune i fiori non vengono immediatamente
collegati all’agricoltura - ha sottolineato la presidente
di Confagricoltura Donna Alessandria, Michela Marenco (in
foto) -. Ma la floricoltura rientra a pieno titolo tra le attività agricole
e riveste grande importanza sotto tanti aspetti. A parte quella
strettamente economica, i fiori hanno una funzione nell’ambiente
e nel nostro paesaggio vitivinicolo dichiarato patrimonio Unesco”.
Fiori a tutto campo, quindi, da quelli selvatici e quelli ornamentali,
passando per quelli eduli, fino ai melliferi. “Proprio per la
loro enorme diversità e le tante varietà - ha concluso Marenco - la
nostra cena con i fiori protagonisti per abbellire la tavola e nei
vari piatti è stata un trionfo”.
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 57
OVER 65
di Elisabetta Tufarelli
L’ETÀ MATURA, UNA SECONDA VITA DA COGLIERE APPIENO
Socialità, arte, cultura, viaggi
TEMPO DI CIBO FRESCO
Certamente, diventare anziani implica
un cambiamento di esigenze. A partire
dall’approccio alla vita più fatalista. Finalmente
si ha in mano il proprio tempo
per dedicarsi a ciò che fa piacere, riprendendo
progetti, attività e sogni lasciati da
parte a causa degli innumerevoli impegni
quotidiani. C’è più spazio per socializzare,
determinante per mantenere la mente
viva e lucida e, finalmente, per dedicarsi
a se stessi. Serve un piccolo pizzico di
egoismo: è questa la migliore ricetta per
mantenersi in salute e vivere bene. È finalmente
arrivato il tempo per dedicarsi ad
attività manuali come la pittura, il giardinaggio,
appassionarsi ad arte e cultura,
andare al cinema e a teatro e, perché no,
anche viaggiare alla scoperta del mondo.
È un modo per conoscere culture diverse,
continuare ad imparare cose nuove e, soprattutto
risollevare lo spirito. Un toccasana
per l’umore che stimola la mente, mantenendola
attiva, aperta e lucida. Fa bene
anche al corpo, che si mantiene attivo
camminando alla scoperta di posti nuovi
senza tralasciare l’importanza di momenti
di socialità, viaggiando con amici e facendo
nuove conoscenze.
Chi ha superato gli 80 deve
prestare attenzione alla propria
dieta, importantissima per
rimanere in salute, continuando a
mantenere uno stile di vita attivo.
La prima regola è variare i cibi,
prediligendo alimenti di stagione,
freschi e non raffinati, per
assicurare l’apporto dei nutrienti
essenziali. Via libera, dunque, a
verdure, cereali, legumi e frutta,
incrementando l’assunzione di
calcio e limitando quella di grassi
e zuccheri aggiunti.
LA LEADERSCHIP MONDIALE È IN MANO
AGLI OVER 70. Largo agli anziani! Il presidente
USA ha 81 anni e Trump 77. Il record è del presidente
del Camerun Paul Biya (in foto), 91 anni. Il
presidente dell’autorità palestinese Abbas ne ha
88 ed è coetaneo del re dell’Arabia Saudita Salman
bin Abdulaziz Al Saud. In Iran Khamenei ha
spento 84 candeline, mentre la premier del Bangladesh
Wazed, 76 e il presidente del Brasile
Lula da Silva 78. Infine, Vladimir Putin, ha ‘solo’
71 anni, così come il leader cinese Xi Jinping.
58 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
di Elisabetta Tufarelli
LASAGNA AL WORKSHOP DI PALERMO: “PARLIAMO DI MARKETING ASSOCIATIVO”
La formazione per le imprese familiari
“È fondamentale rafforzare l’identità delle nostre
imprese agricole familiari, consolidando il legame
con la base associativa per aumentare la visibilità
e coinvolgere nuovi soci. Attraverso questo
workshop sul marketing associativo vogliamo
offrirvi gli strumenti per riuscire a svilupparlo in
tutte le sue declinazioni in modo efficace e integrato,
tenendo conto anche della comunicazione
interna e dei social media”. Lo ha detto Carlo Lasagna,
presidente della Fiiaf, la Federazione Italiana
che riunisce le oltre 150.000 imprese agricole
familiari di Confagricoltura, aprendo i lavori
dell’intensa due giorni di formazione per gli imprenditori
dirigenti di diverse regioni italiane.
Rosario Marchese Ragona, presidente di Confagricoltura
Sicilia, ha sottolineato il ruolo essenziale
delle imprese agricole familiari per la competitività
e la prosperità dell’agricoltura nazionale e
siciliana. Durante l’incontro curato dall’ente di
formazione di Confagricoltura Enapra, sono stati
approfonditi i concetti chiave del marketing associativo,
per comprenderne l’impatto interno ed
esterno all’associazione, attraverso le diverse fasi
di questo processo. Sono state anche analizzate
le strategie in grado di identificare e raggiungere
nuovi soci, con un focus specifico sulla pianificazione
degli obiettivi, la definizione dell’offerta e
la strategia di comunicazione. Il secondo giorno
è stato dedicato agli strumenti di comunicazione
del sistema confederale,
al loro uso per arrivare ai
target di riferimento e a
come informare, in modo
sempre più mirato, l’opinione
pubblica sui temi
importanti del settore.
Tra i docenti del workshop:
Sabrina Mirabile,
esperta di formazione e
coach, Alessandra Lattanzi,
responsabile area Coordinamento
e sviluppo
del territorio di Confagricoltura,
i giornalisti Anna
Gagliardi, capo ufficio
stampa Confagricoltura, e
Gioacchino Amato, di “La
Repubblica”, che ha coinvolto
i partecipanti in un confronto sulle tematiche
e le tecniche più efficaci per coinvolgere i
media. Infine, la visita all’azienda agricola Eredi di
Ustica Giovanna di Giuseppe e Salvatore Modica,
che è riuscita a conservare e valorizzare un’oasi
verde agrumicola nel cuore del capoluogo, è stata
l’occasione per conoscere questo territorio con i
suoi prodotti agricoli d’eccellenza, che contribuiscono
alla sostenibilità ambientale, economica e
sociale. Ospiti della serata anche alcuni imprenditori
dei comparti del vino, dell’olio e della filiera
grano-pasta. Presenti anche il direttore di Enapra,
Luca Ginestrini, e il presidente di Confagricoltura
Palermo, Giovanni Fatta. I direttori di Confagricoltura
Sicilia, Alessandro Vita, e di Palermo,
Salvatore Taranto, insieme al segretario generale
Fiiaf Carlo Rosati, hanno curato tutti gli aspetti
organizzativi dell’incontro.
NOVEMBRE 2022 | MONDO AGRICOLO | 59
FORMAZIONE di Antonella Torzillo
REPORT SMART AGRIFOOD: L’AGRICOLTURA 4.0 CRESCE, MA HA BISOGNO DI ESSERE SOSTENUTA
Brondelli Digitalizzazione
La svolta è nelle competenze
Un altro anno positivo per il mercato
italiano delle soluzioni digitali in agricoltura
emerge dalla ricerca dell’Osservatorio
Smart Agrifood (OSAF),
nato dalla collaborazione tra il Politecnico
di Milano e il Laboratorio RISE
dell’Università degli studi di Brescia, di
cui Enapra è partner da diversi anni.
Nel 2023 il mercato dell’Agricoltura
4.0, in Italia, ha raggiunto i 2,5 miliardi
di euro, con un tasso di crescita del
+19% rispetto all’anno precedente. Eppure,
siamo ancora assai lontani dalla
piena maturità digitale. Le tecnologie
4.0 offrono un enorme potenziale per
migliorare l’efficienza, la produttività
e la sostenibilità del settore agricolo e
agroalimentare, ma la loro adozione è
ancora limitata. I risultati della ricerca
2023 sono stati presentati a Brescia, lo
scorso 15 marzo, durante il convegno
dal titolo “Smart Agri Food: il dato è
tratto! Ora la sfida è quella della maturità
digitale”.
Gli highlights della ricerca
L’investimento resta ancora polarizzato
sulle componenti hardware, tuttavia
tali voci, per la prima volta, segnano
una riduzione e cresce invece
notevolmente l’investimento per lo più
in soluzioni software che diventano
necessarie a interconnettere la parte
hardware (come, ad esempio, le
piattaforme di integrazione dati). Aumenta,
inoltre, la consapevolezza del
valore dei dati e quindi delle soluzioni
che ne abilitano l’analisi. Dal punto di
vista dell’adozione, nel 2023 la quota
di aziende agricole italiane che utilizza
soluzioni di Agricoltura 4.0 rimane
sostanzialmente costante (72%, +1%
rispetto al 2022), ma aumenta lievemente
il numero di soluzioni medie per
azienda (3,4 rispetto al 3,2 del 2022).
A investire sono infatti principalmente
le aziende che hanno già intrapreso
percorsi di digitalizzazione negli anni
passati. Per la stessa ragione, la crescita
della superficie italiana coltivata
con tecnologie digitali risulta moderata,
passando dall’8% del 2022 al 9%
del 2023. Gli investimenti realizzati
da aziende già in movimento verso la
digitalizzazione contribuiscono, dunque,
alla crescita complessiva del mercato,
ma non necessariamente della
Sau coltivata con tecniche 4.0.
Nonostante le evidenze complessivamente
positive ed incoraggianti, dalla
ricerca emerge che solo l’8% delle
aziende agricole del campione può
essere considerato già digitalmente
“maturo”, o quantomeno vicino ad
una completa digitalizzazione. Circa
il 50% delle aziende si trova ancora
“in cammino”, mentre il restante 42%
è costituito da aziende agricole ferme
o comunque in forte ritardo nel percorso
di adozione delle soluzioni di Agricoltura
4.0. C’è dunque ancora tanto
lavoro da fare, a tutti i livelli, per cercare
di supportare e incentivare queste
aziende (soprattutto le più piccole) a
intraprendere un percorso di digitalizzazione
che le aiuti a diventare, o tornare,
più competitive sul mercato.
Competenze digitali, il tallone
d’Achille
“Uno dei principali ostacoli alla digitalizzazione
del mondo agricolo è la
mancanza di competenze adeguate
tra gli agricoltori e gli operatori del
settore. L’Anno Europeo delle Competenze
rappresenta un’occasione unica
per colmare questo divario - ha commentato
il presidente di Enapra, Luca
Brondelli di Brondello -. In qualità di
ente di formazione di Confagricoltura,
siamo da anni impegnati nella promozione
della digitalizzazione del settore
agricolo. Attraverso diverse iniziative,
come la formazione di Innovation Broker
e corsi di formazione per dipendenti
delle aziende agricole, siamo a
fianco delle imprese associate e di tutto
il sistema confederale per sostenerne
la cultura e le competenze digitali”.
L’impegno congiunto e la gestione
dei dati
Un altro fattore che frena la digitalizzazione
del settore agricolo è la
scarsa collaborazione tra tutte le parti
interessate. Una maggiore integrazione,
mista, pubblico-privato, unita
ad una maggiore propensione verso
l’utilizzo condiviso dei dati, sarebbe
un driver di sviluppo ulteriore dell’agricoltura
digitale. E la partnership
tra Enapra e OSAF va esattamente in
questa direzione. Creare conoscenza
sull’innovazione digitale, per Enapra
- Confagricoltura significa indagare
e anticipare i trend della competitività
delle imprese agricole, accompagnandole
attraverso la leva della
formazione a sfruttare appieno il potenziale
delle tecnologie 4.0.
60 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
AGRITURISMO di Elisabetta Tufarelli
LE PALE DI BOGLIASCO, L’AGRITURISMO SUL GOLFO PARADISO IN LIGURIA
Tra colline
e mare
U
na vacanza d’atmosfera in
Liguria. Siamo a Bogliasco,
un comune non distante da
Genova, nell’agriturismo “Le Pale di
Bogliasco”, una struttura magica, in
una posizione suggestiva di collina,
che domina il paesaggio della
splendida Riviera di Levante, proprio
nel cuore del Golfo Paradiso da cui
si gode una meravigliosa vista mare,
che spazia dall’entroterra fino a
Portofino. Gli ospiti possono gustare in
pieno questo splendido luogo, con un
clima invidiabile, facendo un bagno
in piscina e riuscire a staccare la spina
per ricaricarsi in mezzo agli ulivi, agli
agrumi e alle piante aromatiche.
La struttura agrituristica, nata come
azienda floricola in cui si coltivavano
rose, gardenie e orchidee, è stata
aperta nel 2007 e, via via, vista la
crisi del comparto, è cambiata nel
tempo e le 25 serre floricole originarie
oggi sono diventati orti dove, si
coltivano frutta e verdure di stagione,
che vengono prodotti anche a pieno
campo. “Ci siamo organizzati con
altri agricoltori - spiega Alessandra
Cambiaso - per consegnare a domicilio,
a Genova e dintorni, i nostri prodotti
freschissimi e appena raccolti, in
sacchetti di diversi formati, a seconda
del periodo e della disponibilità”.
Una posizione suggestiva, affacciata
sul mare e ricavata sulle terrazze
tipiche della costa ligure danno un
valore aggiunto all’agriturismo. Per
arrivare alle “Pale di Bogliasco” serve
una passeggiata di 90 gradini, ma in
alternativa - ottima soluzione i bagagli
negli arrivi e nelle partenze - si può
usufruire di un trasporto a cremagliera.
Gli alloggi sono tutti in splendide e
ampie camere con terrazzini panoramici.
“Prima avevamo anche un ristorante,
che per la forte richiesta e per la troppa
pressione, abbiamo trasformato in
camere. Offriamo, però, ai nostri ospiti
ottime colazioni e su richiesta anche
gustosi apericena. Coloro che desiderano
un’esperienza
diversa - mette in
evidenza l’imprenditrice
agrituristica -
possono sperimentare
il Glamping (glamour
+ camping) un modello
al tempo stesso
lussuoso e ecosostenibile,
oppure passare
una notte romantica
sotto le stelle, in una
bolla semi trasparente
dotata di ogni comfort
e di SPA privata”. A disposizione di tutti
gli ospiti c’è, oltre alla grande e panoramica
piscina, un ampio parco giochi
per bambini.
Le “Pale di Bogliasco” offre una vacanza
indimenticabile a soli 400 metri
da quel mare proclamato “capitale
del surf”. Sempre via mare, d’estate,
si può partire, in battello, dal molo di
Bogliasco per visitare il Porto Antico,
l’Acquario di Genova, Camogli,
Portofino, Portovenere e le Cinque
Terre. Nervi dista solo 9 minuti di treno
e Genova 20 chilometri.
“Grazie agli oltre 300 alberi d’ulivo
e di frutta, produciamo un ottimo olio
d’oliva, conserve varie, marmellate,
mostarde e liquori. E tra i nostri
progetti - conclude Alessandra - c’è
quello di acquistare altro terreno”.
AGRITURISMO LE PALE
Via Pale, 12,
16031 Bogliasco GE
Tel. 010 3470388
Email nfo@agriturismolepale.it
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 61
OLIO di Gabriella Bechi
L’OP CONFOLIVA, 720 SOCI, 3 MILIONI DI EURO DI FATTURATO
Silvestri Così rilanciamo
l’olio d’oliva 100% italiano
P
ianificare la produzione, concentrare
l’offerta a fini commerciali,
ottimizzare i costi e la
redditività, fornire assistenza tecnica
per il miglioramento della qualità,
individuare nuovi mercati, sviluppare
iniziative per introdurre la buona pratica
dell’uso sostenibile delle risorse
naturali. Con questi obiettivi nasceva,
nel 2012 OP Confoliva, società cooperativa
agricola, costituitasi come
Organizzazione di Produttori ed
operante su tutto il territorio nazionale.
Anima di Confoliva è Pierluigi Silvestri
(in foto), componente della Federazione
nazionale olivicola di Confagricoltura
e presidente dell’Organizzazione
di prodotto fin dalla sua nascita.
L’Organizzazione è retta e disciplinata
dai principi di mutualità senza
fini di speculazione e si è costituita
conformemente alle leggi comunitarie,
al fine di ottenere il riconoscimento
secondo quanto disciplinato dal Reg.
UE 1308/2013 e dal D.M. Mipaaf
8648/2014.
Formata da esperti del settore olivicolo,
tecnici e produttori, che hanno
deciso di mettere a frutto il lavoro di
una vita e tutta la loro esperienza per
il raggiungimento di un obiettivo
primario, il rilancio dell’olio
di oliva 100% italiano,
l’OP ha improntando la sua
politica commerciale all’innovazione,
fornendo ai soci
servizi tecnici, commerciali,
logistici, formativi ed informativi.
Settecentoventi i
soci in tutta Italia, concentrati
prevalentemente in
Toscana, Lazio, Campania,
Puglia e Sicilia,
per una produzione di
circa 3.000 quintali di
olio ed un fatturato di
3 milioni di euro. La
produzione di olio
100% italiano e sostenibile
viene commercializzata attraverso
grossisti e, soprattutto, con il marchio
Carapelli, con cui è in vigore un accordo
di filiera. L’azienda provvede
alla ricognizione e al controllo attraverso
rigorose procedure che vanno
dalla pianta al frantoio. Il resto della
produzione è ripartito tra un Igp
Toscana, sotto la tutela dell’apposito
consorzio, e un Igp Roma, certificato
da Agroqualità, l’apposito organismo
di controllo autorizzato
dal Masaf. Parte della
produzione delle due
indicazioni geografiche
protette viene imbottigliata
e commercializzata attraverso
l’AOP Unapol con il nome
“Finezza”.
Tra i progetti più recenti e interessanti
portati avanti da Op
Confoliva, c’è quello destinato
al mercato brasiliano, cofinanziato
dal programma della
Commissione Europea “Promozione
dei prodotti agricoli” - Reg/
Eu 1144/2014 ed ormai giunto
alla fine del suo secondo anno di
attività, fra i tre previsti. Il progetto,
denominato “C.OL.I.BRI. - Inspira
sabores verdadeiros”, ha permesso
di realizzare una serie di iniziative di
promozione strategiche in ristoranti,
supermercati e fiere internazionali in
alcune delle più importanti regioni del
Paese, per far conoscere ed apprezzare
le eccellenze delle produzioni
europee nel campo olivicolo, riscontrando
l’attenzione di un mercato in
continua crescita, in particolare quello
dell’Ho.Re.Ca. di alto livello.
62 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
RISTORANTE di Gabriella Bechi
DA CHECCO AL CALICE D’ORO, UN RISTORANTE STORICO NEL CUORE DI RIETI
Sapori genuini
che non si dimenticano
N
el cuore di Rieti, incastonato
nella trecentesca cinta muraria
della città, è attivo dal 1956
il ristorante Da Checco al Calice
D’Oro, vera istituzione culinaria del
capoluogo Sabino. Completamente
ristrutturato nel 2007 fa parte del
prestigioso complesso alberghiero
dell’Hotel Miramonti e rappresenta
il luogo ideale per gustare deliziosi
piatti della tradizione reatina rivisti in
chiave moderna e creativa. Segnalato
dalle migliori guide gastronomiche,
luogo ideale per matrimoni, colazioni
di lavoro e cene di gala, il ristorante è
stato reso famoso da Francesco Marinetti,
in arte “Checco”, la cui ultradecennale
tradizione viene oggi portata
avanti dal figlio Luciano e dal nipote
Francesco. Centocinquanta i posti
a sedere in un ambiente altamente
raffinato e di classe, con un servizio
impeccabile, una speciale attenzione
al cliente e un occhio particolare
al rapporto qualità/prezzo, punto
di forza del lavoro della famiglia.
Tanti i clienti affezionati della città, ma
altrettanti quelli della Capitale, invogliati
a lasciare la Salaria per andare
ad assaggiare le specialità tipiche,
frutto di ricette tramandate attraverso
generazioni e che oggi sono rese più
attuali dalle abili mani dello chef.
Alla base del menù, che varia secondo
la stagione, ci sono principalmente
i prodotti del territorio reatino, come
tartufi, funghi, castagne, pecorino e
guanciale, sapientemente combinati
in piatti che stupiscono di continuo
l’ospite facendo riemergere i sapori
dimenticati. Nulla è lasciato al caso.
La pasta viene fatta ogni giorno a
mano, come una volta, così come il
pane e i dolci. Il pesce, freschissimo e
sempre presente in carta, viene acquistato
rigorosamente a Fiumicino.
Tra gli antipasti, troviamo il Gran
crudo di mare di Checco, la Bresaola
di tonno rosso Sicilia con burrata, la
Tartare di manzo reatino agli agrumi
con sorbetto al mango, la Frittura di
cervello ed animelle. Tra i primi piatti,
i Rigatoni con Pajata, i Raviolini di
baccalà con cipollotto e pachino, le
Penne alla Checco; oppure le minestre
della tradizione. Come secondo, lo
LINGUINE ALLA PECORARA
Per esaltare il gusto e l’aroma dell’Igp
Roma di OP Confoliva Luciano Marinetti
propone le Linguine alla pecorara con
lonzino stagionato, olio extravergine di
oliva, Pecorino romano Dop e prezzemolo
Stinco di maiale al forno in salsa demi
glace, le Polpette di Fassona piemontese
in fonduta di parmigiano 36 mesi,
la Trota alla Checco con capperi e
vino bianco. Ma senza dubbio il piatto
che ha reso celebre il ristorante è il
gran bollito misto, esaltazione massima
della bontà delle carni utilizzate.
Composto da più di una dozzina di
tipologie differenti, servite al carrello
e immerse in un brodo ricco di sapori
e profumi, accompagnate poi da una
serie di salse e mostarde.
Si chiude con un’ampia offerta di dolci,
tra cui spiccano la Zuppa inglese e
il Semifeddo al Gran Marnier. Ricca
e molto accurata la carta dei vini con
etichette in grado di soddisfare ogni
richiesta del cliente. Un’importanza
particolare Luciano riserva all’olio
extravergine d’oliva, elemento essenziale
di tutta la sua cucina, dove si
utilizza l’Igp Roma di Confoliva, che
è sempre presente anche sulle tavole
dei commensali.
Via Marchetti 10, Rieti
MARZO 2024 | MONDO AGRICOLO | 63
BUONO A SAPERSI di Gaetano Menna
STUDI DI ETNOMUSICOLOGIA DI NATALETTI
Musica tradizionale
in Abruzzo
G
li Archivi di Etnomusicologia
(già Centro Nazionale di
Studi di Musica Popolare,
istituzione di riferimento, dal 1948 al
1972 per lo sviluppo degli studi etnomusicologici
in Italia), sono nati nel
1948 su iniziativa dell’etnomusicologo
Giorgio Nataletti, e custodiscono
un’ampia collezione di registrazioni e
documenti musicali, tra cui le registrazioni
sonore più antiche attualmente
note di poeti estemporanei laziali e
toscani, essendo perdute le registrazioni
di poeti a braccio fatte negli
studi dell’EIAR a Roma da Giorgio
Nataletti nel 1936-1937.
Oltre ad essere un centro di ricerca e
conservazione, quella degli Archivi
è un’istituzione impegnata a far conoscere
al pubblico la sua preziosa
eredità culturale. Lo fa, in particolare,
con la collana “aEM”, pubblicata da
Squilibri Editore, che conta 17 volumi
con allegato CD. Volume importante
della suddetta collana è “Musiche
tradizionali in Abruzzo”, con le registrazioni
proprio di Giorgio Nataletti
g I CANTI DELLE ORIGINI AFFIDATI ALLE CORALI
nel 1948-49. Il volume
è stato realizzato a cura
di Domenico Di Virgilio,
etnologo che ha approfondito
a lungo la musica
popolare abruzzese; rende
omaggio alla musica, ma
anche agli studi di Giorgio
Nataletti, proponendo, nel
CD allegato, una serie di
sue registrazioni
realizzate il
20 dicembre
1948 e poi il
15 marzo del
1949. Comprende
anche
una sezione fotografica.
Dalla lettura e dall’ascolto
si scoprono, approfondiscono
e divulgano
ballate, stornelli a dispetto,
canti di lavoro o legati
a occasioni calendariali
(dalla festa di Sant’Antonio Abate al
carnevale), ninne nanne, saltarelli e
musiche strumentali, per lo più per organetto
diatonico e fisarmonica; si
dimostra la vivacità di una cultura
musicale ancora integra, di cui si
documentano anche le prime trasformazioni
nei brani raccolti nella
frazione Sambuceto; fu più esposta a
trasformazioni perché ubicata in pianura,
a pochi chilometri di distanza
da Pescara, a differenza del nucleo
storico del paese che, in collina e più
appartato, presenta un
repertorio più arcaico
per le intenzioni
vocali e la timbrica
delle voci.
Nel corso della
seconda spedizione,
rispondendo
all’urgenza di
documentare forme
espressive esposte
al rischio di perdite
irreparabili, Nataletti
si spinge fino
a Teramo, per registrare le musiche
della locale comunità rom, tra le più
antiche d’Italia.
“Nuovi canti della terra d’Abruzzo” è il titolo del volume,
curato da Domenico Di Virgilio e Luigi Di Tullio
(Squilibri Editore, libro + double CD). Rivisita e in
qualche modo reinventa il patrimonio musicale di
tradizione orale al fine di non sacrificarne i tratti più
significativi, per trasmetterlo alle nuove generazioni.
Ventuno brani della tradizione orale abruzzese - raccolti
sul campo da Lomax, Jobbi, Carpitella, Di Virgilio
e Di Silvestre - sono stati affidati a 17 compositori perché,
rivisitandoli secondo la loro personale sensibilità
artistica, ne ricavassero versioni per corali. Nel volume
sono state raccolte pure le trascrizioni del materiale registrato e le partiture
dei brani rielaborati dai compositori. Nei due CD l’esito più significativo
dell’intero progetto con i brani tradizionali affiancati dalle rielaborazioni dei
compositori, nelle esecuzioni dal vivo delle corali di diverse regioni.
64 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2024
CAMPI SONORI di Gaetano Menna
MARTHA J. & CHEBAT QUARTET
Tributo jazz a Mitchell
J
oni Mitchell è una pietra
miliare della musica nordamericana.
Cantautrice, folksinger,
jazzista, pittrice, a novembre
scorso, ha compiuto
80 anni. A renderle omaggio
è il quartetto Martha J. & Chebat
Quartet featuring Giulio
Corini and Maxx Furian, di
assoluto livello nel panorama
jazzistico italico. Il suo
CD “Amelia” (Clessidra Records)
contiene 11 brani della
Mitchell del periodo jazz
rivisitati con feeling, intensità,
ma anche raffinatezza. D’altronde
la cantante, Martha,
ha una vocalità molto particolare,
dal timbro vellutato e
Joni Mitchell
Il disco è un atto d’amore verso la grande artista
ammantante e coinvolge
per la sua levità
interpretativa. Tutto
questo fa splendere di
nuova luce i brani della
cantautrice canadese, a
partire dalla title track.
“Il nostro disco è un atto
d’amore - spiegano la vocalist
e il pianista Francesco Chebat
-. Abbiamo cercato di catturare
la sostanza più terrena
di Joni Mitchell, riflettendo
questa ispirazione nei nostri
arrangiamenti jazz contemporanei.
La scelta dei brani
è stata guidata dalla volontà
di reinterpretare quelli meno
frequentemente affrontati, offrendo
una prospettiva nuova
e appassionante, un punto
di vista alternativo su questa
grande artista”.
DAVIDE INTINI QUARTET
Viaggio musicale
S
i intitola “Ego Taming” l’album di debutto di Davide Intini
Quartet. Contiene composizioni originali di Intini al sax,
tranne “In Your Own Sweet Way” che è un tributo all’amato
Dave Brubeck. L’album va elogiato per la sua freschezza,
originalità e per la capacità di Intini di connettersi emotivamente
con il pubblico attraverso
il suo sax. “Il disco
- sottolinea il musicista - è
un modo di presentare il mio
viaggio musicale, iniziato da
adolescente innamorato del
suono del sassofono e sviluppatosi
attraverso varie tappe
dall’Italia alla Spagna, a New
York e altri luoghi unici”. Il disco
è composto di composizioni originali
che possono convivere organicamente insieme, seppure
ciascuna di esse abbia un colore diverso ed una personalità
definita ed unica. Nel complesso, “Ego Taming” ci appare
come un pregevole lavoro che mette in luce il talento di Intini,
la sua sensibilità artistica e la capacità di catturare l’essenza
del jazz contemporaneo.
Istantanee
Il duo Michele Fattori e Marcelli Sebastiani pubblica
il CD “Gavagai”(Notami Records). Unisce la proposta
di standards (Mingus, Davis, Hall) a quella di
brani originali che sono di composizione istantanea,
senza alcun canovaccio e senza alcuna nota scritta.
Il discorso si riallaccia al free jazz, ma cerca di superare
questa visione, proprio per
la mancanza di qualsiasi punto
che non siano le prime note
suonate da chi inizia il brano. Il
titolo si rifà alle riflessioni del filosofo
americano Willard van
Orman Quine (1908-2000)
sulla comunicazione orale tra
due persone che parlano lingue
differenti. Nello scenario
ipotizzato un etnologo incontra un indigeno, in quel
momento passa un coniglio e l’indigeno pronuncia la
parola “Gavagai”, che è il punto di partenza per impostare
una metodologia di conoscenza. Così questo
disco vede due persone che parlano lingue musicali
sconosciute l’uno all’altro, ma che alla fine riescono a
comunicare perfettamente.
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