4 Maggio 2009 - Banca Aletti

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In sostanza, gli operatori scommettono che nel corso dei prossimi mesi vi sarà una contrazione della produzione gradualmente meno grave. Tale scenario potrebbe verificarsi in primis negli Stati Uniti. Questa ipotesi si è rafforzata con il comunicato della Federal Reserve a conclusione della consueta riunione mensile, che ha Euro-Sterlina sottolineato come la recessione economica stia mostrando nell’ultimo mese un certo rallentamento. In conseguenza di ciò, lo Yen ha archiviato un ribasso del 2,3% a quota 131,60 per Euro e del 2% a quota 99,10 per Dollaro. Allo stesso tempo, il Dollaro canadese è stato premiato dalla minore avversione al rischio degli investitori mettendo a segno un apprezzamento Euro-Yen dell’1,8% e giungendo a quota 1,57 per Euro. La moneta è stata sostenuta tra l’altro dal buon andamento delle materie prime. Anche la divisa inglese è stata premiata dal Euro-Dollaro contesto di minore preoccupazione degli operatori, favorito in una certa misura dai segnali di allentamento della recessione immobiliare in Gran Bretagna. In conseguenza di ciò, la Sterlina si è prodotta in un +1,5% a quota 0,889 per Euro. -2,0% 1,0% Sul fronte emergente è degno di nota il deprezzamento del Peso messicano: -3,5% a quota 18,28 per Euro, abbattuto dai timori che la nuova influenza possa danneggiare il turismo in Messico, provocando un riverbero negativo sull’economia domestica. IN EVIDENZA SUI MERCATI OBBLIGAZIONARI (Valori al 1 maggio 2009 - Variazioni dal 24 aprile 2009 al 1 maggio 2009) TITOLO 2 ANNI 5 ANNI 10 ANNI 30 ANNI REND. (%) VAR BO REND. (%) VAR BO REND. (%) VAR BO REND. (%) VAR BO Btp 1,81 -9 3,15 -6 4,28 -3 5,13 -6 Bund 1,33 -5 2,34 -5 3,17 -2 3,91 -6 T-Bond 0,91 -5 2,01 7 3,15 16 4,07 19 Gilt 1,08 -15 2,41 -6 3,55 7 4,38 3 JGB* 0,39 -4 0,80 -6 1,40 -6 2,11 -10 (*Valori al 4 maggio 2009 - Variazioni dal 27 aprile 2009 al 4 maggio 2009)
Il mercato obbligazionario europeo ha concluso la seconda settimana consecutiva all’insegna di un leggero rialzo, favorito dai timori relativi alla nuova influenza e dalla percezione che la congiuntura in Area Euro sia ancora in uno stato fortemente recessivo dato il continuo aumento del tasso di disoccupazione. Questo fatto ha in parte offuscato il minor pessimismo di imprese e famiglie ad aprile, fenomeno che ha consentito un certo recupero dell’indice elaborato dalla Commissione Europea, in rialzo dai minimi storici. Inoltre, il valore dei governativi è stato frenato dai continui apprezzamenti dei listini azionari. Per quanto concerne le aste di titoli di Stato, durante l’ottava vi è stata la vendita di debito da parte dell’Italia, che ha riscosso una buona partecipazione da parte degli operatori, con il Dipartimento del Tesoro Italiano che ha emesso tra l’altro circa 5,5 Miliardi di Euro in strumenti a scadenza decennale. MACROECONOMIA 10 anni 10 anni T-BOND BUND -8 0 8 16 Per la sesta settimana consecutiva, i Treasuries in Dollari a lungo termine hanno subito un deprezzamento, sfavoriti da un insieme di fattori. Innanzitutto, gli indicatori macroeconomici diffusi durante l’ottava si sono rivelati ancora una volta coerenti con lo scenario di stabilizzazione della congiuntura americana, evidenziando un flusso di notizie complessivamente meno negative delle stime degli analisti. Inoltre, la decisione della Federal Reserve di non incrementare l’acquisto di Titoli di Stato ha deluso il mercato, dal momento che il Dipartimento del Tesoro statunitense sta continuando ad emettere grandi quantitativi di debito governativo. A questo proposito, per la settimana in corso è previsto una vendita pari a 71 Miliardi di Dollari in titoli statali, in maniera tale da finanziare le politiche fiscali espansive a sostegno dell’economia. Nell’Area Euro, in aprile l’indice di fiducia economica elaborato dalla Commissione Europea è migliorato in misura superiore alle stime degli analisti, assestandosi a quota 67,20 punti grazie ad una minore negatività del sentiment industriale e dei consumatori. In questo contesto, è degno di nota l’ulteriore recupero dell’attività nel settore delle vendite al dettaglio, con l’indice PMI retail che si è attestato lievemente al di sotto della soglia della neutralità pari a 50 punti, nonostante il continuo aumento della disoccupazione, che a marzo è giunta a quota 8,90%. Il minore pessimismo sul fronte consumi è stato favorito dalla decelerazione dell’inflazione, che su base preliminare è giunta a quota 0,60% su base annua in aprile, consentendo un recupero del potere d’acquisto delle famiglie. 2 anni 2 anni
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