Coltivazione - Giardini
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SUPPLEMENTO AL NUMERO DI GIARDINI ATTUALMENTE IN EDICOLA - APRILE-MAGGIO 2009 - e 3,60 - Sped. A.P. 45% Art 2, 20/B L662/96 E.P.I. MO, Tassa Pagata - ISSN 0394 0853<br />
GIARDINAGGIO<br />
Alisso<br />
Fagus<br />
Aiuola di aprile<br />
Giardino<br />
naturale<br />
Potentilla<br />
FRUTTICOLTURA<br />
Susine<br />
cino-giapponesi<br />
ORTICOLTURA<br />
Zucca<br />
Basella<br />
PROGETTAZIONE<br />
BIOPISCINE<br />
SPECIALE<br />
PRIMAVERA<br />
& Ambiente<br />
AMBIENTE<br />
Agricoltura<br />
che inquina<br />
<strong>Giardini</strong><br />
verticali<br />
GIARDINI<br />
DA VISITARE<br />
Coronini<br />
Cronberg<br />
a Gorizia<br />
ITINERARI VERDI<br />
Campo<br />
Imperatore<br />
Val<br />
Seriana<br />
www.giardini.biz
In questi giorni stanno arrivando in redazione i CD con<br />
le foto dei lettori per la Mostra fotografica di <strong>Giardini</strong><br />
e constatiamo con soddisfazione che sia la qualità fotografica<br />
che la scelta dei soggetti è di molto migliorata ri -<br />
spetto alle prime edizioni. Stupisce anche la cura e la bellezza<br />
dei giardini rappresentati e con un certo orgoglio ci<br />
illudiamo di aver contribuito alla loro realizzazione…<br />
Apre la stagione della piena primavera<br />
Potentilla, pianta vedette<br />
di questo mese, una piccola erbacea<br />
ideale per rallegrare le bordure<br />
sino all’estate. Paolo Cottini ha<br />
fotografato le più belle e nel suo<br />
servizio suggerisce come orientarsi<br />
nella scelta tra le numerosissime<br />
specie.<br />
Altra piccola erbacea da considerare<br />
per la creazione di macchie<br />
gialle in giardino è alisso, nel servizio di Alessandro Me -<br />
sini. Francesco Vignoli propone invece la nuova cultivar<br />
fastigiata e dal fogliame brillante ‘Iskander’ di Fagus<br />
orientalis, selezionata in Olanda e ora emergente anche sul<br />
mercato italiano.<br />
La zucca, un frutto dalle tante proprietà nutrizionali che<br />
può essere cucinato in mille modi dall’antipasto al dolce,<br />
non dovrebbe mancare nell’orto familiare: introduce alla<br />
sua coltivazione Silvano Cristiani che orienta anche nella<br />
scelta della varietà tra tante divertenti forme.<br />
Le piante di susine cino-giapponesi in questo periodo fioriscono<br />
in modo spettacolare rubando l’attenzione all’osservatore<br />
di passaggio, e solo per questo varrebbe la pena<br />
di coltivarle: i consigli come sempre sono di Massimo For -<br />
naciari, il nostro specialista del frutteto.<br />
Eraldo Antonini risponde all’interesse che i lettori ci hanno<br />
più volte segnalato sulla biopiscina con un servizio che ne<br />
illustra le diverse tipologie e caratteristiche, corredato da<br />
foto di realizzazioni della ditta Luther di Merano.<br />
Infine, la stagione invoglia alle gite e per gli amanti<br />
della natura niente di meglio che un itinerario<br />
alla scoperta delle fioriture: a Campo Imperatore<br />
sull’Appennino, nel cuore del Gran Sasso, finito<br />
l’inverno il paesaggio si ricopre di una delicata<br />
vegetazione spontanea, fotografata e descrita da<br />
Fabiano Sodi.<br />
Eliana Contri e Ermes Lasagni, amanti del trekking<br />
e della montagna, nelle loro passeggiate non di -<br />
menticano mai la macchina fotografica e la primavera<br />
scorsa sono stati per noi in Val Seriana, nelle<br />
Prealpi sopra a Bergamo, alla ricerca delle specie<br />
ormai rare della flora spontanea di quel luogo.<br />
Donatella Forni
84<br />
GIARDINI<br />
<strong>Giardini</strong> da visitare<br />
84 Il giardino Coronini<br />
Cronberg a Gorizia<br />
di E. Antonini<br />
Progettare il giardino<br />
100 Biopiscine<br />
di E. Antonini<br />
Itinerari verdi<br />
104 Le generose fioriture di<br />
Campo Imperatore<br />
di F. Sodi<br />
120 Primavera in Val Seriana<br />
di E. Contri, E. Lasagni<br />
COLTIVAZIONE<br />
Consigli del mese<br />
in giardino<br />
18 Una macchia di acidofile<br />
in giardino<br />
di M. Vietti, International Flower Bulb<br />
Centre, Susigarden, D. Baldoni<br />
Consigli del mese<br />
nel prato<br />
52 Concimazione del tappeto<br />
erboso<br />
di A. Bertolini, D. Baldoni<br />
Consigli del mese<br />
nell’orto<br />
28 In aprile iniziano i lavori<br />
all’aperto<br />
di A. Mesini, D. Baldoni<br />
Consigli del mese<br />
nel frutteto<br />
40 Dal fiore al frutto<br />
di M. Fornaciari, D. Baldoni<br />
Consigli del mese<br />
in casa<br />
49 Tempo di rinvasi<br />
di M. Vietti, D. Baldoni<br />
Consigli del mese<br />
orchidee<br />
50 L’orchidea di stagione:<br />
Dendrobium pierardii<br />
di G. Pozzi, D. Baldoni<br />
www.giardini.biz<br />
SOMMARIO<br />
aprile-maggio 2009<br />
Orticoltura<br />
32 La coltivazione della zucca<br />
di S. Cristiani, A. Mesini, C. Cristiani<br />
Ortaggi insoliti<br />
78 Basella alba, lo spinacio<br />
venuto da lontano<br />
di A. Mesini<br />
Frutticoltura<br />
92 Susine cino-giapponesi<br />
di M. Fornaciari<br />
Cura della pianta<br />
72 Oidio della dalia<br />
di M. Ferrari, International Flower<br />
Bulb Centre<br />
76 Danni da diserbanti in giardino<br />
di M.G. Bellardi<br />
18<br />
74 Con il giardino verticale città più sane<br />
di M.O. De Petri<br />
80 Nuove frontiere per il controllo<br />
della tingide del platano<br />
96 Ma quanto inquina l’agricoltura?<br />
di M.O. De Petri, D. Forni<br />
Agricoltura biodinamica<br />
46 Aglio e camomilla come<br />
antioidici<br />
di P. Pistis, D. Baldoni<br />
5 Agenda Verde<br />
di D. Bini<br />
Oltre il giardino<br />
126 Lo psicopompo del giardino<br />
di E. Antonini<br />
Bambini e ambiente<br />
114 Il prato<br />
di E. Contri, E. Lasagni<br />
AMBIENTE<br />
Pianta vedette<br />
54 Decorative e officinali:<br />
le Potentilla<br />
di P. Cottini<br />
Piante emergenti<br />
98 Fagus orientalis ‘Iskander’<br />
di F. Vignoli<br />
Piante spontanee<br />
112 Alisso<br />
di A. Mesini, G. Gallerani<br />
Giardinaggio pratico<br />
64 Il fascino del giardino “naturale”<br />
di P. Cottini<br />
Aiuola<br />
di<br />
stagione<br />
26 Aiuola<br />
di aprile<br />
di M.<br />
Zarpellon,<br />
D. Baldoni<br />
RUBRICHE<br />
PIANTE<br />
Amici animali<br />
118 Ghiandaia<br />
di A. Mesini, G. Gallerani<br />
Mostra fotografica<br />
16 C’è tempo sino alla fine<br />
di aprile…<br />
127 Mostra fotografica di <strong>Giardini</strong><br />
Bacheca<br />
delle<br />
aziende<br />
36 Nuovi<br />
fertilizzanti<br />
e terricci<br />
di D. Forni<br />
16<br />
74<br />
64
NEL SEGNO DEL GIGLIO<br />
Colorno (Pr)<br />
XVI edizione di questa mostra mercato del giardinaggio di qualità<br />
ambientata nel Parco della Reggia, con il magnifico giardino<br />
all’italiana disegnato da Le Notre. Molti espositori avranno<br />
proposte di recupero dei metodi colturali antichi e naturali,<br />
con un occhio ai concimi biologici e alle essenze perdute come<br />
le lagrime d’Italia. Tema della manifestazione «I giardini delle<br />
Mille e una notte»; «Pollicini Verdi» per i più piccoli. Il «giglio»<br />
in questione era il simbolo dei regnanti Farnese.<br />
0521 28 24 31, www.turismo.parma.it<br />
24-26 aprile<br />
FIORI & COLORI DI PRIMAVERA<br />
AL PARCO MINOPRIO<br />
Vertemate con Minoprio (Co)<br />
Apertura primaverile del Parco botanico di<br />
Minoprio le domeniche e i festivi (Pasqua<br />
esclusa). 25.000 fioriture di tulipani e altre<br />
bulbose, 10.000 tra viole, Iris, Fritillaria, narcisi,<br />
crochi… Da visitare la serra tropicale e il giardino mediterraneo,<br />
le collezioni arboree e arbustive; un esperto apicoltore<br />
a disposizione e tanti laboratori per i più piccoli, ma<br />
anche lezioni di giardinaggio per i pollici verdi più grandi.<br />
5 aprile - 3 maggio<br />
031 90 02 24 interno 259<br />
www.fondazioneminoprio.it<br />
cantaluppi@fondazioneminoprio.it<br />
SAGRA DEL CARCIOFO MORETTO a Brisighella (Ra)<br />
Il carciofo ‘Moretto’ è una varietà rustica, prodotto assolutamente<br />
autoctono dei calanchi delle Terre di Faenza; un arbusto<br />
cespuglioso di 150 cm, con foglie grandi e spinose. Otti -<br />
mo crudo e appena lessato. Merita, dunque, una sagra.<br />
26 aprile<br />
0546 811 66, www.terredifaenza.it<br />
IN PRIMAVERA: FIORI, ACQUE E<br />
CASTELLI • Strassoldo (Ud)<br />
«Un magico intreccio tra storia, fantasia,<br />
creatività e ambiente naturale» è<br />
questa manifestazione che combina due<br />
volte l’anno fiori e bacche, mobili d’antiquariato<br />
e prodotti artigianali ai ferri<br />
battutti, gli stemmi, le pietre e gli arredi dei millenari Castelli<br />
di Strassoldo, nascosti nella campagna delle Risorgive.<br />
4-5 aprile<br />
0431 932 17, www.castellodistrassoldo.it<br />
info@castellodistrassoldo.it<br />
MESSER TULIPANO • Pralormo (To)<br />
Appuntamento con la straordinaria fioritura di decine di<br />
migliaia di tulipani e narcisi di provenienza olandesi. Il parco<br />
storico del Castello di Pralormo è l’unico in Italia dedicato ai<br />
tulipani, ma le aiuole di cui è costellato rispettano l’impianto<br />
originario e quindi serpeggiano con grazia tra gli alberi secolari,<br />
insieme a muscari, narcisi, fritillarie… Tema di questa edizione<br />
è il gusto, a proseguire un percorso dedicato ai<br />
sensi: ecco allora che Pralormo si trasforma in<br />
«Parco goloso», con varietà ideate dagli ibridatori<br />
olandesi per celebrare specialità e maestri dell’arte<br />
culinaria.<br />
Fino al 3 maggio<br />
011 88 48 70, www.castellodipralormo.com<br />
info@castellodipralormo.com<br />
AGENDA VERDE<br />
FLOREA • San Marino<br />
Rare e bellissime piante racchiuse tra le<br />
mura medievali della repubblica del Ti ta -<br />
no: una mostra mercato con florovivaisti<br />
rappresentativi di tutto il territorio italiano, dibattiti su<br />
ambiente e natura, lezioni per i più piccoli e la mostra «Lan -<br />
dscape in project» organizzata dalla AIAPP, essendo aprile il<br />
«Mese mondiale dell’Architettura del Paesaggio».<br />
4-5 aprile<br />
0549 96 14 29, www.eventisanmarino.com<br />
MODENA GARDENS<br />
Si tiene in maggio, al Parco Enzo Fer rari, la mostra mercato<br />
di giardinaggio di qualità «Modena Gardens».<br />
Cuore della rassegna è il «Premio Leo nardo», associato<br />
alla mostra di giardini progettati e realizzati da architetti,<br />
agronomi e paesaggisti. Il PalaGarden ospiterà<br />
convegni e tavole rotonde di aggiornamento; ci sarà<br />
un’area dedicata alla pratica del golf, per sperimentare gratuitamente<br />
questo sport “verde”; dimostrazioni di agility<br />
degli animali da giardino; e un «Percorso del Lambrusco».<br />
1-10 maggio<br />
059 28 33 87, www.modenagardens.it<br />
HORTI TERGESTINI<br />
Trieste<br />
Mostra mercato di piante e arredi per il giardino<br />
al Parco San Giovanni, in quello che un<br />
tempo era il «Villaggio del Lavoro» del manicomio<br />
«più bello del mondo». Ospite d’onore<br />
Anna Peyron, apprezzatissima cultrice<br />
delle rose. In calendario lezioni e dimostrazioni<br />
di compostaggio, bonsai, tinture naturali<br />
e orchidee; conferenze su rose e clematidi, biodiversità<br />
dell’habitat carsico, giardini giapponesi, decorazioni ve -<br />
getali in arte. Con un «Concerto grosso per una rosa».<br />
18-19 aprile<br />
040 21 50 31, 348 466 28 95, www.hortitergestini.it<br />
hortitergestini@montepanta.it<br />
EVENTI FLOREALI & CO. IN MUGELLO (FI)<br />
Il 5 aprile festa dei fichi a Vicchio (055 843 92 25); il 13 mercato<br />
floreale a Scarperia (055 846 81 65, www.prolocoscarperia.it);<br />
dal 16 al 19 «Fiera delle energie rinnovabili, risparmio energetico<br />
e bioedilizia» a Borgo San Lorenzo (055 84 96 61); il 25 e 26<br />
mostra zootecnica a Firenzuola (055 819 94 59).<br />
Aprile<br />
www.mugellotoscana.it, turismo@cm-mugello.fi.it<br />
SCUOLA AGRARIA DEL PARCO DI MONZA<br />
Segnaliamo, spulciando la sempre cospicua offerta della<br />
scuola, un corso professionale<br />
di «Terapia orticolturale:<br />
supporto ai di -<br />
sabili con tecniche di orticoltura<br />
e giardinaggio»,<br />
24 ore in totale dal 28 al<br />
30 aprile.<br />
28-30 aprile<br />
039 230 29 79<br />
www.monzaflora.it<br />
5 agenda verde
FLORARTE • Arenzano (Ge)<br />
Nel Parco Negrotto Cambiaso (membro<br />
del progetto «Mare di <strong>Giardini</strong>») la decima edizione di<br />
questa mostra di vivaismo, composizioni floreali e o pere<br />
d’arte. Un «giardino d’arte» che intende recuperare una<br />
doppia tradizione locale, quella floricola (gli arenzanesi<br />
erano tra i maggiori produttori liguri) e quella artistica.<br />
22-26 aprile<br />
010 913 82 01, www.florartearenzano.it<br />
SE SON ROSE FIORIRANNO<br />
Manerbio (Bs)<br />
Weekend con conferenze, musica, arte e<br />
una mostra mercato di rose antiche,<br />
moderne, inglesi e recise, nel parco del<br />
settecentesco Palazzo Municipale.<br />
9-10 maggio<br />
030 940 86 53 www.comune.manerbio.bs.it<br />
sesonrose@borgosangiacomo.com<br />
FIORI NELLA ROCCA<br />
Lonato del Garda (Bs)<br />
Nella rocca visconteo-veneta, ora se -<br />
de della Fondazione Ugo da Co mo,<br />
coorganizzatore della ma ni festa zio -<br />
ne insieme a Gar den Club Bre scia, si<br />
tiene la seconda edizione di questa mostra mercato di<br />
piante rare. È corredata di due mostre, di «creatività floreale»<br />
e su «Uomo e Natura. La cura dei giardini e le coltivazioni<br />
della terra»; di una dimostrazione d’arte floreale,<br />
conversazioni con i vivaisti, presentazioni editoriali;<br />
e offre la visita al Museo Ornitologico.<br />
18-19 aprile<br />
030 913 00 60, www.fiorinellarocca.it<br />
SALUSERBE • Saludecio (Rn)<br />
Manifestazione dedicata al naturale, all’erboristeria e al -<br />
l’ambiente nel centro storico di questo borgo sulle colline<br />
riminesi. Con incontri, mostre d’arte, musica e dimostrazioni,<br />
il «Mercatino di primavera» e specialità gastronomiche.<br />
25-26 aprile<br />
0541 86 97 19<br />
www.saluserbe.ottocentofestivalsaludecio.it<br />
ESTE IN FIORE • Este (Pd)<br />
Rassegna nazionale del vivaismo ornamentale di qualità,<br />
tra le trecentesche mura del castello dei da Carrara, fra<br />
roseti e un glicine monumentale. Con un curioso temaguida:<br />
«Il giardino che non c’è», invito a conoscere in quali<br />
e quanti modi uno spazio verde, anche il più piccolo, può<br />
contribuire al miglioramento dell’ecosistema.<br />
24-26 aprile<br />
0429 60 04 62, www.esteinfiore.it<br />
FLORARTE • Bomporto (Mo)<br />
A Villa Cavazza, in località Solara, la manifestazione che<br />
ha per tema «Il fiore e le piante nel giardino e nell’arte». Un<br />
evento culturale che ospita mostre e convegni accanto a<br />
una esposizione florovivaistica arricchita da materiali artistici<br />
e artigianali. Con spazi di valorizzazione delle tradizioni<br />
giardinistiche, agroalimentari (con la mostra «Vita,<br />
vite e vino»), naturalistiche e culturali del territorio.<br />
18-19 aprile<br />
www.tuttintorno.org/florarte/index.html
TRE GIORNI PER IL GIARDINO<br />
Caravino (To)<br />
Mostra mercato di piante insolite e<br />
speciali al Castello di Masino, proprietà del FAI che organizza<br />
con la regia di Paolo Pejrone, fondatore dell’Ac ca -<br />
demia Piemontese del Giardino. La scelta tra i vivaisti è<br />
arricchita dai prodotti dell’orto di primavera, dagli asparagi<br />
alle fragoline di bosco. Occasione ideale anche per<br />
vedere, a tre anni dalla messa a dimora, la fioritura del<br />
«Giardino delle Nuvole»: settemila Spiraea ‘Van Houttey’<br />
donate dalla Fondazione Zegna. Picnic welcome.<br />
30 aprile - 3 maggio<br />
0125 77 81 00, www.fondoambiente.it<br />
faimasino@fondoambiente.it<br />
IL GIARDINO DI DELIZIA<br />
Bogliaco di Gargnano (Bs)<br />
Esposizione nazionale di piante e<br />
fiori rari nel settecentesco giardino di<br />
Palazzo Bettoni Cazzago, dolcemente<br />
poggiato sulla riva lombarda del<br />
lago di Garda. Tra le antiche limonaie,<br />
con un occhio alla tradizione giardinistica<br />
del lago e l’altro alle nuove<br />
tendenze come alla diffusione di specie<br />
rare, vivaisti di qualità espongono<br />
le proprie collezioni di piante da frutto antiche, agrumi in<br />
vaso, rose antiche e moderne, erbacee, fucsie, gerani, peonie<br />
e Hosta, bulbi, succulente e acquatiche, orticole…<br />
25-26 aprile<br />
030 377 25 21, www.ilgiardinodidelizia.it<br />
ilgiardinodidelizia@virgilio.it<br />
PRIMAVERA ALLA<br />
LANDRIANA • Tor San<br />
Lorenzo Ardea (Rm)<br />
Mostra mercato di giardinaggio ai<br />
<strong>Giardini</strong> della Landriana, parco na -<br />
turalistico del litorale creato da La -<br />
vinia Taverna Gallarati Scotti con il<br />
paesaggista Russel Page. Ottimi floricoltori presentano le<br />
loro collezioni; ma il visitatore potrà anche godersi i 10 ettari<br />
di parco della Landriana e scoprire le rose antiche del Lago.<br />
24-26 aprile<br />
www.landriana.com<br />
ZOOMARK 09 • Bologna<br />
Salone internazionale dei prodotti per l’alimentazione e la<br />
cura degli animali domestici, a BolognaFiere.<br />
7-10 maggio<br />
www.zoomark.it<br />
CAMPO LIPU ANTIBRACCONAGGIO<br />
Stretto di Messina (Rc)<br />
Proteggere i rapaci e le cicogne in migrazione primaverile<br />
sul versante calabrese<br />
dello Stretto è lo scopo<br />
del campo, gratuito e<br />
vegetariano, organizzato<br />
per il 25° anno dalla LIPU.<br />
1-9 e 10-17 maggio<br />
329 422 86 23<br />
www.lipu.it<br />
amicianimali
I GIARDINI DI CARUSO • Signa (Fi)<br />
XII edizione di questa mostra mercato nel parco della cinquecentesca<br />
Villa Caruso Bellosguardo. Un appuntamento<br />
non solo commerciale – con stimati vivaisti a esporre –<br />
ma anche culturale: tema della rassegna sarà «Fiori e frutti<br />
in villa», con una mostra di riproduzioni di opere barocche,<br />
una esposizione di illustrazione botanica e naturalistica,<br />
una dimostrazione di composizione floreale e la visita<br />
guidata al parco.<br />
4-5 aprile<br />
www.villacaruso.it<br />
ambiente<br />
LE ESPLORAZIONI DEL GRUPPO<br />
LA VENTA IN MOSTRA • Treviso<br />
Agli Spazi Bomben per la Cultura<br />
della Fondazione Benetton Studi e<br />
Ricerche (via Cornarotta 7), la mo -<br />
stra «Terra nascosta, acque di luce<br />
mute, viaggi sotterranei», che illustra<br />
le esplorazioni geografiche e speleologiche dell’associazione<br />
La Venta. Ambienti unici al mondo offrono spunti di riflessione<br />
sull’ambiente e le innumerevoli minacce che deve fronteggiare<br />
in tutto il mondo.<br />
Fino al 19 aprile<br />
www.fbsr.it<br />
SLOW FOOD PREMIA LA CONFEZIONE<br />
PIÙ SOSTENIBILE DEL 2008<br />
Slow Food Italia e la Fondazione Slow Food per la Bio -<br />
diversità Onlus hanno indetto un premio annuale per il presidio<br />
(sono 177 i presìdi Slow Food italiani, a tutela di biodiversità<br />
e saperi produttivi tradizionali e territoriali) che di -<br />
mostra maggiore consapevolezza ambientale. Per il 2008 il<br />
riconoscimento è andato alla confezione dell’aglio di Nubia,<br />
frazione di Paceco (Tp) detta «u paisi di l’agghi» perché basa<br />
la sua economia sulla coltivazione dell’aglio rosso.<br />
0923 55 94 90, www.presidislowfood.it<br />
GARTENCITY ZÜRICH 2009<br />
Zurigo (Svizzera)<br />
300 enormi vasi con piante, decorati<br />
da artisti internazionali, abbelliranno<br />
per quattro mesi le vie della città, realizzazione<br />
di un progetto (presto imitato<br />
anche da Milano: ci sta lavorando l’Ac -<br />
cademia di Brera) volto ad avvicinare i cittadini<br />
all’arte e alla natura rendendo gli<br />
ambienti urbani più ecocompatibili.<br />
18 maggio - 19 settembre<br />
www.zurigoturismo.com/it/page.cfm/calendario/<br />
gartencity/gartencity_x<br />
RISO & ROSE IN MONFERRATO<br />
Coniolo e altre località (Al)<br />
Mercatini floreali à gogo nei borghi<br />
monferrini: a Moncalvo, Alfiano Nat -<br />
ta, Mede, Mombello, Fubine... kermesse di rose ma anche del<br />
riso, contrassegno storicamente saliente del paesaggio e delle<br />
tradizioni locali. Il clou sarà l’evento «Coniolo Fiori» (nel<br />
weekend del 16 e 17), forte anche del concorso di progettazione<br />
«La rosa nell’arredo urbano».<br />
9-10 e 16-17 maggio<br />
www.monferrato.org<br />
BACHECAdeiVIVAI<br />
PEONIE E ROSE a Turin Garden<br />
Torino<br />
Dal 14 aprile al 16 maggio al vivaio di<br />
Mario Vietti «Peonie erbacee e suffruticose»:<br />
varietà cinesi, indiane ed<br />
eu ropee per collezionisti e amatori, tutte adattate al clima<br />
locale. Dall’11 maggio al 6 giugno in mostra una selezione di<br />
rose antiche e moderne.<br />
Dal 14 aprile<br />
011 861 04 67, www.turingarden.it<br />
vietti@turingarden.it<br />
FESTA DEI FIORI VIVACI all’Erbaio della Gorra<br />
Casalborgone (To)<br />
Mostra mercato di erbacee perenni a fioritura primaverile,<br />
con un migliaio di essenze e collezioni di particolare vanto:<br />
anemoni, aquilegie, euforbie, fritillarie, Geum, primule, Pul -<br />
satilla, succulente rustiche, Heuchera, Aster e Graminacee or -<br />
namentali. Con dimostrazioni di divisione dei cespi.<br />
17-19 aprile<br />
011 917 41 68, 328 163 28 13<br />
IL PICCOLO MONDO DEI BONSAI<br />
SHOHIN da Crespi Bonsai<br />
Parabiago (Mi)<br />
Un’esposizione dei bonsai Shohin, di<br />
piccole dimensioni (18-20 cm al massimo):<br />
dimostrazioni tecniche e un<br />
corso per crearli, modellarli e mantenerli<br />
con il maestro Hiroki Miura.<br />
17-19 aprile<br />
0331 49 18 50, www.crespibonsai.com<br />
info@crespibonsai.com<br />
SUN.LAB<br />
Un concorso per giovani designer<br />
SUN, il salone internazionale dell’esterno (quest’anno in programma<br />
dall’8 al 10 ottobre), accoglie con il concorso 2009<br />
«Sun.Lab» le migliori proposte di designer italiani e stranieri<br />
under 35, nonché degli studenti universitari europei, in<br />
grado di creare scenari sperimentali e inediti per esprimere il<br />
piacere di vivere all’aperto e il riavvicinamento alla natura.<br />
Tema di questa edizione è il giardino domestico inteso come<br />
spazio nel quale godersi tempo libero e relax, da dedicare al<br />
riposo, alla convivialità, alle proprie passioni; saranno quindi<br />
selezionati soprattutto i progetti pensati per questo tipo di<br />
luogo, pubblico o privato. Il bando di concorso<br />
completo è scaricabile dal sito internet<br />
www.sungiosun.it/eventi/sunlab_09.htm<br />
10 borse di studio dal SUN per il corso di Outdoor Design<br />
«Progettare e arredare gli spazi esterni privati e pubblici» è la<br />
terza edizione del corso di outdoor experience design di cui il<br />
Salone internazionale dell’Esterno è partner accademico presso<br />
il POLI.design di Milano. È un corso di alta formazione e specializzazione<br />
volto a formare una figura professionale molto ri -<br />
chiesta; si terrà dal 6 al 24 luglio e SUN mette a disposizione 10<br />
borse di studio, sulla base di una selezione tra architetti<br />
e designer, aperta fino al 30 giugno. Gli interessati<br />
devono inviare cv a POLI. design, Michela Mantica,<br />
formazione@polidesign.net, www.borsedistudio.info<br />
corsi & concorsi
notiziedalle aziende<br />
ROSAZZO DA ROSA<br />
Manzano (Ud)<br />
Una «Festa della rosa» ambientata nella millenaria<br />
abbazia di Rosazzo, con vivaisti di<br />
qualità del Triveneto, conferenze e concerti.<br />
Collabora con la Fondazione dell’abbazia<br />
alla realizzazione di questa quinta edizione<br />
Grazia Adamo Giovannetti, appassionata<br />
cultrice di rose antiche che ha creato, a<br />
Portogruaro (Ve), un roseto che coltiva se -<br />
condo i principi della biodinamica: occasione<br />
per ammirare la sua collezione («Ca’<br />
delle Rose») e per parlare del giardino biodinamico.<br />
8-10 maggio<br />
334 626 82 96, www.abbaziadirosazzo.it<br />
fondazione@abbaziadirosazzo.it<br />
MOSTRA DELLA MINERVA<br />
Salerno<br />
Tradizionale appuntamento organizzato<br />
da Hortus Magnus alla Villa Co -<br />
munale di Salerno: selezionati espositori<br />
specializzati in piante rare, aromatiche,<br />
medicinali e da collezione,<br />
con un «SOS giardinaggio» allestito<br />
dagli esperti dell’Orto Bota nico di<br />
Napoli.<br />
18-19 aprile<br />
081 44 40 31, www.hortusmagnus.it<br />
muoio@unina.it<br />
NUOVO SITO WEB PER CIFO<br />
È online il nuovo sito internet di Cifo, da oltre quarant’anni<br />
protagonista del verde. Navi -<br />
gando tra le pagine delle due<br />
divisioni, «Agricoltura» e «Giar -<br />
dinaggio», l’utente avrà a di -<br />
spo sizione una messe di informazioni<br />
sui prodotti, schede<br />
per la cura del verde, materiali<br />
promozionali come la «Guida<br />
Verde».<br />
www.cifo.it<br />
AGRITURISMO IN ITALIA 2009-2010<br />
Dopo la presenza ultradecennale in edicola nel formato rivista,<br />
«Agriturismo in Italia», al ventiquattresimo numero,<br />
ripropone il formato da viaggio inaugurato nel 2008, distribuito<br />
nelle migliori edicole e librerie su tutto il territorio<br />
nazionale. Oltre alle indicazioni ri -<br />
guardanti gli agriturismi ai lettori<br />
saranno utili la cartina con la presentazione<br />
della regione e la selezione<br />
degli eventi, triplicati per chi ama<br />
esplorare la natura, la cultura, le tradizioni<br />
e gli ottimi prodotti enogastronomici<br />
di ogni territorio. I buongustai<br />
troveranno inoltre una rubrica<br />
dedicata alle specialità regionali,<br />
dai piatti tipici ai vini ai prodotti più<br />
pregiati, per viaggiare “con gusto”.<br />
059 41 25 47<br />
www.agriturismoinitalia.com<br />
agriturismoinitalia@logos.info<br />
10<br />
VILLA DA SCHIO IN FIORE<br />
Costozza di Longare (Vi)<br />
Dalle nove al tramonto, due giorni di<br />
mostra mercato di piante rare e insolite,<br />
rose moderne, antiche e botaniche,<br />
libri, pitture, arredo da giardino; presentazioni,<br />
dimostrazioni e conferenze<br />
sul giardino giapponese, sulle rose da<br />
essenza e rampicanti rare, collezioni di<br />
iris; laboratori di giardinaggio, prodotti<br />
tipici dei colli Berici, una mostra di pittura,<br />
un concerto tra i fiori e un incontro con Galileo<br />
Galilei… Tutto questo nella magnificenza di Villa da Schio.<br />
16-17 maggio<br />
049 66 20 43, www.verderame-giardini.com<br />
civiltadelverde@yahoo.it<br />
ORTICOLA • Milano<br />
Questa mostra mercato di fiori e piante per<br />
giardinieri appassionati, organizzata da Or -<br />
ticola di Lombardia, si tiene ai <strong>Giardini</strong> Pub -<br />
blici «Indro Montanelli» di via Palestro. Da<br />
segnalare il concorso dell’AIAPP, Asso ciazione<br />
Italiana di Architettura del Paesag gio, per la<br />
progettazione del «giardino con due soldi»: i<br />
cinque progetti migliori saranno realizzati e visibili a<br />
«Orticola»; e «Il Giardino Ecocompatibile», un insieme di collezioni<br />
di attrezzi, arredi, vasi a basso impatto ambientale.<br />
8-10 maggio<br />
02 77 09 65 44, www.orticola.org<br />
mostraorticola@orticola.org<br />
STIHL PER I GIARDINI DEL FAI<br />
Dal 2006 Andreas Stihl sostiene attivamente il Fondo per<br />
l’Ambiente Italiano. Quest’anno dona le attrezzature per la cura<br />
di giardini gestiti dal FAI e sponsorizza le manifestazioni verdi<br />
organizzate nelle varie proprietà aperte al pubblico (la «Tre giorni<br />
per il giardino» a Masino dal 1° al 3 maggio, le<br />
«Giornate delle rose» a Villa della<br />
Porta Boz zolo di Casal zuigno il<br />
23 e 24 maggio, poi ancora a<br />
Casal zui gno gli e venti del 13 settembre<br />
e 7-8 no vembre e a<br />
Masino la due giorni autunnale<br />
del 17-18 ottobre).<br />
www.stihl.it<br />
CONCORSO COMPO<br />
IL VERDE CHE<br />
DIVERTE<br />
Acquistando un prodotto<br />
Compo, azienda leader<br />
nel cam po dei prodotti<br />
per la cura del giardino, e<br />
col legandosi al sito web<br />
www.compoagricoltura.it,<br />
oppure inviando un sms al 340 433 55 77, si possono vincere<br />
immediatamente 1000 Familycard 2009 e 2010 del circuito<br />
MondoParchi (sconti alle famiglie per l’ingresso alle 1500<br />
strutture del circuito: parchi divertimento, parchi acquatici e<br />
naturali, musei, monumenti, impianti sportivi); e si partecipa<br />
all’estrazione finale di una vacanza per 4 persone sulla<br />
Riviera adriatica.<br />
Fino al 18 giugno<br />
Regolamento completo su www.compoagricoltura.it
parchi&giardini davisitare<br />
IL PARCO DEL CASTELLO DI DUINO (Ts)<br />
Ha riaperto la splendida dimora dei principi della Torre e<br />
Tasso (gli altrimenti famosi Thurn und Taxis), con il parco a<br />
picco sul mare che domina il golfo di Trieste. Nonostante le<br />
inclemenze invernali della bora, che ha sradicato molti alberi<br />
secolari, il parco si ripresenta in tutta la sua magnificenza<br />
(con i romantici viali decorati da statue e reperti archeologici)<br />
e con nuove specie botaniche di particolare pregio e rarità.<br />
Tutto l’anno<br />
040 20 81 20, www.castellodiduino.it<br />
info@castellodiduino.it<br />
agenda verde<br />
TRA ROSE, STORIA<br />
E LEGGENDA AL<br />
CASTELLO QUISTINI<br />
Rovato (Bs)<br />
Riapre il 25 aprile il Ca -<br />
stello Quistini, un gioiello<br />
della Franciacorta, con i<br />
suoi affascinanti giardini.<br />
È tempo di fioritura nei roseti del castello: rose antiche,<br />
moderne e inglesi si possono ammirare e/o acquistare. Il<br />
visitatore (tutte le domeniche e i festivi) si imbatterà anche<br />
nelle sculture in ferro riciclato di Marco Mazza; da non<br />
perdere il peculiare Giardino Bioenergetico, risultato dell’applicazione<br />
della tecnica dei bioenergetic landscapes che<br />
consente, con una messa a dimora ad hoc, di sfruttare le<br />
proprietà benefiche delle essenze piantate a beneficio dell’organismo<br />
umano.<br />
25 aprile - 26 luglio<br />
320 851 91 77<br />
www.castelloquistini.com<br />
I GIARDINI NASCOSTI<br />
Provincia di Viterbo<br />
In visita ad alcuni tra i più affascinanti<br />
e inediti giardini storici privati<br />
del Viterbese: il 4 aprile il<br />
giardini all’italiana di Castello<br />
Ruspoli a Vignanello, il 5 La<br />
Cannara a Marta; il 18 Hortus<br />
Unicorni a Vetriolo, giardino mi -<br />
nimalista, arricchito dalle sculture<br />
di Luca De Troia, al l’ombra di<br />
Civita di Bagno regio; il 19 Te -<br />
nuta D’Amico a Vaiano, in una<br />
valle spettacolare. Organizza la<br />
as sociazione Amarilli, con la Re -<br />
gione Lazio e l’Agenzia Re gio -<br />
nale di Promozione Turistica.<br />
Aprile<br />
06 32 28 22 09<br />
www.giardininascosti.it info@giardininascosti.it<br />
IL GIARDINO SEGRETO • Lazio e Umbria<br />
Altri giardini nascosti si visitano con PromoTuscia. Il 10 maggio<br />
«I <strong>Giardini</strong> dei Cimini»: il Parco delle Sculture di Joppolo,<br />
il giardino di Anna Migliori a Caprarola (Vt), l’orto-giardino<br />
medievale del Castello di Vasanello e il Moutan di Vitor -<br />
chiano; il 24 maggio le valli dei calanchi: La Torricella e Mon -<br />
tinvernile a Porano e il giardino di Corbara presso Orvieto<br />
(Tr) dei Ducrot; il 21 giugno il giardino pensile del Palazzo<br />
del Principe del Drago a Bolsena (Vt) e ancora la Cannara.<br />
Maggio-giugno<br />
0761 30 46 43, www.italiangardentour.com<br />
maria@promotuscia.it<br />
12<br />
PENTAGRAMMA<br />
FLOREALE<br />
Lago Maggiore<br />
6 A GIORNATA NAZIONALE<br />
DEL GIARDINO – UGAI<br />
40 associazioni di cultura e promozione<br />
botanica aderenti all’UGAI (Unione Garden<br />
Club e Attività similari) festeggiano la loro<br />
pluridecennale dedizione alla salvaguardia<br />
del verde e alla diffusione della sua cultura<br />
con manifestazioni in tutta Italia, sotto il<br />
segno del motto «Il verde pubblico è di<br />
tutti. Anche tuo: amalo, conservalo, non<br />
buttarlo». Elenco completo degli eventi:<br />
338 493 90 30, www.ugai.org<br />
18-19 aprile<br />
«Settimane musicali di Stresa e del lago Maggiore», con cinque<br />
appuntamenti open air negli splendidi giardini fioriti del<br />
Verbano. Il 2 maggio le fisarmoniche di Motion Trio a Villa<br />
San Remigio (Verbania); il 3 alla Rocca Borromeo di Angera<br />
(Va) le musiche rinascimentali e barocche di Concerto<br />
Palatino; il 9, sul lungolago La Palazzola di Stresa (Vb), il<br />
celeberrimo Michael Nyman suonerà alcune delle sue<br />
migliori soundtracks (offerta per la visita al vicino Giardino<br />
Alpinia); il 16 ancora a Stresa, nel parco di Villa Pallavicino,<br />
The Israel Philarmonic Brass Quintet propone, tra l’altro, il<br />
Carnevale degli animali di Saint-Saëns; infine il 17 maggio, a<br />
Villa Rusconi Clerici a Verbania, performance di Gabriele<br />
Pieranunzi, Alessandro Carbonare e Enrico Pieranunzi.<br />
2-17 maggio<br />
0323 310 95<br />
www.stresafestival.eu<br />
info@stresafestival.eu<br />
IL PARCO PIÙ BELLO<br />
D’EUROPA<br />
È il tedesco Aa Lake Park a<br />
Münster, nel Land Nord Reno –<br />
Vestfalia – il «parco più bello<br />
d’Europa» 2009: lo ha deciso la<br />
giuria del concorso promosso in<br />
tutto il continente da Briggs &<br />
Stratton. Il parco si sviluppa ar -<br />
moniosamente lungo il corso del<br />
fiume Aa ed è un paradiso ecologico,<br />
habitat ideale di specie botaniche e animali; d’altronde<br />
la città che fu degli anabattisti è oggi un ottimo esempio di<br />
centro urbano a vocazione ecologica. Secondo posto per lo<br />
svedese Marabou Park a Sundbyberg, terzo per<br />
il francese Parc Mapupassant de Bois Savary ad<br />
Allonnes; si piazza quarto il «parco più bello<br />
d’Italia», Villa Nazionale Pisani a Stra (Ve).<br />
FESTIVAL INTERNATIONAL<br />
DES JARDINS<br />
Chaumont-sur-Loire (Francia)<br />
L’edizione 2009 di una delle più prestigiose floralies<br />
del mondo si svolge dal 29 aprile al 18 ottobre.<br />
Tema di quest’anno «I giardini dei colori»<br />
www.chaumont-jardins.com<br />
IL PADULE DI FUCECCHIO (Pt)<br />
Al via le visite primaverili in questa<br />
riserva naturale e negli ambienti<br />
vicini (oasi faunistica del Bosco di<br />
Chiusi e Paduletta di Ramone, Lago<br />
di Sibolla, Colle di Monsummano),<br />
organizzate dal Centro di Ricerca,<br />
Documentazione e Promozione del<br />
Padule di Fucecchio. Le visite sono<br />
in calendario il 10, 13, 19 e 25 aprile, il 1°, 8, 10, 17, 24 e 30<br />
maggio e il 5 e 14 giugno.<br />
Fino a giugno<br />
0573 845 40<br />
www.zoneumidetoscane.it/eventi/padeventi.html<br />
fucecchio@zoneumidetoscane.it
GRANDI GIARDINI ITALIANI<br />
Settanta giardini in tredici regioni<br />
(più Malta) è la inestimabile<br />
dote di questo circuito culturale<br />
sorto dieci anni fa per la volontà<br />
di Judith Wade. Alcuni eventi in<br />
aprile: «Arte in villa» al parco di<br />
Villa Serra (Sant’Olcese, Ge, fino<br />
al 19, 010 71 55 77); «L’Erba Persa» a Villa del Durazzo a<br />
Santa Margherita Ligure (Ge, dall’11 al 13, 0185 29 31 35);<br />
mostra mercato floreale al parco del Castello del Roccolo<br />
(Busca, Cn, 25 e 26); settimana del tulipano ai <strong>Giardini</strong><br />
Botanici di Villa Taranto a Verbania (25 aprile – 1° maggio).<br />
A maggio 27 di questi parchi partecipano all’itinerario<br />
«In nome della rosa», che svela alcuni tra i più bei<br />
roseti d’Italia (tanto per fare qualche nome: la Reggia di<br />
Caserta, Castel Trauttmansdorff, la Landriana, Boboli, la<br />
Venaria Reale…); laboratori botanici per ragazzi al giardino<br />
monumentale di Palazzo del Principe a Genova; feste<br />
e mostre ancora a Villa Taranto di Verbania (3 maggio), a<br />
Villa Poggio Torselli di San Casciano in Val di Pesa (il 9 e<br />
10), Palazzo Patrizi a Castel San Giuliano di Bracciano<br />
(Rm), Palazzo Malingri di Bagnolo (Cn) e Parco idrotermale<br />
del Negombo a Ischia (Na).<br />
Aprile-maggio<br />
www.grandigiardini.it<br />
IL GIARDINO MUSEO BONSAI DELLA SERENITÀ<br />
Tarzo (Tv)<br />
Ha riaperto il Giardino e<br />
Museo Bonsai della Se re -<br />
nità, creazione di Armando<br />
e Haina Dal Col nel centro<br />
storico di questo paese del -<br />
la Marca Trevigiana, che si<br />
raggiunge dopo un viaggio<br />
tra vigneti (di prosecco),<br />
laghi e colline. Anche la visita a questo luogo sui generis<br />
sarà a sua volta un viaggio, perché i bonsai del maestro<br />
Dal Col, inglobati nel verde, invitano alla riflessione, alla<br />
meditazione e al diletto.<br />
Fino al 22 novembre<br />
0438 58 72 65, armando.haina.dalcol@tele2.it<br />
L’ORTO BOTANICO LORENZO ROTA • Bergamo<br />
Ha riaperto l’Orto Botanico «Lorenzo Rota», a Passaggio<br />
Torre d’Adalberto.<br />
Fino a ottobre<br />
035 28 60 60, www.ortobotanicodibergamo.it<br />
ortobotanico@comune.bg.it<br />
ROSE E PELARGONI<br />
ALL’ORTO BOTANICO DI PAVIA<br />
Nel cinquecentesco chiosco dell’Orto di via Sant’Epifanio,<br />
il 18 e 19 aprile mostra di pelargoni, in collaborazione con<br />
la Società Italiana del Pelargonium e abbellita dagli acquerelli<br />
di Daniela Passuello; con mercatino nella vicina piazzetta.<br />
Il 10 maggio, poi, è la «Festa del roseto», con nuove<br />
varietà che quest’anno arricchiscono il roseto dell’Orto<br />
pavese già forte di centinaia di e -<br />
semplari antichi e moderni; con<br />
adiacente mercatino di Barni.<br />
18-19 aprile e 10 maggio<br />
0382 225 34<br />
www.amiciortobotanicopavia.it<br />
pavia@amiciortobotanico.it<br />
ortibotanici
1<br />
4<br />
7<br />
C’è tempo<br />
sino alla<br />
fine di<br />
aprile…<br />
1. «Chaenomeles »<br />
>ISABELLA BANDINI<br />
Forlì<br />
4. «Pervinca»<br />
>RINUCCIA MARABOTTO COMETTO<br />
Chiusa di Pesio (Cn)<br />
7. «Due non due»<br />
>PILAR BLANCO Y PINOL<br />
Roma<br />
mostra fotografica<br />
2<br />
5<br />
8<br />
2. «Senza titolo»<br />
>M. TERESA RINALDI<br />
Londra<br />
5. «Tulipani»<br />
>STEFANO ASCORTI<br />
Bernareggio (Mi)<br />
8. «Giallo & blu»<br />
>FRANCESCA MORINI<br />
Correggio (Re)<br />
Per partecipare basta inviare un<br />
CD (a <strong>Giardini</strong>, via Curtatona<br />
5/2, 41100 Modena) con le foto<br />
in digitale (in formato jpg alta<br />
risoluzione 300 DPI) scattate a<br />
piante, fiori o giardini. Le 100<br />
immagini più belle verranno<br />
esposte nel mese di maggio, e<br />
pubblicate sulla rivista nel corso<br />
dei mesi successivi.<br />
16<br />
3<br />
6<br />
9<br />
Partecipare alla<br />
Mostra Fotografica<br />
di <strong>Giardini</strong><br />
è gratuito e regala<br />
la soddisfazione<br />
di vedere le proprie<br />
foto pubblicate<br />
sulla rivista<br />
3 «Crocosmia»<br />
>STEFANO ASCORTI<br />
Bernareggio (Mi)<br />
6. «Passiflora»<br />
>STEFANO ASCORTI<br />
Bernareggio (Mi)<br />
9. «Senza titolo»<br />
>MARIA ROSA MORANZONI<br />
Varese
NEL GIARDINO<br />
UNA MACCHIA<br />
DI ACIDOFILE<br />
IN GIARDINO<br />
TESTO DI MARIO VIETTI, FOTO DI SUSIGARDEN E INTERNATIONAL<br />
FLOWER BULB CENTRE, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />
Alla base della buona riuscita di questo progetto<br />
vi è una scelta oculata delle specie da<br />
accostare. È opportuno riunire essenze che<br />
richiedono le stesse condizioni ambientali, come per<br />
esempio camelie e azalee, ma che differiscono per<br />
aspetto e periodo di fioritura. Tra i fattori più importanti<br />
da considerare vi sono portamento delle piante,<br />
colore dei fiori ed effetti di chiaroscuro, caratteristiche<br />
del fogliame: l’insieme deve apparire nel complesso<br />
ben strutturato e armonico.<br />
Tra le acidofile più belle possiamo ricordare tutte le<br />
varietà di Azalea, di Rhododendron, di Daphne e di<br />
Camellia, Gardenia grandiflora e Skimmia japonica.<br />
Le Hydrangea sono meno esigenti come acidità, ma<br />
necessitano di umidità e annaffiature regolari.<br />
Una volta decise le specie più adatte è di fondamentale<br />
importanza scegliere correttamente gli esemplari<br />
da acquistare, che devono essere sani e robusti. In -<br />
nanzitutto osserviamo la quantità e la qualità delle<br />
gemme: devono presentarsi parzialmente rigonfie e<br />
con la sommità ben formata; è importante che siano<br />
uniformemente distribuite, anche alle ascelle delle<br />
foglie.<br />
L’apparato radicale può segnalare il grado di vigore e<br />
vitalità: se infatti le radici si presentano scure e compattate<br />
la pianta è in età avanzata, mentre se sono sottili,<br />
di colore chiaro e non ammonticchiate l’esemplare<br />
è giovane e promettente.<br />
Terreno e pH<br />
Queste specie vegetali, che patiscono decisamente la<br />
presenza del calcare, prosperano egregiamente quando<br />
incontrano un suolo a tendenza acida, cioè con pH<br />
inferiori a 7. Il pH del terreno si può facilmente misurare<br />
in modo artigianale miscelando 10 grammi di<br />
terra a 25 ml d’acqua, lasciando decantare il composto<br />
per una notte. Il giorno successivo sarà possibile<br />
misurare il pH servendosi degli indicatori colorimetrici<br />
acquistabili presso i punti vendita di prodotti<br />
chimici oppure attraverso un piaccametro apposito. I<br />
substrati acidi, poveri di nutrienti, si formano naturalmente<br />
sotto la chioma delle conifere per la decomposizione<br />
degli aghi caduti oppure in zone ad alta<br />
piovosità, poiché le acque che penetrano nel sottosuo-<br />
consigli del mese<br />
18<br />
Di grande effetto per le loro<br />
variopinte e abbondanti<br />
fioriture primaverili,<br />
queste piante sono ideali<br />
per la creazione di macchie e<br />
bordure<br />
Dal catalogo di<br />
Susigarden 2009:<br />
Hydrangea<br />
macrophilla<br />
‘Green Shadow’<br />
È buona norma posizionare queste specie nella<br />
mezz’ombra, riservando loro l’irraggiamento del<br />
mattino e del tardo pomeriggio, poiché patirebbero il<br />
pieno sole.<br />
Se ci troviamo in presenza di terreno calcareo può<br />
essere utile creare un’aiuola rialzata di almeno 40-50<br />
cm: sul fondo si deve sistemare un feltro al di sopra<br />
del quale verrà posizionato uno strato drenante realizzato<br />
con ghiaia o argilla espansa; collochiamo poi<br />
altro tessuto-non tessuto. Il tutto andrà infine ricoperto<br />
con terra d’erica o terriccio<br />
acido.<br />
lo dilavano via tutte le sostanze nutritive presenti<br />
rilasciando idrogeno. Per realizzare una macchia di<br />
acidofile è quindi necessario partire da una corretta<br />
scelta del suolo più adatto e della posizione in cui collocare<br />
le piante, possibilmente cercando di riunirle; in<br />
tal modo i lavori di scavo e di reinterro si potranno<br />
eseguire in una sola volta.<br />
SUSIGARDEN
Un’altra<br />
so luzione è<br />
rappresentata<br />
dalla<br />
costruzione<br />
di una<br />
trincea, ov -<br />
vero una ampia buca di circa 50 cm di profondità realizzata<br />
con gli stessi strati dell’aiuola rialzata; in questo<br />
caso è però importante rivestire anche le pareti<br />
laterali con fogli di polietilene per scongiurare possibili<br />
infiltrazioni alcaline.<br />
Irrigazioni<br />
Subito dopo<br />
l’impianto è<br />
necessario<br />
annaffiare<br />
abbondante<br />
mente, avendo cura di mantenere il terreno sempre<br />
umido (evitando i ristagni) per l’intera durata del ciclo<br />
vegetativo. Poiché sovente l’acqua del rubinetto è troppo<br />
calcarea, è consigliabile raccogliere in cisterne quella<br />
piovana in modo da averla sempre a disposizione<br />
per l’irrigazione delle acidofile.<br />
Concimazioni<br />
È sufficiente concimare<br />
queste piante<br />
solo all’inizio<br />
della stagione primaverile<br />
con prodotti a lenta cessione specifici per<br />
acidofile; periodicamente è utile provvedere<br />
a somministrazioni di solfato di ferro.<br />
In autunno sarà poi opportuno distribuire<br />
uno strato di foglie secche<br />
o torba acida alla base de gli<br />
arbusti, per ottenere il du plice<br />
scopo di proteggere le radici dal<br />
freddo e apportare nuova sostanza organica al terreno.<br />
Potature<br />
Se le piante hanno molte ramificazioni che conferiscono<br />
un aspetto irregolare e disordinato si può intervenire<br />
con una potatura di contenimento a fine fioritura prima<br />
dello sviluppo delle nuove foglie; in generale però queste<br />
specie non richiedono tagli drastici e frequenti, per<br />
cui sarà sufficiente asportare solo i fiori avvizziti.<br />
Le acidofile possono essere collocate anche nel contesto<br />
di un giardino roccioso, in aiuole con terreno torboso<br />
e fresco, non esposto ai raggi diretti del sole. Tra le<br />
erbacee acidofile più colorate e scenografiche da inserire<br />
troviamo Gentiana sino-ornata e Iris innominata.
I Consigli di<br />
Turbotrimmer<br />
ComfortCut 450<br />
Per lavori di lunga bordatura, in aree difficilmente accessibili,<br />
magari anche in presenza di erba alta, il tagliabordi ideale è il<br />
Turbotrimmer ComfortCut 450 GARDENA. Di facile impiego, è<br />
caratterizzato da avviamento con tasto di sicurezza, interruttore<br />
di ampia dimensione, impugnatura supplementare regolabile,<br />
manico telescopico (da 90 a 120 cm) per adattare l’attrezzo all’altezza<br />
dell’utilizzatore, e dal fermacavo inserito nell’impugnatura.<br />
Ha due pratiche rotelle richiudibili e la testa di taglio orientabile a<br />
90° per lavorare agevolmente anche le bordure a sbalzo. La larghezza<br />
del taglio è di 250 mm e la potenza di 450 W.<br />
Turbotrimmer<br />
AccuCut 400 Li<br />
Il modello AccuCut 400 Li è un’altra novità GARDENA di quest’anno<br />
della gamma Turbotrimmer: un tagliabordi a batteria che<br />
permette di raggiungere ogni angolo del giardino senza l’imgombro<br />
del cavo elettrico. La batteria a ioni di litio 18 V ha un’autonomia<br />
di circa 30 minuti, sufficiente per lavorare circa 800 m di<br />
bordura lineare. A batteria scarica, il tempo di ricarica è di circa<br />
3 ore. Versatile e silenzioso, questo modello ha una larghezza di<br />
taglio di 230 mm e le stesse caratteristiche del modello precedente:<br />
avviamento con tasto di sicurezza, interruttore di ampia<br />
dimensione, impugnatura supplementare regolabile, manico te -<br />
lescopico (da 90 a 120 cm) e testa di taglio orientabile.<br />
LA MESSA A DIMORA DELLE<br />
PIANTE TAPPEZZANTI<br />
In questo mese<br />
possiamo piantare le<br />
tappezzanti, creando<br />
un tappeto ricoprente<br />
verde o fiorito che oltre<br />
ad appagare la vista<br />
con macchie di<br />
colore o<br />
chiaroscuri<br />
può<br />
apportare<br />
Campanula<br />
portenschlagiana<br />
una serie di vantaggi al nostro giardino.<br />
In primo luogo queste specie, una volta sviluppate,<br />
tendono a impedire la crescita delle infestanti poiché<br />
le soffocano togliendo loro acqua, luce e nutrienti.<br />
Tuttavia ricordiamo che<br />
perenni indesiderate<br />
Hedera<br />
hibernica<br />
come il tarassaco o la<br />
gramigna<br />
non<br />
vengono<br />
eliminate<br />
in questo<br />
modo, per cui<br />
è necessario<br />
intervenire con<br />
diserbanti prima della<br />
messa a dimora delle<br />
ricoprenti. In secondo luogo esse sono adatte a rivestire<br />
gli spazi spogli al di sotto delle grandi piante e in<br />
generale tutte le aree che rimangono vuote, caratterizzandosi<br />
come elementi di raccordo tra le strutture e le<br />
altre essenze del giardino. Le tappezzanti riducono<br />
poi l’evaporazione dell’acqua dal terreno, che soprattutto<br />
durante la stagione estiva tende a inaridirsi,<br />
mantenendolo fresco: potremo utilizzare a questo<br />
scopo specie resistenti alla siccità come Cistus x corbariensis<br />
oppure Lavandula in varie cultivar.<br />
Altra funzione di queste piante è quella di limitare<br />
anche solo superficialmente il fenomeno<br />
dell’erosione da pioggia e vento Hypericum<br />
tipico di alcuni suoli:<br />
calycinum<br />
Hypericum calycinum<br />
oppure Cotoneaster<br />
dammeri possono<br />
assolvere<br />
perfettamente questa<br />
funzione. Un tappeto<br />
coprente può infine<br />
attirare insetti utili<br />
(per esempio Thymus<br />
praecox attrae le api).
L’inizio della primavera rappresenta il momento<br />
migliore per mettere a dimora queste piante.<br />
Lavoriamo dapprima il<br />
terreno a fondo avendo<br />
cura di eliminare tutte le<br />
infestanti presenti,<br />
soprattutto le specie<br />
perenni, difficili da<br />
sradicare;<br />
aggiungiamo<br />
concimi e sostanze organiche<br />
come letame maturo, humus<br />
e torba; rastrelliamo per mescolare<br />
i prodotti e livellare la superficie.<br />
Scaviamo poi buche<br />
di dimensione<br />
opportuna e dopo aver<br />
disposto le piantine<br />
riempiamole di terriccio; da ultimo compattiamo e<br />
annaffiamo il suolo.<br />
Possiamo collocare le singole tappezzanti a una<br />
distanza reciproca che tenga conto dell’estensione<br />
della pianta matura,<br />
oppure optare per un<br />
distacco inferiore per<br />
ricoprire più<br />
velocemente il terreno<br />
o rendere il<br />
tappeto più<br />
fitto una volta<br />
cresciuto.<br />
Dal momento che le piantine ancora piccole non<br />
rivestono completamente il terreno, è opportuno<br />
distribuire uno strato di materiale pacciamante rinnovandolo<br />
per tutto il periodo del loro sviluppo, in<br />
modo da ridurre la crescita di infestanti che potrebbero<br />
soffocarle rapidamente. Si possono usare a<br />
questo scopo trucioli di legno o corteccia per specie<br />
legnose e torba mista a corteccia finemente tritata<br />
per tappezzanti piccole e striscianti.<br />
Scelta della specie<br />
Nelle zone soleggiate usiamo Cam panula portenschlagiana,<br />
Thymus x citriodorus o Hy pe ricum moserianum<br />
‘Tricolor’, mentre in luoghi più om brosi sono consigliabili<br />
Lamium maculatum ‘Ro se um’, Lo nicera nitida<br />
‘Maigrun’, Hedera hibernica o O phiopogon japonicus;<br />
adattabile e rustica, Hypericum ca lycinum vi ve<br />
invece sia al sole che all’ombra, in posizioni pianeggianti<br />
come su scarpate, regalando splendide fioriture<br />
di colore giallo in cambio di minime manutenzioni.
I fiori di Fiorella<br />
Gaura lindheimeri è un’erbacea perenne che forma dei cespi fitti<br />
con steli numerosissimi sui cui racemi sbocciano ininterrottamente,<br />
dalla fine della primavera all’inizio dell’autunno, tanti fiorellini bianchi.<br />
È una pianta elegantissima che può dare grandi soddisfazioni, preferisce<br />
un terreno fertile ma ben drenato, ama il pieno sole ma tollera<br />
benissimo anche l’ombra parziale e la siccità. Ottima cosa è utilizzarla<br />
nelle bordure miste avvicinandola alla Verbena bonariensis, a<br />
Centranthus ruber, a rose o a iris, o anche posta da sola quale ac -<br />
compagnatrice di vialetti assolati o un po’ ombreggiati. L’architetto<br />
Paolo Pejrone l’ha unita ad Anemone ‘Honorine Jobert’ ai lati di un<br />
lungo camminamento, riuscendo così ad avere una fioritura bellissima<br />
e senza esigenze di alcun tipo per quasi 9 mesi.<br />
Fiorella Degl�Innocenti<br />
Vivaio Guido Degl’Innocenti<br />
via Colle Ramole 7, località Bottai<br />
50023 Tavarnuzze (Fi)<br />
tel. 055 2374547<br />
www.vivaiodeglinnocenti.eu<br />
Diversi anni fa dall’Ambasciata Britannica di Roma ci<br />
arrivò la richiesta di alcune piante di Gaura lindheimeri:<br />
si erano rivolti a noi come ultima loro speranza<br />
poiché non riuscivano a trovare questa specie in Italia.<br />
Per quel che ne so è ancora oggi una pianta poco conosciuta,<br />
ma soprattutto poco apprezzata.<br />
Fra le altre belle piante poco utilizzate e molto resistenti voglio<br />
ricordare anche la stupenda Perovskia atriplicifolia. Non credo<br />
di aver mai venduto una Perovskia a un cliente “italiano” che sia<br />
venuto a chiederla direttamente: o era straniero o gli è stata consigliata<br />
da me o da un mio collaboratore…<br />
Perovskia atriplicifolia ha una fioritura eccezionale e quella leggerezza,<br />
bellezza ed eleganza che la accomuna alla Gaura. Le sue pannocchie,<br />
lunghe fino a 30 cm, formano una nuvola di fiorellini violetti<br />
e rientra senz’altro in quella categoria di piante che vengono dette<br />
“rustiche” poiché vivono in terreni poveri, drenati, in pieno sole, sono<br />
resistenti all’aridità e sono belle anche per il loro fogliame, nel caso<br />
specifico grigio-bianco. Considerando che la pianta raggiunge un’altezza<br />
di circa 1,20-1,50 m, nell’utilizzarla nei bordi misti, dove l’altezza<br />
delle piante scelta può variare molto, sarà necessario riservarle un<br />
posto in seconda-terza fila: far scappare Perovskia atriplicifolia da<br />
dietro delle rose cremisi è un’immagine che non si dimentica facilmente,<br />
come pure unirla a ciuffi di iris bianche.<br />
Come spesso accade quando viene impiantato un<br />
giardino, la struttura principale è data dai solidi arbusti,<br />
siano essi sempreverdi o spoglianti, non cambia;<br />
bisogna invece sempre ricordarsi che piante erbacee<br />
come Gaura lindheimeri oppure suffrutticose come<br />
Perovskia atriplicifolia sono le pennellate finali a un<br />
bel quadro vivente come quello di un giardino che<br />
personalizzano e caratterizzano ancora di più.
INTERNATIONAL FLOWER BULB CENTRE<br />
LA COLTIVAZIONE DELLA DALIA<br />
Questo periodo è ideale per mettere a dimora le dalie.<br />
Per ottenere già i primi fiori a<br />
primavera inoltrata, intorno alla metà di<br />
marzo avremmo dovuto collocare i<br />
tuberi in un ambiente poco riscaldato<br />
(10-12°C circa) ma molto luminoso.<br />
Essi dovevano essere posizionati in<br />
cassette piene di torba o terriccio<br />
appena inumidito: in questo modo i<br />
germogli compaiono in breve tempo.<br />
È buona norma comunque in questi casi<br />
prestare attenzione alle gelate tardive anche<br />
all’interno del locale che ospita i tuberi: se<br />
opportuno, conviene proteggerli con uno strato<br />
di tessuto-non tessuto. Passato il rischio, arieggiamo<br />
l’ambiente e controlliamo che le piantine siano<br />
asciutte.<br />
Attendiamo il mese di<br />
aprile per effettuare il<br />
trasferimento in piena<br />
terra, scegliendo per<br />
l’impianto un luogo<br />
aperto, riparato e non<br />
troppo ombreggiato.<br />
Se vogliamo ottenere diverse<br />
talee, aspettiamo che i<br />
germogli raggiungano<br />
un’altezza di 15 cm.<br />
Dahlia ‘Kennemerland’<br />
Recidiamoli quindi a 2 cm<br />
dalla base e ripicchettiamoli in vasi riempiti con sabbia<br />
e torba; i getti radicheranno in circa 3 settimane. A<br />
prelievo effettuato,<br />
interriamo nuovamente<br />
i<br />
tuberi: in<br />
questo modo<br />
riprenderanno a<br />
vegetare<br />
veloce -<br />
mente.<br />
23<br />
Dahlia ‘Park<br />
Princess’<br />
Le dalie amano un terreno<br />
ricco: aggiungiamo<br />
quindi un concime organico<br />
prima della messa a<br />
dimora, miscelandolo al -<br />
la terra e distribuendolo<br />
in modo uniforme.<br />
La profondità d’impianto dei tuberi risulta fondamentale<br />
per un loro corretto sviluppo: una piantagione<br />
troppo superficiale può infatti dare problemi di<br />
siccità; una eccessivamente profonda forza le piante a<br />
svantaggio della fioritura. Le varietà più resistenti e<br />
vigorose vanno quindi piantate a circa 12 cm dalla<br />
superficie, mentre per le dalie nane possono bastare<br />
7-8 cm; in ogni caso è bene lavorare il terreno con<br />
l’aiuto di una forca per almeno 25 cm di profondità. A<br />
seconda dello svi -<br />
luppo della cultivar<br />
prescelta, la<br />
di stanza di im -<br />
pianto varia tra i<br />
40 cm e il metro.<br />
Man mano che<br />
la crescita procede è consigliabile annaffiare<br />
le piante con moderazione; eliminiamo<br />
poi alcuni getti in mo -<br />
do che i rimanenti producano<br />
fiori più grandi.<br />
Le dalie, tuberose di provenienza messicana appartenenti<br />
alla famiglia delle Compositae, vengono classificate<br />
in base alla forma e alla dimensione dei loro<br />
fiori; le varietà sono ormai tantissime, dalle tinte più<br />
svariate. Fra le numerose specie, Dahlia imperialis<br />
può vivere tutto l’anno<br />
all’aperto an che nel le<br />
zone temperate; è di<br />
grandi di mensioni, ha<br />
fogliame quasi perenne e<br />
fiori penduli semplici, di<br />
co lore bianco-rosato.<br />
Dahlia<br />
INTERNATIONAL FLOWER BULB CENTRE<br />
INTERNATIONAL FLOWER BULB CENTRE
ALBERI, ARBUSTI E PIANTE RAMPICANTI<br />
• Proseguire con il trapianto di conifere e latifoglie<br />
anche “di zolla”<br />
• Estirpare regolarmente le erbe infestanti e pacciamare<br />
con del materiale organico<br />
• Fissare i nuovi getti delle specie rampicanti agli appositi<br />
sostegni<br />
• Potare gli arbusti che hanno concluso la fioritura sul<br />
legno vecchio (Chaenomeles japonica, Forsythia, Ha -<br />
mamelis, Kerria ecc.), i sempreverdi e le siepi di Ilex<br />
aquifolium, Lavandula, Prunus laurocerasus, Prunus<br />
lusitanica e Rosmarinus officinalis<br />
• Si possono moltiplicare alcuni arbusti: Cytisus, Ne -<br />
rium, Paulownia, Spartium ecc. tramite semina in<br />
cassone freddo; Rhus typhina mediante propaggine<br />
• Se non è ancora sta -<br />
to fatto, occorre ef -<br />
fettuare una concima -<br />
zione com pleta su<br />
tutte le piante presenti<br />
in giardino<br />
• Alla comparsa dei<br />
primi sintomi di ma -<br />
lattie intervenire tem -<br />
pestivamente con pro -<br />
dotti specifici<br />
Dal catalogo di<br />
Susigarden 2009:<br />
Cytisus<br />
PIANTE ANNUALI E BIENNALI<br />
• Lavorare il terreno che dovrà ospitare le nuove piantagioni<br />
• Si possono seminare in piena terra Alyssum maritimum,<br />
Convolvulus tricolor, Coreopsis, Helianthus, Mat -<br />
thiola e numerose altre annuali rustiche<br />
• Piantare a dimora annuali e biennali allevate fino a<br />
ora in ambiente protetto e sufficientemente sviluppatesi<br />
• Cimare le piantine che dovranno assumere una forma<br />
cespugliosa<br />
• Bagnare con regolarità le biennali in crescita e tenere<br />
il terreno libero da erbe infestanti<br />
ERBACEE PERENNI<br />
• Si possono mettere a dimora le piante tappezzanti e<br />
numerose erbacee perenni (Cortaderia, Delphinium,<br />
Gunnera, Heuchera, Linum ecc.)<br />
• Sistemare dei tutori vicino alle piante che lo necessitano<br />
• Cimare i getti apicali per favorire lo sviluppo delle<br />
gemme laterali<br />
• Eliminare regolarmente le erbe infestanti<br />
consigli del mese<br />
LAVORI IN GIARDINO AD APRILE<br />
SUSIGARDEN<br />
24<br />
• Seminare in cassone<br />
freddo Anaphalis, Cam -<br />
panula, Erigeron, Mo -<br />
rina ecc.<br />
• Si può proseguire con<br />
la divisione dei cespi<br />
di Campanula, Cera to -<br />
stigma, Tiarella ecc.<br />
• Moltiplicare i Chry san -<br />
themum tramite talea<br />
di germogli basali<br />
Dal catalogo di<br />
Susigarden 2009:<br />
Delphinium<br />
BULBOSE<br />
• Dalla fine del mese piantare le dalie e le altre bulbose<br />
a fioritura estivo-autunnale<br />
• Asportare i fiori appassiti di giacinti, muscari, narcisi,<br />
tulipani e di tutte le specie in fioritura<br />
• Moltiplicare la Crocosmia tramite divisione dei bulbi<br />
ROSAI<br />
• Asportare le erbe infestanti alla base dei rosai smuovendo<br />
il terreno al piede, e pacciamare<br />
• Annaffiare a intervalli regolari, soffermandosi sugli e -<br />
semplari appena piantati<br />
• Concimare con un prodotto specifico a pronto effetto<br />
• È utile effettuare trattamenti preventivi contro le prin -<br />
cipali malattie fungine<br />
• Eliminare i polloni e -<br />
ventualmente presenti<br />
Dal catalogo di<br />
Susigarden 2009:<br />
Rosa chinensis<br />
‘Sanguinea’<br />
GIARDINO ROCCIOSO<br />
• Dividere i cespi delle perenni che si sono accestite<br />
troppo<br />
• Si possono moltiplicare per talea Codonopsis, Cya nan -<br />
thus, Potentilla, Saxifraga retusa ecc.<br />
• Erinus alpinus può essere seminato in piena terra<br />
VASCHE E LAGHETTI<br />
• Pulire la superficie dello specchio d’acqua con l’aiuto<br />
di un rastrello<br />
• Dividere le piante acquatiche che lo necessitano<br />
• Lungo le rive si possono piantare Caltha palustris,<br />
Pulmonaria angustifolia e altre specie palustri<br />
• Concimare le piante che crescono lungo le rive del<br />
laghetto<br />
SUSIGARDEN SUSIGARDEN
Che cosa rappresenta meglio la<br />
primavera di un bel<br />
cespuglio di biancospino? Il<br />
biancospino è un grande cespuglio selvatico che<br />
produce in aprile una bella fioritura bianco rosata,<br />
visitata da pattuglie di insetti pronubi. ‘Paul’s<br />
Scarlet’ invece è un biancospino quasi rosso, con<br />
una fioritura doppia, molto abbondante,<br />
profumata, rosa intenso. Si adatta benissimo alle<br />
condizioni più disparate, ma meglio offrirgli un<br />
buon terreno di medio impasto, fertile, drenato e<br />
possibilmente in pieno sole o al massimo in<br />
mezz’ombra. Potrebbe vivere anche nel sottobosco,<br />
aiuola di stagione<br />
ma non garantisce la fioritura.<br />
26<br />
Una nuvola<br />
rossa<br />
annuncia<br />
la nuova<br />
stagione<br />
AIUOLA di APRILE<br />
Crataegus laevigata ‘Paul’s Scarlet’<br />
TESTO DI<br />
MAURIZIO ZARPELLON<br />
DISEGNI DI<br />
DANIELA BALDONI<br />
Nei vivai specializzati in arbusti reperiamo un esemplare<br />
di almeno un metro e cinquanta di altezza, ben<br />
formato e sano, e piantiamolo in una aiuola di almeno<br />
due metri per tre, non centralmente e nemmeno<br />
in primo piano, ma lievemente arretrato<br />
(ma attenzione: in Emilia Romagna e<br />
in Trentino Alto Adige è vietato piantare i<br />
biancospini). Rossa e profumata, ora la<br />
pianta vuole accanto alcune piante che<br />
la valorizzino e allo stesso tempo<br />
possano essere anch’es -<br />
se più visibili, e rendano<br />
tutto l’insieme<br />
più gioioso.<br />
L’ideale è scegliere<br />
colori e forme contrastanti:<br />
per esempio<br />
il bianco.<br />
1
1 Crataegus laevigata ‘Paul’s Scarlet’<br />
2<br />
3<br />
4<br />
Iberis sempervirens<br />
Iris barbata ‘Crispy’<br />
Festuca glauca ‘Elijah Blu’<br />
Iberis sempervirens<br />
Davanti disponiamo una macchia folta e bassa di<br />
Iberis sempervirens (circa 20 piante in vaso diametro 13<br />
cm). Questa vecchia conoscenza si rivela sempre efficace,<br />
per la durata della fioritura e la robustezza della<br />
pianta; e non dimentichiamo che è sempreverde. Per<br />
averla sempre in forma è sufficiente<br />
alla fine della<br />
fioritura darle una bella<br />
potata così da<br />
indurla in ri cacci<br />
corti, ma che<br />
la mantenganoestremamentecompatta<br />
e pronta<br />
per la stagione<br />
successiva.<br />
2<br />
Iris barbata ‘Crispy’<br />
In secondo piano altre piante più leggiadre e meno<br />
comuni: Iris barbata ‘Crispy’ (circa 28-30 piante in<br />
vasi di 9 x 9 cm), ovvero dei magnifici iris nani di 25-<br />
30 cm dalla precoce fioritura candida come la neve.<br />
Gli iris nani generalmente si utilizzano nei giardini<br />
rocciosi o per la coltura in vaso ma noi vogliamo<br />
sperimentarli in aiuola facendone una onda ampia,<br />
quasi un fiume che attraversa la composizione. Poco<br />
esigenti in fatto di terreno ed esposizione, sono però<br />
meno reperibili dei soliti iris grandi e medi. Non<br />
avendo a disposizione i nani tentiamo con iris medi:<br />
un qualsiasi buon ibrido a fioritura bianca andrà<br />
benissimo.<br />
Festuca glauca ‘Elijah Blu’<br />
Infine sul fronte arretrato dobbiamo formare un<br />
folto tappeto di Festuca glauca ‘Elijah Blu’ (circa<br />
20-24 piante in vaso dim 13 cm), una pianta classica<br />
da utilizzare spesso. Niente di meglio di una graminacea<br />
bassa, tosta, inusuale, come è la la festuca<br />
glauca, nella colorazione che più si abbina alle sue<br />
candide vicine senza interferire né fare ombra, ma<br />
anzi pennellando l’insieme e rendendolo particolarmente<br />
“dinamico”.<br />
27 aiuola di stagione<br />
3<br />
4
NELL’ORTO<br />
IN APRILE INIZIANO<br />
I LAVORI ALL’APERTO<br />
consigli del mese<br />
TESTO E FOTO DI ALESSANDRO MESINI, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />
Il rischio di gelate tardive è ormai passato, almeno in pianura e nelle regioni<br />
del Centro Sud, ed è bene procedere ai lavori di affinamento del terreni per le<br />
semine e i trapianti in pieno campo.<br />
I RAVANELLI CHE NON TEMONO IL FREDDO<br />
I ravanelli sono facili da coltivare: sono<br />
poco esigenti in calore e abbastanza<br />
produttivi, tanto che un<br />
metro quadrato messo<br />
a coltura, con il<br />
raccolto scalare,<br />
può fornire fino<br />
a 1500 grammi di<br />
radici.<br />
Si seminano a spaglio su<br />
un terreno ben lavorato,<br />
privo di scheletro e<br />
soffice alla profondità di<br />
1 cm, impiegando, dopo<br />
averlo mescolato con<br />
terriccio fine per migliorare<br />
l’uniformità di distribuzione,<br />
3 grammi per metro quadrato.<br />
La temperatura minima per germinare è di soli 10°C.<br />
Si seminano tutto l’anno, ma con il caldo divengono<br />
di sapore acre e scarsa consistenza.<br />
I cespugli di salvia a<br />
primavera devono essere<br />
puliti dal secco e liberati<br />
dall’eventuale protezione<br />
contro il freddo posta<br />
a difesa del colletto<br />
Seminare le verdure<br />
da foglia in modo scalare,<br />
a distanza di circa dieciquindici<br />
giorni, assicura<br />
tempi lunghi di raccolta<br />
e minimizza gli sprechi<br />
28<br />
Lavorare<br />
alacramente<br />
senza farsi<br />
prendere<br />
dalla fretta:<br />
è il momento<br />
di scegliere<br />
specie e<br />
varietà<br />
da coltivare<br />
Le varietà primaverili sono tutte precoci o molto precoci.<br />
Si possono affiancare, per esempio:<br />
• ravanelli cilindrici di sviluppo contenuto, di circa 5 cm<br />
di lunghezza, come ‘French<br />
Breakfast’, dal sapore pungente,<br />
di colore rosso fatta ec -<br />
cezione per la base bianca,<br />
precocissimi (23<br />
giorni dalla germinazione<br />
alla raccolta)<br />
• ravanelli sferici come<br />
‘Scarlet’ o ‘Cherry’, di<br />
colore rosso vivo, polpa<br />
bianca e croccante, sapore<br />
dolce o poco spiccato,<br />
ma fresco e acquoso, di<br />
dimensioni uniformi e<br />
contenute fra i 2 e i 2,5 cm di diametro;<br />
precoci (26 giorni)<br />
• ravanelli cilindrici di grande sviluppo come i conosciutissimi<br />
‘Candela di Fuoco’, capaci di superare i 20 cm di<br />
lunghezza, polpa bianca, mai acre anche quando la radice<br />
invecchia e perde di<br />
croccantezza e fatica<br />
a spezzarsi se piegata<br />
a U; precoci<br />
(30<br />
giorni)<br />
• ravanelli del gruppo “Daikon”,<br />
reperibili sul mercato nel periodo invernale, a radice<br />
allungata bianca da raccogliere quando lo sviluppo<br />
abbia raggiunto i 15 cm senza aspettare che raggiungano<br />
il pieno sviluppo (oltre i 30 cm) perché il sapore diventa<br />
troppo forte e predomina la nota piccante; tardivi (45<br />
giorni).
LAVORI NELL’ORTO<br />
AD APRILE<br />
Le piante<br />
di melanzane<br />
acquistate per<br />
il trapianto nella<br />
fase iniziale sono<br />
piuttosto delicate<br />
e devono essere<br />
seguite con cura,<br />
assicurando<br />
protezione dal<br />
freddo e un tutore<br />
• Predisporre uno schema rotazionale delle diverse<br />
colture<br />
• Sorvegliare la crescita delle malerbe e gli attacchi<br />
di parassiti<br />
• Utilizzare i tunnel freddi per anticipare semine<br />
e tempi di coltivazione<br />
• Trapiantare le piante con pane di terra acquistate<br />
sul mercato o prodotte in serra (pomodoro,<br />
melanzana, peperone e peperoncino, basilico,<br />
sedano, aromatiche)<br />
• Seminare in pieno campo: verdure da foglia e da<br />
taglio, cipolle e porri, carote; a fine mese anguria,<br />
melone, cetrioli, pomodoro, zucca e zucchino<br />
• Raccogliere: carote e piselli seminati con anticipo<br />
e protetti dal freddo, prezzemolo, ravanelli,<br />
cicoria, cavoli, sedano, rucola, lattuga e radicchi<br />
COLTIVARE E RACCOGLIERE<br />
IN PRIMAVERA<br />
La primavera per la coltivazione dell’orto, specie in<br />
collina e nel Nord del nostro paese, è una lunga stagione<br />
che si spinge anche oltre l’inizio astronomico<br />
dell’estate. Possiamo porre come inizio dell’estate<br />
il momento in cui si iniziano a raccogliere i pomodori,<br />
le melanzane e gli zucchini; da quel momento<br />
in poi sarà facilissimo riempire il cesto a ogni giornata.<br />
Per garantirci un buon raccolto primaverile, quando<br />
già sono presenti ma non ancora produttivi gli or -<br />
taggi estivi, dovremo cercare di coprire un lungo<br />
periodo con specie diverse come ravanelli, rucola,<br />
spinaci, bietole, valerianella, piselli, carotine, e con<br />
una sapiente scelta di varietà a maturazione scalare.<br />
I cetrioli già al<br />
momento del trapianto<br />
devono essere dotati di<br />
un tutore, o meglio di<br />
un sistema di tutori, su<br />
cui potersi arrampicare<br />
liberamente
COMPO<br />
Nitrophoska<br />
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Le fragole<br />
iniziano a fiorire<br />
precocemente,<br />
anche prima che<br />
vi sia la possibilità di<br />
sviluppare e portare<br />
a maturazione<br />
i frutti. Puliamole<br />
dal secco e non<br />
dimentichiamo<br />
di bagnarle<br />
LE CAROTE,<br />
QUELLE IN MINIATURA<br />
Nell’orticoltura classica la carota è un ortaggio che<br />
richiede tempi di coltivazione lunghi, raccolto estivo<br />
o autunnale, con la possibilità di lasciare nel terreno<br />
le radici anche dopo l’appassimento della par -<br />
te area continuando il raccolto fino al sopraggiungere<br />
del gelo. Sul mercato sono oggi disponibili<br />
varietà dotate di una maggiore precocità che richiedono<br />
tempi di coltivazioni più brevi e si raccolgono<br />
circa due mesi dopo la germinazione, ma anche<br />
carote in miniatura che sviluppano radici di piccole<br />
dimensioni precocissime. Molto apprezzate co -<br />
me primizia, per la forma, le dimensioni e per il<br />
sapore fresco, dolce e “giovane”, possono rappresentare<br />
una scelta interessante per diversificare i<br />
raccolti primaverili.<br />
Si seminano in<br />
terreno ben<br />
preparato, si<br />
ricoprono i semi<br />
con un velo di<br />
terreno apposito<br />
per semine e si utilizza<br />
il tessuto non tessuto per<br />
proteggerle dal freddo e migliorare la costanza di umidità<br />
del terreno favorendo una rapida germinazione.<br />
‘Primo’ è una varietà precocissima (30<br />
giorni) che si fa apprezzare per il<br />
sapore deciso; ‘Baby Sweet’,<br />
ideale per essere lessata,<br />
molto ornamentale<br />
nella preparazione<br />
di piatti a vista, è di un<br />
impareggiabile colore<br />
arancione, sottile e<br />
affusolata, precoce (40<br />
giorni); ‘Kinko’<br />
è interessante per<br />
la capacità di adattarsi<br />
a terreni argillosi.<br />
Le carote formato<br />
mignon sono piante<br />
precoci da raccogliere<br />
prima dell’estate
Le bietole<br />
vegetano<br />
con forza<br />
e non temono<br />
il freddo,<br />
ma soltanto<br />
la siccità<br />
PISELLI, VERDI PERLE<br />
DI DOLCEZZA<br />
La caratteristica vincente dei piselli è la freschezza<br />
e la dolcezza. La raccolta scalare e la semina ripetuta<br />
ogni quindicina fino al mese di maggio consentono<br />
di avere un raccolto continuo e bastante a<br />
coprire i fabbisogni famigliari. I baccelli sono pronti<br />
da raccogliere solo quando i semi si ingrossano e<br />
saggiandoli con le mani risultano ben evidenti sot -<br />
to le valve, il che avviene in condizioni normali<br />
due settimane dopo la fecondazione dei fiori.<br />
In questo caso più che sulla scalarità di maturazione<br />
delle diverse varietà è consigliato giocare sulla<br />
loro attitudine, distinguendo fra i legumi che an -<br />
dranno consumati freschi e quelli, pratica usuale,<br />
destinati alla conservazione in freezer.<br />
Scelta della varietà<br />
Una varietà classica, ottima per il consumo fresco,<br />
è ‘Meraviglia d’Italia’, precoce (55 giorni), dolce e<br />
produttiva, caratterizzata da baccelli lunghi contenenti<br />
9-10 semi.<br />
Per la frigoconservazione è indicata ‘Little Mervel’,<br />
spesso tralasciata perché produce baccelli corti<br />
contenenti un numero limitato di semi, da 5 a 6,<br />
tardiva (65 giorni) ma<br />
affidabile.<br />
I piselli possono essere<br />
seminati appena<br />
termina il pericolo di<br />
grandi gelate. Sono<br />
resistenti, poco<br />
esigenti e molto<br />
produttivi; adatti a<br />
essere consumati<br />
freschi e a essere<br />
conservati
La coltivazione<br />
della<br />
ZUCCA<br />
orticoltura<br />
32<br />
TESTO DI SILVANO CRISTIANI, FOTO DI<br />
ALESSANDRO MESINI, DISEGNI DI CLAUDIO CRISTIANI<br />
La zucca appartiene alla famiglia delle Cucur bi -<br />
tacee, come il cetriolo, il melone, il cocomero e lo<br />
zucchino.<br />
Le varietà più comuni appartengono ai generi Cucur -<br />
bita maxima e C. moschata, oltre a C. pepo. C. maxima<br />
ha frutti sferoidali, talvolta enormi, a buccia variamente<br />
colorata, con polpa gialla e dolce. A questa specie appartengono<br />
anche le caratteristiche zucche a “turbante”.<br />
Cucurbita moschata si distingue da C. maxima per avere<br />
un frutto allungato, oblungo o cilindrico, più o meno<br />
curvato all’apice, con polpa consistente di colore giallo<br />
arancione e aroma dolce e caratteristico.
Le foglie sono espanse, con<br />
nervatura palmata, di<br />
forma<br />
vagamente<br />
triangolare e<br />
con crenature<br />
appena accennate e<br />
margine seghettato a<br />
seconda delle varietà.<br />
Cucurbita pepo ‘Delica’<br />
Antica varietà selezionata<br />
nel 1894. La pianta ha<br />
crescita semi-cespugliosa,<br />
ha buona produttività e<br />
dà frutti del peso di 0,5-1<br />
kg. La polpa è gialloarancio,<br />
consistente e<br />
dolce. Consumata cruda<br />
ha un sapore che ricorda<br />
la mela renetta, mentre<br />
da cotta ricorda la<br />
castagna. Il frutto si<br />
conserva fino ad<br />
un anno.<br />
La<br />
zucca è<br />
una pianta a<br />
ciclo annuale, con<br />
apparato radicale<br />
fittonante, fusto erbaceo,<br />
strisciante, flessibile, più o meno<br />
ramificato.<br />
Il frutto è un peponide, variabile, secondo le cultivar,<br />
per la forma, il colore e la presenza di maculature o<br />
striature. Anche lo spessore dell’epicarpo è variabile;<br />
il suo aspetto è liscio o bolloso; la polpa è consistente,<br />
di colore giallo-arancio.<br />
I fiori, gialli e unisessuati, sono di<br />
colore molto intenso; quelli maschili<br />
crescono all’ascella delle foglie, su lunghi<br />
piccioli, mentre quelli femminili si schiudono<br />
sul frutto all’inizio della sua formazione.<br />
Varietà coltivate<br />
Cucurbita moschata<br />
‘Piena di Napoli’ Pianta a tralcio<br />
molto sviluppato che si espande fino<br />
a 4 metri, foglie intere, verdi con<br />
chiazze grigiastre, frutto molto<br />
lungo, di forma cilindrica, ingrossato<br />
all’estremità e leggermente ricurvo,<br />
con buccia di colore giallo rossastro,<br />
polpa gialla, zuccherina. Varietà<br />
tipica del sud Italia, in<br />
particolare della Campania.<br />
La polpa arancio vivo, ha<br />
sapore eccellente, dolce<br />
e col gusto caratteristico<br />
di C. moschata.<br />
I semi sono<br />
piatti, di forma<br />
ovale, di colore<br />
crema chiaro.<br />
Cucurbita moschata<br />
‘Trombetta di Albenga’<br />
Varietà italiana molto<br />
decorativa, che cresce più o<br />
meno arcuata su se stessa.<br />
Certi frutti possono raggiungere<br />
un metro e mezzo di<br />
lunghezza. Ha un’eccellente<br />
qualità culinaria, con gusto di<br />
nocciola fresca tipico<br />
della C. moschata.<br />
33 orticoltura
Esigenze<br />
La coltivazione della zucca si avvantaggia di terreni<br />
profondi, fertili e ricchi di sostanza organica, con<br />
buona disponibilità idrica soprattutto nella fase d’ingrossamento<br />
del frutto.<br />
I valori di temperatura ottimali sono di 15-18°C la<br />
notte e 24-30°C il giorno; a 10-13°C la pianta arresta la<br />
crescita.<br />
Avvicendamento e consociazione<br />
È sconsigliabile ripetere la coltura sullo stesso terreno<br />
prima di 3-4 anni o di coltivarla dopo Solanacee,<br />
fagiolino o altre specie della famiglia delle Cucurbi -<br />
tacee, perché le piante andrebbero facilmente soggette<br />
ad attacchi di parassiti fungini (Fusarium, Verti cil -<br />
lium), nematodi e insetti.<br />
orticoltura<br />
Varietà coltivate<br />
Le varietà coltivate, che si differenziano<br />
per la forma, il colore del frutto<br />
e per la conformazione dell’epicarpo,<br />
vengono distinte a seconda della<br />
specie di appartenenza.<br />
Varietà coltivate<br />
Cucurbita maxima ‘Butternut Rugosa’<br />
Una delle varietà di zucca più conosciute<br />
e apprezzate nel Nord Italia. Nota come “zucca<br />
violina” per la sua forma caratteristica, viene<br />
chiamata anche zucca olandese<br />
nel Reggiano e zucca Gandiotti<br />
nel Mantovano; ottima<br />
per i tortelli.<br />
Tecniche colturali<br />
34<br />
Lavorazioni del terreno e concimazioni<br />
Nel caso di terreni pesanti le lavorazioni devono essere<br />
molto accurate, fatte per tempo, meglio prima dell’inverno.<br />
Le concimazioni devono essere abbondanti;<br />
indispensabile quella organica a base di letame<br />
maturo o compost (da 4 a 6 kg/mq), da distribuire<br />
durante la preparazione del terreno. Ottima anche la<br />
cornunghia. Volendo ricorrere alla concimazione chimica,<br />
si consiglia di distribuire, ogni 10 mq, 70-90 g di<br />
P 2O 5 e 200-250 g di K 2O alla lavorazione del terreno,<br />
e 100-150 g di N in copertura.<br />
Semina<br />
La semina viene fatta preferibilmente in pieno campo,<br />
a postarelle, quando i rischi di gelate sono terminati e<br />
il terreno è sufficientemente caldo: in condizioni ottimali,<br />
infatti, seminando a una profondità di circa 2,5-<br />
3 cm la germinazione avviene in pochi giorni e l’accrescimento<br />
risulta rapido e costante.<br />
Ogni pianta di zucca richiede almeno 1 mq di spazio,<br />
ottenibile con sesti di impianto di 100-150 cm tra le<br />
file e 70-100 cm sulla fila. Si seminano 3 o 4 piante per<br />
buchetta, che vanno poi diradate lasciandone una<br />
sola allorché le piante presentano la terza foglia ben<br />
formata.<br />
Cucurbita maxima ‘Piacentina’<br />
Varietà selezionata in Italia,<br />
simile alla ‘Marina di Chioggia’.<br />
Ha polpa dolce e soda; si<br />
conserva a lungo nell’inverno.<br />
Molto diffusa nelle province di<br />
Piacenza e Mantova, un po’<br />
meno nel Reggiano.
Utile è una cimatura del tralcio primario, sopra alla<br />
seconda o quarta foglia, per agevolare lo sviluppo di<br />
germogli ascellari, che a loro volta andranno cimati.<br />
Si può effettuare anche il diradamento dei frutti,<br />
mantenendone non più di 2 o 3 per pianta allo scopo<br />
di stimolare il loro ingrossamento.<br />
Irrigazioni<br />
Le irrigazioni sono indispensabili specialmente du -<br />
rante la stagione calda, per garantire un regolare<br />
accrescimento dei frutti.<br />
Raccolta<br />
La raccolta si effettua a partire dal mese di settembre-ottobre,<br />
quando la pianta è secca e i frutti sono<br />
maturi; le zucche, con il picciolo ben attaccato (per<br />
evitare marciumi), si pongono al sole sotto un portico<br />
asciutto e tiepido, affinché si asciughino un po’<br />
divenendo più serbevoli; si possono poi conservare<br />
a lungo in un locale asciutto e ventilato, badando<br />
che la temperatura non scenda sotto i 10°C, altrimenti<br />
la polpa cristallizza e in seguito marcisce.<br />
La conservazione si protrae in genere per tutto<br />
l’inverno.<br />
Cucurbita<br />
maxima<br />
‘Marina di<br />
Chioggia’<br />
Pianta con<br />
fusto<br />
lunghissimo.<br />
Frutto<br />
enorme<br />
rotondo,<br />
schiacciato ai poli, a<br />
spicchi molto marcati, buccia di colore verde,<br />
polpa giallo arancione.<br />
Le avversità più temibili sono il mal bianco e gli<br />
afidi. Per il loro controllo si possono effettuare<br />
azioni indirette e trattamenti specifici.<br />
Azioni indirette:<br />
• utilizzare sesti di impianto corretti per permettere<br />
una circolazione ottimale dell’aria e una migliore<br />
diffusione della luce<br />
• evitare di bagnare le foglie durante le annaffiature<br />
• limitare le concimazioni azotate<br />
• praticare rotazioni ampie tra le colture<br />
• utilizzare solo sostanza organica ben compostata.<br />
Trattamenti specifici:<br />
È possibile prevedere dei trattamenti per il controllo<br />
delle malattie fungine a base di zolfo o con decotto di<br />
equiseto, macerato di aglio e cipolla, propoli e oli<br />
essenziali.<br />
Varietà coltivate<br />
Avversità<br />
La coltivazione della zucca<br />
e il calendario biodinamico<br />
Effettuare le semine in luna crescente (luna nuova), i trapianti<br />
in luna discendente (tempo di piantagione), scegliendo<br />
comunque sempre i giorni di calore, anche per la<br />
raccolta. Distribuire il preparato 500 prima della lavorazio -<br />
ne principale e delle eventuali sarchiature e il preparato<br />
501 dalla formazione dei primi frutticini, effettuando due<br />
o tre trattamenti al mattino presto, con giornate so leg -<br />
giate, in giorni di aria o calore, per migliorare le ca rat te -<br />
ristiche organolettiche e la resistenza alle malattie.<br />
Cucurbita maxima ‘Turbante’<br />
Varietà molto coltivata nell’Italia<br />
centrale e meridionale. Frutto<br />
grosso formato da una<br />
cupola di colore scuro<br />
da cui sporge una<br />
specie di calotta<br />
costoluta<br />
intensamente<br />
colorata di<br />
rosso,<br />
arancione o<br />
altre tinte.<br />
35 orticoltura
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prato più resistente al<br />
calpestio, al caldo e alle<br />
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impiega dalla primavera<br />
all’autunno compreso,<br />
distribuendolo in modo<br />
uniforme alla dose di 20<br />
grammi per metro quadro.<br />
Dopo la concimazione<br />
è bene effettuare<br />
un’irrigazione in modo<br />
tale da favorire la penetrazione<br />
del concime nel<br />
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che ne migliorano l’azione nutritiva evitando<br />
la comparsa di ingiallimenti fogliari.<br />
L’alto titolo in potassio favorisce la formazione<br />
di fiori, ne intensifica la colorazione,<br />
profumazione e persistenza.<br />
MOSCA BIANCA,<br />
COCCINIGLIE, CICALINE<br />
PARASSITI SOTTO CONTROLLO<br />
In questo periodo occorre osservare lo stato di salute<br />
delle piante per vedere se iniziano a comparire i primi<br />
insetti molesti sulla vegetazione dell’orto, del frutteto e del giardino.<br />
È opportuno ispezionare con attenzione le singole piante<br />
partendo dal basso verso l’alto e osservando il colletto, il fusto, i<br />
rami e le foglie. Tra questi ultimi è molto facile rilevare la presenza<br />
di cocciniglie, piccolissimi insetti che, per ripararsi, producono<br />
uno scudetto protettivo al di<br />
sotto del quale compiono indisturbati<br />
la loro azione di suzione<br />
della linfa. Per eliminare in modo<br />
definitivo l’infestazione di cocciniglie<br />
si consiglia di ricorrere ad un<br />
prodotto specifico come Cifo<br />
Boing 40 SC – INS 4, un<br />
insetticida ad azione citotropica<br />
che agisce per contatto, ingestione<br />
e asfissia. Manifesta elevata<br />
efficacia anche contro infestazioni<br />
di aleurodidi e cicaline ed alcune<br />
specie di acari.<br />
Prodotto fitosanitario autorizzato dal<br />
Min. Salute a base di Buprofezin. Seguire<br />
attentamente le avvertenze Reg. Min.<br />
Salute n. 12158 del 24/12/2004<br />
®<br />
Stabilimento e uffici:<br />
S. Giorgio di Piano (Bo)<br />
Via Oradour, 6<br />
tel 051/66.55.511<br />
www.cifo.it<br />
info@cifo.it
NEL FRUTTETO<br />
DAL FIORE<br />
AL FRUTTO<br />
TESTO E FOTO DI MASSIMO FORNACIARI, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />
A una splendida fioritura<br />
non sempre corrisponde<br />
un’abbondante<br />
fruttificazione<br />
La fecondazione del fiore, e quindi la formazione<br />
del frutto, avviene per molte specie solo se<br />
il polline proviene da fiori di una differente<br />
varietà (impollinazione incrociata). In questo caso si<br />
parla di varietà autosterili, per le quali il proprio polline<br />
è incapace di fecondare il fiore. Esistono anche<br />
varietà autofertili, che non richiedendo la presenza di<br />
impollinatori. La tabella della pagina a fianco riassume<br />
la necessità di impollinatori per le principali piante<br />
da frutto.<br />
Per assicurare un’abbondate fruttificazione alle va -<br />
rietà autosterili deve essere presente nelle vicinanze<br />
una pianta che sia adeguata come impollinatore. In<br />
caso contrario avremo tanti fiori ma pochissimi frutti.<br />
Attenzione però: non è sufficiente la presenza di una<br />
varietà qualsiasi.<br />
consigli del mese<br />
40<br />
Ecco un esempio pratico per meglio spiegare come<br />
scegliere un efficiente impollinatore.<br />
Consideriamo la specie pero: la maggioranza delle<br />
varietà è autosterile e solo alcune fruttificano in modo<br />
soddisfacente anche senza impollinazione incrociata.<br />
È il caso di ‘Conference’ e ‘William’ che sono in grado<br />
di portare a maturazione frutti privi di semi (frutti<br />
partenocarpici).<br />
‘Abate Fetel’, dalla caratteristica forma allungata, è<br />
invece una delle cultivar di pere più esigenti in fatto<br />
d’impollinazione, essendo completamente autosterile.<br />
Perché avvenga la fecondazione non è adatto il<br />
polline di una qualsiasi altra varietà di pero, poiché<br />
esistono anche fenomeni di incompatibilità genetica,<br />
o sterilità intravarietale. Per esempio il polline della<br />
‘Decana del Comizio’ non è in grado di fecondare i<br />
fiori di ‘Abate Fetel’. Quindi un impollinatore adeguato<br />
per l’‘Abate’ dovrà essere prima di tutto compatibile,<br />
come per esempio le varietà ‘William’ o<br />
‘Kaiser’. Una varietà compatibile per essere un efficiente<br />
impollinatore deve però anche avere una fioritura<br />
contemporanea o leggermente anticipata rispetto<br />
a quella che deve impollinare.<br />
Da questo punto di vista la varietà ‘Kaiser’ ha una fioritura<br />
tardiva che, in alcune annate, inizia quando i<br />
fiori di ‘Abate Fetel’. non sono più vitali. Al contrario<br />
‘William’ fiorisce contemporaneamente o leggermente<br />
prima e risulta quindi uno degli impollinatori ideali<br />
per ‘Abate Fetel’.
Se alla piantagione non abbiamo previsto la vicinanza<br />
di due varietà compatibili, per ottenere una soddisfacente<br />
fruttificazione è indispensabile intervenire<br />
reinnestando alcuni rami della pianta con una varietà<br />
compatibile, oppure con una impollinazione manuale.<br />
Per far questo dobbiamo reperire una pianta di<br />
una varietà compatibile dalla quale tagliare alcuni<br />
rami all’inizio della fioritura. Questi rami verranno<br />
messi in un recipiente con acqua, fissato alla pianta<br />
da impollinare.<br />
ALBICOCCO, MANDORLO, PESCO, VITE Salvo qualche eccezione tutte le varietà sono autofertili<br />
MELO, KAKI La maggioranza delle varietà sono autofertili<br />
CILIEGIO, COTOGNO, PERO, SUSINO La maggioranza delle varietà sono autosterili<br />
KIWI<br />
Insetti pronubi<br />
Infine perché il polline arrivi sul<br />
fiore è necessario l’intervento<br />
degli insetti pronubi.<br />
Infatti il polline della<br />
maggior parte delle piante<br />
da frutto difficilmente viene<br />
trasportato dal vento poiché è<br />
“pesante” e ha una forma poco<br />
adatta al volo. Il trasporto è<br />
quindi affidato agli insetti, in<br />
particolare alle api, gli insetti<br />
impollinatori per eccellenza.<br />
AUTOFERTILITÀ E AUTOSTERILITÀ DELLE PRINCIPALI SPECIE DA FRUTTO<br />
La fecondazione del fiore e quindi la presenza dei semi, oltre a essere<br />
spesso determinante per l’allegagione, influenza anche la qualità del<br />
frutto stesso. Nelle specie con frutti provvisti di più semi (mele, pere kiwi)<br />
quelli che ne contengono un numero maggiore presentano contenuti in<br />
zuccheri, calcio<br />
e altri elementi<br />
più elevati. Inoltre<br />
il frutto presenta<br />
un migliore calibro<br />
e la forma ha<br />
le caratteristiche<br />
standard della<br />
varietà.<br />
Nell’immagine<br />
l’influenza del<br />
numero di semi su<br />
forma e calibro<br />
dei frutti di pero<br />
‘Abate Fetel’<br />
Qualcuno potrebbe domandarsi il senso di questa<br />
“complicazione” nel processo di fecondazione e<br />
allegagione dei frutti. La risposta è nella selezione<br />
ed evoluzione dei vegetali: l’impollinazione incrociata<br />
è uno strumento per aumentare la variabilità dei<br />
caratteri dei discendenti e per rendere una specie,<br />
sia animale che vegetale, in grado di adattarsi alle<br />
mutazioni climatiche e di colonizzare nuovi ambienti.<br />
Così si sono create le varietà che l’uomo ha<br />
selezionato e iniziato a coltivare.<br />
Specie “dioica” (a sessi separati): è indispensabile<br />
la presenza di piante “femminili” e “maschili”<br />
In assenza di<br />
impollinazione incrociata<br />
sono in grado di produrre<br />
frutti solo le varietà<br />
autofertili o<br />
partenocarpiche (con<br />
frutti senza semi). I frutti<br />
partenocarpici sono però<br />
spesso di dimensioni<br />
e qualità inferiore,<br />
perché privi di semi<br />
e di conseguenza<br />
meno nutriti dalla pianta<br />
41 consigli del mese
Per tutta la fase della fioritura e le prime fasi di sviluppo<br />
dei frutti (l’allegagione) i nutrienti necessari allo<br />
sviluppo di una pianta arborea derivano quasi esclusivamente<br />
dalle riserve accumulate negli organi<br />
legnosi durante la stagione<br />
autunnale dell’anno<br />
precedente.<br />
ALLEGAGIONE<br />
D’altra parte, finché le foglie sono<br />
assenti o ancora poco sviluppate, l’attività<br />
fotosintetica è molto ridotta; e anche l’efficienza di<br />
assorbimento dell’apparato radicale è limitata poiché<br />
si deve prima formare una sufficiente quantità di<br />
capillizio radicale (le giovani radici con una funzione<br />
assorbente).<br />
Di conseguenza la distribuzione di concimi, soprattutto<br />
quelli contenti azoto, si deve iniziare non prima<br />
della fioritura. Anticiparla non è consigliabile perché<br />
l’assorbimento radicale è ridotto e si rischia che gli<br />
elementi nutritivi vengano dilavati e vadano persi.<br />
In certi casi possiamo però trovarci davanti a piante<br />
molto deboli, poco vigorose, o che mostrano sintomi<br />
di carenze fin dalle prime fasi vegetative. Per esempio<br />
la pianta può risultare debilitata come conseguenza<br />
di un’annata con eccessiva fruttificazione; oppure<br />
può soffrire di carenze per la scarsità di elementi<br />
nutritivi nel terreno o per difficoltà nell’assorbimento.<br />
In questi casi si può anticipare la concimazione al terreno<br />
o, meglio ancora, ricorrere alla somministrazione<br />
di elementi nutritivi direttamente alla chioma (fertilizzazione<br />
fogliare).<br />
Fertilizzazione fogliare<br />
Anche se non è la loro funzione principale le foglie,<br />
soprattutto quelle giovani, hanno la capacità di assorbire<br />
acqua ed elementi minerali semplici. Irrorando la<br />
chioma con adeguate soluzioni è quindi possibile<br />
apportare elementi nutritivi fin dalle prime fasi vegetative,<br />
con un effetto rapido e immediato. Gli elementi<br />
nutritivi che più frequentemente si possono somministrare<br />
per via fogliare sono l’azoto e il ferro.<br />
consigli del mese<br />
NUTRIAMO LE PIANTE<br />
42<br />
Azoto<br />
L’azoto entra nella “costruzione” di tutti i nuovi<br />
tessuti, ed è perciò uno degli elementi più richiesti<br />
dai vegetali nelle prime fasi di sviluppo. Pic -<br />
cole dosi di azoto distribuite per via fogliare possono<br />
anche aiutare la pianta a superare condizioni<br />
di stress dovute ad abbassamenti di temperatura<br />
o periodi stagionali freddi e piovosi.<br />
Ferro<br />
L’altro elemento che in queste fasi può essere<br />
utile somministrare per via fogliare è il ferro. Il<br />
ferro è un “microelemento”, cioè viene assorbito<br />
dai vegetali in piccolissime quantità, ma è<br />
indispensabile nella sintesi della clorofilla e quindi<br />
risulta fondamentale per lo sviluppo della su -<br />
perficie fogliare e la produttività della pianta. La<br />
carenza di ferro spesso è causata dalla difficoltà<br />
di assorbimento più che da una reale scarsità dell’elemento<br />
nel terreno: infatti soprattutto nei<br />
tereni a pH basico il ferro diventa praticamente<br />
insolubile e difficilmente assimilabile dai vegetali.<br />
Per superare queste situazioni si deve somministrare<br />
il ferro in forma “chelata”, cioè legato a<br />
sostanze che lo proteggono, evitando i processi<br />
di insolubilizzazione, e lo rendono disponibile<br />
alle radici della pianta.<br />
FERTILIZZAZIONE<br />
PER VIA FOGLIARE
L’apparato fogliare<br />
delle piante che<br />
soffrono di carenza<br />
di ferro appare<br />
poco sviluppato<br />
e “clorotico”, cioè<br />
di colore giallastro<br />
anziché verde per<br />
la difficoltà<br />
nel sintetizzare<br />
la clorofilla,<br />
il pigmento verde<br />
indispensabile per<br />
la sintesi fotosintetica<br />
LAVORI NEL FRUTTETO AD APRILE<br />
PIANTAGIONI È ancora possibile eseguire le ultimissime<br />
piantagioni, meglio se con piante in vaso<br />
o con “pane di terra”. In assenza di piogge eseguire<br />
irrigazioni frequenti (max ogni 10-12 giorni).<br />
INNESTI In questo periodo si possono eseguire gli<br />
innesti a corona: questo tipo d’innesto è utilizzato<br />
per cambiare varietà di una pianta adulta o<br />
per reinnestare qualche ramo con una varietà<br />
impollinatrice.<br />
MOLTIPLICAZIONE DELLE PIANTE In questo pe -<br />
riodo si possono realizzare le margotte o prelevare<br />
i polloni al piede di noccioli, rovi, lamponi<br />
ecc. per ottenere nuove piante.<br />
CONCIMAZIONE Alle piante in produzione si può<br />
somministrare un concime ternario (NPK contenente<br />
azoto fosforo e potassio), da distribuire<br />
dalla fase di fioritura in poi.<br />
TRATTAMENTI Dalla ripresa vegetativa eseguire<br />
interventi contro le principali avversità fungine<br />
(ticchiolatura, oidio) e gli insetti (afidi). Durante<br />
la fioritura non irrorare insetticidi o altri prodotti<br />
tossici per i pronubi.<br />
DISERBO Dove si intendono impiegare erbicidi,<br />
distribuirli quando l’erba è poco sviluppata (10-<br />
20 cm). Basterà usare delle dosi ridotte e si ot -<br />
terrà la massima efficacia.<br />
L’ effetto ”rinverdente” di una concimazione<br />
fogliare eseguita con ferro chelato. Il ferro si può<br />
somministrare anche al terreno, sempre sotto forma<br />
chelata. Attenzione però: i formulati per<br />
la distribuzione<br />
al terreno non<br />
si possono<br />
usare per la<br />
concimazione<br />
fogliare perché<br />
possono<br />
provocare<br />
gravi ustioni<br />
In giardino<br />
con Bayer Garden<br />
Difesa del frutteto<br />
Drupacee, pomacee<br />
Al fine di difendere le piante da<br />
frutto (melo, pero, pesco) dalle<br />
principali patologie fungine,<br />
come ticchiolatura, mal bianco<br />
del melo, oidio, bolla del pe -<br />
sco, cancri rameali ecc., nel<br />
periodo primaverile estivo, in<br />
concomitanza con la ripresa<br />
vegetativa, sarebbe opportuno<br />
effettuare dei trattamenti con<br />
Proclaim Combi*, un fungicida<br />
in polvere bagnabile ideale per<br />
la lotta contro tali patologie.<br />
Per le drupacee si consiglia di<br />
effettuare dei trattamenti du -<br />
rante le fasi di bottoni rosa e<br />
scamiciatura-accrescimento dei frutticini; per le pomacee<br />
si consiglia invece di effettuare trattamenti dalla fase di<br />
apertura delle gemme fino alla fase di frutto-noce.<br />
*Proclaim Combi è un prodotto fitosanitario. Registrazione Min.<br />
della Salute n. 5401 del 30.06.1983<br />
Prima dell’uso leggere le avvertenze riportate in etichetta.<br />
Per garantire una protezione efficace con -<br />
tro l’attacco di afidi, cocciniglie, psilla e<br />
tentredine del pero effettuare dei trattamenti<br />
con Confidor Oil*, un olio minerale<br />
in miscela ideale per il trattamento in<br />
pre- e post-fioritura su melo, pero, pesco,<br />
nettarino e albicocco.<br />
*Confidor Oil è un prodotto fitosanitario.<br />
Registrazione Min. della Salute n. 11517 del<br />
03.12.2002<br />
Prima dell’uso leggere le avvertenze riportate<br />
in etichetta.<br />
L’azione di questi due prodotti fornisce una reale protezione<br />
alle piante da frutto dalle più comuni insidie derivanti da<br />
insetti dannosi e patologie fungine.
All’inizio della primavera si devono eseguire alcuni<br />
interventi di difesa che possono condizionare l’intera<br />
stagione.<br />
La difesa contro gli insetti riguarda in particolare gli<br />
afidi, i “pidocchi” delle piante, che possono comparire<br />
e svilupparsi con grande rapidità. La difesa deve<br />
essere tempestiva prima che possano arrecare gravi<br />
danni e perché l’efficacia è sicuramente maggiore se<br />
si interviene su popolazioni poco numerose.<br />
consigli del mese<br />
L’IMPORTANZA DELLA DIFESA<br />
I trattamenti con insetticidi in aprile 2009<br />
44<br />
Appena compaiono le prime foglioline si devono iniziare<br />
i trattamenti contro la ticchiolatura delle pomacee.<br />
Se si riescono a prevenire le infezioni primaverili<br />
(cosiddette primarie) non sarà necessario continuare<br />
i trattamenti durante l’estate.<br />
Per rispettare e assicurare l’attività dei pronubi i trattamenti<br />
con insetticidi o altri prodotti tossici per le<br />
api vano sospesi durante la fioritura di tutte le piante;<br />
siano esse coltivate, spontanee o ornamentali.<br />
specie e momento d’intervento avversità principio attivo 2 formulato commerciale 3 note<br />
CILIEGIO<br />
SUSINO<br />
intervenire prima<br />
della fioritura<br />
se si rilevano afidi<br />
MELO<br />
PERO<br />
CILIEGIO<br />
MELO<br />
PERO<br />
intervenire prima<br />
della fioritura<br />
AFIDE VERDE<br />
COCCINIGLIA DI<br />
SAN JOSÉ<br />
AFIDE GRIGIO<br />
Imidacloprid<br />
Acetamiprid<br />
Pirimicarb<br />
Pirimicarb<br />
Polisolfuro di<br />
calcio 1<br />
Oli minerali 1<br />
Buprofezin<br />
Imidacloprid<br />
Acetamiprid<br />
Pirimicarb<br />
Azadiractina 1<br />
(olio di Neem)<br />
Confidor®<br />
Epik® e altri<br />
Pirimor®<br />
Pirimor®<br />
Diversi<br />
Diversi<br />
Applaud®<br />
Diversi<br />
Confidor®<br />
Epik®<br />
Pirimor®<br />
Diversi<br />
Prodotti a lunga attività<br />
e persistenza, attivi anche<br />
per le tentredini del susino.<br />
Selettivo sugli insetti utili<br />
(coccinelle).<br />
Selettivo sugli insetti utili<br />
(coccinelle). Maggiormente attivo<br />
con temperature sopra i 20 gradi.<br />
Da utilizzare entro lo stadio<br />
di gemma gonfia - punte verdi.<br />
Trattare entro la fase di punte<br />
verdi utilizzando la dose massima<br />
(3-3,5% in base alle indicazioni<br />
dell’etichetta).<br />
Applicare nella fase di<br />
“orecchiette di topo” cioè quando<br />
le foglioline iniziano ad aprirsi.<br />
Prodotti a lunga attività<br />
e persistenza, attivi anche<br />
per le tentredini.<br />
Selettivo sugli insetti utili<br />
(coccinelle).<br />
Fitotossica su alcune varietà<br />
di pera<br />
Bottoni bianchi su susino Punte verdi su pero Bottone rosa su melo
I trattamenti con fungicidi in aprile 2009<br />
specie e momento d’intervento avversità principio attivo 2 formulato commerciale 3 note<br />
MEL0<br />
PESCO<br />
ALBICOCCO<br />
Dove la malattia<br />
è frequente iniziare<br />
i trattamenti alla<br />
ripresa vegetativa<br />
OLIVO<br />
MELO<br />
PERO<br />
intervenire<br />
all’emissione delle<br />
prime foglie<br />
OIDIO<br />
o MAL BIANCO<br />
OCCHIO<br />
DI PAVONE<br />
TICCHIOLATURA<br />
Zolfo 1<br />
Fungicidi<br />
triazolici<br />
(Difeconazolo,<br />
Esaconazolo,<br />
Fenbuconazolo,<br />
Penconazolo,<br />
Tebuconazolo,<br />
Tetraconazolo)<br />
Prodotti rameici1 (idrossido,<br />
ossicloruro,<br />
solfato)<br />
Prodotti rameici 1<br />
(idrossido,<br />
ossicloruro,<br />
solfato)<br />
Dithianon<br />
Diversi<br />
Diversi<br />
Diversi<br />
Diversi<br />
Diversi<br />
I fungicidi triazolici sono<br />
più adatti per la stagione<br />
primaverile perché più attivi<br />
e persistenti (fino a 10-14 giorni)<br />
e agiscono con temperature<br />
relativamente basse (5-10°C).<br />
Sono attivi anche per la<br />
ticchiolatura delle pomacee<br />
e le moniliosi (marciumi)<br />
delle drupacee.<br />
Eseguire un trattamento<br />
se si rileva la presenza<br />
della malattia.<br />
Mantenere protetta<br />
la vegetazione ripetendo<br />
i trattamenti ogni 8-10 giorni,<br />
in base alla frequenza delle<br />
piogge. Attenzione ai dosaggi<br />
del rame: alcune varietà di melo<br />
e pero possono manifestare<br />
fitotossicità. Da evitare<br />
in fioritura.<br />
Prodotto molto persistente (8-10<br />
giorni) e resistente alle piogge.<br />
Punte verdi di melo Foglia di olivo con occhio di pavone Distensione delle foglie di pero<br />
1 prodotti di origine naturale utilizzabili<br />
in agricoltura biologica<br />
2 principio attivo: è la sostanza chimica<br />
ad azione insetticida o fungicida,<br />
indicata in etichetta alla voce “composizione”<br />
Diserbo del frutteto e di aree cortilive<br />
ATTENZIONE:<br />
in commercio<br />
esistono prodotti<br />
a diversa<br />
concentrazione.<br />
Per le dosi<br />
fare sempre<br />
riferimento<br />
all’etichetta<br />
Glifosate<br />
Glufosinate<br />
ammonio<br />
3 formulato commerciale: come i farmaci<br />
per l’uomo, anche i prodotti fitosa ni -<br />
ta ri vengono venduti con un nome com -<br />
merciale (marchio registrato) differente<br />
a seconda della ditta produttrice; si<br />
possono trovare decine di formulati con<br />
nome diverso ma analoga composizione<br />
principio attivo 2 formulato commerciale 3 note<br />
Roundup®<br />
e altri<br />
Basta®<br />
Effetto del diserbo<br />
Prodotto sistemico attivo sulla vegetazione presente.<br />
Viene assorbito dai tessuti vegetali erbacei,<br />
non bagnare i fusti delle giovani piante arboree.<br />
Per diserbare 100 m usare da 20 a 40 ml<br />
diluiti in 5 l d’acqua. Distribuire il diserbo<br />
con un ugello che nebulizzi bene la miscela,<br />
senza creare gocciolamento.<br />
Prodotto ad azione “di contatto”. Devitalizza solo<br />
la parte aerea delle erbe trattate. Le specie perenni,<br />
come la gramigna, ricacciano dopo 15-20 giorni.<br />
Per diserbare 100 m utilizzare circa 100 ml<br />
diluiti in 10 l d’acqua.<br />
45 consigli del mese
AGLIO E CAMOMILLA<br />
COME ANTIOIDICI<br />
TESTO DI PAOLO PISTIS, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />
In presenza di muffa bianca, ossia di un fungo<br />
chiamato oidio, occorre chiedersi quali sono sta -<br />
te le cause che hanno facilitato l’attacco del pa -<br />
rassita: umidità, piogge eccessive, mancanza di circolazione<br />
d’aria… e rendersi conto che è più facile prevenire<br />
il crearsi di condizioni stressanti per la pianta,<br />
piuttosto che curare la malattia.<br />
Una buona prevenzione di base si ottiene attuando<br />
adeguate tecniche colturali; a queste si può abbinare<br />
una semplice ma efficace pratica biodinamica preventiva:<br />
l’infuso di camomilla.<br />
L’USO DI PRODOTTI NATURALI<br />
IN AGRICOLTURA BIODINAMICA<br />
È FONDAMENTALE, SOPRATTUTTO<br />
SOSTANZE DERIVATE DAL MONDO<br />
VEGETALE. CURARE LE PIANTE<br />
CON ALTRE PIANTE ADEMPIE<br />
IL PRINCIPIO BASE DELLA<br />
BIODINAMICA: IL CICLO CHIUSO,<br />
«LA NATURA CHE CURA SE STESSA»<br />
agricoltura biodinamica<br />
46<br />
Corso sulla progettazione<br />
del giardino biodinamico<br />
Si tiene il 18 aprile 2009<br />
a Rolo (Re) presso la sede<br />
della Fondazione Le Madri<br />
relatore Paolo Pistis<br />
www.fondazionelemadri.it<br />
Infuso di camomilla<br />
Si prepara con una normalissima bustina di camomilla*<br />
selvatica (Matricaria chamomilla) in una tazza da tè,<br />
si diluisce il contenuto in 10 litri di acqua e si rimescola<br />
con energia, infine si irrorano foglie e fiori per tre<br />
sere consecutive.<br />
La camomilla è ricca di calcio e zolfo, che sono ottimi<br />
elementi contro l’oidio e altri funghi dannosi. La<br />
pianta nebulizzata viene così ricoperta da principi<br />
attivi molto efficaci che agiranno con basse diluizioni,<br />
come accade in omeopatia, aumentando le difese na -<br />
turali della pianta.<br />
Preparati pronti<br />
Quando si hanno superfici ampie o<br />
tempi di attuazione brevi si può ri -<br />
correre a formulazioni commerciali<br />
a base di aglio e zolfo. Infatti l’aglio<br />
in agricoltura biologica e biodinamica<br />
si può utilizzare anche in polvere**,<br />
previa diluizione in acqua.<br />
Per piccole superfici o per una piccola<br />
terrazza risulterà invece un’operazione<br />
divertente utilizzare so -<br />
stanze naturali autopreparate.<br />
Anche nelle piccole cose si può salvaguardare<br />
l’ambiente e la salute di<br />
tutti.
Per una maggiore efficacia, nel caso l’infezione fosse<br />
già in atto, ma solo se lieve, possiamo intervenire con<br />
un macerato d’aglio.<br />
L’impiego di principi attivi naturali è da preferirsi<br />
rispetto a quelli di sintesi perché si accompagnano<br />
con altre sostanze utili e mai isolati, inoltre non<br />
hanno controindicazioni e sono perfettamente biodegradabili<br />
e ben accettate in Natura. Tuttavia conviene<br />
sempre rispettare le norme precauzionali, co -<br />
me per qualsiasi altro fitofarmaco, perché an -<br />
ch’essi possono essere irritanti.<br />
* le tisane e le bustine<br />
di camomilla devono<br />
provenire da agricoltura<br />
biodinamica o almeno<br />
biologica, per esempio<br />
come quella della ditta<br />
Flora: www.florapisa.it<br />
** L’aglio in polvere<br />
della ditta Cerrus si può<br />
trovare presso la<br />
Fondazione Le Madri<br />
tel 0522 66 62 46<br />
Considerazioni<br />
del mese<br />
Nel mese di aprile è<br />
bene effettuare i<br />
trattamenti fitosanitari<br />
nei giorni indicati dal<br />
calendario come di<br />
fiori o frutti, perché in<br />
questi la probabilità di<br />
una maggiore efficacia<br />
del trattamento è<br />
maggiore. Attenzione<br />
alle piogge dopo la<br />
luna piena o dopo il<br />
perigeo, in quanto le<br />
infezioni primarie sono<br />
molto più attive: fare i<br />
trattamenti preventivi<br />
contro i funghi prima o<br />
subito dopo una<br />
pioggia.<br />
APRILE 2009<br />
1 ME<br />
2 GI<br />
3 VE<br />
4 SA<br />
5 DO<br />
6 LU<br />
7 MA<br />
8 ME<br />
9 GI<br />
10 VE<br />
11 SA<br />
12 DO<br />
13 LU<br />
14 MA<br />
15 ME<br />
16 GI<br />
17 VE<br />
18 SA<br />
19 DO<br />
20 LU<br />
21 MA<br />
22 ME<br />
23 GI<br />
24 VE<br />
25 SA<br />
26 DO<br />
27 LU<br />
28 MA<br />
29 ME<br />
30 GI<br />
Gemelli 16<br />
Gemelli<br />
Cancro 16<br />
Cancro<br />
Leone 4<br />
Leone<br />
Vergine 17<br />
Vergine<br />
Vergine<br />
Vergine<br />
Bilancia 4<br />
Scorpione 14<br />
Scorpione<br />
Scorpione<br />
Sagittario 3<br />
Sagittario<br />
Capricorno 16<br />
Capricorno<br />
Capricorno<br />
Acquario 0<br />
Pesci 23<br />
Pesci<br />
Pesci<br />
Ariete 19<br />
Ariete<br />
Toro 11<br />
Toro<br />
Gemelli 22<br />
Gemelli<br />
Cancro 21<br />
SOLE IN PESCI - Luna disc. 4<br />
Luna in perigeo 3<br />
Luna piena 16<br />
Luna ascendente 14<br />
Luna in apogeo 10<br />
Sole in Ariete<br />
Luna nuova 4<br />
Macerato d’aglio<br />
Si macinano 200 grammi di aglio fresco e si versa il<br />
tutto in 10 litri di acqua, lasciando a bagno per 2-3 giorni,<br />
poi si filtra e si usa tal quale previa filtrazione. Si<br />
irrora tutta la pianta, sempre di sera e comunque mai<br />
con i fiori aperti. Si ripete per tre sere consecutive.<br />
Durante la macerazione si liberano nell’acqua i principi<br />
attivi contenuti nell’aglio: composti solforati e<br />
allicina, una sostanza fungicida naturale, che agiscono<br />
come fungicidi naturali.<br />
L’odore sarà abbastanza forte.<br />
Data Luna dalle ore Osservazioni Elemento Organo favorito da Luna o pianeti Tendenze<br />
Luna disc. 8 - in perigeo 7<br />
TE/LU<br />
LUCE<br />
LU/AC<br />
ACQUA<br />
AC/CA<br />
CALORE<br />
CA/TE<br />
TERRA<br />
TERRA<br />
TERRA<br />
TE/LU<br />
LU/AC<br />
ACQUA<br />
ACQUA<br />
AC/CA<br />
CALORE<br />
CA/TE<br />
TERRA<br />
TERRA<br />
LUCE<br />
LU/AC<br />
ACQUA<br />
ACQUA<br />
AC/CA<br />
CALORE<br />
CA/TE<br />
TERRA<br />
TE/LU<br />
LUCE<br />
LU/AC<br />
radici fino alle 15<br />
------------------------- fiori dalle 18<br />
fiori fino alle 15, dalle 16 foglie<br />
foglie fino alle 5, dalle 11 frutti<br />
frutti fino alle 24<br />
-------------------------<br />
------------------------- radici dalle 17<br />
radici<br />
radici fino alle 24<br />
-------------------------<br />
-------------------------<br />
fiori dalla 1 alle 13, dalle 14 foglie<br />
foglie<br />
foglie<br />
foglie fino alle 2, dalle 3 frutti<br />
frutti<br />
frutti<br />
frutti fino alle 3, dalle 9 radici<br />
radici fino alle 23<br />
fiori dalle 0<br />
fiori fino alle 22, dalle 23 foglie<br />
foglie fino a 9 e da 17 a 20, da 21 frutti<br />
frutti fino alle 12, dalle 13 foglie<br />
foglie fino alle 18, dalle 19 frutti<br />
frutti<br />
frutti fino alle 10, dalle 11 radici<br />
radici fino alle 18 -------------------------<br />
------------------------- dalle 22 fiori<br />
fiori<br />
fiori fino alle 20, dalle 21 foglie<br />
INIZIO TP 18<br />
GC V<br />
P<br />
47 agricoltura biodinamica<br />
M<br />
T<br />
P<br />
P<br />
M<br />
GC T<br />
FINE TP 18<br />
P<br />
V<br />
M<br />
P<br />
GC T M<br />
V M<br />
V M<br />
GC<br />
INIZIO TP 0<br />
T<br />
LEGENDA: GC GIORNI CRITICI; T TENDENZA A DISSESTI DEL TERRENO; M TENDENZA AL MALTEMPO; TT TEMPO DI TRAPIANTO;<br />
V TENDENZA AL VULCANISMO; TENDENZA AI TEMPORALI; …… PERIODO SFAVOREVOLE DETERMINATO DA ECLISSI, NODI ECC.<br />
TEMPO DI PIANTAGIONE<br />
TP<br />
NON SI È TENUTO CONTO DELLʼORA LEGALE
IN CASA<br />
TEMPO DI<br />
RINVASI<br />
Per effettuare<br />
questa<br />
operazione,<br />
cerchiamo<br />
di estrarre<br />
delicatamente il<br />
pane di terra,<br />
aiutandoci se necessario<br />
con la lama di un<br />
coltello fatta scorrere sul<br />
bordo interno del vaso.<br />
In questo mese<br />
possiamo<br />
occuparci del<br />
rinvaso degli esemplari<br />
che ormai si sono<br />
accresciuti,<br />
provvedendo a fornire loro un<br />
recipiente con un diametro più<br />
grande di 2-3 cm.<br />
Dopo aver<br />
asportato una<br />
parte del vecchio<br />
substrato,<br />
possiamo<br />
predisporre il<br />
nuovo vaso<br />
con uno<br />
strato di<br />
argilla espansa sul<br />
fondo. Sistemiamo<br />
quindi la pianta nel<br />
contenitore e terminiamo<br />
riempiendo gli spazi<br />
rimasti vuoti con del<br />
terriccio nuovo adatto al<br />
tipo di essenza. Per una<br />
scelta ottimale del nuovo<br />
vaso è opportuno considerare<br />
che le radici difficilmente<br />
fanno presa sulle pareti lisce di un contenitore di<br />
plastica, caratteristica che potrebbe rendere più<br />
semplici le successive operazioni di rinvaso.<br />
Inizia la bella stagione, le giornate<br />
progressivamente si allungano<br />
e la maggiore illuminazione favorisce<br />
la ripresa vegetativa delle piante<br />
TESTO DI MARIO VIETTI, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />
Nel mese di aprile<br />
possiamo propagare<br />
numerose specie<br />
d’appartamento:<br />
preleviamo talee da<br />
Begonia, Dracaena,<br />
Peperomia,<br />
Philodendron,<br />
Zebrina ecc., e<br />
dividiamo Acorus,<br />
Anthurium,<br />
Chlorophytum, Clivia,<br />
Cyperus, Dzygotheca,<br />
Spatyphyllum.<br />
Continuiamo a<br />
bagnare le piante<br />
grasse misurando<br />
attentamente le dosi,<br />
poiché esse sono molto sensibili all’umidità eccessiva,<br />
a eccezione delle Cactacee di origine tropicale come<br />
Kalanchoe, Rhipsalidopsis e Schlumbergera che richiedono<br />
invece un terriccio piuttosto umido.<br />
La temperatura ancora fresca non permette per ora lo<br />
spostamento delle piante d’appartamento all’esterno.<br />
Gli ambienti caldi e secchi delle nostre case possono incoraggiare<br />
la comparsa del ragnetto rosso, piccolissimo pa -<br />
rassita che si alimenta con la linfa delle piante. Vive sulla<br />
pagina inferiore delle foglie e si manifesta producendo<br />
sottili ragnatele setose. I danni sono evidenti: dapprima<br />
un ingiallimento fogliare, seguito da un accartocciamento<br />
e infine dalla caduta. Se il problema è contenuto è<br />
possibile intervenire con una soluzione a base d’acqua,<br />
sapone di Marsiglia e alcool denaturato.<br />
Questo è il periodo di inizio fioritura per i Pe lar -<br />
gonium: è buona norma annaffiarli con moderazione,<br />
lasciando che lo strato superficiale del terreno si a -<br />
sciughi; concimiamoli ogni due settimane con un fertilizzante<br />
liquido specifico.<br />
Ricordiamoci di nebulizzare spesso con acqua a temperatura<br />
ambiente le piante a foglia larga (per esempio<br />
Codiaeum, Ficus, Dieffenbachia ecc.) e le felci che ri -<br />
chiedono un buon grado di umidità, contribuendo in<br />
questo modo ad asportare anche la polvere.<br />
49 consigli del mese
Una felce che ben si adatta<br />
alla vita in appartamento è<br />
Platycerium. Questo genere,<br />
appartenente alla famiglia delle<br />
Polypodiaceae, comprende circa 18<br />
specie di felci epifite<br />
sempreverdi diffuse nelle<br />
foreste temperate dell’Australia<br />
e in alcune zone dell’Africa<br />
meridionale, dove si<br />
sviluppano sui tronchi dei<br />
grandi alberi.<br />
È caratterizzata da due diversi tipi<br />
di fronde:<br />
quelle basali,<br />
piatte e a<br />
forma di scudo,<br />
sono sterili; quelle<br />
superficiali,<br />
erette<br />
o ripiegate, più<br />
carnose, di colore<br />
verde scuro e lunghe<br />
fino a 70 cm, sono<br />
fertili e hanno la forma<br />
di corna di alce (da cui il<br />
nome “felce a corna d’alce”).<br />
consigli del mese<br />
Platycerium<br />
L’ORCHIDEA DI STAGIONE<br />
Dendrobium pierardii<br />
Proveniente da Asia, Australia e isole del<br />
Pacifico, il genere Dendrobium è<br />
uno dei più grandi e variabili:<br />
annovera oltre 1000 specie con<br />
piante in miniatura di pochi<br />
centimetri, come altre giganti di<br />
oltre 3 metri, infiorescenze<br />
che variano da un solo<br />
fiore a più di 200, con<br />
fiori che durano un<br />
giorno e altri 10 mesi!<br />
D. pierardii, conosciuta<br />
anche come D. aphyllum,<br />
proveniente dall’India, è<br />
una pianta a portamento pendulo,<br />
con esili pseudobulbi, lunghi oltre 1 m; i<br />
50<br />
<strong>Coltivazione</strong><br />
ESIGENZE Queste piante richiedono una posizione<br />
molto luminosa, ma riparata dai raggi solari diretti, e<br />
una temperatura compresa tra i 13 e i 24°C; necessitano<br />
di una elevata umidità am bientale e di un’ubicazione<br />
in locale ben ventilato. Per questo motivo, e per il<br />
fatto che non a ma no essere sfiorate, la loro collocazione<br />
ideale è in un paniere appeso.<br />
IRRIGAZIONE Rispetto alla<br />
maggior parte delle felci il<br />
Platycerium non necessita<br />
di molta acqua ed è in<br />
grado di sopportare lunghi<br />
periodi di siccità: somministriamone<br />
una quantità<br />
sufficiente a inumidire il terreno,<br />
lasciando che si<br />
asciughi tra un’annaffiatura<br />
e la successiva.<br />
È consigliabile bagnare<br />
con regolarità dalla<br />
primavera all’autunno,<br />
mentre in inverno possiamo<br />
ridurre il quantitativo irrigando<br />
moderatamente ogni due settimane.<br />
CONCIMAZIONE Concimiamo queste piante due o tre<br />
volte fra marzo e ottobre con un prodotto liquido per<br />
piante verdi da diluire nell’acqua dell’annaffiatura.<br />
RINVASI Pratichiamo il rinvaso solo se il contenitore<br />
appare troppo piccolo rispetto alla massa fogliare e<br />
unicamente nella stagione primaverile.<br />
TESTO DI<br />
GIANCARLO POZZI<br />
DISEGNI DI<br />
DANIELA BALDONI<br />
fiori rosa chiaro sono grandi<br />
6 cm e delicatamente<br />
profumati.<br />
È una pianta che per<br />
ogni stagione ha un aspetto diverso:<br />
in estate ha steli ricoperti da belle foglie<br />
verde tenero; in autunno, verso metà<br />
novembre, quando le foglie cominciano<br />
a ingiallire si sospendono le annaffiature e<br />
la pianta va a riposo perdendo completamente<br />
le foglie.<br />
In inverno la pianta ha steli nudi, e quando sui nodi<br />
le gemme cominciano a gonfiarsi si ricomincia a ba -<br />
gnare e da ogni nodo spuntano 2 o 3 boccioli; a marzo<br />
la pianta è letteralmente ricoperta di boccioli, ad<br />
aprile è una cascata di fiori.
NEL PRATO<br />
CONCIMAZIONE DEL<br />
TAPPETO ERBOS0<br />
TESTO E FOTO DI ALESSANDRO BERTOLINI, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />
Con aprile si entra nel pieno della stagione<br />
vegetativa. Ciò vale, in particolare, per tutte<br />
le erbe microterme (poe, festuche, loietti e<br />
agrostidi), ovvero per quelle che vegetano al meglio<br />
in primavera e in autunno. In ogni caso anche per le<br />
gramigne aprile costituisce un momento di autentica<br />
ripresa, laddove normalmente le temperature cominciano<br />
a stabilizzarsi su valori interessanti.<br />
La fertilizzazione<br />
Proprio in relazione alle temperature tipicamente in -<br />
torno ai 15-20 C° si possono applicare molti dei fertilizzanti<br />
in commercio. In questa fase non è più necessario<br />
fare i conti con un terreno freddo e per questo<br />
poco attivo.<br />
Così, si può applicare pure un prodotto N-P-K tipo<br />
12-5-8, cioè con azoto prevalente, preferibilmente<br />
a cessione lenta o controllata. Dose = 3 kg/100 metri<br />
quadrati. Frequenza = 1 volta/21 giorni.<br />
Per cessione controllata si intende, invece, un concime<br />
in cui la cessione dell’azoto è regolata da membrane<br />
di rivestimento dei granuli o da materiali,<br />
come le zeoliti, in grado di scambiare molto efficacemente<br />
l’elemento con il terreno. In questa fase<br />
diventa importante ed efficace abbandonare i concimi<br />
a rilascio rapido sin qui utilizzati e passare a<br />
prodotti più duraturi e ad azione progressiva.<br />
In ogni caso, dopo aver distribuito il prodotto<br />
occorre applicare un breve ciclo di irrigazione (5 mm circa = 5 litri di<br />
acqua/metro quadrato) per attivare la disgregazione dei granuli.<br />
consigli del mese<br />
52<br />
Per una crescita<br />
ottimale serve<br />
un prodotto<br />
a cessione lenta<br />
o controllata<br />
Il controllo delle infestanti<br />
Aprile, meglio la prima decade per il Centro e il Sud<br />
Italia e la seconda decade per il Nord Italia, diviene<br />
momento fondamentale per applicare i cosiddetti<br />
“antigerminello”, ovvero i diserbanti che agiscono<br />
sulle piantine neonate delle infestanti. Si tratta di<br />
molecole a effetto durevole (mediamente oltre un<br />
mese di efficacia) in grado di ridurre drasticamente la<br />
presenza di erbe infestanti estive come le setarie<br />
(Setaria spp.) e le digitarie (Digitaria spp.).<br />
Per cessione lenta si intende tipicamente<br />
un concime contenente azoto chimicamente<br />
complesso, e quindi disponibile solo dopo<br />
l’azione concomitante di temperatura, acqua<br />
e flora batterica.
In commercio si trovano prodotti da apportare in<br />
acqua, o granulari da distribuire con spandiconcime.<br />
La loro efficacia è strettamente collegabile alla<br />
corretta distribuzione. Si tratta di ottenere un velo<br />
di diserbante distribuito molto uniformemente sul<br />
prato e fatto giungere a contatto della superficie<br />
del terreno. In altre parole, il prodotto non deve<br />
rimanere attaccato all’erba; così, immediatamente<br />
dopo la distribuzione, è imperativo irrigare con<br />
tecnica semplice ma precisa.<br />
Praticamente si applicano 10 mm di acqua complessivi,<br />
divisi in due cicli da 5 mm ciascuno e<br />
distanziati di circa mezz’ora. Così facendo, ga -<br />
rantiremo il dilavamento del prodotto dalle fo -<br />
glie e la sua penetrazione sino al terreno. Il<br />
tutto risulterà migliore se effettueremo la di -<br />
stribuzione (chiaramente solo i prodotti da ap -<br />
portare in acqua) in almeno 10 litri di ac qua/<br />
100 metri quadrati. In commercio sono reperibili<br />
alcune molecole omologate su tappeto er -<br />
boso: in particolare ricordiamo il pendimetalin<br />
e l’oxadiazon, ma anche il benfluralin. Sulle singole<br />
confezioni sono riportati i dosaggi e le mo -<br />
dalità applicative, nonché i tempi.<br />
I prati in gramigna<br />
In questa fase, per i tappeti erbosi in gramigna è<br />
fondamentale attuare alcune semplici ma importanti<br />
strategie. Prima cosa: l’irrigazione. Se è vero<br />
che la gramigna si adatta bene alla siccità, questo<br />
riguarda solo la fase estiva, ovvero il momento di<br />
massimo sviluppo; in primavera la gramigna va<br />
irrigata come tutte le altre erbe. Secondo: la concimazione.<br />
Vale quanto detto sinora ma, nel caso<br />
della gramigna, meglio abbondare: nella pratica,<br />
si apporta N-P-K alla dose consigliata ogni 15<br />
giorni.<br />
Gramigna in fase giovanile<br />
In giardino<br />
con Bayer Garden<br />
Cura del tappeto erboso ad aprile<br />
Ciascun tappeto erboso<br />
secondo l’intensità di utilizzazione<br />
e di sfruttamen to<br />
richiede l’apporto di una<br />
concimazione che, oltre a<br />
compensare le a -<br />
sportazioni dovute ai frequenti<br />
tagli, ne favorisca la<br />
crescita ottimale.<br />
La soluzione ideale è<br />
Bayfolan Multi Tappeti<br />
Erbosi, un concime granulare<br />
studiato appositamente<br />
per la cura dei tappeti<br />
erbosi.<br />
Il rilascio graduale di elementi<br />
di altissima qualità<br />
quali azoto e potassio, derivante totalmente da nitrato,<br />
assicura uno sviluppo lineare del prato, una colorazione<br />
eccezionale del manto erboso ed un rapido effetto visivo.<br />
Bayfolan Multi Tappeti Erbosi, disponibile nella pratica<br />
confezione richiudibile e salva spazio, nutre la pianta<br />
fino a 4 mesi garantendo risultati da professionista del<br />
tappeto erboso.<br />
Al fine di proteggere il tappetto<br />
erboso dalle principali avversità<br />
fungine, motivo di evidenti danni,<br />
sarebbe opportuno intervenire a<br />
fine inverno, in concomitanza con<br />
la ripresa vegetativa (se necessario<br />
anche successivamente)<br />
con Folicur SE*, fungicida<br />
sistemico ad azione preventiva-curativa<br />
ed eradicante<br />
nei confronti delle principali<br />
patologie fungine dei tappeti<br />
erbosi.<br />
*Folicur SE è un prodotto fitosanitario.<br />
Registrazione Min.<br />
della Salute n. 10753 del<br />
19.03.2001<br />
Prima dell’uso leggere le avvertenze<br />
riportate in etichetta.
ERBACEE CON FIORI ABBONDANTI E COLORI VIVACI<br />
DECORATIVE<br />
E OFFICINALI:<br />
LE Potentilla<br />
DI PAOLO COTTINI
Potentilla ‘Arc-en-ciel’<br />
Potentilla ‘Arc-en-ciel’<br />
Solo a sentire il loro nome verrebbe voglia di<br />
coltivarne a centinaia, se si vuol credere alle<br />
testimonianze più antiche che le celebrano<br />
come erbe di grande fama officinale e, di conseguenza,<br />
“piccole ma potenti”. Potentilla, appunto, ma<br />
anche “cinquefoglio” o “fragolaccia”. Il medicobotanico<br />
senese Pietro Andrea Mattioli, a metà<br />
Cinquecento, ne conosceva solamente quattro specie<br />
italiane, ma non esitava a confermarne le virtù già<br />
descritte dal celebre botanico greco Dioscoride: «[il<br />
cinquefoglio] ferma l’ulcere serpiginose, risolve le<br />
scrofole, i tumori e le durezze, sana il fuoco sacro,<br />
vale ai difetti del fegato e del polmone e contra i mortiferi<br />
veleni, ecc. ecc.». Chi di noi si affida alla medicina<br />
“naturale” non potrebbe trovare una panacea mi -<br />
gliore, mentre chi preferisce i farmaci di sintesi si può<br />
sempre consolare con il loro “potere” decorativo, utilizzandole<br />
in gran copia senza dover lavorare granché<br />
per coltivarle e governarle. Il grande Linneo nel<br />
Settecento ne scoprì e denominò alcune decine, ma in<br />
seguito furono numerosi i botanici e i cacciatori di<br />
piante che ebbero la fortuna di rinvenirne molte altre,<br />
spesso per puro caso o come effetto collaterale del<br />
proprio lavoro. Per esempio, la specie forse più appariscente,<br />
su cui oggi si lavora con ottimi risultati per<br />
ottenerne varietà e ibridi di successo, è P. nepalensis,<br />
che nel 1822 il botanico Joseph Hooker ebbe modo di<br />
studiare comodamente, standosene seduto nel suo<br />
studio londinese, dopo che da un collega gliene era<br />
stato inviato un esemplare rinvenuto sulle montagne<br />
himalayane.<br />
55 pianta vedette
TIPO DI PIANTA<br />
erbacea perenne (talvolta annuale)<br />
FAMIGLIA<br />
Rosaceae<br />
PARENTI STRETTI<br />
Agrimonia, Alchemilla, Fragaria, Geum<br />
DIMENSIONI MASSIME<br />
altezza: 10-90 cm; ampiezza: 20-60 cm<br />
PORTAMENTO<br />
da tappezzante a eretto<br />
FOGLIE<br />
alterne, palmate o pennate, con<br />
margine dentato, sericee<br />
COLORE DELLE FOGLIE<br />
verde brillante o scuro<br />
FIORI<br />
a coppa, solitari o a gruppi, multicolori<br />
(bianco, giallo, rosso, rosa)<br />
PROFUMO<br />
no<br />
FIORITURA<br />
molte sono primaverili, altre estive<br />
RUSTICITÀ IN ITALIA<br />
ottima ovunque<br />
pianta vedette<br />
IN BREVE<br />
In natura, un buon gruppo di Potentilla vive e prospera<br />
in ambienti tipicamente alpini, specialmente nelle<br />
fessure delle rocce sulle pareti di montagna, ma anche<br />
nei prati sassosi. In giardino queste piante sono ideali<br />
per il rock garden, dove vanno inserite seguendo le<br />
usuali norme che regolano questo tipo di coltivazione.<br />
Fra le più interessanti: P. alba, P. alchemilloides,<br />
P. aurea, P. crantzii, P. megalantha, P. nitida.<br />
Le specie alpine<br />
56<br />
Potentilla crantzii<br />
Potentilla nitida<br />
• P. crantzii (altezza × ampiezza 20 × 20 cm) Con ap -<br />
parato radicale le gnoso, non forma tappeti, ma den -<br />
si ciuffi. Foglie digitate con segmenti piccoli; fiori<br />
grandi di colore giallo, talvolta un po’ aranciato.<br />
• P. nitida (10 × 15 cm) Specie italiana di grande ef -<br />
fetto. Foglie a tre segmenti di 1 solo cm, fiori grandi,<br />
2,5 cm o più, di un bel rosa a volte carico, con<br />
apice smarginato. Vive su calcare.
Potentilla megalantha Potentilla alba<br />
Potentilla alchemilloides Potentilla aurea<br />
• P. megalantha (15-30 × 15 cm) Deliziosa specie giap -<br />
ponese, forma ciuffi o anche piccoli cespi, con foglie<br />
composte di 3 segmenti obovati e magnifici fiori larghi<br />
fino a 4 cm, di un giallo intenso.<br />
• P. alchemilloides (20-30 × 30 cm) Ha fusti basali un<br />
po’ legnosi, foglie basali lungamente picciolate e<br />
palmate; i fiori di colore bianco sono numerosi e<br />
grandi fino a 4 cm, in corimbi compatti<br />
Le specie alpine<br />
• P. alba (10 × 30 cm) È una pianta molto vigorosa,<br />
con un portamento decisamente prostrato e strisciante.<br />
Foglie basali palmate, foglie superiori con<br />
peli sericei; fiori bianchi di 2,5 cm.<br />
• P. aurea (10 × 20 cm) Quasi appiattita al suolo, for -<br />
ma piccoli tappeti che in primavera sono fitti di<br />
fiori di 2 cm, con petali gialli a base dorata. Le foglie<br />
sono digitate con 5 segmenti dentati.<br />
57 pianta vedette
Un genere immenso<br />
Fra le circa 500 specie rinvenute (e studiate) in<br />
tutto l’emisfero settentrionale, perlopiù perenni,<br />
ma anche annuali e biennali, emerge una delle<br />
pochissime arbustive, P. fruticosa, che ancora<br />
oggi domina il genere, per la sua versatilità (ha<br />
dato origine a più di 130 varietà) e per la sua<br />
rusticità. Con una “signora” tanto sovrastante, le<br />
specie erbacee sono state spesso sottovalutate, se<br />
non ignorate, ma assolutamente a torto, se non<br />
altro perché il loro impiego è del tutto diverso da<br />
P. fruticosa. Anch’esse, però, in questi ultimi anni<br />
hanno potuto dimostrare la loro poliedricità e<br />
soprattutto la disponibilità a farsi coltivare senza<br />
creare problemi di sorta al giardiniere. Tutte sono<br />
dotate di foglie o palmate o pennate, con un margine<br />
più o meno fortemente dentellato, in molti<br />
casi ricoperte di delicati peli sericei. I fiori si presentano<br />
con una caratteristica forma a coppa e<br />
sono solitari, ma anche raggruppati in numero<br />
variabile, sulla cima dei rametti o alle loro ascelle.<br />
Dai colori naturali – bianco, giallo, rosso – l’intervento<br />
umano ha saputo ottenere variazioni<br />
piacevolissime, anche con striature e pennellate<br />
bicolori.<br />
Non poche sono le specie che, pur vivendo anche in<br />
ambienti di montagna, non presentano le medesime<br />
caratteristiche formali e dimensionali delle specie alpine<br />
vere e proprie. Molte di loro fioriscono tra aprile e<br />
maggio, così che è possibile impiegarle nelle bordure<br />
erbacee o miste di primavera. Fra le più interessanti: P.<br />
argentea, P. grandiflora, P. nevadensis, P. pensylvanica,<br />
P. pyrenaica, P. rupestris.<br />
pianta vedette<br />
Le specie da bordura primaverile<br />
58<br />
Potentilla pensylvanica<br />
Potentilla nevadensis<br />
• P. pensylvanica (80 × 50 cm) Interamente ricoperta<br />
di sottili peli grigi, ha un portamento ben eretto, con<br />
foglie pennate e segmenti lanceolati; fiori gialli piccoli<br />
(1,2 cm) ma abbondanti.<br />
• P. nevadensis (30-40 × 30 cm) Forma ciuffi compatti,<br />
con steli fioriferi ricoperti di peli; foglie basali<br />
digitate, fiori gialli in numero fino a 4, di 2,5 cm di<br />
diametro.
Potentilla grandiflora Potentilla argentea<br />
Potentilla rupestris Potentilla pyrenaica<br />
• P. grandiflora (40-50 × 50 cm) Stelo ben eretto e<br />
molto ramificato; foglie a 3 segmenti obovati dentati<br />
all’apice; fiori giallo oro non abbondanti di 2,5<br />
cm, raccolti in cime erette.<br />
• P. rupestris (50 × 40 cm). Interamente pubescente,<br />
ha foglie pennate con 5-7 segmenti ovati o quasi<br />
rotondi; i fiori bianchi sono larghi 2,5 cm e anche<br />
numerosi, portati da steli di 60 cm.<br />
Le specie da bordura primaverile<br />
• P. argentea (50 × 40 cm) Ha un fusto legnoso alla ba -<br />
se ed è molto ramificata. Le foglie sono palmate con<br />
5-7 segmenti, mentre i fiori, raccolti in cime terminali,<br />
sono piccoli (1,2 cm) e di colore giallo-zolfo.<br />
• P. pyrenaica (30-40 × 30 cm). Forma ciuffi compatti<br />
ed ha foglie digitate con 5 segmenti oblunghi e dentati;<br />
i fiori gialli toccano anche i 3 cm di diametro e<br />
sono raggruppati in mazzi di 5 o più.<br />
59 pianta vedette
pianta vedette<br />
DOVE ACQUISTARLE<br />
ERBAIO DELLA GORRA<br />
Casalborgone (To)<br />
tel. 011 91 74 68<br />
www.gorraonline.it, e.gorra@libero.it<br />
AZIENDA AGRICOLA PIER LUIGI PRIOLA<br />
Treviso<br />
tel. 0422 30 40 96<br />
info@priola.it<br />
COTTAGE NURSERIES<br />
Thoresthorpe, Alford, Lincolnshire<br />
LN13 0HX, Regno Unito<br />
tel. 0044 1507 46 69 68<br />
www.cottagenurseries.net<br />
MONIQUE CHEVRY, JARDIN D’ADOUÉ<br />
8 Chemin du Rupt d’Adoué<br />
54690 Lay Saint-Christophe, Francia<br />
tel. 0033 383 226812<br />
monique.chevry@net-up.com<br />
Un piccolo ma battagliero gruppo di specie, provenienti<br />
soprattutto dalle montagne himalayane, si è<br />
specializzato nella fioritura estiva, in ogni caso successiva<br />
a quella di numerose specie europee o americane.<br />
Il giardiniere sa che su queste Potentilla è possibile<br />
contare per vivacizzare le bordure estive con<br />
colori decisi e brillanti: rosso, mogano, terracotta, cremisi.<br />
La capofila della compagine è P. nepalensis,<br />
madre di alcune cultivar, ma anche di diversi ibridi di<br />
ultima generazione.<br />
Le specie da bordura estiva<br />
60<br />
Potentilla nepalensis ‘Miss Willmott’<br />
Potentilla recta<br />
• P. atrosanguinea (90 × 60 cm). Ha pochi rami e<br />
forma facilmente cespi compatti. Le foglie palmate<br />
a 3 segmenti sono lungamente picciolate. I fiori, in<br />
cime a pannocchia, sono grandi 3 cm e di un intenso<br />
rosso violaceo.<br />
• P. recta (50 × 40 cm). Fittamente e lungamente setolosa,<br />
ha foglie digitate con 5-7 segmenti, e grandi<br />
corimbi di fiori gialli di 2,5 cm, molto abbondanti.<br />
Forma ciuffi o anche cespi compatti.
Potentilla ‘William Rollison’ Potentilla ‘Flamenco’<br />
Potentilla ‘Blazeaway’ Potentilla ‘Etna’<br />
• P. nepalensis (70-90 × 60 cm). Dal portamento un<br />
po’ lasso, con parecchie ramificazioni rossastre,<br />
forma cespi molto consistenti. Le foglie basali, lungamente<br />
picciolate, hanno 3 segmenti obovati. I<br />
fiori, di 2,5 cm, sono riuniti in pannocchie e variano<br />
nel colore dal cremisi al rosso ed al viola. Due culti-<br />
Le specie da bordura estiva<br />
var di grande successo sono ‘Roxana’ e ‘Miss<br />
Willmott’, ma lo zampino di P. nepalensis è presente<br />
anche in ibridi d’effetto, come ‘Arc-en-ciel’, ‘Blaze -<br />
away’, ‘Etna’, ‘Flamenco’, ‘Helen Jane’, ‘Monarch’s<br />
Velvet’, ‘Twinkling Star’ e ‘William Rollison’.<br />
61 pianta vedette
pianta vedette<br />
<strong>Coltivazione</strong><br />
TERRENO Spesso le P. vivono su suolo calcareo,<br />
ma molte di loro si adattano anche ai terreni<br />
acidi. Solo P. recta vuole un pH acido, mentre<br />
viceversa P. nitida lo esige calcareo e sassoso. In<br />
ogni caso, tutte amano un suolo perfettamente<br />
drenato.<br />
ESPOSIZIONE Il sito ideale è a mezz’ombra, specialmente<br />
nelle regioni più calde, ma anche il<br />
pieno sole è indicato. P. nitida vuole molto sole<br />
per una buona fioritura. Va considerato che il<br />
troppo sole può “scottare” i fiori, ma l’ombra<br />
eccessiva riduce la produzione di fiori.<br />
TEMPERATURA INVERNALE Pressoché tutte le<br />
specie sono assolutamente rustiche e tollerano<br />
temperature invernali ben sotto i -20°C.<br />
COLTIVAZIONE Il terreno non dovrebbe mai essere<br />
troppo ricco di sostanza organica, perché in<br />
questo caso le P. tendono a sviluppare steli lunghi<br />
e flosci, oltre che una massa fogliare esagerata,<br />
a discapito della produzione di fiori. Le specie<br />
alpine emettono stoloni radicati che vanno eliminati.<br />
Le cultivar di P. nepalensis non sono molto<br />
longeve, quindi vanno rinnovate (anche da seme)<br />
ogni 3-4 anni. Quando le si divide per moltiplicarle,<br />
si possono togliere alcune foglie, ma è<br />
meglio usare le mani. Il coltello va usato con cautela<br />
e solo se necessario, per non danneggiare i<br />
nuovi getti.<br />
ANNAFFIATURE Una buona annaffiatura va assicurata<br />
soprattutto durante la fase della fioritura,<br />
ma in generale le P. tollerano bene la siccità.<br />
MOLTIPLICAZIONE Le specie più grandi e robuste<br />
vanno divise in primavera, quando le piante si<br />
sono sufficientemente ingrossate. La semina<br />
delle specie perenni va effettuata in autunno o in<br />
marzo-aprile, usando un recipiente, con composta<br />
da seme ricoperta con sassolini, che va bagnato<br />
da sotto.<br />
62<br />
Potentilla ‘Monarch’s Velvet’<br />
Potentilla ‘Twinkling Star’<br />
[A FRONTE:] Potentilla ‘Helen Jane’
63 pianta vedette
IL FASCINO<br />
DEL GIARDINO<br />
«NATURALE»<br />
giardinaggio pratico<br />
DI PAOLO COTTINI<br />
EMULARE LA NATURA<br />
SENZA ESAGERARE<br />
64
Digitalis purpurea<br />
La storica rivista<br />
inglese «The<br />
Gar den» venne<br />
fon data nel 1871 da<br />
William Robinson, un<br />
intraprendente giornalista<br />
irlandese che a<br />
suo modo fu un au -<br />
ten tico rivoluzionario<br />
del giardinaggio. Il<br />
maggior contrasto fra<br />
questa rivista e le sue<br />
concorrenti, fin dai<br />
tempi della direzione<br />
di Robinson, riguardava<br />
la diversa concezione<br />
dello stile<br />
pro posto per l’impostazione<br />
di un giardino.<br />
Mentre la vecchia<br />
guardia restava legata<br />
a una visione architettonico-formale<br />
che ri -<br />
saliva agli anni ‘50-<br />
‘60, Robinson nel suo<br />
giornale si batté per l’abbandono di stilemi a suo<br />
avviso troppo elaborati, come i parterres e i ripiani terrazzati,<br />
prospettando invece un maggior uso di bordure<br />
di perenni, di rock garden e di giardinaggio<br />
“spontaneo”. E’ su questa “spontaneità”, tutto som-<br />
Anemone hupehensis<br />
var. japonica<br />
‘Bressingham Glow’ Achillea ‘Taygetea’<br />
mato un po’ finta, che<br />
si fonda quello che<br />
oggi chiamiamo giardino<br />
“naturale”. In<br />
sostanza, infatti, un<br />
normale giardino è in<br />
sé qualcosa di artificiale,<br />
in ogni caso di -<br />
segnato, realizzato e<br />
piantato dall’uomo.<br />
Anche il giardino “na -<br />
turale” è ovviamente<br />
fatto dall’uomo e al -<br />
lora in qualche modo<br />
artificiale, ma esso si<br />
propone di imitare la<br />
natura da molto vicino,<br />
tanto da rassomigliarle<br />
in altissima mi -<br />
sura. Il discorso, se<br />
sviluppato, porterebbe<br />
troppo lontano e<br />
quindi, per capire me -<br />
glio, basta ricordare<br />
un vecchio concetto e<br />
rovesciarlo. Se è vero<br />
che l’erbaccia non è<br />
altro che una pianta<br />
nata là dove non è<br />
desiderata, allora nel<br />
giardino “naturale” è ammissibile che una margheritina<br />
sia la pianta voluta, mentre una fucsia sia l’erbaccia.<br />
Tutto dipende dal punto di vista: basta non esagerare,<br />
però. Come sempre, la dote migliore del giardiniere<br />
è l’equilibrio.<br />
Achillea millefolium<br />
‘Paprika’<br />
Achillea<br />
‘Coronation Gold’<br />
65 giardinaggio pratico
Giardino naturale di<br />
East Lambrook Manor, Somerset<br />
Centranthus ruber Malva moschata<br />
giardinaggio pratico<br />
66<br />
Doronicum orientale<br />
‘Little Leo’<br />
Pensiero classico<br />
di William Robinson*<br />
«Il “giardino naturale” è un giardino formato<br />
in un ambiente naturale: un boschetto, una<br />
macchia di arbusti, un gruppo di alberi o le<br />
aree più accidentate dei giardini (…). In<br />
quasi tutti i giardini abbiamo una gran quantità<br />
di superficie sprecata: spazi aperti nelle<br />
piantagioni d’arbusti, sentieri erbosi, siepi di<br />
cespugli, aspre scarpate, pendii ecc., su cui<br />
normalmente crescono solo erba ed erbacce e<br />
che potrebbero invece ospitare una ricca<br />
flora.<br />
Ci sono pochi momenti di comunione con la<br />
natura piacevoli quanto il naturalizzare le<br />
piante native di paesi che ci interessano<br />
molto più di quelli da cui provengono le<br />
piante da serra (…). Da ogni regione interessante<br />
il viaggiatore può riportare semi e piante,<br />
e collocarle accanto alla sua casa come piacevoli<br />
souvenir dei diversi luoghi visitati».<br />
Geranium cinereum<br />
‘Splendens’
Pensiero classico<br />
di William Robinson*<br />
«Questo gradevole atto di giardinaggio ha la<br />
grande virtù della permanenza. Scegliete un<br />
pendio incolto e ingentilitelo con le più belle<br />
rampicanti rustiche – per esempio la nobile<br />
clematide di montagna del Nepal, la dolce<br />
Clematis flammula dell’Europa settentrionale,<br />
le diverse viti del Canada, il rovo Nutka<br />
(Rubus parviflorus e R. odoratus), le numerose<br />
va rietà britanniche ed europee di vite ru stica,<br />
di gelsomino, di caprifoglio, e le rose sel -<br />
vatiche. Disposta inizialmente con criterio, la<br />
colonia sopra descritta può essere la sciata a se<br />
stessa: il tempo non farà che accrescerne la<br />
bellezza, e il fortunato possessore può restare<br />
lontano per anni e riscoprirla a ogni ritorno».<br />
*WILLIAM ROBINSON<br />
Il giardino naturale<br />
Padova, Muzzio, 1990<br />
Giardino naturale di<br />
The Garden House, Devon<br />
Knautia macedonica<br />
‘Mars Midget’ Omphalodes verna Lilium martagon Arabis scopoliana<br />
67 giardinaggio pratico
Verbascum ‘Tropic Sun’<br />
Hypericum canariense<br />
giardinaggio pratico<br />
Verbascum nigrum<br />
Ajuga reptans<br />
‘Rosea’ Dryopteris affinis<br />
68<br />
Consigli moderni di<br />
Alan Titchmarsh*<br />
Una visita in un bosco naturale nelle nostre vicinanze<br />
ci aiuta a osservare quali sono i disegni che la<br />
natura realizza. Le piante crescono e si sviluppano<br />
in gruppi e in “correnti”. Tali gruppi raramente<br />
sono disposti “a tre” o “a cinque” [come siamo soliti<br />
fare]. Esse invece spuntano in grandi quantità e<br />
s’infilano fra le altre piante ai loro margini. E ciò che<br />
più conta è che gruppi di piante differenti balzano<br />
su nel bel mezzo di una “corrente” di una certa specie,<br />
così che l’effetto è quello di un arazzo intrecciato.<br />
Questo è il disegno “naturale” da emulare.<br />
L’attrezzo più efficace per un “giardiniere naturale”<br />
è la linea curva. Anche se si sta formando un<br />
giardino “spontaneo” o “naturale” a lato di un’area<br />
più tradizionale o formale, il compito sarà reso più<br />
facile mediante l’impiego della linea curva, con la<br />
realizzazione di sen -<br />
tieri a serpentina o<br />
con bordure arcuate.<br />
È possibile integrare<br />
meglio i due<br />
tipi di giardini semplicemente<br />
con l’aiu -<br />
to di curve geometriche.<br />
In natura, in -<br />
fatti, raramente s’incontrano<br />
angoli ret -<br />
ti, mentre al contrario<br />
vi sono curve a<br />
ogni passo: rami ar -<br />
cuati verso il suolo,<br />
insenature di ru scel -<br />
li, sentieri e così via.<br />
Lavatera<br />
‘Princesse de Ligné’
Le piante si mettono a dimora in gruppi “a macchie”,<br />
curando che si realizzino uno o due “correnti” (o fasce),<br />
così che il disegno abbia una sorta di unità. Ov via -<br />
mente, vanno impiegate le piante “giuste” per il posto<br />
“giusto”, dopo aver osservato quali sono le condizioni<br />
prevalenti del sito: ombreggiato o soleggiato, acquitrinoso<br />
o secco ecc. Non si deve commettere l’errore per il<br />
quale, siccome si tratta di un giardino “naturale”, allora<br />
le piante vanno buttate là alla rinfusa e che poi se la<br />
cavino da sole! Occorre invece pensare bene a disposizione,<br />
distribuzione e soprattutto alla manutenzione,<br />
esattamente come si farebbe in un normale giardino<br />
formale. È ottima cosa usare, in tutto il giardino, dei<br />
materiali dall’apparenza “naturale”: per fare un sentiero<br />
si utilizzerà della corteccia, non piastrelle; una recinzione<br />
sarà fatta non in metallo o con l’odiata plastica,<br />
ma solo in legno, soprattutto con sottili ramoscelli di<br />
salice intrecciati. Tuttavia, è bene non esagerare con un<br />
eccesso di materiali differenti, altrimenti il giardino<br />
sembrerà l’area espositiva di un garden centre.<br />
Sedum spectabile<br />
‘Carmen’<br />
*ALAN TITCHMARSH<br />
How To Be A Gardener<br />
London, BBC Books, 2005<br />
Scabiosa columbaria<br />
subsp. ochroleuca<br />
‘Moon Dance’<br />
Astrantia ‘Primadonna’<br />
Sedum spectabile<br />
‘Brilliant’<br />
Astrantia ‘Buckland’<br />
Ajuga reptans<br />
‘Golden Beauty’<br />
69 giardinaggio pratico
10 piante<br />
per il giardino<br />
“naturale”<br />
suggerite da<br />
W. Robinson<br />
Omphalodes verna<br />
Achillea<br />
Arabis<br />
Astrantia<br />
Centranthus<br />
Doronicum<br />
Hypericum<br />
Malvacee<br />
Dipsacacee<br />
Verbascum<br />
Arabis<br />
blepharophylla<br />
‘Red Sensation’<br />
giardinaggio pratico<br />
Athyrium<br />
nipponicum<br />
var. pictum<br />
70<br />
Pteridium aquilinum<br />
10 piante<br />
per il giardino<br />
“naturale”<br />
suggerite da<br />
A. Titchmarsh<br />
Cyclamen hederifolium<br />
Anemone x hybrida<br />
Sedum spectabile<br />
Felci<br />
Ajuga reptans<br />
Heuchera<br />
Graminacee<br />
Digitalis<br />
Geranium<br />
Lilium martagon<br />
Calamagrostis<br />
acutiflora<br />
con Helenium<br />
‘The Bishop’<br />
Anemone<br />
hupehensis<br />
‘Hadspen Abundance’<br />
Hypericum<br />
‘Hidcote’
Heuchera<br />
‘Ginger Ale’<br />
Geranium<br />
incanum<br />
Hakonechloa<br />
macra<br />
‘All Gold’<br />
Heuchera<br />
‘Brownies’<br />
71 giardinaggio pratico
Il mal bianco, o oidio,<br />
della dalia è prodotto<br />
da ceppi di Erysiphe<br />
poligoni (una forma asessuata<br />
di Oidium erysiphoides).<br />
Si tratta di un fungo<br />
ubiquitario e molto polifago<br />
che, oltre alla dalia,<br />
attacca molte altre piante<br />
da fiore. Colpisce in prevalenza<br />
in piena estate, in<br />
condizioni di elevate temperature<br />
ed elevata umidità<br />
ambientale.<br />
Il fungo, epifita (il suo mi -<br />
celio si pone in prevalenza<br />
all’esterno dei tessuti at -<br />
taccati), colpisce tut ta la<br />
vegetazione, in particolare<br />
le foglie e i germogli che si<br />
ricoprono di una caratteristica<br />
patina bianca o bianco-grigiastra,<br />
di a spetto<br />
polverulento e las so.<br />
cura della pianta<br />
INTERNATIONAL FLOWER BULB CENTRE<br />
Il danno<br />
La vegetazione reagisce con sviluppo stentato, leggere<br />
deformazioni degli organi colpiti e con inscurimento<br />
dei tessuti colonizzati, che assumono tonalità bronzee<br />
e infine necrotizzano e disseccano. Talvolta gli<br />
attacchi sono leggeri e la pianta non soccombe, ma il<br />
suo portamento rimane molto contenuto e la vegetazione,<br />
inscurita e leggermente deformata, produce un<br />
brutto effetto estetico che va a inficiare l’impiego or -<br />
namentale delle piante infettate. Anche i fiori possono<br />
essere interessati dall’infezione: si rivestono della<br />
tipica patina bianco-grigiastra, si aprono irregolarmente<br />
e restano un poco deformati, infine subiscono<br />
inevitabili e inestetiche alterazioni cromatiche.<br />
Oidio della<br />
DALIA<br />
72<br />
La difesa<br />
Questo mal bianco colpisce<br />
in modo sporadico<br />
ed endemico, per cui il<br />
controllo risulta agevolato.<br />
Si interviene generalmente<br />
alle prime ma -<br />
nifestazioni sintomatologiche<br />
con dei prodotti<br />
classici come lo zolfo, da<br />
solo o miscelato a prodotti<br />
curativi ad azione<br />
endoterapica come i tri -<br />
azoli (bitertanolo, pen co -<br />
nazolo, tetraconazolo, mi -<br />
clobutanil).<br />
Peraltro questi ultimi pro -<br />
dotti manifestano una<br />
discreta azione curativa<br />
e sono in grado di fermare<br />
l’infezione (con in -<br />
terventi ripetuti) anche<br />
con attacchi già in atto<br />
di discreta entità.<br />
TESTO DI MARIO FERRARI, FOTO DI MARIO FERRARI E INTERNATIONAL FLOWER BULB CENTRE<br />
FERRARI FERRARI<br />
Una patina bianca rivela<br />
la malattia fungina<br />
È sempre importante sottolineare<br />
che quando si fanno trattamenti chimici<br />
a piante ornamentali, soprattutto in un contesto<br />
urbano con un approccio di tipo hobbistico,<br />
è necessario fare attenzione al tipo di registrazione<br />
del prodotto impiegato e che lo stesso sia ammesso<br />
nelle condizioni operative del caso.
Atutelare l’ambien -<br />
te delle grandi<br />
città può contribuire<br />
anche un architetto<br />
irrequieto quanto geniale,<br />
profondamente innamorato<br />
della Natura e<br />
della botanica. Stiamo<br />
parlando di Patrick Blanc<br />
e della sua “creatura”: il<br />
Giardino Verticale.<br />
Già ricercatore del CNRS<br />
(Centre National de la<br />
Recherche Scientifique),<br />
con all’attivo spedizioni<br />
scientifiche nelle foreste<br />
umide di tutto il pianeta,<br />
Patrick Blanc è conosciuto<br />
per aver messo a pun -<br />
to una tecnologia tanto<br />
semplice quanto spettacolare<br />
che permette di<br />
riportare la Natura dove<br />
l’uomo l’ha estirpata:<br />
nelle periferie degradate,<br />
nei quartieri industriali,<br />
nelle vecchie fabbriche<br />
inglobate ormai nel tessuto<br />
cittadino. E, con la<br />
Natura, ciò che il verde<br />
regala: aria più sana, os -<br />
sigeno e allegria.<br />
Come terra,<br />
il feltro<br />
Ma come nasce il Giar -<br />
dino Verticale di Patrick<br />
Blanc? Dalla considerazione<br />
che, per le piante, il terreno non è necessario perché<br />
nulla di più di un supporto. Solo l’acqua, con i suoi sali<br />
minerali, è essenziale alla pianta, unitamente alla luce e<br />
all’anidride carbonica, basi della funzione clorofilliana.<br />
Alla base del giardino di Blanc è una struttura composta<br />
da tre elementi: una rete di metallo, uno strato di PVC e<br />
uno di feltro. La rete metallica, agganciata al muro o autoportante,<br />
funge da appoggio allo strato di PVC, che garantisce<br />
stabilità e impermeabilità, mentre la capacità assorbente<br />
del feltro e la sua elevata capillarità garantiscono<br />
una distribuzione omogenea di acqua alle piante, che alla<br />
struttura si andranno ad abbarbicare con le loro radici.<br />
La messa a dimora delle essenze è del tutto simile a<br />
quella che avviene in Natura, nel più comune dei giardini<br />
“orizzontali”, compreso l’utilizzo di sementi e talee,<br />
rispettando una densità di 30 piante per metro quadro.<br />
Acqua e nutrienti sono forniti dall’alto, tramite un sistema<br />
automatico di irrigazione.<br />
ambiente<br />
Con il<br />
GIARDINO<br />
VERTICALE<br />
città più<br />
sane<br />
74<br />
Nato<br />
per abbellire<br />
i grigi muri<br />
metropolitani,<br />
il giardino<br />
di Patrick Blanc<br />
sta risultando<br />
un’arma<br />
efficace<br />
anche nella<br />
difesa<br />
dell’ambiente<br />
DI MARIA OTTAVIA DE PETRI<br />
Contro smog<br />
e dispendio<br />
energetico<br />
Quali i vantaggi della tecnologia<br />
messa a punto da<br />
Patrick Blanc? Oltre al piacere<br />
di abbellire angoli me -<br />
tropolitani altrimenti brulli, il Giardino Verticale svolge<br />
una funzione altamente ambientalista. Al di là delle<br />
ben conosciute proprietà rigeneranti della fotosintesi<br />
clorofilliana sull’aria inquinata delle città, hanno un<br />
ruolo altamente attivo nella depurazione dell’ambiente<br />
anche le radici aeree delle piante messe a dimora e i<br />
microrganismi in esse viventi. La struttura in feltro<br />
funge da filtro, bloccando le particelle di sostanze tossiche,<br />
che sono successivamente decomposte e rimesse in<br />
circolo. Non vanno infine dimenticate le proprietà isolanti<br />
della struttura portante, che consentono all’edificio<br />
di riferimento a cui il giardino verticale si appoggia,<br />
il godimento di un elevato risparmio energetico sia nel -<br />
la stagione più fredda che in quella più calda. Un nuovo<br />
concetto di architettura sostenibile.<br />
Per approfondire<br />
PATRICK BLANC, The Vertical Garden: from<br />
Nature to the City, W.W.Norton & Company<br />
acquistabile su www.libreriauniversitaria.it<br />
www. verticalgardenpatrickblanc.com
Sintomi da diserbanti<br />
ormonali su foglie di<br />
impatiens, tipicamente<br />
ripiegate “a coppa”<br />
C<br />
hi ha un giardino,<br />
anche di<br />
piccole dimensioni,<br />
sa bene che mantenerlo<br />
libero da piante<br />
infestanti non è impresa<br />
facile. A volte bastano al -<br />
cune semplici operazioni<br />
manuali per eliminare da<br />
aiuole, vialetti e prati<br />
quelle erbacce che non<br />
solo rappresentano un fa -<br />
stidio estetico, ma che<br />
possono competere con le<br />
piante coltivate per le ri -<br />
sorse d’acqua. Se si tratta<br />
di infestanti molto resistenti,<br />
come gramigna e<br />
convolvolo, le la vo ra zio -<br />
ni con uno zappettino pos -<br />
sono essere persino controproducenti<br />
poiché si<br />
tagliano le erbe in più<br />
parti diffondendo maggiormente<br />
l’in festazione.<br />
Nei casi estremi è conveniente<br />
ricorrere al diserbo<br />
chimico da effettuarsi, se<br />
possibile, in base alla fioritura<br />
delle stesse erbe infestanti<br />
(fase più sensibile).<br />
cura della pianta<br />
Gli inconvenienti<br />
I risultati di un diserbo<br />
chimico non sono sempre<br />
quelli sperati, so -<br />
prattutto se non si usa il<br />
prodotto giusto, alla con -<br />
centrazione ottimale, e<br />
se si “colpiscono” in vo -<br />
lontariamente i tronchi e<br />
i fusti di piante arboree<br />
e arbustive (tigli, pioppi,<br />
aceri, sofore, acacie, ro -<br />
se, ortensie ecc.), tanto<br />
più sensibili quanto più<br />
sono giovani. Inoltre, se<br />
si interviene in giornate<br />
mol to ventose si rischia<br />
di bagnare anche le fo -<br />
glie, se non addirittura i<br />
fiori, delle delicate piante<br />
erbacee poste nelle<br />
aiuole o nei vasi (impatiens, pelargoni ecc.).<br />
I diserbanti che con maggiore frequenza causano danni<br />
in giardino sono quelli “ormonali”, costituiti da sostanze<br />
aventi caratteristiche del tutto simili agli ormoni ve -<br />
getali (fitormoni) che le piante comunemente elaborano.<br />
Questi diserbanti non avvelenano le cellule, ma ne alterano<br />
i processi vitali diminuendo fortemente la produzione<br />
delle sostanze necessarie alla nutrizione.<br />
Se non si opera nel modo giusto si verificano intossicazioni<br />
che si traducono, visivamente, in: difformità di<br />
crescita, nanismo (raccorciamento degli internodi),<br />
affastellamento della vegetazione, foglie piccole, dal<br />
lembo carnoso, arrotolato verso l’alto (“a coppa”). Dato<br />
che non sono coinvolti patogeni infettivi, non occorre<br />
allarmarsi. Se si tratta di una sofora, di un tiglio o di<br />
una rosa, non resta che aspettare con pazienza che si<br />
formi la nuova vegetazione; se il “malcapitato” è un<br />
arbusto in vaso di dimensioni contenute, si può agevolarne<br />
la disintossicazione sostituendo completamente il<br />
substrato di crescita.<br />
Danni da<br />
DISERBANTI<br />
in giardino<br />
L’uso di<br />
prodotti<br />
chimici<br />
richiede<br />
molta<br />
attenzione<br />
Un consiglio<br />
pratico<br />
Un prodotto da usare per il diserbo localizzato è il glyfosate<br />
(non classificato), alla dose di 150-250 ml per 10<br />
litri di acqua, da somministrare con cura, senza bagnare<br />
con la miscela il tronco, le foglie e i rami (l’apparato<br />
aereo) delle piante che vogliamo mantenere in giardino.<br />
Foglie di sofora intossicata<br />
da un diserbante:<br />
appaiono ripiegate<br />
tipicamente a “coppa”<br />
Un diserbo chimico può<br />
essere pericoloso,<br />
soprattutto se si opera<br />
molto vicino ad alberi<br />
e arbusti: i polloni del<br />
tiglio mostrano i segni<br />
dell’intossicazione<br />
DI MARIA GRAZIA BELLARDI<br />
Foglie di rosa intossicata,<br />
stranamente piccole<br />
e carnose<br />
Tipici sintomi da<br />
diserbanti ormonali<br />
su pelargonio peltato
Basella alba ‘Rubra’ è utilizzata<br />
anche come pianta ornamentale<br />
da coltivare in vaso nei climi freddi<br />
o all’aperto in quelli miti.<br />
Si tratta di una pianta vivace<br />
e vigorosa, con ricca vegetazione<br />
capace di crescita rapida per tutto<br />
il periodo caldo<br />
<strong>Coltivazione</strong>:<br />
difficoltà zero<br />
Basella<br />
alba<br />
lo spinacio<br />
venuto da lontano<br />
ortaggi insoliti<br />
78<br />
DI ALESSANDRO MESINI<br />
Basella alba, coltivata oggi<br />
anche in vaso come pianta<br />
ornamentale nella cultivar<br />
‘Rubra’, è, a tutti gli effetti,<br />
un ortaggio, una sorta di spinacio<br />
ornamentale diffusissimo nell’emisfero<br />
boreale del globo. Non è<br />
possibile individuare con certezza<br />
l’area di origine, anche se la<br />
regione indiana resta la più accreditata.<br />
Conosciuta come spinacio<br />
indiano, spinacio cinese o spinacio<br />
del Malabar, è diffusissimo in<br />
America del sud, nell’Asia tropicale<br />
e in molte isole oceaniche. È<br />
presente come pianta spontanea<br />
al bordo dei campi coltivati e<br />
delle boscaglie, nei prati umidi e<br />
lungo i corsi d’acqua. Ha portamento<br />
rampicante o si allunga sul<br />
terreno in cerca di un sostegno.
Come ortaggio nei paesi sopra citati è maggiormente<br />
coltivata la forma tipica di colore verde. Offre, in relazione<br />
al terreno occupato, un’abbondante produzione<br />
di foglie e giovani getti da consumare crudi in insalata,<br />
mentre i fusti carnosi, ricchi di sostanze gelatinose<br />
dalle proprietà addensanti, sono utilizzati per la preparazione<br />
di zuppe e minestre. Dal punto di vista<br />
nutrizionale è ricco di vitamina A e C, ferro, calcio e<br />
clorofilla, ed è povero di calorie.<br />
I fusti carnosi sono lucidi<br />
ed elastici, di<br />
consistenza erbacea<br />
e molto ramificati.<br />
Le foglie, cuoriformi<br />
o cuoriformi alla base,<br />
sono portate, da un<br />
picciolo carnoso, aperte<br />
verso l’esterno. Le<br />
nervature principali sono<br />
evidenti in entrambe<br />
le pagine; il rachide<br />
è forte, la lamina al tatto<br />
è carnosa e cerosa.<br />
I fiori, bianchi, rosa,<br />
violetti, sono riuniti in piccoli gruppi. I frutti sono piccole bacche<br />
di colore nero impiegate come colorante viola in pasticceria.<br />
Nei nostri climi raggiunge i due metri di altezza, nelle aree<br />
vocate dove si trova allo stato spontaneo i nove metri.<br />
<strong>Coltivazione</strong><br />
All’esterno si pianta dopo il gelo utilizzando sementi fresche.<br />
La germinazione avviene in pochi giorni, quando la temperatura<br />
è di circa 21°C.<br />
Deve essere posta sempre in pieno sole, in posizione riparata<br />
perché resiste senza problemi al caldo estivo, purché il suolo<br />
resti sempre leggermente umido.<br />
È consigliabile coltivarla all’aperto nella zona tipica dell’olivo.<br />
Le basse temperature, occasionali in questa fascia, possono<br />
causare il disseccamento della parte aerea, carnosa e sensibile<br />
al gelo, ma con buona probabilità la pianta riprenderà a<br />
vegetare dal basso verso la fine di aprile. Per proteggere le<br />
piante durante l’inverno è consigliato accumulare al piede<br />
terricciato di letame non troppo maturo.<br />
Come tutti gli ortaggi<br />
preferisce i terreni ben<br />
drenati e senza ristagni,<br />
di buona fertilità e a pH<br />
acido.<br />
Il taglio dell’asse principale<br />
(cimatura) favorisce<br />
l’emissione di ramificazioni<br />
secondarie, con il<br />
risultato di infoltire la<br />
pianta e aumentare il<br />
materiale fresco da raccogliere.<br />
I fiori, di colore bianco, rosa<br />
e violetto, sono riuniti in piccoli<br />
gruppi; si trasformeranno<br />
in bacche scure<br />
Le foglie<br />
di Basella<br />
sono<br />
cuoriformi,<br />
almeno<br />
alla base,<br />
carnose<br />
e cerose<br />
al tatto<br />
Le foglie della cultivar<br />
‘Rubra’ presentano<br />
un colore intenso, molto<br />
decorativo, ma hanno<br />
le stesse caratteristiche<br />
organolettiche delle verdi<br />
I fusti carnosi,<br />
capaci di arrampicarsi<br />
lungo i supporti<br />
di coltivazione, sono di<br />
consistenza gelatinosa e<br />
si consumano insieme<br />
alle foglie<br />
Le nervature sono forti<br />
e nella pagina inferiore<br />
delle foglie ben in rilievo<br />
79 ortaggi insoliti
Nuove frontiere<br />
per il controllo<br />
della TINGIDE<br />
DEL PLATANO<br />
A CURA DELLA REDAZIONE<br />
La tingide del platano (Corythuca ciliata) è<br />
un fastidioso insetto che vive nutrendosi<br />
della linfa della pianta; talvolta procura<br />
alle persone innocue ma fastidiose morsicature<br />
avvertite sotto forma di pizzichi. L’insetto compie<br />
il suo ciclo vitale sul platano. Le femmine gravide<br />
trovano riparo sotto le placche della corteccia per<br />
poi tornare in attività in primavera, quando si<br />
posizionano nella pagina inferiore delle foglie del<br />
platano per suggerne la linfa e per deporre le uo -<br />
va. Complessivamente si può arrivare a tre generazioni,<br />
poi ritorna l’inverno e le giovani femmine<br />
tornano a svernare sotto la corteccia. Gli esiti dell’attacco<br />
sono un precoce ingiallimento delle fo -<br />
glie, cui fanno seguito una precoce caduta, perdita<br />
di attività fotosintetica e conseguente indebolimento<br />
della pianta, che diventa più facilmente<br />
attaccabile da altri agenti patogeni quali cancro<br />
colorato e antracnosi.<br />
ambiente<br />
La sperimentazione<br />
La difficoltà incontrata<br />
sinora nel contenere<br />
le infestazioni della<br />
tingide hanno portato<br />
il Dipartimento Ambiente<br />
del Comune di Roma, in<br />
collaborazione tecnica con<br />
la Copyr spa. e l’Istituto<br />
Superiore di Sanità,<br />
a eseguire una<br />
sperimentazione per<br />
individuare una nuova<br />
metodologia d’intervento<br />
capace di contenere<br />
l’insetto. Il gruppo di<br />
lavoro, costituito da<br />
Francesco Severini,<br />
Giancarlo Quarchioni,<br />
Bruno Cignini, Marco<br />
Chionne e Rita Di<br />
Domenicantonio, ha<br />
messo a punto una<br />
metodologia operativa che<br />
consiste nel rimuovere,<br />
nel periodo invernale,<br />
le placche prossime al<br />
distacco, sotto le quali<br />
svernano le femmine, fino<br />
a 4-6 metri di altezza e<br />
mediante uso di guanti da<br />
lavoro ruvidi in modo da<br />
non danneggiare il fusto.<br />
I residui di corteccia così<br />
ottenuti sono stati raccolti<br />
e opportunamente smaltiti<br />
mentre il fusto è stato trattato con un fungicida. Da maggio<br />
e per 3 volte sono stati effettuati trattamenti alla chioma<br />
con “Biolio 12 mesi”, prodotto a base di olio minerale che<br />
agisce per contatto. I risultati della prova hanno evidenziato<br />
che la scortecciatura invernale ha notevolmente ridotto<br />
la presenza della tingide, di oltre 2/3 rispetto agli alberi non<br />
scortecciati; anche il trattamento con l’olio minerale ha avuto<br />
un buon esito ma la riduzione della presenza dell’insetto<br />
è stata inferiore rispetto ai risultati ottenuti con<br />
lo scortecciamento. La sperimentazione ha dato risultati<br />
incoraggianti ma le prove dovranno essere ripetute<br />
per vedere se nel corso di alcuni anni si possa avere<br />
una rilevante diminuzione del problema.<br />
80<br />
Buoni<br />
risultati dalla<br />
metologia<br />
sperimentata<br />
da Comune<br />
di Roma<br />
e Copyr
Tra le piante<br />
in via Bassa di San Sebastiano<br />
ABologna, nel<br />
contesto dei<br />
centralissimi<br />
e storici <strong>Giardini</strong> Mar -<br />
gherita (cuore verde del -<br />
la città), si svolge a maggio<br />
la manifestazione «<strong>Giardini</strong> e Terrazzi Garden<br />
Show», che prevede la realizzazione di un percorso<br />
di aree verdi e fiorite, progettate e realizzate da progettisti<br />
e realizzatori di giardini. Il giardino di<br />
Sandro Ricci vuole essere una rappresentazione di<br />
affascinante quiete ed elegante intimità, ricca di<br />
forme, strutture vegetali e copiose fioriture.<br />
Il giardino di Sandro Ricci<br />
Il progetto<br />
I confini del giardino (di soli 81 mq) sono delimitati<br />
da Carpinus betulus guidato a spalliera e da cespugli<br />
di Laurus nobilis. Gli angoli del giardino sono caratterizzati<br />
da strutture ad arco di Ryncospermum, eleganti<br />
soluzioni per incorniciare le incredibili fioriture dei<br />
pannelli di rose gialle e i candidi boccioli di Rosa<br />
‘Sally Holmes’.<br />
Il fulcro del giardino è un piccolo specchio d’acqua<br />
circondato nella parte anteriore da una striscia di<br />
ardesia in scaglie color prugna e alcune piante come<br />
Ligularia, Houttuynia cordata, Chondropetalum tectorum,<br />
Juncus inflexus e Carex.
La parte posteriore è composta da due enormi blocchi di arenaria<br />
(circa 5 tonnellate) che arginano la collinetta sul quale è<br />
stato posizionato il vero protagonista del giardino: un meraviglioso,<br />
quanto raro, esemplare di cipresso calvo pendulo<br />
(Taxodium distichum ‘Cascade Falls’). Tra le rocce, felci e edere<br />
tappezzano ogni anfratto e un rigagnolo d’acqua scandisce<br />
goccia su goccia il ritmo del tempo<br />
Di lato allo specchio d’acqua (l’angolo in ombra del giardino)<br />
si sviluppa, come fosse un’appendice, un’aiuola nella quale il<br />
Calamacrostis, insieme a una gruppo di Campanula persicifolia e<br />
una curiosa fioritura dell’Allium ‘Globe Master’, precede un<br />
monolite a cono di granito rosa. Lo circondano tre Cordyline<br />
(‘Red Star’ e ‘Purple Tower’) dalle lunghe foglie purpuree, un<br />
gruppo di Rodgersia pinnata e le variegature delle foglie di<br />
Hosta e Pittosporum tenuifolium.<br />
Le altre due aiuole di ardesia verde sono ricche di accostamenti<br />
e un gioco di richiami/rimandi tra colori, forme e simmetrie.<br />
Nella prima, l’esemplare<br />
di Citrus guidato a vaso<br />
evoca l’orcio celeste dell’aiuola<br />
successiva, i Bu -<br />
xus posti specularmente<br />
danno idea continuativa<br />
tra di esse mentre la<br />
splendente fioritura di<br />
Genista ‘Lydia’ e i limoni<br />
stessi richiamano i<br />
toni gialli delle rose dell’angolo<br />
opposto.<br />
Nell’ultima aiuola un<br />
cespuglio di Viburnum<br />
plicatum ‘Watanabe’ crea<br />
una piccola quinta per il<br />
celeste orcio e le foglie<br />
blu di Hosta ‘Halcion’<br />
mentre una borbura di<br />
Arrenatherum sottolinea<br />
delicatamente la composizione.
Il giardino<br />
CORONINI CRONBERG<br />
a Gorizia<br />
Un parco<br />
ricco di storia<br />
che si snoda tra<br />
sculture, scalinate,<br />
terrazze<br />
panoramiche,<br />
pergolati<br />
e fontane<br />
DI ERALDO ANTONINI<br />
84<br />
Il Palazzo Coronini Cronberg (a destra)<br />
e la doppia loggia che lo collega<br />
alla cappella privata costruita<br />
intorno alla metà del Seicento<br />
dagli Strassoldo<br />
Aiuola sottostante la loggia
L’ampio prato, posto a lato del palazzo,<br />
ai bordi del quale si affaccia<br />
l’Ecate triformis<br />
Il Giardino Coronini Cronberg è il più rappresentativo giardino<br />
storico che Gorizia vanta, in quanto non pesantemente<br />
alterato dagli eventi bellici e dalle edificazioni successive.<br />
Il suo aspetto attuale è dovuto alla trasformazione e ampliamento<br />
del preesistente giardino formale appartenuto agli Strassoldo.<br />
Nel 1820 la proprietà venne acquistata all’asta dal conte Michele<br />
Coronini e pochi anni dopo, il 20 ottobre 1836, villa e giardino<br />
ospitarono l’esule Carlo X di Borbone, re di Francia, che morì di<br />
lì a poco. Nel 1852 altri ospiti illustri abitarono il Palazzo Coro -<br />
nini: l’arciduchessa Sofia, madre dell’imperatore Francesco Giu -<br />
seppe, con il figlio, l’arciduca Lodovico Vittore.<br />
L’Ecate triformis portata a Gorizia nel secondo dopoguerra dal<br />
conte Guglielmo. Ecate è divinità<br />
psicopompa (cioè in grado di<br />
traghettare i morti nell’aldilà) greca e<br />
romana, ma di probabile origine<br />
indoeuropea, che spesso veniva<br />
rappresentata, come in questo caso,<br />
con tre corpi (da cui triformis)<br />
La statua di Giovan Battista Coronini<br />
collocata al centro del piazzale<br />
antistante il palazzo e punto terminale<br />
del viale d’accesso principale. La statua<br />
fu commissionata da Rodolfo Coronini<br />
conte di Cronberg allo scultore Marco<br />
Chiereghin, e fu collocata, nel 1774,<br />
nel giardino di Quisca<br />
85 giardini da visitare
La ricca ed esotica vegetazione che ancora caratterizza il giardino:<br />
yucche, evonimi, palme, lecci…<br />
La balaustra che, dal grande prato, permette di affacciarsi<br />
sulla valletta del torrente Corno (ora coperto), in direzione<br />
del centro di Gorizia, sovrastato dal castello. In primo piano,<br />
al centro, si osserva il fusto della quercia da sughero<br />
La trasformazione del giardino fu<br />
realizzata e voluta dal nipote di<br />
Michele, il conte Alfredo Coronini<br />
Cronberg, che intorno ai primi anni<br />
’80 dell’Ottocento diede avvio ai la -<br />
vori di ampliamento. Venne realizzato<br />
un nuovo ingresso principale,<br />
quello che ancora oggi si osserva,<br />
che collega il palazzo a via Ponte<br />
Nuovo (ora XX Settembre) attraver-
sando il giardino. Questo ingresso, sorprendentemente, non aveva<br />
un cancello di accesso per cui vi si poteva liberamente entrare, il<br />
che fa supporre una apertura al pubblico di almeno una parte del<br />
giardino. Al termine del viale, nei pressi del palazzo, il conte<br />
Alfredo fece collocare il monumento dell’avo Giovan Battista<br />
Coronini Cronberg che a 21 anni si distinse, nel 1594, al comando<br />
di 100 corazze austriache, nell’assedio e conquista della piazzaforte<br />
di Petrin, in Croazia, in mano ai Turchi. La statua era collocata,<br />
sin dal 1774, nel castello di Quisca, già proprietà dei Coronini, fino<br />
a quando non fu acquistata, nel 1883, dal conte Alfredo.<br />
La scala, posta vicino<br />
all’ingresso principale del giardino,<br />
conduce al pergolato cui segue<br />
la terrazza belvedere.<br />
Le palme che compaiono<br />
sulla destra<br />
sono state piantate,<br />
indicativamente,<br />
negli anni Trenta del Novecento<br />
87 giardini da visitare
Il nuovo aspetto paesaggistico del giardino fu ottenuto<br />
anche grazie a sapienti movimentazioni di terreno; furono<br />
realizzati nuovi percorsi interni, un pergolato, una<br />
scalinata d’accesso al pergolato e, alla conclusione di<br />
questa, una terrazza belvedere. Fu anche realizzato un<br />
muro di sostegno corredato da nicchie in cui, intorno al<br />
1885, il conte Alfredo fece collocare alcune statue del<br />
celebre scultore vicentino Orazio Marinali. Sulla parte<br />
retrostante la villa, nella scarpata che guarda verso<br />
Gorizia, fu realizzato il «Giardino delle rocce», costituito<br />
giardini da visitare<br />
88<br />
da grossi macigni tra i quali furono piantate specie esotiche<br />
tipiche del clima mediterraneo quali agavi, yucche<br />
e mirti, purtroppo oggi scomparse.<br />
La vegetazione prevalente del resto del giardino era<br />
costituita da molte specie sempreverdi di tipo mediterraneo,<br />
che ancora oggi si possono osservare, quali lecci<br />
(Quercus ilex), palme (Chamaerops humilis e Trachicarpus<br />
fortunei), pini (Pinus pinea, Pinus halepensis), allori e an -<br />
che qualche quercia da sughero (Quercus suber) di cui<br />
un esemplare è tuttora esistente.
Il conte completò l’interevento con la realizzazione, avvenuta nel<br />
1914, di un tempietto neoclassico progettato dall’architetto Giro -<br />
lamo Luzzato e posto su una montagnola artificiale che domina, per<br />
altezza, l’intero giardino, realizzata con 2300 metri cubi di terra provenienti<br />
dalla vicina Cronberg.<br />
Una delle statue<br />
scolpite dal<br />
vicentino Orazio<br />
Marinali e<br />
portate in<br />
giardino dal<br />
conte Alfredo<br />
intorno al 1885<br />
Il viale centrale<br />
è contornato<br />
da una ricca<br />
vegetazione in<br />
parte tenuta in<br />
forma obbligata<br />
La terrazza belvedere, un tempo non soffocata<br />
dalla vegetazione, era un punto panoramico<br />
da cui osservare il paesaggio circostante<br />
89 giardini da visitare
La proprietà subì gravi danni durante la Prima guerra<br />
mondiale in quanto Gorizia, e la zona circostante,<br />
erano teatro di furiosi combattimenti tra italiani e<br />
austriaci. Nel 1944 il palazzo fu sede di un comando<br />
tedesco che impose di realizzare un cancello per<br />
meglio proteggere l’accesso alla proprietà e una piscina<br />
per il diletto degli ufficiali. Il conte Guglielmo,<br />
nipote di Alfredo, al fine di esaudire le richieste fece<br />
collocare un portale prelevato da villa Attems Petze -<br />
stein nella vicina Piedimonte, distrutta durante la<br />
grande guerra, e disegnò personalmente la piscina.<br />
Nel secondo dopoguerra il conte collocò in giardino<br />
la Ecate tri formis del II<br />
secolo d.C. proveniente,<br />
mol to probabilmen -<br />
te, dal castello di Cron -<br />
berg, confiscato dalla<br />
Yugo sla via insieme ai<br />
terreni agricoli della<br />
fa miglia Coronini Cron -<br />
berg. Il conte Gugliel -<br />
mo, morto nel 1990,<br />
dispose l’istituzione di<br />
una Fonda zione (Fon -<br />
da zione Pa lazzo Co -<br />
ronini Cronberg) che<br />
attualmente gestisce la<br />
proprietà.<br />
Tra il folto della vegetazione<br />
si scorge a fatica<br />
il tempietto monoptero<br />
costruito nel 1914<br />
su una montagnola artificiale<br />
Una seduta in pietra locale<br />
che s’incontra lungo il sentiero<br />
che conduce al tempietto<br />
giardini da visitare<br />
90<br />
Il tempietto era il punto panoramico<br />
di osservazione a cui si accede mediante<br />
percorsi interni ad andamento irregolare.<br />
Fu lievemente danneggiato durante<br />
la Prima guerra mondiale e, in seguito,<br />
restaurato dai conti Coronini.<br />
Nei giardini di Gorizia sono presenti tempietti<br />
neoclassici, come accade, per esempio,<br />
nel giardino di palazzo Attems Santacroce,<br />
ora sede comunale
GIARDINO<br />
CORONINI<br />
CRONBERG<br />
GORIZIA<br />
Il giardino<br />
è aperto al pubblico e<br />
visitabile gratuitamente<br />
mentre il palazzo,<br />
che ospita le collezioni<br />
d’arte dei Coronini,<br />
è visitabile a pagamento.<br />
È possibile effettuare<br />
visite guidate del giardino.<br />
FONDAZIONE PALAZZO<br />
CORONINI CRONBERG<br />
viale XX Settembre 14<br />
Gorizia<br />
www.coronini.it<br />
info@coronini.it<br />
FRIULI<br />
VENEZIA GIULIA<br />
Udine<br />
PARCO CORONINI<br />
Trieste<br />
Gorizia<br />
Il castello di Gorizia<br />
visto dal giardino Coronini Cronberg<br />
Il grande prato<br />
posto nel tratto terminale del giardino,<br />
sotto il «Giardino delle rocce»,<br />
in direzione del centro di Gorizia.<br />
In quest’area, probabilmente,<br />
il conte Alfredo avrebbe voluto realizzare<br />
un laghetto artificiale<br />
91 giardini da visitare
La fioritura è veramente<br />
spettacolare<br />
SUSINE<br />
CINO-GIAPPONESI<br />
in giardino<br />
Le susine cino-giapponesi appartengono alla<br />
specie Prunus salicina, molto affini alle “prugne”<br />
europee (Prunus domestica), ma con caratteri<br />
distintivi. Le varietà di susine cino-giapponesi<br />
sono per alcuni aspetti meno rustiche delle “cugine”<br />
europee. La fioritura è molto precoce, quasi contemporanea<br />
ad albicocco e mandorlo, e comporta un maggior<br />
rischio di subire danni per le brinate primaverili. Se le<br />
condizioni climatiche durante l’impollinazione sono<br />
fredde e nebbiose l’allegagione può essere scarsa.<br />
In effetti gli areali ottimali per questa specie sono<br />
quelli meridionali o le aree con bassa umidità am -<br />
bientale, come la collina e la pedecollina. Non è un<br />
caso se la maggioranza delle nuove varietà provengono<br />
dallo stato della California, dove la coltivazione<br />
del susino cino-giapponese trova un ambiente particolarmente<br />
favorevole. Se proprio non si vuol rinunciare<br />
a questa specie anche in ambienti con frequenti<br />
ritorni di freddo, si dovrà provvedere a disporre le<br />
piante in posizione riparata, per esempio sul lato sud<br />
dell’abitazione.<br />
Le distanze di piantagione devono essere stabilite<br />
considerando la fertilità del terreno e le dimensioni<br />
della pianta. Inoltre si deve tener conto del diverso<br />
comportamento esistente tra le singole varietà: alcune<br />
(per esempio ‘Goccia d’Oro’ e ‘Obilnaja’) presentano<br />
rami laterali a crescita quasi orizzontale e assumono<br />
quindi una forma allargata (portamento espanso);<br />
altre, come ‘Fortune’ o ‘Angeleno’, presentano rami a<br />
crescita quasi verticale e si sviluppano più in altezza<br />
che in larghezza (portamento assurgente).<br />
frutticoltura<br />
La coltivazione in giardino regala<br />
grandi soddisfazioni con poco<br />
impegno: frutti in abbondanza<br />
e una bellissima fioritura<br />
Alcune susine, come la<br />
varietà ‘Goccia d’Oro’ qui<br />
raffigurata, tendono a<br />
svilupparsi in orizzontale.<br />
Le varietà di questo tipo<br />
vanno piantate a una<br />
distanza di 4-5 metri<br />
DI MASSIMO FORNACIARI<br />
In generale si tratta di piante abbastanza vigorose;<br />
normalmente sono innestate su mirabolano (Pru nus<br />
cerasus) e possono raggiungere dimensioni di circa<br />
4-5 metri d’altezza. Lo sviluppo è piuttosto rapido,<br />
come pure l’inizio della fruttificazione e, già al se -<br />
condo-terzo anno, potremo gustare i primi frutti.<br />
Altre varietà di susine,<br />
come la ‘Black Star’,<br />
hanno uno sviluppo<br />
verticale; in questo caso<br />
si possono ridurre<br />
le distanze tra le piante<br />
fino a 3-3,5 metri
Numerosi rami misti<br />
su una giovane pianta di susino,<br />
prima della potatura<br />
Una pianta generosa<br />
Con la potatura è stata eliminata<br />
una buona parte dei rami, per<br />
evitare un’eccessiva fruttificazione<br />
e favorire la penetrazione di luce<br />
e aria all’interno della chioma<br />
La fioritura di queste piante è veramente spettacolare: dai rami giovani<br />
di un anno, fino alle branche più vecchie, e il fusto sono completamente<br />
rivestiti di fiori. Una fioritura così precoce come quella delle<br />
susine cino-giapponesi è molto condizionata dall’andamento stagionale,<br />
che a volte presenta solo alcuni giorni utili per la fecondazione dei<br />
fiori. Di conseguenza si deve fare di tutto per assicurare un’impollinazione<br />
efficiente, premessa indispensabile per l’allegagione dei frutti.<br />
D’altra parte, se le condizioni ambientali durante la fioritura sono favorevoli<br />
la fruttificazione può essere abbondante anche su piante giovani<br />
ed è allora indispensabile intervenire con un energico diradamento dei<br />
frutti per equilibrare il carico produttivo alle capacità della pianta.<br />
Potatura<br />
In base alla produttività della pianta la potatura delle susine cino-giapponesi<br />
potrà essere abbastanza intensa.<br />
Sulle piante giovani la fruttificazione avviene prevalentemente sui<br />
rami misti, rami di un anno d’età che portano gemme a fiore e gemme<br />
a legno. In questo caso l’obiettivo principale della potatura è il diradamento<br />
di questi rami, eliminando quelli troppo deboli o troppo vigorosi<br />
e lasciandone un numero adeguato. Sulle piante più produttive si<br />
potrà arrivare a eliminare fino al 50% dei rami.<br />
Col passare degli anni anche i rami di due-tre anni e le branchette di<br />
quattro anni o più si rivestono di fiori, portati dai “mazzetti di maggio”<br />
(rami di pochi centimetri di lunghezza che portano un gruppo di<br />
gemme a fiore). Su piante adulte, in piena fruttificazione, la potatura<br />
verrà eseguita con tagli “di rinnovo” per eliminare completamente<br />
qualche branchetta invecchiata e “spuntature” dei rami di 2-3 anni, che<br />
saranno accorciati a circa metà lunghezza. Inoltre potrà essere necessario<br />
continuare il diradamento dei rami di un anno.<br />
I rami di due-tre anni<br />
con la potatura vanno accorciati<br />
per eliminare una parte<br />
di dardi fioriferi e assicurare<br />
che i frutti possano essere<br />
ben alimentati dal ramo<br />
Sui rami misti (rami di un anno<br />
provvisti di gemme a fiore e a legno)<br />
a ogni nodo sono presenti tre<br />
gemme: quelle esterne hanno<br />
una forma tondeggiante e sono a<br />
fiore; quella centrale, più piccola<br />
e appuntita, è una gemma a legno<br />
e darà origine a un germoglio<br />
Sui rami di due anni iniziano poi<br />
a formarsi i dardi fioriferi o<br />
“mazzetti di maggio”: sono corti<br />
rami che crescono pochi millimetri<br />
ogni anno e portano una serie<br />
di gemme a fiore<br />
93 frutticoltura
Un’ampia scelta di cultivar<br />
Nell’ultimo decennio le susine cinogiapponesi<br />
si sono affermate sul mercato<br />
rispetto alle varietà europee, grazie<br />
all’introduzione di numerose nuove<br />
varietà dai frutti attraenti e di grossa<br />
pezzatura.<br />
Quasi tutte le varietà di susine cino-giapponesi<br />
sono autosterili. Per assicurare<br />
un’efficace im polli na zio -<br />
ne e fecondazione è indispensabile<br />
prevedere la<br />
vicinanza di altre varie -<br />
tà. Come im pollinatori si<br />
possono utilizzare il mi -<br />
rabolano selvatico o la<br />
varietà ‘Sorriso di primavera’,<br />
una susina a<br />
ma turazione precoce che<br />
presenta frutti non mol -<br />
to saporiti ma si può ri -<br />
tenere un impollinatore<br />
“universale”.<br />
Al contrario non serve la<br />
vicinanza di piante di<br />
susine europee poiché,<br />
appartenendo a una di -<br />
versa specie, il loro polline<br />
risulta incompatibile.<br />
frutticoltura<br />
In situazioni di forte allegagione è necessario intervenire con<br />
un energico diradamento frutti, che si deve eseguire precocemente<br />
entro 30 giorni dalla fioritura, per evitare l’alternanza<br />
di produzione e migliorare la qualità dei frutti dell’anno in corso<br />
Per assicurare una buona fruttificazione si deve prevedere<br />
la vicinanza di due diverse varietà di susino cino-giapponese.<br />
Nell’immagine, a destra una pianta di ‘Goccia d’Oro’ e a sinistra<br />
una di ‘Sorriso di Primavera’, un impollinatore “universale”<br />
per questa specie. La potatura dell‘impollinatore verrà eseguita<br />
al termine della fioritura per massimizzare la produzione di polline<br />
94
Il capostipite delle varietà a buccia gialla si può<br />
considerare la ‘Goccia d’Oro’ (sinonimo ‘Shiro’), che<br />
matura nella prima metà luglio ed è molto produttiva.<br />
Altre susine gialle sono: ‘Sorriso di Primavera’<br />
(giugno, ottimo impollinatore), ‘T.C. Sun’<br />
(metà agosto), ‘Songold’ (metà agosto)<br />
La regina delle varietà a frutto nero è ‘Angeleno’.<br />
Matura da metà settembre a inizio ottobre ed è molto<br />
produttiva. I frutti sono di buona qualità, purchè si<br />
lascino raggiungere la piena maturazione sulla pianta.<br />
Altre varietà nere sono: ‘Beauty Sun’ (fine giugno),<br />
‘Black Gold’ e ‘Black Diamond’ (fine luglio- agosto),<br />
‘Friar’ (metà agosto).<br />
‘Satsuma’ è una delle prime varietà a buccia rossa,<br />
selezionate negli Stati Uniti alla fine dell’800. Altre<br />
susine rosse: ‘Morettini’ (fine giugno), ‘Obilnaja’<br />
(metà luglio, molto produttiva), ‘Fortune’ e ‘Laroda’<br />
(metà agosto), ‘October Sun’ (fine settembre),<br />
‘Autumn Giant’ (settembre-ottobre)<br />
Oggi sono disponibili varietà di susine cino-giapponesi<br />
che si possono raggruppare in tre diverse “linee” in base<br />
al colore dei frutti: gialli, rossi e neri, con un periodo di<br />
maturazione che va dall’inizio dell’estate (giugno) fino<br />
all’autunno (settembre-ottobre). Più che di epoca di ma -<br />
turazione si dovrebbe parlare di periodo di maturazione:<br />
infatti la raccolta delle susine è sempre molto scalare.<br />
A livello familiare poi si possono eseguire dei passaggi<br />
molto ravvicinati, ogni 2-3 giorni, avendo cura di staccare<br />
solo i frutti completamente maturi. A questo riguardo<br />
per alcune varietà si dovrà fare un po’ di pratica poiché<br />
i frutti tendono a colorarsi molto in anticipo rispetto<br />
alla piena maturazione, che avviene solo quando la<br />
polpa inizia a perdere consistenza.<br />
95 frutticoltura
Sembra incredibile, ma l’agricoltura è uno dei<br />
settori produttivi che, più di ogni altro, è colpevole<br />
di immettere nell’atmosfera gas-serra. Lo<br />
denuncia un rapporto di Greenpeace redatto dal professor<br />
Peter Smith dell’Università di Aberdeen. Lo<br />
stesso rapporto ci ricorda che, per produrre un chilo<br />
di carne di manzo, vengono immessi nell’atmosfera<br />
13 chili di carbonio.<br />
Ma<br />
l’agricoltura?<br />
quanto<br />
inquina<br />
Alessandro Giusberti, Arte Fiera 2008<br />
Humus in calo<br />
Che l’avvento dell’industrializzazione nella gestione<br />
dell’azienda agricola abbia fortemente contribuito a<br />
cambiare l’economia alimentare della popolazione<br />
mondiale è indubbio. Nei paesi occidentali, dove l’agricoltura<br />
è fortemente industrializzata, le rese risultano<br />
ampiamente più elevate rispetto a quelle ottenute<br />
con tecniche bio. La forzatura con concimi chimici<br />
e il controllo delle erbe infestanti tramite diserbi consente<br />
rese quantitative per ettaro inimmaginabili all’inizio<br />
del secolo scorso, quando i terreni erano coltivati<br />
con l’uso delle braccia e dei buoi.<br />
Ma è ormai assodato che tali forzature stanno esaurendo<br />
l’humus dei terreni, causando una riduzione<br />
sempre più marcata delle produzioni. Ed è anche per<br />
arginare tale fenomeno che l’Unione Europea sta oggi<br />
finanziando sostegni economici a favore dell’agricoltura<br />
biologica.<br />
ambiente<br />
TESTO DI MARIA OTTAVIA DE PETRI<br />
FOTO DI DONATELLA FORNI<br />
96<br />
Aiuti così ingenti sono, tuttavia, giustificati anche dalla<br />
conferma che l’agroindustria inquina. Secondo il<br />
Manifesto sul Cambiamento Climatico e il Futuro della<br />
Sicurezza Alimentare redatto dalla Commissione Inter -<br />
nazionale sul Futuro della Nutrizione e dell’Agri col -<br />
tura, l’agricoltura industriale contribuisce a immettere<br />
nell’ambiente almeno il 25% di tutto il gas-serra riversato<br />
nell’atmosfera. Viceversa, ogni ettaro di terreno<br />
coltivato biologicamente sarebbe in grado, secondo<br />
l’AIAB (Associazione Italiana per<br />
l’Agricoltura Biologica) di assorbire nel nostro<br />
paese, ogni anno, una tonnellata e mezzo di<br />
CO2, con un risparmio di 66 milioni di euro nel<br />
debito che l’Italia sta accumulando per non<br />
essere in grado di rispettare quanto impostole<br />
dal protocollo di Kyoto. Anche l’allevamento<br />
bovino è sotto accusa. Secondo la FAO, i ruminanti<br />
allevati in stalla con mangimi proteici<br />
emettono il 18% del gas serra prodotto a livello<br />
mondiale, mentre Vandana Shiva [> GIARDINI<br />
236, MARZO 2009] si augura un ritorno al pascolo<br />
come tecnica di allevamento perché «le vacche che<br />
vivono all’aperto non producono metano».<br />
L’agricoltura industriale<br />
è accusata di inquinare<br />
come o più delle grandi<br />
aziende di produzione.<br />
È davvero così? E cosa<br />
cambierebbe se tutta<br />
l’agricoltura fosse bio?<br />
Ritorno alla filiera corta?<br />
Un discorso a parte meriterebbe, infine, il commercio<br />
mondiale delle derrate alimentari tramite trasporto<br />
aereo, fonte di ulteriori costi ambientali. Secondo COL-<br />
DIRETTI, gli ingredienti di un pasto medio italiano percorrono<br />
più di 1900 chilometri prima di arrivare sulla<br />
nostra tavola. È il risultato della cosiddetta filiera<br />
lunga a cui si contrappone, da qualche tempo, la filiera<br />
corta, con i farmer’s markets, i GAS (Gruppi di Ac qui -<br />
sto Solidale) e i ristoranti a km 0.<br />
Per approfondire<br />
www.greenpeace.org/international/press/<br />
reports/cool-farming-full-report<br />
il testo integrale del rapporto del professor<br />
Peter Smith (in inglese)
Fagus<br />
orientalis<br />
‘Iskander’<br />
La cultivar<br />
fastigiata<br />
dal fogliame<br />
brillante<br />
DI FRANCESCO VIGNOLI<br />
piante emergenti<br />
98<br />
Fagus orientalis è un albero<br />
imponente cha a maturità può<br />
arrivare a 30-40 metri di altezza.<br />
Differisce dal faggio comune<br />
(Fagus sylvatica) per le foglie più<br />
grandi, lucide e di un bel verde scuro,<br />
che in autunno virano vistosamente<br />
al giallo oro. Rispetto al faggio comune,<br />
la pianta giovane ha anche un<br />
maggiore sviluppo in altezza, ma le<br />
restanti caratteristiche e le esigenze<br />
di clima e terreno sono molto simili.<br />
Nonostante Fagus orientalis abbia<br />
mag giori valenze estetiche, nei vivai<br />
è una rarità, e sino a ora non ha dato<br />
varietà botaniche, al contrario del<br />
faggio comune, generosissimo nelle<br />
sue varietà coltivate, che arrivano al<br />
centinaio o più.
La nuova cultivar<br />
L’introduzione della nuova cultivar, Fagus<br />
orientalis ‘Iskander’, di forma fastigiata, è<br />
stata quindi accolta con molta curiosità. La<br />
madre di tutte le piante, che si stanno lentamente<br />
diffondendo in Europa, risulta essere<br />
un maestoso esemplare esistente in un orto<br />
botanico privato, quello<br />
dei vivai Biloba a<br />
Zundert (Olanda), con -<br />
dotti da un Boomer,<br />
famiglia di vivaisti che<br />
tanto ha dato nella<br />
ricerca di nuove va -<br />
rietà.<br />
Fagus orientalis<br />
‘Iskander’ è una<br />
pianta che ha<br />
un aspetto a colonna<br />
solido e imponente.<br />
Le foglie verde<br />
brillante, più grandi<br />
di quelle del faggio<br />
comune, risultano<br />
di aspetto più sano,<br />
impressione dovuta<br />
forse alla loro lucidità<br />
sulla pagina superiore.<br />
Il colore autunnale<br />
è giallo oro e le foglie<br />
restano sulla pianta<br />
più a lungo rispetto<br />
a quelle del faggio<br />
comune.<br />
Fagus orientalis<br />
‘Iskander’ può essere<br />
collocato in giardino da solo, o in gruppi,<br />
in viali o alte cortine di schermatura.<br />
Se piantato in vialetti occorre tener<br />
presente che, come tutti i faggi,<br />
non deve avere pavimentazione<br />
da entrambi i lati della pianta,<br />
altrimenti non si adatta bene.<br />
Il faggio esige terreni profondi,<br />
ben drenati, non troppo umidi.<br />
È un’ottima pianta, sicuramente<br />
una delle migliori per i giardini<br />
di montagna.<br />
99 piante emergenti
BIOPISCINE<br />
Il concetto di biopiscina, detta anche laghetto naturale<br />
balneabile, è relativamente nuovo e inizia ad affermarsi,<br />
in Svizzera, Austria e Germania, nei primi<br />
anni Ottanta del secolo scorso. La differenza principale<br />
tra la piscina tradizionale e la biopiscina sta nel differente<br />
trattamento delle acque. Infatti la piscina tradizionale,<br />
per purificare l’acqua e renderla atta al nuoto e allo svago,<br />
si affida a sistemi chimici. La biopiscina invece si affida a<br />
sistemi di filtrazione naturale rappresentati dal la microflora<br />
e microfauna e dalle piante acquatiche (spon dali,<br />
palustri, sommerse, galleggianti). Le piante hanno la funzione<br />
di assorbire azoto disciolto nell’acqua per limitare i<br />
fenomeni di eutrofizzazione che portano a una forte presenza<br />
di alghe e a un intorbidimento dell’acqua; la mi -<br />
croflora e la microfauna hanno la funzione di vero e proprio<br />
filtraggio. Per potere ottenere un filtraggio naturale<br />
occorre dividere la biopiscina in due parti: la zona balneabile,<br />
utilizzabile per il nuoto e le attività ri creative, e la<br />
zona cosiddetta di rigenerazione, dove si collocano le piante<br />
acquatiche e si ha la maggior presenza di microflora e<br />
microfauna utile (presenti, anche, nell’acqua della zona<br />
balneabile). L’imper mea biliz zazione si ottiene con teli in<br />
PVC. La biopiscina, pertanto, è un luogo vivo che deve<br />
raggiungere un equilibrio tra le popolazioni degli organismi<br />
viventi che lo abitano; al contrario, la piscina tradizionale<br />
è un ambiente asettico in cui la balneabilità è raggiunta<br />
in totale artificialità.<br />
progettare il giardino<br />
100<br />
DI<br />
ERALDO<br />
ANTONINI<br />
Biopiscina a Merano:<br />
a destra la zona di rigenerazione<br />
e a sinistra la zona di balneazione<br />
L’acqua di ritorno spinta dalla pompa<br />
deve essere indirizzata in modo da creare<br />
un flusso superficiale che asporta<br />
il materiale organico grossolano,<br />
ma non lo zooplancton<br />
posto più in profondità
Vista d’insieme di una biopiscina<br />
all’inizio della primavera.<br />
Si notano chiaramente<br />
la zona di rigenerazione<br />
e la zona di balneazione.<br />
Le biopiscine non necessitano<br />
di essere svuotate<br />
a fine stagione,<br />
così mantengono<br />
il loro aspetto<br />
ornamentale<br />
per tutto l’anno<br />
La scaletta<br />
in legno<br />
di accesso<br />
e uscita<br />
dalla zona<br />
balneabile<br />
Separazione,<br />
superficiale,<br />
tra le zone di<br />
balneazione e<br />
rigenerazione.<br />
Sul pelo<br />
d’acqua i pappi<br />
dei pioppi,<br />
che saranno<br />
allontanati<br />
dal flusso<br />
superficiale<br />
dell’acqua<br />
Skimmer<br />
a sfioro o<br />
galleggiante<br />
mentre sta<br />
incamerando<br />
una foglia<br />
Pozzetto<br />
tecnico<br />
con<br />
galleggiante<br />
e troppopieno<br />
Lo zampillo<br />
crea un moto<br />
superficiale<br />
dell’acqua<br />
che facilita<br />
l’intercettazione<br />
del<br />
materiale<br />
grossolano da<br />
parte degli<br />
skimmer<br />
Il disegno<br />
La “biopiscina” può assumere un disegno classico<br />
regolare, per lo più rettangolare, ma si possono creare<br />
anche soluzioni miste in cui a una parte regolare se<br />
ne associa una di forma irregolare, o addirittura realizzare<br />
una forma completamente irregolare. Questi<br />
due ultimi disegni si adattano meglio ai giardini<br />
“irregolari” o naturaliformi, dove la vegetazione as -<br />
sume una disposizione e una forma che imita la natura.<br />
La piscina tradizionale può essere convertita, con<br />
opportuni accorgimenti, in una biopiscina e se ne può<br />
anche cambiare il disegno generale, ampliando la<br />
superficie destinata a quest’uso.<br />
Le varie tipologie<br />
Le biopiscine possono avere un grado di naturalezza<br />
più o meno spinto. Si passa cioè da biopiscine in cui<br />
non vi sono elementi tecnici accessori a biopiscine in<br />
cui il filtraggio naturale è molto spinto. Nel primo<br />
caso i costi sono più contenuti, ma si hanno tutti gli<br />
“inconvenienti” di nuotare in un laghetto artificiale.<br />
Nel secondo caso ci si avvicina maggiormente alle<br />
condizioni di acqua e di ambiente acquatico che si<br />
possono trovare in una piscina tradizionale, con costi<br />
più alti rispetto al primo caso. Le biopiscine naturali,<br />
a bassa tecnologia e a media tecnologia, se ben progettate<br />
e convenientemente manutenute raggiungono<br />
un equilibrio biologico in 3-5 anni, dopodiché l’impegno<br />
manutentivo subirà una notevole riduzione.<br />
101 progettare il giardino
Biopiscina naturale<br />
La biopiscina naturale, quindi, rappresenta la tipologia<br />
più semplice, in cui il controllo dell’acqua non<br />
prevede apporti tecnologici esterni quali pompe e<br />
filtri. La zona balneabile e la zona di rigenerazione<br />
vi hanno le stesse dimensioni (rapporto 1:1) e deve,<br />
per raggiungere un equilibrio naturale, essere di<br />
almeno 150 mq; la componente vegetale deve essere<br />
differenziata (piante palustri, spondali, sommerse<br />
e galleggianti); vi è una certa ricchezza di fauna,<br />
rappresentata prevalentemente da insetti e anfibi, e<br />
quando si nuota si passa molto vicino alle piante,<br />
proprio come se si nuotasse in un laghetto naturale.<br />
La manutenzione deve essere regolare per garantire<br />
una durata nel tempo delle condizioni di balneabilità<br />
dell’acqua.<br />
Biopiscina a bassa tecnologia<br />
La biopiscina a bassa tecnologia prevede l’applicazione<br />
di una pompa, posizionata all’esterno della<br />
biopiscina, a basso consumo (24 volt), che consente<br />
il ricircolo dell’acqua pari al 20% del volume totale<br />
nell’arco delle 24 ore. Il rapporto tra area balneabile<br />
e area di rigenerazione e la tipologia di vegetazione<br />
da adottare sono analoghi alla precedente categoria.<br />
Phragmites australis<br />
e Typha latifolia costituiscono,<br />
in questo caso, buona parte della<br />
vegetazione della zona di rigenerazione<br />
progettare il giardino<br />
102<br />
Vista d’insieme della biopiscina<br />
e sua integrazione con i fabbricati<br />
dell’agriturismo Gruberhof a Lagundo<br />
In evidenza in questa foto<br />
la separazione tra zona di rigenerazione<br />
(in primo piano) e zona di balneazione<br />
Biopiscina a media tecnologia<br />
La biopiscina a media tecnologia rappresenta la soluzione<br />
maggiormente utilizzata in quanto consente un migliore<br />
controllo delle condizione ambientali e allo stesso tempo<br />
mantiene un alto grado di “naturalezza” a costi relativamente<br />
contenuti. Prevede l’applicazione di una pompa,<br />
posta all’esterno della biopiscina, in grado di assicurare la<br />
circolazione dell’intero volume di acqua entro le 24 ore; e<br />
di skimmers. L’acqua deve essere im messa nella biopiscina<br />
dalla pompa in modo tale da creare un flusso superficiale<br />
che contribuisce alla pulizia dei materiali più grossolani<br />
quali foglie, semi, alghe, che sono intercettati dagli<br />
skimmer. La zona di ri ge nerazione deve occupare il 40%<br />
del totale e la vegetazione,<br />
Piante acquatiche<br />
a foglia galleggiante, come le ninfee,<br />
danno una nota di colore<br />
nella zona di rigenerazione<br />
essendoci me no elementi<br />
nutritivi di origine organica,<br />
deve essere selezionata<br />
escludendo le piante con<br />
foglie galleggianti (per e -<br />
sempio le ninfee). La ma -<br />
nutenzione va so prattutto<br />
rivolta alla pulizia delle<br />
ceste degli skimmer che<br />
raccolgono la sostanza or -<br />
ganica grossolana, al controllo<br />
delle piante, che non<br />
di ventino troppo invasive,<br />
e alla pulizia del fondo<br />
almeno una volta all’anno.
Biopiscina ad alta tecnologia<br />
Le biopiscine ad alta tecnologia, rispetto alla categoria<br />
precedente, prevedono un filtraggio più spinto<br />
mediante l’apposizione di filtri di natura organica o<br />
minerale (ghiaia o microfibre). La pompa deve essere<br />
più potente rispetto alla precedente in quanto il ricircolo<br />
dell’intero volume di acqua deve avvenire due<br />
volte al giorno; da qui maggiori costi di energia elettrica<br />
ma anche maggiori oneri manutentivi. I vantaggi,<br />
se tali si possono considerare, sono una maggiore<br />
limpidezza e trasparenza dell’acqua, la possibilità di<br />
un utilizzo intenso e una maggiore area di balneazione:<br />
infatti la zona di rigenerazione può essere ridotta<br />
al 30-35% del totale.<br />
Biopiscina ad altissima tecnologia<br />
Le biopiscine ad altissima tecnologia impiegano maggiori<br />
ausili tecnici per aumentare la zona balneabile a<br />
scapito di quella destinata alla rigenerazione, che solitamente<br />
non è contigua alla balneabile e si limita a interessare<br />
il 30% circa della superficie complessiva. Si ri -<br />
corre al filtraggio soprattutto mediante impiego di filtri<br />
minerali (zeolite, ghiaia ecc.) e si tende a ridurre anche<br />
considerevolmente la presenza delle piante acquatiche.<br />
Il sistema di pompaggio deve assicurare il ricircolo dell’acqua<br />
più volte al giorno. Si ha, quindi un aumento<br />
dei costi gestionali e manutentivi (pulizia o sostituzione<br />
dei filtri).<br />
Una biopiscina ottenuta<br />
dalla trasformazione di una piscina tradizionale.<br />
Quest’ultima rappresenta l’area balneabile<br />
mentre tutt’intorno è stata opportunamente<br />
creata la zona di rigenerazione;<br />
in questo modo si è ottenuto<br />
un biolago naturaliforme che<br />
meglio si integra col paesaggio circostante.<br />
Da notare il corrimano, perfettamente integrato<br />
nell’ambiente della biopiscina,<br />
che facilita l’ingresso<br />
e l’uscita dalla zona balneabile<br />
La vegetazione nella zona di rigenerazione.<br />
A un’osservazione superficiale non si vede<br />
la differenza tra zona balneabile<br />
e zona di rigenerazione<br />
Le foto che illustrano l’articolo si riferiscono a realizzazioni della ditta Luther di Merano
Le generose fioriture<br />
di CAMPO IMPERATORE<br />
Il celebre alpinista Folco Maraini, poliedrico scrittore<br />
e fotografo, autore di pagine straordinarie<br />
sulla montagna himalayana, ha definito l’altopiano<br />
di Campo Imperatore «un piccolo scorcio di Tibet».<br />
Questo luogo dai panorami meravigliosi ricordava<br />
all’esperto orientalista la sconfinata pianura di Phari<br />
Dzong, a quattromiladuecento metri di quota, sulla via<br />
tra l’India e Lhasa, uno dei paesaggi più belli di quel -<br />
l’Asia che tanto lui aveva amato. Campo Imperatore è<br />
uno dei luoghi più suggestivi dell’Ap pennino, capace<br />
di offrire scenari ed emozioni differenti a ogni stagione:<br />
bianco e immobile in inverno, con la neve che lo copre<br />
per intero e brulicante di vita in estate, con i prati verdi,<br />
gli animali al pascolo e i fiori che riempiono la valle di<br />
un’infinità di colori.<br />
itinerari verdi<br />
104<br />
Non appena la neve si scioglie<br />
spuntano a migliaia i crochi<br />
insieme con Scilla bifolia e Gagea fistulosa<br />
DI FABIANO SODI<br />
Campo Imperatore è un’immensa depressione carsica,<br />
la più grande d’Europa. È un’ampia vallata pianeggiante<br />
lunga circa ventisei chilometri e larga ap -<br />
prossimativamente sette, costituita da declivi e pianori<br />
che si alternano a formare un paesaggio unico,<br />
modellato nel corso di migliaia d’anni da un grande<br />
lago glaciale. L’altopiano, posto a una quota media di<br />
milleottocento metri, si trova nel cuore del Gran<br />
Sasso d’Italia ed è circondato da cime molto importanti,<br />
tra le quali spicca il Corno Grande, che con i<br />
suoi duemilanovecentododici metri di quota rappresenta<br />
la vetta più alta della penisola italiana. L’unica<br />
dell’Europa meridionale che conserva ancora un vero<br />
e proprio ghiacciaio.
Scilla bifolia<br />
105 itinerari verdi
Una grande roccia affiorante ricoperta di<br />
Sempervivum arachnoideum, mentre intorno<br />
i prati sono gialli per la fioritura delle viole<br />
In passato, probabilmente fin dal Medioevo se non<br />
addirittura in epoca anteriore, la valle era un’importante<br />
area di pascolo e una via di transito per la transumanza<br />
del bestiame, soprattutto greggi di pecore, che i<br />
pastori percorrevano per condurre gli animali alle distese<br />
erbose del Tavoliere delle Puglie. Cronache del XVI<br />
secolo raccontano che, da metà maggio fino alla fine di<br />
luglio, potevano sostare nell’area anche sessanta o settanta<br />
mila pecore al pascolo, oltre a cavalli e bovini. Una<br />
vera e propria “via della lana” la cui importanza economica<br />
è sottolineata anche dalle numerose fortificazioni che sono poste a protezione<br />
del territorio, come Rocca Calascio, e dall’interesse che la famiglia Medici, i<br />
potenti signori fiorentini, mostrò per questo territorio con l’acquisto di terre e<br />
feudi. A Santo Stefano di Sessanio, uno dei borghi più belli della zona,<br />
lo stemma mediceo accoglie ancora i turisti all’ingresso del paese.<br />
Anemone narcissiflora Gentiana lutea<br />
itinerari verdi<br />
106<br />
Sempervivum<br />
arachnoideum fiorisce<br />
in piena estate<br />
Saxifraga porophylla:<br />
rara sassifraga endemica<br />
dell’Appennino Centrale
Oggi Campo Imperatore è un’importante stazione<br />
sciistica, una delle più rinomate dell’Appennino: possiede<br />
quindici chilometri di piste per lo sci alpino e<br />
sessanta chilometri per lo sci di fondo. Mentre nel<br />
periodo estivo offre un’infinità di percorsi escursionistici<br />
da fare a piedi, in mountain bike oppure a cavallo.<br />
In particolare ospita la più lunga ippovia del no -<br />
stro paese, uno dei più grandi osservatori astronomici<br />
d’Italia e, per chi ama le piante, un piccolo giardino<br />
botanico dedicato alle specie autoctone dell’Ap pen -<br />
nino Centrale.<br />
Arnica montana preferisce<br />
i terreni sassosi dei versanti<br />
al margine della valle<br />
Orchis pallens: una delle<br />
numerose orchidee spontanee<br />
del Gran Sasso<br />
In maggio<br />
Viola eugeniae subsp.<br />
eugeniae ricopre<br />
con i suoi fiori<br />
chilometri<br />
e chilometri<br />
di prateria<br />
Viola eugeniae<br />
subsp. eugeniae<br />
è una pianta<br />
dal portamento esile<br />
ma allo stesso tempo<br />
anche molto tenace<br />
e invadente<br />
Ranunculus millefoliatus<br />
s’insedia sul fondo delle doline,<br />
dove il terreno è più umido<br />
107 itinerari verdi
L’aspetto più rilevante della flora del Gran Sasso è rappresentato dalla vegetazione<br />
rupicola che popola i ghiaioni, le cenge e le fessure rocciose alle quote<br />
più elevate. Ne sono un esempio gli eleganti papaveri alpini (Papaver degenii<br />
e Papaver julicum) che vivono nella sella tra i due Corni, lungo il crinale<br />
del Monte Portella e sulle pendici del Corno Grande, oppure la rara stella<br />
alpina dell’Appennino (Leontopodium nivale) o anche il genepì (Artemisia<br />
umbelliformis subsp. eriantha). Questa varietà di artemisia è reperibile esclusivamente<br />
sulla Maiella, sui Monti Sibillini e appunto sul Gran Sasso, dove si<br />
insedia sui pendii esposti a nord, soprattutto in prossimità delle creste rocciose<br />
oltre i duemilacinquecento metri di quota. Il<br />
genepì è un’erba dalle proprietà aromatiche utilizzata<br />
nella preparazione artigianale di liquori e proprio a<br />
causa della raccolta che viene fatta, in alcuni casi eccessiva,<br />
corre il rischio di scomparire. Le piante che popolano<br />
l’ambiente montano più estremo sono costituite in<br />
massima parte dai così detti relitti glaciali, vale a dire da<br />
specie botaniche la cui origine è da mettere in relazione<br />
con le regioni fredde del nord Europa. Queste essenze<br />
vegetali migrarono verso sud in conseguenza delle glaciazioni<br />
e oggi, che i ghiacci si sono ritirati a latitudini<br />
più settentrionali, vivono accantonate in stazioni di<br />
rifugio isolate sulle cime dei monti più alti, dove trovano<br />
le condizioni necessarie alla loro sopravvivenza.<br />
itinerari verdi<br />
108<br />
Gentiana<br />
kochiana<br />
Crocus albiflorus<br />
insieme con<br />
Scilla bifolia
Tutto il comprensorio del Gran Sasso è un<br />
paradiso di fiori rari, un luna park per botanici<br />
in cerca di emozioni. Questo prezioso<br />
gioiello dell’Appennino ospita endemismi,<br />
relitti e specie uniche, ma tutto questo non<br />
sarebbe niente senza le spettacolari fioriture<br />
che in primavera ed estate accendono di colori,<br />
sempre differenti, le infinite praterie di<br />
Campo Imperatore. Lo scenario è uno dei più<br />
suggestivi. Non appena la neve si scioglie<br />
spuntano impazienti i primi crochi (Crocus<br />
albiflorus): il bulbo ha trascorso l’inverno a<br />
riposo nel terreno e adesso non chiede altro<br />
che di germogliare. All’inizio emerge qualche<br />
corolla qua e la, alcuni fiori fanno capolino<br />
tra la neve che a chiazze ingombra ancora il<br />
suolo, poi diventano sempre di più, germogliano<br />
in gruppi, in -<br />
vadono il terreno li -<br />
bero e alla fine e -<br />
splodono come una<br />
valanga a decine e<br />
decine di migliaia<br />
fino a ricoprire interamente<br />
il suolo.<br />
Qualcuno è bianco,<br />
altri sono rosati o<br />
più spesso violetti e<br />
li accompagna un<br />
numero altrettanto<br />
grande di Scilla bi -<br />
folia, insieme a qual -<br />
che sparsa gagea<br />
(Gagea fistulosa) di<br />
colore giallo.<br />
Tra le specie endemiche una delle più caratteristiche<br />
è Cynoglossum magellense<br />
I delicati<br />
fiori<br />
di Androsace<br />
villosa<br />
109 itinerari verdi
La stagione avanza e con il crescere della temperatura tutto<br />
diventa verde, in maggio i prati raggiungono il massimo del<br />
loro vigore e la maggior parte delle piante comincia a fiorire.<br />
Ecco che sbocciano il timo, i trifogli, i ranuncoli, gli anemoni, le<br />
pulsatille, le genziane e non mancano specie inusuali come la<br />
Valeriana tuberosa o le orchidee spontanee. In un solo metro<br />
quadrato di prateria si può arrivare a contare decine e decine di<br />
specie differenti; mentre gli affioramenti rocciosi accolgono<br />
androsace, borracine, semprevivi e rare sassifraghe. Tra le nu -<br />
merose specie endemiche che fanno parte di questo ecosistema<br />
si può ricordare Cynoglossum magellense, Saxifraga porophylla<br />
e l’impareggiabile Viola eugeniae subsp. eugeniae, una violetta<br />
esclusiva dell’Appennino centrale che può avere fiori indifferentemente<br />
di colore giallo o<br />
violetto con la gola gialla.<br />
Quest’erba dal portamento<br />
minuto ma dalle doti insospettabili<br />
è in grado, con la sua esuberante<br />
fioritura, di ricoprire<br />
prati interi per chilometri e chilometri<br />
dando vita a un altro<br />
degli spettacoli più belli offerti<br />
da questo altopiano.<br />
itinerari verdi<br />
Le rocce ospitano arbusti<br />
contorti e striscianti come<br />
Rhamnus pumilus<br />
110<br />
Dactylorhiza sambucina,<br />
precoce orchidea che popola<br />
i prati di Campo Imperatore,<br />
può avere indifferentemente<br />
fiori gialli o porpora
Pulsatilla alpina<br />
con i suoi fiori candidi<br />
è una delle prime<br />
specie a fiorire<br />
111 itinerari verdi
TESTO E FOTO DI ALESSANDRO MESINI<br />
DISEGNO DI GABRIELLA GALLERANI<br />
Il piacere<br />
di essere<br />
gialli<br />
piante spontanee<br />
Gli Alyssum sono piante da fiore perenni, originarie dell’area<br />
mediterranea, diffusesi in tutto il continente europeo, fino<br />
ai monti Carpazi. Adattati ai climi aridi e montani,<br />
mostrano comunque una grande versatilità. Molto simili al genere<br />
Alyssum sono le piante appartenenti al genere Alyssoides, e spesso<br />
tutte, senza distinzione tra i due generi botanici, vengono chiamate<br />
volgarmente “alissi”: elemento di riconoscimento caratterizzante per<br />
entrambi è la vistosa fioritura gialla.<br />
Alyssoides utriculata, chiamato anche vescicaria maggiore o alisso<br />
utriculato, per la forma dei frutti simili a borracce di pelle, si distingue<br />
dalle altre specie perché in natura radica in suoli superficiali e rocciosi,<br />
sulle rupi, in posizioni ben esposte e sempre molto panoramiche; anche<br />
su detriti non compattati, in ambienti termofili e xerofili dove assume il<br />
ruolo di pianta colonizzatrice, da 200 metri di quota fino a 1800.<br />
È pianta suffruticosa con fusti legnosi o semilegnosi che<br />
portano rami eretti o leggermente arcuati, così<br />
da formare cespugli semisferci arrotondati.<br />
Le dimensioni sono condizionate dalle<br />
caratteristiche del substrato: può raggiungere i<br />
50 cm di altezza, ma nella maggior parte dei<br />
casi si arresta a poco più di 20 cm.<br />
Le foglie della rosetta basale, lunghe da 2 a 4 cm<br />
e larghe poco più di mezzo centimetro, sono<br />
a forma di spatola allungata, e caratterizzate<br />
da una nervatura centrale marcata.<br />
Al centro delle rosette fogliari si<br />
sviluppa lo scapo fiorale, che porta foglie<br />
alterne simili a quella della base.<br />
I fiori, tipici della famiglia delle<br />
Crucifere, sono abbastanza grandi, di<br />
colore giallo oro deciso. I petali, di forma<br />
arrotondata, sono lunghi circa 2 cm,<br />
i sepali la metà. Il fiore è ermafrodito.<br />
Il frutto è una piccola siliqua di forma sferica<br />
leggermente compressa<br />
che vira progressivamente di<br />
colore dal verde chiaro al<br />
bruno. Al suo interno a maturità<br />
si trovano semi scuri e lucidi simili a<br />
piccolissime lenticchie.<br />
I frutti sono presenti<br />
sulla pianta mentre<br />
la fioritura è ancora<br />
in corso, e virano<br />
dal verde tenero al bruno<br />
112<br />
Alisso
Dove in giardino<br />
Pianta ideale per giardini rocciosi, è coltivabile in tutta<br />
Italia perché resistente al freddo. Dove gli inverni sono rigidi<br />
e con temperature sotto lo zero per lunghi periodi mantiene<br />
il suo carattere perenne, disseccando in parte o tutta<br />
la parte aerea, per tornare a vegetare in primavera.<br />
La posizione scelta deve essere sempre ben esposta, anche<br />
calda e in pieno sole, purché si effettuino bagnature di soccorso<br />
durante il periodo estivo. In ogni caso, per una fioritura<br />
copiosa è necessario garantire almeno tre-quattro ore<br />
di sole pieno.<br />
I boccioli<br />
prima di<br />
aprirsi<br />
si tingono<br />
di un<br />
colore<br />
rosso<br />
vinato<br />
I fiori sono<br />
riuniti in<br />
strutture<br />
semiglobose<br />
e<br />
si aprono<br />
in modo<br />
scalare<br />
dalla<br />
periferia<br />
verso<br />
il centro<br />
Esigenze colturali<br />
Gli Alyssoides vogliono poche cure, perché resistenti e rustici;<br />
solo se posti in condizioni lontane da quelle naturali sono<br />
soggetti ad attacchi di parassiti e problematiche sanitarie.<br />
PREVENZIONE L’eccesso di umidità e una scarsa circolazione<br />
dell’aria, favorita anche dalla presenza di impianti di<br />
irrigazione a pioggia, può predisporre all’attacco da parte<br />
di miceti e insetti di specie diverse. Per controllare entrambi,<br />
in via preventiva, si consiglia di effettuare a primavera,<br />
sempre prima della fioritura, quando i boccioli non sono<br />
ancora molto sviluppati, due trattamenti in successione: il<br />
primo applicando un insetticida ad ampio spettro, il secondo<br />
un fungicida. Questi trattamenti non sono necessari nei<br />
giardini rocciosi caratterizzati da apporti idrici moderati,<br />
suoli ben drenati e privi di ristagno.<br />
È adatta a formare macchie di colore: il consiglio è di porle<br />
a dimora in gruppi così che i cespuglietti possano concrescere<br />
formando una massa piacevolmente mossa e arrotondata.<br />
Il terreno deve essere fresco e soprattutto ben drenato, perché<br />
la pianta soffre i suoli pesanti, argillosi e con ristagno.<br />
Torba e sabbia dovrebbero rappresentare in parti uguali la<br />
metà del substrato impiegato, il comune terriccio da fiori la<br />
restante parte.<br />
Le foglie<br />
della<br />
rosetta<br />
basale<br />
sono<br />
allungate<br />
e con<br />
nervatura<br />
centrale<br />
evidente<br />
Gli<br />
Alyssoides<br />
prediligono<br />
terreni<br />
superficiali<br />
su<br />
substrati<br />
rocciosi,<br />
sempre<br />
ben<br />
esposti<br />
al sole<br />
CONCIMAZIONI Le piante si nutrono ogni 3-4 settimane<br />
diluendo nell’acqua di bagnatura un fertilizzante per piante<br />
da fiore; in alternativa distribuendo nel sottochioma un<br />
prodotto in granuli a lenta cessione ogni 90-120 giorni.<br />
IRRIGAZIONI Le bagnature in condizioni normali e nella<br />
buona stagione devono essere distanziate di almeno una<br />
set timana; in primavera e in suoli profondi e freschi l’intervallo<br />
può essere anche doppio. Vale l’indicazione pratica di<br />
saggiare il terreno con le mani e solo quando si presenta<br />
asciutto da un paio di giorni si può bagnare. Si bagna il terreno<br />
a fondo senza infradiciarlo. Durante il lungo riposo<br />
vegetativo la pianta non deve essere irrigata, ma ci si deve<br />
limitare a mantenere il terreno fresco a fronte di un periodo<br />
di prolungata siccità.<br />
113 piante spontanee
1<br />
Quante erbe in un prato! Da lontano sembrano<br />
tutte uguali ma se ci si avvicina si co -<br />
mincia a distinguerle: i sonaglini della bri -<br />
za, il loglio, la coda di topo, l’avena, il trifoglio, la festuca…<br />
E tra le erbe vivono tanti fiori: ombrelle di fiori bianchi della<br />
carota selvatica, o gialle del finocchio, e poi salvie dalle spighe<br />
blu, veroniche azzurre, pratoline, ranuncoli, camomille<br />
e il tarassaco che, dopo aver coperto d’oro il prato, lo ricopre<br />
di soffici soffioni. Ogni fiore, ogni zolla del prato, ogni filo<br />
d’erba sono popolati di visitatori che volano, strisciano, saltellano,<br />
corrono: afidi, formiche, coccinelle, uccelli, api, bombi,<br />
farfalle, ragni, rospi, cavallette, grilli… Tutti insieme, vegetali,<br />
animali e suolo formano un ecosistema complesso in<br />
cui ciascuno ha un ruolo preciso.<br />
Campi e prati<br />
A volte si fa confusione tra campi e prati, ma non è difficile<br />
distinguere gli uni dagli altri. Il prato, infatti, d’autunno<br />
appassisce, si copre di erbe secche e brune e sembra morto,<br />
ma ecco che, a primavera, dai semi e dalle radici nascoste<br />
spuntano nuove piantine, nuovi fili d’erba e in breve tutto si<br />
copre di verde e di fiori. Nessun prato è uguale a un altro: ci<br />
sono prati di pianura e prati di montagna, prati soleggiati e<br />
prati ombrosi, prati umidi o asciutti e ciascuno ospita erbe,<br />
fiori e animali che sono adatti al luogo. I campi, invece,<br />
ospitano piante omogenee o monocolture e ogni anno<br />
devono essere nuovamente seminati perché la loro<br />
vita dipende interamente dall’azione dell’uomo. 2<br />
bambini e ambiente<br />
114<br />
AMBIENTI<br />
DI ELIANA CONTRI E ERMES LASAGNI<br />
IL PRATO
3 4<br />
L’uomo e i prati<br />
In realtà anche i prati sono opera dell’uomo: infatti, se fossero<br />
completamente abbandonati, ben presto sarebbero in -<br />
vasi da arbusti e alberi e si trasformerebbero in boscaglie<br />
incolte e foreste selvagge così come erano un tempo, prima<br />
che l’uomo, con fatica, li ripulisse per farvi pascolare i suoi<br />
animali. Persino i prati naturali, i prati alpini che troviamo<br />
oltre il limite degli alberi, sono influenzati dalle azioni u -<br />
mane come la pastorizia: gli animali, infatti, brucando e calpestando<br />
le erbe con i loro zoccoli favoriscono la crescita<br />
delle specie più resistenti rispetto ad altre. Un prato comunque<br />
continua a vivere soltanto se viene pascolato o falciato<br />
almeno una volta l’anno.<br />
Radici preziose<br />
Perché, se camminiamo in un prato, ci sembra di camminare<br />
su un folto tappeto? Perché il terreno è ricco di humus e<br />
quindi spugnoso e leggero. Basta tagliare una piccola zolla<br />
per capirlo: in uno strato profondo circa 5 cm troviamo un<br />
intrico di radici più numerose delle erbe che crescono in<br />
superficie. Sono le radici che garantiscono la sopravvivenza<br />
di erbe e fiori dopo lo sfalcio o il pascolo e costituiscono<br />
anche il nutrimento per animali, batteri e funghi che nell’ecosistema<br />
del prato hanno il ruolo di decompositori. Parti -<br />
colarmente preziose sono le radici di piante leguminose<br />
come il trifoglio, perché hanno la capacità di arricchire di<br />
azoto il terreno che, quindi, non ha la necessità di essere<br />
concimato con fertlizzanti azotati.<br />
La vita nascosta<br />
Sono numerosi gli animali che vivono fra le erbe e che possiamo<br />
facilmente osservare e numerosissimi quelli che vi vono<br />
nascosti nel terreno, fra le radici o ben mimetizzati e sfuggono<br />
invece al nostro sguardo. La sputacchina, per esempio, è<br />
una larva di insetto che si nasconde dentro una schiuma che<br />
emette e posa sugli steli di erbe e fiori. Un altro animale segreto<br />
è la talpa, che vive sotto terra e scava lunghe gallerie: in<br />
superficie vediamo solo piccoli cu muli di terra, frutto dei suoi<br />
scavi. Nascosti ma molto utili sono i lombrichi: rimescolano<br />
detriti vegetali e terra rendendo soffice e ricco il terreno. Pen -<br />
sate che in un anno i lombrichi riescono a smuovere circa 5<br />
tonnellate di terra per ettaro: un lavoro straordinario!<br />
5 6<br />
Nel prossimo numero: LO STAGNO<br />
Catene alimentari del prato<br />
Come sempre, alla base dell’ecosistema ci sono i produttori,<br />
che sono le piante verdi, in questo caso le erbe, che per<br />
mezzo della clorofilla, della luce solare, dell’acqua trasportata<br />
dalle radici e dell’anidride carbonica assorbita dall’aria<br />
producono zuccheri, grassi e proteine che servono a fabbricare<br />
le piante stesse. E poi ci sono i consumatori di 1°<br />
ordine, che sono animali erbivori, per esempio quelli che<br />
pascolano o anche molte specie di insetti; e i consumatori di<br />
2° ordine, che si nutrono di erbivori e diventeranno a loro<br />
volta preda di carnivori; e così via sino ai decompositori,<br />
l’ultimo anello della catena che riporta tutto alla terra e<br />
quindi di nuovo alle piante.<br />
115 bambini e ambiente
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concimazione, all’irrigazione, alla potatura, all’innesto e ai trattamenti<br />
antiparassitari)<br />
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Un tempo poco comune, la ghiandaia (Garrulus glandarius)<br />
è uno degli uccelli che meglio hanno saputo adattarsi<br />
TESTO DI<br />
ai cambiamenti apportati dall’uomo all’ambiente, sfruttando<br />
ALESSANDRO MESINI<br />
DISEGNO DI<br />
spesso spazi nuovi quali parchi e giardini e la vicinanza agli insediamenti<br />
GABRIELLA GALLERANI<br />
come occasione per procacciarsi cibo e rifugio. Uccello tipico dei boschi,<br />
e in particolar modo dei querceti, dal piano al monte, si trova spesso a<br />
saltellare sul prato dei giardini<br />
GHIANDAIA<br />
dove trova vermi, semi, bacche<br />
e protezione da gazze e<br />
cornacchie che ne<br />
depredano<br />
i nidiacei.<br />
amici animali<br />
118
Oggi piuttosto comune, è uno degli uccelli<br />
più facilmente riconoscibili per le dimensioni<br />
tutt’altro che trascurabili (34 cm di altezza<br />
e 54 cm di apertura alare), per la livrea<br />
colorata e per la modalità di volo che prevede<br />
partenze da terra con rapidi tratti ascendenti<br />
verso la vegetazione dove trova rifugio.<br />
Uccello abbastanza timido, una volta<br />
individuata la presenza dell’uomo tende<br />
a nascondersi e frequenta le mangiatoie<br />
in vernali solo quando deserte.<br />
Il piumaggio, uguale in tutto e per tutto nei<br />
due sessi, a terra è poco vistoso quando predomina<br />
il colore di fondo nocciola sfumato in<br />
toni più accesi; una volta in volo, ad ali spiegate,<br />
si manifesta in tutto il suo splendore<br />
evidenziando le barrature nere e azzurre<br />
delle copritrici, le remiganti bianche e nere, la<br />
coda nera che contrastano nette con il colore<br />
del corpo. Il becco e i grandi occhi tondi sono<br />
scuri, nera la picchiettatura della fronte, bianca<br />
la gola, ornata lateralmente di nero.<br />
Diffusa in tutta Europa a eccezione dell’area baltica<br />
e dell’Islanda, ha carattere stanziale e assume soltanto<br />
dopo l’involo dei piccoli un habitus erratico.<br />
Le migrazioni invernali, e il conseguente<br />
incremento nelle nostre regioni di questi<br />
uccelli, riguardano le sole popolazioni<br />
del Nord Europa.<br />
La dieta della ghiandaia è molto varia e questo le<br />
permette di potersi adattare ad ambienti diversi.<br />
Si nutre di vegetali: in autunno, per esempio, predilige<br />
le ghiande, ma non disdegna all’occasione anche<br />
prede animali, le uova di altri uccelli in primis.<br />
Il nido è di norma collocato su di un pino o altra<br />
conifera ben esposta alla luce. A un’altezza di cir -<br />
ca quattro metri da terra la ghiandaia forma un<br />
nido abbastanza grande e di forma esternamente<br />
non troppo curata, costruito ammucchiando ra -<br />
metti, muschio, erba secca e materiali diversi. Nei<br />
giardini può nidificare anche nelle siepi in mancanza<br />
di conifere oppure se queste sono già state<br />
occupate dalle più combattive gazze.<br />
Ogni coppia produce una sola nidiata nell’anno perché i<br />
piccoli una volta involatisi dal nido restano insieme ai<br />
genitori. La femmina depone al massimo sette uova, più<br />
normalmente cinque, lunghe poco più di 3 cm, con il<br />
guscio a colorazione finemente puntinata. La cova, a<br />
opera di entrambi i genitori, dura due settimane e mez -<br />
zo, e tre settimane dopo la schiusa i piccoli abbandonano<br />
il nido.<br />
119 amici animali
Primavera in<br />
VAL SERIANA<br />
itinerari verdi<br />
DI ELIANA CONTRI E ERMES LASAGNI<br />
Tra fioriture spontanee<br />
e specie rare<br />
I fiori rosa-malva<br />
striati di viola di<br />
Orchis mascula sono<br />
raccolti in lunghe<br />
spighe erette che<br />
si alzano al di sopra<br />
delle erbe, perciò sono<br />
facili da individuare<br />
sui pendii dei pascoli.<br />
Questa è un’orchidea<br />
abbastanza diffusa<br />
nel nostro paese<br />
ma è sempre molto<br />
piacevole poterla<br />
ammirare<br />
120<br />
Il sentiero taglia<br />
con una linea netta<br />
la costa soleggiata;<br />
dall’alto si notano<br />
le case rustiche,<br />
il verde nuovo dei<br />
frassini e degli aceri<br />
e il prato che da anni<br />
non è più tagliato<br />
e comincia a essere<br />
invaso da arbusti.<br />
Fra qualche anno, se<br />
non ci sarà pascolo o<br />
il taglio dell’erba, qui<br />
ci sarà una boscaglia<br />
LOMBARDIA<br />
VAL SERIANA<br />
Bergamo<br />
Milano<br />
Sulla Filaressa la roccia<br />
calcarea esce in<br />
superficie, mostrando<br />
fenditure ricche<br />
di vegetazione. Qui<br />
gli arbusti di pero<br />
corvino riescono<br />
a trovare tasche di terreno<br />
per vivere e fiorire<br />
generosamente accanto<br />
a sassifraghe,<br />
semprevivi e sedum<br />
Èbella la Val Seriana,<br />
e ricca di paesaggi<br />
diversi, caratterizzati<br />
da ampie zone pianeggianti<br />
a terrazzi, delimi tate<br />
da gradini e scarpate ripide.<br />
Basta camminare un<br />
po’ e dopo conche luminose e pendii verdissimi si<br />
incontrano faggete dense e abetaie cupe e poi, all’improvviso,<br />
ecco faglie e falesie che mettono a nudo<br />
pareti calcaree di antica origine marina, che sono tipiche<br />
dei paesaggi dolomitici e, più su ancora, rocce<br />
scure di origine vulcanica.<br />
Profondamente incisa dal fiume Serio che ha scavato<br />
nei secoli profonde gole, marmitte dei giganti, orridi e<br />
spettacolari cascate, la valle si suddivide in numerose<br />
vallette laterali pensili, tutte di grande valore naturalistico.<br />
In questa zona, occupata dai versanti meridionali<br />
delle Alpi e delle Prealpi Orobiche, sopravvissero<br />
infatti, durante il periodo della glaciazione, specie<br />
di fiori oggi considerati preziosi perché estinti altrove<br />
e quindi rari.<br />
Sono fiori come il Ranuculus thora, la dafne odorosa,<br />
la bellissima silene di Elisabetta (Silene elisabethae) e<br />
poi campanule, genziane, viole, aquilegie, primule,<br />
orchidee… innumerevoli specie che da primavera<br />
all’autunno qui si possono ammirare.
Nel prato, dove spiccano i fiori gialli<br />
e i “soffioni” del tarassaco, è quasi<br />
giunto il tempo della prima fienagione.<br />
Intorno spiccano i pendii coperti<br />
I grandi fiori a imbuto della<br />
Gentiana clusii, che viene spesso<br />
confusa con la kochiana; in realtà<br />
le due specie non solo hanno<br />
particolari diversi nella forma<br />
di fiori e foglie, ma crescono<br />
in ambienti diversi: la prima solo<br />
in terreni calcarei, la seconda<br />
in terreni silicei<br />
da densi boschi, in basso si stende<br />
la pianura fittamente abitata,<br />
ma qui domina il silenzio: non sono<br />
ancora salite le mandrie ai pascoli estivi<br />
L’incontro con la dafne odorosa,<br />
Daphne cneorum, non può certo passare<br />
inosservato, perché a notevole distanza<br />
già si fa preannunciare dal suo intenso,<br />
inconfondibile profumo. Si tratta<br />
di un cespuglio prostrato che cresce<br />
su substrato calcareo e da aprile a luglio<br />
forma cuscini di fiorellini rosa. È una<br />
specie piuttosto rara nel nostro paese<br />
Miniere<br />
pascoli<br />
fiori<br />
Sino agli anni Ottanta su<br />
questi monti erano ancora<br />
attive numerose mi -<br />
niere per l’estrazione di<br />
ferro, zinco e piombo e<br />
altri minerali che servivano<br />
ad alimentare le<br />
industrie della pianura<br />
sottostante. Oggi, esauriti<br />
i minerali e chiuse le<br />
miniere, delle quali qua e<br />
là si vedono ancora gli<br />
imbocchi, la montagna<br />
non ha smesso di vivere:<br />
lo dicono i sentieri ben<br />
attrezzati, i rifugi accoglienti,<br />
i paesi ricchi di<br />
tradizioni e di folclore, i<br />
prati sfalciati e i pascoli<br />
alti che ogni anno da giugno<br />
a settembre vedono<br />
il ritorno di mandrie e di<br />
greggi. Oggi, in questi<br />
luoghi restano comunque<br />
le ricchezze del paesaggio<br />
e di una natura in<br />
gran parte intatta che<br />
richiama numerosi visitatori.<br />
Gli itinerari da percorrere<br />
sono davvero tanti,<br />
ognuno ha un periodo<br />
“perfetto” per ammirare<br />
una specie piuttosto che<br />
un’altra: per esempio il<br />
Sentiero dei fiori, che<br />
scorre ai piedi del monte<br />
Arera, a duemila metri di<br />
al tezza, tra le rocce e i<br />
ghiaioni, deve essere vi -<br />
sitato intorno a giugno se<br />
si vuole godere la sua<br />
spettacolare fioritura. A<br />
primavera, tra aprile e<br />
maggio, conviene fare<br />
percorsi a quote inferiori,<br />
dove la fioritura arriva<br />
prima.<br />
121 itinerari verdi
Nell’ombra discreta del bosco è facile incontrare<br />
il “sigillo di Salomone”, Polygonatum odoratum.<br />
I suoi fiori, solitari o appaiati, pendono dal fusto<br />
angoloso come piccoli campanelli bianchi,<br />
appena sfumati di verde. La specie simile,<br />
P. multiflorum, si distingue per i fiori riuniti<br />
a 3 o a 5 e il fusto cilindrico<br />
Ophrys apifera è una piccola orchidea<br />
piuttosto rara e molto graziosa; caratteristico<br />
è il labello, che assomiglia al dorso di un bombo,<br />
uno stratagemma che serve alla pianta<br />
per attirare un vero bombo e farsi così impollinare.<br />
Cresce nei prati magri, su terreno calcareo,<br />
sino a 1500 m di altitudine<br />
itinerari verdi<br />
122<br />
Nei prati aridi, fra le fessure delle rocce,<br />
dove poche piante riuscirebbero<br />
a sopravvivere, il citiso, Cytisus emeriflorus,<br />
è in grado di produrre un’abbondanza<br />
di fiori gialli. Questa specie è un endemismo<br />
prealpino-insubrico, diffuso<br />
in questa zona<br />
Fra le mille erbe che spuntano è facile trovare<br />
il crescione dei prati, Barbarea vulgaris,<br />
dai fiori gialli. Le sue foglie lucenti, ricchissime<br />
di vitamina C e dal gusto amaro, si consumano<br />
in insalata; un tempo curavano le ferite causate<br />
dalle esplosioni nelle miniere, da qui il nome che<br />
deriva da santa Barbara, protettrice dei minatori
La Filaressa<br />
Tra gli itinerari primaverili interessanti e poco faticosi da percorrere c’è<br />
per esempio quello che da una quota di circa 800 m porta a 1135, sul<br />
cucuzzolo della Filaressa, nome che ha il significato di “montagna ricca”.<br />
Per raggiungere la zona, da Bergamo si deve imboccare la strada che<br />
conduce in Val Seriana deviando in direzione di Alzano Lombardo. Poi<br />
si gira a sinistra per Nese e si sale, curva dopo curva, sino a Monte di<br />
Nese. Qui si parcheggia l’auto dietro la chiesa e ci si incammina sul sentiero<br />
che a destra conduce alla Forcella e quindi alla cima della Filaressa.<br />
Si va tra prati soleggiati coperti di tappeti di erbe e di fiori e subito tra il<br />
verde si vedono cuscini di genzianelle (Gentiana verna) di un blu così<br />
brillante da sembrare fosforescenti e piccole Ophrys insectifera dai fiori<br />
bruno-porporini. Più avanti si alzano numerose spighe di fiori rosa di<br />
Orchis mascula, orchidee che quasi si confondono con le vicine Poly -<br />
gala comosa dal colore simile. In cima alla Forcella, proprio al limite di<br />
un bosco di faggi ci sorprendono alcune spighe di Cephalanthera rubra,<br />
orchidee dai meravigliosi fiori di un rosa violaceo. Lasciati i prati, pro-<br />
prio a ridosso di un sentiero sassoso e preannunciati da un intenso profumo,<br />
ecco alcuni cespugli di fiori rosa di dafne odorosa (Daphne cneorum)<br />
e appena più su, con le radici che s’aggrappano tra le rocce di calcare,<br />
ci sono numerosi peri corvini (Amelanchier ovalis) con la loro candida<br />
fioritura. Tra le pareti rocciose, in piccole conche e fenditure, ci sono<br />
sassifraghe, semprevivi, sedum e saponarie in fiore… Tra i tanti altri<br />
fiori incontrati cito solo il raro Ranunculus thora con la tipica, grande<br />
foglia rotonda che pare messa a proteggere il mazzetto di fiori gialli, l’ultimo<br />
dono di una giornata perfetta. Poi si ritorna a valle.<br />
Sulle pendici più aride di questa valle è facile trovare il pero corvino,<br />
Amelanchier ovalis, piccolo arbusto che ama i terreni calcarei e assolati e<br />
non teme la siccità. È particolarmente ornamentale a primavera, quando<br />
i suoi rami ancora privi di foglie si coprono di grappoli di candidi fiori<br />
che, come le foglie giovani, sono protetti all’esterno da una soffice<br />
lanugine che li difende da gelate primaverili che non sono rare quassù<br />
Amelanchier ovalis:<br />
al termine della<br />
fioritura sul pero<br />
corvino si formano<br />
numerosi frutti,<br />
dapprima rossastri<br />
e poi, a fine estate,<br />
di un blu nerastro;<br />
probabilmente è proprio<br />
da questo colore scuro<br />
che è derivato<br />
l’aggettivo “corvino”<br />
dato alla pianta.<br />
Si tratta di frutti piccoli<br />
e dolciastri, molto<br />
appetiti dagli uccelli<br />
123 itinerari verdi
Al limitare di un bosco e protetta dall’ombra<br />
di un cespuglio ecco una bella orchidea,<br />
la Cephalanthera rubra, comunemente chiamata<br />
“elleborina rosea”. Si tratta di una specie<br />
che cresce prevalentemente su terreni calcarei;<br />
i suoi bellissimi fiori di un rosa vivace sono<br />
caratterizzati da un labbro bianco<br />
Ecco un fiore che potrebbe sembrare comune,<br />
ma non lo è: si tratta di Ranunculus thora,<br />
una specie piuttosto rara in Italia.<br />
Cresce dai 1000 ai 2000 m di altitudine.<br />
Ha fiori gialli solitari ed è caratterizzato<br />
da una foglia particolarmente grande,<br />
quasi rotonda<br />
itinerari verdi<br />
124<br />
Le corolle della genzianella, Gentiana verna,<br />
sono di un blu così intenso e luminoso<br />
da renderle immediatamente visibili tra il verde<br />
dell’erba dei pascoli. Si trovano<br />
nelle piccole conche, dove il terreno<br />
resta sempre un po’ umido: sono piccole<br />
ma bellissime<br />
Le belle infiorescenze della poligala,<br />
Polygala vulgaris, spesso colonizzano<br />
i prati aridi e i pascoli. I suoi fiori, che sono<br />
in numero da 10 a 40 per ogni infiorescenza,<br />
possono assumere colori diversi:<br />
bianco, rosa, malva o azzurro
Tra i pascoli e i prati fioriti si vedono le costruzioni rustiche che serviranno per gli alpeggi:<br />
presto le mandrie saliranno dalla pianura e la montagna tornerà a riempirsi<br />
dei suoni dei campanacci e dei richiami dei pastori<br />
Un tempo non c’era pascolo<br />
di queste e altre valli dove,<br />
ad aprile, non sbocciassero<br />
a distesa i profumatissimi<br />
narcisi, Narcissus poeticus.<br />
Purtroppo la raccolta<br />
indiscriminata li ha resi via via<br />
sempre più rari. Ora è una vera festa<br />
quando li possiamo incontrare,<br />
ma è d’obbligo non coglierli! Geranium molle<br />
Fra le erbe del prato spicca<br />
l’azzurro intenso delle veroniche,<br />
il bianco dei fiori delle fragole,<br />
dell’ornitogallo e della stellaria,<br />
il giallo luminoso delle potentille,<br />
dei ranuncoli, del tarassaco,<br />
il rosa del Geranium molle<br />
e del trifoglio…<br />
Ogni zolla porta fiori<br />
e colori diversi<br />
125 itinerari verdi
DI ERALDO ANTONINI<br />
I<br />
l giardino storico ha in sé una natura<br />
mutevole, derivante dal trascorrere<br />
del tempo che si manifesta con cambiamenti<br />
causati da molteplici fattori tra<br />
cui i passaggi di proprietà, la sua evoluzione<br />
naturale (piante che crescono, che<br />
deperiscono, che, nel crescere, mutano<br />
di forma, piante infestanti che prendono<br />
il sopravvento su quelle originariamente<br />
piantate), i rapporti col paesaggio circostante<br />
(costruzione di strade, ponti, centri<br />
commerciali, ca pannoni industriali).<br />
Ma allo stesso tempo presenta una complessità<br />
nella sua corretta interpretazione,<br />
derivante dal fatto che tra chi l’ha<br />
ideato, progettato e commissionato e noi<br />
è trascorso del tempo. Allora molti ri -<br />
mandi simbolici, manufatti e sculture, se<br />
non svelati e interpretati correttamente,<br />
restano poco o per nulla comprensibili e<br />
se ne perde il senso profondo. Si corre<br />
così il rischio di percorrere un giardino<br />
storico senza capirne appieno il significato,<br />
la valenza evocativa, e quando si<br />
termina la visita poco o nulla rimane.<br />
Ecco che allora è importante lo psicopompo:<br />
una figura mitologica presente nelle<br />
religioni antiche sia politeiste che monoteiste,<br />
un epiteto che deriva dalle parole<br />
greche psyche (anima) e pompós (colui che<br />
conduce). Era colui, o colei, che traghettava<br />
le anime nell’aldilà.<br />
Applicato al giardino lo psicopompo è<br />
colui che svela l’essenza del giardino<br />
stesso, aiuta a comprenderlo, svolgendo<br />
una funzione di medium tra chi l’ha<br />
pensato e realizzato e noi, poveri e in -<br />
cauti viaggiatori nel verde, lontani nel<br />
tempo e nello spazio dal momento creativo<br />
e dal contesto storico e culturale<br />
che hanno generato quel preciso giardi-<br />
oltre il giardino<br />
• Oltre il giardino •<br />
Lo psicopompo<br />
del giardino<br />
no. Lo psicopompo del giardino è colui il<br />
quale vive tra due poli, quello del visitatore<br />
e quello del realizzatore, ma anche<br />
tra due epoche, quella presente e quella<br />
in cui il giardino ha avuto origine.<br />
Visitare un giardino storico infatti è<br />
diverso dal percorrere un giardino storico;<br />
il più delle volte il giardino storico è<br />
percorso ma non visitato. Recente mente<br />
ci è capitato di andare a visitare un giardino<br />
storico, quello dalla Scarzuola, so -<br />
gno (o allucinazione) privato dell’architetto<br />
Tommaso Buzzi, luogo sospeso nel<br />
nulla dei boschi del l’Um bria, raggiungibile<br />
percorrendo una strada sterrata.<br />
Della Scarzuola avevamo visto le foto e<br />
letto in diversi ar ticoli, ma quello che ci<br />
muoveva era più l’interesse a vedere un<br />
luogo noto che l’attesa di particolari sollecitazioni<br />
dell’animo. E invece ecco che<br />
arriva l’inaspettato: l’attuale proprietario<br />
Mar co Solari, nipote di Buzzi,<br />
ci ha portato a visitare il suo<br />
giardino, e quello che prima<br />
era un i strionico “ventre dell’architetto”<br />
è diventato un<br />
percorso formidabile.<br />
Perché Marco è lo psicopompo<br />
del giardino, colui che<br />
conduce l’anima del visitatore<br />
nella lucida follia<br />
di Tom ma so Buzzi e<br />
alla fi ne del percorso<br />
si ha l’illusione<br />
di a ver passeggiato<br />
con Buz zi in persona<br />
o con qualcuno,<br />
più buzziano del<br />
Buzzi, che ne è di -<br />
ve nu to il traghettatore.<br />
126
BAYER GARDEN<br />
Milano<br />
tel. 02 397 21<br />
www.bayergarden.it<br />
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San Giorgio di Piano (Bo)<br />
tel. 051 665 55 11<br />
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Castelminio di Resana (Tv)<br />
7. «Senza titolo»<br />
>STEFANO ASCORTI<br />
Bernareggio (Mi)<br />
8. «Senza titolo»<br />
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Genova<br />
1. «Volant camelia»<br />
>RINUCCIA MARABOTTO COMETTO<br />
Chiusa di Pesio (Cn)<br />
3. «Senza titolo»<br />
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Londra<br />
1 2<br />
3 4<br />
5 6<br />
7 8<br />
Indirizzario<br />
2. «Senza titolo»<br />
>M. TERESA RINALDI<br />
Londra<br />
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NEL PROSSIMO<br />
NUMERO<br />
Pianta vedette<br />
Delphinium<br />
perenni, una sfida<br />
per il giardiniere<br />
Direttore di testata: Donatella Forni<br />
donatella.forni@logos.info<br />
Coordinatore tecnico-scientifico: Eraldo Antonini<br />
eraldo.antonini@logos.info<br />
Art director: Daniele Bini<br />
Collaborazione grafica: Roberto Vergara<br />
Correzione bozze: Daniele Bini<br />
Comitato<br />
di redazione<br />
Maria Grazia Bellardi<br />
fitopatologo, docente<br />
Facoltà di Agraria<br />
Università di Bologna<br />
Alessandro Bertolini<br />
specialista in tappeti erbosi<br />
Paolo Cottini<br />
fotografo botanico<br />
Hanno collaborato a questo numero:<br />
Maria Grazia Bellardi, Alessandro Bertolini, Daniele Bini, Eliana Contri,<br />
Paolo Cottini, Silvano Cristiani, Maria Ottavia De Petri, Mario Ferrari,<br />
Massimo Fornaciari, Alessandro Mesini, Paolo Pistis, Giancarlo Pozzi,<br />
Fabiano Sodi, Mario Vietti, Francesco Vignoli, Maurizio Zarpellon<br />
Fotografi:<br />
Maria Grazia Bellardi, Paolo Cottini, Maria Ottavia De Petri, Mario Ferrari,<br />
Massimo Fornaciari, Ermes Lasagni, Alessandro Mesini, Fabiano Sodi,<br />
Francesco Vignoli, International Flower Bulb Centre<br />
Disegni:<br />
Daniela Baldoni, Claudio Cristiani, Gabriella Gallerani, Ermes Lasagni<br />
Copertina: Paolo Cottini<br />
Giustino De Lorenzo<br />
fotografo<br />
Carlo Del Prete<br />
professore di Botanica<br />
Università di Modena<br />
e Reggio Emilia<br />
Mario Ferrari<br />
fitoiatra ed entomologo,<br />
docente Istituto Tecnico<br />
Agrario di Reggio Emilia<br />
e Facoltà di Agraria<br />
Università di Modena<br />
e Reggio Emilia<br />
Massimo Fornaciari<br />
agronomo esperto in frutticoltura<br />
Alessandro Mesini<br />
agronomo alimentarista<br />
Riccardo Motti<br />
curatore Orto Botanico di<br />
Portici (Na)<br />
Marcello Parisini<br />
agronomo<br />
Maurizio Vecchia<br />
esperto di flora esotica<br />
Supplemento a <strong>Giardini</strong> • aprile-maggio 2009<br />
Direttore Responsabile: Antonio Vergara Meersohn<br />
Direzione e Amministrazione: Logos Publishing srl<br />
via Curtatona 5/2 • 41100 Modena • tel. 059 41 25 48 • fax 059 41 24 36<br />
Aut. Trib. Modena n. 817 del 10/5/1986 Iscritto al R.O.C. con il n. 7727 ISSN 0394/0853<br />
Sped. A.P. Comma 26 Art. 2 - L. 549/95 Aut. Filiale Epi Modena - bim.<br />
Fotolito: Paganelli Litoincisa, Modena<br />
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