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Febbraio - Giardini

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224<br />

2007 GENNAIO-FEBBRAIO<br />

N° 224 - MEN - GENNAIO-FEBBRAIO 2007 - e 3,60 - Sped. A.P. 45% Art 2, 20/B L662/96 E.P.I. MO, Tassa Pagata - ISSN 0394 0853<br />

GIARDINO<br />

I Miscanthus<br />

Sempreverdi<br />

in giardino<br />

L’aiuola alpina<br />

Il cipresso giallo<br />

ORTO<br />

La concimazione<br />

Calendario annuale<br />

del lavori<br />

FRUTTETO<br />

I trucchi<br />

del potatore<br />

Gennaio<br />

<strong>Febbraio</strong><br />

& Ambiente<br />

AMBIENTE<br />

Tetti verdi<br />

Emergenza acqua<br />

Biodiesel come<br />

carburante<br />

Le eco-applicazioni<br />

del kenaf<br />

Energia dalle<br />

biomasse<br />

ATTUALITÀ<br />

Progetti vegetali<br />

a Chaumont<br />

www.giardini.biz


<strong>Giardini</strong> ora è <strong>Giardini</strong>&Ambiente<br />

Le problematiche ecologiche sempre più ci<br />

toccano da vicino e anche <strong>Giardini</strong> ora entra<br />

in argomento, informando e proponendo<br />

soluzioni per migliorare la qualità della vita e<br />

tutelare il paesaggio e l’ambiente. In questo<br />

numero parleremo di tetti verdi, un modo per<br />

risparmiare energia e migliorare l’aria; del<br />

kenaf, pianta preziosa per la bioedilizia;<br />

accenneremo agli accorgimenti necessari in<br />

vista dell’emergenza acqua e all’energia<br />

ricavabile dalle biomasse.<br />

<strong>Giardini</strong> non è solo rivista<br />

<strong>Giardini</strong> cambia anche la periodicità, sostituendo alcuni numeri con<br />

libri-manuali formato pocket, in vendita in edicola e in libreria.<br />

Nell’anno le uscite resteranno sempre nove:<br />

•GIARDINI n. 224 gennaio-febbraio (in edicola a fine gennaio)<br />

•GIARDINI n. 225 marzo (in edicola a fine febbraio)<br />

•GIARDINI n. 226 aprile (in edicola a fine marzo)<br />

•GIARDINI n. 227 maggio (in edicola a fine aprile)<br />

•GIARDINI n. 228 giugno-agosto (in edicola a fine maggio)<br />

•GIARDINI n. 229 settembre-dicembre (in edicola a fine agosto)<br />

• LIBRO-MANUALE n. 2 Il prato, realizzazione e manutenzione<br />

(in uscita ad aprile)<br />

• LIBRO-MANUALE n. 3 Il giardino produttivo, orto e frutteto familiare<br />

(in uscita a metà ottobre)<br />

• LIBRO-MANUALE n. 4 I lavori del giardiniere nell’arco dell’anno<br />

(in uscita a fine novembre)<br />

<strong>Giardini</strong> ora si sfoglia anche nel sito!<br />

La rivista <strong>Giardini</strong> si può sfogliare anche nel sito, come il cartaceo,<br />

pagina per pagina, con un tocco del mouse.<br />

Digitando l’indirizzo web www.giardini.biz si apre la pagina iniziale<br />

con la copertina dell’ultimo numero (i numeri di <strong>Giardini</strong> sono<br />

inseriti nel sito il 15 del mese di copertina); per sfogliare la rivista<br />

basta cliccare con il mouse sui numeri riportati a fianco (n. 1 per<br />

sfogliare da pagina 1 a 9; n. 2 da pagina 10 a 19 ecc.). Volendo poi<br />

visualizzare direttamente una rubrica precisa, scorrere il sommario<br />

ed evidenziare quella di interesse. Inoltre è possibile visualizzare<br />

anche i numeri precedenti, scegliendoli dalla finestra.<br />

Il sito è attualmente ancora in lavorazione, ma presto potremo<br />

accedere agli articoli semplicemente digitando una parola nella<br />

finestra «CERCA», o dalla finestra «PRODOTTI» potremo entrare nei siti<br />

e consultare i cataloghi delle aziende legate al giardinaggio.<br />

Quando non si trova <strong>Giardini</strong> in edicola<br />

Molti lettori ci dicono che non trovano la rivista nella loro edicola;<br />

da ora sarà sufficiente segnalare al nostro ufficio abbonamenti<br />

(059 41 26 29, abbonamenti.giardini@logos.it) l’ubicazione<br />

dell’edicola, e noi provvederemo a rifornirla dal numero successivo.<br />

È inoltre sempre possibile richiedere la rivista,<br />

o i libri-manuali, direttamente a noi, presso lo stesso ufficio.<br />

Donatella Forni<br />

PERLITE ITALIA


GIARDINI<br />

Il giardino<br />

78 Tra i vigneti del Monferrato<br />

di M. Cerri<br />

<strong>Giardini</strong> da visitare<br />

100 Orti-giardino del castello Orsini<br />

di P. Spinelli Napoletano<br />

Attualità verdi<br />

120 Giocare al giardino<br />

di P. Spinelli Napoletano<br />

COLTIVAZIONE<br />

Consigli del mese in giardino<br />

22 In attesa del disgelo<br />

di V. De Micco, G. Pozzi, M. Vietti,<br />

E. Antonini, M. Fornaciari, D. Baldoni<br />

Consigli del mese nel prato<br />

66 La fusariosi<br />

di A. Bertolini, E. Antonini, D. Baldoni<br />

Consigli del mese nell’orto<br />

30 Lavorazioni profonde<br />

di V. De Micco, A. Mesini, D. Baldoni<br />

Consigli del mese<br />

nel frutteto<br />

40 Aspettando il risveglio<br />

di V. De Micco, M. Fornaciari,<br />

D. Baldoni<br />

Consigli del mese in casa<br />

50 In casa<br />

di M. Vietti, M. Cerri, A. Mesini,<br />

D. Baldoni<br />

Consigli del mese<br />

per le orchidee<br />

60 Orchidee in inverno<br />

di G. Pozzi, A. Mesini, D. Baldoni<br />

Orticoltura<br />

34 La concimazione dell’orto<br />

di S. Cristiani, C. Cristiani<br />

www.giardini.biz<br />

SOMMARIO<br />

gennaio-febbraio 2007<br />

11 Emergenza acqua<br />

di E.Antonini, M. Zarpellon<br />

38 Le biomasse per la produzione di energia<br />

di E. Antonini e P. Pistis<br />

52 In Brasile le auto vanno a… erba<br />

di M.O. De Petri, M. Giannini<br />

68 Il kenaf, per un mondo più pulito<br />

di M.O. De Petri<br />

108 Tetti verdi<br />

di E. Antonini<br />

PIANTE<br />

Frutticoltura<br />

46 I trucchi del potatore<br />

di M. Fornaciari<br />

Cura della pianta<br />

54 Le più frequenti malattie<br />

delle Kalanchoe<br />

di M. Ferrari, A. Mesini, M. Parisini<br />

56 Maculatura anulare<br />

della Kalanchoe<br />

di M.G. Bellardi<br />

58 Muffa grigia su stella di Natale<br />

di M.G. Bellardi<br />

Agricoltura biodinamica<br />

74 Come creare giardini viventi<br />

di P. Pistis, D. Baldoni<br />

4 Agenda verde<br />

di D. Bini<br />

Come si fa<br />

114 Un cassone per anticipare<br />

di A. Mesini, C. Cristiani<br />

Oltre il giardino<br />

126 Un piccolo Eden<br />

di E. Antonini<br />

Giochi verdi<br />

118 Verde alla finestra<br />

di E. Contri, E. Lasagni<br />

Il giardino del lettore<br />

63 Il prato di helxine<br />

Mostra fotografica<br />

57 Scatti invernali<br />

AMBIENTE<br />

Pianta vedette<br />

12 Stacanovisti in giardino<br />

di P. Cottini<br />

Piante emergenti<br />

94 Cupressus sempervirens<br />

‘Swane’s Gold’<br />

di F. Vignoli<br />

Piante spontanee<br />

96 Il favagello, tesoro di primavera<br />

di A. Mesini, G. Gallerani<br />

Giardinaggio pratico<br />

88 Il lavoro delle sempreverdi<br />

di P. Cottini<br />

Aiuola del mese<br />

70 La siepe alpina<br />

di M. Zarpellon, D. Baldoni<br />

Piante in cucina<br />

98 Radici, regine dell’inverno,<br />

amiche del fegato<br />

di M.O. De Petri, R. Caffo Dallari,<br />

M. Tirabassi Comboni<br />

Benessere con le piante<br />

76 Interazioni tra erbe e farmaci<br />

di A.M. Fabbri, M. Giannini<br />

RUBRICHE<br />

Amici animali<br />

106 La carica delle cince<br />

di A. Mesini, G. Gallerani<br />

Bacheca delle aziende<br />

di D. Forni<br />

39 Vetrina di concimi per orto<br />

61 Piante inusuali per il terrazzo<br />

72 Progetti per nuove aiuole


…………………………………………………tempodifiere………………………………<br />

AGENDA VERDE<br />

TESTO DI DANIELE BINI<br />

VEGETALIA - Cremona<br />

“Vegetalia”, affiancata dal 14° Salone nazionale del Contoterzismo,<br />

mostra-convegno dell’innovazione agromeccanica,<br />

è l’appuntamento con le opportunità della nuova agricoltura.<br />

Il focus, infatti, è sulle novità tecnologiche, ma soprattutto<br />

sull’agroenergia come fonte di energia<br />

alternativa e sviluppo dell’agricoltura. Gestione<br />

delle risorse idriche e incentivazione<br />

delle biomasse (per saperne di più si vedano<br />

i nostri servizi su questi temi nel presente<br />

numero di <strong>Giardini</strong>) sono altrettanti approfondimenti in programma,<br />

di stretta attualità – in particolare il Senato ha<br />

recentemente avviato un’indagine conoscitiva sulle prospettive<br />

di sviluppo di biomasse e biocarburanti.<br />

9-11 febbraio<br />

0372 59 80 11, www.cremonafiere.it<br />

VIVA - <strong>Giardini</strong> Naxos (Me)<br />

“Viva” è la quarta esposizione del florovivaismo mediterraneo,<br />

per gli operatori professionali del florovivaismo, con<br />

apertura al pubblico la domenica. Si espongono piante,<br />

sementi, terricci, vasi, serre, concimi, impianti d’irrigazione,<br />

reti, macchine e attrezzature.<br />

23-25 febbraio<br />

090 36 40 11, viva@fieramessina.it<br />

PETRA: IL VERDE ANTICO - Modena<br />

“Petra” è un grande giardino indoor che accoglie le antichità<br />

destinate a parchi e giardini. Un eterogeneo, unico<br />

salone dove interagiscono tradizione e contaminazione e il<br />

fascino del tempo cattura lo sguardo: statue,<br />

fontane, pozzi, arredi e materiali di<br />

grande suggestione estetica come il ferro,<br />

il legno, la pietra suggeriscono nuove<br />

soluzioni per ricreare i giardini d’antan e<br />

ristrutturare dimore di prestigio. Nel<br />

contesto della XXI edizione di “Modenantiquaria”.<br />

17-25 febbraio<br />

www.modenantiquaria.it<br />

FLORMART-MIFLOR - Padova<br />

54° salone internazionale di florovivaismo, giardinaggio e<br />

attrezzature, imperdibile appuntamento per gli operatori del<br />

settore, per recepire in tempo reale le opportunità del mercato<br />

di primavera. In rassegna produzioni pronte per il mercato,<br />

soluzioni per il verde pubblico, colture mediterranee, fiori<br />

e piante di ogni genere, recisi, macchine e accessori, articoli<br />

per fioristi, vasi, sementi, informatica, editoria e stampa specializzata.<br />

Iniziative specifiche sono “Flortrend”, programma<br />

di formazione riservato ai professionisti; “Workshop”, area<br />

dedicata agli incontri internazionali; e “Forestry”, salone nel<br />

salone delle attrezzature per la gestione e manutenzione del<br />

verde, con uno speciale (e un convegno) dedicato all’utilizzo<br />

della legna come combustibile ecosostenibile (sulle biomasse<br />

un servizio in questo stesso numero di <strong>Giardini</strong>).<br />

16-18 febbraio<br />

049 84 01 11<br />

www.flormart.it<br />

info@padovafiere.it<br />

4<br />

UN GIARDINO PER<br />

JOSEPHINE<br />

Racconigi (Cn)<br />

Un percorso di immagini,<br />

suoni e luci che si snoda, di notte, nel parco del Castello di<br />

Racconigi per rivivere la figura della principessa Josephine<br />

di Lorena Carignano (1753-1797), che trasformò il parco per<br />

dare lavoro agli abitanti del paese, e della sua opera restano<br />

il viale dei platani, l’eremitaggio, il lago dei cigni… La<br />

mostra sviluppa la sua storia rievocando gli allestimenti di<br />

cui fu protagonista, con l’apertura serale, inedita, del parco.<br />

Fino al 18 febbraio<br />

0172 840 05, www.ilcastellodiracconigi.it<br />

comunica.racconigi@ambienteto.arti.beniculturali.it<br />

ESTERNO CASA<br />

Reggio Emilia<br />

È il salone dei materiali, prodotti,<br />

tecnologie e servizi per il cortile, il<br />

giardino, il terrazzo. In scenografici<br />

giardini sono esposti fiori e piante,<br />

bulbi, sementi, piante da frutto e dispensati consigli per la cura<br />

dei propri spazi verdi. Un’ampia area è dedicata all’edilizia<br />

per realizzare o ristrutturare il giardino: pavimentazioni, cancelli,<br />

recinzioni… E una grande mostra di arredi, complementi<br />

e attrezzature per gli esterni: mobli, impianti d’irrigazione e<br />

illuminazione, macchine, piscine, barbecue, casette e gazebi.<br />

22-25 febbraio<br />

0522 50 35 11, www.esternocasa.it<br />

info@esternocasa.it<br />

FESTIVAL DEI FIORI - Sanremo (Im)<br />

Kermesse dell’arte della composizione floreale, al Palafiori<br />

della città ligure: vetrina di tutta la produzione del Ponente<br />

(fiori con petali, fronde, piante grasse, fiorite, aromatiche;<br />

corsi e incontri sulla filiera floricola) e sublimazione del bouquet,<br />

con le maggiori scuole italiane ed<br />

europee, per ammirare piccole creazioni<br />

e architetture floreali. In contemporanea<br />

si svolge il “Corso fiorito”, con<br />

sfilata tradizionale dei carri.<br />

26-28 gennaio<br />

0184 51 03 62, www.fioritec.it<br />

IPM. XXV fiera internazionale del giardinaggio<br />

(“Internationale Planzenmesse”),<br />

una meta imprescindibile per gli operatori<br />

del settore. Si espongono piante, tecnica, floricoltura<br />

e promozione delle vendite; ricco<br />

programma collaterale. Essen (Germania),<br />

25-28 gennaio. 02 46 71 22 04, www.messe-essen.de<br />

SALON DU VÉGÉTAL. Tutte le tendenze<br />

e le novità del 2007 in questa grande e<br />

consolidata fiera: sementi, piante, alberi,<br />

bulbi, fiori recisi e i tre eventi speciali<br />

“Innovert®”, “Bouquets d’aujourd’hui®”<br />

e “Espace inspiration®”. Angers (Francia),<br />

21-23 febbraio. www.salon-du-vegetal.com<br />

GARDEX. Fiera del giardinaggio. Kiev (Ucraina), 27<br />

febbraio - 2 marzo, International Exhibition<br />

Centre. www.msi-fairs.com<br />

……………nelmondo………………


indiceverde<br />

MARIAGRAZIA DAMMICCO,<br />

Jardins secrets de<br />

Venise, FOTOGRAFIE DI<br />

MARIANNE MAJERUS,<br />

Flammarion<br />

Un gioiello, come i giardini<br />

nascosti di Venezia,<br />

questo libro di Mariagrazia<br />

Dammicco, giornalista<br />

mestrina che conosce<br />

bene la materia in<br />

quanto è membro del<br />

Club dei <strong>Giardini</strong> Storici<br />

di Venezia e organizzatrice<br />

e guida di tante<br />

visite alle emergenze<br />

più o meno note del territorio, come ricorderanno gli<br />

aficionados della nostra rubrica. Un cicerone d’eccezione,<br />

dunque, per un percorso di enorme fascino e valore<br />

naturalistico e culturale, compiuto anche col valido<br />

sostegno dell’apparato fotografico di Marianne Majerus,<br />

suggestivo e documentario a un tempo. La grafica<br />

leggera di questo volume, pubblicato in francese<br />

dalla prestigiosissima Flammarion, ci porta a conoscere<br />

i giardini veneziani raggruppati tematicamente: di palazzo<br />

(intrigante quello di Palazzo Giustinian Brandolini<br />

d’Adda a Dorsoduro), d’artista, intimi (come un sorprendente<br />

giardino privato a Cannaregio), monastici,<br />

delle isole (in stile Belle Epoque quello dell’Hôtel des<br />

Bains al Lido).<br />

Biodoversità coltivata nel Parco Nazionale Dolomiti<br />

Bellunesi. Indagini agronomiche ed etnobotaniche<br />

sulle varietà dell’agricoltura tradizionale. È un<br />

volume realizzato a più mani, edito dal Parco e frutto di<br />

un lavoro pluriennale di catalogazione sulle piante coltivate<br />

un tempo nei territori dell’area protetta e su quelle<br />

spontanee usate per scopi alimentari o religiosi.<br />

Comprende indagini etnobotaniche su melo, pero, fava<br />

e fagiolo, schede agronomiche a illustrare le varietà e<br />

un ricco atlante iconografico; con una guida pratica per<br />

il recupero casalingo delle antiche varietà e un CD con<br />

interviste ad anziani agricoltori.<br />

0439 33 28 / 33 29 27<br />

e.vettorazzo@dolomitipark.it<br />

ERALDO ANTONINI, Piante, agricoltura e paesaggio<br />

agrario dell’Ossola, Regione Piemonte<br />

Domenica 21 gennaio, nel complesso monumentale del<br />

Sacro Monte Calvario di Domodossola, sarà presentato<br />

questo volume scritto, dopo due anni di ricerche storiche<br />

e ambientali, dal nostro Eraldo Antonini, agronomo paesaggista,<br />

per conto della Regione Piemonte - Riserva<br />

Naturale Speciale del Sacro Monte di Domodossola.<br />

Interverranno Carlo Del Prete, delegato italiano<br />

dell’European Botanic Gardens<br />

Consortium, e Paolo Grossoni,<br />

coordinatore del gruppo Orti<br />

Botanici e <strong>Giardini</strong> Storici della<br />

Società Botanica Italiana. A seguire<br />

presentazione del progetto<br />

dell’Orto botanico agrario del<br />

Sacro Monte Calvario.<br />

concorsi<br />

UN CONCORSO PER LE SCUOLE<br />

MEDIE LOMBARDE<br />

La Fondazione Minoprio (si legga l’offerta didattica in questa<br />

stessa Agenda), in collaborazione con la Regione<br />

Lombardia, indice il concorso “La nostra agricoltura.<br />

Viaggio creativo attraverso paesaggi, ambiente, prodotti e<br />

mestieri”, che si propone di sensibilizzare i ragazzi al<br />

mondo rurale attraverso la realizzazione di una campagna<br />

pubblicitaria. Entro il 23 febbraio le classi dovranno iscriversi,<br />

e hanno poi tempo fino al 27 aprile per far pervenire<br />

alla Fondazione la loro campagna per promuovere paesaggi<br />

agrari, prodotti tipici, professioni agroforestali, agricoltura sostenibile,<br />

tutela ambientale: la forma sarà una pagina pubblicitaria,<br />

uno spot radiofonico o televisivo. Molti i premi in palio,<br />

compresa l’eventuale pubblicazione della campagna.<br />

Entro il 23 febbraio<br />

031 90 02 24, www.fondazioneminoprio.it<br />

CONCORSO COMPO «TI DÀ DI PIÙ»<br />

Parte il prossimo 5 marzo, per continuare<br />

fino al 24 giugno, un concorso di Compo<br />

Agricoltura a sostegno dei rilanci di terricci<br />

e concimi liquidi. I consumatori, col semplice<br />

acquisto di un terriccio Compo Sana®<br />

o di un concime liquido Compo, potranno<br />

vincere ogni settimana un giardiniere a<br />

casa propria per un check-up e un programma<br />

di manutenzione della zona verde<br />

domestica. Ogni mese, poi, in palio una<br />

carta prepagata da 5000 euro. Sarà sufficiente conservare lo<br />

scontrino dell’acquisto, telefonare al numero 02 44 90 88 99<br />

e digitare il codice a barre; con la stessa telefonata sarà possibile<br />

ascoltare «I segreti del giardinaggio», consigli giornalieri<br />

elaborati dai tecnici Compo. Altri utili consigli pratici<br />

sulla cura di orto e frutteto sono reperibili sul sito<br />

www.compoagricoltura.it, cliccando «il mio orto e il mio<br />

frutteto» nella sezione «consumer».<br />

Dal 5 marzo<br />

www.compoagricoltura.it<br />

LUOGHI DI VALORE NELLA PROVINCIA DI TREVISO<br />

La Fondazione Benetton Studi Ricerche indice un curioso<br />

concorso sperimentale (per questa prima edizione limitato<br />

alla sola provincia di Treviso) che è insieme un’iniziativa<br />

pregevolissima. Privati cittadini, scuole, enti pubblici sono<br />

invitati a segnalare, entro il 18 aprile, «paesaggi, giardini,<br />

spazi aperti nei quali la condizione dei patrimoni di natura,<br />

di memoria e di invenzione sia tale da contribuire alla elevazione<br />

della cultura, del gusto, della qualità della vita<br />

delle persone e delle comunità che li abitano o li visitano».<br />

In pratica è un incoraggiamento a guardarsi intorno a caccia<br />

di luoghi di valore del quotidiano,<br />

dove l’opera tripolare di uomo, natura<br />

e storia abbiano prodotto qualcosa che<br />

sia degno di nota; giardini, sì, ma anche<br />

spazi commerciali, strade, parcheggi.<br />

È un tentativo di contribuire al<br />

compito che la Convenzione europea del paesaggio, e la<br />

conseguente recente legge italiana, hanno assegnato a ogni<br />

cittadino dell’UE: salvaguardare e valorizzare tutti i luoghi<br />

per migliorare la qualità della vita.<br />

Entro il 18 aprile<br />

0422 51 21, www.fbsr.it, luoghidivalore@fbsr.it<br />

5 agenda verde<br />

concorsi


lescuole<br />

artebotanica<br />

SCUOLA AGRARIA<br />

DEL PARCO DI MONZA<br />

Spulciando nel programma didattico<br />

che apre il 2007 spicca un corso<br />

gratuito di 600 ore per donne interessate<br />

al settore agrituristico: al momento di andare in<br />

stampa l’inizio è fissato approssimativamente alla fine di<br />

gennaio. A febbraio parte il corso di progettazione per giardinieri<br />

amanti del bello, “Artista giardiniere”: nel percorso<br />

formativo la storia del giardino e del repertorio vegetale,<br />

elementi di composizione, elaborazioni progettuali, visite<br />

guidate, approfondimenti su tecniche e materiali. Per tutti<br />

gli altri corsi, professionali e amatoriali, invitiamo a richiedere<br />

il programma alla Scuola o a consultarlo sul sito; ci<br />

limitiamo a segnalare i corsi di arboricoltura e potatura,<br />

manutenzione e irrigazione, abbattimento, e quelli meno<br />

ordinari di gestione aziendale e verde pensile.<br />

Da gennaio<br />

039 230 29 79, www.monzaflora.net<br />

info@monzaflora.it<br />

DIPINGERE LE BULBOSE<br />

CON RENATA BONZO - Milano<br />

Nell’ambito del programma “Storia e Scienza a<br />

Brera” del Museo Astronomico - Orto Botanico di<br />

Brera si tiene, nell’auletta didattica dell’Orto, un<br />

corso di pittura botanica articolato in sette incontri<br />

di martedì. Con Renata Bonzo, eccelsa artista botanica,<br />

si copieranno dal vero bulbi primaverili, fiori<br />

di tulipano, narcisi, iris, giacinti. Via il 27 febbraio.<br />

27 febbraio - 17 aprile<br />

02 66 80 51 50, 339 698 76 72, 02 88 46 33 37<br />

PITTURA BOTANICA A VILLA PALLAVICINI<br />

CON MARIA RITA STIRPE - Pegli (Ge)<br />

Nuovi corsi di pittura botanica tenuti dalla affermatissima<br />

Maria Rita Stirpe nell’Orto Botanico di Villa Pallavicini.<br />

Previsti, questo mese e a marzo, due<br />

appuntamenti dedicati allo studio delle<br />

camelie e delle fioriture primaverili (bulbose,<br />

ellebori…) con le tecniche del disegno e<br />

dell’acquerello dal vero. 16 ore in tutto,<br />

all’interno della serra delle felci.<br />

333 258 45 17, 0775 85 22 09<br />

www.mariaritastirpe.it<br />

info@mariaritastirpe.it<br />

DISEGNO BOTANICO ALLA SAPIENZA - Roma<br />

L’Orto Botanico del Dipartimento di Biologia Vegetale dell’Università<br />

La Sapienza organizza un corso di disegno botanico<br />

articolato in 9 sabati (dal 10 febbraio; iscrizioni entro il 7) e incentrato<br />

soprattutto sullo studio della nervatura delle foglie e quello<br />

dei petali, la resa pittorica della loro trasparenza, l’uso della<br />

camera lucida e dello stereoscopio. Comprende l’analisi morfologica<br />

e anatomica delle foglie e la visita all’Orto Botanico.<br />

Docente è Luca Massenzio Palermo, artista naturalista<br />

le cui opere si possono vedere questo mese allo<br />

Studio Arti Floreali (si veda la notizia relativa in<br />

questa stessa Agenda).<br />

10 febbraio - 7 aprile<br />

06 49 91 71 46, luigi.colangeli@uniroma1.it<br />

06 49 91 71 35, dirorto@uniroma1.it<br />

agenda verde<br />

corsi<br />

FONDAZIONE MINOPRIO<br />

Vertemate con Minoprio (Co)<br />

I corsi per hobbisti proposti dalla Fondazione, scuola di<br />

orto- floro- frutticoltura, vivaismo e giardinaggio, forniscono<br />

ai partecipanti tutto quanto occorre sapere per una corretta<br />

manutenzione del proprio<br />

spazio verde. Il 27 gennaio<br />

e 3 febbraio “La potatura<br />

degli alberi da frutto nel<br />

frutteto famigliare”: finalità,<br />

fattori da considerare, consigli<br />

di gestione, controllo del<br />

suolo. Il 3 marzo “La preparazione del terreno da destinare<br />

alla coltivazione degli ortaggi”: concimazioni e lavorazioni,<br />

come effettuare razionalmente semine e ripicchettature.<br />

Iscriversi almeno con una settimana di anticipo.<br />

Dal 27 gennaio<br />

031 90 02 24 interno 211 o 259<br />

www.fondazioneminoprio.it<br />

mirtserv@fondazioneminoprio.it<br />

FORMAZIONE<br />

ALL’AGRICOLTURA<br />

BIODINAMICA - Fondazione<br />

Le Madri - Rolo (Re)<br />

Nell’ambito del corso di formazione<br />

al metodo biodinamico in<br />

agricoltura, avviato dall’Associazione per l’Agricoltura<br />

Biodinamica (Sezione Emilia Romagna), si tengono in questo<br />

periodo alcune giornate didattiche, presso la consueta<br />

sede della Fondazione Le Madri (località Farnia). Il 20 gennaio<br />

“Conoscenza vivente della natura”, secondo i dettami<br />

dell’antroposofia e con nozioni di tecniche colturali (Paolo<br />

Pistis); il 27 “Orticoltura familiare” (Franco Baccari e Fabio<br />

Fioravanti), seguita il 3 febbraio da “Orticoltura professionale”,<br />

per la produzione e gestione dei punti vendita aziendali<br />

(Franco Pedretti); il 24 febbraio “Erbe officinali e aromatiche”,<br />

coltivazione, raccolta, trasformazione in decotti,<br />

tisane, tinture, oli essenziali (Pistis); promemoria per<br />

marzo, con una lezione sui principi dell’apicoltura biodinamica<br />

(il 10). Si può partecipare a singole giornate. Il 10 febbraio<br />

si riunisce l’assemblea dei soci.<br />

Dal 20 gennaio<br />

0522 66 62 46, info@fondazionelemadri.it<br />

LA FERTILITÀ DELLA TERRA E IL BENESSERE<br />

DELL’UOMO - Corso di agricoltura biodinamica<br />

Pomaia (Pi)<br />

La qualità del cibo condiziona la nostra salute, il nostro ecosistema<br />

è in difficoltà e quindi si rende più che mai necessario<br />

e impellente, oggi, un nuovo modo di vedere l’agricoltura.<br />

L’agricoltura biodinamica si propone come tecnica e<br />

mentalità moderna, per salvaguardare la qualità della vita,<br />

e per contribuire alla sua conoscenza e diffusione nasce<br />

questo corso intensivo, teorico-pratico, rivolto ad agricoltori<br />

e tecnici, studenti e appassionati. È tenuto, da esperti di<br />

biodinamica come Paolo Pistis, Fabio Fioravanti e Gabriele<br />

Squaiella, presso l’Istituto<br />

Lama Tzong Khapa.<br />

14-18 febbraio<br />

050 68 56 54<br />

segreteria@iltk.it<br />

biodinamica


notizie<br />

EUROFLORA PREMIATA<br />

A SHANGHAI<br />

La riproduzione floreale della<br />

Lanterna, scelta come simbolo di<br />

Euroflora – la grande manifestazione genovese – allo<br />

Shanghai International Mosaiculture (SIM), è stata premiata<br />

lo scorso settembre come migliore interpretazione tematica<br />

esposta a Century Park, nel cuore della metropoli cinese.<br />

Si trattava di un manufatto di ars topiaria alto 5 metri.<br />

Euroflora ha partecipato alla kermesse dedicata alla mosaicoltura<br />

con AIF, la neonata associazione delle floralies internazionali<br />

che raggruppa, oltre a Genova, Gent, Nantes,<br />

Budapest e Valencia.<br />

LA VITE PIÙ GRANDE (E PIÙ ANTICA?) DEL MONDO<br />

I <strong>Giardini</strong> di Castel Trauttmansdorff di Merano hanno assunto<br />

la paternità della vite più grande del mondo, sita presso<br />

Castel Katzenzungen a Prissiano (nel territorio meranese).<br />

Un monumento naturale unico, di dimensioni enormi – il<br />

suo fogliame copre una superficie di 350 mq – e, con i suoi<br />

350 anni (accertati scoentificamente; 600 quelli accreditatile<br />

dalla tradizione), probabilmente la più antica vite del pianeta.<br />

Il Versoaln è il vino prodotto da questo vitigno autoctono,<br />

e si può degustare durante le speciali visite guidate “Vini &<br />

<strong>Giardini</strong>”, mentre la vite è liberamente accessibile.<br />

0473 92 08 22, info@tisensprissian.com<br />

www.trauttmansdorff.it<br />

I COMUNI FIORITI DEL PIEMONTE<br />

Assegnati i premi tra i 182 comuni piemontesi che hanno<br />

concorso a “Comuni Fioriti del Piemonte 2006”, terza edizione<br />

in cui la giuria ha riscontrato «crescente impegno e<br />

un’aumentata qualità delle fioriture realizzate». Le quattro<br />

categorie in cui sono stati divisi i partecipanti, in base alla<br />

grandezza e alla vocazione turistica, hanno visto premiati:<br />

Omegna (Vb) tra i “Comuni turistici”; Rorà (To) tra i<br />

“Comuni fino a 3000 abitanti”; Boves (Cn) tra i “Comuni da<br />

3000 a 20000 abitanti”; Moncalieri (To) tra i “Comuni con<br />

oltre 20000 abitanti”. Altrettanti secondi premi sono andati<br />

rispettivamente a Clavières (To), Bossolasco (Cn), Galliate<br />

(No), Fossano (Cn). Per la prima volta sono<br />

stati assegnati, fra i cartelli segnaletici da<br />

apporre all’ingresso del territorio, due cartelli<br />

con «4 fiori», ad Alba (Cn) e Cella Monte (Al).<br />

Da segnalare che Omegna e Limone Piemonte<br />

(Cn) rappresenteranno l’Italia a “Entente<br />

Florale 2007”, concorso che premia le realtà<br />

locali più fiorite d’Europa.<br />

www.comunifioriti.it<br />

sapienzaorientale<br />

CORSO SPECIALISTICO DI FENG SHUI - Ferrara<br />

“Corso di formazione specialistica in architettura Feng Shui”,<br />

organizzato dalla Fondazione Matteo Ricci di Bologna con il patrocinio<br />

dell’Università di Ferrara. È rivolto ad architetti, ingegneri,<br />

studenti, laureati ed esperti di progettazione dell’ambiente, agraria,<br />

scienze ambientali e geologia. Il Feng Shui è l’arte di combinare<br />

il vento (feng) e l’acqua (shui) e altri concetti come energia, armonia,<br />

benessere, per creare un ambiente armonioso per chi lo abita.<br />

Il corso, diretto da Stefano Parancola, si svolge presso la Facoltà di<br />

Architettura a Ferrara (via Quartieri 8), per 9 finesettimana.<br />

Dal 20 gennaio<br />

051 53 15 95, www.fondazionericci.it<br />

7<br />

L’UNIVERSITÀ DEL BONSAI<br />

Milano, Parabiago (Mi) e Brescia<br />

Corsi brevi, per un primo approccio a quest’arte,<br />

proposti dall’Università del Bonsai di<br />

Crespi in tre diverse sedi: a Parabiago tre<br />

sabati di febbraio (3, 10 e 17: 0331 55 68 78), alle Show<br />

Room di Crespi Bonsai a Milano (il 6-7 e 13-14 febbraio:<br />

02 48 19 33 01) e a Brescia (20 e 27 gennaio, 3 febbraio:<br />

030 377 28 32).<br />

Dal 20 gennaio<br />

0331 55 68 78, www.crespibonsai.com<br />

info@crespibonsai.com<br />

NUOVO PUNTO VENDITA OBI<br />

a Carpi (Mo)<br />

OBI apre il suo ottavo negozio in<br />

Emilia Romagna, a Carpi, all’interno<br />

del centro commerciale Borgogioioso.<br />

OBI, leader europeo del fai da te, mette a disposizione<br />

del pubblico, anche in questo nuovo punto vendita<br />

all’avanguardia, i propri reparti funzionali e il personale<br />

formato e costantemente aggiornato. Non manca,<br />

naturalmente, un’ampia superficie consacrata al giardinaggio<br />

e a tutte le attrezzature e gli arredi per la cura e il<br />

godimento degli spazi esterni.<br />

www.obi-italia.it<br />

PREMIATI I VINCITORI DEL<br />

CONCORSO “Premio<br />

Giambenini – disegna il<br />

tuo giardino ideale”<br />

Il Premio Giambenini, indetto in<br />

occasione dell’ultima “Fieracavalli”<br />

nel novembre scorso da<br />

Giambenini architettura del giardino (in collaborazione con<br />

l’Accademia Cignaroli), ha invitato bambini e ragazzi tra i 7<br />

e i 14 anni a disegnare il proprio giardino ideale. Colori alla<br />

mano, i giovani partecipanti hanno dato spazio alla loro creatività<br />

e in questo modo originale fatto conoscenza col mondo<br />

del giardinaggio. Ora i vincitori si godono il premio, un corso<br />

di disegno naturalistico presso l’Accademia.<br />

www.giambenini.it<br />

È NATO IL SIC POINT DELLA LIGURIA<br />

È stato inaugurato lo scorso novembre il centro di documentazione<br />

sui Siti di Interesse Comunitario (SIC) della<br />

Liguria, istituito da Comune di Genova e Regione con<br />

fondi europei all’interno del Museo di Storia Naturale “G.<br />

Doria” (via Brigata Liguria 9 a Genova) allo scopo di far<br />

conoscere la ricchezza e la varietà della rete ecologica<br />

(flora e fauna) ligure. L’iniziativa nasce nel contesto di Rete<br />

Natura 2000, nata con la direttiva europea “Habitat” e<br />

mirante a realizzare un quadro conoscituvo dei valori<br />

naturalistici e delle misure di conservazione della biodiversità<br />

del nostro continente. Il SIC Point è uno spazio<br />

espositivo e documentario multimediale<br />

che, oltre ai SIC, illustra le Zone di<br />

Protezione Speciale (ZPS) della regione.<br />

010 56 45 67, www.museodoria.it<br />

www.natura2000liguria.it<br />

notizie


didattica<br />

TECNICHE<br />

COLTURALI<br />

E POTATURA<br />

DELLA ROSA<br />

Vivaio<br />

La Campanella<br />

Cervarese Santa Croce (Pd)<br />

Un corso teorico-pratico di potatura dei<br />

vari gruppi di rose, ogni sabato di febbraio:<br />

la lezione mattutina (tecniche d’impianto,<br />

epoca, cure) è completata dalle esercitazioni<br />

sulle varietà sarmentose, arbustive, storiche<br />

e moderne presenti nel vivaio.<br />

3-24 febbraio<br />

049 991 09 05<br />

info@vivaiolacampanella.com<br />

CORSO DI POTATURA<br />

E COLTIVAZIONE<br />

Il Mondo delle Rose - Le Sieci (Fi)<br />

Il Mondo delle Rose, vivaio specializzato in<br />

rose antiche e da collezione, organizza per<br />

tutti corsi di potatura delle rose, giornalieri<br />

(venerdì o sabato), con lo scopo di fornire<br />

tutti gli elementi teorici (il ciclo biologico e<br />

la struttura della rosa) e pratici (forbici alla<br />

mano) per ottenere rose<br />

sane e vigorose, libere da<br />

patologie e inestetismi.<br />

19 gennaio -<br />

9 febbraio<br />

055 836 36 52,<br />

www.mondorose.it<br />

info@mondorose.it<br />

CORSI DI POTATURA<br />

al Giardino delle Rose<br />

Chiesanuova (Fi)<br />

Corsi giornalieri, l’ultimo sabato di gennaio<br />

e tutti i sabati di febbraio, sulle rose<br />

antiche e classiche e sulla loro potatura.<br />

Dopo una parte teorica segue la pratica nel<br />

giardino di questo vivaio immerso nelle<br />

colline del Chianti. A disposizione anche<br />

arredi d’epoca.<br />

27 gennaio - 24 febbraio<br />

055 824 23 88<br />

agenda verde<br />

bachecadeivivai<br />

ELLEBORI À GOGO<br />

Il Giardino degli Ellebori<br />

Pietra Ligure (Sv)<br />

“Ellebori col cuore scuro: novità del<br />

2007” è la mostra mercato proposta dal vivaio ligure di<br />

Anna e Carla Barbaglia: una collezione di oltre 200 varietà<br />

e occhi puntati sull’elleboro picoté col cuore scuro (dal 21 gennaio<br />

al 18 marzo, ingresso libero tutte le domeniche alle 13).<br />

Il 26 febbraio “Giornata di studio sull’elleboro”: lezioni su<br />

ibridazione e coltivazione, leggende, composizioni (prenotazione<br />

obbligatoria).<br />

Dal 21 gennaio<br />

0196 167 21, 338 593 51 77<br />

didattica<br />

I CORSI di Turin Garden - Torino<br />

Programma didattico succulento nel 2007 del<br />

vivaio di Mario Vietti in strada del Mainero. Il 24<br />

febbraio parte il corso primaverile di giardinaggio<br />

pratico, per tutti gli appassionati: 7 lezioni al sabato<br />

per imparare a curare il giardino nelle varie stagioni<br />

e fasi: potatura, organizzazione, cura, moltiplicazione,<br />

coltivazione biologica, riconoscimento e<br />

caratteristiche delle piante, irrigazione e illuminazione. Con esercitazioni<br />

pratiche.<br />

Dal 24 febbraio<br />

011 861 00 32, www.turingarden.it vietti@turingarden.it<br />

CORSO DI POTATURA DELL’OLIVO<br />

Azienda Agricola Facchini - Fano (Pu)<br />

Al vivaio marchigiano, specializzato in olivi, continuano i corsi di potatura<br />

dell’oliveto di formazione e di produzione. Il corso primaverile,<br />

che comprende una parte teorica su operazioni di impianto,<br />

caratteristiche delle varietà e patologie, e una parte pratica<br />

a diretto contatto con le piante, ha inizio il 24 febbraio e prosegue<br />

per altri 4 sabati consecutivi. A fine corso degustazione<br />

di oli monovarietali.<br />

Dal 24 febbraio<br />

340 849 73 89<br />

CORSO DI POTATURA DI ROSE ANTICHE<br />

Azienda Agricola Feletig - Arignano (To)<br />

Un corso teorico e pratico di potatura dedicato alle rose Antiche. Una prima<br />

parte si svolge al mattino: differenza di potatura tra cespugli e rampicanti,<br />

rifiorenti e non rifiorenti; al pomeriggio la parte pratica, forbici alla mano.<br />

Due date a disposizione, presso il vivaio di Maurizio<br />

Feletig.<br />

11/17 febbraio<br />

011 946 23 77, www.rosebacche.it<br />

info@rosebacche.it<br />

CORSI DI POTATURA ai Vivai Belfiore - Lastra a Signa (Fi)<br />

“La potatura del frutteto familiare biologico” sabato 27 gennaio o in alternativa<br />

domenica 18 febbraio (sono due appuntamenti distinti) è la proposta<br />

didattica del vivaio toscano. Per il primo o secondo weekend di marzo, prendere<br />

nota, un corso su “Oliveto biologico: piantagione, concimazione, potatura<br />

e difesa”. L’11 febbraio, nell’ambito dei corsi di cucina con i frutti antichi,<br />

“Dolci e pane con frutti e grani antichi”. Tutti i corsi comprendono un<br />

rinfresco con degustazione dei prodotti dell’azienda.<br />

27 gennaio / 18 febbraio e 11 febbraio<br />

055 872 41 66, vivaibelfiore@libero.it<br />

8<br />

MOSTRA MERCATO DEL<br />

Pelargonium<br />

L’Oasi del Geranio<br />

Ceriale (Sv)<br />

Tradizionale mostra mercato del Pelargonium al vivaio ligure<br />

(sulla via Aurelia), quest’anno aperta per tutto il primo semestre.<br />

Nei mesi invernali l’evento sarà soprattutto fotografico,<br />

dato che le piante non sono ancora fiorite. La collezione, già<br />

ricca di mille varietà, si arricchisce con novità di specie e ibridi.<br />

Fino al 30 giugno<br />

0182 99 02 80, www.rivieraligure.it/loasidelgeranio


GRANDI FESTE DELLE ORCHIDEE IN LOMBARDIA<br />

Sesto San Giovanni (Mi) e Mantova<br />

In collaborazione con Giancarlo Pozzi dell’Orchideria di Morosolo,<br />

due garden lombardi hanno preparato per febbraio altrettante mostre<br />

mercato per contribuire a far conoscere meglio il mondo, affascinante<br />

e ancora misterioso ai più, delle orchidee. A<br />

Sesto San Giovanni l’associazione Fior di<br />

Mylius (via Fante d’Italia: 346 228 13 00) organizza<br />

la festa nella serra del Giardino Mylius, i<br />

giorni 3 e 4; sabato 3 minicorso sulla coltivazione<br />

domestica (prenotare). A Mantova la<br />

festa è al garden Valle dei Fiori (sito in via<br />

Parma 28: 0376 33 08 11) dal 10 al 14 febbraio,<br />

con analogo minicorso il giorno 10 (prenotare).<br />

Pronto soccorso orchidee in entrambe le<br />

mostre.<br />

3-4 e 10-14 febbraio<br />

associazioni<br />

IL GIARDINO DI PIMPINELLA - Marzabotto<br />

(Bo)<br />

Nuovo anno e nuove<br />

belle iniziative alla fattoria<br />

didattica di Laura<br />

Dell’Aquila sulle colline<br />

bolognesi. Il 28 gennaio<br />

“Aiutiamo i passerotti”, una giornata a<br />

costruire mangiatoie e a preparare leccornie per<br />

i piccoli amici pennuti: i segreti per accoglierli<br />

sul balcone e in giardino, al riparo dai rigori<br />

invernali. In febbraio “Una giornata da<br />

Pimpinella” (domenica 4), passeggiate nel bosco<br />

alla ricerca di Mago Gelo e Fata Brina, laboratori,<br />

proiezioni, cioccolata… Il giorno 11 “Fare il<br />

sapone a casa” con ingredienti semplici: fuoco,<br />

paiolo, erbe, olio d’oliva.<br />

Dal 28 gennaio<br />

051 93 27 93, www.pimpinella.it<br />

info@pimpinella.it<br />

LUCA MASSENZIO PALERMO<br />

allo Studio Arti Floreali - Roma<br />

Mostra personale, in vicolo della Campanella,<br />

del pittore romano Luca Massenzio Palermo, da<br />

anni dedito alla wild life art, l’arte naturalistica<br />

che ha grande successo nel mondo anglosassone<br />

ed è in via di sviluppo anche in Italia. Foreste tropicali,<br />

alberi con uccelli e farfalle, bouquet di<br />

fiori sono tra i temi del’artista, che lavora all’acquerello,<br />

a olio e ad acrilico, fondendo rigore<br />

scientifico e afflato decorativo. Sue opere sono<br />

conservate in prestigiose sedi mondiali, come la<br />

Royal Collection di Windsor, il Fitzwilliam di<br />

Cambridge e l’Università Federico II di Napoli; il<br />

maestro è docente del corso di Roma di cui<br />

diamo notizia in questa stessa<br />

agenda.<br />

25 gennaio - 3 febbraio<br />

06 687 73 69<br />

www.artifloreali.it<br />

artifloreali@artifloreali.it<br />

laPenisola<br />

delleorchidee<br />

FESTA DELLE ORCHIDEE<br />

da Fasoli Piante - Novara<br />

Profumi, colori, forme e screziature uniche al mondo:<br />

è la magia delle orchidee, presentate dal garden<br />

piemontese in apertura<br />

delle sue iniziative 2007.<br />

Cattleya e Phalaenopsis, ma<br />

non solo, e la consueta vastissima<br />

scelta di piante,<br />

attrezzi, mobili e tutto per la<br />

zoologia.<br />

10-18 febbraio<br />

0321 46 88 66<br />

www.fasolipiante.com<br />

info@fasolipiante.com<br />

I PREMIATI DEI CONCORSI “IL BALCONE<br />

FIORITO” E “LA COLOCASIA”<br />

Hortus Magnus - Salerno<br />

Lo scorso giugno l’associazione Hortus Magnus ha<br />

premiato i vincitori dei due concorsi “Il balcone fiorito”<br />

e “La Colocasia” (fotografico). Ecco le prime tre immagini<br />

classificate del secondo, nell’ordine: Riflessi di<br />

Vittoria Pascale, Senza titolo di Carmensita Sorice<br />

Cangiano e Pino loricato di Maria Rotunno. Per “Il balcone fiorito” premiati<br />

Rosa Frezza, Carmensita Sorice e Maria Pastore.<br />

089 79 21 45, www.hortusmagnus.net, annacam@tin.it<br />

AMICI DEL VERDE - Monza<br />

All’associazione di via Correggio riprendono i consueti martedì<br />

sera con proiezioni di diapositive, presentazioni della flora stagionale<br />

e scambi di vedute tra i soci sulla coltivazione. Il 6 febbraio si<br />

parla di “Omeopatia e piante”, il 20 dei possibili giardini del futuro:<br />

i “<strong>Giardini</strong> senz’acqua”. Anticipazione di marzo: il 6 incontro<br />

sulle “Ville di delizia” della Brianza.<br />

6 e 20 febbraio<br />

039 596 14 84, www.amicidelverde.it<br />

amicidelverde@tiscali.it<br />

UNA VOCE AGLI ANIMALI CON ENPA<br />

«L’occhio nero? Ho sbattuto a uno spigolo», lamenta il coniglio, solo uno<br />

dei tanti animali maltrattati a cui ENPA, Ente<br />

Nazionale Protezione Animali, dà voce con la sua<br />

campagna di sensibilizzazione e con il suo costante<br />

operato. Maltrattare un animale è un po’ come mettere<br />

le mani addosso a un bambino… anche un animale<br />

prova dolore e paura. Molta paura. Ma non ha nessuno<br />

a cui chiedere aiuto, né la voce per farlo. Ogni<br />

nuovo socio è una voce in più per i nostri amici indifesi:<br />

bastano 20 euro sul c.c. postale 94304003 intestato<br />

a Enpa Onlus, via Attilio Regolo 27, 00192 Roma.<br />

www.enpa.it<br />

amici animali


Emergenza ACQUA<br />

Il giardino e i consumi idrici<br />

in previsione della prossima<br />

primavera-estate<br />

TESTO DI ERALDO ANTONINI<br />

FOTO DI ERALDO ANTONINI E MAURIZIO ZARPELLON<br />

In questi ultimi anni anche i più scettici si stanno<br />

ricredendo. Che vi siano in atto cambiamenti climatici<br />

ormai lo dicono tutti. In particolare in<br />

Europa, Italia inclusa, si osservano estati calde e siccitose<br />

alle quali si accompagnano inverni caratterizzati<br />

da scarse precipitazioni. Ciò comporta una forte riduzione<br />

delle disponibilità idriche per gli usi umani,<br />

riduzioni che si manifestano talvolta già a fine primavera-inizio<br />

estate. I primi settori a risentire della carenza<br />

di acqua sono quelli legati alle produzioni agricole,<br />

a cui seguono le attività produttive industriali. In alcuni<br />

ambiti territoriali del Sud Italia anche l’approvvigionamento<br />

umano è minacciato, tanto che in alcuni<br />

comuni si provvede alla distribuzione dell’acqua per<br />

usi domestici mediante autobotti. Le sorti dei giardini<br />

non sono indenni a queste situazioni di emergenza. I<br />

sindaci di molti comuni, ormai, in estate vietano l’uso<br />

dell’acqua pubblica per irrigare i giardini e per lavare<br />

le automobili durante il giorno; in altri casi il divieto si<br />

estende all’intera giornata. Nei giardini storici esemplari<br />

arborei e arbustivi di notevoli dimensioni rischiano<br />

di essere perduti per sempre a causa della siccità<br />

prolungata. Nella calda estate del 2003 gli imponenti<br />

Ficus magnolioides del giardino storico di<br />

Donnafugata, in Sicilia, avevano chiari sintomi di disseccamento;<br />

analoga sorte anche per enormi rododendri<br />

nel giardino storico dei padri Rosminiani a<br />

Domodossola, e per molti alberi del parco della Val<br />

Grande a nord del lago Maggiore.<br />

Che cosa<br />

possiamo fare?<br />

Alla luce di questo panorama<br />

poco rassicurante occorrerebbe<br />

attuare una serie di<br />

accorgimenti sia nella manutenzione<br />

che nella progettazione<br />

del giardino, per ridurre<br />

il fabbisogni idrici. Ciò, se<br />

dal punto di vista del singolo<br />

giardino è un nulla, esteso a<br />

tanti giardini si traduce in<br />

molte migliaia di metri cubi<br />

di acqua non consumati.<br />

ACCORGIMENTI<br />

AGRONOMICI<br />

Innanzitutto si<br />

possono attuare<br />

accorgimenti agronomici volti a ridurre<br />

l’evaporazione dell’acqua dal suolo: uso di<br />

pacciamatura sotto arbusti, alberi e aiuole<br />

di erbacee perenni, irrigazione nelle ore<br />

più fredde del giorno (alla sera, o meglio<br />

alle prime luci dell’alba) evitando di<br />

bagnare le chiome ma bagnando<br />

direttamente il suolo nella zona interessata<br />

dalle radici; piantagione in autunno anziché<br />

in primavera; lotta alle infestanti;<br />

protezione dal vento mediante siepi.<br />

ACCORGIMENTI PROGETTUALI<br />

Dal punto di vista progettuale la<br />

scelta delle piante dovrà ricadere su<br />

quelle che vivono con poca acqua; si<br />

dovranno prevedere superfici a prato<br />

di ridotte dimensioni o costituite da<br />

graminacee macroterme quali la<br />

gramigna, che richiedono poca acqua<br />

(ma che in inverno assumono<br />

colorazione gialla).<br />

11 ambiente<br />

ZARPELLON ANTONINI ANTONINI


STACANOVISTI<br />

in giardino<br />

i Miscanthus<br />

eleganza per tutto l’anno


Miscanthus sinensis ‘Zebrinus’<br />

TESTO E FOTO DI PAOLO COTTINI<br />

Batti e ribatti, anche da noi le graminacee<br />

hanno iniziato a perdere il tradizionale cliché<br />

di piante d’interesse esclusivamente<br />

alimentare o, viceversa, quello d’infestanti nocive,<br />

per entrare a pieno titolo nel settore nobile delle<br />

perenni decorative. Non solo, ma a poco a poco ci si<br />

è resi conto che il loro impiego in giardino, se studiato<br />

con attenzione, è utilissimo per tutte e quattro<br />

le stagioni: questo almeno è il caso dei Miscanthus,<br />

un genere diventato oramai quasi popolare. I giardinieri<br />

avveduti lo usano per migliorare l’impatto visivo<br />

dei loro piccoli regni, sfruttando la proprietà posseduta<br />

dalle erbe ornamentali nel formare contrasti<br />

Miscanthus sinensis ‘Zebrinus’<br />

d’effetto nelle forme e nella struttura stessa del giardino.<br />

Con i loro vigorosi e abbondanti ciuffi di<br />

foglie, solitamente strette, allungate e mollemente<br />

ricadenti, ma anche con i fusti eretti e culminanti in<br />

ricche e piumose infiorescenze, i M. costituiscono<br />

una risorsa preziosa per mettere in risalto gli arbusti<br />

e le erbacee da fiore che stanno alla base del disegno<br />

generale. Con il loro aiuto, le bordure miste hanno<br />

tutto da guadagnare in termini di linee, consistenza<br />

e perfino movimento. Ovviamente, ancora una volta<br />

è questione anche di gusto e d’interpretazione personale<br />

del giardino, perché in ogni caso i M. vanno<br />

sapientemente mescolati o abbinati con altre piante:<br />

bulbose, perenni, sempreverdi nane, arbusti da fiore<br />

e anche rose.<br />

13 pianta vedette


Pianta invernale, ma non solo<br />

L’impegno posto dai M., nell’affrontare e superare<br />

brillantemente il ciclo intero dell’anno, è davvero<br />

straordinario. La partenza – se di partenza si può<br />

davvero parlare – ha luogo verso aprile, quando dal<br />

terreno tornano a spuntare nuove foglie, in sostituzione<br />

delle vecchie da poco tagliate. Sono lamine di<br />

colore verde brillante, oppure variegate, graziosamente<br />

arcuate e lunghe fino a 120 cm, cui s’accompagnano,<br />

d’estate, gli eretti scapi fiorali. Si tratta di<br />

pannocchie terminali con l’aspetto di spighe, di<br />

forma vagamente piramidale o a ventaglio, formate<br />

da “rametti” cosparsi di minuti fiori che ricordano<br />

quelli del frumento; il loro colore varia dal grigioargento<br />

al rosato, fino al rosso vinoso. In seguito i<br />

fiorellini si trasformano in minute infruttescenze,<br />

che non si staccano nemmeno sotto la neve. Uno<br />

spettacolo che dura non meno di una decina di mesi,<br />

talvolta sino a febbraio.<br />

pianta vedette<br />

14<br />

Asiatiche cosmopolite<br />

I M. sono originari delle fasce tropicali del Vecchio<br />

Mondo, ma è in Giappone e in Cina che si diffondono<br />

in misura sovrabbondante, specialmente nelle<br />

aree antropizzate e degradate. Quasi delle erbacce<br />

infestanti, dunque, che però anche quelle popolazioni<br />

hanno sempre apprezzato per la loro eleganza,<br />

tanto da raffigurarne spesso le pannocchie in pitture<br />

e tessuti. Introdotto in Occidente a metà Ottocento<br />

sotto il nome di Eulalia, il genere M. annovera meno<br />

di 20 specie, alcune delle quali si fanno preferire per<br />

bellezza e versatilità, anche se la primadonna è sicuramente<br />

M. sinensis, che fin dagli esordi in Europa<br />

dimostrò di possedere una spiccata tendenza a fornire<br />

ottimo materiale per la costituzione di numerosi<br />

ibridi. Grazie a un vivaista tedesco, Ernst Pagels,<br />

e ad altri coltivatori, il numero delle varietà ha superato<br />

le 200 unità, molte delle quali abbastanza facilmente<br />

reperibili sul mercato.<br />

Miscanthus sacchariflorus Miscanthus oligostachyus ‘Afrika’ Miscanthus sacchariflorus


SPECIE<br />

DIMENSIONI<br />

(ALTEZZA X<br />

LARGHEZZA)<br />

M. x giganteus 4 x 1,8 m<br />

M. nepalensis 2 x 1,4 m<br />

M. oligostachyus 1,8 x 1,2 m<br />

M. sacchariflorus 4 x 2 m<br />

M. sinensis (e M. s.<br />

var. condensatus)<br />

Miscanthus x giganteus<br />

‘Gilt Edge’<br />

3 x 1,5 m<br />

FOGLIE INFIORESCENZE USO NOTE<br />

Verdi,<br />

larghe 3 cm,<br />

lunghe 90 cm<br />

Verdi, eleganti,<br />

50 cm<br />

Prima verdi, poi<br />

rosso-arancione in<br />

autunno, 90 cm<br />

Rigide, piatte,<br />

verde-glauco, 90 cm<br />

Lineari, arcuate o<br />

erette, verdeglauco,<br />

120 cm<br />

le specie<br />

Piramidali,<br />

violaceo-marrone,<br />

45 cm<br />

Pendule, bronzogiallo,<br />

25 cm<br />

A piccolo<br />

ventaglio, nocciola<br />

chiaro, 18 cm<br />

A ventaglio,<br />

sericee, argentee,<br />

40 cm<br />

Piramidali,<br />

sericee, marrone<br />

chiaro, 40 cm<br />

Per grandi<br />

parchi,<br />

in masse<br />

Anche in<br />

ambienti<br />

piccoli, nelle<br />

bordure miste<br />

Bordure, siepi,<br />

schermi, in bel<br />

contrasto con i<br />

verdi e i blu<br />

Ottima per<br />

consolidare rive<br />

franose e pendii<br />

Impieghi diversi<br />

secondo le<br />

varietà<br />

Ibrido fra M. sinensis<br />

e M. sacchariflorus.<br />

Resiste a freddo,<br />

neve e un po’ di<br />

siccità<br />

Non del tutto rustica,<br />

va un po’ protetta<br />

d’inverno<br />

Esige suolo<br />

molto umido<br />

Non eccede nello<br />

sviluppo, tollera la<br />

mezz’ombra<br />

Molto rustica,<br />

preferisce il sole<br />

pieno<br />

Miscanthus nepalensis Miscanthus sinensis var.<br />

condensatus ‘Cabaret’<br />

15 pianta vedette


CULTIVAR<br />

pianta vedette<br />

ALTEZZA<br />

FOGLIAME<br />

IN CM<br />

ALTEZZA<br />

INFIORESCENZE<br />

IN CM<br />

16<br />

TAGLIA NOTE<br />

‘Flamingo’ 100 160 Media Foglie autunnali arancione.<br />

Infiorescenze pendule, morbide<br />

‘Ghana’ 100 180 Media Bel colore autunnale delle foglie<br />

‘Gracillimus’ 150 170 Media Portamento globoso con foglie molto strette<br />

‘Hinjo’ 100 120 Nana Molto nana; fusti argentei;<br />

per giardini piccoli<br />

‘Kleine Fontäne’ 90 160 Media Foglie strette, molte infiorescenze<br />

‘Kleine<br />

Silberspinne’<br />

varietà di Miscanthus sinensis<br />

70 120 Nana Foglie strettissime che diventano<br />

rosso-arancione; per giardini piccoli<br />

‘Little Kitten’ 50 80 Nana Portamento compatto, foglie molto strette;<br />

per giardini moderni<br />

‘Malepartus’ 110 200 Alta Foglie autunnali arancione,<br />

fiori grandi ben eretti<br />

‘Morning Light’ 150 170 Media Fogliame variegato, arcuato e leggiadro,<br />

elegante; anche per contenitori<br />

‘Nippon’ 80 150 Piccola Eretta nel portamento e nelle infiorescenze<br />

‘Silberfeder’ 150 240 Alta Portamento lasso, molto elegante,<br />

impegnativa negli spazi<br />

‘Strictus’ 150 200 Alta Foglie erette con bande orizzontali<br />

‘Variegatus’ 160 200 Alta Variegature ben marcate;<br />

molto elegante e rustica<br />

‘Zebrinus’ 150 220 Alta Foglie lungamente arcuate<br />

‘Zwergelefant’ 110 170 Media Infiorescenze rosate<br />

che si aprono in mezzo al fogliame<br />

le<br />

cultivar<br />

della<br />

pagina<br />

a fronte:<br />

Miscanthus<br />

sinensis<br />

‘Malepartus’<br />

M. sinensis<br />

‘Kleine<br />

Silberspinne’<br />

Miscanthus<br />

sinensis<br />

‘Little Kitten’<br />

Miscanthus<br />

sinensis<br />

‘Gracillimus’<br />

Miscanthus<br />

sinensis<br />

‘Variegatus’<br />

M. sinensis<br />

‘Morning<br />

Light’<br />

Miscanthus<br />

sinensis<br />

‘Strictus’<br />

Miscanthus<br />

sinensis<br />

‘Flamingo’<br />

M. sinensis<br />

‘Kleine<br />

Fontäne’


17 pianta vedette


Miscanthus sinensis<br />

‘Hinjo’<br />

Il pregio principale dei M. consiste nella prerogativa<br />

di riuscire, con le loro infiorescenze<br />

anche mature, a catturare luminosità dal cielo<br />

e trasmetterla alla zona del giardino in cui<br />

sono stati inseriti. È su queste basi che essi<br />

vanno sfruttati. Oltre che nell’ultimo piano<br />

delle bordure miste di grandi dimensioni e<br />

fra gli arbusti, i M. stanno bene come esemplari<br />

singoli in mezzo all’erba dei prati oppure<br />

lungo le rive di corsi d’acqua, anche se in<br />

questo caso occorre prevedere uno spazio<br />

sufficiente per il loro notevole sviluppo.<br />

Alcune cultivar, come M. sinensis ‘Zebrinus’,<br />

non tollerano bene la vicinanza soffocante di<br />

Miscanthus sinensis<br />

‘Nippon’<br />

In giardino<br />

Miscanthus sinensis<br />

‘Silberfeder’<br />

altre perenni da zone umide. Un altro compito<br />

che viene spesso affidato loro è di formare<br />

schermi contro il vento, con un impareggiabile<br />

effetto decorativo, grazie alla flessuosità<br />

delle loro foglie. In ogni caso, prima di acquistare<br />

una specie o una varietà di M. è bene<br />

informarsi circa le sue dimensioni a maturità,<br />

perché esistono taglie di ogni genere: piccole,<br />

medie e molto grandi. Essi si associano bene<br />

con piante dal fogliame scuro (agrifogli,<br />

bossi, pini, tassi), ma anche con piante decidue<br />

di uguale tonalità, come Sambucus nigra<br />

‘Black Beauty’ e faggi rossi. Le varietà a foglia<br />

variegata si combinano bene con le Rudbeckia<br />

e i bambù dai fusti gialli.<br />

Miscanthus sinensis<br />

‘Ghana’<br />

19 pianta vedette


I M. gradiscono un terreno fertile e torboso,<br />

che non s’inaridisca nella stagione estiva e<br />

resti costantemente un po’ umido, ma, fatta<br />

salva quest’ultima condizione, tollerano<br />

qualunque tipo di suolo. L’esposizione preferita<br />

è al sole, ma crescono bene anche a<br />

mezz’ombra. Sopportano senza problemi le<br />

temperature invernali, fino a -20°C, anche se<br />

i giovani getti primaverili possono essere<br />

danneggiati dalle gelate tardive: in questo<br />

caso, nelle aree più fredde, occorre pacciamare<br />

accuratamente le piante più giovani. Se<br />

le piante tendono a diventare invadenti,<br />

bisogna intervenire con appropriate operazioni<br />

di sfalcio. Nel maneggiare le foglie<br />

occorre però fare attenzione ai loro margini<br />

dentati, che possono facilmente tagliare la<br />

Coltivazione<br />

Miscanthus sinensis<br />

‘Giganteus’<br />

pelle. Essi vanno tagliati a livello del terreno<br />

solo alla fine dell’inverno. Si moltiplicano in<br />

serra seminando in superficie, verso marzoaprile.<br />

La germinazione avviene dopo un<br />

paio di settimane e, quando le piantine sono<br />

abbastanza grandi per essere maneggiate, si<br />

ripicchettano individualmente in vasi, facendo<br />

passare in serra il primo inverno.<br />

L’anno successivo, in tarda primavera, le giovani<br />

piante vengono poste a dimora definitiva.<br />

I M. si possono anche facilmente dividere,<br />

in aprile o in autunno, ripiantando subito<br />

le divisioni più grandi in giardino, mentre<br />

per le più piccole è più opportuno un contenitore,<br />

posto poi a mezz’ombra in serra fredda,<br />

dove si irrobustiranno fino alla primavera<br />

seguente.<br />

dove acquistarle<br />

PIER LUIGI PRIOLA<br />

Treviso, tel. 0422 30 40 96, info@priola.it<br />

IL GIARDINO VIVACE di Didier Berruyer<br />

Pieve di Compito, Capannori (Lu)<br />

tel. 0583 97 92 41, fax 0583 97 92 41<br />

ilgiardinovivace@tin.it<br />

L’ERBAIO DELLA GORRA<br />

Castel Borgone (To)<br />

tel. 011 91 74 168, e.gorra@libero.it<br />

LE JARDIN D’HERBES<br />

La Cordonnais – Bazouges La Perouse (Francia)<br />

tel. 0033 2 99 97 40 85<br />

APPLE COURT<br />

Hordle Lane, Hordle, Lymington<br />

Hampshire SO41 0HU (Regno Unito)<br />

tel. 0044 1590 64 21 30<br />

fax 0044 1590 64 42 20<br />

applecourt@btinternet.com<br />

www.applecourt.com<br />

Miscanthus sinensis<br />

‘Silberspinne’


NEL GIARDINO<br />

IN ATTESA<br />

DEL DISGELO<br />

Tra la neve profuma il<br />

calicanto e sbucano crochi,<br />

Galanthus e Leucojum<br />

TESTO DI VERONICA DE MICCO, GIANCARLO POZZI E MARIO VIETTI<br />

FOTO DI ERALDO ANTONINI E MASSIMO FORNACIARI<br />

DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />

ALBERI, ARBUSTI E PIANTE RAMPICANTI:<br />

• raccogliere foglie e rametti caduti e rinnovare<br />

la pacciamatura<br />

• tagliare i rami secchi, malati o spezzati dalle<br />

intemperie e abbattere gli alberi morti o deperienti<br />

• preparare gli ordini dei prodotti mancanti (semi,<br />

concimi, torbe, terricci, antiparassitari ecc.)<br />

• da febbraio mettere a dimora alberi e arbusti<br />

a foglia caduca<br />

• arbusti a foglia caduca: dalla metà di febbraio<br />

potare quelli che fioriscono sui getti dell’anno<br />

ed eventualmente effettuare una potatura di<br />

ringiovanimento<br />

• concimare le acidofile con un prodotto ternario<br />

addizionato con chelato e solfato di ferro<br />

PIANTE ANNUALI E BIENNALI:<br />

• pulire le aiuole che dovranno ospitare le nuove<br />

piantagioni e progettare i prossimi impianti<br />

• a febbraio incorporare un concime chimicoorganico<br />

(ad es. pellicino)<br />

• seminare in cassette o vassoi in ambiente riparato<br />

Ageratum, Alyssum, Lathyrus odoratus, Salvia<br />

splendens, Verbena e alcune varietà annuali di<br />

garofani<br />

consigli del mese<br />

Calicanto, Chimonanthus praecox<br />

Cura del GIARDINO a gennaio e febbraio [VIETTI]<br />

FORNACIARI<br />

Crochi<br />

FORNACIARI<br />

22<br />

ERBACEE PERENNI:<br />

• rastrellare le aiuole<br />

• iniziare a dividere e trapiantare le piante troppo<br />

accestite<br />

• a febbraio mettere a dimora all’aperto Anchusa<br />

aurea e A. angustissima, Anemone, Trillium e<br />

alcune specie tappezzanti<br />

• a febbraio moltiplicare per talea di radice<br />

Anchusa aurea, Eryngium, Limonium, Phlox,<br />

Romneya, Verbascum ecc.<br />

• accorciare i rami vecchi delle erbe aromatiche e<br />

quelli che si sono accresciuti in modo disordinato<br />

• alla fine di febbraio distribuire un concime a<br />

lento effetto<br />

BULBOSE:<br />

• controllare con regolarità i bulbi immagazzinati<br />

• portare in casa i tulipani piantati in vaso<br />

in autunno<br />

• se il clima è ancora freddo, rinnovare la<br />

pacciamatura intorno ai bulbi a fioritura primaverile<br />

(giacinti, narcisi,<br />

tulipani ecc.)<br />

• mettere a vegetare<br />

sotto vetro Dahlia e<br />

Gloxinia speciosa, e<br />

piantare all’aperto<br />

Anemone coronaria<br />

• estrarre dal terreno<br />

i bucaneve sfioriti,<br />

dividerli e ripiantarli<br />

subito<br />

Bucaneve,<br />

Galanthus nivalis<br />

FORNACIARI


Calicanto, Chimonanthus praecox<br />

ROSAI:<br />

• controllare periodicamente che le specie<br />

rampicanti siano saldamente legate ai sostegni<br />

• a gennaio preparare il terreno per le nuove<br />

piantagioni di fine inverno<br />

• a febbraio iniziare a potare le rose rifiorenti<br />

GIARDINO ROCCIOSO:<br />

• distribuire un concime chimico-organico a basso<br />

titolo di azoto<br />

• dalla fine di gennaio mettere a dimora nuovi<br />

cespugli o arbusti<br />

• pulire il giardino roccioso ed estirpare le erbe<br />

infestanti e il muschio<br />

• arieggiare il terreno con una vanga-forca<br />

• quando non si presenta più il rischio di gelate,<br />

rimuovere la pacciamatura<br />

• seminare in cassone freddo o in serra Aubrietia,<br />

Leontopodium, Ranunculus calandrinoides e<br />

R. gramineus ecc.<br />

VASCHE E LAGHETTI:<br />

• controllare regolarmente che la superficie del<br />

laghetto non si sia completamente ghiacciata<br />

• ripulire la superficie del lago dalle foglie<br />

trasportate dal vento<br />

• a febbraio trasferire le piante acquatiche<br />

delicate che erano state messe al riparo in un<br />

ambiente più caldo e luminoso<br />

• eliminare le erbe infestanti sviluppate lungo le<br />

sponde e iniziare a preparare il terreno per i<br />

nuovi impianti<br />

FORNACIARI<br />

FORNACIARI<br />

Leucojum<br />

vernum


Se nel giardino vi sono degli alberi morti<br />

o deperenti è bene provvedere al loro<br />

abbattimento, prima che la caduta accidentale<br />

possa causare dei danni. Nel caso di grossi<br />

esemplari (con altezza superiore a 5 m), è<br />

raccomandabile affidare l’incarico a una ditta<br />

specializzata; se le dimensioni sono ridotte<br />

possiamo effettuare noi stessi l’abbattimento,<br />

tenendo conto che si tratta di un<br />

lavoro potenzialmente pericoloso.<br />

Ontano<br />

Con l’aiuto di un<br />

trapano praticare un foro<br />

di circa 5 cm di diametro<br />

nella parte centrale della<br />

superficie di taglio,<br />

riempirlo con nitrato<br />

di potassio (100 g) e<br />

richiuderlo. Dopo circa<br />

un anno (tempo necessario affinché<br />

il prodotto penetri nell’apparato radicale) si dovrà riaprire il foro,<br />

versare all’interno della benzina e accenderla con un fiammifero; il<br />

fuoco si diffonderà<br />

lentamente nelle radici<br />

bruciandole e trasformandole<br />

in carbone. Questa tecnica è<br />

adatta per piante che<br />

non ricacciano,<br />

come ad esempio<br />

le conifere.<br />

consigli del mese<br />

Abbattimento degli alberi [VIETTI]<br />

FORNACIARI<br />

IL TRONCO<br />

Per prima cosa è necessario controllare che intorno alla<br />

pianta ci sia uno spazio sufficiente affinché possa cadere in<br />

sicurezza, e, a questo scopo, studiare attentamente la direzione<br />

di caduta.<br />

È sempre consigliabile legare l’albero con una fune robusta<br />

verso il lato dove si vuole far cadere.<br />

È molto importante procedere per gradi dedicandosi,<br />

innanzitutto, all’eliminazione delle branche<br />

principali: bisogna accorciarle un po’ per<br />

volta e infine recidere i monconi in<br />

prossimità del fusto.<br />

Dopo aver asportato i rami più<br />

grossi, si può effettuare il taglio del<br />

tronco: occorre posizionarsi nel lato<br />

verso il quale si dovrà verificare la<br />

caduta, praticare due tagli obliqui e<br />

convergenti per circa i due terzi del<br />

diametro del tronco e a un’altezza di circa 1<br />

m da terra, e asportare il cuneo di legno<br />

così ottenuto.<br />

A questo punto ci si sposta sul lato opposto e si taglia<br />

diagonalmente dall’alto verso il basso fino a raggiungere il<br />

cuneo; dando una leggera spinta o tirando<br />

la corda di ancoraggio si provoca la<br />

caduta.<br />

IL<br />

CEPPO<br />

CON LE<br />

RADICI<br />

Scalzare il<br />

terreno all’altezza del colletto e, con<br />

l’aiuto di una vanga, cercare di<br />

asportare l’intero ceppo con le radici.<br />

Se questa operazione risulta<br />

particolarmente difficoltosa, può essere<br />

conveniente tagliare il ceppo a filo del<br />

terreno e utilizzare dei composti<br />

chimici per facilitarne l’estrazione.<br />

Se si tratta invece di essenze ricaccianti (robinia, castagno, ecc.), è necessario<br />

prima devitalizzare la ceppaia praticando sulla superficie tagliata<br />

alcuni fori e facendo penetrare all’interno del cloruro di sodio o del<br />

diserbante. Queste operazioni sono importanti per evitare che i<br />

monconi lasciati nel terreno vadano incontro<br />

a marcescenza e diventino un focolaio di<br />

infezione.<br />

24


ANTONINI<br />

Dopo aver scelto la posizione più idonea occorre<br />

preparare il terreno: si eliminano le infestanti eventualmente<br />

presenti, si vanga in profondità e si<br />

incorpora della sostanza organica ben decomposta.<br />

radici.<br />

consigli del mese<br />

Occorre scavare una buca<br />

di dimensioni, in<br />

larghezza, almeno doppie<br />

rispetto a quelle del pane<br />

di terra e lavorare il<br />

suolo con una vangaforca<br />

per facilitare la<br />

successiva<br />

penetrazione delle<br />

È consigliabile distribuire uno strato<br />

di ghiaia grossolana mista a sabbia<br />

con la funzione di drenaggio e<br />

posizionare al centro della<br />

buca un palo tutore che<br />

servirà da sostegno<br />

fino a quando<br />

l’apparato radicale si<br />

sarà ancorato saldamente<br />

al terreno (circa 2 o 3 anni).<br />

Prima di procedere con la messa a dimora, può<br />

essere utile effettuare una leggera potatura di<br />

formazione: accorciare i getti<br />

terminali e quelli cresciuti<br />

in modo disordinato,<br />

ed eliminare tutte le<br />

ramificazioni e le radici<br />

rotte o danneggiate.<br />

Messa a dimora delle piante [VIETTI]<br />

Appena le condizioni climatiche lo consentono, si può<br />

iniziare la messa a dimora delle essenze a foglia<br />

caduca. È indispensabile intervenire in una giornata<br />

asciutta e non ventosa e con il terreno umido, ma non<br />

gelato. È raccomandabile studiare molto bene la<br />

collocazione delle nuove piante e cercare di creare degli<br />

accostamenti armoniosi tenendo conto di sviluppo,<br />

forma, colore delle foglie, scalarità di fioritura e<br />

produzione di bacche ornamentali.<br />

Al momento dell’acquisto è importante verificare che le<br />

piante siano in buona salute e siano<br />

provviste di un apparato radicale ben<br />

accestito, privo di danni e sintomi di<br />

malattie.<br />

Biancospino,<br />

Crataegus monogyna<br />

Sistemare la pianta nella<br />

fossa, facendo attenzione<br />

che si trovi alla giusta<br />

profondità. L’apparato radicale<br />

potrebbe, infatti, andare incontro a disidratazione se<br />

collocato troppo in superficie, o a fenomeni di asfissia<br />

nella situazione contraria. Colmare la buca con della terra<br />

mescolata a sostanza organica e compattare leggermente.<br />

Se il suolo è sabbioso può essere utile<br />

scavare un invaso intorno al colletto della<br />

pianta con la funzione di raccogliere l’acqua<br />

e veicolarla verso le radici.<br />

riempimento ed<br />

eventualmente inserire<br />

verticalmente uno spezzone<br />

di tubo fessurato da<br />

drenaggio che consenta<br />

all’acqua di penetrare in<br />

profondità.<br />

26<br />

Cardo<br />

Se il<br />

terreno è<br />

molto<br />

argilloso è<br />

consigliabile<br />

aggiungere<br />

della sabbia alla terra di<br />

FORNACIARI


ANTONINI<br />

Gemme di biancospino,<br />

Crataegus monogyna<br />

È giunto il momento di<br />

pensare alle talee legnose<br />

da prelevare da lantana,<br />

gelsomino, ibisco,<br />

buganvillea,<br />

Callistemon e molti<br />

altri arbusti<br />

comunemente<br />

diffusi nei<br />

giardini<br />

della<br />

nostra penisola. È<br />

opportuno prelevare<br />

le talee prima che<br />

abbia inizio il risveglio<br />

primaverile. Si procede<br />

recidendo porzioni di 15-<br />

20 centimetri da rami<br />

maturi e mettendole a<br />

radicare in un substrato fertile e ben<br />

drenato, contenente sabbia e torba.<br />

Per alcune specie, quali ad esempio<br />

le stesse Hybiscus e Bouganvillea,<br />

per ottenere una buona radicazione è<br />

necessario che la temperatura venga<br />

mantenuta intorno ai 18C; in questi casi quindi<br />

le talee vengono messe a radicare in un<br />

ambiente protetto per poi essere trasferite in<br />

pieno campo una volta avvenuto<br />

l’attecchimento.<br />

Dopo l’impianto distribuire una buona pacciamatura e<br />

annaffiare abbondantemente; se si sono messe a dimora<br />

delle specie delicate è raccomandabile predisporre<br />

dei paraventi di tela come protezione dai venti freddi.<br />

Infine occorre fissare il tronco al palo tutore precedentemente<br />

predisposto, utilizzando dei legacci a<br />

cuscinetto o dei nastri di gomma dura.<br />

Se si devono mettere a dimora delle peonie bisogna<br />

scegliere una posizione parzialmente ombreggiata e al<br />

riparo dai venti e, dopo aver scavato una buca<br />

adeguata alle dimensioni dell’arbusto, disporre sul<br />

fondo uno strato di 10-15 cm di sabbia grossolana con<br />

la funzione di favorire il drenaggio. Sistemare le<br />

peonie facendo in modo che il punto di innesto si trovi<br />

7-8 cm sotto il livello del terreno.<br />

Si prelevano le talee prima del risveglio vegetativo<br />

Viola odorata<br />

FORNACIARI<br />

[DE MICCO]<br />

ORMONI RADICANTI<br />

Per scongiurare il pericolo che le gemme presenti<br />

sulla talea si schiudano prima della formazione<br />

di un apparato radicale funzionale, con conseguente<br />

avvizzimento, si può anche ricorrere<br />

alla somministrazione di prodotti che stimolano<br />

la formazione delle radici. Questa è una pratica<br />

consigliabile soprattutto nelle aree più calde<br />

dell’Italia meridionale, dove l’andamento climatico<br />

può essere tale da favorire un precoce risveglio<br />

vegetativo.<br />

Irrigazioni<br />

Nelle prime fasi di sviluppo bisogna<br />

effettuare irrigazioni regolari, in modo da<br />

mantenere umido il substrato, purtuttavia<br />

evitando ristagni idrici che faciliterebbero<br />

gli attacchi di patogeni e parassiti.<br />

27 consigli del mese


È<br />

molto<br />

importante che<br />

la superficie del<br />

laghetto non geli mai completamente.<br />

La formazione del ghiaccio potrebbe<br />

provocare delle fessurazioni sulle<br />

pareti di cemento delle vasche, con<br />

conseguente abbassamento del livello<br />

dell’acqua. Inoltre si potrebbe<br />

verificare la morte dei pesci a causa<br />

dell’accumulo di gas tossici prodotti<br />

dalla vegetazione sommersa in<br />

decomposizione. Per evitare che ciò<br />

accada, mantenere l’acqua sempre in<br />

movimento o installare un impianto<br />

di riscaldamento elettrico.<br />

consigli del mese<br />

Typha latifolia<br />

Progetti verdi<br />

Un ambiente di qualsiasi forma e<br />

dimensione può essere trasformato<br />

in un bel giardino scegliendo<br />

opportunamente le essenze da<br />

impiantare. È importante la fase di<br />

progettazione: esistono migliaia di<br />

specie e cultivar tra cui scegliere in<br />

funzione delle caratteristiche<br />

dell’ambiente che si ha a disposizione.<br />

Occorre tenere presente le<br />

caratteristiche del terreno, le zone più<br />

soleggiate e quelle più ventose, le zone<br />

in ombra e gli angoli più riparati.<br />

Considerare inoltre la posizione di<br />

vincoli, quali ad esempio la presenza<br />

di un albero che non si vuole tagliare:<br />

l’albero potrebbe diventare il sostegno<br />

per qualche essenza rampicante e<br />

potrebbe offrire la giusta ombra alle<br />

erbacee che non tollerano<br />

l’irraggiamento diretto del sole.<br />

Vasche e laghetti<br />

28<br />

[VIETTI]<br />

IN ALTERNATIVA<br />

Può essere utile far galleggiare sulla superficie dello specchio d’acqua<br />

una palla di gomma o un pezzo di legno: questi materiali assorbiranno<br />

l’aumento di pressione provocato dal ghiaccio, evitando la<br />

formazione di crepe sulle pareti della vasca.<br />

Se, nonostante questi accorgimenti, si nota la presenza di uno strato<br />

di ghiaccio, un consiglio utile può essere quello di tenere appoggiata<br />

sulla superficie una pentola riempita con acqua calda fino a quando<br />

una parte del ghiaccio si scioglie. A questo punto si può versare<br />

l’acqua calda all’interno della vasca, cercando di non danneggiare le<br />

radici delle piante sommerse.<br />

È invece sconsigliabile intervenire con un martello o con altri oggetti<br />

pesanti, in quanto le onde d’urto potrebbero causare dei danni ai pesci.<br />

[DE MICCO]<br />

FORMALI E INFORMALI<br />

Risolti gli aspetti<br />

pratici, si passa a<br />

definire lo stile del<br />

giardino: effettuare una scelta tra<br />

progetti formali e informali. Nel primo caso<br />

il giardino assume uno schema geometrico preciso, definito da<br />

vialetti e siepi basse che delimitano spazi da destinare alle aiuole<br />

o ad altre aree ricreative. Il contorno può essere quadrangolare,<br />

triangolare o derivare dalla combinazione di forme diverse, ma<br />

generalmente si cerca di mantenere una precisa simmetria. Il<br />

giardino informale invece non ha una forma rigida e si adatta più<br />

facilmente a zone caratterizzate<br />

da elementi già esistenti quali<br />

bordure, aiuole o angoli con<br />

rampicanti. Una volta scelto<br />

lo stile del giardino si può<br />

passare alla vera e<br />

propria scelta delle<br />

essenze da<br />

introdurre.<br />

FORNACIARI


FORNACIARI<br />

Le rose, oltre che<br />

regine dei<br />

giardini, in<br />

passato erano<br />

considerate<br />

piante sacre<br />

in molte<br />

religioni e sulla<br />

loro origine si<br />

raccontano<br />

numerose<br />

leggende.<br />

Secondo alcuni<br />

racconti, ad esempio, le<br />

rose bianche e rosa<br />

deriverebbero dalle gocce<br />

di sudore cadute al profeta<br />

Maometto mentre saliva al cielo.<br />

Secondo la tradizione cristiana, invece, è la<br />

Madonna a essere simboleggiata da una rosa i<br />

cui petali sono rosso scuro in boccio e virano al<br />

bianco quando si aprono le corolle: il rosso<br />

rappresenterebbe i simboli umani del sangue e<br />

della carne, mentre il bianco simboleggerebbe lo<br />

spirito divino. Infine, l’immaginario popolare<br />

racconta che la Vergine Maria distese il suo velo<br />

ad asciugare su di un cespuglio di rose e queste<br />

diventarono bianche. Il forte significato simbolico<br />

di queste piante, nonché la loro indiscutibile<br />

bellezza e l’ampia gamma di specie e cultivar<br />

attualmente disponibili, rendono la rosa una delle<br />

essenze più diffuse nei nostri giardini.<br />

Gli afidi attaccano anche le piante “sacre”…<br />

[DE MICCO]<br />

Come molte<br />

piante legnose,<br />

la rosa diventa<br />

facile preda degli afidi<br />

nel periodo della<br />

ripresa<br />

vegetativa<br />

dopo il riposo<br />

invernale. Si tratta di piccoli<br />

insetti che tendono ad attaccare i<br />

giovani germogli e i boccioli fiorali<br />

determinando distorsioni e deformazioni.<br />

… COME COMBATTERLI?<br />

Combattere le infestazioni di afidi quando<br />

sono già in stadio avanzato non è semplice<br />

per cui è consigliabile mettere in atto alcuni<br />

semplici accorgimenti agronomici per non<br />

farsi trovare impreparati. È opportuno ricordare<br />

che gli afidi attaccano le parti tenere e<br />

giovani delle piante poiché esse hanno un’elevata<br />

concentrazione di amminoacidi liberi.<br />

Di conseguenza la prima regola da seguire<br />

consiste nell’evitare concimazioni azotate<br />

eccessive e nel prediligere formulati che contengano<br />

azoto in forma non ammoniacale.<br />

Inoltre è utile eliminare tutti succhioni che,<br />

oltre a essere rami indesiderati in quanto non<br />

portano fiori e sottraggono nutrimento alle<br />

altre parti della pianta, attirano anche fortemente<br />

questi insetti.<br />

Rosa canina<br />

ANTONINI<br />

Rosa canina<br />

Piretrine<br />

Laddove questi<br />

accorgimenti<br />

risultino<br />

insufficienti<br />

a mantenere<br />

lontano gli afidi,<br />

si può ricorrere<br />

alla distribuzione<br />

di prodotti a base<br />

di piretrine o<br />

altre sostanze<br />

specifiche<br />

regolando le dosi<br />

in funzione della<br />

gravità<br />

dell’infestazione<br />

e in modo da<br />

evitare fenomeni<br />

di fitotossicità.<br />

29 consigli del mese


NELL’ORTO<br />

LAVORAZIONI<br />

PROFONDE<br />

Gennaio e<br />

febbraio<br />

sono i mesi<br />

di maggiore<br />

stasi per<br />

l’orto, se<br />

non ci si<br />

trova in<br />

località a<br />

clima mite<br />

o non si<br />

possiede un<br />

tunnel per<br />

anticipare i<br />

tempi<br />

cura dell’ORTO a gennaio e febbraio [MESINI]<br />

LAVORAZIONI PROFONDE: è il momento adatto per<br />

effettuare le lavorazioni profonde del terreno,<br />

assolutamente necessarie per mantenere elevata la<br />

produttività dell’orto. Con la zappatura molti<br />

credono di aver assolto a tale compito, ma si tratta<br />

di una convinzione errata. La zappatura arriva a una<br />

profondità inferiore ai 20 cm e, pur non essendo<br />

superficiale, è insufficiente per colture che spingono<br />

l’apparato radicale in profondità. La semplice bietola<br />

da costa, ad esempio, spinge le proprie radici fino a<br />

30 cm di profondità. Almeno ad anni alterni è<br />

necessaria una vangatura capace di raggiungere i 25-<br />

30 cm di profondità. Con questa operazione si deve<br />

sollevare l’intera zolla e farla ricadere su se stessa<br />

così che si rompa e si rimescoli. È un lavoro faticoso<br />

che richiede tempo e deve essere affrontato per turni<br />

successivi e brevi. Protrarre i tempi troppo a lungo<br />

nel tentativo di portare a termine il lavoro comporta<br />

inevitabilmente una minore efficacia e una<br />

profondità di scavo inferiore.<br />

CONCIMAZIONI: prima di vangare distribuire sul terreno<br />

il letame che, con il ribaltamento delle zolle della<br />

vangatura, verrà interrato. Contemporaneamente si<br />

consigli del mese<br />

30<br />

TESTO DI VERONICA DE MICCO<br />

E ALESSANDRO MESINI<br />

FOTO DI ALESSANDRO MESINI<br />

DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />

I cavoli resistono al gelo, si scartano le<br />

foglie esterne e il cuore è intatto<br />

possono apportare ammendanti, aggiungendo sabbia se<br />

il terreno è<br />

pesante, o torba<br />

se il terreno è<br />

sciolto e povero<br />

di sostanza<br />

organica. È bene<br />

possedere due<br />

vanghe di<br />

lunghezza diversa, una più lunga e una più corta, da<br />

usare ad anni alterni, così da evitare che si formi alla<br />

stessa profondità sotto al<br />

terreno una barriera<br />

impermeabilizzante. Le<br />

zolle esposte al gelo<br />

invernale si frazioneranno<br />

in unità più piccole, e<br />

prima della semina si<br />

dovrà<br />

intervenire<br />

con<br />

zappe,<br />

erpici e<br />

rastrelli.<br />

Il cavolo nero migliora dopo il<br />

periodo invernale, le gelate lo<br />

rendono saporito e croccante


[MESINI]<br />

Evitare gli errori:<br />

letame e ortaggi da radice<br />

Il letame è da sempre il miglior concime organico che<br />

possa essere impiegato nell’orto. Ha moltissime virtù<br />

(apporta sostanza organica, è a lenta cessione,<br />

migliora la struttura sia di terreni sciolti sia di terreni<br />

pesanti), ma deve essere impiegato con cautela nella<br />

coltivazione degli ortaggi da radice: nelle carote può<br />

essere causa di mostruosità della radice o di frequenti<br />

biforcazioni; nelle patate di gibbosità. Problemi che si<br />

manifestano solo se il letame è inglobato nel terreno,<br />

poco tempo prima della semina. Meglio allora ricorrere<br />

a una letamazione contenuta (2 kg per metro<br />

quadrato) nell’autunno e con materiale molto maturo,<br />

oppure abbondare nella letamazione effettuata nel<br />

ciclo colturale dell’annata precedente.<br />

[DE MICCO]<br />

Le cipolle rosse sono fra gli ortaggi più precoci:<br />

devono essere seminate già nel mese di febbraio<br />

Alla fine del mese di febbraio è possibile raccogliere<br />

o acquistare le zampe di asparago per procedere al<br />

nuovo impianto primaverile nelle aree più calde<br />

dell’Italia meridionale. Per zampa dell’asparago si<br />

intende il fusto sotterraneo, rizoma della pianta.<br />

Dalle zampe, ogni primavera spuntano i nuovi<br />

germogli, noti come turioni, che sono raccolti<br />

quando sono ancora teneri e prima che inizino<br />

a lignificare, diventando troppo duri per<br />

l‘alimentazione.<br />

Moltiplicazione da seme<br />

Le zampe possono essere acquistate nei vivai,<br />

oppure prodotte da seme. In quest’ultimo caso<br />

è opportuno utilizzare semi sani e con alta<br />

percentuale di germinazione; dovranno poi essere<br />

immersi in acqua per qualche ora al fine di<br />

facilitarne la germinazione. Successivamente i semi<br />

Impianto delle zampe di asparago<br />

Resistente al<br />

freddo,<br />

il radicchio<br />

aspetta solo<br />

che la neve<br />

sparisca per<br />

rispuntare<br />

nell’orto<br />

e nei campi<br />

dovrebbero essere<br />

interrati per circa un<br />

cm di<br />

profondità, su<br />

file distanti<br />

circa 30 cm. È possibile<br />

disporre i semi molto vicini sulla fila e ricorrere al<br />

diradamento una volta avvenuta l’emergenza delle<br />

plantule, e il sicuro affrancamento delle stesse (dopo<br />

circa un mese), avendo cura di lasciare le piantine<br />

più vigorose ogni 10 cm.<br />

Altro metodo può essere quello di disporre già i semi<br />

alla giusta distanza su ciascuna fila, e disporre anche<br />

altri semi in contenitori in modo da ottenere piantine<br />

aggiuntive che possano sostituire eventuali fallanze.<br />

Con entrambe le tecniche la semina dovrebbe<br />

essere accompagnata da regolari irrigazioni,<br />

zappettature e scerbature tra le file,<br />

per arieggiare il terreno e tenerlo<br />

libero dalle infestanti,<br />

particolarmente<br />

pericolose durante le<br />

prime fasi di<br />

sviluppo delle<br />

piantine. Dopo circa<br />

un anno le zampe<br />

saranno pronte per l’impianto<br />

definitivo dell’asparagiaia, da<br />

eseguire nella primavera seguente.<br />

Il porro ancora presente in<br />

campo viene rincalzato fino a<br />

due terzi dell’altezza per<br />

essere reso bianco e dolce<br />

consigli del mese


[DE MICCO]<br />

Nelle aree a clima mite<br />

dell’Italia meridionale,<br />

verso la fine di febbraio<br />

è possibile dedicare<br />

qualche giorno al<br />

trapianto di specie<br />

quali ad esempio il<br />

cetriolo, che necessita<br />

di qualche piccola<br />

cura nelle prime fasi<br />

di sviluppo. Prima del<br />

trapianto il terreno dovrebbe essere preparato<br />

accuratamente con una vangatura a circa 30 cm di<br />

profondità e leggere lavorazioni superficiali per<br />

[MESINI]<br />

I primi giorni del cetriolo<br />

Nelle località del Sud, in riva ai<br />

grandi laghi o al riparo<br />

dei tunnel l’attività non<br />

si ferma e gli ortaggi<br />

più resistenti al freddo<br />

possono continuare a<br />

produrre.<br />

I ravanelli sono la scelta<br />

migliore al fianco di rucola,<br />

spinaci e valerianella. Offrono un raccolto fresco e<br />

abbondante, più di un kg di radici per metro<br />

quadrato, a fronte di<br />

pochissime cure.<br />

Il terreno di semina deve<br />

essere preparato con<br />

cura, soffice, reso fertile<br />

con l’apporto di<br />

terricciato maturo e ben<br />

Ravanelli: signori del freddo<br />

Ortaggio senza stagione, la<br />

bietola rispunta nell’orto se<br />

non erano state tolte le radici<br />

dopo l’ultimo raccolto<br />

32<br />

Le serre ben esposte al sole consentono<br />

al loro interno di coltivare verdure da<br />

foglia e anticipare le semine<br />

favorire la distribuzione<br />

di concimi a base di fosforo e potassio. L’azoto<br />

invece dovrebbe essere somministrato in più<br />

riprese dopo la messa a dimora. È opportuno<br />

utilizzare per il trapianto piantine che abbiano già 3<br />

settimane e che siano provviste del pane di terra per<br />

favorire l’attecchimento. Considerato che le piante<br />

di cetriolo possono raggiungere dimensioni<br />

notevoli, sarebbe opportuno mantenere distanze di<br />

circa un metro tra le file e 40 centimetri sulla fila.<br />

Allo scopo di tutelare le piante da eventuali ritorni<br />

di freddo, conviene proteggere le piantine appena<br />

emerse in questo periodo con materiali in plastica o<br />

altre protezioni temporanee, purché sia mantenuto<br />

un buon arieggiamento. Alcuni giorni dopo la<br />

messa a dimora occorrerebbe sistemare i tutori (fili<br />

di propilene o canapa verticali, reti di polietilene<br />

ecc.) per accompagnare i fusti erbacei durante lo<br />

sviluppo, avendo cura però di non provocare danni<br />

meccanici ai delicati tessuti.<br />

drenato. La semina si può iniziare a<br />

febbraio, a spaglio o a righe. Nella semina<br />

a spaglio è consigliato mescolare il<br />

seme con terriccio così da<br />

migliorare l’uniformità. Il terreno<br />

deve essere mantenuto sempre<br />

umido, ma non intriso. Dopo un<br />

mese si inizia il raccolto in modo<br />

scalare senza lasciare che i ravanelli crescano troppo<br />

perché diventerebbero acri, fessurati e perderebbero<br />

in croccantezza.<br />

I finocchi<br />

sono<br />

resistenti al<br />

freddo, ma<br />

non<br />

sopportano<br />

gelate<br />

intense


inserto da staccare e conservare<br />

IL CALENDARIO DEI<br />

Gennaio<br />

PROGRAMMAZIONE<br />

• iniziare a programmare i lavori<br />

nell’orto e la successione colturale<br />

• consultare cataloghi e riviste per la<br />

scelta delle colture orticole<br />

LAVORI<br />

• se il terreno non<br />

è gelato, lavorarlo<br />

in<br />

profondità<br />

con la<br />

vanga<br />

• al Sud mettere in opera i tunnel freddi<br />

SEMINE<br />

• cipolle, porri, rape, lattughe e cicorie<br />

nelle zone a clima mite, in semenzaio<br />

• pomodori, peperoni e melanzane in<br />

serra calda<br />

TRAPIANTI<br />

• ripiantare le piantine che non hanno<br />

attecchito di cavoli, fave, piselli<br />

RACCOLTE<br />

• verdure invernali nelle zone a clima<br />

mite, come spinacio, porro, radicchio<br />

da cespo, cavolo, verza.<br />

<strong>Febbraio</strong><br />

PROGRAMMAZIONE<br />

• definire le colture e la loro successione durante l’anno, e le<br />

superfici da destinare alle singole colture<br />

• scegliere specie e varietà da seminare<br />

LAVORI<br />

• terminare le lavorazioni principali<br />

(vangatura) e affinare con la zappa<br />

le zolle più grossolane<br />

• effettuare la concimazione organica<br />

& Ambiente<br />

CONCIMAZIONE ORGANICA:<br />

Compo Stallatico Umificato<br />

e Compo Guano<br />

e quella di fondo pre-impianto per le<br />

colture da mettere a dimora o da<br />

seminare<br />

CONCIMAZIONE DI FONDO PRE-IMPIANTO:<br />

Compo Nitrophoska Orto Frutta, Compo Concime Universale Blu<br />

• finire di preparare il letto di semina con l’utilizzo di un erpicatore<br />

o di un rastrello<br />

• realizzare la rete scolante (fossi, scoline e<br />

baulature) per evitare ristagni idrici e facilitare<br />

il deflusso dell’acqua piovana in eccesso<br />

• al Centro-Sud mettere in opera i tunnel freddi<br />

• trattare preventivamente i semenzai contro i<br />

marciumi<br />

CONTRO I MARCIUMI: Compo Ortiva<br />

SEMINE<br />

• direttamente in pieno campo, nella terza decade del mese nelle<br />

zone a clima più mite o nei tunnel freddi in pianura Padana:<br />

valerianella, bietole e spinaci, ravanelli, carote, prezzemolo,<br />

cipolle e cipolline, cavoli estivi, lattuga e radicchio da taglio<br />

• in serra calda melone, anguria, cetriolo, zucca, zucchino,<br />

pomodoro, melanzana, peperone e basilico<br />

TRAPIANTI<br />

• in serra o tunnel riscaldati: melone, anguria, cetriolo, zucca,<br />

zucchino, pomodoro, melanzana, peperone e basilico<br />

RACCOLTE<br />

• dove la coltivazione non è stata sospesa:<br />

valerianella, rucola, porri, prezzemolo, sedano,<br />

spinaci e cicoria


LAVORI NELL’ORTO<br />

Marzo<br />

LAVORI<br />

• completare le lavorazioni del terreno e affinarlo<br />

per consentire le semine previste<br />

• al Centro-Nord mettere in opera i tunnel freddi<br />

• effettuare la concimazione di fondo pre-impianto<br />

per le colture da mettere a dimora o da seminare<br />

CONCIMAZIONE DI FONDO PRE-IMPIANTO:<br />

Compo Nitrophoska Orto Frutta,<br />

Compo Concime Universale Blu<br />

• trattare<br />

preventivamente<br />

i semenzai contro<br />

i marciumi<br />

• combattere le<br />

altiche presenti su<br />

rucola e ravanelli<br />

CONTRO I MARCIUMI:<br />

Compo Ortiva<br />

CONTRO LE ALTICHE:<br />

Compo Actara 25 WG<br />

SEMINE<br />

• in pieno campo le verdure da foglia:<br />

piselli, patate, carote, bietole, spinaci,<br />

prezzemolo, rucola, ravanelli<br />

TRAPIANTI<br />

• zucchini, meloni e cetrioli in minitunnel<br />

• nei tunnel freddi: zucca e zucchino, melone, anguria,<br />

cetriolo, melanzana, pomodoro, peperone, basilico, sedano<br />

• in pieno campo lattughe, radicchi, aglio e cipolle<br />

RACCOLTE<br />

• carote, rape, barbabietole, ravanelli, cavoli, spinaci e<br />

colture da foglia<br />

Maggio<br />

LAVORI<br />

• smontare i tunnel freddi<br />

• controllare lo stato dei tutori<br />

• diserbare (le infestanti sono molto<br />

competitive con le piantine giovani)<br />

• combattere, se compare, il malbianco<br />

(oidio) su pomodoro, zucca, zucchino<br />

• combattere gli adulti di<br />

dorifora che compaiono<br />

su patata e pomodoro<br />

• combattere<br />

preventivamente la<br />

peronospora su<br />

pomodoro, aglio, cipolla,<br />

porro e peperone se le foglie sono bagnate<br />

per 10-12 ore da piogge (o nebbia o rugiada)<br />

CONTRO LA PERONOSPORA:<br />

Compo Ortiva<br />

CONTRO IL MALBIANCO:<br />

Compo Topas<br />

CONTRO LA<br />

DORIFORA:<br />

Compo Insetticida<br />

concentrato<br />

Aprile<br />

PROGRAMMAZIONE<br />

• predisporre uno schema di rotazione delle<br />

colture prima di effettuare semine e trapianti<br />

LAVORI<br />

• effettuare il ripristino o realizzare ex novo (se<br />

non sono stati ancora fatti) drenaggi, fossi di<br />

scolo e baulatura delle aiuole prima delle<br />

piogge primaverili<br />

• se le foglie sono bagnate per 10-12<br />

ore da piogge (o nebbia o rugiada),<br />

combattere preventivamente la<br />

peronospora su<br />

pomodoro,<br />

aglio, cipolla<br />

CONTRO LA PERONOSPORA:<br />

Compo Ortiva<br />

SEMINE<br />

• in pieno campo le verdure<br />

da foglia e da taglio:<br />

cipolle, porri, carote; a<br />

fine mese anguria, melone, cetrioli,<br />

pomodoro, zucca e zucchino<br />

TRAPIANTI<br />

• pomodoro,<br />

melanzana,<br />

peperone e<br />

peperoncino, basilico, sedano, aromatiche<br />

RACCOLTE<br />

• carote e piselli (se seminati in anticipo e protetti<br />

dal freddo), prezzemolo, ravanelli, cicoria,<br />

cavoli, sedano, rucola, lattuga e radicchi<br />

SEMINE<br />

• seminare in pieno campo zucca, zucchino, anguria,<br />

melone, cetriolo, carote, bietole, fagioli, fagiolini,<br />

cardi, verdure da foglia; iniziare le semine dei cavoli<br />

in semenzaio<br />

TRAPIANTI<br />

• terminare i trapianti effettuati nel mese precedente<br />

e sostituire le piantine che hanno subito eventuali<br />

danni da gelo<br />

RACCOLTE<br />

• raccogliere le primizie di fragole, piselli, zucchini;<br />

poi bietole, ravanelli, insalate e radicchi, rucola,<br />

prezzemolo, carote, cipolla bianca


Giugno<br />

LAVORI<br />

• sarchiare il terreno<br />

ed estirpare manualmente le malerbe<br />

• mettere in funzione i deterrenti per allontanare le talpe<br />

• irrigazioni di soccorso per le colture se le precipitazioni non<br />

sono sufficienti a mantenere elevato il grado di umidità del<br />

terreno<br />

• concimare in copertura<br />

CONCIMAZIONE IN COPERTURA:<br />

Compo Nitrophoska Orto Frutta,<br />

Compo Concime Universale Blu,<br />

Compo Concime per pomodori<br />

• legare ai tutori zucche, fagioli, cetrioli e pomodori per<br />

sostenere le piante in accrescimento<br />

• combattere gli afidi che compaiono, a fine primavera, su<br />

bietola, fava e altre leguminose ortive<br />

• combattere, se<br />

compare, il<br />

CONTRO IL<br />

malbianco (oidio) su pomodoro, zucca,<br />

MALBIANCO:<br />

Compo Topas<br />

zucchino, cetriolo, melanzana<br />

• se le foglie sono bagnate per 10-12 ore da piogge (o<br />

nebbia o rugiada), combattere<br />

CONTRO LA<br />

preventivamente la peronospora su PERONOSPORA:<br />

Compo Ortiva<br />

pomodoro, cipolla, porro, peperone<br />

• se compare, combattere la muffa grigia<br />

(botrite) su fragola e pomodoro<br />

CONTRO LA BOTRITE:<br />

Compo Muffa-Stop<br />

LAVORI<br />

• irrigare adeguatamente le<br />

colture, soprattutto i<br />

pomodori<br />

• usare teli<br />

ombreggianti e altre<br />

protezioni nelle ore più calde<br />

della giornata<br />

SEMINE<br />

• continuare le semine di zucca,<br />

zucchino, anguria, melone,<br />

cetriolo, pomodori, melanzane, carote, cavoli, bietole,<br />

fagioli, fagiolini, cardi, verdure da foglia ed effettuare le<br />

prime semine di finocchi (seconda-terza decade del mese)<br />

TRAPIANTI<br />

• continuare i trapianti delle piantine<br />

seminate in semenzaio nel mese precedente<br />

RACCOLTE<br />

• fragole, zucchine, cipolle e agli,<br />

sedano, bietole, verdure da taglio<br />

CONTRO GLI AFIDI:<br />

Compo Gardius,<br />

Compo Orto Sano Gold,<br />

Compo Actara 25 WG<br />

Agosto<br />

IL CALENDARIO DEI<br />

Luglio<br />

LAVORI<br />

• irrigare tutte le colture, in particolare:<br />

pomodori, cetrioli, zucchini, melanzane,<br />

peperoni, meloni e angurie<br />

• effettuare i diserbi qualora occorra<br />

• apprestare, per le piante giovani, ripari<br />

dal sole cocente (ad esempio teli<br />

ombreggianti), nelle ore più calde della<br />

giornata<br />

• combattere le altiche su cavoli e<br />

ravanelli CONTRO ALTICHE E AFIDI:<br />

• combattere Compo Actara<br />

gli afidi che compaiono, a<br />

inizio estate, su<br />

bietola, fava e altre<br />

leguminose ortive<br />

• combattere, se compare, il mal<br />

bianco (oidio) su pomodoro,<br />

zucca, CONTRO IL MALBIANCO:<br />

zucchino, Compo Ortiva<br />

cetriolo, melanzana<br />

• combattere, se<br />

compare, la muffa<br />

grigia (botrite) su<br />

pomodoro<br />

CONTRO LA BOTRITE:<br />

Compo Muffa-Stop<br />

SEMINE<br />

• prezzemolo, finocchio, valerianella e<br />

rucola, spinaci, ravanelli, cicoria e radicchi<br />

TRAPIANTI<br />

• cavoli, sedano, finocchio, radicchi, cicoria,<br />

scarola e lattuga, fragole<br />

RACCOLTE<br />

• pomodori, cetrioli, prezzemolo,<br />

sedano, aromatiche, zucchini,<br />

melanzane, peperoni e peperoncini,<br />

verdure da taglio; cocomero al giusto<br />

momento di maturazione; iniziare la<br />

raccolta di aglio e cipolla<br />

• diserbare<br />

• verificare i sostegni per le piante<br />

sarmentose e rampicanti<br />

RACCOLTE<br />

• fragole, zucchini, melanzane,<br />

pomodori, verdure da foglia, aglio,<br />

cipolle e patate<br />

CONTRO GLI AFIDI: Compo Gardius,<br />

Compo Orto Sano Gold


LAVORI NELL’ORTO<br />

Settembre<br />

LAVORI<br />

• distribuire con moderazione concimi in copertura<br />

per le colture ancora in<br />

produzione<br />

CONCIMAZIONE IN COPERTURA:<br />

Compo Nitrophoska Orto Frutta,<br />

Compo Concime Universale Blu,<br />

Compo Concime per pomodori<br />

• verificare la stabilità dei tutori e, se occorre,<br />

rincalzare le piante<br />

• diserbare<br />

• irrigare riducendo<br />

la quantità di<br />

acqua rispetto<br />

a quella<br />

somministrata il<br />

mese precedente<br />

SEMINE E TRAPIANTI<br />

• seminare valerianella e rucola, ravanelli, spinaci,<br />

prezzemolo, radicchi e lattuga<br />

• trapiantare radicchi, finocchio, porro e<br />

cavoli nei climi miti per le raccolte<br />

primaverili<br />

RACCOLTE<br />

• ogni giorno i frutti dell’orto<br />

LAVORI<br />

• eliminare i residui<br />

vegetali nelle aiuole<br />

a fine ciclo e interrare i<br />

concimi organici<br />

CONCIMAZIONE ORGANICA:<br />

Compo Stallatico<br />

Umificato,<br />

Compo Guano<br />

Ottobre<br />

• predisporre il materiale per allestire i tunnel freddi<br />

• in aree a clima mite valutare la necessità di irrigare<br />

ancora<br />

• in aree a clima continentale impiegare il tessuto<br />

non tessuto per proteggere le colture dal freddo<br />

• in aree a clima continentale riattivare i tunnel<br />

SEMINE E TRAPIANTI<br />

• seminare valerianella, spinaci, ravanelli e rucola,<br />

lattuga e radicchi<br />

• trapiantare cipolla bianca e aglio<br />

RACCOLTE<br />

• raccogliere tutti i prodotti dell’orto,<br />

a mano a mano che giungono a<br />

maturazione<br />

inserto da staccare e conservare<br />

Novembre<br />

LAVORI<br />

• proteggere il piede delle piante di<br />

aromatiche sensibili al freddo intenso<br />

(rosmarino, salvia, erba cedrina, timo,<br />

ruta) con pacciamatura o rincalzo<br />

PER PACCIAMARE:<br />

Compo Corteccia di pino marittimo<br />

• riporre i tutori e tutti i materiali e le<br />

attrezzature reimpiegabili<br />

• pulire le aiuole dai residui colturali e<br />

provvedere ai primi lavori di risistemazione<br />

• ripristinare i tunnel freddi e utilizzare il<br />

tessuto non tessuto<br />

per combattere il<br />

freddo<br />

• curare gli ortaggi ancora<br />

presenti in pieno campo: carciofi, cardi, cavoli e<br />

cavolfiori, spinaci, radicchi e lattughe<br />

SEMINE E TRAPIANTI<br />

• proseguire le semine in coltura protetta di<br />

ravanelli, rucola, lattuga, radicchi, cicoria,<br />

valerianella<br />

Dicembre<br />

LAVORI<br />

• proteggere al piede le piante con<br />

tessuto non tessuto o con pacciamatura<br />

PER PACCIAMARE:<br />

Compo Corteccia di pino marittimo<br />

• seguire le colture in tunnel e in serra<br />

• controllare che nei tunnel freddi non si<br />

formi condensa o carenza idrica<br />

• eliminare i residui di coltivazione,<br />

riporre i sostegni utilizzati<br />

• risistemare il terreno con lavorazioni<br />

profonde<br />

• apportare sostanza<br />

organica da interrare con<br />

la vangatura<br />

• effettuare riordino e<br />

CONCIMAZIONE ORGANICA:<br />

Compo Stallatico Umificato,<br />

Compo Guano<br />

manutenzione degli attrezzi<br />

Prima di eseguire un trattamento fungicida o<br />

insetticida leggere attentamente le istruzioni riportate<br />

sulle confezioni degli stessi. Evitare i trattamenti in<br />

fioritura. Nei periodi più caldi trattare nelle ore più<br />

fresche del giorno e, se si usano insetticidi, intervenire<br />

di sera, per non disturbare il volo delle api. Rispettare<br />

i tempi di carenza in pre-raccolta.


Concimi minerali,<br />

concimi organici,<br />

concimi di sintesi:<br />

come districarsi<br />

tra tutti i prodotti<br />

in commercio? Quali usare, quando usarli?<br />

Che cos’è<br />

un concime?<br />

Per la legge italiana<br />

è concime<br />

ogni sostanza,<br />

naturale o sintetica,<br />

minerale o organica,<br />

idonea a fornire alle<br />

piante l’elemento o gli<br />

elementi chimici della<br />

fertilità, necessari per<br />

lo svolgimento del loro<br />

ciclo vegetativo e produttivo.<br />

Per ammendante, invece,<br />

si intende qualsiasi<br />

sostanza capace<br />

di modificare e migliorare<br />

le proprietà fisiche,<br />

biologiche di un<br />

terreno.<br />

orticoltura<br />

La concimazione<br />

dell’orto<br />

Le esigenze nutritive<br />

Le piante sono organismi autotrofi,<br />

sono, cioè, in grado di costruire sostanza<br />

organica a partire da elementi minerali.<br />

Carbonio, idrogeno e ossigeno<br />

Il titolo di un concime<br />

Rappresenta la percentuale di<br />

elemento fertilizzante presente<br />

nel concime. Più il titolo è elevato<br />

e più il concime è concentrato.<br />

Nei concimi ad alto titolo la<br />

distribuzione nel terreno deve<br />

essere molto accurata: infatti,<br />

una distribuzione irregolare può<br />

portare a concentrazioni eccessive<br />

in alcuni punti e insufficienti<br />

in altri.<br />

34<br />

TESTO DI SILVANO CRISTIANI<br />

DISEGNI DI CLAUDIO CRISTIANI<br />

vengono presi dall’aria e dall’acqua e<br />

non rappresentano mai un limite al<br />

loro sviluppo. Gli altri elementi sono<br />

assorbiti sotto forma di ioni (particelle<br />

cariche elettricamente) disciolti nell’acqua<br />

presente nel terreno.<br />

Tra questi i più importanti sono l’azoto,<br />

il fosforo e il potassio, che costituiscono<br />

la base della concimazione minerale.


Le basi della<br />

concimazione minerale<br />

Le piante assorbono dal terreno elementi<br />

nutritivi. Il terreno, per non<br />

essere impoverito, deve poi essere<br />

reintegrato per la quota che viene<br />

effettivamente asportata e che non<br />

ritorna più al terreno con gli scarti<br />

vegetali non utilizzati.<br />

La determinazione di questa quota<br />

non è né facile né immediata. Esistono<br />

a questo proposito studi approfonditi<br />

e disciplinari di produzione<br />

molto rigorosi, ma il loro utilizzo<br />

è indicato solo per l’orticoltura<br />

professionale. In un orto casalingo con piccoli<br />

appezzamenti è più conveniente utilizzare un<br />

buon concime minerale complesso a lenta cessione,<br />

considerando che le colture da foglia hanno<br />

Quanto concime somministrare?<br />

Per quello che riguarda i concimi minerali bisogna<br />

far riferimento al titolo del concime che si<br />

ha a disposizione e ai quantitativi di elementi<br />

nutritivi da somministrare. I dosaggi normalmente<br />

sono riferiti a 1 ettaro, pertanto andranno<br />

anche ricondotti alla superficie effettivamente<br />

coltivata.<br />

Ad esempio: per fornire 75 kg/ettaro di elemento<br />

fertilizzante avendo a disposizione un<br />

concime con titolo 25, si dovrà<br />

somministrarne al terreno<br />

75/25x100 = 300 kg/ettaro;<br />

sapendo che 1 ettaro corrisponde<br />

a 10.000 mq, saranno necessari<br />

3 kg ogni 100 mq.<br />

Per quello che riguarda i concimi<br />

organici si può in parte far<br />

riferimento al ragionamento sopradescritto,<br />

tenendo presente<br />

che però il valore intrinseco di<br />

un concime organico non corrisponde<br />

al quantitativo di elementi<br />

nutrizionali contenuti,<br />

ma è molto più elevato in considerazione<br />

di tutti gli effetti<br />

maggiore necessità di azoto mentre quelle da<br />

frutto richiedono un buon quantitativo di fosforo<br />

e potassio. Per le leguminose, invece, la somministrazione<br />

di azoto non è necessaria.<br />

secondari positivi che l’apporto di sostanza organica<br />

conferisce al terreno.<br />

Se si ha a disposizione del concime confezionato,<br />

sarà necessario seguire scrupolosamente le<br />

indicazioni riportate in etichetta, mentre utilizzando<br />

ad esempio del letame bovino se ne può<br />

distribuire da 300 a 600 kg ogni 100 mq: in pratica<br />

in una aiuola di 10 mq saranno necessarie<br />

1 o 2 carriole piene di letame, da distribuire<br />

durante la vangatura.<br />

35 orticoltura


I concimi minerali di sintesi, immessi in<br />

modo massiccio nell’agricoltura per riconvertire<br />

le industrie belliche dopo la prima guerra<br />

mondiale, rappresentano una delle leve più<br />

importanti dell’agricoltura attuale per incrementare<br />

le rese produttive. Di facile stoccaggio<br />

e distribuzione, liquidi, in grani o in polvere,<br />

a pronto effetto o a cessione ritardata,<br />

riescono a coprire tutte le esigenze. Vanno<br />

usati comunque con moderazione perché<br />

hanno un impatto elevato sull’ambiente, sulla<br />

vitalità dei terreni e perché possono provocare<br />

la formazione di metaboliti tossici che la<br />

pianta non riesce a eliminare, se usati in<br />

eccesso. È inoltre molto facile sbagliarsi nei<br />

dosaggi, e creare degli scompensi nella crescita<br />

delle piante o addirittura bruciarle per un<br />

quantitativo eccessivo di sali.<br />

I concimi minerali di origine naturale derivano<br />

dalla macinazione delle rocce, hanno<br />

una bassa solubilità, un effetto più lontano<br />

nel tempo e un impatto ambientale limitato.<br />

Sono più adatti a correggere le<br />

carenze di base dei terreni.<br />

I concimi organici di sintesi: quello più<br />

conosciuto e diffuso è l’urea, che rappresenta<br />

la fonte di azoto a più basso costo<br />

presente sul mercato.<br />

orticoltura<br />

Quando concimare?<br />

Volendo dare i concimi in forma separata, fosforo e potassio vanno<br />

dati una volta all’anno prima della vangatura o della zappatura, in<br />

quanto hanno una mobilità molto bassa nel terreno e devono essere<br />

distribuiti nella zona esplorata dalle radici delle piante. L’azoto, al<br />

contrario, è soggetto a dilavamento e va quindi somministrato<br />

in modo graduale, a più riprese.<br />

36<br />

Quali sono<br />

i concimi<br />

più comuni?<br />

I concimi organici naturali possono essere di<br />

origine vegetale o animale. Forniscono un<br />

quantitativo generalmente inferiore di elementi<br />

nutritivi rispetto ai concimi minerali,<br />

ma incrementano il contenuto di sostanza organica<br />

e lo sviluppo dei microrganismi utili, e<br />

migliorano le caratteristiche fisiche dei terreni.<br />

Specie se hanno un cattivo odore, e quasi<br />

tutti quelli in commercio sono in queste condizioni,<br />

sarebbe meglio finire di compostarli<br />

mescolandoli a un buon terriccio o a torba.<br />

Il letame bovino è sicuramente il concime più<br />

completo e migliore per le colture orticole,<br />

ma non sempre se ne può trovare; in commercio<br />

sono disponibili moltissimi formulati<br />

ottenuti sia da sostanze vegetali che animali.<br />

Se non sono stati compostati perfettamente è<br />

consigliabile distribuirli prima delle lavorazioni<br />

principali, almeno un mese o due prima<br />

della semina o del trapianto.


Il compost vegetale non<br />

dovrebbe mai mancare nell’orto<br />

famigliare, in quanto è<br />

in grado di fornire elementi<br />

nutritivi e migliorare le caratteristiche<br />

fisiche del terreno,<br />

senza pericolo di sovradosaggi<br />

o di accumuli salini<br />

nel terreno.<br />

Alcune raccomandazioni di massima:<br />

La concimazione verde:<br />

si attua seminando delle<br />

colture appositamente<br />

coltivate per essere interrate.<br />

Incrementa la<br />

sostanza organica, migliora<br />

la struttura del<br />

terreno e mette a dispo-<br />

• controllare che il terreno non abbia degli squilibri evidenti:<br />

l’eccesso di sali, la difficoltà a smaltire le acque meteoriche,<br />

il costipamento eccessivo, il pH anomalo; in questi casi<br />

la concimazione non risolve le difficoltà che incontrano<br />

le piante<br />

• preferire di norma i concimi organici, e controllare che siano<br />

ben compostati; aumentano il tenore in humus, la carica<br />

microbica del terreno e quindi la sua vitalità<br />

• mantenere il terreno vitale, cercando di non ostacolare con<br />

pesticidi e diserbanti lo sviluppo degli organismi terricoli,<br />

indispensabili per mettere a disposizione delle piante gli<br />

elementi nutritivi necessari<br />

• variare i concimi nel tempo in modo da variare<br />

la composizione e le caratteristiche degli elementi nutritivi<br />

apportati, senza creare squilibri<br />

• produrre il proprio compost personale, utilizzando gli scarti<br />

vegetali che si rendono disponibili nel giardino: è un<br />

concime naturale e che non costa nulla<br />

• ricordarsi che le piante non sono delle macchine e che anche<br />

il terreno va considerato e trattato come un organismo<br />

vivente: anche la concimazione va vista come un mezzo per<br />

accrescerne la vitalità.<br />

sizione delle piante<br />

tutti gli elementi<br />

nutritivi di cui<br />

hanno bisogno.<br />

[> vedi GIARDINI 221<br />

SETTEMBRE 2006]<br />

LA CONCIMAZIONE E<br />

L’AGRICOLTURA<br />

BIODINAMICA<br />

Il compost, vegetale e animale,<br />

e il sovescio costituiscono la<br />

base della concimazione<br />

biodinamica, che però non<br />

rimane pratica agronomica a sé<br />

stante, ma costituisce solo un<br />

momento di tutti gli interventi<br />

che vengono eseguiti per<br />

accrescere la vitalità dei<br />

terreni, il contenuto in humus e<br />

l’armonia esistente all’interno<br />

dell’organismo agricolo,<br />

secondo una visione “unicista”<br />

che non tende a separare e a<br />

entrare nei dettagli, ma a<br />

considerare l’individuo, e quindi<br />

anche la pianta, l’orto o il<br />

giardino come un tutt’uno.<br />

37 orticoltura


PISTIS<br />

ANTONINI<br />

Le BIOMASSE<br />

per la produzione<br />

di energia<br />

Il rincaro continuo dei prezzi degli idrocarburi<br />

e il loro possibile esaurimento in virtù di una<br />

continua estrazione, ha indirizzato l’attenzione<br />

verso fonti alternative di approvvigionamento<br />

energetico: dal ritorno allo sfruttamento di energia<br />

solare ed eolica, alla produzione di energia nucleare.<br />

Negli ultimi tempi l’attenzione si è concentrata sulle<br />

cosiddette biomasse che sono materiali organici di<br />

tipo non fossile, a differenza degli idrocarburi presenti<br />

negli strati profondi della terra, che sono anch’essi di<br />

origine biologica ma di “antica” formazione.<br />

L’impiego della biomassa finalizzata alla produzione<br />

energetica ha degli indiscutibili vantaggi, quali proficuo<br />

utilizzo dei rifiuti organici, riduzione delle emissioni di<br />

zolfo, rinnovabilità anche in tempi brevi (si pensi ai<br />

rifiuti organici). Una strada sicuramente da percorrere.<br />

ambiente<br />

38<br />

TESTO DI<br />

ERALDO ANTONINI<br />

FOTO DI<br />

ERALDO ANTONINI<br />

E PAOLO PISTIS<br />

Che cos’è la biomassa?<br />

La biomassa deriva da una produzione recente che, il<br />

più delle volte, rappresenta un problema, in quanto<br />

classificata come rifiuto. Infatti, la biomassa può derivare<br />

dagli scarti dell’industria di trasformazione dei<br />

prodotti agricoli, dai residui organici degli allevamenti<br />

zootecnici, dai residui della produzione agricola<br />

e di quella forestale, dal materiale di risulta dei<br />

giardini privati e delle aree verdi pubbliche (sfalci del<br />

prato, residui di potatura, abbattimenti), dalla componente<br />

organica dei rifiuti domestici, dai residui<br />

della lavorazione del legno. Oltre a questi scarti, la<br />

biomassa può essere formata da coltivazioni agrarie o<br />

forestali espressamente indirizzate a questa finalità.<br />

Anche il giardino può essere utile<br />

La biomassa può fornire energia attraverso diversi<br />

processi che richiedono, a loro volta, un maggiore o<br />

minore apporto energetico per essere attivati e completati.<br />

La forma più diretta per produrre calore è<br />

quella della combustione. A questo riguardo l’impiego<br />

di termocamini (per singole abitazioni private) consente<br />

di bruciare la legna, con un alto rendimento termico<br />

rispetto il camino tradizionale, utilizzando<br />

anche residui del giardino, legno derivante da abbattimenti<br />

e potature. Se l’area del giardino fosse sufficientemente<br />

ampia si potrebbe destinarne una parte<br />

alla creazione di un boschetto da cui attingere la<br />

materia prima per l’alimentazione del camino. Nel<br />

caso dell’utilizzo di caldaie per riscaldamento industriale<br />

la combustione può essere finalizzata alla formazione<br />

di vapore, a sua volta sfruttabile in un ciclo<br />

termodinamico in grado di produrre energia elettrica.<br />

Biomasse di altra derivazione<br />

Dai residui organici derivanti dagli allevamenti zootecnici<br />

ma anche dall’industria agroalimentare o urbani<br />

(acque nere), tramite un processo di fermentazione in<br />

assenza di ossigeno si ottiene il metano (oltre ad anidride<br />

carbonica). Altri processi sono dati, ad esempio, dalla<br />

cosiddetta termovalorizzazione, dalla pirolisi (decomposizione<br />

termochimica), dalla carbonizzazione (che porta alla<br />

formazione di carbone). Esistono poi altre possibilità di<br />

ottenere energie alternative, quali ad esempio la produzione<br />

di combustibili liquidi derivanti da colture agrarie<br />

come soia, colza, girasole e sorgo, frontiera in cui l’Italia<br />

si era già cimentata con l’Enichem.


Granulari<br />

Compo Nitrophoska Orto Frutta è un<br />

concime minerale composto ad alto<br />

contenuto di elementi nutritivi, con un<br />

alto titolo di azoto e potassio e un<br />

contenuto equilibrato di fosforo,<br />

magnesio e zolfo: NPK (15-5-20) + Mg +<br />

SO 3 + B + Fe + Zn (2-20-0,02-0,05-0,01). È<br />

specifico per tutte le colture ortive e da frutto.<br />

Valagro Orto Frutta è un prodotto<br />

granulare contenente NPK (8-6-14) con<br />

azoto organico, che favorisce l’attività<br />

della microfauna del terreno e quindi le<br />

funzioni vitali della pianta, e MgO.<br />

Bayer Garden Bayfolan<br />

Multi Orti e <strong>Giardini</strong> è un<br />

concime granulare NPK (17-9-18) a basso<br />

titolo<br />

di cloro. Contiene azoto e potassio da<br />

nitrato, nutre per 4 mesi.<br />

Cifo Granverde<br />

Concime minerale per orto e<br />

giardino composto da NPK (20-5-<br />

10) + MgO + SO 3 , ideale per<br />

le prime fasi vegetative,<br />

stimola la crescita e favorisce<br />

la formazione di frutti<br />

colorati e ortaggi saporiti.<br />

Cifo Linea<br />

Idrosolubili<br />

Concime per<br />

ortaggi e<br />

piante da<br />

frutto è<br />

composto da<br />

NPK (15-10-30) + SO 3 (5) a<br />

basso tenore di cloro<br />

ottenuto per miscelazione.<br />

Nutre in modo completo<br />

ortaggi (pomodoro,<br />

fragola, lattughe, patate) e<br />

piante da frutto (melo,<br />

albicocco, susino, vite,<br />

olivo) in vaso o in piena<br />

terra. Favorisce lo<br />

sviluppo di lattughe<br />

croccanti, ortaggi colorati e<br />

saporiti. È arricchito con<br />

zolfo, fondamentale per<br />

l’aroma e il profumo dei<br />

frutti.<br />

INDIRIZZI A<br />

PAGINA 127<br />

Vetrina di<br />

concimi<br />

per orto<br />

39<br />

Sepran Guanoplus Chile è un concime<br />

organico minerale con una base di<br />

nitrato sodico potassico del Cile (guano) e<br />

con l’aggiunta di microelementi chelati e<br />

acidi umici. Contiene azoto organico ad<br />

azione prolungata: NPK (10-8-12) + MgO +<br />

SO 3 + C (2-12-7,5) + microelementi (B,<br />

Fe, Mn, Zn). È un prodotto completo per<br />

l’alimentazione in particolare di pomodoro,<br />

orticole, piante da frutto, agrumi, olivo, vite.<br />

Sepran Concime Ortaggi “Le jardinier<br />

naturel” è un concime biologico<br />

organo-minerale<br />

NPK (3-5-9) + CaO<br />

+ MgO + 34% di<br />

TESTO DI DONATELLA FORNI<br />

Sepran Seflor Orti e Frutteti<br />

è un concime liquido<br />

concentrato, minerale<br />

composto, NPK (15-5-5).<br />

Può essere usato sia per<br />

innaffiare le foglie, sia da<br />

spargere direttamente sul<br />

terreno per prevenire e<br />

curare ingiallimenti,<br />

malformazioni, ridurre gli effetti<br />

negativi delle gelate, della siccità o<br />

delle piogge prolungate.<br />

Compo Concime idrosolubile<br />

universale è un concime minerale<br />

composto ad alto titolo di elementi<br />

nutritivi e microelementi: NPK (20-<br />

20-20) + B + Fe + Mn + Mo +<br />

Zn. Solubile in acqua, è<br />

prontamente assorbibile,<br />

favorisce fruttificazioni<br />

abbondanti e una maggiore<br />

resistenza alle malattie.<br />

Idrosolubili<br />

Con guano<br />

Compo Guano Concime organico<br />

per orto e giardino è completamente<br />

naturale. Arricchisce il terreno di<br />

sostanze naturali di facile<br />

assimilazione e durevoli nel tempo.<br />

Aumenta il numero di ortaggi e frutti e ne<br />

migliora il sapore, il colore, l’aroma.<br />

alga marina.<br />

L’apporto<br />

equilibrato di sostanze<br />

nutritive naturali<br />

favorisce l’attecchimento<br />

e la crescita delle colture<br />

e una maggiore resistenza<br />

a malattie e climi avversi.<br />

Cifo Asso di Fiori<br />

concime in polvere<br />

solubile è composto da<br />

NPK (20-20-20) + B + Fe +<br />

Mn + Mo. Nutre in modo<br />

completo tutte le piante<br />

da orto e giardino, verdi e<br />

fiorite, e previene le<br />

carenze nutritive più comuni.<br />

Bayer Garden Bayfolan<br />

Idrosol Orticole è un concime<br />

in polvere idrosolubile,<br />

contiene NPK (20-10-20) +<br />

zolfo, magnesio e<br />

microelementi. È<br />

particolarmente<br />

adatto alla<br />

concimazione<br />

di tutte le<br />

colture<br />

orticole.<br />

bacheca delle aziende<br />

Biologico<br />

Idrosolubili


La maggioranza delle piante<br />

del frutteto rimarranno<br />

in pieno riposo<br />

per tutto questo<br />

periodo; solo<br />

nelle aree più miti<br />

le specie precoci,<br />

come albicocco<br />

e mandorlo,<br />

iniziano a<br />

uscire dal<br />

riposo invernale<br />

NEL FRUTTETO<br />

ASPETTANDO<br />

IL RISVEGLIO<br />

TESTO DI VERONICA DE MICCO E MASSIMO FORNACIARI<br />

FOTO DI MASSIMO FORNACIARI, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />

Cura del FRUTTETO<br />

a gennaio e febbraio<br />

POTATURA: continuare la<br />

potatura, evitando i periodi<br />

molto freddi. Al Nord è<br />

consigliabile ritardare la<br />

potatura delle specie più<br />

sensibili al gelo (kiwi, kaki,<br />

pesco, piccoli frutti ecc.).<br />

PIANTAGIONI: per tutto il<br />

periodo si possono mettere a<br />

dimora le nuove piante da<br />

frutto, purché il terreno non sia<br />

molto bagnato o gelato. Se la<br />

stagione è siccitosa (soprattutto<br />

al Sud) mantenere irrigate le<br />

piantine dopo il trapianto.<br />

TRATTAMENTI: in questo<br />

periodo si iniziano a eseguire<br />

alcuni trattamenti<br />

antiparassitari ad azione<br />

preventiva, come riportato<br />

nella tabella.<br />

INNESTI: prelevare il materiale<br />

da conservare per gli innesti<br />

primaverili, mentre si possono<br />

eseguire gli innesti a triangolo.<br />

consigli del mese<br />

Potature e<br />

piantagioni<br />

In questo periodo<br />

si continuano le<br />

operazioni di<br />

potatura evitando,<br />

soprattutto al<br />

Nord, le giornate<br />

più fredde che<br />

possono<br />

danneggiare sia<br />

noi che le nostre<br />

piante. Inoltre<br />

possiamo<br />

procedere con le<br />

piantagioni<br />

che<br />

abbiamo<br />

programmato.<br />

[FORNACIARI]<br />

Le specie da frutto più precoci come<br />

l’albicocco inizieranno ben presto a<br />

risvegliarsi dalla dormienza invernale<br />

A proposito di mandorli in fiore<br />

La fioritura dei mandorli è un<br />

appuntamento primaverile che nella Valle<br />

dei Templi di Agrigento diventa una<br />

celebrazione folcloristica<br />

internazionale, di fratellanza e amicizia<br />

tra popoli. I primi di febbraio si svolge<br />

tutti gli anni la Sagra del Mandorlo in<br />

Fiore; il calendario delle manifestazioni e<br />

maggiori informazioni si possono trovare sul<br />

sito internet www.mandorloinfiore.net o<br />

all’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo,<br />

tel. 0922 204 54.<br />

Marze per innesti<br />

[FORNACIARI]<br />

Entro questo periodo si deve anche eseguire la<br />

raccolta del materiale che si utilizzerà per gli innesti<br />

di fine inverno. Infatti, per la riuscita dell’innesto è<br />

fondamentale che la porzione di ramo che viene<br />

inserita sul portinnesto (la marza) sia in uno stadio di<br />

completo riposo vegetativo. I rami vanno quindi<br />

tagliati ora e riposti in sacchetti impermeabili per<br />

evitare che si disidratino,<br />

conservandoli in<br />

frigorifero o in ambienti<br />

freddi fino al<br />

momento<br />

dell’innesto.


Cure dopo<br />

la piantagione<br />

Sullo scorso numero<br />

di giardini abbiamo<br />

descritto in un<br />

articolo specifico<br />

come eseguire a<br />

regola d’arte la<br />

piantagione delle<br />

piante da frutto.<br />

Dalla corretta<br />

esecuzione della<br />

piantagione dipende<br />

il futuro sviluppo<br />

della pianta, ma è<br />

ugualmente<br />

importante seguirla<br />

con cure adeguate fin<br />

dalle prime fasi.<br />

Al Sud come al Nord,<br />

se la stagione è<br />

siccitosa non<br />

dobbiamo<br />

dimenticarci di<br />

irrigare<br />

periodicamente le<br />

piante appena messe<br />

a dimora. Non servono grandi<br />

quantità d’acqua, bastano 10-<br />

15 litri per pianta, distribuiti<br />

ogni 20 giorni circa se in<br />

assenza di precipitazioni.<br />

L’irrigazione è importante<br />

per mantenere una sufficiente<br />

idratazione delle radici, ma<br />

anche per favorire<br />

l’assestamento del terreno che,<br />

dopo la piantagione, tende a<br />

rimanere sollevato e non ben<br />

aderente all’apparato radicale.<br />

[FORNACIARI]<br />

Oltre ad aumentare il<br />

consumo di acqua, le alte<br />

temperature e l’irraggiamento<br />

solare possono causare dei<br />

danni diretti. Le piante<br />

giovani sono le più sensibili in<br />

quanto la loro corteccia è<br />

ancora sottile e ha scarse<br />

capacità di isolamento<br />

termico. Soprattutto al Sud,<br />

dove più forte è l’insolazione,<br />

non è raro rilevare sul fusto<br />

vere e proprie ustioni che<br />

possono danneggiare la pianta<br />

in modo molto serio. Per<br />

prevenire queste “scottature”<br />

sulle piante giovani appena<br />

messe a dimora si può<br />

ricorrere all’imbiancatura del<br />

tronco con una poltiglia a<br />

base di calce (circa un kg di<br />

calce stemperata in 10 litri<br />

d’acqua), che protegge la<br />

corteccia e riflette i raggi<br />

solari.<br />

Lavorazioni a queste piccole<br />

profondità non sono troppo<br />

faticose e favoriscono<br />

l’immagazzinamento dell’acqua,<br />

mantenendo però un giusto<br />

rapporto acqua/aria in modo che<br />

non si creino condizioni di<br />

asfissia radicale.<br />

Queste lavorazioni<br />

inoltre hanno<br />

come effetto<br />

positivo<br />

secondario<br />

l’eliminazione<br />

delle infestanti.<br />

La presenza di<br />

queste ultime può<br />

avere effetti<br />

È tempo di lavorare il terreno<br />

Alla fine di febbraio nell’Italia meridionale è<br />

importante preparare il terreno<br />

in modo che le piante possano<br />

trovarsi nelle condizioni ideali<br />

per iniziare la ripresa vegetativa.<br />

Appena l’andamento climatico lo<br />

consente è opportuno<br />

eseguire le lavorazioni del<br />

terreno fino a profondità di circa<br />

20 centimetri.<br />

estremamente negativi: oltre<br />

alla sottrazione di elementi<br />

nutritivi alle piante coltivate,<br />

può aumentare il rischio<br />

d’incendio e favorire la presenza<br />

di roditori, che provocano danni<br />

alle piante rosicchiandone il<br />

colletto. Le lavorazioni leggere<br />

al terreno in questo<br />

periodo infine possono<br />

essere associate alla<br />

distribuzione di concimi per<br />

favorire l’apporto di azoto,<br />

fosforo e potassio e tutti i<br />

nutrienti che stimolano il<br />

risveglio primaverile.<br />

[DE MICCO]<br />

41 consigli del mese


Corineo: gli attacchi di questo fungo sono<br />

favoriti da primavere umide e piovose. Può<br />

attaccare le foglie e i frutti, sui quali crea<br />

tipiche macchie tondeggianti, e anche i<br />

rami con formazione di cancri e<br />

disseccamenti. Se l’attacco è forte<br />

si possono verificare importanti<br />

defogliazioni e ingenti perdite di frutti.<br />

[FORNACIARI]<br />

Trattamenti preventivi<br />

Poco prima della ripresa vegetativa si devono<br />

eseguire alcuni trattamenti che risultano<br />

indispensabili per la prevenzione di importanti<br />

avversità delle piante da frutto. Secondo le zone<br />

climatiche si dovranno eseguire indicativamente tra<br />

l’inizio di febbraio e i primi di marzo, iniziando<br />

nelle aree meridionali dove l’arrivo della primavera<br />

è anticipato.<br />

Bolla su pesco<br />

Prima di tutto i peschi vanno<br />

trattati contro la bolla (causata dal<br />

fungo Taphrina deformans) che, in<br />

concomitanza di una pioggia, può<br />

penetrare e infettare le gemme<br />

appena iniziano a rigonfiarsi.<br />

La difesa deve quindi essere<br />

preventiva, mantenendo<br />

protette le gemme con unodue<br />

trattamenti eseguiti dalla<br />

ripresa vegetativa all’inizio<br />

della fioritura.<br />

Corineo su drupacee<br />

Anche sulle altre drupacee (albicocco, ciliegio e<br />

susino) si deve intervenire nello stesso stadio<br />

(rigonfiamento gemme) per prevenire gli attacchi<br />

del corineo (causato dal fungo Coryneum<br />

beijerinckii). Questo intervento è necessario<br />

soprattutto se nella stagione precedente si sono<br />

rilevati attacchi di corineo, per ridurre l’inoculo<br />

del fungo che sverna su foglie e rami colpiti.<br />

Le piante di vite appena messe a dimora<br />

(barbatelle) sono molto sensibili alle basse<br />

temperature e vanno protette ricoprendole<br />

completamente di terra. Solo a primavera avanzata,<br />

quando è terminato il rischio di gelate tardive, si<br />

aprirà il cumulo per agevolare la fuoriuscita dei<br />

germogli e permetterne la crescita regolare.<br />

consigli del mese<br />

42<br />

Cocciniglie su drupacee e agrumi<br />

Sempre sulle drupacee e gli agrumi è anche il<br />

momento della difesa contro le cocciniglie. Se si<br />

rileva una certa presenza di questi insetti su rami e<br />

corteccia delle piante è consigliabile intervenire<br />

in questa fase con gli insetticidi specifici<br />

indicati in tabella. I trattamenti su<br />

melo e pero si possono invece<br />

rimandare a marzo, quando anche<br />

queste specie inizieranno a risvegliarsi dal<br />

letargo invernale.<br />

Controllo degli irroratori<br />

Poiché le attrezzature per la<br />

distribuzione sono rimaste<br />

inutilizzate per diversi mesi, prima<br />

di eseguire qualsiasi trattamento è<br />

sempre consigliabile verificarne lo<br />

stato e il funzionamento. Controllare gli<br />

ugelli, pulirli ed eventualmente sostituire quelli<br />

usurati. Verificare la perfetta tenuta di tubi e<br />

manicotti entro cui scorre la miscela<br />

antiparassitaria e, per gli atomizzatori a motore,<br />

fare una messa in moto di prova.


FORNACIARI<br />

I trattamenti di febbraio<br />

AVVERSITÀ / specie colpite principio attivo 2 formulato commerciale 3 note<br />

BOLLA<br />

pesco<br />

CORINEO<br />

albicocco,<br />

pesco, susino<br />

cino-giapponese<br />

ROGNA E CARIE<br />

DEL LEGNO<br />

olivo<br />

COCCINIGLIA<br />

BIANCA-ROSSA<br />

agrumi<br />

in genere,<br />

soprattutto<br />

limone<br />

COCCINIGLIA<br />

BIANCA<br />

(Pseudalacaspis<br />

pentagona)<br />

e GRIGIA<br />

(Comstockaspis<br />

perniciosus)<br />

drupacee<br />

(pesco,<br />

albicocco,<br />

susino)<br />

1<br />

prodotti di origine naturale utilizzabili<br />

in agricoltura biologica<br />

2<br />

principio attivo: è la sostanza chimica<br />

ad azione insetticida o fungicida,<br />

indicata in etichetta alla voce<br />

“composizione”<br />

Prodotti rameici 1<br />

(idrossido,<br />

ossicloruro,<br />

solfato)<br />

o Dodina<br />

o Ziram<br />

Prodotti rameici 1<br />

(idrossido,<br />

ossicloruro,<br />

solfato)<br />

o Ziram<br />

Prodotti rameici 1<br />

(idrossido,<br />

ossicloruro,<br />

solfato)<br />

Olio bianco 1<br />

Olio bianco 1<br />

Polisolfuro di<br />

calcio 1<br />

Buprofezin<br />

Diversi<br />

Diversi<br />

Diversi<br />

Diversi<br />

Diversi<br />

Applaud®<br />

e altri<br />

[FORNACIARI]<br />

Trattamento fondamentale:<br />

intervenire appena le gemme<br />

cominciano a rigonfiarsi. Tra<br />

i prodotti rameici preferire<br />

i prodotti a base di solfato<br />

di rame (poltiglia bordolese).<br />

Trattamento fondamentale.<br />

Durante la potatura eliminare e<br />

bruciare i rami colpiti.<br />

Eliminare con la potatura tutti<br />

i rami colpiti. Terminata la<br />

potatura eseguire un trattamento,<br />

che risulta attivo anche contro<br />

l’“occhio di pavone”.<br />

Trattare in assenza di frutti.<br />

Trattare solo in presenza di<br />

infestazioni. È importante<br />

eseguire una distribuzione<br />

accurata bagnando bene<br />

ogni parte della pianta.<br />

Attenzione: sulle drupacee<br />

intervenire non oltre la fase<br />

di rigonfiamento gemme,<br />

alla dose del 15-17%.<br />

Va applicato a fine inverno per<br />

la lotta alla cocciniglia grigia.<br />

Contro la cocciniglia bianca<br />

posticipare il trattamento verso<br />

la fine di maggio.<br />

3<br />

formulato commerciale: come i farmaci per l’uomo, anche i prodotti fitosanitari<br />

vengono venduti con un nome commerciale (marchio registrato) differente a<br />

seconda della ditta produttrice; si possono trovare decine di formulati dal nome<br />

diverso ma con analoga composizione<br />

4<br />

date medie riferite alla pianura Padana<br />

43 consigli del mese


[DE MICCO]<br />

L’olivo<br />

è un’essenza<br />

tipica dei paesi<br />

mediterranei e<br />

cresce bene nelle<br />

aree a clima mite. In<br />

genere, l’olivo è molto<br />

longevo e le piante mature<br />

(oltre il decimo anno d’età) fruttificano ogni anno.<br />

Come accade in molti fruttiferi, l’olivo può essere<br />

soggetto all’indesiderato fenomeno dell’alternanza<br />

di produzione. Questo fenomeno si manifesta con<br />

annate in cui gli alberi portano numerosissimi frutti,<br />

in opposizione ad anni in cui i frutti scarseggiano.<br />

L’alternanza di produzione è dovuta allo squilibrio<br />

tra attività vegetativa e riproduttiva della pianta. Per<br />

contenere questo fenomeno è opportuno gestire in<br />

modo appropriato le operazioni di potatura ogni<br />

anno.<br />

È quindi importante conoscere le caratteristiche<br />

dei rami:<br />

• i RAMI A LEGNO portano solo gemme destinate a<br />

formare rami a legno e misti; molto vigorosi,<br />

crescono generalmente in cima o sulla curvatura<br />

dei rami a<br />

frutto, oppure<br />

sui rami più<br />

giovani e<br />

vigorosi<br />

• i RAMI MISTI<br />

sono meno<br />

vigorosi di<br />

quelli a legno<br />

pur avendo<br />

vigore<br />

maggiore di<br />

quelli a frutto;<br />

sono inoltre<br />

rami dell’anno<br />

che portano<br />

gemme a fiore tranne all’estremità,<br />

dove alcune gemme a legno possono<br />

produrre nuovi getti<br />

• i RAMI A FRUTTO sono getti deboli e<br />

penduli che portano tutte gemme a<br />

fiore.<br />

consigli del mese<br />

44<br />

I rami dell’olivo<br />

Per una potatura efficace<br />

Nelle aree più calde dell’Italia meridionale,<br />

eseguire la potatura di produzione tra fine<br />

inverno e inizio primavera, quando è passato il<br />

pericolo di gelate, ma prima che si abbia la<br />

ripresa vegetativa. Seguire alcune regole che<br />

permettono di ottenere piante con una giusta<br />

quantità di rami a legno e a frutto, equilibrate<br />

sia dal punto di vista fisiologico sia da quello<br />

estetico.<br />

Recidere tutti i succhioni e i rami improduttivi<br />

troppo vigorosi, lasciando solo quelli che<br />

possono sostituire le branche ormai deperite o<br />

che possono riempire vuoti nell’impalcatura<br />

della pianta. Asportare i rami a legno troppo<br />

vigorosi o troppo deboli, mantenere invece<br />

quelli di medio vigore, che non dovrebbero<br />

essere cimati, se non alterano la simmetria della<br />

pianta o non sono disposti in modo da sottrarre<br />

nutrimento diventando antagonisti del getto<br />

guida. Non raccorciare mai i rami misti, ma<br />

piuttosto diradarli se sono troppo fitti. I rami a<br />

frutto non devono mai essere potati, ma<br />

semplicemente asportati dopo la fruttificazione<br />

in modo da essere sostituiti da altri più giovani.<br />

Asportare anche tutti i rami morti, malati o che<br />

hanno subito danni meccanici. Nel potare, aver<br />

cura di eseguire i tagli un po’ al di sopra del<br />

ramo che dovrà rimanere, e al di sopra di un<br />

nodo o una coppia di gemme.<br />

Ridurre al minimo la superficie di taglio per evitare il<br />

pericolo di attacco da parte di patogeni e parassiti. Prima<br />

della ripresa vegetativa concimare bene il terreno alla base<br />

delle piante favorendo l’interramento con lavorazioni poco<br />

profonde che non danneggino le radici superficiali.


TESTO E<br />

FOTO DI<br />

MASSIMO<br />

FORNACIARI<br />

Guidare<br />

la pianta<br />

Tutte le volte<br />

che ci apprestiamo<br />

a potare<br />

una pianta, soprattutto<br />

se giovane,<br />

è fondamentale<br />

conoscere la motivazione<br />

e l’effetto<br />

che si otterrà coi<br />

diversi interventi.<br />

In altre parole per<br />

apprendere la tecnica<br />

della potatura<br />

non basta seguire e imitare chi la pratica da anni, ma<br />

è indispensabile comprendere lo scopo di ogni taglio<br />

e prevedere la reazione futura della pianta.<br />

Come per l’automobile, anche per “guidare” una<br />

pianta da frutto occorre una “patente”, cioè un insieme<br />

di conoscenze teoriche e pratiche che ci permettono<br />

di conoscere come e perché tagliamo o pieghiamo<br />

un ramo piuttosto che un altro.<br />

Durante la fase giovanile i classici interventi di potatura,<br />

cioè tagli di eliminazione o raccorciamento di rami,<br />

non sono sempre una necessità. Infatti, in una pianta<br />

Le branche laterali devono avere un angolo<br />

d’inserzione molto ampio, in caso contrario<br />

possono essere soggette a rotture o “scosciature”<br />

Nel caso di branche verticali si forma un’area<br />

di compressione tra fusto e ramo che<br />

con la crescita dei tessuti crea una<br />

“linea di rottura”<br />

frutticoltura<br />

I TRUCCHI<br />

del potatore<br />

46<br />

Potare non equivale<br />

sempre e solo<br />

a tagliare, ma<br />

comprende anche<br />

numerosi altri tipi<br />

d’intervento, veri e<br />

propri “trucchi del<br />

potatore”<br />

giovane tende a prevalerel’accrescimento<br />

fino a quando non<br />

sarà passata dalla fase<br />

giovanile a quella<br />

di maturità, e non<br />

avrà raggiunto, cioè,<br />

una dimensione tale<br />

da sopportare e nutrire<br />

la fruttificazione.<br />

Di conseguenza,<br />

l’asportazione di una<br />

parte della chioma<br />

può ritardare il<br />

raggiungimento di<br />

questo punto d’equilibrio e quindi anche l’inizio della<br />

fruttificazione. Quindi, nel dubbio, lo sbaglio minore è<br />

spesso quello di non fare nessun taglio. Questo non<br />

significa che non dobbiamo eseguire nessun intervento<br />

per guidare la crescita della vegetazione.<br />

Potare non è sinonimo di tagliare<br />

In realtà la potatura non equivale solo e sempre a<br />

tagliare. Non a caso i due verbi non sono sinonimi:<br />

tagliare indica un’azione generica; possiamo tagliare<br />

un ramo di un albero o la legna per il camino. Potare<br />

invece identifica un intervento che ha lo scopo di<br />

influenzare lo sviluppo della pianta per finalità sia<br />

produttive che ornamentali. Da questo punto di vista<br />

possono rientrare nella<br />

potatura, in senso<br />

generale, anche tanti<br />

altri tipi d’interventi:<br />

piegature, potature<br />

estive ripetute, e<br />

diversi “trucchi del<br />

mestiere”. Si tratta di<br />

strumenti che possono<br />

essere molto utili per<br />

guidare lo sviluppo<br />

della pianta e<br />

anticipare il<br />

raggiungimento di una<br />

situazione di equilibrio<br />

favorevole a<br />

un’abbondante<br />

fruttificazione.


Durante la fase d’allevamento<br />

di una pianta da frutto<br />

uno degli obiettivi da raggiungere<br />

è formare uno<br />

scheletro principale equilibrato<br />

e robusto. Per fare questo<br />

i rami destinati a formare<br />

le branche principali devono<br />

essere ben distanziati tra<br />

loro e possedere un’attaccatura<br />

“aperta”, cioè un angolo<br />

d’inserzione (quello formato<br />

tra il ramo stesso e il fusto)<br />

molto ampio.<br />

Rami con queste caratteristiche<br />

possiedono un’elevata<br />

resistenza meccanica e<br />

riducono i rischi di rotture.<br />

Non sempre però la pianta<br />

presenta rami con queste<br />

caratteristiche nelle posizioni<br />

desiderate; si pone allora<br />

il problema di come stimolarne<br />

la formazione. Il taglio<br />

(spuntatura) dell’asse centrale<br />

è l’intervento più semplice<br />

e immediato per ottenere<br />

nuovi rami. Spesso però<br />

la pianta reagisce con l’emissione<br />

di nuovi germogli<br />

molto vicini al punto di<br />

taglio e caratterizzati da una<br />

crescita verticale; di conseguenza<br />

non certo adatti alla<br />

formazione dello scheletro<br />

della pianta.<br />

Per ottenere l’emissione<br />

di nuovi germogli nella<br />

parte basale senza<br />

tagliare l’asse centrale si<br />

può intervenire col<br />

“taglio del caporale”. La<br />

forma del taglio non è<br />

determinante: non è<br />

indispensabile il taglio a<br />

V rovesciata, ma è molto<br />

efficace anche una<br />

semplice intaccatura<br />

orizzontale realizzata<br />

con un coltello o le<br />

forbici da potatura<br />

Il “taglio del caporale”<br />

Il taglio del caporale è un intervento<br />

semplice ma molto efficace per<br />

ottenere l’emissione sul fusto di<br />

buoni rami nella posizione voluta,<br />

lasciando contemporaneamente intatta<br />

la struttura della pianta.<br />

L’esecuzione classica prevede di effettuare,<br />

sopra una gemma, un taglio<br />

superficiale a forma di V rovesciata,<br />

proprio come i gradi militari<br />

che identificano il caporale. In questo<br />

modo, finché il taglio non cicatrizza,<br />

la gemma rimane “isolata”<br />

dalla parte superiore della pianta.<br />

L’interruzione dei vasi conduttori<br />

sopra la gemma arresta la discesa<br />

della linfa elaborata, che contiene<br />

sostanze capaci di inibire o rallentare<br />

la crescita e responsabili della<br />

dominanza che s’instaura tra la<br />

gemma apicale e quelle sottostanti.<br />

La gemma sotto il taglio è così<br />

libera di germogliare, come se il<br />

fusto fosse stato raccorciato sopra<br />

di essa. Solitamente si forma un<br />

germoglio vigoroso, ben alimentato<br />

dalla linfa che arriva dalle radi-<br />

Come si esegue<br />

ci (la linfa grezza) e si concentra su<br />

di essa.<br />

Questo germoglio laterale ha una<br />

crescita che normalmente non è verticale,<br />

poiché “sente” comunque la<br />

presenza della cima e si sposta quindi<br />

verso l’esterno alla ricerca della<br />

luce. Si ottiene così facilmente un<br />

ramo robusto e con un angolo d’inserzione<br />

aperto.<br />

Perché questa operazione abbia successo<br />

è importante eseguirla nel<br />

momento giusto, cioè poco prima<br />

della ripresa vegetativa, quando la<br />

circolazione linfatica è attiva e la<br />

corteccia si stacca facilmente dal<br />

legno.<br />

Non tutte le intaccature avranno<br />

successo, poiché qualche gemma<br />

può non schiudere, oppure<br />

formare un germoglio esile.<br />

Quindi conviene eseguire<br />

qualche intaccatura in più<br />

rispetto al numero di rami che<br />

servono, per poi selezionare i<br />

migliori<br />

47 frutticoltura


Su piante appena messe a dimora, in alternativa al<br />

taglio del caporale, si può utilizzare la degemmazione.<br />

In pratica si tratta di eliminare una parte delle gemme<br />

presenti sul fusto per obbligare quelle che si lasciano<br />

(destinate a formare i rami principali dello scheletro) a<br />

germogliare e svilupparsi maggiormente. Infatti eliminando<br />

parte delle gemme si riduce il numero dei<br />

nuovi germogli e tutte le energie della pianta si concentrano<br />

su quelli rimasti. Si formano quindi dei rami<br />

robusti, distanziati e disposti lungo tutta la lunghezza<br />

dell’asse centrale. La formazione dello scheletro principale<br />

della pianta sarà facilitato, basterà scegliere tra<br />

questi i 3-4 rami meglio disposti per formare le branche<br />

principali.<br />

Non si può stabilire esattamente quante gemme<br />

togliere e quante lasciarne, ma bisogna regolarsi in<br />

base alla specie e vigoria della pianta. È consigliabile<br />

comunque non esagerare e lasciare almeno una<br />

gemma ogni 5-8 oppure, in altre parole, lasciare circa<br />

10 centimetri tra ogni gemma, scegliendole in posizione<br />

alternata tra loro.<br />

Anche questo intervento va eseguito alla ripresa<br />

vegetativa, appena inizia il rigonfiamento delle<br />

gemme.<br />

frutticoltura<br />

La degemmazione<br />

Pianta di pero<br />

al primo anno<br />

d’impianto,<br />

sulla quale è<br />

stata eseguita<br />

la<br />

degemmazione<br />

senza spuntare<br />

l’asse centrale.<br />

Si sono ottenuti<br />

numerosi<br />

germogli<br />

laterali,<br />

distanziati in<br />

modo ottimale<br />

e con un angolo<br />

d’inserzione sul<br />

tronco molto<br />

ampio. Nello<br />

stesso tempo<br />

gli interventi di<br />

potatura sono<br />

stati ridotti<br />

al minimo,<br />

favorendo così<br />

la preparazione<br />

di gemme a<br />

fiore<br />

48<br />

Particolare della zona<br />

degemmata: eliminando una<br />

parte delle gemme lo sviluppo<br />

dei germogli rimasti è assicurato<br />

poiché si diminuisce la<br />

competizione e l’energia<br />

vegetativa si concentra solo su<br />

questi («sono in meno a<br />

mangiare alla stessa tavola»)<br />

La decorticazione<br />

In certi casi il passaggio della pianta dalla fase<br />

giovanile a quella produttiva può tardare e la<br />

fruttificazione risulta pressoché assente. Le<br />

cause possono essere ambientali (terreni molto<br />

fertili) o dovute alle caratteristiche della pianta<br />

stessa (combinazioni di varietà/portinnesto<br />

molto vigorose). In queste situazioni si deve<br />

cercare in tutti i modi di rallentare l’attività<br />

vegetativa: sospendere le concimazioni azotate,<br />

limitare l’irrigazione ed eseguire una potatura<br />

molto leggera. Nei casi più difficili si può ricorrere<br />

a un intervento specifico, la decorticazione<br />

anulare.<br />

Come il “taglio del caporale” anche la decorticazione<br />

è un intervento che influenza lo sviluppo<br />

della pianta modificando il trasporto e la<br />

ripartizione delle sostanze nutritive. Può essere<br />

applicata su piante giovani e adulte per<br />

equilibrare l’attività vegetativa con quella produttiva.


Nell’immagine si può valutare l’effetto dell’intaglio alla fine<br />

della stagione (a destra pianta con intaglio, a sinistra pianta di<br />

confronto senza intaglio). L’intaglio può essere molto utile su<br />

piante adulte, quando si deve eseguire una potatura straordinaria<br />

per ridimensionare la chioma e si vuole limitare la reazione della<br />

pianta che tende a emettere nuovi germogli molto vigorosi<br />

Come si esegue<br />

L’esecuzione classica della decorticazione consiste nella<br />

realizzazione, utilizzando un coltello o un seghetto, di<br />

due tagli paralleli ad anello distanti tra loro 5-6 millimetri,<br />

con la successiva asportazione della striscia di corteccia<br />

così delimitata. Per questo va eseguita alla ripresa<br />

vegetativa, quando la circolazione linfatica è attiva e la<br />

corteccia si distacca facilmente (pianta “in succhio”).<br />

Assieme alla corteccia vengono asportati anche i tessuti<br />

vascolari con l’effetto di interrompere, o almeno rallentare,<br />

il collegamento tra chioma e radice fino a quando<br />

non si realizza una completa cicatrizzazione.<br />

I vantaggi<br />

Il risultato di questa operazione è duplice: riduce il rifornimento<br />

di acqua ed elementi minerali (linfa grezza) che dall’apparato<br />

radicale sale verso la chioma, limitando così la crescita<br />

vegetativa; inoltre agisce anche sul trasporto in senso<br />

inverso (chioma-radice), portando nella chioma un accumulo<br />

di zuccheri e altre sostanze nutritive (linfa elaborata) che<br />

stimolano la formazione di numerose gemme a fiore e quindi<br />

portano a un incremento della fruttificazione.<br />

Questo intervento può avere un’azione abbastanza drastica,<br />

indebolendo l’apparato radicale e provocando un<br />

precoce invecchiamento della pianta: va quindi usato<br />

con attenzione e moderazione.<br />

Per ottenere una rapida fruttificazione<br />

senza indebolire troppo la pianta si può<br />

eseguire la decorticazione solo su qualche<br />

branca laterale, oppure si può intervenire<br />

nella parte mediana del fusto,<br />

limitando così l’effetto alla sola parte<br />

apicale della pianta, che spesso è anche<br />

la più vigorosa.<br />

La decorticazione si può eseguire anche in epoca<br />

estiva, 40-50 giorni dopo la fioritura, per favorire la<br />

crescita dei frutti e anticipare la maturazione. Si<br />

deve però prestare attenzione a non eseguire tagli<br />

troppo profondi per non provocare pericolosi stress<br />

idrici. In questo periodo, piuttosto del classico doppio<br />

anello, è consigliabile eseguire due semicerchi<br />

sovrapposti, per non interrompere totalmente il<br />

flusso della linfa (taglio valtellinese).<br />

Su piante<br />

adulte, con<br />

corteccia<br />

spessa e<br />

lignificata,<br />

per<br />

raggiungere e<br />

interrompere<br />

i vasi<br />

conduttori<br />

non basta<br />

asportare la<br />

corteccia, ma serve un intervento<br />

più drastico. In questi casi si deve<br />

utilizzare un segaccio o, meglio<br />

ancora, una motosega. Si<br />

eseguiranno due intagli contrapposti<br />

e distanziati di 20-30 centimetri<br />

uno dall’altro, tagliando il fusto fino<br />

a circa il 50% del diametro<br />

Decorticazione<br />

anulare<br />

49 frutticoltura


CERRI<br />

IN CASA<br />

IN CASA<br />

TESTO DI MARIO VIETTI, FOTO DI MANUELA CERRI<br />

E ALESSANDRO MESINI, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />

Cura delle piante in CASA<br />

a gennaio e febbraio<br />

LA POSIZIONE: è molto importante<br />

collocare le piante nella giusta posizione:<br />

luminosa e non eccessivamente<br />

calda. Non troppo vicine alle finestre,<br />

in quanto potrebbero subire dannose<br />

correnti d’aria. Durante la<br />

notte la temperatura in prossimità<br />

dei vetri (soprattutto se non<br />

si tratta di doppi vetri) diminuisce<br />

notevolmente, provocando<br />

sbalzi termici nocivi alla salute<br />

delle piante. Evitare anche le zone<br />

vicino ai termosifoni perché l’aria<br />

calda e secca potrebbe causare un<br />

raggrinzimento del fogliame.<br />

ANNAFFIATURE: fino a quando<br />

le piante sono in riposo vegetativo, è sufficiente<br />

somministrare la quantità d’acqua necessaria per<br />

mantenere umido il pane di terra. Le piante grasse,<br />

invece, devono continuare a rimanere all’asciutto<br />

anche se presentano un aspetto raggrinzito. Ad aprile,<br />

quando dovranno di nuovo essere bagnate, torneranno<br />

a idratarsi rapidamente.<br />

UMIDITÀ DELL’ARIA: è molto importante che tutte le<br />

specie ricevano il giusto livello di umidità. Una<br />

soluzione per aumentare l’umidità ambientale può<br />

essere quella di riunire le varietà con le stesse esigenze<br />

consigli del mese<br />

In inverno è necessario aiutare<br />

le piante d’appartamento<br />

a superare le non facili<br />

condizioni ambientali,<br />

ma già a febbraio le giornate<br />

iniziano ad allungarsi e le piante<br />

riprendono lentamente a vegetare<br />

50<br />

e disporle in grandi contenitori riempiti, per i due terzi,<br />

con argilla espansa mantenuta umida. Se il clima a<br />

febbraio è soleggiato è consigliabile aprire le finestre<br />

nelle ore più calde, evitando però di esporre le piante<br />

alle correnti d’aria e ai raggi diretti del sole.<br />

PULIZIA DELLE FOGLIE: rimuovere regolarmente<br />

la polvere utilizzando un batuffolo di<br />

cotone umido, o nebulizzando con<br />

acqua a temperatura ambiente. Per<br />

pulire il fogliame lanuginoso di<br />

Begonia imperialis, Saintpaulia<br />

ecc., servirsi invece di un<br />

pennellino morbido.<br />

CONCIMAZIONI: a<br />

febbraio, quando<br />

si nota la<br />

comparsa di<br />

nuove gemme e<br />

nuovi germogli, si<br />

possono riprendere le concimazioni. È opportuno non<br />

somministrare fertilizzanti finché le piante sono in<br />

riposo, poiché si causerebbe la produzione di foglie<br />

piccole e deboli e uno sviluppo esile delle piante.


LUMINOSITÀ<br />

DELL’AMBIENTE: la presenza<br />

di foglie di colore uniforme in<br />

varietà a fogliame variegato<br />

(ad es. Codiaeum<br />

variegatum, Croton, Dracaena<br />

fragrans, Pothos, ecc.) può<br />

essere un sintomo di scarsa<br />

luminosità: a febbraio<br />

recidere tutte le foglie verdi e<br />

spostare i vasi in una stanza più<br />

luminosa. Girare le piante<br />

regolarmente per evitare che si<br />

sviluppino rivolte verso la fonte luminosa.<br />

POTATURE E RINVASI: verso la fine di febbraio si può<br />

procedere a una potatura di rinnovamento per le<br />

piante trascurate e che si presentano deboli o<br />

spoglie alla base: eliminare tutte le parti vecchie e<br />

indebolite e tagliare drasticamente rami o fusto<br />

lasciando solo 2 o 3 gemme; rinvasare in terra fertile<br />

dopo aver accorciato le estremità delle radici.<br />

Questa operazione può ridare vigore a vecchi<br />

esemplari di Dieffenbachia, Ficus, Schefflera ecc.<br />

MESINI<br />

Dracene<br />

Piante d’appartamento molto diffuse per il<br />

loro fogliame ornamentale e per la facilità di<br />

coltivazione sono le dracene.<br />

Il genere Dracaena, appartenente alla famiglia<br />

delle Agavaceae, comprende circa 40 specie<br />

originarie delle regioni tropicali e subtropicali<br />

di Asia e Africa.<br />

Si tratta quasi sempre di arbusti sempreverdi<br />

caratterizzati dalla presenza di un fusto eretto<br />

e da foglie lanceolate, erette o ricadenti.<br />

Nelle piante coltivate in casa la fioritura<br />

avviene raramente e con fiori insignificanti. Il<br />

portamento delle piante adulte ricorda spesso<br />

quello delle palme.<br />

TECNICHE DI COLTIVAZIONE<br />

LUCE: le dracene prediligono una elevata luminosità,<br />

evitando però l’esposizione diretta<br />

ai raggi solari. Tuttavia le specie con fogliame<br />

non variegato si adattano anche a posizioni<br />

scarsamente illuminate.<br />

UMIDITÀ: come tutte le essenze di origine tropicale,<br />

necessitano di alta umidità ambientale,<br />

che può essere ottenuta mediante frequenti<br />

nebulizzazioni del fogliame.<br />

CONCIMAZIONI: durante il periodo vegetativo<br />

è necessario concimare ogni 2 settimane e<br />

annaffiare abbondantemente. È importante evitare i<br />

ristagni di acqua nei sottovasi, in quanto le radici<br />

carnose vanno facilmente incontro a marciumi.<br />

RINVASI: è consigliabile rinvasare gli esemplari giovani<br />

ogni anno in primavera fino a quando raggiungono<br />

le dimensioni definitive.<br />

PROPAGAZIONE: può essere effettuata in primavera<br />

o alla fine dell’estate tramite talee apicali o di fusto.<br />

Dracaena marginata<br />

Tra le specie più diffuse e meno esigenti<br />

possiamo ricordare la Dracaena marginata. È<br />

una pianta a rapido accrescimento con un fusto<br />

eretto e spoglio che porta alla cima un ciuffo<br />

composto da 30 foglie sottili, lunghe fino a 40<br />

cm e larghe circa 1,5 cm, di colore verde con<br />

margine rosso bruno.<br />

Le foglie più vecchie tendono a cadere<br />

lasciando sul tronco delle tipiche cicatrici<br />

triangolari. La cultivar ‘Tricolor’ è caratterizzata<br />

da foglie con striature verdi, crema e rosse.<br />

51 consigli del mese


In Brasile le<br />

auto vanno…<br />

a erba TESTO<br />

Un amico mi racconta<br />

che, nel suo paese, il<br />

Brasile, «le macchine<br />

vanno a babassu e a<br />

mamona»! Mi<br />

informo meglio e<br />

scopro che in Brasile<br />

la FIAT produce<br />

vetture funzionanti a<br />

bioetanolo; auto che<br />

in Italia non<br />

potrebbero essere<br />

utilizzate perché i<br />

distributori non<br />

vendono<br />

biocarburante!<br />

“Mamona” è il nome<br />

brasiliano del ricino<br />

(Ricinus communis),<br />

diffusissimo anche<br />

nel nostro paese. “Babassu” o<br />

“babaçu” è Orbignya oleifera, una<br />

palma dal frutto ricco d’olio, comune<br />

in tutto il Brasile. Una pianta dalla<br />

crescita veloce, con una resa di oltre<br />

10.000 piante per ettaro, l’equivalente<br />

di una palma per metro quadro.<br />

La scelta di introdurre il biodiesel in<br />

Brasile sta apportando grandi<br />

benefici all’economia del paese,<br />

perché oltre all’abbattimento dei costi<br />

energetici collegati al petrolio si sono<br />

recuperate all’agricoltura ampie aree<br />

abbandonate perché poco fertili.<br />

Inoltre la scelta del biocarburante<br />

regala anche vantaggi ambientali non<br />

indifferenti: è pulito, virtualmente<br />

privo di metalli, non rilascia polveri<br />

sottili, abbatte le emissioni di<br />

benzene e anidride solforosa e, non<br />

rilasciando ossido di carbonio, non<br />

aumenta l’effetto-serra.<br />

ambiente<br />

DI<br />

MARIA OTTAVIA DE PETRI<br />

FOTO DI MARIO GIANNINI<br />

In Europa<br />

Secondo la COLDIRETTI, uno studio<br />

presentato dal CETA (Centro di<br />

Ecologia Teorica ed Applicata)<br />

attesterebbe che dalla riconversione a<br />

colture energetiche (quali soia, mais,<br />

colza, ricino, girasole, barbabietola da<br />

zucchero) di 700.000 ettari di terreno<br />

attualmente coltivati a seminativo, in<br />

Italia sarebbe possibile produrre<br />

combustibili per 8,5 milioni di<br />

tonnellate l’anno, mentre dalla<br />

semplice utilizzazione dei residui<br />

delle colture agricole tradizionali<br />

sarebbero disponibili altri 7,8 milioni<br />

di tonnellate l’anno. L’equivalente di<br />

quanti barili di petrolio?<br />

Anche in Europa il biodiesel viene<br />

utilizzato, ma, a differenza del Brasile<br />

dove è stato esteso al trasporto<br />

privato, il suo consumo è autorizzato<br />

solo per trasporto merci e<br />

riscaldamento; e, peraltro, in<br />

percentuale molto bassa. Soltanto in<br />

Germania esiste una forte sensibilizzazione all’uso del biodiesel e<br />

un numero crescente di costruttori ha già previsto la possibilità di<br />

utilizzarlo nei loro motori.<br />

In Italia tutto tace. Eppure, qualcosa dovrà cambiare. Con la<br />

direttiva europea 30/2003 relativa al trasporto ecosostenibile, l’UE<br />

ha previsto che, entro il 2010, per uniformarsi al protocollo di<br />

Kyoto il 5,75% del gasolio prodotto per autotrazione e<br />

riscaldamento dovrà essere biodiesel. A riprova di ciò, la<br />

multinazionale britannico-olandese Shell ha recentemente<br />

acquisito una partecipazione in una grande impresa europea<br />

produttrice di biocarburante.<br />

Mancano soltanto tre anni ma, nell’attesa, nel fare benzina al<br />

distributore non si può non pensare al parco di Yellowstone,<br />

dove le navette che trasportano i turisti funzionano a biodiesel<br />

realizzato con l’olio dei fast food locali…<br />

52<br />

L’utilizzo del biodiesel<br />

nel trasporto privato<br />

ha permesso allo stato<br />

sudamericano di abbattere<br />

i costi energetici e di<br />

recuperare all’agricoltura<br />

terreni abbandonati.<br />

E in Europa?<br />

Per approfondire<br />

www.assobiodiesel.it sito dell’Associazione italiana produttori biodiesel<br />

www.comlube.it azienda produttrice di biodiesel<br />

www.italbioil.com azienda produttrice di biodiesel<br />

www.coldiretti.it/docindex/cncd/informazioni/184.htm la posizione<br />

della Coldiretti in un articolo del 17 marzo 2005


FERRARI<br />

Le Kalanchoe sono piante succulente<br />

appartenenti alla<br />

famiglia delle Crassulaceae,<br />

originarie del corno d’Africa e del<br />

Madagascar, molto utilizzate come<br />

piante fiorite per ornare gli interni<br />

delle nostre abitazioni. Si tratta di<br />

piante generalmente di facile adattabilità,<br />

ma che in ogni caso possono<br />

andare incontro ad alcune alterazioni<br />

di natura parassitaria e non<br />

parassitaria.<br />

I marciumi basali provocati dai<br />

funghi Phytophthora nicotianae<br />

f.s. parasitica e Phytophthora<br />

cactorum sono tra le malattie più<br />

frequenti. Si manifestano nella<br />

parte basale dei fusti, al limite<br />

con il colletto, dove compaiono<br />

delle degenerazioni molli dei tessuti erbacei<br />

accompagnate da alterazioni<br />

cromatiche brunonerastre<br />

e che tendono a<br />

estendersi verso l’alto.<br />

Possono interessare anche<br />

le foglie carnose e i<br />

germogli, e in ogni caso<br />

cura della pianta<br />

portano al collasso le<br />

piantine colpite.<br />

Le più frequenti<br />

malattie delle<br />

TESTO DI MARIO FERRARI<br />

FOTO DI MARIO FERRARI<br />

E ALESSANDRO MESINI<br />

DISEGNI DI<br />

MARCELLO PARISINI<br />

Marciumi<br />

basali<br />

54<br />

Kalanchoe<br />

TECNICHE DI CONTROLLO<br />

MESINI<br />

Questi patogeni sono favoriti da ristagni di<br />

acqua nel vasetto e da squilibri idrici (periodi di<br />

prolungata carenza di acqua seguiti da innaffiature<br />

troppo abbondanti), pertanto è bene evitare<br />

queste condizioni predisponenti; inoltre la<br />

carenza di illuminazione degli ambienti costringe<br />

queste piante a forzate filature, con indebolimento<br />

dei tessuti che risultano così più sensibili<br />

all’attacco da parte dei patogeni e comunque ricettivi anche<br />

a marciumi fisiologici di natura non parassitaria. Una lotta<br />

diretta a questi funghi è proponibile solo in condizioni di coltivazione,<br />

impiegando dei fungicidi come il Propamocarb e<br />

alcune Acilalanine (Metalaxyl e Benalaxyl).<br />

In appartamento per evitare l’insorgenza del fenomeno è<br />

sufficiente evitare squilibri idrici, evitare un’eccessiva umidità<br />

dei substrati e fornire una corretta illuminazione degli<br />

ambienti.


Le piante di Kalanchoe possono<br />

inoltre essere colpite<br />

da mal bianco (oidio). I funghi<br />

responsabili sono diversi:<br />

tra i più frequenti Oidium<br />

calanchoeae, Sphaerotheca<br />

humuli e Sphaerotheca fusca.<br />

La malattia comincia a<br />

comparire in condizioni am-<br />

Mal<br />

bianco<br />

bientali caldo-umide, che generalmente si realizzano<br />

anche in appartamento durante la stagione estiva. Si<br />

manifesta a carico delle foglie carnose, su entrambe le<br />

pagine, con aree, anche vaste, ricoperte di una patina<br />

polverulenta bianco-grigiastra; in seguito i tessuti colpiti<br />

subiscono alterazioni cromatiche e della consistenza:<br />

diventano prima clorotici, poi tendono ad appassire e ad<br />

avvizzire, assumendo una consistenza stopposa e un<br />

colore brunastro. L’infezione può interessare anche i<br />

fiori che, se colpiti, non si aprono e mummificano rivestendosi<br />

di una tipica polverina bianco-grigiastra.<br />

Il controllo del mal bianco deve essere effettuato al<br />

manifestarsi dei primi segni dell’infezione, anche in<br />

appartamento, irrorando le piantine con zolfo o con<br />

Inoltre tra gli agenti di<br />

malattia delle Kalanchoe<br />

vale la pena di ricordare<br />

Puccinia grandalli, un fungo<br />

agente di ruggine fogliare<br />

che si manifesta, a carico<br />

della vegetazione, attraverso<br />

la tipica manifestazione<br />

delle ruggini: formazione di<br />

piccole aree depigmentate o giallastre in corrispondenza<br />

delle quali si formano pustole in rilievo di color giallo-arancio<br />

o ocra. La foglia infettata va incontro a parziali<br />

necrosi e a disseccamento. Generalmente però gli<br />

attacchi sono sporadici e molto localizzati, per cui il<br />

danno è relativo e non tale da giustificare interventi<br />

diretti.<br />

Altre malattie<br />

della Kalanchoe<br />

Ruggine<br />

fogliare<br />

Le Kalanchoe infine possono essere colpite da altri<br />

agenti di malattia in modo più o meno sporadico, in<br />

funzione delle condizioni ambientali e dello stato<br />

fisiologico delle piantine:<br />

• una micopatia che produce aspecifiche necrosi e disseccamenti<br />

delle infiorescenze e delle foglie, peraltro<br />

piuttosto infrequente in appartamento, di cui è<br />

responsabile il fungo Stemphylium floridanum f. sp.<br />

Kalanchoae<br />

• marciumi molli batterici provocati dal batterio Erwinia<br />

TECNICHE DI CONTROLLO<br />

antioidici endoterapici quali per esempio i Triazoli<br />

(Bitertanolo, Penconazolo, Propiconazolo ecc.) registrati<br />

per l’uso in ambito domestico (devono essere PPO).<br />

carotovora vr. carotovora che si manifestano con disfacimento<br />

molle e maleodorante dei tessuti colpiti<br />

• il tumore batterico da Agrobacterium tumefaciens che<br />

si manifesta con la formazione di piccole protuberanze<br />

irregolari al colletto e sulla radice, con compromissione<br />

dell’assorbimento e del trasporto linfatico<br />

• collasso delle piantine provocato dal fungo Fusarium<br />

oxysporum che colpisce i tessuti conduttori del fusto<br />

e delle radici producendo necrosi localizzate e morte<br />

delle piante infettate.<br />

55 cura della pianta


Maculatura anulare<br />

della KALANCHOE<br />

Le infezioni virali causano spesso sulle piante<br />

ornamentali alterazioni cromatiche alquanto<br />

singolari e facilmente riconoscibili da tutti. È il<br />

caso della kalanchoe (Kalanchoe blossfeldiana, K. thyrsiflora,<br />

K. daigremontiana) quando è ospite di due fra i<br />

più pericolosi virus attualmente diffusi nelle coltivazioni<br />

di specie ornamentali: TSWV (virus dell’avvizzimento<br />

maculato del pomodoro) ed INSV (virus<br />

della maculatura necrotica nell’impatiens), entrambi<br />

trasmessi in natura da tripidi quali Thrips tabaci e<br />

Frankliniella occidentalis.<br />

I SINTOMI<br />

La presenza di uno di questi due virus in kalanchoe si<br />

contraddistingue per la comparsa, sulle foglie,<br />

soprattutto quelle più giovani, di macule, anulature<br />

clorotiche e/o lineature distribuite in maniera del<br />

tutto casuale sull’intero lembo o parte di esso. La<br />

lamina fogliare può anche apparire<br />

malformata, così come i piccioli, che si<br />

contorcono mostrando anch’essi, ma<br />

in maniera meno evidente, macchiette<br />

e decolorazioni. Con il progredire<br />

della crescita della pianta si aggiungono<br />

delle aree necrotiche rotondeggianti<br />

(spots) sia sulle foglie che sui fusti, la<br />

cui presenza impedisce ulteriormente<br />

il normale sviluppo dell’organo accentuandone<br />

le deformazioni. Particolarmente<br />

suscettibile all’infezione è la<br />

specie K. blossfeldiana, nelle cultivar<br />

‘Keruna’ e ‘Bromo’.<br />

cura della pianta<br />

56<br />

I sintomi su<br />

kalanchoe dovuti<br />

all’infezione da<br />

INSV: le foglie e<br />

i piccioli sono<br />

malformati e<br />

caratterizzati da<br />

maculature e<br />

lineature clorotiche;<br />

si notano anche<br />

aree necrotiche<br />

Cosa fare?<br />

TESTO E FOTO DI<br />

MARIA GRAZIA BELLARDI<br />

In Italia negli ultimi 3-4 anni<br />

si sono verificati gravi casi di<br />

questa malattia. Alcune delle<br />

kalanchoe virosate, ma ancora<br />

senza sintomi visivamente<br />

percepibili (latenza), sono<br />

state inconsapevolmente commercializzate per finire,<br />

purtroppo, nelle nostre case. All’origine della<br />

malattia, nei vivai interessati, c’era sempre l’utilizzo<br />

di materiale di propagazione (le così dette talee<br />

in erba, in quanto prive di radici) già infetto. La<br />

propagazione agamica se da un lato consente di<br />

ottenere, in modo rapido e facile, tante nuove piantine<br />

partendo da pochi individui adulti, dall’altro fa<br />

aumentare enormemente il rischio di propagazione<br />

di patogeni eventualmente in essi presenti. È dunque<br />

di fondamentale importanza che chiunque abbia<br />

in casa una Kalanchoe con “curiose” variegature<br />

fogliari sia consapevole che si tratta di una malattia<br />

virale pericolosa, e che si debba assolutamente<br />

evitare di propagare per talea la pianta. Anzi, il<br />

migliore consiglio è di eliminarla.<br />

Particolare della variabilità del sintomo su di<br />

una foglia, con ampi anelli e vistose lineature


Scatti<br />

invernali<br />

«Senza titolo»<br />

>CINZIA PAOLUCCI<br />

«Senza titolo»<br />

>ANTONIA SELETTI<br />

Lugagnano (Pc)<br />

«Orchidea»<br />

>ROBERTO FAVARETTI<br />

Camponogara (Ve)<br />

«Forsythia»<br />

>FRANCESCA FIUMI<br />

Imola (Bo)<br />

«Chimonanthus in fiore»<br />

>MARIA GRAZIA SCAGLIARINI<br />

Pertole (Ud)<br />

«Crocus»<br />

>ELENA MOLINARI<br />

Baone (Pd)<br />

Le foto dei lettori<br />

di <strong>Giardini</strong><br />

mostra fotografica


La stella di Natale,<br />

detta anche<br />

poinsettia<br />

(Euphorbia pulcherrima),<br />

entra nelle nostre case<br />

generalmente in dicembre,<br />

cogliendoci sovente<br />

impreparati su<br />

come conservarla in<br />

buona salute.<br />

La difesa di questa<br />

pianta dalle principali<br />

avversità non deve<br />

prescindere dall’applicazione<br />

costante del<br />

buon senso per evitare<br />

che i problemi di<br />

origine patologica siano<br />

favoriti dai metodi<br />

di coltivazione.<br />

Innanzitutto collocare la pianta in un ambiente bene illuminato,<br />

in zona non soggetta a correnti d’aria, lontano<br />

da fonti di calore. Mantenere il terriccio costantemente<br />

umido, senza mai eccedere con le annaffiature. Queste<br />

poche regole sono fondamentali per la prevenzione di<br />

una delle più importanti malattie fogliari, la “muffa grigia”,<br />

causata dal fungo Botrytis cinerea.<br />

I SINTOMI<br />

La malattia si riconosce per la comparsa, sulle foglie<br />

più giovani, di un marciume bruno che si sviluppa<br />

dal margine o dall’apice verso il centro del lembo.<br />

Sulle brattee (le “foglie” colorate che formano la stella)<br />

si manifestano, sempre ai margini, delle aree ton-<br />

cura della pianta<br />

58<br />

Muffa grigia<br />

su stella di<br />

TESTO<br />

E FOTO DI<br />

MARIA GRAZIA<br />

BELLARDI<br />

Natale<br />

deggianti rosso scuro dalle quali, sulla pagina inferiore,<br />

fuoriesce del lattice. Anche sullo stelo compaiono<br />

lesioni brunastre e, in condizioni di elevata umidità<br />

ambientale, si forma la tipica fruttificazione del<br />

fungo, costituita da una muffettina grigio topo.<br />

La malattia è facilmente riconoscibile per la comparsa,<br />

in condizioni di elevata umidità, della caratteristica<br />

muffettina color grigio topo


ALCUNI CONSIGLI<br />

B. cinerea ha un assortimento di ospiti molto<br />

ampio e può sopravvivere come saprofita sui residui<br />

di vegetazione. Lo sviluppo della malattia è<br />

favorito da condizioni di elevata umidità e temperatura<br />

tra 15 e 25°C. Le spore, disperse dalle<br />

correnti d’aria e dalle acque di irrigazione, perdono<br />

con il tempo la capacità infettiva. Per diminuire<br />

il potenziale di inoculo mantenere le piante<br />

pulite, allontanando foglie vecchie, ingiallite o<br />

danneggiate, e residui vegetali. Occorre inoltre<br />

evitare gli eccessi di umidità e la bagnatura della<br />

chioma, assicurandone nel contempo la buona<br />

areazione. Per favorire la circolazione dell’aria<br />

nelle varietà con fogliame troppo fitto eliminare<br />

qualche foglia della zona centrale della chioma.<br />

Anche un corretto apporto di calcio serve a contrastare<br />

la muffa grigia, sia perché il calcio previene<br />

le necrosi marginali che costituiscono facili vie<br />

di penetrazione del patogeno, sia perché rende i<br />

tessuti più solidi e resistenti. Molto appropriati<br />

risultano quindi quei concimi fogliari che contengono<br />

anche questo elemento.<br />

L’impiego di fungicidi in caso di malattia è limitato<br />

dalla diffusione della resistenza del fungo ai<br />

più comuni principi attivi, dalla necessità di non<br />

lasciare residui visibili su foglie e brattee, e dal<br />

rischio di fitotossicità. Le brattee sono particolarmente<br />

delicate e le conseguenze di trattamenti<br />

eseguiti non correttamente potrebbero essere disastrose:<br />

lineature e anulature necrotiche davvero<br />

antiestetiche!<br />

Le brattee della stella di Natale sono molto<br />

delicate e trattamenti fungicidi male eseguiti<br />

rischiano di provocare ustioni e “bruciature”<br />

davvero antiestetiche


Cura delle<br />

ORCHIDEE<br />

a gennaio e febbraio<br />

Phalaenopsis:<br />

vivono in zone<br />

tropicali a<br />

livello del mare;<br />

vogliono caldo,<br />

l’ideale è una<br />

temperatura<br />

notturna di 20<br />

gradi e anche<br />

più; uno dei<br />

problemi più<br />

diffusi in<br />

inverno è la<br />

caduta dei<br />

boccioli, nella<br />

maggior parte<br />

dei casi dovuta<br />

a basse<br />

temperature<br />

notturne.<br />

Cymbidium:<br />

sono orchidee di<br />

montagna e, al<br />

contrario delle<br />

Phalaenopsis,<br />

gradiscono<br />

fresco di notte<br />

(soprattutto le<br />

varietà a fiore<br />

grande):<br />

i boccioli<br />

cadono con<br />

alte<br />

temperature<br />

notturne.<br />

Dendrobium<br />

bigibbum<br />

(quello che<br />

produce i fiori<br />

sul fusto) e<br />

Paphiopedilum<br />

(scarpetta di<br />

Venere) vogliono<br />

notti fresche.<br />

ORCHIDEE<br />

Gli ibridi di<br />

Odontoglossum sono conosciuti con il<br />

nome di “Cambria”, ma in realtà<br />

«cambria» è un ibrido registrato dal<br />

grande ibridatore inglese Charlesworth<br />

nel 1926, che si chiama x Vuylstekeara<br />

cambria ed è un incrocio tra x Vuylstekeara<br />

‘Rubra’ e Odontoglossum clonius, una<br />

pianta che, per la bellezza dei suoi fiori,<br />

ha destato molto clamore divenendo un<br />

best seller, tanto che da allora tutti gli<br />

ibridi di Odontoglossum sono<br />

consigli del mese<br />

ORCHIDEE<br />

IN INVERNO<br />

Piante robuste e durevoli,<br />

ma con esigenze diverse<br />

a seconda della provenienza<br />

In pratica le orchidee, in base alle<br />

temperature notturne invernali,<br />

si dividono in 3 grandi gruppi:<br />

da caldo, da temperato e da fresco.<br />

Richiedono un ambiente caldo,<br />

limitandoci alle più diffuse,<br />

Phalaenopsis, gli ibridi di Dendrobium<br />

bigibbum (quello con i rami da fiore)<br />

e Paphiopedilum a foglie colorate.<br />

Richiedono un clima temperato,<br />

15-20°C di notte, Oncidium, Miltonia,<br />

Cattleya, Zygopetalum e gli ibridi di<br />

Odontoglossum conosciuti<br />

comunemente col nome di “Cambria”.<br />

“Cambria”<br />

Cymbidium<br />

temperatura<br />

notturna<br />

fresca<br />

comunemente<br />

chiamati<br />

“Cambria”. Gli<br />

Odontoglossum<br />

e generi affini,<br />

sopratutto<br />

Cochleoda,<br />

Brassia, Miltonia e Oncidium, incrociati fra<br />

loro danno origine alle “Cambria”, generi<br />

originari dell’America Tropicale,<br />

molti dei quali vivono sulle<br />

Ande. “Cambria”, essendo<br />

ibridi complessi, sono di<br />

facile coltivazione: si<br />

adattano facilmente al<br />

clima delle nostre abitazioni<br />

e tollerano anche<br />

situazioni diverse da<br />

quelle ottimali,<br />

perdonando piccoli<br />

errori di coltivazione.<br />

60<br />

TESTO DI GIANCARLO POZZI<br />

FOTO DI ALESSANDRO MESINI<br />

DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />

Phalaenopsis<br />

temperatura notturna<br />

calda<br />

Esigenze<br />

Luce: ideale è la<br />

mezz’ombra o<br />

l’ombra luminosa.<br />

Temperatura: in<br />

inverno amano<br />

temperature notturne<br />

tra 15 e 20°C, d’estate<br />

posizioni fresche e<br />

ombreggiate,<br />

all’aperto.<br />

Acqua: la regola<br />

generale per le<br />

orchidee epifite (che<br />

hanno radici aeree) è di<br />

bagnare bene solo quando<br />

le piante sono sicuramente<br />

asciutte: la regola vale<br />

anche per le “Cambria”,<br />

con l’accortezza di non<br />

lasciarle asciugare<br />

eccessivamente.<br />

Odontoglossum<br />

Cattleya<br />

temperatura<br />

notturna<br />

temperata


Icataloghi dei vivai<br />

che vendono per<br />

corrispondenza offrono<br />

un’ampia gamma di<br />

nuove piante da ordinare<br />

per posta comodamente<br />

da casa.<br />

BAKKER – Chrysanthemum (= Argyranthemum)<br />

frutescens è una<br />

“margherita” a cespuglio alta circa<br />

40 cm, da posizionare al sole. Tra<br />

maggio e settembre si ricopre di<br />

curiosi fiori rosa. Decorativa sia in<br />

vaso che in giardino, in inverno<br />

deve essere riparata dal gelo.<br />

BAKKER –<br />

Datura<br />

‘Metal’:<br />

amante del<br />

sole, alta circa<br />

1 m, fiorisce<br />

a giugnosettembre.<br />

Cresce<br />

velocemente e<br />

senza<br />

problemi in qualsiasi terreno.<br />

BAKKER – Cosmos atrosanguineus:<br />

pianta dai fiori rosso intenso che<br />

profumano incredibilmente di<br />

cioccolato. Ama il sole e fiorisce da<br />

giugno a ottobre, con fiori ideali<br />

da recidere. Alta circa 80 cm, vive<br />

bene sia<br />

in vaso<br />

che in<br />

giardino.<br />

INDIRIZZI A<br />

PAGINA 127<br />

BAKKER – Zantedeschia ‘Schwarzwalder’,<br />

calla della Foresta Nera: una varietà dagli<br />

insoliti calici floreali di colore purpureo, quasi<br />

nero. Fiorisce tra luglio e settembre. Le foglie<br />

sono verdi, punteggiate di bianco, molto<br />

decorative. Alta circa 50-60 cm, è perfetta<br />

per fioriere di media grandezza. Ama il sole<br />

e deve svernare al riparo dal gelo.<br />

Piante<br />

inusuali<br />

per il<br />

terrazzo<br />

TESTO DI DONATELLA FORNI<br />

BAKKER – Grewia<br />

occidentalis, fior di stella:<br />

una pianta di origine<br />

sudafricana, amante del<br />

sole, che regala tra<br />

maggio e novembre fiori<br />

numerosi e vicini. Alta<br />

circa 1 m, vive bene sia<br />

in vaso che in piena terra;<br />

richiede poche cure ma<br />

va riparata dal gelo.<br />

BAKKER – Portulaca<br />

umbraticola ‘Cinderella’: è<br />

una varietà particolarmente<br />

adatta per terrazzi soleggiati.<br />

Originaria di zone a clima<br />

arido, ha foglie carnose. I fiori<br />

sono bicolori, a coppa, e<br />

spuntano tra maggio e ottobre<br />

sulla parte terminale degli<br />

steli. In inverno deve essere<br />

riparata dal gelo.<br />

BAKKER – Hibiscus<br />

“Newbiscus<br />

Mauvelous”: ibisco<br />

in vaso da<br />

posizionare sul<br />

terrazzo al sole o<br />

mezz’ombra. Alto<br />

circa 30-40 cm,<br />

ha fiori molto<br />

grandi<br />

(diametro 20-30 cm)<br />

ideali anche da recidere;<br />

sono molto belli anche i<br />

boccioli floreali. È una<br />

pianta particolarmente<br />

resistente al freddo.<br />

BAKKER – Lilium ‘Landini’: giglio con<br />

fiori di colore rosso scuro, tendente al<br />

nero, che si sviluppano da giugno ad<br />

agosto su steli vigorosi, ideali anche da<br />

recidere. La pianta è alta circa 80-100<br />

cm, perfetta da piantare in vaso<br />

in posizioni di spicco sul terrazzo.<br />

Ama il sole ma cresce anche all’ombra.<br />

bacheca delle aziende


Il prato dihelxine<br />

Un vicino mi regalò un piccolo lembo di un<br />

decimetro quadrato di helxine (Soleirola soleirolii),<br />

insegnandomi la tecnica per farlo aumentare<br />

rapidamente. Per prima cosa, bisogna scegliere<br />

un lato del giardino piuttosto ombreggiato.<br />

Il terreno deve essere leggermente acido (ma nel mio<br />

giardino è cresciuto anche su terreno calcareo), ricco di<br />

sostanza organica.<br />

Occorre annaffiare almeno due volte al giorno, perché<br />

il prato ama i terreni freschi. Quando il primo decimetro<br />

quadrato messo a dimora sarà diventato almeno<br />

mezzo metro quadrato, si dovrà dividerlo in più<br />

porzioni di circa un decimetro quadrato. Le porzioni<br />

dovranno poi essere interrate a una certa distanza l’una<br />

dall’altra, facendo bene attenzione a sollevare i cespi con<br />

una vanga in modo che resti attaccata una buona porzione<br />

di terreno. E il gioco è fatto.<br />

Il prato si comporrà giorno per giorno, quasi per miracolo,<br />

come un mosaico e questa operazione si dovrà<br />

ripetere più volte sino a che i cespi non si siano perfettamente<br />

congiunti in modo omogeneo.<br />

L’helxine presenta pregi e difetti. I pregi:<br />

• il prato è calpestabile, ma con delicatezza, beninteso;<br />

è resistente e si può riformare se venisse calpestato<br />

troppo<br />

• non deve essere mai tosato; unica operazione da<br />

fare durante la crescita è quella di togliere le erbacce<br />

infestanti, possibilmente estirpandole con la radice<br />

• per il mantenimento è sufficiente una passata leggera<br />

di terriccio o di humus da composter una volta<br />

al mese<br />

Si annaffia due volte all’anno con acqua e sesquiossido<br />

di ferro (in vendita in bustine o a peso presso i<br />

vivai e/o i centri agricoli), per far mantenere l’intensità<br />

del verde delle foglioline.<br />

I difetti:<br />

• durante l’inverno il prato scompare come se fosse<br />

avvizzito e assume un colore marrone scuro; si può<br />

allora, quando inizia a gelare, coprire con uno strato<br />

di terriccio o con foglie triturate; sotto resterà verde<br />

ma, in ultima analisi, sarà sempre nascosto; in primavera<br />

in breve tempo rivegeterà, tornando verde<br />

• in estate, se non viene inumidito a dovere, può<br />

seccarsi irrimediabilmente<br />

• di notte viene attaccato dalle lumache, ma i danni sono<br />

limitati<br />

• bisogna prestare più attenzione ai cani, specialmente<br />

se di grossa taglia<br />

• in certe zone il prato produce delle piccole dune,<br />

come se si fosse gonfiato<br />

• quando si propaga tende a diffondersi ovunque,<br />

anche ai piedi delle piante da fiore o sulle rocce,<br />

provocando dei piccoli problemi.<br />

Per concludere, vorrei confermare la validità di<br />

helxine e consigliare agli appassionati di provare la<br />

sua coltura per realizzare un bel prato o zone del<br />

giardino.<br />

Francesco Rigattieri, Bovezzo (Brescia)<br />

63 il giardino del lettore


informazione publiredazionale<br />

Guida<br />

VERDE<br />

LUNGA VITA ALLE PIANTE<br />

IN IDROCOLTURA<br />

Per chi si è orientato a tenere le piante in casa utilizzando<br />

l’idrocoltura, una volta individuata la giusta posizione<br />

in fatto di luce e temperatura, il problema è la loro nutrizione.<br />

Le radici dei vegetali in idrocoltura traggono nutrimento dall’acqua<br />

nella quale sono disciolti gli elementi nutritivi. Cifo<br />

Idrovigor è un concime specifico per le piante in idrocoltura.<br />

È costituito da una<br />

resina insolubile, a<br />

scambio ionico, che<br />

rilascia lentamente<br />

nell’acqua gli elementi<br />

nutritivi che<br />

contiene. In questo<br />

modo non compromette<br />

la purezza<br />

dell’acqua, ideale per<br />

una crescita sana<br />

delle piante. Si somministra<br />

ogni 4-6<br />

mesi e ne bastano<br />

dai 30 (una bustina)<br />

ai 40 millilitri per<br />

ogni litro di acqua, a<br />

seconda delle specie<br />

e delle dimensioni<br />

delle piante.<br />

MESINI<br />

PIANTE IN CASA<br />

SEMPRE IN FORMA<br />

La stagione invernale non deve trarre in inganno: le<br />

piante in casa sono attive, si devono nutrire e hanno<br />

bisogno di irrigazione. I concimi vanno somministrati per<br />

ottenere foglie sane e turgide,<br />

colori intensi e accrescimenti<br />

regolari di rami, radici e nuovi<br />

germogli. Il concime più indicato<br />

per piante da interni quali kenzie,<br />

ficus, schefflere, tronchetti della<br />

felicità ecc. è Cifo Granverde<br />

Concime liquido per piante<br />

verdi. È caratterizzato da un alto<br />

titolo in azoto, contiene fosforo e<br />

potassio ed altri elementi quali<br />

ferro, manganese, zinco, e rame,<br />

utili per la prevenzione dell’ingiallimento<br />

delle foglie. Questi ultimi<br />

sono sotto forma di chelati e ciò<br />

evita o riduce fortemente la<br />

dispersione degli elementi in<br />

occasione delle irrigazioni.<br />

CONTRO<br />

I FASTIDIOSI INSETTI<br />

DELLE PIANTE<br />

Le piante in casa o in serra possono essere attaccate,<br />

anche in questa stagione, da fastidiosi insetti che approfittano<br />

del tepore degli ambienti riscaldati per riprodursi e,<br />

quindi, nutrirsi a spese delle nostre piante. Cifo Fenil L è un<br />

insetticida ad ampio spettro, efficace<br />

non solo nei confronti dei più<br />

comuni insetti delle piante ornamentali,<br />

ma anche nella lotta agli<br />

acari (come, ad esempio, il ragnetto<br />

rosso). Agisce sia per contatto che<br />

per ingestione: pertanto, anche se<br />

l’insetto non entra direttamente in<br />

contatto con il prodotto, lo ingerisce<br />

mangiando parti della pianta e<br />

venendo in tal modo raggiunto dal<br />

principio attivo a lui letale. Il primo<br />

trattamento si esegue alla comparsa<br />

dei primi insetti e va ripetuto,<br />

successivamente, ogni 7-10 giorni.<br />

Per ottenere la massima efficacia è<br />

bene spruzzare il prodotto sia sulla<br />

pagina superiore che sulla pagina<br />

inferiore delle foglie.


CONTRO<br />

LE INFESTANTI<br />

SIA IN PRE-EMERGENZA<br />

CHE IN POST-EMERGENZA<br />

Ci sono piante infestanti,<br />

annuali e biennali, di difficile<br />

controllo come, ad esempio, l’equiseto,<br />

lo stoppione, la romice e il<br />

soffione. Cifo Fortune G è l’erbicida<br />

che risolve questi problemi.<br />

Agisce non per contatto, come<br />

molti degli erbicidi in commercio,<br />

ma per assorbimento radicale. Si<br />

può utilizzare tutto l’anno ed è<br />

particolarmente indicato per il<br />

diserbo totale in aree di parchi e<br />

giardini, bordi stradali, piazze da<br />

gioco ma anche vigneti, meleti e<br />

oliveti. In questo caso è opportuno<br />

leggere le indicazioni riportate sull’etichetta<br />

per la sospensione dei<br />

trattamenti prima della raccolta.<br />

NUTRIMENTO<br />

DI QUALITÀ<br />

ALLA RIPRESA<br />

VEGETATIVA<br />

Nella fase finale dell’inverno le piante si preparano alla<br />

ripresa vegetativa iniziando ad attivare le radici. Se le<br />

temperature si alzano iniziano a risvegliarsi anche le gemme<br />

che si preparano alla schiusura e<br />

al successivo germogliamento. In<br />

questa fase le piante a foglia caduca<br />

hanno bisogno di nutrienti<br />

prontamente disponibili per superare<br />

la fase critica che intercorre<br />

dalla schiusura delle gemme alla<br />

piena distensione delle foglie.<br />

Cifo Sinergon 2000 è un concime<br />

liquido che contiene aminoacidi<br />

e microelementi, capace di dare<br />

alle piante in ripresa vegetativa un<br />

valido ausilio nutrizionale ed uno<br />

stimolo per crescite abbondanti.<br />

Oltre a ciò, con piante sane e forti<br />

si otterrà una maggiore resistenza<br />

alle avversità rappresentate, principalmente,<br />

da funghi e insetti.<br />

PREPARARE IL TERRENO<br />

DELL’ORTO<br />

Nei mesi invernali si può eseguire la preparazione del terreno<br />

dell’orto. Importante evitare le lavorazioni se il terreno<br />

è troppo umido: in caso di piogge o di nevicate occorre<br />

attendere che si asciughi. Contemporaneamente alle lavorazioni<br />

si può prevedere una concimazione di fondo, cioè l’apporto di<br />

elementi nutritivi con<br />

particolare riferimento<br />

ad azoto, fosforo e<br />

potassio. A questo riguardo<br />

particolarmente<br />

indicato è Cifo Granverde<br />

Universale PS,<br />

che ha un titolo equilibrato<br />

contenente anche<br />

boro, manganese e zinco.<br />

È stato ottenuto da<br />

materie prime di elevata<br />

purezza e qualità e consente<br />

di ottenere risultati<br />

eccellenti in fatto di<br />

crescite e di produzioni.<br />

Si utilizza facilmente<br />

sciogliendolo in acqua e<br />

si applica al terreno.<br />

®<br />

Stabilimento e uffici:<br />

S. Giorgio di Piano (Bo)<br />

Via Oradour, 6<br />

tel 051/66.55.511<br />

www.cifo.it<br />

info@cifo.it<br />

GIANNINI


NEL PRATO<br />

LA FUSARIOSI<br />

Malattia<br />

fungina sotto<br />

la neve:<br />

prevenzione<br />

e controllo<br />

delle<br />

microterme<br />

Tipica del periodo,<br />

la malattia più<br />

comune su tutti i<br />

tappeti erbosi in<br />

microterme (agrostidi,<br />

festuche, loietti e poe) è<br />

certamente la cosiddetta<br />

fusariosi. Si tratta di una<br />

patologia inquadrabile nel<br />

gruppo delle malattie “a<br />

chiazze”. È infatti<br />

assolutamente evidente<br />

quanto riconoscibile il<br />

sintomo della chiazza<br />

regolare, con diametro medio<br />

di 10 cm e bordo spesso<br />

ricoperto di muffa cotonosa<br />

grigio-rosata. Altro sintomo<br />

tipico è la perdita dell’erba al<br />

centro della chiazza. Agente<br />

responsabile della malattia è<br />

il fungo Microdochium nivale.<br />

Se non fosse già abbastanza<br />

chiaro, il fungo diviene<br />

doppiamente aggressivo in<br />

presenza di neve: sotto la<br />

coltre nevosa sussistono,<br />

infatti, tutte le migliori<br />

condizioni di sviluppo per il<br />

patogeno; ci riferiamo in<br />

particolare all’umidità elevata<br />

nonché alla regolazione<br />

termica operata dalla neve. È<br />

quindi normale avere a che<br />

fare con sintomi di malattia<br />

ridotti quando la temperatura<br />

rimane spesso sotto 0°C. È<br />

altrettanto normale assistere a<br />

forme epidemiche in presenza<br />

di temperature più “miti”.<br />

consigli del mese<br />

L’approccio al controllo della malattia<br />

può essere attuato a due livelli,<br />

agronomico e chimico. Per quest’ultimo<br />

si tratta di agire in forma preventiva<br />

(precorrere i sintomi) o curativa<br />

(in seguito alla comparsa dei<br />

sintomi). Dal punto di vista agronomico<br />

si tratta essenzialmente di<br />

mantenere in salute il tappeto erboso,<br />

cioè di ottimizzarne il fabbisogno<br />

nutrizionale e metabolico in generale.<br />

Concetto tanto semplice all’apparenza<br />

quanto difficilmente traducibile<br />

nella pratica.<br />

Il primo passo<br />

nella giusta direzione<br />

si attua attraverso<br />

le analisi<br />

del terreno. A<br />

66<br />

TESTO DI ALESSANDRO BERTOLINI<br />

FOTO DI ERALDO ANTONINI<br />

DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />

Prevenzione agronomica<br />

fronte di pochi euro di spesa, un<br />

laboratorio specializzato fornirà nel<br />

dettaglio il programma mirato di<br />

fertilizzazione annuale, nonché l’eventuale<br />

correzione fisica del top soil<br />

(apporto di sabbia silicea ecc.). Sempre<br />

dal punto di vista agronomico, è<br />

dimostrato come la fusariosi appaia<br />

modesta in ambiente acido. Di conseguenza,<br />

a partire da temperature<br />

diurne intorno a 10-12°C e per tutto<br />

l’inverno, conviene applicare con<br />

regolarità (cadenza quindicinale)<br />

dello zolfo antioidico, facilmente<br />

reperibile presso consorzi agrari e/o<br />

rivendite agricole. Dose =<br />

20 g/100 mq/10 litri di<br />

acqua.


Controllo chimico<br />

Dal lato della prevenzione e terapia chimiche, si<br />

tratta di impiegare del Prochloraz o dell’Iprodione<br />

(molecole contenute in vari formulati commerciali<br />

applicabili su tappeti erbosi) secondo il dosaggio<br />

specificato in etichetta. In presenza di neve, va<br />

considerato come la persistenza media efficace del<br />

fungicida non superi il mese. In tal senso si<br />

consiglia, laddove possibile, di rimuovere la neve.<br />

Il controllo delle infestanti<br />

sui tappeti di gramigna<br />

Per tutti coloro che hanno a che fare con prati di macroterme,<br />

gramigne in particolare, il periodo diviene utile per<br />

“ripulire” il tappeto erboso da chiazze di erbe infestanti a<br />

foglia larga e da Poa annua. Si tratta di intervenire su gramigna<br />

perfettamente dormiente (cioè in assenza totale di<br />

verde) e di applicare del Glifosate (contenuto in vari formulati<br />

commerciali). Con prodotti al 31% di Glifosate, si<br />

applicano 30 cc/100 mq/10 litri di acqua. Così facendo<br />

avremo il nostro prato esente da infestanti che limiterebbero<br />

la ripresa vegetativa e l’omogeneità della gramigna.<br />

Cura del PRATO<br />

a gennaio e febbraio<br />

IN ATTESA: il prato è in un periodo di<br />

attesa. Attesa della ripresa vegetativa<br />

e conseguentemente dei nostri lavori<br />

sul tappeto erboso. Può sembrare una<br />

banalità, ma non lo è affatto.<br />

NON CALPESTARE L’ERBA: va<br />

senz’altro sottolineata l’assoluta<br />

necessità di evitare, in qualsiasi<br />

forma, il calpestio del tappeto erboso<br />

in presenza di ghiaccio (brinate o vere<br />

e proprie gelate). Diversamente, si<br />

verificherebbe la “rottura” dei tessuti<br />

interni ed esterni dell’erba. Nel caso<br />

specifico in cui detta rottura<br />

interessasse i “colletti” delle plantule<br />

(ovvero i tessuti alla base, a contatto<br />

con il terreno), il danno sarebbe<br />

gravissimo: la morte dell’erba.<br />

Quindi, se proprio si dovesse<br />

calpestare il prato, lo si faccia nelle<br />

ore più calde e in completa assenza di<br />

ghiaccio.


Sarà un’umile malvacea il più<br />

fedele ed economico alleato<br />

dell’uomo nel cosiddetto<br />

“sviluppo ecosostenibile”? Sarà questa<br />

pianta, resistentissima e senza pretese, la<br />

soluzione ai problemi dell’agricoltura nei<br />

terreni più difficili, con notevole beneficio<br />

per l’intero ecosistema?<br />

È la sfida in atto nel mondo, da un<br />

pugno d’anni a questa parte, in<br />

selezionati laboratori di ricerca<br />

universitari che stanno vagliandone<br />

anche le potenziali, interessanti qualità<br />

antinquinamento.<br />

Protagonista dell’affascinante sfida è la<br />

pianta del kenaf (Hibiscus cannabinus),<br />

parente del cotone ma dalle<br />

caratteristiche del tutto simili alla canapa<br />

(Cannabis sativa) rispetto cui non contiene<br />

però, nelle fibre, il THC (tetra-idrocannabinolo),<br />

il temuto stupefacente da<br />

cui è ottenuta la marijuana.<br />

Un’antica pianta<br />

riscoperta da pochi<br />

anni sembra regalare<br />

nuove prospettive a chi<br />

persegue lo sviluppo<br />

ecosostenibile. Un<br />

sogno destinato a<br />

realizzarsi o una nuova<br />

lacerante illusione che<br />

si scontrerà con realtà<br />

economiche e politiche<br />

superiori?<br />

ambiente<br />

Il kenaf, per un<br />

mondo più pulito<br />

UNA PIANTA “FACILE”<br />

In Italia la coltivazione sperimentale del kenaf è incominciata appena<br />

dieci anni fa, nel cuore della pianura Padana. Nelle golene del fiume<br />

Po, un’azienda, la KEFI, decide di studiarne il ciclo vegetativo dedicandovi<br />

dieci ettari di terreno. Pochi, ma sufficienti per capire che<br />

vale la pena procedere! Le soddisfazioni<br />

non tardano ad arrivare. Il<br />

kenaf non è esigente: richiede solo<br />

una semina tardiva (tra fine aprile e<br />

i primi di maggio) in un letto abbastanza<br />

umido e, nei giorni immediatamente<br />

successivi, una dose<br />

regolare d’acqua che, se non giunge<br />

naturalmente tramite pioggia, occorre<br />

fornire con irrigazioni. In<br />

seguito, grazie alla sua radice fittonante,<br />

non richiederà più nulla fino<br />

a maturazione avvenuta.<br />

68<br />

TESTO DI MARIA OTTAVIA DE PETRI<br />

FOTO DI KEFI


LE ECO-APPLICAZIONI<br />

Oggi il kenaf si propone come preziosa materia<br />

prima in bioedilizia, ma non solo. La sua fibra<br />

viene assemblata senza utilizzo di collanti e adesivi<br />

inquinanti, in pannelli semirigidi che hanno<br />

dimostrato ottime qualità termo-acustiche, elevata<br />

resistenza alle vibrazioni meccaniche, facile lavorabilità<br />

senza rilascio di polveri. Un prodotto completamente<br />

riciclabile che ha ottenuto la certificazione<br />

di “Materiale consigliato per le costruzioni<br />

ecologiche”. Le applicazioni di questa pianta a<br />

livello industriale sembrano, però, infinite.<br />

Recentemente è stato messo a punto un prodotto<br />

specifico per la pacciamatura, utilizzabile in agricoltura<br />

e nel mondo del vivaismo per piante da<br />

forestazione e in vaso. Agrokenaf, questo il suo<br />

nome commerciale, oltre a impedire la crescita di<br />

erbe infestanti protegge dal calore del sole limitando<br />

l’evaporazione dell’acqua; riduce gli sbalzi di<br />

temperatura tra il giorno e la notte evitando così<br />

costose irrigazioni; non richiede accorgimenti contro<br />

tarme e coleotteri perché non contiene sostanze<br />

proteiche. In commercio da poco, sta diffondendosi<br />

velocemente soprattutto in<br />

Toscana, dove molti vivai l’hanno<br />

scelto per le sue proprietà<br />

ecosostenibili e per gli indubbi<br />

vantaggi colturali ed economici.<br />

Secondo gli scienziati giapponesi<br />

che ne hanno studiato l’impatto<br />

ambientale, la coltivazione di<br />

kenaf in vaste aree potrebbe<br />

contribuire anche<br />

all’abbattimento dei gas<br />

inquinanti e a un miglioramento<br />

dell’aria che respiriamo. Durante<br />

il suo processo di fotosintesi,<br />

infatti, il kenaf rilascia<br />

nell’atmosfera un eccesso di<br />

ossigeno e sembrerebbe<br />

addirittura in grado di assorbire il<br />

fosforo. È utopistico pensare a<br />

grandi aree di kenaf, dalla<br />

fioritura spettacolare per le sue<br />

grandi campanule bianche, poste a<br />

dimora nelle inquinatissime<br />

periferie urbane?<br />

Per approfondire<br />

www.kenaf-fiber.com – sito della Kenaf Eco Fibers Italia Spa,<br />

azienda specializzata nella produzione e lavorazione di fibre naturali<br />

per bioedilizia, giardinaggio, arredamento<br />

www.abiotec.com – sito di A.Biotec, ente privato punto di<br />

riferimento per quanti fossero interessati alla produzione<br />

e trasformazione del kenaf<br />

www.kenafsociety.org – sito dell’American Kenaf Society<br />

Distributore Agrokenaf:<br />

FRANCO SCARLATTI, Santa Maria a Monte (Pi)<br />

cell. 346 395 55 21<br />

franco_scarlatti@virgilio.it<br />

69 ambiente


aiuola del mese<br />

LaSIEPE Alpina<br />

Molti giardini confinano con una via che<br />

dall’interno del giardino non si vorrebbe<br />

vedere. In alternativa alle solite siepi<br />

sempreverdi di lauroceraso, cipresso di Leyland,<br />

Photinia, ligustro, proponiamo in questo numero siepi<br />

miste di arbusti da fiore adatte a un giardino di<br />

montagna.<br />

Per<br />

nascondere<br />

la via<br />

che passa<br />

a fianco<br />

del giardino<br />

di montagna<br />

TESTO DI MAURIZIO ZARPELLON<br />

DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />

Innanzitutto, la struttura<br />

principale della siepe deve essere<br />

formata da un paio di essenze<br />

sempreverdi, per avere il<br />

fogliame anche nella brutta<br />

stagione, la più lunga da queste<br />

parti. Quindi intervalliamo<br />

gruppi di due o tre arbusti da<br />

fiore adatti alla quota e che ci<br />

offrano il loro spettacolo in<br />

momenti diversi: maggio-giugno,<br />

luglio-agosto e settembre.<br />

70<br />

Il giardino alpino se ben esposto può dare enormi<br />

soddisfazioni, ma molto dipende dalla quota e dalle<br />

condizioni climatiche locali (vento, neve, sole).<br />

Questa siepe si adatta perfettamente a una valle<br />

alpina con quota variabile da 1200 a 1500 m di<br />

altitudine, esposta al sole, con terreno neutro o<br />

appena calcareo e poca disponibilità di acqua.<br />

Pinus mugo<br />

1<br />

Sempreverde, è una conifera molto compatta che talvolta è<br />

reperibile nei vivai già discretamente sviluppata, ma attendiamoci<br />

una crescita lenta, l’ideale per un ambiente dove la neve la fa da<br />

padrona per tanti mesi. In gruppi di tre o quattro esemplari<br />

alternati da altre specie, dovrebbe rappresentare l’ossatura<br />

principale della siepe. Si trova in vendita in quasi tutti i vivai<br />

situati sulla fascia prealpina, ma anche nei vivai gestiti dalle<br />

regioni, dove però gli esemplari sono piccoli, anche se<br />

praticamente gratuiti. In mancanza di questa pianta selvatica<br />

ripieghiamo su Pinus densiflora ‘Umbraculifera’, anch’essa con<br />

una crescita lenta e dal fogliame molto compatto.


1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

Pinus mugo<br />

Cotoneaster franchetii<br />

Chaenomeles<br />

speciosa<br />

Syringa vulgaris<br />

Euonymus<br />

europaeus<br />

‘Red Cascade’<br />

Cotoneaster franchetii<br />

Bacche rosse a profusione con<br />

questa pianta sempreverde già<br />

utilizzata per siepi classiche<br />

mono-essenza. Raggiunge<br />

velocemente l’altezza voluta<br />

(150-200 cm) e diventa fitta e<br />

impenetrabile. Cotoneaster si<br />

utilizzano per il fogliame verde<br />

scuro, argentato sotto,<br />

persistente e coriaceo. Le<br />

bacche rimangono sulla pianta<br />

almeno fino a dicembregennaio.<br />

In alternativa<br />

possiamo usare Cotoneaster<br />

lacteus, anche più vigoroso del<br />

precedente, utile pure per<br />

attirare gli uccelli che si cibano<br />

dei suoi frutti e le api che<br />

bottinano volentieri il suo 2<br />

nettare.<br />

Syringa vulgaris<br />

Sono tantissime le<br />

varietà adatte al clima<br />

montano. La ricca<br />

fioritura profumata,<br />

che in montagna<br />

avviene nel mese di<br />

giugno-luglio, la<br />

rusticità e la vigoria<br />

fanno di questo arbusto<br />

la primadonna per la<br />

siepe alpina. Robusta ai<br />

geli invernali più<br />

taglienti, si ripresenterà<br />

a ogni primavera<br />

sempre più fiorifera e<br />

rigogliosa. I fiori si<br />

prestano anche al<br />

taglio, da effettuarsi al<br />

mattino presto per non<br />

perdere la turgidità.<br />

4<br />

3<br />

Euonymus europaeus<br />

‘Red Cascade’<br />

5<br />

Non è per i suoi fiori,<br />

piccolissimi e insignificanti,<br />

ma per la meravigliosa<br />

produzione di frutti rossoarancio<br />

che vogliamo<br />

introdurre nella siepe<br />

alpina questa pianta<br />

dall’indubbio merito di<br />

dare colore dalla fine<br />

dell’estate all’autunno<br />

inoltrato. Per assicurarci<br />

lo spettacolo è però<br />

necessario disporre almeno<br />

un gruppo di tre-quattro<br />

esemplari. Tollera ogni<br />

condizione climatica e dà il<br />

meglio di sé in terreni<br />

fertili, tendenzialmente<br />

calcarei e piuttosto<br />

soleggiati.<br />

Chaenomeles speciosa<br />

Una bella rosacea dalla ricca fioritura rossa o rosa (a<br />

seconda delle varietà) precoce, che in<br />

montagna avviene in aprile-maggio, poco<br />

prima dell’emissione del nuovo fogliame.<br />

Pianta generosa che<br />

offre oltre ai fiori<br />

dei profumatissimi<br />

frutti autunnali simili a<br />

meline cotogne. L’aspetto<br />

vigoroso e la fitta<br />

vegetazione sono quanto di<br />

meglio per<br />

una siepe<br />

mista e<br />

rustica. Se<br />

possibile,<br />

all’impianto è meglio<br />

scegliere piante<br />

abbastanza sviluppate.<br />

Consigli per l’impianto<br />

La breve stagione calda impone il trapianto<br />

delle giovani piante della nostra siepe<br />

appena la temperatura primaverile non<br />

promette più gelate tardive o notturne. Le<br />

piante hanno così tutta la stagione per<br />

affondare le radici e arrivano al prossimo e<br />

lungo inverno abbastanza fortificate da poterlo<br />

sopportare. Il primo anno sarebbe meglio<br />

irrigare la giovane siepe con regolarità,<br />

mantenerla libera dalle erbacce e possibilmente<br />

fornirle un apporto di concime organico<br />

primaverile e anche autunnale.<br />

Attenzione alla neve! Molte persone premurose<br />

pensano che la giovane siepe possa<br />

danneggiarsi con il gelo e fanno l’errore di<br />

creare protezioni provvisorie di nylon o,<br />

peggio, di telo antibrina. Non serve a nulla,<br />

anzi si rischia di vedere i sacrifici fatti letteralmente<br />

schiacciati sotto abbondanti nevicate.<br />

Ricordiamo il vecchio detto: «sotto la<br />

neve pane, sotto l’acqua fame».<br />

71 aiuola del mese


‘Darcey Bussell’ David Austin® Roses:<br />

i fiori sono belli in ogni stadio.<br />

Il bocciolo si sviluppa in una rosetta<br />

cremisi, che diventa quasi malva quando<br />

i petali stanno per cadere. Ripete bene la<br />

fioritura con continuità eccellente. La<br />

crescita è relativamente bassa, frondosa e<br />

molto sana. È ideale davanti a bordure o<br />

aiuole formali con poche varietà. La<br />

fragranza è fruttata, con accenti di verde.<br />

Misura 90 x 60 cm.<br />

‘Lichfield Angel’ David Austin®<br />

Roses: i fiori quando si aprono<br />

colorano di albicocca pallido che<br />

sfuma in un crema ricco che diventa<br />

quasi bianco. È una varietà vigorosa<br />

che diventa un arbusto arrotondato<br />

alto 120 cm. Si accosta bene in bordure<br />

di colore rosa e giallo. La fragranza è<br />

leggera, con accenti di chiodo di<br />

garofano. Misura 120 x 90 cm.<br />

Progetti<br />

per nuove<br />

aiuole<br />

TESTO DI DONATELLA FORNI<br />

bacheca delle aziende<br />

È tempo<br />

di sfogliare<br />

cataloghi<br />

e scegliere<br />

nuove piante<br />

per rinnovare<br />

il giardino<br />

‘Strawberry Hill’ David Austin® Roses:<br />

il colore è di una ricca tonalità di fragola che<br />

sfuma in un puro rosa chiaro e diventa un<br />

puro rosa pallido. È una rosa abbastanza<br />

vigorosa e particolarmente sana che ripete<br />

bene la fioritura, formando un bell’arbusto<br />

arrotondato e leggermente informale. Si<br />

accosta bene a vari altri colori, è quindi l’ideale<br />

in una bordura informale con piante perenni. Il<br />

profumo è forte e delizioso, un mirra classico<br />

con accenti di limone. Misura 120 x 120 cm.<br />

Bmr - Rose Meilland ‘Anny<br />

Duperey’®: l’armonia tra il<br />

colore giallo oro, il profumo e la<br />

forma romantica di questa rosa è<br />

perfetta. Ideale per creare<br />

bellissime siepi e bordure con il<br />

fascino delle rose antiche. Ha<br />

grande resistenza alle malatte.<br />

Altezza 80-100 cm, diametro del<br />

fiore 8-9 cm, 82-85 petali.<br />

72<br />

‘Lady of Megginch’<br />

David Austin® Roses: i<br />

fiori sono inizialmente<br />

arrotondati, poi si<br />

schiudono in coppe<br />

poco profonde con<br />

petali esterni<br />

leggermente incurvati.<br />

Il colore è di un ricco<br />

rosa scuro, con<br />

sfumature arancio.<br />

Forma un folto arbusto<br />

eretto. Posta in una<br />

bordura di colore rosa<br />

chiaro, o albicocca,<br />

aggiunge un tocco di<br />

vivacità. Ha fragranza<br />

di rosa antica con<br />

accenti di lampone.<br />

Misura 120 x 90 cm.<br />

‘Tea Clipper’ David Austin®<br />

Roses: il colore è una<br />

mescolanza di varie tinte di<br />

albicocca. Diventa un<br />

bell’arbusto particolarmente<br />

sano, con una quasi completa<br />

mancanza di spine. La<br />

fragranza è di tè, mirra e<br />

frutta, a volte è agrume puro.<br />

Misura 120 x 90 cm.


Bmr - Rose Meilland ‘Acropolis’®:<br />

rosaio cespuglioso con fiori di colore<br />

originale, bianco-verdastro soffuso di<br />

rosa antico bronzo. La fioritura è<br />

abbondante e ha una buona resistenza<br />

alle malattie. Altezza 50-70 cm,<br />

diametro del fiore 8-9 cm;<br />

27-30 petali.<br />

Per chi ama le bacche<br />

Vivaio Degl’Innocenti -<br />

Tetradium daniellii: albero<br />

spogliante che si ricopre di<br />

una moltitudine di piccoli fiori<br />

sferici color rosso mattone.<br />

Vivaio Degl’Innocenti - Aronia<br />

arbutifolia: pianta stupenda<br />

per il suo fogliame che in<br />

autunno diventa rosso scuro,<br />

come le bacche che seguono ai<br />

fiorellini bianchi.<br />

Bmr - Rose Meilland ‘Petit<br />

Trianon’®: ha un colore rosa neyron<br />

chiaro soffuso di toni leggermente<br />

più scuri, che resta stabile per tutta la<br />

durata della fioritura. Eccellente<br />

resistenza alle malattie fino a tarda<br />

stagione, sviluppo equilibrato ed<br />

elegante, fogliame verde scuro.<br />

Altezza 70-80 cm, diametro del fiore<br />

9-11 cm; 55 petali circa.<br />

Vivaio Degl’Innocenti - Iris ‘Midnight Oil’: ha<br />

un colore nero assoluto, bellissimo, con grande<br />

barba appena toccata di oro. Il fiore ha una<br />

splendida forma e la pianta, con la sua forma<br />

che sembra rientrare in un’ellisse e il suo colore<br />

nero ebano, si distingue fra le tante altre iris dal<br />

colore simile. La pianta è forte e molto fioriera.<br />

Ideale<br />

l’abbinamento<br />

con fiori color<br />

celeste o rose<br />

color rosa<br />

confetto chiaro.<br />

Vivaio<br />

Degl’Innocenti -<br />

Rosa ‘Le<br />

Vesuve’: ha<br />

boccioli appuntiti<br />

che si aprono in fiori pieni e corposi di<br />

color rosa intenso venato di rosso più<br />

scuro. Cambia colore a seconda della<br />

stagione. La pianta è vigorosa, di media<br />

altezza; il fogliame sfuma dal bronzo al<br />

verde brillante secondo la maturazione. Il<br />

profumo delicato di rosa Tea si aggiunge al<br />

suo charme.<br />

Vivaio Degl’Innocenti -<br />

Carpenteria californica:<br />

arbusto sempreverde a<br />

fioritura estiva. Pianta rustica,<br />

cresce bene contro una parete<br />

esposta a sud o ovest. Ha<br />

fogliame verde scuro, lucido,<br />

fiori fragranti bianchi con<br />

pistilli gialli al centro.<br />

Vivaio Degl’Innocenti -<br />

Hemerocallis ‘Fringed<br />

Catawba’: è un fiore<br />

spettacolare, con petali pieni di<br />

sostanza, solidi, increspati sul<br />

bordo da una spessa trina gialla;<br />

il fiore è grande e misura 15 cm.<br />

Bakker -<br />

Populus nigra<br />

‘Vereecken’,<br />

ramifica bene<br />

e forma in<br />

breve una<br />

siepe compatta.<br />

Raggiunge 4 metri di altezza, viene fornito<br />

alto 80-100 cm. Per formare una siepe servono 3<br />

piante per ogni metro.<br />

Bmr - Rose Meilland<br />

‘Astronomia’®: il fiore a cinque<br />

petali fa pensare a una stella, al<br />

centro spunta un bouquet di<br />

stami molti decorativi. Altezza<br />

60 cm; diametro del fiore 7-8 cm.<br />

Bakker -<br />

Dahlia<br />

‘Osirium’:<br />

nuova<br />

varietà di<br />

dalia alta<br />

circa 90<br />

cm, con petali che hanno la parte<br />

anteriore viola e quella posteriore<br />

bianca. La sua ricca fioritura, da luglio a<br />

novembre, dà fiori perfetti da recidere.<br />

Vivaio Degl’Innocenti - Mahonia<br />

lomariifolia: arbusto dal<br />

portamento eretto che nel tempo<br />

diventa maestoso;<br />

fiorisce nel tardo<br />

autunno quando<br />

tutte le piante<br />

vanno a riposo.<br />

Non teme né il<br />

freddo né la siccità<br />

e quando è in fiore<br />

sembra un falò di<br />

fiamme gialle.<br />

INDIRIZZI A<br />

PAGINA 127<br />

73 bacheca delle aziende


COME CREARE<br />

GIARDINI VIVENTI<br />

Secondo i principi dell’agricoltura<br />

biodinamica, ogni giardino deve trovare<br />

le proprie risorse di vita nel proprio<br />

interno. Concimi, sementi, erbe curative<br />

dovrebbero provenire dal suo contesto e non<br />

da molto lontano, né essere acquistate fuori.<br />

Questo è l’ideale da raggiungere. Ogni<br />

giardiniere biodinamico conosce i vantaggi che<br />

ne potrà trarre: infatti non solo risparmierà<br />

denaro, ma otterrà anche piante più sane con<br />

minor lavoro.<br />

Organi dell’organismo giardino<br />

Per avvicinarsi a questa meta occorre<br />

realizzare l’organismo giardino dotandolo di<br />

vari elementi:<br />

• alberi della famiglia delle Leguminose<br />

• siepi miste<br />

nettarifere<br />

• prati misti con<br />

Leguminose<br />

• arbusti fruttiferi<br />

per il richiamo<br />

di animali<br />

selvatici: uccelli,<br />

ricci ecc.<br />

• pozze d’acqua o<br />

laghetti, per il<br />

richiamo di<br />

anfibi: rane,<br />

salamandre ecc.<br />

• aree di<br />

nutrizione dei<br />

lombrichi<br />

• aree di<br />

compostaggio<br />

• preparati<br />

biodinamici.<br />

L’interazione<br />

dinamica tra questi<br />

organi nei giusti<br />

ritmi stagionali,<br />

con l’uso ripetuto<br />

dei preparati<br />

biodinamici, porta<br />

a creare<br />

l’organismo<br />

giardino dinamico.<br />

1 LU<br />

2 MA<br />

3 ME<br />

4 GI<br />

5 VE<br />

6 SA<br />

7 DO<br />

8 LU<br />

9 MA<br />

10 ME<br />

11 GI<br />

12 VE<br />

13 SA<br />

14 DO<br />

15 LU<br />

16 MA<br />

17 ME<br />

18 GI<br />

19 VE<br />

20 SA<br />

21 DO<br />

22 LU<br />

23 MA<br />

24 ME<br />

25 GI<br />

26 VE<br />

27 SA<br />

28 DO<br />

29 LU<br />

30 MA<br />

31 ME<br />

agricoltura biodinamica<br />

TESTO DI PAOLO PISTIS, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />

GENNAIO 2007<br />

Toro<br />

Gemelli 15<br />

Gemelli<br />

Cancro 17<br />

Cancro<br />

Leone 9<br />

Leone<br />

Leone<br />

Vergine 6<br />

Vergine<br />

Vergine<br />

Vergine<br />

Bilancia 3<br />

Scorpione 14<br />

Scorpione<br />

Scorpione<br />

Sagittario 0<br />

Sagittario<br />

Capricorno 4<br />

Capricorno<br />

Acquario 4<br />

Pesci 21<br />

Pesci<br />

Pesci<br />

Ariete 13<br />

Ariete<br />

Toro 6<br />

Toro<br />

Gemelli 22<br />

Gemelli<br />

Gemelli<br />

SOLE IN SAGITTARIO<br />

Luna discendente 13<br />

Luna piena 15<br />

Luna in apogeo 18<br />

Luna ascendente 23<br />

Sole in Capricorno 13<br />

Luna nuova 5<br />

Luna in perigeo 14<br />

Luna discendente 20<br />

74<br />

L’utilizzo delle risorse<br />

naturali all’interno<br />

delle aree verdi<br />

Il lavoro di lombrichi e forficule<br />

Per essere maggiormente aiutati in questo cammino possiamo<br />

chiedere aiuto al mondo animale, ad esempio al lombrico e<br />

alla forficula (forbicina). Il lombrico è un ottimo lavoratore,<br />

scava gallerie che consentono la circolazione di aria e di<br />

acqua anche nei terreni più duri; inoltre rilascia un dono<br />

eccezionale: l’humus di lombrico, un concime che ha tutti i<br />

nutrienti necessari per la vita delle piante. In biodinamica si<br />

contano quanti lombrichi un giardino o un orto può avere per<br />

metro quadrato: se a ogni vangata troviamo almeno 5-6<br />

lombrichi, siamo sulla buona strada. Avere 50 lombrichi per<br />

mq significa avere per ettaro circa 500.000 lombrichi!<br />

Calcolando che ognuno pesi in media un grammo, si ottiene<br />

una massa di circa 5 quintali e cioè, in questo caso, quella che<br />

viene chiamata in biodinamica la mucca sotterranea: in poche<br />

parole, non abbiamo più bisogno di concimare perché la<br />

Natura provvede da sé, intervenendo con tutta la complessità<br />

della vita microbica in nostro favore.<br />

Data Luna dalle ore Osservazioni Elemento Organo favorito da Luna o pianeti Tendenze<br />

TERRA<br />

TE/LU<br />

LUCE<br />

LU/AC<br />

ACQUA<br />

AC/CA<br />

CALORE<br />

CALORE<br />

CA/TE<br />

TERRA<br />

TERRA<br />

TERRA<br />

TE/LU<br />

LU/AC<br />

ACQUA<br />

ACQUA<br />

CALORE<br />

CALORE<br />

CA/TE<br />

TERRA<br />

TE/LU<br />

LU/AC<br />

ACQUA<br />

ACQUA<br />

AC/CA<br />

CALORE<br />

CA/TE<br />

TERRA<br />

TE/LU<br />

LUCE<br />

LUCE<br />

radici<br />

radici fino alle 14, dalle 15 fiori<br />

fiori<br />

fiori fino alle 16, dalle 17 foglie<br />

foglie<br />

foglie fino alle 8, dalle 9 alle 18 frutti<br />

frutti dalle 2<br />

frutti fino alle 4, dalle 9 alle 17 e dalle 21<br />

frutti fino alle 5, dalle 6 radici<br />

radici fino alle 12, dalle 13 fiori<br />

radici<br />

radici<br />

radici fino alle 2, dalle 3 fiori<br />

fiori fino alle 13, dalle 14 foglie<br />

foglie<br />

foglie fino alle 23<br />

frutti<br />

frutti<br />

frutti fino alle 3, dalle 4 alle 18 radici<br />

radici dalle 5 alle 17<br />

radici fino alle 3, dalle 4 fiori<br />

------------------------foglie<br />

dalle 9<br />

foglie<br />

foglie fino alle 12, dalle 13 frutti<br />

frutti<br />

frutti fino alle 5, dalle 6 radici<br />

radici fino alle 15<br />

radici fino alle 21, dalle 22 fiori<br />

fiori<br />

fiori<br />

M<br />

INIZIO TT 0<br />

M<br />

M<br />

M<br />

M<br />

V M<br />

FINE TT 12<br />

GC M<br />

M<br />

V T<br />

GC<br />

M<br />

M<br />

GC<br />

INIZIO TT 0<br />

LEGENDA: GC GIORNI CRITICI; T TENDENZA A DISSESTI DEL TERRENO; M TENDENZA AL MALTEMPO; TT TEMPO DI TRAPIANTO;<br />

V TENDENZA AL VULCANISMO; TENDENZA AI TEMPORALI; …… PERIODO SFAVOREVOLE DETERMINATO DA ECLISSI, NODI ECC.<br />

TEMPO DI TRAPIANTO<br />

TT


Lombrichi in inverno<br />

Durante l’inverno il lombrico si porta in profondità<br />

fino a primavera, quando troverà temperature miti.<br />

Per aiutare la vita del lombrico nella stagione<br />

invernale, si deve porre negli angoli del giardino, sotto<br />

le siepi, vicino al compost, dei mucchietti di sostanza<br />

organica da mangiare, un ambiente caldo e un luogo<br />

indisturbato. Si può ottenere ciò ammucchiando delle<br />

foglie, con un po’ di erba fresca tagliata ed un poco di<br />

concime organico fresco, mescolando il tutto con del<br />

preparato biodinamico Fladen*. Ogni mucchietto potrà<br />

corrispondere a circa il volume di metà carriola. Si<br />

dovrà poi coprire il tutto con un telo di nylon e sopra<br />

abbondante paglia. La piccola copertura di plastica<br />

serve ad evitare che gli uccelli banchettino. Al posto<br />

del nylon si possono usare dei teli di juta, oppure del<br />

cartone privo di scritte (coloranti) o altro materiale<br />

estraneo. In questo modo il lombrico rimarrà in<br />

superficie e continuerà a nutrirsi, anticipando così la<br />

riproduzione. Ad inizio primavera avremo un ottimo<br />

esercito che lavorerà in silenzio e gratis per noi!<br />

Considerazioni<br />

di gennaio<br />

La messa a dimora degli<br />

alberi da frutta si deve eseguire<br />

nei giorni di frutti.<br />

Evitare qualsiasi operazione<br />

il giorno 22 quando la luna<br />

è in perigeo. I giorni più<br />

indicati per le potature<br />

sono dal 3 al 16 del mese.<br />

I primi quindici giorni di<br />

gennaio il tempo sarà molto<br />

umido, mentre nei secondi<br />

arriverà il vero inverno.<br />

Considerazioni<br />

di febbraio<br />

Prosegue il freddo invernale,<br />

che si farà sentire fin<br />

verso la fine del mese. Il<br />

periodo ottimale per trapianti<br />

e potature va dall’1<br />

al 12 del mese. C’è tempo<br />

per la messa a dimora dei<br />

fruttiferi fino alla fine del<br />

mese, con preferenza nei<br />

giorni di frutti. Fave e piselli<br />

si possono seminare a fine<br />

mese dove il terreno lo permette.<br />

Le marze per talee o<br />

innesti devono essere raccolte<br />

la mattina presto nei<br />

giorni dal 13 al 15 e conservate<br />

sotto sabbia umida per<br />

l’utilizzo a marzo.<br />

1 GI<br />

2 VE<br />

3 SA<br />

4 DO<br />

5 LU<br />

6 MA<br />

7 ME<br />

8 GI<br />

9 VE<br />

10 SA<br />

11 DO<br />

12 LU<br />

13 MA<br />

14 ME<br />

15 GI<br />

16 VE<br />

17 SA<br />

18 DO<br />

19 LU<br />

20 MA<br />

21 ME<br />

22 GI<br />

23 VE<br />

24 SA<br />

25 DO<br />

26 LU<br />

27 MA<br />

28 ME<br />

MANGIATOIA<br />

INVERNALE<br />

PER<br />

LOMBRICHI<br />

L’agricoltura biodinamica è ricca di molti<br />

espedienti che contribuiscono alla salute<br />

dell’uomo e del nostro giardino<br />

FEBBRAIO 2007<br />

Cancro 1<br />

Leone 17<br />

Leone<br />

Leone<br />

Vergine 14<br />

Vergine<br />

Vergine<br />

Vergine<br />

Bilancia 11<br />

Scorpione 23<br />

Scorpione<br />

Scorpione<br />

Sagittario 10<br />

Sagittario<br />

Capricorno 15<br />

Capricorno<br />

Acquario 13<br />

Acquario<br />

Pesci 6<br />

Pesci<br />

Ariete 20<br />

Ariete<br />

Toro 12<br />

Toro<br />

Toro<br />

Gemelli 3<br />

Gemelli<br />

Cancro 7<br />

Forficule in inverno<br />

Le forficule sono le comuni forbicine,<br />

insetti che qualche volta si trovano nelle cavità sotto<br />

le cortecce, oppure nel nocciolo di qualche frutto<br />

spaccato. Sono instancabili predatori<br />

di afidi e di altri insetti dannosi.<br />

Prediligono luoghi riparati e<br />

agiscono di notte. Per far in modo<br />

che si riproducano e alberghino<br />

presso le nostre piante si devono<br />

allestire casette o<br />

ripari fatti con<br />

bambù o legno.<br />

Occorre procurarsi delle<br />

canne da tagliare a<br />

tronchetti da 15-20 cm, se ne<br />

legano 2 o 3 per pianta con spago<br />

elastico, avendo cura di tenere la parte<br />

aperta verso i basso (le canne sono<br />

cave e chiuse solo nel punto del nodo).<br />

SOLE IN CAPRICORNO<br />

Luna piena 7<br />

Luna in apogeo 14<br />

Luna ascendente 9<br />

Sole in Acquario 4<br />

Luna nuova 17<br />

In questo modo, al loro interno ospiteranno centinaia di<br />

forbicine che durante la notte elimineranno gli afidi,<br />

facendoci risparmiare denaro e contribuendo a<br />

mantenere sane le piante. Se eseguiamo questa pratica<br />

durante l’inverno, all’inizio della primavera le poche<br />

forficule esistenti nel nostro giardino o frutteto<br />

troveranno riparo e si riprodurranno velocemente.<br />

Luna in perigeo 11<br />

Luna discendente 1<br />

* Il preparato biodinamico Fladen è ricco<br />

di uova di lombrico, si usa a 100 g x 20 l<br />

d’acqua tiepida, rimescolandolo per 20<br />

minuti circa. Si può trovare presso la<br />

Fondazione Le Madri, tel. 0522 66 62 46,<br />

www.fondazionelemadri.it<br />

Data Luna dalle ore Osservazioni Elemento Organo favorito da Luna o pianeti Tendenze<br />

ACQUA<br />

CA/TE<br />

CALORE<br />

CALORE<br />

CA/TE<br />

TERRA<br />

TERRA<br />

TERRA<br />

TE/LU<br />

LU/AC<br />

ACQUA<br />

ACQUA<br />

AC/CA<br />

CALORE<br />

CA/TE<br />

TERRA<br />

TE/LU<br />

LUCE<br />

ACQUA<br />

ACQUA<br />

AC/CA<br />

CALORE<br />

CA/TE<br />

TERRA<br />

TERRA<br />

TE/LU<br />

LUCE<br />

LU/AC<br />

TEMPO DI TRAPIANTO<br />

TT<br />

foglie dalla 1<br />

foglie fino alle 16, dalle 17 alle 21 frutti<br />

frutti dalle 6<br />

-------------------------<br />

------------------------- radici dalle 18<br />

radici<br />

radici fino alle 8, dalle 9 alle 18 fiori<br />

------------------------radici<br />

fino alle 10, dalle 11 fiori<br />

fiori e frutti<br />

foglie<br />

foglie<br />

foglie fino alle 9, dalle 10 frutti<br />

frutti<br />

frutti fino alle 14, dalle 15 radici<br />

radici<br />

radici dalle 10 alle 12, dalle 13 fiori<br />

fiori fino alle 14 -------------------------<br />

------------------------foglie<br />

foglie fino alle 19, dalle 20 frutti<br />

frutti<br />

frutti fino alle 11, dalle 12 radici<br />

radici<br />

radici<br />

radici fino alle 2, dalle 3 fiori<br />

fiori<br />

fiori fino alle 6, dalle 7 foglie<br />

75 agricoltura biodinamica<br />

TT<br />

V<br />

T<br />

GC<br />

M<br />

FINE TT 24<br />

M<br />

GC M<br />

M<br />

V<br />

M<br />

M<br />

T<br />

INIZIO TT 5<br />

GC


Ivegetali possono potenziare gli effetti dei medicinali,<br />

annullarne l’efficacia o favorire l’insorgere<br />

di controindicazioni: è quindi importante, quando<br />

si segue una terapia medicinale, fare molta attenzione<br />

alle erbe che si ingeriscono.<br />

Ginkgo biloba<br />

Farmaci anticoagulanti,<br />

antiaggreganti piastrinici<br />

Alcune erbe hanno un effetto simile a quello dei farmaci<br />

anticoagulanti e ne potenziano l’effetto; possono<br />

quindi procurare emorragie se assunti contemporaneamente.<br />

Alcuni esempi: la curcuma (Curcuma<br />

longa), specie officinale con proprietà digestive e carminative;<br />

il ginkgo (Ginkgo biloba), le cui foglie sono<br />

usate per prevenire la trombosi, l’arteriosclerosi e le<br />

microangiopatie; l’olmaria (Spiraea ulmaria), le cui<br />

sommità fiorite e il rizoma sono diuretici e antinfiammatori;<br />

l’aglio (Allium sativum), con proprietà antimicrobiche<br />

e fluidificanti del sangue.<br />

Interazioni tra<br />

erbe e farmaci TESTO<br />

Farmaci antidiabetici,<br />

ipoglicemizzanti<br />

Se si sta seguendo una terapia<br />

medicinale per abbassare il tasso di<br />

glicemia è necessario correggere il<br />

dosaggio del farmaco se contemporaneamente<br />

si assumono piante<br />

ad azione ipoglicemizzante, come<br />

ad esempio: la bardana (Arctium<br />

lappa), in genere impiegata per le<br />

sue proprietà depurative, ma in<br />

grado anche di ridurre il tasso glicemico;<br />

il ginseng (Panax ginseng),<br />

che migliora il rendimento fisico e<br />

mentale, rinforza le difese immunitarie<br />

e riduce leggermente il tasso<br />

di glucosio nel sangue; l’eleuterococco<br />

(Eleutherococcus senticosus),<br />

pianta che aiuta a sopportare meglio<br />

le fatiche psicofisiche, ma riduce<br />

anche la glicemia.<br />

benessere con le piante<br />

Farmaci sedativi<br />

del sistema nervoso<br />

Se si associa una terapia di farmaci<br />

sedativi a estratti di valeriana<br />

(Valeriana officinalis), si<br />

potrebbe creare un sinergismo<br />

e ottenere un eccessivo effetto<br />

calmante.<br />

Echinacea purpurea<br />

76<br />

DI ANNA MARIA FABBRI<br />

FOTO DI MARIO GIANNINI<br />

Farmaci<br />

immunosoppressori<br />

Dopo un trapianto, quando si è<br />

costretti a sopprimere le difese<br />

immunitarie con farmaci immunosoppressori per evitare il rigetto, non<br />

assumere ginseng ed eleuterococco e nessuna delle tre specie di echinacea<br />

in commercio (E. purpurea, E. angustifolia e E. pallida), tutte con proprietà<br />

immunostimolanti aspecifiche, perché l’uso contemporaneo ridurrebbe<br />

l’efficacia dei farmaci e aumenterebbe le probabilità di rigetto.


Farmaci contro<br />

l’acidità gastrica<br />

Se si assumono farmaci per<br />

curare l’eccesso di acidità<br />

gastrica, evitare il consumo<br />

di achillea (Achillea millefolium),<br />

le cui sommità fiorite in<br />

tisane vengono usate contro<br />

la dismenorrea e la colite spastica;<br />

e l’assunzione dell’artiglio<br />

del diavolo (Harpagophytum<br />

procumbens), antinfiammatorio<br />

e antidolorifico<br />

nelle malattie reumatiche.<br />

Farmaci per il<br />

malfunzionamento<br />

della tiroide<br />

Se si soffre di ipertiroidismo<br />

evitare il consumo di ogni<br />

tipo di alga, tra cui anche il<br />

Fucus vesiculosus che si<br />

trova in molti prodotti dimagranti.<br />

Mentre per l’ipotiroidismo<br />

è sconsigliato l’uso di<br />

Melissa officinalis, pianta aromatica<br />

che normalmente<br />

viene usata a scopo sedativo<br />

e antidepressivo.<br />

Farmaci per<br />

l’ipertensione<br />

Se si segue una cura farmacologica<br />

per abbassare la pressione arteriosa,<br />

è opportuno evitare l’assunzione<br />

di erbe che favoriscono la<br />

perdita di potassio con conseguente<br />

ritenzione di liquidi e di<br />

sodio, come ad esempio la liquirizia<br />

(Glycyrrhiza glabra), e moderare<br />

l’uso di erbe con effetto tonico<br />

stimolante sul sistema nervoso,<br />

come il ginseng e l’eleuterococco,<br />

due specie adattogene, che agevolano,<br />

cioè, la sopportazione dello<br />

stress psicofisico.<br />

1<br />

Melissa<br />

officinalis<br />

2<br />

Allium<br />

sativum<br />

3<br />

Achillea<br />

millefolium<br />

4<br />

Hypericum<br />

perforatum<br />

2<br />

1<br />

3 4<br />

Farmaci antiaritmici, glucosidi digitatici<br />

Chi ha problemi cardiaci e fa uso di farmaci antiaritmici a<br />

base di glucosidi digitatici dovrebbe evitare il consumo di<br />

alcune erbe che modificano l’equilibrio acido-base e idrosalino<br />

nell’organismo, tra cui la liquirizia, la verga d’oro (Solidago<br />

virgaurea) e alcune piante ad azione lassativa come la<br />

senna (Cassia angustifolia) e la frangula (Rhamnus frangula).<br />

Mentre l’uso del biancospino (Crataegus monogyna) è sconsigliato<br />

in quanto potenzierebbe l’effetto dei farmaci.<br />

Per qualsiasi farmaco<br />

Alcune piante possono ridurre o alterare l’assorbimento dei<br />

medicinali e modificarne l’efficacia: il pompelmo (Citrus maxima)<br />

contiene flavonoidi in grado di inibire gli enzimi intestinali<br />

che metabolizzano i farmaci; l’altea (Althaea officinalis) contiene<br />

nelle radice mucillagini che formano una certa viscosità che<br />

rende i medicinali meno assimilabili; l’iperico (Hypericum perforatum)<br />

contiene nelle sommità fiorite alcuni principi attivi come<br />

l’ipericina, l’iperforina e i flavonoidi, utili per il trattamento degli<br />

stati ansiosi e delle lievi depressioni, ma che interagiscono anche<br />

con degli enzimi che metabolizzano i farmaci, compresi i contraccettivi<br />

orali, riducendone l’effetto terapeutico.<br />

77 benessere con le piante


Tra i vigneti del<br />

Monferrato


In un piccolo borgo<br />

il casale, costruito<br />

all’inizio<br />

dell’Ottocento e<br />

ristrutturato dai<br />

proprietari, affascina e<br />

stupisce appena<br />

varcato il cancello:<br />

una natura<br />

lussureggiante, con<br />

tocchi esotici, accoglie<br />

il visitatore incredulo<br />

per il contrasto tra<br />

l’abitazione e le strette<br />

vie del paesino<br />

TESTO E FOTO DI<br />

MANUELA CERRI<br />

Il rustico vicino alla piscina su cui si arrampica la vite<br />

americana (Parthenocissus tricuspidata); tra la piscina<br />

e il rustico compaiono Thuja orientalis e Trachycarpus<br />

fortunei, e un’antica panchina<br />

Un angolo del giardino con elementi d’arredo<br />

in bambù, circondato da siepe di rosmarino e<br />

gerani, un edificio rustico con vite americana<br />

e, sul fondo, la casa padronale<br />

Una parte della famiglia<br />

79 il giardino


Un particolare di uno dei gazebo dove si alternano fioriture<br />

di glicine, clematidi e gerani; si intravede la balaustra di<br />

confine della proprietà. Di qui si accede anche a un piccolo<br />

giardino, dietro alla casa, molto ombreggiato, dove trovano<br />

giusta collocazione ortensie di diverse sfumature<br />

Vicino alla casa un piccolo salottino all’aperto con vecchie<br />

panchine in ferro, un tavolino in pietra e sedie in bambù<br />

Il primo sguardo corre sulla facciata, sempre illuminata<br />

dal sole e collegata idealmente al verde attraverso<br />

il loggione dai capitelli corinzi e i davanzali<br />

colmi di gerani. Il camminamento che conduce all’edificio<br />

principale divide il giardino in due zone, da un lato<br />

piscina, gazebo e soggiorno all’aperto, dall’altro la zona<br />

a prato adibita a solarium. Verso est spazi privati, riparati<br />

e ricchi di varietà di arbusti ed erbacee dove anche le<br />

piante in vaso come la calla (Zantedeschia aethiopica)<br />

arricchiscono il giardino con i loro colori nel periodo<br />

estivo. Verso ovest un ampio prato con sedie a sdraio in<br />

bambù si collega con la serra e gli edifici più bassi. Uno<br />

dei gazebo, intimo e raccolto, col tavolo per la colazione<br />

all’aperto, è ricoperto di glicine e di clematidi con fioriture<br />

in tempi diversi ma sempre nelle tonalità del viola.<br />

Un<br />

bellissimo<br />

particolare<br />

di rose<br />

‘Cocorico’,<br />

che fanno<br />

da<br />

protezione<br />

alla piscina


Le varie aree sono studiate per la vita all’aperto e lo<br />

spazio estremamente riparato dal freddo consente<br />

l’inserimento di piante insolite per i climi settentrionali.<br />

Il sentiero che conduce all’abitazione è costeggiato<br />

da vasi di limoni, messi a dimora durante l’inverno,<br />

e siepi di lavanda e rosmarino, alternate a<br />

gerani rosa pallido e fucsia. La piscina, che si affaccia<br />

sul rustico ricoperto di Parthenocissus tricuspidata, è<br />

protetta da pini e palme (Trachycarpus fortunei) verso<br />

la villa, e da una siepe di agrifoglio e rose ‘Cocorico’<br />

verso il solarium. L’agrifoglio sempreverde mantiene<br />

la divisione, anche durante i mesi invernali, degli<br />

spazi che, con la bella stagione, si colorano di giallo e<br />

viola grazie alle fioriture di Digitalis purpurea, Alcea<br />

rosea e Dianthus barbatus.<br />

Le rustiche palme, che resistono anche ai climi rigidi,<br />

si alternano ai Pinus pinea e alle tuie creando<br />

un abbinamento insolito di grande suggestione.<br />

L’amore per i fiori prosegue anche nell’interno dell’abitazione,<br />

in particolare<br />

nella cucina,<br />

che conserva<br />

le anticheambientazioni.<br />

il giardino<br />

Un altro angolo vicino a un gazebo: palme,<br />

banani, clematidi e un’amaca che contribuisce<br />

all’armonia del luogo<br />

La cucina<br />

rustica<br />

dove<br />

continua il<br />

giardino,<br />

nelle<br />

piastrelle<br />

antiche e<br />

nei fiori<br />

recisi<br />

82


Con<br />

questo mese fai da te<br />

L’<br />

illuminazione del giardino è, spesso,<br />

una nota dolente: infatti o non c’è<br />

del tutto o se c’è, è frequentemente<br />

sopradimensionata alle necessità del luogo.<br />

Illuminare un giardino non vuol dire mettere<br />

a giorno tutti i suoi angoli, altrimenti non ci<br />

sarebbe differenza tra il giorno e la notte,<br />

anzi, l’effetto notturno risulterebbe una<br />

mediocre visione di quella diurna. Per non<br />

parlare del cosiddetto “inquinamento luminoso”<br />

del quale ci si rende conto nelle notti limpide,<br />

quando si tenta disperatamente di<br />

vedere il cielo stellato e ci si accorge che a<br />

malapena si vedono solo le due o tre stelle<br />

più luminose! mentre se si raggiunge una zona<br />

buia e poco popolata, anche tutta la via lat-<br />

Un giardino<br />

di luce<br />

Suggestioni notturne con<br />

apparecchi luminosi che<br />

trasformano la scena<br />

tea si dispiega nel suo grande fascino.<br />

Scegliere e collocare le luci in giardino è<br />

quindi molto meno immediato di quanto si<br />

pensi se si vuole ottenere un bell’effetto,<br />

rispettoso del luogo e dell’ambiente e suggestivo<br />

dal punto di vista scenografico.<br />

La notte, rispetto al giorno, ha il vantaggio<br />

che consente di giocare con le ombre: mentre<br />

di giorno le ombre sono date dalla posizione<br />

del sole, di notte sono determinate<br />

dalla posizione e dalla tipologia dei corpi<br />

illuminanti. Da ciò si intuisce quale grande<br />

opportunità scenografica ci possa essere<br />

nella notte: si può creare un altro giardino<br />

apparentemente diverso da quello che si<br />

vede di giorno.<br />

TESTO DI<br />

ERALDO ANTONINI<br />

FOTO DI DARIO FUSARO<br />

SCOPI<br />

DELLA<br />

ILLUMINAZIONE<br />

DEL GIARDINO<br />

L’illuminazione<br />

si può<br />

suddividere<br />

in tre gruppi<br />

a seconda<br />

degli scopi<br />

che si prefigge.


Illuminazione di servizio è quella<br />

che dà luce al percorso che va dal<br />

cancello al portone d’ingresso, quella<br />

che dal parcheggio conduce a<br />

casa, quella che consente di infilare<br />

la chiave nella porta. È l’illuminazione<br />

funzionale che aiuta a muoversi<br />

di notte per passare, secondo tragitti<br />

abituali, da un punto a un altro.<br />

Illuminazione di sicurezza è la luce<br />

che si attiva in caso di pericolo,<br />

quando si temono effrazioni o quando<br />

sono in atto; spesso è collegata a<br />

sistemi antintrusivi che funzionano a<br />

pressione. Gli elementi sensibili sono<br />

collocati nel terreno e tarati su un<br />

Per l’illuminazione di servizio, ma<br />

soprattutto per quella scenografica,<br />

sarebbe opportuno evitare di mettere<br />

in mostra gli apparecchi che illuminano.<br />

Meglio nasconderli, ove possibile,<br />

tra la vegetazione, oppure utilizzare<br />

corpi illuminanti a incasso,<br />

posti a raso sul terreno o inseriti<br />

nelle pavimentazioni. In giardini di<br />

impianto moderno sarebbe opportuno<br />

evitare di utilizzare i rifacimenti<br />

di luci di fine Ottocento - primi Novecento,<br />

che invece possono egregiamente<br />

funzionare nell’ambito di<br />

giardini d’impianto storico.<br />

Per illuminare il prato: è opportuno<br />

utilizzare apparecchi a raso, posti<br />

Candele,<br />

lanterne e fiaccole<br />

È un’illuminazione molto<br />

delicata e, allo stesso tempo,<br />

molto suggestiva; lo<br />

svantaggio è che l’intensità<br />

luminosa non è elevata e la<br />

zona illuminata è<br />

circoscritta, e quindi<br />

possono essere impiegate o<br />

per piccolissimi giardini o<br />

per giardini di maggiori<br />

dimensioni purché<br />

integrate con sistemi di<br />

illuminazione elettrici. Si<br />

adattano molto bene per<br />

segnare i percorsi, per<br />

illuminare punti di sosta,<br />

per dare luce a piccole<br />

aiuole fiorite.<br />

COSA E COME UTILIZZARE<br />

certo peso: se qualcuno calpesta il<br />

terreno in dati orari si attiva l’allarme<br />

e si accendono le luci di sicurezza.<br />

Si tratta, per lo più, di fari che<br />

illuminano a giorno la zona interessata,<br />

e che hanno elevati consumi.<br />

Illuminazione scenografica è la luce<br />

che risponde a finalità estetiche, di<br />

percezione dello spazio del giardino,<br />

con effetti chiaroscurali. L’illuminazione<br />

scenografica dovrebbe avere la<br />

funzione di rendere percepibile lo<br />

spazio del giardino, giocando però sul<br />

giusto equilibrio tra luce e ombra al<br />

fine di non perdere l’atmosfera quasi<br />

incantata che può avere la notte.<br />

cioè a pochi centimetri da terra,<br />

circa 10-30.<br />

Alberi: devono essere illuminati dal<br />

basso in modo tale da dare risalto<br />

alla struttura della chioma. I corpi<br />

illuminanti possono essere posizionati<br />

sotto la chioma (per chiome<br />

rade o a tessitura leggera); in prossimità<br />

del fusto o fuori dalla chioma<br />

(per chiome dense o a tessitura<br />

pesante: ad esempio Magnolia grandiflora)<br />

in modo da illuminare il<br />

profilo esterno.<br />

Arbusti: l’illuminazione solitamente<br />

si ottiene inserendo i corpi illuminanti<br />

all’interno delle aiuole o dei<br />

gruppi di arbusti.<br />

Per risparmiare<br />

energia elettrica<br />

Da qualche anno, sul mercato,<br />

sono presenti diverse soluzioni che<br />

si autoalimentano mediante energia<br />

solare. I pannelli che trasformano<br />

energia luminosa in energia elettrica<br />

possono far parte del corpo<br />

illuminante stesso o possono<br />

essere dei gruppi a parte<br />

che alimentano, mediante cavi,<br />

i vari punti luce. Sul mercato sono<br />

disponibili lanterne, lampade e serie<br />

decorative da esterno a energia solare<br />

che, in funzione della durata<br />

dell’esposizione ai raggi solari,<br />

hanno un’autonomia<br />

fino a otto ore.<br />

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• Fiorano Modenese, Via Flumendosa<br />

• Imola, Centro Comm. La Scala<br />

• Modena, Via Emilia Est, 1381<br />

• Piacenza, S.S. Caorsana Loc. Le Mose<br />

• Ravenna, Via Faentina<br />

• Reggio Emilia, Via F. Ferrari<br />

• Rimini, Via Nuova Circonvallazione<br />

FRIULI:<br />

• Udine-Reana del Rojale, Via Nazionale<br />

LAZIO:<br />

• Latina, Via Padre Sant'Agostino<br />

• Roma, Fontana Candida Via Casilina km 15,300<br />

ang. P.le Van Gogh<br />

• Viterbo, Viale Francesco Baracca<br />

LOMBARDIA:<br />

• Brescia-Roncadelle, Via Mandolossa<br />

• Como-Montano Lucino, Via Valtellina<br />

ang. Via delle Industrie<br />

• Desenzano del Garda, Complesso Comm. Le Vele<br />

• Lecco Malgrate, Via Provinciale<br />

• Legnano, Via Saronnese<br />

MARCHE:<br />

• Ancona, Loc. Baraccola Est<br />

• Pesaro, Uscita autostrada A/14<br />

PIEMONTE:<br />

• Cuneo-Madonna dell’Olmo, Centro Comm. La Grand’A<br />

• Torino-Grugliasco, Centro Comm. Le Gru<br />

TOSCANA:<br />

• Arezzo, Via Amendola<br />

• Grosseto, Via Aurelia Nord<br />

• Montecatini-Massa e Cozzile, Centro Comm. Ipercoop Montecatini<br />

• Navacchio-Cascina, Centro dei Borghi<br />

• Prato, Via Galcianese, adiacente Centro Comm. Coop<br />

• Sesto Fiorentino, Centro Comm. Sesto, Via Petrosa<br />

TRENTINO-ALTO ADIGE:<br />

• Bolzano, Via Copernico<br />

• Bressanone-Varna, Via Brennero<br />

• Trento, Via Brennero<br />

UMBRIA:<br />

• Perugia, Strada Corcianese Loc. Ellera Scalo<br />

VENETO:<br />

• Affi, Grand’Affi Shopping Center<br />

• Castelfranco Veneto, Centro Comm. I <strong>Giardini</strong> del Sole<br />

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COMPLEMENTARI D’ESTATE<br />

PROTAGONISTE D’INVERNO<br />

Il lavoro delle<br />

SEMPREVERDI<br />

giardinaggio pratico<br />

88


Chi si dedica al giardinaggio con la necessità di<br />

doversi adattare a un clima semi-continentale o<br />

temperato e, in ogni caso, almeno parzialmente<br />

condizionato da inverni freddi – in pratica quasi tutta<br />

l’Italia, fatta eccezione per alcune “isole felici” delle coste<br />

tirreniche e del Meridione – sa bene che, se si vuole<br />

conservare uno standard minimo d’effetto decorativo anche<br />

fra novembre e febbraio, occorre affidarsi almeno in parte<br />

alle piante sempreverdi. È inutile stracciarsi le vesti e<br />

protestare, idealmente, contro la loro “monotonia” e<br />

“ripetitività”, perché senza di loro, comunque vadano le<br />

cose, il giardino<br />

sarebbe ancor meno<br />

accettabile: l’impero<br />

del grigio e del<br />

marrone avrebbe il<br />

sopravvento. Tanto<br />

vale, quindi,<br />

prenderne atto e<br />

fare in modo che,<br />

una volta cadute le<br />

foglie e cessate<br />

quasi<br />

completamente le<br />

fioriture, sia già<br />

pronto un plotone<br />

di specie con foglie<br />

persistenti, le quali<br />

se non altro ci<br />

ricordano che la vita<br />

continua anche per<br />

merito loro, non<br />

cessando mai di<br />

immagazzinare energia solare e fornire nutrimento alle<br />

piante stesse. Non solo, ma le specie sempreverdi ricoprono<br />

un ruolo non meno importante anche nei mesi “belli”, in<br />

armonica sinergia con le piante decidue e da fiore, di cui<br />

costituiscono un indispensabile complemento<br />

architettonico e cromatico. Di conseguenza, uno degli<br />

impegni più delicati del bravo giardiniere consiste proprio<br />

nell’organizzare in modo razionale la messa a dimora di<br />

questi umili gregari, che peraltro in non pochi casi sono in<br />

grado di abbandonare la veste della “spalla” per assumere<br />

posizioni più elevate nella scala gerarchica del giardino.<br />

Non è un compito facile, perché si tratta di saper prevedere<br />

due funzioni per il medesimo elemento, una estivo e una<br />

invernale: la prima come supporto di altre piante, la<br />

seconda invece più autonoma. E non sempre le due finalità<br />

hanno punti in comune: ma lo sforzo è appunto quello di<br />

farle convergere al limite del possibile.<br />

Cryptomeria japonica<br />

‘Globosa Nana’<br />

Camellia<br />

‘Shiratsuyu<br />

Nishiki’<br />

TESTO E FOTO<br />

DI PAOLO COTTINI<br />

Rhododendron ‘Reuthe’s Purple’<br />

89 giardinaggio pratico


I nostri<br />

consigli<br />

• Non va scordato<br />

che un posto di<br />

primo piano, fra le<br />

sempreverdi, è occupato<br />

dal semplice<br />

prato, che d’inverno<br />

diventa marrone<br />

solo nelle aree<br />

dal clima più<br />

rigido. Altrove, invece,<br />

mantiene il<br />

suo aspetto e le<br />

sue necessità, sia<br />

pure in misura ridotta.<br />

Se l’erba è cresciuta, va moderatamente<br />

tagliata e, comunque, occorre sempre<br />

tenere pulita l’area, raccogliendo le<br />

foglie secche. Di norma la neve è d’aiuto<br />

nella conservazione di un prato verde.<br />

• Sotto un profilo architettonico, le specie sempreverdi<br />

sono dotate di figure di massa per<br />

12 mesi l’anno, il che significa che in molti<br />

casi rappresentano i veri capisaldi di determinate<br />

zone o angoli, grazie al loro “peso”. In<br />

questo senso è bene prevedere un loro inserimento<br />

in situazioni particolari, come ai lati<br />

dei punti d’accesso e degli ingressi dei giardini:<br />

in tali casi è opportuno l’impiego di<br />

piante slanciate, dal portamento fastigiato, o<br />

potate con accuratezza, come i cipressi e i<br />

Phormium<br />

tenax<br />

‘Bronze<br />

Baby’<br />

Cryptomeria<br />

japonica<br />

‘Elegans’<br />

90<br />

tassi.<br />

• Se il luogo è di dimensioni medio-grandi<br />

e si ha necessità di fissare dei veri e<br />

propri punti terminali di fuga, è meglio<br />

ricorrere a specie che hanno una struttura<br />

ben equilibrata della chioma, come<br />

Magnolia grandiflora o Cedrus deodara.<br />

• Le siepi sempreverdi svolgono funzioni<br />

di notevole rilevanza, non solo per<br />

racchiudere spazi ritenuti di speciale<br />

riguardo (un’aiuola di fiori o di aromatiche),<br />

ma anche per riparare dai venti<br />

e, soprattutto, per definire in modo<br />

preciso certe linee prospettiche. In quest’ultimo<br />

caso sono ancor più utili e<br />

belle dei muretti e delle recinzioni.<br />

Phormium colensoi ‘Tricolor’<br />

Laurus nobilis


Choysia ternata<br />

• Se si vuole creare<br />

un centro d’interesse,<br />

ponendo per<br />

esempio una fontana<br />

o una statua in<br />

mezzo a un’aiuola<br />

pavimentata, è consigliabilecircondare<br />

il tutto con una<br />

siepe sempreverde<br />

ben curata e potata,<br />

in bosso o in<br />

tasso.<br />

• Le specie con foglie<br />

persistenti si<br />

prestano quasi sempre alla realizzazione di strutture<br />

architettoniche di sapore formale: un revival che<br />

si presenta con sempre maggior frequenza anche<br />

nel giardinaggio moderno. Talvolta un duplice filare<br />

di tassi o anche di Chamaecyparis, ben allineati e<br />

potati, riesce a rendere più accetto un vialetto che<br />

altrimenti sarebbe banale e “invisibile”.<br />

• Nelle bordure miste gli arbusti sempreverdi ben<br />

distribuiti sono d’aiuto nel “riempire” i vuoti che<br />

si creano con la scomparsa delle specie erbacee o<br />

decidue.<br />

• Queste piante – come per es. i bambù, le camelie, i<br />

rododendri, le eriche arboree – sono anche utilissime<br />

per creare “movimento” al minimo soffio di<br />

vento, così da ricordare che il giardino è sempre<br />

vivo anche nel più crudo inverno.<br />

• Con una scelta accurata delle specie è anche possibile<br />

rendersi conto che le sempreverdi non sono<br />

solo verdi! In loro si trovano anche i toni dell’azzurro<br />

(cedri e ginepri), del giallo (Aucuba, Elaeagnus,<br />

Ilex e Choisya), del bronzo (Cryptomeria, Phormium),<br />

del grigio (Olearia, Eucalyptus, Cupressus).<br />

Cedrus deodara Acuba japonica ‘Simone’ Elaeagnus pungens ‘Frederici’<br />

91 giardinaggio pratico


Hebe rakaiensis<br />

Magnolia grandiflora<br />

‘Goliath’<br />

giardinaggio pratico<br />

Le nostre preferite<br />

Alberi<br />

• Cryptomeria japonica ‘Elegans’. È una conifera non<br />

molto alta e di crescita lenta, dotata di un fogliame sottile<br />

ed elegante, verde d’estate ma bronzeo d’inverno.<br />

Indicata per accompagnare altre conifere nane o Ericacee.<br />

Ama il sole o la mezz’ombra e accetta qualunque<br />

tipo di terreno ben drenato. Non necessita di potature<br />

speciali.<br />

• Magnolia grandiflora ‘Goliath’. Rispetto alla specietipo,<br />

questa varietà si presenta con un portamento più<br />

conico e compatto, mentre le foglie sono leggermente<br />

avvitate e i fiori sono più grandi e profumati. Vuole un<br />

suolo ricco e fertile, sempre umido ma drenato, un po’<br />

acido. Esposizione in pieno sole. La potatura va ridotta<br />

al minimo.<br />

• Taxus baccata ‘Fastigiata’. È una varietà del comune<br />

tasso, dotata però di un portamento singolarmente<br />

affusolato, eretto e molto compatto. Di<br />

sesso femminile, produce i caratteristici<br />

frutticini rossi. Esige un terreno un po’<br />

umido ma tollera anche il secco, sia in sole<br />

sia in ombra. Potature leggere a fine estate<br />

per rinnovare la pianta.<br />

Arbusti<br />

• Buxus sempervirens ‘Elegantissima’.<br />

Cultivar con foglie variegate (bordi crema)<br />

del comune bosso. Anch’essa si adatta perfettamente<br />

alle potature ed è quindi utile<br />

per bordure, siepi e topiaria. Ottimo l’effetto<br />

se viene alternata con la specie a foglie verdi. Ama<br />

il calcare e l’esposizione al sole, ma tollera qualunque<br />

suolo e la mezz’ombra. Va potata in primavera o in<br />

estate.<br />

• Choisya ternata. Detto “arancio messicano”, è un arbusto<br />

di rapido sviluppo, attraente per il fogliame elegante<br />

e i bianchi fiori profumati. Tollera bene l’inquinamento<br />

urbano, ma teme le gelate tardive. Esige un<br />

terreno ben drenato e piuttosto fertile, con esposizione<br />

soleggiata. La forma è naturalmente globosa senza<br />

richiedere potature. Eliminare i fiori appassiti.<br />

• Elaeagnus x ebbingei ‘Limelight’. Arbusto ampio e<br />

compatto, dotato di splendide foglie ovali di color<br />

verde scuro e marginate di giallo oro. In autunno produce<br />

anche piccoli fiori molto profumati. Utile sia<br />

come esemplare singolo, sia per creare siepi informali.<br />

Ama il pieno sole e un terreno fertile e drenato. Va<br />

potato leggermente in tarda primavera.<br />

92<br />

Olearia macrodonta


Arbusti insoliti per il mare<br />

• Griselinia littoralis. Ha un portamento eretto<br />

e compatto e una fitta chioma di notevole impatto:<br />

le foglie sono ovali, tenaci e di un bellissimo<br />

verde mela. La crescita è veloce, mentre il<br />

fogliame sembra fatto apposta per le zone<br />

costiere, dove resiste benissimo ai venti e alla<br />

salinità. Non ha particolari esigenze di terreno,<br />

purché sia ben drenato e un po’ fertile. Se si<br />

vuole una siepe, la distanza fra le piante va calcolata<br />

in circa 60 cm. Resiste fino a -12°C.<br />

Griselinia littoralis<br />

‘Variegata’<br />

Taxus baccata ‘Fastigiata Aurea’<br />

• Hebe rakaiensis.<br />

Alta fino a 1 m,<br />

questa specie dal<br />

portamento globoso<br />

ha foglie ellittiche<br />

e lucenti<br />

di un bel verde<br />

brillante. I fiori<br />

sono abbondanti<br />

e bianchi e si succedono<br />

per alcune<br />

settimane alla<br />

fine della primavera.<br />

È pianta<br />

da utilizzare come<br />

esemplare singolo che attira lo sguardo in<br />

una aiuola o anche in un giardino roccioso.<br />

Vuole la mezz’ombra e un terreno non troppo<br />

fertile, ma soprattutto ben drenato. Potature di<br />

formazione molto leggere in primavera. Teme<br />

il gelo.<br />

• Olearia macrodonta. Arbusto-albero dal portamento<br />

eretto e ampiamente conico, con splendide<br />

foglie lucenti dai margini dentati. I fiori<br />

estivi, simili a margherite, sono portati da<br />

grandi mazzi penduli. Nelle aree più fredde va<br />

protetto d’inverno e utilizzato nelle bordure<br />

miste, mentre lungo le coste è indicato come<br />

frangivento. Vuole terreno drenato e fertile, con<br />

esposizione soleggiata. Si eliminano solo le<br />

parti danneggiate, in primavera.<br />

Taxus baccata ‘Adpressa Aurea’<br />

93 giardinaggio pratico


Una<br />

nuova<br />

cultivar<br />

di colore<br />

giallo<br />

Cupressus<br />

sempervirens<br />

‘Swane’s Gold<br />

piante emergenti<br />

TESTO E FOTO DI FRANCESCO VIGNOLI<br />

94<br />

Se c’è una<br />

pianta simbolo<br />

dell’Italia in<br />

generale e della<br />

Toscana in particolare<br />

è sicuramente il<br />

cipresso nero<br />

(Cupressus<br />

sempervirens). Nel<br />

paesaggio si<br />

distingue facilmente<br />

per la sua forma<br />

affusolata di colore<br />

verde cupo; è una<br />

specie così diffusa e<br />

conosciuta che non<br />

necessita di<br />

descrizioni.<br />

In Toscana e in molte<br />

parti d’Italia segna i<br />

confini, segue le<br />

sinuosità delle strade<br />

poderali; piantato<br />

con sesti molto fitti a<br />

nord dei casolari<br />

serve da frangivento,<br />

intorno ai cimiteri di<br />

campagna è usato<br />

per creare una<br />

cortina di<br />

raccoglimento e<br />

proprio per<br />

quest’ultimo impiego<br />

è indicato<br />

erroneamente come<br />

“pianta dei cimiteri”.<br />

Il cipresso nero ama<br />

il sole, il vento, i<br />

terreni forti ed è, a<br />

sua volta, amatissimo<br />

dagli uccelli che vi<br />

nidificano perché i<br />

suoi rami fitti e la<br />

sua altezza<br />

difendono i nidi<br />

meglio di qualunque<br />

altra pianta. E questa<br />

sua virtù la<br />

conosceva bene<br />

Carducci quando<br />

immortalò nella sua<br />

poesia la doppia fila<br />

di cipressi che «da<br />

Bolgheri alti e schietti<br />

vanno a San Guido in<br />

duplice filar».


Il cipresso nero si riproduce per<br />

innesto e questo ha portato alla<br />

selezione di alcune cultivar,<br />

caratterizzate o dalla forma più<br />

stretta, o da una maggior resistenza<br />

alla sua malattia più pericolosa,<br />

il Seyridium cardinale.<br />

Non è facile distinguere fra le<br />

diverse varietà, una decina in<br />

tutto, perché la differenza di<br />

forma o di colore è minima, e in<br />

tutte le varietà il nome volgare<br />

di cipresso nero si adatta benissimo<br />

dato che il fogliame è sempre<br />

di un bel verde scuro.<br />

La nuova cultivar<br />

Lascia quindi un po’ sorpresi<br />

l’introduzione di un cipresso<br />

nero di colore… giallo. Roba<br />

dell’altro mondo, avrebbero<br />

detto i vecchi giardinieri: infatti è<br />

arrivato proprio dall’altro capo<br />

del mondo. Il Cupressus<br />

sempervirens ‘Swane’s Gold’ è stato<br />

trovato in un vivaio australiano,<br />

da dove è passato in Nuova<br />

Zelanda, poi in Francia e quindi<br />

arrivato in Italia.<br />

La nuova cultivar ha una forma<br />

stretta e compatta esattamente<br />

come i suoi fratelli neri, con rami<br />

morbidi che profumano di resina.<br />

Cresce un po’ meno della specie<br />

tipica ma non tanto, anche se la<br />

sua altezza massima è ancora da<br />

conoscere. Resta la meraviglia<br />

botanica di come da un seme di<br />

Cupressus sempervirens ‘Stricta’,<br />

che ha un colore verde scurissimo,<br />

si sia originata una pianta così<br />

gialla.<br />

In giardino<br />

Misteri della natura che a<br />

noi giardinieri piacciono. Il<br />

Cupressus sempervirens<br />

‘Swane’s Gold’ si può<br />

impiegare in tutte le<br />

situazioni in cui si cerca una<br />

nota di colore e di allegria<br />

che il suo scuro e serio<br />

progenitore non può dare.<br />

Ama le posizioni assolate,<br />

anche se non è<br />

consigliabile<br />

piantarlo al Sud. Il<br />

trapianto del<br />

Cupressus<br />

sempervirens è<br />

facile, ha un<br />

apparato radicale<br />

esteso fatto di<br />

piccole radici,<br />

vive in tutti i<br />

terreni, meglio in<br />

quelli aridi anche<br />

se calcarei. È<br />

necessario, i primi<br />

anni di impianto,<br />

fornirlo di un<br />

buon tutore,<br />

perché con la sua<br />

altezza intercetta<br />

molto vento.<br />

95 piante emergenti


La battaglia<br />

tra il freddo dell’inverno<br />

e il caldo della primavera<br />

deve ancora essere decisa e già le<br />

foglie di questa ranuncolacea formano<br />

dense rosette, raggruppandosi<br />

a volte in macchie che risaltano<br />

per il loro colore lucido e<br />

deciso. Nelle regioni<br />

del Sud compare<br />

già da gennaio,<br />

sugli Appennini<br />

nei versanti meglio esposti<br />

fiorisce a marzo, in montagna<br />

al di sopra dei mille metri di quota<br />

apre le corolle fino a maggio.<br />

Il fiore è formato da tre<br />

Come riconoscerlo sepali e da almeno otto<br />

petali, ma possono essere<br />

Gli organi sotterranei del<br />

anche molti di più<br />

favagello sono radici tuberose<br />

che nella forma ricordano lontanamente il frutto<br />

del fico (da qui il nome ficaria), di colore chiaro<br />

simile a quello delle patate novelle, poco profonde.<br />

Le foglie sono cuoriformi, con margine cordato, di<br />

colore verde intenso non uniforme ma sfumato e<br />

spesso con una caratteristica macchia, lucide,<br />

spesse, al tatto leggermente carnose e non lisce,<br />

ma bollose, sempre con venature evidenti. Le<br />

piante spontanee<br />

96<br />

Il favagello<br />

tesoro di<br />

primavera<br />

TESTO E FOTO DI<br />

ALESSANDRO MESINI<br />

DISEGNO DI<br />

GABRIELLA GALLERANI<br />

Ranunculus ficaria<br />

ci sorprende con la sua<br />

fioritura dorata quando la<br />

primavera è solo un desiderio:<br />

l’erba non è ancora del tutto<br />

verde e la nuova vegetazione si<br />

mescola con la vecchia<br />

foglie sono raccolte in folte rosette capaci di<br />

raggiungere un diametro di 30 cm.<br />

I fiori solitari, di colore giallo lucido e<br />

brillante, a forma di coppa, sono portati da<br />

steli privi di foglie, lunghi circa 10 cm ma<br />

spesso anche meno, e raggiungono un<br />

diametro massimo di 4 cm. Ogni corolla è<br />

composta da tre sepali e da un minimo di<br />

otto petali, di colore giallo verdognolo nella<br />

pagina inferiore, ma spesso il numero è<br />

molto maggiore, tanto da dare l’idea di<br />

formare un fiore diverso.


In giardino<br />

Il favagello appartiene alla famiglia delle<br />

Ranuncolaceae, famose perché tossiche, ma<br />

dalle altre specie si discosta nettamente perché<br />

non soltanto non è pericoloso, ma un tempo<br />

era impiegato come pianta spontanea<br />

alimentare e medicamentosa. Nel giardino è<br />

una pianta interessante per la sua precocità e<br />

per il tocco naturale che sa conferire.<br />

Semplice, ma di forme ricercate e dai colori<br />

capaci di risaltare, è adatto per formare macchie<br />

ai bordi di siepi, lungo un camminamento o su<br />

un argine in pendenza, a seguire il corso di fossi<br />

e ruscelli, in aiuole di bulbose che più avanti<br />

nella stagione usciranno dal terreno e<br />

domineranno sul tappeto di foglie cuoriformi.<br />

Foglie destinate a scomparire a fine primavera;<br />

la pianta sopravviverà fino all’anno successivo<br />

grazie agli organi sotterranei, a condizione che il<br />

terreno non resti completamente asciutto per<br />

troppo tempo.<br />

I fiori del favagello si aprono secondo la<br />

presenza del sole a partire dal tardo mattino fino<br />

a poco prima del tramonto, vale a dire, per i mesi<br />

interessati, da poco prima delle nove fino alle<br />

diciassette.<br />

Ne esistono<br />

diverse forme<br />

coltivate:<br />

‘Flore Pleno’<br />

caratterizzata<br />

da corolle<br />

piene e ricche,<br />

più alta (fino<br />

a 15 cm), ma<br />

del tutto<br />

eguale in<br />

caratteristiche<br />

ed esigenze<br />

alla specie<br />

tipica, solo<br />

dotata di una<br />

minore capacità di<br />

diffusione; le<br />

varietà ‘Albus’ a<br />

fiori bianchi e<br />

‘Aurantiacus’ con<br />

fiori gialli dai<br />

riflessi ramati.<br />

Le foglie non hanno<br />

colore uniforme, ma<br />

sfumato; sono<br />

leggermente carnose<br />

e con venature<br />

evidenti<br />

Formano macchie di colore<br />

brillante, verde scuro e giallo<br />

luminoso, fra l’erba dei prati<br />

Dove trovarlo<br />

Il favagello è pianta che da tempo ha<br />

imparato a vivere vicino all’uomo colonizzando<br />

con successo i terreni coltivati:<br />

campi, orti, giardini. Nei frutteti<br />

cresce e fiorisce prima che le piante<br />

mettano le foglie perché ama i luoghi<br />

soleggiati. Trova spazio lungo gli argini<br />

delle strade, le rive dei fossi e nei terreni<br />

di risulta, mostrando buone capacità<br />

di pianta colonizzatrice.<br />

È presente in un vasto areale che comprende<br />

l’Europa, l’Africa nord-occidentale<br />

e l’Asia sud-occidentale.<br />

Come coltivarlo<br />

Coltivare il favagello è facile e non richiede cure particolari<br />

se non quella di assicurargli una buona esposizione al sole,<br />

così da esaltare la sua miglior caratteristica: la precocità.<br />

Durante le stagioni più calde occorre fornire un minimo<br />

apporto idrico per consentire agli organi ipogei di rimanere<br />

vitali fino alla primavera successiva.<br />

I risultati migliori si ottengono ponendo il favagello in<br />

terreni freschi tutto l’anno (ad esempio l’argine di un<br />

piccolo specchio d’acqua, ai margini di una fitta macchia<br />

di vegetazione) e calcarei (da neutri ad alcalini).<br />

Godono di una moderata concimazione con terricciato di<br />

letame vecchio, distribuito in copertura in autunno.<br />

Il favagello non ha bisogno di essere protetto dal<br />

freddo: la sua resistenza è molto elevata, e quindi<br />

non sono necessarie pacciamature con materiale<br />

vegetale o altro; sarebbero solo d’inciampo alla<br />

crescita delle nuove foglie.<br />

Poco dopo il termine della fioritura le foglie<br />

seccheranno e non rimarrà nessun segno<br />

esteriore della pianta.<br />

Propagazioni<br />

Mettere le piante in un luogo parzialmente in ombra<br />

stimola la produzione di bulbilli, ma la propagazione<br />

avviene anche per seme, che giunge a maturità in<br />

estate con maggior facilità nelle piante esposte al sole.<br />

Per divisione possono essere moltiplicate tanto in primavera,<br />

agendo sulle piante in vegetazione, come in<br />

autunno, dissotterrando le radici tuberose quiescenti.<br />

I petali sono di color giallo luminoso nella parte<br />

superiore e giallo verdastro in quella inferiore


RADICI<br />

Secondo la medicina<br />

cinese, «la natura<br />

mette a<br />

disposizione la droga<br />

giusta al momento giusto».<br />

La natura provvederebbe,<br />

cioè, a rendere disponibile,<br />

in ogni stagione, ciò di cui<br />

l’organismo avrebbe, in<br />

quel momento, più<br />

bisogno. È forse per questo<br />

che, in questo periodo<br />

dell’anno, l’orto invernale<br />

ci mette a disposizione le<br />

“radici”, nome popolare<br />

con cui sono conosciute sul<br />

mercato la scorzonera (Scorzonera hispanica) e la<br />

scorzabianca (Tragopogon porrifolius). Due ortaggi<br />

caratterizzati da un prepotente ma appetitoso sapore<br />

amaro, conosciuti in medicina naturale soprattutto<br />

per le proprietà depurative e disintossicanti. Ideali<br />

quindi<br />

per preparare l’organismo<br />

all’arrivo della<br />

primavera.<br />

TESTO DI<br />

MARIA OTTAVIA DE PETRI<br />

RICETTA CULINARIA DI<br />

ROSALBA CAFFO DALLARI<br />

DISEGNO DI<br />

MARISA TIRABASSI COMBONI<br />

piante in cucina<br />

regine dell’inverno<br />

amiche del fegato<br />

Brutte, amare<br />

ma tanto gradevoli<br />

al palato.<br />

E, soprattutto,<br />

tanto benefiche<br />

per l’organismo.<br />

Ecco perché<br />

è bene<br />

consumarle<br />

98<br />

L’apparenza che<br />

inganna<br />

Appartenenti alla variegata<br />

famiglia delle Composite,<br />

scorzonera e scorzabianca<br />

sono strettissime “parenti”<br />

di cicorie e radicchio, carciofo<br />

e cardo, tarassaco e<br />

indivia. In realtà, non sembrano<br />

davvero avere con<br />

essi nulla in comune. Le<br />

foglie lanceolate, sebbene<br />

ricchissime di vitamina A,<br />

proteine e carboidrati, fibre<br />

e minerali, vengono eliminate<br />

alla raccolta, a causa<br />

della loro elevata deperibilità,<br />

per cui sul mercato appaiono solo le radici: nerastra<br />

e rugosa quella della scorzonera, di un grigio<br />

spruzzato di tonalità mielate quella della scorzabianca.<br />

Entrambe caratterizzate da un cuore bianco candido,<br />

scrigno delle loro potenti proprietà salutistiche.


Il ruolo dell’amaro<br />

A rendere scorzonera e scorzabianca tanto interessanti<br />

è, incredibilmente, soprattutto il sapore<br />

amaro della loro polpa. È noto da tempo che la percezione<br />

del sapore amaro, anche solo nel cavo<br />

orale, è in grado di stimolare nello stomaco un<br />

immediato aumento della secrezione gastrica. Ciò<br />

è dovuto al messaggio inviato allo stomaco dalla<br />

corteccia cerebrale, a cui la percezione giunge attraverso<br />

i recettori del sapore amaro presenti sulla lingua.<br />

A incrementarne l’azione è, contemporaneamente,<br />

anche il principio attivo a cui si deve il<br />

sapore amaro, che viene percepito a livello gastrico<br />

attraverso i capillari che irrorano il cavo orale.<br />

L’incremento della produzione di acidi gastrici, a<br />

contatto con un sapore amaro, dà così luogo a una<br />

piacevole sensazione di benessere, soprattutto se è<br />

in atto la digestione.<br />

Le proprietà dell’inulina<br />

Altrettanto importante è il contenuto di inulina,<br />

una molecola ascrivibile, da un punto di vista chimico,<br />

alla categoria dei polisaccaridi (amidi). In<br />

realtà, l’inulina viene metabolizzata dal nostro<br />

organismo in un modo del tutto diverso dagli altri<br />

zuccheri: non viene infatti utilizzata per produrre<br />

energia e non apporta pertanto calorie. Come<br />

amido fornisce però nutrimento ai batteri benefici<br />

presenti nell’intestino, stimolando soprattutto<br />

la crescita del bifidobatterio, essenziale per<br />

mantenere l’equilibrio della flora intestinale<br />

e per facilitare l’attività digestiva. Importante<br />

è poi la sua capacità di stimolare la funzionalità<br />

di fegato e cistifellea, mentre sembra<br />

accertato anche il suo ruolo nello stimolare il<br />

sistema immunitario, da cui dipende la capacità<br />

dell’organismo di reagire a malattie e<br />

infezioni. Essendo uno zucchero inassimilabile<br />

l’inulina può essere assunta anche dai<br />

diabetici, che potranno pertanto consumare<br />

scorzonera e scorzabianca in tranquillità.<br />

I benefici delle fibre<br />

Non va infine trascurato il ruolo delle fibre, presenti<br />

nella polpa di scorzonera e scorzabianca in<br />

percentuale elevata. Con la loro capacità di assorbire<br />

liquidi, creando al contempo volume, cellulosa,<br />

emicellulose, pectina e lignina stimolano una<br />

corretta peristalsi intestinale favorendo l’eliminazione<br />

delle scorie dall’organismo. Una funzione<br />

determinante per mantenere disintossicato l’organismo<br />

e proteggere colon e retto dall’insorgere di<br />

tumori.<br />

L’uso in cucina<br />

Come consumare le radici al meglio? Va detto che soltanto<br />

in alcune regioni italiane scorzonera e scorzabianca<br />

trovano una loro collocazione culinaria. Generalmente<br />

le si consuma lessate e condite all’agro, dopo<br />

avere eliminato la parte centrale dura ed eccessivamente<br />

fibrosa. Dopo la lessatura, le si può anche passare<br />

in padella, con aglio e olio o con capperi e acciughe.<br />

Ottime anche passate in forno con besciamella o pastellate<br />

e fritte. In qualunque modo le si mangi, il loro caratteristico<br />

sapore ci ricorderà che stiamo consumando<br />

un ortaggio che, pur nella povertà del suo aspetto, contiene<br />

straordinarie doti medicamentose.<br />

Per un buon acquisto<br />

RISOTTO<br />

ROSSO<br />

CON<br />

SCORZONERA<br />

All’atto della scelta, le radici devono apparire pulite<br />

e di consistenza turgida; la superficie non deve presentare<br />

macchie scure, segni di marciume o muffe.<br />

Al momento dell’uso non è necessario pelarle. Le si<br />

potrà semplicemente raschiare, facendo attenzione<br />

a eliminarne il cuore, molto coriaceo e di sapore<br />

amarissimo, soprattutto se la radice è grossa.<br />

Come il carciofo, tendono a ossidarsi e ad annerire:<br />

vale pertanto la pena tuffarle, man mano che si procederà<br />

nella pulizia, in acqua acidulata con limone.<br />

Se, dopo l’acquisto, non le si utilizza subito, è consigliabile<br />

estrarle dalla vaschetta in plastica in cui solitamente<br />

sono proposte e avvolgerle in carta da forno: si<br />

manterranno turgide per almeno una settimana.<br />

• 600 g di scorzonera • 90 g di uvetta<br />

senza semi • 2 spicchi d’aglio<br />

• 2 acciughe dissalate • 1/2 bicchiere<br />

di aceto bianco<br />

• 400 g di riso rosso • 2 scalogni a<br />

fette sottili • 50 g di burro • 1,5 l di<br />

brodo vegetale • parmigiano reggiano<br />

grattugiato • olio extravergine d’oliva<br />

• sale marino e pepe di mulinello<br />

Raschiare la radice, lavarla e lessarla.<br />

Tagliarla in fette sottili nel senso della lunghezza, eliminando<br />

la parte centrale più dura. In una padella mettere<br />

un fondo d’olio e soffriggervi l’aglio schiacciato<br />

quindi levarlo, rosolarvi le uvette e, quando saranno<br />

gonfie, aggiungere le acciughe a pezzettini disfacendole<br />

con la forchetta, aggiungere l’aceto e le fette di scorzonera,<br />

tirare il tutto finché sarà ben insaporito, infine<br />

aggiustare di sale se occorre e di pepe se piace.<br />

In una pentola larga dai bordi alti mettere un fondo di olio<br />

e metà del burro, fare appassire gli scalogni a fette, buttare<br />

il riso e farlo tostare mescolando per qualche minuto,<br />

coprire col brodo aggiungendone poi man mano che si<br />

ritira: questo riso ha bisogno di 45 minuti di cottura.<br />

Quando il riso è cotto, unire la scorzonera mescolando<br />

bene con garbo, mantecare con il burro rimasto, spegnere<br />

il fuoco, spolverizzare di parmigiano reggiano, coprire<br />

e far riposare per pochi minuti, quindi servire.<br />

99 piante in cucina


Orti-giardino<br />

del castello<br />

Orsini<br />

Quattro idee<br />

dalle quali<br />

trarre spunto


Nel borgo viterbese di Vasanello ho scoperto<br />

la delizia di un orto-giardino curioso e sorprendente<br />

ricreato su un vecchio orto dall’architetto<br />

paesaggista Nicola Tartaglione, in<br />

collaborazione con la proprietaria.<br />

La suddivisione in quattro terrazze di<br />

terra digradanti, ciascuna racchiusa<br />

in una stanza individuale<br />

nella cerchia di mura, rende<br />

questo luogo pensabile<br />

come idea per progetti<br />

singoli, tra muri<br />

contemporanei o<br />

meno, di facili, diversi dal solito e utili giardini di<br />

casa. Ogni terrazzamento (circa 100-150 mq al<br />

massimo) è infatti un giardino a sé stante, collegato<br />

agli altri da piccole rampe di scale. «Questo<br />

tipo di ricostruzione ci è venuto in mente», racconta<br />

l’architetto, «pensando alla semplice e allegra<br />

utilità degli orti medievali; un modo spiritoso<br />

e ordinato di fare giardino».<br />

TESTO E<br />

FOTO DI<br />

PATRIZIA<br />

SPINELLI<br />

NAPOLETANO<br />

La chioma rotonda del<br />

grande albero di cachi e<br />

le divertenti bordure<br />

piccole e ovali<br />

che recingono<br />

gli spartiti<br />

dell’orto.<br />

Il divertente e<br />

familiare ordine<br />

del primo<br />

giardino a orto,<br />

centrato da un<br />

vecchio albero di<br />

cachi circondato da<br />

una panca ad anello di castagno intrecciato come i<br />

cestoni quadrati, in cui sono messe a dimora erbe<br />

tintorie, meloni, angurie e lagunarie. Sullo sfondo a<br />

destra gli spartiti dell’orto, separati dalla scala che<br />

porta al secondo giardino, quello delle rose, con<br />

ortaggi, verdure e insalate; contro la parete di tufo un<br />

tavolo con gli attrezzi da lavoro<br />

101 giardini da visitare


La prima terrazza-giardino è l’orto. Il lato destro,<br />

ombreggiato da una fila di piccoli alberi (da scegliere<br />

fra i sempreverdi più adatti al clima) è<br />

riservato al relax, con comodi arredi in legno o<br />

midollino; al centro è disposta una fila di quattro<br />

grandi canestre quadrate di castagno intrecciato<br />

(va benissimo anche il bambù) in cui sono stati<br />

piantati meloni, angurie, lagunarie e le simpaticissime<br />

erbe tintorie colorate e ornamentali<br />

(reperibili in buoni vivai specializzati).<br />

I colori: i rossi di robbia domestica, oricello, dracena<br />

draco, zafferanone; i gialli di reseda biondella,<br />

ginestra minore, camomilla per tintori, zafferano<br />

vero e curcuma; i blu di indaco, guado e Polygonum;<br />

i viola di mirtillo nero e papavero comune;<br />

i marroni di henné, noce comune, Acacia catechu<br />

(catecù); e i verdi di sparzio villoso, ginestra dei carbonai,<br />

lavanda selvatica e giaggiolo, acquatiche.<br />

Fronteggia le canestre la chioma tondeggiante di<br />

una pianta di cachi dall’interno di una panca ad<br />

anello, sempre di castagno intrecciato, mentre sul<br />

lato sinistro si suddividono i due spartiti gemelli<br />

dell’orto, anch’essi palizzati di castagno intrecciato,<br />

con filari ordinati di ortaggi suddivisi per<br />

tipo (cavoli, bietole, zucche, zucchine, peperoni,<br />

spinaci, la simmetria dei pomodori sostenuti da<br />

tutori a treppiede di canna) e rifiniti da fioriture<br />

stagionali (dalie, zinnie, salvia persiana blu).<br />

Nel secondo giardino la bellissima<br />

vegetazione fogliare del rabarbaro<br />

verde argento, su cui appoggia una<br />

panca da cui contemplare la<br />

pergola del roseto<br />

giardini da visitare<br />

La<br />

semplicissima<br />

struttura della<br />

pergola,<br />

terminata al<br />

fondo dal<br />

rabarbaro e<br />

dalla seduta,<br />

su cui<br />

arrampicano<br />

antichi vitigni<br />

laziali e<br />

le rose<br />

gallica var.<br />

officinalis,<br />

gallica<br />

‘Versicolor’ e<br />

le rifiorenti<br />

Rosa<br />

damascena<br />

102


La fontana del giardino delle rose, al centro di<br />

spicchi di prato e circondata da vecchi tufi a secco e<br />

dallo steccato dipinto in verderame, da cui si vede<br />

la prospettiva superiore dell’orto<br />

La romantica simmetria del giardino<br />

delle rose vista attraverso il disegno degli archi<br />

Poche rampe e tra i ranghi dell’orto si scende nell’armonia<br />

profumata della seconda terrazza-giardino sottostante,<br />

che ci dà l’idea per un giardino di rose. Sul suolo<br />

a prato orlato di stagionali (begonie, ciclamini, bergenie<br />

ecc.) questo spazio romantico e raccolto ha una prima<br />

parte ornata con una fontana di pietra, mentre alle spalle<br />

corre una pergola a traliccio di legno dipinta in verderame,<br />

come l’intera staccionata che racchiude il giardino,<br />

su cui si arrampicano vitigni (in questo caso ceppi<br />

laziali) inframmezzati dalle rose rampicanti Rosa gallica<br />

var. officinalis e dalle rifiorenti Rosa damascena, frutto<br />

della paziente ricerca della proprietaria. Al fondo del<br />

lato sinistro della pergola, addossata alla parete di tufo,<br />

sotto una spalliera di gelsomini, una panca ancora di<br />

pietra appoggia su una ciuffatura ricadente, molto scenografica,<br />

di rabarbaro.<br />

La terza terrazza-giardino è disegnata invece con l’esuberanza<br />

festosa del giardino dei semplici. Al centro del terreno<br />

a prato sono stati ritagliati riquadri di terra bordati<br />

di sempreverdi in cui dimorano una settantina di piante<br />

fra aromatiche e officinali, divise<br />

per proprietà terapeutiche<br />

(digestive, emollienti, calmanti<br />

e velenose), in ricordo<br />

delle piante medievali usate<br />

per scopi alimentari, medicinali<br />

o addirittura magici.<br />

L’antica costruzione<br />

in tufo della limonaia


La balza del Giardino dei<br />

Semplici si affaccia sul frutteto,<br />

quarta terrazza/ giardino, l’ultimo<br />

terrapieno, lasciata a prato e<br />

decorata lungo ai lati e al centro<br />

dai ranghi degli alberi a frutto<br />

dove i più giovani si mescolano a<br />

cultivar antiche, tutti circondati<br />

alla radice da fioriture stagionali,<br />

in una semplice e rigorosa geometria<br />

completata, seconda delle stagioni,<br />

da attrezzi per la raccolta<br />

dei frutti, panche e sedute conviviali<br />

per chiacchiere pigre sgranocchiando<br />

le succose primizie o<br />

lasciarsi commuovere dalla bellissima<br />

“nevicata” di petali profumati<br />

nel periodo della fioritura.<br />

Sotto la ricaduta<br />

esuberante del rabarbaro<br />

un altro gruppo di aiuole<br />

quadrate del giardino dei<br />

semplici con salvie, lavande<br />

e altre erbe curative e velenose<br />

La serie di aiuole<br />

quadrate dedicate alle<br />

piante medicamentose e<br />

calmanti nel terzo giardino,<br />

disegnato con la semplicità<br />

allegra del medievale<br />

“giardino dei semplici”<br />

LA VISITA<br />

Il giardino medievale e il castello sono visitabili<br />

su prenotazione tutto l’anno, anche con visite guidate.<br />

Si raggiungono con l’autostrada A1 Roma-Firenze, uscita Orte.<br />

Il parcheggio è in zona attigua.<br />

Tel. 333 404 01 98, info@nicolatartaglione.it<br />

Proprietaria: Elena Misciattelli Mocenigo Soranzo<br />

105 giardini da visitare


Sul finire dell’autunno,<br />

quando le piante si<br />

spogliano e le fioriture<br />

giungono al termine, le cince<br />

divengono protagoniste del giardino<br />

entrando in città e avvicinandosi alle<br />

case, in un continuo andirivieni di<br />

piccoli voli alla ricerca di cibo.<br />

Allegre, colorate, sempre all’erta ma<br />

disposte, se non disturbate, a<br />

lasciarsi osservare.<br />

Le cince sono gli uccelli ideali per avvicinarsi al<br />

birdwatching, perché colonizzano con facilità i nidi<br />

artificiali e in primavera fanno a gara a contendersi<br />

il cotone messo a disposizione.<br />

amici animali<br />

Al freddo, sempre affamate<br />

Nei mesi invernali le cince per sopravvivere<br />

devono trovare semi pari a un terzo del loro<br />

peso corporeo e per questo non possono<br />

fermarsi mai. Si calcola che i nove decimi del<br />

tempo di luce delle giornate invernali sono<br />

impiegati nella ricerca del cibo. La loro<br />

presenza può essere incoraggiata mettendo a<br />

disposizione cibo in modo costante. Maggiore<br />

sarà il cibo offerto, più numerose saranno le<br />

cince che accorreranno nel nostro giardino.<br />

Una mangiatoia classica posta su un palo con<br />

uno spazio coperto è la scelta migliore. Semi<br />

per uccellini granivori, insieme a briciole di<br />

pane e dolci, noci, girasoli, nocciole, pinoli,<br />

formaggio, burro, pezzetti di lardo e carne<br />

andranno benissimo. Anche le più semplici<br />

La carica delle<br />

CINCE<br />

TESTO DI ALESSANDRO MESINI<br />

DISEGNO DI GABRIELLA GALLERANI<br />

106


collane, o le reticelle appese di<br />

noccioline sono molto gradite alle cince.<br />

Tutti cibi ad alto contenuto calorico. Le<br />

mele, o altra frutta fresca, invece,<br />

saranno becchettate distrattamente.<br />

In primavera e in estate le cince sono<br />

meno visibili, perché il loro regime<br />

alimentare è completamente diverso. Si<br />

nutrono di insetti quali imenotteri,<br />

ditteri, coleotteri e afidi, che cacciano in<br />

buona parte sugli alberi. Durante<br />

l’allevamento dei piccoli cacciano in<br />

preferenza bruchi di lepidotteri,<br />

svolgendo una preziosa azione di<br />

controllo su questi animaletti<br />

defogliatori destinati a<br />

trasformarsi in<br />

farfalle.<br />

La cinciallegra<br />

È la cincia per eccellenza, quella che tutti<br />

conosciamo. Ha le parti inferiori di colore giallo e<br />

quelle superiori verde grigio. La testa e la gola sono<br />

nere e formano con le guance bianche una<br />

mascherina facilmente riconoscibile. È la più grande<br />

del gruppo, circa 14 cm di lunghezza, e s’incontra<br />

con facilità nei giardini, nei parchi, fra le piante da<br />

frutto, negli oliveti e nei boschi. È presente quasi<br />

ovunque nel nostro<br />

paese, dal piano fino<br />

all’alta montagna.<br />

107<br />

La cinciarella<br />

Anch’essa molto<br />

diffusa, è gialla nelle<br />

parti inferiore e<br />

azzurra su dorso,<br />

testa e ali. Frequenta<br />

giardini e parchi con<br />

alberi d’alto fusto e<br />

predilige i boschi di<br />

quercia. Entra più<br />

timidamente nelle<br />

cinte urbane.<br />

La cincia mora<br />

Ha la stessa mascherina bianca e nera<br />

della cinciallegra, ma tutto il resto del<br />

corpo è grigio più o meno scuro.<br />

Vive nei boschi di conifere e al<br />

sopraggiungere dell’inverno scende dal<br />

nord e dalle montagne per avvicinarsi<br />

alle città.<br />

La cincia bigia<br />

Preferisce i boschi di latifoglie<br />

come castagno, carpino, faggio e<br />

nocciolo di collina e montagna.<br />

La testa è nera, le guance sono<br />

bianche, il corpo è grigio. È la<br />

più difficile da incontrare nei<br />

nostri giardini.<br />

amici animali


Il peggioramento delle<br />

condizioni di vita, soprattutto<br />

nelle città, in particolare<br />

quelle di grandi ma anche di<br />

medie dimensioni, il rilevante<br />

aumento del prezzo del petrolio e<br />

dei gas naturali per produrre<br />

energia, l’incremento del traffico e<br />

ambiente<br />

TETTI verdi<br />

TESTO DI<br />

ERALDO ANTONINI<br />

Per risparmiare<br />

energia<br />

e migliorare<br />

l’ambiente<br />

le conseguenti emissioni di<br />

sostanze nocive, hanno posto la<br />

necessità di effettuare interventi<br />

che, in qualche misura, possano<br />

migliorare le condizioni ambientali<br />

e ridurre le emissioni di inquinanti.<br />

I tetti verdi rientrano in questa<br />

logica in quanto hanno benefici<br />

effetti sul bilancio<br />

energetico degli edifici,<br />

sul rapporto ossigeno/<br />

anidride carbonica e<br />

anche sull’estetica e<br />

sulla fruizione di<br />

superfici solitamente<br />

non utilizzabili.<br />

108<br />

Copertura di una<br />

cantina realizzata<br />

con verde estensivo<br />

da Daku Italia<br />

nel 2003<br />

a Barolo (Cn)<br />

Cos’è un<br />

tetto verde<br />

I tetti verdi si possono<br />

considerare coperture<br />

vegetali dei tetti degli<br />

edifici. Anziché coppi e<br />

tegole, sull’ultimo strato del<br />

tetto compare una copertura<br />

vegetale. Queste coperture<br />

vegetali prevedono un<br />

sistema di impermeabilizzazione<br />

di alta qualità, un<br />

sistema antiradici, un<br />

sistema di controllo del<br />

vapore acqueo, un substrato<br />

di coltura e vegetazione<br />

idonea a vivere in queste<br />

condizioni.


Risparmio<br />

sulle spese di<br />

riscaldamento e<br />

raffrescamento<br />

dell’edificio<br />

Il tetto è la parte dell’edificio<br />

dove si ha<br />

la maggiore dispersione<br />

termica. La vegetazione<br />

e il substrato<br />

di coltura (terreno<br />

speciale dove si<br />

sviluppano gli apparati<br />

radicali) influiscono<br />

sul microclima<br />

del tetto andando<br />

a creare una riduzione<br />

della temperatura<br />

del tetto durante<br />

il giorno in estate,<br />

e una minore dispersione<br />

termica durante<br />

l’inverno. Il tetto<br />

verde diventa una<br />

sorta di “volano termico”<br />

tra strutture<br />

murarie e ambiente.<br />

In estate un tetto in<br />

asfalto può raggiungere<br />

temperature intorno<br />

a 80°C, mentre<br />

di notte cede calore<br />

all’aria e scende a<br />

temperature intorno<br />

i 20°C. Un<br />

buon tetto<br />

verde può<br />

mantenere<br />

la temperatura<br />

massima<br />

estiva intorno<br />

a 25<br />

gradi.<br />

Perché il tetto verde<br />

Studi condotti all’estero, in particolare negli<br />

Stati Uniti, in Canada e in Germania, hanno<br />

dimostrato che un tetto verde presenta una<br />

serie di benefici non solo per il singolo ma<br />

anche per la collettività.<br />

Verde estensivo<br />

realizzato da<br />

Poliflor con<br />

prodotto<br />

“Pretaleata”<br />

presso<br />

l’ospedale<br />

civile di<br />

Baggiovara (Mo);<br />

in particolare:<br />

foto in basso<br />

a sinistra<br />

e al centro<br />

al termine<br />

della posa;<br />

foto in basso<br />

a destra<br />

la copertura<br />

dopo un mese;<br />

foto a fianco,<br />

sopra e sotto,<br />

dopo 3 mesi<br />

dalla posa<br />

La riduzione dei consumi dipende dalle<br />

dimensioni dell’edificio, dalla tipologia del<br />

tetto verde e dalle caratteristiche climatiche<br />

del luogo. Studi canadesi hanno evidenziato<br />

che con una copertura di graminacee e 10<br />

cm di substrato di coltura si ha una riduzione<br />

del 25% sul raffrescamento estivo.<br />

A livello urbano la vegetazione, durante l’estate,<br />

abbassa la temperatura di alcuni gradi<br />

grazie anche all’effetto dell’evapo-traspirazione,<br />

mediante il quale le piante assorbono<br />

energia termica per far evaporare acqua, e<br />

abbassare la temperatura dell’aria circostante.<br />

Per far evaporare un litro d’acqua occorrono<br />

circa 592 chilocalorie. Da questo punto di vista<br />

i tetti verdi possono incrementare la superficie<br />

a verde delle aree urbane notoriamente<br />

avare di spazi occupati dalla vegetazione.<br />

109 ambiente


Riduzione dell’inquinamento acustico<br />

Il substrato di coltura e le piante rappresentano una barriera<br />

alla propagazione delle onde sonore in quanto possono riflettere,<br />

deviare o assorbire le onde sonore prodotte dagli aerei, dal<br />

traffico e dai macchinari. Si ottiene così, entro certi limiti, un’insonorizzazione;<br />

il suolo tende a bloccare le onde sonore a bassa<br />

frequenza mentre la vegetazione quelle ad alta frequenza.<br />

Assorbimento dell’acqua piovana<br />

Il substrato di coltura quando piove assorbe acqua e parte di<br />

essa viene immagazzinata dai pannelli alveolari o altri sistemi<br />

di trattenuta. Se la pioggia è di lunga durata il substrato<br />

rilascerà l’acqua che non riesce a trattenere. In questo modo,<br />

comunque, si ha un rilascio più lento dell’acqua al sistema<br />

fognario.<br />

Miglioramento dell’aria<br />

La vegetazione, in generale, è in grado di convertire<br />

anidride carbonica in ossigeno attraverso la<br />

fotosintesi.<br />

ambiente<br />

Copertura<br />

di negozio<br />

realizzata<br />

con verde<br />

estensivo<br />

da Daku<br />

Italia nel<br />

2003 a<br />

San Donà<br />

di Piave<br />

(Ve)<br />

110<br />

Verde estensivo<br />

realizzato da Poliflor<br />

con prodotto “XF 301”<br />

(stuoie prevegetate)<br />

su tetto a botte<br />

di un’abitazione-studio<br />

di architetti a Correggio (Re)<br />

Anche rispetto all’inquinamento acustico<br />

le caratteristiche della copertura giocano un<br />

ruolo importante nell’ottenere l’effetto<br />

desiderato. Ad esempio un substrato di<br />

coltura di 12 cm può ridurre il rumore di 40<br />

decibel, che salgono a circa 50 per uno strato<br />

di 20 cm.<br />

Se i tetti verdi si diffondessero si avrebbe<br />

una maggiore efficienza delle reti fognarie<br />

urbane durante gli acquazzoni, in quanto<br />

l’afflusso di acqua piovana sarebbe<br />

rallentato, e in parte ridotto, dai tetti<br />

stessi.<br />

Si calcola che 1,5 mq di graminacee siano sufficienti a<br />

produrre ossigeno per il fabbisogno annuo di un uomo.<br />

Allo stesso tempo è sufficiente 1 mq di graminacee per<br />

fissare 0,2 kg di microparticolato atmosferico.<br />

Copertura a<br />

verde estensivo<br />

a Sedum, di<br />

notevole<br />

effetto,<br />

realizzata nel<br />

1999 da Perlite<br />

Italiana su<br />

edificio<br />

pubblico a<br />

Carpi (Mo)


Copertura a verde estensivo<br />

realizzata nel 1996 da Perlite<br />

Italiana nel palazzo della Siemens,<br />

che ospita gli uffici del nuovo Centro<br />

Direzionale in zona Bicocca a Milano. La struttura dell’edificio,<br />

caratterizzata da ampie pareti di vetro e da corti che collegano<br />

i vari corpi, permette di godere totalmente di questi spazi<br />

verdi; al tempo stesso le superfici verdi riducono la rifrazione<br />

luminosa e mitigano la temperatura in copertura<br />

Com’è fatto un tetto verde<br />

I tetti verdi richiedono soluzioni tecniche<br />

particolari affinché si possa trarre<br />

vantaggio dalla copertura vegetale senza<br />

avere problemi d’infiltrazioni d’acqua o<br />

di ristagni di umidità. Possono essere<br />

applicati alle coperture piane dei<br />

capannoni industriali e commerciali, ai tetti<br />

piani e inclinati delle abitazioni civili, alla<br />

copertura dei parcheggi interrati. I tetti<br />

verdi possono essere di tipo estensivo o di<br />

tipo intensivo. Il tetto verde estensivo<br />

prevede un intervento “leggero” dato da<br />

uno strato di terreno di coltura esiguo<br />

(intorno ai 10 cm) e l’impiego di piante<br />

erbacee di altezza limitata. Il tetto verde<br />

intensivo comporta un maggiore strato di<br />

terreno di coltura (generalmente dai 40 ai<br />

60-80 cm) e prevede l’impiego di specie<br />

erbacee, arbustive e, all’occorrenza,<br />

arboree. Si può anche chiamare col più<br />

classico termine di giardino pensile. In<br />

entrambi i casi, prima della realizzazione è<br />

bene sincerarsi della portata del solaio sul<br />

quale si vuole impiantare il tetto verde.<br />

Verde intensivo (giardino pensile) su<br />

copertura di garage fuoriterra di<br />

abitazione privata, realizzato nel 2003 da<br />

Daku Italia in Val Catara (Vr). Una<br />

soluzione che permette di non avere<br />

davanti alla porta di casa una anonima<br />

pavimentazione che avrebbe, tra l’altro,<br />

trasmesso molto calore al fabbricato<br />

Copertura<br />

a verde<br />

estensivo<br />

in villaggio<br />

turistico a<br />

Castellaneta<br />

Marina (Ta),<br />

realizzata da<br />

Perlite<br />

Italiana<br />

Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, esistono<br />

sistemi già sperimentati che garantiscono<br />

risultati ottimali. Questi sistemi prevedono la posa in opera di<br />

diversi elementi tecnici che si possono così sintetizzare:<br />

• membrana antivapore: evita la formazione di condensa e i<br />

ristagni di umidità che possano trasmettersi agli ambienti<br />

sottostanti<br />

• isolante termico: evita dispersioni di calore dagli strati<br />

sottostanti<br />

• membrana impermeabile: evita infiltrazioni d’acqua nelle<br />

strutture portanti e negli ambienti sottostanti<br />

• membrana antiradice: evita alle radici di approfondirsi<br />

oltre questo livello (la membrana antiradice può essere<br />

posta anche come primo tratto in aderenza alla struttura<br />

portante del tetto)<br />

• strato drenante: ha la funzione di immagazzinare acqua e<br />

allontanare quella eccedente<br />

• strato o membrana filtrante: evita che particelle di terriccio<br />

possano infiltrarsi negli strati sottostanti<br />

• terreno di coltura: terreno alleggerito che ha la funzione di<br />

accogliere le piante<br />

• vegetazione: prevalentemente costituita da piante erbacee<br />

perenni resistenti alla siccità<br />

• è possibile, inoltre, prevedere un impianto d’irrigazione a<br />

goccia che possa essere attivato in caso di periodi prolungati<br />

di siccità, al fine di garantire la sopravvivenza della<br />

copertura verde dei tetti.


ambiente<br />

Verde estensivo<br />

realizzato da Poliflor<br />

con prodotto<br />

“Completa prevegetata”<br />

presso la piscina comunale<br />

di Riva del Garda (Tn);<br />

in particolare:<br />

nelle foto della terza fila<br />

“Completa prevegetata”,<br />

nella prima e seconda fila<br />

le fasi di realizzazione<br />

Presenta, generalmente, un buon<br />

contenuto in sostanza organica e inerti<br />

porosi (ad esempio lapillo vulcanico,<br />

pomice, agriperlite) che possano<br />

trattenere umidità ed elementi minerali e<br />

alleggerire il peso del terreno stesso. La<br />

presenza di inerti ha anche la funzione di<br />

Caratteristiche<br />

del terreno di coltura<br />

112<br />

mantenere una buona porosità del<br />

terreno, e quindi un buon equilibrio tra<br />

ossigeno e acqua tellurica. Il terreno di<br />

coltura ha uno spessore variabile da 8-10<br />

cm sino a 40 cm (e anche oltre), a<br />

seconda dell’inclinazione del tetto e del<br />

tipo di vegetazione prevista.


Copertura<br />

a verde estensivo<br />

adibita anche<br />

a solarium<br />

nella palestra<br />

DownTown<br />

di Milano,<br />

realizzata da<br />

Perlite Italiana<br />

con sistema<br />

“Perligarden”<br />

Le piante erbacee dei tetti verdi estensivi devono<br />

essere anche a rapido sviluppo, soprattutto orizzontale<br />

(tappezzanti o coprisuolo) al fine di ottenere<br />

rapidamente un’omogenea copertura della<br />

terra di coltura. A questo proposito sono molto<br />

utilizzati, nelle condizioni climatiche tipiche<br />

dell’Italia, i Sedum e i Mesembrianthemum che<br />

assommano caratteristiche di spiccata resistenza<br />

alla siccità, rapidità di copertura e crescita in<br />

altezza contenuta. Nel caso di tetti inclinati la<br />

Caratteristiche della vegetazione<br />

vegetazione deve essere abbastanza bassa e lo<br />

strato di terreno sottostante deve mantenersi<br />

entro i 10 cm. Qualora invece si operi su tetti<br />

piani, in funzione della portata del tetto si possono<br />

realizzare veri e propri giardini pensili (tetti<br />

verdi intensivi). In quest’ultimo caso è possibile<br />

anche la messa a dimora di arbusti e piccoli alberi.<br />

Le piante possono essere poste in opera mediante<br />

stuoie prevegetate, mediante semina o<br />

mediante piantagione diretta.<br />

Copertura<br />

a verde intensivo<br />

realizzata<br />

in terrazza privata<br />

a Milano<br />

da Perlite Italiana<br />

con il Sistema<br />

Perligarden<br />

INDIRIZZI A<br />

PAGINA 127<br />

ambiente


UN CASSONE<br />

per anticipare<br />

TESTO DI<br />

ALESSANDRO<br />

MESINI<br />

DISEGNI DI<br />

CLAUDIO<br />

CRISTIANI<br />

Un cassone ha molteplici impieghi:<br />

serve per anticipare le semine, per<br />

proteggere le piantine acquistate o<br />

prodotte da un ritorno di freddo in attesa<br />

che si ripristino le condizioni ideali al<br />

trapianto, aiuta a far radicare talee che<br />

richiedono caldo e umidità elevata.<br />

Chi già ne possiede uno può attestare<br />

quanto sia utile e quanto lo spazio interno<br />

spesso scarseggi. Può essere costruito con<br />

spesa limitata e in materiali diversi. Per il<br />

balcone l’ideale è il legno: leggero, resistente,<br />

facile da spostare. Per il giardino e per l’orto<br />

possiamo scegliere la pietra o i mattoni, così<br />

da creare un elemento stabile: utile e<br />

decorativo al tempo stesso.<br />

Dove collocarlo<br />

Il cassone diventa in pratica una piccola<br />

serra senza riscaldamento e una buona<br />

esposizione al sole garantirà nei periodi<br />

più freddi un migliore e più sicuro utilizzo,<br />

specie al mattino e verso sera. Sempre<br />

riparato dalle correnti più fredde.<br />

come si fa<br />

Il materiale<br />

e gli attrezzi<br />

La scelta più affidabile<br />

per quanto riguarda il legno<br />

sono i pannelli di compensato<br />

marino, resistenti all’acqua, all’umidità e alla torsione da<br />

questa indotte. Occorrono:<br />

• un pannello largo 100 e lungo 210 cm da tagliare con una<br />

sega circolare o con un robusto seghetto alternativo in 6<br />

strisce, in successione: una di 50 cm, due di 40 cm, una di<br />

20 cm, una di 10 cm e una finale che risulterà di poco<br />

inferiore ai 50 cm per lo spazio perso nei tagli<br />

• viti zincate e avvitatore<br />

• trapano con punta sottile per praticare i fori d’invito<br />

• vernice impermeabilizzante con impiego di catalizzatore che<br />

conferisca anche durezza, tipo quella per i pavimenti di legno<br />

• cerniere brunite per fissare lo sportello<br />

• maniglia semplice e funzionale<br />

• materiale trasparente tipo plexiglas,<br />

ma per una maggior trasparenza<br />

nel tempo sarebbe meglio un<br />

vetro termico, sempre<br />

resistente, per evitare<br />

tagli dovuti a<br />

rotture<br />

accidentali<br />

114<br />

Le misure<br />

Per iniziare si può provare con un cassone di piccole<br />

dimensioni da considerare come un prototipo<br />

“portatile”. Facile da spostare e non troppo ingombrante,<br />

potrà trovare collocazione su un balcone, su<br />

un davanzale munito di apposita staffa di sostegno,<br />

in casa, sulle scale, o all’esterno accostato a un<br />

muro. Dimensioni: lunghezza 100 cm, profondità 50<br />

cm, altezza anteriore 20 cm, posteriore 40 cm.


COSTRUIRE LA STRUTTURA<br />

Fissiamo alla base di<br />

100 per 50 cm i<br />

lati, poi il<br />

fronte<br />

alto 20 cm e<br />

il retro alto 40<br />

cm. La striscia di<br />

10 cm dovrà essere<br />

collocata a mo’ di<br />

coperchio parziale sulla sommità della struttura,<br />

nella parte verso il retro.<br />

Resta ancora una striscia di legno profonda<br />

poco meno di 50 cm. Questa servirà per<br />

costruire il coperchio: formerà la struttura<br />

atta a sorreggere il materiale<br />

trasparente e a chiudere il lato<br />

sghembo. Potrà essere<br />

sagomata secondo i gusti,<br />

in quadretti per<br />

ripetere la struttura<br />

delle finestre country<br />

inglesi oppure come semplice cornice<br />

per garantire la maggiore superficie illuminante possibile.<br />

Dopo aver<br />

fissato all’interno il materiale trasparente alla cornice si unisce e<br />

articola la struttura con le cerniere, e si completa con la maniglia.<br />

Il pannello è leggermente più lungo del necessario: potrà essere<br />

accorciato o lasciato abbondante così che consenta di sgrondare<br />

l’eventuale acqua piovana,<br />

allontanandola<br />

dalla struttura.<br />

La prima operazione è sagomare i lati della struttura. Avranno<br />

la forma di un rettangolo tagliato di sghembo nella<br />

parte superiore (trapezio). La base inferiore sarà<br />

di 50 cm (tagliando a metà una delle strisce alte<br />

40 cm), quella superiore di 10 cm, il lato verticale<br />

più basso dopo il taglio di sghembo sarà alto 20<br />

cm, come le illustrazioni evidenziano. Per non<br />

ottenere due lati anche solo leggermente<br />

diversi fra loro è bene fissare con due viti<br />

provvisorie i pannelli, sovrapponendoli, e poi<br />

procedere al taglio.<br />

Lavori di finitura<br />

Si procede alla verniciatura solo al termine,<br />

impregnando il legno con più<br />

mani, insistendo sui punti di ingresso<br />

delle viti e nella giuntura dei pannelli.<br />

All’esterno potrà essere scelto un colore<br />

a smalto.<br />

Da ultimo aggiungiamo, se vogliamo, due<br />

listelli per tenerlo sollevato da terra.<br />

Adesso non resta che riempirlo.<br />

115 come si fa


Abbonamento a<br />

Cari lettori,<br />

quest’anno <strong>Giardini</strong> cambia la sua periodicità,<br />

sostituendo nei mesi in cui l’attenzione<br />

per il giardinaggio è minore un’uscita<br />

della rivista con la pubblicazione<br />

di un libro-manuale in formato pocket,<br />

in vendita sia in edicola che in libreria.<br />

LA NUOVA PROGRAMMAZIONE AVRÀ IL SEGUENTE CALENDARIO:<br />

periodico <strong>Giardini</strong> n. 224 gennaio-febbraio in edicola a fine gennaio<br />

periodico <strong>Giardini</strong> n. 225 marzo in edicola a fine febbraio<br />

periodico <strong>Giardini</strong> n. 226 aprile in edicola a fine marzo<br />

periodico <strong>Giardini</strong> n. 227 maggio in edicola a fine aprile<br />

periodico <strong>Giardini</strong> n. 228 giugno-agosto in edicola a fine maggio<br />

periodico <strong>Giardini</strong> n. 229 settembre-dicembre in edicola a fine agosto<br />

libro-manuale n. 2 <strong>Giardini</strong> in edicola ad aprile<br />

libro-manuale n. 3 <strong>Giardini</strong> in edicola a ottobre<br />

libro-manuale n. 4 <strong>Giardini</strong> in edicola a fine novembre<br />

IL GIARDINO<br />

PIANTE IN CASA<br />

la rivista<br />

FRUTTICOLTURA<br />

PIANTE EMERGENTI<br />

2007<br />

L’abbonamento a <strong>Giardini</strong><br />

comprende 6 numeri della rivista<br />

(costo 3,60 e x 6 = 21,60 e)<br />

e 3 manuali a scelta (costo 9,50 e x 3 = 28,50 e).<br />

Il costo totale dell’abbonamento<br />

è di 59,00 e, anziché 65,10<br />

(21,60 e + 28,50 e + 15,00 e spese postali)<br />

AIUOLA DEL MESE<br />

I MANUALI IN PROGRAMMA:<br />

• libro-manuale n. 1<br />

Il giardino biodinamico<br />

(già uscito a novembre 2006)<br />

• libro-manuale n. 2<br />

Il prato, realizzazione<br />

e manutenzione<br />

• libro-manuale n. 3<br />

Il giardino produttivo,<br />

orto e frutteto familiare<br />

• libro-manuale n. 4<br />

I lavori del giardiniere<br />

nell’arco dell’anno<br />

ORTICOLTURA<br />

PIANTA<br />

VEDETTE


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compilare la cedola<br />

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41100 MODENA<br />

o per fax al numero:<br />

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059 41 26 29<br />

PER CHI NON TROVA LA<br />

RIVISTA NELLA SUA EDICOLA<br />

Chi non trova la rivista<br />

o i libri-manuali<br />

nell’edicola di fiducia<br />

può segnalarne l’ubicazione<br />

al nostro ufficio abbonamenti,<br />

che provvederà a rifornirla<br />

dal numero successivo.<br />

È anche possibile richiedere<br />

la rivista o i libri-manuali<br />

direttamente<br />

all’ufficio abbonamenti:<br />

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GENNAIO-FEBBRAIO 2007<br />

In omaggio a chi si abbona<br />

il NIDO IN ALGHE<br />

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NIDO IN ALGHE<br />

Il nido misura 23 x 25 cm e fa parte della linea<br />

“Best for Birds”, una collezione completa<br />

di cassette, nidi, mangiatoie e accessori<br />

per uccelli e altri animali selvatici.


VERDE ALLA<br />

FINESTRA<br />

giochi verdi<br />

DI ELIANA CONTRI E ERMES LASAGNI<br />

118<br />

Fuori fa freddo e piante come i<br />

gerani e le fucsie che vivono in<br />

vaso ora sono spoglie e sono state<br />

messe al riparo dal gelo; così le<br />

finestre in questo periodo sono<br />

senza verde e senza fiori. Però,<br />

all’interno della casa, su di un<br />

davanzale esposto alla luce, con<br />

pochissimo lavoro si possono<br />

preparare dei mini-giardini che<br />

rallegreranno le finestre in attesa<br />

della primavera


1Per dei mini-giardini occorrono alcuni<br />

contenitori, ad esempio dei vecchi piatti,<br />

un vassoio, dei bicchieri o delle ciotole e<br />

poi un po’ di terriccio e qualche manciata<br />

di semi: mais, fagioli, soia, piselli…<br />

3Ricopri i semi con un velo di terriccio e<br />

premi con il palmo della mano per<br />

fissarli bene, in modo che non si<br />

muovano al momento dell’annaffiatura.<br />

5Metti i contenitori davanti alla finestra ma<br />

non al sole diretto e vedrai che fagioli e<br />

soia in due o tre giorni cominceranno a<br />

germogliare: per prime spunteranno le<br />

radichette che affonderanno nel terriccio…<br />

2Metti uno strato di terriccio alto circa 3-4<br />

cm sul fondo del contenitore e sopra spargi<br />

i semi: devono essere vicini vicini e<br />

formare una specie di tappeto senza buchi.<br />

4Innaffia con cura sino a inumidire bene il<br />

terriccio. Siccome i semi devono restare<br />

sempre umidi, ripeti l’annaffiatura più<br />

volte al giorno usando uno spruzzatore.<br />

6… poi cominceranno ad allungarsi gli steli<br />

con le foglie e presto si formeranno dei<br />

mini-boschetti. Se accosti i contenitori<br />

puoi formare un giardino in miniatura.<br />

119 giochi verdi


Giocare al giardino<br />

2006<br />

del Festival di<br />

L’edizione<br />

Chaumont ha<br />

proposto il tema del<br />

gioco nel giardino e<br />

con il giardino. Progetti<br />

vegetali per visitatori<br />

felici, liberi di giocare<br />

in giardini di fiabe, con<br />

tutte le emozioni insite<br />

nel divertimento: l’aspettativa,<br />

il mistero, la<br />

sorpresa, l’incanto, la<br />

gara. Progetti che hanno<br />

reso gli ospiti partecipi<br />

al gioco dei paesaggi<br />

interattivi e regalato<br />

nuovi spunti per giardini<br />

diversi.<br />

A Chaumont 2006<br />

attualità verdi<br />

120<br />

TESTO E FOTO<br />

DI PATRIZIA<br />

SPINELLI<br />

NAPOLETANO<br />

La scacchiera di Alice<br />

Alice dall’altra parte dello specchio ispira un ridente<br />

gioco di scacchi metallici giganti in movimento su una<br />

scacchiera di composizioni floreali in rosso e bianco,<br />

asparago, lobelia, Miscanthus, Stipa, salvia e surfinie.<br />

Il giardino si anima con l’azione dei giocatori, vero<br />

paesaggio in movimento costantemente modificato.<br />

REALIZZATO DA MICROCLIMAX: BENJAMIN JACQUEMET E<br />

CAROLYN WITTENDAL (FRANCIA)


Giocare a nascondino all’ombra delle stravaganze<br />

Ecco una foresta immaginaria, di silhouettes dalle<br />

forme strane: lupi, gatti cani, farfalle, coccodrilli.<br />

Zucche e pomodori annidati fra i rami, le silhouettes<br />

diventano alberi-legumi e ai loro piedi fioriscono<br />

rabarbari, Macleya, angeliche, dature, passiflora e<br />

inquietanti Aristolochia macrophylla. Dappertutto<br />

specchi prolungano e confondono i limiti di questo<br />

piccolo giardino della fantasia: ci si perde fra forme<br />

e riflessi, tra il vero e il falso…<br />

REALIZZATO DA ARPENTS PAYSAGES: LAURENCE KAISER<br />

GRUBER, CHRISTINE ALBAN E SARAH LETERRIER (FRANCIA)<br />

Rovescio<br />

o dritto<br />

Rovescio o<br />

dritto? Curioso<br />

giardino<br />

bipolare con un<br />

lato… rovescio<br />

a significare con<br />

ombra, pietre<br />

disordinate,<br />

bambù, liane ed<br />

erbe irsute<br />

(Parthenocissus,<br />

amaranto ecc.)<br />

il senso della<br />

perdita, mentre<br />

il lato… dritto è espresso da un giardino<br />

luminoso assolato e fiorito da papaveri, gerani,<br />

ipomea, russelia, zinnie e tagete che esprime la<br />

felicità d’aver saputo superare le paure e vinto<br />

la partita.<br />

REALIZZATO DA: DÉBORAH BOCQUET, LÉONARD<br />

CATTONI (STUDENTI ALLA SCUOLA DI BREUIL), CON<br />

IL SOSTEGNO DELLA CITTÀ DI PARIGI E DELL’ECOLE<br />

DE BREUIL (FRANCIA)<br />

Trottolare!<br />

Vertigine del turbinio, delle feste di<br />

fiera, in questo insolito, coloratissimo<br />

giardino ruotano bambini e piante.<br />

Mulinelli, trottole e piattelli dei giardini<br />

pubblici sono stati maliziosamente<br />

trasformati in giochi. Il giardino si<br />

mette in moto, poco a poco, sempre più<br />

velocemente, le forme si fondono, i<br />

rumori si confondono, i colori di<br />

Myosotis, salvie, festuca, Miscanthus e<br />

viole si mescolano e i giocatori sono<br />

portati via dal movimento.<br />

REALIZZATO DA: ANNE-MARIE ARBEFEUILLE,<br />

ELIANE CUMET E GÉRARD PONTET (FRANCIA)<br />

121 attualità verdi


attualità verdi<br />

Giochi di ruolo nella prateria<br />

Qui si diventa lillipuziani per penetrare<br />

l‘evasione immaginaria nel mondo<br />

infinitamente piccolo di un prato. Guidati da<br />

uno stelo, si penetra la corolla purpurea di un<br />

fiore da cui sbuca una farfalla e intorno<br />

Myosotis, narcisi, agli giganti, convolvoli, lino<br />

rosso e Helianthus fioriscono sotto ragnatele<br />

gigantesche come inquietanti nidi di ragno…<br />

lo spaesamento e il cambio di scala fanno<br />

gioco e un po’ paura.<br />

REALIZZATO DA: STEFANO BONADONNA, MARIE-<br />

SABINE GOURIOU, VIRGINIE ORT E LUC RICHARD<br />

(FRANCIA)<br />

Il gioco dell’Oca<br />

122<br />

Il gioco dell’Oca è come la<br />

vita: pericoli, casualità,<br />

felicità, progresso, scelte…<br />

propone il piacere di vivere<br />

qualche peripezia senza<br />

conseguenze in un giardino<br />

bianco di pervinca, dicentra,<br />

rose rampicanti ‘New<br />

Dawn’, Myosotis alpestri,<br />

Gaura, Cosmos, clematidi,<br />

santolina, salice e Aster<br />

candidi come il piumaggio<br />

dell’oca. Il piacere di<br />

mettersi in gioco… un<br />

califfo preferiva quello<br />

d’azzardo agli scacchi: «se<br />

perdo posso sempre<br />

accusare il fato».<br />

REALIZZATO DA: LUDOVIC<br />

BIAUNIER E RODOLPHE<br />

CHEMIÈRE, CON IL SOSTEGNO DI<br />

ERIC BERNARD (FRANCIA)


Ventaglio sinestetico<br />

Baudelaire scrisse «la natura è un tempio in<br />

cui colonne viventi emettono parole<br />

confuse». Questo giardino sollecita i sensi<br />

del visitatore in un gioco di percezioni<br />

sensoriali – appunto sinestesie – e di<br />

associazioni. «Profumi e colori di clematidi,<br />

viti, aromatiche, gelsomini e Parthenocissus<br />

quinquefolia e suoni» conducono attraverso<br />

un ventaglio di pareti elusive, sipari mobili,<br />

quinte sonore fino al proprio riflesso nello<br />

stagno di Narciso, che gli sussurra come<br />

tutto parli solo di lui.<br />

REALIZZATO DA: FRANCESCA E ANNACATERINA<br />

PIRAS (ITALIA)<br />

Giocate come vi piace!<br />

Questo giardino-teatro, in cui il visitatore è attore<br />

e spettatore, è una successione di<br />

decori scorrevoli organizzati in scene e<br />

ambienti di fioriture. Quelle rosse e<br />

gialle evocano la porpora e l’oro dei<br />

teatri barocchi; buddleie ed eliotropi –<br />

per attirare le farfalle – simboleggiano<br />

l’effimero del teatro mentre mostarda,<br />

cavoli e cappuccine rifocillano i<br />

bruchi. Forse anche qui Carroll ha<br />

lasciato la sua impronta irridente…<br />

REALIZZATO DA: CÉLINE DODELIN,<br />

MATTHIEU LANHER E FRANÇOIS WATTELLIER<br />

(FRANCIA)<br />

Swings<br />

Come nella villa di Adriano, vicino a Roma, dove<br />

nello stagno circolare<br />

sorge un padiglione<br />

che sembra galleggiare<br />

oltre la realtà, così<br />

“Swings”, il giardino<br />

con il padiglione<br />

«delle oscillazioni», è<br />

l’incanto delle<br />

memorie di fanciullo<br />

al centro di uno<br />

stagno popolato<br />

dall’ondeggiare delle<br />

altalene e da un<br />

piccolo giardino con<br />

cestoni assolati di<br />

lavande, caprifogli e<br />

petunie e, nell’ombra,<br />

muschi, edere e<br />

licheni. Profumi e<br />

dondolii dell’infanzia<br />

tutti da giocare.<br />

REALIZZATO DA EXTRA<br />

PAESAGGIO: FRANCESCO RICCARDO GHIO, FEDERICA BENELLI,<br />

VINCENZO DI SIENA E STEFANIA LORENZINI (ITALIA)<br />

123 attualità verdi


attualità verdi<br />

Did you say pig or fig?<br />

Le ingannevoli sembianze e il titolo del giardino<br />

alludono ai dialoghi surreali tra Alice e il Gatto a<br />

Strisce nel Paese delle Meraviglie, personaggio<br />

che riassume lo spirito faceto, illusorio e<br />

intrigante di questo giardino; con la scivolata del<br />

toboga che fa atterrare in un mondo onirico,<br />

Niente paura<br />

Il bosco è oscuro, bosco d’ombre popolato di spettri e<br />

mostri che riporta ai terrori dell’infanzia quando<br />

avere/fare paura era parte del gioco. Alla fine del bosco,<br />

fra felci, alchemilla, primule, papaveri, Thumbergia alata,<br />

Stipa, Laurus nobilis e timo, si approda finalmente nella<br />

radura assolata e il premio dell’ansia è far<br />

deliziosamente rabbrividire gli altri gridando, cantando,<br />

soffiando, facendo rumori rochi e inquietanti attraverso<br />

lunghi e torti tubi d’oro che solcano la foresta.<br />

REALIZZATO DA: YVES ROLIN E ADÉLAÏDE FICHE (STUDENTI ALLA<br />

SCUOLA DI ARCHITETTURA DI BRETAGNA, À RENNES), CON IL<br />

SOSTEGNO DELL’INSEGNANTE LOUIS-MICHEL NOURRY (FRANCIA)<br />

124<br />

fantasmagorico di specchi riflettenti che attraggono<br />

in curiosi paesaggi fra catalpe, brugmansie, strelitzie<br />

giganti, rampicanti fitti e la vegetazione<br />

lussureggiante di banani e piante tropicali.<br />

REALIZZATO DA HAUTES SCENES: ALICE ROUSSILLE, VALÉRIE<br />

CROUSLÉ, LAURENCE GARFIELD E ALEXANDRA TOROSSIAN<br />

(FRANCIA)<br />

Il “panpano” sull’acqua<br />

Il “gioco della settimana”, o<br />

panpano, affiora al centro di<br />

uno stagno, ogni salto sulle<br />

caselle provoca fiori d’acqua,<br />

pioggia, bolle, vapore, getti…<br />

memoria di giardini e fontane<br />

monumentali e semplice gioco<br />

d’infanzia giocato fra l’asfalto,<br />

sotto un argine, in un cortile;<br />

universo fluttuante, fra<br />

Gunnera manicata, giunchi,<br />

Equisetum, Hosta, Iris<br />

germanica, Pontederia, agapanti<br />

e Cyperus, di una bimba che<br />

salta le caselle per raggiungere<br />

il cielo… a suo rischio e<br />

pericolo.<br />

REALIZZATO DA: PIERRE LUU E<br />

CHRISTIAN QUI (FRANCIA)


Flower’n’roll<br />

Sette enormi palloni con i colori dell’arcobaleno<br />

rullano lungo parallele in questo giardino pensato per<br />

evocare un gioco fra viali di basalto nero e gruppi di<br />

vegetali monocromatici verde scuro e chiaro (edera,<br />

tasso, bosso, lauro, cipresso, caprifoglio, alchemilla e<br />

Hemerocallis). L’esagerazione è la componente del<br />

divertimento fra queste leggere rocce di Sisifo che<br />

rammentano come la vanità del gioco e quella del<br />

giardino non hanno mai fine.<br />

REALIZZATO DA DUTERTRE & ASSOCIE(E)S: PHILIPPE E<br />

GRÉGORIE DUTERTRE E ARNAULD DELACROIX (FRANCIA)<br />

Chaumont-sur-Loire<br />

www.chaumont-jardin.com<br />

Il gioco della Venere e del caso<br />

Sulla superficie di uno stagno affiorano e vanno<br />

alla deriva fra la vegetazione acquatica di ninfee,<br />

canne, Thalia, Equisetum, Cordyline, Pontederia,<br />

Tipha e giunco, le tessere di un puzzle gigante che<br />

rappresenta la Venere del Botticelli, nata dal mare,<br />

portata da una conchiglia e spinta alla riva dai<br />

venti, gli stessi venti che giocano e muovono le<br />

tessere impedendo ai giocatori di finire il puzzle.<br />

REALIZZATO DA: DIMITRI XENAKIS E MARO AVRABOU<br />

(FRANCIA)<br />

125 attualità verdi


Il concetto di giardino<br />

è quasi sem-<br />

DI ERALDO ANTONINI<br />

pre legato all’artificio:<br />

quando si impianta<br />

un giardino si ricercano effetti<br />

estetici e talvolta utilitaristici (produzione<br />

di frutti), spesso senza tenere<br />

conto delle potenzialità ecologiche e<br />

ambientali che un giardino può avere.<br />

Soprattutto in ambito urbano e perturbàno,<br />

dove gli spazi naturali scarseggiano,<br />

ma anche in campagna, un<br />

giardino, se opportunamente progettato,<br />

può diventare una sorta di “area<br />

rifugio” per dare ospitalità e riparo a<br />

una fauna sempre più in difficoltà a<br />

causa dell’avanzare delle opere edili e<br />

stradali e dell’uso di pesticidi.<br />

Spesso non si pensa che il giardino ha<br />

in sé una componente animale formata,<br />

soprattutto, da individui di piccole<br />

dimensioni che spesso sfuggono all’osservazione.<br />

Ci si accorge della presenza<br />

di animali solo quando compaiono<br />

insetti nocivi che danneggiano le piante.<br />

Ma in realtà questi sono la punta di<br />

un iceberg, spesso squilibrato da una<br />

cattiva gestione o dalla presenza di<br />

piante non idonee al luogo. Le specie<br />

alloctone (provenienti da luoghi lontani)<br />

non naturalizzate trovano condizioni<br />

ambientali non ottimali, e quindi<br />

sono più deboli e più soggette all’attacco<br />

dei parassiti. I trattamenti chimici,<br />

poi, tendono a ridurre la popolazione<br />

animale e quindi anche gli animali utili,<br />

che potrebbero contenere le popolazioni<br />

di quelli dannosi.<br />

La prima mossa per un giardino “rispettoso<br />

dell’ambiente” è la scelta di<br />

piante sia autoctone (tipiche del luogo)<br />

sia alloctone naturalizzate o spontaneizzate<br />

(che si adattano perfettamente<br />

alle condizioni ambientali locali). Tuttavia<br />

per favorire la presenza di fauna<br />

questo non è sufficiente: occorre infatti<br />

oltre il giardino<br />

• Oltre il giardino •<br />

Un piccolo Eden<br />

Il giardino e l’ambiente naturale<br />

utilizzare, in giardino, piante che diano<br />

alimento e rifugio ai piccoli animali. Per<br />

esempio occorre inserire piante nettarifere<br />

che permettano la sopravvivenza<br />

di farfalle e insetti impollinatori. Oltre a<br />

ciò bisogna evitare in generale di eseguire<br />

trattamenti chimici, ma se proprio<br />

si è costretti è assolutamente necessario<br />

non distribuire insetticidi quando le<br />

piante sono in fioritura perché si rischia<br />

di eliminare anche gli insetti impollinatori<br />

e le farfalle. Ci sono, inoltre, numerosi<br />

uccelli e piccoli animali che si nutrono<br />

di insetti e quindi sono utili per il<br />

contenimento anche degli insetti dannosi:<br />

per esempio pettirosso, merlo, fringuello,<br />

verdone, ciuffolotto, ragni, rane<br />

e rospi, ricci, orbettini, toporagni. Ecco<br />

quindi l’importanza di dotare il giardino<br />

di specie che offrano nutrimento e<br />

rifugio alla componente faunistica. Si<br />

ricorre, infatti, ai cosiddetti arbusti e<br />

alberi “da bacca”, intervallati ad arbusti<br />

sempreverdi, che diano riparo anche in<br />

inverno. Il giardino, in questo caso, non<br />

diventa solo un ornamento della casa,<br />

ma anche un piccolo Eden che contribuisce<br />

alla salvaguardia di specie animali<br />

a rischio di estinzione.<br />

126<br />

FORNACIARI


BAKKER ITALIA<br />

Lurate Caccivio (Co)<br />

tel. 031 49 91 55 / 031 39 07 44<br />

servizio-clienti@bakker-it.com<br />

www.bakker-it.com<br />

B.M.R. ROSE MEILLAND<br />

Camporosso Mare (Im)<br />

tel. 0184 25 32 32<br />

info@meilland.it<br />

www.meilland.it<br />

BAYER GARDEN<br />

Milano<br />

tel. 02 397 21<br />

www.bayercropscience.it<br />

CIFO<br />

San Giorgio in Piano (Bo)<br />

tel. 051 665 55 11<br />

info@cifo.it<br />

www.cifo.it<br />

COMPO<br />

Cesano Maderno (Mi)<br />

tel. 0362 51 21<br />

www.compoagricoltura.it<br />

DAKU ITALIA<br />

San Donà di Piave (Ve)<br />

tel. 0421 518 64<br />

daku@daku.it<br />

www.daku.it<br />

Mostra fotografica di<br />

<strong>Giardini</strong><br />

Foto scattate in un giardino<br />

dell’isola di Mauritius,<br />

località Le Morne,<br />

da Monica Solari (Pc)<br />

DAVID AUSTIN ROSES<br />

Albrighton, Wolverhampton (Regno Unito)<br />

tel. 0044 1902 37 63 72<br />

italiano@davidaustinroses.com<br />

www.davidaustinroses.com<br />

PERLITE ITALIANA<br />

Corsico (Mi)<br />

tel. 02 440 70 41<br />

info.com@perlite.it<br />

www.perlite.it<br />

POLIFLOR<br />

Faenza (Ra)<br />

tel. 0546 441 54<br />

info@poliflor.net<br />

www.poliflor.it<br />

Indirizzario<br />

SEPRAN<br />

Isola Vicentina (Vi)<br />

tel. 0444 97 65 62<br />

sepran@sepran.com<br />

www.sepran.it<br />

VALAGRO<br />

Atessa (Ch)<br />

tel 0872 88 13 13<br />

n. verde 800 25 93 28<br />

info@garden.valagro.com<br />

www.valagro.com<br />

VIVAIO GUIDO DEGL’INNOCENTI<br />

Tavarnuzze (Fi)<br />

tel. 055 237 45 47<br />

info@vivaiodeglinnocenti.com<br />

www.vivaiodeglinnocenti.com<br />

127 indirizzario


Nel prossimo numero<br />

Ambiente<br />

Energia rinnovabile<br />

Pianta vedette<br />

Pratoline, non solo nei prati<br />

Giardinaggio pratico<br />

La fabbrica dei fiori,<br />

perenni da recidere<br />

Aiuola del mese<br />

La siepe di pianura<br />

Piante spontanee<br />

Corydalis: piccola, discreta e insolita<br />

Piante in giardino<br />

Giardinaggio in contenitore<br />

Agricoltura biodinamica<br />

L’utilizzo dei materiali vulcanici<br />

Orticoltura<br />

La coltivazione del pisello<br />

Frutticoltura<br />

Un frutteto in miniatura<br />

Cura della pianta<br />

Peronospora della viola<br />

Macchie necrotiche sulla calla<br />

Benessere con le piante<br />

Le piante depurative<br />

Come si fa<br />

Una tinozza per le fragole<br />

Amici animali<br />

Farfalle diurne<br />

Itinerari verdi<br />

L’orto-giardino di una fattoria<br />

in Borgogna<br />

La Mansonière: dieci piccoli giardini<br />

Marzo<br />

& Ambiente<br />

Direttore di testata: Donatella Forni dforni@logos.net<br />

Coordinatore tecnico scientifico: Eraldo Antonini eantonin@logos.net<br />

Art director: Daniele Bini<br />

Collaborazione grafica: Roberto Vergara<br />

Correzione bozze: Daniele Bini<br />

Comitato di redazione:<br />

Riccardo Albericci<br />

curatore giardino Durazzo Pallavicini<br />

Maria Grazia Bellardi<br />

fitopatologo docente della Facoltà<br />

di Agraria Università di Bologna<br />

Alessandro Bertolini<br />

specialista in tappeti erbosi<br />

Renato Comin<br />

arboricoltore<br />

Paolo Cottini<br />

fotografo botanico<br />

Giustino De Lorenzo<br />

fotografo<br />

Hanno collaborato a questo numero:<br />

Maria Grazia Bellardi, Alessandro Bertolini, Daniele Bini, Rosalba Caffo Dallari, Manuela Cerri, Eliana Contri, Paolo<br />

Cottini, Silvano Cristiani, Veronica De Micco, Maria Ottavia De Petri, Anna Maria Fabbri, Mario Ferrari, Massimo<br />

Fornaciari, Alessandro Mesini, Paolo Pistis, Giancarlo Pozzi, Patrizia Spinelli Napoletano, Mario Vietti, Francesco<br />

Vignoli, Maurizio Zarpellon<br />

Fotografi:<br />

Maria Grazia Bellardi, Manuela Cerri, Paolo Cottini, Mario Ferrari, Massimo Fornaciari, Dario Fusaro, Mario Giannini,<br />

Alessandro Mesini, Paolo Pistis, Patrizia Spinelli Napoletano, Francesco Vignoli, Maurizio Zarpellon<br />

Disegni:<br />

Daniela Baldoni, Claudio Cristiani, Gabriella Gallerani, Ermes Lasagni, Marcello Parisini, Marisa Tirabassi Comboni<br />

Copertina: Massimo Fornaciari<br />

SONO PRESENTI IN QUESTO NUMERO<br />

Copertina:<br />

II VIGORPLANT<br />

III ESTERNO CASA<br />

IV MANNA<br />

84 AQUILUS PISCINE<br />

2BAYER<br />

Carlo Del Prete<br />

professore di Botanica Università<br />

di Modena e Reggio Emilia<br />

Mario Ferrari<br />

fitoiatra ed entomologo, docente<br />

dell’Istituto Tecnico Agrario di Reggio<br />

Emilia e della Facoltà di Agraria<br />

dell’Università di Modena e Reggio<br />

Emilia<br />

Massimo Fornaciari<br />

agronomo esperto in frutticoltura<br />

Patrizio Giulini<br />

Comitato nazionale per i giardini storici<br />

BBAACC<br />

53 BMR ROSE<br />

64 CIFO<br />

25 COMPO<br />

59 COMPO<br />

33 FACCO<br />

67 GREEN SERVICE<br />

62 JOHN DEERE<br />

Distributore esclusivo per l’Italia:<br />

Parrini & C. SpA<br />

Roma - via Vitorchiano, 81 - Tel. 06 33 45 51 - Fax 06 33 45 55 00<br />

Milano - viale Forlanini, 23 - Tel. 02 75 41 71 - Fax 02 76 11 90 11<br />

UFFICIO PUBBLICITÀ<br />

Direzione: Marie Louise Moro - Tel. 059 41 25 33 - Fax 059 41 26 23 - mmoro@logos.net<br />

Segreteria: Nicoletta Gasparini - Tel. 059 41 26 36 - Fax 059 41 26 23 - ngaspari@logos.net<br />

Segreteria: Giulia Barbati - Tel. 059 41 26 74 - Fax 059 41 26 23 - gbarbati@logos.net<br />

RETE VENDITA PUBBLICITÀ<br />

Lombardia, Piemonte: Rosanna Andreucci - Serel sas - Tel./Fax 035 494 87 31 - cell. 348 566 53 18 - e-mail: serel-serel@tiscali.it<br />

Toscana, Lazio, Marche, Umbria: Giovanna Gelli - Tel. / Fax 055 66 19 01 - cell. 339 433 95 52 - e-mail: giovannagelli@infinito.it<br />

Triveneto, Emilia Romagna: Sara Pelotti - Tel. / Fax 051 26 45 01 - cell. 338 995 25 54 - e-mail: sapelott@tin.it<br />

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Ufficio abbonamenti e arretrati: Tel. 059 41 26 29 - abbonamenti.giardini@logos.net<br />

www.giardini.biz<br />

Alessandro Mesini<br />

agronomo alimentarista<br />

Paolo Milani<br />

giornalista del verde<br />

Riccardo Motti<br />

curatore Orto Botanico<br />

di Portici (Na)<br />

Marcello Parisini<br />

agronomo<br />

Antonio Ricchiari<br />

Istituto Collegio Nazionale Istruttori<br />

Bonsai & Suiseki<br />

Maurizio Vecchia<br />

esperto di flora esotica<br />

10 MODENANTIQUARIA<br />

86 OBI<br />

45 STIHL<br />

23 VIVAIO GUIDO<br />

DEGL’INNOCENTI<br />

Mensile - Anno 21 - n° 224 gennaio-febbraio 2007<br />

Direttore Responsabile: Antonio Vergara Meersohn<br />

Direzione e Amministrazione: Logos Publishing srl - via Curtatona 5/2 - 41100 Modena Tel. 059 41 25 48 - Fax 059 41 24 36<br />

Aut. Trib. Modena n. 817 del 10/5/1986 Iscritto al R.O.C. con il n. 7727 ISSN 0394/0853 Sped. A.P. Comma 26 Art. 2 - L. 549/95 Aut. Filiale Epi Modena<br />

Fotolito: Paganelli Litoincisa, Modena - Stampa roto-offset: Grafica Editoriale, Bologna<br />

Editore: Mauro Cagnoni

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