Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
224<br />
2007 GENNAIO-FEBBRAIO<br />
N° 224 - MEN - GENNAIO-FEBBRAIO 2007 - e 3,60 - Sped. A.P. 45% Art 2, 20/B L662/96 E.P.I. MO, Tassa Pagata - ISSN 0394 0853<br />
GIARDINO<br />
I Miscanthus<br />
Sempreverdi<br />
in giardino<br />
L’aiuola alpina<br />
Il cipresso giallo<br />
ORTO<br />
La concimazione<br />
Calendario annuale<br />
del lavori<br />
FRUTTETO<br />
I trucchi<br />
del potatore<br />
Gennaio<br />
<strong>Febbraio</strong><br />
& Ambiente<br />
AMBIENTE<br />
Tetti verdi<br />
Emergenza acqua<br />
Biodiesel come<br />
carburante<br />
Le eco-applicazioni<br />
del kenaf<br />
Energia dalle<br />
biomasse<br />
ATTUALITÀ<br />
Progetti vegetali<br />
a Chaumont<br />
www.giardini.biz
<strong>Giardini</strong> ora è <strong>Giardini</strong>&Ambiente<br />
Le problematiche ecologiche sempre più ci<br />
toccano da vicino e anche <strong>Giardini</strong> ora entra<br />
in argomento, informando e proponendo<br />
soluzioni per migliorare la qualità della vita e<br />
tutelare il paesaggio e l’ambiente. In questo<br />
numero parleremo di tetti verdi, un modo per<br />
risparmiare energia e migliorare l’aria; del<br />
kenaf, pianta preziosa per la bioedilizia;<br />
accenneremo agli accorgimenti necessari in<br />
vista dell’emergenza acqua e all’energia<br />
ricavabile dalle biomasse.<br />
<strong>Giardini</strong> non è solo rivista<br />
<strong>Giardini</strong> cambia anche la periodicità, sostituendo alcuni numeri con<br />
libri-manuali formato pocket, in vendita in edicola e in libreria.<br />
Nell’anno le uscite resteranno sempre nove:<br />
•GIARDINI n. 224 gennaio-febbraio (in edicola a fine gennaio)<br />
•GIARDINI n. 225 marzo (in edicola a fine febbraio)<br />
•GIARDINI n. 226 aprile (in edicola a fine marzo)<br />
•GIARDINI n. 227 maggio (in edicola a fine aprile)<br />
•GIARDINI n. 228 giugno-agosto (in edicola a fine maggio)<br />
•GIARDINI n. 229 settembre-dicembre (in edicola a fine agosto)<br />
• LIBRO-MANUALE n. 2 Il prato, realizzazione e manutenzione<br />
(in uscita ad aprile)<br />
• LIBRO-MANUALE n. 3 Il giardino produttivo, orto e frutteto familiare<br />
(in uscita a metà ottobre)<br />
• LIBRO-MANUALE n. 4 I lavori del giardiniere nell’arco dell’anno<br />
(in uscita a fine novembre)<br />
<strong>Giardini</strong> ora si sfoglia anche nel sito!<br />
La rivista <strong>Giardini</strong> si può sfogliare anche nel sito, come il cartaceo,<br />
pagina per pagina, con un tocco del mouse.<br />
Digitando l’indirizzo web www.giardini.biz si apre la pagina iniziale<br />
con la copertina dell’ultimo numero (i numeri di <strong>Giardini</strong> sono<br />
inseriti nel sito il 15 del mese di copertina); per sfogliare la rivista<br />
basta cliccare con il mouse sui numeri riportati a fianco (n. 1 per<br />
sfogliare da pagina 1 a 9; n. 2 da pagina 10 a 19 ecc.). Volendo poi<br />
visualizzare direttamente una rubrica precisa, scorrere il sommario<br />
ed evidenziare quella di interesse. Inoltre è possibile visualizzare<br />
anche i numeri precedenti, scegliendoli dalla finestra.<br />
Il sito è attualmente ancora in lavorazione, ma presto potremo<br />
accedere agli articoli semplicemente digitando una parola nella<br />
finestra «CERCA», o dalla finestra «PRODOTTI» potremo entrare nei siti<br />
e consultare i cataloghi delle aziende legate al giardinaggio.<br />
Quando non si trova <strong>Giardini</strong> in edicola<br />
Molti lettori ci dicono che non trovano la rivista nella loro edicola;<br />
da ora sarà sufficiente segnalare al nostro ufficio abbonamenti<br />
(059 41 26 29, abbonamenti.giardini@logos.it) l’ubicazione<br />
dell’edicola, e noi provvederemo a rifornirla dal numero successivo.<br />
È inoltre sempre possibile richiedere la rivista,<br />
o i libri-manuali, direttamente a noi, presso lo stesso ufficio.<br />
Donatella Forni<br />
PERLITE ITALIA
GIARDINI<br />
Il giardino<br />
78 Tra i vigneti del Monferrato<br />
di M. Cerri<br />
<strong>Giardini</strong> da visitare<br />
100 Orti-giardino del castello Orsini<br />
di P. Spinelli Napoletano<br />
Attualità verdi<br />
120 Giocare al giardino<br />
di P. Spinelli Napoletano<br />
COLTIVAZIONE<br />
Consigli del mese in giardino<br />
22 In attesa del disgelo<br />
di V. De Micco, G. Pozzi, M. Vietti,<br />
E. Antonini, M. Fornaciari, D. Baldoni<br />
Consigli del mese nel prato<br />
66 La fusariosi<br />
di A. Bertolini, E. Antonini, D. Baldoni<br />
Consigli del mese nell’orto<br />
30 Lavorazioni profonde<br />
di V. De Micco, A. Mesini, D. Baldoni<br />
Consigli del mese<br />
nel frutteto<br />
40 Aspettando il risveglio<br />
di V. De Micco, M. Fornaciari,<br />
D. Baldoni<br />
Consigli del mese in casa<br />
50 In casa<br />
di M. Vietti, M. Cerri, A. Mesini,<br />
D. Baldoni<br />
Consigli del mese<br />
per le orchidee<br />
60 Orchidee in inverno<br />
di G. Pozzi, A. Mesini, D. Baldoni<br />
Orticoltura<br />
34 La concimazione dell’orto<br />
di S. Cristiani, C. Cristiani<br />
www.giardini.biz<br />
SOMMARIO<br />
gennaio-febbraio 2007<br />
11 Emergenza acqua<br />
di E.Antonini, M. Zarpellon<br />
38 Le biomasse per la produzione di energia<br />
di E. Antonini e P. Pistis<br />
52 In Brasile le auto vanno a… erba<br />
di M.O. De Petri, M. Giannini<br />
68 Il kenaf, per un mondo più pulito<br />
di M.O. De Petri<br />
108 Tetti verdi<br />
di E. Antonini<br />
PIANTE<br />
Frutticoltura<br />
46 I trucchi del potatore<br />
di M. Fornaciari<br />
Cura della pianta<br />
54 Le più frequenti malattie<br />
delle Kalanchoe<br />
di M. Ferrari, A. Mesini, M. Parisini<br />
56 Maculatura anulare<br />
della Kalanchoe<br />
di M.G. Bellardi<br />
58 Muffa grigia su stella di Natale<br />
di M.G. Bellardi<br />
Agricoltura biodinamica<br />
74 Come creare giardini viventi<br />
di P. Pistis, D. Baldoni<br />
4 Agenda verde<br />
di D. Bini<br />
Come si fa<br />
114 Un cassone per anticipare<br />
di A. Mesini, C. Cristiani<br />
Oltre il giardino<br />
126 Un piccolo Eden<br />
di E. Antonini<br />
Giochi verdi<br />
118 Verde alla finestra<br />
di E. Contri, E. Lasagni<br />
Il giardino del lettore<br />
63 Il prato di helxine<br />
Mostra fotografica<br />
57 Scatti invernali<br />
AMBIENTE<br />
Pianta vedette<br />
12 Stacanovisti in giardino<br />
di P. Cottini<br />
Piante emergenti<br />
94 Cupressus sempervirens<br />
‘Swane’s Gold’<br />
di F. Vignoli<br />
Piante spontanee<br />
96 Il favagello, tesoro di primavera<br />
di A. Mesini, G. Gallerani<br />
Giardinaggio pratico<br />
88 Il lavoro delle sempreverdi<br />
di P. Cottini<br />
Aiuola del mese<br />
70 La siepe alpina<br />
di M. Zarpellon, D. Baldoni<br />
Piante in cucina<br />
98 Radici, regine dell’inverno,<br />
amiche del fegato<br />
di M.O. De Petri, R. Caffo Dallari,<br />
M. Tirabassi Comboni<br />
Benessere con le piante<br />
76 Interazioni tra erbe e farmaci<br />
di A.M. Fabbri, M. Giannini<br />
RUBRICHE<br />
Amici animali<br />
106 La carica delle cince<br />
di A. Mesini, G. Gallerani<br />
Bacheca delle aziende<br />
di D. Forni<br />
39 Vetrina di concimi per orto<br />
61 Piante inusuali per il terrazzo<br />
72 Progetti per nuove aiuole
…………………………………………………tempodifiere………………………………<br />
AGENDA VERDE<br />
TESTO DI DANIELE BINI<br />
VEGETALIA - Cremona<br />
“Vegetalia”, affiancata dal 14° Salone nazionale del Contoterzismo,<br />
mostra-convegno dell’innovazione agromeccanica,<br />
è l’appuntamento con le opportunità della nuova agricoltura.<br />
Il focus, infatti, è sulle novità tecnologiche, ma soprattutto<br />
sull’agroenergia come fonte di energia<br />
alternativa e sviluppo dell’agricoltura. Gestione<br />
delle risorse idriche e incentivazione<br />
delle biomasse (per saperne di più si vedano<br />
i nostri servizi su questi temi nel presente<br />
numero di <strong>Giardini</strong>) sono altrettanti approfondimenti in programma,<br />
di stretta attualità – in particolare il Senato ha<br />
recentemente avviato un’indagine conoscitiva sulle prospettive<br />
di sviluppo di biomasse e biocarburanti.<br />
9-11 febbraio<br />
0372 59 80 11, www.cremonafiere.it<br />
VIVA - <strong>Giardini</strong> Naxos (Me)<br />
“Viva” è la quarta esposizione del florovivaismo mediterraneo,<br />
per gli operatori professionali del florovivaismo, con<br />
apertura al pubblico la domenica. Si espongono piante,<br />
sementi, terricci, vasi, serre, concimi, impianti d’irrigazione,<br />
reti, macchine e attrezzature.<br />
23-25 febbraio<br />
090 36 40 11, viva@fieramessina.it<br />
PETRA: IL VERDE ANTICO - Modena<br />
“Petra” è un grande giardino indoor che accoglie le antichità<br />
destinate a parchi e giardini. Un eterogeneo, unico<br />
salone dove interagiscono tradizione e contaminazione e il<br />
fascino del tempo cattura lo sguardo: statue,<br />
fontane, pozzi, arredi e materiali di<br />
grande suggestione estetica come il ferro,<br />
il legno, la pietra suggeriscono nuove<br />
soluzioni per ricreare i giardini d’antan e<br />
ristrutturare dimore di prestigio. Nel<br />
contesto della XXI edizione di “Modenantiquaria”.<br />
17-25 febbraio<br />
www.modenantiquaria.it<br />
FLORMART-MIFLOR - Padova<br />
54° salone internazionale di florovivaismo, giardinaggio e<br />
attrezzature, imperdibile appuntamento per gli operatori del<br />
settore, per recepire in tempo reale le opportunità del mercato<br />
di primavera. In rassegna produzioni pronte per il mercato,<br />
soluzioni per il verde pubblico, colture mediterranee, fiori<br />
e piante di ogni genere, recisi, macchine e accessori, articoli<br />
per fioristi, vasi, sementi, informatica, editoria e stampa specializzata.<br />
Iniziative specifiche sono “Flortrend”, programma<br />
di formazione riservato ai professionisti; “Workshop”, area<br />
dedicata agli incontri internazionali; e “Forestry”, salone nel<br />
salone delle attrezzature per la gestione e manutenzione del<br />
verde, con uno speciale (e un convegno) dedicato all’utilizzo<br />
della legna come combustibile ecosostenibile (sulle biomasse<br />
un servizio in questo stesso numero di <strong>Giardini</strong>).<br />
16-18 febbraio<br />
049 84 01 11<br />
www.flormart.it<br />
info@padovafiere.it<br />
4<br />
UN GIARDINO PER<br />
JOSEPHINE<br />
Racconigi (Cn)<br />
Un percorso di immagini,<br />
suoni e luci che si snoda, di notte, nel parco del Castello di<br />
Racconigi per rivivere la figura della principessa Josephine<br />
di Lorena Carignano (1753-1797), che trasformò il parco per<br />
dare lavoro agli abitanti del paese, e della sua opera restano<br />
il viale dei platani, l’eremitaggio, il lago dei cigni… La<br />
mostra sviluppa la sua storia rievocando gli allestimenti di<br />
cui fu protagonista, con l’apertura serale, inedita, del parco.<br />
Fino al 18 febbraio<br />
0172 840 05, www.ilcastellodiracconigi.it<br />
comunica.racconigi@ambienteto.arti.beniculturali.it<br />
ESTERNO CASA<br />
Reggio Emilia<br />
È il salone dei materiali, prodotti,<br />
tecnologie e servizi per il cortile, il<br />
giardino, il terrazzo. In scenografici<br />
giardini sono esposti fiori e piante,<br />
bulbi, sementi, piante da frutto e dispensati consigli per la cura<br />
dei propri spazi verdi. Un’ampia area è dedicata all’edilizia<br />
per realizzare o ristrutturare il giardino: pavimentazioni, cancelli,<br />
recinzioni… E una grande mostra di arredi, complementi<br />
e attrezzature per gli esterni: mobli, impianti d’irrigazione e<br />
illuminazione, macchine, piscine, barbecue, casette e gazebi.<br />
22-25 febbraio<br />
0522 50 35 11, www.esternocasa.it<br />
info@esternocasa.it<br />
FESTIVAL DEI FIORI - Sanremo (Im)<br />
Kermesse dell’arte della composizione floreale, al Palafiori<br />
della città ligure: vetrina di tutta la produzione del Ponente<br />
(fiori con petali, fronde, piante grasse, fiorite, aromatiche;<br />
corsi e incontri sulla filiera floricola) e sublimazione del bouquet,<br />
con le maggiori scuole italiane ed<br />
europee, per ammirare piccole creazioni<br />
e architetture floreali. In contemporanea<br />
si svolge il “Corso fiorito”, con<br />
sfilata tradizionale dei carri.<br />
26-28 gennaio<br />
0184 51 03 62, www.fioritec.it<br />
IPM. XXV fiera internazionale del giardinaggio<br />
(“Internationale Planzenmesse”),<br />
una meta imprescindibile per gli operatori<br />
del settore. Si espongono piante, tecnica, floricoltura<br />
e promozione delle vendite; ricco<br />
programma collaterale. Essen (Germania),<br />
25-28 gennaio. 02 46 71 22 04, www.messe-essen.de<br />
SALON DU VÉGÉTAL. Tutte le tendenze<br />
e le novità del 2007 in questa grande e<br />
consolidata fiera: sementi, piante, alberi,<br />
bulbi, fiori recisi e i tre eventi speciali<br />
“Innovert®”, “Bouquets d’aujourd’hui®”<br />
e “Espace inspiration®”. Angers (Francia),<br />
21-23 febbraio. www.salon-du-vegetal.com<br />
GARDEX. Fiera del giardinaggio. Kiev (Ucraina), 27<br />
febbraio - 2 marzo, International Exhibition<br />
Centre. www.msi-fairs.com<br />
……………nelmondo………………
indiceverde<br />
MARIAGRAZIA DAMMICCO,<br />
Jardins secrets de<br />
Venise, FOTOGRAFIE DI<br />
MARIANNE MAJERUS,<br />
Flammarion<br />
Un gioiello, come i giardini<br />
nascosti di Venezia,<br />
questo libro di Mariagrazia<br />
Dammicco, giornalista<br />
mestrina che conosce<br />
bene la materia in<br />
quanto è membro del<br />
Club dei <strong>Giardini</strong> Storici<br />
di Venezia e organizzatrice<br />
e guida di tante<br />
visite alle emergenze<br />
più o meno note del territorio, come ricorderanno gli<br />
aficionados della nostra rubrica. Un cicerone d’eccezione,<br />
dunque, per un percorso di enorme fascino e valore<br />
naturalistico e culturale, compiuto anche col valido<br />
sostegno dell’apparato fotografico di Marianne Majerus,<br />
suggestivo e documentario a un tempo. La grafica<br />
leggera di questo volume, pubblicato in francese<br />
dalla prestigiosissima Flammarion, ci porta a conoscere<br />
i giardini veneziani raggruppati tematicamente: di palazzo<br />
(intrigante quello di Palazzo Giustinian Brandolini<br />
d’Adda a Dorsoduro), d’artista, intimi (come un sorprendente<br />
giardino privato a Cannaregio), monastici,<br />
delle isole (in stile Belle Epoque quello dell’Hôtel des<br />
Bains al Lido).<br />
Biodoversità coltivata nel Parco Nazionale Dolomiti<br />
Bellunesi. Indagini agronomiche ed etnobotaniche<br />
sulle varietà dell’agricoltura tradizionale. È un<br />
volume realizzato a più mani, edito dal Parco e frutto di<br />
un lavoro pluriennale di catalogazione sulle piante coltivate<br />
un tempo nei territori dell’area protetta e su quelle<br />
spontanee usate per scopi alimentari o religiosi.<br />
Comprende indagini etnobotaniche su melo, pero, fava<br />
e fagiolo, schede agronomiche a illustrare le varietà e<br />
un ricco atlante iconografico; con una guida pratica per<br />
il recupero casalingo delle antiche varietà e un CD con<br />
interviste ad anziani agricoltori.<br />
0439 33 28 / 33 29 27<br />
e.vettorazzo@dolomitipark.it<br />
ERALDO ANTONINI, Piante, agricoltura e paesaggio<br />
agrario dell’Ossola, Regione Piemonte<br />
Domenica 21 gennaio, nel complesso monumentale del<br />
Sacro Monte Calvario di Domodossola, sarà presentato<br />
questo volume scritto, dopo due anni di ricerche storiche<br />
e ambientali, dal nostro Eraldo Antonini, agronomo paesaggista,<br />
per conto della Regione Piemonte - Riserva<br />
Naturale Speciale del Sacro Monte di Domodossola.<br />
Interverranno Carlo Del Prete, delegato italiano<br />
dell’European Botanic Gardens<br />
Consortium, e Paolo Grossoni,<br />
coordinatore del gruppo Orti<br />
Botanici e <strong>Giardini</strong> Storici della<br />
Società Botanica Italiana. A seguire<br />
presentazione del progetto<br />
dell’Orto botanico agrario del<br />
Sacro Monte Calvario.<br />
concorsi<br />
UN CONCORSO PER LE SCUOLE<br />
MEDIE LOMBARDE<br />
La Fondazione Minoprio (si legga l’offerta didattica in questa<br />
stessa Agenda), in collaborazione con la Regione<br />
Lombardia, indice il concorso “La nostra agricoltura.<br />
Viaggio creativo attraverso paesaggi, ambiente, prodotti e<br />
mestieri”, che si propone di sensibilizzare i ragazzi al<br />
mondo rurale attraverso la realizzazione di una campagna<br />
pubblicitaria. Entro il 23 febbraio le classi dovranno iscriversi,<br />
e hanno poi tempo fino al 27 aprile per far pervenire<br />
alla Fondazione la loro campagna per promuovere paesaggi<br />
agrari, prodotti tipici, professioni agroforestali, agricoltura sostenibile,<br />
tutela ambientale: la forma sarà una pagina pubblicitaria,<br />
uno spot radiofonico o televisivo. Molti i premi in palio,<br />
compresa l’eventuale pubblicazione della campagna.<br />
Entro il 23 febbraio<br />
031 90 02 24, www.fondazioneminoprio.it<br />
CONCORSO COMPO «TI DÀ DI PIÙ»<br />
Parte il prossimo 5 marzo, per continuare<br />
fino al 24 giugno, un concorso di Compo<br />
Agricoltura a sostegno dei rilanci di terricci<br />
e concimi liquidi. I consumatori, col semplice<br />
acquisto di un terriccio Compo Sana®<br />
o di un concime liquido Compo, potranno<br />
vincere ogni settimana un giardiniere a<br />
casa propria per un check-up e un programma<br />
di manutenzione della zona verde<br />
domestica. Ogni mese, poi, in palio una<br />
carta prepagata da 5000 euro. Sarà sufficiente conservare lo<br />
scontrino dell’acquisto, telefonare al numero 02 44 90 88 99<br />
e digitare il codice a barre; con la stessa telefonata sarà possibile<br />
ascoltare «I segreti del giardinaggio», consigli giornalieri<br />
elaborati dai tecnici Compo. Altri utili consigli pratici<br />
sulla cura di orto e frutteto sono reperibili sul sito<br />
www.compoagricoltura.it, cliccando «il mio orto e il mio<br />
frutteto» nella sezione «consumer».<br />
Dal 5 marzo<br />
www.compoagricoltura.it<br />
LUOGHI DI VALORE NELLA PROVINCIA DI TREVISO<br />
La Fondazione Benetton Studi Ricerche indice un curioso<br />
concorso sperimentale (per questa prima edizione limitato<br />
alla sola provincia di Treviso) che è insieme un’iniziativa<br />
pregevolissima. Privati cittadini, scuole, enti pubblici sono<br />
invitati a segnalare, entro il 18 aprile, «paesaggi, giardini,<br />
spazi aperti nei quali la condizione dei patrimoni di natura,<br />
di memoria e di invenzione sia tale da contribuire alla elevazione<br />
della cultura, del gusto, della qualità della vita<br />
delle persone e delle comunità che li abitano o li visitano».<br />
In pratica è un incoraggiamento a guardarsi intorno a caccia<br />
di luoghi di valore del quotidiano,<br />
dove l’opera tripolare di uomo, natura<br />
e storia abbiano prodotto qualcosa che<br />
sia degno di nota; giardini, sì, ma anche<br />
spazi commerciali, strade, parcheggi.<br />
È un tentativo di contribuire al<br />
compito che la Convenzione europea del paesaggio, e la<br />
conseguente recente legge italiana, hanno assegnato a ogni<br />
cittadino dell’UE: salvaguardare e valorizzare tutti i luoghi<br />
per migliorare la qualità della vita.<br />
Entro il 18 aprile<br />
0422 51 21, www.fbsr.it, luoghidivalore@fbsr.it<br />
5 agenda verde<br />
concorsi
lescuole<br />
artebotanica<br />
SCUOLA AGRARIA<br />
DEL PARCO DI MONZA<br />
Spulciando nel programma didattico<br />
che apre il 2007 spicca un corso<br />
gratuito di 600 ore per donne interessate<br />
al settore agrituristico: al momento di andare in<br />
stampa l’inizio è fissato approssimativamente alla fine di<br />
gennaio. A febbraio parte il corso di progettazione per giardinieri<br />
amanti del bello, “Artista giardiniere”: nel percorso<br />
formativo la storia del giardino e del repertorio vegetale,<br />
elementi di composizione, elaborazioni progettuali, visite<br />
guidate, approfondimenti su tecniche e materiali. Per tutti<br />
gli altri corsi, professionali e amatoriali, invitiamo a richiedere<br />
il programma alla Scuola o a consultarlo sul sito; ci<br />
limitiamo a segnalare i corsi di arboricoltura e potatura,<br />
manutenzione e irrigazione, abbattimento, e quelli meno<br />
ordinari di gestione aziendale e verde pensile.<br />
Da gennaio<br />
039 230 29 79, www.monzaflora.net<br />
info@monzaflora.it<br />
DIPINGERE LE BULBOSE<br />
CON RENATA BONZO - Milano<br />
Nell’ambito del programma “Storia e Scienza a<br />
Brera” del Museo Astronomico - Orto Botanico di<br />
Brera si tiene, nell’auletta didattica dell’Orto, un<br />
corso di pittura botanica articolato in sette incontri<br />
di martedì. Con Renata Bonzo, eccelsa artista botanica,<br />
si copieranno dal vero bulbi primaverili, fiori<br />
di tulipano, narcisi, iris, giacinti. Via il 27 febbraio.<br />
27 febbraio - 17 aprile<br />
02 66 80 51 50, 339 698 76 72, 02 88 46 33 37<br />
PITTURA BOTANICA A VILLA PALLAVICINI<br />
CON MARIA RITA STIRPE - Pegli (Ge)<br />
Nuovi corsi di pittura botanica tenuti dalla affermatissima<br />
Maria Rita Stirpe nell’Orto Botanico di Villa Pallavicini.<br />
Previsti, questo mese e a marzo, due<br />
appuntamenti dedicati allo studio delle<br />
camelie e delle fioriture primaverili (bulbose,<br />
ellebori…) con le tecniche del disegno e<br />
dell’acquerello dal vero. 16 ore in tutto,<br />
all’interno della serra delle felci.<br />
333 258 45 17, 0775 85 22 09<br />
www.mariaritastirpe.it<br />
info@mariaritastirpe.it<br />
DISEGNO BOTANICO ALLA SAPIENZA - Roma<br />
L’Orto Botanico del Dipartimento di Biologia Vegetale dell’Università<br />
La Sapienza organizza un corso di disegno botanico<br />
articolato in 9 sabati (dal 10 febbraio; iscrizioni entro il 7) e incentrato<br />
soprattutto sullo studio della nervatura delle foglie e quello<br />
dei petali, la resa pittorica della loro trasparenza, l’uso della<br />
camera lucida e dello stereoscopio. Comprende l’analisi morfologica<br />
e anatomica delle foglie e la visita all’Orto Botanico.<br />
Docente è Luca Massenzio Palermo, artista naturalista<br />
le cui opere si possono vedere questo mese allo<br />
Studio Arti Floreali (si veda la notizia relativa in<br />
questa stessa Agenda).<br />
10 febbraio - 7 aprile<br />
06 49 91 71 46, luigi.colangeli@uniroma1.it<br />
06 49 91 71 35, dirorto@uniroma1.it<br />
agenda verde<br />
corsi<br />
FONDAZIONE MINOPRIO<br />
Vertemate con Minoprio (Co)<br />
I corsi per hobbisti proposti dalla Fondazione, scuola di<br />
orto- floro- frutticoltura, vivaismo e giardinaggio, forniscono<br />
ai partecipanti tutto quanto occorre sapere per una corretta<br />
manutenzione del proprio<br />
spazio verde. Il 27 gennaio<br />
e 3 febbraio “La potatura<br />
degli alberi da frutto nel<br />
frutteto famigliare”: finalità,<br />
fattori da considerare, consigli<br />
di gestione, controllo del<br />
suolo. Il 3 marzo “La preparazione del terreno da destinare<br />
alla coltivazione degli ortaggi”: concimazioni e lavorazioni,<br />
come effettuare razionalmente semine e ripicchettature.<br />
Iscriversi almeno con una settimana di anticipo.<br />
Dal 27 gennaio<br />
031 90 02 24 interno 211 o 259<br />
www.fondazioneminoprio.it<br />
mirtserv@fondazioneminoprio.it<br />
FORMAZIONE<br />
ALL’AGRICOLTURA<br />
BIODINAMICA - Fondazione<br />
Le Madri - Rolo (Re)<br />
Nell’ambito del corso di formazione<br />
al metodo biodinamico in<br />
agricoltura, avviato dall’Associazione per l’Agricoltura<br />
Biodinamica (Sezione Emilia Romagna), si tengono in questo<br />
periodo alcune giornate didattiche, presso la consueta<br />
sede della Fondazione Le Madri (località Farnia). Il 20 gennaio<br />
“Conoscenza vivente della natura”, secondo i dettami<br />
dell’antroposofia e con nozioni di tecniche colturali (Paolo<br />
Pistis); il 27 “Orticoltura familiare” (Franco Baccari e Fabio<br />
Fioravanti), seguita il 3 febbraio da “Orticoltura professionale”,<br />
per la produzione e gestione dei punti vendita aziendali<br />
(Franco Pedretti); il 24 febbraio “Erbe officinali e aromatiche”,<br />
coltivazione, raccolta, trasformazione in decotti,<br />
tisane, tinture, oli essenziali (Pistis); promemoria per<br />
marzo, con una lezione sui principi dell’apicoltura biodinamica<br />
(il 10). Si può partecipare a singole giornate. Il 10 febbraio<br />
si riunisce l’assemblea dei soci.<br />
Dal 20 gennaio<br />
0522 66 62 46, info@fondazionelemadri.it<br />
LA FERTILITÀ DELLA TERRA E IL BENESSERE<br />
DELL’UOMO - Corso di agricoltura biodinamica<br />
Pomaia (Pi)<br />
La qualità del cibo condiziona la nostra salute, il nostro ecosistema<br />
è in difficoltà e quindi si rende più che mai necessario<br />
e impellente, oggi, un nuovo modo di vedere l’agricoltura.<br />
L’agricoltura biodinamica si propone come tecnica e<br />
mentalità moderna, per salvaguardare la qualità della vita,<br />
e per contribuire alla sua conoscenza e diffusione nasce<br />
questo corso intensivo, teorico-pratico, rivolto ad agricoltori<br />
e tecnici, studenti e appassionati. È tenuto, da esperti di<br />
biodinamica come Paolo Pistis, Fabio Fioravanti e Gabriele<br />
Squaiella, presso l’Istituto<br />
Lama Tzong Khapa.<br />
14-18 febbraio<br />
050 68 56 54<br />
segreteria@iltk.it<br />
biodinamica
notizie<br />
EUROFLORA PREMIATA<br />
A SHANGHAI<br />
La riproduzione floreale della<br />
Lanterna, scelta come simbolo di<br />
Euroflora – la grande manifestazione genovese – allo<br />
Shanghai International Mosaiculture (SIM), è stata premiata<br />
lo scorso settembre come migliore interpretazione tematica<br />
esposta a Century Park, nel cuore della metropoli cinese.<br />
Si trattava di un manufatto di ars topiaria alto 5 metri.<br />
Euroflora ha partecipato alla kermesse dedicata alla mosaicoltura<br />
con AIF, la neonata associazione delle floralies internazionali<br />
che raggruppa, oltre a Genova, Gent, Nantes,<br />
Budapest e Valencia.<br />
LA VITE PIÙ GRANDE (E PIÙ ANTICA?) DEL MONDO<br />
I <strong>Giardini</strong> di Castel Trauttmansdorff di Merano hanno assunto<br />
la paternità della vite più grande del mondo, sita presso<br />
Castel Katzenzungen a Prissiano (nel territorio meranese).<br />
Un monumento naturale unico, di dimensioni enormi – il<br />
suo fogliame copre una superficie di 350 mq – e, con i suoi<br />
350 anni (accertati scoentificamente; 600 quelli accreditatile<br />
dalla tradizione), probabilmente la più antica vite del pianeta.<br />
Il Versoaln è il vino prodotto da questo vitigno autoctono,<br />
e si può degustare durante le speciali visite guidate “Vini &<br />
<strong>Giardini</strong>”, mentre la vite è liberamente accessibile.<br />
0473 92 08 22, info@tisensprissian.com<br />
www.trauttmansdorff.it<br />
I COMUNI FIORITI DEL PIEMONTE<br />
Assegnati i premi tra i 182 comuni piemontesi che hanno<br />
concorso a “Comuni Fioriti del Piemonte 2006”, terza edizione<br />
in cui la giuria ha riscontrato «crescente impegno e<br />
un’aumentata qualità delle fioriture realizzate». Le quattro<br />
categorie in cui sono stati divisi i partecipanti, in base alla<br />
grandezza e alla vocazione turistica, hanno visto premiati:<br />
Omegna (Vb) tra i “Comuni turistici”; Rorà (To) tra i<br />
“Comuni fino a 3000 abitanti”; Boves (Cn) tra i “Comuni da<br />
3000 a 20000 abitanti”; Moncalieri (To) tra i “Comuni con<br />
oltre 20000 abitanti”. Altrettanti secondi premi sono andati<br />
rispettivamente a Clavières (To), Bossolasco (Cn), Galliate<br />
(No), Fossano (Cn). Per la prima volta sono<br />
stati assegnati, fra i cartelli segnaletici da<br />
apporre all’ingresso del territorio, due cartelli<br />
con «4 fiori», ad Alba (Cn) e Cella Monte (Al).<br />
Da segnalare che Omegna e Limone Piemonte<br />
(Cn) rappresenteranno l’Italia a “Entente<br />
Florale 2007”, concorso che premia le realtà<br />
locali più fiorite d’Europa.<br />
www.comunifioriti.it<br />
sapienzaorientale<br />
CORSO SPECIALISTICO DI FENG SHUI - Ferrara<br />
“Corso di formazione specialistica in architettura Feng Shui”,<br />
organizzato dalla Fondazione Matteo Ricci di Bologna con il patrocinio<br />
dell’Università di Ferrara. È rivolto ad architetti, ingegneri,<br />
studenti, laureati ed esperti di progettazione dell’ambiente, agraria,<br />
scienze ambientali e geologia. Il Feng Shui è l’arte di combinare<br />
il vento (feng) e l’acqua (shui) e altri concetti come energia, armonia,<br />
benessere, per creare un ambiente armonioso per chi lo abita.<br />
Il corso, diretto da Stefano Parancola, si svolge presso la Facoltà di<br />
Architettura a Ferrara (via Quartieri 8), per 9 finesettimana.<br />
Dal 20 gennaio<br />
051 53 15 95, www.fondazionericci.it<br />
7<br />
L’UNIVERSITÀ DEL BONSAI<br />
Milano, Parabiago (Mi) e Brescia<br />
Corsi brevi, per un primo approccio a quest’arte,<br />
proposti dall’Università del Bonsai di<br />
Crespi in tre diverse sedi: a Parabiago tre<br />
sabati di febbraio (3, 10 e 17: 0331 55 68 78), alle Show<br />
Room di Crespi Bonsai a Milano (il 6-7 e 13-14 febbraio:<br />
02 48 19 33 01) e a Brescia (20 e 27 gennaio, 3 febbraio:<br />
030 377 28 32).<br />
Dal 20 gennaio<br />
0331 55 68 78, www.crespibonsai.com<br />
info@crespibonsai.com<br />
NUOVO PUNTO VENDITA OBI<br />
a Carpi (Mo)<br />
OBI apre il suo ottavo negozio in<br />
Emilia Romagna, a Carpi, all’interno<br />
del centro commerciale Borgogioioso.<br />
OBI, leader europeo del fai da te, mette a disposizione<br />
del pubblico, anche in questo nuovo punto vendita<br />
all’avanguardia, i propri reparti funzionali e il personale<br />
formato e costantemente aggiornato. Non manca,<br />
naturalmente, un’ampia superficie consacrata al giardinaggio<br />
e a tutte le attrezzature e gli arredi per la cura e il<br />
godimento degli spazi esterni.<br />
www.obi-italia.it<br />
PREMIATI I VINCITORI DEL<br />
CONCORSO “Premio<br />
Giambenini – disegna il<br />
tuo giardino ideale”<br />
Il Premio Giambenini, indetto in<br />
occasione dell’ultima “Fieracavalli”<br />
nel novembre scorso da<br />
Giambenini architettura del giardino (in collaborazione con<br />
l’Accademia Cignaroli), ha invitato bambini e ragazzi tra i 7<br />
e i 14 anni a disegnare il proprio giardino ideale. Colori alla<br />
mano, i giovani partecipanti hanno dato spazio alla loro creatività<br />
e in questo modo originale fatto conoscenza col mondo<br />
del giardinaggio. Ora i vincitori si godono il premio, un corso<br />
di disegno naturalistico presso l’Accademia.<br />
www.giambenini.it<br />
È NATO IL SIC POINT DELLA LIGURIA<br />
È stato inaugurato lo scorso novembre il centro di documentazione<br />
sui Siti di Interesse Comunitario (SIC) della<br />
Liguria, istituito da Comune di Genova e Regione con<br />
fondi europei all’interno del Museo di Storia Naturale “G.<br />
Doria” (via Brigata Liguria 9 a Genova) allo scopo di far<br />
conoscere la ricchezza e la varietà della rete ecologica<br />
(flora e fauna) ligure. L’iniziativa nasce nel contesto di Rete<br />
Natura 2000, nata con la direttiva europea “Habitat” e<br />
mirante a realizzare un quadro conoscituvo dei valori<br />
naturalistici e delle misure di conservazione della biodiversità<br />
del nostro continente. Il SIC Point è uno spazio<br />
espositivo e documentario multimediale<br />
che, oltre ai SIC, illustra le Zone di<br />
Protezione Speciale (ZPS) della regione.<br />
010 56 45 67, www.museodoria.it<br />
www.natura2000liguria.it<br />
notizie
didattica<br />
TECNICHE<br />
COLTURALI<br />
E POTATURA<br />
DELLA ROSA<br />
Vivaio<br />
La Campanella<br />
Cervarese Santa Croce (Pd)<br />
Un corso teorico-pratico di potatura dei<br />
vari gruppi di rose, ogni sabato di febbraio:<br />
la lezione mattutina (tecniche d’impianto,<br />
epoca, cure) è completata dalle esercitazioni<br />
sulle varietà sarmentose, arbustive, storiche<br />
e moderne presenti nel vivaio.<br />
3-24 febbraio<br />
049 991 09 05<br />
info@vivaiolacampanella.com<br />
CORSO DI POTATURA<br />
E COLTIVAZIONE<br />
Il Mondo delle Rose - Le Sieci (Fi)<br />
Il Mondo delle Rose, vivaio specializzato in<br />
rose antiche e da collezione, organizza per<br />
tutti corsi di potatura delle rose, giornalieri<br />
(venerdì o sabato), con lo scopo di fornire<br />
tutti gli elementi teorici (il ciclo biologico e<br />
la struttura della rosa) e pratici (forbici alla<br />
mano) per ottenere rose<br />
sane e vigorose, libere da<br />
patologie e inestetismi.<br />
19 gennaio -<br />
9 febbraio<br />
055 836 36 52,<br />
www.mondorose.it<br />
info@mondorose.it<br />
CORSI DI POTATURA<br />
al Giardino delle Rose<br />
Chiesanuova (Fi)<br />
Corsi giornalieri, l’ultimo sabato di gennaio<br />
e tutti i sabati di febbraio, sulle rose<br />
antiche e classiche e sulla loro potatura.<br />
Dopo una parte teorica segue la pratica nel<br />
giardino di questo vivaio immerso nelle<br />
colline del Chianti. A disposizione anche<br />
arredi d’epoca.<br />
27 gennaio - 24 febbraio<br />
055 824 23 88<br />
agenda verde<br />
bachecadeivivai<br />
ELLEBORI À GOGO<br />
Il Giardino degli Ellebori<br />
Pietra Ligure (Sv)<br />
“Ellebori col cuore scuro: novità del<br />
2007” è la mostra mercato proposta dal vivaio ligure di<br />
Anna e Carla Barbaglia: una collezione di oltre 200 varietà<br />
e occhi puntati sull’elleboro picoté col cuore scuro (dal 21 gennaio<br />
al 18 marzo, ingresso libero tutte le domeniche alle 13).<br />
Il 26 febbraio “Giornata di studio sull’elleboro”: lezioni su<br />
ibridazione e coltivazione, leggende, composizioni (prenotazione<br />
obbligatoria).<br />
Dal 21 gennaio<br />
0196 167 21, 338 593 51 77<br />
didattica<br />
I CORSI di Turin Garden - Torino<br />
Programma didattico succulento nel 2007 del<br />
vivaio di Mario Vietti in strada del Mainero. Il 24<br />
febbraio parte il corso primaverile di giardinaggio<br />
pratico, per tutti gli appassionati: 7 lezioni al sabato<br />
per imparare a curare il giardino nelle varie stagioni<br />
e fasi: potatura, organizzazione, cura, moltiplicazione,<br />
coltivazione biologica, riconoscimento e<br />
caratteristiche delle piante, irrigazione e illuminazione. Con esercitazioni<br />
pratiche.<br />
Dal 24 febbraio<br />
011 861 00 32, www.turingarden.it vietti@turingarden.it<br />
CORSO DI POTATURA DELL’OLIVO<br />
Azienda Agricola Facchini - Fano (Pu)<br />
Al vivaio marchigiano, specializzato in olivi, continuano i corsi di potatura<br />
dell’oliveto di formazione e di produzione. Il corso primaverile,<br />
che comprende una parte teorica su operazioni di impianto,<br />
caratteristiche delle varietà e patologie, e una parte pratica<br />
a diretto contatto con le piante, ha inizio il 24 febbraio e prosegue<br />
per altri 4 sabati consecutivi. A fine corso degustazione<br />
di oli monovarietali.<br />
Dal 24 febbraio<br />
340 849 73 89<br />
CORSO DI POTATURA DI ROSE ANTICHE<br />
Azienda Agricola Feletig - Arignano (To)<br />
Un corso teorico e pratico di potatura dedicato alle rose Antiche. Una prima<br />
parte si svolge al mattino: differenza di potatura tra cespugli e rampicanti,<br />
rifiorenti e non rifiorenti; al pomeriggio la parte pratica, forbici alla mano.<br />
Due date a disposizione, presso il vivaio di Maurizio<br />
Feletig.<br />
11/17 febbraio<br />
011 946 23 77, www.rosebacche.it<br />
info@rosebacche.it<br />
CORSI DI POTATURA ai Vivai Belfiore - Lastra a Signa (Fi)<br />
“La potatura del frutteto familiare biologico” sabato 27 gennaio o in alternativa<br />
domenica 18 febbraio (sono due appuntamenti distinti) è la proposta<br />
didattica del vivaio toscano. Per il primo o secondo weekend di marzo, prendere<br />
nota, un corso su “Oliveto biologico: piantagione, concimazione, potatura<br />
e difesa”. L’11 febbraio, nell’ambito dei corsi di cucina con i frutti antichi,<br />
“Dolci e pane con frutti e grani antichi”. Tutti i corsi comprendono un<br />
rinfresco con degustazione dei prodotti dell’azienda.<br />
27 gennaio / 18 febbraio e 11 febbraio<br />
055 872 41 66, vivaibelfiore@libero.it<br />
8<br />
MOSTRA MERCATO DEL<br />
Pelargonium<br />
L’Oasi del Geranio<br />
Ceriale (Sv)<br />
Tradizionale mostra mercato del Pelargonium al vivaio ligure<br />
(sulla via Aurelia), quest’anno aperta per tutto il primo semestre.<br />
Nei mesi invernali l’evento sarà soprattutto fotografico,<br />
dato che le piante non sono ancora fiorite. La collezione, già<br />
ricca di mille varietà, si arricchisce con novità di specie e ibridi.<br />
Fino al 30 giugno<br />
0182 99 02 80, www.rivieraligure.it/loasidelgeranio
GRANDI FESTE DELLE ORCHIDEE IN LOMBARDIA<br />
Sesto San Giovanni (Mi) e Mantova<br />
In collaborazione con Giancarlo Pozzi dell’Orchideria di Morosolo,<br />
due garden lombardi hanno preparato per febbraio altrettante mostre<br />
mercato per contribuire a far conoscere meglio il mondo, affascinante<br />
e ancora misterioso ai più, delle orchidee. A<br />
Sesto San Giovanni l’associazione Fior di<br />
Mylius (via Fante d’Italia: 346 228 13 00) organizza<br />
la festa nella serra del Giardino Mylius, i<br />
giorni 3 e 4; sabato 3 minicorso sulla coltivazione<br />
domestica (prenotare). A Mantova la<br />
festa è al garden Valle dei Fiori (sito in via<br />
Parma 28: 0376 33 08 11) dal 10 al 14 febbraio,<br />
con analogo minicorso il giorno 10 (prenotare).<br />
Pronto soccorso orchidee in entrambe le<br />
mostre.<br />
3-4 e 10-14 febbraio<br />
associazioni<br />
IL GIARDINO DI PIMPINELLA - Marzabotto<br />
(Bo)<br />
Nuovo anno e nuove<br />
belle iniziative alla fattoria<br />
didattica di Laura<br />
Dell’Aquila sulle colline<br />
bolognesi. Il 28 gennaio<br />
“Aiutiamo i passerotti”, una giornata a<br />
costruire mangiatoie e a preparare leccornie per<br />
i piccoli amici pennuti: i segreti per accoglierli<br />
sul balcone e in giardino, al riparo dai rigori<br />
invernali. In febbraio “Una giornata da<br />
Pimpinella” (domenica 4), passeggiate nel bosco<br />
alla ricerca di Mago Gelo e Fata Brina, laboratori,<br />
proiezioni, cioccolata… Il giorno 11 “Fare il<br />
sapone a casa” con ingredienti semplici: fuoco,<br />
paiolo, erbe, olio d’oliva.<br />
Dal 28 gennaio<br />
051 93 27 93, www.pimpinella.it<br />
info@pimpinella.it<br />
LUCA MASSENZIO PALERMO<br />
allo Studio Arti Floreali - Roma<br />
Mostra personale, in vicolo della Campanella,<br />
del pittore romano Luca Massenzio Palermo, da<br />
anni dedito alla wild life art, l’arte naturalistica<br />
che ha grande successo nel mondo anglosassone<br />
ed è in via di sviluppo anche in Italia. Foreste tropicali,<br />
alberi con uccelli e farfalle, bouquet di<br />
fiori sono tra i temi del’artista, che lavora all’acquerello,<br />
a olio e ad acrilico, fondendo rigore<br />
scientifico e afflato decorativo. Sue opere sono<br />
conservate in prestigiose sedi mondiali, come la<br />
Royal Collection di Windsor, il Fitzwilliam di<br />
Cambridge e l’Università Federico II di Napoli; il<br />
maestro è docente del corso di Roma di cui<br />
diamo notizia in questa stessa<br />
agenda.<br />
25 gennaio - 3 febbraio<br />
06 687 73 69<br />
www.artifloreali.it<br />
artifloreali@artifloreali.it<br />
laPenisola<br />
delleorchidee<br />
FESTA DELLE ORCHIDEE<br />
da Fasoli Piante - Novara<br />
Profumi, colori, forme e screziature uniche al mondo:<br />
è la magia delle orchidee, presentate dal garden<br />
piemontese in apertura<br />
delle sue iniziative 2007.<br />
Cattleya e Phalaenopsis, ma<br />
non solo, e la consueta vastissima<br />
scelta di piante,<br />
attrezzi, mobili e tutto per la<br />
zoologia.<br />
10-18 febbraio<br />
0321 46 88 66<br />
www.fasolipiante.com<br />
info@fasolipiante.com<br />
I PREMIATI DEI CONCORSI “IL BALCONE<br />
FIORITO” E “LA COLOCASIA”<br />
Hortus Magnus - Salerno<br />
Lo scorso giugno l’associazione Hortus Magnus ha<br />
premiato i vincitori dei due concorsi “Il balcone fiorito”<br />
e “La Colocasia” (fotografico). Ecco le prime tre immagini<br />
classificate del secondo, nell’ordine: Riflessi di<br />
Vittoria Pascale, Senza titolo di Carmensita Sorice<br />
Cangiano e Pino loricato di Maria Rotunno. Per “Il balcone fiorito” premiati<br />
Rosa Frezza, Carmensita Sorice e Maria Pastore.<br />
089 79 21 45, www.hortusmagnus.net, annacam@tin.it<br />
AMICI DEL VERDE - Monza<br />
All’associazione di via Correggio riprendono i consueti martedì<br />
sera con proiezioni di diapositive, presentazioni della flora stagionale<br />
e scambi di vedute tra i soci sulla coltivazione. Il 6 febbraio si<br />
parla di “Omeopatia e piante”, il 20 dei possibili giardini del futuro:<br />
i “<strong>Giardini</strong> senz’acqua”. Anticipazione di marzo: il 6 incontro<br />
sulle “Ville di delizia” della Brianza.<br />
6 e 20 febbraio<br />
039 596 14 84, www.amicidelverde.it<br />
amicidelverde@tiscali.it<br />
UNA VOCE AGLI ANIMALI CON ENPA<br />
«L’occhio nero? Ho sbattuto a uno spigolo», lamenta il coniglio, solo uno<br />
dei tanti animali maltrattati a cui ENPA, Ente<br />
Nazionale Protezione Animali, dà voce con la sua<br />
campagna di sensibilizzazione e con il suo costante<br />
operato. Maltrattare un animale è un po’ come mettere<br />
le mani addosso a un bambino… anche un animale<br />
prova dolore e paura. Molta paura. Ma non ha nessuno<br />
a cui chiedere aiuto, né la voce per farlo. Ogni<br />
nuovo socio è una voce in più per i nostri amici indifesi:<br />
bastano 20 euro sul c.c. postale 94304003 intestato<br />
a Enpa Onlus, via Attilio Regolo 27, 00192 Roma.<br />
www.enpa.it<br />
amici animali
Emergenza ACQUA<br />
Il giardino e i consumi idrici<br />
in previsione della prossima<br />
primavera-estate<br />
TESTO DI ERALDO ANTONINI<br />
FOTO DI ERALDO ANTONINI E MAURIZIO ZARPELLON<br />
In questi ultimi anni anche i più scettici si stanno<br />
ricredendo. Che vi siano in atto cambiamenti climatici<br />
ormai lo dicono tutti. In particolare in<br />
Europa, Italia inclusa, si osservano estati calde e siccitose<br />
alle quali si accompagnano inverni caratterizzati<br />
da scarse precipitazioni. Ciò comporta una forte riduzione<br />
delle disponibilità idriche per gli usi umani,<br />
riduzioni che si manifestano talvolta già a fine primavera-inizio<br />
estate. I primi settori a risentire della carenza<br />
di acqua sono quelli legati alle produzioni agricole,<br />
a cui seguono le attività produttive industriali. In alcuni<br />
ambiti territoriali del Sud Italia anche l’approvvigionamento<br />
umano è minacciato, tanto che in alcuni<br />
comuni si provvede alla distribuzione dell’acqua per<br />
usi domestici mediante autobotti. Le sorti dei giardini<br />
non sono indenni a queste situazioni di emergenza. I<br />
sindaci di molti comuni, ormai, in estate vietano l’uso<br />
dell’acqua pubblica per irrigare i giardini e per lavare<br />
le automobili durante il giorno; in altri casi il divieto si<br />
estende all’intera giornata. Nei giardini storici esemplari<br />
arborei e arbustivi di notevoli dimensioni rischiano<br />
di essere perduti per sempre a causa della siccità<br />
prolungata. Nella calda estate del 2003 gli imponenti<br />
Ficus magnolioides del giardino storico di<br />
Donnafugata, in Sicilia, avevano chiari sintomi di disseccamento;<br />
analoga sorte anche per enormi rododendri<br />
nel giardino storico dei padri Rosminiani a<br />
Domodossola, e per molti alberi del parco della Val<br />
Grande a nord del lago Maggiore.<br />
Che cosa<br />
possiamo fare?<br />
Alla luce di questo panorama<br />
poco rassicurante occorrerebbe<br />
attuare una serie di<br />
accorgimenti sia nella manutenzione<br />
che nella progettazione<br />
del giardino, per ridurre<br />
il fabbisogni idrici. Ciò, se<br />
dal punto di vista del singolo<br />
giardino è un nulla, esteso a<br />
tanti giardini si traduce in<br />
molte migliaia di metri cubi<br />
di acqua non consumati.<br />
ACCORGIMENTI<br />
AGRONOMICI<br />
Innanzitutto si<br />
possono attuare<br />
accorgimenti agronomici volti a ridurre<br />
l’evaporazione dell’acqua dal suolo: uso di<br />
pacciamatura sotto arbusti, alberi e aiuole<br />
di erbacee perenni, irrigazione nelle ore<br />
più fredde del giorno (alla sera, o meglio<br />
alle prime luci dell’alba) evitando di<br />
bagnare le chiome ma bagnando<br />
direttamente il suolo nella zona interessata<br />
dalle radici; piantagione in autunno anziché<br />
in primavera; lotta alle infestanti;<br />
protezione dal vento mediante siepi.<br />
ACCORGIMENTI PROGETTUALI<br />
Dal punto di vista progettuale la<br />
scelta delle piante dovrà ricadere su<br />
quelle che vivono con poca acqua; si<br />
dovranno prevedere superfici a prato<br />
di ridotte dimensioni o costituite da<br />
graminacee macroterme quali la<br />
gramigna, che richiedono poca acqua<br />
(ma che in inverno assumono<br />
colorazione gialla).<br />
11 ambiente<br />
ZARPELLON ANTONINI ANTONINI
STACANOVISTI<br />
in giardino<br />
i Miscanthus<br />
eleganza per tutto l’anno
Miscanthus sinensis ‘Zebrinus’<br />
TESTO E FOTO DI PAOLO COTTINI<br />
Batti e ribatti, anche da noi le graminacee<br />
hanno iniziato a perdere il tradizionale cliché<br />
di piante d’interesse esclusivamente<br />
alimentare o, viceversa, quello d’infestanti nocive,<br />
per entrare a pieno titolo nel settore nobile delle<br />
perenni decorative. Non solo, ma a poco a poco ci si<br />
è resi conto che il loro impiego in giardino, se studiato<br />
con attenzione, è utilissimo per tutte e quattro<br />
le stagioni: questo almeno è il caso dei Miscanthus,<br />
un genere diventato oramai quasi popolare. I giardinieri<br />
avveduti lo usano per migliorare l’impatto visivo<br />
dei loro piccoli regni, sfruttando la proprietà posseduta<br />
dalle erbe ornamentali nel formare contrasti<br />
Miscanthus sinensis ‘Zebrinus’<br />
d’effetto nelle forme e nella struttura stessa del giardino.<br />
Con i loro vigorosi e abbondanti ciuffi di<br />
foglie, solitamente strette, allungate e mollemente<br />
ricadenti, ma anche con i fusti eretti e culminanti in<br />
ricche e piumose infiorescenze, i M. costituiscono<br />
una risorsa preziosa per mettere in risalto gli arbusti<br />
e le erbacee da fiore che stanno alla base del disegno<br />
generale. Con il loro aiuto, le bordure miste hanno<br />
tutto da guadagnare in termini di linee, consistenza<br />
e perfino movimento. Ovviamente, ancora una volta<br />
è questione anche di gusto e d’interpretazione personale<br />
del giardino, perché in ogni caso i M. vanno<br />
sapientemente mescolati o abbinati con altre piante:<br />
bulbose, perenni, sempreverdi nane, arbusti da fiore<br />
e anche rose.<br />
13 pianta vedette
Pianta invernale, ma non solo<br />
L’impegno posto dai M., nell’affrontare e superare<br />
brillantemente il ciclo intero dell’anno, è davvero<br />
straordinario. La partenza – se di partenza si può<br />
davvero parlare – ha luogo verso aprile, quando dal<br />
terreno tornano a spuntare nuove foglie, in sostituzione<br />
delle vecchie da poco tagliate. Sono lamine di<br />
colore verde brillante, oppure variegate, graziosamente<br />
arcuate e lunghe fino a 120 cm, cui s’accompagnano,<br />
d’estate, gli eretti scapi fiorali. Si tratta di<br />
pannocchie terminali con l’aspetto di spighe, di<br />
forma vagamente piramidale o a ventaglio, formate<br />
da “rametti” cosparsi di minuti fiori che ricordano<br />
quelli del frumento; il loro colore varia dal grigioargento<br />
al rosato, fino al rosso vinoso. In seguito i<br />
fiorellini si trasformano in minute infruttescenze,<br />
che non si staccano nemmeno sotto la neve. Uno<br />
spettacolo che dura non meno di una decina di mesi,<br />
talvolta sino a febbraio.<br />
pianta vedette<br />
14<br />
Asiatiche cosmopolite<br />
I M. sono originari delle fasce tropicali del Vecchio<br />
Mondo, ma è in Giappone e in Cina che si diffondono<br />
in misura sovrabbondante, specialmente nelle<br />
aree antropizzate e degradate. Quasi delle erbacce<br />
infestanti, dunque, che però anche quelle popolazioni<br />
hanno sempre apprezzato per la loro eleganza,<br />
tanto da raffigurarne spesso le pannocchie in pitture<br />
e tessuti. Introdotto in Occidente a metà Ottocento<br />
sotto il nome di Eulalia, il genere M. annovera meno<br />
di 20 specie, alcune delle quali si fanno preferire per<br />
bellezza e versatilità, anche se la primadonna è sicuramente<br />
M. sinensis, che fin dagli esordi in Europa<br />
dimostrò di possedere una spiccata tendenza a fornire<br />
ottimo materiale per la costituzione di numerosi<br />
ibridi. Grazie a un vivaista tedesco, Ernst Pagels,<br />
e ad altri coltivatori, il numero delle varietà ha superato<br />
le 200 unità, molte delle quali abbastanza facilmente<br />
reperibili sul mercato.<br />
Miscanthus sacchariflorus Miscanthus oligostachyus ‘Afrika’ Miscanthus sacchariflorus
SPECIE<br />
DIMENSIONI<br />
(ALTEZZA X<br />
LARGHEZZA)<br />
M. x giganteus 4 x 1,8 m<br />
M. nepalensis 2 x 1,4 m<br />
M. oligostachyus 1,8 x 1,2 m<br />
M. sacchariflorus 4 x 2 m<br />
M. sinensis (e M. s.<br />
var. condensatus)<br />
Miscanthus x giganteus<br />
‘Gilt Edge’<br />
3 x 1,5 m<br />
FOGLIE INFIORESCENZE USO NOTE<br />
Verdi,<br />
larghe 3 cm,<br />
lunghe 90 cm<br />
Verdi, eleganti,<br />
50 cm<br />
Prima verdi, poi<br />
rosso-arancione in<br />
autunno, 90 cm<br />
Rigide, piatte,<br />
verde-glauco, 90 cm<br />
Lineari, arcuate o<br />
erette, verdeglauco,<br />
120 cm<br />
le specie<br />
Piramidali,<br />
violaceo-marrone,<br />
45 cm<br />
Pendule, bronzogiallo,<br />
25 cm<br />
A piccolo<br />
ventaglio, nocciola<br />
chiaro, 18 cm<br />
A ventaglio,<br />
sericee, argentee,<br />
40 cm<br />
Piramidali,<br />
sericee, marrone<br />
chiaro, 40 cm<br />
Per grandi<br />
parchi,<br />
in masse<br />
Anche in<br />
ambienti<br />
piccoli, nelle<br />
bordure miste<br />
Bordure, siepi,<br />
schermi, in bel<br />
contrasto con i<br />
verdi e i blu<br />
Ottima per<br />
consolidare rive<br />
franose e pendii<br />
Impieghi diversi<br />
secondo le<br />
varietà<br />
Ibrido fra M. sinensis<br />
e M. sacchariflorus.<br />
Resiste a freddo,<br />
neve e un po’ di<br />
siccità<br />
Non del tutto rustica,<br />
va un po’ protetta<br />
d’inverno<br />
Esige suolo<br />
molto umido<br />
Non eccede nello<br />
sviluppo, tollera la<br />
mezz’ombra<br />
Molto rustica,<br />
preferisce il sole<br />
pieno<br />
Miscanthus nepalensis Miscanthus sinensis var.<br />
condensatus ‘Cabaret’<br />
15 pianta vedette
CULTIVAR<br />
pianta vedette<br />
ALTEZZA<br />
FOGLIAME<br />
IN CM<br />
ALTEZZA<br />
INFIORESCENZE<br />
IN CM<br />
16<br />
TAGLIA NOTE<br />
‘Flamingo’ 100 160 Media Foglie autunnali arancione.<br />
Infiorescenze pendule, morbide<br />
‘Ghana’ 100 180 Media Bel colore autunnale delle foglie<br />
‘Gracillimus’ 150 170 Media Portamento globoso con foglie molto strette<br />
‘Hinjo’ 100 120 Nana Molto nana; fusti argentei;<br />
per giardini piccoli<br />
‘Kleine Fontäne’ 90 160 Media Foglie strette, molte infiorescenze<br />
‘Kleine<br />
Silberspinne’<br />
varietà di Miscanthus sinensis<br />
70 120 Nana Foglie strettissime che diventano<br />
rosso-arancione; per giardini piccoli<br />
‘Little Kitten’ 50 80 Nana Portamento compatto, foglie molto strette;<br />
per giardini moderni<br />
‘Malepartus’ 110 200 Alta Foglie autunnali arancione,<br />
fiori grandi ben eretti<br />
‘Morning Light’ 150 170 Media Fogliame variegato, arcuato e leggiadro,<br />
elegante; anche per contenitori<br />
‘Nippon’ 80 150 Piccola Eretta nel portamento e nelle infiorescenze<br />
‘Silberfeder’ 150 240 Alta Portamento lasso, molto elegante,<br />
impegnativa negli spazi<br />
‘Strictus’ 150 200 Alta Foglie erette con bande orizzontali<br />
‘Variegatus’ 160 200 Alta Variegature ben marcate;<br />
molto elegante e rustica<br />
‘Zebrinus’ 150 220 Alta Foglie lungamente arcuate<br />
‘Zwergelefant’ 110 170 Media Infiorescenze rosate<br />
che si aprono in mezzo al fogliame<br />
le<br />
cultivar<br />
della<br />
pagina<br />
a fronte:<br />
Miscanthus<br />
sinensis<br />
‘Malepartus’<br />
M. sinensis<br />
‘Kleine<br />
Silberspinne’<br />
Miscanthus<br />
sinensis<br />
‘Little Kitten’<br />
Miscanthus<br />
sinensis<br />
‘Gracillimus’<br />
Miscanthus<br />
sinensis<br />
‘Variegatus’<br />
M. sinensis<br />
‘Morning<br />
Light’<br />
Miscanthus<br />
sinensis<br />
‘Strictus’<br />
Miscanthus<br />
sinensis<br />
‘Flamingo’<br />
M. sinensis<br />
‘Kleine<br />
Fontäne’
17 pianta vedette
Miscanthus sinensis<br />
‘Hinjo’<br />
Il pregio principale dei M. consiste nella prerogativa<br />
di riuscire, con le loro infiorescenze<br />
anche mature, a catturare luminosità dal cielo<br />
e trasmetterla alla zona del giardino in cui<br />
sono stati inseriti. È su queste basi che essi<br />
vanno sfruttati. Oltre che nell’ultimo piano<br />
delle bordure miste di grandi dimensioni e<br />
fra gli arbusti, i M. stanno bene come esemplari<br />
singoli in mezzo all’erba dei prati oppure<br />
lungo le rive di corsi d’acqua, anche se in<br />
questo caso occorre prevedere uno spazio<br />
sufficiente per il loro notevole sviluppo.<br />
Alcune cultivar, come M. sinensis ‘Zebrinus’,<br />
non tollerano bene la vicinanza soffocante di<br />
Miscanthus sinensis<br />
‘Nippon’<br />
In giardino<br />
Miscanthus sinensis<br />
‘Silberfeder’<br />
altre perenni da zone umide. Un altro compito<br />
che viene spesso affidato loro è di formare<br />
schermi contro il vento, con un impareggiabile<br />
effetto decorativo, grazie alla flessuosità<br />
delle loro foglie. In ogni caso, prima di acquistare<br />
una specie o una varietà di M. è bene<br />
informarsi circa le sue dimensioni a maturità,<br />
perché esistono taglie di ogni genere: piccole,<br />
medie e molto grandi. Essi si associano bene<br />
con piante dal fogliame scuro (agrifogli,<br />
bossi, pini, tassi), ma anche con piante decidue<br />
di uguale tonalità, come Sambucus nigra<br />
‘Black Beauty’ e faggi rossi. Le varietà a foglia<br />
variegata si combinano bene con le Rudbeckia<br />
e i bambù dai fusti gialli.<br />
Miscanthus sinensis<br />
‘Ghana’<br />
19 pianta vedette
I M. gradiscono un terreno fertile e torboso,<br />
che non s’inaridisca nella stagione estiva e<br />
resti costantemente un po’ umido, ma, fatta<br />
salva quest’ultima condizione, tollerano<br />
qualunque tipo di suolo. L’esposizione preferita<br />
è al sole, ma crescono bene anche a<br />
mezz’ombra. Sopportano senza problemi le<br />
temperature invernali, fino a -20°C, anche se<br />
i giovani getti primaverili possono essere<br />
danneggiati dalle gelate tardive: in questo<br />
caso, nelle aree più fredde, occorre pacciamare<br />
accuratamente le piante più giovani. Se<br />
le piante tendono a diventare invadenti,<br />
bisogna intervenire con appropriate operazioni<br />
di sfalcio. Nel maneggiare le foglie<br />
occorre però fare attenzione ai loro margini<br />
dentati, che possono facilmente tagliare la<br />
Coltivazione<br />
Miscanthus sinensis<br />
‘Giganteus’<br />
pelle. Essi vanno tagliati a livello del terreno<br />
solo alla fine dell’inverno. Si moltiplicano in<br />
serra seminando in superficie, verso marzoaprile.<br />
La germinazione avviene dopo un<br />
paio di settimane e, quando le piantine sono<br />
abbastanza grandi per essere maneggiate, si<br />
ripicchettano individualmente in vasi, facendo<br />
passare in serra il primo inverno.<br />
L’anno successivo, in tarda primavera, le giovani<br />
piante vengono poste a dimora definitiva.<br />
I M. si possono anche facilmente dividere,<br />
in aprile o in autunno, ripiantando subito<br />
le divisioni più grandi in giardino, mentre<br />
per le più piccole è più opportuno un contenitore,<br />
posto poi a mezz’ombra in serra fredda,<br />
dove si irrobustiranno fino alla primavera<br />
seguente.<br />
dove acquistarle<br />
PIER LUIGI PRIOLA<br />
Treviso, tel. 0422 30 40 96, info@priola.it<br />
IL GIARDINO VIVACE di Didier Berruyer<br />
Pieve di Compito, Capannori (Lu)<br />
tel. 0583 97 92 41, fax 0583 97 92 41<br />
ilgiardinovivace@tin.it<br />
L’ERBAIO DELLA GORRA<br />
Castel Borgone (To)<br />
tel. 011 91 74 168, e.gorra@libero.it<br />
LE JARDIN D’HERBES<br />
La Cordonnais – Bazouges La Perouse (Francia)<br />
tel. 0033 2 99 97 40 85<br />
APPLE COURT<br />
Hordle Lane, Hordle, Lymington<br />
Hampshire SO41 0HU (Regno Unito)<br />
tel. 0044 1590 64 21 30<br />
fax 0044 1590 64 42 20<br />
applecourt@btinternet.com<br />
www.applecourt.com<br />
Miscanthus sinensis<br />
‘Silberspinne’
NEL GIARDINO<br />
IN ATTESA<br />
DEL DISGELO<br />
Tra la neve profuma il<br />
calicanto e sbucano crochi,<br />
Galanthus e Leucojum<br />
TESTO DI VERONICA DE MICCO, GIANCARLO POZZI E MARIO VIETTI<br />
FOTO DI ERALDO ANTONINI E MASSIMO FORNACIARI<br />
DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />
ALBERI, ARBUSTI E PIANTE RAMPICANTI:<br />
• raccogliere foglie e rametti caduti e rinnovare<br />
la pacciamatura<br />
• tagliare i rami secchi, malati o spezzati dalle<br />
intemperie e abbattere gli alberi morti o deperienti<br />
• preparare gli ordini dei prodotti mancanti (semi,<br />
concimi, torbe, terricci, antiparassitari ecc.)<br />
• da febbraio mettere a dimora alberi e arbusti<br />
a foglia caduca<br />
• arbusti a foglia caduca: dalla metà di febbraio<br />
potare quelli che fioriscono sui getti dell’anno<br />
ed eventualmente effettuare una potatura di<br />
ringiovanimento<br />
• concimare le acidofile con un prodotto ternario<br />
addizionato con chelato e solfato di ferro<br />
PIANTE ANNUALI E BIENNALI:<br />
• pulire le aiuole che dovranno ospitare le nuove<br />
piantagioni e progettare i prossimi impianti<br />
• a febbraio incorporare un concime chimicoorganico<br />
(ad es. pellicino)<br />
• seminare in cassette o vassoi in ambiente riparato<br />
Ageratum, Alyssum, Lathyrus odoratus, Salvia<br />
splendens, Verbena e alcune varietà annuali di<br />
garofani<br />
consigli del mese<br />
Calicanto, Chimonanthus praecox<br />
Cura del GIARDINO a gennaio e febbraio [VIETTI]<br />
FORNACIARI<br />
Crochi<br />
FORNACIARI<br />
22<br />
ERBACEE PERENNI:<br />
• rastrellare le aiuole<br />
• iniziare a dividere e trapiantare le piante troppo<br />
accestite<br />
• a febbraio mettere a dimora all’aperto Anchusa<br />
aurea e A. angustissima, Anemone, Trillium e<br />
alcune specie tappezzanti<br />
• a febbraio moltiplicare per talea di radice<br />
Anchusa aurea, Eryngium, Limonium, Phlox,<br />
Romneya, Verbascum ecc.<br />
• accorciare i rami vecchi delle erbe aromatiche e<br />
quelli che si sono accresciuti in modo disordinato<br />
• alla fine di febbraio distribuire un concime a<br />
lento effetto<br />
BULBOSE:<br />
• controllare con regolarità i bulbi immagazzinati<br />
• portare in casa i tulipani piantati in vaso<br />
in autunno<br />
• se il clima è ancora freddo, rinnovare la<br />
pacciamatura intorno ai bulbi a fioritura primaverile<br />
(giacinti, narcisi,<br />
tulipani ecc.)<br />
• mettere a vegetare<br />
sotto vetro Dahlia e<br />
Gloxinia speciosa, e<br />
piantare all’aperto<br />
Anemone coronaria<br />
• estrarre dal terreno<br />
i bucaneve sfioriti,<br />
dividerli e ripiantarli<br />
subito<br />
Bucaneve,<br />
Galanthus nivalis<br />
FORNACIARI
Calicanto, Chimonanthus praecox<br />
ROSAI:<br />
• controllare periodicamente che le specie<br />
rampicanti siano saldamente legate ai sostegni<br />
• a gennaio preparare il terreno per le nuove<br />
piantagioni di fine inverno<br />
• a febbraio iniziare a potare le rose rifiorenti<br />
GIARDINO ROCCIOSO:<br />
• distribuire un concime chimico-organico a basso<br />
titolo di azoto<br />
• dalla fine di gennaio mettere a dimora nuovi<br />
cespugli o arbusti<br />
• pulire il giardino roccioso ed estirpare le erbe<br />
infestanti e il muschio<br />
• arieggiare il terreno con una vanga-forca<br />
• quando non si presenta più il rischio di gelate,<br />
rimuovere la pacciamatura<br />
• seminare in cassone freddo o in serra Aubrietia,<br />
Leontopodium, Ranunculus calandrinoides e<br />
R. gramineus ecc.<br />
VASCHE E LAGHETTI:<br />
• controllare regolarmente che la superficie del<br />
laghetto non si sia completamente ghiacciata<br />
• ripulire la superficie del lago dalle foglie<br />
trasportate dal vento<br />
• a febbraio trasferire le piante acquatiche<br />
delicate che erano state messe al riparo in un<br />
ambiente più caldo e luminoso<br />
• eliminare le erbe infestanti sviluppate lungo le<br />
sponde e iniziare a preparare il terreno per i<br />
nuovi impianti<br />
FORNACIARI<br />
FORNACIARI<br />
Leucojum<br />
vernum
Se nel giardino vi sono degli alberi morti<br />
o deperenti è bene provvedere al loro<br />
abbattimento, prima che la caduta accidentale<br />
possa causare dei danni. Nel caso di grossi<br />
esemplari (con altezza superiore a 5 m), è<br />
raccomandabile affidare l’incarico a una ditta<br />
specializzata; se le dimensioni sono ridotte<br />
possiamo effettuare noi stessi l’abbattimento,<br />
tenendo conto che si tratta di un<br />
lavoro potenzialmente pericoloso.<br />
Ontano<br />
Con l’aiuto di un<br />
trapano praticare un foro<br />
di circa 5 cm di diametro<br />
nella parte centrale della<br />
superficie di taglio,<br />
riempirlo con nitrato<br />
di potassio (100 g) e<br />
richiuderlo. Dopo circa<br />
un anno (tempo necessario affinché<br />
il prodotto penetri nell’apparato radicale) si dovrà riaprire il foro,<br />
versare all’interno della benzina e accenderla con un fiammifero; il<br />
fuoco si diffonderà<br />
lentamente nelle radici<br />
bruciandole e trasformandole<br />
in carbone. Questa tecnica è<br />
adatta per piante che<br />
non ricacciano,<br />
come ad esempio<br />
le conifere.<br />
consigli del mese<br />
Abbattimento degli alberi [VIETTI]<br />
FORNACIARI<br />
IL TRONCO<br />
Per prima cosa è necessario controllare che intorno alla<br />
pianta ci sia uno spazio sufficiente affinché possa cadere in<br />
sicurezza, e, a questo scopo, studiare attentamente la direzione<br />
di caduta.<br />
È sempre consigliabile legare l’albero con una fune robusta<br />
verso il lato dove si vuole far cadere.<br />
È molto importante procedere per gradi dedicandosi,<br />
innanzitutto, all’eliminazione delle branche<br />
principali: bisogna accorciarle un po’ per<br />
volta e infine recidere i monconi in<br />
prossimità del fusto.<br />
Dopo aver asportato i rami più<br />
grossi, si può effettuare il taglio del<br />
tronco: occorre posizionarsi nel lato<br />
verso il quale si dovrà verificare la<br />
caduta, praticare due tagli obliqui e<br />
convergenti per circa i due terzi del<br />
diametro del tronco e a un’altezza di circa 1<br />
m da terra, e asportare il cuneo di legno<br />
così ottenuto.<br />
A questo punto ci si sposta sul lato opposto e si taglia<br />
diagonalmente dall’alto verso il basso fino a raggiungere il<br />
cuneo; dando una leggera spinta o tirando<br />
la corda di ancoraggio si provoca la<br />
caduta.<br />
IL<br />
CEPPO<br />
CON LE<br />
RADICI<br />
Scalzare il<br />
terreno all’altezza del colletto e, con<br />
l’aiuto di una vanga, cercare di<br />
asportare l’intero ceppo con le radici.<br />
Se questa operazione risulta<br />
particolarmente difficoltosa, può essere<br />
conveniente tagliare il ceppo a filo del<br />
terreno e utilizzare dei composti<br />
chimici per facilitarne l’estrazione.<br />
Se si tratta invece di essenze ricaccianti (robinia, castagno, ecc.), è necessario<br />
prima devitalizzare la ceppaia praticando sulla superficie tagliata<br />
alcuni fori e facendo penetrare all’interno del cloruro di sodio o del<br />
diserbante. Queste operazioni sono importanti per evitare che i<br />
monconi lasciati nel terreno vadano incontro<br />
a marcescenza e diventino un focolaio di<br />
infezione.<br />
24
ANTONINI<br />
Dopo aver scelto la posizione più idonea occorre<br />
preparare il terreno: si eliminano le infestanti eventualmente<br />
presenti, si vanga in profondità e si<br />
incorpora della sostanza organica ben decomposta.<br />
radici.<br />
consigli del mese<br />
Occorre scavare una buca<br />
di dimensioni, in<br />
larghezza, almeno doppie<br />
rispetto a quelle del pane<br />
di terra e lavorare il<br />
suolo con una vangaforca<br />
per facilitare la<br />
successiva<br />
penetrazione delle<br />
È consigliabile distribuire uno strato<br />
di ghiaia grossolana mista a sabbia<br />
con la funzione di drenaggio e<br />
posizionare al centro della<br />
buca un palo tutore che<br />
servirà da sostegno<br />
fino a quando<br />
l’apparato radicale si<br />
sarà ancorato saldamente<br />
al terreno (circa 2 o 3 anni).<br />
Prima di procedere con la messa a dimora, può<br />
essere utile effettuare una leggera potatura di<br />
formazione: accorciare i getti<br />
terminali e quelli cresciuti<br />
in modo disordinato,<br />
ed eliminare tutte le<br />
ramificazioni e le radici<br />
rotte o danneggiate.<br />
Messa a dimora delle piante [VIETTI]<br />
Appena le condizioni climatiche lo consentono, si può<br />
iniziare la messa a dimora delle essenze a foglia<br />
caduca. È indispensabile intervenire in una giornata<br />
asciutta e non ventosa e con il terreno umido, ma non<br />
gelato. È raccomandabile studiare molto bene la<br />
collocazione delle nuove piante e cercare di creare degli<br />
accostamenti armoniosi tenendo conto di sviluppo,<br />
forma, colore delle foglie, scalarità di fioritura e<br />
produzione di bacche ornamentali.<br />
Al momento dell’acquisto è importante verificare che le<br />
piante siano in buona salute e siano<br />
provviste di un apparato radicale ben<br />
accestito, privo di danni e sintomi di<br />
malattie.<br />
Biancospino,<br />
Crataegus monogyna<br />
Sistemare la pianta nella<br />
fossa, facendo attenzione<br />
che si trovi alla giusta<br />
profondità. L’apparato radicale<br />
potrebbe, infatti, andare incontro a disidratazione se<br />
collocato troppo in superficie, o a fenomeni di asfissia<br />
nella situazione contraria. Colmare la buca con della terra<br />
mescolata a sostanza organica e compattare leggermente.<br />
Se il suolo è sabbioso può essere utile<br />
scavare un invaso intorno al colletto della<br />
pianta con la funzione di raccogliere l’acqua<br />
e veicolarla verso le radici.<br />
riempimento ed<br />
eventualmente inserire<br />
verticalmente uno spezzone<br />
di tubo fessurato da<br />
drenaggio che consenta<br />
all’acqua di penetrare in<br />
profondità.<br />
26<br />
Cardo<br />
Se il<br />
terreno è<br />
molto<br />
argilloso è<br />
consigliabile<br />
aggiungere<br />
della sabbia alla terra di<br />
FORNACIARI
ANTONINI<br />
Gemme di biancospino,<br />
Crataegus monogyna<br />
È giunto il momento di<br />
pensare alle talee legnose<br />
da prelevare da lantana,<br />
gelsomino, ibisco,<br />
buganvillea,<br />
Callistemon e molti<br />
altri arbusti<br />
comunemente<br />
diffusi nei<br />
giardini<br />
della<br />
nostra penisola. È<br />
opportuno prelevare<br />
le talee prima che<br />
abbia inizio il risveglio<br />
primaverile. Si procede<br />
recidendo porzioni di 15-<br />
20 centimetri da rami<br />
maturi e mettendole a<br />
radicare in un substrato fertile e ben<br />
drenato, contenente sabbia e torba.<br />
Per alcune specie, quali ad esempio<br />
le stesse Hybiscus e Bouganvillea,<br />
per ottenere una buona radicazione è<br />
necessario che la temperatura venga<br />
mantenuta intorno ai 18C; in questi casi quindi<br />
le talee vengono messe a radicare in un<br />
ambiente protetto per poi essere trasferite in<br />
pieno campo una volta avvenuto<br />
l’attecchimento.<br />
Dopo l’impianto distribuire una buona pacciamatura e<br />
annaffiare abbondantemente; se si sono messe a dimora<br />
delle specie delicate è raccomandabile predisporre<br />
dei paraventi di tela come protezione dai venti freddi.<br />
Infine occorre fissare il tronco al palo tutore precedentemente<br />
predisposto, utilizzando dei legacci a<br />
cuscinetto o dei nastri di gomma dura.<br />
Se si devono mettere a dimora delle peonie bisogna<br />
scegliere una posizione parzialmente ombreggiata e al<br />
riparo dai venti e, dopo aver scavato una buca<br />
adeguata alle dimensioni dell’arbusto, disporre sul<br />
fondo uno strato di 10-15 cm di sabbia grossolana con<br />
la funzione di favorire il drenaggio. Sistemare le<br />
peonie facendo in modo che il punto di innesto si trovi<br />
7-8 cm sotto il livello del terreno.<br />
Si prelevano le talee prima del risveglio vegetativo<br />
Viola odorata<br />
FORNACIARI<br />
[DE MICCO]<br />
ORMONI RADICANTI<br />
Per scongiurare il pericolo che le gemme presenti<br />
sulla talea si schiudano prima della formazione<br />
di un apparato radicale funzionale, con conseguente<br />
avvizzimento, si può anche ricorrere<br />
alla somministrazione di prodotti che stimolano<br />
la formazione delle radici. Questa è una pratica<br />
consigliabile soprattutto nelle aree più calde<br />
dell’Italia meridionale, dove l’andamento climatico<br />
può essere tale da favorire un precoce risveglio<br />
vegetativo.<br />
Irrigazioni<br />
Nelle prime fasi di sviluppo bisogna<br />
effettuare irrigazioni regolari, in modo da<br />
mantenere umido il substrato, purtuttavia<br />
evitando ristagni idrici che faciliterebbero<br />
gli attacchi di patogeni e parassiti.<br />
27 consigli del mese
È<br />
molto<br />
importante che<br />
la superficie del<br />
laghetto non geli mai completamente.<br />
La formazione del ghiaccio potrebbe<br />
provocare delle fessurazioni sulle<br />
pareti di cemento delle vasche, con<br />
conseguente abbassamento del livello<br />
dell’acqua. Inoltre si potrebbe<br />
verificare la morte dei pesci a causa<br />
dell’accumulo di gas tossici prodotti<br />
dalla vegetazione sommersa in<br />
decomposizione. Per evitare che ciò<br />
accada, mantenere l’acqua sempre in<br />
movimento o installare un impianto<br />
di riscaldamento elettrico.<br />
consigli del mese<br />
Typha latifolia<br />
Progetti verdi<br />
Un ambiente di qualsiasi forma e<br />
dimensione può essere trasformato<br />
in un bel giardino scegliendo<br />
opportunamente le essenze da<br />
impiantare. È importante la fase di<br />
progettazione: esistono migliaia di<br />
specie e cultivar tra cui scegliere in<br />
funzione delle caratteristiche<br />
dell’ambiente che si ha a disposizione.<br />
Occorre tenere presente le<br />
caratteristiche del terreno, le zone più<br />
soleggiate e quelle più ventose, le zone<br />
in ombra e gli angoli più riparati.<br />
Considerare inoltre la posizione di<br />
vincoli, quali ad esempio la presenza<br />
di un albero che non si vuole tagliare:<br />
l’albero potrebbe diventare il sostegno<br />
per qualche essenza rampicante e<br />
potrebbe offrire la giusta ombra alle<br />
erbacee che non tollerano<br />
l’irraggiamento diretto del sole.<br />
Vasche e laghetti<br />
28<br />
[VIETTI]<br />
IN ALTERNATIVA<br />
Può essere utile far galleggiare sulla superficie dello specchio d’acqua<br />
una palla di gomma o un pezzo di legno: questi materiali assorbiranno<br />
l’aumento di pressione provocato dal ghiaccio, evitando la<br />
formazione di crepe sulle pareti della vasca.<br />
Se, nonostante questi accorgimenti, si nota la presenza di uno strato<br />
di ghiaccio, un consiglio utile può essere quello di tenere appoggiata<br />
sulla superficie una pentola riempita con acqua calda fino a quando<br />
una parte del ghiaccio si scioglie. A questo punto si può versare<br />
l’acqua calda all’interno della vasca, cercando di non danneggiare le<br />
radici delle piante sommerse.<br />
È invece sconsigliabile intervenire con un martello o con altri oggetti<br />
pesanti, in quanto le onde d’urto potrebbero causare dei danni ai pesci.<br />
[DE MICCO]<br />
FORMALI E INFORMALI<br />
Risolti gli aspetti<br />
pratici, si passa a<br />
definire lo stile del<br />
giardino: effettuare una scelta tra<br />
progetti formali e informali. Nel primo caso<br />
il giardino assume uno schema geometrico preciso, definito da<br />
vialetti e siepi basse che delimitano spazi da destinare alle aiuole<br />
o ad altre aree ricreative. Il contorno può essere quadrangolare,<br />
triangolare o derivare dalla combinazione di forme diverse, ma<br />
generalmente si cerca di mantenere una precisa simmetria. Il<br />
giardino informale invece non ha una forma rigida e si adatta più<br />
facilmente a zone caratterizzate<br />
da elementi già esistenti quali<br />
bordure, aiuole o angoli con<br />
rampicanti. Una volta scelto<br />
lo stile del giardino si può<br />
passare alla vera e<br />
propria scelta delle<br />
essenze da<br />
introdurre.<br />
FORNACIARI
FORNACIARI<br />
Le rose, oltre che<br />
regine dei<br />
giardini, in<br />
passato erano<br />
considerate<br />
piante sacre<br />
in molte<br />
religioni e sulla<br />
loro origine si<br />
raccontano<br />
numerose<br />
leggende.<br />
Secondo alcuni<br />
racconti, ad esempio, le<br />
rose bianche e rosa<br />
deriverebbero dalle gocce<br />
di sudore cadute al profeta<br />
Maometto mentre saliva al cielo.<br />
Secondo la tradizione cristiana, invece, è la<br />
Madonna a essere simboleggiata da una rosa i<br />
cui petali sono rosso scuro in boccio e virano al<br />
bianco quando si aprono le corolle: il rosso<br />
rappresenterebbe i simboli umani del sangue e<br />
della carne, mentre il bianco simboleggerebbe lo<br />
spirito divino. Infine, l’immaginario popolare<br />
racconta che la Vergine Maria distese il suo velo<br />
ad asciugare su di un cespuglio di rose e queste<br />
diventarono bianche. Il forte significato simbolico<br />
di queste piante, nonché la loro indiscutibile<br />
bellezza e l’ampia gamma di specie e cultivar<br />
attualmente disponibili, rendono la rosa una delle<br />
essenze più diffuse nei nostri giardini.<br />
Gli afidi attaccano anche le piante “sacre”…<br />
[DE MICCO]<br />
Come molte<br />
piante legnose,<br />
la rosa diventa<br />
facile preda degli afidi<br />
nel periodo della<br />
ripresa<br />
vegetativa<br />
dopo il riposo<br />
invernale. Si tratta di piccoli<br />
insetti che tendono ad attaccare i<br />
giovani germogli e i boccioli fiorali<br />
determinando distorsioni e deformazioni.<br />
… COME COMBATTERLI?<br />
Combattere le infestazioni di afidi quando<br />
sono già in stadio avanzato non è semplice<br />
per cui è consigliabile mettere in atto alcuni<br />
semplici accorgimenti agronomici per non<br />
farsi trovare impreparati. È opportuno ricordare<br />
che gli afidi attaccano le parti tenere e<br />
giovani delle piante poiché esse hanno un’elevata<br />
concentrazione di amminoacidi liberi.<br />
Di conseguenza la prima regola da seguire<br />
consiste nell’evitare concimazioni azotate<br />
eccessive e nel prediligere formulati che contengano<br />
azoto in forma non ammoniacale.<br />
Inoltre è utile eliminare tutti succhioni che,<br />
oltre a essere rami indesiderati in quanto non<br />
portano fiori e sottraggono nutrimento alle<br />
altre parti della pianta, attirano anche fortemente<br />
questi insetti.<br />
Rosa canina<br />
ANTONINI<br />
Rosa canina<br />
Piretrine<br />
Laddove questi<br />
accorgimenti<br />
risultino<br />
insufficienti<br />
a mantenere<br />
lontano gli afidi,<br />
si può ricorrere<br />
alla distribuzione<br />
di prodotti a base<br />
di piretrine o<br />
altre sostanze<br />
specifiche<br />
regolando le dosi<br />
in funzione della<br />
gravità<br />
dell’infestazione<br />
e in modo da<br />
evitare fenomeni<br />
di fitotossicità.<br />
29 consigli del mese
NELL’ORTO<br />
LAVORAZIONI<br />
PROFONDE<br />
Gennaio e<br />
febbraio<br />
sono i mesi<br />
di maggiore<br />
stasi per<br />
l’orto, se<br />
non ci si<br />
trova in<br />
località a<br />
clima mite<br />
o non si<br />
possiede un<br />
tunnel per<br />
anticipare i<br />
tempi<br />
cura dell’ORTO a gennaio e febbraio [MESINI]<br />
LAVORAZIONI PROFONDE: è il momento adatto per<br />
effettuare le lavorazioni profonde del terreno,<br />
assolutamente necessarie per mantenere elevata la<br />
produttività dell’orto. Con la zappatura molti<br />
credono di aver assolto a tale compito, ma si tratta<br />
di una convinzione errata. La zappatura arriva a una<br />
profondità inferiore ai 20 cm e, pur non essendo<br />
superficiale, è insufficiente per colture che spingono<br />
l’apparato radicale in profondità. La semplice bietola<br />
da costa, ad esempio, spinge le proprie radici fino a<br />
30 cm di profondità. Almeno ad anni alterni è<br />
necessaria una vangatura capace di raggiungere i 25-<br />
30 cm di profondità. Con questa operazione si deve<br />
sollevare l’intera zolla e farla ricadere su se stessa<br />
così che si rompa e si rimescoli. È un lavoro faticoso<br />
che richiede tempo e deve essere affrontato per turni<br />
successivi e brevi. Protrarre i tempi troppo a lungo<br />
nel tentativo di portare a termine il lavoro comporta<br />
inevitabilmente una minore efficacia e una<br />
profondità di scavo inferiore.<br />
CONCIMAZIONI: prima di vangare distribuire sul terreno<br />
il letame che, con il ribaltamento delle zolle della<br />
vangatura, verrà interrato. Contemporaneamente si<br />
consigli del mese<br />
30<br />
TESTO DI VERONICA DE MICCO<br />
E ALESSANDRO MESINI<br />
FOTO DI ALESSANDRO MESINI<br />
DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />
I cavoli resistono al gelo, si scartano le<br />
foglie esterne e il cuore è intatto<br />
possono apportare ammendanti, aggiungendo sabbia se<br />
il terreno è<br />
pesante, o torba<br />
se il terreno è<br />
sciolto e povero<br />
di sostanza<br />
organica. È bene<br />
possedere due<br />
vanghe di<br />
lunghezza diversa, una più lunga e una più corta, da<br />
usare ad anni alterni, così da evitare che si formi alla<br />
stessa profondità sotto al<br />
terreno una barriera<br />
impermeabilizzante. Le<br />
zolle esposte al gelo<br />
invernale si frazioneranno<br />
in unità più piccole, e<br />
prima della semina si<br />
dovrà<br />
intervenire<br />
con<br />
zappe,<br />
erpici e<br />
rastrelli.<br />
Il cavolo nero migliora dopo il<br />
periodo invernale, le gelate lo<br />
rendono saporito e croccante
[MESINI]<br />
Evitare gli errori:<br />
letame e ortaggi da radice<br />
Il letame è da sempre il miglior concime organico che<br />
possa essere impiegato nell’orto. Ha moltissime virtù<br />
(apporta sostanza organica, è a lenta cessione,<br />
migliora la struttura sia di terreni sciolti sia di terreni<br />
pesanti), ma deve essere impiegato con cautela nella<br />
coltivazione degli ortaggi da radice: nelle carote può<br />
essere causa di mostruosità della radice o di frequenti<br />
biforcazioni; nelle patate di gibbosità. Problemi che si<br />
manifestano solo se il letame è inglobato nel terreno,<br />
poco tempo prima della semina. Meglio allora ricorrere<br />
a una letamazione contenuta (2 kg per metro<br />
quadrato) nell’autunno e con materiale molto maturo,<br />
oppure abbondare nella letamazione effettuata nel<br />
ciclo colturale dell’annata precedente.<br />
[DE MICCO]<br />
Le cipolle rosse sono fra gli ortaggi più precoci:<br />
devono essere seminate già nel mese di febbraio<br />
Alla fine del mese di febbraio è possibile raccogliere<br />
o acquistare le zampe di asparago per procedere al<br />
nuovo impianto primaverile nelle aree più calde<br />
dell’Italia meridionale. Per zampa dell’asparago si<br />
intende il fusto sotterraneo, rizoma della pianta.<br />
Dalle zampe, ogni primavera spuntano i nuovi<br />
germogli, noti come turioni, che sono raccolti<br />
quando sono ancora teneri e prima che inizino<br />
a lignificare, diventando troppo duri per<br />
l‘alimentazione.<br />
Moltiplicazione da seme<br />
Le zampe possono essere acquistate nei vivai,<br />
oppure prodotte da seme. In quest’ultimo caso<br />
è opportuno utilizzare semi sani e con alta<br />
percentuale di germinazione; dovranno poi essere<br />
immersi in acqua per qualche ora al fine di<br />
facilitarne la germinazione. Successivamente i semi<br />
Impianto delle zampe di asparago<br />
Resistente al<br />
freddo,<br />
il radicchio<br />
aspetta solo<br />
che la neve<br />
sparisca per<br />
rispuntare<br />
nell’orto<br />
e nei campi<br />
dovrebbero essere<br />
interrati per circa un<br />
cm di<br />
profondità, su<br />
file distanti<br />
circa 30 cm. È possibile<br />
disporre i semi molto vicini sulla fila e ricorrere al<br />
diradamento una volta avvenuta l’emergenza delle<br />
plantule, e il sicuro affrancamento delle stesse (dopo<br />
circa un mese), avendo cura di lasciare le piantine<br />
più vigorose ogni 10 cm.<br />
Altro metodo può essere quello di disporre già i semi<br />
alla giusta distanza su ciascuna fila, e disporre anche<br />
altri semi in contenitori in modo da ottenere piantine<br />
aggiuntive che possano sostituire eventuali fallanze.<br />
Con entrambe le tecniche la semina dovrebbe<br />
essere accompagnata da regolari irrigazioni,<br />
zappettature e scerbature tra le file,<br />
per arieggiare il terreno e tenerlo<br />
libero dalle infestanti,<br />
particolarmente<br />
pericolose durante le<br />
prime fasi di<br />
sviluppo delle<br />
piantine. Dopo circa<br />
un anno le zampe<br />
saranno pronte per l’impianto<br />
definitivo dell’asparagiaia, da<br />
eseguire nella primavera seguente.<br />
Il porro ancora presente in<br />
campo viene rincalzato fino a<br />
due terzi dell’altezza per<br />
essere reso bianco e dolce<br />
consigli del mese
[DE MICCO]<br />
Nelle aree a clima mite<br />
dell’Italia meridionale,<br />
verso la fine di febbraio<br />
è possibile dedicare<br />
qualche giorno al<br />
trapianto di specie<br />
quali ad esempio il<br />
cetriolo, che necessita<br />
di qualche piccola<br />
cura nelle prime fasi<br />
di sviluppo. Prima del<br />
trapianto il terreno dovrebbe essere preparato<br />
accuratamente con una vangatura a circa 30 cm di<br />
profondità e leggere lavorazioni superficiali per<br />
[MESINI]<br />
I primi giorni del cetriolo<br />
Nelle località del Sud, in riva ai<br />
grandi laghi o al riparo<br />
dei tunnel l’attività non<br />
si ferma e gli ortaggi<br />
più resistenti al freddo<br />
possono continuare a<br />
produrre.<br />
I ravanelli sono la scelta<br />
migliore al fianco di rucola,<br />
spinaci e valerianella. Offrono un raccolto fresco e<br />
abbondante, più di un kg di radici per metro<br />
quadrato, a fronte di<br />
pochissime cure.<br />
Il terreno di semina deve<br />
essere preparato con<br />
cura, soffice, reso fertile<br />
con l’apporto di<br />
terricciato maturo e ben<br />
Ravanelli: signori del freddo<br />
Ortaggio senza stagione, la<br />
bietola rispunta nell’orto se<br />
non erano state tolte le radici<br />
dopo l’ultimo raccolto<br />
32<br />
Le serre ben esposte al sole consentono<br />
al loro interno di coltivare verdure da<br />
foglia e anticipare le semine<br />
favorire la distribuzione<br />
di concimi a base di fosforo e potassio. L’azoto<br />
invece dovrebbe essere somministrato in più<br />
riprese dopo la messa a dimora. È opportuno<br />
utilizzare per il trapianto piantine che abbiano già 3<br />
settimane e che siano provviste del pane di terra per<br />
favorire l’attecchimento. Considerato che le piante<br />
di cetriolo possono raggiungere dimensioni<br />
notevoli, sarebbe opportuno mantenere distanze di<br />
circa un metro tra le file e 40 centimetri sulla fila.<br />
Allo scopo di tutelare le piante da eventuali ritorni<br />
di freddo, conviene proteggere le piantine appena<br />
emerse in questo periodo con materiali in plastica o<br />
altre protezioni temporanee, purché sia mantenuto<br />
un buon arieggiamento. Alcuni giorni dopo la<br />
messa a dimora occorrerebbe sistemare i tutori (fili<br />
di propilene o canapa verticali, reti di polietilene<br />
ecc.) per accompagnare i fusti erbacei durante lo<br />
sviluppo, avendo cura però di non provocare danni<br />
meccanici ai delicati tessuti.<br />
drenato. La semina si può iniziare a<br />
febbraio, a spaglio o a righe. Nella semina<br />
a spaglio è consigliato mescolare il<br />
seme con terriccio così da<br />
migliorare l’uniformità. Il terreno<br />
deve essere mantenuto sempre<br />
umido, ma non intriso. Dopo un<br />
mese si inizia il raccolto in modo<br />
scalare senza lasciare che i ravanelli crescano troppo<br />
perché diventerebbero acri, fessurati e perderebbero<br />
in croccantezza.<br />
I finocchi<br />
sono<br />
resistenti al<br />
freddo, ma<br />
non<br />
sopportano<br />
gelate<br />
intense
inserto da staccare e conservare<br />
IL CALENDARIO DEI<br />
Gennaio<br />
PROGRAMMAZIONE<br />
• iniziare a programmare i lavori<br />
nell’orto e la successione colturale<br />
• consultare cataloghi e riviste per la<br />
scelta delle colture orticole<br />
LAVORI<br />
• se il terreno non<br />
è gelato, lavorarlo<br />
in<br />
profondità<br />
con la<br />
vanga<br />
• al Sud mettere in opera i tunnel freddi<br />
SEMINE<br />
• cipolle, porri, rape, lattughe e cicorie<br />
nelle zone a clima mite, in semenzaio<br />
• pomodori, peperoni e melanzane in<br />
serra calda<br />
TRAPIANTI<br />
• ripiantare le piantine che non hanno<br />
attecchito di cavoli, fave, piselli<br />
RACCOLTE<br />
• verdure invernali nelle zone a clima<br />
mite, come spinacio, porro, radicchio<br />
da cespo, cavolo, verza.<br />
<strong>Febbraio</strong><br />
PROGRAMMAZIONE<br />
• definire le colture e la loro successione durante l’anno, e le<br />
superfici da destinare alle singole colture<br />
• scegliere specie e varietà da seminare<br />
LAVORI<br />
• terminare le lavorazioni principali<br />
(vangatura) e affinare con la zappa<br />
le zolle più grossolane<br />
• effettuare la concimazione organica<br />
& Ambiente<br />
CONCIMAZIONE ORGANICA:<br />
Compo Stallatico Umificato<br />
e Compo Guano<br />
e quella di fondo pre-impianto per le<br />
colture da mettere a dimora o da<br />
seminare<br />
CONCIMAZIONE DI FONDO PRE-IMPIANTO:<br />
Compo Nitrophoska Orto Frutta, Compo Concime Universale Blu<br />
• finire di preparare il letto di semina con l’utilizzo di un erpicatore<br />
o di un rastrello<br />
• realizzare la rete scolante (fossi, scoline e<br />
baulature) per evitare ristagni idrici e facilitare<br />
il deflusso dell’acqua piovana in eccesso<br />
• al Centro-Sud mettere in opera i tunnel freddi<br />
• trattare preventivamente i semenzai contro i<br />
marciumi<br />
CONTRO I MARCIUMI: Compo Ortiva<br />
SEMINE<br />
• direttamente in pieno campo, nella terza decade del mese nelle<br />
zone a clima più mite o nei tunnel freddi in pianura Padana:<br />
valerianella, bietole e spinaci, ravanelli, carote, prezzemolo,<br />
cipolle e cipolline, cavoli estivi, lattuga e radicchio da taglio<br />
• in serra calda melone, anguria, cetriolo, zucca, zucchino,<br />
pomodoro, melanzana, peperone e basilico<br />
TRAPIANTI<br />
• in serra o tunnel riscaldati: melone, anguria, cetriolo, zucca,<br />
zucchino, pomodoro, melanzana, peperone e basilico<br />
RACCOLTE<br />
• dove la coltivazione non è stata sospesa:<br />
valerianella, rucola, porri, prezzemolo, sedano,<br />
spinaci e cicoria
LAVORI NELL’ORTO<br />
Marzo<br />
LAVORI<br />
• completare le lavorazioni del terreno e affinarlo<br />
per consentire le semine previste<br />
• al Centro-Nord mettere in opera i tunnel freddi<br />
• effettuare la concimazione di fondo pre-impianto<br />
per le colture da mettere a dimora o da seminare<br />
CONCIMAZIONE DI FONDO PRE-IMPIANTO:<br />
Compo Nitrophoska Orto Frutta,<br />
Compo Concime Universale Blu<br />
• trattare<br />
preventivamente<br />
i semenzai contro<br />
i marciumi<br />
• combattere le<br />
altiche presenti su<br />
rucola e ravanelli<br />
CONTRO I MARCIUMI:<br />
Compo Ortiva<br />
CONTRO LE ALTICHE:<br />
Compo Actara 25 WG<br />
SEMINE<br />
• in pieno campo le verdure da foglia:<br />
piselli, patate, carote, bietole, spinaci,<br />
prezzemolo, rucola, ravanelli<br />
TRAPIANTI<br />
• zucchini, meloni e cetrioli in minitunnel<br />
• nei tunnel freddi: zucca e zucchino, melone, anguria,<br />
cetriolo, melanzana, pomodoro, peperone, basilico, sedano<br />
• in pieno campo lattughe, radicchi, aglio e cipolle<br />
RACCOLTE<br />
• carote, rape, barbabietole, ravanelli, cavoli, spinaci e<br />
colture da foglia<br />
Maggio<br />
LAVORI<br />
• smontare i tunnel freddi<br />
• controllare lo stato dei tutori<br />
• diserbare (le infestanti sono molto<br />
competitive con le piantine giovani)<br />
• combattere, se compare, il malbianco<br />
(oidio) su pomodoro, zucca, zucchino<br />
• combattere gli adulti di<br />
dorifora che compaiono<br />
su patata e pomodoro<br />
• combattere<br />
preventivamente la<br />
peronospora su<br />
pomodoro, aglio, cipolla,<br />
porro e peperone se le foglie sono bagnate<br />
per 10-12 ore da piogge (o nebbia o rugiada)<br />
CONTRO LA PERONOSPORA:<br />
Compo Ortiva<br />
CONTRO IL MALBIANCO:<br />
Compo Topas<br />
CONTRO LA<br />
DORIFORA:<br />
Compo Insetticida<br />
concentrato<br />
Aprile<br />
PROGRAMMAZIONE<br />
• predisporre uno schema di rotazione delle<br />
colture prima di effettuare semine e trapianti<br />
LAVORI<br />
• effettuare il ripristino o realizzare ex novo (se<br />
non sono stati ancora fatti) drenaggi, fossi di<br />
scolo e baulatura delle aiuole prima delle<br />
piogge primaverili<br />
• se le foglie sono bagnate per 10-12<br />
ore da piogge (o nebbia o rugiada),<br />
combattere preventivamente la<br />
peronospora su<br />
pomodoro,<br />
aglio, cipolla<br />
CONTRO LA PERONOSPORA:<br />
Compo Ortiva<br />
SEMINE<br />
• in pieno campo le verdure<br />
da foglia e da taglio:<br />
cipolle, porri, carote; a<br />
fine mese anguria, melone, cetrioli,<br />
pomodoro, zucca e zucchino<br />
TRAPIANTI<br />
• pomodoro,<br />
melanzana,<br />
peperone e<br />
peperoncino, basilico, sedano, aromatiche<br />
RACCOLTE<br />
• carote e piselli (se seminati in anticipo e protetti<br />
dal freddo), prezzemolo, ravanelli, cicoria,<br />
cavoli, sedano, rucola, lattuga e radicchi<br />
SEMINE<br />
• seminare in pieno campo zucca, zucchino, anguria,<br />
melone, cetriolo, carote, bietole, fagioli, fagiolini,<br />
cardi, verdure da foglia; iniziare le semine dei cavoli<br />
in semenzaio<br />
TRAPIANTI<br />
• terminare i trapianti effettuati nel mese precedente<br />
e sostituire le piantine che hanno subito eventuali<br />
danni da gelo<br />
RACCOLTE<br />
• raccogliere le primizie di fragole, piselli, zucchini;<br />
poi bietole, ravanelli, insalate e radicchi, rucola,<br />
prezzemolo, carote, cipolla bianca
Giugno<br />
LAVORI<br />
• sarchiare il terreno<br />
ed estirpare manualmente le malerbe<br />
• mettere in funzione i deterrenti per allontanare le talpe<br />
• irrigazioni di soccorso per le colture se le precipitazioni non<br />
sono sufficienti a mantenere elevato il grado di umidità del<br />
terreno<br />
• concimare in copertura<br />
CONCIMAZIONE IN COPERTURA:<br />
Compo Nitrophoska Orto Frutta,<br />
Compo Concime Universale Blu,<br />
Compo Concime per pomodori<br />
• legare ai tutori zucche, fagioli, cetrioli e pomodori per<br />
sostenere le piante in accrescimento<br />
• combattere gli afidi che compaiono, a fine primavera, su<br />
bietola, fava e altre leguminose ortive<br />
• combattere, se<br />
compare, il<br />
CONTRO IL<br />
malbianco (oidio) su pomodoro, zucca,<br />
MALBIANCO:<br />
Compo Topas<br />
zucchino, cetriolo, melanzana<br />
• se le foglie sono bagnate per 10-12 ore da piogge (o<br />
nebbia o rugiada), combattere<br />
CONTRO LA<br />
preventivamente la peronospora su PERONOSPORA:<br />
Compo Ortiva<br />
pomodoro, cipolla, porro, peperone<br />
• se compare, combattere la muffa grigia<br />
(botrite) su fragola e pomodoro<br />
CONTRO LA BOTRITE:<br />
Compo Muffa-Stop<br />
LAVORI<br />
• irrigare adeguatamente le<br />
colture, soprattutto i<br />
pomodori<br />
• usare teli<br />
ombreggianti e altre<br />
protezioni nelle ore più calde<br />
della giornata<br />
SEMINE<br />
• continuare le semine di zucca,<br />
zucchino, anguria, melone,<br />
cetriolo, pomodori, melanzane, carote, cavoli, bietole,<br />
fagioli, fagiolini, cardi, verdure da foglia ed effettuare le<br />
prime semine di finocchi (seconda-terza decade del mese)<br />
TRAPIANTI<br />
• continuare i trapianti delle piantine<br />
seminate in semenzaio nel mese precedente<br />
RACCOLTE<br />
• fragole, zucchine, cipolle e agli,<br />
sedano, bietole, verdure da taglio<br />
CONTRO GLI AFIDI:<br />
Compo Gardius,<br />
Compo Orto Sano Gold,<br />
Compo Actara 25 WG<br />
Agosto<br />
IL CALENDARIO DEI<br />
Luglio<br />
LAVORI<br />
• irrigare tutte le colture, in particolare:<br />
pomodori, cetrioli, zucchini, melanzane,<br />
peperoni, meloni e angurie<br />
• effettuare i diserbi qualora occorra<br />
• apprestare, per le piante giovani, ripari<br />
dal sole cocente (ad esempio teli<br />
ombreggianti), nelle ore più calde della<br />
giornata<br />
• combattere le altiche su cavoli e<br />
ravanelli CONTRO ALTICHE E AFIDI:<br />
• combattere Compo Actara<br />
gli afidi che compaiono, a<br />
inizio estate, su<br />
bietola, fava e altre<br />
leguminose ortive<br />
• combattere, se compare, il mal<br />
bianco (oidio) su pomodoro,<br />
zucca, CONTRO IL MALBIANCO:<br />
zucchino, Compo Ortiva<br />
cetriolo, melanzana<br />
• combattere, se<br />
compare, la muffa<br />
grigia (botrite) su<br />
pomodoro<br />
CONTRO LA BOTRITE:<br />
Compo Muffa-Stop<br />
SEMINE<br />
• prezzemolo, finocchio, valerianella e<br />
rucola, spinaci, ravanelli, cicoria e radicchi<br />
TRAPIANTI<br />
• cavoli, sedano, finocchio, radicchi, cicoria,<br />
scarola e lattuga, fragole<br />
RACCOLTE<br />
• pomodori, cetrioli, prezzemolo,<br />
sedano, aromatiche, zucchini,<br />
melanzane, peperoni e peperoncini,<br />
verdure da taglio; cocomero al giusto<br />
momento di maturazione; iniziare la<br />
raccolta di aglio e cipolla<br />
• diserbare<br />
• verificare i sostegni per le piante<br />
sarmentose e rampicanti<br />
RACCOLTE<br />
• fragole, zucchini, melanzane,<br />
pomodori, verdure da foglia, aglio,<br />
cipolle e patate<br />
CONTRO GLI AFIDI: Compo Gardius,<br />
Compo Orto Sano Gold
LAVORI NELL’ORTO<br />
Settembre<br />
LAVORI<br />
• distribuire con moderazione concimi in copertura<br />
per le colture ancora in<br />
produzione<br />
CONCIMAZIONE IN COPERTURA:<br />
Compo Nitrophoska Orto Frutta,<br />
Compo Concime Universale Blu,<br />
Compo Concime per pomodori<br />
• verificare la stabilità dei tutori e, se occorre,<br />
rincalzare le piante<br />
• diserbare<br />
• irrigare riducendo<br />
la quantità di<br />
acqua rispetto<br />
a quella<br />
somministrata il<br />
mese precedente<br />
SEMINE E TRAPIANTI<br />
• seminare valerianella e rucola, ravanelli, spinaci,<br />
prezzemolo, radicchi e lattuga<br />
• trapiantare radicchi, finocchio, porro e<br />
cavoli nei climi miti per le raccolte<br />
primaverili<br />
RACCOLTE<br />
• ogni giorno i frutti dell’orto<br />
LAVORI<br />
• eliminare i residui<br />
vegetali nelle aiuole<br />
a fine ciclo e interrare i<br />
concimi organici<br />
CONCIMAZIONE ORGANICA:<br />
Compo Stallatico<br />
Umificato,<br />
Compo Guano<br />
Ottobre<br />
• predisporre il materiale per allestire i tunnel freddi<br />
• in aree a clima mite valutare la necessità di irrigare<br />
ancora<br />
• in aree a clima continentale impiegare il tessuto<br />
non tessuto per proteggere le colture dal freddo<br />
• in aree a clima continentale riattivare i tunnel<br />
SEMINE E TRAPIANTI<br />
• seminare valerianella, spinaci, ravanelli e rucola,<br />
lattuga e radicchi<br />
• trapiantare cipolla bianca e aglio<br />
RACCOLTE<br />
• raccogliere tutti i prodotti dell’orto,<br />
a mano a mano che giungono a<br />
maturazione<br />
inserto da staccare e conservare<br />
Novembre<br />
LAVORI<br />
• proteggere il piede delle piante di<br />
aromatiche sensibili al freddo intenso<br />
(rosmarino, salvia, erba cedrina, timo,<br />
ruta) con pacciamatura o rincalzo<br />
PER PACCIAMARE:<br />
Compo Corteccia di pino marittimo<br />
• riporre i tutori e tutti i materiali e le<br />
attrezzature reimpiegabili<br />
• pulire le aiuole dai residui colturali e<br />
provvedere ai primi lavori di risistemazione<br />
• ripristinare i tunnel freddi e utilizzare il<br />
tessuto non tessuto<br />
per combattere il<br />
freddo<br />
• curare gli ortaggi ancora<br />
presenti in pieno campo: carciofi, cardi, cavoli e<br />
cavolfiori, spinaci, radicchi e lattughe<br />
SEMINE E TRAPIANTI<br />
• proseguire le semine in coltura protetta di<br />
ravanelli, rucola, lattuga, radicchi, cicoria,<br />
valerianella<br />
Dicembre<br />
LAVORI<br />
• proteggere al piede le piante con<br />
tessuto non tessuto o con pacciamatura<br />
PER PACCIAMARE:<br />
Compo Corteccia di pino marittimo<br />
• seguire le colture in tunnel e in serra<br />
• controllare che nei tunnel freddi non si<br />
formi condensa o carenza idrica<br />
• eliminare i residui di coltivazione,<br />
riporre i sostegni utilizzati<br />
• risistemare il terreno con lavorazioni<br />
profonde<br />
• apportare sostanza<br />
organica da interrare con<br />
la vangatura<br />
• effettuare riordino e<br />
CONCIMAZIONE ORGANICA:<br />
Compo Stallatico Umificato,<br />
Compo Guano<br />
manutenzione degli attrezzi<br />
Prima di eseguire un trattamento fungicida o<br />
insetticida leggere attentamente le istruzioni riportate<br />
sulle confezioni degli stessi. Evitare i trattamenti in<br />
fioritura. Nei periodi più caldi trattare nelle ore più<br />
fresche del giorno e, se si usano insetticidi, intervenire<br />
di sera, per non disturbare il volo delle api. Rispettare<br />
i tempi di carenza in pre-raccolta.
Concimi minerali,<br />
concimi organici,<br />
concimi di sintesi:<br />
come districarsi<br />
tra tutti i prodotti<br />
in commercio? Quali usare, quando usarli?<br />
Che cos’è<br />
un concime?<br />
Per la legge italiana<br />
è concime<br />
ogni sostanza,<br />
naturale o sintetica,<br />
minerale o organica,<br />
idonea a fornire alle<br />
piante l’elemento o gli<br />
elementi chimici della<br />
fertilità, necessari per<br />
lo svolgimento del loro<br />
ciclo vegetativo e produttivo.<br />
Per ammendante, invece,<br />
si intende qualsiasi<br />
sostanza capace<br />
di modificare e migliorare<br />
le proprietà fisiche,<br />
biologiche di un<br />
terreno.<br />
orticoltura<br />
La concimazione<br />
dell’orto<br />
Le esigenze nutritive<br />
Le piante sono organismi autotrofi,<br />
sono, cioè, in grado di costruire sostanza<br />
organica a partire da elementi minerali.<br />
Carbonio, idrogeno e ossigeno<br />
Il titolo di un concime<br />
Rappresenta la percentuale di<br />
elemento fertilizzante presente<br />
nel concime. Più il titolo è elevato<br />
e più il concime è concentrato.<br />
Nei concimi ad alto titolo la<br />
distribuzione nel terreno deve<br />
essere molto accurata: infatti,<br />
una distribuzione irregolare può<br />
portare a concentrazioni eccessive<br />
in alcuni punti e insufficienti<br />
in altri.<br />
34<br />
TESTO DI SILVANO CRISTIANI<br />
DISEGNI DI CLAUDIO CRISTIANI<br />
vengono presi dall’aria e dall’acqua e<br />
non rappresentano mai un limite al<br />
loro sviluppo. Gli altri elementi sono<br />
assorbiti sotto forma di ioni (particelle<br />
cariche elettricamente) disciolti nell’acqua<br />
presente nel terreno.<br />
Tra questi i più importanti sono l’azoto,<br />
il fosforo e il potassio, che costituiscono<br />
la base della concimazione minerale.
Le basi della<br />
concimazione minerale<br />
Le piante assorbono dal terreno elementi<br />
nutritivi. Il terreno, per non<br />
essere impoverito, deve poi essere<br />
reintegrato per la quota che viene<br />
effettivamente asportata e che non<br />
ritorna più al terreno con gli scarti<br />
vegetali non utilizzati.<br />
La determinazione di questa quota<br />
non è né facile né immediata. Esistono<br />
a questo proposito studi approfonditi<br />
e disciplinari di produzione<br />
molto rigorosi, ma il loro utilizzo<br />
è indicato solo per l’orticoltura<br />
professionale. In un orto casalingo con piccoli<br />
appezzamenti è più conveniente utilizzare un<br />
buon concime minerale complesso a lenta cessione,<br />
considerando che le colture da foglia hanno<br />
Quanto concime somministrare?<br />
Per quello che riguarda i concimi minerali bisogna<br />
far riferimento al titolo del concime che si<br />
ha a disposizione e ai quantitativi di elementi<br />
nutritivi da somministrare. I dosaggi normalmente<br />
sono riferiti a 1 ettaro, pertanto andranno<br />
anche ricondotti alla superficie effettivamente<br />
coltivata.<br />
Ad esempio: per fornire 75 kg/ettaro di elemento<br />
fertilizzante avendo a disposizione un<br />
concime con titolo 25, si dovrà<br />
somministrarne al terreno<br />
75/25x100 = 300 kg/ettaro;<br />
sapendo che 1 ettaro corrisponde<br />
a 10.000 mq, saranno necessari<br />
3 kg ogni 100 mq.<br />
Per quello che riguarda i concimi<br />
organici si può in parte far<br />
riferimento al ragionamento sopradescritto,<br />
tenendo presente<br />
che però il valore intrinseco di<br />
un concime organico non corrisponde<br />
al quantitativo di elementi<br />
nutrizionali contenuti,<br />
ma è molto più elevato in considerazione<br />
di tutti gli effetti<br />
maggiore necessità di azoto mentre quelle da<br />
frutto richiedono un buon quantitativo di fosforo<br />
e potassio. Per le leguminose, invece, la somministrazione<br />
di azoto non è necessaria.<br />
secondari positivi che l’apporto di sostanza organica<br />
conferisce al terreno.<br />
Se si ha a disposizione del concime confezionato,<br />
sarà necessario seguire scrupolosamente le<br />
indicazioni riportate in etichetta, mentre utilizzando<br />
ad esempio del letame bovino se ne può<br />
distribuire da 300 a 600 kg ogni 100 mq: in pratica<br />
in una aiuola di 10 mq saranno necessarie<br />
1 o 2 carriole piene di letame, da distribuire<br />
durante la vangatura.<br />
35 orticoltura
I concimi minerali di sintesi, immessi in<br />
modo massiccio nell’agricoltura per riconvertire<br />
le industrie belliche dopo la prima guerra<br />
mondiale, rappresentano una delle leve più<br />
importanti dell’agricoltura attuale per incrementare<br />
le rese produttive. Di facile stoccaggio<br />
e distribuzione, liquidi, in grani o in polvere,<br />
a pronto effetto o a cessione ritardata,<br />
riescono a coprire tutte le esigenze. Vanno<br />
usati comunque con moderazione perché<br />
hanno un impatto elevato sull’ambiente, sulla<br />
vitalità dei terreni e perché possono provocare<br />
la formazione di metaboliti tossici che la<br />
pianta non riesce a eliminare, se usati in<br />
eccesso. È inoltre molto facile sbagliarsi nei<br />
dosaggi, e creare degli scompensi nella crescita<br />
delle piante o addirittura bruciarle per un<br />
quantitativo eccessivo di sali.<br />
I concimi minerali di origine naturale derivano<br />
dalla macinazione delle rocce, hanno<br />
una bassa solubilità, un effetto più lontano<br />
nel tempo e un impatto ambientale limitato.<br />
Sono più adatti a correggere le<br />
carenze di base dei terreni.<br />
I concimi organici di sintesi: quello più<br />
conosciuto e diffuso è l’urea, che rappresenta<br />
la fonte di azoto a più basso costo<br />
presente sul mercato.<br />
orticoltura<br />
Quando concimare?<br />
Volendo dare i concimi in forma separata, fosforo e potassio vanno<br />
dati una volta all’anno prima della vangatura o della zappatura, in<br />
quanto hanno una mobilità molto bassa nel terreno e devono essere<br />
distribuiti nella zona esplorata dalle radici delle piante. L’azoto, al<br />
contrario, è soggetto a dilavamento e va quindi somministrato<br />
in modo graduale, a più riprese.<br />
36<br />
Quali sono<br />
i concimi<br />
più comuni?<br />
I concimi organici naturali possono essere di<br />
origine vegetale o animale. Forniscono un<br />
quantitativo generalmente inferiore di elementi<br />
nutritivi rispetto ai concimi minerali,<br />
ma incrementano il contenuto di sostanza organica<br />
e lo sviluppo dei microrganismi utili, e<br />
migliorano le caratteristiche fisiche dei terreni.<br />
Specie se hanno un cattivo odore, e quasi<br />
tutti quelli in commercio sono in queste condizioni,<br />
sarebbe meglio finire di compostarli<br />
mescolandoli a un buon terriccio o a torba.<br />
Il letame bovino è sicuramente il concime più<br />
completo e migliore per le colture orticole,<br />
ma non sempre se ne può trovare; in commercio<br />
sono disponibili moltissimi formulati<br />
ottenuti sia da sostanze vegetali che animali.<br />
Se non sono stati compostati perfettamente è<br />
consigliabile distribuirli prima delle lavorazioni<br />
principali, almeno un mese o due prima<br />
della semina o del trapianto.
Il compost vegetale non<br />
dovrebbe mai mancare nell’orto<br />
famigliare, in quanto è<br />
in grado di fornire elementi<br />
nutritivi e migliorare le caratteristiche<br />
fisiche del terreno,<br />
senza pericolo di sovradosaggi<br />
o di accumuli salini<br />
nel terreno.<br />
Alcune raccomandazioni di massima:<br />
La concimazione verde:<br />
si attua seminando delle<br />
colture appositamente<br />
coltivate per essere interrate.<br />
Incrementa la<br />
sostanza organica, migliora<br />
la struttura del<br />
terreno e mette a dispo-<br />
• controllare che il terreno non abbia degli squilibri evidenti:<br />
l’eccesso di sali, la difficoltà a smaltire le acque meteoriche,<br />
il costipamento eccessivo, il pH anomalo; in questi casi<br />
la concimazione non risolve le difficoltà che incontrano<br />
le piante<br />
• preferire di norma i concimi organici, e controllare che siano<br />
ben compostati; aumentano il tenore in humus, la carica<br />
microbica del terreno e quindi la sua vitalità<br />
• mantenere il terreno vitale, cercando di non ostacolare con<br />
pesticidi e diserbanti lo sviluppo degli organismi terricoli,<br />
indispensabili per mettere a disposizione delle piante gli<br />
elementi nutritivi necessari<br />
• variare i concimi nel tempo in modo da variare<br />
la composizione e le caratteristiche degli elementi nutritivi<br />
apportati, senza creare squilibri<br />
• produrre il proprio compost personale, utilizzando gli scarti<br />
vegetali che si rendono disponibili nel giardino: è un<br />
concime naturale e che non costa nulla<br />
• ricordarsi che le piante non sono delle macchine e che anche<br />
il terreno va considerato e trattato come un organismo<br />
vivente: anche la concimazione va vista come un mezzo per<br />
accrescerne la vitalità.<br />
sizione delle piante<br />
tutti gli elementi<br />
nutritivi di cui<br />
hanno bisogno.<br />
[> vedi GIARDINI 221<br />
SETTEMBRE 2006]<br />
LA CONCIMAZIONE E<br />
L’AGRICOLTURA<br />
BIODINAMICA<br />
Il compost, vegetale e animale,<br />
e il sovescio costituiscono la<br />
base della concimazione<br />
biodinamica, che però non<br />
rimane pratica agronomica a sé<br />
stante, ma costituisce solo un<br />
momento di tutti gli interventi<br />
che vengono eseguiti per<br />
accrescere la vitalità dei<br />
terreni, il contenuto in humus e<br />
l’armonia esistente all’interno<br />
dell’organismo agricolo,<br />
secondo una visione “unicista”<br />
che non tende a separare e a<br />
entrare nei dettagli, ma a<br />
considerare l’individuo, e quindi<br />
anche la pianta, l’orto o il<br />
giardino come un tutt’uno.<br />
37 orticoltura
PISTIS<br />
ANTONINI<br />
Le BIOMASSE<br />
per la produzione<br />
di energia<br />
Il rincaro continuo dei prezzi degli idrocarburi<br />
e il loro possibile esaurimento in virtù di una<br />
continua estrazione, ha indirizzato l’attenzione<br />
verso fonti alternative di approvvigionamento<br />
energetico: dal ritorno allo sfruttamento di energia<br />
solare ed eolica, alla produzione di energia nucleare.<br />
Negli ultimi tempi l’attenzione si è concentrata sulle<br />
cosiddette biomasse che sono materiali organici di<br />
tipo non fossile, a differenza degli idrocarburi presenti<br />
negli strati profondi della terra, che sono anch’essi di<br />
origine biologica ma di “antica” formazione.<br />
L’impiego della biomassa finalizzata alla produzione<br />
energetica ha degli indiscutibili vantaggi, quali proficuo<br />
utilizzo dei rifiuti organici, riduzione delle emissioni di<br />
zolfo, rinnovabilità anche in tempi brevi (si pensi ai<br />
rifiuti organici). Una strada sicuramente da percorrere.<br />
ambiente<br />
38<br />
TESTO DI<br />
ERALDO ANTONINI<br />
FOTO DI<br />
ERALDO ANTONINI<br />
E PAOLO PISTIS<br />
Che cos’è la biomassa?<br />
La biomassa deriva da una produzione recente che, il<br />
più delle volte, rappresenta un problema, in quanto<br />
classificata come rifiuto. Infatti, la biomassa può derivare<br />
dagli scarti dell’industria di trasformazione dei<br />
prodotti agricoli, dai residui organici degli allevamenti<br />
zootecnici, dai residui della produzione agricola<br />
e di quella forestale, dal materiale di risulta dei<br />
giardini privati e delle aree verdi pubbliche (sfalci del<br />
prato, residui di potatura, abbattimenti), dalla componente<br />
organica dei rifiuti domestici, dai residui<br />
della lavorazione del legno. Oltre a questi scarti, la<br />
biomassa può essere formata da coltivazioni agrarie o<br />
forestali espressamente indirizzate a questa finalità.<br />
Anche il giardino può essere utile<br />
La biomassa può fornire energia attraverso diversi<br />
processi che richiedono, a loro volta, un maggiore o<br />
minore apporto energetico per essere attivati e completati.<br />
La forma più diretta per produrre calore è<br />
quella della combustione. A questo riguardo l’impiego<br />
di termocamini (per singole abitazioni private) consente<br />
di bruciare la legna, con un alto rendimento termico<br />
rispetto il camino tradizionale, utilizzando<br />
anche residui del giardino, legno derivante da abbattimenti<br />
e potature. Se l’area del giardino fosse sufficientemente<br />
ampia si potrebbe destinarne una parte<br />
alla creazione di un boschetto da cui attingere la<br />
materia prima per l’alimentazione del camino. Nel<br />
caso dell’utilizzo di caldaie per riscaldamento industriale<br />
la combustione può essere finalizzata alla formazione<br />
di vapore, a sua volta sfruttabile in un ciclo<br />
termodinamico in grado di produrre energia elettrica.<br />
Biomasse di altra derivazione<br />
Dai residui organici derivanti dagli allevamenti zootecnici<br />
ma anche dall’industria agroalimentare o urbani<br />
(acque nere), tramite un processo di fermentazione in<br />
assenza di ossigeno si ottiene il metano (oltre ad anidride<br />
carbonica). Altri processi sono dati, ad esempio, dalla<br />
cosiddetta termovalorizzazione, dalla pirolisi (decomposizione<br />
termochimica), dalla carbonizzazione (che porta alla<br />
formazione di carbone). Esistono poi altre possibilità di<br />
ottenere energie alternative, quali ad esempio la produzione<br />
di combustibili liquidi derivanti da colture agrarie<br />
come soia, colza, girasole e sorgo, frontiera in cui l’Italia<br />
si era già cimentata con l’Enichem.
Granulari<br />
Compo Nitrophoska Orto Frutta è un<br />
concime minerale composto ad alto<br />
contenuto di elementi nutritivi, con un<br />
alto titolo di azoto e potassio e un<br />
contenuto equilibrato di fosforo,<br />
magnesio e zolfo: NPK (15-5-20) + Mg +<br />
SO 3 + B + Fe + Zn (2-20-0,02-0,05-0,01). È<br />
specifico per tutte le colture ortive e da frutto.<br />
Valagro Orto Frutta è un prodotto<br />
granulare contenente NPK (8-6-14) con<br />
azoto organico, che favorisce l’attività<br />
della microfauna del terreno e quindi le<br />
funzioni vitali della pianta, e MgO.<br />
Bayer Garden Bayfolan<br />
Multi Orti e <strong>Giardini</strong> è un<br />
concime granulare NPK (17-9-18) a basso<br />
titolo<br />
di cloro. Contiene azoto e potassio da<br />
nitrato, nutre per 4 mesi.<br />
Cifo Granverde<br />
Concime minerale per orto e<br />
giardino composto da NPK (20-5-<br />
10) + MgO + SO 3 , ideale per<br />
le prime fasi vegetative,<br />
stimola la crescita e favorisce<br />
la formazione di frutti<br />
colorati e ortaggi saporiti.<br />
Cifo Linea<br />
Idrosolubili<br />
Concime per<br />
ortaggi e<br />
piante da<br />
frutto è<br />
composto da<br />
NPK (15-10-30) + SO 3 (5) a<br />
basso tenore di cloro<br />
ottenuto per miscelazione.<br />
Nutre in modo completo<br />
ortaggi (pomodoro,<br />
fragola, lattughe, patate) e<br />
piante da frutto (melo,<br />
albicocco, susino, vite,<br />
olivo) in vaso o in piena<br />
terra. Favorisce lo<br />
sviluppo di lattughe<br />
croccanti, ortaggi colorati e<br />
saporiti. È arricchito con<br />
zolfo, fondamentale per<br />
l’aroma e il profumo dei<br />
frutti.<br />
INDIRIZZI A<br />
PAGINA 127<br />
Vetrina di<br />
concimi<br />
per orto<br />
39<br />
Sepran Guanoplus Chile è un concime<br />
organico minerale con una base di<br />
nitrato sodico potassico del Cile (guano) e<br />
con l’aggiunta di microelementi chelati e<br />
acidi umici. Contiene azoto organico ad<br />
azione prolungata: NPK (10-8-12) + MgO +<br />
SO 3 + C (2-12-7,5) + microelementi (B,<br />
Fe, Mn, Zn). È un prodotto completo per<br />
l’alimentazione in particolare di pomodoro,<br />
orticole, piante da frutto, agrumi, olivo, vite.<br />
Sepran Concime Ortaggi “Le jardinier<br />
naturel” è un concime biologico<br />
organo-minerale<br />
NPK (3-5-9) + CaO<br />
+ MgO + 34% di<br />
TESTO DI DONATELLA FORNI<br />
Sepran Seflor Orti e Frutteti<br />
è un concime liquido<br />
concentrato, minerale<br />
composto, NPK (15-5-5).<br />
Può essere usato sia per<br />
innaffiare le foglie, sia da<br />
spargere direttamente sul<br />
terreno per prevenire e<br />
curare ingiallimenti,<br />
malformazioni, ridurre gli effetti<br />
negativi delle gelate, della siccità o<br />
delle piogge prolungate.<br />
Compo Concime idrosolubile<br />
universale è un concime minerale<br />
composto ad alto titolo di elementi<br />
nutritivi e microelementi: NPK (20-<br />
20-20) + B + Fe + Mn + Mo +<br />
Zn. Solubile in acqua, è<br />
prontamente assorbibile,<br />
favorisce fruttificazioni<br />
abbondanti e una maggiore<br />
resistenza alle malattie.<br />
Idrosolubili<br />
Con guano<br />
Compo Guano Concime organico<br />
per orto e giardino è completamente<br />
naturale. Arricchisce il terreno di<br />
sostanze naturali di facile<br />
assimilazione e durevoli nel tempo.<br />
Aumenta il numero di ortaggi e frutti e ne<br />
migliora il sapore, il colore, l’aroma.<br />
alga marina.<br />
L’apporto<br />
equilibrato di sostanze<br />
nutritive naturali<br />
favorisce l’attecchimento<br />
e la crescita delle colture<br />
e una maggiore resistenza<br />
a malattie e climi avversi.<br />
Cifo Asso di Fiori<br />
concime in polvere<br />
solubile è composto da<br />
NPK (20-20-20) + B + Fe +<br />
Mn + Mo. Nutre in modo<br />
completo tutte le piante<br />
da orto e giardino, verdi e<br />
fiorite, e previene le<br />
carenze nutritive più comuni.<br />
Bayer Garden Bayfolan<br />
Idrosol Orticole è un concime<br />
in polvere idrosolubile,<br />
contiene NPK (20-10-20) +<br />
zolfo, magnesio e<br />
microelementi. È<br />
particolarmente<br />
adatto alla<br />
concimazione<br />
di tutte le<br />
colture<br />
orticole.<br />
bacheca delle aziende<br />
Biologico<br />
Idrosolubili
La maggioranza delle piante<br />
del frutteto rimarranno<br />
in pieno riposo<br />
per tutto questo<br />
periodo; solo<br />
nelle aree più miti<br />
le specie precoci,<br />
come albicocco<br />
e mandorlo,<br />
iniziano a<br />
uscire dal<br />
riposo invernale<br />
NEL FRUTTETO<br />
ASPETTANDO<br />
IL RISVEGLIO<br />
TESTO DI VERONICA DE MICCO E MASSIMO FORNACIARI<br />
FOTO DI MASSIMO FORNACIARI, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />
Cura del FRUTTETO<br />
a gennaio e febbraio<br />
POTATURA: continuare la<br />
potatura, evitando i periodi<br />
molto freddi. Al Nord è<br />
consigliabile ritardare la<br />
potatura delle specie più<br />
sensibili al gelo (kiwi, kaki,<br />
pesco, piccoli frutti ecc.).<br />
PIANTAGIONI: per tutto il<br />
periodo si possono mettere a<br />
dimora le nuove piante da<br />
frutto, purché il terreno non sia<br />
molto bagnato o gelato. Se la<br />
stagione è siccitosa (soprattutto<br />
al Sud) mantenere irrigate le<br />
piantine dopo il trapianto.<br />
TRATTAMENTI: in questo<br />
periodo si iniziano a eseguire<br />
alcuni trattamenti<br />
antiparassitari ad azione<br />
preventiva, come riportato<br />
nella tabella.<br />
INNESTI: prelevare il materiale<br />
da conservare per gli innesti<br />
primaverili, mentre si possono<br />
eseguire gli innesti a triangolo.<br />
consigli del mese<br />
Potature e<br />
piantagioni<br />
In questo periodo<br />
si continuano le<br />
operazioni di<br />
potatura evitando,<br />
soprattutto al<br />
Nord, le giornate<br />
più fredde che<br />
possono<br />
danneggiare sia<br />
noi che le nostre<br />
piante. Inoltre<br />
possiamo<br />
procedere con le<br />
piantagioni<br />
che<br />
abbiamo<br />
programmato.<br />
[FORNACIARI]<br />
Le specie da frutto più precoci come<br />
l’albicocco inizieranno ben presto a<br />
risvegliarsi dalla dormienza invernale<br />
A proposito di mandorli in fiore<br />
La fioritura dei mandorli è un<br />
appuntamento primaverile che nella Valle<br />
dei Templi di Agrigento diventa una<br />
celebrazione folcloristica<br />
internazionale, di fratellanza e amicizia<br />
tra popoli. I primi di febbraio si svolge<br />
tutti gli anni la Sagra del Mandorlo in<br />
Fiore; il calendario delle manifestazioni e<br />
maggiori informazioni si possono trovare sul<br />
sito internet www.mandorloinfiore.net o<br />
all’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo,<br />
tel. 0922 204 54.<br />
Marze per innesti<br />
[FORNACIARI]<br />
Entro questo periodo si deve anche eseguire la<br />
raccolta del materiale che si utilizzerà per gli innesti<br />
di fine inverno. Infatti, per la riuscita dell’innesto è<br />
fondamentale che la porzione di ramo che viene<br />
inserita sul portinnesto (la marza) sia in uno stadio di<br />
completo riposo vegetativo. I rami vanno quindi<br />
tagliati ora e riposti in sacchetti impermeabili per<br />
evitare che si disidratino,<br />
conservandoli in<br />
frigorifero o in ambienti<br />
freddi fino al<br />
momento<br />
dell’innesto.
Cure dopo<br />
la piantagione<br />
Sullo scorso numero<br />
di giardini abbiamo<br />
descritto in un<br />
articolo specifico<br />
come eseguire a<br />
regola d’arte la<br />
piantagione delle<br />
piante da frutto.<br />
Dalla corretta<br />
esecuzione della<br />
piantagione dipende<br />
il futuro sviluppo<br />
della pianta, ma è<br />
ugualmente<br />
importante seguirla<br />
con cure adeguate fin<br />
dalle prime fasi.<br />
Al Sud come al Nord,<br />
se la stagione è<br />
siccitosa non<br />
dobbiamo<br />
dimenticarci di<br />
irrigare<br />
periodicamente le<br />
piante appena messe<br />
a dimora. Non servono grandi<br />
quantità d’acqua, bastano 10-<br />
15 litri per pianta, distribuiti<br />
ogni 20 giorni circa se in<br />
assenza di precipitazioni.<br />
L’irrigazione è importante<br />
per mantenere una sufficiente<br />
idratazione delle radici, ma<br />
anche per favorire<br />
l’assestamento del terreno che,<br />
dopo la piantagione, tende a<br />
rimanere sollevato e non ben<br />
aderente all’apparato radicale.<br />
[FORNACIARI]<br />
Oltre ad aumentare il<br />
consumo di acqua, le alte<br />
temperature e l’irraggiamento<br />
solare possono causare dei<br />
danni diretti. Le piante<br />
giovani sono le più sensibili in<br />
quanto la loro corteccia è<br />
ancora sottile e ha scarse<br />
capacità di isolamento<br />
termico. Soprattutto al Sud,<br />
dove più forte è l’insolazione,<br />
non è raro rilevare sul fusto<br />
vere e proprie ustioni che<br />
possono danneggiare la pianta<br />
in modo molto serio. Per<br />
prevenire queste “scottature”<br />
sulle piante giovani appena<br />
messe a dimora si può<br />
ricorrere all’imbiancatura del<br />
tronco con una poltiglia a<br />
base di calce (circa un kg di<br />
calce stemperata in 10 litri<br />
d’acqua), che protegge la<br />
corteccia e riflette i raggi<br />
solari.<br />
Lavorazioni a queste piccole<br />
profondità non sono troppo<br />
faticose e favoriscono<br />
l’immagazzinamento dell’acqua,<br />
mantenendo però un giusto<br />
rapporto acqua/aria in modo che<br />
non si creino condizioni di<br />
asfissia radicale.<br />
Queste lavorazioni<br />
inoltre hanno<br />
come effetto<br />
positivo<br />
secondario<br />
l’eliminazione<br />
delle infestanti.<br />
La presenza di<br />
queste ultime può<br />
avere effetti<br />
È tempo di lavorare il terreno<br />
Alla fine di febbraio nell’Italia meridionale è<br />
importante preparare il terreno<br />
in modo che le piante possano<br />
trovarsi nelle condizioni ideali<br />
per iniziare la ripresa vegetativa.<br />
Appena l’andamento climatico lo<br />
consente è opportuno<br />
eseguire le lavorazioni del<br />
terreno fino a profondità di circa<br />
20 centimetri.<br />
estremamente negativi: oltre<br />
alla sottrazione di elementi<br />
nutritivi alle piante coltivate,<br />
può aumentare il rischio<br />
d’incendio e favorire la presenza<br />
di roditori, che provocano danni<br />
alle piante rosicchiandone il<br />
colletto. Le lavorazioni leggere<br />
al terreno in questo<br />
periodo infine possono<br />
essere associate alla<br />
distribuzione di concimi per<br />
favorire l’apporto di azoto,<br />
fosforo e potassio e tutti i<br />
nutrienti che stimolano il<br />
risveglio primaverile.<br />
[DE MICCO]<br />
41 consigli del mese
Corineo: gli attacchi di questo fungo sono<br />
favoriti da primavere umide e piovose. Può<br />
attaccare le foglie e i frutti, sui quali crea<br />
tipiche macchie tondeggianti, e anche i<br />
rami con formazione di cancri e<br />
disseccamenti. Se l’attacco è forte<br />
si possono verificare importanti<br />
defogliazioni e ingenti perdite di frutti.<br />
[FORNACIARI]<br />
Trattamenti preventivi<br />
Poco prima della ripresa vegetativa si devono<br />
eseguire alcuni trattamenti che risultano<br />
indispensabili per la prevenzione di importanti<br />
avversità delle piante da frutto. Secondo le zone<br />
climatiche si dovranno eseguire indicativamente tra<br />
l’inizio di febbraio e i primi di marzo, iniziando<br />
nelle aree meridionali dove l’arrivo della primavera<br />
è anticipato.<br />
Bolla su pesco<br />
Prima di tutto i peschi vanno<br />
trattati contro la bolla (causata dal<br />
fungo Taphrina deformans) che, in<br />
concomitanza di una pioggia, può<br />
penetrare e infettare le gemme<br />
appena iniziano a rigonfiarsi.<br />
La difesa deve quindi essere<br />
preventiva, mantenendo<br />
protette le gemme con unodue<br />
trattamenti eseguiti dalla<br />
ripresa vegetativa all’inizio<br />
della fioritura.<br />
Corineo su drupacee<br />
Anche sulle altre drupacee (albicocco, ciliegio e<br />
susino) si deve intervenire nello stesso stadio<br />
(rigonfiamento gemme) per prevenire gli attacchi<br />
del corineo (causato dal fungo Coryneum<br />
beijerinckii). Questo intervento è necessario<br />
soprattutto se nella stagione precedente si sono<br />
rilevati attacchi di corineo, per ridurre l’inoculo<br />
del fungo che sverna su foglie e rami colpiti.<br />
Le piante di vite appena messe a dimora<br />
(barbatelle) sono molto sensibili alle basse<br />
temperature e vanno protette ricoprendole<br />
completamente di terra. Solo a primavera avanzata,<br />
quando è terminato il rischio di gelate tardive, si<br />
aprirà il cumulo per agevolare la fuoriuscita dei<br />
germogli e permetterne la crescita regolare.<br />
consigli del mese<br />
42<br />
Cocciniglie su drupacee e agrumi<br />
Sempre sulle drupacee e gli agrumi è anche il<br />
momento della difesa contro le cocciniglie. Se si<br />
rileva una certa presenza di questi insetti su rami e<br />
corteccia delle piante è consigliabile intervenire<br />
in questa fase con gli insetticidi specifici<br />
indicati in tabella. I trattamenti su<br />
melo e pero si possono invece<br />
rimandare a marzo, quando anche<br />
queste specie inizieranno a risvegliarsi dal<br />
letargo invernale.<br />
Controllo degli irroratori<br />
Poiché le attrezzature per la<br />
distribuzione sono rimaste<br />
inutilizzate per diversi mesi, prima<br />
di eseguire qualsiasi trattamento è<br />
sempre consigliabile verificarne lo<br />
stato e il funzionamento. Controllare gli<br />
ugelli, pulirli ed eventualmente sostituire quelli<br />
usurati. Verificare la perfetta tenuta di tubi e<br />
manicotti entro cui scorre la miscela<br />
antiparassitaria e, per gli atomizzatori a motore,<br />
fare una messa in moto di prova.
FORNACIARI<br />
I trattamenti di febbraio<br />
AVVERSITÀ / specie colpite principio attivo 2 formulato commerciale 3 note<br />
BOLLA<br />
pesco<br />
CORINEO<br />
albicocco,<br />
pesco, susino<br />
cino-giapponese<br />
ROGNA E CARIE<br />
DEL LEGNO<br />
olivo<br />
COCCINIGLIA<br />
BIANCA-ROSSA<br />
agrumi<br />
in genere,<br />
soprattutto<br />
limone<br />
COCCINIGLIA<br />
BIANCA<br />
(Pseudalacaspis<br />
pentagona)<br />
e GRIGIA<br />
(Comstockaspis<br />
perniciosus)<br />
drupacee<br />
(pesco,<br />
albicocco,<br />
susino)<br />
1<br />
prodotti di origine naturale utilizzabili<br />
in agricoltura biologica<br />
2<br />
principio attivo: è la sostanza chimica<br />
ad azione insetticida o fungicida,<br />
indicata in etichetta alla voce<br />
“composizione”<br />
Prodotti rameici 1<br />
(idrossido,<br />
ossicloruro,<br />
solfato)<br />
o Dodina<br />
o Ziram<br />
Prodotti rameici 1<br />
(idrossido,<br />
ossicloruro,<br />
solfato)<br />
o Ziram<br />
Prodotti rameici 1<br />
(idrossido,<br />
ossicloruro,<br />
solfato)<br />
Olio bianco 1<br />
Olio bianco 1<br />
Polisolfuro di<br />
calcio 1<br />
Buprofezin<br />
Diversi<br />
Diversi<br />
Diversi<br />
Diversi<br />
Diversi<br />
Applaud®<br />
e altri<br />
[FORNACIARI]<br />
Trattamento fondamentale:<br />
intervenire appena le gemme<br />
cominciano a rigonfiarsi. Tra<br />
i prodotti rameici preferire<br />
i prodotti a base di solfato<br />
di rame (poltiglia bordolese).<br />
Trattamento fondamentale.<br />
Durante la potatura eliminare e<br />
bruciare i rami colpiti.<br />
Eliminare con la potatura tutti<br />
i rami colpiti. Terminata la<br />
potatura eseguire un trattamento,<br />
che risulta attivo anche contro<br />
l’“occhio di pavone”.<br />
Trattare in assenza di frutti.<br />
Trattare solo in presenza di<br />
infestazioni. È importante<br />
eseguire una distribuzione<br />
accurata bagnando bene<br />
ogni parte della pianta.<br />
Attenzione: sulle drupacee<br />
intervenire non oltre la fase<br />
di rigonfiamento gemme,<br />
alla dose del 15-17%.<br />
Va applicato a fine inverno per<br />
la lotta alla cocciniglia grigia.<br />
Contro la cocciniglia bianca<br />
posticipare il trattamento verso<br />
la fine di maggio.<br />
3<br />
formulato commerciale: come i farmaci per l’uomo, anche i prodotti fitosanitari<br />
vengono venduti con un nome commerciale (marchio registrato) differente a<br />
seconda della ditta produttrice; si possono trovare decine di formulati dal nome<br />
diverso ma con analoga composizione<br />
4<br />
date medie riferite alla pianura Padana<br />
43 consigli del mese
[DE MICCO]<br />
L’olivo<br />
è un’essenza<br />
tipica dei paesi<br />
mediterranei e<br />
cresce bene nelle<br />
aree a clima mite. In<br />
genere, l’olivo è molto<br />
longevo e le piante mature<br />
(oltre il decimo anno d’età) fruttificano ogni anno.<br />
Come accade in molti fruttiferi, l’olivo può essere<br />
soggetto all’indesiderato fenomeno dell’alternanza<br />
di produzione. Questo fenomeno si manifesta con<br />
annate in cui gli alberi portano numerosissimi frutti,<br />
in opposizione ad anni in cui i frutti scarseggiano.<br />
L’alternanza di produzione è dovuta allo squilibrio<br />
tra attività vegetativa e riproduttiva della pianta. Per<br />
contenere questo fenomeno è opportuno gestire in<br />
modo appropriato le operazioni di potatura ogni<br />
anno.<br />
È quindi importante conoscere le caratteristiche<br />
dei rami:<br />
• i RAMI A LEGNO portano solo gemme destinate a<br />
formare rami a legno e misti; molto vigorosi,<br />
crescono generalmente in cima o sulla curvatura<br />
dei rami a<br />
frutto, oppure<br />
sui rami più<br />
giovani e<br />
vigorosi<br />
• i RAMI MISTI<br />
sono meno<br />
vigorosi di<br />
quelli a legno<br />
pur avendo<br />
vigore<br />
maggiore di<br />
quelli a frutto;<br />
sono inoltre<br />
rami dell’anno<br />
che portano<br />
gemme a fiore tranne all’estremità,<br />
dove alcune gemme a legno possono<br />
produrre nuovi getti<br />
• i RAMI A FRUTTO sono getti deboli e<br />
penduli che portano tutte gemme a<br />
fiore.<br />
consigli del mese<br />
44<br />
I rami dell’olivo<br />
Per una potatura efficace<br />
Nelle aree più calde dell’Italia meridionale,<br />
eseguire la potatura di produzione tra fine<br />
inverno e inizio primavera, quando è passato il<br />
pericolo di gelate, ma prima che si abbia la<br />
ripresa vegetativa. Seguire alcune regole che<br />
permettono di ottenere piante con una giusta<br />
quantità di rami a legno e a frutto, equilibrate<br />
sia dal punto di vista fisiologico sia da quello<br />
estetico.<br />
Recidere tutti i succhioni e i rami improduttivi<br />
troppo vigorosi, lasciando solo quelli che<br />
possono sostituire le branche ormai deperite o<br />
che possono riempire vuoti nell’impalcatura<br />
della pianta. Asportare i rami a legno troppo<br />
vigorosi o troppo deboli, mantenere invece<br />
quelli di medio vigore, che non dovrebbero<br />
essere cimati, se non alterano la simmetria della<br />
pianta o non sono disposti in modo da sottrarre<br />
nutrimento diventando antagonisti del getto<br />
guida. Non raccorciare mai i rami misti, ma<br />
piuttosto diradarli se sono troppo fitti. I rami a<br />
frutto non devono mai essere potati, ma<br />
semplicemente asportati dopo la fruttificazione<br />
in modo da essere sostituiti da altri più giovani.<br />
Asportare anche tutti i rami morti, malati o che<br />
hanno subito danni meccanici. Nel potare, aver<br />
cura di eseguire i tagli un po’ al di sopra del<br />
ramo che dovrà rimanere, e al di sopra di un<br />
nodo o una coppia di gemme.<br />
Ridurre al minimo la superficie di taglio per evitare il<br />
pericolo di attacco da parte di patogeni e parassiti. Prima<br />
della ripresa vegetativa concimare bene il terreno alla base<br />
delle piante favorendo l’interramento con lavorazioni poco<br />
profonde che non danneggino le radici superficiali.
TESTO E<br />
FOTO DI<br />
MASSIMO<br />
FORNACIARI<br />
Guidare<br />
la pianta<br />
Tutte le volte<br />
che ci apprestiamo<br />
a potare<br />
una pianta, soprattutto<br />
se giovane,<br />
è fondamentale<br />
conoscere la motivazione<br />
e l’effetto<br />
che si otterrà coi<br />
diversi interventi.<br />
In altre parole per<br />
apprendere la tecnica<br />
della potatura<br />
non basta seguire e imitare chi la pratica da anni, ma<br />
è indispensabile comprendere lo scopo di ogni taglio<br />
e prevedere la reazione futura della pianta.<br />
Come per l’automobile, anche per “guidare” una<br />
pianta da frutto occorre una “patente”, cioè un insieme<br />
di conoscenze teoriche e pratiche che ci permettono<br />
di conoscere come e perché tagliamo o pieghiamo<br />
un ramo piuttosto che un altro.<br />
Durante la fase giovanile i classici interventi di potatura,<br />
cioè tagli di eliminazione o raccorciamento di rami,<br />
non sono sempre una necessità. Infatti, in una pianta<br />
Le branche laterali devono avere un angolo<br />
d’inserzione molto ampio, in caso contrario<br />
possono essere soggette a rotture o “scosciature”<br />
Nel caso di branche verticali si forma un’area<br />
di compressione tra fusto e ramo che<br />
con la crescita dei tessuti crea una<br />
“linea di rottura”<br />
frutticoltura<br />
I TRUCCHI<br />
del potatore<br />
46<br />
Potare non equivale<br />
sempre e solo<br />
a tagliare, ma<br />
comprende anche<br />
numerosi altri tipi<br />
d’intervento, veri e<br />
propri “trucchi del<br />
potatore”<br />
giovane tende a prevalerel’accrescimento<br />
fino a quando non<br />
sarà passata dalla fase<br />
giovanile a quella<br />
di maturità, e non<br />
avrà raggiunto, cioè,<br />
una dimensione tale<br />
da sopportare e nutrire<br />
la fruttificazione.<br />
Di conseguenza,<br />
l’asportazione di una<br />
parte della chioma<br />
può ritardare il<br />
raggiungimento di<br />
questo punto d’equilibrio e quindi anche l’inizio della<br />
fruttificazione. Quindi, nel dubbio, lo sbaglio minore è<br />
spesso quello di non fare nessun taglio. Questo non<br />
significa che non dobbiamo eseguire nessun intervento<br />
per guidare la crescita della vegetazione.<br />
Potare non è sinonimo di tagliare<br />
In realtà la potatura non equivale solo e sempre a<br />
tagliare. Non a caso i due verbi non sono sinonimi:<br />
tagliare indica un’azione generica; possiamo tagliare<br />
un ramo di un albero o la legna per il camino. Potare<br />
invece identifica un intervento che ha lo scopo di<br />
influenzare lo sviluppo della pianta per finalità sia<br />
produttive che ornamentali. Da questo punto di vista<br />
possono rientrare nella<br />
potatura, in senso<br />
generale, anche tanti<br />
altri tipi d’interventi:<br />
piegature, potature<br />
estive ripetute, e<br />
diversi “trucchi del<br />
mestiere”. Si tratta di<br />
strumenti che possono<br />
essere molto utili per<br />
guidare lo sviluppo<br />
della pianta e<br />
anticipare il<br />
raggiungimento di una<br />
situazione di equilibrio<br />
favorevole a<br />
un’abbondante<br />
fruttificazione.
Durante la fase d’allevamento<br />
di una pianta da frutto<br />
uno degli obiettivi da raggiungere<br />
è formare uno<br />
scheletro principale equilibrato<br />
e robusto. Per fare questo<br />
i rami destinati a formare<br />
le branche principali devono<br />
essere ben distanziati tra<br />
loro e possedere un’attaccatura<br />
“aperta”, cioè un angolo<br />
d’inserzione (quello formato<br />
tra il ramo stesso e il fusto)<br />
molto ampio.<br />
Rami con queste caratteristiche<br />
possiedono un’elevata<br />
resistenza meccanica e<br />
riducono i rischi di rotture.<br />
Non sempre però la pianta<br />
presenta rami con queste<br />
caratteristiche nelle posizioni<br />
desiderate; si pone allora<br />
il problema di come stimolarne<br />
la formazione. Il taglio<br />
(spuntatura) dell’asse centrale<br />
è l’intervento più semplice<br />
e immediato per ottenere<br />
nuovi rami. Spesso però<br />
la pianta reagisce con l’emissione<br />
di nuovi germogli<br />
molto vicini al punto di<br />
taglio e caratterizzati da una<br />
crescita verticale; di conseguenza<br />
non certo adatti alla<br />
formazione dello scheletro<br />
della pianta.<br />
Per ottenere l’emissione<br />
di nuovi germogli nella<br />
parte basale senza<br />
tagliare l’asse centrale si<br />
può intervenire col<br />
“taglio del caporale”. La<br />
forma del taglio non è<br />
determinante: non è<br />
indispensabile il taglio a<br />
V rovesciata, ma è molto<br />
efficace anche una<br />
semplice intaccatura<br />
orizzontale realizzata<br />
con un coltello o le<br />
forbici da potatura<br />
Il “taglio del caporale”<br />
Il taglio del caporale è un intervento<br />
semplice ma molto efficace per<br />
ottenere l’emissione sul fusto di<br />
buoni rami nella posizione voluta,<br />
lasciando contemporaneamente intatta<br />
la struttura della pianta.<br />
L’esecuzione classica prevede di effettuare,<br />
sopra una gemma, un taglio<br />
superficiale a forma di V rovesciata,<br />
proprio come i gradi militari<br />
che identificano il caporale. In questo<br />
modo, finché il taglio non cicatrizza,<br />
la gemma rimane “isolata”<br />
dalla parte superiore della pianta.<br />
L’interruzione dei vasi conduttori<br />
sopra la gemma arresta la discesa<br />
della linfa elaborata, che contiene<br />
sostanze capaci di inibire o rallentare<br />
la crescita e responsabili della<br />
dominanza che s’instaura tra la<br />
gemma apicale e quelle sottostanti.<br />
La gemma sotto il taglio è così<br />
libera di germogliare, come se il<br />
fusto fosse stato raccorciato sopra<br />
di essa. Solitamente si forma un<br />
germoglio vigoroso, ben alimentato<br />
dalla linfa che arriva dalle radi-<br />
Come si esegue<br />
ci (la linfa grezza) e si concentra su<br />
di essa.<br />
Questo germoglio laterale ha una<br />
crescita che normalmente non è verticale,<br />
poiché “sente” comunque la<br />
presenza della cima e si sposta quindi<br />
verso l’esterno alla ricerca della<br />
luce. Si ottiene così facilmente un<br />
ramo robusto e con un angolo d’inserzione<br />
aperto.<br />
Perché questa operazione abbia successo<br />
è importante eseguirla nel<br />
momento giusto, cioè poco prima<br />
della ripresa vegetativa, quando la<br />
circolazione linfatica è attiva e la<br />
corteccia si stacca facilmente dal<br />
legno.<br />
Non tutte le intaccature avranno<br />
successo, poiché qualche gemma<br />
può non schiudere, oppure<br />
formare un germoglio esile.<br />
Quindi conviene eseguire<br />
qualche intaccatura in più<br />
rispetto al numero di rami che<br />
servono, per poi selezionare i<br />
migliori<br />
47 frutticoltura
Su piante appena messe a dimora, in alternativa al<br />
taglio del caporale, si può utilizzare la degemmazione.<br />
In pratica si tratta di eliminare una parte delle gemme<br />
presenti sul fusto per obbligare quelle che si lasciano<br />
(destinate a formare i rami principali dello scheletro) a<br />
germogliare e svilupparsi maggiormente. Infatti eliminando<br />
parte delle gemme si riduce il numero dei<br />
nuovi germogli e tutte le energie della pianta si concentrano<br />
su quelli rimasti. Si formano quindi dei rami<br />
robusti, distanziati e disposti lungo tutta la lunghezza<br />
dell’asse centrale. La formazione dello scheletro principale<br />
della pianta sarà facilitato, basterà scegliere tra<br />
questi i 3-4 rami meglio disposti per formare le branche<br />
principali.<br />
Non si può stabilire esattamente quante gemme<br />
togliere e quante lasciarne, ma bisogna regolarsi in<br />
base alla specie e vigoria della pianta. È consigliabile<br />
comunque non esagerare e lasciare almeno una<br />
gemma ogni 5-8 oppure, in altre parole, lasciare circa<br />
10 centimetri tra ogni gemma, scegliendole in posizione<br />
alternata tra loro.<br />
Anche questo intervento va eseguito alla ripresa<br />
vegetativa, appena inizia il rigonfiamento delle<br />
gemme.<br />
frutticoltura<br />
La degemmazione<br />
Pianta di pero<br />
al primo anno<br />
d’impianto,<br />
sulla quale è<br />
stata eseguita<br />
la<br />
degemmazione<br />
senza spuntare<br />
l’asse centrale.<br />
Si sono ottenuti<br />
numerosi<br />
germogli<br />
laterali,<br />
distanziati in<br />
modo ottimale<br />
e con un angolo<br />
d’inserzione sul<br />
tronco molto<br />
ampio. Nello<br />
stesso tempo<br />
gli interventi di<br />
potatura sono<br />
stati ridotti<br />
al minimo,<br />
favorendo così<br />
la preparazione<br />
di gemme a<br />
fiore<br />
48<br />
Particolare della zona<br />
degemmata: eliminando una<br />
parte delle gemme lo sviluppo<br />
dei germogli rimasti è assicurato<br />
poiché si diminuisce la<br />
competizione e l’energia<br />
vegetativa si concentra solo su<br />
questi («sono in meno a<br />
mangiare alla stessa tavola»)<br />
La decorticazione<br />
In certi casi il passaggio della pianta dalla fase<br />
giovanile a quella produttiva può tardare e la<br />
fruttificazione risulta pressoché assente. Le<br />
cause possono essere ambientali (terreni molto<br />
fertili) o dovute alle caratteristiche della pianta<br />
stessa (combinazioni di varietà/portinnesto<br />
molto vigorose). In queste situazioni si deve<br />
cercare in tutti i modi di rallentare l’attività<br />
vegetativa: sospendere le concimazioni azotate,<br />
limitare l’irrigazione ed eseguire una potatura<br />
molto leggera. Nei casi più difficili si può ricorrere<br />
a un intervento specifico, la decorticazione<br />
anulare.<br />
Come il “taglio del caporale” anche la decorticazione<br />
è un intervento che influenza lo sviluppo<br />
della pianta modificando il trasporto e la<br />
ripartizione delle sostanze nutritive. Può essere<br />
applicata su piante giovani e adulte per<br />
equilibrare l’attività vegetativa con quella produttiva.
Nell’immagine si può valutare l’effetto dell’intaglio alla fine<br />
della stagione (a destra pianta con intaglio, a sinistra pianta di<br />
confronto senza intaglio). L’intaglio può essere molto utile su<br />
piante adulte, quando si deve eseguire una potatura straordinaria<br />
per ridimensionare la chioma e si vuole limitare la reazione della<br />
pianta che tende a emettere nuovi germogli molto vigorosi<br />
Come si esegue<br />
L’esecuzione classica della decorticazione consiste nella<br />
realizzazione, utilizzando un coltello o un seghetto, di<br />
due tagli paralleli ad anello distanti tra loro 5-6 millimetri,<br />
con la successiva asportazione della striscia di corteccia<br />
così delimitata. Per questo va eseguita alla ripresa<br />
vegetativa, quando la circolazione linfatica è attiva e la<br />
corteccia si distacca facilmente (pianta “in succhio”).<br />
Assieme alla corteccia vengono asportati anche i tessuti<br />
vascolari con l’effetto di interrompere, o almeno rallentare,<br />
il collegamento tra chioma e radice fino a quando<br />
non si realizza una completa cicatrizzazione.<br />
I vantaggi<br />
Il risultato di questa operazione è duplice: riduce il rifornimento<br />
di acqua ed elementi minerali (linfa grezza) che dall’apparato<br />
radicale sale verso la chioma, limitando così la crescita<br />
vegetativa; inoltre agisce anche sul trasporto in senso<br />
inverso (chioma-radice), portando nella chioma un accumulo<br />
di zuccheri e altre sostanze nutritive (linfa elaborata) che<br />
stimolano la formazione di numerose gemme a fiore e quindi<br />
portano a un incremento della fruttificazione.<br />
Questo intervento può avere un’azione abbastanza drastica,<br />
indebolendo l’apparato radicale e provocando un<br />
precoce invecchiamento della pianta: va quindi usato<br />
con attenzione e moderazione.<br />
Per ottenere una rapida fruttificazione<br />
senza indebolire troppo la pianta si può<br />
eseguire la decorticazione solo su qualche<br />
branca laterale, oppure si può intervenire<br />
nella parte mediana del fusto,<br />
limitando così l’effetto alla sola parte<br />
apicale della pianta, che spesso è anche<br />
la più vigorosa.<br />
La decorticazione si può eseguire anche in epoca<br />
estiva, 40-50 giorni dopo la fioritura, per favorire la<br />
crescita dei frutti e anticipare la maturazione. Si<br />
deve però prestare attenzione a non eseguire tagli<br />
troppo profondi per non provocare pericolosi stress<br />
idrici. In questo periodo, piuttosto del classico doppio<br />
anello, è consigliabile eseguire due semicerchi<br />
sovrapposti, per non interrompere totalmente il<br />
flusso della linfa (taglio valtellinese).<br />
Su piante<br />
adulte, con<br />
corteccia<br />
spessa e<br />
lignificata,<br />
per<br />
raggiungere e<br />
interrompere<br />
i vasi<br />
conduttori<br />
non basta<br />
asportare la<br />
corteccia, ma serve un intervento<br />
più drastico. In questi casi si deve<br />
utilizzare un segaccio o, meglio<br />
ancora, una motosega. Si<br />
eseguiranno due intagli contrapposti<br />
e distanziati di 20-30 centimetri<br />
uno dall’altro, tagliando il fusto fino<br />
a circa il 50% del diametro<br />
Decorticazione<br />
anulare<br />
49 frutticoltura
CERRI<br />
IN CASA<br />
IN CASA<br />
TESTO DI MARIO VIETTI, FOTO DI MANUELA CERRI<br />
E ALESSANDRO MESINI, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />
Cura delle piante in CASA<br />
a gennaio e febbraio<br />
LA POSIZIONE: è molto importante<br />
collocare le piante nella giusta posizione:<br />
luminosa e non eccessivamente<br />
calda. Non troppo vicine alle finestre,<br />
in quanto potrebbero subire dannose<br />
correnti d’aria. Durante la<br />
notte la temperatura in prossimità<br />
dei vetri (soprattutto se non<br />
si tratta di doppi vetri) diminuisce<br />
notevolmente, provocando<br />
sbalzi termici nocivi alla salute<br />
delle piante. Evitare anche le zone<br />
vicino ai termosifoni perché l’aria<br />
calda e secca potrebbe causare un<br />
raggrinzimento del fogliame.<br />
ANNAFFIATURE: fino a quando<br />
le piante sono in riposo vegetativo, è sufficiente<br />
somministrare la quantità d’acqua necessaria per<br />
mantenere umido il pane di terra. Le piante grasse,<br />
invece, devono continuare a rimanere all’asciutto<br />
anche se presentano un aspetto raggrinzito. Ad aprile,<br />
quando dovranno di nuovo essere bagnate, torneranno<br />
a idratarsi rapidamente.<br />
UMIDITÀ DELL’ARIA: è molto importante che tutte le<br />
specie ricevano il giusto livello di umidità. Una<br />
soluzione per aumentare l’umidità ambientale può<br />
essere quella di riunire le varietà con le stesse esigenze<br />
consigli del mese<br />
In inverno è necessario aiutare<br />
le piante d’appartamento<br />
a superare le non facili<br />
condizioni ambientali,<br />
ma già a febbraio le giornate<br />
iniziano ad allungarsi e le piante<br />
riprendono lentamente a vegetare<br />
50<br />
e disporle in grandi contenitori riempiti, per i due terzi,<br />
con argilla espansa mantenuta umida. Se il clima a<br />
febbraio è soleggiato è consigliabile aprire le finestre<br />
nelle ore più calde, evitando però di esporre le piante<br />
alle correnti d’aria e ai raggi diretti del sole.<br />
PULIZIA DELLE FOGLIE: rimuovere regolarmente<br />
la polvere utilizzando un batuffolo di<br />
cotone umido, o nebulizzando con<br />
acqua a temperatura ambiente. Per<br />
pulire il fogliame lanuginoso di<br />
Begonia imperialis, Saintpaulia<br />
ecc., servirsi invece di un<br />
pennellino morbido.<br />
CONCIMAZIONI: a<br />
febbraio, quando<br />
si nota la<br />
comparsa di<br />
nuove gemme e<br />
nuovi germogli, si<br />
possono riprendere le concimazioni. È opportuno non<br />
somministrare fertilizzanti finché le piante sono in<br />
riposo, poiché si causerebbe la produzione di foglie<br />
piccole e deboli e uno sviluppo esile delle piante.
LUMINOSITÀ<br />
DELL’AMBIENTE: la presenza<br />
di foglie di colore uniforme in<br />
varietà a fogliame variegato<br />
(ad es. Codiaeum<br />
variegatum, Croton, Dracaena<br />
fragrans, Pothos, ecc.) può<br />
essere un sintomo di scarsa<br />
luminosità: a febbraio<br />
recidere tutte le foglie verdi e<br />
spostare i vasi in una stanza più<br />
luminosa. Girare le piante<br />
regolarmente per evitare che si<br />
sviluppino rivolte verso la fonte luminosa.<br />
POTATURE E RINVASI: verso la fine di febbraio si può<br />
procedere a una potatura di rinnovamento per le<br />
piante trascurate e che si presentano deboli o<br />
spoglie alla base: eliminare tutte le parti vecchie e<br />
indebolite e tagliare drasticamente rami o fusto<br />
lasciando solo 2 o 3 gemme; rinvasare in terra fertile<br />
dopo aver accorciato le estremità delle radici.<br />
Questa operazione può ridare vigore a vecchi<br />
esemplari di Dieffenbachia, Ficus, Schefflera ecc.<br />
MESINI<br />
Dracene<br />
Piante d’appartamento molto diffuse per il<br />
loro fogliame ornamentale e per la facilità di<br />
coltivazione sono le dracene.<br />
Il genere Dracaena, appartenente alla famiglia<br />
delle Agavaceae, comprende circa 40 specie<br />
originarie delle regioni tropicali e subtropicali<br />
di Asia e Africa.<br />
Si tratta quasi sempre di arbusti sempreverdi<br />
caratterizzati dalla presenza di un fusto eretto<br />
e da foglie lanceolate, erette o ricadenti.<br />
Nelle piante coltivate in casa la fioritura<br />
avviene raramente e con fiori insignificanti. Il<br />
portamento delle piante adulte ricorda spesso<br />
quello delle palme.<br />
TECNICHE DI COLTIVAZIONE<br />
LUCE: le dracene prediligono una elevata luminosità,<br />
evitando però l’esposizione diretta<br />
ai raggi solari. Tuttavia le specie con fogliame<br />
non variegato si adattano anche a posizioni<br />
scarsamente illuminate.<br />
UMIDITÀ: come tutte le essenze di origine tropicale,<br />
necessitano di alta umidità ambientale,<br />
che può essere ottenuta mediante frequenti<br />
nebulizzazioni del fogliame.<br />
CONCIMAZIONI: durante il periodo vegetativo<br />
è necessario concimare ogni 2 settimane e<br />
annaffiare abbondantemente. È importante evitare i<br />
ristagni di acqua nei sottovasi, in quanto le radici<br />
carnose vanno facilmente incontro a marciumi.<br />
RINVASI: è consigliabile rinvasare gli esemplari giovani<br />
ogni anno in primavera fino a quando raggiungono<br />
le dimensioni definitive.<br />
PROPAGAZIONE: può essere effettuata in primavera<br />
o alla fine dell’estate tramite talee apicali o di fusto.<br />
Dracaena marginata<br />
Tra le specie più diffuse e meno esigenti<br />
possiamo ricordare la Dracaena marginata. È<br />
una pianta a rapido accrescimento con un fusto<br />
eretto e spoglio che porta alla cima un ciuffo<br />
composto da 30 foglie sottili, lunghe fino a 40<br />
cm e larghe circa 1,5 cm, di colore verde con<br />
margine rosso bruno.<br />
Le foglie più vecchie tendono a cadere<br />
lasciando sul tronco delle tipiche cicatrici<br />
triangolari. La cultivar ‘Tricolor’ è caratterizzata<br />
da foglie con striature verdi, crema e rosse.<br />
51 consigli del mese
In Brasile le<br />
auto vanno…<br />
a erba TESTO<br />
Un amico mi racconta<br />
che, nel suo paese, il<br />
Brasile, «le macchine<br />
vanno a babassu e a<br />
mamona»! Mi<br />
informo meglio e<br />
scopro che in Brasile<br />
la FIAT produce<br />
vetture funzionanti a<br />
bioetanolo; auto che<br />
in Italia non<br />
potrebbero essere<br />
utilizzate perché i<br />
distributori non<br />
vendono<br />
biocarburante!<br />
“Mamona” è il nome<br />
brasiliano del ricino<br />
(Ricinus communis),<br />
diffusissimo anche<br />
nel nostro paese. “Babassu” o<br />
“babaçu” è Orbignya oleifera, una<br />
palma dal frutto ricco d’olio, comune<br />
in tutto il Brasile. Una pianta dalla<br />
crescita veloce, con una resa di oltre<br />
10.000 piante per ettaro, l’equivalente<br />
di una palma per metro quadro.<br />
La scelta di introdurre il biodiesel in<br />
Brasile sta apportando grandi<br />
benefici all’economia del paese,<br />
perché oltre all’abbattimento dei costi<br />
energetici collegati al petrolio si sono<br />
recuperate all’agricoltura ampie aree<br />
abbandonate perché poco fertili.<br />
Inoltre la scelta del biocarburante<br />
regala anche vantaggi ambientali non<br />
indifferenti: è pulito, virtualmente<br />
privo di metalli, non rilascia polveri<br />
sottili, abbatte le emissioni di<br />
benzene e anidride solforosa e, non<br />
rilasciando ossido di carbonio, non<br />
aumenta l’effetto-serra.<br />
ambiente<br />
DI<br />
MARIA OTTAVIA DE PETRI<br />
FOTO DI MARIO GIANNINI<br />
In Europa<br />
Secondo la COLDIRETTI, uno studio<br />
presentato dal CETA (Centro di<br />
Ecologia Teorica ed Applicata)<br />
attesterebbe che dalla riconversione a<br />
colture energetiche (quali soia, mais,<br />
colza, ricino, girasole, barbabietola da<br />
zucchero) di 700.000 ettari di terreno<br />
attualmente coltivati a seminativo, in<br />
Italia sarebbe possibile produrre<br />
combustibili per 8,5 milioni di<br />
tonnellate l’anno, mentre dalla<br />
semplice utilizzazione dei residui<br />
delle colture agricole tradizionali<br />
sarebbero disponibili altri 7,8 milioni<br />
di tonnellate l’anno. L’equivalente di<br />
quanti barili di petrolio?<br />
Anche in Europa il biodiesel viene<br />
utilizzato, ma, a differenza del Brasile<br />
dove è stato esteso al trasporto<br />
privato, il suo consumo è autorizzato<br />
solo per trasporto merci e<br />
riscaldamento; e, peraltro, in<br />
percentuale molto bassa. Soltanto in<br />
Germania esiste una forte sensibilizzazione all’uso del biodiesel e<br />
un numero crescente di costruttori ha già previsto la possibilità di<br />
utilizzarlo nei loro motori.<br />
In Italia tutto tace. Eppure, qualcosa dovrà cambiare. Con la<br />
direttiva europea 30/2003 relativa al trasporto ecosostenibile, l’UE<br />
ha previsto che, entro il 2010, per uniformarsi al protocollo di<br />
Kyoto il 5,75% del gasolio prodotto per autotrazione e<br />
riscaldamento dovrà essere biodiesel. A riprova di ciò, la<br />
multinazionale britannico-olandese Shell ha recentemente<br />
acquisito una partecipazione in una grande impresa europea<br />
produttrice di biocarburante.<br />
Mancano soltanto tre anni ma, nell’attesa, nel fare benzina al<br />
distributore non si può non pensare al parco di Yellowstone,<br />
dove le navette che trasportano i turisti funzionano a biodiesel<br />
realizzato con l’olio dei fast food locali…<br />
52<br />
L’utilizzo del biodiesel<br />
nel trasporto privato<br />
ha permesso allo stato<br />
sudamericano di abbattere<br />
i costi energetici e di<br />
recuperare all’agricoltura<br />
terreni abbandonati.<br />
E in Europa?<br />
Per approfondire<br />
www.assobiodiesel.it sito dell’Associazione italiana produttori biodiesel<br />
www.comlube.it azienda produttrice di biodiesel<br />
www.italbioil.com azienda produttrice di biodiesel<br />
www.coldiretti.it/docindex/cncd/informazioni/184.htm la posizione<br />
della Coldiretti in un articolo del 17 marzo 2005
FERRARI<br />
Le Kalanchoe sono piante succulente<br />
appartenenti alla<br />
famiglia delle Crassulaceae,<br />
originarie del corno d’Africa e del<br />
Madagascar, molto utilizzate come<br />
piante fiorite per ornare gli interni<br />
delle nostre abitazioni. Si tratta di<br />
piante generalmente di facile adattabilità,<br />
ma che in ogni caso possono<br />
andare incontro ad alcune alterazioni<br />
di natura parassitaria e non<br />
parassitaria.<br />
I marciumi basali provocati dai<br />
funghi Phytophthora nicotianae<br />
f.s. parasitica e Phytophthora<br />
cactorum sono tra le malattie più<br />
frequenti. Si manifestano nella<br />
parte basale dei fusti, al limite<br />
con il colletto, dove compaiono<br />
delle degenerazioni molli dei tessuti erbacei<br />
accompagnate da alterazioni<br />
cromatiche brunonerastre<br />
e che tendono a<br />
estendersi verso l’alto.<br />
Possono interessare anche<br />
le foglie carnose e i<br />
germogli, e in ogni caso<br />
cura della pianta<br />
portano al collasso le<br />
piantine colpite.<br />
Le più frequenti<br />
malattie delle<br />
TESTO DI MARIO FERRARI<br />
FOTO DI MARIO FERRARI<br />
E ALESSANDRO MESINI<br />
DISEGNI DI<br />
MARCELLO PARISINI<br />
Marciumi<br />
basali<br />
54<br />
Kalanchoe<br />
TECNICHE DI CONTROLLO<br />
MESINI<br />
Questi patogeni sono favoriti da ristagni di<br />
acqua nel vasetto e da squilibri idrici (periodi di<br />
prolungata carenza di acqua seguiti da innaffiature<br />
troppo abbondanti), pertanto è bene evitare<br />
queste condizioni predisponenti; inoltre la<br />
carenza di illuminazione degli ambienti costringe<br />
queste piante a forzate filature, con indebolimento<br />
dei tessuti che risultano così più sensibili<br />
all’attacco da parte dei patogeni e comunque ricettivi anche<br />
a marciumi fisiologici di natura non parassitaria. Una lotta<br />
diretta a questi funghi è proponibile solo in condizioni di coltivazione,<br />
impiegando dei fungicidi come il Propamocarb e<br />
alcune Acilalanine (Metalaxyl e Benalaxyl).<br />
In appartamento per evitare l’insorgenza del fenomeno è<br />
sufficiente evitare squilibri idrici, evitare un’eccessiva umidità<br />
dei substrati e fornire una corretta illuminazione degli<br />
ambienti.
Le piante di Kalanchoe possono<br />
inoltre essere colpite<br />
da mal bianco (oidio). I funghi<br />
responsabili sono diversi:<br />
tra i più frequenti Oidium<br />
calanchoeae, Sphaerotheca<br />
humuli e Sphaerotheca fusca.<br />
La malattia comincia a<br />
comparire in condizioni am-<br />
Mal<br />
bianco<br />
bientali caldo-umide, che generalmente si realizzano<br />
anche in appartamento durante la stagione estiva. Si<br />
manifesta a carico delle foglie carnose, su entrambe le<br />
pagine, con aree, anche vaste, ricoperte di una patina<br />
polverulenta bianco-grigiastra; in seguito i tessuti colpiti<br />
subiscono alterazioni cromatiche e della consistenza:<br />
diventano prima clorotici, poi tendono ad appassire e ad<br />
avvizzire, assumendo una consistenza stopposa e un<br />
colore brunastro. L’infezione può interessare anche i<br />
fiori che, se colpiti, non si aprono e mummificano rivestendosi<br />
di una tipica polverina bianco-grigiastra.<br />
Il controllo del mal bianco deve essere effettuato al<br />
manifestarsi dei primi segni dell’infezione, anche in<br />
appartamento, irrorando le piantine con zolfo o con<br />
Inoltre tra gli agenti di<br />
malattia delle Kalanchoe<br />
vale la pena di ricordare<br />
Puccinia grandalli, un fungo<br />
agente di ruggine fogliare<br />
che si manifesta, a carico<br />
della vegetazione, attraverso<br />
la tipica manifestazione<br />
delle ruggini: formazione di<br />
piccole aree depigmentate o giallastre in corrispondenza<br />
delle quali si formano pustole in rilievo di color giallo-arancio<br />
o ocra. La foglia infettata va incontro a parziali<br />
necrosi e a disseccamento. Generalmente però gli<br />
attacchi sono sporadici e molto localizzati, per cui il<br />
danno è relativo e non tale da giustificare interventi<br />
diretti.<br />
Altre malattie<br />
della Kalanchoe<br />
Ruggine<br />
fogliare<br />
Le Kalanchoe infine possono essere colpite da altri<br />
agenti di malattia in modo più o meno sporadico, in<br />
funzione delle condizioni ambientali e dello stato<br />
fisiologico delle piantine:<br />
• una micopatia che produce aspecifiche necrosi e disseccamenti<br />
delle infiorescenze e delle foglie, peraltro<br />
piuttosto infrequente in appartamento, di cui è<br />
responsabile il fungo Stemphylium floridanum f. sp.<br />
Kalanchoae<br />
• marciumi molli batterici provocati dal batterio Erwinia<br />
TECNICHE DI CONTROLLO<br />
antioidici endoterapici quali per esempio i Triazoli<br />
(Bitertanolo, Penconazolo, Propiconazolo ecc.) registrati<br />
per l’uso in ambito domestico (devono essere PPO).<br />
carotovora vr. carotovora che si manifestano con disfacimento<br />
molle e maleodorante dei tessuti colpiti<br />
• il tumore batterico da Agrobacterium tumefaciens che<br />
si manifesta con la formazione di piccole protuberanze<br />
irregolari al colletto e sulla radice, con compromissione<br />
dell’assorbimento e del trasporto linfatico<br />
• collasso delle piantine provocato dal fungo Fusarium<br />
oxysporum che colpisce i tessuti conduttori del fusto<br />
e delle radici producendo necrosi localizzate e morte<br />
delle piante infettate.<br />
55 cura della pianta
Maculatura anulare<br />
della KALANCHOE<br />
Le infezioni virali causano spesso sulle piante<br />
ornamentali alterazioni cromatiche alquanto<br />
singolari e facilmente riconoscibili da tutti. È il<br />
caso della kalanchoe (Kalanchoe blossfeldiana, K. thyrsiflora,<br />
K. daigremontiana) quando è ospite di due fra i<br />
più pericolosi virus attualmente diffusi nelle coltivazioni<br />
di specie ornamentali: TSWV (virus dell’avvizzimento<br />
maculato del pomodoro) ed INSV (virus<br />
della maculatura necrotica nell’impatiens), entrambi<br />
trasmessi in natura da tripidi quali Thrips tabaci e<br />
Frankliniella occidentalis.<br />
I SINTOMI<br />
La presenza di uno di questi due virus in kalanchoe si<br />
contraddistingue per la comparsa, sulle foglie,<br />
soprattutto quelle più giovani, di macule, anulature<br />
clorotiche e/o lineature distribuite in maniera del<br />
tutto casuale sull’intero lembo o parte di esso. La<br />
lamina fogliare può anche apparire<br />
malformata, così come i piccioli, che si<br />
contorcono mostrando anch’essi, ma<br />
in maniera meno evidente, macchiette<br />
e decolorazioni. Con il progredire<br />
della crescita della pianta si aggiungono<br />
delle aree necrotiche rotondeggianti<br />
(spots) sia sulle foglie che sui fusti, la<br />
cui presenza impedisce ulteriormente<br />
il normale sviluppo dell’organo accentuandone<br />
le deformazioni. Particolarmente<br />
suscettibile all’infezione è la<br />
specie K. blossfeldiana, nelle cultivar<br />
‘Keruna’ e ‘Bromo’.<br />
cura della pianta<br />
56<br />
I sintomi su<br />
kalanchoe dovuti<br />
all’infezione da<br />
INSV: le foglie e<br />
i piccioli sono<br />
malformati e<br />
caratterizzati da<br />
maculature e<br />
lineature clorotiche;<br />
si notano anche<br />
aree necrotiche<br />
Cosa fare?<br />
TESTO E FOTO DI<br />
MARIA GRAZIA BELLARDI<br />
In Italia negli ultimi 3-4 anni<br />
si sono verificati gravi casi di<br />
questa malattia. Alcune delle<br />
kalanchoe virosate, ma ancora<br />
senza sintomi visivamente<br />
percepibili (latenza), sono<br />
state inconsapevolmente commercializzate per finire,<br />
purtroppo, nelle nostre case. All’origine della<br />
malattia, nei vivai interessati, c’era sempre l’utilizzo<br />
di materiale di propagazione (le così dette talee<br />
in erba, in quanto prive di radici) già infetto. La<br />
propagazione agamica se da un lato consente di<br />
ottenere, in modo rapido e facile, tante nuove piantine<br />
partendo da pochi individui adulti, dall’altro fa<br />
aumentare enormemente il rischio di propagazione<br />
di patogeni eventualmente in essi presenti. È dunque<br />
di fondamentale importanza che chiunque abbia<br />
in casa una Kalanchoe con “curiose” variegature<br />
fogliari sia consapevole che si tratta di una malattia<br />
virale pericolosa, e che si debba assolutamente<br />
evitare di propagare per talea la pianta. Anzi, il<br />
migliore consiglio è di eliminarla.<br />
Particolare della variabilità del sintomo su di<br />
una foglia, con ampi anelli e vistose lineature
Scatti<br />
invernali<br />
«Senza titolo»<br />
>CINZIA PAOLUCCI<br />
«Senza titolo»<br />
>ANTONIA SELETTI<br />
Lugagnano (Pc)<br />
«Orchidea»<br />
>ROBERTO FAVARETTI<br />
Camponogara (Ve)<br />
«Forsythia»<br />
>FRANCESCA FIUMI<br />
Imola (Bo)<br />
«Chimonanthus in fiore»<br />
>MARIA GRAZIA SCAGLIARINI<br />
Pertole (Ud)<br />
«Crocus»<br />
>ELENA MOLINARI<br />
Baone (Pd)<br />
Le foto dei lettori<br />
di <strong>Giardini</strong><br />
mostra fotografica
La stella di Natale,<br />
detta anche<br />
poinsettia<br />
(Euphorbia pulcherrima),<br />
entra nelle nostre case<br />
generalmente in dicembre,<br />
cogliendoci sovente<br />
impreparati su<br />
come conservarla in<br />
buona salute.<br />
La difesa di questa<br />
pianta dalle principali<br />
avversità non deve<br />
prescindere dall’applicazione<br />
costante del<br />
buon senso per evitare<br />
che i problemi di<br />
origine patologica siano<br />
favoriti dai metodi<br />
di coltivazione.<br />
Innanzitutto collocare la pianta in un ambiente bene illuminato,<br />
in zona non soggetta a correnti d’aria, lontano<br />
da fonti di calore. Mantenere il terriccio costantemente<br />
umido, senza mai eccedere con le annaffiature. Queste<br />
poche regole sono fondamentali per la prevenzione di<br />
una delle più importanti malattie fogliari, la “muffa grigia”,<br />
causata dal fungo Botrytis cinerea.<br />
I SINTOMI<br />
La malattia si riconosce per la comparsa, sulle foglie<br />
più giovani, di un marciume bruno che si sviluppa<br />
dal margine o dall’apice verso il centro del lembo.<br />
Sulle brattee (le “foglie” colorate che formano la stella)<br />
si manifestano, sempre ai margini, delle aree ton-<br />
cura della pianta<br />
58<br />
Muffa grigia<br />
su stella di<br />
TESTO<br />
E FOTO DI<br />
MARIA GRAZIA<br />
BELLARDI<br />
Natale<br />
deggianti rosso scuro dalle quali, sulla pagina inferiore,<br />
fuoriesce del lattice. Anche sullo stelo compaiono<br />
lesioni brunastre e, in condizioni di elevata umidità<br />
ambientale, si forma la tipica fruttificazione del<br />
fungo, costituita da una muffettina grigio topo.<br />
La malattia è facilmente riconoscibile per la comparsa,<br />
in condizioni di elevata umidità, della caratteristica<br />
muffettina color grigio topo
ALCUNI CONSIGLI<br />
B. cinerea ha un assortimento di ospiti molto<br />
ampio e può sopravvivere come saprofita sui residui<br />
di vegetazione. Lo sviluppo della malattia è<br />
favorito da condizioni di elevata umidità e temperatura<br />
tra 15 e 25°C. Le spore, disperse dalle<br />
correnti d’aria e dalle acque di irrigazione, perdono<br />
con il tempo la capacità infettiva. Per diminuire<br />
il potenziale di inoculo mantenere le piante<br />
pulite, allontanando foglie vecchie, ingiallite o<br />
danneggiate, e residui vegetali. Occorre inoltre<br />
evitare gli eccessi di umidità e la bagnatura della<br />
chioma, assicurandone nel contempo la buona<br />
areazione. Per favorire la circolazione dell’aria<br />
nelle varietà con fogliame troppo fitto eliminare<br />
qualche foglia della zona centrale della chioma.<br />
Anche un corretto apporto di calcio serve a contrastare<br />
la muffa grigia, sia perché il calcio previene<br />
le necrosi marginali che costituiscono facili vie<br />
di penetrazione del patogeno, sia perché rende i<br />
tessuti più solidi e resistenti. Molto appropriati<br />
risultano quindi quei concimi fogliari che contengono<br />
anche questo elemento.<br />
L’impiego di fungicidi in caso di malattia è limitato<br />
dalla diffusione della resistenza del fungo ai<br />
più comuni principi attivi, dalla necessità di non<br />
lasciare residui visibili su foglie e brattee, e dal<br />
rischio di fitotossicità. Le brattee sono particolarmente<br />
delicate e le conseguenze di trattamenti<br />
eseguiti non correttamente potrebbero essere disastrose:<br />
lineature e anulature necrotiche davvero<br />
antiestetiche!<br />
Le brattee della stella di Natale sono molto<br />
delicate e trattamenti fungicidi male eseguiti<br />
rischiano di provocare ustioni e “bruciature”<br />
davvero antiestetiche
Cura delle<br />
ORCHIDEE<br />
a gennaio e febbraio<br />
Phalaenopsis:<br />
vivono in zone<br />
tropicali a<br />
livello del mare;<br />
vogliono caldo,<br />
l’ideale è una<br />
temperatura<br />
notturna di 20<br />
gradi e anche<br />
più; uno dei<br />
problemi più<br />
diffusi in<br />
inverno è la<br />
caduta dei<br />
boccioli, nella<br />
maggior parte<br />
dei casi dovuta<br />
a basse<br />
temperature<br />
notturne.<br />
Cymbidium:<br />
sono orchidee di<br />
montagna e, al<br />
contrario delle<br />
Phalaenopsis,<br />
gradiscono<br />
fresco di notte<br />
(soprattutto le<br />
varietà a fiore<br />
grande):<br />
i boccioli<br />
cadono con<br />
alte<br />
temperature<br />
notturne.<br />
Dendrobium<br />
bigibbum<br />
(quello che<br />
produce i fiori<br />
sul fusto) e<br />
Paphiopedilum<br />
(scarpetta di<br />
Venere) vogliono<br />
notti fresche.<br />
ORCHIDEE<br />
Gli ibridi di<br />
Odontoglossum sono conosciuti con il<br />
nome di “Cambria”, ma in realtà<br />
«cambria» è un ibrido registrato dal<br />
grande ibridatore inglese Charlesworth<br />
nel 1926, che si chiama x Vuylstekeara<br />
cambria ed è un incrocio tra x Vuylstekeara<br />
‘Rubra’ e Odontoglossum clonius, una<br />
pianta che, per la bellezza dei suoi fiori,<br />
ha destato molto clamore divenendo un<br />
best seller, tanto che da allora tutti gli<br />
ibridi di Odontoglossum sono<br />
consigli del mese<br />
ORCHIDEE<br />
IN INVERNO<br />
Piante robuste e durevoli,<br />
ma con esigenze diverse<br />
a seconda della provenienza<br />
In pratica le orchidee, in base alle<br />
temperature notturne invernali,<br />
si dividono in 3 grandi gruppi:<br />
da caldo, da temperato e da fresco.<br />
Richiedono un ambiente caldo,<br />
limitandoci alle più diffuse,<br />
Phalaenopsis, gli ibridi di Dendrobium<br />
bigibbum (quello con i rami da fiore)<br />
e Paphiopedilum a foglie colorate.<br />
Richiedono un clima temperato,<br />
15-20°C di notte, Oncidium, Miltonia,<br />
Cattleya, Zygopetalum e gli ibridi di<br />
Odontoglossum conosciuti<br />
comunemente col nome di “Cambria”.<br />
“Cambria”<br />
Cymbidium<br />
temperatura<br />
notturna<br />
fresca<br />
comunemente<br />
chiamati<br />
“Cambria”. Gli<br />
Odontoglossum<br />
e generi affini,<br />
sopratutto<br />
Cochleoda,<br />
Brassia, Miltonia e Oncidium, incrociati fra<br />
loro danno origine alle “Cambria”, generi<br />
originari dell’America Tropicale,<br />
molti dei quali vivono sulle<br />
Ande. “Cambria”, essendo<br />
ibridi complessi, sono di<br />
facile coltivazione: si<br />
adattano facilmente al<br />
clima delle nostre abitazioni<br />
e tollerano anche<br />
situazioni diverse da<br />
quelle ottimali,<br />
perdonando piccoli<br />
errori di coltivazione.<br />
60<br />
TESTO DI GIANCARLO POZZI<br />
FOTO DI ALESSANDRO MESINI<br />
DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />
Phalaenopsis<br />
temperatura notturna<br />
calda<br />
Esigenze<br />
Luce: ideale è la<br />
mezz’ombra o<br />
l’ombra luminosa.<br />
Temperatura: in<br />
inverno amano<br />
temperature notturne<br />
tra 15 e 20°C, d’estate<br />
posizioni fresche e<br />
ombreggiate,<br />
all’aperto.<br />
Acqua: la regola<br />
generale per le<br />
orchidee epifite (che<br />
hanno radici aeree) è di<br />
bagnare bene solo quando<br />
le piante sono sicuramente<br />
asciutte: la regola vale<br />
anche per le “Cambria”,<br />
con l’accortezza di non<br />
lasciarle asciugare<br />
eccessivamente.<br />
Odontoglossum<br />
Cattleya<br />
temperatura<br />
notturna<br />
temperata
Icataloghi dei vivai<br />
che vendono per<br />
corrispondenza offrono<br />
un’ampia gamma di<br />
nuove piante da ordinare<br />
per posta comodamente<br />
da casa.<br />
BAKKER – Chrysanthemum (= Argyranthemum)<br />
frutescens è una<br />
“margherita” a cespuglio alta circa<br />
40 cm, da posizionare al sole. Tra<br />
maggio e settembre si ricopre di<br />
curiosi fiori rosa. Decorativa sia in<br />
vaso che in giardino, in inverno<br />
deve essere riparata dal gelo.<br />
BAKKER –<br />
Datura<br />
‘Metal’:<br />
amante del<br />
sole, alta circa<br />
1 m, fiorisce<br />
a giugnosettembre.<br />
Cresce<br />
velocemente e<br />
senza<br />
problemi in qualsiasi terreno.<br />
BAKKER – Cosmos atrosanguineus:<br />
pianta dai fiori rosso intenso che<br />
profumano incredibilmente di<br />
cioccolato. Ama il sole e fiorisce da<br />
giugno a ottobre, con fiori ideali<br />
da recidere. Alta circa 80 cm, vive<br />
bene sia<br />
in vaso<br />
che in<br />
giardino.<br />
INDIRIZZI A<br />
PAGINA 127<br />
BAKKER – Zantedeschia ‘Schwarzwalder’,<br />
calla della Foresta Nera: una varietà dagli<br />
insoliti calici floreali di colore purpureo, quasi<br />
nero. Fiorisce tra luglio e settembre. Le foglie<br />
sono verdi, punteggiate di bianco, molto<br />
decorative. Alta circa 50-60 cm, è perfetta<br />
per fioriere di media grandezza. Ama il sole<br />
e deve svernare al riparo dal gelo.<br />
Piante<br />
inusuali<br />
per il<br />
terrazzo<br />
TESTO DI DONATELLA FORNI<br />
BAKKER – Grewia<br />
occidentalis, fior di stella:<br />
una pianta di origine<br />
sudafricana, amante del<br />
sole, che regala tra<br />
maggio e novembre fiori<br />
numerosi e vicini. Alta<br />
circa 1 m, vive bene sia<br />
in vaso che in piena terra;<br />
richiede poche cure ma<br />
va riparata dal gelo.<br />
BAKKER – Portulaca<br />
umbraticola ‘Cinderella’: è<br />
una varietà particolarmente<br />
adatta per terrazzi soleggiati.<br />
Originaria di zone a clima<br />
arido, ha foglie carnose. I fiori<br />
sono bicolori, a coppa, e<br />
spuntano tra maggio e ottobre<br />
sulla parte terminale degli<br />
steli. In inverno deve essere<br />
riparata dal gelo.<br />
BAKKER – Hibiscus<br />
“Newbiscus<br />
Mauvelous”: ibisco<br />
in vaso da<br />
posizionare sul<br />
terrazzo al sole o<br />
mezz’ombra. Alto<br />
circa 30-40 cm,<br />
ha fiori molto<br />
grandi<br />
(diametro 20-30 cm)<br />
ideali anche da recidere;<br />
sono molto belli anche i<br />
boccioli floreali. È una<br />
pianta particolarmente<br />
resistente al freddo.<br />
BAKKER – Lilium ‘Landini’: giglio con<br />
fiori di colore rosso scuro, tendente al<br />
nero, che si sviluppano da giugno ad<br />
agosto su steli vigorosi, ideali anche da<br />
recidere. La pianta è alta circa 80-100<br />
cm, perfetta da piantare in vaso<br />
in posizioni di spicco sul terrazzo.<br />
Ama il sole ma cresce anche all’ombra.<br />
bacheca delle aziende
Il prato dihelxine<br />
Un vicino mi regalò un piccolo lembo di un<br />
decimetro quadrato di helxine (Soleirola soleirolii),<br />
insegnandomi la tecnica per farlo aumentare<br />
rapidamente. Per prima cosa, bisogna scegliere<br />
un lato del giardino piuttosto ombreggiato.<br />
Il terreno deve essere leggermente acido (ma nel mio<br />
giardino è cresciuto anche su terreno calcareo), ricco di<br />
sostanza organica.<br />
Occorre annaffiare almeno due volte al giorno, perché<br />
il prato ama i terreni freschi. Quando il primo decimetro<br />
quadrato messo a dimora sarà diventato almeno<br />
mezzo metro quadrato, si dovrà dividerlo in più<br />
porzioni di circa un decimetro quadrato. Le porzioni<br />
dovranno poi essere interrate a una certa distanza l’una<br />
dall’altra, facendo bene attenzione a sollevare i cespi con<br />
una vanga in modo che resti attaccata una buona porzione<br />
di terreno. E il gioco è fatto.<br />
Il prato si comporrà giorno per giorno, quasi per miracolo,<br />
come un mosaico e questa operazione si dovrà<br />
ripetere più volte sino a che i cespi non si siano perfettamente<br />
congiunti in modo omogeneo.<br />
L’helxine presenta pregi e difetti. I pregi:<br />
• il prato è calpestabile, ma con delicatezza, beninteso;<br />
è resistente e si può riformare se venisse calpestato<br />
troppo<br />
• non deve essere mai tosato; unica operazione da<br />
fare durante la crescita è quella di togliere le erbacce<br />
infestanti, possibilmente estirpandole con la radice<br />
• per il mantenimento è sufficiente una passata leggera<br />
di terriccio o di humus da composter una volta<br />
al mese<br />
Si annaffia due volte all’anno con acqua e sesquiossido<br />
di ferro (in vendita in bustine o a peso presso i<br />
vivai e/o i centri agricoli), per far mantenere l’intensità<br />
del verde delle foglioline.<br />
I difetti:<br />
• durante l’inverno il prato scompare come se fosse<br />
avvizzito e assume un colore marrone scuro; si può<br />
allora, quando inizia a gelare, coprire con uno strato<br />
di terriccio o con foglie triturate; sotto resterà verde<br />
ma, in ultima analisi, sarà sempre nascosto; in primavera<br />
in breve tempo rivegeterà, tornando verde<br />
• in estate, se non viene inumidito a dovere, può<br />
seccarsi irrimediabilmente<br />
• di notte viene attaccato dalle lumache, ma i danni sono<br />
limitati<br />
• bisogna prestare più attenzione ai cani, specialmente<br />
se di grossa taglia<br />
• in certe zone il prato produce delle piccole dune,<br />
come se si fosse gonfiato<br />
• quando si propaga tende a diffondersi ovunque,<br />
anche ai piedi delle piante da fiore o sulle rocce,<br />
provocando dei piccoli problemi.<br />
Per concludere, vorrei confermare la validità di<br />
helxine e consigliare agli appassionati di provare la<br />
sua coltura per realizzare un bel prato o zone del<br />
giardino.<br />
Francesco Rigattieri, Bovezzo (Brescia)<br />
63 il giardino del lettore
informazione publiredazionale<br />
Guida<br />
VERDE<br />
LUNGA VITA ALLE PIANTE<br />
IN IDROCOLTURA<br />
Per chi si è orientato a tenere le piante in casa utilizzando<br />
l’idrocoltura, una volta individuata la giusta posizione<br />
in fatto di luce e temperatura, il problema è la loro nutrizione.<br />
Le radici dei vegetali in idrocoltura traggono nutrimento dall’acqua<br />
nella quale sono disciolti gli elementi nutritivi. Cifo<br />
Idrovigor è un concime specifico per le piante in idrocoltura.<br />
È costituito da una<br />
resina insolubile, a<br />
scambio ionico, che<br />
rilascia lentamente<br />
nell’acqua gli elementi<br />
nutritivi che<br />
contiene. In questo<br />
modo non compromette<br />
la purezza<br />
dell’acqua, ideale per<br />
una crescita sana<br />
delle piante. Si somministra<br />
ogni 4-6<br />
mesi e ne bastano<br />
dai 30 (una bustina)<br />
ai 40 millilitri per<br />
ogni litro di acqua, a<br />
seconda delle specie<br />
e delle dimensioni<br />
delle piante.<br />
MESINI<br />
PIANTE IN CASA<br />
SEMPRE IN FORMA<br />
La stagione invernale non deve trarre in inganno: le<br />
piante in casa sono attive, si devono nutrire e hanno<br />
bisogno di irrigazione. I concimi vanno somministrati per<br />
ottenere foglie sane e turgide,<br />
colori intensi e accrescimenti<br />
regolari di rami, radici e nuovi<br />
germogli. Il concime più indicato<br />
per piante da interni quali kenzie,<br />
ficus, schefflere, tronchetti della<br />
felicità ecc. è Cifo Granverde<br />
Concime liquido per piante<br />
verdi. È caratterizzato da un alto<br />
titolo in azoto, contiene fosforo e<br />
potassio ed altri elementi quali<br />
ferro, manganese, zinco, e rame,<br />
utili per la prevenzione dell’ingiallimento<br />
delle foglie. Questi ultimi<br />
sono sotto forma di chelati e ciò<br />
evita o riduce fortemente la<br />
dispersione degli elementi in<br />
occasione delle irrigazioni.<br />
CONTRO<br />
I FASTIDIOSI INSETTI<br />
DELLE PIANTE<br />
Le piante in casa o in serra possono essere attaccate,<br />
anche in questa stagione, da fastidiosi insetti che approfittano<br />
del tepore degli ambienti riscaldati per riprodursi e,<br />
quindi, nutrirsi a spese delle nostre piante. Cifo Fenil L è un<br />
insetticida ad ampio spettro, efficace<br />
non solo nei confronti dei più<br />
comuni insetti delle piante ornamentali,<br />
ma anche nella lotta agli<br />
acari (come, ad esempio, il ragnetto<br />
rosso). Agisce sia per contatto che<br />
per ingestione: pertanto, anche se<br />
l’insetto non entra direttamente in<br />
contatto con il prodotto, lo ingerisce<br />
mangiando parti della pianta e<br />
venendo in tal modo raggiunto dal<br />
principio attivo a lui letale. Il primo<br />
trattamento si esegue alla comparsa<br />
dei primi insetti e va ripetuto,<br />
successivamente, ogni 7-10 giorni.<br />
Per ottenere la massima efficacia è<br />
bene spruzzare il prodotto sia sulla<br />
pagina superiore che sulla pagina<br />
inferiore delle foglie.
CONTRO<br />
LE INFESTANTI<br />
SIA IN PRE-EMERGENZA<br />
CHE IN POST-EMERGENZA<br />
Ci sono piante infestanti,<br />
annuali e biennali, di difficile<br />
controllo come, ad esempio, l’equiseto,<br />
lo stoppione, la romice e il<br />
soffione. Cifo Fortune G è l’erbicida<br />
che risolve questi problemi.<br />
Agisce non per contatto, come<br />
molti degli erbicidi in commercio,<br />
ma per assorbimento radicale. Si<br />
può utilizzare tutto l’anno ed è<br />
particolarmente indicato per il<br />
diserbo totale in aree di parchi e<br />
giardini, bordi stradali, piazze da<br />
gioco ma anche vigneti, meleti e<br />
oliveti. In questo caso è opportuno<br />
leggere le indicazioni riportate sull’etichetta<br />
per la sospensione dei<br />
trattamenti prima della raccolta.<br />
NUTRIMENTO<br />
DI QUALITÀ<br />
ALLA RIPRESA<br />
VEGETATIVA<br />
Nella fase finale dell’inverno le piante si preparano alla<br />
ripresa vegetativa iniziando ad attivare le radici. Se le<br />
temperature si alzano iniziano a risvegliarsi anche le gemme<br />
che si preparano alla schiusura e<br />
al successivo germogliamento. In<br />
questa fase le piante a foglia caduca<br />
hanno bisogno di nutrienti<br />
prontamente disponibili per superare<br />
la fase critica che intercorre<br />
dalla schiusura delle gemme alla<br />
piena distensione delle foglie.<br />
Cifo Sinergon 2000 è un concime<br />
liquido che contiene aminoacidi<br />
e microelementi, capace di dare<br />
alle piante in ripresa vegetativa un<br />
valido ausilio nutrizionale ed uno<br />
stimolo per crescite abbondanti.<br />
Oltre a ciò, con piante sane e forti<br />
si otterrà una maggiore resistenza<br />
alle avversità rappresentate, principalmente,<br />
da funghi e insetti.<br />
PREPARARE IL TERRENO<br />
DELL’ORTO<br />
Nei mesi invernali si può eseguire la preparazione del terreno<br />
dell’orto. Importante evitare le lavorazioni se il terreno<br />
è troppo umido: in caso di piogge o di nevicate occorre<br />
attendere che si asciughi. Contemporaneamente alle lavorazioni<br />
si può prevedere una concimazione di fondo, cioè l’apporto di<br />
elementi nutritivi con<br />
particolare riferimento<br />
ad azoto, fosforo e<br />
potassio. A questo riguardo<br />
particolarmente<br />
indicato è Cifo Granverde<br />
Universale PS,<br />
che ha un titolo equilibrato<br />
contenente anche<br />
boro, manganese e zinco.<br />
È stato ottenuto da<br />
materie prime di elevata<br />
purezza e qualità e consente<br />
di ottenere risultati<br />
eccellenti in fatto di<br />
crescite e di produzioni.<br />
Si utilizza facilmente<br />
sciogliendolo in acqua e<br />
si applica al terreno.<br />
®<br />
Stabilimento e uffici:<br />
S. Giorgio di Piano (Bo)<br />
Via Oradour, 6<br />
tel 051/66.55.511<br />
www.cifo.it<br />
info@cifo.it<br />
GIANNINI
NEL PRATO<br />
LA FUSARIOSI<br />
Malattia<br />
fungina sotto<br />
la neve:<br />
prevenzione<br />
e controllo<br />
delle<br />
microterme<br />
Tipica del periodo,<br />
la malattia più<br />
comune su tutti i<br />
tappeti erbosi in<br />
microterme (agrostidi,<br />
festuche, loietti e poe) è<br />
certamente la cosiddetta<br />
fusariosi. Si tratta di una<br />
patologia inquadrabile nel<br />
gruppo delle malattie “a<br />
chiazze”. È infatti<br />
assolutamente evidente<br />
quanto riconoscibile il<br />
sintomo della chiazza<br />
regolare, con diametro medio<br />
di 10 cm e bordo spesso<br />
ricoperto di muffa cotonosa<br />
grigio-rosata. Altro sintomo<br />
tipico è la perdita dell’erba al<br />
centro della chiazza. Agente<br />
responsabile della malattia è<br />
il fungo Microdochium nivale.<br />
Se non fosse già abbastanza<br />
chiaro, il fungo diviene<br />
doppiamente aggressivo in<br />
presenza di neve: sotto la<br />
coltre nevosa sussistono,<br />
infatti, tutte le migliori<br />
condizioni di sviluppo per il<br />
patogeno; ci riferiamo in<br />
particolare all’umidità elevata<br />
nonché alla regolazione<br />
termica operata dalla neve. È<br />
quindi normale avere a che<br />
fare con sintomi di malattia<br />
ridotti quando la temperatura<br />
rimane spesso sotto 0°C. È<br />
altrettanto normale assistere a<br />
forme epidemiche in presenza<br />
di temperature più “miti”.<br />
consigli del mese<br />
L’approccio al controllo della malattia<br />
può essere attuato a due livelli,<br />
agronomico e chimico. Per quest’ultimo<br />
si tratta di agire in forma preventiva<br />
(precorrere i sintomi) o curativa<br />
(in seguito alla comparsa dei<br />
sintomi). Dal punto di vista agronomico<br />
si tratta essenzialmente di<br />
mantenere in salute il tappeto erboso,<br />
cioè di ottimizzarne il fabbisogno<br />
nutrizionale e metabolico in generale.<br />
Concetto tanto semplice all’apparenza<br />
quanto difficilmente traducibile<br />
nella pratica.<br />
Il primo passo<br />
nella giusta direzione<br />
si attua attraverso<br />
le analisi<br />
del terreno. A<br />
66<br />
TESTO DI ALESSANDRO BERTOLINI<br />
FOTO DI ERALDO ANTONINI<br />
DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />
Prevenzione agronomica<br />
fronte di pochi euro di spesa, un<br />
laboratorio specializzato fornirà nel<br />
dettaglio il programma mirato di<br />
fertilizzazione annuale, nonché l’eventuale<br />
correzione fisica del top soil<br />
(apporto di sabbia silicea ecc.). Sempre<br />
dal punto di vista agronomico, è<br />
dimostrato come la fusariosi appaia<br />
modesta in ambiente acido. Di conseguenza,<br />
a partire da temperature<br />
diurne intorno a 10-12°C e per tutto<br />
l’inverno, conviene applicare con<br />
regolarità (cadenza quindicinale)<br />
dello zolfo antioidico, facilmente<br />
reperibile presso consorzi agrari e/o<br />
rivendite agricole. Dose =<br />
20 g/100 mq/10 litri di<br />
acqua.
Controllo chimico<br />
Dal lato della prevenzione e terapia chimiche, si<br />
tratta di impiegare del Prochloraz o dell’Iprodione<br />
(molecole contenute in vari formulati commerciali<br />
applicabili su tappeti erbosi) secondo il dosaggio<br />
specificato in etichetta. In presenza di neve, va<br />
considerato come la persistenza media efficace del<br />
fungicida non superi il mese. In tal senso si<br />
consiglia, laddove possibile, di rimuovere la neve.<br />
Il controllo delle infestanti<br />
sui tappeti di gramigna<br />
Per tutti coloro che hanno a che fare con prati di macroterme,<br />
gramigne in particolare, il periodo diviene utile per<br />
“ripulire” il tappeto erboso da chiazze di erbe infestanti a<br />
foglia larga e da Poa annua. Si tratta di intervenire su gramigna<br />
perfettamente dormiente (cioè in assenza totale di<br />
verde) e di applicare del Glifosate (contenuto in vari formulati<br />
commerciali). Con prodotti al 31% di Glifosate, si<br />
applicano 30 cc/100 mq/10 litri di acqua. Così facendo<br />
avremo il nostro prato esente da infestanti che limiterebbero<br />
la ripresa vegetativa e l’omogeneità della gramigna.<br />
Cura del PRATO<br />
a gennaio e febbraio<br />
IN ATTESA: il prato è in un periodo di<br />
attesa. Attesa della ripresa vegetativa<br />
e conseguentemente dei nostri lavori<br />
sul tappeto erboso. Può sembrare una<br />
banalità, ma non lo è affatto.<br />
NON CALPESTARE L’ERBA: va<br />
senz’altro sottolineata l’assoluta<br />
necessità di evitare, in qualsiasi<br />
forma, il calpestio del tappeto erboso<br />
in presenza di ghiaccio (brinate o vere<br />
e proprie gelate). Diversamente, si<br />
verificherebbe la “rottura” dei tessuti<br />
interni ed esterni dell’erba. Nel caso<br />
specifico in cui detta rottura<br />
interessasse i “colletti” delle plantule<br />
(ovvero i tessuti alla base, a contatto<br />
con il terreno), il danno sarebbe<br />
gravissimo: la morte dell’erba.<br />
Quindi, se proprio si dovesse<br />
calpestare il prato, lo si faccia nelle<br />
ore più calde e in completa assenza di<br />
ghiaccio.
Sarà un’umile malvacea il più<br />
fedele ed economico alleato<br />
dell’uomo nel cosiddetto<br />
“sviluppo ecosostenibile”? Sarà questa<br />
pianta, resistentissima e senza pretese, la<br />
soluzione ai problemi dell’agricoltura nei<br />
terreni più difficili, con notevole beneficio<br />
per l’intero ecosistema?<br />
È la sfida in atto nel mondo, da un<br />
pugno d’anni a questa parte, in<br />
selezionati laboratori di ricerca<br />
universitari che stanno vagliandone<br />
anche le potenziali, interessanti qualità<br />
antinquinamento.<br />
Protagonista dell’affascinante sfida è la<br />
pianta del kenaf (Hibiscus cannabinus),<br />
parente del cotone ma dalle<br />
caratteristiche del tutto simili alla canapa<br />
(Cannabis sativa) rispetto cui non contiene<br />
però, nelle fibre, il THC (tetra-idrocannabinolo),<br />
il temuto stupefacente da<br />
cui è ottenuta la marijuana.<br />
Un’antica pianta<br />
riscoperta da pochi<br />
anni sembra regalare<br />
nuove prospettive a chi<br />
persegue lo sviluppo<br />
ecosostenibile. Un<br />
sogno destinato a<br />
realizzarsi o una nuova<br />
lacerante illusione che<br />
si scontrerà con realtà<br />
economiche e politiche<br />
superiori?<br />
ambiente<br />
Il kenaf, per un<br />
mondo più pulito<br />
UNA PIANTA “FACILE”<br />
In Italia la coltivazione sperimentale del kenaf è incominciata appena<br />
dieci anni fa, nel cuore della pianura Padana. Nelle golene del fiume<br />
Po, un’azienda, la KEFI, decide di studiarne il ciclo vegetativo dedicandovi<br />
dieci ettari di terreno. Pochi, ma sufficienti per capire che<br />
vale la pena procedere! Le soddisfazioni<br />
non tardano ad arrivare. Il<br />
kenaf non è esigente: richiede solo<br />
una semina tardiva (tra fine aprile e<br />
i primi di maggio) in un letto abbastanza<br />
umido e, nei giorni immediatamente<br />
successivi, una dose<br />
regolare d’acqua che, se non giunge<br />
naturalmente tramite pioggia, occorre<br />
fornire con irrigazioni. In<br />
seguito, grazie alla sua radice fittonante,<br />
non richiederà più nulla fino<br />
a maturazione avvenuta.<br />
68<br />
TESTO DI MARIA OTTAVIA DE PETRI<br />
FOTO DI KEFI
LE ECO-APPLICAZIONI<br />
Oggi il kenaf si propone come preziosa materia<br />
prima in bioedilizia, ma non solo. La sua fibra<br />
viene assemblata senza utilizzo di collanti e adesivi<br />
inquinanti, in pannelli semirigidi che hanno<br />
dimostrato ottime qualità termo-acustiche, elevata<br />
resistenza alle vibrazioni meccaniche, facile lavorabilità<br />
senza rilascio di polveri. Un prodotto completamente<br />
riciclabile che ha ottenuto la certificazione<br />
di “Materiale consigliato per le costruzioni<br />
ecologiche”. Le applicazioni di questa pianta a<br />
livello industriale sembrano, però, infinite.<br />
Recentemente è stato messo a punto un prodotto<br />
specifico per la pacciamatura, utilizzabile in agricoltura<br />
e nel mondo del vivaismo per piante da<br />
forestazione e in vaso. Agrokenaf, questo il suo<br />
nome commerciale, oltre a impedire la crescita di<br />
erbe infestanti protegge dal calore del sole limitando<br />
l’evaporazione dell’acqua; riduce gli sbalzi di<br />
temperatura tra il giorno e la notte evitando così<br />
costose irrigazioni; non richiede accorgimenti contro<br />
tarme e coleotteri perché non contiene sostanze<br />
proteiche. In commercio da poco, sta diffondendosi<br />
velocemente soprattutto in<br />
Toscana, dove molti vivai l’hanno<br />
scelto per le sue proprietà<br />
ecosostenibili e per gli indubbi<br />
vantaggi colturali ed economici.<br />
Secondo gli scienziati giapponesi<br />
che ne hanno studiato l’impatto<br />
ambientale, la coltivazione di<br />
kenaf in vaste aree potrebbe<br />
contribuire anche<br />
all’abbattimento dei gas<br />
inquinanti e a un miglioramento<br />
dell’aria che respiriamo. Durante<br />
il suo processo di fotosintesi,<br />
infatti, il kenaf rilascia<br />
nell’atmosfera un eccesso di<br />
ossigeno e sembrerebbe<br />
addirittura in grado di assorbire il<br />
fosforo. È utopistico pensare a<br />
grandi aree di kenaf, dalla<br />
fioritura spettacolare per le sue<br />
grandi campanule bianche, poste a<br />
dimora nelle inquinatissime<br />
periferie urbane?<br />
Per approfondire<br />
www.kenaf-fiber.com – sito della Kenaf Eco Fibers Italia Spa,<br />
azienda specializzata nella produzione e lavorazione di fibre naturali<br />
per bioedilizia, giardinaggio, arredamento<br />
www.abiotec.com – sito di A.Biotec, ente privato punto di<br />
riferimento per quanti fossero interessati alla produzione<br />
e trasformazione del kenaf<br />
www.kenafsociety.org – sito dell’American Kenaf Society<br />
Distributore Agrokenaf:<br />
FRANCO SCARLATTI, Santa Maria a Monte (Pi)<br />
cell. 346 395 55 21<br />
franco_scarlatti@virgilio.it<br />
69 ambiente
aiuola del mese<br />
LaSIEPE Alpina<br />
Molti giardini confinano con una via che<br />
dall’interno del giardino non si vorrebbe<br />
vedere. In alternativa alle solite siepi<br />
sempreverdi di lauroceraso, cipresso di Leyland,<br />
Photinia, ligustro, proponiamo in questo numero siepi<br />
miste di arbusti da fiore adatte a un giardino di<br />
montagna.<br />
Per<br />
nascondere<br />
la via<br />
che passa<br />
a fianco<br />
del giardino<br />
di montagna<br />
TESTO DI MAURIZIO ZARPELLON<br />
DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />
Innanzitutto, la struttura<br />
principale della siepe deve essere<br />
formata da un paio di essenze<br />
sempreverdi, per avere il<br />
fogliame anche nella brutta<br />
stagione, la più lunga da queste<br />
parti. Quindi intervalliamo<br />
gruppi di due o tre arbusti da<br />
fiore adatti alla quota e che ci<br />
offrano il loro spettacolo in<br />
momenti diversi: maggio-giugno,<br />
luglio-agosto e settembre.<br />
70<br />
Il giardino alpino se ben esposto può dare enormi<br />
soddisfazioni, ma molto dipende dalla quota e dalle<br />
condizioni climatiche locali (vento, neve, sole).<br />
Questa siepe si adatta perfettamente a una valle<br />
alpina con quota variabile da 1200 a 1500 m di<br />
altitudine, esposta al sole, con terreno neutro o<br />
appena calcareo e poca disponibilità di acqua.<br />
Pinus mugo<br />
1<br />
Sempreverde, è una conifera molto compatta che talvolta è<br />
reperibile nei vivai già discretamente sviluppata, ma attendiamoci<br />
una crescita lenta, l’ideale per un ambiente dove la neve la fa da<br />
padrona per tanti mesi. In gruppi di tre o quattro esemplari<br />
alternati da altre specie, dovrebbe rappresentare l’ossatura<br />
principale della siepe. Si trova in vendita in quasi tutti i vivai<br />
situati sulla fascia prealpina, ma anche nei vivai gestiti dalle<br />
regioni, dove però gli esemplari sono piccoli, anche se<br />
praticamente gratuiti. In mancanza di questa pianta selvatica<br />
ripieghiamo su Pinus densiflora ‘Umbraculifera’, anch’essa con<br />
una crescita lenta e dal fogliame molto compatto.
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
Pinus mugo<br />
Cotoneaster franchetii<br />
Chaenomeles<br />
speciosa<br />
Syringa vulgaris<br />
Euonymus<br />
europaeus<br />
‘Red Cascade’<br />
Cotoneaster franchetii<br />
Bacche rosse a profusione con<br />
questa pianta sempreverde già<br />
utilizzata per siepi classiche<br />
mono-essenza. Raggiunge<br />
velocemente l’altezza voluta<br />
(150-200 cm) e diventa fitta e<br />
impenetrabile. Cotoneaster si<br />
utilizzano per il fogliame verde<br />
scuro, argentato sotto,<br />
persistente e coriaceo. Le<br />
bacche rimangono sulla pianta<br />
almeno fino a dicembregennaio.<br />
In alternativa<br />
possiamo usare Cotoneaster<br />
lacteus, anche più vigoroso del<br />
precedente, utile pure per<br />
attirare gli uccelli che si cibano<br />
dei suoi frutti e le api che<br />
bottinano volentieri il suo 2<br />
nettare.<br />
Syringa vulgaris<br />
Sono tantissime le<br />
varietà adatte al clima<br />
montano. La ricca<br />
fioritura profumata,<br />
che in montagna<br />
avviene nel mese di<br />
giugno-luglio, la<br />
rusticità e la vigoria<br />
fanno di questo arbusto<br />
la primadonna per la<br />
siepe alpina. Robusta ai<br />
geli invernali più<br />
taglienti, si ripresenterà<br />
a ogni primavera<br />
sempre più fiorifera e<br />
rigogliosa. I fiori si<br />
prestano anche al<br />
taglio, da effettuarsi al<br />
mattino presto per non<br />
perdere la turgidità.<br />
4<br />
3<br />
Euonymus europaeus<br />
‘Red Cascade’<br />
5<br />
Non è per i suoi fiori,<br />
piccolissimi e insignificanti,<br />
ma per la meravigliosa<br />
produzione di frutti rossoarancio<br />
che vogliamo<br />
introdurre nella siepe<br />
alpina questa pianta<br />
dall’indubbio merito di<br />
dare colore dalla fine<br />
dell’estate all’autunno<br />
inoltrato. Per assicurarci<br />
lo spettacolo è però<br />
necessario disporre almeno<br />
un gruppo di tre-quattro<br />
esemplari. Tollera ogni<br />
condizione climatica e dà il<br />
meglio di sé in terreni<br />
fertili, tendenzialmente<br />
calcarei e piuttosto<br />
soleggiati.<br />
Chaenomeles speciosa<br />
Una bella rosacea dalla ricca fioritura rossa o rosa (a<br />
seconda delle varietà) precoce, che in<br />
montagna avviene in aprile-maggio, poco<br />
prima dell’emissione del nuovo fogliame.<br />
Pianta generosa che<br />
offre oltre ai fiori<br />
dei profumatissimi<br />
frutti autunnali simili a<br />
meline cotogne. L’aspetto<br />
vigoroso e la fitta<br />
vegetazione sono quanto di<br />
meglio per<br />
una siepe<br />
mista e<br />
rustica. Se<br />
possibile,<br />
all’impianto è meglio<br />
scegliere piante<br />
abbastanza sviluppate.<br />
Consigli per l’impianto<br />
La breve stagione calda impone il trapianto<br />
delle giovani piante della nostra siepe<br />
appena la temperatura primaverile non<br />
promette più gelate tardive o notturne. Le<br />
piante hanno così tutta la stagione per<br />
affondare le radici e arrivano al prossimo e<br />
lungo inverno abbastanza fortificate da poterlo<br />
sopportare. Il primo anno sarebbe meglio<br />
irrigare la giovane siepe con regolarità,<br />
mantenerla libera dalle erbacce e possibilmente<br />
fornirle un apporto di concime organico<br />
primaverile e anche autunnale.<br />
Attenzione alla neve! Molte persone premurose<br />
pensano che la giovane siepe possa<br />
danneggiarsi con il gelo e fanno l’errore di<br />
creare protezioni provvisorie di nylon o,<br />
peggio, di telo antibrina. Non serve a nulla,<br />
anzi si rischia di vedere i sacrifici fatti letteralmente<br />
schiacciati sotto abbondanti nevicate.<br />
Ricordiamo il vecchio detto: «sotto la<br />
neve pane, sotto l’acqua fame».<br />
71 aiuola del mese
‘Darcey Bussell’ David Austin® Roses:<br />
i fiori sono belli in ogni stadio.<br />
Il bocciolo si sviluppa in una rosetta<br />
cremisi, che diventa quasi malva quando<br />
i petali stanno per cadere. Ripete bene la<br />
fioritura con continuità eccellente. La<br />
crescita è relativamente bassa, frondosa e<br />
molto sana. È ideale davanti a bordure o<br />
aiuole formali con poche varietà. La<br />
fragranza è fruttata, con accenti di verde.<br />
Misura 90 x 60 cm.<br />
‘Lichfield Angel’ David Austin®<br />
Roses: i fiori quando si aprono<br />
colorano di albicocca pallido che<br />
sfuma in un crema ricco che diventa<br />
quasi bianco. È una varietà vigorosa<br />
che diventa un arbusto arrotondato<br />
alto 120 cm. Si accosta bene in bordure<br />
di colore rosa e giallo. La fragranza è<br />
leggera, con accenti di chiodo di<br />
garofano. Misura 120 x 90 cm.<br />
Progetti<br />
per nuove<br />
aiuole<br />
TESTO DI DONATELLA FORNI<br />
bacheca delle aziende<br />
È tempo<br />
di sfogliare<br />
cataloghi<br />
e scegliere<br />
nuove piante<br />
per rinnovare<br />
il giardino<br />
‘Strawberry Hill’ David Austin® Roses:<br />
il colore è di una ricca tonalità di fragola che<br />
sfuma in un puro rosa chiaro e diventa un<br />
puro rosa pallido. È una rosa abbastanza<br />
vigorosa e particolarmente sana che ripete<br />
bene la fioritura, formando un bell’arbusto<br />
arrotondato e leggermente informale. Si<br />
accosta bene a vari altri colori, è quindi l’ideale<br />
in una bordura informale con piante perenni. Il<br />
profumo è forte e delizioso, un mirra classico<br />
con accenti di limone. Misura 120 x 120 cm.<br />
Bmr - Rose Meilland ‘Anny<br />
Duperey’®: l’armonia tra il<br />
colore giallo oro, il profumo e la<br />
forma romantica di questa rosa è<br />
perfetta. Ideale per creare<br />
bellissime siepi e bordure con il<br />
fascino delle rose antiche. Ha<br />
grande resistenza alle malatte.<br />
Altezza 80-100 cm, diametro del<br />
fiore 8-9 cm, 82-85 petali.<br />
72<br />
‘Lady of Megginch’<br />
David Austin® Roses: i<br />
fiori sono inizialmente<br />
arrotondati, poi si<br />
schiudono in coppe<br />
poco profonde con<br />
petali esterni<br />
leggermente incurvati.<br />
Il colore è di un ricco<br />
rosa scuro, con<br />
sfumature arancio.<br />
Forma un folto arbusto<br />
eretto. Posta in una<br />
bordura di colore rosa<br />
chiaro, o albicocca,<br />
aggiunge un tocco di<br />
vivacità. Ha fragranza<br />
di rosa antica con<br />
accenti di lampone.<br />
Misura 120 x 90 cm.<br />
‘Tea Clipper’ David Austin®<br />
Roses: il colore è una<br />
mescolanza di varie tinte di<br />
albicocca. Diventa un<br />
bell’arbusto particolarmente<br />
sano, con una quasi completa<br />
mancanza di spine. La<br />
fragranza è di tè, mirra e<br />
frutta, a volte è agrume puro.<br />
Misura 120 x 90 cm.
Bmr - Rose Meilland ‘Acropolis’®:<br />
rosaio cespuglioso con fiori di colore<br />
originale, bianco-verdastro soffuso di<br />
rosa antico bronzo. La fioritura è<br />
abbondante e ha una buona resistenza<br />
alle malattie. Altezza 50-70 cm,<br />
diametro del fiore 8-9 cm;<br />
27-30 petali.<br />
Per chi ama le bacche<br />
Vivaio Degl’Innocenti -<br />
Tetradium daniellii: albero<br />
spogliante che si ricopre di<br />
una moltitudine di piccoli fiori<br />
sferici color rosso mattone.<br />
Vivaio Degl’Innocenti - Aronia<br />
arbutifolia: pianta stupenda<br />
per il suo fogliame che in<br />
autunno diventa rosso scuro,<br />
come le bacche che seguono ai<br />
fiorellini bianchi.<br />
Bmr - Rose Meilland ‘Petit<br />
Trianon’®: ha un colore rosa neyron<br />
chiaro soffuso di toni leggermente<br />
più scuri, che resta stabile per tutta la<br />
durata della fioritura. Eccellente<br />
resistenza alle malattie fino a tarda<br />
stagione, sviluppo equilibrato ed<br />
elegante, fogliame verde scuro.<br />
Altezza 70-80 cm, diametro del fiore<br />
9-11 cm; 55 petali circa.<br />
Vivaio Degl’Innocenti - Iris ‘Midnight Oil’: ha<br />
un colore nero assoluto, bellissimo, con grande<br />
barba appena toccata di oro. Il fiore ha una<br />
splendida forma e la pianta, con la sua forma<br />
che sembra rientrare in un’ellisse e il suo colore<br />
nero ebano, si distingue fra le tante altre iris dal<br />
colore simile. La pianta è forte e molto fioriera.<br />
Ideale<br />
l’abbinamento<br />
con fiori color<br />
celeste o rose<br />
color rosa<br />
confetto chiaro.<br />
Vivaio<br />
Degl’Innocenti -<br />
Rosa ‘Le<br />
Vesuve’: ha<br />
boccioli appuntiti<br />
che si aprono in fiori pieni e corposi di<br />
color rosa intenso venato di rosso più<br />
scuro. Cambia colore a seconda della<br />
stagione. La pianta è vigorosa, di media<br />
altezza; il fogliame sfuma dal bronzo al<br />
verde brillante secondo la maturazione. Il<br />
profumo delicato di rosa Tea si aggiunge al<br />
suo charme.<br />
Vivaio Degl’Innocenti -<br />
Carpenteria californica:<br />
arbusto sempreverde a<br />
fioritura estiva. Pianta rustica,<br />
cresce bene contro una parete<br />
esposta a sud o ovest. Ha<br />
fogliame verde scuro, lucido,<br />
fiori fragranti bianchi con<br />
pistilli gialli al centro.<br />
Vivaio Degl’Innocenti -<br />
Hemerocallis ‘Fringed<br />
Catawba’: è un fiore<br />
spettacolare, con petali pieni di<br />
sostanza, solidi, increspati sul<br />
bordo da una spessa trina gialla;<br />
il fiore è grande e misura 15 cm.<br />
Bakker -<br />
Populus nigra<br />
‘Vereecken’,<br />
ramifica bene<br />
e forma in<br />
breve una<br />
siepe compatta.<br />
Raggiunge 4 metri di altezza, viene fornito<br />
alto 80-100 cm. Per formare una siepe servono 3<br />
piante per ogni metro.<br />
Bmr - Rose Meilland<br />
‘Astronomia’®: il fiore a cinque<br />
petali fa pensare a una stella, al<br />
centro spunta un bouquet di<br />
stami molti decorativi. Altezza<br />
60 cm; diametro del fiore 7-8 cm.<br />
Bakker -<br />
Dahlia<br />
‘Osirium’:<br />
nuova<br />
varietà di<br />
dalia alta<br />
circa 90<br />
cm, con petali che hanno la parte<br />
anteriore viola e quella posteriore<br />
bianca. La sua ricca fioritura, da luglio a<br />
novembre, dà fiori perfetti da recidere.<br />
Vivaio Degl’Innocenti - Mahonia<br />
lomariifolia: arbusto dal<br />
portamento eretto che nel tempo<br />
diventa maestoso;<br />
fiorisce nel tardo<br />
autunno quando<br />
tutte le piante<br />
vanno a riposo.<br />
Non teme né il<br />
freddo né la siccità<br />
e quando è in fiore<br />
sembra un falò di<br />
fiamme gialle.<br />
INDIRIZZI A<br />
PAGINA 127<br />
73 bacheca delle aziende
COME CREARE<br />
GIARDINI VIVENTI<br />
Secondo i principi dell’agricoltura<br />
biodinamica, ogni giardino deve trovare<br />
le proprie risorse di vita nel proprio<br />
interno. Concimi, sementi, erbe curative<br />
dovrebbero provenire dal suo contesto e non<br />
da molto lontano, né essere acquistate fuori.<br />
Questo è l’ideale da raggiungere. Ogni<br />
giardiniere biodinamico conosce i vantaggi che<br />
ne potrà trarre: infatti non solo risparmierà<br />
denaro, ma otterrà anche piante più sane con<br />
minor lavoro.<br />
Organi dell’organismo giardino<br />
Per avvicinarsi a questa meta occorre<br />
realizzare l’organismo giardino dotandolo di<br />
vari elementi:<br />
• alberi della famiglia delle Leguminose<br />
• siepi miste<br />
nettarifere<br />
• prati misti con<br />
Leguminose<br />
• arbusti fruttiferi<br />
per il richiamo<br />
di animali<br />
selvatici: uccelli,<br />
ricci ecc.<br />
• pozze d’acqua o<br />
laghetti, per il<br />
richiamo di<br />
anfibi: rane,<br />
salamandre ecc.<br />
• aree di<br />
nutrizione dei<br />
lombrichi<br />
• aree di<br />
compostaggio<br />
• preparati<br />
biodinamici.<br />
L’interazione<br />
dinamica tra questi<br />
organi nei giusti<br />
ritmi stagionali,<br />
con l’uso ripetuto<br />
dei preparati<br />
biodinamici, porta<br />
a creare<br />
l’organismo<br />
giardino dinamico.<br />
1 LU<br />
2 MA<br />
3 ME<br />
4 GI<br />
5 VE<br />
6 SA<br />
7 DO<br />
8 LU<br />
9 MA<br />
10 ME<br />
11 GI<br />
12 VE<br />
13 SA<br />
14 DO<br />
15 LU<br />
16 MA<br />
17 ME<br />
18 GI<br />
19 VE<br />
20 SA<br />
21 DO<br />
22 LU<br />
23 MA<br />
24 ME<br />
25 GI<br />
26 VE<br />
27 SA<br />
28 DO<br />
29 LU<br />
30 MA<br />
31 ME<br />
agricoltura biodinamica<br />
TESTO DI PAOLO PISTIS, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />
GENNAIO 2007<br />
Toro<br />
Gemelli 15<br />
Gemelli<br />
Cancro 17<br />
Cancro<br />
Leone 9<br />
Leone<br />
Leone<br />
Vergine 6<br />
Vergine<br />
Vergine<br />
Vergine<br />
Bilancia 3<br />
Scorpione 14<br />
Scorpione<br />
Scorpione<br />
Sagittario 0<br />
Sagittario<br />
Capricorno 4<br />
Capricorno<br />
Acquario 4<br />
Pesci 21<br />
Pesci<br />
Pesci<br />
Ariete 13<br />
Ariete<br />
Toro 6<br />
Toro<br />
Gemelli 22<br />
Gemelli<br />
Gemelli<br />
SOLE IN SAGITTARIO<br />
Luna discendente 13<br />
Luna piena 15<br />
Luna in apogeo 18<br />
Luna ascendente 23<br />
Sole in Capricorno 13<br />
Luna nuova 5<br />
Luna in perigeo 14<br />
Luna discendente 20<br />
74<br />
L’utilizzo delle risorse<br />
naturali all’interno<br />
delle aree verdi<br />
Il lavoro di lombrichi e forficule<br />
Per essere maggiormente aiutati in questo cammino possiamo<br />
chiedere aiuto al mondo animale, ad esempio al lombrico e<br />
alla forficula (forbicina). Il lombrico è un ottimo lavoratore,<br />
scava gallerie che consentono la circolazione di aria e di<br />
acqua anche nei terreni più duri; inoltre rilascia un dono<br />
eccezionale: l’humus di lombrico, un concime che ha tutti i<br />
nutrienti necessari per la vita delle piante. In biodinamica si<br />
contano quanti lombrichi un giardino o un orto può avere per<br />
metro quadrato: se a ogni vangata troviamo almeno 5-6<br />
lombrichi, siamo sulla buona strada. Avere 50 lombrichi per<br />
mq significa avere per ettaro circa 500.000 lombrichi!<br />
Calcolando che ognuno pesi in media un grammo, si ottiene<br />
una massa di circa 5 quintali e cioè, in questo caso, quella che<br />
viene chiamata in biodinamica la mucca sotterranea: in poche<br />
parole, non abbiamo più bisogno di concimare perché la<br />
Natura provvede da sé, intervenendo con tutta la complessità<br />
della vita microbica in nostro favore.<br />
Data Luna dalle ore Osservazioni Elemento Organo favorito da Luna o pianeti Tendenze<br />
TERRA<br />
TE/LU<br />
LUCE<br />
LU/AC<br />
ACQUA<br />
AC/CA<br />
CALORE<br />
CALORE<br />
CA/TE<br />
TERRA<br />
TERRA<br />
TERRA<br />
TE/LU<br />
LU/AC<br />
ACQUA<br />
ACQUA<br />
CALORE<br />
CALORE<br />
CA/TE<br />
TERRA<br />
TE/LU<br />
LU/AC<br />
ACQUA<br />
ACQUA<br />
AC/CA<br />
CALORE<br />
CA/TE<br />
TERRA<br />
TE/LU<br />
LUCE<br />
LUCE<br />
radici<br />
radici fino alle 14, dalle 15 fiori<br />
fiori<br />
fiori fino alle 16, dalle 17 foglie<br />
foglie<br />
foglie fino alle 8, dalle 9 alle 18 frutti<br />
frutti dalle 2<br />
frutti fino alle 4, dalle 9 alle 17 e dalle 21<br />
frutti fino alle 5, dalle 6 radici<br />
radici fino alle 12, dalle 13 fiori<br />
radici<br />
radici<br />
radici fino alle 2, dalle 3 fiori<br />
fiori fino alle 13, dalle 14 foglie<br />
foglie<br />
foglie fino alle 23<br />
frutti<br />
frutti<br />
frutti fino alle 3, dalle 4 alle 18 radici<br />
radici dalle 5 alle 17<br />
radici fino alle 3, dalle 4 fiori<br />
------------------------foglie<br />
dalle 9<br />
foglie<br />
foglie fino alle 12, dalle 13 frutti<br />
frutti<br />
frutti fino alle 5, dalle 6 radici<br />
radici fino alle 15<br />
radici fino alle 21, dalle 22 fiori<br />
fiori<br />
fiori<br />
M<br />
INIZIO TT 0<br />
M<br />
M<br />
M<br />
M<br />
V M<br />
FINE TT 12<br />
GC M<br />
M<br />
V T<br />
GC<br />
M<br />
M<br />
GC<br />
INIZIO TT 0<br />
LEGENDA: GC GIORNI CRITICI; T TENDENZA A DISSESTI DEL TERRENO; M TENDENZA AL MALTEMPO; TT TEMPO DI TRAPIANTO;<br />
V TENDENZA AL VULCANISMO; TENDENZA AI TEMPORALI; …… PERIODO SFAVOREVOLE DETERMINATO DA ECLISSI, NODI ECC.<br />
TEMPO DI TRAPIANTO<br />
TT
Lombrichi in inverno<br />
Durante l’inverno il lombrico si porta in profondità<br />
fino a primavera, quando troverà temperature miti.<br />
Per aiutare la vita del lombrico nella stagione<br />
invernale, si deve porre negli angoli del giardino, sotto<br />
le siepi, vicino al compost, dei mucchietti di sostanza<br />
organica da mangiare, un ambiente caldo e un luogo<br />
indisturbato. Si può ottenere ciò ammucchiando delle<br />
foglie, con un po’ di erba fresca tagliata ed un poco di<br />
concime organico fresco, mescolando il tutto con del<br />
preparato biodinamico Fladen*. Ogni mucchietto potrà<br />
corrispondere a circa il volume di metà carriola. Si<br />
dovrà poi coprire il tutto con un telo di nylon e sopra<br />
abbondante paglia. La piccola copertura di plastica<br />
serve ad evitare che gli uccelli banchettino. Al posto<br />
del nylon si possono usare dei teli di juta, oppure del<br />
cartone privo di scritte (coloranti) o altro materiale<br />
estraneo. In questo modo il lombrico rimarrà in<br />
superficie e continuerà a nutrirsi, anticipando così la<br />
riproduzione. Ad inizio primavera avremo un ottimo<br />
esercito che lavorerà in silenzio e gratis per noi!<br />
Considerazioni<br />
di gennaio<br />
La messa a dimora degli<br />
alberi da frutta si deve eseguire<br />
nei giorni di frutti.<br />
Evitare qualsiasi operazione<br />
il giorno 22 quando la luna<br />
è in perigeo. I giorni più<br />
indicati per le potature<br />
sono dal 3 al 16 del mese.<br />
I primi quindici giorni di<br />
gennaio il tempo sarà molto<br />
umido, mentre nei secondi<br />
arriverà il vero inverno.<br />
Considerazioni<br />
di febbraio<br />
Prosegue il freddo invernale,<br />
che si farà sentire fin<br />
verso la fine del mese. Il<br />
periodo ottimale per trapianti<br />
e potature va dall’1<br />
al 12 del mese. C’è tempo<br />
per la messa a dimora dei<br />
fruttiferi fino alla fine del<br />
mese, con preferenza nei<br />
giorni di frutti. Fave e piselli<br />
si possono seminare a fine<br />
mese dove il terreno lo permette.<br />
Le marze per talee o<br />
innesti devono essere raccolte<br />
la mattina presto nei<br />
giorni dal 13 al 15 e conservate<br />
sotto sabbia umida per<br />
l’utilizzo a marzo.<br />
1 GI<br />
2 VE<br />
3 SA<br />
4 DO<br />
5 LU<br />
6 MA<br />
7 ME<br />
8 GI<br />
9 VE<br />
10 SA<br />
11 DO<br />
12 LU<br />
13 MA<br />
14 ME<br />
15 GI<br />
16 VE<br />
17 SA<br />
18 DO<br />
19 LU<br />
20 MA<br />
21 ME<br />
22 GI<br />
23 VE<br />
24 SA<br />
25 DO<br />
26 LU<br />
27 MA<br />
28 ME<br />
MANGIATOIA<br />
INVERNALE<br />
PER<br />
LOMBRICHI<br />
L’agricoltura biodinamica è ricca di molti<br />
espedienti che contribuiscono alla salute<br />
dell’uomo e del nostro giardino<br />
FEBBRAIO 2007<br />
Cancro 1<br />
Leone 17<br />
Leone<br />
Leone<br />
Vergine 14<br />
Vergine<br />
Vergine<br />
Vergine<br />
Bilancia 11<br />
Scorpione 23<br />
Scorpione<br />
Scorpione<br />
Sagittario 10<br />
Sagittario<br />
Capricorno 15<br />
Capricorno<br />
Acquario 13<br />
Acquario<br />
Pesci 6<br />
Pesci<br />
Ariete 20<br />
Ariete<br />
Toro 12<br />
Toro<br />
Toro<br />
Gemelli 3<br />
Gemelli<br />
Cancro 7<br />
Forficule in inverno<br />
Le forficule sono le comuni forbicine,<br />
insetti che qualche volta si trovano nelle cavità sotto<br />
le cortecce, oppure nel nocciolo di qualche frutto<br />
spaccato. Sono instancabili predatori<br />
di afidi e di altri insetti dannosi.<br />
Prediligono luoghi riparati e<br />
agiscono di notte. Per far in modo<br />
che si riproducano e alberghino<br />
presso le nostre piante si devono<br />
allestire casette o<br />
ripari fatti con<br />
bambù o legno.<br />
Occorre procurarsi delle<br />
canne da tagliare a<br />
tronchetti da 15-20 cm, se ne<br />
legano 2 o 3 per pianta con spago<br />
elastico, avendo cura di tenere la parte<br />
aperta verso i basso (le canne sono<br />
cave e chiuse solo nel punto del nodo).<br />
SOLE IN CAPRICORNO<br />
Luna piena 7<br />
Luna in apogeo 14<br />
Luna ascendente 9<br />
Sole in Acquario 4<br />
Luna nuova 17<br />
In questo modo, al loro interno ospiteranno centinaia di<br />
forbicine che durante la notte elimineranno gli afidi,<br />
facendoci risparmiare denaro e contribuendo a<br />
mantenere sane le piante. Se eseguiamo questa pratica<br />
durante l’inverno, all’inizio della primavera le poche<br />
forficule esistenti nel nostro giardino o frutteto<br />
troveranno riparo e si riprodurranno velocemente.<br />
Luna in perigeo 11<br />
Luna discendente 1<br />
* Il preparato biodinamico Fladen è ricco<br />
di uova di lombrico, si usa a 100 g x 20 l<br />
d’acqua tiepida, rimescolandolo per 20<br />
minuti circa. Si può trovare presso la<br />
Fondazione Le Madri, tel. 0522 66 62 46,<br />
www.fondazionelemadri.it<br />
Data Luna dalle ore Osservazioni Elemento Organo favorito da Luna o pianeti Tendenze<br />
ACQUA<br />
CA/TE<br />
CALORE<br />
CALORE<br />
CA/TE<br />
TERRA<br />
TERRA<br />
TERRA<br />
TE/LU<br />
LU/AC<br />
ACQUA<br />
ACQUA<br />
AC/CA<br />
CALORE<br />
CA/TE<br />
TERRA<br />
TE/LU<br />
LUCE<br />
ACQUA<br />
ACQUA<br />
AC/CA<br />
CALORE<br />
CA/TE<br />
TERRA<br />
TERRA<br />
TE/LU<br />
LUCE<br />
LU/AC<br />
TEMPO DI TRAPIANTO<br />
TT<br />
foglie dalla 1<br />
foglie fino alle 16, dalle 17 alle 21 frutti<br />
frutti dalle 6<br />
-------------------------<br />
------------------------- radici dalle 18<br />
radici<br />
radici fino alle 8, dalle 9 alle 18 fiori<br />
------------------------radici<br />
fino alle 10, dalle 11 fiori<br />
fiori e frutti<br />
foglie<br />
foglie<br />
foglie fino alle 9, dalle 10 frutti<br />
frutti<br />
frutti fino alle 14, dalle 15 radici<br />
radici<br />
radici dalle 10 alle 12, dalle 13 fiori<br />
fiori fino alle 14 -------------------------<br />
------------------------foglie<br />
foglie fino alle 19, dalle 20 frutti<br />
frutti<br />
frutti fino alle 11, dalle 12 radici<br />
radici<br />
radici<br />
radici fino alle 2, dalle 3 fiori<br />
fiori<br />
fiori fino alle 6, dalle 7 foglie<br />
75 agricoltura biodinamica<br />
TT<br />
V<br />
T<br />
GC<br />
M<br />
FINE TT 24<br />
M<br />
GC M<br />
M<br />
V<br />
M<br />
M<br />
T<br />
INIZIO TT 5<br />
GC
Ivegetali possono potenziare gli effetti dei medicinali,<br />
annullarne l’efficacia o favorire l’insorgere<br />
di controindicazioni: è quindi importante, quando<br />
si segue una terapia medicinale, fare molta attenzione<br />
alle erbe che si ingeriscono.<br />
Ginkgo biloba<br />
Farmaci anticoagulanti,<br />
antiaggreganti piastrinici<br />
Alcune erbe hanno un effetto simile a quello dei farmaci<br />
anticoagulanti e ne potenziano l’effetto; possono<br />
quindi procurare emorragie se assunti contemporaneamente.<br />
Alcuni esempi: la curcuma (Curcuma<br />
longa), specie officinale con proprietà digestive e carminative;<br />
il ginkgo (Ginkgo biloba), le cui foglie sono<br />
usate per prevenire la trombosi, l’arteriosclerosi e le<br />
microangiopatie; l’olmaria (Spiraea ulmaria), le cui<br />
sommità fiorite e il rizoma sono diuretici e antinfiammatori;<br />
l’aglio (Allium sativum), con proprietà antimicrobiche<br />
e fluidificanti del sangue.<br />
Interazioni tra<br />
erbe e farmaci TESTO<br />
Farmaci antidiabetici,<br />
ipoglicemizzanti<br />
Se si sta seguendo una terapia<br />
medicinale per abbassare il tasso di<br />
glicemia è necessario correggere il<br />
dosaggio del farmaco se contemporaneamente<br />
si assumono piante<br />
ad azione ipoglicemizzante, come<br />
ad esempio: la bardana (Arctium<br />
lappa), in genere impiegata per le<br />
sue proprietà depurative, ma in<br />
grado anche di ridurre il tasso glicemico;<br />
il ginseng (Panax ginseng),<br />
che migliora il rendimento fisico e<br />
mentale, rinforza le difese immunitarie<br />
e riduce leggermente il tasso<br />
di glucosio nel sangue; l’eleuterococco<br />
(Eleutherococcus senticosus),<br />
pianta che aiuta a sopportare meglio<br />
le fatiche psicofisiche, ma riduce<br />
anche la glicemia.<br />
benessere con le piante<br />
Farmaci sedativi<br />
del sistema nervoso<br />
Se si associa una terapia di farmaci<br />
sedativi a estratti di valeriana<br />
(Valeriana officinalis), si<br />
potrebbe creare un sinergismo<br />
e ottenere un eccessivo effetto<br />
calmante.<br />
Echinacea purpurea<br />
76<br />
DI ANNA MARIA FABBRI<br />
FOTO DI MARIO GIANNINI<br />
Farmaci<br />
immunosoppressori<br />
Dopo un trapianto, quando si è<br />
costretti a sopprimere le difese<br />
immunitarie con farmaci immunosoppressori per evitare il rigetto, non<br />
assumere ginseng ed eleuterococco e nessuna delle tre specie di echinacea<br />
in commercio (E. purpurea, E. angustifolia e E. pallida), tutte con proprietà<br />
immunostimolanti aspecifiche, perché l’uso contemporaneo ridurrebbe<br />
l’efficacia dei farmaci e aumenterebbe le probabilità di rigetto.
Farmaci contro<br />
l’acidità gastrica<br />
Se si assumono farmaci per<br />
curare l’eccesso di acidità<br />
gastrica, evitare il consumo<br />
di achillea (Achillea millefolium),<br />
le cui sommità fiorite in<br />
tisane vengono usate contro<br />
la dismenorrea e la colite spastica;<br />
e l’assunzione dell’artiglio<br />
del diavolo (Harpagophytum<br />
procumbens), antinfiammatorio<br />
e antidolorifico<br />
nelle malattie reumatiche.<br />
Farmaci per il<br />
malfunzionamento<br />
della tiroide<br />
Se si soffre di ipertiroidismo<br />
evitare il consumo di ogni<br />
tipo di alga, tra cui anche il<br />
Fucus vesiculosus che si<br />
trova in molti prodotti dimagranti.<br />
Mentre per l’ipotiroidismo<br />
è sconsigliato l’uso di<br />
Melissa officinalis, pianta aromatica<br />
che normalmente<br />
viene usata a scopo sedativo<br />
e antidepressivo.<br />
Farmaci per<br />
l’ipertensione<br />
Se si segue una cura farmacologica<br />
per abbassare la pressione arteriosa,<br />
è opportuno evitare l’assunzione<br />
di erbe che favoriscono la<br />
perdita di potassio con conseguente<br />
ritenzione di liquidi e di<br />
sodio, come ad esempio la liquirizia<br />
(Glycyrrhiza glabra), e moderare<br />
l’uso di erbe con effetto tonico<br />
stimolante sul sistema nervoso,<br />
come il ginseng e l’eleuterococco,<br />
due specie adattogene, che agevolano,<br />
cioè, la sopportazione dello<br />
stress psicofisico.<br />
1<br />
Melissa<br />
officinalis<br />
2<br />
Allium<br />
sativum<br />
3<br />
Achillea<br />
millefolium<br />
4<br />
Hypericum<br />
perforatum<br />
2<br />
1<br />
3 4<br />
Farmaci antiaritmici, glucosidi digitatici<br />
Chi ha problemi cardiaci e fa uso di farmaci antiaritmici a<br />
base di glucosidi digitatici dovrebbe evitare il consumo di<br />
alcune erbe che modificano l’equilibrio acido-base e idrosalino<br />
nell’organismo, tra cui la liquirizia, la verga d’oro (Solidago<br />
virgaurea) e alcune piante ad azione lassativa come la<br />
senna (Cassia angustifolia) e la frangula (Rhamnus frangula).<br />
Mentre l’uso del biancospino (Crataegus monogyna) è sconsigliato<br />
in quanto potenzierebbe l’effetto dei farmaci.<br />
Per qualsiasi farmaco<br />
Alcune piante possono ridurre o alterare l’assorbimento dei<br />
medicinali e modificarne l’efficacia: il pompelmo (Citrus maxima)<br />
contiene flavonoidi in grado di inibire gli enzimi intestinali<br />
che metabolizzano i farmaci; l’altea (Althaea officinalis) contiene<br />
nelle radice mucillagini che formano una certa viscosità che<br />
rende i medicinali meno assimilabili; l’iperico (Hypericum perforatum)<br />
contiene nelle sommità fiorite alcuni principi attivi come<br />
l’ipericina, l’iperforina e i flavonoidi, utili per il trattamento degli<br />
stati ansiosi e delle lievi depressioni, ma che interagiscono anche<br />
con degli enzimi che metabolizzano i farmaci, compresi i contraccettivi<br />
orali, riducendone l’effetto terapeutico.<br />
77 benessere con le piante
Tra i vigneti del<br />
Monferrato
In un piccolo borgo<br />
il casale, costruito<br />
all’inizio<br />
dell’Ottocento e<br />
ristrutturato dai<br />
proprietari, affascina e<br />
stupisce appena<br />
varcato il cancello:<br />
una natura<br />
lussureggiante, con<br />
tocchi esotici, accoglie<br />
il visitatore incredulo<br />
per il contrasto tra<br />
l’abitazione e le strette<br />
vie del paesino<br />
TESTO E FOTO DI<br />
MANUELA CERRI<br />
Il rustico vicino alla piscina su cui si arrampica la vite<br />
americana (Parthenocissus tricuspidata); tra la piscina<br />
e il rustico compaiono Thuja orientalis e Trachycarpus<br />
fortunei, e un’antica panchina<br />
Un angolo del giardino con elementi d’arredo<br />
in bambù, circondato da siepe di rosmarino e<br />
gerani, un edificio rustico con vite americana<br />
e, sul fondo, la casa padronale<br />
Una parte della famiglia<br />
79 il giardino
Un particolare di uno dei gazebo dove si alternano fioriture<br />
di glicine, clematidi e gerani; si intravede la balaustra di<br />
confine della proprietà. Di qui si accede anche a un piccolo<br />
giardino, dietro alla casa, molto ombreggiato, dove trovano<br />
giusta collocazione ortensie di diverse sfumature<br />
Vicino alla casa un piccolo salottino all’aperto con vecchie<br />
panchine in ferro, un tavolino in pietra e sedie in bambù<br />
Il primo sguardo corre sulla facciata, sempre illuminata<br />
dal sole e collegata idealmente al verde attraverso<br />
il loggione dai capitelli corinzi e i davanzali<br />
colmi di gerani. Il camminamento che conduce all’edificio<br />
principale divide il giardino in due zone, da un lato<br />
piscina, gazebo e soggiorno all’aperto, dall’altro la zona<br />
a prato adibita a solarium. Verso est spazi privati, riparati<br />
e ricchi di varietà di arbusti ed erbacee dove anche le<br />
piante in vaso come la calla (Zantedeschia aethiopica)<br />
arricchiscono il giardino con i loro colori nel periodo<br />
estivo. Verso ovest un ampio prato con sedie a sdraio in<br />
bambù si collega con la serra e gli edifici più bassi. Uno<br />
dei gazebo, intimo e raccolto, col tavolo per la colazione<br />
all’aperto, è ricoperto di glicine e di clematidi con fioriture<br />
in tempi diversi ma sempre nelle tonalità del viola.<br />
Un<br />
bellissimo<br />
particolare<br />
di rose<br />
‘Cocorico’,<br />
che fanno<br />
da<br />
protezione<br />
alla piscina
Le varie aree sono studiate per la vita all’aperto e lo<br />
spazio estremamente riparato dal freddo consente<br />
l’inserimento di piante insolite per i climi settentrionali.<br />
Il sentiero che conduce all’abitazione è costeggiato<br />
da vasi di limoni, messi a dimora durante l’inverno,<br />
e siepi di lavanda e rosmarino, alternate a<br />
gerani rosa pallido e fucsia. La piscina, che si affaccia<br />
sul rustico ricoperto di Parthenocissus tricuspidata, è<br />
protetta da pini e palme (Trachycarpus fortunei) verso<br />
la villa, e da una siepe di agrifoglio e rose ‘Cocorico’<br />
verso il solarium. L’agrifoglio sempreverde mantiene<br />
la divisione, anche durante i mesi invernali, degli<br />
spazi che, con la bella stagione, si colorano di giallo e<br />
viola grazie alle fioriture di Digitalis purpurea, Alcea<br />
rosea e Dianthus barbatus.<br />
Le rustiche palme, che resistono anche ai climi rigidi,<br />
si alternano ai Pinus pinea e alle tuie creando<br />
un abbinamento insolito di grande suggestione.<br />
L’amore per i fiori prosegue anche nell’interno dell’abitazione,<br />
in particolare<br />
nella cucina,<br />
che conserva<br />
le anticheambientazioni.<br />
il giardino<br />
Un altro angolo vicino a un gazebo: palme,<br />
banani, clematidi e un’amaca che contribuisce<br />
all’armonia del luogo<br />
La cucina<br />
rustica<br />
dove<br />
continua il<br />
giardino,<br />
nelle<br />
piastrelle<br />
antiche e<br />
nei fiori<br />
recisi<br />
82
Con<br />
questo mese fai da te<br />
L’<br />
illuminazione del giardino è, spesso,<br />
una nota dolente: infatti o non c’è<br />
del tutto o se c’è, è frequentemente<br />
sopradimensionata alle necessità del luogo.<br />
Illuminare un giardino non vuol dire mettere<br />
a giorno tutti i suoi angoli, altrimenti non ci<br />
sarebbe differenza tra il giorno e la notte,<br />
anzi, l’effetto notturno risulterebbe una<br />
mediocre visione di quella diurna. Per non<br />
parlare del cosiddetto “inquinamento luminoso”<br />
del quale ci si rende conto nelle notti limpide,<br />
quando si tenta disperatamente di<br />
vedere il cielo stellato e ci si accorge che a<br />
malapena si vedono solo le due o tre stelle<br />
più luminose! mentre se si raggiunge una zona<br />
buia e poco popolata, anche tutta la via lat-<br />
Un giardino<br />
di luce<br />
Suggestioni notturne con<br />
apparecchi luminosi che<br />
trasformano la scena<br />
tea si dispiega nel suo grande fascino.<br />
Scegliere e collocare le luci in giardino è<br />
quindi molto meno immediato di quanto si<br />
pensi se si vuole ottenere un bell’effetto,<br />
rispettoso del luogo e dell’ambiente e suggestivo<br />
dal punto di vista scenografico.<br />
La notte, rispetto al giorno, ha il vantaggio<br />
che consente di giocare con le ombre: mentre<br />
di giorno le ombre sono date dalla posizione<br />
del sole, di notte sono determinate<br />
dalla posizione e dalla tipologia dei corpi<br />
illuminanti. Da ciò si intuisce quale grande<br />
opportunità scenografica ci possa essere<br />
nella notte: si può creare un altro giardino<br />
apparentemente diverso da quello che si<br />
vede di giorno.<br />
TESTO DI<br />
ERALDO ANTONINI<br />
FOTO DI DARIO FUSARO<br />
SCOPI<br />
DELLA<br />
ILLUMINAZIONE<br />
DEL GIARDINO<br />
L’illuminazione<br />
si può<br />
suddividere<br />
in tre gruppi<br />
a seconda<br />
degli scopi<br />
che si prefigge.
Illuminazione di servizio è quella<br />
che dà luce al percorso che va dal<br />
cancello al portone d’ingresso, quella<br />
che dal parcheggio conduce a<br />
casa, quella che consente di infilare<br />
la chiave nella porta. È l’illuminazione<br />
funzionale che aiuta a muoversi<br />
di notte per passare, secondo tragitti<br />
abituali, da un punto a un altro.<br />
Illuminazione di sicurezza è la luce<br />
che si attiva in caso di pericolo,<br />
quando si temono effrazioni o quando<br />
sono in atto; spesso è collegata a<br />
sistemi antintrusivi che funzionano a<br />
pressione. Gli elementi sensibili sono<br />
collocati nel terreno e tarati su un<br />
Per l’illuminazione di servizio, ma<br />
soprattutto per quella scenografica,<br />
sarebbe opportuno evitare di mettere<br />
in mostra gli apparecchi che illuminano.<br />
Meglio nasconderli, ove possibile,<br />
tra la vegetazione, oppure utilizzare<br />
corpi illuminanti a incasso,<br />
posti a raso sul terreno o inseriti<br />
nelle pavimentazioni. In giardini di<br />
impianto moderno sarebbe opportuno<br />
evitare di utilizzare i rifacimenti<br />
di luci di fine Ottocento - primi Novecento,<br />
che invece possono egregiamente<br />
funzionare nell’ambito di<br />
giardini d’impianto storico.<br />
Per illuminare il prato: è opportuno<br />
utilizzare apparecchi a raso, posti<br />
Candele,<br />
lanterne e fiaccole<br />
È un’illuminazione molto<br />
delicata e, allo stesso tempo,<br />
molto suggestiva; lo<br />
svantaggio è che l’intensità<br />
luminosa non è elevata e la<br />
zona illuminata è<br />
circoscritta, e quindi<br />
possono essere impiegate o<br />
per piccolissimi giardini o<br />
per giardini di maggiori<br />
dimensioni purché<br />
integrate con sistemi di<br />
illuminazione elettrici. Si<br />
adattano molto bene per<br />
segnare i percorsi, per<br />
illuminare punti di sosta,<br />
per dare luce a piccole<br />
aiuole fiorite.<br />
COSA E COME UTILIZZARE<br />
certo peso: se qualcuno calpesta il<br />
terreno in dati orari si attiva l’allarme<br />
e si accendono le luci di sicurezza.<br />
Si tratta, per lo più, di fari che<br />
illuminano a giorno la zona interessata,<br />
e che hanno elevati consumi.<br />
Illuminazione scenografica è la luce<br />
che risponde a finalità estetiche, di<br />
percezione dello spazio del giardino,<br />
con effetti chiaroscurali. L’illuminazione<br />
scenografica dovrebbe avere la<br />
funzione di rendere percepibile lo<br />
spazio del giardino, giocando però sul<br />
giusto equilibrio tra luce e ombra al<br />
fine di non perdere l’atmosfera quasi<br />
incantata che può avere la notte.<br />
cioè a pochi centimetri da terra,<br />
circa 10-30.<br />
Alberi: devono essere illuminati dal<br />
basso in modo tale da dare risalto<br />
alla struttura della chioma. I corpi<br />
illuminanti possono essere posizionati<br />
sotto la chioma (per chiome<br />
rade o a tessitura leggera); in prossimità<br />
del fusto o fuori dalla chioma<br />
(per chiome dense o a tessitura<br />
pesante: ad esempio Magnolia grandiflora)<br />
in modo da illuminare il<br />
profilo esterno.<br />
Arbusti: l’illuminazione solitamente<br />
si ottiene inserendo i corpi illuminanti<br />
all’interno delle aiuole o dei<br />
gruppi di arbusti.<br />
Per risparmiare<br />
energia elettrica<br />
Da qualche anno, sul mercato,<br />
sono presenti diverse soluzioni che<br />
si autoalimentano mediante energia<br />
solare. I pannelli che trasformano<br />
energia luminosa in energia elettrica<br />
possono far parte del corpo<br />
illuminante stesso o possono<br />
essere dei gruppi a parte<br />
che alimentano, mediante cavi,<br />
i vari punti luce. Sul mercato sono<br />
disponibili lanterne, lampade e serie<br />
decorative da esterno a energia solare<br />
che, in funzione della durata<br />
dell’esposizione ai raggi solari,<br />
hanno un’autonomia<br />
fino a otto ore.<br />
ECCO DOVE CI TROVI<br />
Nei centri OBI in Italia trovi tutti gli attrezzi e<br />
i prodotti necessari per eseguire al meglio i<br />
lavori trattati in questo articolo, nonché tutto<br />
ciò di cui hai bisogno per realizzare qualsiasi<br />
tipo di lavoro.<br />
Trova il tuo OBI<br />
NUMERO VERDE GRATUITO<br />
I NOSTRI PUNTI VENDITA<br />
ABRUZZO:<br />
• Avezzano-Cappelle dei Marsi, Compl. Comm. Il Parco<br />
• Sambuceto, Via Po, fronte Centro Comm. d’Abruzzo<br />
EMILIA ROMAGNA:<br />
• Carpi (MO), Complesso Comm. Borgogioioso<br />
• Fiorano Modenese, Via Flumendosa<br />
• Imola, Centro Comm. La Scala<br />
• Modena, Via Emilia Est, 1381<br />
• Piacenza, S.S. Caorsana Loc. Le Mose<br />
• Ravenna, Via Faentina<br />
• Reggio Emilia, Via F. Ferrari<br />
• Rimini, Via Nuova Circonvallazione<br />
FRIULI:<br />
• Udine-Reana del Rojale, Via Nazionale<br />
LAZIO:<br />
• Latina, Via Padre Sant'Agostino<br />
• Roma, Fontana Candida Via Casilina km 15,300<br />
ang. P.le Van Gogh<br />
• Viterbo, Viale Francesco Baracca<br />
LOMBARDIA:<br />
• Brescia-Roncadelle, Via Mandolossa<br />
• Como-Montano Lucino, Via Valtellina<br />
ang. Via delle Industrie<br />
• Desenzano del Garda, Complesso Comm. Le Vele<br />
• Lecco Malgrate, Via Provinciale<br />
• Legnano, Via Saronnese<br />
MARCHE:<br />
• Ancona, Loc. Baraccola Est<br />
• Pesaro, Uscita autostrada A/14<br />
PIEMONTE:<br />
• Cuneo-Madonna dell’Olmo, Centro Comm. La Grand’A<br />
• Torino-Grugliasco, Centro Comm. Le Gru<br />
TOSCANA:<br />
• Arezzo, Via Amendola<br />
• Grosseto, Via Aurelia Nord<br />
• Montecatini-Massa e Cozzile, Centro Comm. Ipercoop Montecatini<br />
• Navacchio-Cascina, Centro dei Borghi<br />
• Prato, Via Galcianese, adiacente Centro Comm. Coop<br />
• Sesto Fiorentino, Centro Comm. Sesto, Via Petrosa<br />
TRENTINO-ALTO ADIGE:<br />
• Bolzano, Via Copernico<br />
• Bressanone-Varna, Via Brennero<br />
• Trento, Via Brennero<br />
UMBRIA:<br />
• Perugia, Strada Corcianese Loc. Ellera Scalo<br />
VENETO:<br />
• Affi, Grand’Affi Shopping Center<br />
• Castelfranco Veneto, Centro Comm. I <strong>Giardini</strong> del Sole<br />
• Sona, La Grande Mela Shoppingland<br />
Iscriviti subito alla Newsletter<br />
sul sito www.obi-italia.it<br />
e riceverai gratuitamente<br />
nella tua casella di posta elettronica<br />
novità e promozioni!<br />
www.obi-italia.it
COMPLEMENTARI D’ESTATE<br />
PROTAGONISTE D’INVERNO<br />
Il lavoro delle<br />
SEMPREVERDI<br />
giardinaggio pratico<br />
88
Chi si dedica al giardinaggio con la necessità di<br />
doversi adattare a un clima semi-continentale o<br />
temperato e, in ogni caso, almeno parzialmente<br />
condizionato da inverni freddi – in pratica quasi tutta<br />
l’Italia, fatta eccezione per alcune “isole felici” delle coste<br />
tirreniche e del Meridione – sa bene che, se si vuole<br />
conservare uno standard minimo d’effetto decorativo anche<br />
fra novembre e febbraio, occorre affidarsi almeno in parte<br />
alle piante sempreverdi. È inutile stracciarsi le vesti e<br />
protestare, idealmente, contro la loro “monotonia” e<br />
“ripetitività”, perché senza di loro, comunque vadano le<br />
cose, il giardino<br />
sarebbe ancor meno<br />
accettabile: l’impero<br />
del grigio e del<br />
marrone avrebbe il<br />
sopravvento. Tanto<br />
vale, quindi,<br />
prenderne atto e<br />
fare in modo che,<br />
una volta cadute le<br />
foglie e cessate<br />
quasi<br />
completamente le<br />
fioriture, sia già<br />
pronto un plotone<br />
di specie con foglie<br />
persistenti, le quali<br />
se non altro ci<br />
ricordano che la vita<br />
continua anche per<br />
merito loro, non<br />
cessando mai di<br />
immagazzinare energia solare e fornire nutrimento alle<br />
piante stesse. Non solo, ma le specie sempreverdi ricoprono<br />
un ruolo non meno importante anche nei mesi “belli”, in<br />
armonica sinergia con le piante decidue e da fiore, di cui<br />
costituiscono un indispensabile complemento<br />
architettonico e cromatico. Di conseguenza, uno degli<br />
impegni più delicati del bravo giardiniere consiste proprio<br />
nell’organizzare in modo razionale la messa a dimora di<br />
questi umili gregari, che peraltro in non pochi casi sono in<br />
grado di abbandonare la veste della “spalla” per assumere<br />
posizioni più elevate nella scala gerarchica del giardino.<br />
Non è un compito facile, perché si tratta di saper prevedere<br />
due funzioni per il medesimo elemento, una estivo e una<br />
invernale: la prima come supporto di altre piante, la<br />
seconda invece più autonoma. E non sempre le due finalità<br />
hanno punti in comune: ma lo sforzo è appunto quello di<br />
farle convergere al limite del possibile.<br />
Cryptomeria japonica<br />
‘Globosa Nana’<br />
Camellia<br />
‘Shiratsuyu<br />
Nishiki’<br />
TESTO E FOTO<br />
DI PAOLO COTTINI<br />
Rhododendron ‘Reuthe’s Purple’<br />
89 giardinaggio pratico
I nostri<br />
consigli<br />
• Non va scordato<br />
che un posto di<br />
primo piano, fra le<br />
sempreverdi, è occupato<br />
dal semplice<br />
prato, che d’inverno<br />
diventa marrone<br />
solo nelle aree<br />
dal clima più<br />
rigido. Altrove, invece,<br />
mantiene il<br />
suo aspetto e le<br />
sue necessità, sia<br />
pure in misura ridotta.<br />
Se l’erba è cresciuta, va moderatamente<br />
tagliata e, comunque, occorre sempre<br />
tenere pulita l’area, raccogliendo le<br />
foglie secche. Di norma la neve è d’aiuto<br />
nella conservazione di un prato verde.<br />
• Sotto un profilo architettonico, le specie sempreverdi<br />
sono dotate di figure di massa per<br />
12 mesi l’anno, il che significa che in molti<br />
casi rappresentano i veri capisaldi di determinate<br />
zone o angoli, grazie al loro “peso”. In<br />
questo senso è bene prevedere un loro inserimento<br />
in situazioni particolari, come ai lati<br />
dei punti d’accesso e degli ingressi dei giardini:<br />
in tali casi è opportuno l’impiego di<br />
piante slanciate, dal portamento fastigiato, o<br />
potate con accuratezza, come i cipressi e i<br />
Phormium<br />
tenax<br />
‘Bronze<br />
Baby’<br />
Cryptomeria<br />
japonica<br />
‘Elegans’<br />
90<br />
tassi.<br />
• Se il luogo è di dimensioni medio-grandi<br />
e si ha necessità di fissare dei veri e<br />
propri punti terminali di fuga, è meglio<br />
ricorrere a specie che hanno una struttura<br />
ben equilibrata della chioma, come<br />
Magnolia grandiflora o Cedrus deodara.<br />
• Le siepi sempreverdi svolgono funzioni<br />
di notevole rilevanza, non solo per<br />
racchiudere spazi ritenuti di speciale<br />
riguardo (un’aiuola di fiori o di aromatiche),<br />
ma anche per riparare dai venti<br />
e, soprattutto, per definire in modo<br />
preciso certe linee prospettiche. In quest’ultimo<br />
caso sono ancor più utili e<br />
belle dei muretti e delle recinzioni.<br />
Phormium colensoi ‘Tricolor’<br />
Laurus nobilis
Choysia ternata<br />
• Se si vuole creare<br />
un centro d’interesse,<br />
ponendo per<br />
esempio una fontana<br />
o una statua in<br />
mezzo a un’aiuola<br />
pavimentata, è consigliabilecircondare<br />
il tutto con una<br />
siepe sempreverde<br />
ben curata e potata,<br />
in bosso o in<br />
tasso.<br />
• Le specie con foglie<br />
persistenti si<br />
prestano quasi sempre alla realizzazione di strutture<br />
architettoniche di sapore formale: un revival che<br />
si presenta con sempre maggior frequenza anche<br />
nel giardinaggio moderno. Talvolta un duplice filare<br />
di tassi o anche di Chamaecyparis, ben allineati e<br />
potati, riesce a rendere più accetto un vialetto che<br />
altrimenti sarebbe banale e “invisibile”.<br />
• Nelle bordure miste gli arbusti sempreverdi ben<br />
distribuiti sono d’aiuto nel “riempire” i vuoti che<br />
si creano con la scomparsa delle specie erbacee o<br />
decidue.<br />
• Queste piante – come per es. i bambù, le camelie, i<br />
rododendri, le eriche arboree – sono anche utilissime<br />
per creare “movimento” al minimo soffio di<br />
vento, così da ricordare che il giardino è sempre<br />
vivo anche nel più crudo inverno.<br />
• Con una scelta accurata delle specie è anche possibile<br />
rendersi conto che le sempreverdi non sono<br />
solo verdi! In loro si trovano anche i toni dell’azzurro<br />
(cedri e ginepri), del giallo (Aucuba, Elaeagnus,<br />
Ilex e Choisya), del bronzo (Cryptomeria, Phormium),<br />
del grigio (Olearia, Eucalyptus, Cupressus).<br />
Cedrus deodara Acuba japonica ‘Simone’ Elaeagnus pungens ‘Frederici’<br />
91 giardinaggio pratico
Hebe rakaiensis<br />
Magnolia grandiflora<br />
‘Goliath’<br />
giardinaggio pratico<br />
Le nostre preferite<br />
Alberi<br />
• Cryptomeria japonica ‘Elegans’. È una conifera non<br />
molto alta e di crescita lenta, dotata di un fogliame sottile<br />
ed elegante, verde d’estate ma bronzeo d’inverno.<br />
Indicata per accompagnare altre conifere nane o Ericacee.<br />
Ama il sole o la mezz’ombra e accetta qualunque<br />
tipo di terreno ben drenato. Non necessita di potature<br />
speciali.<br />
• Magnolia grandiflora ‘Goliath’. Rispetto alla specietipo,<br />
questa varietà si presenta con un portamento più<br />
conico e compatto, mentre le foglie sono leggermente<br />
avvitate e i fiori sono più grandi e profumati. Vuole un<br />
suolo ricco e fertile, sempre umido ma drenato, un po’<br />
acido. Esposizione in pieno sole. La potatura va ridotta<br />
al minimo.<br />
• Taxus baccata ‘Fastigiata’. È una varietà del comune<br />
tasso, dotata però di un portamento singolarmente<br />
affusolato, eretto e molto compatto. Di<br />
sesso femminile, produce i caratteristici<br />
frutticini rossi. Esige un terreno un po’<br />
umido ma tollera anche il secco, sia in sole<br />
sia in ombra. Potature leggere a fine estate<br />
per rinnovare la pianta.<br />
Arbusti<br />
• Buxus sempervirens ‘Elegantissima’.<br />
Cultivar con foglie variegate (bordi crema)<br />
del comune bosso. Anch’essa si adatta perfettamente<br />
alle potature ed è quindi utile<br />
per bordure, siepi e topiaria. Ottimo l’effetto<br />
se viene alternata con la specie a foglie verdi. Ama<br />
il calcare e l’esposizione al sole, ma tollera qualunque<br />
suolo e la mezz’ombra. Va potata in primavera o in<br />
estate.<br />
• Choisya ternata. Detto “arancio messicano”, è un arbusto<br />
di rapido sviluppo, attraente per il fogliame elegante<br />
e i bianchi fiori profumati. Tollera bene l’inquinamento<br />
urbano, ma teme le gelate tardive. Esige un<br />
terreno ben drenato e piuttosto fertile, con esposizione<br />
soleggiata. La forma è naturalmente globosa senza<br />
richiedere potature. Eliminare i fiori appassiti.<br />
• Elaeagnus x ebbingei ‘Limelight’. Arbusto ampio e<br />
compatto, dotato di splendide foglie ovali di color<br />
verde scuro e marginate di giallo oro. In autunno produce<br />
anche piccoli fiori molto profumati. Utile sia<br />
come esemplare singolo, sia per creare siepi informali.<br />
Ama il pieno sole e un terreno fertile e drenato. Va<br />
potato leggermente in tarda primavera.<br />
92<br />
Olearia macrodonta
Arbusti insoliti per il mare<br />
• Griselinia littoralis. Ha un portamento eretto<br />
e compatto e una fitta chioma di notevole impatto:<br />
le foglie sono ovali, tenaci e di un bellissimo<br />
verde mela. La crescita è veloce, mentre il<br />
fogliame sembra fatto apposta per le zone<br />
costiere, dove resiste benissimo ai venti e alla<br />
salinità. Non ha particolari esigenze di terreno,<br />
purché sia ben drenato e un po’ fertile. Se si<br />
vuole una siepe, la distanza fra le piante va calcolata<br />
in circa 60 cm. Resiste fino a -12°C.<br />
Griselinia littoralis<br />
‘Variegata’<br />
Taxus baccata ‘Fastigiata Aurea’<br />
• Hebe rakaiensis.<br />
Alta fino a 1 m,<br />
questa specie dal<br />
portamento globoso<br />
ha foglie ellittiche<br />
e lucenti<br />
di un bel verde<br />
brillante. I fiori<br />
sono abbondanti<br />
e bianchi e si succedono<br />
per alcune<br />
settimane alla<br />
fine della primavera.<br />
È pianta<br />
da utilizzare come<br />
esemplare singolo che attira lo sguardo in<br />
una aiuola o anche in un giardino roccioso.<br />
Vuole la mezz’ombra e un terreno non troppo<br />
fertile, ma soprattutto ben drenato. Potature di<br />
formazione molto leggere in primavera. Teme<br />
il gelo.<br />
• Olearia macrodonta. Arbusto-albero dal portamento<br />
eretto e ampiamente conico, con splendide<br />
foglie lucenti dai margini dentati. I fiori<br />
estivi, simili a margherite, sono portati da<br />
grandi mazzi penduli. Nelle aree più fredde va<br />
protetto d’inverno e utilizzato nelle bordure<br />
miste, mentre lungo le coste è indicato come<br />
frangivento. Vuole terreno drenato e fertile, con<br />
esposizione soleggiata. Si eliminano solo le<br />
parti danneggiate, in primavera.<br />
Taxus baccata ‘Adpressa Aurea’<br />
93 giardinaggio pratico
Una<br />
nuova<br />
cultivar<br />
di colore<br />
giallo<br />
Cupressus<br />
sempervirens<br />
‘Swane’s Gold<br />
piante emergenti<br />
TESTO E FOTO DI FRANCESCO VIGNOLI<br />
94<br />
Se c’è una<br />
pianta simbolo<br />
dell’Italia in<br />
generale e della<br />
Toscana in particolare<br />
è sicuramente il<br />
cipresso nero<br />
(Cupressus<br />
sempervirens). Nel<br />
paesaggio si<br />
distingue facilmente<br />
per la sua forma<br />
affusolata di colore<br />
verde cupo; è una<br />
specie così diffusa e<br />
conosciuta che non<br />
necessita di<br />
descrizioni.<br />
In Toscana e in molte<br />
parti d’Italia segna i<br />
confini, segue le<br />
sinuosità delle strade<br />
poderali; piantato<br />
con sesti molto fitti a<br />
nord dei casolari<br />
serve da frangivento,<br />
intorno ai cimiteri di<br />
campagna è usato<br />
per creare una<br />
cortina di<br />
raccoglimento e<br />
proprio per<br />
quest’ultimo impiego<br />
è indicato<br />
erroneamente come<br />
“pianta dei cimiteri”.<br />
Il cipresso nero ama<br />
il sole, il vento, i<br />
terreni forti ed è, a<br />
sua volta, amatissimo<br />
dagli uccelli che vi<br />
nidificano perché i<br />
suoi rami fitti e la<br />
sua altezza<br />
difendono i nidi<br />
meglio di qualunque<br />
altra pianta. E questa<br />
sua virtù la<br />
conosceva bene<br />
Carducci quando<br />
immortalò nella sua<br />
poesia la doppia fila<br />
di cipressi che «da<br />
Bolgheri alti e schietti<br />
vanno a San Guido in<br />
duplice filar».
Il cipresso nero si riproduce per<br />
innesto e questo ha portato alla<br />
selezione di alcune cultivar,<br />
caratterizzate o dalla forma più<br />
stretta, o da una maggior resistenza<br />
alla sua malattia più pericolosa,<br />
il Seyridium cardinale.<br />
Non è facile distinguere fra le<br />
diverse varietà, una decina in<br />
tutto, perché la differenza di<br />
forma o di colore è minima, e in<br />
tutte le varietà il nome volgare<br />
di cipresso nero si adatta benissimo<br />
dato che il fogliame è sempre<br />
di un bel verde scuro.<br />
La nuova cultivar<br />
Lascia quindi un po’ sorpresi<br />
l’introduzione di un cipresso<br />
nero di colore… giallo. Roba<br />
dell’altro mondo, avrebbero<br />
detto i vecchi giardinieri: infatti è<br />
arrivato proprio dall’altro capo<br />
del mondo. Il Cupressus<br />
sempervirens ‘Swane’s Gold’ è stato<br />
trovato in un vivaio australiano,<br />
da dove è passato in Nuova<br />
Zelanda, poi in Francia e quindi<br />
arrivato in Italia.<br />
La nuova cultivar ha una forma<br />
stretta e compatta esattamente<br />
come i suoi fratelli neri, con rami<br />
morbidi che profumano di resina.<br />
Cresce un po’ meno della specie<br />
tipica ma non tanto, anche se la<br />
sua altezza massima è ancora da<br />
conoscere. Resta la meraviglia<br />
botanica di come da un seme di<br />
Cupressus sempervirens ‘Stricta’,<br />
che ha un colore verde scurissimo,<br />
si sia originata una pianta così<br />
gialla.<br />
In giardino<br />
Misteri della natura che a<br />
noi giardinieri piacciono. Il<br />
Cupressus sempervirens<br />
‘Swane’s Gold’ si può<br />
impiegare in tutte le<br />
situazioni in cui si cerca una<br />
nota di colore e di allegria<br />
che il suo scuro e serio<br />
progenitore non può dare.<br />
Ama le posizioni assolate,<br />
anche se non è<br />
consigliabile<br />
piantarlo al Sud. Il<br />
trapianto del<br />
Cupressus<br />
sempervirens è<br />
facile, ha un<br />
apparato radicale<br />
esteso fatto di<br />
piccole radici,<br />
vive in tutti i<br />
terreni, meglio in<br />
quelli aridi anche<br />
se calcarei. È<br />
necessario, i primi<br />
anni di impianto,<br />
fornirlo di un<br />
buon tutore,<br />
perché con la sua<br />
altezza intercetta<br />
molto vento.<br />
95 piante emergenti
La battaglia<br />
tra il freddo dell’inverno<br />
e il caldo della primavera<br />
deve ancora essere decisa e già le<br />
foglie di questa ranuncolacea formano<br />
dense rosette, raggruppandosi<br />
a volte in macchie che risaltano<br />
per il loro colore lucido e<br />
deciso. Nelle regioni<br />
del Sud compare<br />
già da gennaio,<br />
sugli Appennini<br />
nei versanti meglio esposti<br />
fiorisce a marzo, in montagna<br />
al di sopra dei mille metri di quota<br />
apre le corolle fino a maggio.<br />
Il fiore è formato da tre<br />
Come riconoscerlo sepali e da almeno otto<br />
petali, ma possono essere<br />
Gli organi sotterranei del<br />
anche molti di più<br />
favagello sono radici tuberose<br />
che nella forma ricordano lontanamente il frutto<br />
del fico (da qui il nome ficaria), di colore chiaro<br />
simile a quello delle patate novelle, poco profonde.<br />
Le foglie sono cuoriformi, con margine cordato, di<br />
colore verde intenso non uniforme ma sfumato e<br />
spesso con una caratteristica macchia, lucide,<br />
spesse, al tatto leggermente carnose e non lisce,<br />
ma bollose, sempre con venature evidenti. Le<br />
piante spontanee<br />
96<br />
Il favagello<br />
tesoro di<br />
primavera<br />
TESTO E FOTO DI<br />
ALESSANDRO MESINI<br />
DISEGNO DI<br />
GABRIELLA GALLERANI<br />
Ranunculus ficaria<br />
ci sorprende con la sua<br />
fioritura dorata quando la<br />
primavera è solo un desiderio:<br />
l’erba non è ancora del tutto<br />
verde e la nuova vegetazione si<br />
mescola con la vecchia<br />
foglie sono raccolte in folte rosette capaci di<br />
raggiungere un diametro di 30 cm.<br />
I fiori solitari, di colore giallo lucido e<br />
brillante, a forma di coppa, sono portati da<br />
steli privi di foglie, lunghi circa 10 cm ma<br />
spesso anche meno, e raggiungono un<br />
diametro massimo di 4 cm. Ogni corolla è<br />
composta da tre sepali e da un minimo di<br />
otto petali, di colore giallo verdognolo nella<br />
pagina inferiore, ma spesso il numero è<br />
molto maggiore, tanto da dare l’idea di<br />
formare un fiore diverso.
In giardino<br />
Il favagello appartiene alla famiglia delle<br />
Ranuncolaceae, famose perché tossiche, ma<br />
dalle altre specie si discosta nettamente perché<br />
non soltanto non è pericoloso, ma un tempo<br />
era impiegato come pianta spontanea<br />
alimentare e medicamentosa. Nel giardino è<br />
una pianta interessante per la sua precocità e<br />
per il tocco naturale che sa conferire.<br />
Semplice, ma di forme ricercate e dai colori<br />
capaci di risaltare, è adatto per formare macchie<br />
ai bordi di siepi, lungo un camminamento o su<br />
un argine in pendenza, a seguire il corso di fossi<br />
e ruscelli, in aiuole di bulbose che più avanti<br />
nella stagione usciranno dal terreno e<br />
domineranno sul tappeto di foglie cuoriformi.<br />
Foglie destinate a scomparire a fine primavera;<br />
la pianta sopravviverà fino all’anno successivo<br />
grazie agli organi sotterranei, a condizione che il<br />
terreno non resti completamente asciutto per<br />
troppo tempo.<br />
I fiori del favagello si aprono secondo la<br />
presenza del sole a partire dal tardo mattino fino<br />
a poco prima del tramonto, vale a dire, per i mesi<br />
interessati, da poco prima delle nove fino alle<br />
diciassette.<br />
Ne esistono<br />
diverse forme<br />
coltivate:<br />
‘Flore Pleno’<br />
caratterizzata<br />
da corolle<br />
piene e ricche,<br />
più alta (fino<br />
a 15 cm), ma<br />
del tutto<br />
eguale in<br />
caratteristiche<br />
ed esigenze<br />
alla specie<br />
tipica, solo<br />
dotata di una<br />
minore capacità di<br />
diffusione; le<br />
varietà ‘Albus’ a<br />
fiori bianchi e<br />
‘Aurantiacus’ con<br />
fiori gialli dai<br />
riflessi ramati.<br />
Le foglie non hanno<br />
colore uniforme, ma<br />
sfumato; sono<br />
leggermente carnose<br />
e con venature<br />
evidenti<br />
Formano macchie di colore<br />
brillante, verde scuro e giallo<br />
luminoso, fra l’erba dei prati<br />
Dove trovarlo<br />
Il favagello è pianta che da tempo ha<br />
imparato a vivere vicino all’uomo colonizzando<br />
con successo i terreni coltivati:<br />
campi, orti, giardini. Nei frutteti<br />
cresce e fiorisce prima che le piante<br />
mettano le foglie perché ama i luoghi<br />
soleggiati. Trova spazio lungo gli argini<br />
delle strade, le rive dei fossi e nei terreni<br />
di risulta, mostrando buone capacità<br />
di pianta colonizzatrice.<br />
È presente in un vasto areale che comprende<br />
l’Europa, l’Africa nord-occidentale<br />
e l’Asia sud-occidentale.<br />
Come coltivarlo<br />
Coltivare il favagello è facile e non richiede cure particolari<br />
se non quella di assicurargli una buona esposizione al sole,<br />
così da esaltare la sua miglior caratteristica: la precocità.<br />
Durante le stagioni più calde occorre fornire un minimo<br />
apporto idrico per consentire agli organi ipogei di rimanere<br />
vitali fino alla primavera successiva.<br />
I risultati migliori si ottengono ponendo il favagello in<br />
terreni freschi tutto l’anno (ad esempio l’argine di un<br />
piccolo specchio d’acqua, ai margini di una fitta macchia<br />
di vegetazione) e calcarei (da neutri ad alcalini).<br />
Godono di una moderata concimazione con terricciato di<br />
letame vecchio, distribuito in copertura in autunno.<br />
Il favagello non ha bisogno di essere protetto dal<br />
freddo: la sua resistenza è molto elevata, e quindi<br />
non sono necessarie pacciamature con materiale<br />
vegetale o altro; sarebbero solo d’inciampo alla<br />
crescita delle nuove foglie.<br />
Poco dopo il termine della fioritura le foglie<br />
seccheranno e non rimarrà nessun segno<br />
esteriore della pianta.<br />
Propagazioni<br />
Mettere le piante in un luogo parzialmente in ombra<br />
stimola la produzione di bulbilli, ma la propagazione<br />
avviene anche per seme, che giunge a maturità in<br />
estate con maggior facilità nelle piante esposte al sole.<br />
Per divisione possono essere moltiplicate tanto in primavera,<br />
agendo sulle piante in vegetazione, come in<br />
autunno, dissotterrando le radici tuberose quiescenti.<br />
I petali sono di color giallo luminoso nella parte<br />
superiore e giallo verdastro in quella inferiore
RADICI<br />
Secondo la medicina<br />
cinese, «la natura<br />
mette a<br />
disposizione la droga<br />
giusta al momento giusto».<br />
La natura provvederebbe,<br />
cioè, a rendere disponibile,<br />
in ogni stagione, ciò di cui<br />
l’organismo avrebbe, in<br />
quel momento, più<br />
bisogno. È forse per questo<br />
che, in questo periodo<br />
dell’anno, l’orto invernale<br />
ci mette a disposizione le<br />
“radici”, nome popolare<br />
con cui sono conosciute sul<br />
mercato la scorzonera (Scorzonera hispanica) e la<br />
scorzabianca (Tragopogon porrifolius). Due ortaggi<br />
caratterizzati da un prepotente ma appetitoso sapore<br />
amaro, conosciuti in medicina naturale soprattutto<br />
per le proprietà depurative e disintossicanti. Ideali<br />
quindi<br />
per preparare l’organismo<br />
all’arrivo della<br />
primavera.<br />
TESTO DI<br />
MARIA OTTAVIA DE PETRI<br />
RICETTA CULINARIA DI<br />
ROSALBA CAFFO DALLARI<br />
DISEGNO DI<br />
MARISA TIRABASSI COMBONI<br />
piante in cucina<br />
regine dell’inverno<br />
amiche del fegato<br />
Brutte, amare<br />
ma tanto gradevoli<br />
al palato.<br />
E, soprattutto,<br />
tanto benefiche<br />
per l’organismo.<br />
Ecco perché<br />
è bene<br />
consumarle<br />
98<br />
L’apparenza che<br />
inganna<br />
Appartenenti alla variegata<br />
famiglia delle Composite,<br />
scorzonera e scorzabianca<br />
sono strettissime “parenti”<br />
di cicorie e radicchio, carciofo<br />
e cardo, tarassaco e<br />
indivia. In realtà, non sembrano<br />
davvero avere con<br />
essi nulla in comune. Le<br />
foglie lanceolate, sebbene<br />
ricchissime di vitamina A,<br />
proteine e carboidrati, fibre<br />
e minerali, vengono eliminate<br />
alla raccolta, a causa<br />
della loro elevata deperibilità,<br />
per cui sul mercato appaiono solo le radici: nerastra<br />
e rugosa quella della scorzonera, di un grigio<br />
spruzzato di tonalità mielate quella della scorzabianca.<br />
Entrambe caratterizzate da un cuore bianco candido,<br />
scrigno delle loro potenti proprietà salutistiche.
Il ruolo dell’amaro<br />
A rendere scorzonera e scorzabianca tanto interessanti<br />
è, incredibilmente, soprattutto il sapore<br />
amaro della loro polpa. È noto da tempo che la percezione<br />
del sapore amaro, anche solo nel cavo<br />
orale, è in grado di stimolare nello stomaco un<br />
immediato aumento della secrezione gastrica. Ciò<br />
è dovuto al messaggio inviato allo stomaco dalla<br />
corteccia cerebrale, a cui la percezione giunge attraverso<br />
i recettori del sapore amaro presenti sulla lingua.<br />
A incrementarne l’azione è, contemporaneamente,<br />
anche il principio attivo a cui si deve il<br />
sapore amaro, che viene percepito a livello gastrico<br />
attraverso i capillari che irrorano il cavo orale.<br />
L’incremento della produzione di acidi gastrici, a<br />
contatto con un sapore amaro, dà così luogo a una<br />
piacevole sensazione di benessere, soprattutto se è<br />
in atto la digestione.<br />
Le proprietà dell’inulina<br />
Altrettanto importante è il contenuto di inulina,<br />
una molecola ascrivibile, da un punto di vista chimico,<br />
alla categoria dei polisaccaridi (amidi). In<br />
realtà, l’inulina viene metabolizzata dal nostro<br />
organismo in un modo del tutto diverso dagli altri<br />
zuccheri: non viene infatti utilizzata per produrre<br />
energia e non apporta pertanto calorie. Come<br />
amido fornisce però nutrimento ai batteri benefici<br />
presenti nell’intestino, stimolando soprattutto<br />
la crescita del bifidobatterio, essenziale per<br />
mantenere l’equilibrio della flora intestinale<br />
e per facilitare l’attività digestiva. Importante<br />
è poi la sua capacità di stimolare la funzionalità<br />
di fegato e cistifellea, mentre sembra<br />
accertato anche il suo ruolo nello stimolare il<br />
sistema immunitario, da cui dipende la capacità<br />
dell’organismo di reagire a malattie e<br />
infezioni. Essendo uno zucchero inassimilabile<br />
l’inulina può essere assunta anche dai<br />
diabetici, che potranno pertanto consumare<br />
scorzonera e scorzabianca in tranquillità.<br />
I benefici delle fibre<br />
Non va infine trascurato il ruolo delle fibre, presenti<br />
nella polpa di scorzonera e scorzabianca in<br />
percentuale elevata. Con la loro capacità di assorbire<br />
liquidi, creando al contempo volume, cellulosa,<br />
emicellulose, pectina e lignina stimolano una<br />
corretta peristalsi intestinale favorendo l’eliminazione<br />
delle scorie dall’organismo. Una funzione<br />
determinante per mantenere disintossicato l’organismo<br />
e proteggere colon e retto dall’insorgere di<br />
tumori.<br />
L’uso in cucina<br />
Come consumare le radici al meglio? Va detto che soltanto<br />
in alcune regioni italiane scorzonera e scorzabianca<br />
trovano una loro collocazione culinaria. Generalmente<br />
le si consuma lessate e condite all’agro, dopo<br />
avere eliminato la parte centrale dura ed eccessivamente<br />
fibrosa. Dopo la lessatura, le si può anche passare<br />
in padella, con aglio e olio o con capperi e acciughe.<br />
Ottime anche passate in forno con besciamella o pastellate<br />
e fritte. In qualunque modo le si mangi, il loro caratteristico<br />
sapore ci ricorderà che stiamo consumando<br />
un ortaggio che, pur nella povertà del suo aspetto, contiene<br />
straordinarie doti medicamentose.<br />
Per un buon acquisto<br />
RISOTTO<br />
ROSSO<br />
CON<br />
SCORZONERA<br />
All’atto della scelta, le radici devono apparire pulite<br />
e di consistenza turgida; la superficie non deve presentare<br />
macchie scure, segni di marciume o muffe.<br />
Al momento dell’uso non è necessario pelarle. Le si<br />
potrà semplicemente raschiare, facendo attenzione<br />
a eliminarne il cuore, molto coriaceo e di sapore<br />
amarissimo, soprattutto se la radice è grossa.<br />
Come il carciofo, tendono a ossidarsi e ad annerire:<br />
vale pertanto la pena tuffarle, man mano che si procederà<br />
nella pulizia, in acqua acidulata con limone.<br />
Se, dopo l’acquisto, non le si utilizza subito, è consigliabile<br />
estrarle dalla vaschetta in plastica in cui solitamente<br />
sono proposte e avvolgerle in carta da forno: si<br />
manterranno turgide per almeno una settimana.<br />
• 600 g di scorzonera • 90 g di uvetta<br />
senza semi • 2 spicchi d’aglio<br />
• 2 acciughe dissalate • 1/2 bicchiere<br />
di aceto bianco<br />
• 400 g di riso rosso • 2 scalogni a<br />
fette sottili • 50 g di burro • 1,5 l di<br />
brodo vegetale • parmigiano reggiano<br />
grattugiato • olio extravergine d’oliva<br />
• sale marino e pepe di mulinello<br />
Raschiare la radice, lavarla e lessarla.<br />
Tagliarla in fette sottili nel senso della lunghezza, eliminando<br />
la parte centrale più dura. In una padella mettere<br />
un fondo d’olio e soffriggervi l’aglio schiacciato<br />
quindi levarlo, rosolarvi le uvette e, quando saranno<br />
gonfie, aggiungere le acciughe a pezzettini disfacendole<br />
con la forchetta, aggiungere l’aceto e le fette di scorzonera,<br />
tirare il tutto finché sarà ben insaporito, infine<br />
aggiustare di sale se occorre e di pepe se piace.<br />
In una pentola larga dai bordi alti mettere un fondo di olio<br />
e metà del burro, fare appassire gli scalogni a fette, buttare<br />
il riso e farlo tostare mescolando per qualche minuto,<br />
coprire col brodo aggiungendone poi man mano che si<br />
ritira: questo riso ha bisogno di 45 minuti di cottura.<br />
Quando il riso è cotto, unire la scorzonera mescolando<br />
bene con garbo, mantecare con il burro rimasto, spegnere<br />
il fuoco, spolverizzare di parmigiano reggiano, coprire<br />
e far riposare per pochi minuti, quindi servire.<br />
99 piante in cucina
Orti-giardino<br />
del castello<br />
Orsini<br />
Quattro idee<br />
dalle quali<br />
trarre spunto
Nel borgo viterbese di Vasanello ho scoperto<br />
la delizia di un orto-giardino curioso e sorprendente<br />
ricreato su un vecchio orto dall’architetto<br />
paesaggista Nicola Tartaglione, in<br />
collaborazione con la proprietaria.<br />
La suddivisione in quattro terrazze di<br />
terra digradanti, ciascuna racchiusa<br />
in una stanza individuale<br />
nella cerchia di mura, rende<br />
questo luogo pensabile<br />
come idea per progetti<br />
singoli, tra muri<br />
contemporanei o<br />
meno, di facili, diversi dal solito e utili giardini di<br />
casa. Ogni terrazzamento (circa 100-150 mq al<br />
massimo) è infatti un giardino a sé stante, collegato<br />
agli altri da piccole rampe di scale. «Questo<br />
tipo di ricostruzione ci è venuto in mente», racconta<br />
l’architetto, «pensando alla semplice e allegra<br />
utilità degli orti medievali; un modo spiritoso<br />
e ordinato di fare giardino».<br />
TESTO E<br />
FOTO DI<br />
PATRIZIA<br />
SPINELLI<br />
NAPOLETANO<br />
La chioma rotonda del<br />
grande albero di cachi e<br />
le divertenti bordure<br />
piccole e ovali<br />
che recingono<br />
gli spartiti<br />
dell’orto.<br />
Il divertente e<br />
familiare ordine<br />
del primo<br />
giardino a orto,<br />
centrato da un<br />
vecchio albero di<br />
cachi circondato da<br />
una panca ad anello di castagno intrecciato come i<br />
cestoni quadrati, in cui sono messe a dimora erbe<br />
tintorie, meloni, angurie e lagunarie. Sullo sfondo a<br />
destra gli spartiti dell’orto, separati dalla scala che<br />
porta al secondo giardino, quello delle rose, con<br />
ortaggi, verdure e insalate; contro la parete di tufo un<br />
tavolo con gli attrezzi da lavoro<br />
101 giardini da visitare
La prima terrazza-giardino è l’orto. Il lato destro,<br />
ombreggiato da una fila di piccoli alberi (da scegliere<br />
fra i sempreverdi più adatti al clima) è<br />
riservato al relax, con comodi arredi in legno o<br />
midollino; al centro è disposta una fila di quattro<br />
grandi canestre quadrate di castagno intrecciato<br />
(va benissimo anche il bambù) in cui sono stati<br />
piantati meloni, angurie, lagunarie e le simpaticissime<br />
erbe tintorie colorate e ornamentali<br />
(reperibili in buoni vivai specializzati).<br />
I colori: i rossi di robbia domestica, oricello, dracena<br />
draco, zafferanone; i gialli di reseda biondella,<br />
ginestra minore, camomilla per tintori, zafferano<br />
vero e curcuma; i blu di indaco, guado e Polygonum;<br />
i viola di mirtillo nero e papavero comune;<br />
i marroni di henné, noce comune, Acacia catechu<br />
(catecù); e i verdi di sparzio villoso, ginestra dei carbonai,<br />
lavanda selvatica e giaggiolo, acquatiche.<br />
Fronteggia le canestre la chioma tondeggiante di<br />
una pianta di cachi dall’interno di una panca ad<br />
anello, sempre di castagno intrecciato, mentre sul<br />
lato sinistro si suddividono i due spartiti gemelli<br />
dell’orto, anch’essi palizzati di castagno intrecciato,<br />
con filari ordinati di ortaggi suddivisi per<br />
tipo (cavoli, bietole, zucche, zucchine, peperoni,<br />
spinaci, la simmetria dei pomodori sostenuti da<br />
tutori a treppiede di canna) e rifiniti da fioriture<br />
stagionali (dalie, zinnie, salvia persiana blu).<br />
Nel secondo giardino la bellissima<br />
vegetazione fogliare del rabarbaro<br />
verde argento, su cui appoggia una<br />
panca da cui contemplare la<br />
pergola del roseto<br />
giardini da visitare<br />
La<br />
semplicissima<br />
struttura della<br />
pergola,<br />
terminata al<br />
fondo dal<br />
rabarbaro e<br />
dalla seduta,<br />
su cui<br />
arrampicano<br />
antichi vitigni<br />
laziali e<br />
le rose<br />
gallica var.<br />
officinalis,<br />
gallica<br />
‘Versicolor’ e<br />
le rifiorenti<br />
Rosa<br />
damascena<br />
102
La fontana del giardino delle rose, al centro di<br />
spicchi di prato e circondata da vecchi tufi a secco e<br />
dallo steccato dipinto in verderame, da cui si vede<br />
la prospettiva superiore dell’orto<br />
La romantica simmetria del giardino<br />
delle rose vista attraverso il disegno degli archi<br />
Poche rampe e tra i ranghi dell’orto si scende nell’armonia<br />
profumata della seconda terrazza-giardino sottostante,<br />
che ci dà l’idea per un giardino di rose. Sul suolo<br />
a prato orlato di stagionali (begonie, ciclamini, bergenie<br />
ecc.) questo spazio romantico e raccolto ha una prima<br />
parte ornata con una fontana di pietra, mentre alle spalle<br />
corre una pergola a traliccio di legno dipinta in verderame,<br />
come l’intera staccionata che racchiude il giardino,<br />
su cui si arrampicano vitigni (in questo caso ceppi<br />
laziali) inframmezzati dalle rose rampicanti Rosa gallica<br />
var. officinalis e dalle rifiorenti Rosa damascena, frutto<br />
della paziente ricerca della proprietaria. Al fondo del<br />
lato sinistro della pergola, addossata alla parete di tufo,<br />
sotto una spalliera di gelsomini, una panca ancora di<br />
pietra appoggia su una ciuffatura ricadente, molto scenografica,<br />
di rabarbaro.<br />
La terza terrazza-giardino è disegnata invece con l’esuberanza<br />
festosa del giardino dei semplici. Al centro del terreno<br />
a prato sono stati ritagliati riquadri di terra bordati<br />
di sempreverdi in cui dimorano una settantina di piante<br />
fra aromatiche e officinali, divise<br />
per proprietà terapeutiche<br />
(digestive, emollienti, calmanti<br />
e velenose), in ricordo<br />
delle piante medievali usate<br />
per scopi alimentari, medicinali<br />
o addirittura magici.<br />
L’antica costruzione<br />
in tufo della limonaia
La balza del Giardino dei<br />
Semplici si affaccia sul frutteto,<br />
quarta terrazza/ giardino, l’ultimo<br />
terrapieno, lasciata a prato e<br />
decorata lungo ai lati e al centro<br />
dai ranghi degli alberi a frutto<br />
dove i più giovani si mescolano a<br />
cultivar antiche, tutti circondati<br />
alla radice da fioriture stagionali,<br />
in una semplice e rigorosa geometria<br />
completata, seconda delle stagioni,<br />
da attrezzi per la raccolta<br />
dei frutti, panche e sedute conviviali<br />
per chiacchiere pigre sgranocchiando<br />
le succose primizie o<br />
lasciarsi commuovere dalla bellissima<br />
“nevicata” di petali profumati<br />
nel periodo della fioritura.<br />
Sotto la ricaduta<br />
esuberante del rabarbaro<br />
un altro gruppo di aiuole<br />
quadrate del giardino dei<br />
semplici con salvie, lavande<br />
e altre erbe curative e velenose<br />
La serie di aiuole<br />
quadrate dedicate alle<br />
piante medicamentose e<br />
calmanti nel terzo giardino,<br />
disegnato con la semplicità<br />
allegra del medievale<br />
“giardino dei semplici”<br />
LA VISITA<br />
Il giardino medievale e il castello sono visitabili<br />
su prenotazione tutto l’anno, anche con visite guidate.<br />
Si raggiungono con l’autostrada A1 Roma-Firenze, uscita Orte.<br />
Il parcheggio è in zona attigua.<br />
Tel. 333 404 01 98, info@nicolatartaglione.it<br />
Proprietaria: Elena Misciattelli Mocenigo Soranzo<br />
105 giardini da visitare
Sul finire dell’autunno,<br />
quando le piante si<br />
spogliano e le fioriture<br />
giungono al termine, le cince<br />
divengono protagoniste del giardino<br />
entrando in città e avvicinandosi alle<br />
case, in un continuo andirivieni di<br />
piccoli voli alla ricerca di cibo.<br />
Allegre, colorate, sempre all’erta ma<br />
disposte, se non disturbate, a<br />
lasciarsi osservare.<br />
Le cince sono gli uccelli ideali per avvicinarsi al<br />
birdwatching, perché colonizzano con facilità i nidi<br />
artificiali e in primavera fanno a gara a contendersi<br />
il cotone messo a disposizione.<br />
amici animali<br />
Al freddo, sempre affamate<br />
Nei mesi invernali le cince per sopravvivere<br />
devono trovare semi pari a un terzo del loro<br />
peso corporeo e per questo non possono<br />
fermarsi mai. Si calcola che i nove decimi del<br />
tempo di luce delle giornate invernali sono<br />
impiegati nella ricerca del cibo. La loro<br />
presenza può essere incoraggiata mettendo a<br />
disposizione cibo in modo costante. Maggiore<br />
sarà il cibo offerto, più numerose saranno le<br />
cince che accorreranno nel nostro giardino.<br />
Una mangiatoia classica posta su un palo con<br />
uno spazio coperto è la scelta migliore. Semi<br />
per uccellini granivori, insieme a briciole di<br />
pane e dolci, noci, girasoli, nocciole, pinoli,<br />
formaggio, burro, pezzetti di lardo e carne<br />
andranno benissimo. Anche le più semplici<br />
La carica delle<br />
CINCE<br />
TESTO DI ALESSANDRO MESINI<br />
DISEGNO DI GABRIELLA GALLERANI<br />
106
collane, o le reticelle appese di<br />
noccioline sono molto gradite alle cince.<br />
Tutti cibi ad alto contenuto calorico. Le<br />
mele, o altra frutta fresca, invece,<br />
saranno becchettate distrattamente.<br />
In primavera e in estate le cince sono<br />
meno visibili, perché il loro regime<br />
alimentare è completamente diverso. Si<br />
nutrono di insetti quali imenotteri,<br />
ditteri, coleotteri e afidi, che cacciano in<br />
buona parte sugli alberi. Durante<br />
l’allevamento dei piccoli cacciano in<br />
preferenza bruchi di lepidotteri,<br />
svolgendo una preziosa azione di<br />
controllo su questi animaletti<br />
defogliatori destinati a<br />
trasformarsi in<br />
farfalle.<br />
La cinciallegra<br />
È la cincia per eccellenza, quella che tutti<br />
conosciamo. Ha le parti inferiori di colore giallo e<br />
quelle superiori verde grigio. La testa e la gola sono<br />
nere e formano con le guance bianche una<br />
mascherina facilmente riconoscibile. È la più grande<br />
del gruppo, circa 14 cm di lunghezza, e s’incontra<br />
con facilità nei giardini, nei parchi, fra le piante da<br />
frutto, negli oliveti e nei boschi. È presente quasi<br />
ovunque nel nostro<br />
paese, dal piano fino<br />
all’alta montagna.<br />
107<br />
La cinciarella<br />
Anch’essa molto<br />
diffusa, è gialla nelle<br />
parti inferiore e<br />
azzurra su dorso,<br />
testa e ali. Frequenta<br />
giardini e parchi con<br />
alberi d’alto fusto e<br />
predilige i boschi di<br />
quercia. Entra più<br />
timidamente nelle<br />
cinte urbane.<br />
La cincia mora<br />
Ha la stessa mascherina bianca e nera<br />
della cinciallegra, ma tutto il resto del<br />
corpo è grigio più o meno scuro.<br />
Vive nei boschi di conifere e al<br />
sopraggiungere dell’inverno scende dal<br />
nord e dalle montagne per avvicinarsi<br />
alle città.<br />
La cincia bigia<br />
Preferisce i boschi di latifoglie<br />
come castagno, carpino, faggio e<br />
nocciolo di collina e montagna.<br />
La testa è nera, le guance sono<br />
bianche, il corpo è grigio. È la<br />
più difficile da incontrare nei<br />
nostri giardini.<br />
amici animali
Il peggioramento delle<br />
condizioni di vita, soprattutto<br />
nelle città, in particolare<br />
quelle di grandi ma anche di<br />
medie dimensioni, il rilevante<br />
aumento del prezzo del petrolio e<br />
dei gas naturali per produrre<br />
energia, l’incremento del traffico e<br />
ambiente<br />
TETTI verdi<br />
TESTO DI<br />
ERALDO ANTONINI<br />
Per risparmiare<br />
energia<br />
e migliorare<br />
l’ambiente<br />
le conseguenti emissioni di<br />
sostanze nocive, hanno posto la<br />
necessità di effettuare interventi<br />
che, in qualche misura, possano<br />
migliorare le condizioni ambientali<br />
e ridurre le emissioni di inquinanti.<br />
I tetti verdi rientrano in questa<br />
logica in quanto hanno benefici<br />
effetti sul bilancio<br />
energetico degli edifici,<br />
sul rapporto ossigeno/<br />
anidride carbonica e<br />
anche sull’estetica e<br />
sulla fruizione di<br />
superfici solitamente<br />
non utilizzabili.<br />
108<br />
Copertura di una<br />
cantina realizzata<br />
con verde estensivo<br />
da Daku Italia<br />
nel 2003<br />
a Barolo (Cn)<br />
Cos’è un<br />
tetto verde<br />
I tetti verdi si possono<br />
considerare coperture<br />
vegetali dei tetti degli<br />
edifici. Anziché coppi e<br />
tegole, sull’ultimo strato del<br />
tetto compare una copertura<br />
vegetale. Queste coperture<br />
vegetali prevedono un<br />
sistema di impermeabilizzazione<br />
di alta qualità, un<br />
sistema antiradici, un<br />
sistema di controllo del<br />
vapore acqueo, un substrato<br />
di coltura e vegetazione<br />
idonea a vivere in queste<br />
condizioni.
Risparmio<br />
sulle spese di<br />
riscaldamento e<br />
raffrescamento<br />
dell’edificio<br />
Il tetto è la parte dell’edificio<br />
dove si ha<br />
la maggiore dispersione<br />
termica. La vegetazione<br />
e il substrato<br />
di coltura (terreno<br />
speciale dove si<br />
sviluppano gli apparati<br />
radicali) influiscono<br />
sul microclima<br />
del tetto andando<br />
a creare una riduzione<br />
della temperatura<br />
del tetto durante<br />
il giorno in estate,<br />
e una minore dispersione<br />
termica durante<br />
l’inverno. Il tetto<br />
verde diventa una<br />
sorta di “volano termico”<br />
tra strutture<br />
murarie e ambiente.<br />
In estate un tetto in<br />
asfalto può raggiungere<br />
temperature intorno<br />
a 80°C, mentre<br />
di notte cede calore<br />
all’aria e scende a<br />
temperature intorno<br />
i 20°C. Un<br />
buon tetto<br />
verde può<br />
mantenere<br />
la temperatura<br />
massima<br />
estiva intorno<br />
a 25<br />
gradi.<br />
Perché il tetto verde<br />
Studi condotti all’estero, in particolare negli<br />
Stati Uniti, in Canada e in Germania, hanno<br />
dimostrato che un tetto verde presenta una<br />
serie di benefici non solo per il singolo ma<br />
anche per la collettività.<br />
Verde estensivo<br />
realizzato da<br />
Poliflor con<br />
prodotto<br />
“Pretaleata”<br />
presso<br />
l’ospedale<br />
civile di<br />
Baggiovara (Mo);<br />
in particolare:<br />
foto in basso<br />
a sinistra<br />
e al centro<br />
al termine<br />
della posa;<br />
foto in basso<br />
a destra<br />
la copertura<br />
dopo un mese;<br />
foto a fianco,<br />
sopra e sotto,<br />
dopo 3 mesi<br />
dalla posa<br />
La riduzione dei consumi dipende dalle<br />
dimensioni dell’edificio, dalla tipologia del<br />
tetto verde e dalle caratteristiche climatiche<br />
del luogo. Studi canadesi hanno evidenziato<br />
che con una copertura di graminacee e 10<br />
cm di substrato di coltura si ha una riduzione<br />
del 25% sul raffrescamento estivo.<br />
A livello urbano la vegetazione, durante l’estate,<br />
abbassa la temperatura di alcuni gradi<br />
grazie anche all’effetto dell’evapo-traspirazione,<br />
mediante il quale le piante assorbono<br />
energia termica per far evaporare acqua, e<br />
abbassare la temperatura dell’aria circostante.<br />
Per far evaporare un litro d’acqua occorrono<br />
circa 592 chilocalorie. Da questo punto di vista<br />
i tetti verdi possono incrementare la superficie<br />
a verde delle aree urbane notoriamente<br />
avare di spazi occupati dalla vegetazione.<br />
109 ambiente
Riduzione dell’inquinamento acustico<br />
Il substrato di coltura e le piante rappresentano una barriera<br />
alla propagazione delle onde sonore in quanto possono riflettere,<br />
deviare o assorbire le onde sonore prodotte dagli aerei, dal<br />
traffico e dai macchinari. Si ottiene così, entro certi limiti, un’insonorizzazione;<br />
il suolo tende a bloccare le onde sonore a bassa<br />
frequenza mentre la vegetazione quelle ad alta frequenza.<br />
Assorbimento dell’acqua piovana<br />
Il substrato di coltura quando piove assorbe acqua e parte di<br />
essa viene immagazzinata dai pannelli alveolari o altri sistemi<br />
di trattenuta. Se la pioggia è di lunga durata il substrato<br />
rilascerà l’acqua che non riesce a trattenere. In questo modo,<br />
comunque, si ha un rilascio più lento dell’acqua al sistema<br />
fognario.<br />
Miglioramento dell’aria<br />
La vegetazione, in generale, è in grado di convertire<br />
anidride carbonica in ossigeno attraverso la<br />
fotosintesi.<br />
ambiente<br />
Copertura<br />
di negozio<br />
realizzata<br />
con verde<br />
estensivo<br />
da Daku<br />
Italia nel<br />
2003 a<br />
San Donà<br />
di Piave<br />
(Ve)<br />
110<br />
Verde estensivo<br />
realizzato da Poliflor<br />
con prodotto “XF 301”<br />
(stuoie prevegetate)<br />
su tetto a botte<br />
di un’abitazione-studio<br />
di architetti a Correggio (Re)<br />
Anche rispetto all’inquinamento acustico<br />
le caratteristiche della copertura giocano un<br />
ruolo importante nell’ottenere l’effetto<br />
desiderato. Ad esempio un substrato di<br />
coltura di 12 cm può ridurre il rumore di 40<br />
decibel, che salgono a circa 50 per uno strato<br />
di 20 cm.<br />
Se i tetti verdi si diffondessero si avrebbe<br />
una maggiore efficienza delle reti fognarie<br />
urbane durante gli acquazzoni, in quanto<br />
l’afflusso di acqua piovana sarebbe<br />
rallentato, e in parte ridotto, dai tetti<br />
stessi.<br />
Si calcola che 1,5 mq di graminacee siano sufficienti a<br />
produrre ossigeno per il fabbisogno annuo di un uomo.<br />
Allo stesso tempo è sufficiente 1 mq di graminacee per<br />
fissare 0,2 kg di microparticolato atmosferico.<br />
Copertura a<br />
verde estensivo<br />
a Sedum, di<br />
notevole<br />
effetto,<br />
realizzata nel<br />
1999 da Perlite<br />
Italiana su<br />
edificio<br />
pubblico a<br />
Carpi (Mo)
Copertura a verde estensivo<br />
realizzata nel 1996 da Perlite<br />
Italiana nel palazzo della Siemens,<br />
che ospita gli uffici del nuovo Centro<br />
Direzionale in zona Bicocca a Milano. La struttura dell’edificio,<br />
caratterizzata da ampie pareti di vetro e da corti che collegano<br />
i vari corpi, permette di godere totalmente di questi spazi<br />
verdi; al tempo stesso le superfici verdi riducono la rifrazione<br />
luminosa e mitigano la temperatura in copertura<br />
Com’è fatto un tetto verde<br />
I tetti verdi richiedono soluzioni tecniche<br />
particolari affinché si possa trarre<br />
vantaggio dalla copertura vegetale senza<br />
avere problemi d’infiltrazioni d’acqua o<br />
di ristagni di umidità. Possono essere<br />
applicati alle coperture piane dei<br />
capannoni industriali e commerciali, ai tetti<br />
piani e inclinati delle abitazioni civili, alla<br />
copertura dei parcheggi interrati. I tetti<br />
verdi possono essere di tipo estensivo o di<br />
tipo intensivo. Il tetto verde estensivo<br />
prevede un intervento “leggero” dato da<br />
uno strato di terreno di coltura esiguo<br />
(intorno ai 10 cm) e l’impiego di piante<br />
erbacee di altezza limitata. Il tetto verde<br />
intensivo comporta un maggiore strato di<br />
terreno di coltura (generalmente dai 40 ai<br />
60-80 cm) e prevede l’impiego di specie<br />
erbacee, arbustive e, all’occorrenza,<br />
arboree. Si può anche chiamare col più<br />
classico termine di giardino pensile. In<br />
entrambi i casi, prima della realizzazione è<br />
bene sincerarsi della portata del solaio sul<br />
quale si vuole impiantare il tetto verde.<br />
Verde intensivo (giardino pensile) su<br />
copertura di garage fuoriterra di<br />
abitazione privata, realizzato nel 2003 da<br />
Daku Italia in Val Catara (Vr). Una<br />
soluzione che permette di non avere<br />
davanti alla porta di casa una anonima<br />
pavimentazione che avrebbe, tra l’altro,<br />
trasmesso molto calore al fabbricato<br />
Copertura<br />
a verde<br />
estensivo<br />
in villaggio<br />
turistico a<br />
Castellaneta<br />
Marina (Ta),<br />
realizzata da<br />
Perlite<br />
Italiana<br />
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, esistono<br />
sistemi già sperimentati che garantiscono<br />
risultati ottimali. Questi sistemi prevedono la posa in opera di<br />
diversi elementi tecnici che si possono così sintetizzare:<br />
• membrana antivapore: evita la formazione di condensa e i<br />
ristagni di umidità che possano trasmettersi agli ambienti<br />
sottostanti<br />
• isolante termico: evita dispersioni di calore dagli strati<br />
sottostanti<br />
• membrana impermeabile: evita infiltrazioni d’acqua nelle<br />
strutture portanti e negli ambienti sottostanti<br />
• membrana antiradice: evita alle radici di approfondirsi<br />
oltre questo livello (la membrana antiradice può essere<br />
posta anche come primo tratto in aderenza alla struttura<br />
portante del tetto)<br />
• strato drenante: ha la funzione di immagazzinare acqua e<br />
allontanare quella eccedente<br />
• strato o membrana filtrante: evita che particelle di terriccio<br />
possano infiltrarsi negli strati sottostanti<br />
• terreno di coltura: terreno alleggerito che ha la funzione di<br />
accogliere le piante<br />
• vegetazione: prevalentemente costituita da piante erbacee<br />
perenni resistenti alla siccità<br />
• è possibile, inoltre, prevedere un impianto d’irrigazione a<br />
goccia che possa essere attivato in caso di periodi prolungati<br />
di siccità, al fine di garantire la sopravvivenza della<br />
copertura verde dei tetti.
ambiente<br />
Verde estensivo<br />
realizzato da Poliflor<br />
con prodotto<br />
“Completa prevegetata”<br />
presso la piscina comunale<br />
di Riva del Garda (Tn);<br />
in particolare:<br />
nelle foto della terza fila<br />
“Completa prevegetata”,<br />
nella prima e seconda fila<br />
le fasi di realizzazione<br />
Presenta, generalmente, un buon<br />
contenuto in sostanza organica e inerti<br />
porosi (ad esempio lapillo vulcanico,<br />
pomice, agriperlite) che possano<br />
trattenere umidità ed elementi minerali e<br />
alleggerire il peso del terreno stesso. La<br />
presenza di inerti ha anche la funzione di<br />
Caratteristiche<br />
del terreno di coltura<br />
112<br />
mantenere una buona porosità del<br />
terreno, e quindi un buon equilibrio tra<br />
ossigeno e acqua tellurica. Il terreno di<br />
coltura ha uno spessore variabile da 8-10<br />
cm sino a 40 cm (e anche oltre), a<br />
seconda dell’inclinazione del tetto e del<br />
tipo di vegetazione prevista.
Copertura<br />
a verde estensivo<br />
adibita anche<br />
a solarium<br />
nella palestra<br />
DownTown<br />
di Milano,<br />
realizzata da<br />
Perlite Italiana<br />
con sistema<br />
“Perligarden”<br />
Le piante erbacee dei tetti verdi estensivi devono<br />
essere anche a rapido sviluppo, soprattutto orizzontale<br />
(tappezzanti o coprisuolo) al fine di ottenere<br />
rapidamente un’omogenea copertura della<br />
terra di coltura. A questo proposito sono molto<br />
utilizzati, nelle condizioni climatiche tipiche<br />
dell’Italia, i Sedum e i Mesembrianthemum che<br />
assommano caratteristiche di spiccata resistenza<br />
alla siccità, rapidità di copertura e crescita in<br />
altezza contenuta. Nel caso di tetti inclinati la<br />
Caratteristiche della vegetazione<br />
vegetazione deve essere abbastanza bassa e lo<br />
strato di terreno sottostante deve mantenersi<br />
entro i 10 cm. Qualora invece si operi su tetti<br />
piani, in funzione della portata del tetto si possono<br />
realizzare veri e propri giardini pensili (tetti<br />
verdi intensivi). In quest’ultimo caso è possibile<br />
anche la messa a dimora di arbusti e piccoli alberi.<br />
Le piante possono essere poste in opera mediante<br />
stuoie prevegetate, mediante semina o<br />
mediante piantagione diretta.<br />
Copertura<br />
a verde intensivo<br />
realizzata<br />
in terrazza privata<br />
a Milano<br />
da Perlite Italiana<br />
con il Sistema<br />
Perligarden<br />
INDIRIZZI A<br />
PAGINA 127<br />
ambiente
UN CASSONE<br />
per anticipare<br />
TESTO DI<br />
ALESSANDRO<br />
MESINI<br />
DISEGNI DI<br />
CLAUDIO<br />
CRISTIANI<br />
Un cassone ha molteplici impieghi:<br />
serve per anticipare le semine, per<br />
proteggere le piantine acquistate o<br />
prodotte da un ritorno di freddo in attesa<br />
che si ripristino le condizioni ideali al<br />
trapianto, aiuta a far radicare talee che<br />
richiedono caldo e umidità elevata.<br />
Chi già ne possiede uno può attestare<br />
quanto sia utile e quanto lo spazio interno<br />
spesso scarseggi. Può essere costruito con<br />
spesa limitata e in materiali diversi. Per il<br />
balcone l’ideale è il legno: leggero, resistente,<br />
facile da spostare. Per il giardino e per l’orto<br />
possiamo scegliere la pietra o i mattoni, così<br />
da creare un elemento stabile: utile e<br />
decorativo al tempo stesso.<br />
Dove collocarlo<br />
Il cassone diventa in pratica una piccola<br />
serra senza riscaldamento e una buona<br />
esposizione al sole garantirà nei periodi<br />
più freddi un migliore e più sicuro utilizzo,<br />
specie al mattino e verso sera. Sempre<br />
riparato dalle correnti più fredde.<br />
come si fa<br />
Il materiale<br />
e gli attrezzi<br />
La scelta più affidabile<br />
per quanto riguarda il legno<br />
sono i pannelli di compensato<br />
marino, resistenti all’acqua, all’umidità e alla torsione da<br />
questa indotte. Occorrono:<br />
• un pannello largo 100 e lungo 210 cm da tagliare con una<br />
sega circolare o con un robusto seghetto alternativo in 6<br />
strisce, in successione: una di 50 cm, due di 40 cm, una di<br />
20 cm, una di 10 cm e una finale che risulterà di poco<br />
inferiore ai 50 cm per lo spazio perso nei tagli<br />
• viti zincate e avvitatore<br />
• trapano con punta sottile per praticare i fori d’invito<br />
• vernice impermeabilizzante con impiego di catalizzatore che<br />
conferisca anche durezza, tipo quella per i pavimenti di legno<br />
• cerniere brunite per fissare lo sportello<br />
• maniglia semplice e funzionale<br />
• materiale trasparente tipo plexiglas,<br />
ma per una maggior trasparenza<br />
nel tempo sarebbe meglio un<br />
vetro termico, sempre<br />
resistente, per evitare<br />
tagli dovuti a<br />
rotture<br />
accidentali<br />
114<br />
Le misure<br />
Per iniziare si può provare con un cassone di piccole<br />
dimensioni da considerare come un prototipo<br />
“portatile”. Facile da spostare e non troppo ingombrante,<br />
potrà trovare collocazione su un balcone, su<br />
un davanzale munito di apposita staffa di sostegno,<br />
in casa, sulle scale, o all’esterno accostato a un<br />
muro. Dimensioni: lunghezza 100 cm, profondità 50<br />
cm, altezza anteriore 20 cm, posteriore 40 cm.
COSTRUIRE LA STRUTTURA<br />
Fissiamo alla base di<br />
100 per 50 cm i<br />
lati, poi il<br />
fronte<br />
alto 20 cm e<br />
il retro alto 40<br />
cm. La striscia di<br />
10 cm dovrà essere<br />
collocata a mo’ di<br />
coperchio parziale sulla sommità della struttura,<br />
nella parte verso il retro.<br />
Resta ancora una striscia di legno profonda<br />
poco meno di 50 cm. Questa servirà per<br />
costruire il coperchio: formerà la struttura<br />
atta a sorreggere il materiale<br />
trasparente e a chiudere il lato<br />
sghembo. Potrà essere<br />
sagomata secondo i gusti,<br />
in quadretti per<br />
ripetere la struttura<br />
delle finestre country<br />
inglesi oppure come semplice cornice<br />
per garantire la maggiore superficie illuminante possibile.<br />
Dopo aver<br />
fissato all’interno il materiale trasparente alla cornice si unisce e<br />
articola la struttura con le cerniere, e si completa con la maniglia.<br />
Il pannello è leggermente più lungo del necessario: potrà essere<br />
accorciato o lasciato abbondante così che consenta di sgrondare<br />
l’eventuale acqua piovana,<br />
allontanandola<br />
dalla struttura.<br />
La prima operazione è sagomare i lati della struttura. Avranno<br />
la forma di un rettangolo tagliato di sghembo nella<br />
parte superiore (trapezio). La base inferiore sarà<br />
di 50 cm (tagliando a metà una delle strisce alte<br />
40 cm), quella superiore di 10 cm, il lato verticale<br />
più basso dopo il taglio di sghembo sarà alto 20<br />
cm, come le illustrazioni evidenziano. Per non<br />
ottenere due lati anche solo leggermente<br />
diversi fra loro è bene fissare con due viti<br />
provvisorie i pannelli, sovrapponendoli, e poi<br />
procedere al taglio.<br />
Lavori di finitura<br />
Si procede alla verniciatura solo al termine,<br />
impregnando il legno con più<br />
mani, insistendo sui punti di ingresso<br />
delle viti e nella giuntura dei pannelli.<br />
All’esterno potrà essere scelto un colore<br />
a smalto.<br />
Da ultimo aggiungiamo, se vogliamo, due<br />
listelli per tenerlo sollevato da terra.<br />
Adesso non resta che riempirlo.<br />
115 come si fa
Abbonamento a<br />
Cari lettori,<br />
quest’anno <strong>Giardini</strong> cambia la sua periodicità,<br />
sostituendo nei mesi in cui l’attenzione<br />
per il giardinaggio è minore un’uscita<br />
della rivista con la pubblicazione<br />
di un libro-manuale in formato pocket,<br />
in vendita sia in edicola che in libreria.<br />
LA NUOVA PROGRAMMAZIONE AVRÀ IL SEGUENTE CALENDARIO:<br />
periodico <strong>Giardini</strong> n. 224 gennaio-febbraio in edicola a fine gennaio<br />
periodico <strong>Giardini</strong> n. 225 marzo in edicola a fine febbraio<br />
periodico <strong>Giardini</strong> n. 226 aprile in edicola a fine marzo<br />
periodico <strong>Giardini</strong> n. 227 maggio in edicola a fine aprile<br />
periodico <strong>Giardini</strong> n. 228 giugno-agosto in edicola a fine maggio<br />
periodico <strong>Giardini</strong> n. 229 settembre-dicembre in edicola a fine agosto<br />
libro-manuale n. 2 <strong>Giardini</strong> in edicola ad aprile<br />
libro-manuale n. 3 <strong>Giardini</strong> in edicola a ottobre<br />
libro-manuale n. 4 <strong>Giardini</strong> in edicola a fine novembre<br />
IL GIARDINO<br />
PIANTE IN CASA<br />
la rivista<br />
FRUTTICOLTURA<br />
PIANTE EMERGENTI<br />
2007<br />
L’abbonamento a <strong>Giardini</strong><br />
comprende 6 numeri della rivista<br />
(costo 3,60 e x 6 = 21,60 e)<br />
e 3 manuali a scelta (costo 9,50 e x 3 = 28,50 e).<br />
Il costo totale dell’abbonamento<br />
è di 59,00 e, anziché 65,10<br />
(21,60 e + 28,50 e + 15,00 e spese postali)<br />
AIUOLA DEL MESE<br />
I MANUALI IN PROGRAMMA:<br />
• libro-manuale n. 1<br />
Il giardino biodinamico<br />
(già uscito a novembre 2006)<br />
• libro-manuale n. 2<br />
Il prato, realizzazione<br />
e manutenzione<br />
• libro-manuale n. 3<br />
Il giardino produttivo,<br />
orto e frutteto familiare<br />
• libro-manuale n. 4<br />
I lavori del giardiniere<br />
nell’arco dell’anno<br />
ORTICOLTURA<br />
PIANTA<br />
VEDETTE
Per abbonarsi basta<br />
compilare la cedola<br />
e inviarne una<br />
fotocopia a:<br />
UFFICIO<br />
ABBONAMENTI<br />
LOGOS PUBLISHING srl<br />
VIA CURTATONA 5/2<br />
41100 MODENA<br />
o per fax al numero:<br />
[ ]<br />
059 41 26 29<br />
PER CHI NON TROVA LA<br />
RIVISTA NELLA SUA EDICOLA<br />
Chi non trova la rivista<br />
o i libri-manuali<br />
nell’edicola di fiducia<br />
può segnalarne l’ubicazione<br />
al nostro ufficio abbonamenti,<br />
che provvederà a rifornirla<br />
dal numero successivo.<br />
È anche possibile richiedere<br />
la rivista o i libri-manuali<br />
direttamente<br />
all’ufficio abbonamenti:<br />
tel. 059 41 26 29<br />
fax 059 41 26 23<br />
abbonamenti.giardini@logos.net<br />
DESIDERO ORDINARE UN ABBONAMENTO A:<br />
DESIDERO ORDINARE UN ABBONAMENTO<br />
A 6 NUMERI + 3 LIBRI-MANUALI:<br />
n. 1 n. 2 n. 3 n. 4<br />
Gli ordini non potranno essere evasi in mancanza dei dati fiscali:<br />
P.IVA per le aziende e Codice Fiscale per i privati<br />
a e 59,00<br />
(nessuna responsabilità per mancata consegna)<br />
INTESTATARIO DELL’ABBONAMENTO: NUOVO RINNOVO<br />
Nome e Cognome................................................................................................................<br />
............................................................................................................................................<br />
Ditta ....................................................................................................................................<br />
P.IVA/C.F. ..........................................................................................................................<br />
Via e n°................................................................................................................................<br />
CAP .............................. Città .......................................................... Prov.........................<br />
Telefono ................./................................... fax ............./.....................................<br />
E-mail ................................................................................................................................<br />
DESIDERO RICEVERE I SEGUENTI NUMERI ARRETRATI<br />
a e 5,00 cad. comprese le spese di spedizione<br />
N°: ............................................................................................<br />
..................................................................................................<br />
..................................................................................................<br />
GENNAIO-FEBBRAIO 2007<br />
In omaggio a chi si abbona<br />
il NIDO IN ALGHE<br />
SCELGO LA SEGUENTE FORMA DI PAGAMENTO:<br />
Versamento su CCP n°14184410 per e ............................<br />
intestato a Logos Publishing srl (già Liber srl) MO<br />
(allegare ricevuta)<br />
Bonifico Bancario a: Logos Publishing srl<br />
BANCA POPOLARE DELL’EMILIA ROMAGNA Scrl<br />
C.so Canalchiaro 153 - 41100 MODENA<br />
ABI 05387 - CAB 12901 - c/c 1186014<br />
Vi autorizzo ad addebitare e .........................................<br />
sul mio conto:<br />
VISA MASTERCARD<br />
n°carta<br />
scad ...............................................................................................................<br />
titolare carta ...................................................................................................<br />
data nascita ...................................................................................................<br />
Desidero essere contattato dalla Vostra Concessionaria di pubblicità<br />
DATA ........................... FIRMA ..................................................<br />
Il trattamento dei dati personali che La riguardano viene svolto nell’ambito della Banca Dati Elettronica della Logos<br />
Publishing srl, nel rispetto di quanto stabilito dalla legge 675/96 sulla tutela dei dati personali. Il trattamento dei dati,<br />
di cui Le garantiamo la massima riservatezza, è effettuato al fine di aggiornarLa su iniziative ed offerte della Logos<br />
Publishing srl. I suoi dati non saranno comunicati o diffusi a terzi e Lei potrà richiederne in qualsiasi momento la<br />
modifica o la cancellazione scrivendo a:<br />
Logos Publishing srl - Responsabile Dati, via Curtatona 5/2 - 41100 Modena<br />
Segnali barrando la casella se non desidera ricevere comunicazioni dalla Logos Publishing srl<br />
offerto in collaborazione con Country Style<br />
NIDO IN ALGHE<br />
Il nido misura 23 x 25 cm e fa parte della linea<br />
“Best for Birds”, una collezione completa<br />
di cassette, nidi, mangiatoie e accessori<br />
per uccelli e altri animali selvatici.
VERDE ALLA<br />
FINESTRA<br />
giochi verdi<br />
DI ELIANA CONTRI E ERMES LASAGNI<br />
118<br />
Fuori fa freddo e piante come i<br />
gerani e le fucsie che vivono in<br />
vaso ora sono spoglie e sono state<br />
messe al riparo dal gelo; così le<br />
finestre in questo periodo sono<br />
senza verde e senza fiori. Però,<br />
all’interno della casa, su di un<br />
davanzale esposto alla luce, con<br />
pochissimo lavoro si possono<br />
preparare dei mini-giardini che<br />
rallegreranno le finestre in attesa<br />
della primavera
1Per dei mini-giardini occorrono alcuni<br />
contenitori, ad esempio dei vecchi piatti,<br />
un vassoio, dei bicchieri o delle ciotole e<br />
poi un po’ di terriccio e qualche manciata<br />
di semi: mais, fagioli, soia, piselli…<br />
3Ricopri i semi con un velo di terriccio e<br />
premi con il palmo della mano per<br />
fissarli bene, in modo che non si<br />
muovano al momento dell’annaffiatura.<br />
5Metti i contenitori davanti alla finestra ma<br />
non al sole diretto e vedrai che fagioli e<br />
soia in due o tre giorni cominceranno a<br />
germogliare: per prime spunteranno le<br />
radichette che affonderanno nel terriccio…<br />
2Metti uno strato di terriccio alto circa 3-4<br />
cm sul fondo del contenitore e sopra spargi<br />
i semi: devono essere vicini vicini e<br />
formare una specie di tappeto senza buchi.<br />
4Innaffia con cura sino a inumidire bene il<br />
terriccio. Siccome i semi devono restare<br />
sempre umidi, ripeti l’annaffiatura più<br />
volte al giorno usando uno spruzzatore.<br />
6… poi cominceranno ad allungarsi gli steli<br />
con le foglie e presto si formeranno dei<br />
mini-boschetti. Se accosti i contenitori<br />
puoi formare un giardino in miniatura.<br />
119 giochi verdi
Giocare al giardino<br />
2006<br />
del Festival di<br />
L’edizione<br />
Chaumont ha<br />
proposto il tema del<br />
gioco nel giardino e<br />
con il giardino. Progetti<br />
vegetali per visitatori<br />
felici, liberi di giocare<br />
in giardini di fiabe, con<br />
tutte le emozioni insite<br />
nel divertimento: l’aspettativa,<br />
il mistero, la<br />
sorpresa, l’incanto, la<br />
gara. Progetti che hanno<br />
reso gli ospiti partecipi<br />
al gioco dei paesaggi<br />
interattivi e regalato<br />
nuovi spunti per giardini<br />
diversi.<br />
A Chaumont 2006<br />
attualità verdi<br />
120<br />
TESTO E FOTO<br />
DI PATRIZIA<br />
SPINELLI<br />
NAPOLETANO<br />
La scacchiera di Alice<br />
Alice dall’altra parte dello specchio ispira un ridente<br />
gioco di scacchi metallici giganti in movimento su una<br />
scacchiera di composizioni floreali in rosso e bianco,<br />
asparago, lobelia, Miscanthus, Stipa, salvia e surfinie.<br />
Il giardino si anima con l’azione dei giocatori, vero<br />
paesaggio in movimento costantemente modificato.<br />
REALIZZATO DA MICROCLIMAX: BENJAMIN JACQUEMET E<br />
CAROLYN WITTENDAL (FRANCIA)
Giocare a nascondino all’ombra delle stravaganze<br />
Ecco una foresta immaginaria, di silhouettes dalle<br />
forme strane: lupi, gatti cani, farfalle, coccodrilli.<br />
Zucche e pomodori annidati fra i rami, le silhouettes<br />
diventano alberi-legumi e ai loro piedi fioriscono<br />
rabarbari, Macleya, angeliche, dature, passiflora e<br />
inquietanti Aristolochia macrophylla. Dappertutto<br />
specchi prolungano e confondono i limiti di questo<br />
piccolo giardino della fantasia: ci si perde fra forme<br />
e riflessi, tra il vero e il falso…<br />
REALIZZATO DA ARPENTS PAYSAGES: LAURENCE KAISER<br />
GRUBER, CHRISTINE ALBAN E SARAH LETERRIER (FRANCIA)<br />
Rovescio<br />
o dritto<br />
Rovescio o<br />
dritto? Curioso<br />
giardino<br />
bipolare con un<br />
lato… rovescio<br />
a significare con<br />
ombra, pietre<br />
disordinate,<br />
bambù, liane ed<br />
erbe irsute<br />
(Parthenocissus,<br />
amaranto ecc.)<br />
il senso della<br />
perdita, mentre<br />
il lato… dritto è espresso da un giardino<br />
luminoso assolato e fiorito da papaveri, gerani,<br />
ipomea, russelia, zinnie e tagete che esprime la<br />
felicità d’aver saputo superare le paure e vinto<br />
la partita.<br />
REALIZZATO DA: DÉBORAH BOCQUET, LÉONARD<br />
CATTONI (STUDENTI ALLA SCUOLA DI BREUIL), CON<br />
IL SOSTEGNO DELLA CITTÀ DI PARIGI E DELL’ECOLE<br />
DE BREUIL (FRANCIA)<br />
Trottolare!<br />
Vertigine del turbinio, delle feste di<br />
fiera, in questo insolito, coloratissimo<br />
giardino ruotano bambini e piante.<br />
Mulinelli, trottole e piattelli dei giardini<br />
pubblici sono stati maliziosamente<br />
trasformati in giochi. Il giardino si<br />
mette in moto, poco a poco, sempre più<br />
velocemente, le forme si fondono, i<br />
rumori si confondono, i colori di<br />
Myosotis, salvie, festuca, Miscanthus e<br />
viole si mescolano e i giocatori sono<br />
portati via dal movimento.<br />
REALIZZATO DA: ANNE-MARIE ARBEFEUILLE,<br />
ELIANE CUMET E GÉRARD PONTET (FRANCIA)<br />
121 attualità verdi
attualità verdi<br />
Giochi di ruolo nella prateria<br />
Qui si diventa lillipuziani per penetrare<br />
l‘evasione immaginaria nel mondo<br />
infinitamente piccolo di un prato. Guidati da<br />
uno stelo, si penetra la corolla purpurea di un<br />
fiore da cui sbuca una farfalla e intorno<br />
Myosotis, narcisi, agli giganti, convolvoli, lino<br />
rosso e Helianthus fioriscono sotto ragnatele<br />
gigantesche come inquietanti nidi di ragno…<br />
lo spaesamento e il cambio di scala fanno<br />
gioco e un po’ paura.<br />
REALIZZATO DA: STEFANO BONADONNA, MARIE-<br />
SABINE GOURIOU, VIRGINIE ORT E LUC RICHARD<br />
(FRANCIA)<br />
Il gioco dell’Oca<br />
122<br />
Il gioco dell’Oca è come la<br />
vita: pericoli, casualità,<br />
felicità, progresso, scelte…<br />
propone il piacere di vivere<br />
qualche peripezia senza<br />
conseguenze in un giardino<br />
bianco di pervinca, dicentra,<br />
rose rampicanti ‘New<br />
Dawn’, Myosotis alpestri,<br />
Gaura, Cosmos, clematidi,<br />
santolina, salice e Aster<br />
candidi come il piumaggio<br />
dell’oca. Il piacere di<br />
mettersi in gioco… un<br />
califfo preferiva quello<br />
d’azzardo agli scacchi: «se<br />
perdo posso sempre<br />
accusare il fato».<br />
REALIZZATO DA: LUDOVIC<br />
BIAUNIER E RODOLPHE<br />
CHEMIÈRE, CON IL SOSTEGNO DI<br />
ERIC BERNARD (FRANCIA)
Ventaglio sinestetico<br />
Baudelaire scrisse «la natura è un tempio in<br />
cui colonne viventi emettono parole<br />
confuse». Questo giardino sollecita i sensi<br />
del visitatore in un gioco di percezioni<br />
sensoriali – appunto sinestesie – e di<br />
associazioni. «Profumi e colori di clematidi,<br />
viti, aromatiche, gelsomini e Parthenocissus<br />
quinquefolia e suoni» conducono attraverso<br />
un ventaglio di pareti elusive, sipari mobili,<br />
quinte sonore fino al proprio riflesso nello<br />
stagno di Narciso, che gli sussurra come<br />
tutto parli solo di lui.<br />
REALIZZATO DA: FRANCESCA E ANNACATERINA<br />
PIRAS (ITALIA)<br />
Giocate come vi piace!<br />
Questo giardino-teatro, in cui il visitatore è attore<br />
e spettatore, è una successione di<br />
decori scorrevoli organizzati in scene e<br />
ambienti di fioriture. Quelle rosse e<br />
gialle evocano la porpora e l’oro dei<br />
teatri barocchi; buddleie ed eliotropi –<br />
per attirare le farfalle – simboleggiano<br />
l’effimero del teatro mentre mostarda,<br />
cavoli e cappuccine rifocillano i<br />
bruchi. Forse anche qui Carroll ha<br />
lasciato la sua impronta irridente…<br />
REALIZZATO DA: CÉLINE DODELIN,<br />
MATTHIEU LANHER E FRANÇOIS WATTELLIER<br />
(FRANCIA)<br />
Swings<br />
Come nella villa di Adriano, vicino a Roma, dove<br />
nello stagno circolare<br />
sorge un padiglione<br />
che sembra galleggiare<br />
oltre la realtà, così<br />
“Swings”, il giardino<br />
con il padiglione<br />
«delle oscillazioni», è<br />
l’incanto delle<br />
memorie di fanciullo<br />
al centro di uno<br />
stagno popolato<br />
dall’ondeggiare delle<br />
altalene e da un<br />
piccolo giardino con<br />
cestoni assolati di<br />
lavande, caprifogli e<br />
petunie e, nell’ombra,<br />
muschi, edere e<br />
licheni. Profumi e<br />
dondolii dell’infanzia<br />
tutti da giocare.<br />
REALIZZATO DA EXTRA<br />
PAESAGGIO: FRANCESCO RICCARDO GHIO, FEDERICA BENELLI,<br />
VINCENZO DI SIENA E STEFANIA LORENZINI (ITALIA)<br />
123 attualità verdi
attualità verdi<br />
Did you say pig or fig?<br />
Le ingannevoli sembianze e il titolo del giardino<br />
alludono ai dialoghi surreali tra Alice e il Gatto a<br />
Strisce nel Paese delle Meraviglie, personaggio<br />
che riassume lo spirito faceto, illusorio e<br />
intrigante di questo giardino; con la scivolata del<br />
toboga che fa atterrare in un mondo onirico,<br />
Niente paura<br />
Il bosco è oscuro, bosco d’ombre popolato di spettri e<br />
mostri che riporta ai terrori dell’infanzia quando<br />
avere/fare paura era parte del gioco. Alla fine del bosco,<br />
fra felci, alchemilla, primule, papaveri, Thumbergia alata,<br />
Stipa, Laurus nobilis e timo, si approda finalmente nella<br />
radura assolata e il premio dell’ansia è far<br />
deliziosamente rabbrividire gli altri gridando, cantando,<br />
soffiando, facendo rumori rochi e inquietanti attraverso<br />
lunghi e torti tubi d’oro che solcano la foresta.<br />
REALIZZATO DA: YVES ROLIN E ADÉLAÏDE FICHE (STUDENTI ALLA<br />
SCUOLA DI ARCHITETTURA DI BRETAGNA, À RENNES), CON IL<br />
SOSTEGNO DELL’INSEGNANTE LOUIS-MICHEL NOURRY (FRANCIA)<br />
124<br />
fantasmagorico di specchi riflettenti che attraggono<br />
in curiosi paesaggi fra catalpe, brugmansie, strelitzie<br />
giganti, rampicanti fitti e la vegetazione<br />
lussureggiante di banani e piante tropicali.<br />
REALIZZATO DA HAUTES SCENES: ALICE ROUSSILLE, VALÉRIE<br />
CROUSLÉ, LAURENCE GARFIELD E ALEXANDRA TOROSSIAN<br />
(FRANCIA)<br />
Il “panpano” sull’acqua<br />
Il “gioco della settimana”, o<br />
panpano, affiora al centro di<br />
uno stagno, ogni salto sulle<br />
caselle provoca fiori d’acqua,<br />
pioggia, bolle, vapore, getti…<br />
memoria di giardini e fontane<br />
monumentali e semplice gioco<br />
d’infanzia giocato fra l’asfalto,<br />
sotto un argine, in un cortile;<br />
universo fluttuante, fra<br />
Gunnera manicata, giunchi,<br />
Equisetum, Hosta, Iris<br />
germanica, Pontederia, agapanti<br />
e Cyperus, di una bimba che<br />
salta le caselle per raggiungere<br />
il cielo… a suo rischio e<br />
pericolo.<br />
REALIZZATO DA: PIERRE LUU E<br />
CHRISTIAN QUI (FRANCIA)
Flower’n’roll<br />
Sette enormi palloni con i colori dell’arcobaleno<br />
rullano lungo parallele in questo giardino pensato per<br />
evocare un gioco fra viali di basalto nero e gruppi di<br />
vegetali monocromatici verde scuro e chiaro (edera,<br />
tasso, bosso, lauro, cipresso, caprifoglio, alchemilla e<br />
Hemerocallis). L’esagerazione è la componente del<br />
divertimento fra queste leggere rocce di Sisifo che<br />
rammentano come la vanità del gioco e quella del<br />
giardino non hanno mai fine.<br />
REALIZZATO DA DUTERTRE & ASSOCIE(E)S: PHILIPPE E<br />
GRÉGORIE DUTERTRE E ARNAULD DELACROIX (FRANCIA)<br />
Chaumont-sur-Loire<br />
www.chaumont-jardin.com<br />
Il gioco della Venere e del caso<br />
Sulla superficie di uno stagno affiorano e vanno<br />
alla deriva fra la vegetazione acquatica di ninfee,<br />
canne, Thalia, Equisetum, Cordyline, Pontederia,<br />
Tipha e giunco, le tessere di un puzzle gigante che<br />
rappresenta la Venere del Botticelli, nata dal mare,<br />
portata da una conchiglia e spinta alla riva dai<br />
venti, gli stessi venti che giocano e muovono le<br />
tessere impedendo ai giocatori di finire il puzzle.<br />
REALIZZATO DA: DIMITRI XENAKIS E MARO AVRABOU<br />
(FRANCIA)<br />
125 attualità verdi
Il concetto di giardino<br />
è quasi sem-<br />
DI ERALDO ANTONINI<br />
pre legato all’artificio:<br />
quando si impianta<br />
un giardino si ricercano effetti<br />
estetici e talvolta utilitaristici (produzione<br />
di frutti), spesso senza tenere<br />
conto delle potenzialità ecologiche e<br />
ambientali che un giardino può avere.<br />
Soprattutto in ambito urbano e perturbàno,<br />
dove gli spazi naturali scarseggiano,<br />
ma anche in campagna, un<br />
giardino, se opportunamente progettato,<br />
può diventare una sorta di “area<br />
rifugio” per dare ospitalità e riparo a<br />
una fauna sempre più in difficoltà a<br />
causa dell’avanzare delle opere edili e<br />
stradali e dell’uso di pesticidi.<br />
Spesso non si pensa che il giardino ha<br />
in sé una componente animale formata,<br />
soprattutto, da individui di piccole<br />
dimensioni che spesso sfuggono all’osservazione.<br />
Ci si accorge della presenza<br />
di animali solo quando compaiono<br />
insetti nocivi che danneggiano le piante.<br />
Ma in realtà questi sono la punta di<br />
un iceberg, spesso squilibrato da una<br />
cattiva gestione o dalla presenza di<br />
piante non idonee al luogo. Le specie<br />
alloctone (provenienti da luoghi lontani)<br />
non naturalizzate trovano condizioni<br />
ambientali non ottimali, e quindi<br />
sono più deboli e più soggette all’attacco<br />
dei parassiti. I trattamenti chimici,<br />
poi, tendono a ridurre la popolazione<br />
animale e quindi anche gli animali utili,<br />
che potrebbero contenere le popolazioni<br />
di quelli dannosi.<br />
La prima mossa per un giardino “rispettoso<br />
dell’ambiente” è la scelta di<br />
piante sia autoctone (tipiche del luogo)<br />
sia alloctone naturalizzate o spontaneizzate<br />
(che si adattano perfettamente<br />
alle condizioni ambientali locali). Tuttavia<br />
per favorire la presenza di fauna<br />
questo non è sufficiente: occorre infatti<br />
oltre il giardino<br />
• Oltre il giardino •<br />
Un piccolo Eden<br />
Il giardino e l’ambiente naturale<br />
utilizzare, in giardino, piante che diano<br />
alimento e rifugio ai piccoli animali. Per<br />
esempio occorre inserire piante nettarifere<br />
che permettano la sopravvivenza<br />
di farfalle e insetti impollinatori. Oltre a<br />
ciò bisogna evitare in generale di eseguire<br />
trattamenti chimici, ma se proprio<br />
si è costretti è assolutamente necessario<br />
non distribuire insetticidi quando le<br />
piante sono in fioritura perché si rischia<br />
di eliminare anche gli insetti impollinatori<br />
e le farfalle. Ci sono, inoltre, numerosi<br />
uccelli e piccoli animali che si nutrono<br />
di insetti e quindi sono utili per il<br />
contenimento anche degli insetti dannosi:<br />
per esempio pettirosso, merlo, fringuello,<br />
verdone, ciuffolotto, ragni, rane<br />
e rospi, ricci, orbettini, toporagni. Ecco<br />
quindi l’importanza di dotare il giardino<br />
di specie che offrano nutrimento e<br />
rifugio alla componente faunistica. Si<br />
ricorre, infatti, ai cosiddetti arbusti e<br />
alberi “da bacca”, intervallati ad arbusti<br />
sempreverdi, che diano riparo anche in<br />
inverno. Il giardino, in questo caso, non<br />
diventa solo un ornamento della casa,<br />
ma anche un piccolo Eden che contribuisce<br />
alla salvaguardia di specie animali<br />
a rischio di estinzione.<br />
126<br />
FORNACIARI
BAKKER ITALIA<br />
Lurate Caccivio (Co)<br />
tel. 031 49 91 55 / 031 39 07 44<br />
servizio-clienti@bakker-it.com<br />
www.bakker-it.com<br />
B.M.R. ROSE MEILLAND<br />
Camporosso Mare (Im)<br />
tel. 0184 25 32 32<br />
info@meilland.it<br />
www.meilland.it<br />
BAYER GARDEN<br />
Milano<br />
tel. 02 397 21<br />
www.bayercropscience.it<br />
CIFO<br />
San Giorgio in Piano (Bo)<br />
tel. 051 665 55 11<br />
info@cifo.it<br />
www.cifo.it<br />
COMPO<br />
Cesano Maderno (Mi)<br />
tel. 0362 51 21<br />
www.compoagricoltura.it<br />
DAKU ITALIA<br />
San Donà di Piave (Ve)<br />
tel. 0421 518 64<br />
daku@daku.it<br />
www.daku.it<br />
Mostra fotografica di<br />
<strong>Giardini</strong><br />
Foto scattate in un giardino<br />
dell’isola di Mauritius,<br />
località Le Morne,<br />
da Monica Solari (Pc)<br />
DAVID AUSTIN ROSES<br />
Albrighton, Wolverhampton (Regno Unito)<br />
tel. 0044 1902 37 63 72<br />
italiano@davidaustinroses.com<br />
www.davidaustinroses.com<br />
PERLITE ITALIANA<br />
Corsico (Mi)<br />
tel. 02 440 70 41<br />
info.com@perlite.it<br />
www.perlite.it<br />
POLIFLOR<br />
Faenza (Ra)<br />
tel. 0546 441 54<br />
info@poliflor.net<br />
www.poliflor.it<br />
Indirizzario<br />
SEPRAN<br />
Isola Vicentina (Vi)<br />
tel. 0444 97 65 62<br />
sepran@sepran.com<br />
www.sepran.it<br />
VALAGRO<br />
Atessa (Ch)<br />
tel 0872 88 13 13<br />
n. verde 800 25 93 28<br />
info@garden.valagro.com<br />
www.valagro.com<br />
VIVAIO GUIDO DEGL’INNOCENTI<br />
Tavarnuzze (Fi)<br />
tel. 055 237 45 47<br />
info@vivaiodeglinnocenti.com<br />
www.vivaiodeglinnocenti.com<br />
127 indirizzario
Nel prossimo numero<br />
Ambiente<br />
Energia rinnovabile<br />
Pianta vedette<br />
Pratoline, non solo nei prati<br />
Giardinaggio pratico<br />
La fabbrica dei fiori,<br />
perenni da recidere<br />
Aiuola del mese<br />
La siepe di pianura<br />
Piante spontanee<br />
Corydalis: piccola, discreta e insolita<br />
Piante in giardino<br />
Giardinaggio in contenitore<br />
Agricoltura biodinamica<br />
L’utilizzo dei materiali vulcanici<br />
Orticoltura<br />
La coltivazione del pisello<br />
Frutticoltura<br />
Un frutteto in miniatura<br />
Cura della pianta<br />
Peronospora della viola<br />
Macchie necrotiche sulla calla<br />
Benessere con le piante<br />
Le piante depurative<br />
Come si fa<br />
Una tinozza per le fragole<br />
Amici animali<br />
Farfalle diurne<br />
Itinerari verdi<br />
L’orto-giardino di una fattoria<br />
in Borgogna<br />
La Mansonière: dieci piccoli giardini<br />
Marzo<br />
& Ambiente<br />
Direttore di testata: Donatella Forni dforni@logos.net<br />
Coordinatore tecnico scientifico: Eraldo Antonini eantonin@logos.net<br />
Art director: Daniele Bini<br />
Collaborazione grafica: Roberto Vergara<br />
Correzione bozze: Daniele Bini<br />
Comitato di redazione:<br />
Riccardo Albericci<br />
curatore giardino Durazzo Pallavicini<br />
Maria Grazia Bellardi<br />
fitopatologo docente della Facoltà<br />
di Agraria Università di Bologna<br />
Alessandro Bertolini<br />
specialista in tappeti erbosi<br />
Renato Comin<br />
arboricoltore<br />
Paolo Cottini<br />
fotografo botanico<br />
Giustino De Lorenzo<br />
fotografo<br />
Hanno collaborato a questo numero:<br />
Maria Grazia Bellardi, Alessandro Bertolini, Daniele Bini, Rosalba Caffo Dallari, Manuela Cerri, Eliana Contri, Paolo<br />
Cottini, Silvano Cristiani, Veronica De Micco, Maria Ottavia De Petri, Anna Maria Fabbri, Mario Ferrari, Massimo<br />
Fornaciari, Alessandro Mesini, Paolo Pistis, Giancarlo Pozzi, Patrizia Spinelli Napoletano, Mario Vietti, Francesco<br />
Vignoli, Maurizio Zarpellon<br />
Fotografi:<br />
Maria Grazia Bellardi, Manuela Cerri, Paolo Cottini, Mario Ferrari, Massimo Fornaciari, Dario Fusaro, Mario Giannini,<br />
Alessandro Mesini, Paolo Pistis, Patrizia Spinelli Napoletano, Francesco Vignoli, Maurizio Zarpellon<br />
Disegni:<br />
Daniela Baldoni, Claudio Cristiani, Gabriella Gallerani, Ermes Lasagni, Marcello Parisini, Marisa Tirabassi Comboni<br />
Copertina: Massimo Fornaciari<br />
SONO PRESENTI IN QUESTO NUMERO<br />
Copertina:<br />
II VIGORPLANT<br />
III ESTERNO CASA<br />
IV MANNA<br />
84 AQUILUS PISCINE<br />
2BAYER<br />
Carlo Del Prete<br />
professore di Botanica Università<br />
di Modena e Reggio Emilia<br />
Mario Ferrari<br />
fitoiatra ed entomologo, docente<br />
dell’Istituto Tecnico Agrario di Reggio<br />
Emilia e della Facoltà di Agraria<br />
dell’Università di Modena e Reggio<br />
Emilia<br />
Massimo Fornaciari<br />
agronomo esperto in frutticoltura<br />
Patrizio Giulini<br />
Comitato nazionale per i giardini storici<br />
BBAACC<br />
53 BMR ROSE<br />
64 CIFO<br />
25 COMPO<br />
59 COMPO<br />
33 FACCO<br />
67 GREEN SERVICE<br />
62 JOHN DEERE<br />
Distributore esclusivo per l’Italia:<br />
Parrini & C. SpA<br />
Roma - via Vitorchiano, 81 - Tel. 06 33 45 51 - Fax 06 33 45 55 00<br />
Milano - viale Forlanini, 23 - Tel. 02 75 41 71 - Fax 02 76 11 90 11<br />
UFFICIO PUBBLICITÀ<br />
Direzione: Marie Louise Moro - Tel. 059 41 25 33 - Fax 059 41 26 23 - mmoro@logos.net<br />
Segreteria: Nicoletta Gasparini - Tel. 059 41 26 36 - Fax 059 41 26 23 - ngaspari@logos.net<br />
Segreteria: Giulia Barbati - Tel. 059 41 26 74 - Fax 059 41 26 23 - gbarbati@logos.net<br />
RETE VENDITA PUBBLICITÀ<br />
Lombardia, Piemonte: Rosanna Andreucci - Serel sas - Tel./Fax 035 494 87 31 - cell. 348 566 53 18 - e-mail: serel-serel@tiscali.it<br />
Toscana, Lazio, Marche, Umbria: Giovanna Gelli - Tel. / Fax 055 66 19 01 - cell. 339 433 95 52 - e-mail: giovannagelli@infinito.it<br />
Triveneto, Emilia Romagna: Sara Pelotti - Tel. / Fax 051 26 45 01 - cell. 338 995 25 54 - e-mail: sapelott@tin.it<br />
© Copyright 2000/2007 - Logos Publishing srl. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione<br />
può essere riprodotta con mezzi grafici o meccanici quali la fotoriproduzione, la registrazione, la diffusione in internet o qualsiasi altra forma.<br />
41100 MODENA via Curtatona, 5/2 - Tel. 059 41 25 48 - Fax 059 41 24 36 - giardini@logos.net<br />
Ufficio abbonamenti e arretrati: Tel. 059 41 26 29 - abbonamenti.giardini@logos.net<br />
www.giardini.biz<br />
Alessandro Mesini<br />
agronomo alimentarista<br />
Paolo Milani<br />
giornalista del verde<br />
Riccardo Motti<br />
curatore Orto Botanico<br />
di Portici (Na)<br />
Marcello Parisini<br />
agronomo<br />
Antonio Ricchiari<br />
Istituto Collegio Nazionale Istruttori<br />
Bonsai & Suiseki<br />
Maurizio Vecchia<br />
esperto di flora esotica<br />
10 MODENANTIQUARIA<br />
86 OBI<br />
45 STIHL<br />
23 VIVAIO GUIDO<br />
DEGL’INNOCENTI<br />
Mensile - Anno 21 - n° 224 gennaio-febbraio 2007<br />
Direttore Responsabile: Antonio Vergara Meersohn<br />
Direzione e Amministrazione: Logos Publishing srl - via Curtatona 5/2 - 41100 Modena Tel. 059 41 25 48 - Fax 059 41 24 36<br />
Aut. Trib. Modena n. 817 del 10/5/1986 Iscritto al R.O.C. con il n. 7727 ISSN 0394/0853 Sped. A.P. Comma 26 Art. 2 - L. 549/95 Aut. Filiale Epi Modena<br />
Fotolito: Paganelli Litoincisa, Modena - Stampa roto-offset: Grafica Editoriale, Bologna<br />
Editore: Mauro Cagnoni