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PISTIS<br />
ANTONINI<br />
Le BIOMASSE<br />
per la produzione<br />
di energia<br />
Il rincaro continuo dei prezzi degli idrocarburi<br />
e il loro possibile esaurimento in virtù di una<br />
continua estrazione, ha indirizzato l’attenzione<br />
verso fonti alternative di approvvigionamento<br />
energetico: dal ritorno allo sfruttamento di energia<br />
solare ed eolica, alla produzione di energia nucleare.<br />
Negli ultimi tempi l’attenzione si è concentrata sulle<br />
cosiddette biomasse che sono materiali organici di<br />
tipo non fossile, a differenza degli idrocarburi presenti<br />
negli strati profondi della terra, che sono anch’essi di<br />
origine biologica ma di “antica” formazione.<br />
L’impiego della biomassa finalizzata alla produzione<br />
energetica ha degli indiscutibili vantaggi, quali proficuo<br />
utilizzo dei rifiuti organici, riduzione delle emissioni di<br />
zolfo, rinnovabilità anche in tempi brevi (si pensi ai<br />
rifiuti organici). Una strada sicuramente da percorrere.<br />
ambiente<br />
38<br />
TESTO DI<br />
ERALDO ANTONINI<br />
FOTO DI<br />
ERALDO ANTONINI<br />
E PAOLO PISTIS<br />
Che cos’è la biomassa?<br />
La biomassa deriva da una produzione recente che, il<br />
più delle volte, rappresenta un problema, in quanto<br />
classificata come rifiuto. Infatti, la biomassa può derivare<br />
dagli scarti dell’industria di trasformazione dei<br />
prodotti agricoli, dai residui organici degli allevamenti<br />
zootecnici, dai residui della produzione agricola<br />
e di quella forestale, dal materiale di risulta dei<br />
giardini privati e delle aree verdi pubbliche (sfalci del<br />
prato, residui di potatura, abbattimenti), dalla componente<br />
organica dei rifiuti domestici, dai residui<br />
della lavorazione del legno. Oltre a questi scarti, la<br />
biomassa può essere formata da coltivazioni agrarie o<br />
forestali espressamente indirizzate a questa finalità.<br />
Anche il giardino può essere utile<br />
La biomassa può fornire energia attraverso diversi<br />
processi che richiedono, a loro volta, un maggiore o<br />
minore apporto energetico per essere attivati e completati.<br />
La forma più diretta per produrre calore è<br />
quella della combustione. A questo riguardo l’impiego<br />
di termocamini (per singole abitazioni private) consente<br />
di bruciare la legna, con un alto rendimento termico<br />
rispetto il camino tradizionale, utilizzando<br />
anche residui del giardino, legno derivante da abbattimenti<br />
e potature. Se l’area del giardino fosse sufficientemente<br />
ampia si potrebbe destinarne una parte<br />
alla creazione di un boschetto da cui attingere la<br />
materia prima per l’alimentazione del camino. Nel<br />
caso dell’utilizzo di caldaie per riscaldamento industriale<br />
la combustione può essere finalizzata alla formazione<br />
di vapore, a sua volta sfruttabile in un ciclo<br />
termodinamico in grado di produrre energia elettrica.<br />
Biomasse di altra derivazione<br />
Dai residui organici derivanti dagli allevamenti zootecnici<br />
ma anche dall’industria agroalimentare o urbani<br />
(acque nere), tramite un processo di fermentazione in<br />
assenza di ossigeno si ottiene il metano (oltre ad anidride<br />
carbonica). Altri processi sono dati, ad esempio, dalla<br />
cosiddetta termovalorizzazione, dalla pirolisi (decomposizione<br />
termochimica), dalla carbonizzazione (che porta alla<br />
formazione di carbone). Esistono poi altre possibilità di<br />
ottenere energie alternative, quali ad esempio la produzione<br />
di combustibili liquidi derivanti da colture agrarie<br />
come soia, colza, girasole e sorgo, frontiera in cui l’Italia<br />
si era già cimentata con l’Enichem.