Dossier Bernard Zadi Zaourou, quelques mois après ... - RiMe - Cnr

Valeria Deplano
fondire lo studio e conoscenza dellʹAfrica, dopo il 1947 viene comple‐
tamente a mancare il proposito di connettere il lavoro scientifico al‐
lʹazione di governo, e di finalizzarlo a più ampi obiettivi di forma‐
zione ed educazione nazionale come la Società aveva aspirato e pro‐
vato a fareper tutto il ventennio.
Educare allʹoltremare.
Lʹazione del regime nei confronti degli ambienti colonialisti, spesso
castrante, è di volta in volta dettata dal mutare delle condizioni in‐
terne dellʹItalia e dalla direzione assunta della politica coloniale. Co‐
me si è visto, i due momenti di maggiore attrito tra la Società e il go‐
verno coincidono il primo con lʹavvio del processo di totalitarizza‐
zione dello Stato e con lʹinaugurazione di una politica colonialista
aggressiva; il secondo con la fase di «costruzione dellʹImpero» a cui
deve corrispondere un salto di qualità della vita dellʹintero Paese. Nei
propositi di Mussolini lʹedificazione dellʹimpero nella testa degli ita‐
liani deve essere parallela al popolamento e alla valorizzazione dei
possedimenti in Africa.
Due sono gli ordini di necessità cui unʹadeguata educazione deve
fare fronte: creare una coscienza coloniale diffusa, che consenta sia di
avvicinare la nazione al regime, sia di educare gli italiani a sentirsi
orgogliosi, forti, lavoratori e, non ultimo, superiori; e creare delle
classi dirigenti ricettive nei confronti della politica coloniale, e forma‐
te per un eventuale impiego oltremare.
La Società Africana dʹItalia agisce in entrambe le direzioni, dedi‐
cando una parte consistente delle proprie iniziative allʹeducazione e
intervenendo costantemente nel dibattito che si sviluppa intorno alla
necessità di una specifica istruzione coloniale.
Per la “colonizzazione” dellʹistruzione: manuali e università
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