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"Tempi e spazi delle comunità straniere a Sesto San Giovanni" I ...

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"<strong>Tempi</strong> e <strong>spazi</strong> <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni"<br />

Piano dei <strong>Tempi</strong> e degli Orari (PTO)<br />

Progetti di Quartiere - 2004<br />

Progetto promosso dall’Assessorato <strong>Tempi</strong> e Orari della città<br />

in collaborazione<br />

con l’Assessorato Servizi alla Persona e Promozione Sociale, Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />

Dossier conclusivo<br />

I risultati della ricerca-azione<br />

dicembre 2004<br />

a cura di Gisella Bassanini<br />

con la collaborazione di Eleonora Cola, Mbemba Gassama e Jacopo Umidi


INDICE<br />

Premessa<br />

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO: LE FASI, IL METODO, I RISULTATI……….p. 3<br />

Parte prima<br />

IL RACCONTO SUGLI STRANIERI RESIDENTI A SESTO…………………………….p. 6<br />

Parte seconda<br />

IL RACCONTO DEGLI STRANIERI RESIDENTI A SESTO……………………………p. 23<br />

Parte terza<br />

IL RAPPORTO CON I SERVIZI E LE STRUTTURE CITTADINE……………………..p. 33<br />

Parte quarta<br />

ALCUNI DATI SULLA PRESENZA DELLE COMUNITÀ STRANIERE …………….…p.42<br />

ALLEGATI………………………………………………………………………………………p. 78<br />

Elenco dei soggetti intervistati<br />

Scheda di presentazione del gruppo di lavoro<br />

2


PREMESSA<br />

3


Presentazione del Progetto: le fasi, il metodo, i risultati<br />

La presente ricerca-azione ha come privilegiato oggetto di indagine i cittadini stranieri che, in<br />

possesso di un regolare permesso di soggiorno, hanno ottenuto la residenza a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong><br />

Giovanni. Nessun riferimento in questo lavoro viene pertanto fatto alla realtà degli irregolari<br />

soggiornanti sul territorio comunale.<br />

Gli obiettivi prioritari dell’attività di ricerca-azione realizzata nei mesi scorsi sono stati:<br />

1. Avviare una prima indagine conoscitiva sulla presenza <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> residenti a<br />

<strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni: per capire chi sono, quanti sono, come vivono; cosa chiedono alla P.A.<br />

e alla <strong>comunità</strong> locale. Cosa vorrebbero fare e cosa vorrebbero vedere realizzato per<br />

migliorare la qualità della propria vita e quella degli altri, stranieri e italiani.<br />

Questa prima lettura della realtà sestese è stata ricostruita incrociando l’esperienza maturata<br />

in questi anni da tutti i soggetti, istituzionali e non, che in città si occupano di immigrazione<br />

con il vissuto di alcuni stranieri che a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni risiedono.<br />

2. Conoscere in modo più approfondito l’offerta e l’articolazione dei servizi e <strong>delle</strong> iniziative<br />

che a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni sono attualmente rivolte ai cittadini stranieri.<br />

3. Individuare interlocutori privilegiati e possibili “alleati di progetto” per costruire insieme<br />

azioni future e progetti di sviluppo condivisi finalizzati ad una maggiore integrazione degli<br />

stranieri nella <strong>comunità</strong> locale e per sviluppare una migliore convivenza tra le diverse culture<br />

e identità che compongono oggi il tessuto sociale cittadino.<br />

L’idea di questa iniziativa è dei cittadini che nel 2003 hanno partecipato al “Progetto Vie<br />

Bergomi/Marconi - Circoscrizione 1 Rondò –Torretta”/Progetti di Quartiere/PTO e si ritrova<br />

all’interno del “Documento finale condiviso” da loro prodotto nell’ultima fase del Progetto.<br />

La Pubblica Amministrazione in seguito ha fatto propria l’idea dando vita a questo progetto<br />

interassessorile che vede coinvolti l’Assessorato <strong>Tempi</strong> e Orari della città e l’Assessorato<br />

Servizi alla Persona, Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni.<br />

4


Il lavoro svolto si è articolato in diverse fasi che hanno prodotto i seguenti risultati:<br />

1. Un racconto sugli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong>, emerso dalle interviste in profondità -<br />

realizzate utilizzando una traccia di intervista semi-strutturata, e rivolte a testimoni<br />

privilegiati quali: rappresentanti della Pubblica Amministrazione; operatori e/o<br />

responsabili di Servizi e Strutture del Comune; rappresentanti del privato sociale, del<br />

Terzo settore, sindacato e organizzazioni di categoria. Enti e soggetti diversi che, a vario<br />

titolo, si occupano in città di immigrati (prima parte del dossier conclusivo).<br />

2. Un racconto degli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong>, emerso dalle interviste in profondità -<br />

realizzate utilizzando una traccia di intervista semi-strutturata, e rivolte ad alcuni<br />

rappresentanti <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> e a singoli cittadini stranieri che risiedono nel<br />

territorio comunale (seconda parte del dossier conclusivo).<br />

3. Una “mappa <strong>delle</strong> opportunità”, risultato di un lavoro di conoscenza e valutazione<br />

dell’offerta di Servizi attualmente rivolti ai cittadini stranieri di <strong>Sesto</strong> S. G. (terza parte del<br />

dossier conclusivo).<br />

4. Un insieme di dati statistici, elaborati e commentati, relativi alla composizione e alla<br />

presenza <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> residenti in città (quarta parte del dossier conclusivo).<br />

� Le interviste qualitative sono state effettuate nel periodo compreso tra giugno e novembre<br />

2004 da Gisella Bassanini, Eleonora Cola, Mbemba Gassama.<br />

� La parte dedicata ai Servizi e alle strutture esistenti in città e rivolte agli stranieri è stata<br />

redatta da Eleonora Cola.<br />

� I dati statistici sono stati elaborati e commentati da Jacopo Umidi.<br />

Ulteriori informazioni e materiali riferiti a questo Progetto si possono trovare c/o Gulliver<br />

Informagiovani, Via Costa 26, oppure c/o Assessorato alla Persona e alla Promozione Sociale, via<br />

Benedetto Croce, 12 - <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />

Per informazioni sui Progetti di Quartiere/PTO: www.sestosg.net/pto<br />

5


Parte prima<br />

IL RACCONTO SUGLI STRANIERI RESIDENTI A SESTO<br />

6


Questo racconto sugli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong>, è emerso dalle interviste in profondità<br />

realizzate ad alcuni testimoni privilegiati: rappresentanti della Pubblica Amministrazione;<br />

operatori e/o responsabili di Servizi e Strutture del Comune; rappresentanti del privato<br />

sociale, del Terzo settore e di organizzazioni di categoria. Enti e soggetti diversi che, a vario<br />

titolo, si occupano in città di immigrati. I soggetti intervistati sono stati 48.<br />

Gli stranieri nella città: problemi ed opportunità<br />

La realtà sestese: opinioni e percezioni del fenomeno<br />

Nel corso <strong>delle</strong> interviste, oltre a raccogliere informazioni, materiali e suggerimenti si è anche<br />

cercato di comprendere il livello di conoscenza del fenomeno e di registrare le opinioni e<br />

percezioni che sull’argomento hanno i diversi soggetti intervistati.<br />

Ne è emerso un quadro conoscitivo complessivamente disarticolato, nonostante<br />

l’Amministrazione Comunale e la città di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni da tempo siano impegnati sul<br />

tema dell’immigrazione. L’emergenza, le difficoltà e necessità contingenti, paiono prendere<br />

il sopravvento, attraendo a sé attenzioni e risorse, per lasciare inevitabilmente poco <strong>spazi</strong>o<br />

all’azione, alla conoscenza e riflessione sull’essere “cittadini stranieri in una condizione di<br />

normalità”. Anche i progetti e le iniziative che negli anni sono stati sviluppati in questo<br />

ambito sembrano risentire di questo carattere disomogeneo.<br />

“E’ sempre difficile far collaborare realtà diverse, mettere a sistema mondi<br />

tanto diversi come la Pubblica Amministrazione, le cooperative sociali, il<br />

volontariato perché ognuno vede e conosce solo il proprio pezzo. … Sono<br />

segmenti, pezzi di realtà diverse. Serve una regia, e l’unico ente che ha la<br />

titolarità per assumersi questa regia è il Comune”.<br />

“Quando si parla di stranieri a <strong>Sesto</strong> in molti pensano subito ai clandestini<br />

<strong>delle</strong> aree Falck”.<br />

“Manca una riflessione comune sul fenomeno stranieri, regolari e non…<br />

Sul tema degli stranieri siamo all’inizio. Bisogna andare al di là<br />

dell’emergenze”.<br />

“Riferirsi agli stranieri è importante e necessario, e lo sarà ancor più nei<br />

prossimi anni”.<br />

7


Gli aspetti e le problematiche che caratterizzano questo tema oltre ad essere particolarmente<br />

complesse sono in continua trasformazione, e molti sono gli aspetti di questo fenomeno<br />

ancora da indagare approfonditamente. Ciò vale non solo per gli immigrati irregolari, ma<br />

anche per chi vive da cittadino residente questa città, e che magari da anni è parte, più o meno<br />

integrata, di questa <strong>comunità</strong> locale.<br />

“In mancanza di una lettura organica dei bisogni e <strong>delle</strong> risorse si rischia<br />

di disperdere opportunità, di sovrapporsi, di fare tutti la stessa, o<br />

addirittura di farsi concorrenza”.<br />

“Lo straniero residente non è una certezza”, afferma un intervistato riferendosi ai dati<br />

statistici e al margine di inattendibilità che inevitabilmente li accompagna, e aggiunge : “I<br />

dati statistici cambiano con le sanatorie. Ci vuole tempo perché si stabilizzino”<br />

Gli stranieri residenti non sono – dunque – “una certezza” per diversi motivi, al di là dei dati<br />

statistici e <strong>delle</strong> loro fluttuazioni: perché in generale poco si sa di loro; perché il rapporto che<br />

gli stranieri intrattengono con le Istituzioni locali e i servizi offerti dal territorio sono per lo<br />

più occasionali e legati a specifiche necessità (questo aspetto verrà meglio affrontato nel<br />

dossier); perché non sempre è facile stabilire un contatto e avviare una relazione tra gli<br />

stranieri e la <strong>comunità</strong> locale di cui sono parte (si veda a proposito la premessa alla seconda<br />

parte del dossier). Infine, per usare le parole di un intervistato: “… Ci vuole tempo per gli<br />

stranieri. Il fattore “tempo” conta molto. C’è bisogno di tempo…”. Per conoscersi e costruire<br />

rapporti solidi che siano in grado di continuare e svilupparsi nel tempo.<br />

“Ogni cultura è portatrice di un diverso modo di comunicare. La<br />

comunicazione è una rappresentazione della cultura. E questo<br />

aggiunge un ulteriore elemento di difficoltà nel nostro lavoro”.<br />

Sulla qualità della vita quotidiana degli stranieri che risiedono a <strong>Sesto</strong>, e sul rapporto con la<br />

città, alcuni intervistati affermano:<br />

“Ogni straniero ha un problema particolare. Gli stranieri fanno fatica a<br />

procurarsi alcuni documenti (dal contratto d’affitto alla pianta del<br />

proprio appartamento). Sul permesso di soggiorno sono spesso in<br />

ritardo perché le stesse Questure sono in ritardo, e dunque a catena<br />

tutto slitta nel tempo. Oltre alle normali e ovvie difficoltà linguistiche ci<br />

sono problemi legati alla modulistica che, per quanto sia stata<br />

semplificata in questi ultimi anni, ancora non è la cosa più semplice<br />

del mondo... La maggior parte <strong>delle</strong> richieste sono associate<br />

all’anagrafica e riguardano la scuola, la sanità, la casa”.<br />

“Se si pensa alle strutture produttive del bresciano dove la presenza<br />

della fabbrica fordista c’è ancora, così come le forme classiche di<br />

8


organizzazione, non è difficile incontrare nei luoghi di lavoro e per<br />

esempio all’interno del sindacato, dei quadri dirigenti stranieri. In<br />

quella realtà trovi degli interlocutori stranieri che rivestono il duplice<br />

ruolo di essere portavoce dei lavoratori e punto di riferimento per le<br />

<strong>comunità</strong> di stranieri fuori dai luoghi di lavoro. Qui a <strong>Sesto</strong> la<br />

frammentazione del tessuto produttivo e la consistente presenza del<br />

terziario rendono difficile la realizzazione di un percorso analogo”.<br />

“A volte si lamentano che sono sempre in coda…”<br />

“L’organizzazione temporale della vita degli stranieri è più complessa<br />

della nostra. Per questo credo si debba cominciare a ragionare su<br />

come creare sportelli e servizi che rispondano a questa complessità,<br />

per esempio pensando anche a orari più orientati alle loro necessità”.<br />

“Ci sono stranieri che arrivano in città supportati dalle <strong>comunità</strong><br />

etniche a cui appartengono, altri che non hanno nessuno su cui<br />

contare. Anche a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni ci sono <strong>comunità</strong> forti e ben<br />

strutturate e altre deboli o del tutto inesistenti”.<br />

“Vi è una grande solitudine nella quale si ritrovano molti stranieri,<br />

donne in particolare… Soprattutto tra le donne vi è una maggiore<br />

propensione e attenzione al bisogno di comunicare, di imparare<br />

l’italiano”.<br />

“Gli stranieri, ma soprattutto le donne, denunciano un bisogno di<br />

relazione con gli altri e le altre. Un bisogno che esprimono ma che poi<br />

non sanno come risolvere. Succede che, per esempio, se le indirizzi<br />

alle associazioni del territorio poi non ci vanno. Bisogna aiutarle a<br />

tirarsi fuori, a non avere paura; a tirar fuori il meglio di sé. Ecco perché<br />

è importante sviluppare azioni di aiuto o di autoaiuto”.<br />

“In molte situazioni e luoghi si vedono prevalentemente donne, penso<br />

per esempio in Questura, in alcuni Uffici del Comune. Solo qualche<br />

anno fa non era così. Vedevi solo uomini”.<br />

“Se guardiamo agli infortuni che accadono sul lavoro, due volte su tre<br />

coinvolgono gli stranieri, Il problema degli stranieri invalidi è un<br />

problema che sta emergendo”.<br />

“Se spedisci <strong>delle</strong> lettere a stranieri il 2/3 <strong>delle</strong> lettere torna perché il<br />

nome è scritto sbagliato, oppure perché non compare sulla casella<br />

postale, o anche perché non si trova la persona nonostante risulti<br />

residente a quel indirizzo, etc. Il mezzo più veloce ed efficace è il tam<br />

tam telefonico. Non c’è straniero che non abbia un cellulare: questo è<br />

il mezzo più sicuro per contattarli.”<br />

“A volte hanno bisogno di sapere come muoversi sul territorio, di<br />

conoscere i mezzi di trasporto pubblico e i loro orari… “Tutto città” è<br />

una <strong>delle</strong> cose che fotocopiano di più”.<br />

“Gli stranieri vivono la condizione del naufrago. Di chi è spaesato”.<br />

9


L’Ufficio Stranieri del Comune, il “Coordinamento degli Uffici Stranieri” e il “Tavolo<br />

immigrazione/diritti di cittadinanza”<br />

L’Ufficio Stranieri del Comune, attivato nel 1992 e che dal 1995 ha una propria e autonoma<br />

collocazione e organizzazione, è l’unica struttura su tutto il territorio sestese specificatamente<br />

dedicata agli stranieri. Da alcuni mesi la parte legata all’anagrafica non è più svolta<br />

direttamente dallo Sportello Stranieri ma dall’Ufficio Anagrafe.<br />

“ La scelta di separare dal Settore Anagrafe le pratiche degli stranieri<br />

è nata dalla consapevolezza che la parte anagrafica rappresentasse<br />

anche un importante momento di contatto tra la Pubblica<br />

Amministrazione e gli stranieri: un momento di ascolto ed anche di<br />

orientamento della domanda espressa dai cittadini stranieri. Questa<br />

attività è stata possibile per tutto un certo periodo. Poi, la richieste di<br />

residenza è diventata altissima e di conseguenza tutto è passato in<br />

secondo piano”.<br />

“Va riqualificato lo Sportello Stranieri perché i numeri di questi anni,<br />

che sono diventati altissimi, lo hanno saturato, intasato da<br />

incombenze di tipo anagrafico (certificati per la residenza, etc.,)”.<br />

“L’aver in passato unito la parte sociale con l’anagrafica ha generato<br />

diversi problemi sia dal punto di vista concettuale che gestionale…In<br />

questo nuovo modo si ha uno sportello dedicato agli stranieri dentro<br />

all’Anagrafe che tra l’altro ha un orario di sportello più esteso che<br />

comprende anche il sabato…Il Comune potrà così ripensare al<br />

Servizio Stranieri, rioccuparsi degli aspetti sociali e anche per gli<br />

stranieri sarà più facile ottenere informazioni ora che l’anagrafica non<br />

monopolizza più l’attività dello sportello”.<br />

Dal mese di settembre 2004, <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni fa parte del “Coordinamento degli Uffici<br />

Stranieri” istituito dal Comune di <strong>San</strong> Donato Milanese, che vede tra gli altri la partecipazione<br />

<strong>delle</strong> municipalità di Cinisello Balsamo, <strong>San</strong> Giuliano Milanese, Pioltello, Rozzano, Segrate,<br />

Pieve Emanuele, che si riuniscono periodicamente per confrontarsi, condividere e trovare<br />

nuove soluzioni in materia.<br />

Il “Tavolo immigrazione/diritti di cittadinanza” è invece un strumento tecnico che esiste ai<br />

sensi della legge 328 con la finalità della programmazione partecipata che è quella di<br />

contribuire alla stesura del Piano di Zona ed essere organo fondamentale nel suo<br />

monitoraggio e nella sua valutazione. A seguito della presenza di un consistente numero di<br />

cittadini stranieri regolari presenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni, e dei problemi legati all’occupazione<br />

<strong>delle</strong> aree dismesse da parte di alcuni immigrati irregolari, la Pubblica Amministrazione<br />

alcuni mesi fa ha deciso di affiancare ai Tavoli già esistenti, uno Tavolo legato alla<br />

10


programmazione partecipata dei servizi a favore degli stranieri. Al Tavolo non partecipano le<br />

<strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> perché in fase di costituzione dei Tavoli e di definizione del sistema di<br />

governance del Piano di Zona questi hanno una composizione preminentemente tecnica. Di<br />

conseguenza, anche il Tavolo tecnico immigrazione/diritti di cittadinanza vede il contributo di<br />

soggetti gestori di servizi e progetti sociosanitari a cui si rivolgono cittadini stranieri regolari e<br />

irregolari.<br />

“Sul tema del coordinamento penso che la regia spetti alla Pubblica<br />

Amministrazione, una regia che tenga insieme anche realtà tanto<br />

diverse… Ogni realtà ha una propria piccola rete di relazioni e di<br />

conoscenze: “socializzare questa rete”, unire le reti e cercare di mettere<br />

a sistema l’esistente, evitare di duplicare le cose che già ci sono, ad<br />

esempio a Milano, potrebbe essere un importante passo in avanti”.<br />

Vita quotidiana e uso della città<br />

Agli intervistati è stato sottoposto un elenco con alcuni degli ambiti all’interno dei quali si<br />

struttura e sviluppa la vita quotidiana dei cittadini: il lavoro, la casa, l’assistenza legale,<br />

l’istruzione e la formazione, la salute, il tempo libero. Nelle pagine che seguono vengono<br />

riportate per ogni ambito alcune <strong>delle</strong> considerazioni e riflessioni raccolte.<br />

Sulla scuola e la formazione degli adulti<br />

La scuola, l’educazione e la formazione degli adulti stranieri, in particolare per quanto<br />

riguarda l’apprendimento della lingua italiana, risultano essere dalle parole degli intervistati, il<br />

settore nel quale si è investito maggiormente in questi anni attraverso progetti legati alla<br />

multietnicità e multiculturalità e in percorsi formativi che hanno coinvolto gli insegnati e più<br />

in generale gli operatori scolastici e della formazione.<br />

“A <strong>Sesto</strong> il Settore Educazione ha una storia importante che è legata<br />

all’integrazione del diverso”.<br />

“Se hai dei figli la Scuola diventa, anche per gli stranieri, un punto di<br />

riferimento essenziale”.<br />

11


Il percorso di integrazione e il lavoro sulla multiculturalità fino ad oggi svolto nella Scuola<br />

dell’obbligo rischia però di essere messo a repentaglio dalla diminuzione <strong>delle</strong> risorse e del<br />

personale qualificato prevista dalla riforma Moratti.<br />

“Ci troviamo oggi, quale conseguenza della Riforma Moratti, ad avere<br />

diminuzioni significative di organico e di finanziamenti per progetti, per<br />

esempio quelli rivolti agli stranieri… la mancanza di risorse rischia di<br />

mettere in crisi nei prossimi anni il buon livello di integrazione che hanno<br />

sempre avuto le scuole sestesi. Ora si vive di rendita, grazie a tutto quello<br />

che è stato fatto nel recente passato (investimenti, progetti, formazione,<br />

etc)”.<br />

Il diritto allo studio è un diritto universale. Tutti i bambini e le bambine hanno il diritto di<br />

essere accettati nella scuola dell’obbligo (elementari e medie inferiori) a prescindere dalla<br />

loro condizione e in qualsiasi momento dell’anno scolastico. Cosa diversa è l’utilizzo di<br />

Servizi e di strutture al di fuori del tempo scuola la cui accessibilità è consentita ai soli<br />

regolari.<br />

“Per parlare della sola scuola dell’obbligo, come si può pensare che un<br />

bambino venga inserito in una classe di 25/28 alunni senza avere alcun<br />

supporto, senza alcun aiuto per apprendere in fretta e bene la nostra<br />

lingua?… Ci sono problemi di integrazione di base, di lingua, le risorse che<br />

lo Stato aveva messo a disposizione per i facilitatori vengono meno e<br />

allora le scuole si rivolgono sempre più alla Pubblica Amministrazione”.<br />

“Ci sono etnie i cui bambini hanno una forte motivazione scolastica,<br />

passate le difficoltà iniziali, la scuola statale viene vissuta come una bella<br />

opportunità . Ci sono in molti casi buoni rapporti tra i genitori stranieri e le<br />

istituzioni scolastiche. Con altre etnie ci sono invece dei problemi: legati<br />

alla dispersione scolastica, al lavoro minorile, al rapporto scuola/famiglia.<br />

Ci sono poi dei problemi seri quando ci si trova di fronte ad un handicap.<br />

Allora la difficoltà è anche nell’accettare l’intervento, nell’orientarsi nei<br />

servizi, etc.”.<br />

Contemporaneamente alla necessità di garantire e sviluppare il processo di integrazione<br />

linguistica e culturale degli stranieri nella <strong>comunità</strong> locale emerge il bisogno, manifestato dai<br />

cittadini stranieri e riportato dagli intervistati, di mantenere la propria cultura o comunque di<br />

valorizzarla attraverso corsi di lingua, attività musicali, culturali, etc.<br />

La complessiva diminuzione <strong>delle</strong> risorse a disposizione rende indubbiamente ancora più<br />

difficile e complesso il tentativo di consolidare un processo di integrazione e convivenza tra<br />

le diverse culture dentro e fuori le istituzioni scolastiche e formative, nonostante ciò – e forse<br />

proprio per la situazione che si è andata configurando in questi ultimi tempi - sono numerosi<br />

12


gli intervistati che ribadiscono la necessità di continuare a investire in modo prioritario in<br />

questi ambiti della vita cittadina.<br />

Sulla casa<br />

Il problema della casa emerge dalle interviste come un altro dei problemi e <strong>delle</strong> urgenze con<br />

i quali gli stranieri devono quotidianamente fare i conti.<br />

Diversi sono gli elementi che concorrono a rendere particolarmente problematica, e per molti<br />

versi drammatica, la questione della casa: dalla difficoltà di trovare proprietari disponibili ad<br />

affittare a stranieri, alla possibilità di stipulare regolari contratti di affitto; dalla difficoltà ad<br />

accedere ad un mutuo al fatto che per diversi stranieri, in particolare donne - basta pensare<br />

alle donne impegnate nel lavoro di cura, la cosiddette “badanti”- casa e lavoro coincidono e<br />

che cambiare o perdere il lavoro significa non avere più un tetto sulla testa.<br />

Dai dati messi a disposizione dal Servizio Osservatorio Casa, attivato nel 1995, relativi a<br />

stranieri che a questo Servizio del Comune si sono rivolti nell’anno 2003, si può notare che<br />

per quanto riguarda l’Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) su un totale di 73 assegnazioni, 11<br />

riguardano stranieri (il 15% del totale). Per quanto riguarda il Fondo Sostegno Affitti, su un<br />

totale di 534 assegnazioni 123 sono state attribuite a stranieri (il 23% del totale). Il<br />

Contributo Affitto Comunale ha visto invece su 36 domande attive 5 domande fatte da<br />

stranieri (il 14% del totale). L’Edilizia Convenzionata ha coinvolto invece su un totale di 47<br />

assegnazioni, 2 famiglie <strong>straniere</strong> (il 4% del totale), mentre la Locazione Temporanea ha visto<br />

su 25 contratti, 4 contratti fatti a stranieri (16% del totale).<br />

Sul tema e problema della casa, le opinioni degli intervistati divergono, come dimostrano le<br />

frasi qui di seguito riportate:<br />

“La maggior parte degli stranieri si arrangia come può. Pur di avere un tetto<br />

sulla testa, accetta a volte anche di vivere con tutta la famiglia in condizioni<br />

abitative al limite della decenza. Oppure, è costretta per ottenere un regolare<br />

contratto di affitto ad appoggiarsi ad amici italiani o a strutture del territorio<br />

che fanno da garanti rispetto alla proprietà”.<br />

“Quello che abbiamo visto in questi due anni e che gli stranieri hanno<br />

sempre più difficoltà a trovare case in affitto, quando le trovano sono spesso<br />

fatiscenti o con contratti non sempre regolari. Questo comporta tra l’altro una<br />

13


grossa richiesta verso l’edilizia residenziale pubblica (ERP). Tale situazione<br />

di difficoltà coinvolge anche quei cittadini immigrati che hanno regolari<br />

contratti di lavoro, che hanno anche possibilità economiche o che comunque<br />

fanno tanti sacrifici e potrebbero permettersi una casa ai prezzi di mercato.<br />

E così questa fascia di lavoratori che già vive in una situazione di instabilità<br />

e precarietà rischia di peggiorare la propria condizione”.<br />

“C’è un atteggiamento di diffidenza nei confronti degli stranieri. Spesso è<br />

solo per pregiudizio che non si affittano case agli stranieri, anche se poi<br />

non lo si vuole ammettere”.<br />

“Dove c’è la presenza di stranieri come proprietari o affittuari si assiste ad un<br />

degrado dello stabile con un conseguente abbassamento del valore<br />

dell’immobile”.<br />

“L’impatto con queste altre culture non è soltanto un discorso di natura<br />

teorico, è anche una riflessione sugli stili di vita. Per esempio, è in aumento<br />

in questi ultimi anni il numero di stranieri che a fronte di un reddito ad un<br />

certo punto si rifiutano di pagare l’affitto. Oppure il caso in cui si affitta a una<br />

persona o nucleo famigliare e ti ritrovi in casa 10 persone. E allora ci si<br />

chiede: ‘ma nel loro Paese di origine come si comportavano? Possibile che<br />

anche nel loro Paese la cosa non fosse un costo?’ Questo atteggiamento<br />

genera problemi con i piccoli proprietari di casa che dopo simili esperienze<br />

non se la sentono più di affittare la loro casa a stranieri”.<br />

“Dobbiamo iniziare a rendere i cittadini stranieri partecipi dell’acquisto di una<br />

casa magari costruita da cooperative che vedono al loro interno come parte<br />

attiva e responsabile i lavoratori extracomunitari”.<br />

“Sulla casa e i mutui per acquistarla è necessario fare una riflessione. La<br />

maggior parte degli stranieri chiede un mutuo al 100% ma normalmente le<br />

banche non erogano mutui di questo tipo. Bisognerebbe creare una<br />

cooperativa che possa garantire la parte eccedente”.<br />

Sull’uso degli <strong>spazi</strong> pubblici aperti<br />

Rispetto a questo ambito, si segnala da più parti un disagio dovuto alla mancanza di cura e<br />

rispetto del territorio, e in particolare degli <strong>spazi</strong> pubblici aperti come giardini pubblici, aree<br />

verdi, e alcune strade della città, da parte di gruppi di stranieri. Il riferimento è nello specifico<br />

ai tornei di calcio che avvengono la domenica alla Pelucca (QT4) e in alcune aree verdi del<br />

QT5.<br />

“Attorno ai fenomeni del calcio alla Pelucca e al QT5 si stanno<br />

organizzando due <strong>comunità</strong>, quella peruviana e quella ecuadoriana”.<br />

“ I fine settimana sono momenti di incontro, di creazione di reti, sono<br />

l’occasione per fare una partita a calcio, il barbecue. Mangiano, giocano,<br />

bevono, fanno i loro bisogni dove capita non essendoci servizi igienici. E<br />

sono tanti”.<br />

“Il problema non è tanto l’occupazione dello <strong>spazi</strong>o pubblico, quanto la<br />

sporcizia che viene lasciata per terra (bottiglie vuote, cartacce, etc) e il<br />

14


umore prodotto . … Ma c’è anche lo sporco che viene lasciato davanti a<br />

certe rosticcerie etniche e take way. Il problema andrebbe risolto, magari<br />

coinvolgendo direttamente i titolari che possono invitare i loro clienti ad<br />

usare il cestino per buttare carte, resti di cibo e bottiglie”.<br />

Questi fatti, stanno generando processi di conflittualità tra la popolazione residente e i<br />

frequentatori di questi <strong>spazi</strong>. Si tratta ora di casi limitati, ma che secondo gli intervistati<br />

potrebbero aumentare se non si interviene in modo adeguato.<br />

“Alla Pelucca e a Cascina Gatti ci sono stati casi di conflitto con la<br />

popolazione residente. Le Autorità competenti dovrebbero farsi carico di<br />

gestire questo fenomeno, ad esempio va risolto il problema dei servizi<br />

igienici e dei rifiuti che vengono lasciati per terra dopo ogni raduno o partita<br />

tra stranieri”.<br />

Il caso dei tornei di calcio o la presenza di gruppi che stazionano davanti alle rosticcerie<br />

etniche o ai take away, segnalano però anche un altro tipo di problema che riguarda più in<br />

generale la mancanza di <strong>spazi</strong> e di occasioni per l’incontro e la socialità, in particolare per gli<br />

stranieri, sia per quelli che appartengono alle <strong>comunità</strong> più radicate ed integrate nel territorio,<br />

sia per quelli che non si muovono con il supporto e all’interno <strong>delle</strong> reti di <strong>comunità</strong>.<br />

Sullo Sport<br />

“C’è ancora molta paura, una paura diffusa, nei confronti degli stranieri.<br />

Io noto ad esempio che quando i sud americani si trovano nei parchi a<br />

fare festa gli italiani sono molto scontenti, preoccupati. I parchi sono gli<br />

unici <strong>spazi</strong> liberi che hanno. Anche il tema dell’aggregazione è molto<br />

importante e va presidiato, affrontato. Bisogna cercare di trovare <strong>delle</strong><br />

occasioni di confronto e di condivisione, ad esempio la festa multietnica<br />

“<strong>Sesto</strong> Solidale” è stata bellissima proprio per questa ragione”.<br />

“In certe fasce orarie. Dalle 14.00 alle 16.00 per esempio, si vedono molto<br />

donne che arrivano dall’est, e che fanno perlopiù le badanti, nei parchi<br />

cittadini a chiacchierare, a festeggiare i compleanni o il capodanno. Le<br />

vedi al vivaio o al parco Carlo Marx.. Quando possono vanno a Milano, a<br />

incontrare amici e connazionali, oppure a partecipare a cerimonie<br />

religiose”.<br />

Lo sport è praticato soprattutto dai ragazzini stranieri, è quanto emerge dalle interviste<br />

effettuate. Basta andare il sabato e la domenica ai giardini pubblici o nelle aree verdi della<br />

città, suggeriscono alcuni intervistati, per rendersi conto <strong>delle</strong> dimensioni del fenomeno.<br />

15


Per alcune discipline sportive i dati sulla presenza di stranieri sono noti, per altre non c’è una<br />

conoscenza statistica. Nonostante ciò, è condivisa in ambedue i casi la percezione che vi sia in<br />

atto un aumento complessivo della presenza degli stranieri all’interno <strong>delle</strong> diverse attività<br />

sportive. “Il fenomeno è indubbiamente in crescita”, si afferma.<br />

Condivisa è altresì la convinzione che la pratica dello sport sia un importante mezzo di<br />

integrazione sociale che coinvolge piccoli e grandi.<br />

“E’ uno strumento di integrazione non solo per i giovani atleti ma anche per<br />

le loro famiglie che li accompagnano alle partite, agli allenamenti. E’ un<br />

modo per conoscersi, frequentarsi e diventare amici”.<br />

“Praticare lo sport in un’associazione però vuol dire, nella maggioranza dei<br />

casi, essere un’utenza privilegiata, sia per la documentazione che viene<br />

richiesta, sia per l’impegno economico che questo richiede… Avvicinare i<br />

bambini allo sport è molto importante ma purtroppo sta diventando un lusso”.<br />

A seguito <strong>delle</strong> interviste effettuate nel corso di questa ricerca-azione, la Consulta dello Sport<br />

sta verificando la possibilità di avviare un’indagine conoscitiva sulla presenza degli stranieri<br />

nelle diverse società sportive e l’utilizzo che questi fanno <strong>delle</strong> strutture sportive cittadine, sia<br />

da associati che da singoli utenti.<br />

Sul lavoro<br />

“A Saint Denis, città gemellata con <strong>Sesto</strong>, ci sono un sacco di <strong>spazi</strong> dedicati<br />

agli stranieri, campi da calcio, campi da gioco e alcune palestre dove gli<br />

stranieri accedono a prezzi convenzionati. Anche lo sport può essere un<br />

importante terreno di condivisione e di scambio”.<br />

Dalle interviste effettuate, il tema del lavoro riflette l’esigenza di luoghi stabili quali punti di<br />

riferimento e di aiuto per tutte le problematiche legate al mondo del lavoro: dall’informazione<br />

sui propri diritti e doveri, all’incontro domanda/offerta, fino all’inserimento lavorativo.<br />

“L’inserimento della persona straniera nel mondo del lavoro deve essere<br />

molto curato sia da parte del territorio che <strong>delle</strong> Istituzioni. Un’adeguata<br />

preparazione al nostro mercato del lavoro può favorire moltissimo le relazioni<br />

e la loro qualità; semplificarle. Questa scommessa coinvolge tutti i soggetti,<br />

prima di tutto gli imprenditori. … Se le persone sono orientate e sostenute<br />

nella scelta terranno più a lungo il posto di lavoro”.<br />

16


“Il lavoro è un elemento fondante per questo è importante aiutarli<br />

nell’inserimento e anche nella scelta valorizzando la persona, le sue<br />

capacità, le sue inclinazioni, il suo bagaglio di competenze a prescindere dai<br />

titoli di studio non riconosciuti. … Cercare di ricostruire il loro bagaglio di<br />

competenze e di esperienze è il primo passo, invitarle a fare un minimo di<br />

selezione nelle offerte è altrettanto importante, Il riconoscimento del loro<br />

titolo di studio purtroppo è un iter lunghissimo, quindi è necessario aiutarli a<br />

costruire un curriculum fatto sulle capacità e sulle esperienze e non sui titoli.<br />

Chi ha fatto esperienze di questo tipo sa che si ottengono buoni risultati”.<br />

“Ci sono tanti aspetti complessi nel lavoro con le donne <strong>straniere</strong> ed è anche<br />

importante “personalizzare” al massimo l’approccio, il contatto. Per alcune di<br />

loro il solo fatto da parlare in pubblico è un tabù, e quindi in un contesto<br />

pubblico – di dibattito – è difficile coinvolgerle. Ad esempio la donne cinesi si<br />

rivolgono poco, o per niente, ai servizi ma se tu entri in uno dei loro negozi e<br />

ti metti a parlare ti raccontano un sacco di cose”.<br />

Una riflessione a sé meriterebbe il lavoro autonomo, anche a seguito di un aumento a <strong>Sesto</strong><br />

<strong>San</strong> Giovanni di stranieri che avviano attività in questo settore.<br />

Una domanda aperta: servizi dedicati o no?<br />

Sul rapporto tra Servizi erogati, o da erogare, e utenti stranieri, e nello specifico<br />

sull’opportunità o meno di creare nuovi servizi - o potenziare quelli esistenti - per orientarli<br />

alle necessità <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> residenti, gli intervistati esprimono posizioni alquanto<br />

diverse.<br />

“C’è una duplice esigenza: quella di chi è al primo impatto con l’Italia e con la<br />

città ed ha bisogno di una struttura e di un servizio dedicato, e quella di chi è<br />

inserito nella <strong>comunità</strong> e utilizza i servizi e le strutture come tutti gli altri<br />

cittadini. Chi arriva qui, e magari parla poco e male l’italiano, che non sa<br />

cosa sia una carta d’identità o un tesserino sanitario, ha bisogno di avere<br />

risposte ad hoc; ha bisogno di trovare qualcuno che gli dia risposta a<br />

necessità di base, penso a tutto ciò che riguarda l’anagrafica. Ci sono poi i<br />

problemi che riguardano i minori e la scuola. Pensiamo a quei bambini che<br />

arrivano in una classe ad un certo punto dell’anno scolastico, oppure<br />

frequentano per un periodo e poi scompaiono. O anche a quei bambini che<br />

hanno particolari difficoltà a comunicare in italiano per questioni di cultura e<br />

di lingua”.<br />

“Lo straniero è cittadino sestese e dunque va trattato come gli altri cittadini<br />

sestesi. Attivare e promuovere servizi solo per loro può essere vantaggioso<br />

nella fase di accoglienza ma si rivelerebbe controproducente nel tempo<br />

perché c’è un rischio di ghettizzazione del fenomeno. Credo ci debbano<br />

essere dei servizi ad hoc (mediatori, facilitatori) e che l’offerta debba essere<br />

flessibile ma è altresì necessario mantenere un livello di omogeneità dei<br />

servizi erogati. Questa, oltre al rischio di ghettizzazione, è anche una<br />

questione di risorse a disposizioni che scarseggiano”.<br />

17


“Ci vuole un luogo, competenze e orari orientati alle necessità degli<br />

immigrati. E’ importante avere un luogo ospitale e informale, visibile e<br />

centrale ed anche capire quali fasce orarie rispondono meglio alle loro<br />

necessità… Una sorta di “Sportello Unico per gli immigrati” dove ci siano<br />

persone motivate che parlano diverse lingue, e che nel tempo diventi punto<br />

di riferimento per gli stranieri”<br />

“Se gli stranieri che arrivano ricevono le giuste informazioni hanno la<br />

possibilità di muoversi correttamente e nel rispetto <strong>delle</strong> leggi del nostro<br />

Paese… Luoghi che rispondano a questa necessità servirebbero in tutti i<br />

quartieri di <strong>Sesto</strong>. Potrebbero essere degli uffici itineranti nella città”.<br />

“E’ importante che la Pubblica Amministrazione costruisca i servizi in base<br />

alle esigenze degli utenti, ai bisogni reali e non supposti. Per questo penso<br />

che “l’ascolto” sia una componente importante perché ti permette di<br />

individuare i bisogni e le problematiche e costruire l’intervento.<br />

Importante è anche il ruolo della mediazione culturale”.<br />

“I Servizi vanno costruiti tenendo conto dei bisogni espressi dagli stranieri<br />

che sono diversi tra loro… l’accessibilità ai servizi è anche una questione<br />

oraria”.<br />

“In materia di stranieri, le esperienze e i casi di successo in Italia, hanno<br />

lavorato in genere su due fronti: la partecipazione e i servizi agli stranieri”.<br />

Sul tema della “cittadinanza agli stranieri”<br />

Tra le questioni affrontate nel corso <strong>delle</strong> interviste, una ha riguardato questo tema. Si è<br />

chiesto agli intervistati quali percorsi di cittadinanza sarebbe opportuno sviluppare, come e<br />

con quali motivazioni ed obiettivi. Ma, mentre è condivisa da molti la necessità di individuare<br />

forme di rappresentanza dei cittadini stranieri regolarmente residenti a <strong>Sesto</strong>, al fine di<br />

facilitare un rapido processo di integrazione, dialogo e convivenza tra le diverse culture, e per<br />

dare voce agli stranieri anche per quanto riguarda il governo della città, posizioni differenti e<br />

comunque ancora interlocutorie sono invece emerse circa i modi attraverso cui giungere a<br />

queste forme di rappresentanza.<br />

“Bisogna prima di tutto ragionare attorno ai modi partendo dalle esperienze<br />

già sviluppate da altri Comuni italiani. …Le esperienze di molti Comuni<br />

italiani rispetto alla partecipazione degli stranieri si sviluppano lungo due<br />

scuole di pensiero. C’è chi ha scelto la strada <strong>delle</strong> elezioni formali dei<br />

residenti per costituire una “Consulta degli stranieri” con il risultato che non<br />

sempre c’è un collegamento tra l’eletto e gli elettori, e spesso accade che<br />

siano in pochi gli stranieri a recarsi a votare. C’è invece chi si è dato come<br />

obiettivo principale quello di creare <strong>delle</strong> associazioni con lo scopo di<br />

aggregare gli stranieri tra loro, solo in seguito viene la Consulta che non si<br />

forma però tramite i elezioni ma attraverso <strong>delle</strong> nomine”.<br />

18


“Il cittadino straniero residente è cittadino sestese con tutti diritti e i doveri<br />

che questo comporta. Ma d’altro canto è necessario non dimenticarsi che<br />

questi cittadini sono qui con tutto il loro bagaglio socio-politico. Penso<br />

all’esperienza e cultura portata dalle badanti , i valori, la cultura che<br />

esprimono va considerata nella vita politica e pubblica. L’integrazione non<br />

va intesa come un appiattimento, va avviato un processo di relazione.<br />

All’interno della vita pubblica va fatto un processo di integrazione rapido e<br />

nel rispetto <strong>delle</strong> identità”.<br />

“Esistono due percorsi, per nulla incompatibili: il primo, porta alla<br />

costituzione di una Consulta, o di una Commissione, all’istituzione del<br />

Consigliere comunale aggiunto; il secondo, riguarda il riconoscimento del<br />

diritto di voto agli immigrati”.<br />

“La via più percorribile è sicuramente quella che parte da un organismo tipo<br />

“Commissione” per poi arrivare ad una elezione di <strong>comunità</strong>”.<br />

“A <strong>Sesto</strong> ci sono tanti cittadini stranieri residenti che potrebbero essere un<br />

punto di riferimento per le istituzioni, inviare a casa loro <strong>delle</strong> comunicazioni<br />

di pubblica utilità scritte in più lingue e invitarli a diffondere le informazioni<br />

tramite il passaparola ci permetterebbe di stabilire dei contatti e potrebbe<br />

essere molto utile”.<br />

“Sul tema della rappresentanza faccio una provocazione: tra pochi anni la<br />

città di <strong>Sesto</strong> tornerà a votare. Per votare per l’elezione dei Consigli di<br />

Circoscrizione basta una delibera del Consiglio comunale, il Comune di<br />

<strong>Sesto</strong> potrebbe provare a fare questa scommessa. Poi è importante che in<br />

tutti i momenti e luoghi (la Conferenza economica cittadina, l’Agenda 21,<br />

etc.) le varie <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> vengano coinvolte. Questo potrebbe essere<br />

anche un modo per vincere la diffidenza. L’iniziativa del consigliere aggiunto<br />

è interessante ma deve essere studiata bene perché il rischio è di creare “il”<br />

consigliere aggiunto di un particolare gruppo etnico escludendone altri.<br />

Questo potrebbe essere controproducente. Secondo me avrebbe molto più<br />

senso creare un forum che coinvolga tutti i soggetti che a vario titolo si<br />

interessano di cittadini stranieri ma soprattutto che coinvolga le <strong>comunità</strong><br />

<strong>straniere</strong>, le loro rappresentanze. Non dico una consulta ma quantomeno la<br />

creazione di un forum dentro il quale poter agire, interagire, capire i<br />

problemi, interrogarsi sui bisogni e sulle opportunità. Questo potrebbe<br />

essere molto interessante”.<br />

19


La “Banca <strong>delle</strong> idee”<br />

Sul ruolo della Pubblica Amministrazione<br />

� Sviluppare una più stretta collaborazione tra gli enti e le strutture che già operano sul<br />

territorio comunale e sovra comunale. Alla Pubblica Amministrazione spetta la regia e<br />

la messa in rete <strong>delle</strong> diverse realtà ed esperienze.<br />

� Sviluppare esperienze di co-progettazione tra la Pubblica Amministrazione e gli altri<br />

soggetti che si occupano di immigrazione.<br />

� Realizzare microprogetti sperimentali con le <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> coinvolgendo anche la<br />

parte economica della città (associazioni imprenditoriali, artigiani, commercianti,<br />

banche, etc.)<br />

� Realizzare un ciclo di incontri con le diverse <strong>comunità</strong> e gruppi di stranieri che<br />

risiedono in città al fine di individuare progetti e azioni condivise.<br />

� Pensare ad una diversa articolazione degli orari di apertura dello “Sportello<br />

Stranieri” e più in generale dei servizi, per orientarli anche alle necessità degli utenti<br />

stranieri.<br />

� Prevedere all’interno dei Servizi comunali la presenza di mediatori linguistici e<br />

culturali (meglio se di origine straniera).<br />

� Prevedere la partecipazione di una rappresentanza degli stranieri all’interno della<br />

“Consulta dei tempi e degli Orari” prevista dalla legge sui tempi n° 53 del 2000 che<br />

verrà istituita a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni come indicato nel “Documento Direttore” del<br />

Piano Territoriale degli Orari approvato dal Consiglio Comunale nel luglio 2004.<br />

� Snellire le pratiche burocratiche per i figli di stranieri che nascono a <strong>Sesto</strong> e<br />

promuovere azioni per facilitare il ricongiungimento familiare.<br />

Uso e cura del verde e degli <strong>spazi</strong> pubblici aperti<br />

� Avviare un’indagine sull’uso dello <strong>spazi</strong>o pubblico aperto da parte degli stranieri per<br />

attività sportive e del tempo libero.<br />

� Concordare <strong>delle</strong> fasce orarie per garantire a tutti, soprattutto nel fine settimana, l’uso<br />

dello <strong>spazi</strong>o verde pubblico e <strong>delle</strong> aree attrezzate per il gioco.<br />

20


� Avviare un progetto di educazione civica nelle scuole e nella città utilizzando anche<br />

cartelli segnaletici multilingue.<br />

� Tradurre in diverse lingue il regolamento d’uso degli <strong>spazi</strong> pubblici verdi.<br />

Attività sportive e del tempo libero<br />

� Stipulare <strong>delle</strong> convenzioni tra i gruppi di stranieri e le strutture sportive cittadine per<br />

risolvere il problema dei tornei di calcio che spontaneamente si svolgono in alcune<br />

aree verdi della città.<br />

� Realizzare una campagna di informazione sulle modalità di accesso e l’uso <strong>delle</strong><br />

strutture sportive comunali.<br />

� Avviare un’indagine e una riflessione comune per capire come possono essere<br />

utilizzate le attrezzature sportive cittadine (piscine, palestre) da parte di alcune<br />

<strong>comunità</strong>, (il riferimento è in particolare alle donne mussulmane).<br />

� Realizzare un’indagine conoscitiva sugli stranieri e le attività sportive cittadine.<br />

Questa iniziativa, oltre ad indagare tra le 130 associazioni sportive del territorio,<br />

potrebbe essere realizzata coinvolgendo anche le Scuole della città.<br />

Occasioni conviviali, eventi culturali, <strong>spazi</strong> per l’incontro e la preghiera<br />

� Mettere a disposizione luoghi di incontro per singoli cittadini e per le diverse<br />

<strong>comunità</strong> stranieri presenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni che possano diventare nel tempo<br />

punto di riferimento stabile almeno in occasione <strong>delle</strong> festività più importanti. Questi<br />

luoghi potrebbero essere usati anche per la preghiera.<br />

� Promuovere iniziative volte alla conoscenza <strong>delle</strong> tradizioni gastronomiche dei diversi<br />

Paesi del mondo (feste, corsi di cucina etnica, concorsi gastronomici, etc.).<br />

� Creare momenti di festa, di incontro e socializzazione tra italiani e stranieri. Si<br />

potrebbe organizzare un festival <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong>, così come si sta facendo per<br />

le culture giovanili.<br />

Casa e lavoro<br />

� Attivare iniziative di cooperazione per risolvere il problema casa agli stranieri,<br />

attraverso la collaborazione tra Ente pubblico e cooperative edificatrici.<br />

� Creare un luogo - o più luoghi collocati in diversi punti della città - per l’accoglienza,<br />

l’orientamento e l’inserimento al lavoro degli stranieri.<br />

21


Comunicare, informare e formare<br />

.<br />

� Esporre tutte le informazioni che possono interessare in modo specifico gli stranieri<br />

(servizi, progetti, iniziative, etc.) nei luoghi da loro più frequentati: dai mezzi di<br />

trasporto pubblico alle fermate della metropolitana; dai bar ai phone center, dai negozi<br />

ai mercati rionali.<br />

� Realizzare una “guida all’uso della città” - o singoli opuscoli informativi - aggiornata<br />

e tradotta in più lingue da inviare o consegnare a tutti cittadini stranieri residenti con<br />

indicate tutte le informazioni necessarie (dai servizi presenti sul territorio a come si fa<br />

la raccolta differenziata).<br />

� Promuovere una campagna di informazione sanitaria, rivolta a tutti gli stranieri e in<br />

particolare alle famiglie con figli piccoli, che dall’Ospedale continui nelle scuole e in<br />

tutti i luoghi frequentati da stranieri.<br />

� Offrire un supporto alla conoscenza dell’offerta formativa presente sul territorio<br />

sestese (corsi professionali, corsi di lingue, etc.)<br />

22


Parte seconda<br />

IL RACCONTO DEGLI STRANIERI RESIDENTI A SESTO<br />

23


Questo racconto degli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> è emerso dalle interviste in profondità<br />

rivolte ad alcuni rappresentanti <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> e a singoli cittadini stranieri che<br />

risiedono nel territorio comunale. Complessivamente sono state realizzate n° 12 interviste.<br />

In totale le persone contattate sono state una ventina, di queste alcune hanno risposto con<br />

immediata e grande disponibilità; altri, per vari e diversi motivi, non si sono resi disponibili.<br />

Il metodo utilizzato per l’individuazione degli interlocutori stranieri da intervistare<br />

Ai soggetti intervistati nella prima parte della ricerca-azione è stato chiesto di segnalare alcuni<br />

nomi di stranieri organizzati in <strong>comunità</strong> o singoli cittadini che rispondessero a due criteri di<br />

selezione:<br />

1) portare la propria significativa esperienza mettendola in relazione anche con quella di altri<br />

conoscenti o/e connazionali residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni;<br />

2) rendersi disponibili a partecipare, ed eventualmente collaborare, a momenti e/o iniziative<br />

future finalizzate ad un maggior coinvolgimento degli stranieri nella vita della città.<br />

Nel corso della ricerca-azione, l’individuazione di persone <strong>straniere</strong> da intervistare che<br />

rispondessero a tutte e due i criteri sopra citati si è rivelato compito tutt’altro che facile.<br />

Tale difficoltà è anche dovuta al fatto che, la stragrande maggioranza degli stranieri, tende -<br />

come si vedrà meglio nella terza parte del dossier - ad intrattenere con le istituzioni e le<br />

diverse realtà territoriali rapporti sporadici finalizzati all’erogazione di uno specifico servizio<br />

o alla risoluzione di un particolare problema, spesso in condizioni caratterizzate<br />

dall’emergenza. A questo, va ad aggiungersi il fatto che non tutte le <strong>comunità</strong> di <strong>straniere</strong><br />

sono facili da avvicinare e da coinvolgere. Basta scorrere l’elenco degli intervistati riportato<br />

a fine dossier per notare la mancanza, per esempio, di persone di nazionalità cinese o<br />

egiziana, nonostante queste siano tra le <strong>comunità</strong> più numerose a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni.<br />

Quest’ultimo aspetto è tutt’altro che casuale e andrebbe approfondito ulteriormente.<br />

L’esperienza sviluppata all’interno di questa attività di ricerca-azione racconta di una<br />

popolazione straniera che si muove prevalentemente all’interno <strong>delle</strong> proprie reti amicali o di<br />

<strong>comunità</strong>, dentro a un sistema di “reti corte”, chiuse e circoscritte, che solo occasionalmente<br />

incrociano e dialogano con il resto della <strong>comunità</strong> locale.<br />

24


Alcune note sugli intervistati<br />

Dodici sono state le persone intervistate: 7 donne e 5 uomini. Di quest’ultimi, quattro sono<br />

rappresentanti di <strong>comunità</strong> che hanno la propria sede, o comunque un punto di riferimento<br />

importante a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni: il direttore e vicedirettore della “Casa della Cultura Islamica<br />

(Centro islamico di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni)”, il presidente della “Associazione dei senegalesi di<br />

Milano e Provincia”, un membro dell’Associazione “Mitad del Mundo”. Gli altri soggetti<br />

intervistati sono invece singoli cittadini residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni.<br />

Le persone intervistate hanno un’età compresa tra i 30 e i 45 anni. Vivono in città con le<br />

proprie famiglie che per la stragrande maggioranza dei casi vedono la presenza di figli con un<br />

età inferiore ai 10 anni. Molti di loro lavorano in ambito socio-culturale e nel lavoro di cura,<br />

riuscendo solo in parte, quando va bene, ad utilizzare le competenze e professionalità<br />

acquisite nei propri Paesi di origine dove, la quasi totalità degli intervistati, ha conseguito la<br />

laurea.<br />

Una buona parte di loro risiede a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni da almeno 5 anni. Alcuni intervistati<br />

sono arrivati a <strong>Sesto</strong> direttamente dai propri Paesi di origine per raggiungere parenti o<br />

famigliari; altri si sono trasferiti provenendo da altri Comuni, per esempio da Milano, avendo<br />

trovato in questa città una migliore sistemazione abitativa.<br />

L’incontro con la città: le prime difficoltà incontrate e gli aiuti ricevuti<br />

Arrivando a <strong>Sesto</strong>, gli intervistati dichiarano di aver ricevuto i primi aiuti prevalentemente<br />

dalle reti di <strong>comunità</strong> e da alcune specifiche realtà che operano sul territorio anch’esse<br />

conosciute tramite il passaparola.<br />

“Quando sono arrivata a <strong>Sesto</strong> nel 1987 non c’era nulla, poi, piano piano …<br />

All’inizio ci si rivolgeva esclusivamente alla rete di <strong>comunità</strong>, ora anche alle<br />

strutture e ai servizi che ci sono”.<br />

“All’inizio volevo frequentare un corso di italiano per stranieri ma non ero in<br />

regola e così non mi hanno accettato. Lo so che ci sono <strong>delle</strong> regole da<br />

rispettare. E’ vero che c’è della malavita tra alcuni stranieri, ma c’è anche chi<br />

è onesto, preparato e colto. Imparare la lingua italiana è la prima cosa da<br />

fare. Ho degli amici che vivono in Italia da 5 anni e non parlano bene<br />

l’italiano, e neppure sanno più bene la loro lingua madre”.<br />

25


“Ho usato poco i servizi del Comune mi sono mossa attraverso <strong>delle</strong> reti di<br />

conoscenti sia stranieri che italiani”.<br />

“Le difficoltà che ho vissuto sono legate soprattutto a problemi burocratici…<br />

Mi ricordo che cercavo casa e l’agente immobiliare che mi aiutava al<br />

reperimento di un alloggio, per convincermi mi diceva “in questo palazzo non<br />

ci sono extracomunitari” ignorando la mia provenienza perché parlavo bene<br />

italiano ed ero in compagnia della mia ex fidanzata italiana. Quando gli dissi<br />

“allora sarò io il primo” , ci rimase di marmo poi tutto andò bene perché mi<br />

aiutò molto ad ottenere il mutuo presso l’Istituto di credito. Questo per dire<br />

che i pregiudizi esistono e si possono sciogliere però sta anche a noi<br />

realizzare la nostra integrazione, tramite i nostri comportamenti e<br />

atteggiamenti”.<br />

“Il problema che ho avuto, ed ho anche adesso con il secondo bambino di<br />

pochi mesi, è che non so dove lasciarlo quando devo andare al lavoro. Se<br />

non sai dove lasciare i tuoi figli piccoli, perché non hai alcun supporto dalla<br />

famiglia che è lontana e gli amici che frequenti magari hanno gli stessi tuoi<br />

problemi, e non ti possono quindi aiutare, come fai a trovare lavoro?<br />

Ma se non lavori non puoi accedere all’asilo nido: è un circolo chiuso che<br />

coinvolge donne <strong>straniere</strong> e italiane e non se ne vede soluzione.<br />

Mi arrangio, faccio quello che posso. Una volta ho portato al colloquio il mio<br />

piccolo bambino e mi sono sentita dire : “Ma signora! Come pensa di<br />

lavorare se non sa dove lasciare il suo bimbo?”<br />

“Da una famiglia per cui ho lavorato ho avuto la possibilità di vivere in un<br />

appartamento che mi avrebbero lasciato, ma preferisco vivere con una<br />

famiglia. Mi sento più protetta”.<br />

“Ci sono stranieri che hanno paura a parlare di loro, <strong>delle</strong> loro sofferenze e<br />

dei loro problemi agli italiani”.<br />

Per alcuni, fondamentale è stato l’incontro con le quelle realtà cittadine che da tempo stanno<br />

sviluppando iniziative con gli stranieri in uno spirito di reciproca collaborazione e dialogo.<br />

“La prima cosa che ho fatto arrivando a <strong>Sesto</strong> è stata frequentare un corso<br />

di italiani per stranieri”.<br />

“Dovrei a breve iniziare a collaborare come volontaria all’interno di<br />

un’associazione per aiutare soprattutto chi arriva da Paesi in guerra. Sento<br />

di doverli aiutare… ”.<br />

“Quando mi hanno detto che c’era un corso di italiano per stranieri è iniziata<br />

per me una nuova vita qui. Bisogna essere molti forti e motivati per tenere<br />

testa a tutti i problemi dell’esperienza dell’immigrazione. E’ doloroso pensare<br />

ogni mattina appena ti svegli che non sei con la tua famiglia Ho preso anche<br />

la licenza di terza media perché dovevo impegnarmi il cervello. Mi sentivo<br />

esclusa e volevo inserirmi, imparare. ”<br />

26


“In molti stranieri c’è paura e ignoranza che messi insieme non ti fanno fare<br />

nulla. Magari subiscono situazioni di sfruttamento nel lavoro, con il padrone<br />

di casa, ma hanno paura a parlare a far valere i loro diritti. Molto dipende<br />

anche da noi. Conosco persone che sono in Italia da 14 anni e che non si<br />

muovono, non cercano, non sanno neppure <strong>delle</strong> opportunità offerte.”<br />

La vita in città: i Servizi utilizzati<br />

Anche la conoscenza dei Servizi e <strong>delle</strong> strutture esistenti in città è avvenuta perlopiù tramite<br />

il passaparola tra connazionali e amici. Una volta conosciuti i Servizi questi sono stati poi<br />

utilizzati senza particolari problemi e l’opinione espressa sul loro funzionamento è<br />

complessivamente positiva. Diffusamente debole risulta invece il sistema di informazione, in<br />

particolare sui Servizi e le opportunità che possono interessare gli stranieri.<br />

“All’Ufficio Stranieri del Comune sono andata diverse volte e mi hanno<br />

sempre aiutata”.<br />

“L’ufficio per stranieri di via Benedetto Croce funzionava bene due anni fa,<br />

adesso non lo so…”.<br />

“C’è un problema di informazione. Non sai subito cosa il Comune può offrire<br />

come Servizi. Poi magari lo vieni a sapere perché qualcuno te lo dice,<br />

operatori di altri strutture, conoscenti, e ci vai.”<br />

“Non esiste alcuna informazione da parte <strong>delle</strong> Istituzioni diretta<br />

specificatamente agli stranieri. Il Servizio ai cittadini stranieri si riassume<br />

nell’Anagrafe”.<br />

“Ho saputo di un corso di inglese del Comune per caso, parlando con amici.<br />

Perché non informarci, anche tramite la posta?”<br />

“Ora sono io ad informare gli altri stranieri, dico loro cosa conosco della città<br />

e dei suoi servizi. C’è bisogno di informare. C’è chi abita qui da 10 anni e<br />

non sa neppure cosa sia una carta di soggiorno.”<br />

“Con le Istituzioni ho avuto pochi contatti. Ho sempre risolto i miei problemi<br />

con il passaparola. Non ci sono altri modi. L’unico contatto vero è con la<br />

Scuola di mia figlia”.<br />

“Certo che se in Comune trovassi dall’altra parte una persona straniera<br />

come me mi sentirei più a mio agio, mi sentirei più capita. Una persona che<br />

può capire anche chi conosce poco l’italiano o semplicemente parla male<br />

perché è emozionato”.<br />

27


A proposito del rapporto con le Istituzioni e i suoi Servizi, una parte degli intervistati ha<br />

citato più volte la Questura, nello specifico il modo attraverso cui è concepita e<br />

organizzata l’accoglienza degli utenti e affrontato il problema dell’attesa.<br />

“I principali servizi della città con i quali ho avuto modo di entrare in contatto<br />

sono la Questura, con una esperienza traumatica, e il servizio Anagrafe e<br />

l’Ufficio matrimonio del Comune, di cui ho un bel ricordo, positivo e di<br />

efficienza”.<br />

“Bisogna dire che la situazione è estremamente difficile per gli stranieri che<br />

non parlano l’italiano. Comunque credo che in Questura ci sia stato un<br />

miglioramento notevole in questi 5 anni. Tutto ciò però non mi impedisce di<br />

notare che le informazioni sono di difficile accesso per gli stranieri in<br />

generale. … Ci vuole più disponibilità e competenza…”.<br />

“La Questura mi fa paura, anche gli atteggiamenti che a volte trovi tra i suoi<br />

operatori mi fanno paura”.<br />

“Mi ricordo le 6 del mattino, a dicembre, tre ore in coda al freddo, in piedi. Ho<br />

preso poi l’influenza. Nelle 3 ore che ho fatto in coda fuori al freddo, mentre le<br />

persone passavano e ci guardavano, continuavo a dirmi “Sono una persona,<br />

sono una persona. Sto facendo una vita difficile, dovete rispettarmi”.<br />

“Il vetro dello sportello è una cosa che ancora oggi mi mette angoscia. Mi<br />

viene ancora da piangere se penso alle code al freddo …”<br />

La vita in città: luoghi e tempi del quotidiano<br />

Praticamente quasi tutti gli intervistati affermano di frequentare in prevalenza i giardini<br />

pubblici o i parchi della città: per portarvi a giocare i figli, il cane a spasso, o per incontrare<br />

amici e connazionali. Solo una minoranza di loro dice di frequentare anche altri luoghi della<br />

città (centri culturali e sociali, organizzazioni o associazioni, strutture per il tempo libero e la<br />

cultura, etc.). Sempre una piccola parte dei soggetti contattati dichiara di avere rapporti<br />

continuativi con connazionali che vivono a <strong>Sesto</strong>.<br />

“Qui frequento più italiani che stranieri. Mi piacerebbe frequentare una<br />

<strong>comunità</strong> straniera. Ho anche chiesto al consolato del mio Paese a Milano<br />

se c’era un’associazione, un gruppo di stranieri miei connazionali con cui<br />

mettermi in contatto ma non l’ho trovato. Con alcuni amici latinoamericani<br />

vogliamo costituire un gruppo che valorizzi la nostra cultura, insegnare a<br />

ballare, a conoscere le nostre tradizioni. Al mio Paese facevo parte di un<br />

gruppo folcloristico. Ma qui non riusciamo a trovare altri disponibili a far parte<br />

del gruppo”.<br />

28


“Non frequento miei connazionali qui a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni perché non li<br />

conosco, mi hanno detto che ci sono ma non li vedo”.<br />

“Le donne e mamme <strong>straniere</strong> partecipano molto poco alla vita della città. E’<br />

necessario coinvolgerle di più e cambiare la loro mentalità, lo dico da donna<br />

straniera. E’ importante sviluppare percorsi di autonomia come donne e<br />

uomini. E’ importante emanciparsi”.<br />

“In particolare le donne arabe sono separate dal resto del mondo. Non<br />

parlano l’italiano, come possono aiutare i loro figli a Scuola? Attraverso i<br />

nostri figli possiamo imparare molto. I corsi per imparare la lingua italiana,<br />

per esempio, sono importanti”.<br />

29


Consigli per una “banca <strong>delle</strong> idee”<br />

Cosa chiedere alla Pubblica Amministrazione e alla città<br />

Qui di seguito vengono riportati per ogni ambito e problema le idee e i progetti proposti dagli<br />

stranieri intervistati.<br />

Formazione, casa e lavoro sono i tre problemi più citati dagli intervistati. Il loro<br />

posizionamento all’interno di un’ipotetica “lista <strong>delle</strong> priorità” varia ovviamente a seconda<br />

degli interlocutori ma è tuttavia opinione condivisa ritenere questi gli ambiti prioritari sui<br />

quali investire risorse e progetti futuri.<br />

Attraversa questi tre ambiti, così come tutti gli altri momenti della vita dei cittadini, il tema<br />

cruciale della comunicazione e informazione agli stranieri.<br />

La formazione/l’istruzione<br />

La casa<br />

Il lavoro<br />

“L’istruzione e la formazione sono al primo posto. Se ti formi ti informi.”<br />

“La formazione, l’apprendimento della lingua, il riconoscimento <strong>delle</strong> proprie<br />

competenze questi sono ambiti importanti”.<br />

“Andrebbe previsto uno <strong>spazi</strong>o per una scuola domenicale di lingua araba. Si<br />

tratta di un attività di dopo-scuola”.<br />

“Il problema della casa è il principale problema. Se hai un posto tuo ti senti<br />

rassicurata e protetta. Se dormi bene, mangi bene, puoi fare tanto. Puoi<br />

uscire a cercarti un lavoro, imparare a parlare bene l’italiano, etc. Ma se<br />

non dormi in un letto comodo, se non puoi farti una doccia…”<br />

“Per una famiglia, soprattutto, ci vuole stabilità, ci vuole una casa.”<br />

“Il lavoro per me non è un problema. Ma so che è un problema per molti<br />

stranieri”.<br />

“Adesso che non c’è più il Centro Lavoro, a chi ci possiamo rivolgere?<br />

Andrebbe costruito un altro Centro o una rete di riferimento”<br />

30


Nuovi Servizi e progetti<br />

“Per favorire una maggiore integrazione culturale, il Comune dovrebbe<br />

procedere ad una comunicazione permanente di tutte le iniziative alle<br />

<strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong>”.<br />

“In Questura, il servizio informazione aperto il sabato mattina, è una cosa<br />

positiva. Anche l’Ufficio stranieri potrebbe prevedere un’apertura al sabato<br />

mattina questo ci permetterebbe di non dover sempre prendere i permessi<br />

dal lavoro per andarci”.<br />

“E’ importante conoscere come funzionano i servizi sociali a <strong>Sesto</strong>. Io sono<br />

abituata al modello francese oppure a quello che succede in un Paese come<br />

il Belgio, dove i figli non sono un problema da scaricare completamente sulla<br />

famiglia… Bisogna ragionare insieme su come creare servizi alle famiglie<br />

con bambini piccoli che siano aperti a tutti. Noi siamo soli, non ci sono<br />

nonne, zie…”.<br />

“Bisogna aggiornare la voce “stranieri” sul portale del Comune “.<br />

“All’ufficio Anagrafe, ci deve essere un vademecum in varie lingue <strong>straniere</strong><br />

che fino a qualche mese fa, non c’era”.<br />

“I servizi bibliotecari devono prendere più in considerazione gli stranieri<br />

senza ghettizzarli, con la presenza di scaffali in lingue <strong>straniere</strong>, che aumenti<br />

l’interesse anche per gli italiani, lo scambio e la conoscenza dell’altro: è un<br />

arricchimento culturale”.<br />

“Quello che manca sono <strong>delle</strong> istruzioni all’uso della città”.<br />

Attività culturali e sportive, <strong>spazi</strong> per l’incontro e per la preghiera<br />

“Cultura e sport sono due ambiti importanti. Tutte le attività sportive<br />

aumentano la volontà di vivere in pace, aumentano il livello di convivenza<br />

con gli altri “.<br />

“Favorire gli incontri interetnici tra immigrati e poi tra immigrati e italiani;<br />

questo può avvenire attraverso eventi sportivi come le partite di calcio o<br />

attraverso rappresentazioni teatrali”.<br />

“Bisognerebbe prevedere un cimitero islamico per mussulmani lombardi. E’<br />

semplicemente un pezzo di terra. Secondo il rito islamico, ma anche<br />

secondo il rito cristiano, non si possono seppellire mussulmani nello stesso<br />

luogo dove vengono seppelliti cristiani e viceversa”.<br />

“Perché non prevedere un uso separato <strong>delle</strong> strutture sportive per le donne<br />

musulmane? Potrebbe essere una fascia oraria particolare in un giorno della<br />

settimana. Il Comune di Reggio Emilia ha fatto una cosa del genere.”<br />

“Gradirei anche la messa a disposizione <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> di sale<br />

riunioni per celebrare certi riti come il battesimo e il matrimonio che possono<br />

essere fattori d’integrazione e d’arricchimento culturale”.<br />

31


“Manca uno <strong>spazi</strong>o per gli incontri religiosi, in particolare per la preghiera del<br />

venerdì. Ci vuole uno <strong>spazi</strong>o in grado di ospitare un migliaio di persone. Ci<br />

serve nella fascia oraria compresa tra le 12.00 e le 15.00 del venerdì”.<br />

“Ci vorrebbe uno <strong>spazi</strong>o al chiuso dove poterci incontrare. E’ importante<br />

incontrare gli italiani, ma altrettanto importante è poterci incontrare tra<br />

stranieri per parlare dei nostri problemi che sono diversi da quelli degli<br />

italiani. Le donne hanno problemi con i figli, con le famiglie. Alcune<br />

cominciano a bere, magari anche a prostituirsi”.<br />

“Ci potrebbero essere iniziative al pomeriggio tra le 14.00 e le 16.00, il<br />

giovedì oppure la domenica. Quasi tutte le donne che vivono in famiglia<br />

hanno il loro giorno libero il giovedì e la domenica”.<br />

La partecipazione degli stranieri alla vita della città<br />

“Infine, chiedo che le <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> siano rappresentate nelle strutture<br />

comunali anche come osservatorio o consulta”.<br />

“Tra i mediatori linguistici e culturali utilizzati dal Comune e dalle diverse<br />

strutture, quanti sono gli stranieri?… All’Ufficio Stranieri ci dovrebbe essere<br />

un mediatore linguistico e culturale straniero che parli due o tre lingue.<br />

Potrebbe anche essere un gruppo che a rotazione viene utilizzato dai Servizi<br />

del Comune…. Bisogna far vedere in Comune anche <strong>delle</strong> facce di stranieri”.<br />

“Ci sono molti gli italiani che vogliono lavorare per gli immigrati e non con gli<br />

immigrati. Una rappresentanza degli straneri è necessaria”.<br />

“Ci sono stranieri a <strong>Sesto</strong> che si occupano di mediazione linguistica e<br />

culturale andrebbero valorizzate le loro competenze ed esperienze”.<br />

32


Parte terza<br />

IL RAPPORTO CON I SERVIZI E LE STRUTTURE CITTADINE<br />

33


Il rapporto con i servizi e le strutture cittadine<br />

Nell’ambito della parte dedicata all’utilizzo della rete di servizi presenti sul territorio<br />

comunale da parte dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni, sono state individuati<br />

e contattati enti e strutture tra loro molto differenti. Si tratta di una varietà di soggetti che<br />

possono essere raggruppati secondo questo tipo di articolazione:<br />

1. Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni, Asl e Questura;<br />

2. Privato sociale (Cooperative, Enti di formazione, Associazioni Onlus);<br />

3. Gruppi di volontariato cattolico e laico;<br />

4. Sindacati e Associazioni di categoria.<br />

I contenuti emersi dalle interviste effettuate hanno costituito materiale di conoscenza e<br />

riflessione sia per la prima parte del dossier (“Il racconto sugli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong>”), sia<br />

per questa terza parte del dossier.<br />

Il rapporto, l’uso e la frequentazione dei servizi da parte degli stranieri, varia sensibilmente in<br />

relazione all’ambito di intervento, alla tipologia del servizio offerto e alla natura stessa<br />

dell’ente che eroga la prestazione. La combinazione di queste variabili determina, in maniera<br />

differente e peculiare, sia la tipologia del rapporto, sia la durata del contatto. Pur tenendo<br />

conto di tali differenze è possibile, tuttavia, formulare alcune riflessioni di carattere generale<br />

che valgono per la quasi totalità <strong>delle</strong> strutture e degli enti intervistati.<br />

Comunicare e informare<br />

Tutti i soggetti intervistati, a prescindere dalla loro finalità, considerano fondamentale il tema<br />

della comunicazione nel rapporto con l’utenza straniera. Riuscire a trasmettere informazioni<br />

chiare e precise rispetto alla natura della prestazione e ai tempi e modi di erogazione del<br />

servizio appare questione determinante.<br />

Tuttavia, pur riconoscendo l’importanza di trasmettere le informazioni in modo efficace e<br />

rapido, nessun servizio tra quelli presi in considerazione ha realizzato, almeno fino ad ora, una<br />

campagna di comunicazione e di informazione, ideata e progettata ad hoc per gli stranieri. La<br />

34


prassi è in genere quella di tradurre in più lingue materiali già realizzati per poi diffonderli tra<br />

gli utenti stranieri.<br />

L’unico esempio in controtendenza riguarda – a memoria degli intervistati – “Vivere a <strong>Sesto</strong><br />

<strong>San</strong> Giovanni: guida ai servizi più importanti della città”, realizzata con il contributo della<br />

Regione Lombardia – Servizio Politica del Lavoro su un progetto della Cooperativa Sociale<br />

ICARO 2000 (a fronte dell’art. 2 della Legge Regionale 38/88) e stampata nel marzo del<br />

1998. Particolarmente interessante è la metodologia adoperata per la pubblicazione di questa<br />

guida dove alcuni cittadini stranieri, in particolare donne, coinvolti nel progetto, hanno<br />

contribuito non solo alla traduzione dei testi ma anche all’elaborazione e alla scelta dei<br />

contenuti.<br />

Reti di <strong>comunità</strong> e passaparola<br />

Nella quasi totalità dei casi, il contatto e l’incontro con i servizi della città avviene attraverso<br />

il passaparola, affermano gli operatori intervistati. La comunicazione informale viene<br />

considerata dagli stranieri un veicolo efficace e sicuro per la trasmissione e la condivisione<br />

<strong>delle</strong> informazioni. Le reti di <strong>comunità</strong> fungono da cassa di risonanza garantendo la diffusione<br />

<strong>delle</strong> notizie e rappresentano il primo punto di contatto tra gli stranieri e il territorio sestese.<br />

Spesso, i nuovi arrivati, si presentano agli sportelli dei servizi accompagnati da un<br />

connazionale che già conosce la struttura e che si pone come vero e proprio “mediatore”, a<br />

volte anche linguistico, nei confronti degli operatori.<br />

“Vengono tutti mandati da altre persone, raramente arrivano da altri servizi.<br />

Non hanno conosciuto il nostro servizio dai giornali locali. Arrivano sempre<br />

attraverso reti di <strong>comunità</strong>, tramite il passaparola. Soprattutto i primi tempi<br />

arrivavano ad ondate …. Vengono perché l’amico gli ha detto di venire”.<br />

Anche la comunicazione tra le diverse strutture e servizi che si occupano di stranieri a volte è<br />

problematica. Spesso accade che il passaggio <strong>delle</strong> informazioni sia garantito dalla buona<br />

volontà del singolo operatore o da reti amicali e di collaborazione tra operatori che si sono<br />

andate costruendo nel tempo in modo informale.<br />

Accade inoltre che alcune realtà, anche limitrofe, si conoscano solo superficialmente e spesso<br />

non siano aggiornate sulle reciproche attività e sui progetti in corso.<br />

35


Servizi e utenza straniera<br />

E’ importante ricordare come sul territorio sestese non esistano servizi dedicati<br />

esclusivamente agli stranieri strutturati in modo stabile e continuativo nel tempo, ad eccezione<br />

dell’Ufficio Stranieri. Questo servizio, attivato nel 1992 dal Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />

per favorire l’espletamento <strong>delle</strong> procedure anagrafiche e <strong>delle</strong> attività amministrativa<br />

(certificati di residenza, idoneità alloggiativi,ecc.), ha sviluppato negli anni la funzione di<br />

sportello informativo di accoglienza e facilitazione rispetto all’accesso a tutte le risorse<br />

presenti sul territorio sestese, interne ed esterne alla Pubblica Amministrazione.<br />

Nella stragrande maggioranza dei casi, le strutture già esistente e attive da anni sul territorio<br />

sestese si sono trovate nella condizione di dover differenziare i propri servizi quale<br />

conseguenza del mutamento avvenuto nell’utenza. Per molti casi, si tratta di un cambiamento<br />

imposto dal mutare della realtà e dall’insorgere di nuove problematiche più che di una scelta<br />

strategica.<br />

E’ così, a partire dell’emergere di bisogni nuovi - espressi in modo più o meno esplicito - si<br />

è cercato di diversificare il più possibile l’offerta per venire incontro alle esigenze di questa<br />

nuova tipologia di utenza, portatrice di problematiche nuove ma anche di culture e valori<br />

differenti.<br />

Quest’ultima considerazione vale in particolare per tutte quelle realtà cittadine impegnate sul<br />

terreno del disagio socio-economico e della grave emarginazione, dove la presenza di stranieri<br />

è molto elevata e in alcuni casi tocca percentuali eccezionali (l’utenza, per esempio,<br />

intercettata dai Centri di Ascolto della Caritas Ambrosiana è composta da immigrati nella<br />

misura del 80-90 %). Percentuali più contenute, ma comunque significative, si registrano per<br />

esempio all’Informagiovani del Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni dove nell’anno 2003 l’utenza<br />

straniera ha raggiunto il 30-35 %, al Centro Informazione Donna, sempre del Comune, dove<br />

gli utenti sono stati circa il 7,5 % o alla Casa Albergo Don <strong>San</strong>dro Mezzanotte, dove circa la<br />

metà degli ospiti è composta da lavoratori stranieri.<br />

I servizi già esistenti che hanno visto progressivamente mutare la propria utenza si sono<br />

ritrovati, a fronte di tale difficoltà, a riflettere sull’efficacia del proprio operato,<br />

36


sull’efficienza della metodologia adoperata e sull’utilità degli interventi proposti, dei servizi<br />

erogati, e <strong>delle</strong> prestazioni offerte.<br />

“Quando il Centro è nato i nostri utenti erano soprattutto italiani e non<br />

appartenevano a questo quartiere – c’è una certa resistenza a confessare i<br />

propri problemi, magari economici, famigliari o legati al lavoro, alle persone<br />

della tua zona che poi rincontri per strada. Nel giro di pochi anni la<br />

situazione è cambiata completamente: ora il 95 per cento dei nostri utenti<br />

sono stranieri. La maggior parte di loro abitano da queste parti e comunque<br />

sono di <strong>Sesto</strong>. Il cambiamento di utenza ha aperto una riflessione tra noi<br />

volontari, ci siamo interrogati sull’utilità o meno del momento di accoglienza<br />

e di ascolto; potevano forse essere utili attività diverse dalla nostra. Poi<br />

abbiamo deciso di proseguire sulla via dell’ascolto anche perché ci sembra<br />

che le persone siano contente di avere con noi questo tipo di rapporto,<br />

contente di sentire un po’ di attenzione e di comprensione”.<br />

“Una riflessione su questo periodo di attività ci porta a dire però che le<br />

emergenze e le richieste poste con forza dagli utenti hanno avuto il<br />

sopravvento sul nostro progetto originario: la pratica dell’ascolto ha lasciato<br />

spesso il posto ad un intervento di tipo più pratico come l’aiuto nella ricerca<br />

del lavoro o la distribuzione dei pacchi viveri. Ci siamo adeguati ai bisogni<br />

espressi dall’utenza”.<br />

Le realtà, pubbliche e private, maggiormente impattate da questa trasformazione sono quelle<br />

che denunciano il maggior livello di allarme e di preoccupazione. La difficoltà generata dalla<br />

consapevolezza di essere di fronte ad un problema di grande complessità e dalle variabili<br />

imprevedibili è percepibile e riscontrabile in ogni intervista. La scarsità di mezzi, anche<br />

economici, per affrontare questa problematica genera ansia e preoccupazione per il futuro.<br />

Nella gestione degli interventi prevale una logica “emergenziale” piuttosto che di<br />

pianificazione e controllo. Affiora un senso di frustrazione e di fatica tra gli operatori del<br />

settore. Questa visione negativa è riscontrabile soprattutto in quei servizi che, nell’agire<br />

quotidiano, intercettano i soggetti più deboli, emarginati e in difficoltà. Sono molti gli<br />

stranieri anche senza permesso di soggiorno che si rivolgono a queste strutture della città.<br />

Questa è la percezione, al di là dei dati e <strong>delle</strong> statistiche, che trasmettono tutti i soggetti<br />

intervistati.<br />

Progetti e iniziative realizzate<br />

Sono stati sviluppati in questi ultimi anni sul territorio cittadino, diversi e significativi progetti<br />

dedicati agli stranieri, spesso realizzati in forma sperimentale e temporanea. Progetti dedicati,<br />

per esempio, a specifiche fasce di utenza (donne, bambini, etc.) o a problematiche particolari<br />

(inserimento lavorativo, progetti di accoglienza e di alfabetizzazione, iniziative di carattere<br />

37


interculturale, azioni di “mediazione sociale”, etc.), che si rivolgono in particolare a soggetti<br />

che vivono in condizione di disagio e di marginalità, più che in una situazione di normalità.<br />

“E’ un importante lavoro basato sulla reciproca conoscenza e sul confronto<br />

di culture, usi e costumi differenti”.<br />

“Questo tipo di attività produce buoni frutti e soprattutto insegna alle<br />

<strong>straniere</strong> un sacco di cose importanti sul nostro paese e sulle nostre<br />

consuetudini; cerchiamo di fare in modo che il loro comportamento possa<br />

essere il più adeguato possibile alla realtà italiana in modo da interagire con<br />

più facilità. Sono piccolissime cose ma molto importanti, ad esempio<br />

insegnare loro ad usare i mezzi pubblici comprando il biglietto e rispettando<br />

gli orari, oppure spieghiamo che in Italia il lavoro ha dei ritmi precisi e che la<br />

puntualità è un requisito necessario per conservare il proprio posto, a volte<br />

simuliamo un colloquio di lavoro. Questo le facilita molto nel rapporto con il<br />

nostro territorio. Cerchiamo di costruire la relazione con queste donne<br />

partendo dalla valorizzazione <strong>delle</strong> similitudini, da ciò che ci avvicina e non<br />

enfatizzando le differenze. Questo lavoro secondo me andrebbe ripetuto e<br />

moltiplicato”.<br />

“In realtà gli “utenti stranieri” sono trasversali a tutte le nostre attività. Sia il<br />

servizio pre-scuola sia i giochi serali (post-scuola) coinvolgono molti<br />

stranieri; e questa presenza è in continua e costante crescita. Stesso<br />

discorso vale anche per i Centri estivi”.<br />

Stranieri: risorsa o problema?<br />

Un altro aspetto emerso nel corso <strong>delle</strong> interviste riguarda le finalità, ma ancor più i<br />

presupposti a partire dai quali viene concepito e si struttura il servizio da erogare. Ci sono enti<br />

e strutture, che operano per esempio nell’ambito del lavoro, che considerano gli stranieri una<br />

risorsa sulla quale investire, una componente che può diventare nel tempo una parte anche<br />

molto consistente della propria base associativa (è il caso <strong>delle</strong> associazioni di categoria e<br />

<strong>delle</strong> organizzazioni sindacali, per citarne alcune). Per altre realtà, invece, la presenza di<br />

stranieri è percepita più che altro come un problema di difficile soluzione.<br />

Nel primo caso, la fidelizzazione dell’utenza rappresenta un obiettivo strategico. Le<br />

associazioni hanno spesso cercato di sviluppare veri e propri percorsi di accompagnamento<br />

individuale per rispondere, nel miglior modo possibile, alle esigenze espresse dall’utenza.<br />

Quest’approccio, caratterizzato dall’elevata personalizzazione dell’intervento, che diventa<br />

quasi consulenziale, ha dato ottimi risultati ed ha favorito la nascita di legami duraturi e<br />

fruttuosi.<br />

38


“Agli imprenditori stranieri è dedicato un nostro sportello. La maggior parte<br />

del lavoro si concentra nella fase iniziale. Facciamo un accompagnamento<br />

durante tutte le fasi dell’avvio e comunque cerchiamo anche di fare insieme<br />

al diretto interessato un piccolo studio di fattibilità. In particolare per<br />

determinati settori siamo riusciti a costruire dei veri e propri percorsi di<br />

accompagnamento e ci sono alcuni imprenditori italiano nostri associati che<br />

fanno da “tutor” agli stranieri. Per rapportarci con questa nuova tipologia di<br />

utenza siamo partiti dai nostri servizi tradizionali e abbiamo cercato di<br />

insistere sulla pratica dell’accompagnamento perché ci sembrava l’aspetto<br />

centrale. Chiaramente i nostri operatori hanno dovuto imparare alcune cose<br />

relative ai permessi di soggiorno perché questo è un tema importantissimo e<br />

centrale”.<br />

La questione del lavoro<br />

Un approfondimento specifico merita il tema del lavoro e della ricerca di un’occupazione.<br />

Questa problematica è un filo rosso che collega e coinvolge tutti i servizi intervistati: dai<br />

Centri di Ascolto della Caritas, alle Cooperative Sociali, ai Servizi erogati dall’Ente locale.<br />

Le diverse strutture cercano di fronteggiare come possibile questa domanda ma i risultati, a<br />

detta degli operatori interpellati, sono purtroppo insoddisfacenti ed emerge forte la richiesta di<br />

individuare sul territorio un punto di riferimento o di una rete di riferimento in grado di<br />

fornire risposte adeguate.<br />

“Manca un luogo di accoglienza e orientamento per gli stranieri che arrivano<br />

sul nostro territorio, ad esempio sul tema del lavoro servirebbe un<br />

accompagnamento diverso, mirato. Ma questo accompagnamento<br />

servirebbe anche per altre problematiche come la casa e la salute. Magari ci<br />

sono strutture che si occupano di questo ma noi non le conosciamo”.<br />

“In quest’ultimo periodo portano tutti in maniera forte la difficoltà a trovare<br />

lavoro. Mentre all’inizio arrivavano persone che erano in Italia da poco e<br />

quindi o non avevano il permesso o avevano grosse difficoltà con la lingua,<br />

adesso invece arrivano anche persone che lavorano in Italia già da tanti anni<br />

che hanno sempre lavorato e che fanno veramente fatica a trovare qualcosa.<br />

Direi che nell’ultimo paio d’anni questo è proprio il cambiamento: persone<br />

presenti in Italia da tanti anni che adesso non trovano più niente pur<br />

andando in giro dappertutto”.<br />

Un’utenza “mordi e fuggi”<br />

Pressoché tutti gli operatori intervistati concordano nell’affermare che, nella maggior parte<br />

dei casi, l’utenza straniera si rapporta ai servizi presenti sul territorio in modo consapevole e<br />

informato. Le domande poste sono pertinenti, precise e circostanziate. Inoltre gli utenti<br />

stranieri manifestano un’elevata mobilità territoriale e adoperano con frequenza le risorse del<br />

39


territorio, in particolare se provenienti dai paesi dell’Europa dell’est e dell’America Latina;<br />

Frequentemente sono le donne a rivolgersi agli sportelli.<br />

I rapporti e gli incontri sono però occasionali. Difficilmente si creano dei legami di lunga<br />

durata. L’approccio è immediato e utilitaristico e il rapporto con il territorio e con le sue<br />

strutture e servizi si configura pertanto come occasionale, caratterizzato da una logica “mordi<br />

e fuggi”. E’ difficile costruire relazioni durevoli. Spesso la permanenza o meno su un<br />

territorio è determinata dalla condizione lavorativa: si cambia occupazione, si cambia città. E’<br />

evidente quanto questa incertezza ostacoli e renda difficoltoso lo sviluppo di dinamiche di<br />

radicamento.<br />

40


Cosa chiedere alla Pubblica Amministrazione<br />

Le richieste poste dai diversi operatori intervistati alla Pubblica Amministrazione sono<br />

pressoché unanimi. Innanzi tutto, è necessario che, assumendo un ruolo di regia e direzione,<br />

l’Ente locale intervenga per :<br />

1. presidiare maggiormente – investendo con risorse e progetti - il tema del lavoro;<br />

2. favorire il coordinamento e la messa a sistema di tutte le realtà che a diverso titolo<br />

operano sul tema degli stranieri;<br />

3. incoraggiare la nascita di sinergie nuove e di alleanza strategiche ampie ed efficaci;<br />

4. allargare l’orizzonte <strong>delle</strong> reti di relazioni esistenti anche fuori dal territorio comunale<br />

Nota bene:<br />

sostenendo la nascita di legami extra-territoriali, che oggi sono piuttosto deboli e<br />

sporadici.<br />

“… Solo in questo modo è pensabile elaborare <strong>delle</strong> strategie complessive. Inoltre non<br />

si può sempre solo lavorare per tamponare le emergenze, viviamo una congiuntura<br />

economica e sociale che ci fa supporre che tra pochi anni la fascia di persone a rischio<br />

di esclusione sociale si allargherà sembra di più e non riguarderà certo solo gli<br />

stranieri. Famiglie che fino ad ora riuscivano ad arrangiarsi e tra poco non ce la<br />

faranno più”.<br />

“Il tema del coordinamento è assolutamente essenziale. Il Comune di <strong>Sesto</strong> si è<br />

sempre speso molto per favorire il coordinamento e questo territorio è ricco di<br />

esperienze molto interessanti ma, quello che manca è il collegamento tra tutte queste<br />

realtà. Esiste la Casa Albergo il sindacato, l’Ufficio Stranieri, le cooperative, la Caritas<br />

ma manca la capacità di coesione, la capacità di mettere a sistema, in contatto, in<br />

collegamento. C’è solo una realtà che lo può assumere questo ruolo e questa è<br />

l’Amministrazione Comunale che dovrà acquisire nel tempo – visto gli evidenti affanni<br />

dell’Amministrazione centrale – nuove competenze in materie come queste. E’<br />

necessario un protagonismo dell’Amministrazione Comunale”.<br />

E’ possibile consultare presso la Sede dell’Assessorato Servizi alla Persona e Promozione<br />

Sociale in via Benetto Croce, 12 e presso Gulliver Informagiovani in via Costa, 26 alcune<br />

schede sintetiche relative ai Servizi censiti. Inoltre, è a disposizione degli interessati un breve<br />

elenco di strutture milanesi che si occupano di stranieri che possono rappresentare, anche per<br />

lo sviluppo di progetti futuri, importanti interlocutori.<br />

41


Parte quarta<br />

ALCUNI DATI SULLA PRESENZA DELLE COMUNITÀ STRANIERE RESIDENTI<br />

42


Sulla presenza <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />

Note introduttive<br />

La presente ricerca-azione ha come privilegiato oggetto di indagine i cittadini stranieri che, in<br />

possesso di un regolare permesso di soggiorno, hanno ottenuto la residenza a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong><br />

Giovanni. Pertanto, va ricordato, nessun riferimento in questo lavoro viene fatto alla realtà<br />

degli irregolari soggiornanti sul territorio comunale.<br />

In questa sezione sono stati raccolti ed elaborati alcuni dati relativi alla presenza di cittadini<br />

stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> 1 .<br />

I dati riportati offrono un interessante quadro della realtà sestese, pur nella consapevolezza<br />

che esistono dei margini di imprecisione dovuti a diversi fenomeni e comportamenti. Ci<br />

possono essere, per esempio, stranieri che mantengono la residenza a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni ma<br />

abitano in un altro comune, oppure che sono tornati al loro Paese d’origine senza aver<br />

provveduto a cancellarsi dalle liste anagrafiche, e via dicendo 2 .<br />

Ma quanti sono gli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong>?<br />

Se durante tutti gli anni ’80 le migrazioni internazionali risultano in crescita ed incominciano<br />

ad avere un certo rilievo soprattutto nelle grandi città italiane, è solo con l’inizio degli anni<br />

’90 che acquistano una certa consistenza, diventando fenomeno realmente visibile.<br />

Concentrandoci su <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni questa tendenza è messa bene in rilievo nella figura 1.<br />

1 I dati per l’indagine sono stati forniti dall’Anagrafe comunale e sono stati organizzati tenendo conto del Paese<br />

di provenienza, del Genere e della fascia di età di appartenenza. Tali dati sono stati in seguito confrontati con i<br />

dati e le riflessioni emersi all’interno del lavoro di tesi di laurea di Jacopo Umidi dal titolo “L’immigrazione<br />

straniera a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni: formazione e lavoro”, Università Statale di Milano Bicocca, a.a. 2001-02.<br />

2 Nel mese di ottobre 2004, alcuni articoli apparsi sulla stampa e pagine locali hanno segnalato come nel giro di<br />

un anno nell’hinterland milanese, e soprattutto a <strong>Sesto</strong> e Cinisello Balsamo, si sia verificato un aumento<br />

considerevole <strong>delle</strong> richieste di permesso di soggiorno, e ciò - si scrive - per il fatto che nei Commissariati <strong>delle</strong><br />

due città si ottiene il rinnovo del permesso di soggiorno in soli tre mesi contro la media milanese che oscilla tra<br />

gli otto mesi e l’anno. Il Commissariato sestese e l’Anagrafe hanno per questo avviato una collaborazione per<br />

accertare le eventuali residenze false.<br />

43


Figura 1: Cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni dal 31/12/1983 al 7/7/2004<br />

7000<br />

6000<br />

5000<br />

4000<br />

3000<br />

2000<br />

1000<br />

0<br />

1883<br />

1984<br />

1985<br />

1986<br />

1987<br />

1988<br />

1989<br />

1990<br />

1991<br />

1992<br />

1993<br />

1994<br />

1995<br />

1996<br />

1997<br />

1998<br />

1999<br />

2000<br />

2001<br />

2004<br />

maschi femmine totale<br />

Fonte: Anagrafe comunale<br />

Tranne che nel 1986 (anno in cui si rileva un decremento di stranieri pari a 109 unità), il<br />

numero di immigrati residenti in città ha registrato un incremento durante tutti gli anni ’80. Se<br />

al 31 dicembre 1983 l’Anagrafe comunale comunicava la presenza nel territorio di <strong>Sesto</strong> di<br />

369 stranieri, a fine 1989 la loro consistenza era salita a 588 unità. Come si nota, la crescita<br />

in valori assoluti non appare elevata (+219) ma indica in ogni caso in sei anni un incremento<br />

percentuale del 60%, fatto non trascurabile se si pensa che la città era da decenni abituata a<br />

confrontarsi esclusivamente con un tipo di immigrazione “nostrana”.<br />

Con l’inizio degli anni ’90 le tendenze sopra rilevate acquistano maggior rilievo e l’aumento<br />

di cittadini stranieri si fa sempre più consistente. Nel 1992 si raggiungono le 1.000 presenze,<br />

che costituiscono poco più dell’1% della popolazione totale residente in città. La crescita<br />

sarà continua anno dopo anno, registrando un incremento medio da un anno all’altro di circa il<br />

17%.<br />

Va ricordato che, durante tutti gli anni ’90 e anche oggi, gli incrementi annui registrati<br />

dall’Anagrafe hanno sempre risentito <strong>delle</strong> varie sanatorie istituite. Essendo la residenza<br />

legata al possesso di un permesso di soggiorno, il periodo immediatamente seguente ad una<br />

regolarizzazione è caratterizzato da un aumento <strong>delle</strong> richieste di residenza da parte dei<br />

cittadini stranieri. Accade così che, nel corso del ’90, l’Ufficio Anagrafe di <strong>Sesto</strong> abbia<br />

44


egistrato incrementi significativi, e anomali rispetto alla media, proprio nel lasso di tempo<br />

immediatamente successivo alle sanatorie del 1990, del 1996 e del 1998. La stessa cosa è<br />

avvenuta anche due anni fa, in seguito alla sanatoria del 2002.<br />

Tornando all’analisi sulla consistenza numerica della componente straniera residente a <strong>Sesto</strong><br />

si notano quindi incrementi significativi che fino ad oggi non sembrano registrare riduzioni.<br />

Nel corso degli anni ’90 la popolazione straniera è passata da 588 unità del 1 gennaio 1990<br />

a 2.675 unità del 31 dicembre 1999, con un conseguente incremento del 355%.<br />

Anche il decennio da poco iniziato fornisce un quadro degli arrivi di cittadini stranieri in<br />

crescita. In soli quattro anni e mezzo (da gennaio 2000 a luglio 2004) la presenza straniera è<br />

raddoppiata, registrando un incremento del 133%.<br />

Al 7 luglio 2004 gli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni sono risultati essere 6.230 su<br />

un totale della popolazione che si attesta a 82.251 unità. Il 7,6% del totale dei residenti ha<br />

dunque un’origine straniera 3 .<br />

Le 10 nazionalità più presenti in città<br />

Gli stranieri che in questi anni sono giunti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni provengono nella<br />

maggioranza dei casi da quei Paesi che vengono definiti “a forte pressione migratoria”. Essi<br />

non fanno parte di una zona specifica del mondo ma sono distribuiti, in misura più o meno<br />

consistente, in tutti i continenti. Per avere un’idea del contributo che ciascuno di essi fornisce<br />

alla composizione della popolazione di <strong>Sesto</strong> si osservi la figura 2. Nel grafico vengono<br />

indicate le 10 nazionalità che oggi risultano più presenti nella città.<br />

3 Dai dati contenuti nel Dossier statistico 2004, XIV Rapporto Caritas/Migrantes, aggiornato al 31/12/2003,<br />

risultano sul territorio nazionale 2.193.999 stranieri soggiornanti registrati, di cui 502.610 in Lombardia. Tra le<br />

province lombarde che accolgono il maggior numero di stranieri vi è quella di Milano con 246.362 stranieri<br />

regolarmente registrati.<br />

45


Figura 2: Composizione per nazionalità dei cittadini stranieri residenti <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni al<br />

7/7/2004<br />

Altro<br />

25,6%<br />

Ucraina<br />

2,2%<br />

Sri Lanka<br />

2,8%<br />

Marocco<br />

5,4%<br />

Albania<br />

5,5%<br />

Egitto<br />

21,6%<br />

Romania<br />

6,4%<br />

Fonte: Anagrafe comunale<br />

Cina<br />

6,9%<br />

Perù<br />

9,1%<br />

Ecuador<br />

7,7%<br />

Filippine<br />

7,0%<br />

Gli egiziani: più di 1 cittadino straniero su 5 (21,6%) è egiziano. In valori assoluti la<br />

presenza di questa <strong>comunità</strong> si assesta sulle 1.343 unità. A <strong>Sesto</strong> nessun altra nazionalità<br />

mostra valori così elevati.<br />

I peruviani: con le loro 567 presenze i peruviani sono la seconda <strong>comunità</strong> più numerosa a<br />

<strong>Sesto</strong> e mostrano un’incidenza del 9,1% sul totale della popolazione immigrata.<br />

Gli ecuadoregni: I cittadini provenienti dall’Ecuador sono il 7,7% della componente straniera<br />

(in valori assoluti 478 unità).<br />

I filippini: oggi sono 435 e rappresentano il 7,0% della popolazione straniera.<br />

I cinesi: questa <strong>comunità</strong> mostra una percentuale di presenza molto simile a quella filippina e<br />

pari al 6,9% (427 presenze).<br />

I rumeni: dopo un loro interessante incremento in questi ultimi anni, oggi sono 396, il 6,4%<br />

degli immigrati totali.<br />

46


Gli albanesi: in valori percentuali rappresentano il 6,6% della popolazione straniera, in valori<br />

assoluti sono 344.<br />

I marocchini: tra le prime <strong>comunità</strong> ad insediarsi a <strong>Sesto</strong>, mostrano una presenza simile a<br />

quella albanese e spiegano il 5,4% della componente straniera (335 unità).<br />

I cingalesi: con le loro 172 presenze rappresentano il 2,8% degli immigrati.<br />

Gli ucraini: sono tra le ultime <strong>comunità</strong> arrivate a <strong>Sesto</strong>. Oggi sono 140 (il 2,2% degli<br />

stranieri).<br />

All’interno di questo quadro è opportuno sottolineare la specificità del “caso sestese”,<br />

caratterizzato da una forte presenza egiziana. Presenza che in altri contesti territoriali non si<br />

manifesta con percentuali di partecipazione tanto elevate e che quindi fa pensare che si sia<br />

creato negli anni un forte effetto di richiamo, capace di far confluire a <strong>Sesto</strong> un così alto<br />

numero di migranti dall’Egitto 4 .<br />

Le diverse <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> residenti: continuità e trasformazioni<br />

Se quella descritta sopra è l’attuale composizione per nazionalità degli stranieri residenti, è<br />

interessante cercare di capire come la presenza <strong>delle</strong> diverse <strong>comunità</strong> sia cresciuta nel tempo.<br />

Per fare ciò viene presentato nella tabella 1 un confronto tra le prime 10 nazionalità nel 2001 e<br />

le prime 10 nel 2004. Lo scopo è quello di rilevare gli incrementi <strong>delle</strong> diverse <strong>comunità</strong> (cfr.<br />

fig. 3). Si cercherà inoltre di capire quanto abbia influito la sanatoria del 2002 sull’attuale<br />

distribuzione degli stranieri all’interno della città e stabilire quali <strong>comunità</strong> ne abbiano<br />

maggiormente usufruito.<br />

4 Va segnalato che proprio in questi mesi è iniziata una ricerca sull’imprenditoria egiziana promossa dal CESPI -<br />

Centro Studi di Politica Internazionale - di Roma dal titolo “Fostering Egyptian local development through<br />

diasporic networks in Italy” , nell’ambito del rapporto tra Italia ed Egitto “Progetto IMIS”. All’interno di questo<br />

filone di ricerca che studia i migranti come agenti di sviluppo dei Paesi di provenienza, il CESPI ha individuato<br />

la cintura milanese e in particolare <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni come caso significativo da indagare.<br />

47


Tabella 1: Composizione per nazionalità dei cittadini stranieri residenti <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />

nel 2001 e nel 2004<br />

2001 2004<br />

Paese Presenza Paese Presenza<br />

Egitto 792 Egitto 1343<br />

Perù 324 Perù 567<br />

Filippine 283 Ecuador 478<br />

Marocco 279 Filippine 435<br />

Cina 232 Cina 427<br />

Albania 222 Romania 396<br />

Romania 144 Albania 344<br />

Sri<br />

99<br />

335<br />

Lanka<br />

Marocco<br />

Senegal 90 Sri Lanka 172<br />

Ecuador 81 Ucraina 140<br />

Altro 1350 Altro 1593<br />

Totale 3896 Totale 6230<br />

Fonte: Anagrafe comunale<br />

Nella tabella 1 si nota come, rispetto al 2001, ci sia la presenza tra le 10 nazionalità<br />

dell’Ucraina che ha preso il posto del Senegal.<br />

Gli incrementi dunque più sorprendenti registrati negli ultimi 2 anni e mezzo fanno<br />

riferimento alla <strong>comunità</strong> ucraina. Se a fine 2001 i cittadini ucraini residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong><br />

Giovanni erano 7, a metà 2004 salgono a 140, con un incremento percentuale del 1900% (per<br />

ovvi problemi grafici non se ne ha una rappresentazione nella figura 3).<br />

Una crescita così sostenuta non può essere semplicemente spiegata da un aumento improvviso<br />

dei flussi migratori dall’Ucraina ma è più giusto pensare che essa sia uno degli effetti della<br />

regolarizzazione. E’ ipotizzabile infatti che prima della sanatoria del 2002 fosse già presente<br />

una interessante quota di ucraini a <strong>Sesto</strong> ma che questi gravitassero nella sfera dell’irregolarità<br />

e che quindi non fossero visibili dall’Anagrafe comunale. Una popolazione composta per la<br />

maggior parte da donne che, impiegate come colf o badanti, ha provveduto a regolarizzare la<br />

propria presenza sul territorio usufruendo dell’opportunità offerta dalla sanatoria.<br />

48


Figura 3: Incrementi <strong>delle</strong> principali nazionalità dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong><br />

Giovanni (31/12/2001-7/7/2004)<br />

Romania<br />

Cina<br />

Perù<br />

Sri Lanka<br />

Egitto<br />

Albania<br />

Filippine<br />

Marocco<br />

0% 20% 40% 60% 80% 100% 120% 140% 160% 180%<br />

Fonte: Anagrafe comunale<br />

Un discorso simile può essere fatto anche per la <strong>comunità</strong> ecuadoriana. In questo caso<br />

l’incremento registrato, seppur minore di quello ucraino, è significativo e si assesta sul 490%.<br />

Nel 2001 quella ecuadoriana era la decima nazionalità tra quelle più presenti a <strong>Sesto</strong><br />

(rappresentava il 2,1% della popolazione straniera con 81 unità). Oggi, come si è visto<br />

sopra, registra un numero inferiore solo ad Egitto e Perù.<br />

Negli ultimi anni la <strong>comunità</strong> rumena ha più che raddoppiato la sua presenza sul<br />

territorio (con un incremento di 176 punti percentuale), mutando la propria incidenza sul<br />

totale degli stranieri dal 3,7% al 6,4%.<br />

Crescite significative si registrano anche per i cinesi (+84,1%), i peruviani (+75,0%), i<br />

cingalesi (+73,7%) e gli egiziani (69,6%).<br />

Soprattutto per le prime due <strong>comunità</strong> e per l’Egitto è interessante notare come, a fronte di<br />

una già importante presenza di queste <strong>comunità</strong> a <strong>Sesto</strong>, gli incrementi siano significativi, a<br />

dimostrazione della persistenza di un flusso migratorio che non accenna a ridursi. In valori<br />

49


assoluti, infatti, un incremento della presenza egiziana del 69,6% significa un passaggio da<br />

792 unità a 1.343 5 .<br />

Anche le restanti tre <strong>comunità</strong> rappresentate nella figura precedente mostrano un incremento<br />

della loro presenza. Gli albanesi, che prima del 1998 erano rappresentati da 30 unità, in due<br />

anni e mezzo presentano un incremento del 55,0%, molto simile a quello rilevato anche per i<br />

filippini (+53,7%). I marocchini, infine, vedono aumentare il loro numero da 279 a 335<br />

unità, anche se, va segnalato, in maniera più contenuta rispetto agli altri paesi (+20,1%).<br />

Donne e uomini nelle singole <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong><br />

La maturazione del fenomeno migratorio sta portando <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni ad un riequilibrio<br />

nella popolazione straniera dal punto di vista della sua composizione di Genere. Questa<br />

tendenza risulta evidente osservando le percentuali di uomini e di donne che dal 1990 al 2004<br />

compongono l’universo degli stranieri residenti (cfr. fig. 4). Nel corso di questi anni infatti si<br />

registra un maggior equilibrio tra componente maschile, che rimane comunque quella<br />

predominante, e componente femminile.<br />

Se nel 1990 gli uomini erano il 60,8% degli stranieri e le donne il 39,2%, oggi il divario si è<br />

fatto più contenuto e si assesta rispettivamente al 55,6% per la presenza maschile e al<br />

44,4% per la presenza femminile.<br />

Questa tendenza è in parte determinata da una presenza straniera più radicata nel territorio<br />

che, soprattutto per le nazionalità di più vecchia immigrazione, chiama in Italia i propri<br />

famigliari. Ciò però spiega solo in parte la riduzione del divario tra uomini e donne visto che,<br />

come si vedrà in seguito, non tutte le <strong>comunità</strong> hanno seguito questa direzione. Bisogna<br />

aggiungere poi che la distribuzione per Genere degli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> è la risultante<br />

di tutte le singole distribuzioni entro ogni <strong>comunità</strong>, da quella caratterizzata da una forte<br />

presenza femminile (come quella dell’Ucraina e <strong>delle</strong> Filippine) a quella invece nota per la<br />

sua componente maschile (ad esempio quella dell’Egitto o del Marocco).<br />

5 Basti pensare che al 29 ottobre 2004 risultano iscritti all’Anagrafe 1553 residenti di nazionalità egiziana,<br />

contro i 1343 registrati al 7 luglio 2004.<br />

50


Osservando la figura 4, è interessante notare come il contributo femminile alle migrazioni sia<br />

cresciuto fino a circa metà anni ’90 per poi mantenersi, dal 1995 ad oggi, su valori che<br />

gravitano intorno al 45%.<br />

Figura 4: Distribuzione per genere dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni dal<br />

31/12/1990 al 7/7/2004<br />

100%<br />

90%<br />

80%<br />

70%<br />

60%<br />

50%<br />

40%<br />

30%<br />

20%<br />

10%<br />

maschi<br />

femmine<br />

0%<br />

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2004<br />

Fonte: Anagrafe comunale<br />

Un confronto tra la distribuzione per Genere dei cittadini stranieri e quella del totale dei<br />

residenti sestesi mette in luce che tra i primi (cittadini stranieri) prevale la componente<br />

maschile, mentre tra i secondi (totale residenti sestesi) prevale la compente femminile,<br />

con un’incidenza del 51,6%. Come conseguenza di ciò i maschi stranieri compongono<br />

l’universo dei residenti uomini per l’8,7%, mentre le donne <strong>straniere</strong> partecipano<br />

all’universo femminile con una percentuale del 6,5%.<br />

Come già anticipato, è possibile individuare alcune <strong>comunità</strong> caratterizzate da una incidenza<br />

femminile molto elevata ed altre in cui le donne sono una minoranza rispetto al totale (cfr. fig.<br />

5). Ciò è determinato dal fatto che spesso esiste una correlazione tra nazionalità ed attività<br />

lavorativa svolta, con la conseguente formazione di un flusso migratorio fortemente<br />

condizionato da questo legame. Non è un caso quindi che, nella figura 5, i quattro Paesi che<br />

presentano percentuali di partecipazione femminile superiori a quelle degli uomini<br />

facciano riferimento a quelle nazionalità maggiormente impegnate nel lavoro di cura<br />

(degli anziani e dei bambini, collaborazione al lavoro domestico, etc.).<br />

51


Tra queste si noti l’Ucraina che, con le sue 140 presenze totali, mostra una percentuale di<br />

donne del 76,4%. Anche l’Ecuador ed il Perù, <strong>comunità</strong> di nuova immigrazione, sono<br />

caratterizzate da un’importante quota di donne, rispettivamente del 62,8% e del 58,4%. Nel<br />

caso <strong>delle</strong> Filippine invece la distanza tra componente maschile e componente femminile è<br />

più contenuta e, forse perché si tratta di una <strong>comunità</strong> a più lunga tradizione migratoria, indica<br />

un’incidenza femminile del 55,2%.<br />

Figura 5: Distribuzione per genere <strong>delle</strong> principali nazionalità degli stranieri residenti a<br />

<strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni al 7/7/2004<br />

80%<br />

70%<br />

60%<br />

50%<br />

40%<br />

30%<br />

20%<br />

10%<br />

0%<br />

Egitto<br />

Ecuador<br />

Filippine<br />

Cina<br />

Romania<br />

Albania<br />

Marocco<br />

Sri Lanka<br />

Fonte: Anagrafe Comunale<br />

Ucraina<br />

Altro<br />

maschi<br />

femmine<br />

Le <strong>comunità</strong> dell’Egitto e del Marocco, pur essendo tra le <strong>comunità</strong> che da più tempo vivono<br />

a <strong>Sesto</strong>, mostrano una presenza femminile molto bassa e pari rispettivamente al 21,1% e<br />

al 34,0%. Il dato in parte sorprende perché si è soliti pensare che <strong>comunità</strong> a più lunga<br />

tradizione migratoria tendano ad un riequilibrio della loro componente per genere. E’ il caso,<br />

per esempio, dei cinesi in cui le donne sono il 50,8% e gli uomini il 49,2%. Una<br />

spiegazione alla bassa presenza femminile per i due paesi del nord Africa potrebbe essere<br />

pensata ipotizzando un’immigrazione che non vede nell’Italia la destinazione definitiva ma<br />

piuttosto un’opportunità temporalmente limitata finalizzata al raggiungimento di specifici<br />

obiettivi in un arco di breve e medio periodo .<br />

52


La popolazione straniera per fasce di età<br />

L’analisi della popolazione straniera si arricchisce di un ulteriore elemento alla luce dei dati<br />

sulla distribuzione per classi di età forniti dall’Ufficio Anagrafe 6 .<br />

La figura 6 mette bene in rilievo come gli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> costituiscano una<br />

popolazione giovane<br />

Figura 6: Distribuzione per età dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni e del<br />

totale dei residenti al 7/7/2004<br />

50%<br />

45%<br />

40%<br />

35%<br />

30%<br />

25%<br />

20%<br />

15%<br />

10%<br />

5%<br />

0%<br />

0-15<br />

16-32<br />

33-65<br />

oltre 65<br />

Fonte: Anagrafe comunale<br />

sconosc.<br />

totale<br />

stranieri<br />

Più della metà (55,6%) ha un’età che non supera i 32 anni e ben il 18,4% rientra nella<br />

classe 0-15. Coloro che fanno parte della fascia 33-65 sono invece il 42,9%.<br />

Mantenendo l’attenzione su quest’ultima classe si scopre che ben il 90% della sua<br />

componente è rappresentata da individui che non superano i 50 anni di età.<br />

stranieri<br />

totale<br />

6 La classificazione per età dei cittadini stranieri residenti fornita dall’Ufficio Anagrafe del Comune comprende<br />

una classe denominata “sconosciuta” composta da 41 individui ai quali non è stato possibile attribuire giorno,<br />

mese e anno di nascita. Tale presenza, che non si ritrova nei dati riferiti alla composizione per età del totale<br />

residenti, se da un punto di vista statistico non condiziona in modo significativo il dato - trattandosi di un<br />

numero relativamente basso - dal punto di vista metodologico fa emergere alcuni e ovvi problemi di difformità<br />

degli universi studiati.<br />

53


Questo dato conferma l’idea di una popolazione molto giovane rispetto a quella sestese<br />

nel suo complesso (come si evince anche dal confronto rappresentato in figura 6), tanto<br />

che il 93% degli stranieri totali ha un’età inferiore ai 50 anni.<br />

I motivi che concorro a spiegare questa tendenza sono essenzialmente due.<br />

Il primo risiede nel fatto che chi affronta un percorso migratorio, nella stragrande<br />

maggioranza dei casi, è una persona giovane, in età lavorativa, maggiormente disponibile ad<br />

adattarsi a situazioni di disagio e precarietà finalizzate ad un futuro successo. Il secondo<br />

motivo può essere invece individuato nel fatto che il fenomeno migratorio, che oggi coinvolge<br />

l’Italia e <strong>Sesto</strong>, è ancora all’inizio della sua evoluzione. Sono passati poco più di 20 anni dai<br />

primi arrivi ed è ipotizzabile che in futuro l’età media degli stranieri registri <strong>delle</strong> modifiche.<br />

In ogni caso non è ancora possibile dire se la presenza straniera sia caratterizzata<br />

maggiormente da stranieri che, dopo aver lavorato qualche anno in Italia, hanno intenzione di<br />

tornare nel loro paese d’origine o se invece prevalga quella componente che ha deciso di<br />

stanziarsi in maniera definitiva nel territorio italiano e /o sestese.<br />

Nella figura 7 vengono presentati gli incrementi registrati dal 2001 a metà 2004 degli stranieri<br />

divisi per fasce d’età. Ovviamente l’arco di tempo considerato è troppo breve per poter<br />

formulare ipotesi rispetto al progetto migratorio cui si faceva riferimento sopra. Ciò<br />

nonostante è possibile rilevare alcune generali linee di tendenza del fenomeno.<br />

Negli ultimi due anni e mezzo la popolazione residente straniera ha registrato un incremento<br />

del 60%. Un’analisi per diverse fasce d’età mostra che gli incrementi più significativi hanno<br />

interessato la classe d’età 16-32 e quella 0-15, con valori percentuali rispettivamente del<br />

78,3% e del 56,6%. Di minore portata è invece la crescita della classe 33-65 (+47,6%),<br />

mentre il numero di over sessantacinque è calato del 21,4%. Quest’ultimo dato deve essere<br />

però letto alla luce del peso che gli ultra sessantacinquenni ricoprono all’interno della<br />

popolazione straniera. Se è vero infatti che se ne registra una riduzione, è altrettanto vero che<br />

in valori assoluti rappresentano poche decine di persone (42 a fine 2001 e 33 a metà 2004), e<br />

quindi molto sensibili ad ogni piccola variazione.<br />

54


Figura 7: Incrementi per classi d’età dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />

(31/12/2001-7/7/2004)<br />

80%<br />

70%<br />

60%<br />

50%<br />

40%<br />

30%<br />

20%<br />

10%<br />

0%<br />

-10%<br />

-20%<br />

-30%<br />

0-15<br />

56,6%<br />

16-32<br />

78,3%<br />

33-65<br />

Fonte: Anagrafe comunale<br />

47,6%<br />

-21,4%<br />

Oltre 65<br />

E’ opportuno invece soffermarsi sulle prime tre classi d’età per fare alcune considerazioni. E’<br />

possibile ipotizzare che gli incrementi della seconda e della terza fascia di età siano la somma,<br />

da una parte, dei nuovi arrivi a <strong>Sesto</strong> e dall’altra dell’emersione dall’irregolarità in seguito alla<br />

sanatoria del 2002.<br />

Per quanto riguarda invece l’aumento degli stranieri da 0 a 15 anni è più credibile pensare che<br />

essa sia stata determinata dai nuovi nati e dal ricongiungimento tra genitori, già in Italia, e<br />

figli.<br />

Se un’analisi sull’età ha coinvolto fino a questo momento solo la componente straniera, si<br />

rileva necessario ora capire quanto questa incida sul totale dei residenti per ogni classe d’età.<br />

Come è stato rilevato in precedenza il peso totale dei residenti stranieri a metà 2004 si assesta<br />

sul 7,6%. Essendo però la popolazione studiata una popolazione giovane, la sua incidenza<br />

risulta più marcata nelle prime classi d’età e minore nelle ultime (cfr. fig. 8).<br />

55


Figura 8: Incidenza dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni sul totale della<br />

popolazione residente divisa per classi d’età al 7/7/2004<br />

100%<br />

90%<br />

80%<br />

70%<br />

60%<br />

50%<br />

40%<br />

30%<br />

20%<br />

10%<br />

0%<br />

0-15<br />

16-32 33-65 oltre 65<br />

Fonte: Anagrafe Comunale<br />

Le due fasce d’età in cui si rileva un maggior peso della componente straniera fa riferimento a<br />

quella che va dai 0 ai 15 anni e quella che va dai 16 ai 32. Per quanto riguarda la prima,<br />

l’incidenza rilevata si assesta a metà 2004 all’11,4%, valore decisamente superiore al 7,6%<br />

totale.<br />

Questa percentuale indica che a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni tra tutti i residenti che hanno un’età<br />

compresa tra gli 0 e i 15 anni, più di 1 su 10 è straniero (in valori assoluti 1.146).<br />

Il valore appare molto significativo in quanto si riferisce a quella parte della popolazione più<br />

giovane, con tutte le conseguenze che ciò comporta. E’ infatti innegabile che i nuovi scenari<br />

che stanno nascendo e prendendo forma in questi ultimi anni devono condurre ad una serie di<br />

riflessioni riguardanti, ad esempio, la nascita di bisogni inediti espressi dalle famiglie<br />

<strong>straniere</strong>, l’accoglienza e l’inserimento nel tessuto sociale di bambini e giovani figli di<br />

stranieri e la capacità di rinnovamento della scuola e della sua prontezza di risposta al sorgere<br />

di nuove problematiche specifiche (come ad esempio la lingua).<br />

La seconda classe d’età, quella che va dai 16 ai 32 anni, indica un’incidenza ancora maggiore<br />

della precedente. I dati dell’anagrafe mostrano che ben il 14,6% dei residenti sestesi<br />

italiani<br />

stranieri<br />

56


compresi in questa fascia è rappresentato da stranieri. Ciò, se da un lato restituisce ancora<br />

una volta un’immagine di un’immigrazione giovane, indica la crescente importanza della<br />

componente straniera all’interno del totale della popolazione in età lavorativa.<br />

La terza fascia (dai 33 ai 65 anni ) mostra invece valori percentuali più bassi e pari al<br />

6,8%, dato viziato anche dal fatto che, come si è avuto modo di osservare in precedenza, la<br />

percentuale di over 50 è molto bassa. Per gli ultra sessantacinquenni invece l’incidenza è<br />

praticamente nulla e si assesta sullo 0,2%.<br />

Ciò che emerge, dunque, è che i dati appena commentati sono il risultato dell’incontro di<br />

una popolazione giovane, come è quella straniera, ed una popolazione che, come accade<br />

anche a livello nazionale, registra ormai da diversi anni un innalzamento dell’età media.<br />

Gli stranieri che abitano nelle 5 Circoscrizioni della città<br />

L’immagine che fino ad ora è emersa dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni ha<br />

messo a fuoco una serie di caratteristiche più che altro di natura demografica. Il passo<br />

successivo che si intende compiere è quello di capire in che modo questa parte della<br />

popolazione si distribuisca sul territorio sestese. In specifico si cercherà di capire se esistono<br />

zone della città preferite rispetto ad altre, e se sussiste un qualche tipo di collegamento tra esse<br />

e le <strong>comunità</strong> che qui vi abitano.<br />

Di seguito verrà quindi restituita la presenza dei cittadini stranieri nelle 5 Circoscrizioni:<br />

Circoscrizione 1 (Rondò – Torretta), Circoscrizione 2 (Rondinella – Baraggia – Restellone),<br />

Circoscrizione 3 (Isola del Bosco – Delle Corti), Circoscrizione 4 (Pelucca – Villaggio Falck),<br />

Circoscrizione 5 (Dei Parchi – Cascina de’ Gatti – Parpagliona).<br />

Come si evince dalla figura 9, più di 1 residente straniero su 3 (37,5%, in valori assoluti<br />

2.339) risiede nella Circoscrizione 3. Anche la Circoscrizione 1 e la Circoscrizione 2<br />

indicano interessanti percentuali di cittadini stranieri residenti. Se per la prima la presenza<br />

percentuale è del 27,1% (1.688), per la seconda scende al 19,7% (1.229). La Circoscrizione<br />

4 e la Circoscrizione 5 indicano invece una presenza straniera inferiore a tutte le altre zone<br />

della città, pari rispettivamente al 4,4% (277) e all’11,2% (697).<br />

57


Figura 9: Distribuzione dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni nelle diverse<br />

circoscrizioni al 7/7/2004<br />

Circ. 4<br />

4,4%<br />

Circ. 3<br />

37,5%<br />

Circ.5<br />

11,2%<br />

Fonte: Anagrafe comunale<br />

Circ. 1<br />

27,1%<br />

Circ. 2<br />

19,7%<br />

La presenza di cittadini stranieri rispetto al totale dei residenti <strong>delle</strong> 5 Circoscrizioni<br />

Risulta ora interessante osservare quale sia l’incidenza della presenza immigrata all’interno di<br />

ogni singola Circoscrizione (cfr. fig. 10). In questo modo si potrà valutare se esistono zone<br />

della città maggiormente interessate dal fenomeno o se, al contrario, il rapporto tra cittadini<br />

stranieri e popolazione totale residente si mantiene costante in tutti e 5 i quartieri.<br />

Come già scritto nelle pagine precedenti, l’incidenza della componente straniera sul totale dei<br />

residenti sestesi si attesta oggi al 7,6%. Dalla figura 10 emerge però l’esistenza di zone in cui<br />

questa percentuale è più consistente.<br />

Nella Circoscrizione 4, su 100 residenti, ben 12,3 sono stranieri. Questo quartiere, pur<br />

essendo il meno popoloso tra tutti e pur presentando, in valori assoluti, la più bassa<br />

concentrazione di immigrati di tutta la città, indica un’incidenza straniera molto alta e ben al<br />

di sopra della media. Ciò suggerisce come la Circoscrizione 4 abbia indubbiamente un potere<br />

di attrazione o una maggiore accessibilità, per esempio dal punto di vista abitativo, rispetto ad<br />

altre zone della città.<br />

58


Anche la Circoscrizione 1 e la Circoscrizione 3 mostrano una presenza straniera al di<br />

sopra della media. Nel primo caso, si registra un’incidenza pari all’8,5%, mentre nel<br />

secondo al 9,4%.<br />

Di tendenza diversa sono invece le restanti due Circoscrizioni, che presentano valori inferiori<br />

al dato complessivo della città. Se per la Circoscrizione 3 la componente immigrata spiega il<br />

7,1% dei residenti totali, la Circoscrizione 5 indica un’incidenza straniera molto bassa e pari<br />

al 3,9%.<br />

Figura 10: Incidenza dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni sul totale della<br />

popolazione residente nelle diverse circoscrizioni al 7/7/2004<br />

14%<br />

12%<br />

10%<br />

8%<br />

6%<br />

4%<br />

2%<br />

0%<br />

Circ. 1 Circ. 2 Circ. 3 Circ. 4 Circ.5<br />

incidenza stranieri incidenza totale<br />

Fonte: Anagrafe comunale<br />

La relazione tra Paese d’origine e quartiere di residenza<br />

Verificata l’esistenza di zone della città più interessate dal fenomeno migratorio rispetto ad<br />

altre, si vuole ora far emergere l’esistenza di eventuali collegamenti tra le 5 Circoscrizioni<br />

della città e le principali <strong>comunità</strong> di immigrati. Per fare ciò si è ritenuto opportuno fornire<br />

una rappresentazione grafica dell’incidenza <strong>delle</strong> prime 10 nazionalità all’interno <strong>delle</strong><br />

singole Circoscrizioni (cfr. fig. 11), così da osservare, al di là del diverso numero di residenti<br />

59


all’interno dei singoli quartieri, l’esistenza o meno di una relazione tra nazionalità e quartiere<br />

di residenza.<br />

Figura 11: Incidenza <strong>delle</strong> principali <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> presenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni sul<br />

totale della popolazione residente nelle diverse circoscrizioni al 7/7/2004<br />

3,0%<br />

2,5%<br />

2,0%<br />

1,5%<br />

1,0%<br />

0,5%<br />

0,0%<br />

Egitto Perù Ecuador Filippine Cina Romania Albania Marocco Sri Lanka Ucraina<br />

Circ. 1 Circ. 2 Circ. 3 Circ. 4 Circ. 5<br />

Fonte: Anagrafe comunale<br />

Osservando il grafico 11 è possibile rilevare due aspetti che caratterizzano la distribuzione dei<br />

cittadini stranieri a <strong>Sesto</strong>. Il primo fa riferimento alla preferenza che ogni <strong>comunità</strong> esprime<br />

per alcune zone della città, mentre il secondo riguarda la distribuzione più o meno equilibrata<br />

di ogni singola nazionalità all’interno <strong>delle</strong> 5 Circoscrizioni.<br />

Tra i Paesi che sembrano preferire un quartiere rispetto ad un altro troviamo l’Ecuador. Esso<br />

presenta una importante incidenza sul totale dei residenti nella Circoscrizione 4 Pelucca –<br />

Villaggio Falck (2,2%), mentre nei restanti quartieri la presenza di ecuadoregni mostra valori<br />

decisamente inferiori (da 0,7% a 0,3%).<br />

Anche i cinesi, i romeni e i cingalesi sembrano preferire la Circoscrizione 4, nonostante<br />

presentino un’incidenza non trascurabile anche all’interno della Circoscrizione 1 e<br />

Circoscrizione 3.<br />

60


Per quanto riguarda egiziani, filippini e marocchini si rileva invece una tendenza<br />

d’insediamento maggiormente concentrata all’interno della Circoscrizione 1, 3 e, in misura<br />

più contenuta, nella Circoscrizione 2.<br />

I marocchini, inoltre, sono l’unica <strong>comunità</strong> straniera tra tutte quelle oggetto di studio che<br />

registra uno spiccato interesse anche per il Quartiere 5 Dei Parchi – Cascina de’ Gatti –<br />

Parpagliola (con un’incidenza paragonabile a quella rilevata per il Quartiere 1).<br />

La componente peruviana indica una maggiore incidenza nella Circoscrizione 1 e 2 e, in<br />

misura minore, nelle restanti tre.<br />

Gli ucraini invece sembrano preferire, con percentuali molto simili, i Quartieri Isola del<br />

Bosco – Delle Corti, Rondinella – Baraggia – Restellone e Rondò – Torretta.<br />

Gli albanesi, infine, mostrano una distribuzione all’interno della città che, se si esclude la<br />

Circoscrizione 5, appare pressoché uniforme per tutti i Quartieri, con percentuali<br />

d’incidenza molto simili tra loro.<br />

Le caratteristiche appena evidenziate confermano l’esistenza di una stretta relazione tra la<br />

nazionalità e la scelta del quartiere in cui andare a risiedere. Una riprova di come il<br />

radicamento nel territorio di alcune <strong>comunità</strong> orienti la destinazione finale dei nuovi arrivati,<br />

che tendono a stabilirsi in zone già frequentate da altri connazionali. E’ quello che, in misura<br />

più o meno consistente, è accaduto anche nel corso di tutti i movimenti migratori passati e che<br />

coinvolgere anche altre sfere del quotidiano, come ad esempio la ricerca del lavoro o la<br />

frequentazione di alcuni luoghi piuttosto che altri.<br />

61


Sulle attività del commercio fisso, ambulante e itinerante, e le attività<br />

artigianali dei cittadini stranieri a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />

Le pagine che seguono sono state elaborate e commentate a partire dai dati forniti dallo<br />

Sportello Unico Commercio e Artigianato, Settore Affari Istituzionali del Comune di <strong>Sesto</strong><br />

<strong>San</strong> Giovanni. Esse si riferiscono alle attività di commercio fisso, ambulante ed itinerante 1 , e<br />

alle attività artigianali avviate da cittadini stranieri sul territorio sestese 2 .<br />

A metà del 2004, lo Sportello Unico Commercio e Artigianato, registra la presenza sul<br />

territorio comunale di un totale di 168 attività tra commercio in sede fissa e attività<br />

artigianali intestate a cittadini stranieri. Esse fanno riferimento alla vendita di prodotti<br />

alimentari e non (bar, ristoranti, etc.), alla fornitura di servizi (imprese di autotrasporto, di<br />

pulizia, etc.), alla produzione manifatturiera e all’edilizia.<br />

Come è possibile osservare dalla figura 12, quasi 3 attività su 4 aperte da stranieri sono<br />

nate negli ultimi due anni e mezzo (tra il 2002 e la prima metà del 2004).<br />

E’ questo un dato interessante perché testimonia una crescita dell’imprenditoria etnica, anche<br />

se – va ricordato – queste informazioni riguardano soltanto le attività attualmente aperte,<br />

mentre non si conoscono, almeno se si considera i dati in nostro possesso, quante e quali<br />

attività in questi anni sono state aperte e poi, per vari motivi, abbiano cessato di esistere.<br />

1 All’interno della categoria “Commercio Ambulante” esiste un’ulteriore categoria denominata “Commercio<br />

itinerante”. Mentre per il commercio ambulante l’attività di vendita viene esercitata su posto fisso all’interno di<br />

<strong>spazi</strong> assegnati nominalmente, nel caso dell’ambulante itinerante l’attività di vendita, come si intuisce già dal<br />

nome, può essere svolta per la città per un periodo di tempo limitato e a condizione che tale attività non sia di<br />

intralcio al traffico. Chi ha la licenza per il commercio ambulante in forma itinerante può anche partecipare alle<br />

fiere (facendo apposita richiesta, la cui validità e di un anno) e alla cosiddetta “spunta”: l’occupazione nei<br />

mercati di posti che risultano temporaneamente vacanti (per malattia, ferie, etc. del titolare del posto).<br />

2 Va ricordato, che solo per il commercio ambulante itinerante è necessario essere residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />

per ottenere il rilascio dell’autorizzazione. Gli intestatari di attività commerciali e artigianali localizzate a <strong>Sesto</strong><br />

<strong>San</strong> Giovanni potrebbero pertanto avere in città la sede della propria attività ma risiedere in un altro Comune.<br />

62


Commercio in sede fissa e artigianato<br />

L’imprenditoria etnica, e questo è il dato da sottolineare, ha conosciuto in questi ultimi anni<br />

uno sviluppo e una diffusione mai registratasi in passato, come suggerisce la figura 12.<br />

Figura 12: Anno d’inizio <strong>delle</strong> attività di commercio in sede fissa e artigianato di titolari<br />

stranieri al 17/9/2004<br />

43<br />

61<br />

25<br />

4 24<br />

Prima del 1998 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004<br />

Fonte: Sportello Unico Commercio e Artigianato<br />

L’Egitto e la Cina sono i due Paesi che presentano le quote più consistenti di operatori<br />

in questi settori. (cfr. fig. 13). I primi sono titolari a <strong>Sesto</strong> di 71 attività (il 42% del totale)<br />

mentre i secondi di 41 (24%). La partecipazione a questi settori <strong>delle</strong> altre nazionalità è<br />

decisamente minore, non paragonabile alle due <strong>comunità</strong> sopra citate e con un’incidenza che<br />

non supera mai il 5% del totale.<br />

Comunità come quella filippina o quella marocchina infatti, pur essendo presenti a <strong>Sesto</strong><br />

da diversi anni in numero consistente, non sembrano interessate ad attività di commercio<br />

in sede fissa.<br />

E’ ipotizzabile quindi l’esistenza di reti “etniche” che spingono ogni <strong>comunità</strong> a specializzarsi<br />

in alcune attività piuttosto che altre e, nel caso dei filippini e dei marocchini, a orientarsi verso<br />

altre forme di lavoro, e verso il commercio ambulante o itinerante, come si vedrà in seguito.<br />

19<br />

10<br />

63


Figura 13: Cittadini stranieri titolari di attività di commercio in sede fissa e artigianato<br />

suddivise per nazionalità al 17/9/2004<br />

Egitto<br />

Cina<br />

Romania<br />

Perù<br />

Siria<br />

Tunisia<br />

Marocco<br />

Brasile<br />

Albania<br />

Bangladesh<br />

Ecuador<br />

Altro<br />

Attività artigianali<br />

0 10 20 30 40 50 60 70 80<br />

Fonte: Sportello Unico Commercio e Artigianato<br />

Tra le attività artigianali, si registrano 8 ditte specializzate in confezione di vestiti o articoli<br />

in pelle. E’ interessante notare come i titolari siano in tutti i casi cittadini cinesi e come quindi<br />

si possa pensare ad una specializzazione occupazionale della <strong>comunità</strong> cinese nel settore<br />

manifatturiero (cosa del resto risaputa non solo a <strong>Sesto</strong> ma in tutta Italia).<br />

Il settore dell’edilizia e <strong>delle</strong> costruzioni è invece caratterizzato da una diffusione di piccoli<br />

imprenditori egiziani e, in misura minore, romeni, marocchini e siriani (in tutto 25). La<br />

maggior parte di essi è titolare di un’impresa edile in senso stretto, mentre meno diffuse sono<br />

le attività di manutenzione, installazione e posa in opera legate al settore.<br />

Tabella 2: Principali attività commerciali ed artigianali per tipologia di attività e<br />

nazionalità al 17/9/2004<br />

64


Attività esercitata Paese Provenienza N. Attività Totale<br />

Cina 21<br />

Bar/ristoranti<br />

Egitto 12 39<br />

Altro 6<br />

Cina 11<br />

Vendita non alimentari<br />

Egitto 6 26<br />

Altro 9<br />

Egitto 11<br />

Romania 5<br />

Attività edili<br />

Marocco 2 25<br />

Siria 2<br />

Altro 5<br />

Imprese di pulizia<br />

Egitto<br />

Altro<br />

21<br />

4<br />

25<br />

Egitto 18<br />

Vendita alimentari<br />

Siria 2 24<br />

Altro 4<br />

Trasporti<br />

Perù<br />

Altro<br />

5<br />

9<br />

14<br />

Confezioni abbigliamento e articoli in pelle Cina 8 8<br />

Egitto 3<br />

Brasile 1<br />

Altre attività<br />

Cina 1 7<br />

Ecuador 1<br />

Polonia 1<br />

Fonte: Sportello Unico Commercio e Artigianato<br />

Le attività nel settore del commercio e dei Servizi<br />

Ben 39 <strong>delle</strong> attività registrate fanno riferimento al settore della ristorazione (sia bar che<br />

ristoranti) e segnalano una predominanza di cinesi (21) ed egiziani (12).<br />

Situazione simile per le attività di vendita di prodotti non alimentari dove, su un totale di<br />

26 negozi, 11 sono cinesi e 6 egiziani.<br />

Il settore dei servizi alle imprese, ed in specifico di servizi di pulizia, è costituito per la quasi<br />

totalità da ditte che fanno capo a egiziani (21 egiziani su un totale di 25 imprese di pulizia).<br />

Anche le attività di vendita di alimentari, caratterizzate da pizzerie d’asporto e macellerie<br />

islamiche, vedono la <strong>comunità</strong> egiziana occupare la prima posizione con 18 esercizi<br />

commerciali su 24 totali.<br />

Il settore dell’autotrasporti, infine, registra invece una predominanza della componente<br />

peruviana (5 su 14 ditte totali).<br />

65


Commercio ambulante<br />

Anche nell’ambito del commercio ambulante si registra un’importante presenza di attività<br />

gestite da stranieri. Nei 4 mercati del sabato (<strong>Sesto</strong> Vecchio, via C. Marx, Rondinella e <strong>Sesto</strong><br />

Nuovo) e nei mercati minori dei giorni feriali, sono complessivamente 41 le attività condotte<br />

da cittadini stranieri 3 . Quasi tutte sono state avviate nel triennio 2001-2004 e solo 4 di<br />

esse hanno avuto inizio tra il 1999 e il 2000.<br />

Tabella 3: Commercio ambulante per tipo di prodotti venduti e nazionalità al 31/7/2004<br />

Paese di Provenienza Prodotti venduti N. Attività Totale<br />

Abbigliamento 16<br />

Calzature 2<br />

Giocattoli 2<br />

Cina<br />

Merceria 2 25<br />

Articoli sportivi 1<br />

Bigiotteria 1<br />

Casalinghi 1<br />

Abbigliamento 6<br />

Articoli orientali 1<br />

Marocco<br />

Calzature 1 10<br />

Casalinghi 1<br />

Frutta e verdura 1<br />

Senegal<br />

Abbigliamento<br />

Profumi- pulizia casa<br />

1<br />

1<br />

2<br />

Jugoslavia Chincaglieria 1 1<br />

Perù Abbigliamento 1 1<br />

Tunisia Tessuti 1 1<br />

Vietnam Bigiotteria 1 1<br />

Fonte: Sportello Unico Commercio e Artigianato<br />

Come si ha modo di osservare nella tabella 3, il settore che registra una maggiore presenza<br />

di stranieri è quello riferito alle attività di vendita di prodotti non alimentari. Tra queste<br />

le più numerose sono le rivendite di abbigliamento (24) seguite da quelle di calzature (3),<br />

mentre solo in un caso la vendita riguarda prodotti alimentari (in specifico frutta e<br />

verdura).<br />

Le nazionalità che maggiormente sono impegnate come ambulanti sono i cinesi, con 25<br />

banchi di vendita, e i marocchini con 10.<br />

3 Anche in questo caso il rilascio <strong>delle</strong> autorizzazioni per inizio attività non è subordinato al possesso della<br />

residenza nel comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni.<br />

66


E’ interessante notare l’assoluta assenza di egiziani e la forte presenza marocchina, in<br />

controtendenza rispetto alla scarsa partecipazione ad attività di vendita in sede fissa. Stessa<br />

cosa per i senegalesi che a <strong>Sesto</strong> non possiedono attività commerciali in sede fissa ma sono<br />

presenti nei mercati della città con 2 banchi di vendita.<br />

Commercio itinerante<br />

Al 31 luglio 2004, sono 113 le autorizzazioni concesse dal Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni ai<br />

cittadini stranieri per lo svolgimento di attività di commercio itinerante 4 .<br />

Come si evince dalla tabella 4, la maggior parte di esse riguarda strettamente la vendita<br />

di prodotti non alimentari (106). Le restanti autorizzazioni si riferiscono invece al<br />

commercio di prodotti sia alimentari che non (4), a prodotti alimentari, non alimentari e<br />

alla somministrazione di cibi e bevande (2) e alla vendita di soli prodotti alimentari (1).<br />

Tra i maggiori titolari di questi permessi troviamo i marocchini con 46 autorizzazioni, i<br />

senegalesi con 26 e i cinesi con 17.<br />

Anche se numericamente meno rilevante, va evidenziata la presenza in questo tipo di attività<br />

degli immigrati provenienti dal Bangladesh (9) e del Pakistan (3), soprattutto se si tiene<br />

conto che il numero di residenti totale <strong>delle</strong> due <strong>comunità</strong> a <strong>Sesto</strong> è rispettivamente di 57 e 28<br />

unità.<br />

La distribuzione per nazionalità mostra, come nel caso del commercio itinerante, una<br />

consistente presenza di marocchini impiegati in questo tipo di attività, a cui si affiancano<br />

anche i senegalesi, <strong>comunità</strong> quest’ultima specializzata nel settore del commercio ambulante<br />

ed itinerante (ben 1 senegalese su 5 a <strong>Sesto</strong> ha un autorizzazione di questo tipo).<br />

Tabella 4: Commercio itinerante per tipo di prodotti venduti e nazionalità al 31/7/2004<br />

4 L’autorizzazione per il commercio itinerante è rilasciata esclusivamente a coloro i quali sono residenti a <strong>Sesto</strong><br />

<strong>San</strong> Giovanni.<br />

67


Paese di provenienza Tipo di prodotti venduti N. Attività Totale<br />

Non alimentare 42<br />

Marocco<br />

Alimentare e non alimentare 3 46<br />

Alim.,non alim. e somministrazione di cibi e bevande 1<br />

Senegal Non alimentare 26 26<br />

Cina<br />

Non alimentare<br />

Alimentare<br />

16<br />

1<br />

17<br />

Bangladesh Non alimentare 9 9<br />

Pakistan Non alimentare 3 3<br />

Egitto<br />

Alim.,non alim. e somministrazione di cibi e bevande<br />

Non alimentare<br />

1<br />

1<br />

2<br />

Perù Non alimentare 2 2<br />

Camerun Non alimentare 1 1<br />

Filippine Non alimentare 1 1<br />

Jugoslavia Non alimentare 1 1<br />

Russia Non alimentare 1 1<br />

Siria Alimentare e non alimentare 1 1<br />

Somalia Non alimentare 1 1<br />

Uganda Non alimentare 1 1<br />

Usa Non alimentare 1 1<br />

Fonte: Sportello Unico Commercio e Artigianato<br />

68


Sulla presenza straniera nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di<br />

1° grado a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />

Come si è avuto modo di rilevare nelle pagine precedenti, quella straniera è una popolazione<br />

giovane. Sia all’interno della sola componente straniera, sia rispetto ad un confronto con tutti i<br />

cittadini sestesi, i minori stranieri hanno un peso rilevante e difficilmente trascurabile tra i<br />

residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni.<br />

Questo è uno dei motivi per cui si è scelto di osservare, attraverso i dati resi disponibili dal<br />

Settore Educazione del Comune, la consistenza della presenza straniera all’interno <strong>delle</strong><br />

scuole dell’infanzia (materne), primarie (elementari) e secondarie di 1° grado (medie<br />

inferiori) pubbliche. Si cercherà di capire quali siano, all’interno della città, le strutture<br />

scolastiche in cui è più marcata la loro presenza, osservando inoltre possibili incrementi o<br />

decrementi di iscrizioni di bambini stranieri nell’anno scolastico 2003/2004 e in quello<br />

2004/2005.<br />

Gli stranieri che oggi frequentano a <strong>Sesto</strong> le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° grado<br />

pubbliche sono 877 e rappresentano il 14,2% di tutti gli alunni iscritti. La percentuale di<br />

partecipazione è elevata ed appare in crescita rispetto all’anno scolastico 2003/2004, anno in cui la<br />

presenza straniera era del 13,4%.<br />

Come si evince dalla figura 14, le scuole d’infanzia presentano nell’a.s. 2004/2005 una<br />

partecipazione straniera pari al 16,4%. I bambini stranieri che oggi frequentano le scuole<br />

d’infanzia sono 260 su un totale di 1.582 alunni. La partecipazione appare dunque elevata e,<br />

da un confronto con l’anno scolastico precedente, se ne rileva un incremento di 1,5 punti<br />

percentuale (dal 14,9% al 16,4%).<br />

Le scuole primarie mostrano in valori assoluti una presenza straniera superiore alle scuole<br />

dell’infanzia e pari a 402 alunni, ma in valori percentuali esprimono un’incidenza inferiore di<br />

2 punti percentuale (14,4%). Anche in questo caso la partecipazione appare in crescita<br />

rispetto all’a.s. 2003/2004, passando dal 13,6% del 2003/2004 all’attuale 14,4%.<br />

69


Nelle scuole secondarie di 1° grado il 12,0% della popolazione scolastica è composta da<br />

alunni stranieri. Essi sono 215 su un totale di 814 ragazzi. Rispetto alla scuole dell’infanzia<br />

e a quelle primarie la loro incidenza sul totale degli iscritti è minore, passando dall’11,8% del<br />

2003/2004 al 12% di oggi.<br />

Figura 14: Percentuale di alunni stranieri nelle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di<br />

1° grado nell’a.s. 2003/2004 e 2004/2005<br />

11,8<br />

2003/04<br />

13,6<br />

14,9<br />

12,0<br />

2004/05<br />

14,4<br />

16,4<br />

Fonte: Settore Educazione<br />

scuola dell'infanzia<br />

scuola primaria<br />

scuola secondaria di 1°grado<br />

Ciò che emerge dai dati appena rilevati è un incremento della componente straniera all’interno<br />

di tutti i cicli scolastici. L’alta incidenza di bambini stranieri nella scuola dell’infanzia fa<br />

presupporre che nei prossimi anni si registrerà un ulteriore incremento nella scuola primaria e<br />

in quella secondaria di 1° grado, che raggiungeranno percentuali di partecipazione molto<br />

simili a quelle oggi rilevate per le sole scuole materne.<br />

Come è stato scritto nelle pagine precedenti, i movimenti migratori che oggi coinvolgono la<br />

città sono ancora in via di evoluzione. Questo aspetto ovviamente inciderà profondamente<br />

sulla composizione scolastica degli anni a venire, creando un equilibrio tra alunni stranieri ed<br />

alunni italiani probabilmente ancora lontano da quello che si ha modo di osservare oggi.<br />

70


La scuola dell’infanzia<br />

La figura 15 mostra come alcune scuole dell’infanzia presentino una percentuale di bambini<br />

stranieri superiore rispetto alla media cittadina (che si ricorda essere del 16,4%).<br />

Figura 15: Percentuale di alunni stranieri nelle scuole dell’infanzia nell’a.s. 2003/2004 e<br />

2004/2005<br />

Monte S. Michele<br />

Marelli<br />

Primavera<br />

Luini<br />

Collodi<br />

Tonale 2<br />

Corridoni<br />

Tonale 1<br />

Vittorino da Feltre<br />

Marx<br />

Savona<br />

Fante D'Italia<br />

Rodari<br />

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45<br />

2003/04 2004/05<br />

Fonte: Settore Educazione<br />

Tra queste si noti la scuola Monte S. Michele (Primo Circolo Didattico) e la scuola Marelli<br />

(Istituto Comprensivo Martiri della Libertà), che presentano rispettivamente una percentuale<br />

di alunni stranieri del 35,9% e del 23,7%. I valori sono molto alti e, per quanto riguarda la<br />

scuola S. Michele, si registra nell’ultimo anno un decremento rispetto all’anno precedente (nel<br />

2003/3004 gli stranieri erano il 43,1%).<br />

Anche la scuola dell’infanzia Primavera (Primo Circolo Didattico) presenta una percentuale<br />

di bambini stranieri elevata (23,4%) ed in crescita.<br />

71


Sia gli alunni stranieri della scuola Luini (Istituto Comprensivo Dante Alighieri) che quelli<br />

della scuola Collodi (Istituto Comprensivo Anna Frank) rappresentano il 18,9% degli iscritti<br />

totali. Se però nel primo caso la loro incidenza è cresciuta dell’8,3%, nel secondo è calata<br />

dell’1,8%.<br />

Tra le scuole che appaiono meno interessate da una presenza straniera troviamo la scuola<br />

materna Rodari (Quinto Circolo Didattico Mario Galli), con un’incidenza straniera del 7,7%<br />

e la scuola materna Fante D’Italia (Istituto Comprensivo Dante Alighieri) con una<br />

partecipazione del 9,5%.<br />

Le restanti scuole invece mostrano una presenza straniera che si avvicina al dato medio del<br />

16,4%.<br />

La scuola primaria<br />

Tra le 10 scuole primarie di <strong>Sesto</strong>, quella maggiormente caratterizzata da una componente<br />

straniera è la scuola Oriani (cfr. fig. 16). Essa fa parte dello stesso Circolo Didattico della<br />

scuola dell’infanzia Monte <strong>San</strong> Michele e ben il 40,8% dei suoi iscritti sono cittadini stranieri<br />

(nell’a.s. 2003/2004 erano il 35,6%).<br />

Anche la scuola di primo livello Rovani (Istituto Comprensivo G. Rovani) mostra una<br />

importante presenza straniera pari al 21,1% di tutti i suoi alunni e risulta in crescita di 1,2<br />

punti percentuale rispetto all’anno scolastico precedente.<br />

Di tendenza inversa sono invece la scuola Pascoli (Istituto Comprensivo Pascoli), la scuola<br />

Galli (Quinto Circolo Didattico Mario Galli) e la scuola Luini (Istituto Comprensivo Dante<br />

Alighieri). Tutte e tre indicano un’incidenza straniera al di sotto della media cittadina e<br />

rispettivamente pari all’8,7%, al 9,8% e al 11,3%. Nel caso della scuola Pascoli inoltre si<br />

registra un decremento dell’incidenza straniera di 0,5 punti percentuale rispetto all’anno<br />

scolastico 2003/2004.<br />

Le altre scuole di primo livello ruotano intorno al valore medio cittadino del 14,4%, con uno<br />

scarto in eccesso o in difetto di massimo 2 punti percentuali.<br />

72


Figura 16: Percentuale di alunni stranieri nelle scuole primarie nell’a.s. 2003/2004 e<br />

Oriani<br />

Rovani<br />

Frank<br />

Marzabotto<br />

XXV Aprile<br />

Martiri<br />

Dante<br />

Luini<br />

Galli<br />

Pascoli<br />

2004/2005<br />

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45<br />

La scuola secondaria di 1° grado<br />

2003/04 2004/05<br />

Fonte: Settore Educazione<br />

Come si rileva dalla figura 17, la scuola Luini (Istituto Comprensivo Dante Alighieri) è la<br />

scuola secondaria di 1° grado con la più alta presenza straniera. Oggi il 27,0% dei suoi<br />

studenti è figlio di immigrati, mentre un anno fa la percentuale si stabilizzava al 20,0%.<br />

Anche la scuola Einaudi (Istituto Comprensivo Anna Frank) e la scuola Don Milani (Istituto<br />

Comprensivo Martiri della Libertà) presentano una percentuale di stranieri interessante e pari<br />

rispettivamente al 18,6% e al 17,6%.<br />

Le scuole secondarie di 1° grado Calamandrei (Istituto Comprensivo Marzabotto), VII<br />

Media (Istituto Comprensivo Pascoli) e Breda (Istituto Comprensivo Anna Frank) registrano<br />

73


una presenza straniera inferiore alla media cittadina e si assestano rispettivamente al 5,3%,<br />

7,0% e 7,7%. La scuola Breda inoltre indica una riduzione dell’incidenza degli studenti<br />

stranieri dal 10,5% del 2003/2004 al 7,7% del 2004/2005.<br />

La scuola Forlanini (Istituto Comprensivo G.Rovani) e la scuola Falck (Istituto<br />

Comprensivo Dante Alighieri), infine, mostrano una presenza straniera sul totale degli iscritti<br />

del 14,1% e del 13,7%.<br />

Figura 17: Percentuale di alunni stranieri nelle scuole secondarie di 1° grado nell’a.s.<br />

2003/2004 e 2004/2005<br />

Luini<br />

Boccaccio<br />

Don Milani<br />

Forlanini<br />

Falck<br />

Breda<br />

VII Media<br />

Calamandrei<br />

0 5 10 15 20 25 30<br />

2003/04 2004/05<br />

Fonte: Settore Educazione<br />

La presenza straniera negli 8 Istituti Comprensivi<br />

Un’analisi dell’incidenza straniera all’interno dei diversi Istituti Comprensivi di <strong>Sesto</strong> (cfr.<br />

fig. 18) indica il 1° Circolo Didattico come quello caratterizzato da una più alta percentuale<br />

di stranieri tra i suoi iscritti: più di un quinto dei suoi alunni è figlio di immigrati (22,7%).<br />

Anche l’Istituto Comprensivo G. Rovani e l’Istituto Comprensivo Martiri della Libertà<br />

mostrano un’interessante incidenza straniera, pari rispettivamente al 17,0% e al 15,8%.<br />

74


Gli alunni stranieri dell’Istituto Comprensivo Dante Alighieri e dell’Istituto Comprensivo<br />

Anna Frank invece rappresentano il 14,3% e il 13,9% dei loro iscritti, con percentuali molto<br />

simili alla partecipazione media registrata in città (che si ricorda essere del 14,2%).<br />

I restanti Istituti indicano invece una incidenza straniera inferiore al dato generale. In<br />

particolare: gli alunni stranieri dell’Istituto Comprensivo Marzabotto sono il 13,0%, quelli<br />

del 5° Circolo Didattico Mario Galli rappresentano il 12,1% degli iscritti e quelli<br />

dell’Istituto Comprensivo Pascoli mostrano un’incidenza del 9,4%.<br />

Da un confronto tra l’anno scolastico 2003/2004 e quello 2004/2005, emerge come l’Istituto<br />

Comprensivo Marzabotto sia l’unico, tra tutti gli istituti, a registrare una riduzione della<br />

percentuale di alunni stranieri (dal 15,1% al 13,0%).<br />

Figura 18: Percentuale di alunni stranieri negli Istituti Comprensivi nell’a.s. 2003/2004 e<br />

2004/2005<br />

1° Circolo<br />

Rovani<br />

Martiri<br />

Dante<br />

Frank<br />

Marzabotto<br />

5° Circolo<br />

Pascoli<br />

0 5 10 15 20 25<br />

2003/2004 2004/2005<br />

Fonte: Settore Educazione<br />

75


Servizi d’integrazione oraria<br />

Durante l’anno scolastico 2003/2004 sono stati 570 gli alunni iscritti ai servizi d’integrazione<br />

oraria 1 nelle scuole dell’infanzia e in quelle primarie. Di questi il 12,1% era straniero (69 in<br />

valori assoluti).<br />

La partecipazione dei bambini stranieri appare inferiore alla loro incidenza all’interno dei due<br />

cicli scolastici di riferimento che, nel 2003/2004, è stata pari al 14,1%.<br />

Le motivazioni che possono concorrere a spiegare questo sotto utilizzo dei servizi sono<br />

diverse. Tra queste la principale riguarda il fatto che a questi servizi, va ricordato, si possono<br />

iscrivere solamente bambini regolari, mentre nella scuola dell’obbligo tutti i bambini devono<br />

essere accettati, regolari e non. Un’altra motivazione decisiva nella scelta o meno da parte<br />

<strong>delle</strong> famiglie <strong>straniere</strong> di utilizzare queste opportunità, ha probabilmente a che fare con il<br />

fatto che questi servizi a domanda individuale sono a pagamento, e questo può risultare un<br />

problema o un limite per alcune famiglie che scelgono di conseguenza soluzioni alternative,<br />

per esempio rivolgendosi alle reti famigliari, parentali o amicali per accudire i propri figli nel<br />

tempo extrascolastico.<br />

Nell’anno scolastico 2003/2004, le nazionalità che maggiormente hanno usufruito dei servizi<br />

d’integrazione oraria sono stati gli ecuadoregni con 18 iscritti, i peruviani con 15 e i<br />

romeni con 8 (cfr. tab. 5).<br />

Tabella 5: Alunni stranieri iscritti ai servizi d’integrazione oraria nell’a.s. 2003/2004<br />

Paese di<br />

provenienza<br />

Iscritti %<br />

Paese di<br />

provenienza<br />

Iscritti %<br />

Ecuador 18 26,1% Brasile 1 1,4%<br />

Perù 15 21,7% Colombia 1 1,4%<br />

Romania 8 11,6% Rep. Domenicana 1 1,4%<br />

Albania 4 5,8% Ucraina 1 1,4%<br />

Filippine 4 5,8% Cina 1 1,4%<br />

Marocco 3 4,3% Cuba 1 1,4%<br />

Polonia 2 2,9% Colombia 1 1,4%<br />

Giappone 2 2,9% Ucraina 1 1,4%<br />

Nigeria 1 1,4% Marocco 1 1,4%<br />

Grecia 1 1,4% Uruguay 1 1,4%<br />

Germania 1 1,4% Totale 69 -<br />

Fonte: Settore Educazione<br />

1 Questi servizi extra scuola, che sono a domanda individuale, sono servizi a pagamento e comprendono il<br />

“Prescuola” e i “Giochi Serali”. A questi servizi si possono iscrivere soltanto i bambini i cui genitori hanno un<br />

regolare permesso di soggiorno.<br />

76


Una partecipazione minore, seppur non trascurabile, è invece stata espressa dagli albanesi e<br />

dai filippini (ciascuno con 4 iscritti), i marocchini con 3 iscritti, i polacchi e i giapponesi<br />

con 2.<br />

Centri ricreativi estivi<br />

Nell’estate 2004 i bambini stranieri che hanno frequentato i centri ricreativi 2 sono stati 61 su<br />

un totale di 708 iscritti, con un’incidenza pari all’8,2%.<br />

Come nel caso dei servizi d’integrazione oraria, la componente straniera degli iscritti ai centri<br />

ricreativi è percentualmente inferiore a quella registrata nell’anno scolastico 2003/2004 nelle<br />

scuole d’infanzia e in quelle primarie (che si ricorda essere stata del 14,1%).<br />

Le famiglie <strong>straniere</strong> che maggiormente si sono rivolte ai centri ricreativi sono di nazionalità<br />

peruviana (13), ecuadoregna (6), albanese (6), francese (3), colombiana (3) e filippina (3).<br />

Tabella 6: Bambini stranieri iscritti ai centri ricreativi estivi nel 2004<br />

Paese di provenienza Iscritti % Paese di provenienza Iscritti %<br />

Perù 13 21,3% Bolivia 1 1,6%<br />

Ecuador 6 9,8% Yugoslavia 1 1,6%<br />

Albania 6 9,8% Egitto 1 1,6%<br />

Francia 3 4,9% Sri Lanka 1 1,6%<br />

Colombia 3 4,9% Libia 1 1,6%<br />

Filippine 3 4,9% Guinea 1 1,6%<br />

Svizzera 2 3,3% Sudan 1 1,6%<br />

Mauritius 2 3,3% Germania 1 1,6%<br />

Argentina 2 3,3% Siria 1 1,6%<br />

Nigeria 2 3,3% Inghilterra 1 1,6%<br />

Giappone 2 3,3% Rep. Ceca 1 1,6%<br />

Grecia 2 3,3% Cina 1 1,6%<br />

Brasile 2 3,3% Romania 1 1,6%<br />

Totale 61 -<br />

Fonte: Settore Educazione<br />

2 Anche questa tipologia di servizio è a pagamento e si rivolge ai bambini i cui genitori hanno un regolare<br />

permesso di soggiorno.<br />

77


ALLEGATI<br />

78


Servizi e Strutture cittadine Soggetti intervistati<br />

Aiello Davide CNA sede di Milano<br />

Alberti Luca<br />

Componente del Comitato scientifico Centro Studi di Politica<br />

Internazionale (CESPI), SSG<br />

Avossa Antonietta Settore Servizi alla Persona e Promozione Sociale, Comune di SSG<br />

Badawi Mohamed Titolare della Farmacia Metrò SSG<br />

Belotti Daniela “Cooperativa Icaro 2000”<br />

Bergamo Arturo Centro di Ascolto Caritas Beato Muzzocconi<br />

Bianchini Tiziana “Cooperativa Lotta Contro l'Emarginazione”<br />

Bozzini Giudo Settore Servizi alla Persona e Promozione Sociale, Comune di SSG<br />

Cantoni Sonia Assessore All'Ambiente e Pari Opportunità, Comune di SSG<br />

Carella Maria Sportello Unico Commercio e Artigianato, Comune di SSG<br />

Casati Angela Servizio Gulliver Informagiovani, Comune di SSG<br />

Castellani Ivan<br />

Consulente di direzione Scuola di Lingue Hannah Arendt, Comune di<br />

SSG<br />

Cipriani Rachele<br />

Servizio Stranieri, Settore Servizi alla Persona e Promozione Sociale,<br />

Comune di SSG<br />

Citterio Simona<br />

Amadini Laura<br />

Centro di Ascolto Caritas <strong>San</strong>ta Maria Ausiliatrice<br />

Consulta dei Presidenti di<br />

Quartiere<br />

Consulta dello Sport<br />

De Col Antimio<br />

Paolo Zanetti<br />

Di Pietro Stefania<br />

Comune di SSG<br />

Comune di SSG<br />

CGIL <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />

Consigliera comunale e firmataria dell'OdG sulla rappresentanza dei<br />

cittadini stranieri presentato al Consiglio Comunale nel dicembre 2003<br />

Fabbri Daniela Settore Educazione, Comune di SSG<br />

Falco Anna Maria<br />

Dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo Martiri della Libertà e<br />

Coordinatrice del Centro Territoriale Permanente (CTP)<br />

Ferrari Vanda Associazione “Da Donna a Donna”<br />

Fioroni Vincenza “Cooperativa La Grande Casa”<br />

79


Franco Annamaria Consultorio Decanale di Via Fogagnolo<br />

Gervasoni Miriam CNA sede di SSG<br />

Lenus Carlo Casa Albergo Don <strong>San</strong>dro Mezzanotti Fondazione <strong>San</strong> Carlo<br />

Mammoli Vincenzo Confartigianato APA Milano, comprensorio di SSG<br />

Mandelli Andrea<br />

Scarlatella Mario<br />

Mandelli Graziella<br />

BCC Banca di Credito Cooperativo di SSG<br />

Centro di Ascolto Caritas Resurrezione<br />

Martello Carmela Consultorio familiare ASL (Via Marx 110 e Viale Gramsci 32)<br />

Molteni Laura<br />

Fantinelli Elena<br />

Morabito Demetrio<br />

Centro di Ascolto Caritas S. Stefano<br />

Vice Sindaco e Assessore all'Urbanistica, Comune di SSG<br />

Noce Rosa Maria Settore Educazione, Comune di SSG<br />

Oldrini Giorgio Sindaco di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />

Pellegrino Andrea Settore Servizi alla Persona e Promozione Sociale, Comune di SSG<br />

Pozzi Alessandro Assessore Servizi alla Persona e Promozione Sociale, Comune di SSG<br />

<strong>San</strong>tacroce Marisa<br />

V. Questore Agg. della Polizia di Stato, Questura di Milano,<br />

Commissariato di SSG<br />

Scheggia Patrizia Settore Sport e Politiche giovanili, Comune di SSG<br />

Settimio Sergio<br />

Servizio Stranieri, Settore Servizi alla Persona e Promozione sociale,<br />

Comune di SSG<br />

Spampinato Maria Centro Infomazione Donna (CID), Comune di SSG<br />

Testa Vittoria<br />

Tommain Walter “Centro Sociale Silvia Baldina”<br />

Valmaggi Sara<br />

Vegetti Antonella<br />

Comunità <strong>straniere</strong><br />

Cittadini/e stranieri/e<br />

Coordinatrice per le politiche della casa c/o Staff del Sindaco ed ella<br />

Giunta, Comune di SSG<br />

Assessore alla Cultura, Politiche giovanili, Sport, <strong>Tempi</strong> e Orari della<br />

città, Comune di SSG<br />

Area Formazione - Consorzio per la Formazione Artigiana e<br />

Professionale (CIFAP)<br />

80


Alexa Valentina nazionalità moldava<br />

Bounadi Naima nazionalità marocchina<br />

Butcovan Mihai Mircea nazionalità rumena<br />

Membro dell’Associazione “Mitad del Mundo”, nazionalità<br />

Chapin Carlos<br />

equadoregna<br />

Cituka Kalombo Rose nazionalità congolose<br />

Vicedirettore della “Casa della Cultura Islamica” (Centro islamico di<br />

Fuoad Selim<br />

SSG)<br />

Hailemelekot Hanna nazionalità etiope<br />

Hernandez Mayra nazionalità equadoregna<br />

Hocine Bouchemal Direttore della “Casa della Cultura Islamica” (Centro islamico di SSG)<br />

Kandè Abdoulaye Presidente “Associazione dei Senegalesi di Milano e Provincia”<br />

Ortiz Cabal Maria del<br />

Rosario nazionalità colombiana<br />

Royet Mendoza Dorys Esther nazionalità colombiana<br />

81


Scheda di presentazione del gruppo di lavoro<br />

Sara Valmaggi, Assessore alla Cultura, Sport, Politiche Giovanili, <strong>Tempi</strong> e Orari della città<br />

Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />

Alessandro Pozzi, Assessore ai Servizi alla Persona e Promozione sociale, Formazione e<br />

Lavoro, Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />

Federico Ottolenghi, Direttore Settore , Sport, Politiche Giovanili, <strong>Tempi</strong> e Orari della città<br />

Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />

Ricerca-azione realizzata da<br />

Gisella Bassanini con la collaborazione di Eleonora Cola, Mbemba Gassama, Jacopo<br />

Umidi<br />

Gisella Bassanini, Architetto e Dottore di ricerca. Professore incaricato al Politecnico di<br />

Milano, Polo di Piacenza e della Bovisa. Si occupa di sviluppo locale e di rigenerazione<br />

urbana utilizzando un approccio <strong>spazi</strong>o/temporale e la partecipazione diretta dei cittadini. In<br />

qualità di consulente esterna del Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni dal 1999 è responsabile<br />

tecnico-scientifico del Piano <strong>Tempi</strong> e Orari (PTO)/Progetti di Quartiere.<br />

Eleonora Cola, laureata in Storia economica all'Università degli Studi di Milano. Agente di<br />

sviluppo territoriale e ricercatrice sociale.<br />

Mbemba Gassama, agente di sviluppo territoriale e mediatore linguistico-culturale.<br />

Jacopo Umidi, laureato in sociologia all’Università Statale di Milano Bicocca con una tesi<br />

dal titolo: “L’immigrazione straniera a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni: formazione e lavoro”, a.a. 2001-<br />

02. In qualità di ricercatore sociale collabora con diversi Istituti di ricerca.<br />

82

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