"Tempi e spazi delle comunità straniere a Sesto San Giovanni" I ...
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"<strong>Tempi</strong> e <strong>spazi</strong> <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni"<br />
Piano dei <strong>Tempi</strong> e degli Orari (PTO)<br />
Progetti di Quartiere - 2004<br />
Progetto promosso dall’Assessorato <strong>Tempi</strong> e Orari della città<br />
in collaborazione<br />
con l’Assessorato Servizi alla Persona e Promozione Sociale, Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />
Dossier conclusivo<br />
I risultati della ricerca-azione<br />
dicembre 2004<br />
a cura di Gisella Bassanini<br />
con la collaborazione di Eleonora Cola, Mbemba Gassama e Jacopo Umidi
INDICE<br />
Premessa<br />
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO: LE FASI, IL METODO, I RISULTATI……….p. 3<br />
Parte prima<br />
IL RACCONTO SUGLI STRANIERI RESIDENTI A SESTO…………………………….p. 6<br />
Parte seconda<br />
IL RACCONTO DEGLI STRANIERI RESIDENTI A SESTO……………………………p. 23<br />
Parte terza<br />
IL RAPPORTO CON I SERVIZI E LE STRUTTURE CITTADINE……………………..p. 33<br />
Parte quarta<br />
ALCUNI DATI SULLA PRESENZA DELLE COMUNITÀ STRANIERE …………….…p.42<br />
ALLEGATI………………………………………………………………………………………p. 78<br />
Elenco dei soggetti intervistati<br />
Scheda di presentazione del gruppo di lavoro<br />
2
PREMESSA<br />
3
Presentazione del Progetto: le fasi, il metodo, i risultati<br />
La presente ricerca-azione ha come privilegiato oggetto di indagine i cittadini stranieri che, in<br />
possesso di un regolare permesso di soggiorno, hanno ottenuto la residenza a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong><br />
Giovanni. Nessun riferimento in questo lavoro viene pertanto fatto alla realtà degli irregolari<br />
soggiornanti sul territorio comunale.<br />
Gli obiettivi prioritari dell’attività di ricerca-azione realizzata nei mesi scorsi sono stati:<br />
1. Avviare una prima indagine conoscitiva sulla presenza <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> residenti a<br />
<strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni: per capire chi sono, quanti sono, come vivono; cosa chiedono alla P.A.<br />
e alla <strong>comunità</strong> locale. Cosa vorrebbero fare e cosa vorrebbero vedere realizzato per<br />
migliorare la qualità della propria vita e quella degli altri, stranieri e italiani.<br />
Questa prima lettura della realtà sestese è stata ricostruita incrociando l’esperienza maturata<br />
in questi anni da tutti i soggetti, istituzionali e non, che in città si occupano di immigrazione<br />
con il vissuto di alcuni stranieri che a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni risiedono.<br />
2. Conoscere in modo più approfondito l’offerta e l’articolazione dei servizi e <strong>delle</strong> iniziative<br />
che a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni sono attualmente rivolte ai cittadini stranieri.<br />
3. Individuare interlocutori privilegiati e possibili “alleati di progetto” per costruire insieme<br />
azioni future e progetti di sviluppo condivisi finalizzati ad una maggiore integrazione degli<br />
stranieri nella <strong>comunità</strong> locale e per sviluppare una migliore convivenza tra le diverse culture<br />
e identità che compongono oggi il tessuto sociale cittadino.<br />
L’idea di questa iniziativa è dei cittadini che nel 2003 hanno partecipato al “Progetto Vie<br />
Bergomi/Marconi - Circoscrizione 1 Rondò –Torretta”/Progetti di Quartiere/PTO e si ritrova<br />
all’interno del “Documento finale condiviso” da loro prodotto nell’ultima fase del Progetto.<br />
La Pubblica Amministrazione in seguito ha fatto propria l’idea dando vita a questo progetto<br />
interassessorile che vede coinvolti l’Assessorato <strong>Tempi</strong> e Orari della città e l’Assessorato<br />
Servizi alla Persona, Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni.<br />
4
Il lavoro svolto si è articolato in diverse fasi che hanno prodotto i seguenti risultati:<br />
1. Un racconto sugli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong>, emerso dalle interviste in profondità -<br />
realizzate utilizzando una traccia di intervista semi-strutturata, e rivolte a testimoni<br />
privilegiati quali: rappresentanti della Pubblica Amministrazione; operatori e/o<br />
responsabili di Servizi e Strutture del Comune; rappresentanti del privato sociale, del<br />
Terzo settore, sindacato e organizzazioni di categoria. Enti e soggetti diversi che, a vario<br />
titolo, si occupano in città di immigrati (prima parte del dossier conclusivo).<br />
2. Un racconto degli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong>, emerso dalle interviste in profondità -<br />
realizzate utilizzando una traccia di intervista semi-strutturata, e rivolte ad alcuni<br />
rappresentanti <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> e a singoli cittadini stranieri che risiedono nel<br />
territorio comunale (seconda parte del dossier conclusivo).<br />
3. Una “mappa <strong>delle</strong> opportunità”, risultato di un lavoro di conoscenza e valutazione<br />
dell’offerta di Servizi attualmente rivolti ai cittadini stranieri di <strong>Sesto</strong> S. G. (terza parte del<br />
dossier conclusivo).<br />
4. Un insieme di dati statistici, elaborati e commentati, relativi alla composizione e alla<br />
presenza <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> residenti in città (quarta parte del dossier conclusivo).<br />
� Le interviste qualitative sono state effettuate nel periodo compreso tra giugno e novembre<br />
2004 da Gisella Bassanini, Eleonora Cola, Mbemba Gassama.<br />
� La parte dedicata ai Servizi e alle strutture esistenti in città e rivolte agli stranieri è stata<br />
redatta da Eleonora Cola.<br />
� I dati statistici sono stati elaborati e commentati da Jacopo Umidi.<br />
Ulteriori informazioni e materiali riferiti a questo Progetto si possono trovare c/o Gulliver<br />
Informagiovani, Via Costa 26, oppure c/o Assessorato alla Persona e alla Promozione Sociale, via<br />
Benedetto Croce, 12 - <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />
Per informazioni sui Progetti di Quartiere/PTO: www.sestosg.net/pto<br />
5
Parte prima<br />
IL RACCONTO SUGLI STRANIERI RESIDENTI A SESTO<br />
6
Questo racconto sugli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong>, è emerso dalle interviste in profondità<br />
realizzate ad alcuni testimoni privilegiati: rappresentanti della Pubblica Amministrazione;<br />
operatori e/o responsabili di Servizi e Strutture del Comune; rappresentanti del privato<br />
sociale, del Terzo settore e di organizzazioni di categoria. Enti e soggetti diversi che, a vario<br />
titolo, si occupano in città di immigrati. I soggetti intervistati sono stati 48.<br />
Gli stranieri nella città: problemi ed opportunità<br />
La realtà sestese: opinioni e percezioni del fenomeno<br />
Nel corso <strong>delle</strong> interviste, oltre a raccogliere informazioni, materiali e suggerimenti si è anche<br />
cercato di comprendere il livello di conoscenza del fenomeno e di registrare le opinioni e<br />
percezioni che sull’argomento hanno i diversi soggetti intervistati.<br />
Ne è emerso un quadro conoscitivo complessivamente disarticolato, nonostante<br />
l’Amministrazione Comunale e la città di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni da tempo siano impegnati sul<br />
tema dell’immigrazione. L’emergenza, le difficoltà e necessità contingenti, paiono prendere<br />
il sopravvento, attraendo a sé attenzioni e risorse, per lasciare inevitabilmente poco <strong>spazi</strong>o<br />
all’azione, alla conoscenza e riflessione sull’essere “cittadini stranieri in una condizione di<br />
normalità”. Anche i progetti e le iniziative che negli anni sono stati sviluppati in questo<br />
ambito sembrano risentire di questo carattere disomogeneo.<br />
“E’ sempre difficile far collaborare realtà diverse, mettere a sistema mondi<br />
tanto diversi come la Pubblica Amministrazione, le cooperative sociali, il<br />
volontariato perché ognuno vede e conosce solo il proprio pezzo. … Sono<br />
segmenti, pezzi di realtà diverse. Serve una regia, e l’unico ente che ha la<br />
titolarità per assumersi questa regia è il Comune”.<br />
“Quando si parla di stranieri a <strong>Sesto</strong> in molti pensano subito ai clandestini<br />
<strong>delle</strong> aree Falck”.<br />
“Manca una riflessione comune sul fenomeno stranieri, regolari e non…<br />
Sul tema degli stranieri siamo all’inizio. Bisogna andare al di là<br />
dell’emergenze”.<br />
“Riferirsi agli stranieri è importante e necessario, e lo sarà ancor più nei<br />
prossimi anni”.<br />
7
Gli aspetti e le problematiche che caratterizzano questo tema oltre ad essere particolarmente<br />
complesse sono in continua trasformazione, e molti sono gli aspetti di questo fenomeno<br />
ancora da indagare approfonditamente. Ciò vale non solo per gli immigrati irregolari, ma<br />
anche per chi vive da cittadino residente questa città, e che magari da anni è parte, più o meno<br />
integrata, di questa <strong>comunità</strong> locale.<br />
“In mancanza di una lettura organica dei bisogni e <strong>delle</strong> risorse si rischia<br />
di disperdere opportunità, di sovrapporsi, di fare tutti la stessa, o<br />
addirittura di farsi concorrenza”.<br />
“Lo straniero residente non è una certezza”, afferma un intervistato riferendosi ai dati<br />
statistici e al margine di inattendibilità che inevitabilmente li accompagna, e aggiunge : “I<br />
dati statistici cambiano con le sanatorie. Ci vuole tempo perché si stabilizzino”<br />
Gli stranieri residenti non sono – dunque – “una certezza” per diversi motivi, al di là dei dati<br />
statistici e <strong>delle</strong> loro fluttuazioni: perché in generale poco si sa di loro; perché il rapporto che<br />
gli stranieri intrattengono con le Istituzioni locali e i servizi offerti dal territorio sono per lo<br />
più occasionali e legati a specifiche necessità (questo aspetto verrà meglio affrontato nel<br />
dossier); perché non sempre è facile stabilire un contatto e avviare una relazione tra gli<br />
stranieri e la <strong>comunità</strong> locale di cui sono parte (si veda a proposito la premessa alla seconda<br />
parte del dossier). Infine, per usare le parole di un intervistato: “… Ci vuole tempo per gli<br />
stranieri. Il fattore “tempo” conta molto. C’è bisogno di tempo…”. Per conoscersi e costruire<br />
rapporti solidi che siano in grado di continuare e svilupparsi nel tempo.<br />
“Ogni cultura è portatrice di un diverso modo di comunicare. La<br />
comunicazione è una rappresentazione della cultura. E questo<br />
aggiunge un ulteriore elemento di difficoltà nel nostro lavoro”.<br />
Sulla qualità della vita quotidiana degli stranieri che risiedono a <strong>Sesto</strong>, e sul rapporto con la<br />
città, alcuni intervistati affermano:<br />
“Ogni straniero ha un problema particolare. Gli stranieri fanno fatica a<br />
procurarsi alcuni documenti (dal contratto d’affitto alla pianta del<br />
proprio appartamento). Sul permesso di soggiorno sono spesso in<br />
ritardo perché le stesse Questure sono in ritardo, e dunque a catena<br />
tutto slitta nel tempo. Oltre alle normali e ovvie difficoltà linguistiche ci<br />
sono problemi legati alla modulistica che, per quanto sia stata<br />
semplificata in questi ultimi anni, ancora non è la cosa più semplice<br />
del mondo... La maggior parte <strong>delle</strong> richieste sono associate<br />
all’anagrafica e riguardano la scuola, la sanità, la casa”.<br />
“Se si pensa alle strutture produttive del bresciano dove la presenza<br />
della fabbrica fordista c’è ancora, così come le forme classiche di<br />
8
organizzazione, non è difficile incontrare nei luoghi di lavoro e per<br />
esempio all’interno del sindacato, dei quadri dirigenti stranieri. In<br />
quella realtà trovi degli interlocutori stranieri che rivestono il duplice<br />
ruolo di essere portavoce dei lavoratori e punto di riferimento per le<br />
<strong>comunità</strong> di stranieri fuori dai luoghi di lavoro. Qui a <strong>Sesto</strong> la<br />
frammentazione del tessuto produttivo e la consistente presenza del<br />
terziario rendono difficile la realizzazione di un percorso analogo”.<br />
“A volte si lamentano che sono sempre in coda…”<br />
“L’organizzazione temporale della vita degli stranieri è più complessa<br />
della nostra. Per questo credo si debba cominciare a ragionare su<br />
come creare sportelli e servizi che rispondano a questa complessità,<br />
per esempio pensando anche a orari più orientati alle loro necessità”.<br />
“Ci sono stranieri che arrivano in città supportati dalle <strong>comunità</strong><br />
etniche a cui appartengono, altri che non hanno nessuno su cui<br />
contare. Anche a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni ci sono <strong>comunità</strong> forti e ben<br />
strutturate e altre deboli o del tutto inesistenti”.<br />
“Vi è una grande solitudine nella quale si ritrovano molti stranieri,<br />
donne in particolare… Soprattutto tra le donne vi è una maggiore<br />
propensione e attenzione al bisogno di comunicare, di imparare<br />
l’italiano”.<br />
“Gli stranieri, ma soprattutto le donne, denunciano un bisogno di<br />
relazione con gli altri e le altre. Un bisogno che esprimono ma che poi<br />
non sanno come risolvere. Succede che, per esempio, se le indirizzi<br />
alle associazioni del territorio poi non ci vanno. Bisogna aiutarle a<br />
tirarsi fuori, a non avere paura; a tirar fuori il meglio di sé. Ecco perché<br />
è importante sviluppare azioni di aiuto o di autoaiuto”.<br />
“In molte situazioni e luoghi si vedono prevalentemente donne, penso<br />
per esempio in Questura, in alcuni Uffici del Comune. Solo qualche<br />
anno fa non era così. Vedevi solo uomini”.<br />
“Se guardiamo agli infortuni che accadono sul lavoro, due volte su tre<br />
coinvolgono gli stranieri, Il problema degli stranieri invalidi è un<br />
problema che sta emergendo”.<br />
“Se spedisci <strong>delle</strong> lettere a stranieri il 2/3 <strong>delle</strong> lettere torna perché il<br />
nome è scritto sbagliato, oppure perché non compare sulla casella<br />
postale, o anche perché non si trova la persona nonostante risulti<br />
residente a quel indirizzo, etc. Il mezzo più veloce ed efficace è il tam<br />
tam telefonico. Non c’è straniero che non abbia un cellulare: questo è<br />
il mezzo più sicuro per contattarli.”<br />
“A volte hanno bisogno di sapere come muoversi sul territorio, di<br />
conoscere i mezzi di trasporto pubblico e i loro orari… “Tutto città” è<br />
una <strong>delle</strong> cose che fotocopiano di più”.<br />
“Gli stranieri vivono la condizione del naufrago. Di chi è spaesato”.<br />
9
L’Ufficio Stranieri del Comune, il “Coordinamento degli Uffici Stranieri” e il “Tavolo<br />
immigrazione/diritti di cittadinanza”<br />
L’Ufficio Stranieri del Comune, attivato nel 1992 e che dal 1995 ha una propria e autonoma<br />
collocazione e organizzazione, è l’unica struttura su tutto il territorio sestese specificatamente<br />
dedicata agli stranieri. Da alcuni mesi la parte legata all’anagrafica non è più svolta<br />
direttamente dallo Sportello Stranieri ma dall’Ufficio Anagrafe.<br />
“ La scelta di separare dal Settore Anagrafe le pratiche degli stranieri<br />
è nata dalla consapevolezza che la parte anagrafica rappresentasse<br />
anche un importante momento di contatto tra la Pubblica<br />
Amministrazione e gli stranieri: un momento di ascolto ed anche di<br />
orientamento della domanda espressa dai cittadini stranieri. Questa<br />
attività è stata possibile per tutto un certo periodo. Poi, la richieste di<br />
residenza è diventata altissima e di conseguenza tutto è passato in<br />
secondo piano”.<br />
“Va riqualificato lo Sportello Stranieri perché i numeri di questi anni,<br />
che sono diventati altissimi, lo hanno saturato, intasato da<br />
incombenze di tipo anagrafico (certificati per la residenza, etc.,)”.<br />
“L’aver in passato unito la parte sociale con l’anagrafica ha generato<br />
diversi problemi sia dal punto di vista concettuale che gestionale…In<br />
questo nuovo modo si ha uno sportello dedicato agli stranieri dentro<br />
all’Anagrafe che tra l’altro ha un orario di sportello più esteso che<br />
comprende anche il sabato…Il Comune potrà così ripensare al<br />
Servizio Stranieri, rioccuparsi degli aspetti sociali e anche per gli<br />
stranieri sarà più facile ottenere informazioni ora che l’anagrafica non<br />
monopolizza più l’attività dello sportello”.<br />
Dal mese di settembre 2004, <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni fa parte del “Coordinamento degli Uffici<br />
Stranieri” istituito dal Comune di <strong>San</strong> Donato Milanese, che vede tra gli altri la partecipazione<br />
<strong>delle</strong> municipalità di Cinisello Balsamo, <strong>San</strong> Giuliano Milanese, Pioltello, Rozzano, Segrate,<br />
Pieve Emanuele, che si riuniscono periodicamente per confrontarsi, condividere e trovare<br />
nuove soluzioni in materia.<br />
Il “Tavolo immigrazione/diritti di cittadinanza” è invece un strumento tecnico che esiste ai<br />
sensi della legge 328 con la finalità della programmazione partecipata che è quella di<br />
contribuire alla stesura del Piano di Zona ed essere organo fondamentale nel suo<br />
monitoraggio e nella sua valutazione. A seguito della presenza di un consistente numero di<br />
cittadini stranieri regolari presenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni, e dei problemi legati all’occupazione<br />
<strong>delle</strong> aree dismesse da parte di alcuni immigrati irregolari, la Pubblica Amministrazione<br />
alcuni mesi fa ha deciso di affiancare ai Tavoli già esistenti, uno Tavolo legato alla<br />
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programmazione partecipata dei servizi a favore degli stranieri. Al Tavolo non partecipano le<br />
<strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> perché in fase di costituzione dei Tavoli e di definizione del sistema di<br />
governance del Piano di Zona questi hanno una composizione preminentemente tecnica. Di<br />
conseguenza, anche il Tavolo tecnico immigrazione/diritti di cittadinanza vede il contributo di<br />
soggetti gestori di servizi e progetti sociosanitari a cui si rivolgono cittadini stranieri regolari e<br />
irregolari.<br />
“Sul tema del coordinamento penso che la regia spetti alla Pubblica<br />
Amministrazione, una regia che tenga insieme anche realtà tanto<br />
diverse… Ogni realtà ha una propria piccola rete di relazioni e di<br />
conoscenze: “socializzare questa rete”, unire le reti e cercare di mettere<br />
a sistema l’esistente, evitare di duplicare le cose che già ci sono, ad<br />
esempio a Milano, potrebbe essere un importante passo in avanti”.<br />
Vita quotidiana e uso della città<br />
Agli intervistati è stato sottoposto un elenco con alcuni degli ambiti all’interno dei quali si<br />
struttura e sviluppa la vita quotidiana dei cittadini: il lavoro, la casa, l’assistenza legale,<br />
l’istruzione e la formazione, la salute, il tempo libero. Nelle pagine che seguono vengono<br />
riportate per ogni ambito alcune <strong>delle</strong> considerazioni e riflessioni raccolte.<br />
Sulla scuola e la formazione degli adulti<br />
La scuola, l’educazione e la formazione degli adulti stranieri, in particolare per quanto<br />
riguarda l’apprendimento della lingua italiana, risultano essere dalle parole degli intervistati, il<br />
settore nel quale si è investito maggiormente in questi anni attraverso progetti legati alla<br />
multietnicità e multiculturalità e in percorsi formativi che hanno coinvolto gli insegnati e più<br />
in generale gli operatori scolastici e della formazione.<br />
“A <strong>Sesto</strong> il Settore Educazione ha una storia importante che è legata<br />
all’integrazione del diverso”.<br />
“Se hai dei figli la Scuola diventa, anche per gli stranieri, un punto di<br />
riferimento essenziale”.<br />
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Il percorso di integrazione e il lavoro sulla multiculturalità fino ad oggi svolto nella Scuola<br />
dell’obbligo rischia però di essere messo a repentaglio dalla diminuzione <strong>delle</strong> risorse e del<br />
personale qualificato prevista dalla riforma Moratti.<br />
“Ci troviamo oggi, quale conseguenza della Riforma Moratti, ad avere<br />
diminuzioni significative di organico e di finanziamenti per progetti, per<br />
esempio quelli rivolti agli stranieri… la mancanza di risorse rischia di<br />
mettere in crisi nei prossimi anni il buon livello di integrazione che hanno<br />
sempre avuto le scuole sestesi. Ora si vive di rendita, grazie a tutto quello<br />
che è stato fatto nel recente passato (investimenti, progetti, formazione,<br />
etc)”.<br />
Il diritto allo studio è un diritto universale. Tutti i bambini e le bambine hanno il diritto di<br />
essere accettati nella scuola dell’obbligo (elementari e medie inferiori) a prescindere dalla<br />
loro condizione e in qualsiasi momento dell’anno scolastico. Cosa diversa è l’utilizzo di<br />
Servizi e di strutture al di fuori del tempo scuola la cui accessibilità è consentita ai soli<br />
regolari.<br />
“Per parlare della sola scuola dell’obbligo, come si può pensare che un<br />
bambino venga inserito in una classe di 25/28 alunni senza avere alcun<br />
supporto, senza alcun aiuto per apprendere in fretta e bene la nostra<br />
lingua?… Ci sono problemi di integrazione di base, di lingua, le risorse che<br />
lo Stato aveva messo a disposizione per i facilitatori vengono meno e<br />
allora le scuole si rivolgono sempre più alla Pubblica Amministrazione”.<br />
“Ci sono etnie i cui bambini hanno una forte motivazione scolastica,<br />
passate le difficoltà iniziali, la scuola statale viene vissuta come una bella<br />
opportunità . Ci sono in molti casi buoni rapporti tra i genitori stranieri e le<br />
istituzioni scolastiche. Con altre etnie ci sono invece dei problemi: legati<br />
alla dispersione scolastica, al lavoro minorile, al rapporto scuola/famiglia.<br />
Ci sono poi dei problemi seri quando ci si trova di fronte ad un handicap.<br />
Allora la difficoltà è anche nell’accettare l’intervento, nell’orientarsi nei<br />
servizi, etc.”.<br />
Contemporaneamente alla necessità di garantire e sviluppare il processo di integrazione<br />
linguistica e culturale degli stranieri nella <strong>comunità</strong> locale emerge il bisogno, manifestato dai<br />
cittadini stranieri e riportato dagli intervistati, di mantenere la propria cultura o comunque di<br />
valorizzarla attraverso corsi di lingua, attività musicali, culturali, etc.<br />
La complessiva diminuzione <strong>delle</strong> risorse a disposizione rende indubbiamente ancora più<br />
difficile e complesso il tentativo di consolidare un processo di integrazione e convivenza tra<br />
le diverse culture dentro e fuori le istituzioni scolastiche e formative, nonostante ciò – e forse<br />
proprio per la situazione che si è andata configurando in questi ultimi tempi - sono numerosi<br />
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gli intervistati che ribadiscono la necessità di continuare a investire in modo prioritario in<br />
questi ambiti della vita cittadina.<br />
Sulla casa<br />
Il problema della casa emerge dalle interviste come un altro dei problemi e <strong>delle</strong> urgenze con<br />
i quali gli stranieri devono quotidianamente fare i conti.<br />
Diversi sono gli elementi che concorrono a rendere particolarmente problematica, e per molti<br />
versi drammatica, la questione della casa: dalla difficoltà di trovare proprietari disponibili ad<br />
affittare a stranieri, alla possibilità di stipulare regolari contratti di affitto; dalla difficoltà ad<br />
accedere ad un mutuo al fatto che per diversi stranieri, in particolare donne - basta pensare<br />
alle donne impegnate nel lavoro di cura, la cosiddette “badanti”- casa e lavoro coincidono e<br />
che cambiare o perdere il lavoro significa non avere più un tetto sulla testa.<br />
Dai dati messi a disposizione dal Servizio Osservatorio Casa, attivato nel 1995, relativi a<br />
stranieri che a questo Servizio del Comune si sono rivolti nell’anno 2003, si può notare che<br />
per quanto riguarda l’Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) su un totale di 73 assegnazioni, 11<br />
riguardano stranieri (il 15% del totale). Per quanto riguarda il Fondo Sostegno Affitti, su un<br />
totale di 534 assegnazioni 123 sono state attribuite a stranieri (il 23% del totale). Il<br />
Contributo Affitto Comunale ha visto invece su 36 domande attive 5 domande fatte da<br />
stranieri (il 14% del totale). L’Edilizia Convenzionata ha coinvolto invece su un totale di 47<br />
assegnazioni, 2 famiglie <strong>straniere</strong> (il 4% del totale), mentre la Locazione Temporanea ha visto<br />
su 25 contratti, 4 contratti fatti a stranieri (16% del totale).<br />
Sul tema e problema della casa, le opinioni degli intervistati divergono, come dimostrano le<br />
frasi qui di seguito riportate:<br />
“La maggior parte degli stranieri si arrangia come può. Pur di avere un tetto<br />
sulla testa, accetta a volte anche di vivere con tutta la famiglia in condizioni<br />
abitative al limite della decenza. Oppure, è costretta per ottenere un regolare<br />
contratto di affitto ad appoggiarsi ad amici italiani o a strutture del territorio<br />
che fanno da garanti rispetto alla proprietà”.<br />
“Quello che abbiamo visto in questi due anni e che gli stranieri hanno<br />
sempre più difficoltà a trovare case in affitto, quando le trovano sono spesso<br />
fatiscenti o con contratti non sempre regolari. Questo comporta tra l’altro una<br />
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grossa richiesta verso l’edilizia residenziale pubblica (ERP). Tale situazione<br />
di difficoltà coinvolge anche quei cittadini immigrati che hanno regolari<br />
contratti di lavoro, che hanno anche possibilità economiche o che comunque<br />
fanno tanti sacrifici e potrebbero permettersi una casa ai prezzi di mercato.<br />
E così questa fascia di lavoratori che già vive in una situazione di instabilità<br />
e precarietà rischia di peggiorare la propria condizione”.<br />
“C’è un atteggiamento di diffidenza nei confronti degli stranieri. Spesso è<br />
solo per pregiudizio che non si affittano case agli stranieri, anche se poi<br />
non lo si vuole ammettere”.<br />
“Dove c’è la presenza di stranieri come proprietari o affittuari si assiste ad un<br />
degrado dello stabile con un conseguente abbassamento del valore<br />
dell’immobile”.<br />
“L’impatto con queste altre culture non è soltanto un discorso di natura<br />
teorico, è anche una riflessione sugli stili di vita. Per esempio, è in aumento<br />
in questi ultimi anni il numero di stranieri che a fronte di un reddito ad un<br />
certo punto si rifiutano di pagare l’affitto. Oppure il caso in cui si affitta a una<br />
persona o nucleo famigliare e ti ritrovi in casa 10 persone. E allora ci si<br />
chiede: ‘ma nel loro Paese di origine come si comportavano? Possibile che<br />
anche nel loro Paese la cosa non fosse un costo?’ Questo atteggiamento<br />
genera problemi con i piccoli proprietari di casa che dopo simili esperienze<br />
non se la sentono più di affittare la loro casa a stranieri”.<br />
“Dobbiamo iniziare a rendere i cittadini stranieri partecipi dell’acquisto di una<br />
casa magari costruita da cooperative che vedono al loro interno come parte<br />
attiva e responsabile i lavoratori extracomunitari”.<br />
“Sulla casa e i mutui per acquistarla è necessario fare una riflessione. La<br />
maggior parte degli stranieri chiede un mutuo al 100% ma normalmente le<br />
banche non erogano mutui di questo tipo. Bisognerebbe creare una<br />
cooperativa che possa garantire la parte eccedente”.<br />
Sull’uso degli <strong>spazi</strong> pubblici aperti<br />
Rispetto a questo ambito, si segnala da più parti un disagio dovuto alla mancanza di cura e<br />
rispetto del territorio, e in particolare degli <strong>spazi</strong> pubblici aperti come giardini pubblici, aree<br />
verdi, e alcune strade della città, da parte di gruppi di stranieri. Il riferimento è nello specifico<br />
ai tornei di calcio che avvengono la domenica alla Pelucca (QT4) e in alcune aree verdi del<br />
QT5.<br />
“Attorno ai fenomeni del calcio alla Pelucca e al QT5 si stanno<br />
organizzando due <strong>comunità</strong>, quella peruviana e quella ecuadoriana”.<br />
“ I fine settimana sono momenti di incontro, di creazione di reti, sono<br />
l’occasione per fare una partita a calcio, il barbecue. Mangiano, giocano,<br />
bevono, fanno i loro bisogni dove capita non essendoci servizi igienici. E<br />
sono tanti”.<br />
“Il problema non è tanto l’occupazione dello <strong>spazi</strong>o pubblico, quanto la<br />
sporcizia che viene lasciata per terra (bottiglie vuote, cartacce, etc) e il<br />
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umore prodotto . … Ma c’è anche lo sporco che viene lasciato davanti a<br />
certe rosticcerie etniche e take way. Il problema andrebbe risolto, magari<br />
coinvolgendo direttamente i titolari che possono invitare i loro clienti ad<br />
usare il cestino per buttare carte, resti di cibo e bottiglie”.<br />
Questi fatti, stanno generando processi di conflittualità tra la popolazione residente e i<br />
frequentatori di questi <strong>spazi</strong>. Si tratta ora di casi limitati, ma che secondo gli intervistati<br />
potrebbero aumentare se non si interviene in modo adeguato.<br />
“Alla Pelucca e a Cascina Gatti ci sono stati casi di conflitto con la<br />
popolazione residente. Le Autorità competenti dovrebbero farsi carico di<br />
gestire questo fenomeno, ad esempio va risolto il problema dei servizi<br />
igienici e dei rifiuti che vengono lasciati per terra dopo ogni raduno o partita<br />
tra stranieri”.<br />
Il caso dei tornei di calcio o la presenza di gruppi che stazionano davanti alle rosticcerie<br />
etniche o ai take away, segnalano però anche un altro tipo di problema che riguarda più in<br />
generale la mancanza di <strong>spazi</strong> e di occasioni per l’incontro e la socialità, in particolare per gli<br />
stranieri, sia per quelli che appartengono alle <strong>comunità</strong> più radicate ed integrate nel territorio,<br />
sia per quelli che non si muovono con il supporto e all’interno <strong>delle</strong> reti di <strong>comunità</strong>.<br />
Sullo Sport<br />
“C’è ancora molta paura, una paura diffusa, nei confronti degli stranieri.<br />
Io noto ad esempio che quando i sud americani si trovano nei parchi a<br />
fare festa gli italiani sono molto scontenti, preoccupati. I parchi sono gli<br />
unici <strong>spazi</strong> liberi che hanno. Anche il tema dell’aggregazione è molto<br />
importante e va presidiato, affrontato. Bisogna cercare di trovare <strong>delle</strong><br />
occasioni di confronto e di condivisione, ad esempio la festa multietnica<br />
“<strong>Sesto</strong> Solidale” è stata bellissima proprio per questa ragione”.<br />
“In certe fasce orarie. Dalle 14.00 alle 16.00 per esempio, si vedono molto<br />
donne che arrivano dall’est, e che fanno perlopiù le badanti, nei parchi<br />
cittadini a chiacchierare, a festeggiare i compleanni o il capodanno. Le<br />
vedi al vivaio o al parco Carlo Marx.. Quando possono vanno a Milano, a<br />
incontrare amici e connazionali, oppure a partecipare a cerimonie<br />
religiose”.<br />
Lo sport è praticato soprattutto dai ragazzini stranieri, è quanto emerge dalle interviste<br />
effettuate. Basta andare il sabato e la domenica ai giardini pubblici o nelle aree verdi della<br />
città, suggeriscono alcuni intervistati, per rendersi conto <strong>delle</strong> dimensioni del fenomeno.<br />
15
Per alcune discipline sportive i dati sulla presenza di stranieri sono noti, per altre non c’è una<br />
conoscenza statistica. Nonostante ciò, è condivisa in ambedue i casi la percezione che vi sia in<br />
atto un aumento complessivo della presenza degli stranieri all’interno <strong>delle</strong> diverse attività<br />
sportive. “Il fenomeno è indubbiamente in crescita”, si afferma.<br />
Condivisa è altresì la convinzione che la pratica dello sport sia un importante mezzo di<br />
integrazione sociale che coinvolge piccoli e grandi.<br />
“E’ uno strumento di integrazione non solo per i giovani atleti ma anche per<br />
le loro famiglie che li accompagnano alle partite, agli allenamenti. E’ un<br />
modo per conoscersi, frequentarsi e diventare amici”.<br />
“Praticare lo sport in un’associazione però vuol dire, nella maggioranza dei<br />
casi, essere un’utenza privilegiata, sia per la documentazione che viene<br />
richiesta, sia per l’impegno economico che questo richiede… Avvicinare i<br />
bambini allo sport è molto importante ma purtroppo sta diventando un lusso”.<br />
A seguito <strong>delle</strong> interviste effettuate nel corso di questa ricerca-azione, la Consulta dello Sport<br />
sta verificando la possibilità di avviare un’indagine conoscitiva sulla presenza degli stranieri<br />
nelle diverse società sportive e l’utilizzo che questi fanno <strong>delle</strong> strutture sportive cittadine, sia<br />
da associati che da singoli utenti.<br />
Sul lavoro<br />
“A Saint Denis, città gemellata con <strong>Sesto</strong>, ci sono un sacco di <strong>spazi</strong> dedicati<br />
agli stranieri, campi da calcio, campi da gioco e alcune palestre dove gli<br />
stranieri accedono a prezzi convenzionati. Anche lo sport può essere un<br />
importante terreno di condivisione e di scambio”.<br />
Dalle interviste effettuate, il tema del lavoro riflette l’esigenza di luoghi stabili quali punti di<br />
riferimento e di aiuto per tutte le problematiche legate al mondo del lavoro: dall’informazione<br />
sui propri diritti e doveri, all’incontro domanda/offerta, fino all’inserimento lavorativo.<br />
“L’inserimento della persona straniera nel mondo del lavoro deve essere<br />
molto curato sia da parte del territorio che <strong>delle</strong> Istituzioni. Un’adeguata<br />
preparazione al nostro mercato del lavoro può favorire moltissimo le relazioni<br />
e la loro qualità; semplificarle. Questa scommessa coinvolge tutti i soggetti,<br />
prima di tutto gli imprenditori. … Se le persone sono orientate e sostenute<br />
nella scelta terranno più a lungo il posto di lavoro”.<br />
16
“Il lavoro è un elemento fondante per questo è importante aiutarli<br />
nell’inserimento e anche nella scelta valorizzando la persona, le sue<br />
capacità, le sue inclinazioni, il suo bagaglio di competenze a prescindere dai<br />
titoli di studio non riconosciuti. … Cercare di ricostruire il loro bagaglio di<br />
competenze e di esperienze è il primo passo, invitarle a fare un minimo di<br />
selezione nelle offerte è altrettanto importante, Il riconoscimento del loro<br />
titolo di studio purtroppo è un iter lunghissimo, quindi è necessario aiutarli a<br />
costruire un curriculum fatto sulle capacità e sulle esperienze e non sui titoli.<br />
Chi ha fatto esperienze di questo tipo sa che si ottengono buoni risultati”.<br />
“Ci sono tanti aspetti complessi nel lavoro con le donne <strong>straniere</strong> ed è anche<br />
importante “personalizzare” al massimo l’approccio, il contatto. Per alcune di<br />
loro il solo fatto da parlare in pubblico è un tabù, e quindi in un contesto<br />
pubblico – di dibattito – è difficile coinvolgerle. Ad esempio la donne cinesi si<br />
rivolgono poco, o per niente, ai servizi ma se tu entri in uno dei loro negozi e<br />
ti metti a parlare ti raccontano un sacco di cose”.<br />
Una riflessione a sé meriterebbe il lavoro autonomo, anche a seguito di un aumento a <strong>Sesto</strong><br />
<strong>San</strong> Giovanni di stranieri che avviano attività in questo settore.<br />
Una domanda aperta: servizi dedicati o no?<br />
Sul rapporto tra Servizi erogati, o da erogare, e utenti stranieri, e nello specifico<br />
sull’opportunità o meno di creare nuovi servizi - o potenziare quelli esistenti - per orientarli<br />
alle necessità <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> residenti, gli intervistati esprimono posizioni alquanto<br />
diverse.<br />
“C’è una duplice esigenza: quella di chi è al primo impatto con l’Italia e con la<br />
città ed ha bisogno di una struttura e di un servizio dedicato, e quella di chi è<br />
inserito nella <strong>comunità</strong> e utilizza i servizi e le strutture come tutti gli altri<br />
cittadini. Chi arriva qui, e magari parla poco e male l’italiano, che non sa<br />
cosa sia una carta d’identità o un tesserino sanitario, ha bisogno di avere<br />
risposte ad hoc; ha bisogno di trovare qualcuno che gli dia risposta a<br />
necessità di base, penso a tutto ciò che riguarda l’anagrafica. Ci sono poi i<br />
problemi che riguardano i minori e la scuola. Pensiamo a quei bambini che<br />
arrivano in una classe ad un certo punto dell’anno scolastico, oppure<br />
frequentano per un periodo e poi scompaiono. O anche a quei bambini che<br />
hanno particolari difficoltà a comunicare in italiano per questioni di cultura e<br />
di lingua”.<br />
“Lo straniero è cittadino sestese e dunque va trattato come gli altri cittadini<br />
sestesi. Attivare e promuovere servizi solo per loro può essere vantaggioso<br />
nella fase di accoglienza ma si rivelerebbe controproducente nel tempo<br />
perché c’è un rischio di ghettizzazione del fenomeno. Credo ci debbano<br />
essere dei servizi ad hoc (mediatori, facilitatori) e che l’offerta debba essere<br />
flessibile ma è altresì necessario mantenere un livello di omogeneità dei<br />
servizi erogati. Questa, oltre al rischio di ghettizzazione, è anche una<br />
questione di risorse a disposizioni che scarseggiano”.<br />
17
“Ci vuole un luogo, competenze e orari orientati alle necessità degli<br />
immigrati. E’ importante avere un luogo ospitale e informale, visibile e<br />
centrale ed anche capire quali fasce orarie rispondono meglio alle loro<br />
necessità… Una sorta di “Sportello Unico per gli immigrati” dove ci siano<br />
persone motivate che parlano diverse lingue, e che nel tempo diventi punto<br />
di riferimento per gli stranieri”<br />
“Se gli stranieri che arrivano ricevono le giuste informazioni hanno la<br />
possibilità di muoversi correttamente e nel rispetto <strong>delle</strong> leggi del nostro<br />
Paese… Luoghi che rispondano a questa necessità servirebbero in tutti i<br />
quartieri di <strong>Sesto</strong>. Potrebbero essere degli uffici itineranti nella città”.<br />
“E’ importante che la Pubblica Amministrazione costruisca i servizi in base<br />
alle esigenze degli utenti, ai bisogni reali e non supposti. Per questo penso<br />
che “l’ascolto” sia una componente importante perché ti permette di<br />
individuare i bisogni e le problematiche e costruire l’intervento.<br />
Importante è anche il ruolo della mediazione culturale”.<br />
“I Servizi vanno costruiti tenendo conto dei bisogni espressi dagli stranieri<br />
che sono diversi tra loro… l’accessibilità ai servizi è anche una questione<br />
oraria”.<br />
“In materia di stranieri, le esperienze e i casi di successo in Italia, hanno<br />
lavorato in genere su due fronti: la partecipazione e i servizi agli stranieri”.<br />
Sul tema della “cittadinanza agli stranieri”<br />
Tra le questioni affrontate nel corso <strong>delle</strong> interviste, una ha riguardato questo tema. Si è<br />
chiesto agli intervistati quali percorsi di cittadinanza sarebbe opportuno sviluppare, come e<br />
con quali motivazioni ed obiettivi. Ma, mentre è condivisa da molti la necessità di individuare<br />
forme di rappresentanza dei cittadini stranieri regolarmente residenti a <strong>Sesto</strong>, al fine di<br />
facilitare un rapido processo di integrazione, dialogo e convivenza tra le diverse culture, e per<br />
dare voce agli stranieri anche per quanto riguarda il governo della città, posizioni differenti e<br />
comunque ancora interlocutorie sono invece emerse circa i modi attraverso cui giungere a<br />
queste forme di rappresentanza.<br />
“Bisogna prima di tutto ragionare attorno ai modi partendo dalle esperienze<br />
già sviluppate da altri Comuni italiani. …Le esperienze di molti Comuni<br />
italiani rispetto alla partecipazione degli stranieri si sviluppano lungo due<br />
scuole di pensiero. C’è chi ha scelto la strada <strong>delle</strong> elezioni formali dei<br />
residenti per costituire una “Consulta degli stranieri” con il risultato che non<br />
sempre c’è un collegamento tra l’eletto e gli elettori, e spesso accade che<br />
siano in pochi gli stranieri a recarsi a votare. C’è invece chi si è dato come<br />
obiettivo principale quello di creare <strong>delle</strong> associazioni con lo scopo di<br />
aggregare gli stranieri tra loro, solo in seguito viene la Consulta che non si<br />
forma però tramite i elezioni ma attraverso <strong>delle</strong> nomine”.<br />
18
“Il cittadino straniero residente è cittadino sestese con tutti diritti e i doveri<br />
che questo comporta. Ma d’altro canto è necessario non dimenticarsi che<br />
questi cittadini sono qui con tutto il loro bagaglio socio-politico. Penso<br />
all’esperienza e cultura portata dalle badanti , i valori, la cultura che<br />
esprimono va considerata nella vita politica e pubblica. L’integrazione non<br />
va intesa come un appiattimento, va avviato un processo di relazione.<br />
All’interno della vita pubblica va fatto un processo di integrazione rapido e<br />
nel rispetto <strong>delle</strong> identità”.<br />
“Esistono due percorsi, per nulla incompatibili: il primo, porta alla<br />
costituzione di una Consulta, o di una Commissione, all’istituzione del<br />
Consigliere comunale aggiunto; il secondo, riguarda il riconoscimento del<br />
diritto di voto agli immigrati”.<br />
“La via più percorribile è sicuramente quella che parte da un organismo tipo<br />
“Commissione” per poi arrivare ad una elezione di <strong>comunità</strong>”.<br />
“A <strong>Sesto</strong> ci sono tanti cittadini stranieri residenti che potrebbero essere un<br />
punto di riferimento per le istituzioni, inviare a casa loro <strong>delle</strong> comunicazioni<br />
di pubblica utilità scritte in più lingue e invitarli a diffondere le informazioni<br />
tramite il passaparola ci permetterebbe di stabilire dei contatti e potrebbe<br />
essere molto utile”.<br />
“Sul tema della rappresentanza faccio una provocazione: tra pochi anni la<br />
città di <strong>Sesto</strong> tornerà a votare. Per votare per l’elezione dei Consigli di<br />
Circoscrizione basta una delibera del Consiglio comunale, il Comune di<br />
<strong>Sesto</strong> potrebbe provare a fare questa scommessa. Poi è importante che in<br />
tutti i momenti e luoghi (la Conferenza economica cittadina, l’Agenda 21,<br />
etc.) le varie <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> vengano coinvolte. Questo potrebbe essere<br />
anche un modo per vincere la diffidenza. L’iniziativa del consigliere aggiunto<br />
è interessante ma deve essere studiata bene perché il rischio è di creare “il”<br />
consigliere aggiunto di un particolare gruppo etnico escludendone altri.<br />
Questo potrebbe essere controproducente. Secondo me avrebbe molto più<br />
senso creare un forum che coinvolga tutti i soggetti che a vario titolo si<br />
interessano di cittadini stranieri ma soprattutto che coinvolga le <strong>comunità</strong><br />
<strong>straniere</strong>, le loro rappresentanze. Non dico una consulta ma quantomeno la<br />
creazione di un forum dentro il quale poter agire, interagire, capire i<br />
problemi, interrogarsi sui bisogni e sulle opportunità. Questo potrebbe<br />
essere molto interessante”.<br />
19
La “Banca <strong>delle</strong> idee”<br />
Sul ruolo della Pubblica Amministrazione<br />
� Sviluppare una più stretta collaborazione tra gli enti e le strutture che già operano sul<br />
territorio comunale e sovra comunale. Alla Pubblica Amministrazione spetta la regia e<br />
la messa in rete <strong>delle</strong> diverse realtà ed esperienze.<br />
� Sviluppare esperienze di co-progettazione tra la Pubblica Amministrazione e gli altri<br />
soggetti che si occupano di immigrazione.<br />
� Realizzare microprogetti sperimentali con le <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> coinvolgendo anche la<br />
parte economica della città (associazioni imprenditoriali, artigiani, commercianti,<br />
banche, etc.)<br />
� Realizzare un ciclo di incontri con le diverse <strong>comunità</strong> e gruppi di stranieri che<br />
risiedono in città al fine di individuare progetti e azioni condivise.<br />
� Pensare ad una diversa articolazione degli orari di apertura dello “Sportello<br />
Stranieri” e più in generale dei servizi, per orientarli anche alle necessità degli utenti<br />
stranieri.<br />
� Prevedere all’interno dei Servizi comunali la presenza di mediatori linguistici e<br />
culturali (meglio se di origine straniera).<br />
� Prevedere la partecipazione di una rappresentanza degli stranieri all’interno della<br />
“Consulta dei tempi e degli Orari” prevista dalla legge sui tempi n° 53 del 2000 che<br />
verrà istituita a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni come indicato nel “Documento Direttore” del<br />
Piano Territoriale degli Orari approvato dal Consiglio Comunale nel luglio 2004.<br />
� Snellire le pratiche burocratiche per i figli di stranieri che nascono a <strong>Sesto</strong> e<br />
promuovere azioni per facilitare il ricongiungimento familiare.<br />
Uso e cura del verde e degli <strong>spazi</strong> pubblici aperti<br />
� Avviare un’indagine sull’uso dello <strong>spazi</strong>o pubblico aperto da parte degli stranieri per<br />
attività sportive e del tempo libero.<br />
� Concordare <strong>delle</strong> fasce orarie per garantire a tutti, soprattutto nel fine settimana, l’uso<br />
dello <strong>spazi</strong>o verde pubblico e <strong>delle</strong> aree attrezzate per il gioco.<br />
20
� Avviare un progetto di educazione civica nelle scuole e nella città utilizzando anche<br />
cartelli segnaletici multilingue.<br />
� Tradurre in diverse lingue il regolamento d’uso degli <strong>spazi</strong> pubblici verdi.<br />
Attività sportive e del tempo libero<br />
� Stipulare <strong>delle</strong> convenzioni tra i gruppi di stranieri e le strutture sportive cittadine per<br />
risolvere il problema dei tornei di calcio che spontaneamente si svolgono in alcune<br />
aree verdi della città.<br />
� Realizzare una campagna di informazione sulle modalità di accesso e l’uso <strong>delle</strong><br />
strutture sportive comunali.<br />
� Avviare un’indagine e una riflessione comune per capire come possono essere<br />
utilizzate le attrezzature sportive cittadine (piscine, palestre) da parte di alcune<br />
<strong>comunità</strong>, (il riferimento è in particolare alle donne mussulmane).<br />
� Realizzare un’indagine conoscitiva sugli stranieri e le attività sportive cittadine.<br />
Questa iniziativa, oltre ad indagare tra le 130 associazioni sportive del territorio,<br />
potrebbe essere realizzata coinvolgendo anche le Scuole della città.<br />
Occasioni conviviali, eventi culturali, <strong>spazi</strong> per l’incontro e la preghiera<br />
� Mettere a disposizione luoghi di incontro per singoli cittadini e per le diverse<br />
<strong>comunità</strong> stranieri presenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni che possano diventare nel tempo<br />
punto di riferimento stabile almeno in occasione <strong>delle</strong> festività più importanti. Questi<br />
luoghi potrebbero essere usati anche per la preghiera.<br />
� Promuovere iniziative volte alla conoscenza <strong>delle</strong> tradizioni gastronomiche dei diversi<br />
Paesi del mondo (feste, corsi di cucina etnica, concorsi gastronomici, etc.).<br />
� Creare momenti di festa, di incontro e socializzazione tra italiani e stranieri. Si<br />
potrebbe organizzare un festival <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong>, così come si sta facendo per<br />
le culture giovanili.<br />
Casa e lavoro<br />
� Attivare iniziative di cooperazione per risolvere il problema casa agli stranieri,<br />
attraverso la collaborazione tra Ente pubblico e cooperative edificatrici.<br />
� Creare un luogo - o più luoghi collocati in diversi punti della città - per l’accoglienza,<br />
l’orientamento e l’inserimento al lavoro degli stranieri.<br />
21
Comunicare, informare e formare<br />
.<br />
� Esporre tutte le informazioni che possono interessare in modo specifico gli stranieri<br />
(servizi, progetti, iniziative, etc.) nei luoghi da loro più frequentati: dai mezzi di<br />
trasporto pubblico alle fermate della metropolitana; dai bar ai phone center, dai negozi<br />
ai mercati rionali.<br />
� Realizzare una “guida all’uso della città” - o singoli opuscoli informativi - aggiornata<br />
e tradotta in più lingue da inviare o consegnare a tutti cittadini stranieri residenti con<br />
indicate tutte le informazioni necessarie (dai servizi presenti sul territorio a come si fa<br />
la raccolta differenziata).<br />
� Promuovere una campagna di informazione sanitaria, rivolta a tutti gli stranieri e in<br />
particolare alle famiglie con figli piccoli, che dall’Ospedale continui nelle scuole e in<br />
tutti i luoghi frequentati da stranieri.<br />
� Offrire un supporto alla conoscenza dell’offerta formativa presente sul territorio<br />
sestese (corsi professionali, corsi di lingue, etc.)<br />
22
Parte seconda<br />
IL RACCONTO DEGLI STRANIERI RESIDENTI A SESTO<br />
23
Questo racconto degli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> è emerso dalle interviste in profondità<br />
rivolte ad alcuni rappresentanti <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> e a singoli cittadini stranieri che<br />
risiedono nel territorio comunale. Complessivamente sono state realizzate n° 12 interviste.<br />
In totale le persone contattate sono state una ventina, di queste alcune hanno risposto con<br />
immediata e grande disponibilità; altri, per vari e diversi motivi, non si sono resi disponibili.<br />
Il metodo utilizzato per l’individuazione degli interlocutori stranieri da intervistare<br />
Ai soggetti intervistati nella prima parte della ricerca-azione è stato chiesto di segnalare alcuni<br />
nomi di stranieri organizzati in <strong>comunità</strong> o singoli cittadini che rispondessero a due criteri di<br />
selezione:<br />
1) portare la propria significativa esperienza mettendola in relazione anche con quella di altri<br />
conoscenti o/e connazionali residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni;<br />
2) rendersi disponibili a partecipare, ed eventualmente collaborare, a momenti e/o iniziative<br />
future finalizzate ad un maggior coinvolgimento degli stranieri nella vita della città.<br />
Nel corso della ricerca-azione, l’individuazione di persone <strong>straniere</strong> da intervistare che<br />
rispondessero a tutte e due i criteri sopra citati si è rivelato compito tutt’altro che facile.<br />
Tale difficoltà è anche dovuta al fatto che, la stragrande maggioranza degli stranieri, tende -<br />
come si vedrà meglio nella terza parte del dossier - ad intrattenere con le istituzioni e le<br />
diverse realtà territoriali rapporti sporadici finalizzati all’erogazione di uno specifico servizio<br />
o alla risoluzione di un particolare problema, spesso in condizioni caratterizzate<br />
dall’emergenza. A questo, va ad aggiungersi il fatto che non tutte le <strong>comunità</strong> di <strong>straniere</strong><br />
sono facili da avvicinare e da coinvolgere. Basta scorrere l’elenco degli intervistati riportato<br />
a fine dossier per notare la mancanza, per esempio, di persone di nazionalità cinese o<br />
egiziana, nonostante queste siano tra le <strong>comunità</strong> più numerose a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni.<br />
Quest’ultimo aspetto è tutt’altro che casuale e andrebbe approfondito ulteriormente.<br />
L’esperienza sviluppata all’interno di questa attività di ricerca-azione racconta di una<br />
popolazione straniera che si muove prevalentemente all’interno <strong>delle</strong> proprie reti amicali o di<br />
<strong>comunità</strong>, dentro a un sistema di “reti corte”, chiuse e circoscritte, che solo occasionalmente<br />
incrociano e dialogano con il resto della <strong>comunità</strong> locale.<br />
24
Alcune note sugli intervistati<br />
Dodici sono state le persone intervistate: 7 donne e 5 uomini. Di quest’ultimi, quattro sono<br />
rappresentanti di <strong>comunità</strong> che hanno la propria sede, o comunque un punto di riferimento<br />
importante a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni: il direttore e vicedirettore della “Casa della Cultura Islamica<br />
(Centro islamico di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni)”, il presidente della “Associazione dei senegalesi di<br />
Milano e Provincia”, un membro dell’Associazione “Mitad del Mundo”. Gli altri soggetti<br />
intervistati sono invece singoli cittadini residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni.<br />
Le persone intervistate hanno un’età compresa tra i 30 e i 45 anni. Vivono in città con le<br />
proprie famiglie che per la stragrande maggioranza dei casi vedono la presenza di figli con un<br />
età inferiore ai 10 anni. Molti di loro lavorano in ambito socio-culturale e nel lavoro di cura,<br />
riuscendo solo in parte, quando va bene, ad utilizzare le competenze e professionalità<br />
acquisite nei propri Paesi di origine dove, la quasi totalità degli intervistati, ha conseguito la<br />
laurea.<br />
Una buona parte di loro risiede a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni da almeno 5 anni. Alcuni intervistati<br />
sono arrivati a <strong>Sesto</strong> direttamente dai propri Paesi di origine per raggiungere parenti o<br />
famigliari; altri si sono trasferiti provenendo da altri Comuni, per esempio da Milano, avendo<br />
trovato in questa città una migliore sistemazione abitativa.<br />
L’incontro con la città: le prime difficoltà incontrate e gli aiuti ricevuti<br />
Arrivando a <strong>Sesto</strong>, gli intervistati dichiarano di aver ricevuto i primi aiuti prevalentemente<br />
dalle reti di <strong>comunità</strong> e da alcune specifiche realtà che operano sul territorio anch’esse<br />
conosciute tramite il passaparola.<br />
“Quando sono arrivata a <strong>Sesto</strong> nel 1987 non c’era nulla, poi, piano piano …<br />
All’inizio ci si rivolgeva esclusivamente alla rete di <strong>comunità</strong>, ora anche alle<br />
strutture e ai servizi che ci sono”.<br />
“All’inizio volevo frequentare un corso di italiano per stranieri ma non ero in<br />
regola e così non mi hanno accettato. Lo so che ci sono <strong>delle</strong> regole da<br />
rispettare. E’ vero che c’è della malavita tra alcuni stranieri, ma c’è anche chi<br />
è onesto, preparato e colto. Imparare la lingua italiana è la prima cosa da<br />
fare. Ho degli amici che vivono in Italia da 5 anni e non parlano bene<br />
l’italiano, e neppure sanno più bene la loro lingua madre”.<br />
25
“Ho usato poco i servizi del Comune mi sono mossa attraverso <strong>delle</strong> reti di<br />
conoscenti sia stranieri che italiani”.<br />
“Le difficoltà che ho vissuto sono legate soprattutto a problemi burocratici…<br />
Mi ricordo che cercavo casa e l’agente immobiliare che mi aiutava al<br />
reperimento di un alloggio, per convincermi mi diceva “in questo palazzo non<br />
ci sono extracomunitari” ignorando la mia provenienza perché parlavo bene<br />
italiano ed ero in compagnia della mia ex fidanzata italiana. Quando gli dissi<br />
“allora sarò io il primo” , ci rimase di marmo poi tutto andò bene perché mi<br />
aiutò molto ad ottenere il mutuo presso l’Istituto di credito. Questo per dire<br />
che i pregiudizi esistono e si possono sciogliere però sta anche a noi<br />
realizzare la nostra integrazione, tramite i nostri comportamenti e<br />
atteggiamenti”.<br />
“Il problema che ho avuto, ed ho anche adesso con il secondo bambino di<br />
pochi mesi, è che non so dove lasciarlo quando devo andare al lavoro. Se<br />
non sai dove lasciare i tuoi figli piccoli, perché non hai alcun supporto dalla<br />
famiglia che è lontana e gli amici che frequenti magari hanno gli stessi tuoi<br />
problemi, e non ti possono quindi aiutare, come fai a trovare lavoro?<br />
Ma se non lavori non puoi accedere all’asilo nido: è un circolo chiuso che<br />
coinvolge donne <strong>straniere</strong> e italiane e non se ne vede soluzione.<br />
Mi arrangio, faccio quello che posso. Una volta ho portato al colloquio il mio<br />
piccolo bambino e mi sono sentita dire : “Ma signora! Come pensa di<br />
lavorare se non sa dove lasciare il suo bimbo?”<br />
“Da una famiglia per cui ho lavorato ho avuto la possibilità di vivere in un<br />
appartamento che mi avrebbero lasciato, ma preferisco vivere con una<br />
famiglia. Mi sento più protetta”.<br />
“Ci sono stranieri che hanno paura a parlare di loro, <strong>delle</strong> loro sofferenze e<br />
dei loro problemi agli italiani”.<br />
Per alcuni, fondamentale è stato l’incontro con le quelle realtà cittadine che da tempo stanno<br />
sviluppando iniziative con gli stranieri in uno spirito di reciproca collaborazione e dialogo.<br />
“La prima cosa che ho fatto arrivando a <strong>Sesto</strong> è stata frequentare un corso<br />
di italiani per stranieri”.<br />
“Dovrei a breve iniziare a collaborare come volontaria all’interno di<br />
un’associazione per aiutare soprattutto chi arriva da Paesi in guerra. Sento<br />
di doverli aiutare… ”.<br />
“Quando mi hanno detto che c’era un corso di italiano per stranieri è iniziata<br />
per me una nuova vita qui. Bisogna essere molti forti e motivati per tenere<br />
testa a tutti i problemi dell’esperienza dell’immigrazione. E’ doloroso pensare<br />
ogni mattina appena ti svegli che non sei con la tua famiglia Ho preso anche<br />
la licenza di terza media perché dovevo impegnarmi il cervello. Mi sentivo<br />
esclusa e volevo inserirmi, imparare. ”<br />
26
“In molti stranieri c’è paura e ignoranza che messi insieme non ti fanno fare<br />
nulla. Magari subiscono situazioni di sfruttamento nel lavoro, con il padrone<br />
di casa, ma hanno paura a parlare a far valere i loro diritti. Molto dipende<br />
anche da noi. Conosco persone che sono in Italia da 14 anni e che non si<br />
muovono, non cercano, non sanno neppure <strong>delle</strong> opportunità offerte.”<br />
La vita in città: i Servizi utilizzati<br />
Anche la conoscenza dei Servizi e <strong>delle</strong> strutture esistenti in città è avvenuta perlopiù tramite<br />
il passaparola tra connazionali e amici. Una volta conosciuti i Servizi questi sono stati poi<br />
utilizzati senza particolari problemi e l’opinione espressa sul loro funzionamento è<br />
complessivamente positiva. Diffusamente debole risulta invece il sistema di informazione, in<br />
particolare sui Servizi e le opportunità che possono interessare gli stranieri.<br />
“All’Ufficio Stranieri del Comune sono andata diverse volte e mi hanno<br />
sempre aiutata”.<br />
“L’ufficio per stranieri di via Benedetto Croce funzionava bene due anni fa,<br />
adesso non lo so…”.<br />
“C’è un problema di informazione. Non sai subito cosa il Comune può offrire<br />
come Servizi. Poi magari lo vieni a sapere perché qualcuno te lo dice,<br />
operatori di altri strutture, conoscenti, e ci vai.”<br />
“Non esiste alcuna informazione da parte <strong>delle</strong> Istituzioni diretta<br />
specificatamente agli stranieri. Il Servizio ai cittadini stranieri si riassume<br />
nell’Anagrafe”.<br />
“Ho saputo di un corso di inglese del Comune per caso, parlando con amici.<br />
Perché non informarci, anche tramite la posta?”<br />
“Ora sono io ad informare gli altri stranieri, dico loro cosa conosco della città<br />
e dei suoi servizi. C’è bisogno di informare. C’è chi abita qui da 10 anni e<br />
non sa neppure cosa sia una carta di soggiorno.”<br />
“Con le Istituzioni ho avuto pochi contatti. Ho sempre risolto i miei problemi<br />
con il passaparola. Non ci sono altri modi. L’unico contatto vero è con la<br />
Scuola di mia figlia”.<br />
“Certo che se in Comune trovassi dall’altra parte una persona straniera<br />
come me mi sentirei più a mio agio, mi sentirei più capita. Una persona che<br />
può capire anche chi conosce poco l’italiano o semplicemente parla male<br />
perché è emozionato”.<br />
27
A proposito del rapporto con le Istituzioni e i suoi Servizi, una parte degli intervistati ha<br />
citato più volte la Questura, nello specifico il modo attraverso cui è concepita e<br />
organizzata l’accoglienza degli utenti e affrontato il problema dell’attesa.<br />
“I principali servizi della città con i quali ho avuto modo di entrare in contatto<br />
sono la Questura, con una esperienza traumatica, e il servizio Anagrafe e<br />
l’Ufficio matrimonio del Comune, di cui ho un bel ricordo, positivo e di<br />
efficienza”.<br />
“Bisogna dire che la situazione è estremamente difficile per gli stranieri che<br />
non parlano l’italiano. Comunque credo che in Questura ci sia stato un<br />
miglioramento notevole in questi 5 anni. Tutto ciò però non mi impedisce di<br />
notare che le informazioni sono di difficile accesso per gli stranieri in<br />
generale. … Ci vuole più disponibilità e competenza…”.<br />
“La Questura mi fa paura, anche gli atteggiamenti che a volte trovi tra i suoi<br />
operatori mi fanno paura”.<br />
“Mi ricordo le 6 del mattino, a dicembre, tre ore in coda al freddo, in piedi. Ho<br />
preso poi l’influenza. Nelle 3 ore che ho fatto in coda fuori al freddo, mentre le<br />
persone passavano e ci guardavano, continuavo a dirmi “Sono una persona,<br />
sono una persona. Sto facendo una vita difficile, dovete rispettarmi”.<br />
“Il vetro dello sportello è una cosa che ancora oggi mi mette angoscia. Mi<br />
viene ancora da piangere se penso alle code al freddo …”<br />
La vita in città: luoghi e tempi del quotidiano<br />
Praticamente quasi tutti gli intervistati affermano di frequentare in prevalenza i giardini<br />
pubblici o i parchi della città: per portarvi a giocare i figli, il cane a spasso, o per incontrare<br />
amici e connazionali. Solo una minoranza di loro dice di frequentare anche altri luoghi della<br />
città (centri culturali e sociali, organizzazioni o associazioni, strutture per il tempo libero e la<br />
cultura, etc.). Sempre una piccola parte dei soggetti contattati dichiara di avere rapporti<br />
continuativi con connazionali che vivono a <strong>Sesto</strong>.<br />
“Qui frequento più italiani che stranieri. Mi piacerebbe frequentare una<br />
<strong>comunità</strong> straniera. Ho anche chiesto al consolato del mio Paese a Milano<br />
se c’era un’associazione, un gruppo di stranieri miei connazionali con cui<br />
mettermi in contatto ma non l’ho trovato. Con alcuni amici latinoamericani<br />
vogliamo costituire un gruppo che valorizzi la nostra cultura, insegnare a<br />
ballare, a conoscere le nostre tradizioni. Al mio Paese facevo parte di un<br />
gruppo folcloristico. Ma qui non riusciamo a trovare altri disponibili a far parte<br />
del gruppo”.<br />
28
“Non frequento miei connazionali qui a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni perché non li<br />
conosco, mi hanno detto che ci sono ma non li vedo”.<br />
“Le donne e mamme <strong>straniere</strong> partecipano molto poco alla vita della città. E’<br />
necessario coinvolgerle di più e cambiare la loro mentalità, lo dico da donna<br />
straniera. E’ importante sviluppare percorsi di autonomia come donne e<br />
uomini. E’ importante emanciparsi”.<br />
“In particolare le donne arabe sono separate dal resto del mondo. Non<br />
parlano l’italiano, come possono aiutare i loro figli a Scuola? Attraverso i<br />
nostri figli possiamo imparare molto. I corsi per imparare la lingua italiana,<br />
per esempio, sono importanti”.<br />
29
Consigli per una “banca <strong>delle</strong> idee”<br />
Cosa chiedere alla Pubblica Amministrazione e alla città<br />
Qui di seguito vengono riportati per ogni ambito e problema le idee e i progetti proposti dagli<br />
stranieri intervistati.<br />
Formazione, casa e lavoro sono i tre problemi più citati dagli intervistati. Il loro<br />
posizionamento all’interno di un’ipotetica “lista <strong>delle</strong> priorità” varia ovviamente a seconda<br />
degli interlocutori ma è tuttavia opinione condivisa ritenere questi gli ambiti prioritari sui<br />
quali investire risorse e progetti futuri.<br />
Attraversa questi tre ambiti, così come tutti gli altri momenti della vita dei cittadini, il tema<br />
cruciale della comunicazione e informazione agli stranieri.<br />
La formazione/l’istruzione<br />
La casa<br />
Il lavoro<br />
“L’istruzione e la formazione sono al primo posto. Se ti formi ti informi.”<br />
“La formazione, l’apprendimento della lingua, il riconoscimento <strong>delle</strong> proprie<br />
competenze questi sono ambiti importanti”.<br />
“Andrebbe previsto uno <strong>spazi</strong>o per una scuola domenicale di lingua araba. Si<br />
tratta di un attività di dopo-scuola”.<br />
“Il problema della casa è il principale problema. Se hai un posto tuo ti senti<br />
rassicurata e protetta. Se dormi bene, mangi bene, puoi fare tanto. Puoi<br />
uscire a cercarti un lavoro, imparare a parlare bene l’italiano, etc. Ma se<br />
non dormi in un letto comodo, se non puoi farti una doccia…”<br />
“Per una famiglia, soprattutto, ci vuole stabilità, ci vuole una casa.”<br />
“Il lavoro per me non è un problema. Ma so che è un problema per molti<br />
stranieri”.<br />
“Adesso che non c’è più il Centro Lavoro, a chi ci possiamo rivolgere?<br />
Andrebbe costruito un altro Centro o una rete di riferimento”<br />
30
Nuovi Servizi e progetti<br />
“Per favorire una maggiore integrazione culturale, il Comune dovrebbe<br />
procedere ad una comunicazione permanente di tutte le iniziative alle<br />
<strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong>”.<br />
“In Questura, il servizio informazione aperto il sabato mattina, è una cosa<br />
positiva. Anche l’Ufficio stranieri potrebbe prevedere un’apertura al sabato<br />
mattina questo ci permetterebbe di non dover sempre prendere i permessi<br />
dal lavoro per andarci”.<br />
“E’ importante conoscere come funzionano i servizi sociali a <strong>Sesto</strong>. Io sono<br />
abituata al modello francese oppure a quello che succede in un Paese come<br />
il Belgio, dove i figli non sono un problema da scaricare completamente sulla<br />
famiglia… Bisogna ragionare insieme su come creare servizi alle famiglie<br />
con bambini piccoli che siano aperti a tutti. Noi siamo soli, non ci sono<br />
nonne, zie…”.<br />
“Bisogna aggiornare la voce “stranieri” sul portale del Comune “.<br />
“All’ufficio Anagrafe, ci deve essere un vademecum in varie lingue <strong>straniere</strong><br />
che fino a qualche mese fa, non c’era”.<br />
“I servizi bibliotecari devono prendere più in considerazione gli stranieri<br />
senza ghettizzarli, con la presenza di scaffali in lingue <strong>straniere</strong>, che aumenti<br />
l’interesse anche per gli italiani, lo scambio e la conoscenza dell’altro: è un<br />
arricchimento culturale”.<br />
“Quello che manca sono <strong>delle</strong> istruzioni all’uso della città”.<br />
Attività culturali e sportive, <strong>spazi</strong> per l’incontro e per la preghiera<br />
“Cultura e sport sono due ambiti importanti. Tutte le attività sportive<br />
aumentano la volontà di vivere in pace, aumentano il livello di convivenza<br />
con gli altri “.<br />
“Favorire gli incontri interetnici tra immigrati e poi tra immigrati e italiani;<br />
questo può avvenire attraverso eventi sportivi come le partite di calcio o<br />
attraverso rappresentazioni teatrali”.<br />
“Bisognerebbe prevedere un cimitero islamico per mussulmani lombardi. E’<br />
semplicemente un pezzo di terra. Secondo il rito islamico, ma anche<br />
secondo il rito cristiano, non si possono seppellire mussulmani nello stesso<br />
luogo dove vengono seppelliti cristiani e viceversa”.<br />
“Perché non prevedere un uso separato <strong>delle</strong> strutture sportive per le donne<br />
musulmane? Potrebbe essere una fascia oraria particolare in un giorno della<br />
settimana. Il Comune di Reggio Emilia ha fatto una cosa del genere.”<br />
“Gradirei anche la messa a disposizione <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> di sale<br />
riunioni per celebrare certi riti come il battesimo e il matrimonio che possono<br />
essere fattori d’integrazione e d’arricchimento culturale”.<br />
31
“Manca uno <strong>spazi</strong>o per gli incontri religiosi, in particolare per la preghiera del<br />
venerdì. Ci vuole uno <strong>spazi</strong>o in grado di ospitare un migliaio di persone. Ci<br />
serve nella fascia oraria compresa tra le 12.00 e le 15.00 del venerdì”.<br />
“Ci vorrebbe uno <strong>spazi</strong>o al chiuso dove poterci incontrare. E’ importante<br />
incontrare gli italiani, ma altrettanto importante è poterci incontrare tra<br />
stranieri per parlare dei nostri problemi che sono diversi da quelli degli<br />
italiani. Le donne hanno problemi con i figli, con le famiglie. Alcune<br />
cominciano a bere, magari anche a prostituirsi”.<br />
“Ci potrebbero essere iniziative al pomeriggio tra le 14.00 e le 16.00, il<br />
giovedì oppure la domenica. Quasi tutte le donne che vivono in famiglia<br />
hanno il loro giorno libero il giovedì e la domenica”.<br />
La partecipazione degli stranieri alla vita della città<br />
“Infine, chiedo che le <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> siano rappresentate nelle strutture<br />
comunali anche come osservatorio o consulta”.<br />
“Tra i mediatori linguistici e culturali utilizzati dal Comune e dalle diverse<br />
strutture, quanti sono gli stranieri?… All’Ufficio Stranieri ci dovrebbe essere<br />
un mediatore linguistico e culturale straniero che parli due o tre lingue.<br />
Potrebbe anche essere un gruppo che a rotazione viene utilizzato dai Servizi<br />
del Comune…. Bisogna far vedere in Comune anche <strong>delle</strong> facce di stranieri”.<br />
“Ci sono molti gli italiani che vogliono lavorare per gli immigrati e non con gli<br />
immigrati. Una rappresentanza degli straneri è necessaria”.<br />
“Ci sono stranieri a <strong>Sesto</strong> che si occupano di mediazione linguistica e<br />
culturale andrebbero valorizzate le loro competenze ed esperienze”.<br />
32
Parte terza<br />
IL RAPPORTO CON I SERVIZI E LE STRUTTURE CITTADINE<br />
33
Il rapporto con i servizi e le strutture cittadine<br />
Nell’ambito della parte dedicata all’utilizzo della rete di servizi presenti sul territorio<br />
comunale da parte dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni, sono state individuati<br />
e contattati enti e strutture tra loro molto differenti. Si tratta di una varietà di soggetti che<br />
possono essere raggruppati secondo questo tipo di articolazione:<br />
1. Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni, Asl e Questura;<br />
2. Privato sociale (Cooperative, Enti di formazione, Associazioni Onlus);<br />
3. Gruppi di volontariato cattolico e laico;<br />
4. Sindacati e Associazioni di categoria.<br />
I contenuti emersi dalle interviste effettuate hanno costituito materiale di conoscenza e<br />
riflessione sia per la prima parte del dossier (“Il racconto sugli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong>”), sia<br />
per questa terza parte del dossier.<br />
Il rapporto, l’uso e la frequentazione dei servizi da parte degli stranieri, varia sensibilmente in<br />
relazione all’ambito di intervento, alla tipologia del servizio offerto e alla natura stessa<br />
dell’ente che eroga la prestazione. La combinazione di queste variabili determina, in maniera<br />
differente e peculiare, sia la tipologia del rapporto, sia la durata del contatto. Pur tenendo<br />
conto di tali differenze è possibile, tuttavia, formulare alcune riflessioni di carattere generale<br />
che valgono per la quasi totalità <strong>delle</strong> strutture e degli enti intervistati.<br />
Comunicare e informare<br />
Tutti i soggetti intervistati, a prescindere dalla loro finalità, considerano fondamentale il tema<br />
della comunicazione nel rapporto con l’utenza straniera. Riuscire a trasmettere informazioni<br />
chiare e precise rispetto alla natura della prestazione e ai tempi e modi di erogazione del<br />
servizio appare questione determinante.<br />
Tuttavia, pur riconoscendo l’importanza di trasmettere le informazioni in modo efficace e<br />
rapido, nessun servizio tra quelli presi in considerazione ha realizzato, almeno fino ad ora, una<br />
campagna di comunicazione e di informazione, ideata e progettata ad hoc per gli stranieri. La<br />
34
prassi è in genere quella di tradurre in più lingue materiali già realizzati per poi diffonderli tra<br />
gli utenti stranieri.<br />
L’unico esempio in controtendenza riguarda – a memoria degli intervistati – “Vivere a <strong>Sesto</strong><br />
<strong>San</strong> Giovanni: guida ai servizi più importanti della città”, realizzata con il contributo della<br />
Regione Lombardia – Servizio Politica del Lavoro su un progetto della Cooperativa Sociale<br />
ICARO 2000 (a fronte dell’art. 2 della Legge Regionale 38/88) e stampata nel marzo del<br />
1998. Particolarmente interessante è la metodologia adoperata per la pubblicazione di questa<br />
guida dove alcuni cittadini stranieri, in particolare donne, coinvolti nel progetto, hanno<br />
contribuito non solo alla traduzione dei testi ma anche all’elaborazione e alla scelta dei<br />
contenuti.<br />
Reti di <strong>comunità</strong> e passaparola<br />
Nella quasi totalità dei casi, il contatto e l’incontro con i servizi della città avviene attraverso<br />
il passaparola, affermano gli operatori intervistati. La comunicazione informale viene<br />
considerata dagli stranieri un veicolo efficace e sicuro per la trasmissione e la condivisione<br />
<strong>delle</strong> informazioni. Le reti di <strong>comunità</strong> fungono da cassa di risonanza garantendo la diffusione<br />
<strong>delle</strong> notizie e rappresentano il primo punto di contatto tra gli stranieri e il territorio sestese.<br />
Spesso, i nuovi arrivati, si presentano agli sportelli dei servizi accompagnati da un<br />
connazionale che già conosce la struttura e che si pone come vero e proprio “mediatore”, a<br />
volte anche linguistico, nei confronti degli operatori.<br />
“Vengono tutti mandati da altre persone, raramente arrivano da altri servizi.<br />
Non hanno conosciuto il nostro servizio dai giornali locali. Arrivano sempre<br />
attraverso reti di <strong>comunità</strong>, tramite il passaparola. Soprattutto i primi tempi<br />
arrivavano ad ondate …. Vengono perché l’amico gli ha detto di venire”.<br />
Anche la comunicazione tra le diverse strutture e servizi che si occupano di stranieri a volte è<br />
problematica. Spesso accade che il passaggio <strong>delle</strong> informazioni sia garantito dalla buona<br />
volontà del singolo operatore o da reti amicali e di collaborazione tra operatori che si sono<br />
andate costruendo nel tempo in modo informale.<br />
Accade inoltre che alcune realtà, anche limitrofe, si conoscano solo superficialmente e spesso<br />
non siano aggiornate sulle reciproche attività e sui progetti in corso.<br />
35
Servizi e utenza straniera<br />
E’ importante ricordare come sul territorio sestese non esistano servizi dedicati<br />
esclusivamente agli stranieri strutturati in modo stabile e continuativo nel tempo, ad eccezione<br />
dell’Ufficio Stranieri. Questo servizio, attivato nel 1992 dal Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />
per favorire l’espletamento <strong>delle</strong> procedure anagrafiche e <strong>delle</strong> attività amministrativa<br />
(certificati di residenza, idoneità alloggiativi,ecc.), ha sviluppato negli anni la funzione di<br />
sportello informativo di accoglienza e facilitazione rispetto all’accesso a tutte le risorse<br />
presenti sul territorio sestese, interne ed esterne alla Pubblica Amministrazione.<br />
Nella stragrande maggioranza dei casi, le strutture già esistente e attive da anni sul territorio<br />
sestese si sono trovate nella condizione di dover differenziare i propri servizi quale<br />
conseguenza del mutamento avvenuto nell’utenza. Per molti casi, si tratta di un cambiamento<br />
imposto dal mutare della realtà e dall’insorgere di nuove problematiche più che di una scelta<br />
strategica.<br />
E’ così, a partire dell’emergere di bisogni nuovi - espressi in modo più o meno esplicito - si<br />
è cercato di diversificare il più possibile l’offerta per venire incontro alle esigenze di questa<br />
nuova tipologia di utenza, portatrice di problematiche nuove ma anche di culture e valori<br />
differenti.<br />
Quest’ultima considerazione vale in particolare per tutte quelle realtà cittadine impegnate sul<br />
terreno del disagio socio-economico e della grave emarginazione, dove la presenza di stranieri<br />
è molto elevata e in alcuni casi tocca percentuali eccezionali (l’utenza, per esempio,<br />
intercettata dai Centri di Ascolto della Caritas Ambrosiana è composta da immigrati nella<br />
misura del 80-90 %). Percentuali più contenute, ma comunque significative, si registrano per<br />
esempio all’Informagiovani del Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni dove nell’anno 2003 l’utenza<br />
straniera ha raggiunto il 30-35 %, al Centro Informazione Donna, sempre del Comune, dove<br />
gli utenti sono stati circa il 7,5 % o alla Casa Albergo Don <strong>San</strong>dro Mezzanotte, dove circa la<br />
metà degli ospiti è composta da lavoratori stranieri.<br />
I servizi già esistenti che hanno visto progressivamente mutare la propria utenza si sono<br />
ritrovati, a fronte di tale difficoltà, a riflettere sull’efficacia del proprio operato,<br />
36
sull’efficienza della metodologia adoperata e sull’utilità degli interventi proposti, dei servizi<br />
erogati, e <strong>delle</strong> prestazioni offerte.<br />
“Quando il Centro è nato i nostri utenti erano soprattutto italiani e non<br />
appartenevano a questo quartiere – c’è una certa resistenza a confessare i<br />
propri problemi, magari economici, famigliari o legati al lavoro, alle persone<br />
della tua zona che poi rincontri per strada. Nel giro di pochi anni la<br />
situazione è cambiata completamente: ora il 95 per cento dei nostri utenti<br />
sono stranieri. La maggior parte di loro abitano da queste parti e comunque<br />
sono di <strong>Sesto</strong>. Il cambiamento di utenza ha aperto una riflessione tra noi<br />
volontari, ci siamo interrogati sull’utilità o meno del momento di accoglienza<br />
e di ascolto; potevano forse essere utili attività diverse dalla nostra. Poi<br />
abbiamo deciso di proseguire sulla via dell’ascolto anche perché ci sembra<br />
che le persone siano contente di avere con noi questo tipo di rapporto,<br />
contente di sentire un po’ di attenzione e di comprensione”.<br />
“Una riflessione su questo periodo di attività ci porta a dire però che le<br />
emergenze e le richieste poste con forza dagli utenti hanno avuto il<br />
sopravvento sul nostro progetto originario: la pratica dell’ascolto ha lasciato<br />
spesso il posto ad un intervento di tipo più pratico come l’aiuto nella ricerca<br />
del lavoro o la distribuzione dei pacchi viveri. Ci siamo adeguati ai bisogni<br />
espressi dall’utenza”.<br />
Le realtà, pubbliche e private, maggiormente impattate da questa trasformazione sono quelle<br />
che denunciano il maggior livello di allarme e di preoccupazione. La difficoltà generata dalla<br />
consapevolezza di essere di fronte ad un problema di grande complessità e dalle variabili<br />
imprevedibili è percepibile e riscontrabile in ogni intervista. La scarsità di mezzi, anche<br />
economici, per affrontare questa problematica genera ansia e preoccupazione per il futuro.<br />
Nella gestione degli interventi prevale una logica “emergenziale” piuttosto che di<br />
pianificazione e controllo. Affiora un senso di frustrazione e di fatica tra gli operatori del<br />
settore. Questa visione negativa è riscontrabile soprattutto in quei servizi che, nell’agire<br />
quotidiano, intercettano i soggetti più deboli, emarginati e in difficoltà. Sono molti gli<br />
stranieri anche senza permesso di soggiorno che si rivolgono a queste strutture della città.<br />
Questa è la percezione, al di là dei dati e <strong>delle</strong> statistiche, che trasmettono tutti i soggetti<br />
intervistati.<br />
Progetti e iniziative realizzate<br />
Sono stati sviluppati in questi ultimi anni sul territorio cittadino, diversi e significativi progetti<br />
dedicati agli stranieri, spesso realizzati in forma sperimentale e temporanea. Progetti dedicati,<br />
per esempio, a specifiche fasce di utenza (donne, bambini, etc.) o a problematiche particolari<br />
(inserimento lavorativo, progetti di accoglienza e di alfabetizzazione, iniziative di carattere<br />
37
interculturale, azioni di “mediazione sociale”, etc.), che si rivolgono in particolare a soggetti<br />
che vivono in condizione di disagio e di marginalità, più che in una situazione di normalità.<br />
“E’ un importante lavoro basato sulla reciproca conoscenza e sul confronto<br />
di culture, usi e costumi differenti”.<br />
“Questo tipo di attività produce buoni frutti e soprattutto insegna alle<br />
<strong>straniere</strong> un sacco di cose importanti sul nostro paese e sulle nostre<br />
consuetudini; cerchiamo di fare in modo che il loro comportamento possa<br />
essere il più adeguato possibile alla realtà italiana in modo da interagire con<br />
più facilità. Sono piccolissime cose ma molto importanti, ad esempio<br />
insegnare loro ad usare i mezzi pubblici comprando il biglietto e rispettando<br />
gli orari, oppure spieghiamo che in Italia il lavoro ha dei ritmi precisi e che la<br />
puntualità è un requisito necessario per conservare il proprio posto, a volte<br />
simuliamo un colloquio di lavoro. Questo le facilita molto nel rapporto con il<br />
nostro territorio. Cerchiamo di costruire la relazione con queste donne<br />
partendo dalla valorizzazione <strong>delle</strong> similitudini, da ciò che ci avvicina e non<br />
enfatizzando le differenze. Questo lavoro secondo me andrebbe ripetuto e<br />
moltiplicato”.<br />
“In realtà gli “utenti stranieri” sono trasversali a tutte le nostre attività. Sia il<br />
servizio pre-scuola sia i giochi serali (post-scuola) coinvolgono molti<br />
stranieri; e questa presenza è in continua e costante crescita. Stesso<br />
discorso vale anche per i Centri estivi”.<br />
Stranieri: risorsa o problema?<br />
Un altro aspetto emerso nel corso <strong>delle</strong> interviste riguarda le finalità, ma ancor più i<br />
presupposti a partire dai quali viene concepito e si struttura il servizio da erogare. Ci sono enti<br />
e strutture, che operano per esempio nell’ambito del lavoro, che considerano gli stranieri una<br />
risorsa sulla quale investire, una componente che può diventare nel tempo una parte anche<br />
molto consistente della propria base associativa (è il caso <strong>delle</strong> associazioni di categoria e<br />
<strong>delle</strong> organizzazioni sindacali, per citarne alcune). Per altre realtà, invece, la presenza di<br />
stranieri è percepita più che altro come un problema di difficile soluzione.<br />
Nel primo caso, la fidelizzazione dell’utenza rappresenta un obiettivo strategico. Le<br />
associazioni hanno spesso cercato di sviluppare veri e propri percorsi di accompagnamento<br />
individuale per rispondere, nel miglior modo possibile, alle esigenze espresse dall’utenza.<br />
Quest’approccio, caratterizzato dall’elevata personalizzazione dell’intervento, che diventa<br />
quasi consulenziale, ha dato ottimi risultati ed ha favorito la nascita di legami duraturi e<br />
fruttuosi.<br />
38
“Agli imprenditori stranieri è dedicato un nostro sportello. La maggior parte<br />
del lavoro si concentra nella fase iniziale. Facciamo un accompagnamento<br />
durante tutte le fasi dell’avvio e comunque cerchiamo anche di fare insieme<br />
al diretto interessato un piccolo studio di fattibilità. In particolare per<br />
determinati settori siamo riusciti a costruire dei veri e propri percorsi di<br />
accompagnamento e ci sono alcuni imprenditori italiano nostri associati che<br />
fanno da “tutor” agli stranieri. Per rapportarci con questa nuova tipologia di<br />
utenza siamo partiti dai nostri servizi tradizionali e abbiamo cercato di<br />
insistere sulla pratica dell’accompagnamento perché ci sembrava l’aspetto<br />
centrale. Chiaramente i nostri operatori hanno dovuto imparare alcune cose<br />
relative ai permessi di soggiorno perché questo è un tema importantissimo e<br />
centrale”.<br />
La questione del lavoro<br />
Un approfondimento specifico merita il tema del lavoro e della ricerca di un’occupazione.<br />
Questa problematica è un filo rosso che collega e coinvolge tutti i servizi intervistati: dai<br />
Centri di Ascolto della Caritas, alle Cooperative Sociali, ai Servizi erogati dall’Ente locale.<br />
Le diverse strutture cercano di fronteggiare come possibile questa domanda ma i risultati, a<br />
detta degli operatori interpellati, sono purtroppo insoddisfacenti ed emerge forte la richiesta di<br />
individuare sul territorio un punto di riferimento o di una rete di riferimento in grado di<br />
fornire risposte adeguate.<br />
“Manca un luogo di accoglienza e orientamento per gli stranieri che arrivano<br />
sul nostro territorio, ad esempio sul tema del lavoro servirebbe un<br />
accompagnamento diverso, mirato. Ma questo accompagnamento<br />
servirebbe anche per altre problematiche come la casa e la salute. Magari ci<br />
sono strutture che si occupano di questo ma noi non le conosciamo”.<br />
“In quest’ultimo periodo portano tutti in maniera forte la difficoltà a trovare<br />
lavoro. Mentre all’inizio arrivavano persone che erano in Italia da poco e<br />
quindi o non avevano il permesso o avevano grosse difficoltà con la lingua,<br />
adesso invece arrivano anche persone che lavorano in Italia già da tanti anni<br />
che hanno sempre lavorato e che fanno veramente fatica a trovare qualcosa.<br />
Direi che nell’ultimo paio d’anni questo è proprio il cambiamento: persone<br />
presenti in Italia da tanti anni che adesso non trovano più niente pur<br />
andando in giro dappertutto”.<br />
Un’utenza “mordi e fuggi”<br />
Pressoché tutti gli operatori intervistati concordano nell’affermare che, nella maggior parte<br />
dei casi, l’utenza straniera si rapporta ai servizi presenti sul territorio in modo consapevole e<br />
informato. Le domande poste sono pertinenti, precise e circostanziate. Inoltre gli utenti<br />
stranieri manifestano un’elevata mobilità territoriale e adoperano con frequenza le risorse del<br />
39
territorio, in particolare se provenienti dai paesi dell’Europa dell’est e dell’America Latina;<br />
Frequentemente sono le donne a rivolgersi agli sportelli.<br />
I rapporti e gli incontri sono però occasionali. Difficilmente si creano dei legami di lunga<br />
durata. L’approccio è immediato e utilitaristico e il rapporto con il territorio e con le sue<br />
strutture e servizi si configura pertanto come occasionale, caratterizzato da una logica “mordi<br />
e fuggi”. E’ difficile costruire relazioni durevoli. Spesso la permanenza o meno su un<br />
territorio è determinata dalla condizione lavorativa: si cambia occupazione, si cambia città. E’<br />
evidente quanto questa incertezza ostacoli e renda difficoltoso lo sviluppo di dinamiche di<br />
radicamento.<br />
40
Cosa chiedere alla Pubblica Amministrazione<br />
Le richieste poste dai diversi operatori intervistati alla Pubblica Amministrazione sono<br />
pressoché unanimi. Innanzi tutto, è necessario che, assumendo un ruolo di regia e direzione,<br />
l’Ente locale intervenga per :<br />
1. presidiare maggiormente – investendo con risorse e progetti - il tema del lavoro;<br />
2. favorire il coordinamento e la messa a sistema di tutte le realtà che a diverso titolo<br />
operano sul tema degli stranieri;<br />
3. incoraggiare la nascita di sinergie nuove e di alleanza strategiche ampie ed efficaci;<br />
4. allargare l’orizzonte <strong>delle</strong> reti di relazioni esistenti anche fuori dal territorio comunale<br />
Nota bene:<br />
sostenendo la nascita di legami extra-territoriali, che oggi sono piuttosto deboli e<br />
sporadici.<br />
“… Solo in questo modo è pensabile elaborare <strong>delle</strong> strategie complessive. Inoltre non<br />
si può sempre solo lavorare per tamponare le emergenze, viviamo una congiuntura<br />
economica e sociale che ci fa supporre che tra pochi anni la fascia di persone a rischio<br />
di esclusione sociale si allargherà sembra di più e non riguarderà certo solo gli<br />
stranieri. Famiglie che fino ad ora riuscivano ad arrangiarsi e tra poco non ce la<br />
faranno più”.<br />
“Il tema del coordinamento è assolutamente essenziale. Il Comune di <strong>Sesto</strong> si è<br />
sempre speso molto per favorire il coordinamento e questo territorio è ricco di<br />
esperienze molto interessanti ma, quello che manca è il collegamento tra tutte queste<br />
realtà. Esiste la Casa Albergo il sindacato, l’Ufficio Stranieri, le cooperative, la Caritas<br />
ma manca la capacità di coesione, la capacità di mettere a sistema, in contatto, in<br />
collegamento. C’è solo una realtà che lo può assumere questo ruolo e questa è<br />
l’Amministrazione Comunale che dovrà acquisire nel tempo – visto gli evidenti affanni<br />
dell’Amministrazione centrale – nuove competenze in materie come queste. E’<br />
necessario un protagonismo dell’Amministrazione Comunale”.<br />
E’ possibile consultare presso la Sede dell’Assessorato Servizi alla Persona e Promozione<br />
Sociale in via Benetto Croce, 12 e presso Gulliver Informagiovani in via Costa, 26 alcune<br />
schede sintetiche relative ai Servizi censiti. Inoltre, è a disposizione degli interessati un breve<br />
elenco di strutture milanesi che si occupano di stranieri che possono rappresentare, anche per<br />
lo sviluppo di progetti futuri, importanti interlocutori.<br />
41
Parte quarta<br />
ALCUNI DATI SULLA PRESENZA DELLE COMUNITÀ STRANIERE RESIDENTI<br />
42
Sulla presenza <strong>delle</strong> <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />
Note introduttive<br />
La presente ricerca-azione ha come privilegiato oggetto di indagine i cittadini stranieri che, in<br />
possesso di un regolare permesso di soggiorno, hanno ottenuto la residenza a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong><br />
Giovanni. Pertanto, va ricordato, nessun riferimento in questo lavoro viene fatto alla realtà<br />
degli irregolari soggiornanti sul territorio comunale.<br />
In questa sezione sono stati raccolti ed elaborati alcuni dati relativi alla presenza di cittadini<br />
stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> 1 .<br />
I dati riportati offrono un interessante quadro della realtà sestese, pur nella consapevolezza<br />
che esistono dei margini di imprecisione dovuti a diversi fenomeni e comportamenti. Ci<br />
possono essere, per esempio, stranieri che mantengono la residenza a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni ma<br />
abitano in un altro comune, oppure che sono tornati al loro Paese d’origine senza aver<br />
provveduto a cancellarsi dalle liste anagrafiche, e via dicendo 2 .<br />
Ma quanti sono gli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong>?<br />
Se durante tutti gli anni ’80 le migrazioni internazionali risultano in crescita ed incominciano<br />
ad avere un certo rilievo soprattutto nelle grandi città italiane, è solo con l’inizio degli anni<br />
’90 che acquistano una certa consistenza, diventando fenomeno realmente visibile.<br />
Concentrandoci su <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni questa tendenza è messa bene in rilievo nella figura 1.<br />
1 I dati per l’indagine sono stati forniti dall’Anagrafe comunale e sono stati organizzati tenendo conto del Paese<br />
di provenienza, del Genere e della fascia di età di appartenenza. Tali dati sono stati in seguito confrontati con i<br />
dati e le riflessioni emersi all’interno del lavoro di tesi di laurea di Jacopo Umidi dal titolo “L’immigrazione<br />
straniera a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni: formazione e lavoro”, Università Statale di Milano Bicocca, a.a. 2001-02.<br />
2 Nel mese di ottobre 2004, alcuni articoli apparsi sulla stampa e pagine locali hanno segnalato come nel giro di<br />
un anno nell’hinterland milanese, e soprattutto a <strong>Sesto</strong> e Cinisello Balsamo, si sia verificato un aumento<br />
considerevole <strong>delle</strong> richieste di permesso di soggiorno, e ciò - si scrive - per il fatto che nei Commissariati <strong>delle</strong><br />
due città si ottiene il rinnovo del permesso di soggiorno in soli tre mesi contro la media milanese che oscilla tra<br />
gli otto mesi e l’anno. Il Commissariato sestese e l’Anagrafe hanno per questo avviato una collaborazione per<br />
accertare le eventuali residenze false.<br />
43
Figura 1: Cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni dal 31/12/1983 al 7/7/2004<br />
7000<br />
6000<br />
5000<br />
4000<br />
3000<br />
2000<br />
1000<br />
0<br />
1883<br />
1984<br />
1985<br />
1986<br />
1987<br />
1988<br />
1989<br />
1990<br />
1991<br />
1992<br />
1993<br />
1994<br />
1995<br />
1996<br />
1997<br />
1998<br />
1999<br />
2000<br />
2001<br />
2004<br />
maschi femmine totale<br />
Fonte: Anagrafe comunale<br />
Tranne che nel 1986 (anno in cui si rileva un decremento di stranieri pari a 109 unità), il<br />
numero di immigrati residenti in città ha registrato un incremento durante tutti gli anni ’80. Se<br />
al 31 dicembre 1983 l’Anagrafe comunale comunicava la presenza nel territorio di <strong>Sesto</strong> di<br />
369 stranieri, a fine 1989 la loro consistenza era salita a 588 unità. Come si nota, la crescita<br />
in valori assoluti non appare elevata (+219) ma indica in ogni caso in sei anni un incremento<br />
percentuale del 60%, fatto non trascurabile se si pensa che la città era da decenni abituata a<br />
confrontarsi esclusivamente con un tipo di immigrazione “nostrana”.<br />
Con l’inizio degli anni ’90 le tendenze sopra rilevate acquistano maggior rilievo e l’aumento<br />
di cittadini stranieri si fa sempre più consistente. Nel 1992 si raggiungono le 1.000 presenze,<br />
che costituiscono poco più dell’1% della popolazione totale residente in città. La crescita<br />
sarà continua anno dopo anno, registrando un incremento medio da un anno all’altro di circa il<br />
17%.<br />
Va ricordato che, durante tutti gli anni ’90 e anche oggi, gli incrementi annui registrati<br />
dall’Anagrafe hanno sempre risentito <strong>delle</strong> varie sanatorie istituite. Essendo la residenza<br />
legata al possesso di un permesso di soggiorno, il periodo immediatamente seguente ad una<br />
regolarizzazione è caratterizzato da un aumento <strong>delle</strong> richieste di residenza da parte dei<br />
cittadini stranieri. Accade così che, nel corso del ’90, l’Ufficio Anagrafe di <strong>Sesto</strong> abbia<br />
44
egistrato incrementi significativi, e anomali rispetto alla media, proprio nel lasso di tempo<br />
immediatamente successivo alle sanatorie del 1990, del 1996 e del 1998. La stessa cosa è<br />
avvenuta anche due anni fa, in seguito alla sanatoria del 2002.<br />
Tornando all’analisi sulla consistenza numerica della componente straniera residente a <strong>Sesto</strong><br />
si notano quindi incrementi significativi che fino ad oggi non sembrano registrare riduzioni.<br />
Nel corso degli anni ’90 la popolazione straniera è passata da 588 unità del 1 gennaio 1990<br />
a 2.675 unità del 31 dicembre 1999, con un conseguente incremento del 355%.<br />
Anche il decennio da poco iniziato fornisce un quadro degli arrivi di cittadini stranieri in<br />
crescita. In soli quattro anni e mezzo (da gennaio 2000 a luglio 2004) la presenza straniera è<br />
raddoppiata, registrando un incremento del 133%.<br />
Al 7 luglio 2004 gli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni sono risultati essere 6.230 su<br />
un totale della popolazione che si attesta a 82.251 unità. Il 7,6% del totale dei residenti ha<br />
dunque un’origine straniera 3 .<br />
Le 10 nazionalità più presenti in città<br />
Gli stranieri che in questi anni sono giunti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni provengono nella<br />
maggioranza dei casi da quei Paesi che vengono definiti “a forte pressione migratoria”. Essi<br />
non fanno parte di una zona specifica del mondo ma sono distribuiti, in misura più o meno<br />
consistente, in tutti i continenti. Per avere un’idea del contributo che ciascuno di essi fornisce<br />
alla composizione della popolazione di <strong>Sesto</strong> si osservi la figura 2. Nel grafico vengono<br />
indicate le 10 nazionalità che oggi risultano più presenti nella città.<br />
3 Dai dati contenuti nel Dossier statistico 2004, XIV Rapporto Caritas/Migrantes, aggiornato al 31/12/2003,<br />
risultano sul territorio nazionale 2.193.999 stranieri soggiornanti registrati, di cui 502.610 in Lombardia. Tra le<br />
province lombarde che accolgono il maggior numero di stranieri vi è quella di Milano con 246.362 stranieri<br />
regolarmente registrati.<br />
45
Figura 2: Composizione per nazionalità dei cittadini stranieri residenti <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni al<br />
7/7/2004<br />
Altro<br />
25,6%<br />
Ucraina<br />
2,2%<br />
Sri Lanka<br />
2,8%<br />
Marocco<br />
5,4%<br />
Albania<br />
5,5%<br />
Egitto<br />
21,6%<br />
Romania<br />
6,4%<br />
Fonte: Anagrafe comunale<br />
Cina<br />
6,9%<br />
Perù<br />
9,1%<br />
Ecuador<br />
7,7%<br />
Filippine<br />
7,0%<br />
Gli egiziani: più di 1 cittadino straniero su 5 (21,6%) è egiziano. In valori assoluti la<br />
presenza di questa <strong>comunità</strong> si assesta sulle 1.343 unità. A <strong>Sesto</strong> nessun altra nazionalità<br />
mostra valori così elevati.<br />
I peruviani: con le loro 567 presenze i peruviani sono la seconda <strong>comunità</strong> più numerosa a<br />
<strong>Sesto</strong> e mostrano un’incidenza del 9,1% sul totale della popolazione immigrata.<br />
Gli ecuadoregni: I cittadini provenienti dall’Ecuador sono il 7,7% della componente straniera<br />
(in valori assoluti 478 unità).<br />
I filippini: oggi sono 435 e rappresentano il 7,0% della popolazione straniera.<br />
I cinesi: questa <strong>comunità</strong> mostra una percentuale di presenza molto simile a quella filippina e<br />
pari al 6,9% (427 presenze).<br />
I rumeni: dopo un loro interessante incremento in questi ultimi anni, oggi sono 396, il 6,4%<br />
degli immigrati totali.<br />
46
Gli albanesi: in valori percentuali rappresentano il 6,6% della popolazione straniera, in valori<br />
assoluti sono 344.<br />
I marocchini: tra le prime <strong>comunità</strong> ad insediarsi a <strong>Sesto</strong>, mostrano una presenza simile a<br />
quella albanese e spiegano il 5,4% della componente straniera (335 unità).<br />
I cingalesi: con le loro 172 presenze rappresentano il 2,8% degli immigrati.<br />
Gli ucraini: sono tra le ultime <strong>comunità</strong> arrivate a <strong>Sesto</strong>. Oggi sono 140 (il 2,2% degli<br />
stranieri).<br />
All’interno di questo quadro è opportuno sottolineare la specificità del “caso sestese”,<br />
caratterizzato da una forte presenza egiziana. Presenza che in altri contesti territoriali non si<br />
manifesta con percentuali di partecipazione tanto elevate e che quindi fa pensare che si sia<br />
creato negli anni un forte effetto di richiamo, capace di far confluire a <strong>Sesto</strong> un così alto<br />
numero di migranti dall’Egitto 4 .<br />
Le diverse <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> residenti: continuità e trasformazioni<br />
Se quella descritta sopra è l’attuale composizione per nazionalità degli stranieri residenti, è<br />
interessante cercare di capire come la presenza <strong>delle</strong> diverse <strong>comunità</strong> sia cresciuta nel tempo.<br />
Per fare ciò viene presentato nella tabella 1 un confronto tra le prime 10 nazionalità nel 2001 e<br />
le prime 10 nel 2004. Lo scopo è quello di rilevare gli incrementi <strong>delle</strong> diverse <strong>comunità</strong> (cfr.<br />
fig. 3). Si cercherà inoltre di capire quanto abbia influito la sanatoria del 2002 sull’attuale<br />
distribuzione degli stranieri all’interno della città e stabilire quali <strong>comunità</strong> ne abbiano<br />
maggiormente usufruito.<br />
4 Va segnalato che proprio in questi mesi è iniziata una ricerca sull’imprenditoria egiziana promossa dal CESPI -<br />
Centro Studi di Politica Internazionale - di Roma dal titolo “Fostering Egyptian local development through<br />
diasporic networks in Italy” , nell’ambito del rapporto tra Italia ed Egitto “Progetto IMIS”. All’interno di questo<br />
filone di ricerca che studia i migranti come agenti di sviluppo dei Paesi di provenienza, il CESPI ha individuato<br />
la cintura milanese e in particolare <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni come caso significativo da indagare.<br />
47
Tabella 1: Composizione per nazionalità dei cittadini stranieri residenti <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />
nel 2001 e nel 2004<br />
2001 2004<br />
Paese Presenza Paese Presenza<br />
Egitto 792 Egitto 1343<br />
Perù 324 Perù 567<br />
Filippine 283 Ecuador 478<br />
Marocco 279 Filippine 435<br />
Cina 232 Cina 427<br />
Albania 222 Romania 396<br />
Romania 144 Albania 344<br />
Sri<br />
99<br />
335<br />
Lanka<br />
Marocco<br />
Senegal 90 Sri Lanka 172<br />
Ecuador 81 Ucraina 140<br />
Altro 1350 Altro 1593<br />
Totale 3896 Totale 6230<br />
Fonte: Anagrafe comunale<br />
Nella tabella 1 si nota come, rispetto al 2001, ci sia la presenza tra le 10 nazionalità<br />
dell’Ucraina che ha preso il posto del Senegal.<br />
Gli incrementi dunque più sorprendenti registrati negli ultimi 2 anni e mezzo fanno<br />
riferimento alla <strong>comunità</strong> ucraina. Se a fine 2001 i cittadini ucraini residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong><br />
Giovanni erano 7, a metà 2004 salgono a 140, con un incremento percentuale del 1900% (per<br />
ovvi problemi grafici non se ne ha una rappresentazione nella figura 3).<br />
Una crescita così sostenuta non può essere semplicemente spiegata da un aumento improvviso<br />
dei flussi migratori dall’Ucraina ma è più giusto pensare che essa sia uno degli effetti della<br />
regolarizzazione. E’ ipotizzabile infatti che prima della sanatoria del 2002 fosse già presente<br />
una interessante quota di ucraini a <strong>Sesto</strong> ma che questi gravitassero nella sfera dell’irregolarità<br />
e che quindi non fossero visibili dall’Anagrafe comunale. Una popolazione composta per la<br />
maggior parte da donne che, impiegate come colf o badanti, ha provveduto a regolarizzare la<br />
propria presenza sul territorio usufruendo dell’opportunità offerta dalla sanatoria.<br />
48
Figura 3: Incrementi <strong>delle</strong> principali nazionalità dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong><br />
Giovanni (31/12/2001-7/7/2004)<br />
Romania<br />
Cina<br />
Perù<br />
Sri Lanka<br />
Egitto<br />
Albania<br />
Filippine<br />
Marocco<br />
0% 20% 40% 60% 80% 100% 120% 140% 160% 180%<br />
Fonte: Anagrafe comunale<br />
Un discorso simile può essere fatto anche per la <strong>comunità</strong> ecuadoriana. In questo caso<br />
l’incremento registrato, seppur minore di quello ucraino, è significativo e si assesta sul 490%.<br />
Nel 2001 quella ecuadoriana era la decima nazionalità tra quelle più presenti a <strong>Sesto</strong><br />
(rappresentava il 2,1% della popolazione straniera con 81 unità). Oggi, come si è visto<br />
sopra, registra un numero inferiore solo ad Egitto e Perù.<br />
Negli ultimi anni la <strong>comunità</strong> rumena ha più che raddoppiato la sua presenza sul<br />
territorio (con un incremento di 176 punti percentuale), mutando la propria incidenza sul<br />
totale degli stranieri dal 3,7% al 6,4%.<br />
Crescite significative si registrano anche per i cinesi (+84,1%), i peruviani (+75,0%), i<br />
cingalesi (+73,7%) e gli egiziani (69,6%).<br />
Soprattutto per le prime due <strong>comunità</strong> e per l’Egitto è interessante notare come, a fronte di<br />
una già importante presenza di queste <strong>comunità</strong> a <strong>Sesto</strong>, gli incrementi siano significativi, a<br />
dimostrazione della persistenza di un flusso migratorio che non accenna a ridursi. In valori<br />
49
assoluti, infatti, un incremento della presenza egiziana del 69,6% significa un passaggio da<br />
792 unità a 1.343 5 .<br />
Anche le restanti tre <strong>comunità</strong> rappresentate nella figura precedente mostrano un incremento<br />
della loro presenza. Gli albanesi, che prima del 1998 erano rappresentati da 30 unità, in due<br />
anni e mezzo presentano un incremento del 55,0%, molto simile a quello rilevato anche per i<br />
filippini (+53,7%). I marocchini, infine, vedono aumentare il loro numero da 279 a 335<br />
unità, anche se, va segnalato, in maniera più contenuta rispetto agli altri paesi (+20,1%).<br />
Donne e uomini nelle singole <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong><br />
La maturazione del fenomeno migratorio sta portando <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni ad un riequilibrio<br />
nella popolazione straniera dal punto di vista della sua composizione di Genere. Questa<br />
tendenza risulta evidente osservando le percentuali di uomini e di donne che dal 1990 al 2004<br />
compongono l’universo degli stranieri residenti (cfr. fig. 4). Nel corso di questi anni infatti si<br />
registra un maggior equilibrio tra componente maschile, che rimane comunque quella<br />
predominante, e componente femminile.<br />
Se nel 1990 gli uomini erano il 60,8% degli stranieri e le donne il 39,2%, oggi il divario si è<br />
fatto più contenuto e si assesta rispettivamente al 55,6% per la presenza maschile e al<br />
44,4% per la presenza femminile.<br />
Questa tendenza è in parte determinata da una presenza straniera più radicata nel territorio<br />
che, soprattutto per le nazionalità di più vecchia immigrazione, chiama in Italia i propri<br />
famigliari. Ciò però spiega solo in parte la riduzione del divario tra uomini e donne visto che,<br />
come si vedrà in seguito, non tutte le <strong>comunità</strong> hanno seguito questa direzione. Bisogna<br />
aggiungere poi che la distribuzione per Genere degli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> è la risultante<br />
di tutte le singole distribuzioni entro ogni <strong>comunità</strong>, da quella caratterizzata da una forte<br />
presenza femminile (come quella dell’Ucraina e <strong>delle</strong> Filippine) a quella invece nota per la<br />
sua componente maschile (ad esempio quella dell’Egitto o del Marocco).<br />
5 Basti pensare che al 29 ottobre 2004 risultano iscritti all’Anagrafe 1553 residenti di nazionalità egiziana,<br />
contro i 1343 registrati al 7 luglio 2004.<br />
50
Osservando la figura 4, è interessante notare come il contributo femminile alle migrazioni sia<br />
cresciuto fino a circa metà anni ’90 per poi mantenersi, dal 1995 ad oggi, su valori che<br />
gravitano intorno al 45%.<br />
Figura 4: Distribuzione per genere dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni dal<br />
31/12/1990 al 7/7/2004<br />
100%<br />
90%<br />
80%<br />
70%<br />
60%<br />
50%<br />
40%<br />
30%<br />
20%<br />
10%<br />
maschi<br />
femmine<br />
0%<br />
1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2004<br />
Fonte: Anagrafe comunale<br />
Un confronto tra la distribuzione per Genere dei cittadini stranieri e quella del totale dei<br />
residenti sestesi mette in luce che tra i primi (cittadini stranieri) prevale la componente<br />
maschile, mentre tra i secondi (totale residenti sestesi) prevale la compente femminile,<br />
con un’incidenza del 51,6%. Come conseguenza di ciò i maschi stranieri compongono<br />
l’universo dei residenti uomini per l’8,7%, mentre le donne <strong>straniere</strong> partecipano<br />
all’universo femminile con una percentuale del 6,5%.<br />
Come già anticipato, è possibile individuare alcune <strong>comunità</strong> caratterizzate da una incidenza<br />
femminile molto elevata ed altre in cui le donne sono una minoranza rispetto al totale (cfr. fig.<br />
5). Ciò è determinato dal fatto che spesso esiste una correlazione tra nazionalità ed attività<br />
lavorativa svolta, con la conseguente formazione di un flusso migratorio fortemente<br />
condizionato da questo legame. Non è un caso quindi che, nella figura 5, i quattro Paesi che<br />
presentano percentuali di partecipazione femminile superiori a quelle degli uomini<br />
facciano riferimento a quelle nazionalità maggiormente impegnate nel lavoro di cura<br />
(degli anziani e dei bambini, collaborazione al lavoro domestico, etc.).<br />
51
Tra queste si noti l’Ucraina che, con le sue 140 presenze totali, mostra una percentuale di<br />
donne del 76,4%. Anche l’Ecuador ed il Perù, <strong>comunità</strong> di nuova immigrazione, sono<br />
caratterizzate da un’importante quota di donne, rispettivamente del 62,8% e del 58,4%. Nel<br />
caso <strong>delle</strong> Filippine invece la distanza tra componente maschile e componente femminile è<br />
più contenuta e, forse perché si tratta di una <strong>comunità</strong> a più lunga tradizione migratoria, indica<br />
un’incidenza femminile del 55,2%.<br />
Figura 5: Distribuzione per genere <strong>delle</strong> principali nazionalità degli stranieri residenti a<br />
<strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni al 7/7/2004<br />
80%<br />
70%<br />
60%<br />
50%<br />
40%<br />
30%<br />
20%<br />
10%<br />
0%<br />
Egitto<br />
Ecuador<br />
Filippine<br />
Cina<br />
Romania<br />
Albania<br />
Marocco<br />
Sri Lanka<br />
Fonte: Anagrafe Comunale<br />
Ucraina<br />
Altro<br />
maschi<br />
femmine<br />
Le <strong>comunità</strong> dell’Egitto e del Marocco, pur essendo tra le <strong>comunità</strong> che da più tempo vivono<br />
a <strong>Sesto</strong>, mostrano una presenza femminile molto bassa e pari rispettivamente al 21,1% e<br />
al 34,0%. Il dato in parte sorprende perché si è soliti pensare che <strong>comunità</strong> a più lunga<br />
tradizione migratoria tendano ad un riequilibrio della loro componente per genere. E’ il caso,<br />
per esempio, dei cinesi in cui le donne sono il 50,8% e gli uomini il 49,2%. Una<br />
spiegazione alla bassa presenza femminile per i due paesi del nord Africa potrebbe essere<br />
pensata ipotizzando un’immigrazione che non vede nell’Italia la destinazione definitiva ma<br />
piuttosto un’opportunità temporalmente limitata finalizzata al raggiungimento di specifici<br />
obiettivi in un arco di breve e medio periodo .<br />
52
La popolazione straniera per fasce di età<br />
L’analisi della popolazione straniera si arricchisce di un ulteriore elemento alla luce dei dati<br />
sulla distribuzione per classi di età forniti dall’Ufficio Anagrafe 6 .<br />
La figura 6 mette bene in rilievo come gli stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> costituiscano una<br />
popolazione giovane<br />
Figura 6: Distribuzione per età dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni e del<br />
totale dei residenti al 7/7/2004<br />
50%<br />
45%<br />
40%<br />
35%<br />
30%<br />
25%<br />
20%<br />
15%<br />
10%<br />
5%<br />
0%<br />
0-15<br />
16-32<br />
33-65<br />
oltre 65<br />
Fonte: Anagrafe comunale<br />
sconosc.<br />
totale<br />
stranieri<br />
Più della metà (55,6%) ha un’età che non supera i 32 anni e ben il 18,4% rientra nella<br />
classe 0-15. Coloro che fanno parte della fascia 33-65 sono invece il 42,9%.<br />
Mantenendo l’attenzione su quest’ultima classe si scopre che ben il 90% della sua<br />
componente è rappresentata da individui che non superano i 50 anni di età.<br />
stranieri<br />
totale<br />
6 La classificazione per età dei cittadini stranieri residenti fornita dall’Ufficio Anagrafe del Comune comprende<br />
una classe denominata “sconosciuta” composta da 41 individui ai quali non è stato possibile attribuire giorno,<br />
mese e anno di nascita. Tale presenza, che non si ritrova nei dati riferiti alla composizione per età del totale<br />
residenti, se da un punto di vista statistico non condiziona in modo significativo il dato - trattandosi di un<br />
numero relativamente basso - dal punto di vista metodologico fa emergere alcuni e ovvi problemi di difformità<br />
degli universi studiati.<br />
53
Questo dato conferma l’idea di una popolazione molto giovane rispetto a quella sestese<br />
nel suo complesso (come si evince anche dal confronto rappresentato in figura 6), tanto<br />
che il 93% degli stranieri totali ha un’età inferiore ai 50 anni.<br />
I motivi che concorro a spiegare questa tendenza sono essenzialmente due.<br />
Il primo risiede nel fatto che chi affronta un percorso migratorio, nella stragrande<br />
maggioranza dei casi, è una persona giovane, in età lavorativa, maggiormente disponibile ad<br />
adattarsi a situazioni di disagio e precarietà finalizzate ad un futuro successo. Il secondo<br />
motivo può essere invece individuato nel fatto che il fenomeno migratorio, che oggi coinvolge<br />
l’Italia e <strong>Sesto</strong>, è ancora all’inizio della sua evoluzione. Sono passati poco più di 20 anni dai<br />
primi arrivi ed è ipotizzabile che in futuro l’età media degli stranieri registri <strong>delle</strong> modifiche.<br />
In ogni caso non è ancora possibile dire se la presenza straniera sia caratterizzata<br />
maggiormente da stranieri che, dopo aver lavorato qualche anno in Italia, hanno intenzione di<br />
tornare nel loro paese d’origine o se invece prevalga quella componente che ha deciso di<br />
stanziarsi in maniera definitiva nel territorio italiano e /o sestese.<br />
Nella figura 7 vengono presentati gli incrementi registrati dal 2001 a metà 2004 degli stranieri<br />
divisi per fasce d’età. Ovviamente l’arco di tempo considerato è troppo breve per poter<br />
formulare ipotesi rispetto al progetto migratorio cui si faceva riferimento sopra. Ciò<br />
nonostante è possibile rilevare alcune generali linee di tendenza del fenomeno.<br />
Negli ultimi due anni e mezzo la popolazione residente straniera ha registrato un incremento<br />
del 60%. Un’analisi per diverse fasce d’età mostra che gli incrementi più significativi hanno<br />
interessato la classe d’età 16-32 e quella 0-15, con valori percentuali rispettivamente del<br />
78,3% e del 56,6%. Di minore portata è invece la crescita della classe 33-65 (+47,6%),<br />
mentre il numero di over sessantacinque è calato del 21,4%. Quest’ultimo dato deve essere<br />
però letto alla luce del peso che gli ultra sessantacinquenni ricoprono all’interno della<br />
popolazione straniera. Se è vero infatti che se ne registra una riduzione, è altrettanto vero che<br />
in valori assoluti rappresentano poche decine di persone (42 a fine 2001 e 33 a metà 2004), e<br />
quindi molto sensibili ad ogni piccola variazione.<br />
54
Figura 7: Incrementi per classi d’età dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />
(31/12/2001-7/7/2004)<br />
80%<br />
70%<br />
60%<br />
50%<br />
40%<br />
30%<br />
20%<br />
10%<br />
0%<br />
-10%<br />
-20%<br />
-30%<br />
0-15<br />
56,6%<br />
16-32<br />
78,3%<br />
33-65<br />
Fonte: Anagrafe comunale<br />
47,6%<br />
-21,4%<br />
Oltre 65<br />
E’ opportuno invece soffermarsi sulle prime tre classi d’età per fare alcune considerazioni. E’<br />
possibile ipotizzare che gli incrementi della seconda e della terza fascia di età siano la somma,<br />
da una parte, dei nuovi arrivi a <strong>Sesto</strong> e dall’altra dell’emersione dall’irregolarità in seguito alla<br />
sanatoria del 2002.<br />
Per quanto riguarda invece l’aumento degli stranieri da 0 a 15 anni è più credibile pensare che<br />
essa sia stata determinata dai nuovi nati e dal ricongiungimento tra genitori, già in Italia, e<br />
figli.<br />
Se un’analisi sull’età ha coinvolto fino a questo momento solo la componente straniera, si<br />
rileva necessario ora capire quanto questa incida sul totale dei residenti per ogni classe d’età.<br />
Come è stato rilevato in precedenza il peso totale dei residenti stranieri a metà 2004 si assesta<br />
sul 7,6%. Essendo però la popolazione studiata una popolazione giovane, la sua incidenza<br />
risulta più marcata nelle prime classi d’età e minore nelle ultime (cfr. fig. 8).<br />
55
Figura 8: Incidenza dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni sul totale della<br />
popolazione residente divisa per classi d’età al 7/7/2004<br />
100%<br />
90%<br />
80%<br />
70%<br />
60%<br />
50%<br />
40%<br />
30%<br />
20%<br />
10%<br />
0%<br />
0-15<br />
16-32 33-65 oltre 65<br />
Fonte: Anagrafe Comunale<br />
Le due fasce d’età in cui si rileva un maggior peso della componente straniera fa riferimento a<br />
quella che va dai 0 ai 15 anni e quella che va dai 16 ai 32. Per quanto riguarda la prima,<br />
l’incidenza rilevata si assesta a metà 2004 all’11,4%, valore decisamente superiore al 7,6%<br />
totale.<br />
Questa percentuale indica che a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni tra tutti i residenti che hanno un’età<br />
compresa tra gli 0 e i 15 anni, più di 1 su 10 è straniero (in valori assoluti 1.146).<br />
Il valore appare molto significativo in quanto si riferisce a quella parte della popolazione più<br />
giovane, con tutte le conseguenze che ciò comporta. E’ infatti innegabile che i nuovi scenari<br />
che stanno nascendo e prendendo forma in questi ultimi anni devono condurre ad una serie di<br />
riflessioni riguardanti, ad esempio, la nascita di bisogni inediti espressi dalle famiglie<br />
<strong>straniere</strong>, l’accoglienza e l’inserimento nel tessuto sociale di bambini e giovani figli di<br />
stranieri e la capacità di rinnovamento della scuola e della sua prontezza di risposta al sorgere<br />
di nuove problematiche specifiche (come ad esempio la lingua).<br />
La seconda classe d’età, quella che va dai 16 ai 32 anni, indica un’incidenza ancora maggiore<br />
della precedente. I dati dell’anagrafe mostrano che ben il 14,6% dei residenti sestesi<br />
italiani<br />
stranieri<br />
56
compresi in questa fascia è rappresentato da stranieri. Ciò, se da un lato restituisce ancora<br />
una volta un’immagine di un’immigrazione giovane, indica la crescente importanza della<br />
componente straniera all’interno del totale della popolazione in età lavorativa.<br />
La terza fascia (dai 33 ai 65 anni ) mostra invece valori percentuali più bassi e pari al<br />
6,8%, dato viziato anche dal fatto che, come si è avuto modo di osservare in precedenza, la<br />
percentuale di over 50 è molto bassa. Per gli ultra sessantacinquenni invece l’incidenza è<br />
praticamente nulla e si assesta sullo 0,2%.<br />
Ciò che emerge, dunque, è che i dati appena commentati sono il risultato dell’incontro di<br />
una popolazione giovane, come è quella straniera, ed una popolazione che, come accade<br />
anche a livello nazionale, registra ormai da diversi anni un innalzamento dell’età media.<br />
Gli stranieri che abitano nelle 5 Circoscrizioni della città<br />
L’immagine che fino ad ora è emersa dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni ha<br />
messo a fuoco una serie di caratteristiche più che altro di natura demografica. Il passo<br />
successivo che si intende compiere è quello di capire in che modo questa parte della<br />
popolazione si distribuisca sul territorio sestese. In specifico si cercherà di capire se esistono<br />
zone della città preferite rispetto ad altre, e se sussiste un qualche tipo di collegamento tra esse<br />
e le <strong>comunità</strong> che qui vi abitano.<br />
Di seguito verrà quindi restituita la presenza dei cittadini stranieri nelle 5 Circoscrizioni:<br />
Circoscrizione 1 (Rondò – Torretta), Circoscrizione 2 (Rondinella – Baraggia – Restellone),<br />
Circoscrizione 3 (Isola del Bosco – Delle Corti), Circoscrizione 4 (Pelucca – Villaggio Falck),<br />
Circoscrizione 5 (Dei Parchi – Cascina de’ Gatti – Parpagliona).<br />
Come si evince dalla figura 9, più di 1 residente straniero su 3 (37,5%, in valori assoluti<br />
2.339) risiede nella Circoscrizione 3. Anche la Circoscrizione 1 e la Circoscrizione 2<br />
indicano interessanti percentuali di cittadini stranieri residenti. Se per la prima la presenza<br />
percentuale è del 27,1% (1.688), per la seconda scende al 19,7% (1.229). La Circoscrizione<br />
4 e la Circoscrizione 5 indicano invece una presenza straniera inferiore a tutte le altre zone<br />
della città, pari rispettivamente al 4,4% (277) e all’11,2% (697).<br />
57
Figura 9: Distribuzione dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni nelle diverse<br />
circoscrizioni al 7/7/2004<br />
Circ. 4<br />
4,4%<br />
Circ. 3<br />
37,5%<br />
Circ.5<br />
11,2%<br />
Fonte: Anagrafe comunale<br />
Circ. 1<br />
27,1%<br />
Circ. 2<br />
19,7%<br />
La presenza di cittadini stranieri rispetto al totale dei residenti <strong>delle</strong> 5 Circoscrizioni<br />
Risulta ora interessante osservare quale sia l’incidenza della presenza immigrata all’interno di<br />
ogni singola Circoscrizione (cfr. fig. 10). In questo modo si potrà valutare se esistono zone<br />
della città maggiormente interessate dal fenomeno o se, al contrario, il rapporto tra cittadini<br />
stranieri e popolazione totale residente si mantiene costante in tutti e 5 i quartieri.<br />
Come già scritto nelle pagine precedenti, l’incidenza della componente straniera sul totale dei<br />
residenti sestesi si attesta oggi al 7,6%. Dalla figura 10 emerge però l’esistenza di zone in cui<br />
questa percentuale è più consistente.<br />
Nella Circoscrizione 4, su 100 residenti, ben 12,3 sono stranieri. Questo quartiere, pur<br />
essendo il meno popoloso tra tutti e pur presentando, in valori assoluti, la più bassa<br />
concentrazione di immigrati di tutta la città, indica un’incidenza straniera molto alta e ben al<br />
di sopra della media. Ciò suggerisce come la Circoscrizione 4 abbia indubbiamente un potere<br />
di attrazione o una maggiore accessibilità, per esempio dal punto di vista abitativo, rispetto ad<br />
altre zone della città.<br />
58
Anche la Circoscrizione 1 e la Circoscrizione 3 mostrano una presenza straniera al di<br />
sopra della media. Nel primo caso, si registra un’incidenza pari all’8,5%, mentre nel<br />
secondo al 9,4%.<br />
Di tendenza diversa sono invece le restanti due Circoscrizioni, che presentano valori inferiori<br />
al dato complessivo della città. Se per la Circoscrizione 3 la componente immigrata spiega il<br />
7,1% dei residenti totali, la Circoscrizione 5 indica un’incidenza straniera molto bassa e pari<br />
al 3,9%.<br />
Figura 10: Incidenza dei cittadini stranieri residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni sul totale della<br />
popolazione residente nelle diverse circoscrizioni al 7/7/2004<br />
14%<br />
12%<br />
10%<br />
8%<br />
6%<br />
4%<br />
2%<br />
0%<br />
Circ. 1 Circ. 2 Circ. 3 Circ. 4 Circ.5<br />
incidenza stranieri incidenza totale<br />
Fonte: Anagrafe comunale<br />
La relazione tra Paese d’origine e quartiere di residenza<br />
Verificata l’esistenza di zone della città più interessate dal fenomeno migratorio rispetto ad<br />
altre, si vuole ora far emergere l’esistenza di eventuali collegamenti tra le 5 Circoscrizioni<br />
della città e le principali <strong>comunità</strong> di immigrati. Per fare ciò si è ritenuto opportuno fornire<br />
una rappresentazione grafica dell’incidenza <strong>delle</strong> prime 10 nazionalità all’interno <strong>delle</strong><br />
singole Circoscrizioni (cfr. fig. 11), così da osservare, al di là del diverso numero di residenti<br />
59
all’interno dei singoli quartieri, l’esistenza o meno di una relazione tra nazionalità e quartiere<br />
di residenza.<br />
Figura 11: Incidenza <strong>delle</strong> principali <strong>comunità</strong> <strong>straniere</strong> presenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni sul<br />
totale della popolazione residente nelle diverse circoscrizioni al 7/7/2004<br />
3,0%<br />
2,5%<br />
2,0%<br />
1,5%<br />
1,0%<br />
0,5%<br />
0,0%<br />
Egitto Perù Ecuador Filippine Cina Romania Albania Marocco Sri Lanka Ucraina<br />
Circ. 1 Circ. 2 Circ. 3 Circ. 4 Circ. 5<br />
Fonte: Anagrafe comunale<br />
Osservando il grafico 11 è possibile rilevare due aspetti che caratterizzano la distribuzione dei<br />
cittadini stranieri a <strong>Sesto</strong>. Il primo fa riferimento alla preferenza che ogni <strong>comunità</strong> esprime<br />
per alcune zone della città, mentre il secondo riguarda la distribuzione più o meno equilibrata<br />
di ogni singola nazionalità all’interno <strong>delle</strong> 5 Circoscrizioni.<br />
Tra i Paesi che sembrano preferire un quartiere rispetto ad un altro troviamo l’Ecuador. Esso<br />
presenta una importante incidenza sul totale dei residenti nella Circoscrizione 4 Pelucca –<br />
Villaggio Falck (2,2%), mentre nei restanti quartieri la presenza di ecuadoregni mostra valori<br />
decisamente inferiori (da 0,7% a 0,3%).<br />
Anche i cinesi, i romeni e i cingalesi sembrano preferire la Circoscrizione 4, nonostante<br />
presentino un’incidenza non trascurabile anche all’interno della Circoscrizione 1 e<br />
Circoscrizione 3.<br />
60
Per quanto riguarda egiziani, filippini e marocchini si rileva invece una tendenza<br />
d’insediamento maggiormente concentrata all’interno della Circoscrizione 1, 3 e, in misura<br />
più contenuta, nella Circoscrizione 2.<br />
I marocchini, inoltre, sono l’unica <strong>comunità</strong> straniera tra tutte quelle oggetto di studio che<br />
registra uno spiccato interesse anche per il Quartiere 5 Dei Parchi – Cascina de’ Gatti –<br />
Parpagliola (con un’incidenza paragonabile a quella rilevata per il Quartiere 1).<br />
La componente peruviana indica una maggiore incidenza nella Circoscrizione 1 e 2 e, in<br />
misura minore, nelle restanti tre.<br />
Gli ucraini invece sembrano preferire, con percentuali molto simili, i Quartieri Isola del<br />
Bosco – Delle Corti, Rondinella – Baraggia – Restellone e Rondò – Torretta.<br />
Gli albanesi, infine, mostrano una distribuzione all’interno della città che, se si esclude la<br />
Circoscrizione 5, appare pressoché uniforme per tutti i Quartieri, con percentuali<br />
d’incidenza molto simili tra loro.<br />
Le caratteristiche appena evidenziate confermano l’esistenza di una stretta relazione tra la<br />
nazionalità e la scelta del quartiere in cui andare a risiedere. Una riprova di come il<br />
radicamento nel territorio di alcune <strong>comunità</strong> orienti la destinazione finale dei nuovi arrivati,<br />
che tendono a stabilirsi in zone già frequentate da altri connazionali. E’ quello che, in misura<br />
più o meno consistente, è accaduto anche nel corso di tutti i movimenti migratori passati e che<br />
coinvolgere anche altre sfere del quotidiano, come ad esempio la ricerca del lavoro o la<br />
frequentazione di alcuni luoghi piuttosto che altri.<br />
61
Sulle attività del commercio fisso, ambulante e itinerante, e le attività<br />
artigianali dei cittadini stranieri a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />
Le pagine che seguono sono state elaborate e commentate a partire dai dati forniti dallo<br />
Sportello Unico Commercio e Artigianato, Settore Affari Istituzionali del Comune di <strong>Sesto</strong><br />
<strong>San</strong> Giovanni. Esse si riferiscono alle attività di commercio fisso, ambulante ed itinerante 1 , e<br />
alle attività artigianali avviate da cittadini stranieri sul territorio sestese 2 .<br />
A metà del 2004, lo Sportello Unico Commercio e Artigianato, registra la presenza sul<br />
territorio comunale di un totale di 168 attività tra commercio in sede fissa e attività<br />
artigianali intestate a cittadini stranieri. Esse fanno riferimento alla vendita di prodotti<br />
alimentari e non (bar, ristoranti, etc.), alla fornitura di servizi (imprese di autotrasporto, di<br />
pulizia, etc.), alla produzione manifatturiera e all’edilizia.<br />
Come è possibile osservare dalla figura 12, quasi 3 attività su 4 aperte da stranieri sono<br />
nate negli ultimi due anni e mezzo (tra il 2002 e la prima metà del 2004).<br />
E’ questo un dato interessante perché testimonia una crescita dell’imprenditoria etnica, anche<br />
se – va ricordato – queste informazioni riguardano soltanto le attività attualmente aperte,<br />
mentre non si conoscono, almeno se si considera i dati in nostro possesso, quante e quali<br />
attività in questi anni sono state aperte e poi, per vari motivi, abbiano cessato di esistere.<br />
1 All’interno della categoria “Commercio Ambulante” esiste un’ulteriore categoria denominata “Commercio<br />
itinerante”. Mentre per il commercio ambulante l’attività di vendita viene esercitata su posto fisso all’interno di<br />
<strong>spazi</strong> assegnati nominalmente, nel caso dell’ambulante itinerante l’attività di vendita, come si intuisce già dal<br />
nome, può essere svolta per la città per un periodo di tempo limitato e a condizione che tale attività non sia di<br />
intralcio al traffico. Chi ha la licenza per il commercio ambulante in forma itinerante può anche partecipare alle<br />
fiere (facendo apposita richiesta, la cui validità e di un anno) e alla cosiddetta “spunta”: l’occupazione nei<br />
mercati di posti che risultano temporaneamente vacanti (per malattia, ferie, etc. del titolare del posto).<br />
2 Va ricordato, che solo per il commercio ambulante itinerante è necessario essere residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />
per ottenere il rilascio dell’autorizzazione. Gli intestatari di attività commerciali e artigianali localizzate a <strong>Sesto</strong><br />
<strong>San</strong> Giovanni potrebbero pertanto avere in città la sede della propria attività ma risiedere in un altro Comune.<br />
62
Commercio in sede fissa e artigianato<br />
L’imprenditoria etnica, e questo è il dato da sottolineare, ha conosciuto in questi ultimi anni<br />
uno sviluppo e una diffusione mai registratasi in passato, come suggerisce la figura 12.<br />
Figura 12: Anno d’inizio <strong>delle</strong> attività di commercio in sede fissa e artigianato di titolari<br />
stranieri al 17/9/2004<br />
43<br />
61<br />
25<br />
4 24<br />
Prima del 1998 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004<br />
Fonte: Sportello Unico Commercio e Artigianato<br />
L’Egitto e la Cina sono i due Paesi che presentano le quote più consistenti di operatori<br />
in questi settori. (cfr. fig. 13). I primi sono titolari a <strong>Sesto</strong> di 71 attività (il 42% del totale)<br />
mentre i secondi di 41 (24%). La partecipazione a questi settori <strong>delle</strong> altre nazionalità è<br />
decisamente minore, non paragonabile alle due <strong>comunità</strong> sopra citate e con un’incidenza che<br />
non supera mai il 5% del totale.<br />
Comunità come quella filippina o quella marocchina infatti, pur essendo presenti a <strong>Sesto</strong><br />
da diversi anni in numero consistente, non sembrano interessate ad attività di commercio<br />
in sede fissa.<br />
E’ ipotizzabile quindi l’esistenza di reti “etniche” che spingono ogni <strong>comunità</strong> a specializzarsi<br />
in alcune attività piuttosto che altre e, nel caso dei filippini e dei marocchini, a orientarsi verso<br />
altre forme di lavoro, e verso il commercio ambulante o itinerante, come si vedrà in seguito.<br />
19<br />
10<br />
63
Figura 13: Cittadini stranieri titolari di attività di commercio in sede fissa e artigianato<br />
suddivise per nazionalità al 17/9/2004<br />
Egitto<br />
Cina<br />
Romania<br />
Perù<br />
Siria<br />
Tunisia<br />
Marocco<br />
Brasile<br />
Albania<br />
Bangladesh<br />
Ecuador<br />
Altro<br />
Attività artigianali<br />
0 10 20 30 40 50 60 70 80<br />
Fonte: Sportello Unico Commercio e Artigianato<br />
Tra le attività artigianali, si registrano 8 ditte specializzate in confezione di vestiti o articoli<br />
in pelle. E’ interessante notare come i titolari siano in tutti i casi cittadini cinesi e come quindi<br />
si possa pensare ad una specializzazione occupazionale della <strong>comunità</strong> cinese nel settore<br />
manifatturiero (cosa del resto risaputa non solo a <strong>Sesto</strong> ma in tutta Italia).<br />
Il settore dell’edilizia e <strong>delle</strong> costruzioni è invece caratterizzato da una diffusione di piccoli<br />
imprenditori egiziani e, in misura minore, romeni, marocchini e siriani (in tutto 25). La<br />
maggior parte di essi è titolare di un’impresa edile in senso stretto, mentre meno diffuse sono<br />
le attività di manutenzione, installazione e posa in opera legate al settore.<br />
Tabella 2: Principali attività commerciali ed artigianali per tipologia di attività e<br />
nazionalità al 17/9/2004<br />
64
Attività esercitata Paese Provenienza N. Attività Totale<br />
Cina 21<br />
Bar/ristoranti<br />
Egitto 12 39<br />
Altro 6<br />
Cina 11<br />
Vendita non alimentari<br />
Egitto 6 26<br />
Altro 9<br />
Egitto 11<br />
Romania 5<br />
Attività edili<br />
Marocco 2 25<br />
Siria 2<br />
Altro 5<br />
Imprese di pulizia<br />
Egitto<br />
Altro<br />
21<br />
4<br />
25<br />
Egitto 18<br />
Vendita alimentari<br />
Siria 2 24<br />
Altro 4<br />
Trasporti<br />
Perù<br />
Altro<br />
5<br />
9<br />
14<br />
Confezioni abbigliamento e articoli in pelle Cina 8 8<br />
Egitto 3<br />
Brasile 1<br />
Altre attività<br />
Cina 1 7<br />
Ecuador 1<br />
Polonia 1<br />
Fonte: Sportello Unico Commercio e Artigianato<br />
Le attività nel settore del commercio e dei Servizi<br />
Ben 39 <strong>delle</strong> attività registrate fanno riferimento al settore della ristorazione (sia bar che<br />
ristoranti) e segnalano una predominanza di cinesi (21) ed egiziani (12).<br />
Situazione simile per le attività di vendita di prodotti non alimentari dove, su un totale di<br />
26 negozi, 11 sono cinesi e 6 egiziani.<br />
Il settore dei servizi alle imprese, ed in specifico di servizi di pulizia, è costituito per la quasi<br />
totalità da ditte che fanno capo a egiziani (21 egiziani su un totale di 25 imprese di pulizia).<br />
Anche le attività di vendita di alimentari, caratterizzate da pizzerie d’asporto e macellerie<br />
islamiche, vedono la <strong>comunità</strong> egiziana occupare la prima posizione con 18 esercizi<br />
commerciali su 24 totali.<br />
Il settore dell’autotrasporti, infine, registra invece una predominanza della componente<br />
peruviana (5 su 14 ditte totali).<br />
65
Commercio ambulante<br />
Anche nell’ambito del commercio ambulante si registra un’importante presenza di attività<br />
gestite da stranieri. Nei 4 mercati del sabato (<strong>Sesto</strong> Vecchio, via C. Marx, Rondinella e <strong>Sesto</strong><br />
Nuovo) e nei mercati minori dei giorni feriali, sono complessivamente 41 le attività condotte<br />
da cittadini stranieri 3 . Quasi tutte sono state avviate nel triennio 2001-2004 e solo 4 di<br />
esse hanno avuto inizio tra il 1999 e il 2000.<br />
Tabella 3: Commercio ambulante per tipo di prodotti venduti e nazionalità al 31/7/2004<br />
Paese di Provenienza Prodotti venduti N. Attività Totale<br />
Abbigliamento 16<br />
Calzature 2<br />
Giocattoli 2<br />
Cina<br />
Merceria 2 25<br />
Articoli sportivi 1<br />
Bigiotteria 1<br />
Casalinghi 1<br />
Abbigliamento 6<br />
Articoli orientali 1<br />
Marocco<br />
Calzature 1 10<br />
Casalinghi 1<br />
Frutta e verdura 1<br />
Senegal<br />
Abbigliamento<br />
Profumi- pulizia casa<br />
1<br />
1<br />
2<br />
Jugoslavia Chincaglieria 1 1<br />
Perù Abbigliamento 1 1<br />
Tunisia Tessuti 1 1<br />
Vietnam Bigiotteria 1 1<br />
Fonte: Sportello Unico Commercio e Artigianato<br />
Come si ha modo di osservare nella tabella 3, il settore che registra una maggiore presenza<br />
di stranieri è quello riferito alle attività di vendita di prodotti non alimentari. Tra queste<br />
le più numerose sono le rivendite di abbigliamento (24) seguite da quelle di calzature (3),<br />
mentre solo in un caso la vendita riguarda prodotti alimentari (in specifico frutta e<br />
verdura).<br />
Le nazionalità che maggiormente sono impegnate come ambulanti sono i cinesi, con 25<br />
banchi di vendita, e i marocchini con 10.<br />
3 Anche in questo caso il rilascio <strong>delle</strong> autorizzazioni per inizio attività non è subordinato al possesso della<br />
residenza nel comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni.<br />
66
E’ interessante notare l’assoluta assenza di egiziani e la forte presenza marocchina, in<br />
controtendenza rispetto alla scarsa partecipazione ad attività di vendita in sede fissa. Stessa<br />
cosa per i senegalesi che a <strong>Sesto</strong> non possiedono attività commerciali in sede fissa ma sono<br />
presenti nei mercati della città con 2 banchi di vendita.<br />
Commercio itinerante<br />
Al 31 luglio 2004, sono 113 le autorizzazioni concesse dal Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni ai<br />
cittadini stranieri per lo svolgimento di attività di commercio itinerante 4 .<br />
Come si evince dalla tabella 4, la maggior parte di esse riguarda strettamente la vendita<br />
di prodotti non alimentari (106). Le restanti autorizzazioni si riferiscono invece al<br />
commercio di prodotti sia alimentari che non (4), a prodotti alimentari, non alimentari e<br />
alla somministrazione di cibi e bevande (2) e alla vendita di soli prodotti alimentari (1).<br />
Tra i maggiori titolari di questi permessi troviamo i marocchini con 46 autorizzazioni, i<br />
senegalesi con 26 e i cinesi con 17.<br />
Anche se numericamente meno rilevante, va evidenziata la presenza in questo tipo di attività<br />
degli immigrati provenienti dal Bangladesh (9) e del Pakistan (3), soprattutto se si tiene<br />
conto che il numero di residenti totale <strong>delle</strong> due <strong>comunità</strong> a <strong>Sesto</strong> è rispettivamente di 57 e 28<br />
unità.<br />
La distribuzione per nazionalità mostra, come nel caso del commercio itinerante, una<br />
consistente presenza di marocchini impiegati in questo tipo di attività, a cui si affiancano<br />
anche i senegalesi, <strong>comunità</strong> quest’ultima specializzata nel settore del commercio ambulante<br />
ed itinerante (ben 1 senegalese su 5 a <strong>Sesto</strong> ha un autorizzazione di questo tipo).<br />
Tabella 4: Commercio itinerante per tipo di prodotti venduti e nazionalità al 31/7/2004<br />
4 L’autorizzazione per il commercio itinerante è rilasciata esclusivamente a coloro i quali sono residenti a <strong>Sesto</strong><br />
<strong>San</strong> Giovanni.<br />
67
Paese di provenienza Tipo di prodotti venduti N. Attività Totale<br />
Non alimentare 42<br />
Marocco<br />
Alimentare e non alimentare 3 46<br />
Alim.,non alim. e somministrazione di cibi e bevande 1<br />
Senegal Non alimentare 26 26<br />
Cina<br />
Non alimentare<br />
Alimentare<br />
16<br />
1<br />
17<br />
Bangladesh Non alimentare 9 9<br />
Pakistan Non alimentare 3 3<br />
Egitto<br />
Alim.,non alim. e somministrazione di cibi e bevande<br />
Non alimentare<br />
1<br />
1<br />
2<br />
Perù Non alimentare 2 2<br />
Camerun Non alimentare 1 1<br />
Filippine Non alimentare 1 1<br />
Jugoslavia Non alimentare 1 1<br />
Russia Non alimentare 1 1<br />
Siria Alimentare e non alimentare 1 1<br />
Somalia Non alimentare 1 1<br />
Uganda Non alimentare 1 1<br />
Usa Non alimentare 1 1<br />
Fonte: Sportello Unico Commercio e Artigianato<br />
68
Sulla presenza straniera nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di<br />
1° grado a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />
Come si è avuto modo di rilevare nelle pagine precedenti, quella straniera è una popolazione<br />
giovane. Sia all’interno della sola componente straniera, sia rispetto ad un confronto con tutti i<br />
cittadini sestesi, i minori stranieri hanno un peso rilevante e difficilmente trascurabile tra i<br />
residenti a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni.<br />
Questo è uno dei motivi per cui si è scelto di osservare, attraverso i dati resi disponibili dal<br />
Settore Educazione del Comune, la consistenza della presenza straniera all’interno <strong>delle</strong><br />
scuole dell’infanzia (materne), primarie (elementari) e secondarie di 1° grado (medie<br />
inferiori) pubbliche. Si cercherà di capire quali siano, all’interno della città, le strutture<br />
scolastiche in cui è più marcata la loro presenza, osservando inoltre possibili incrementi o<br />
decrementi di iscrizioni di bambini stranieri nell’anno scolastico 2003/2004 e in quello<br />
2004/2005.<br />
Gli stranieri che oggi frequentano a <strong>Sesto</strong> le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° grado<br />
pubbliche sono 877 e rappresentano il 14,2% di tutti gli alunni iscritti. La percentuale di<br />
partecipazione è elevata ed appare in crescita rispetto all’anno scolastico 2003/2004, anno in cui la<br />
presenza straniera era del 13,4%.<br />
Come si evince dalla figura 14, le scuole d’infanzia presentano nell’a.s. 2004/2005 una<br />
partecipazione straniera pari al 16,4%. I bambini stranieri che oggi frequentano le scuole<br />
d’infanzia sono 260 su un totale di 1.582 alunni. La partecipazione appare dunque elevata e,<br />
da un confronto con l’anno scolastico precedente, se ne rileva un incremento di 1,5 punti<br />
percentuale (dal 14,9% al 16,4%).<br />
Le scuole primarie mostrano in valori assoluti una presenza straniera superiore alle scuole<br />
dell’infanzia e pari a 402 alunni, ma in valori percentuali esprimono un’incidenza inferiore di<br />
2 punti percentuale (14,4%). Anche in questo caso la partecipazione appare in crescita<br />
rispetto all’a.s. 2003/2004, passando dal 13,6% del 2003/2004 all’attuale 14,4%.<br />
69
Nelle scuole secondarie di 1° grado il 12,0% della popolazione scolastica è composta da<br />
alunni stranieri. Essi sono 215 su un totale di 814 ragazzi. Rispetto alla scuole dell’infanzia<br />
e a quelle primarie la loro incidenza sul totale degli iscritti è minore, passando dall’11,8% del<br />
2003/2004 al 12% di oggi.<br />
Figura 14: Percentuale di alunni stranieri nelle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di<br />
1° grado nell’a.s. 2003/2004 e 2004/2005<br />
11,8<br />
2003/04<br />
13,6<br />
14,9<br />
12,0<br />
2004/05<br />
14,4<br />
16,4<br />
Fonte: Settore Educazione<br />
scuola dell'infanzia<br />
scuola primaria<br />
scuola secondaria di 1°grado<br />
Ciò che emerge dai dati appena rilevati è un incremento della componente straniera all’interno<br />
di tutti i cicli scolastici. L’alta incidenza di bambini stranieri nella scuola dell’infanzia fa<br />
presupporre che nei prossimi anni si registrerà un ulteriore incremento nella scuola primaria e<br />
in quella secondaria di 1° grado, che raggiungeranno percentuali di partecipazione molto<br />
simili a quelle oggi rilevate per le sole scuole materne.<br />
Come è stato scritto nelle pagine precedenti, i movimenti migratori che oggi coinvolgono la<br />
città sono ancora in via di evoluzione. Questo aspetto ovviamente inciderà profondamente<br />
sulla composizione scolastica degli anni a venire, creando un equilibrio tra alunni stranieri ed<br />
alunni italiani probabilmente ancora lontano da quello che si ha modo di osservare oggi.<br />
70
La scuola dell’infanzia<br />
La figura 15 mostra come alcune scuole dell’infanzia presentino una percentuale di bambini<br />
stranieri superiore rispetto alla media cittadina (che si ricorda essere del 16,4%).<br />
Figura 15: Percentuale di alunni stranieri nelle scuole dell’infanzia nell’a.s. 2003/2004 e<br />
2004/2005<br />
Monte S. Michele<br />
Marelli<br />
Primavera<br />
Luini<br />
Collodi<br />
Tonale 2<br />
Corridoni<br />
Tonale 1<br />
Vittorino da Feltre<br />
Marx<br />
Savona<br />
Fante D'Italia<br />
Rodari<br />
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45<br />
2003/04 2004/05<br />
Fonte: Settore Educazione<br />
Tra queste si noti la scuola Monte S. Michele (Primo Circolo Didattico) e la scuola Marelli<br />
(Istituto Comprensivo Martiri della Libertà), che presentano rispettivamente una percentuale<br />
di alunni stranieri del 35,9% e del 23,7%. I valori sono molto alti e, per quanto riguarda la<br />
scuola S. Michele, si registra nell’ultimo anno un decremento rispetto all’anno precedente (nel<br />
2003/3004 gli stranieri erano il 43,1%).<br />
Anche la scuola dell’infanzia Primavera (Primo Circolo Didattico) presenta una percentuale<br />
di bambini stranieri elevata (23,4%) ed in crescita.<br />
71
Sia gli alunni stranieri della scuola Luini (Istituto Comprensivo Dante Alighieri) che quelli<br />
della scuola Collodi (Istituto Comprensivo Anna Frank) rappresentano il 18,9% degli iscritti<br />
totali. Se però nel primo caso la loro incidenza è cresciuta dell’8,3%, nel secondo è calata<br />
dell’1,8%.<br />
Tra le scuole che appaiono meno interessate da una presenza straniera troviamo la scuola<br />
materna Rodari (Quinto Circolo Didattico Mario Galli), con un’incidenza straniera del 7,7%<br />
e la scuola materna Fante D’Italia (Istituto Comprensivo Dante Alighieri) con una<br />
partecipazione del 9,5%.<br />
Le restanti scuole invece mostrano una presenza straniera che si avvicina al dato medio del<br />
16,4%.<br />
La scuola primaria<br />
Tra le 10 scuole primarie di <strong>Sesto</strong>, quella maggiormente caratterizzata da una componente<br />
straniera è la scuola Oriani (cfr. fig. 16). Essa fa parte dello stesso Circolo Didattico della<br />
scuola dell’infanzia Monte <strong>San</strong> Michele e ben il 40,8% dei suoi iscritti sono cittadini stranieri<br />
(nell’a.s. 2003/2004 erano il 35,6%).<br />
Anche la scuola di primo livello Rovani (Istituto Comprensivo G. Rovani) mostra una<br />
importante presenza straniera pari al 21,1% di tutti i suoi alunni e risulta in crescita di 1,2<br />
punti percentuale rispetto all’anno scolastico precedente.<br />
Di tendenza inversa sono invece la scuola Pascoli (Istituto Comprensivo Pascoli), la scuola<br />
Galli (Quinto Circolo Didattico Mario Galli) e la scuola Luini (Istituto Comprensivo Dante<br />
Alighieri). Tutte e tre indicano un’incidenza straniera al di sotto della media cittadina e<br />
rispettivamente pari all’8,7%, al 9,8% e al 11,3%. Nel caso della scuola Pascoli inoltre si<br />
registra un decremento dell’incidenza straniera di 0,5 punti percentuale rispetto all’anno<br />
scolastico 2003/2004.<br />
Le altre scuole di primo livello ruotano intorno al valore medio cittadino del 14,4%, con uno<br />
scarto in eccesso o in difetto di massimo 2 punti percentuali.<br />
72
Figura 16: Percentuale di alunni stranieri nelle scuole primarie nell’a.s. 2003/2004 e<br />
Oriani<br />
Rovani<br />
Frank<br />
Marzabotto<br />
XXV Aprile<br />
Martiri<br />
Dante<br />
Luini<br />
Galli<br />
Pascoli<br />
2004/2005<br />
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45<br />
La scuola secondaria di 1° grado<br />
2003/04 2004/05<br />
Fonte: Settore Educazione<br />
Come si rileva dalla figura 17, la scuola Luini (Istituto Comprensivo Dante Alighieri) è la<br />
scuola secondaria di 1° grado con la più alta presenza straniera. Oggi il 27,0% dei suoi<br />
studenti è figlio di immigrati, mentre un anno fa la percentuale si stabilizzava al 20,0%.<br />
Anche la scuola Einaudi (Istituto Comprensivo Anna Frank) e la scuola Don Milani (Istituto<br />
Comprensivo Martiri della Libertà) presentano una percentuale di stranieri interessante e pari<br />
rispettivamente al 18,6% e al 17,6%.<br />
Le scuole secondarie di 1° grado Calamandrei (Istituto Comprensivo Marzabotto), VII<br />
Media (Istituto Comprensivo Pascoli) e Breda (Istituto Comprensivo Anna Frank) registrano<br />
73
una presenza straniera inferiore alla media cittadina e si assestano rispettivamente al 5,3%,<br />
7,0% e 7,7%. La scuola Breda inoltre indica una riduzione dell’incidenza degli studenti<br />
stranieri dal 10,5% del 2003/2004 al 7,7% del 2004/2005.<br />
La scuola Forlanini (Istituto Comprensivo G.Rovani) e la scuola Falck (Istituto<br />
Comprensivo Dante Alighieri), infine, mostrano una presenza straniera sul totale degli iscritti<br />
del 14,1% e del 13,7%.<br />
Figura 17: Percentuale di alunni stranieri nelle scuole secondarie di 1° grado nell’a.s.<br />
2003/2004 e 2004/2005<br />
Luini<br />
Boccaccio<br />
Don Milani<br />
Forlanini<br />
Falck<br />
Breda<br />
VII Media<br />
Calamandrei<br />
0 5 10 15 20 25 30<br />
2003/04 2004/05<br />
Fonte: Settore Educazione<br />
La presenza straniera negli 8 Istituti Comprensivi<br />
Un’analisi dell’incidenza straniera all’interno dei diversi Istituti Comprensivi di <strong>Sesto</strong> (cfr.<br />
fig. 18) indica il 1° Circolo Didattico come quello caratterizzato da una più alta percentuale<br />
di stranieri tra i suoi iscritti: più di un quinto dei suoi alunni è figlio di immigrati (22,7%).<br />
Anche l’Istituto Comprensivo G. Rovani e l’Istituto Comprensivo Martiri della Libertà<br />
mostrano un’interessante incidenza straniera, pari rispettivamente al 17,0% e al 15,8%.<br />
74
Gli alunni stranieri dell’Istituto Comprensivo Dante Alighieri e dell’Istituto Comprensivo<br />
Anna Frank invece rappresentano il 14,3% e il 13,9% dei loro iscritti, con percentuali molto<br />
simili alla partecipazione media registrata in città (che si ricorda essere del 14,2%).<br />
I restanti Istituti indicano invece una incidenza straniera inferiore al dato generale. In<br />
particolare: gli alunni stranieri dell’Istituto Comprensivo Marzabotto sono il 13,0%, quelli<br />
del 5° Circolo Didattico Mario Galli rappresentano il 12,1% degli iscritti e quelli<br />
dell’Istituto Comprensivo Pascoli mostrano un’incidenza del 9,4%.<br />
Da un confronto tra l’anno scolastico 2003/2004 e quello 2004/2005, emerge come l’Istituto<br />
Comprensivo Marzabotto sia l’unico, tra tutti gli istituti, a registrare una riduzione della<br />
percentuale di alunni stranieri (dal 15,1% al 13,0%).<br />
Figura 18: Percentuale di alunni stranieri negli Istituti Comprensivi nell’a.s. 2003/2004 e<br />
2004/2005<br />
1° Circolo<br />
Rovani<br />
Martiri<br />
Dante<br />
Frank<br />
Marzabotto<br />
5° Circolo<br />
Pascoli<br />
0 5 10 15 20 25<br />
2003/2004 2004/2005<br />
Fonte: Settore Educazione<br />
75
Servizi d’integrazione oraria<br />
Durante l’anno scolastico 2003/2004 sono stati 570 gli alunni iscritti ai servizi d’integrazione<br />
oraria 1 nelle scuole dell’infanzia e in quelle primarie. Di questi il 12,1% era straniero (69 in<br />
valori assoluti).<br />
La partecipazione dei bambini stranieri appare inferiore alla loro incidenza all’interno dei due<br />
cicli scolastici di riferimento che, nel 2003/2004, è stata pari al 14,1%.<br />
Le motivazioni che possono concorrere a spiegare questo sotto utilizzo dei servizi sono<br />
diverse. Tra queste la principale riguarda il fatto che a questi servizi, va ricordato, si possono<br />
iscrivere solamente bambini regolari, mentre nella scuola dell’obbligo tutti i bambini devono<br />
essere accettati, regolari e non. Un’altra motivazione decisiva nella scelta o meno da parte<br />
<strong>delle</strong> famiglie <strong>straniere</strong> di utilizzare queste opportunità, ha probabilmente a che fare con il<br />
fatto che questi servizi a domanda individuale sono a pagamento, e questo può risultare un<br />
problema o un limite per alcune famiglie che scelgono di conseguenza soluzioni alternative,<br />
per esempio rivolgendosi alle reti famigliari, parentali o amicali per accudire i propri figli nel<br />
tempo extrascolastico.<br />
Nell’anno scolastico 2003/2004, le nazionalità che maggiormente hanno usufruito dei servizi<br />
d’integrazione oraria sono stati gli ecuadoregni con 18 iscritti, i peruviani con 15 e i<br />
romeni con 8 (cfr. tab. 5).<br />
Tabella 5: Alunni stranieri iscritti ai servizi d’integrazione oraria nell’a.s. 2003/2004<br />
Paese di<br />
provenienza<br />
Iscritti %<br />
Paese di<br />
provenienza<br />
Iscritti %<br />
Ecuador 18 26,1% Brasile 1 1,4%<br />
Perù 15 21,7% Colombia 1 1,4%<br />
Romania 8 11,6% Rep. Domenicana 1 1,4%<br />
Albania 4 5,8% Ucraina 1 1,4%<br />
Filippine 4 5,8% Cina 1 1,4%<br />
Marocco 3 4,3% Cuba 1 1,4%<br />
Polonia 2 2,9% Colombia 1 1,4%<br />
Giappone 2 2,9% Ucraina 1 1,4%<br />
Nigeria 1 1,4% Marocco 1 1,4%<br />
Grecia 1 1,4% Uruguay 1 1,4%<br />
Germania 1 1,4% Totale 69 -<br />
Fonte: Settore Educazione<br />
1 Questi servizi extra scuola, che sono a domanda individuale, sono servizi a pagamento e comprendono il<br />
“Prescuola” e i “Giochi Serali”. A questi servizi si possono iscrivere soltanto i bambini i cui genitori hanno un<br />
regolare permesso di soggiorno.<br />
76
Una partecipazione minore, seppur non trascurabile, è invece stata espressa dagli albanesi e<br />
dai filippini (ciascuno con 4 iscritti), i marocchini con 3 iscritti, i polacchi e i giapponesi<br />
con 2.<br />
Centri ricreativi estivi<br />
Nell’estate 2004 i bambini stranieri che hanno frequentato i centri ricreativi 2 sono stati 61 su<br />
un totale di 708 iscritti, con un’incidenza pari all’8,2%.<br />
Come nel caso dei servizi d’integrazione oraria, la componente straniera degli iscritti ai centri<br />
ricreativi è percentualmente inferiore a quella registrata nell’anno scolastico 2003/2004 nelle<br />
scuole d’infanzia e in quelle primarie (che si ricorda essere stata del 14,1%).<br />
Le famiglie <strong>straniere</strong> che maggiormente si sono rivolte ai centri ricreativi sono di nazionalità<br />
peruviana (13), ecuadoregna (6), albanese (6), francese (3), colombiana (3) e filippina (3).<br />
Tabella 6: Bambini stranieri iscritti ai centri ricreativi estivi nel 2004<br />
Paese di provenienza Iscritti % Paese di provenienza Iscritti %<br />
Perù 13 21,3% Bolivia 1 1,6%<br />
Ecuador 6 9,8% Yugoslavia 1 1,6%<br />
Albania 6 9,8% Egitto 1 1,6%<br />
Francia 3 4,9% Sri Lanka 1 1,6%<br />
Colombia 3 4,9% Libia 1 1,6%<br />
Filippine 3 4,9% Guinea 1 1,6%<br />
Svizzera 2 3,3% Sudan 1 1,6%<br />
Mauritius 2 3,3% Germania 1 1,6%<br />
Argentina 2 3,3% Siria 1 1,6%<br />
Nigeria 2 3,3% Inghilterra 1 1,6%<br />
Giappone 2 3,3% Rep. Ceca 1 1,6%<br />
Grecia 2 3,3% Cina 1 1,6%<br />
Brasile 2 3,3% Romania 1 1,6%<br />
Totale 61 -<br />
Fonte: Settore Educazione<br />
2 Anche questa tipologia di servizio è a pagamento e si rivolge ai bambini i cui genitori hanno un regolare<br />
permesso di soggiorno.<br />
77
ALLEGATI<br />
78
Servizi e Strutture cittadine Soggetti intervistati<br />
Aiello Davide CNA sede di Milano<br />
Alberti Luca<br />
Componente del Comitato scientifico Centro Studi di Politica<br />
Internazionale (CESPI), SSG<br />
Avossa Antonietta Settore Servizi alla Persona e Promozione Sociale, Comune di SSG<br />
Badawi Mohamed Titolare della Farmacia Metrò SSG<br />
Belotti Daniela “Cooperativa Icaro 2000”<br />
Bergamo Arturo Centro di Ascolto Caritas Beato Muzzocconi<br />
Bianchini Tiziana “Cooperativa Lotta Contro l'Emarginazione”<br />
Bozzini Giudo Settore Servizi alla Persona e Promozione Sociale, Comune di SSG<br />
Cantoni Sonia Assessore All'Ambiente e Pari Opportunità, Comune di SSG<br />
Carella Maria Sportello Unico Commercio e Artigianato, Comune di SSG<br />
Casati Angela Servizio Gulliver Informagiovani, Comune di SSG<br />
Castellani Ivan<br />
Consulente di direzione Scuola di Lingue Hannah Arendt, Comune di<br />
SSG<br />
Cipriani Rachele<br />
Servizio Stranieri, Settore Servizi alla Persona e Promozione Sociale,<br />
Comune di SSG<br />
Citterio Simona<br />
Amadini Laura<br />
Centro di Ascolto Caritas <strong>San</strong>ta Maria Ausiliatrice<br />
Consulta dei Presidenti di<br />
Quartiere<br />
Consulta dello Sport<br />
De Col Antimio<br />
Paolo Zanetti<br />
Di Pietro Stefania<br />
Comune di SSG<br />
Comune di SSG<br />
CGIL <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />
Consigliera comunale e firmataria dell'OdG sulla rappresentanza dei<br />
cittadini stranieri presentato al Consiglio Comunale nel dicembre 2003<br />
Fabbri Daniela Settore Educazione, Comune di SSG<br />
Falco Anna Maria<br />
Dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo Martiri della Libertà e<br />
Coordinatrice del Centro Territoriale Permanente (CTP)<br />
Ferrari Vanda Associazione “Da Donna a Donna”<br />
Fioroni Vincenza “Cooperativa La Grande Casa”<br />
79
Franco Annamaria Consultorio Decanale di Via Fogagnolo<br />
Gervasoni Miriam CNA sede di SSG<br />
Lenus Carlo Casa Albergo Don <strong>San</strong>dro Mezzanotti Fondazione <strong>San</strong> Carlo<br />
Mammoli Vincenzo Confartigianato APA Milano, comprensorio di SSG<br />
Mandelli Andrea<br />
Scarlatella Mario<br />
Mandelli Graziella<br />
BCC Banca di Credito Cooperativo di SSG<br />
Centro di Ascolto Caritas Resurrezione<br />
Martello Carmela Consultorio familiare ASL (Via Marx 110 e Viale Gramsci 32)<br />
Molteni Laura<br />
Fantinelli Elena<br />
Morabito Demetrio<br />
Centro di Ascolto Caritas S. Stefano<br />
Vice Sindaco e Assessore all'Urbanistica, Comune di SSG<br />
Noce Rosa Maria Settore Educazione, Comune di SSG<br />
Oldrini Giorgio Sindaco di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />
Pellegrino Andrea Settore Servizi alla Persona e Promozione Sociale, Comune di SSG<br />
Pozzi Alessandro Assessore Servizi alla Persona e Promozione Sociale, Comune di SSG<br />
<strong>San</strong>tacroce Marisa<br />
V. Questore Agg. della Polizia di Stato, Questura di Milano,<br />
Commissariato di SSG<br />
Scheggia Patrizia Settore Sport e Politiche giovanili, Comune di SSG<br />
Settimio Sergio<br />
Servizio Stranieri, Settore Servizi alla Persona e Promozione sociale,<br />
Comune di SSG<br />
Spampinato Maria Centro Infomazione Donna (CID), Comune di SSG<br />
Testa Vittoria<br />
Tommain Walter “Centro Sociale Silvia Baldina”<br />
Valmaggi Sara<br />
Vegetti Antonella<br />
Comunità <strong>straniere</strong><br />
Cittadini/e stranieri/e<br />
Coordinatrice per le politiche della casa c/o Staff del Sindaco ed ella<br />
Giunta, Comune di SSG<br />
Assessore alla Cultura, Politiche giovanili, Sport, <strong>Tempi</strong> e Orari della<br />
città, Comune di SSG<br />
Area Formazione - Consorzio per la Formazione Artigiana e<br />
Professionale (CIFAP)<br />
80
Alexa Valentina nazionalità moldava<br />
Bounadi Naima nazionalità marocchina<br />
Butcovan Mihai Mircea nazionalità rumena<br />
Membro dell’Associazione “Mitad del Mundo”, nazionalità<br />
Chapin Carlos<br />
equadoregna<br />
Cituka Kalombo Rose nazionalità congolose<br />
Vicedirettore della “Casa della Cultura Islamica” (Centro islamico di<br />
Fuoad Selim<br />
SSG)<br />
Hailemelekot Hanna nazionalità etiope<br />
Hernandez Mayra nazionalità equadoregna<br />
Hocine Bouchemal Direttore della “Casa della Cultura Islamica” (Centro islamico di SSG)<br />
Kandè Abdoulaye Presidente “Associazione dei Senegalesi di Milano e Provincia”<br />
Ortiz Cabal Maria del<br />
Rosario nazionalità colombiana<br />
Royet Mendoza Dorys Esther nazionalità colombiana<br />
81
Scheda di presentazione del gruppo di lavoro<br />
Sara Valmaggi, Assessore alla Cultura, Sport, Politiche Giovanili, <strong>Tempi</strong> e Orari della città<br />
Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />
Alessandro Pozzi, Assessore ai Servizi alla Persona e Promozione sociale, Formazione e<br />
Lavoro, Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />
Federico Ottolenghi, Direttore Settore , Sport, Politiche Giovanili, <strong>Tempi</strong> e Orari della città<br />
Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni<br />
Ricerca-azione realizzata da<br />
Gisella Bassanini con la collaborazione di Eleonora Cola, Mbemba Gassama, Jacopo<br />
Umidi<br />
Gisella Bassanini, Architetto e Dottore di ricerca. Professore incaricato al Politecnico di<br />
Milano, Polo di Piacenza e della Bovisa. Si occupa di sviluppo locale e di rigenerazione<br />
urbana utilizzando un approccio <strong>spazi</strong>o/temporale e la partecipazione diretta dei cittadini. In<br />
qualità di consulente esterna del Comune di <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni dal 1999 è responsabile<br />
tecnico-scientifico del Piano <strong>Tempi</strong> e Orari (PTO)/Progetti di Quartiere.<br />
Eleonora Cola, laureata in Storia economica all'Università degli Studi di Milano. Agente di<br />
sviluppo territoriale e ricercatrice sociale.<br />
Mbemba Gassama, agente di sviluppo territoriale e mediatore linguistico-culturale.<br />
Jacopo Umidi, laureato in sociologia all’Università Statale di Milano Bicocca con una tesi<br />
dal titolo: “L’immigrazione straniera a <strong>Sesto</strong> <strong>San</strong> Giovanni: formazione e lavoro”, a.a. 2001-<br />
02. In qualità di ricercatore sociale collabora con diversi Istituti di ricerca.<br />
82