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Stereotipi di genere nell'amicizia tra i giovani - Erasmo da Rotterdam

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Gruppo: Bertol<strong>di</strong> Alessia, Comassi Elisa, Di Nunzio Michela, Ruspi Serena, Sciolti<br />

Alberto, Sironi Anna, Verdura Alessia.<br />

video: stereotipi <strong>di</strong> <strong>genere</strong> nell’amicizia <strong>tra</strong> ragazze filmato <strong>di</strong> 11.5 Mb in formato avi<br />

video: stereotipi <strong>di</strong> <strong>genere</strong> nell’amicizia <strong>tra</strong> ragazzi filmato <strong>di</strong> 54.1 Mb in formato avi<br />

Conclusioni rispetto il lavoro svolto:<br />

Ciò che emerge <strong>da</strong> questi due video è la <strong>di</strong>fferenza nei rapporti <strong>tra</strong> uomini e donne.<br />

Come già detto, le ragazze hanno un modo più espansivo per <strong>di</strong>mos<strong>tra</strong>re il loro affetto<br />

rispetto agli uomini. Le ragazze tendono a baciarsi e abbracciarsi, mentre i ragazzi<br />

assumono atteggiamenti più formali (ad esempio si salutano con una stretta <strong>di</strong> mano).<br />

A questo proposito, Nancy Chodorow, una stu<strong>di</strong>osa che si è occupata anche della<br />

costruzione dell’identità <strong>di</strong> <strong>genere</strong> sostiene che lo sviluppo della percezione <strong>di</strong> essere<br />

maschio o femmina è un’esperienza molto precoce, mentre secondo S. Freud questo<br />

avviene durante la “fase genitale”, cioè nel periodo adolescenziale.<br />

N. Chodorow attribuisce molta importanza alla madre, che è fon<strong>da</strong>mentali nelle fasi<br />

iniziali <strong>di</strong> vita del bambino, tanto è vero che il bambino assume una totale <strong>di</strong>pendenza<br />

<strong>da</strong> lei. Questo attaccamento dovrà successivamente essere spezzato, in modo che il<br />

bambino possa acquisire un senso <strong>di</strong> sé separato e <strong>di</strong>ventare più autonomo. Questa<br />

rottura avviene in modo <strong>di</strong>verso nei maschi e nelle femmine.<br />

A <strong>di</strong>fferenza dei primi, che per superare il complesso <strong>di</strong> E<strong>di</strong>po devono separarsi<br />

<strong>da</strong>ll’amore materno, le seconde rimangono attaccate affettivamente alla madre. Non<br />

essendoci una netta separazione <strong>tra</strong> la bambina e la madre, la bambina, e più tar<strong>di</strong> la<br />

donna adulta, ha un senso <strong>di</strong> sé meno separato <strong>da</strong>gli altri, infatti la sua identità ha più<br />

possibilità <strong>di</strong> rimanere fusa con quella degli altri.<br />

Secondo N. Chodorow ciò tende a produrre nelle donne caratteristiche <strong>di</strong> sensibilità e<br />

partecipazione emotiva.<br />

Purtroppo potrebbe esserci anche l’aspetto negativo della <strong>di</strong>pendenza della bambina<br />

prima <strong>da</strong>lla madre poi nei confronti del proprio partner. Le donne definiscono loro<br />

stesse in termini <strong>di</strong> rapporti e giu<strong>di</strong>cano la propria realizzazione in base alla loro<br />

capacità <strong>di</strong> prendersi cura degli altri. La loro visione <strong>di</strong> se stesse è fon<strong>da</strong>ta sul<br />

sod<strong>di</strong>sfacimento dei bisogni altrui più che sul successo personale.<br />

I maschi, invece, acquistano il senso <strong>di</strong> sé in seguito ad un rifiuto più ra<strong>di</strong>cale<br />

dell’originaria vicinanza alla madre, devono imparare a non essere “effeminati” o<br />

“cocchi <strong>di</strong> mamma” e costruiscono la propria identità sul passaggio della separazione.<br />

Proprio per questo, afferma la Chodorow, i bambini maschi sono meno capaci <strong>di</strong><br />

in<strong>tra</strong>ttenere rapporti intimi con gli altri e hanno represso la capacità <strong>di</strong> capire i propri<br />

sentimenti e quelli altrui.

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