Dipinti antichi 7 aprile 2006, ore 10:30 - Dorotheum
Dipinti antichi 7 aprile 2006, ore 10:30 - Dorotheum
Dipinti antichi 7 aprile 2006, ore 10:30 - Dorotheum
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<strong>Dipinti</strong> <strong>antichi</strong><br />
7 <strong>aprile</strong> <strong>2006</strong>, <strong>ore</strong> <strong>10</strong>:<strong>30</strong><br />
1<br />
Guillaume Courtois (1628– 1679) cerchia<br />
Ritratto di uomo con cappello, olio su rame su legno, 16,5 x 13,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 7.000 – 9.000 US$ 8.500 – <strong>10</strong>.900<br />
[EOT]<br />
2 –<br />
Pitt<strong>ore</strong> toscano della fine del XVI secolo<br />
Ritratto di nobildonna, olio su tela, 22 x 18 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
[EOT]<br />
3 –<br />
Pitt<strong>ore</strong> italiano del XVII secolo<br />
Ritratto di gentiluomo con cappello nero, olio su tavola, 52 x 40 cm, cornice originale<br />
intagliata dorata, (Wo)<br />
EURO 6.000 – 9.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – <strong>10</strong>.900<br />
[EOT]<br />
4<br />
Pitt<strong>ore</strong> veneziano del XVI secolo<br />
Ritratto di nobildonna, olio su tela, 124 x 94 cm, bellissima cornice originale del XVII secolo,<br />
intagliata dorata, (Wo)<br />
EURO 15.000 – 18.000 US$ 18.200 – 21.900<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
5 –<br />
Italia, XVI secolo<br />
Ritratto di uomo con un mantello orlato di pelliccia e un copricapo nero, con l’iscrizione<br />
“FRA. JABOBUS FOSSATUS. AEQUES. HYEROSO. MITANUS. ANNO 1475”, olio su tela,<br />
69 x 56,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 14.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 17.000<br />
[EOT]
6<br />
Pitt<strong>ore</strong> italiano del XVIII secolo<br />
Giove, nelle vesti di un’aquila, rapisce il bel fanciullo Ganimede che gli fa da coppiere, olio su<br />
tela, 95,6 x 127 cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Provenienza: collezione privata della Germania meridionale<br />
[EOT]<br />
7<br />
Scipione Pulzone da Gaeta (Gaeta 1550 ca. - 1598 Roma)<br />
Ritratto di dama con il suo cagnolino, olio su tela, 190 x 1<strong>10</strong> cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 15.000 – 25.000 US$ 18.200 – <strong>30</strong>.400<br />
Perizia: Dott. Claudio Strinati, sovrintendente ai Beni Culturali e al Polo Museale di Roma 6<br />
dicembre 2005. Il dott. Strinati ha esaminato personalmente il dipinto, accettandolo quale<br />
opera autografa del “celeberrimo Pulzone, ritrattista della Roma di fine Cinquecento”<br />
databile al tempo dei suoi ultimi ritratti...”.<br />
Provenienza: collezione privata europea<br />
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8<br />
Pompeo Batoni (Lucca 1708 – 1787 Roma) bottega<br />
Ritratto della principessa Giacinta Orsini Buoncompagni Ludovisi, duchessa di Arce (1741 –<br />
1759), olio su tela, 135 x 99 cm, cornice, (Wo)<br />
EURO 60.000 – 90.000 US$ 72.900 – <strong>10</strong>9.<strong>30</strong>0<br />
Questo brillante ritratto è una replica da maestro di bottega, tratta dal famoso originale,<br />
conservato presso la Collezione Fondazione Cassa di Risparmio di Roma. .<br />
Giacinta Orsini, figlia del principe Domenico Orsini e della principessa Anna Erba Odescalchi,<br />
sposò Antonio Buoncampagni Ludovisi, duca di Arce, nel 1757. La duchessa, che morì di<br />
parto all’età di diciotto anni, fu un’acclamata poetessa e membro dell’Academia dell’Arcadia<br />
(con il nome di Euridice Aiacense), l’accademia letteraria romana; il suo ritratto - il dipinto<br />
più esplicitamente letterario fra le opere di Batoni - fa riferimento ai suoi molti talenti e<br />
interessi intellettuali di vario genere. La duchessa indossa un vestito blu ornato di trine e un<br />
mantello foderato di ermellino, dipinto con meticolosa tecnica, il braccio sinistro è<br />
appoggiato su una pila di libri sopra un clavicordo, e alla sua destra tiene una lira e una<br />
corona d’alloro. Uno dei volumi sopra il clavicordo è di Petrarca, un altro porta l’iscrizione<br />
“Anacreon” (presumibilmente un riferimento al poeta classico greco Anacreonte). Vicino a<br />
questi vi è il busto di Minerva, uno degli elementi accessori più comuni nei ritratti di Batoni,<br />
che si rifà alla statua in marmo, a figura intera, della “Minerva”Giustiniani (Haskell/Penny<br />
1981, pp. 269–271, fig. 140). Vi è anche un mappamondo e, accanto ai fogli di musica, un<br />
portamatita. La scena sullo sfondo mostra Pegaso sul monte Elicona mentre crea la fonte
Ippocrene, sacra alle muse, che si dice abbia ispirato la poesia, ed è quindi rappresentata qui<br />
come tributo alla duchessa per essersi distinta come poetessa. Nonostante la grande abiltà<br />
tecnica nella resa dei costumi dipinti, Battoni realizzò un numero piuttosto esiguo di ritratti<br />
di donne e gli furono commissionati relativamente pochi ritratti da committenti italiani. In<br />
ogni caso, l’importanza che i suoi contemporanei diedero a questo ritratto è suggerita dalla<br />
presenza di alcune repliche e dall’esistenza di un’altra versione autografa, apparsa sul<br />
mercato dell’arte in anni recenti (vendita, Sotheby’s, New York, 24 gennaio 2002, lotto 44).<br />
Bibliografia: cfr. Clark, Bowron, 1985, pp. 271–272, n. 206; “Una collezione da scoprire...”,<br />
1999, p. 92; n. 26; “Il Neoclassicismo in Italia...”, 2002, n. VII 6.<br />
Provenienza: antica collezione privata Svizzera<br />
[EOT]<br />
9 –<br />
Giovanni Paolo Panini (Piacenza 1691/2 – 1765 Roma) attribuito<br />
Architetture con la Torre delle Milizie e il Colosseo a Roma; olio su tela, 50 x 98 cm, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO 18.000 – 24.000 US$ 21.900 – 29.<strong>10</strong>0<br />
Questo dipinto è una geniale contaminazione di monumenti classici con edifici medievali o<br />
rinascimentali, o di pura fantasia, con un Sileno e con Bacco bambino, conservato presso i<br />
Musei Vaticani a Roma;<br />
Provenienza: collezione privata della Germania occidentale;<br />
[EOT]<br />
<strong>10</strong><br />
Viviano Codazzi (Bergamo 1604 – 1670)<br />
Capriccio architettonico, olio su tela, 65 x 49 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 18.000 US$ 14.600 – 21.900<br />
Ringraziamo il Prof. David R. Marshall per l’attribuzione del dipinto a Viviano Codazzi<br />
(comunicazione orale).<br />
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11<br />
Jan Frans van Bloemen (Anversa 1662 – 1749 Roma) attribuito<br />
Paesaggio con figure, olio su tela, 49 x 39 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 7.000 – 12.000 US$ 8.500 – 14.600<br />
Provenienza: Svizzera, collezione privata<br />
[EOT]
12 –<br />
Giovanni Battista Busiri (attivo a Roma nella prima metà del XVIII secolo)<br />
Paesaggio con il Tevere e il Ponte Milvio (noto anche come “Ponte Mollo”); in primo piano<br />
viandanti in sosta e un pescat<strong>ore</strong>, olio su tela, 39,5 x 57,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 15.000 – 18.000 US$ 18.200 – 21.900<br />
Claude Lorrain ha dipinto una veduta analoga, ma che ritrae la riva opposta del Tevere.<br />
Perizia: Prof. Giancarlo Sestieri, 24 gennaio <strong>2006</strong>: Questo “paesaggio con ponte Milvio”<br />
costituisce un notevole contribuito all’ aspetto artistico del Busiri, di certo più valido e<br />
motivato del pitt<strong>ore</strong> di tempere, col quale si affermò maggiormente in vita, e al quale è<br />
affidata principalmente la sua attuale notorietà. A raffronto colla presente pittura potrei<br />
indicare diverse opere, non ancora però pubblicate; ma tra i recenti recuperi più recenti,<br />
esemplificativo risulta il paragone colla sua “Veduta del Foro con lïArco di Costantino”,<br />
firmata per esteso, venduta all’asta (8. 12. 2005, n. 360) di Sotheby’s Londra.<br />
[EOT]<br />
13<br />
Hendrik Frans van Lint (Anversa 1684 – Roma 1763)<br />
Paesaggio con il tempio della Sibilla a Tivoli, firmato e datato in basso a destra “HF. van Lint.<br />
F. Ao 1727”, olio su tela, 28 x 49 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 50.000 – 70.000 US$ 60.700 – 85.000<br />
Esistono diverse varianti della composizione del presente dipinto eseguite tra gli anni 20 e <strong>30</strong><br />
del 1700. Veduta fantasiosa con il tempio della Sibilla a Tivoli, firmato e datato 1734, presso<br />
Colnaghi, Londra fino al 1948. Veduta fantasiosa con il tempio della Sibilla a Tivoli, firmato e<br />
datato 1734, Roma, collezione privata. Veduta fantasiosa de Tivoli con il tempio della Sibilla,<br />
firmato e datato 1737, ubicazione sconosciuta. (A. Busiri Vici, Peter, Hendrik e Giacomo Van<br />
Lint, tre pittori di Anversa del ‘600 e ‘700 lavorano a Roma, Roma, 1987, pp. <strong>10</strong>4–<strong>10</strong>7, ill. n.<br />
98,<strong>10</strong>1, <strong>10</strong>3, p. 224, ill. n. 269). ci sono anche diversi disegni preparatori e un ‘incisione<br />
eseguiti da Henrik Frans van Lint che si trovano al British Museum, Londra e presso il<br />
Philadelphia Museum of Art (ivi, pp. <strong>10</strong>4–<strong>10</strong>7 ill. nn. 99, <strong>10</strong>0, <strong>10</strong>2, <strong>10</strong>5).<br />
Provenienza: collezione privata europea<br />
[EOT]<br />
14<br />
Francesco Foschi (Ancona – 1780 Roma) cerchia<br />
Paesaggio con ponte e una torre, olio su tela, 67 x 93 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 6.500 – 8.500 US$ 7.900 – <strong>10</strong>.<strong>30</strong>0<br />
Provenienza: collezione privata della Germania meridionale<br />
[EOT]
15 –<br />
Francesco Foschi (Ancona 1750 – 1805 Roma)<br />
Ampio paesaggio fluviale montuoso con torrente e figure, olio su tela, 66.5 x <strong>10</strong>5 cm, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO 35.000 – 45.000 US$ 42.500 – 54.600<br />
Ringraziamo la dott<strong>ore</strong>sssa Marietta Vinci per aver accettato il presente dipinto quale opera<br />
autografa di Francesco Foschi (comunicazione orale). Questo splendido paesaggio affascina<br />
non solo per la sua alta qualità, ma anche per la rarità del soggetto. Francesco Foschi infatti<br />
deve la sua straordinaria posizione nella pittura italiana del XVIII secolo quasi esclusivamente<br />
al suo essere pitt<strong>ore</strong> di paesaggi invernali. Dunque questo quadro rappresenta una grande<br />
rarità, perchè è uno dei pochissimi suoi paesaggi estivi. Uno dei suoi promotori fu il papa<br />
Benedetto XIV. Chiara testimonianza della qualità delle sue opere è la circostanza che suoi<br />
dipinti fossero accolti nella famosa collezione Borghese.<br />
[EOT]<br />
16 –<br />
Francesco Casanova (Londra 1727 – 1802 Brühl bei Wien)<br />
Banditi rapiscono una giovane donna; olio su tela, 52 x 76 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 14.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 17.000<br />
Francesco Casanova era il fratello del famoso avventuriero e sedutt<strong>ore</strong> Giacomo Casanova,<br />
le cui Memorie contengono la maggior parte delle vicende della sua vita. Cresciuto a<br />
Venezia, Francesco Casanova si trasferì nel 1751 a Parigi, diventando un pitt<strong>ore</strong> alla moda.<br />
Diderot lo definì “un grand peintre”. Nel 1783 si stabilì a Vienna per passarvi il resto della<br />
sua vita. Qui creò, per Caterina la Grande di Russia, un famoso ciclo di dipinti che<br />
raffigurano le vittorie della zarina sui Turchi. Fu soprattutto pitt<strong>ore</strong> di cavalieri e battaglie e<br />
di quadri a sfondo storico.<br />
[EOT]<br />
17 –<br />
Jacques Courtois detto il Borgognone (St. Hyppolyte 1621 – 1676 Roma) attribuito<br />
Battaglia di cavalleria, olio su tela, 72 x 132,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 16.000 US$ 14.600 – 19.400<br />
[EOT]<br />
18 –<br />
Girolamo Pesci (Roma 1679 – 1759)<br />
Mosè fa scaturire l’aqua dalla roccia; olio su tela, 73 x 88 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>30</strong>.000 – 40.000 US$ 36.400 – 48.600<br />
Perizia: Prof. Giancarlo Sestieri, <strong>30</strong> gennaio <strong>2006</strong>: L’episodio qui rappresentato è stato tra i<br />
piú raffigurati nell’arte cristiana di tutti i tempi - tra l’altro è stato considerato un simbolo del<br />
ristoro spirituale che l’uomo riceve dalla chiesa - e in particolare è stato prediletto dai
pittori seicenteschi di estrazione barocca. Il cui gusto espositivo poteva infatti trovare in esso<br />
una esplicazione ideale. Del Pesci si possono indicare altri dipinti di gusto ancora barocco,<br />
come l’affresco della sagrestia della Chiesa della Maddalena in Roma, la “Ultima Cena” e la<br />
“A ssunzione della Vergine” del Castello Visovice in Boemia. La prima esposizione biografica<br />
sul Pesci, nel “Repertorio della Pittura Romana della fine del Seicento e del Settecento”<br />
(Allemandi ed., Torino 1994, I, pp. 146 -147, III, figg. 889 – 94).<br />
[EOT]<br />
19<br />
Johann Carl Loth detto il Carlotto (Monaco 1632 – 1698 Venezia) attribuito<br />
Ercole e Onfale, olio su tela, 142,5 x 175 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 6.000 – 9.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – <strong>10</strong>.900<br />
Provenienza: collezione privata austriaca<br />
[EOT]<br />
20 –<br />
Francesco e Pietro Graziani (attivi a Napoli e Roma tra fine XVII e inizio XVIII secolo)<br />
Battaglia con alta torre, olio su tela, 37 x 73 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 20.000 – 26.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – 31.600<br />
I Graziani sono chiaramente due. La critica moderna, seguendo forse pure il Thieme-Becker<br />
che non fece distinzione tra Pietro e Francesco, è propensa a riunire l’ampio gruppo di<br />
omogenee “battaglie”, sotto l’unica paternità di Pietro, al quale andrebbero ascritte anche<br />
quelli citate sotto il nome di Francesco, di cui egli avrebbe assunto l’appellativo.<br />
Bibliografia: cfr. battaglie simili in Giancarlo Sestieri, “I Pittori di Battaglie - Maestri Italiani e<br />
Stranieri”, Ed. De Luca, 1999, pp. 363–371, ill. 6–31.<br />
[EOT]<br />
21<br />
Cornelis de Wael (Anversa 1529 – 1667 Roma)<br />
Due scene di assedio con scontro fra fanti e cavalieri; pendants, olio su tela, ognuno di 84 x<br />
132 cm, con cornici, (2), (Wo)<br />
EURO 60.000 – 90.000 US$ 72.900 – <strong>10</strong>9.<strong>30</strong>0<br />
La decisiva maturazione di Cornelis de Wael avvenne in Italia, dove soggiornò<br />
prevalentemente a Genova, trascorrendo poi l’ultimo decennio a Roma. Nel 1621 egli e suo<br />
fratello Lucas ospitarono nella loro casa genovese il van Dyck, del quale subirono<br />
positivamente l’influenza nelle loro opere più impegnative. Nel biennio 1625–26 essi furono a<br />
Roma. Dall’Urbe Cornelis tornò in Liguria. Il de Wael aveva acquisito in Spagna”la fama di<br />
virtuoso di far battaglie”. I suoi quadri furono acquistati dal re Filippo III, e si trovano in<br />
collezioni genovesi. Le rappresentazioni militari di Cornelis - tra cui pure battaglie navali e
spostamenti di truppe - sono impostate a una descrizione articolata e a una caratterizzazione<br />
analitica delle figure e dei loro particolari.<br />
Bibliografia: si veda una composizione molto simile al presente dipinto in: Giancarlo Sestieri,<br />
“I Pittori di Battaglie”, Ed. Luca, 1999, p. 627 (ill.).<br />
[EOT]<br />
22<br />
Scuola veneziana 1380 ca.<br />
Madonna con Bambino, un santo, angeli, due monache e un religioso, olio e tempera su<br />
fondo oro, su tavola, 41 x 33 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600<br />
Ringraziamo il Signor Everett Fahy, The Metropolitan Museum of Art, New York, per<br />
l’attribuzione e la datazione del presente dipinto.<br />
Provenienza: da un castello tirolese<br />
[EOT]<br />
23<br />
Ambrogio da Fossano detto il Bergognone (Milano ? ca. 1453 – 1523)<br />
La Vergine con Bambino in un paesaggio, olio su tavola, tondo, diam. 52 cm, cornice<br />
originale, dorata su entrambi i lati e intagliata a tergo, (Wo)<br />
EURO 50.000 – 60.000 US$ 60.700 – 72.900<br />
Si ringrazia il Professor Everett Fahy per avere accettato il dipinto come opera autografa<br />
(charming roundel) di Bergognone in base ad una fotografia. Si confronti la presente tavola<br />
con Madonna con il Bambino, Santa Caterina da Siena e un monaco certosino, della<br />
Pinacoteca di Brera di Milano: le analogie si riscontrano nel viso della Vergine, nello sguardo<br />
rivolto verso il basso e nel paesaggio che fa da sfondo. Si nota infatti la presenza di un<br />
monastero come nella tavola della National Gallery di Londra, Madonna con Bambino in<br />
trono, collezione privata. (G. C. Sciolla, Ambrogio da Fossano detto il Bergognone, Milano,<br />
1998, p. 199, ill. n. 21; p. 209, ill. n. 26; p. 202, ill. n. 22) Ricorrente la presenza del libro<br />
identificato per tradizione con il Libro della Sapienza, da cui deriva la Mater Sapientiae.<br />
Quando il libro è retto dal Bambino, come in questo caso, rappresenta i Vangeli.<br />
.<br />
[EOT]<br />
24<br />
Defendente Ferrari detto Ferrari da Chivasso (Chivasso 1490 ca. - dopo 1535)<br />
Pietà, olio e tempera su tavola, 56,5 x 84,5 cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – 35.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 42.500<br />
Perizia: ringraziamo Mr. Everett Fahy, The Metropolitan Museum of Art, New York, per<br />
l’identificazione del pitt<strong>ore</strong> del presente dipinto: “It is a characteristic work by Defendente
Ferrari; unpublished so far as I can see. You can compare it with the depiction of the same<br />
subject in one of the wings of the triptych in the Istituto Rosmini, Stresa Borromeo, that<br />
Defendente signed and dated 1523 (reproduced by Berenson, ‘Italian Pictures of the<br />
Renaissance: Central Italian and North Italian Schools’, 1968, vol. III, ill. 1253.”<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
Defendente fu attivo nella regione di Torino. Dipinse opere religiose. Una Pietà simile al<br />
dipinto in questione si trova presso la cattedrale di Chivasso. Portella di destra del trittico di<br />
Defendente Ferrari a Stresa Borromeo, Istituto Rosmini.<br />
[EOT]<br />
25<br />
Francesco Brini (Firenze 1540 ca. – 1586)<br />
La Vergine con il Bambino e i santi Caterina, Giovanni Gualberto e il Giovannino; olio su<br />
tavola, 52 x 43 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 15.000 – 20.000 US$ 18.200 – 24.<strong>30</strong>0<br />
Sul retro della tavola è presente un vecchio adesivo con la scritta “Solario <strong>10</strong>3“ La<br />
identificazione dell’artista è stata fornita da Everett Fahy, The Metropolitan Museum of Art.<br />
[EOT]<br />
26<br />
Jacopo Robusti detto Tint<strong>ore</strong>tto (Venezia 1518 – 1594) bottega<br />
L’orazione di Cristo nell’orto degli ulivi; olio su tela, 85 x 137 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 17.000 – 25.000 US$ 20.600 – <strong>30</strong>.400<br />
Un gruppo molto simile ai due opostoli dormienti in basso a destra nel presente dipinto si<br />
può notare nella composizione di Jacopo Tint<strong>ore</strong>tto “Orazione nell’orto” alla Scuola di San<br />
Rocco a Venezia (si veda riproduzione in cat.).<br />
Provenienza: negli anni 1950 galleria Sankt Lucas a Vienna; in seguito collezione privata<br />
austriaca<br />
[EOT]<br />
27<br />
Giovanni Bellini (Venezia 14<strong>30</strong> – 1516) seguace del XVI secolo<br />
Pietà, olio su tela, 94 x 157 cm, antica cornice intagliata, dorata, (Wo)<br />
EURO 15.000 – 20.000 US$ 18.200 – 24.<strong>30</strong>0<br />
La radiografia del presente dipinto (si veda riproduzione in cat.) mostra nell’angolo in alto a<br />
sinistra il busto di un uomo, probabilmente la figura del pitt<strong>ore</strong> o del donat<strong>ore</strong>, che più tardi<br />
fu ridipinto.
Provenienza: Monaco, proprietà privata<br />
[EOT]<br />
28<br />
Scuola fi<strong>ore</strong>ntina del XVI secolo<br />
L’annunciazione alla Vergine, olio su tela, 118 x 152 cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 9.000 – 12.000 US$ <strong>10</strong>.900 – 14.600<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
29 –<br />
Girolamo Mazzola Bedoli (Viadana 1500? - 1569 Parma)<br />
Annunciazione alla Vergine, olio su tela, 57 x 48,5 cm, cornice originale dell’epoca, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 16.000 US$ 14.600 – 19.400<br />
Perizia: Prof. Giancarlo Sestieri, 9 dicembre 2005: “Quali confronti più atti a confermare la<br />
paternità del Bedoli si possono citare la ‘Madonna con Bambino e Santi’ della chiesa di San<br />
Michele a San Michele di Tiorre, pubblicata nel catalogo della Mostra ‘arte in Emilia 4’ (a cura<br />
di A. Ghidiglia Quintavalle e L. Fornari, Parma 1971–72, n. 40); la ‘Annuciazione’ della<br />
Pinacoteca Ambrosiana, proveniente dalla chiesa di San Francesco di Viadana (vedi ‘La<br />
Pinacoteca Ambrosiana’, Neri Pozza ed., Vicenza 1969, pag. 192); e il ‘Matrimonio mistico di<br />
Santa Catarina’ della Galleria Nazionale di Parma (vedi ‘Catalogo delle opere. Il<br />
Cinquecento’, Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, 1998, n.182, pag. 63).”<br />
[EOT]<br />
<strong>30</strong> –<br />
Giovanni Stanchi (Roma 1608 - notizie sino al 1675)<br />
Brocca in maiolica di Deruta con fiori, olio su tela, 61 x 51 cm, cornice dorata e intagliata,<br />
(Wo).<br />
EURO 25.000 – 35.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 42.500<br />
Perizia: Prof. Giancarlo Sestieri, 4 febbraio <strong>2006</strong>: L’analisi della morbida rappresentazione, di<br />
alta sensibilità cromatica e luministica, pur nella sua acuta oggettivazione mimetica dei singoli<br />
elementi consentono di assegnare con precisione questa opera. Giovanni Stanchi (Roma<br />
1608 - notizie sino al 1675), la cui figura è stata solo di recente focalizzata<br />
soddisfacentemente, con cospicui contributi dovuto a L. Ravelli (“Stanchi dei Fiori”, Grafica &<br />
Arte ed., Bergamo 2005) e a S. Proni (La famiglia Stanchi, in”Pittori di natura morta a Roma.<br />
Artisti italiani 16<strong>30</strong> – 1750”, a cura di G. e U. Bocchi, Arti Grafiche Castelli, Viadana <strong>2006</strong>,<br />
pp. 244 – 328). .<br />
Perizia per il vaso: Dr. Margit Bauer, Museum für Kunsthandwerk Francoforte/Meno:<br />
identificata quale maiolica di Deruta della prima metà del XVI secolo;
Un simile mazzo di fiori con lo stesso vaso fu esposto alla Hallsborough Gallery, London,<br />
1961 come opera di Mario Nuzzi.<br />
[EOT]<br />
31<br />
Giacomo del Po (1659 – 1726) cerchia<br />
L’incoronazione della Vergine, olio su tela, 66 x 54 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 1.800 – 2.600 US$ 2.200 – 3.200<br />
Bozzetto per un dipinto di soffitto.<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
32<br />
Mario Nuzzi detto Mario dei Fiori (Roma 1603 – 1673) attribuito<br />
Un mazzo di fiori in un vaso dorato con decorazioni ornamentali, olio su tela, 120 x 90 cm,<br />
con cornice, (Wo)<br />
EURO 18.000 – 25.000 US$ 21.900 – <strong>30</strong>.400<br />
Perizia: dott. Claudio Strinati, Sopraintendete ai Beni Culturali e al Polo Museale di Roma, 7<br />
dicembre 2005; il dott. Strinati ha esaminato il dipinto in originale e accettato come “opera<br />
di alta qualità e di magnifica conservazione, di Mario Nuzzi detto Mario dei Fiori. Tipica<br />
l’impostazione del vaso splendidamente lavorato e posto su un appoggio di pietra, mentre i<br />
fiori si stagliano verso l’alto come un vero e proprio trofeo, secondo una concezione ormai<br />
barocca che il pitt<strong>ore</strong> ampliò a dismisura, creando una nuova concezione della Natura Morta,<br />
in cui alcuni fiori troneggiano sulla verticale mentre altri quasi cadono sul piano di appoggio<br />
creando una piacevolissima armonia, come si deve, del resto, proprio nell’opera emblematica<br />
dell’ artista, databile alla seconda metà del sesto decennio, il suo’Ritratto al cavalletto mentre<br />
lavora’ nelle collezioni d’arte di Palazzo Chigi all’Ariccia, dove proprio il quadro che il<br />
maestro sta dipingendo può essere utilmente comparato al nostro, tanto simile ne sono<br />
l’impostazione e lo stile, al punto che mi sembra che debba spettare al dipinto qui in esame<br />
anche la stessa data del quadro dell’Ariccia. E tale nuova concezione è pienamente riflessa<br />
nel nostro dipinto, vivido e nitido, dove l’ombra e la luce si mescolano in un flusso cromatico<br />
sottile e potente nel contempo.”<br />
Provenienza: collezione privata europea<br />
[EOT]<br />
33<br />
Pietro Dandini (Firenze 1646–1712) cerchia<br />
Santa Caterina, olio su tela, 77 x 57,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 6.000 – <strong>10</strong>.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – 12.<strong>10</strong>0<br />
[EOT]
34<br />
Guido Reni (1575 – 1642) cerchia<br />
Am<strong>ore</strong> dormiente in un paesaggio, sullo sfondo il castello dell’am<strong>ore</strong>, 54 x 71 cm, bellissima<br />
cornice dorata neoclassica,(Wo)<br />
EURO 2.000 – 3.000 US$ 2.400 – 3.600<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
35 –<br />
Jacob van de Kerckhoven detto Jacopo da Castello (Amsterdam 1640 – 1712 ca. Venezia)<br />
Volatili, un pappagallo e porcellini d’India in un paesaggio; Natura morta di caccia; pendants,<br />
olio su tela, ognuna 68 x 117 cm, cornici originali intagliate, (2), (Wo)<br />
EURO 60.000 – 80.000 US$ 72.900 – 97.<strong>10</strong>0<br />
Si tratta di due opere tipiche di Jacopo da Castello, formatosi sulla scia del fiammingo Jan Fyt<br />
e lungamente attivo a Venezia. Il modellato fermo e netto accentuato dal contrasto<br />
luministico dichiara l’origine nordica del pitt<strong>ore</strong>, mentre i colori bruno rossastri e il<br />
chiaroscuro di natura caravaggesca denotano l’accostamento a modelli italiani, in particolare<br />
napoletani, cioè Giovan Battista e Nicola Maria Recco. Una simile commistione di elementi<br />
induce a collocare le due tele nella fase di mezzo dell’attività del Castello.<br />
Bibliografia riprodotti in: Federico Zeri “La natura morta in Italia”, Electa, Tomo I, 1989, tav.<br />
n. 360.<br />
Provenienza: collezione privata della Germania meridionale.<br />
[EOT]<br />
36<br />
Pitt<strong>ore</strong> italiano del XVII secolo<br />
La bottiglia di vino rovesciata; olio su tela,<br />
76 x 120 cm, con cornice, Wo)<br />
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Provenienza: proprietà privata della Germania occidentale.<br />
EOT]<br />
37<br />
Baldassarre De Caro (Napoli 1689 – 1750)<br />
Due nature morte con lepri e uccelli, una coppia, olio su tela, ognuno 73 x <strong>10</strong>0 cm, con<br />
cornici, (2), (Wo).
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600<br />
Provenienza: collezione privata europea.<br />
[EOT]<br />
38 –<br />
Scuola italiana del XVIII secolo<br />
Mazzo di fiori con rose e un tulipano, olio su tela, 28 x 45 cm, cornice antica, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 6.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Pendant del seguente<br />
[EOT]<br />
39 –<br />
Scuola italiana del XVIII secolo<br />
Mazzo di fiori con rose e un garofano, olio su tela, 28 x 45 cm, cornice antica, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 6.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Pendant del precedente<br />
[EOT]<br />
40<br />
Giuseppe Arcimboldo, imitat<strong>ore</strong> del XVIII secolo<br />
Ritratto di un pascià turco, olio su tela, 53 x 43 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600<br />
La faccia è composta, alla maniera di Arcimboldo, di puttini nudi.<br />
Provenienza: collezione privata portoghese.<br />
[T]<br />
41<br />
Giovan Battista Pace (Roma 1650 – 1699)<br />
Ritratto di uomo barbuto in posa oratoria; olio su tela, 63 x 52 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 6.000 – 9.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – <strong>10</strong>.900<br />
Giovan Battista Pace è “inquadrabile nello stretto ambito di Pier Francesco Mola...è figlio del<br />
celebre pitt<strong>ore</strong> di nature morte Michelangel Pace da Campidoglio” (prof. Sestieri).<br />
Perizia: Prof. Giancarlo Sestieri, 19 dicembre 2005: Giovan Battista Pace “dipinse<br />
prevalentemente per la famiglia Chigi... nella stretta orbita del Mola... I paragoni che si<br />
possono stabilire con immagini simili alla presente, sono in particolare quelle di San Giuseppe
nelle sue varie versioni del “Riposo durante la fuga in Egitto” (Coll. Guglielmi a Roma e<br />
Museo Nazionale di Stoccolma).<br />
Provenienza: proprietà privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
42<br />
Maestro italiano del XVII secolo<br />
Natura morta con funghi in una scodella di terracotta, tralci d’uva e verdura, olio su tela, 70<br />
x 85 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 16.000 US$ 14.600 – 19.400<br />
[EOT]<br />
43 –<br />
Giovanni Battista Colombo (Arogno 1717 – 1793)<br />
Interno di osteria con musica, ballo e giocatori di carte, firmato in basso a sinistra, “I B.<br />
Colombo Pixt”, olio su tela, 71,5 x 88 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 18.000 – 24.000 US$ 21.900 – 29.<strong>10</strong>0<br />
Giovanni Battista Colombo fu principalmente un decorat<strong>ore</strong> teatrale e viaggiò in Italia,<br />
Austria, Germania, Polonia e altri paesi dell’ Europa centrale. Famoso è il suo soffitto per<br />
l’Opera di Ludwigsburg in Germania. Dipinse anche su tela e su tavola.<br />
[EOT]<br />
44 –<br />
Francesco Ruschi (Roma 16<strong>10</strong>–1661 ca.)<br />
Venere e Adone, olio su tela, 76 x <strong>10</strong>9 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 15.000 – 20.000 US$ 18.200 – 24.<strong>30</strong>0<br />
Ringraziamo il Prof. Giancarlo Sestieri per aver confermato il dipinto quale opera autografa<br />
di Francesco Ruschi (comunicazione orale). Ruschi è un singolare pitt<strong>ore</strong>, allievo del Cavalier<br />
d‘Arpino e seguace di Pietro da Cortona ma innamorato dei modi veneziani, massime<br />
veronesiani e poi mazzoniani. Tradisce sempre un certo impaccio e una tendenziale<br />
contraddizione in termini di linguaggio. È tuttavia pitt<strong>ore</strong> carico di impeto sentimentale e<br />
come tale apprezzabile nei quadri drammatici o con personaggi storici.<br />
[EOT]<br />
45<br />
Francesco Curradi (Firenze 1570 ca. – 1661)<br />
Marta e sua s<strong>ore</strong>lla, la Maddalena penitente, firmato in basso a destra “Il Cav/ero(?) Curradi”,<br />
olio su tela, 167 x 149 cm, bella cornice intagliata, (Wo)
EURO 40.000 – 70.000 US$ 48.600 – 85.000<br />
Francesco Curradi, allievo del Naldini, fu, parallelamente al Passigano, fra quanti tentarono<br />
di ravvivare formule manieristiche con col<strong>ore</strong> alla veneta. Si distingue per la sensibile mestizia<br />
che aleggia nei suoi dipinti e per una soffusa religiosità.<br />
Provenienza: collezione privata europea<br />
[EOT]<br />
46 –<br />
Domenico Fedeli detto il Maggiotto (Venezia 1712 – 1793)<br />
Un astronomo, olio su tela, 42,5 x 56,5 cm, cornice originale intagliata, dorata,(Wo)<br />
EURO 20.000 – 25.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – <strong>30</strong>.400<br />
Perizia: Prof. Ugo Ruggeri, gennaio <strong>2006</strong>: “... una notevole ‘scena di genere’ del Maggiotto,<br />
latamente ispirata a modelli del suo maestro, Giovan Battista Piazzetta... della prima<br />
maturità.. opera di bella qualità... una notevole aggiunta al catalogo del pitt<strong>ore</strong>”.<br />
[EOT]<br />
47<br />
Antiveduto Grammatica (Roma 1569 – 1626) attribuito<br />
Giuditta, <strong>10</strong>5 x 95 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – 35.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 42.500<br />
Perizia: Dott. Claudio Strinati, sopraintendente ai Beni Culturali e al Polo museale di Roma 2<br />
dicembre 2005; il Dott. Strinati ha esaminato il dipinto in originale accettandolo come<br />
“opera bellissima e originale di Antiveduto Grammatica in ottimo stato e in particolare<br />
estremamente vicino al suo analogo, sempre del Grammatica, custodito presso il Museo<br />
Nazionale di Stoccolma. La presente opera è una cospicua testimonianza di una fase cruciale<br />
della storia della pittura a Roma nel primissimo Seicento.”<br />
Provenienza: collezione privata europea<br />
[EOT]<br />
48 –<br />
Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento 1591- 1666 Bologna)<br />
Il sudario di Cristo; olio su tela, 56 x 46 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 15.000 – 25.000 US$ 18.200 – <strong>30</strong>.400<br />
Perizia: ringraziamo il Prof. Erich Schleier per aver definito questo dipinto, a partire da una<br />
foto, opera autografa di Guercino (lettera del 2 dicembre 2005). Nicholas Turner scrive a<br />
partire da una foto del presente dipinto:”I too gave it to Guercino, placing a black-and-white<br />
reproduction in my files” (lettera del 21 dicembre 2005). E in una lettera del 6 gennaio <strong>2006</strong>
Turner scrive che pensava”the picture to be by Guercino”. Mr. Turner chiese in una lettera<br />
a Sir Dennis Mahon una sua opinione del “sudario”. Sir Dennis Mahon informò il <strong>Dorotheum</strong><br />
di ritenere il “sudario” opera autografa del Guercino degli anni 1624/25 - “an autograph<br />
work by Guercino 1624/25” (comunicazione orale del 21 gennaio <strong>2006</strong>).<br />
Provenienza: Cardinale Antonio Barberini, Roma (Un quadro con un sudario di Cristo in tela<br />
bianca con cornice di ebano e anello d’ argento. Due cornici sopraporte, interamente dorate<br />
- Nella stanza di Giuseppe vicino alla stanza della divina sapienza. (inventario 1644 no. 70);<br />
Don Maffeo Barberini, Roma ( Testa del Salvat<strong>ore</strong> Coronato di Spine alto p. mi 2 e larga<br />
11/2 con cornice liscia Nera e Oro, mano di Annibale Caracci); Cardinale Carlo Barberini,<br />
Roma (Un Salvat<strong>ore</strong> in Tela da Testa, cornice nera e oro, opera del Caracci, inventario<br />
1692); famiglia Barberini fino agli anni 1960 (sempre come opera di Annibale Carracci con il<br />
numero 70 in fondo a destra. Lo stesso numero si ritrova nel presente dipinto.<br />
Prof. Schleier: “There cannot be any doubt that the (sudario) is the Barberini picture” lettera<br />
del 27 dicembre 2005); 1980 Galleria Heim, London Asta: Christie’s Londra,19 <strong>aprile</strong> 1985,<br />
lotto <strong>10</strong>2 come Annibale Carracci; collezione privata della Germania meridionale.<br />
Esposizione: 1980 Heim Gallery, London, From Tint<strong>ore</strong>tto to Tiepolo, <strong>10</strong> giugno - 29 agosto,<br />
come opera di Annibale Carracci (Catalogo no. 7).<br />
Bibliografia: M. Lavin, “Seventeenth Century Barberini Documents and Inventories of Art”,<br />
1975; IV inv. 44. pag. 161. n. 70; VII, inv. 72, pag. 286, n. 582; VI, inv. 92 – <strong>10</strong>4, pag. 439, n.<br />
273.<br />
[EOT]<br />
49<br />
Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento 1591- 1666 Bologna)<br />
Due uomini, un frammento, olio su tela,<br />
120,5 x <strong>10</strong>0 cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 15.000 – 20.000 US$ 18.200 – 24.<strong>30</strong>0<br />
Questa immagine di due “Vecchioni” è la parte sinistra, probabilmente leggermente ridotta<br />
in alto e in basso, di una versione autografa del quadro rappresentante “Susanna e i<br />
vecchioni” del Museo del Prado di Madrid di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino,<br />
eseguito nel 1617 per il cardinale Alessandro Ludovisi (più tardi Papa Gregorio XV) e<br />
passato poi in eredità a Filippo IV di Spagna.<br />
Perizia: prof. Giancarlo Sestieri, 16 novembre 2005: “L’autografia del grande frammento qui<br />
preso in esame risulta dall’alto livello pittorico generale, che appare non inferi<strong>ore</strong> al quadro<br />
ora al Prado. L. Salerno (”I dipinti del Guercino”, U. Bozzi ed., Roma 1988, n. 34, pag. 35–55)<br />
ricorda l’esistenza di copie, nessuna delle quali in collezioni tedescheo austriache private.<br />
Comunque la qualità del tessuto cromatico, la penetrante azione luministica e l’intensa<br />
fluidità plastica nella resa dei panneggi di questo grande frammento, ne attestano pienamente,<br />
a mio giudizio, la paternità del Guercino.”<br />
Il presente dipinto non era stato toccato da almeno 150 anni e fu pulito prima di quest’ asta<br />
per incarico del committente;<br />
Provenienza: collezione privata austriaca
[EOT]<br />
50<br />
Michelangelo Cerquozzi (Roma 1602 – 1660)<br />
Mercurio e Argo, olio su tela, 42 x 32 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 6.000 – 9.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – <strong>10</strong>.900<br />
[EOT]<br />
51<br />
Luca Giordano (Napoli 1634 – 1705)<br />
Ratto di Proserpina, olio su tela, 203,5 x 169 cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – 35.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 42.500<br />
Il tema del rapimento appare spesso nella pittura del Giordano. Nelle composizioni sono<br />
sempre presenti donne con movimenti di torsione del busto e con le mani alzate in segno di<br />
difesa come nel Ratto delle sabine a Caserta, Palazzo Reale. Particolare la presenza del<br />
cavallo simile ai cavalli di altre opere dell’artista. I colori, lo stile e la violenza che transpare<br />
dalla composizione, sono tipici dei dipinti di Luca Giordano. (cfr. D. Ferrari, G. Scavizzi, Luca<br />
Giordano, l’opera completa, Napoli, 1922, p. 141, ill. n. LXXXV, 711, ill. n. 583).<br />
[EOT]<br />
52<br />
Sebastiano Conca (Gaeta 1680–1764)<br />
Il ratto d’Europa, olio su tela, 75,5 x <strong>10</strong>0 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 35.000 – 45.000 US$ 42.500 – 54.600<br />
Perizia: prof. Giancarlo Sestieri, <strong>10</strong> dicembre 2005: “Questo ‘Ratto di Europa’ costituisce una<br />
significativa nuova acquisizione al catalogo di Sebastiano Conca, in quanto oltre ad offrirci un<br />
rappresentativo saggio della sua personalità artistica, qui espressa ai suoi migliori livelli<br />
qualitativi ed interpretativi, in una fase di felice esplicazione in chiave rococò della sua<br />
originaria matrice tardo barocca, ci attesta della diffusa popolarità e della conseguentemente<br />
larga commitenza, da lui acquisite a Roma sin dall’inizio del secondo decennio. Infatti la sua<br />
accattivante trattazione di questo popolare tema mitologico dovette evidentemente<br />
incontrare un più che lusinghiero successo, come ci attestano l’altra versione pittorica nella<br />
collezione Ingold a Vigevano, e quella incisa dallo stesso Sebastiano e Giacomo Leopardis (in<br />
‘Venezia appresso Francesco Aglietti e compagni’). Alle quali si viene ora ad aggiungere il<br />
presente esempio, che differisce sostanzialmente dalle due suddette, pur attenendosi a un<br />
analogo schema di dinamica ma equilibrata composizione, imperniato sulla leggiadra figura di<br />
Europa, assisa sul toro, e circondata dalle sue ancelle e vari amorini, ed inquadrata su un<br />
accennato sfondo marino. Ma le figure secondarie sono assai variate sia nel dipinto che nell’<br />
incisione, pur con strette attinenze, quali gli angioletti che reggono la corda del toro, mentre<br />
la posizione del toro risulta invertita nel quadro già noto, ma non quella di Europa che però<br />
è diversamente atteggiata. Differenze che ci testimoniano della versatilità del Conca, capace<br />
di variare con disinvoltura su un tema, mantenendo sempre ben vive le sue più positive<br />
peculiarità. Non è da escludersi il reperimento di un terzo dipinto, più strettamente
aderente alla stampa. Per i confronti col quadro citato e l’ incisione si possono esaminare il<br />
catalogo, curato dal sottoscritto, della mostra sull’aut<strong>ore</strong>, tenutasi a Gaeta nel 1981<br />
(‘Sebastiano Conca 1680 – 1764’, Centro Storico Culturale ‘Gaeta’, n. 24, pp. 138–139); e il<br />
‘Repertorio della Pittura Romana della fine del Seicento e del Settecento’, a cura di G.<br />
Sestieri, Allemandi ed., Torino 1994, II, fig. 298), in cui ho ripubblicato il quadro della<br />
collezione di Vigevano. Nel caso di una mia aggiornata redazione di una monografia su<br />
Sebastiano Conca, vi includerò senza meno questa opera; della quale avrei piacere di potere<br />
avere un trasparente per una sua una pubblicazione a colori.<br />
Bibliografia: si veda l’analoga composizione rovesciata nella collezione Ingold a Vigevano,<br />
riprodotta in Giancarlo Sestieri, “Repertorio della Pittura Romana della fine del Seicento e<br />
del Settecento”, 1993, Roma, tomo II, n. 298.<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
53<br />
Francesco Trevisani (Capodistria 1655 – 1746 Roma)<br />
“Apollo e Marsia” e “Apollo e Pan”; pendants, olio su tela, ognuno “ 174 x 123 cm, con<br />
cornice, (2), (Wo)<br />
EURO 50.000 – 60.000 US$ 60.700 – 72.900<br />
Perizia: Prof. Giancarlo Sestieri, 8 febbraio 1999: “questi due notevoli quadri rappresentano<br />
due nuove importanti acquisizioni al catalogo di Francesco Trevisani, che fu uno dei<br />
caposcuola della pittura romana durante la prima metà del Settecento. Le due tele<br />
appartengono evidentemente alla sua prima fase romana (si trasferì nell’Urbe nel 1678),<br />
ancora sotto il diretto ascendente del suo maestro A. Zanchi - nella cui bottega si era<br />
educato giovinetto a Venezia - e antecedenti il suo esordio ufficiale romano in S. Silvestri in<br />
Capite (1695–96). Comunque esemplificativo è il confronto tra i due quadri, qui presi in<br />
esame, e i modelletti per il suddetto ciclo chiesastico (vedi G. Sestieri, ‘Repertorio della<br />
Pittura Romana della fine del Seicento e del Settecento’, III, figg. <strong>10</strong>84–<strong>10</strong>85). Sono due<br />
opere quindi che, oltre al loro alto livello qualitativo, esplicano significativamente il passaggio<br />
del Trevisani dalla primitiva matrice veneta, di cui si può godere il pregnante pittoricismo,<br />
alle successive raffinatezze di un dipingere più decantato e filtrato dalla chiarezza espositiva<br />
marattesca. In definitiva due testimonianze basilari per penetrare nella prima maturazione del<br />
maestro di Capodistria, che in effetti, grazie a questa sua commistione veneto-romana,<br />
costituì l’elemento più rivitalizzante del piuttosto monotono panorama tardo-barocco della<br />
pittura romana. Le due scene si riferiscono, la prima, alla punizione di Apollo, mentre si<br />
accinge a scorticare Marsia, che aveva osato sfidarlo a una gara di musica; e la seconda<br />
all’altra tenzone musicale tra il dio e Pan, con al centro il re Mida, ancora senza le <strong>ore</strong>cchie<br />
asinine, inflittegli quale punizione per il suo giudizio fav<strong>ore</strong>vole al satiro.”<br />
Provenienza: collezione privata europea<br />
[EOT]<br />
54
Sante Creara (Verona 1571 – 16<strong>30</strong>)<br />
Diana con le ninfe in un parco davanti ad una fontana a getto, firmato in basso a destra “S.<br />
CREARIUS. F.”, olio su lastra d’ardesia, 44 x 34,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 20.000 – <strong>30</strong>.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – 36.400<br />
Sante Creara fu allievo di Brusasorci e eseguì fra altro molti dipinti per la chiesa di Santa<br />
Caterina a Verona. Creara incontrò molto il gusto popolare nella sua vastissima attività,<br />
arrivando a riformulare il linguaggio aristocratico. Quale disinvolta trasformazione subiscano<br />
le colte citazioni praghesi e fi<strong>ore</strong>ntine del maestro lo si può vedere in una perla di naiveté<br />
come il Cristo con la Vergine e Santi francescani del Museo di Castelvecchio a Verona,<br />
immagine squsisitamente devozionale ad uso monastico, dove una sorprendente ingenuità<br />
culturale è tuttavia sorretta da preziosità cromatiche ancora manieristiche e da indubbio<br />
mestiere professionale.<br />
Bibliografia: cfr: La pittura in Italia. Il Seicento, Electa, 1989, tomo I., pp. 149, 155, tav. 196.<br />
[EOT]<br />
55<br />
Paris Bordone, cerchia<br />
Cristo e la Samaritana al pozzo, olio su tela, 66 x 75 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600<br />
Provenienza: proprietà privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
56<br />
Pitt<strong>ore</strong> veneziano del XVIII secolo<br />
L’evangelista Matteo, olio su tela, 43 x 34 cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 15.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 18.200<br />
Il dipinto è tradizionalmente considerato opera di Giovanni Battista Tiepolo, e da questi<br />
donato a Christoph Franz von Hutten, vescovo-principe di Wuerzburg, in carica dal 1724 al<br />
1729.<br />
Provenienza: collezione privata della Germania meridionale<br />
[EOT]<br />
57<br />
Giuseppe Antonio Pianca (Agnona di Borgosesia/Vercelli 1703 – dopo il 1757)<br />
Paesaggio con casolari e figure, olio su tela, 43,5 x 54 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 18.000 – 22.000 US$ 21.900 – 26.700<br />
Perizia: Prof. Ugo Ruggeri, 25 gennaio <strong>2006</strong>:”Questo dipinto infatti ha vive analogie con due<br />
paesaggi in collezione privata a Bergamo resi noti da Mina Gregori (in “Paragone” 1975, n.
<strong>30</strong>3, figg. 60, 61) e ancora con altri, di varie collezioni, pubblicati da Filippo Maria Ferro<br />
(“Paragone” 1975 n. <strong>30</strong>3, fig. 52), e infine con quelli resi noti da Giovanni Testori<br />
(“Paragone” 1967, n. 205, figg. 61–64), dai quali ha avuto origine il riconoscimento<br />
dell’Attività del Pianca come paesaggista. Tipica del Pianca, anche in questo suo inedito, à la<br />
stesura pittorica, modernissima, debitrice dei modi del Magnasco e simile, anche, a quelli di<br />
Marco Ricci. È evidente, infatti, il ricorso del Pianca a soluzioni paesistiche di tipo veneto, che<br />
appaiono qui anche in rapporto con Giuseppe Zais e Francesco Zuccarelli.”<br />
[EOT]<br />
58<br />
Bartolomeo Pedon (Venezia 1665 – 1733)<br />
Paesaggio fluviale con figure, olio su tela, 52 x 47 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 16.000 US$ 14.600 – 19.400<br />
Perizia: Prof. Giancarlo Sestieri, 24 gennaio <strong>2006</strong> come opera autografa di Pedon. “Questo<br />
paesaggio è chiaramente inquadrabile nell’ambito della scuola veneta d’inizio Settecento, con<br />
una impostazione equidistante tra Marco Ricci e Giuseppe Zais. Anche l’ispirazione<br />
paesaggistica rimanda alle colline prealpine del Veneto. Infatti esso è da assegnare a<br />
Bartolome Pedon, un originale e bizzarro artista - del quale il Temanza scrive “era eccellente<br />
nelli Paesi e nelle Tempeste” - che risulta iscritto nella Fraglia dei pittori di Venezia nel 1716.<br />
[EOT]<br />
59 –<br />
Giovan Battista Cimaroli (Salò 1687 – 1771 Venezia)<br />
Paesaggio con casolari e figure sulla riva di un lago, olio su tela, 32 x 48 cm, con cornice,<br />
(Wo)<br />
EURO 20.000 – 25.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – <strong>30</strong>.400<br />
Perizia: Prof. Ugo Ruggeri, gennaio <strong>2006</strong>: come opera autografa di Cimaroli: “in questo<br />
dipinto Cimaroli si palesa protagonista del paesismo veneto settecentesco, accanto allo Zais<br />
e soprattutto allo Zuccarelli, con il quale è stato spesso confuso, imprimendo alla<br />
caratterizzazione arcadica di tale ‘genere’ pittorico una cifra stilistica del tutto personale,<br />
anche qui evidentemente nella costruzione del paesaggio per piani orizzontali e nella ricca<br />
fermezza del trattamento pittorico. Le figurine, o ‘macchiette’, potrebbero essere di un<br />
aut<strong>ore</strong> diverso, da identificare ulteriormente, come era nella prassi delle ‘botteghe’<br />
veneziane del secolo XVIII”.<br />
[EOT]<br />
60<br />
Francesco Guardi (Venezia 1712 – 1793)<br />
Capriccio lagunare con obelisco, olio su tela, 21 x <strong>30</strong>,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 60.000 – 80.000 US$ 72.900 – 97.<strong>10</strong>0
Perizia: Dario Succi, 31 marzo 2005: “Questo bellissimo e delizioso capriccio ambientato in<br />
uno scorcio di suggestivo paesaggio lagunare è opera autografa di Francesco Guardi... il<br />
dipinto, inedito verrà da me pubblicato e inserito nel catalogo dei dipinti di Francesco<br />
Guardi, attualmente in preparazione.”<br />
Dario Succi scrive: “La partitura luministica del dipinto risulta molto elaborata, passando<br />
dalla ombreggiatura vellutata del primo piano alle tonalità grigio azzurre e argentee del<br />
fondo, in cui cielo e mare sembrano confondersi. In secondo piano si scorge un edificio che<br />
ricorda la Torre di Marghera, resa famosa da una splendida incisione del Canaletto,<br />
pubblicata intorno al 1745. Il dipinto affascina per il senso di evidenza monumentale che da<br />
esso emana nonostante le dimensioni ridotte in cui sono collocati i vari elementi compositivi<br />
(muro, piramide, pino marittimo, costa rocciosa, imbarcazioni, torre lontana) i quali<br />
interagiscono tra loro in un gioco prospetticò felicemente equilibrato dal primo all’ ultimo<br />
piano. Le caratteristiche particolari dello stile e della tecnica di Francesco Guardi sono<br />
riscontrabili nel tocco leggero e brioso che caratterizza le architetture e le piccole bellissime<br />
figure (“macchiette”) che contribuiscono a scandire la profondità del dipinto. Questa<br />
preziosa fantasia lagunare, intrisa di una luminosità cangiante con delicate sfumature argentee<br />
che esaltano la preziosità della finissima materia pittorica, costituisce una prova significativa<br />
della capacità espressiva di Francesco Guardi. Per le sue caratteristiche stilistiche e per<br />
l’intimo lirismo venato di una sottile malinconia tipicamente veneziana, il dipinto è collocabile<br />
nella fase matura dell’attività del maestro veneziano, cioè intorno al 1785.<br />
Prof. Egidio Martini: “opera sicura e luminosa di Francesco Guardi”. Il prof. Martini confronta<br />
il dipinto presente a simili composizioni nella collezione du Duca di Montellano di Madrid,<br />
presso la Galleria Toot e le collezione Hiffe di Londra. Il Prof. Martini scrive: “Questo<br />
paesaggio...è una delle creazioni più tipiche del pitt<strong>ore</strong> veneziano, eseguito con un tocco e<br />
una scrittura lieve e delicata, dove ogni elemento si perde entro un’atmosfera tenera e<br />
luminosa. È una visione, questa, che ricorda più che altri luoghi, la laguna di Venezia, nella<br />
quale si vede una delle tante isole e, ancora una bianca vela che si perde all’orizzonte. Tutto<br />
il dipinto è trattato con dei toni di col<strong>ore</strong> dolci grigio-argentei, cioè come una delle cose più<br />
spirituali e spontanee create dal Guardi nel suo tempo maturo, un dipinto che ritengo sia da<br />
considerare, unitamente alle opere su accennate, eseguito tra il 1770 e il 1780.<br />
Provenienza: collezione privata europea<br />
[EOT]<br />
61<br />
Giacomo Guardi (Venezia 1764 – 1835)<br />
Veduta del ponte di Rialto, Venezia; guazzo su carta, 14 x 22,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 9.000 – 12.000 US$ <strong>10</strong>.900 – 14.600<br />
Il dipinto reca iscrizione e firma a tergo, molto probabilmente autografe: “Veduta del ponte<br />
di Rialto In Campo S. Marina No.5684 dimandà Giacomo de Guardi”.<br />
Provenienza: collezione privata della Germania settentrionale. Giacomo Guardi ha dipinto<br />
tante volte lo stesso motivo popolare con leggere variazioni.<br />
[EOT]
62<br />
Antonio Canal detto il Canaletto, seguace del XIX (?) secolo<br />
Venezia, veduta del Canal Grande, olio su tela, 38 x 63 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 13.000 – 16.000 US$ 15.800 – 19.400<br />
Provenienza: collezione privata, Berlino.<br />
[EOT]<br />
63<br />
Giovanni Domenico Tiepolo (Venezia 1727 – 1804)<br />
Sant’Antonio da Padova con il Gesù Bambino, olio su tela , 39,5 x 32 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 20.000 – 25.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – <strong>30</strong>.400<br />
Perizie: Rodolfo Pallucchini: “... una caratteristica opera devozionale di Gian Domenico<br />
Tiepolo tanto nella sua... forma cromatica come nella tipologia, è databile tra l’ottavo ed il<br />
nono decennio del Settecento”. prof George Knox, 9 maggio 1996: “This is an admirable<br />
example of a small devotional picture by Domenico Tiepolo, that is unrecorded in the<br />
literature as I know. It may be compared with the somewhat larger Vincent Ferrer in the<br />
Museo Civico Udine... and the numerous images of St. Joseph and the Christchild... Both St.<br />
Vincent Ferrer and St. Anthony of Padua appear in the altarpeace by Domenico at Zianigo of<br />
c. 1778 ... may be proposed fo the present picture.”<br />
Ringraziamo al Signor Pietro Scarpa, Venezia, per aver confermato il dipinto opera autografa<br />
di Giandomenico Tiepolo.<br />
Provenienza: collezione privata della Germania settentrionale<br />
[EOT]<br />
64 –<br />
Girolamo Pesci (Roma 1679 – 1759)<br />
La Maddalena penitente; olio su tela, 58 x 48 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 20.000 – 25.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – <strong>30</strong>.400<br />
Perizia: Prof. Giancarlo Sestieri, 16 dicembre 2005: “Girolamo Pesci è divenuto a Roma uno<br />
dei maggiori caposcuola dopo la morte del Maratti nel 1713 e fu uno dei suoi più coerenti e<br />
sensibili seguaci, proponendone con vivace originalità l’ indirizzo pittorico ed interpretativo<br />
in squisita chiave rococò” (Sestieri). Per una prima introduzione a questo notevole pitt<strong>ore</strong>, si<br />
può consultare il volume curato da Giancarlo Sestieri,”Pittura Romana della fine del Seicento<br />
e del Settecento” (Allemandi ed. Torino 1994, I, pp.146–147, figg. 889-894).<br />
Provenienza: già Gallery Richard Feigen, New York (etichetta sul retro).<br />
[EOT]<br />
65<br />
Orazio Gentileschi (1563 – 1693) bottega
Il riposa nella fuga in Egitto, replica del XVII secolo del dipinto del Kunsthistorisches<br />
Museum, Vienna, olio su tela, 252 x 141 cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 3.000 – 5.000 US$ 3.600 – 6.<strong>10</strong>0<br />
Provenienza: collezione privata austriaca<br />
[EOT]<br />
66<br />
Jacopo Negretti detto Palma il Giovane (Venezia 1544 – 1628)<br />
La Maddalena, olio su tela, <strong>10</strong>0 x 83 cm, cornice originale intagliata e dorata primi XVII<br />
secolo, (Wo)<br />
EURO 20.000 – <strong>30</strong>.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – 36.400<br />
Perizia: prof Pietro Zampetti: come opera autografa di Palma Giovane.<br />
Esposizioni: “Peintres de Venise, de Titien a Canaletto”, Lodève, Francia, Musée de Lodève,<br />
ottobre/novembre 2000<br />
Biblografia: F. Caroli, “I seni di Palma, Quadri e sculture”, Nr. 28, 1997 Edizione Smac;<br />
“Peintres de Venise, de Titien á Canaletto”, Milano, Electa 2000.<br />
[EOT]<br />
67 –<br />
Pitt<strong>ore</strong> napoletano del XVIII secolo<br />
La Madonna porge il rosario ad una anima del Purgatorio; sul retro della tela originale,<br />
iscrizione e data “In Sino 1749” e firma(?) “Antonio Spagnol...(?)”, olio su tela, 56 x 36 cm,<br />
con cornice, (Wo)<br />
EURO 7.000 – 9.000 US$ 8.500 – <strong>10</strong>.900<br />
[EOT]<br />
68<br />
Maestro lombardo del XVIII secolo<br />
La vergine al tempio, bozzetto per una pala d’altare; olio su tela, 71 x 42 cm, bella cornice<br />
intagliata, dorata, (Wo)<br />
EURO 9.000 – 12.000 US$ <strong>10</strong>.900 – 14.600<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
69<br />
Cristofano Allori detto il Bronzino (Firenze 1577 – 1621) cerchia<br />
San Giovanni Battista, olio su tavola, 56 x 42 cm, cornice intagliata, dorata del XVII secolo,<br />
(Wo)
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
Provenienza: collezione privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
70 -<br />
Carlo Francesco Nuovolone (Milano 1609 – 1662) attribuito<br />
Madonna con il Bambino, olio su tela, 115 x 91 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 17.000 – 20.000 US$ 20.600 – 24.<strong>30</strong>0<br />
Provenienza: collezione privata della Germania settentrionale<br />
[EOT]<br />
71 –<br />
Scuola veronese del XVIII secolo<br />
Noè ebbro, olio su tela, 150 x <strong>10</strong>0 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – <strong>30</strong>.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 36.400<br />
Ringraziamo il dott. Fabrizio Magani per il riferimento alla scuola veronese.<br />
[EOT]<br />
72 –<br />
Francesco Celebrano (Napoli 1724 – 1814)<br />
San Giuseppe con il Bambino Gesù, olio su tela, 77 x 62 cm, vecchia cornice “Salvator Rosa”,<br />
intagliata, dorata, (Wo)<br />
EURO 25.000 – 28.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 34.000<br />
Il prof. Nicola Spinosa (si veda bibliografia) confronta il presente dipinto con due<br />
composizioni simili presso il Museum of Fine Art, Springfield (Mass. USA) e lo ritiene una<br />
opera della maturità dell’artista.<br />
Bibliografia: cfr: Nicola Spinosa, Pittura napoletana del Settecento dal Rococò al Classicismo,<br />
Napoli 1987, p. 89, cat. no. 64 con ill.<br />
[EOT]<br />
73<br />
Corrado Giaquinto (Molfetta 1703 – 1766 Napoli) attribuito<br />
Pietà, olio su piombo, ovale, 16 x 12 cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500
Perizia: Dott. Claudio Strinati, sopraintendente ai Beni Culturali e al Polo museale di Roma ,<br />
3 dicembre 2005: il dott. Strinati ha esaminato questo dipinto in originale e lo ha accettato<br />
come “opera veramente rara e pregevole del grande Corrado Giaquinto”<br />
Il dott. Strinati scrive: “Lo stile sottile e fluente e la morbidezza straordinaria del tratto mi<br />
sembrano doversi avvicinare al periodo maturo del Giaquinto, poco prima del suo<br />
trasferimento in Spagna, tanto che noto delle somiglianze tra l’enorme pala d’altare della<br />
Trinità dei Condotti a Roma, databile al 1749 e raffigurante ‘La Trinità con gli schiavi liberati’,<br />
e il minuscolo dipinto qui in esame che ha, del resto, la stessa poderosa monumentalità di un<br />
quadro di grandi dimensioni perchè strutturalmente maestoso e nobilmente composto.<br />
Ritengo, quindi, che anche la nostra ‘Pietà’ debba essere datata intorno alla metà del secolo<br />
diciottesimo. Sicuramente è opera a destinazione privata, per lo Studiolo di un ecclesiastico<br />
o di un intellettuale e potrebbe provenire proprio dall’ambiente dei Trinitari di Via Condotti,<br />
per il quale Giaquinto lavorò tanto, se si pensa che i tre chiodi della Croce posti in basso nel<br />
nostro dipinto a creare una sorta di triangolo, richiamano proprio il mistero trinitario.<br />
Un’opera, quindi, di estremo interesse storicoartistico e di indubbia qualità.”<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
74<br />
Sebastiano di Francesco Luciani detto Sebastiano del Piombo (Venezia 1485 ca. - 1547<br />
Roma) cerchia<br />
Ritratto di un ecclesiastico, olio su tela, 136 x 99 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 6.000 – 8.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – 9.700<br />
Provenienza: collezione privata europea<br />
[EOT]<br />
75 –<br />
Leonardo da Vinci, seguace<br />
Replica della“ Monna Lisa“, oggi conservata al Louvre, Parigi, olio su tela, 75 x 53 cm,<br />
splendida cornice barocca intagliata e dorata, (Wo)<br />
EURO 16.000 – 18.000 US$ 19.400 – 21.900<br />
Replice della „Monna Lisa“, come la presente, sono rare prima del 1800, soprattutto se<br />
paragonate alle numerose copie di altri opere famose del Rinascimento italiano, come quelle<br />
di Raffaello o Michelangelo. La sola possibile spiegazione per questa particolarità risiede nella<br />
circostanza che la “Monna Lisa” passò direttamente dalle mani di Leonardo alla collezione di<br />
Francesco I re di francia, e da quel momento in poi non fu pubblicamente accessibile. Dal<br />
1607 l’originale fu conservato nella collezione reale a Fontainebleau. Soltanto nell’anno 1800,<br />
dopo la trasformazione del Louvre in un museo pubblico e il trasferimento della „Monna<br />
Lisa“ nello stesso, il pubblico ebbe la possibilità di vedere e studiare il dipinto. E tuttavia solo<br />
nel 1911, dopo il sensazionale furto della Gioconda, la fama di questo quadro prese a salire<br />
ad altezze vertiginose.<br />
[EOT]
76<br />
Pitt<strong>ore</strong> olandese del XVII secolo<br />
Ritratto di giovane in costume da past<strong>ore</strong>, a destra l’iscrizione “AET...”, olio su tavola, 61 x<br />
46 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
Provenienza: proprietà privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
77<br />
Peter Paul Rubens (Siegen 1577 – 1640 Anversa) bottega<br />
Studio di testa maschile per il ritratto di un gentiluomo, olio su tavola, 44 x 38 cm, antica<br />
cornice intagliata, dorata, (Wo)<br />
EURO 25.000 – <strong>30</strong>.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 36.400<br />
Perizia: prof Justus Müller Hofstede, 28 ottobre 1997. Il prof Müller Hofstede riconosce il<br />
presente ritratto quale opera autografa di Rubens „ nato evidentemente quale stadio<br />
preparatorio per un un ritratto più grande, per il quale il maestro ha fissato qui i tratti<br />
fisiognomici del rappresentato“ “Il rappresentato”, scrive Müller Hofstede, “indossa quel tipo<br />
di largo aperto collare che si può notare, intorno al 1620, anche nella ritrattistica di Anton<br />
van Dyck aufkam”. Müller Hofstede paragona il nostro dipinto con ritratti di Van Dick<br />
conservati nella pinacoteca del principe Liechtenstein (Ritratto di uomo a tre quarti) e nella<br />
pinacoteca di Dresda (Ritratto di giovane), entrambi databili intorno al 1620. Müller<br />
Hofstede data „per ragioni stilistiche“ il presente studio di testa maschile, da lui esaminato in<br />
originale, „intorno al 1620“: „ la viva intensità di espressione contribuisce alla qualità del<br />
dipinto“.<br />
Provenienza: Il dipinto vanta una lunga e interessante serie di vicissitudini.Intorno al 1800 si<br />
trovava nella collezione Duke of Cumberland; prima del 1831 nella collezione Hausmann ad<br />
Hannover. Nel 1857 fu acquistato da re Giorgio V di Hannover e passò nel castello di<br />
Blankenburg, nella pinacotega della casa arciducale Braunschweig-Lüneburg Con altre parti<br />
dela galleria fidecommissa della famiglia ducale fu esposto nel 1905 alla pinacotecanazionale di<br />
Kassel e fu lì catalogato come opera autografa di Rubens dal dr. Eisenmann, dirett<strong>ore</strong> delle<br />
Kasseler Kunstsammlungen. Il 27 <strong>aprile</strong> 1926 fu messo all’asta come opera autografa di<br />
Rubens con il numero di catalogo 136 nella casa d’aste Cassirer & Helbing a Berlino. Nella<br />
prefazione al catalogo Wilhelm von Bode, il famoso Generaldirektor del Kaiser-Friedrich-<br />
Museum di Berlino, ha segnalato il dipinto quale opera autografa di Rubens. Sul retro del<br />
dipinto si trovano le seguenti etichette originali: “Cumberland 136”, “Schloß Blankenburg<br />
GEMÄLDEVERZEICHNIS Nr.0341”,”FIDEIKOMMISS-GALERIE Kat. Eisenmann Nr.579 Kat.<br />
v.1905 Nr.470 Kat. v...”, “Nr.483”,”No 27”.<br />
[EOT]<br />
78<br />
Goavaert Flinck (Kleve 1615 – 1660 Amsterdam) attribuito<br />
Ritratto maschile con abito nero e collare bianco aperto, in basso, a sinistra, tracce di<br />
monogramma, olio su tela, 74 x 65 cm, con cornice, (Wo)
EURO 70.000 – <strong>10</strong>0.000 US$ 85.000 – 121.400<br />
Bibliografia: J. W. Moltke, Govaert Flinck, Amsterdam 1965, p. 127, n.292; A. Blankert & L. J.<br />
Slatkes, catalogo della mostra Nieuw Licht op de Gouden Eeuw, 1986 – 1987, p. <strong>30</strong>6,<br />
riproduzione 132; F. Tissink & HF. De Wit, Corcumseschilders in de Gouden Eeuw, Utrecht<br />
1987, p.<strong>30</strong>–31, con riproduzione.<br />
Esposizioni: Boston, USA, Art in New England, 1939, n.44, riproduzione XXII; Utrecht,<br />
Museum 1986–1887, Nieuw Licht op de Gouden Eeeuw; Herzog Anton Ulrich - Museum,<br />
Braunschweig 1986 – 1987, cat. p. <strong>30</strong>6, riproduzione 132.<br />
Provenienza: Galleria d’arte Durand-Ruel, Parigi; Mrs. Washington B. Thomas, Boston, Mass.,<br />
USA, 1939; Mrs. William Tudor Gardiner, Boston 1962; proprietà privata della Germania<br />
settentrionale<br />
[EOT]<br />
79 –<br />
Ambrosius Benson (Lombardia verso 1495 – 1550 Brugges) cerchia<br />
Ritratto maschile, olio su tavola, 32 x 21 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
[EOT]<br />
80<br />
Jan Massys (morto 1575) seguace<br />
Salome con la testa di Giovanni Battista, olio su rame, 40 x 34 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
Provenienza: proprietà privata austriaca<br />
[EOT]<br />
81<br />
Scuola olandese del XVII secolo<br />
Ritratto di un fanciullo con veste verde, olio su tavola, 72 x 58 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
[EOT]<br />
82<br />
Pitt<strong>ore</strong> de L’Aia, prima metà degli anni ’40 del XVII secolo<br />
Probabile ritratto del pitt<strong>ore</strong> Anthonie Palamedesz (Delft 1600/01 – 1673 Amsterdam), olio<br />
su tavola, 67 x54 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 4.500 – 7.500 US$ 5.500 – 9.<strong>10</strong>0<br />
Provenienza: proprietà privata viennese
[EOT]<br />
83<br />
Jan van Mieris (Leida 1660 – 1690 Roma)<br />
Suonatrice di liuto, a destra sul libro firma e data illeggibili, olio su tavola, 20 x 16 cm, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO 3.500 – 4.500 US$ 4.200 – 5.500<br />
[EOT]<br />
84 –<br />
Adriaen Hanneman (L’Aia intorno al 1601 – 1671) attribuito<br />
Ritratto di un giovane in posa da condottiero, olio su tela, <strong>10</strong>1 x 76 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 7.500 – 9.000 US$ 9.<strong>10</strong>0 – <strong>10</strong>.900<br />
Il dipinto è tradizionalmente considerato un ritratto giovanile dell’Arciduca Ludwig Wilhelm,<br />
Governat<strong>ore</strong> dell’Olanda meridionale (il Belgio odierno) e fondat<strong>ore</strong> delle collezioni<br />
imperiale del futuro Kunsthistorisches Museums, di Vienna. La somiglianza del soggetto con il<br />
giovane Asburgo è in verità innegabile.<br />
[EOT]<br />
85<br />
Anthonis van Dyck, imitat<strong>ore</strong> del XIX secolo<br />
Maria con il Bambino, olio su tela, 124 x 112 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 7.000 – <strong>10</strong>.000 US$ 8.500 – 12.<strong>10</strong>0<br />
Il dipinto è una replica di grande spontaneità e qualità della composizione del 1688,<br />
conservata alla Royal Collection a Londra.<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
86<br />
Erasmus Quellinus (Anversa 1607 – 1678)<br />
La Maddalena penitente, olio su tela, 118,5 x 90,5 cm, bella cornice antica dorata e intagliata,<br />
(Wo)<br />
EURO 18.000 – 25.000 US$ 21.900 – <strong>30</strong>.400<br />
Erasmus Quellinus fu uno dei più fecondi pittori della cerchia di Rubens, del quale egli fu<br />
sllievo e collaborat<strong>ore</strong>, e con il quale collaborò in occasione di molti importanti<br />
committenze, quali ad esempio l’apparato decorativo dei festeggiamenti per l’insediamento<br />
dell’arciduca Ferdinando d’Austria a governat<strong>ore</strong> di Anversa, oppure per il castello da caccia<br />
Torre de la Parada di re Fiippo IV a Madrid (1636–1638). De Bie lo definì un Protogene, il cui
“Pennello non ha uguali” e come un “filosofo tra i pittori”. Quellinus fu considerato accanto<br />
a Rubens come un Apelle del suo tempo.<br />
[EOT]<br />
87 –<br />
Anthonis van Dyck (Anversa 1599 – 1641) e bottega<br />
Ritratto di Sir Basil Dixwell (1585 – 1642), olio su tela, 202 x 123 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 40.000 – 60.000 US$ 48.600 – 72.900<br />
Sir Basil Dixwell fu membro del parlamento inglese, nel 1626, per la fazione di Hythe (“the<br />
bravest man in the house of commons”) e fu fatto nobile nel 1627 da Carlo I . Un ritratto a<br />
mezzobusto (<strong>10</strong>8 x 87 cm) realizzato da van Dyck a partire dal presente a figura intera di Sir<br />
Basil Dixwell si trova in una collezione privata, quale “from a full length version of the<br />
portrait which passed by descent to Lady Capel Cure (her sale, Christie’s London, 20<br />
novembre 1931, lotto 95 – confronta bibliografia).<br />
Provenienza: dalla proprietà del rappresentato, passato in eredità al bisnipote George<br />
Oxenden, Boome Park; poi a Muriel Oxenden, Lady Capel, Cure; messo all’asta da<br />
Christie’s, Londra, 20 novembre 1931, lotto 95; aggiudicato a Hartveld.<br />
Bibliografia: Susan J. Barnes, Nora De Poorter, Oliver Millar and Horst Vey, “Van Dyck, A<br />
Complete Catalogue of the Paintings”, 2004, p. 5<strong>10</strong>.<br />
[EOT]<br />
88 –<br />
Cornelis van Poelenburgh (Utrecht intorno al 1586 – 1667)<br />
Paesaggio ideale con ninfe e mucche, olio su tavola , 20 x 27 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
[EOT]<br />
89 –<br />
Anthonie Mirou (Frankenthal prima del 1586 – dopo il 1661) attribuito<br />
Paesaggio boschivo con cacciatori, olio su tavola, 31 x 52 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 15.000 US$ 14.600 – 18.200<br />
[EOT]<br />
90 –<br />
Dirck Dalens III. (Amsterdam 1688 – 1753)<br />
Paesaggio fluviale con vitelli e figure di fronte a una casa e barche sul fiume, in basso a sinistra<br />
firmato “DDALENS”, olio su tela, 42 x 35 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 15.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 18.200
Dirck Dalens III. dipinse pannelli con paesaggi, castelli e feste della mietitura per dim<strong>ore</strong><br />
nobiliari e palazzi aristrocratici, soprattutto ad Amsterdam, Leida und L’Aia. I suoi quadri si<br />
avvicinano stilisticamente e tematicamente a quelli di Adam Pynacker e di Frederick e Isaac<br />
de Moucheron.<br />
[EOT]<br />
91 –<br />
Johannes Schoeff (L’Aia 1608 – dopo il 1666 Bergen op Zoom)<br />
Paesaggio fluviale olandese con casolari e barche da pesca, olio su tavola,<br />
47,5 x 67 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 20.000 – 25.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – <strong>30</strong>.400<br />
Johannes Schoeff è un singolare pitt<strong>ore</strong> di paesaggi de L’Aia, della cerchia di Jan van Goyen.<br />
Bibliografia: confronta una composizione molto simile in: Walther Bernt, “Die<br />
Niederländischen Maler des 17. Jahrhunderts”, 1970, tomo III, riproduzione n.<strong>10</strong>47.<br />
[EOT]<br />
92 –<br />
Scuola olandese intorno al 1700<br />
Città fluviale con imbarcazioni e figure, in basso, a sinistra, iscrizione: “T. Michau”,<br />
olio su tavola, 23,5 x 29 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 8.000 – <strong>10</strong>.000 US$ 9.700 – 12.<strong>10</strong>0<br />
[EOT]<br />
93<br />
Abraham Storck (Amsterdam verso il 1635 – verso il 17<strong>10</strong>) bottega<br />
Un porto meridionale con trealberi all’ancora, una galera e molte figure, olio su tela, 71 x<br />
88,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 20.000 – 25.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – <strong>30</strong>.400<br />
Provenienza: Asta <strong>Dorotheum</strong> Vienna, 17 novembre 1981, cat. n. 166, riproduzione XX,<br />
come opera autografa di Abraham Storck, aggiudicato per 400.000 scellini; collezione privata<br />
viennese<br />
[EOT]<br />
94 –<br />
Jan Griffier il G. cerchia<br />
“Paesaggio renano” con eleganti cavalieri, olio su tela, 42 x 35 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600<br />
[EOT]
95 –<br />
Thomas Heeremans (Haarlem verso il 1640 – 1697)<br />
Villaggio fluviale con molte imbarcazioni e figure, in basso a sinistra, firmato e datato in modo<br />
non chiaro, olio su tela, 60,5 x 84 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 35.000 – 40.000 US$ 42.500 – 48.600<br />
[EOT]<br />
96 –<br />
Pitt<strong>ore</strong> tedesco del XVIII secolo<br />
Paesaggio fluviale con un ponte e figure, olio su rame, 17 x 24 cm, cornice originale, dorata e<br />
intagliata, (Wo)<br />
EURO 4.000 – 5.000 US$ 4.900 – 6.<strong>10</strong>0<br />
[EOT]<br />
97<br />
Huybert van Westhoven (Amsterdam intorno al 1643 - vor 1687)<br />
Cacciat<strong>ore</strong> seduto al margine del bosco, che scruta lontano il paesaggio, con attrezzi per la<br />
caccia, in basso a sinistra firmato “H. V. WESTHOVEN F.”, olio su tela, <strong>10</strong>6 x 142 cm, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO 9.000 – 12.000 US$ <strong>10</strong>.900 – 14.600<br />
Huybert van Westhoven fu interessante pitt<strong>ore</strong> di paesaggi e nature morte, fedele a un suo<br />
personale percorso, lontasno dai sentieri più dibattuti. Essendo noti solo pochi suoi dipinti, il<br />
il presente quadro ha alto val<strong>ore</strong> anche per la sua rarità<br />
Provenienza: collezione privata dell’Europa orientale<br />
[EOT]<br />
98<br />
Herman Saftleven (Rotterdam 1609 – 1685 Utrecht)<br />
Paesaggio renano, in mezzo a sinistra, su una pietra, monogramma scarsamente leggibile<br />
“HS”, olio su tavola, 69 x 83 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 40.000 – 50.000 US$ 48.600 – 60.700<br />
Herman Saftleven compì numerosi viaggi lungo la valle del Reno. Ma il suo soggiorno<br />
decisivo ebbe luogo nel 1650/1651, come scrive il dottor Schulz : “nel 1651, dopo questo<br />
soggiorno, vedono la luce nel suo atelier una serie di paesaggi renani…. dipinti spesso con<br />
realistici motivi architettonici e topografici”<br />
Perizia: dott. Wolfgang Schulz, aut<strong>ore</strong> della monografia su Herman Saftleven, con catologo<br />
dell’opera 25 giugno 1995, quale opera autografa dell’artista che „ si distingue tra l’altro per<br />
un’interessante, dal punto di vista della storia culturale, restituzione dei modelli di<br />
imbarcazioni e navi del sistema di navigazione del Reno di quel tempo“ Il dott. Schulz
accoglierà una riproduzione del presente dipinto, con numero di catalogo 77, nella seconda<br />
edizione aggiornata della sua monografia su Herman Saftleven.<br />
Provenienza: colezione privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
99<br />
Abrahamsz. Beerstraaten (Amsterdam 1643 – 1665?)<br />
Villaggio invernale con mulino a vento, una slitta trainata da cavalli e pattinatori sul ghiaccio,<br />
olio su tela, 69 x 66 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>30</strong>.000 – 40.000 US$ 36.400 – 48.600<br />
Perizia: Willem van de Watering, 5 novembre 1991<br />
Provenienza: collezione privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
<strong>10</strong>0 –<br />
Klaes Molenaer (Haarlem verso il 17<strong>30</strong> – 1676)<br />
Paesaggio invernale con uomini in slitta e pattinatori su ghiaccio, in basso a sinistra firmato<br />
“K. Molenaer”, olio su tela, 64,5 x 82,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>30</strong>.000 – 50.000 US$ 36.400 – 60.700<br />
[EOT]<br />
<strong>10</strong>1<br />
David Teniers (Anversa 16<strong>10</strong> – 1690 Bruxelles) bottega<br />
Paesaggio fluviale e montano con pastori e gregge, in basso a destra con monogramma “DT”<br />
(legato), olio su tavola, 59 x 84 cm, cornice dorata e intagliata, (Wo)<br />
EURO <strong>30</strong>.000 – 40.000 US$ 36.400 – 48.600<br />
Provenienza: collezione privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
<strong>10</strong>2<br />
Andries Vermeulen (Dordrecht 1763 – 1814 Amsterdam)<br />
Giochi sul ghiaccio, olio su tavola, 52 x 73 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
[EOT]<br />
<strong>10</strong>3 –<br />
Louis de Caullery<br />
(Caullery/Cambrai prima del 1582 – 1621/22 Anversa) attribuito<br />
La battaglia di Troia, in basso a sinistra con monogramma “LC oder LG (legato) Pinx.”,
olio su tavola, 64 x 84,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 8.000 – 14.000 US$ 9.700 – 17.000<br />
Provenienza: proprietà privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
<strong>10</strong>4 –<br />
Dirck Verhaert (attivo a L’Aia, Haarlem e Leida dal 1631 – al 1664)<br />
Il rogo di Troia, in basso a sinistra con monogramma “DVH”,<br />
olio su tavola, 60 x 83,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 14.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 17.000<br />
A sinistra, in primo piano, Enea che porta in salvo il vecchio padre Anchise dalla città in<br />
fiamme, seguito dal figlio Ascanio. A destra il cavallo di Troia. Dirck Verhaert appartiene alla<br />
cerchia dei pittori olandesi di paesaggio, legati alla maniera italiana. Le sue città portuali del<br />
sud, spesso su un golfo, come nel caso della presente composizione sono precisamente rese<br />
fin nei minimi dettagli, tutte di un inconfondibile col<strong>ore</strong> del giallognolo al rossiccio. Egli ha<br />
monogrammato quasi tutti i suoi quadri.<br />
[EOT]<br />
<strong>10</strong>5<br />
Monogrammista “IB” o “TB” (Olanda XVII secolo)<br />
Navi in mare agitato, in basso a destra su un relitto monogramma “IB” o “TB”, olio su tavola,<br />
32 x 40 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 3.000 – 5.000 US$ 3.600 – 6.<strong>10</strong>0<br />
Le lettere del monogramma si sono tradizionalmente interpretate come le iniziali di Jan<br />
Theunisz. Blankerhoff (Alkmaar 1628 – 1669 Amsterdam).<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
<strong>10</strong>6<br />
Adriaen van der Kabel (Rijswijk 1631 – 1705 Lione)<br />
Capriccio con il porto di Rodi con la Torre di S. Nicola, olio su tela, 83 x 146 cm, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 12.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 14.600<br />
Provenienzo: collezione privata portoghese<br />
[EOT]<br />
<strong>10</strong>7<br />
Pieter van de Velde (Anversa 1634 – dopo il 1687) attribuito
La battaglia di Lepanto, in basso a sinistra sui relitti monogramma poco decifrabile(?), olio su<br />
tela, 113 x 166 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 18.000 US$ 14.600 – 21.900<br />
Fino al 1571 l’impero ottomano mantenne il predominio sul mediterraneo. In quell’anno la<br />
flotta della Santa Alleanza, che univa le forze di Spagna, Venezia e del Papa, sotto il comando<br />
di Giovanni d’Austria, ottenne a Lepanto, nel golfo di Corinto, una storica vittoria sui turchi.<br />
Il predominio ottomano sul mediterraneo fu in tal modo spezzato. Analogamente finirono i<br />
due assedi di Vienna, il bastione dell’occidente cristiano sul continente, nel 1529 e nel 1683,<br />
cui si pose fine vittoriosamente grazie all’esercito imperiale e alle truppe del re di Polonia<br />
Johann Sobieski. La minaccia di un dilagare delle armate turche sull’Europa cristiana fu così<br />
bandito per sempre. La vittoria navale di Lepanto rimase per secoli viva nel ricordo delle<br />
genti e trovò espressione nelle più diverse forme dell’arte. Il presente dipinto testimonia<br />
della recezione pittorica della storica vittoria di Lepanto in Olanda, nella seconda metà del<br />
XVII secolo, in una nazione dunque che grazie alle sue tradizioni marittime sentiva una<br />
profonda affinità con quel tipo di avvenimenti storici. Ringraziamo la signora Marijke de<br />
Kinkelder, Rijksbureau voor kunsthistorische Dokumentatie (RKD), L’Aia, per la conferma<br />
della forte somiglianza del presente dipinto con le opere di Pieter van de Veldes.<br />
Provenienza: collezione privata viennese.<br />
[EOT]<br />
<strong>10</strong>8<br />
Pieter van de Velde (Anversa 1634 – dopo il 1687) attribuito<br />
Navi da guerra olandesi all’ancora, e imbarcazioni a vela e a remi di fronte a un porto con<br />
venditori di pesce, il maestoso trealberi sulla parte destra del quadro potrebbe essere una<br />
nave da guerra inglese, olio su tela, 120 x 207 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 18.000 US$ 14.600 – 21.900<br />
Ringraziamo la signora Marijke de Kinkelder, Rijksbureau voor kunsthistorische<br />
Dokumentatie (RKD), L’Aia, per la conferma della forte somiglianza del presente dipinto con<br />
le opere di Pieter van de Veldes.<br />
Provenienza: collezione privata austriaca<br />
[EOT]<br />
<strong>10</strong>9<br />
Jan Brueghel d. J. (Anversa 1601 – 1678) bottega<br />
La fucina di Vulcano, allegoria del fuoco, olio su tavola, 27 x 43 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 14.000 – 20.000 US$ 17.000 – 24.<strong>30</strong>0<br />
Provenienza: Asta di <strong>Dorotheum</strong> del 6 marzo 1996 della collezione dell’att<strong>ore</strong>, regista e già<br />
dirett<strong>ore</strong> del Theater in der Josefstadt prof. Franz Stoß (lotto 19). Il prof. Stoss ha guidato<br />
per 44 anni il Theater in der Josefstädt e si considera il dirett<strong>ore</strong> teatrale più longevo al<br />
mondo nella sua carica; fu anche un divo del cinema e della televisione; in seguito, proprietà<br />
privata viennese.
[EOT]<br />
1<strong>10</strong><br />
Joost de Momper (Anversa 1564 – 1635) attribuito<br />
Vasto paesaggio montano con cascata, una città fortificata, un torrione e viandanti, olio su<br />
tela, 96 x 147 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>30</strong>.000 – 50.000 US$ 36.400 – 60.700<br />
Il dott. Klaus Ertz, aut<strong>ore</strong> del catologo di Joost de Momper, è del parere, a partire da una<br />
foto, che il quadro si possa attribuire a una prima fase di attività dell’artista, intorno al 1600.<br />
E’ probabile, dopo un suo esame dell’originale, che si possa esibire una perizia del dott.<br />
Hertz.<br />
Provenienza: console Zimmermann, Castello Tremsbüttel presso Amburgo; famiglia di<br />
commercianti di Amburgo, proprietà privata, Amburgo.<br />
[EOT]<br />
111<br />
Karel Beschey (Anversa 1708 – 1776)<br />
Paesaggio con fattorie lungo un fiume, olio su rame, 11,5 x 17,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 9.000 – 12.000 US$ <strong>10</strong>.900 – 14.600<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
Perizia: dott. Robert Eigenberger, dirett<strong>ore</strong> della Akademie der Bildenden Künste a Vienna,<br />
giugno 1949, quale opera autografa di Jan Brueghel il Giovane.<br />
[EOT]<br />
112<br />
Josef van Bredael (Anversa 1688 – 1739 Parigi) cerchia<br />
Paesaggio costiero con un torrione e venditori di pesce, olio su tavola, 17 x 24 cm, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600<br />
[EOT]<br />
113<br />
Jan Brueghel il G. (Anversa 1601 – 1678) cerchia<br />
Una dama a pranzo su un tavolo inbandito in un paesaggio con frutti di campo osservata da<br />
una scimmietta, allegoria della terra, olio su tavola, 41 x 31 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 6.000 – 9.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – <strong>10</strong>.900<br />
Pendant del seguente<br />
[EOT]
114<br />
Jan Brueghel il G. (Anversa 1601 – 1678) cerchia<br />
Una dama seduta su un cannone, che nutre un pappagallo, allegoria della guerra, olio su<br />
tavola, 41 x 31 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 6.000 – 9.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – <strong>10</strong>.900<br />
Pendant del precedente<br />
[EOT]<br />
115 –<br />
Pieter Gysels (Anversa 1621 – 1691) attribuito<br />
Paesaggio boschivo con viandanti, olio su tavola, 41 x 67 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 16.000 US$ 14.600 – 19.400<br />
Provenienza: Galleria Commeter, Amburgo, anni ’20 del Novecento (etichetta sul retro);<br />
proprietà nobiliare viennese.<br />
[EOT]<br />
116<br />
Abraham Govaerts (Anversa 1589 – 1626)<br />
Allegoria dell’autunno, olio su tavola, 56 x 81 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 60.000 – 90.000 US$ 72.900 – <strong>10</strong>9.<strong>30</strong>0<br />
Da destra arriva Diana con faretra e arco tenendo una lepre uccisa in mano, un levriero la<br />
segue. Fa vedere la lepre a Cerere seduta, dea della vegetazione, della crescita e maturazione<br />
dei frutti da campo e da giardino, che regge la cornucopia con frutti e carciofi.<br />
Perizia: prof. Claus Grimm, 27 ottobre 1980, quale opera autografa di Abraham Govaerts;<br />
dott. Ursula Härting, 11 giugno 1991, come opera di Abraham Govaerts<br />
Bibliografia: Ursula Härting/ Kathleen Borms, “Abraham Govaerts Der Waldmaler (1589 -<br />
1626)”, 2003, p.163, ill. 174<br />
Provenienza: Galleria Brian Koetser, Londra, 1973, cat. n.45; collezione privata della<br />
Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
117 –<br />
Gillis van Conixloo I. (attivo nel XVI secolo ad Anversa dove fu maestro di bottega dal 1539)<br />
attribuito<br />
Assalto di banditi in un paesaggio boschivo, olio su tavola, 58 x 78 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 15.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 18.200
[EOT]<br />
118<br />
Denis van Alsloot (Malines 1570 – 1628 Bruxelles)<br />
e Hendrick de Clerck (Bruxelles intorno al 1570 – 1629)<br />
Cefalo e Procride, olio su rame, (sul retro il marchio del ramaio di Bruxelles Pieter Stas:<br />
“PS”), <strong>30</strong> x 34 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 19.000 – 24.000 US$ 23.<strong>10</strong>0 – 29.<strong>10</strong>0<br />
Denis van Alsloot fu pitt<strong>ore</strong> di corte dell’arciduca Albrecht e della sua sposa Isabella,<br />
governatori dei paesi Bassi asburgici a Bruxelles. Su incarico degli “arciduchi”, come erano<br />
chiamati i due principi reggenti, Denis van Alsloot dipinse feste, processioni e scene di vita<br />
di corte che gli valsero la celebrità. La sua personale predilezione però andava ai paesaggi<br />
boschivi che egli dipinse con una finezza prossima a quella di Brueghel il Vecchio. Questo<br />
tipo di dipinti è ravvivato come dimostra anche il presente “Cefalo e Procride” con figure<br />
mitologiche o bibliche. Il presente dipinto è frutto di collaborazione con il suo compatriota<br />
Hendrick de Clerck, che dipinse le figure. Una simile composizione, con lo stesso soggetto<br />
“Cefalo e Procride” si trova Vienna al Kunsthistorisches Museum. De Clerck fu pitt<strong>ore</strong> di<br />
scene storiche e fu anch’egli attivo per gli „arciduchi“ a Bruxelles.Ci sono numerosi dipinti,<br />
distribuiti nelle maggior parte dei grandi musei del mondo, eseguiti in collaborazione dai due<br />
pittori. In tutti questi lavori le figure mostrano l’influenza dell’ultimo manierismo. Con il loro<br />
stile minuzioso, la vivace coloritura, e la ricchezza della composizione si collocano all’interno<br />
della tradizione del XVI secolo, e in particolare nella scia del Brueghel dei Velluti (Jan<br />
Brueghel il Vecchio), di Hendrick van Balens e di Gillis van Coninxloos.<br />
[EOT]<br />
119 –<br />
Jan Brueghel il V. (Bruxelles 1568 – 1625 Anversa)<br />
“Paesaggio con mulino su una collina“, in basso a sinistra firmato e datato “BRUEGHEL<br />
1608”, olio su rame, <strong>10</strong>,5 x 14 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>0.000 – 150.000 US$ 121.400 – 182.<strong>10</strong>0<br />
Perizia: dott. Klaus Ertz, 9 gennaio <strong>2006</strong>, quale “opera autografa di Jan Brueghel il Vecchio,<br />
risalente all’anno 1608, in ottimo stato di conservazione“ con „colori spessi e pastosi“ che „<br />
lasciano un’impressione di luminosità da pietra preziosa“. “La pennellata è estremamente<br />
dettagliata. L’artista insegue acribicamente e con tecnica brillante ogni dettaglio; ciò è<br />
particolarmente evidente se si osservano i carri, le figure e gli animali, nonché le corone degli<br />
alberi in lontananza“. “ Con questo quadro” scrive il dott. Hertz inoltre“ Brueghel crea<br />
ancora una volta un piccolo capolavoro, di una altissima qualità, tale da non avere eguali nella<br />
pittura del suo tempo“ „.. Il dott. Ertz accoglierà con rispettiva illustrazione il presente<br />
dipinto nel prossimo volume di aggiornamento del suo catalogo dell’opera dell’artista,<br />
pubblicato nel 1979. Il dott. Hertz paragona il presente dipinto con le quattro opere<br />
seguenti, tutte di assolutamente certa attribuzione all’artista e con le quali sussiste una<br />
stretta relazione in ordine alla composizione, ai caratteri propriamente pittorici, così come<br />
alle singole forme:<br />
1. “Strada con mulini”, Roma, Palazzo Spada, inv. n. 138, tavola, <strong>30</strong>,3 x 47,4 cm, firmato in<br />
basso a sinistra: BRVEGHEL 1607
Bibliografia: Ertz 1979, cat. 151, ill. 36; Ertz, in: catalogo della mostra “Breughel-Brueghel”,<br />
Essen-Vienna 1997/98, cat. 64 con riproduzione a colori.<br />
2. “Pianura con mulini” Schwerin, Staatliches Museum, inv. n. G23, tavola, 17 x 22,5 cm,<br />
datazione proposta intorno al 1607<br />
Bibliografia: Ertz 1979, cat. 162, ill. 179; Ertz, in: catalogo della mostra “Breughel-Brueghel”,<br />
Essen-Vienna 1997/98, cat. 65 con riproduzione a colori.<br />
3. “Mulini a vento su ampia pianura” Monaco, Alte Pinakothek, inv. n. 1892, rame, 9,5 x 15<br />
cm, siglato in basso a destra: BRVEGHEL 1611<br />
Bibliografia: Ertz 1979, cat. 236, ill. 37; Ertz, in: catalogo della mostra “Breughel-Brueghel”,<br />
Essen-Vienna 1997/98, ill. 1 in cat. 65<br />
4. “Mulini a vento in ampia pianura” Dresda, già Gemäldegalerie, inv. n. 886, tavola, 26,5 x<br />
37,5 cm.<br />
Jan Brueghel il Vecchio nasce nel 1568 come secondogenito di Pieter Brueghel il Vecchio; nel<br />
1596, dopo un viaggio in italia tra il 1589 e il 1590, apre un suo atelier ad Anversa; nel 1597<br />
viene accolto nella gilda dei pittori di Sankt Lucas; dopo il matrimonio con Isabella de Jode<br />
nel 1601 gli nasce un figlio, il futuro pitt<strong>ore</strong> Jan Brueghel il Giovane; nel 1602 viene eletto<br />
decano della gilda di S. Luca; verso il 1604 è in viaggio a Praga; dopo la morte nel 1603 della<br />
prima moglie, sposa nel 1604 Katharina von Marienburg; nel 1606 è documentata per la<br />
prima volta la sua attività per la corte di Bruxelles; verso il 1613 intraprende con Peter Paul<br />
Rubens e Hendrik van Balen un viaggio nei paesi Bassi; lav<strong>ore</strong>rà spesso assieme a questi due<br />
pittori e amici, ma anche con Josse de Momper il Giovane, Sebastiaen Vrancx, Hendrik van<br />
Steenwijck il Giovane e altri ancora; il 13 gennaio 1625 mu<strong>ore</strong> di colera.<br />
Nell’opera di Jan Brueghels il Vecchio si rispecchia la frattura nella pittura di paesaggio<br />
intorno al 1600. A partire da un paesaggio onnicomprensivo con punto di fuga alto e<br />
privilegiamento delle linee vetricali sulle orizzontali, e con ben distinto allineamento dei piani<br />
prospettici, si sviluppa progressivamente il paesaggio piatto tipico dei Paesi Bassi con<br />
preferenza per le linee orizzontali sulle verticali e con punto di vista e orizzonte basso. La<br />
suddivisione in tre colori (marrone, verde, blu per primo piano, piano di mezzo e sfondo) si<br />
modifica a fav<strong>ore</strong> di una tonalità unica che abbraccia tutta la superficie dipinta.<br />
[EOT]<br />
120<br />
Pieter Brueghel il G. (Anversa 1564 – 1637/1638)<br />
Villaggio con Sacra Famiglia in cerca di rifugio per la notte, in basso a sinistra firmato “P.<br />
BREUGHEL”, olio su tela, 43 x 59 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 200.000 – <strong>30</strong>0.000 US$ 242.800 – 364.<strong>30</strong>0<br />
Perizia: dott. Klaus Ertz, 31 gennaio <strong>2006</strong>. Il dott. Ertz scrive: “il qui presente dipinto di<br />
Pieter Brueghel il Giovane è già stato accolto, nel 2000, con il numero E 227 quale opera<br />
autografa nel mio catalogo dell’opera pittorica di Pieter Brueghel il Giovane e ivi riprodotto<br />
con il numero 324. Il giudizio di allora formulato a partire da una foto è stato ora<br />
confermato dall’esame dell’originale.” Dott. Ertz definisce “del tutto eccezionale” lo stato di<br />
conservazione del dipinto e afferma: “quando sarà eliminata la patina torbida e ingiallita, i<br />
colori avranno un risalto fresco e luminoso, sono straordinariamente ben conservati nel loro<br />
spesso e pastoso stato originale..” Brueghel, dice Ertz, è in queste “tipiche rappresentazioni<br />
di villaggi fiamminghi più che mai inconfondibile nel tocco e nel linguaggio formale”.<br />
La composizione del dipinto si basa sui seguenti elementi: uno stagno, un sentiero con<br />
funzione di triangolo in primo piano, un gruppo di case, la coppia di alberi al centro, così<br />
importante per gli accenti verticali, e le scene con persone che chiaccherano e che
gesticolano, che compaiono in innumerevoli variazioni in tutte le opere dell’artista. Davanti<br />
alla locanda si beve ed è quasi in sordina che San Giuseppe si informa di una camera. Questo<br />
modo quasi accessorio di narrare storia biblica ci è familiare lungo tutto il XVI secolo.”<br />
“I tratti stilistici caratteristici per Pieter Brueghel il Giovane si ritrovano tutti in questo<br />
dipinto: l’alta perfezione pittorica, la pennellata che fissa ogni dettaglio in chiari precisi<br />
contorni, le figure che sembrano irrigidite nel loro movimento e tuttavia, pur nella loro<br />
impronta caricaturale, hanno forte carica espressiva, e anche i piccoli gruppi che riempiono<br />
vitalmente lo spazio. Del tutto tipico di Pieter il Giovane è la quasi totale assenza di linee<br />
diritte che non vengano quasi subito interrotte. Si vedano ad esempio gli angoli dei tetti e<br />
soprattutto gli alberi che si torciono serpentinamente verso l’alto. Queste linee ondeggianti<br />
portano movimento alla composizione e sono tipiche del tardo periodo di Pieter Brueghel il<br />
Giovane” Nella sua perizia il dott. Ertz cita cinque opere di Pieter Brueghel il Giovane a<br />
questa molto affini dal punto di vista cronologico e della composizione:<br />
1. ‘Sacra Famiglia in cerca di un riparo per la notte’ Svizzera, proprietà privata, 1986, tavola,<br />
35 x 43 cm, firmato in basso a destra ‘P. BREVGHEL’, databile dopo il 1616<br />
Bibliografia: Ertz 2000, cat. 226, ill. 321.<br />
2. ‘Il pranzo dei contadini all’aperto’ Praga, Nationalgalerie, inv. n. DO-4137, tavola, 44 x<br />
58,5 cm, firmato ‘“P. BREVGHEL’, databile dopo il 1616<br />
Bibliografia: Ertz 2000, cat. 1122, ill. a colori 653.<br />
3. ‘Strada di paese con suonat<strong>ore</strong> di zampogna’ Parigi, proprietà privata, 1988, tavola, tondo,<br />
19,8 cm, firmato nel mezzo in basso ’P. BREVGHEL’, databile dopo il 1616<br />
Bibliografia: Ertz 2000, cat. 1121, ill. 663.<br />
4. ‘Veduta di villaggio con calesse’ Paesi Bassi, marchiato Van Hees, 1969, tavola, 24 x <strong>30</strong> cm,<br />
firmato in basso a sinistra ‘P. BREVGHEL’, databile dopo il 1634<br />
Bibliografia: Ertz 2000, cat. 1116, ill. 667.<br />
5. ‘Villaggio con danze di contadine’ Innsbruck, Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum, inv. n.<br />
69, tavola, 27 x 37,5 cm, firmato in basso a sinistra ‘P. BREVGHEL 1634’<br />
Bibliografia: Ertz 2000, cat. 1191, ill. a colori. 680.<br />
“Tutti questi esempi sono firmati secondo la grafia ‘BREVGHEL’. Dal 1616 Pieter il Giovane<br />
adotta proprio questo tipo di grafia per la sua firma, mentre precedentemente egli aveva<br />
adottato la forma ‘BRVEGHEL’, quindi la ‘V’ prima della ‘E’. Di conseguenza è opportuno<br />
datare il dipinto in esame in un periodo successivo al 1616.”<br />
“La classificazione del dipinto in esame dal punto di vista della storia dell’arte”, prosegue il<br />
dott. Ertz, dovrebbe essere la seguente: “Villaggio con Sacra Famiglia in cerca di un riparo<br />
per la notte” e “opera autografa di Pieter Brueghel il Giovane, eseguita dopo il 1616 ad<br />
Anversa”.<br />
Pieter Brueghel il Giovane è nato ad Anversa nel 1564, suo padre era il famoso Pieter<br />
Brueghel il Vecchio e Jan Brueghel il Vecchio era suo fratello. E’ documentabile un suo<br />
periodo come allievo di Gillis van Coninxloo. In quanto figlio di un maestro di bottega, nel<br />
1584/85 fu accolto nella gilda di S. Luca di Anversa come maestro libero. Pieter il Giovane<br />
visse tutta la vita in difficili condizioni economiche, non possedette mai una casa propria e<br />
non potè compiere l’allora obbligatorio viaggio di formazione in Italia. Sembra non aver mai<br />
lasciato Anversa dove norì nel 1637/38 all’età di circa 73 anni.<br />
Bibliografia: Klaus Ertz, PIETER BRUEGHEL DER JÜNGERE - DIE GEMÄLDE MIT<br />
KRITISCHEM OEUVREKATALOG, Luca Verlag Lingen 1988/200, volume I, p.298, n. E 227<br />
illustrazione a p. 443, n. 324.0<br />
Provenienza: collezione privata Jenny Mautner, Vienna; Asta di <strong>Dorotheum</strong>, Vienna, 17<br />
novembre 19<strong>30</strong>, lotto 31, con ill.; proprietà privata viennese.
Nel XIX secolo probabilmente per ragioni di conservazione la tavola originale è stata<br />
raddoppiata e più tardi integrata da un nuovo supporto parchettato.<br />
[EOT]<br />
121<br />
Jan Brueghel il V. (Bruxelles 1568- 1625 Anversa?) attribuito<br />
e Hans Rottenhammer (Monaco di Baviera 1564 o 1565 – 1625 Augusta)<br />
La fuga di Enea con il padre Anchise e il figlio Ascanio da Troia in fiamme, olio su rame, 41 x<br />
56,5 cm, sul retro della lastra dirame si trova il marchio del ramaio Pieter Stas e la data<br />
1608, con cornice, (Wo)<br />
EURO 70.000 – 90.000 US$ 85.000 – <strong>10</strong>9.<strong>30</strong>0<br />
Perizia: dott. Klaus Ertz, 25 giugno1996, come opera originale di Jan Brueghel il Vecchio e di<br />
Hans Rottenhammer. Il dott. Ertz scrive: “Le figure risentono l’influenza della scuola<br />
veneziana, sono di eccezionale bellezza e di altissima qualità pittorica. La finezza da miniatura<br />
anche nelle parti paesaggistiche si armonizza interamente alle figure. Una combinazione piena<br />
di fantasia di motivi riscontrabili nell’opera di Jan Brueghel il Vecchio, come Castel dell’Ovo<br />
a Napoli, la cattedrale di Anversa, una torre d’ accesso di una città fiamminga il tempio di<br />
Gerusalemme e ponti ad arcate, si fondono qui in un capolavoro, a rappresentare Troia.” Il<br />
dr. Ertz accoglierà una riproduzione del presente dipinto, come opera originale dei due<br />
fiamminghi, nella prossima integrazione del suo catalogo dell’opera pittorica Jan Brueghel il<br />
Vecchio.<br />
Provenienza: collezione privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
122<br />
David Vinckboons (Malines 1576 – 1632 Amsterdam) attribuito<br />
Incontro nel bosco, olio su rame, 17 x 23 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 24.000 – 28.000 US$ 29.<strong>10</strong>0 – 34.000<br />
Perizia: Ellen Bernt, 9 settembre 1992, come opera originale di David Vinckboons<br />
Provenienza: collezione privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
123<br />
Frederick van Valckenborch (Anversa 1570 – 1623 Norimberga)<br />
L’incendio di Troia, olio su rame, 17,5 x 27 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 45.000 – 55.000 US$ 54.600 – 66.800<br />
Perizia: dott. Alexander Wied, Kunsthistorisches Museum, Vienna,<br />
24 dicembre 1993, come opera originale di Frederick van Valckenborch, dal periodo tardo<br />
dell’artista intorno al 1620.
Provenienza: collezione privata della Germania settentrionale<br />
Frederick è il fratello più giovane di Gillis ed è con quest’ultimo facilmente confondibile. La<br />
presenza di entrambi è documentabile a Roma nel 1590/91. Frederick fu attivo nel 1594 a<br />
Vienna, dove realizzò il suo famoso dipinto “die Bauernkirchweih” (la consacrazione di una<br />
chiesa contadina). Lì eseguì pure il disegno a penna di un „paesaggio di fantasia con coppia di<br />
pellegrini“, oggi all’Albertina. Ottenne consecutivamente la cittadinanza a Francoforte e a<br />
Norimberga, dove morì. E’ probabile che egli abbia studiato a Venezia, come tanti artisti del<br />
nord di quel tempo, e precisamente presso Pauwels Frank detto Paolo Fiammingo, che<br />
appunto vi soggiornava. E’ fuori dubbio il suo rapporto con Gillis van Coninxloo e con<br />
Pieter Schoubroeck. Frederick animò le forme mutuate da Coninxloo con nuova vitalità<br />
drammatica e sviluppò in direzione del fantastico le serene atmosfere di quest’ultimo. Tipica<br />
per questo pitt<strong>ore</strong> è la predominante atmosfera spettrale del presente dipinto, così come la<br />
viva alternanza di luci e ombre, luce e oscurità. Frederick van Valckenborch è uno dei più<br />
significativi rappresentanti del tardo manierismo.<br />
Provenienza: collezione privata della Germania settentrionale<br />
[EOT]<br />
124 –<br />
Jacob Jordaens (Anversa 1595 1678)<br />
Ritratto di Abraham Graepheus, olio su tavola, 62 x 46 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – <strong>30</strong>.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 36.400<br />
Il presente dipinto è da mettere in relazione con il satiro dell’omaggio a Pomona del Musée<br />
des Beaux Arts di Bruxelles, rappresentato sulla destra con un bambino sulle spalle (cfr. R. A.<br />
d’Hulst, Jacob Jordaens 1982, p. <strong>10</strong>7, ill. 79). Graepheus (1572 – 1624) era il factotum della<br />
gilda di S. Luca di Anversa e il modello preferito sia per Jordaens che per van Dyck. Fu<br />
pitt<strong>ore</strong> a sua volta e nel 1572 accolto come Maestro nella gilda. Si chiamava in realtà<br />
Abraham de Graef, ma latinizzò in seguito il suo nome in Graepheus. Non ci sono pervenuti<br />
suoi dipinti. E’ quindi verosimile che egli abbia rinunciato relativamente presto alla sua<br />
attività di pitt<strong>ore</strong> a fav<strong>ore</strong> dell suo lucroso ufficio nella gilda, tanto più che si trattava di<br />
incarico molto prestigioso. Il “factotum” era preposto alla vendita delle opere dei membri<br />
della gilda e alle attività contabili ma anche alla cura dell’altare della gilda per le festività<br />
religiose. Costituiva anche una sorta di figura paterna per i pittori, paragonabile quindi nelle<br />
sue funzioni a un odierno gallerista. Non stupisce dunque che egli fosse eternato anche da<br />
altri pittori di Anversa, tra i quali Anthonis van Dyck e Cornelis de Vos, fratello di Paul de<br />
Vos, anch’egli attivo nella bottega di Rubens, specialmente per le rappresentazioni di animali.<br />
Jacob Jordaens lo utilizzò numerose volte come modello. Un foglio con due studi a olio di<br />
questa fisionomia particolarmente espressiva si trova nel Museum voor Schone Kunsten di<br />
Gent, un’altra tavola al Detroit Institute of Art e una tela al Musée de la Chatreuse a Douai.<br />
Come altri amici e parenti raffigurati in composizioni simili – possiamo definirli ritratti, studi<br />
oppure teste di carattere, anche Abraham Graepheus si ritrova in composizioni di più vaste<br />
dimensioni di Jordaens. Così ad esempio a Douai nelle vesti di un past<strong>ore</strong> nel “Offerta a<br />
Cerere” del Prado a Madrid . Il presente ritratto riappare nella “Allegoria della fertilità” al<br />
Musées des Beaux-Arts di Bruxelles. Abraham Graepheus morì nel 1654. Le sue<br />
raffigurazioni nelle opere di Jordaens sono databili intorno al 1620 e ricadono in tal modo<br />
nella fase più decisiva per lo sviluppo di questo artista. Egli sviluppa la sua propria pittura e si<br />
appresta ad uscire dalla bottega, e quindi dall’ingombrante ombra di Rubens, ormai famoso.
Negli anni 1620/21 forma il suo primo allievo, Charles du Val. Significativa per il suo stile<br />
personale sarà da allora in poi specialmente la sua marcata sensibilità per i caratteri da lui<br />
dipinti.<br />
[EOT]<br />
125<br />
Mattheus Terwesten (L’Aia 1670 – 1757) attribuito<br />
Venere e Marte, Am<strong>ore</strong> e amorini nella fucina di Vulcano, olio su tela, 153 x 132 cm, senza<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO 7.000 – <strong>10</strong>.000 US$ 8.500 – 12.<strong>10</strong>0<br />
Provenienza: collezione privata austriaca<br />
[EOT]<br />
126 –<br />
Peter Paul Rubens (Siegen 1577 – 1640 Anversa) cerchia<br />
Un condottiero viene portato in un carcere da un soldato e da un moro, olio su tela, 84,5 x<br />
69 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 18.000 – 22.000 US$ 21.900 – 26.700<br />
[EOT]<br />
127 –<br />
Jan Pauwel Gillemans il G. (Anversa 1651 – prima del 1704)<br />
Baccanale di putti nel parco di un castello, nel mezzo tracce di firma, olio su tela, 116 x 172<br />
cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 45.000 – 50.000 US$ 54.600 – 60.700<br />
Il pitt<strong>ore</strong> fiammingo di nature morte Jan Pauwel Gillemans il Giovane fu allievo di Joris van<br />
Son, a sua volta pitt<strong>ore</strong> di nature morte, ad Anversa. Creò soprattutto nature morte con<br />
frutta di piccolo formato. Il dipinto presente è una delle opere principali di questo artista e<br />
uno dei suoi rari lavori di grandi dimensioni. Gillemans come Joris van Son si muove sul<br />
solco dell’importante pitt<strong>ore</strong> di nature morte Jan Davidsz. de Heem.<br />
[EOT]<br />
128<br />
Matthäus Terwesten (L’Aia 1670 – 1757)<br />
La dea Cerere circondata da tre amorini, in basso a sinistra firmato e datato<br />
“M/TERWE/STEN 1732”, olio su tela, 65 x 55 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 15.000 US$ 14.600 – 18.200<br />
Matthäus è il più giovane dei due fratelli Terwesten responsabili delle decorazioni pittoriche<br />
dei castelli di Berlino e Potsdam. La sua formazione si svolse dapprima con il fratello<br />
Augustin, più vecchio di lui di 21 anni, e in seguito con Willem Doudijns e con Daniel
Mijtens a L’Aia, divenendo uno dei primi allievi dell’accademia di quella città. Dopo aver<br />
studiato l’antico a Roma tra il 1695 e il 1697 seguì il fratello Augustin a Berlino, che era<br />
stato intanto nominato pitt<strong>ore</strong> di corte del principe elett<strong>ore</strong> Federico II (il futuro re di<br />
Prussia Federico I) . Matthäus si mise in luce come pitt<strong>ore</strong> fra l’altro con due soffitti dipinti<br />
per il castello di Charlottenburg, che si ritengono perduti. Dal 1977 possono vedersi lì altre<br />
sue opere: quattro dipinti di grandi dimensioni con scene dall’Eneide di Virgilio, che egli<br />
aveva prodotto (dal 1699) nel corso della sua successiva, fortunata attività a L’Aia. Lontani da<br />
ogni drammaticità questi dipinti denotano un carattere altamente decorativo che si ritrova<br />
anche nel piccolo quadro con la dea Cerere. Essa siede, levando un calice d’oro, in attitudine<br />
accentuatamente invitante, accanto a una cornucopia dalla quale spuntano le ricche messi<br />
della fertilità a cui è preposta. Il presente dipinto è senz’altro paragonabile con “La<br />
liberazione di andromeda” dello stesso artista, datato 1697, conservato al museo Herzog<br />
Anton Ulrich di Braunschweig.<br />
Provenienza: Il dipinto e probabilmente identico al quadro “een Ceres met Kindertjes en<br />
meer Bijwerk door denzelven” presente all’asta del lascito di Matthäus Terwesten, L’Aia,<br />
Pictura, 20 settembre 1757, n. 34.<br />
[EOT]<br />
129<br />
Philippe de Champaigne (Bruxelles 1602 – 1674 Parigi) bottega<br />
Il martirio di Santo Stefano di fronte alle mura di una città fortificata, olio su tela, 81 x 68,5<br />
cm, con cornice (Wo)<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600<br />
Bibliografia: B. Dorival, Supplement au catalogue raisonné (catalogo dell’opera) “Philippe de<br />
Champaigne”, 1992, n. 83 (con riproduzione) come opera originale di Philippe de<br />
Champaigne intorno al 1667 in collaborazione con la sua bottega. B. Dorival ipotizza un<br />
intervento del nipote dell’artista Jean Baptiste de Champaigne, per la stretta affinità della<br />
presente composizione con „La lapidazione di San Paolo“ di quest’ultimo (Musée de<br />
Longchamp a Marsiglia).<br />
Provenienza: asta Louis de Chauvelin, Parigi 21 giugno 1762, lotto 23; collezione Armenault.<br />
asta, Parigi 6 novembre 1826; asta, Parigi 28–29 novembre 1831, lotto 23; collezione La<br />
Fontaine, Parigi, 1 dicembre 1831, lotto 18: collezione D. L., Asta Caen,<br />
<strong>10</strong> ottobre 1837, lotto 38; proprietà privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
1<strong>30</strong> –<br />
Jacob de Wit (Amsterdam 1695–1754)<br />
Baccanale, olio su tela, 184 x 123,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 90.000 – 120.000 US$ <strong>10</strong>9.<strong>30</strong>0 – 145.700<br />
Il presente dipinto è in stretta relazione con quello della collezione Gerhardt, Budapest, che<br />
fu messo all’asta da Lepke, Berlino, il <strong>10</strong> novembre 1911, lotto <strong>10</strong>0. Opere di questo tipo di
Jacob de Wit, di grandi dimensioni e fortemente colorate, sono meno conosciuto delle<br />
numerose grisaglie di putti, ma furono molto popolari presso i ricchi mercanti di<br />
Amsterdam, che desideravano arredare le loro case all’ultima moda. Esempi analoghi si<br />
trovano al museo Bisschoplijk, Haarlem e al museo del teatro di Amsterdam. Un disegno<br />
collegabile al presente dipinto, sanguigna e gesso nero, è conservato nella collezione<br />
dell’Ecole Superieure des Beaux Arts, Parigi. Jacob de Wit fu nel XVIII secolo uno degli artisti<br />
più ricercati e meglio pagati del suo paese. Tutti coloro che disponevano di adeguati mezzi<br />
finanziari e avevano sent<strong>ore</strong> delle correnti pittoriche alla moda riempivano le loro pareti con<br />
opere di questo artista che dipingeva nello stile che, originatosi in Francia, si stava<br />
estendendo a tutta Europa. Purtuttavia nei Paesi Bassi questi nuovi sviluppi della pittura<br />
incontrarono più resistenze che negli altri centri dell’arte europei, per essere qui fin troppo<br />
saldo il legame con la tradizione pittorica dell “epoca d’oro”. Ma alla fine del XVII secolo i<br />
temi tradizionali, paesaggio e natura morta, con il loro sempre costante monito simbolico<br />
sulla “vanità delle cose” avevano raggiunto il loro estremo limite di sviluppo. I grandi maestri<br />
di quei generi erano quasi tutti già scomparsi intorno agli anni ottanta del ‘600 e i loro<br />
seguaci non erano in grado di proporre significativi progressi o rinnovamenti. Nuove<br />
correnti pittoriche come quella di Gerard de Lairesse o del suo discepolo e amico Albert<br />
van Spiers, cresciuto artisticamente a Roma, trovarono sì qualche risonanza nell’Olanda<br />
calvinista, ma si urtarono anche contro grosse resistenze, per il loro essere spesso in secca<br />
contraddizione con con l’eredità dei grandi fiamminghi, come ad esempio Rembrandt. Per<br />
questo motivo la penetrazione dei loro principii fu relativamente lenta, mentre la Francia ad<br />
esempio gia si muoveva in una temperie da XVIII secolo grazie all’Académie Royale e alla<br />
cerchia di artisti operanti alla corte di Versailles. Solo una generazione più tardi Jacob de Wit<br />
fu in grado di rivitalizzare la vita artistica anche ad Amsterdam, la città che aveva nel<br />
frattempo assunto un ruolo egemone per la politica e l’economia dei Paesi Bassi. A soli nove<br />
anni era già allievo di Albert van Spiers e quattro anni più tardi si portava ad Anversa per<br />
perfezionare lo studio. Qui egli non soltanto apprese la teoria dell’arte ma si esercitò nella<br />
copia di molte opere di Rubens, van Dyck e altri grandi fiamminghi. Nel 1715 de Wit fa<br />
ritorno ad Amsterdam, riceve molti incarichi per pale d’altare, nelle quali è particolarmente<br />
presente il modello di van Dyck, ma è ricercato anche come pitt<strong>ore</strong> di scene storiche e per<br />
la decorazione di edifici pubblici e privati. Tra le sue opere più famose il grande dipinto ( 5 x<br />
12 m) con scene dalla vita di Mosè per la Vroedschapskamer al palazzo reale, Amsterdam,<br />
per il quale egli eseguì anche alcune grisaglie. Queste imitazioni dipinte di decorazioni a<br />
stucco contribuirono grandemente alla sua fama; alludendo al suo nome, esse furono<br />
chiamate “wities”, poichè “wit ”in fiammingo signica bianco.<br />
Ma anche nel campo della pittura di storia e sacra egli conosce uno straordinario successo<br />
e diviene il più richiesto e pagato pitt<strong>ore</strong> del suo tempo nei Paesi Bassi. Che egli facesse le<br />
decorazioni per le proprie opere non gli provoca nessuna caduta di immagine, poiché i temi<br />
dell’<strong>antichi</strong>tà e i tipici putti che le caratterizzavano erano parte del gusto del tempo e si<br />
ritrovavano in tutte le forme dell’arte. Nel presente dipinto in modo particolare Jacob de<br />
Wit rende però consapevolmente manifesto che egli non è solo un epigone dello stile di<br />
Francia e non è affatto confinato al registro decorativo, il che del resto non potrebbe<br />
minimamente giustificare il suo enorme successo. Ci mostra piuttosto un’opera del tutto<br />
originale che esprime la sua personale visione in accordo con la sua formazione alla scuola<br />
dei grandi fiamminghi Rubens e van Dyck. Il suo paesaggio mostra un baccanale pieno di<br />
sensualità, nel quale accanto agli uomini si avvicendano anche satiri e putti. In margine<br />
all’accadere, come una firma, si nota il pitt<strong>ore</strong> stesso che, a destra dell’albero, rivolge lo<br />
sguardo allo spettat<strong>ore</strong>. Il suo violino è certo un segno del rapporto con l’antico, da egli<br />
stesso introdotto nella moda della buona società fiamminga, ma lo mostra anche fedele alla<br />
sua propria tradizione pittorica. Riferendosi infatti al motto oraziano “Ut pictura poesis” i<br />
pittori del XVII secolo avevano l’ambizione di studiare e applicare, come fa la poesia, le leggi
dell’armonia, elevando così la pittura da arte meccanica al rango di arte liberale. Quale<br />
simbolo della loro comprensione, anche teoricamente meditata, delle leggi dell’armonia, è<br />
spesso presente negli autoritratti uno strumento musicale, quasi sempre appunto un violino.<br />
Con la sua visibile presenza in mezzo al baccanale, che egli sembra quasi inaugurare con la<br />
musica, de Wit lascia un esauriente manifesto della sua consapevole poetica di artista con la<br />
quale egli ha così profondamente segnato la vita artistica ad Amsterdam.<br />
[EOT]<br />
131<br />
Thomas Willeboirts Bosschaert (Bergen-op-Zoom 1614 – 1654 Anversa)<br />
Susanna al bagno, olio su tela, 138 x 116, con cornice, (Wo)<br />
EURO 6.000 – 9.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – <strong>10</strong>.900<br />
Perizia: Jan De Maere, 25 gennaio <strong>2006</strong>, quale opera tarda di Willboirts Bosschaert, che<br />
risente dell’influenza di van Dyck e per la quale non è da escludere, in alcune parti, la<br />
collaborazione della bottega.<br />
Provenienza: proprietà privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
132 –<br />
Abraham Hondius (Rotterdam um 1625 – 1695 Londra)<br />
Mercurio, Argo e Io, in basso a destra, sulla bottiglia d’acqua, firmato “Abraham Hondius”,<br />
olio su tela, 99 x 126 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – <strong>30</strong>.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 36.400<br />
Hondius, nato a Rotterdam, fu pitt<strong>ore</strong> di cruenti combattimenti animali e di episodi<br />
mitologici. La presente raffigurazione mitologica, nella quale Mercurio fa addormentare con il<br />
suo flauto Argo, designato dalla gelosa Giunone a gurdiano Io, amata da Giove, e trasformata<br />
in giovenca, è un capolavoro di questo artista per la sua compiutezza compositiva, coloristica<br />
e drammatica.<br />
[EOT]<br />
133<br />
Cornelis de Vos (1584 – 1651) cerchia del XVII secolo<br />
L’ adorazione dei Magi, olio su tela, 46,5 x 67,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
[EOT]<br />
134 –<br />
Hans Jordaens III. (Anversa intorno al 1595 – 1643)<br />
La contenenza di Scipione, in basso a sinistra firmato “H. Jordaens. F.”, olio su tela,<br />
37 x 53 cm, con cornice, (Wo)
EURO 12.000 – 16.000 US$ 14.600 – 19.400<br />
Hans Jordaens fu pitt<strong>ore</strong> di paesaggi con la rappresentazione del passaggio del Mar Rosso da<br />
parte degli ebrei e di altri temi veterotestamentari. Il trattamento vivace e le tinte forti delle<br />
piccole figure di contorno si avvicina allo stile di Frans Francken il Giovane, ma tradisce<br />
chiaramente l’influenza di Rubens. Durante la seconda guerra punica, Scipione conquistò la<br />
città spagnola Catagena (209 a.c.). Tra la preda di guerra si trovava una bella fanciulla che fu<br />
assegnata al condottiero. Ma quando Scipione venne a sapere che la giovane era già<br />
promessa la fece restituire allo sposo.<br />
[EOT]<br />
135<br />
Frans Francken d. J. (Anversa 1581 – 1642) attribuito<br />
La cattura di Gesù, olio su rame, 53 x 67 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 7.000 – 9.000 US$ 8.500 – <strong>10</strong>.900<br />
Provenienza: collezione privata Madrid<br />
[EOT]<br />
136<br />
Simon de Vos (Anversa 1603–1676) attribuito<br />
Il banchetto di Erode, olio su rame, 79 x <strong>10</strong>1 cm, con cornice,(Wo)<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600<br />
Il presente dipinto è una replica, lievemente modificata, dell’originale di Rubens, conservato<br />
oggi alla National Gallery di Edimburgo. Ma, essendo stato il dipinto originale scozzese<br />
ridotto da ogni lato, a sinistra addirittura di un terzo, è legittimo supporre che Simon de Vos<br />
abbia dipinto questa replica di piccole dimensioni ad Anversa quasi in contemporanea alla<br />
creazione di Rubens. Un’altra replica dell’opera di Edimburgo, anchessa di mano di Simon de<br />
Vos, e anch’essa con piccole variazioni, si trova alla Gemäldegalerie der Staatlichen Museen<br />
a Berlino (cat. 1996, n. 1<strong>10</strong>9).<br />
Provenienza: proprietà privata portoghese<br />
[EOT]<br />
137<br />
Simon de Vos (Anversa 1603 – 1676) cerchia<br />
L’annunciazione a Maria, olio su rame, 85 x 62,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – <strong>30</strong>.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 36.400<br />
Perizia: Prof. Justus Müller-Hofstede, 12 settembre 1990, quale opera autografa di Simon de<br />
Vos.<br />
Provenienza. Collezione privata della Germania meridionale<br />
[EOT]
138 –<br />
Pieter Coecke van Aelst (Aelst 1502 – 1550 Bruxelles) bottega<br />
Maria con il bambino, olio su tavola, 69 x 52,5 cm, antica cornice intagliata, (Wo)<br />
EURO 20.000 – 25.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – <strong>30</strong>.400<br />
Il Rijksbureau voor kunsthistorische Documentatie de L’Aia ha archiviato il presente dipinto<br />
come “Pieter Coecke van Aelst - Atelier”.<br />
Provenienza: galleria Gebr. Douwes, Amsterdam, 1971 come opera autografa di Pieter<br />
Coecke van Aelst; collezione privata della Germania occidentale.<br />
Ringraziamo il signor Willem van de Watering per aver trattato di questo dipinto.<br />
[EOT]<br />
139<br />
Maestro dell’adorazione di Groote (Anversa, inizio XVI secolo) cerchia<br />
La nascita di Cristo, olio su tavola, 73 x 56 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 14.000 – 18.000 US$ 17.000 – 21.900<br />
Il Maestro dell’adorazione di Groote è così chiamato in relazione all’altare a portelli con<br />
l’Adorazione dei Magi, conservato a Kitzburg, e possesso del barone di Groote. bewahrten<br />
Flügelaltar mit der Anbetung der Könige benannt. Friedländer ha messo in stretta relazione<br />
con quest’opera un gruppo di dipinti, le cui figure sono caratterizzate da una accentuata<br />
espressività gestuale.<br />
Perizia: Max Friedländer, 19 ottobre 1928 (in fotocopia), come opera proveniente dalla<br />
cerchia immediata del Maestro dell’adorazione di Groote.<br />
Bibliografia: cfr. Max J. Friedländer, Altniederländische Malerei, 1933, volume 11.<br />
Provenienza: asta Rudolph Lepke Kunst-Auctions-Haus, Berlino W 35, Potsdamer Straße<br />
122a-b, 1928, n.150, riproduzione; proprietà privata berlinese.<br />
[EOT]<br />
140<br />
Jan Brueghel (Anversa 1601 – 1678)<br />
e Pieter van Avont (Mecheln/Malines 1600 – 1652)<br />
Riposo nella fuga in Egitto, olio su tela, 18 x 23,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 40.000 – 50.000 US$ 48.600 – 60.700<br />
Perizia: dott. Klaus Ertz 9 dicembre 1993. Dott. Ertz paragona questo dipinto tra l’altro a<br />
composizioni molto simili dei due pittori, conservate al Kunsthistorisches Museum a Vienna<br />
e alla Alte Pinakothek a Monaco. Il dott. Ertz accoglierà una riproduzione del presente<br />
dipinto, quale „ opera autografa e straordinariamente ben conservata“ di Jan Brueghel il
Giovane e di Pieter van Avont nel volume di aggiornamento del suo catalogo dell’opera di<br />
Jan Brueghel il Giovane, del 1984.<br />
Provenienza: collezione privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
141<br />
Andries Daniels (Anversa verso 1580, attivo a Anversa 1598 – 1602) bottega<br />
Grande e decorativo mazzo di fiori con tulipani, rose e altri fiori in un vaso con decorazioni<br />
plastiche, olio su tavola, 64 x 49 cm, sul retro il marchio a fuoco della città di Anversa, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO 20.000 – <strong>30</strong>.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – 36.400<br />
Provenienza: collezione privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
142 –<br />
Willem van Leen (Dordrecht 1753 – 1825 Delft)<br />
Un mazzo di fiori con tulipani, palle di neve ........., una rosa e altri fiori in un vaso, in primo<br />
piano un cesto con pesche e uva, in basso a sinistra firmato “Van Leen. f.”, olio su tela, 80,5 x<br />
59,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – <strong>30</strong>.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 36.400<br />
Willem van Leen studiò a Parigi, venne poi a Rotterdam e ritornò nel 1787 a Parigi. Con la<br />
Rivoluzione del 1789 egli ritornò in Olanda e si stabilì a Delfshaven. In Olanda egli dipingeva<br />
con grande successo esclusivamente nature morte con fiori e frutta, utilizzate anche come<br />
miniature per coperchi di scatola. <strong>Dipinti</strong> suoi si trovano nei musei di Dordrecht, Danzica,<br />
Lussemburgo, Boymans Rotterdam e Bruxelles.<br />
[EOT]<br />
143 –<br />
Andries Daniels (Anversa verso 1580 – attivo nel primo quarto del XVII secolo)<br />
Un mazzo di fiori in un vaso di terracotta panciuto, olio su tavola , 59 x 49 cm, con cornice,<br />
(Wo)<br />
EURO 60.000 – 80.000 US$ 72.900 – 97.<strong>10</strong>0<br />
Sul retro della tavola si trovano il marchio a fuoco della città di Anversa e quello del<br />
fabbricante di tavole Guillam Aertsen.<br />
Perizia: Dott. Klaus Ertz, 20 ottobre 2005<br />
Dott. Ertz data il dipinto verso 1620, localizzandolo a Anversa, e cita nella sua perizia<br />
numerosi quadri di fiori di Daniels con composizioni strettamente imparentate con quella del<br />
presente dipinto. Tra l’altro opere in asta presso Ader Tajan, Parigi 1993 e Christie’s, Londra<br />
1988 e 2001. Dott. Ertz sottolinea anche „lo straordinario stato di conservazione“ del<br />
presente dipinto, i cui „colori evocano una luminosità e uno splend<strong>ore</strong> tipico dell’arte
fiamminga dei primi del XVII secolo” (cfr. perizia). Andries Daniels fu allievo di Pieter<br />
Brueghel il G. Egli collaborò spesso con il pitt<strong>ore</strong> di figure Frans Francken il G., il quale<br />
realizzò le figure per le corone di fiori di Daniels. Per la loro alta qualità quest’ultime sono<br />
spesso scambiate per opere di Jan Brueghel il G.<br />
Verso il 1600 si registra nella pittura neerlandese un significativo cambiamento: i fiori<br />
diventano un soggetto degno di rappresentazione. Fino a quel momento i fiori erano<br />
comparsi nella pittura d’Occidente sotto forme diverse: come fi<strong>ore</strong> singolo e come piccolo<br />
mazzo in un vaso erano spesso un attributo allegorico della storia della salvazione o del<br />
carattere umano. Ma già nel 1592 erano state pubblicate a Francoforte le Archetypa di Jacob<br />
Hoefnagel e sempre negli anni ’90 seguivano gli studi ad acquerello di Georg Flegel. Nell’anno<br />
1594 Joris Hoefnagel elaborava la prima composizione autonoma basata tutta su fiori, vaso e<br />
insetti. Il prossimo passo consisteva nel rendere pubblico queste acquisizioni e lo fecero<br />
artisti come Jacob de Gheyn, Roelant Savery, Ambrosius Bosschaert il V. e, già nel 1606, Jan<br />
Brueghel il V. La grande epoca della natura morta e della pittura di fiori si registra a Anversa<br />
nel secondo decennio del XVII secolo. Anche se il momento delle grandi Wunderkammer di<br />
epoca manierista, volute da principi religiosi e secolari, era ormai passato, rimaneva il<br />
bisogno di opere manieriste. Erano soltanto cambiati i committenti: la borghesia aveva<br />
cominciata ad allestire collezione artistiche e i dipinti di fiori erano, come ancora oggi, tra i<br />
generi favoriti. In questa nuova costellazione ha trovato il suo posto Andries Daniels. I suoi<br />
dipinti stanno nella tradizione del grande Jan Brueghel il V., il quale fece “da padrino” anche<br />
al dipinto qui proposto.<br />
[EOT]<br />
144 –<br />
Scuola austriaca del XVIII secolo<br />
Un mazzo di fiori con rose e altri fiori, olio su rame, <strong>30</strong>,5 x 23 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 15.000 – 20.000 US$ 18.200 – 24.<strong>30</strong>0<br />
[EOT]<br />
145<br />
Jan van Huysum (Amsterdam 1682 – 1749) bottega<br />
Rose, tulipani, garofani, peonie e altri fiori in un vaso di vetro, olio su tela, 67 x 50 cm, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – 35.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 42.500<br />
Provenienza: collezione privata belga<br />
[EOT]<br />
146<br />
Dionys Verburgh (verso 1655 – prima del 1722 Rotterdam)<br />
Ampio paesaggio fluviale con una barca e viaggiatori, olio su tela, 66 x <strong>10</strong>0 cm, con cornice,<br />
(Wo)<br />
EURO 15.000 – 20.000 US$ 18.200 – 24.<strong>30</strong>0<br />
Nel paesaggio panoramico si fa sentire l’influenza del pitt<strong>ore</strong> paesaggista Philip Koninck.
[EOT]<br />
147<br />
Pieter Stevens (Mechelen verso 1567 - dopo 1624 Praga) attribuito<br />
Paesaggio boschivo montuoso con le rovine di un castello e cavalieri, olio su tavola,<br />
22 x 28 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 20.000 – 25.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – <strong>30</strong>.400<br />
Cfr. la composizione invertita nel catalogo della mostra “Prag um 1600” del<br />
Kunsthistorisches Museum Vienna, Luca edit<strong>ore</strong>, 1988, p. 287, n. 167: Dresda Staatliche<br />
Kunstsammlungen, Gemäldegalerie Alte Meister, Inv. n. 82/08, und p. 285, n. 165, Kassel,<br />
Staatliche Kunstsammlungen, Gemäldegalerie Alte Meister, Inv. n. L<strong>10</strong>69<br />
[EOT]<br />
148<br />
Jan Wildens (Antwerpen 1586 – 1653) cerchia<br />
Paesaggio boschivo con viaggiatori, olio su tela, 55 x 71 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600<br />
[EOT]<br />
149<br />
Jacques van der Weyhen (1588 – 1653)<br />
Veduta di un ampio paesaggio con un viale fiancheggiante un fossato e un castello<br />
rinascimentale con figure eleganti, olio su tavola, 50 x 64 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 18.000 – 24.000 US$ 21.900 – 29.<strong>10</strong>0<br />
Perizia: Jan de Maere, 25 gennaio <strong>2006</strong><br />
Provenienza: Count Scarborough 1968; Old Master Gallerys, London A. und E.M. Wengraf,<br />
esposto 1968, cat. n. 21.<br />
[EOT]<br />
150<br />
Lodewyk de Vadder (Bruxelles 1605 – 1655) atribuito<br />
Ampio paesaggio boschivo con figure, olio su tela, 82 x <strong>10</strong>8 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 15.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 18.200<br />
Provenienza: collezione privata svizzera<br />
[EOT]<br />
151 –<br />
Jan Wynants (Haarlem verso 16<strong>30</strong> – 1684 Amsterdam)
Ampio paesaggio fluviale boschivo olandese con figure durante una sosta, in basso a sinistra<br />
firmato e datato “Jwynants 1660”, olio su tela, 51 x 67,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 15.000 – 20.000 US$ 18.200 – 24.<strong>30</strong>0<br />
Jan Wynants è tra i più imporanti pittori paesaggisti del gruppo di artisti di Haarlem e<br />
Anversa. Egli stesso non ha mai dipinto figure, queste sono solitamente dovute a Lingelbach,<br />
Adriaen van de Velde, Barent Gael o Philips Wouwerman. I personaggi del dipinto qui<br />
proposto sono probabilmente di Barent Gael o di Lingelbach.<br />
[EOT]<br />
152<br />
Cornelis Hendriksz., Vroom (verso 1591–1661 Haarlem) attribuito<br />
Paesaggio boschivo con un boscaiolo e cacciatori, olio su tela, 31 x 40 cm, con cornice,<br />
(Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 14.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 17.000<br />
[EOT]<br />
153<br />
Meindert Hobbema (Amsterdam 1638 – 1709) cerchia<br />
Ampio paesaggio olandese con una casa contadina, un cavaliere con il suo cavallo alla<br />
mangiatoia e altre figure, olio su tela, 95 x 124 cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 15.000 US$ 14.600 – 18.200<br />
[EOT]<br />
154 –<br />
Govert Dircksz. Camphuysen (Gorkum 1623/24 – 1672 Amsterdam)<br />
Interno di cucina: due serve preparano pietanze, in basso a sinistra firmato “G.<br />
Camphuysen”, olio su tavola, 48,5 x 64,5 cm, con cornice,(Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 14.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 17.000<br />
Camphuysen era un pitt<strong>ore</strong> di Amsterdam, specializzato in paesaggi e animali da gregge nella<br />
maniera di Paulus Potter. I suoi interni contadini sono invece più rari. La loro caratteristica è<br />
una grande naturalezza, tipica anche per il dipinto qui proposto. La profondità di campo è<br />
sottolineata da un’efficace illuminazione.<br />
[EOT]<br />
155 –<br />
Pieter van den Bosch (Amsterdam 1613 – dopo il 1663 Londra)<br />
Interno di cucina con due serve al lavoro e una donna alla finestra, olio su tavola, 47 x 38 cm,<br />
con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 14.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 17.000
Una serva quasi identica compare del dipinto di Pieter van den Bosch, messo all’asta da<br />
Christie’s, Londra, 1981; un altro dipinto simile di Bosch si trova presso gli Staatliche Museen<br />
zu Berlin, Gemäldegalerie, ill. in cat. n. 1188 e in Walther Bernt,”Die Niederländischen<br />
Maler...”, 1969, n. 153.<br />
Perizia: Walther Bernt, 9 dicembre 1962 (è disponibile la fotocopia)<br />
Esposizioni: Museo di Leida, 1962<br />
Provenienza: collezione Arthur Kay Esqu. (come Gerard Dou); Sir Harold Farquchar (come<br />
Gerard Dou)<br />
[EOT]<br />
156 –<br />
Quirin Gerritsz. van Brekelenkam (Zwammerdam verso 1620 – 1668 Leida)<br />
Una merlettaia, olio su tavola, 34 x 27,5 cm, bella cornice antica, (Wo)<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600<br />
[EOT]<br />
157 –<br />
Gerrit Lundens (Amsterdam 1622 – 1686)<br />
Compagnia allegra durante il gioco “La main chaude”, in basso a destra firmato e datato “g<br />
Lundens 1671”, olio su tela, 37,5 x <strong>30</strong>,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 18.000 – 24.000 US$ 21.900 – 29.<strong>10</strong>0<br />
Provenienza: già collezione Dr. C. J. K. van Aalst, Hoevelaken.<br />
Gerrit Lundens raffigurò soprattutto interni contadini nella maniera di Jan Miense Molenaer e<br />
Richard Brakenburgh, nonché botteghe di barbieri e luoghi per il ballo.<br />
[EOT]<br />
158<br />
Gillis van Tilborgh (Bruxelles 1625 – 1678)<br />
Compagnia mondana a tavola su una terrazza, olio su tela, 61,5 x 49 cm, sul retro della<br />
tavola il marchio a fuoco della città di Anversa, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 15.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 18.200<br />
Perizia: Sia Jan De Maere che Willem van de Watering hanno esaminato il dipinto in originale<br />
e hanno confermato la sua autografia.<br />
Bibliografia: Una composizione molto simile di una tavolata mondana, e dove il gruppo<br />
centrale è quasi identico a quello del dipinto qui proposto, è riprodotta in Walther Bernt,<br />
“Die Niederländischen Maler des 17. Jahrhunderts”, 1970, vol. III, n. 1181. Gillis van Tilborgh<br />
dipinse innanzitutto tavolate mondane, osterie contadine con feste nuziali e risse. I suoi<br />
personaggi sono vicini a quelli di Craesbeeck e di Gonzales Coques e ogni tanto anche di<br />
Teniers, che fu probabilmente suo maestro.
[EOT]<br />
159 –<br />
Christoph Jacobsz. van der Lamen (Anversa verso 1606 - verso 1651)<br />
Elegante compagnia intenta al vino e al gioco, olio su tavola, 66,5 x <strong>10</strong>6,5 cm, con cornice,<br />
(Wo)<br />
EURO 15.000 – 20.000 US$ 18.200 – 24.<strong>30</strong>0<br />
Le scene di società di Christoph Jacobsz. van der Lamen sono vicine alle composizioni<br />
dell’olandese Anthonie Palamedesz.<br />
[EOT]<br />
160 –<br />
Johannes Glauber (Utrecht 1646 - verso 1726 Schoonhoven)<br />
Paesaggio con Apollo e Dafne, olio su tela, 67 x 83,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 15.000 – 18.000 US$ 18.200 – 21.900<br />
Pendant di cat. n. 161<br />
Ringraziamo Prof. Erich Schleier per aver paragonato questo e il seguente dipinto con<br />
composizioni di Glauber molto simili, conservate presso i Staatliche Museen, Kassel e il<br />
Herzog Anton-Ulrich Museum, Braunschweig (e-mail, 20 gennaio <strong>2006</strong>). Johannes Glauber<br />
era un pitt<strong>ore</strong> paesaggista olandese che creò paesaggi di impronta italiana, animati da scene<br />
mitologiche e da animali. Le figure sono dovute tra l’altro a Gerard de Lairesse e Dirck Maas.<br />
[EOT]<br />
161 –<br />
Johannes Glauber (Utrecht 1646 – um 1726 Schoonhoven)<br />
Paesaggio con figure mitologiche, olio su tela, 67 x 83 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 15.000 – 18.000 US$ 18.200 – 21.900<br />
Cfr. il testo di cat. n. 160.<br />
Pendant di cat. n. 160<br />
[EOT]<br />
162<br />
Balthasar Paul Ommeganck (Anversa 1755 – 1826)<br />
Pascolo nelle Fiandre con una coppia di pastori, pec<strong>ore</strong> e un asino, in basso a destra firmato<br />
e datato “BP Ommeganck 1816”, olio su tavola, 41 x 54 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 14.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 17.000<br />
Provenienza: collezione privata belga
[EOT]<br />
163<br />
Scuola di Rembrandt del XVII secolo<br />
Paesaggio fluviale boschivo con rovine e Cristo che benedice una donna, olio su tela, <strong>10</strong>3 x<br />
1<strong>30</strong> cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 18.000 – 25.000 US$ 21.900 – <strong>30</strong>.400<br />
Provenienza: collezione privata della Germania settentrionale<br />
[EOT]<br />
164<br />
David Teniers il G. (Anversa 16<strong>10</strong> – 1690 Bruxelles)<br />
Paesaggio fluviale montuoso con pastori e un gregge, in basso al centro firmato “D. Teniers”,<br />
olio su tela, 68 x 93 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 50.000 – 70.000 US$ 60.700 – 85.000<br />
Perizia: Dott.ssa Margret Klinge, 9 gennaio <strong>2006</strong>, come “opera autografa di David Teniers il<br />
G.”. Dott.ssa Klinge: “Con il chiaro e delicato colorito di sfondo e cielo, la captazione<br />
suggestiva e espressiva del paesaggio e la descrizione animata di uomini e animali questo<br />
quadro appartiene a un gruppo di opere dipinte dall’artista verso il 1650“. La dott.ssa Klinge<br />
inserirà questo dipinto nel catalogo delle opere di Teniers il Giovane.<br />
Provenienza: già collezione Countess of Carnavon; asta Christie’s, Londra, 31 maggio 1918,<br />
cat. n. 156; asta Christie’s, Londra, 16 novembre 1973, cat. n. 32; galleria d’arte Cohen,<br />
Londra; asta Sotheby’s Mak van Waay, 31 ottobre 1977, n. 129a; Kunstsalon Francke, Baden-<br />
Baden 1979; collezione privata della Germania occidentale<br />
Esposizioni: Portland Art Museum, Portland, Oregon, USA, No. L80.15.1 (adesivo sul retro)<br />
[EOT]<br />
165 –<br />
Johann Baptist Govaerts (Anversa 1701 - verso 1746 Magonza?)<br />
Natura morta con uva, pesche e fiori e con un nido d’uccello, in basso a sinistra<br />
monogrammato “I. B. G.”, olio su tela, 49 x 39,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 28.000 – 36.000 US$ 34.000 – 43.700<br />
J. B. Govaerts è allievo di Alexander van Bredael; dal 1740–1745 era pitt<strong>ore</strong> di corte a<br />
Magonza. Dipinse soprattutto scene di genere e nature morte.<br />
[EOT]<br />
166 –<br />
Johannes Borman<br />
(L’Aia, attivo dal 1653 – 1658 a Leida, 1659 Amsterdam - dopo 1660)
Natura morta con uva, una pesca, noci e un bicchiere veneziano riempito di vino, olio su<br />
tavola, 41 x 32,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 14.000 – 18.000 US$ 17.000 – 21.900<br />
Johannes Borman lavorò inizialmente sotto l’influenza di Jan Davidsz. de Heem, poi di<br />
Willem Kalf. In questo dipinto gli oggetti sono accostati sotto un cono di luce diffusa, una<br />
soluzione tipica per lo stile di Borman.<br />
Perizia: Walther Bernt, 17 maggio 1976, come “opera sicura, caratteristica e ben conservata<br />
di Johannes Borman”.<br />
[EOT]<br />
167 –<br />
Barend van der Meer (Haarlem 1659 - verso 1696)<br />
Natura morta con pesche, uva e noci in una ciotola d’argento, olio su tela, 60 x 50,5 cm, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO 20.000 – 25.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – <strong>30</strong>.400<br />
Barend van der Meer morì relativamente giovane e questo è uno dei motivi per la rarità dei<br />
suoi dipinti. “Le sue nature morte testimoniano del gusto per lo sfarzo manifestato dai<br />
cittadini di Amsterdam diventati ricchi” scrive Laurens Bol.<br />
[EOT]<br />
168<br />
Jan Philip van Thielen (Mechelen 1618 – 1667) cerchia<br />
Un mazzo di fiori con tulipani, veccia, rose e peonie in un vaso di vetro, olio su tela, 45 x 32<br />
cm, con cornice , (Wo)<br />
EURO 15.000 – 18.000 US$ 18.200 – 21.900<br />
[EOT]<br />
169<br />
Abraham Brueghel (Anversa 1631 – 1690/97) cerchia<br />
Un mazzo di fiori in un vaso di vetro, olio su tela su tavola, 39 x <strong>30</strong> cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – 35.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 42.500<br />
Provenienza: collezione privata della Germania meridionale<br />
[EOT]<br />
170<br />
Joris van Son (Anversa 1623 – 1667) cerchia<br />
Natura morta con prosciutto, frutta e un boccale di parata dorato, olio su tela, 72 x <strong>10</strong>0 cm,<br />
con cornice, (Wo)
EURO 15.000 – 18.000 US$ 18.200 – 21.900<br />
[EOT]<br />
171 –<br />
Peter Jacob H<strong>ore</strong>mans (Anversa 1700 – 1776 Monaco di Baviera)<br />
Natura morta con stoviglie da parata in argento, frutta e un pappagallo, in basso a destra<br />
firmato e datato “P. H<strong>ore</strong>mans 1757”, olio su tavola, 31,5 x 24,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 20.000 – 25.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – <strong>30</strong>.400<br />
Peter Jacob H<strong>ore</strong>mans era fratello e allievo di Jan Josef a Anversa. Durante il garzonato si<br />
stabilì probabilmente a Monaco dove divenne nel 1725 pitt<strong>ore</strong> di corte del principe elett<strong>ore</strong><br />
Karl Albrecht. Grande popolarità godevano la sue rappresentazioni di feste della corte,<br />
solitamente di piccolo formato, e soprattutto le sue squisite nature morte. La maggior parte<br />
delle sue opere si trova nella Amalienburg nel parco del castello di Nymphenburg; e ancora<br />
in vari castelli bavaresi e nei musei di Augusta, Brunswick, Burghausen, Erlangen, Firenze,<br />
Gottinga, Monaco (Nationalmuseum), Amburgo, Nottingham, Norimberga (Germanisches<br />
Nationalmuseum), Schleißheim e Spira.<br />
[EOT]<br />
172<br />
Armadietto fiammingo da gabinetto del XVII secolo<br />
con undici cassetti, tre porte e un cassetto segreto, ebano e palissandro con barrette a<br />
fiamma incassate in oro, altezza 58 cm, larghezza 59 cm, profondità 32,5 cm, i cassetti e le<br />
porte sono dipinte con scene bibliche e episodi della vita di Cristo dovuti a un artista della<br />
cerchia di Frans Francken il G. (1581 – 1642), (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
173<br />
Abraham Bosschaert (Anversa 1612 - dopo 1639)<br />
Mazzo di fiori con tulipani, una rosa, altri fiori e una cedronella in un vaso di vetro, in basso<br />
al centro firmato “J(?) Bosschaert. f”, olio su tavola, ottagonale, 37,5 x 28 cm, ovale, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO 35.000 – 44.000 US$ 42.500 – 53.400<br />
Bibliografia: il dipinto è conosciuto al Rijksbureau voor kunsthistorische Documentatie<br />
(RKD) a L’Aia e vi è registrato come opera autografa di Abraham Bosschaert.<br />
Provenienza: collezione privata della Germania settentrionale<br />
[EOT]<br />
174
Mathys Schoevaerdts (Bruxelles verso 1665 – 1694 o 1723)<br />
Uno spettacolo di attori girovaghi in un villaggio, olio su tela, 41 x 58 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 14.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 17.000<br />
Provenienza: collezione privata belga<br />
[EOT]<br />
175<br />
Pieter Wouwerman (Haarlem 1623 – 1682) attribuito<br />
Combattimento di cavalieri davanti a una città fortificata, in basso a sinistra firmato (?) e<br />
datato “Wouwerman 1671”, olio su tela, 111 x 153 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 22.000 – <strong>30</strong>.000 US$ 26.700 – 36.400<br />
Provenienza: collezione privata Bruxelles<br />
[EOT]<br />
176<br />
Martinus de la Court (Bruxelles 1640 – 17<strong>10</strong>)<br />
“Mercato in Toscana”, in basso a destra monogrammato “MDL (legato) Court”, olio su tela,<br />
70 x <strong>10</strong>0 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 18.000 US$ 14.600 – 21.900<br />
Martinus de la Court fu pitt<strong>ore</strong> paesaggista e ritrattista. Proveniva da Bruxelles, ma nel 1693<br />
entrò nella corporazione dei pittori di Delft e più tardi operò a Leida. Il riscontro di<br />
un’influenza fiamminga fa pensare che questo dipinto sia nato durante il periodo a Bruxelles.<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
Ringraziamo il sig. Willem van de Watering per la decifrazione della firma e per aver<br />
riconosciuto nel dipinto una delle rare opere del pitt<strong>ore</strong> fiammingo-olandese Martinus de la<br />
Court.<br />
[EOT]<br />
177 –<br />
Cornelisz. Droochsloot (Utrecht 16<strong>30</strong> – dopo il 1673)<br />
La strada di un villaggio con molte figure, in basso al centro monogrammato e datato “CD.<br />
f.1659”, olio su tavola, 35,5 x 52 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 20.000 – 25.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – <strong>30</strong>.400<br />
[EOT]<br />
178 –<br />
Peter Tillemans (Anversa 1684 – 1734 Norton/Inghilterra) cerchia<br />
L’assedio di una città fortificata, olio su tela, 63,5 x 76,5 cm, cornice originale intagliata e<br />
dorata del XVII secolo, (Wo)
EURO <strong>10</strong>.000 – 12.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 14.600<br />
[EOT]<br />
179 –<br />
Philips Wouwerman (Haarlem 1619 – 1668)<br />
Cavalieri con il suo cavallo e un cane durante una sosta in un paesaggio, in basso a sinistra<br />
monogrammato “PH W”, olio su tavola, 23 x 18,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – <strong>30</strong>.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 36.400<br />
Perizia: Prof. Wolfgang Maier-Preusker del 1. febbraio <strong>2006</strong> come opera autografa di Philip<br />
Wouwerman<br />
[EOT]<br />
180<br />
Johann Georg Hinz oder Hainz (Amburgo/Altona 1631 – 1688 Amburgo)<br />
Pesche e uva in una ciotola Wan Li e un bicchiere con vino, olio su tela, 56 x 52 cm, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO 18.000 – 25.000 US$ 21.900 – <strong>30</strong>.400<br />
Perizia: comunicazione scritta del 23 agosto 1996 della dott.ssa Karin Bastian-Kleinewerfers,<br />
autrice di una tesi di dottorato su Hainz, pubblicata, come opera autografa di Johann Georg<br />
Hainz; comunicazione orale di Drs. Fred Meijer, Rijksbureau voor Kunsthistorische<br />
Documentatie, come opera autografa di Hainz.<br />
[EOT]<br />
181<br />
Georg Flegel (Olomuc 1566 – 1638 Francoforte/Meno)<br />
Natura morta con frutta, volatili e un cardellino che sta becchettando dei frutti, olio su tela,<br />
48 x 56,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 50.000 – 70.000 US$ 60.700 – 85.000<br />
Georg Flegel è tra i maggiori pittori europei di nature morte dell’inizio del XVII secolo. Con<br />
le sue prime opere, nate verso il 1600, egli fu il primo rappresentante in Germania di questo<br />
nuovo genere.<br />
Bibliografia: Anne-D<strong>ore</strong> Ketelsen-Volkhardt, Georg Flegel 1566–1638, catalogo delle opere,<br />
Deutscher Kunstverlag, Monaco/Berlin0, 2003, p. 186, n. 11, ill. 61;<br />
Il cardellino è l’unico elemento vitale che Flegel ha inserito tra gli oggetti inanimati, messi in<br />
rapporto fra di loro con un sistema di linee diagonali. Questo uccello, il cui nome proviene<br />
dalla sua predilezione per i semi dei cardi, allude emblematicamente alla passione di Cristo. Il<br />
grappolo d’uva, sul quale è seduto il cardellino, è un simbolo dell’eucaristia in quanto allude<br />
al vino che a sua volta sta per il sangue di Cristo. Il dipinto si distigue sia per la forza<br />
simbolica che per la squisitezza del trattamento pittorico. Esso è una delle rare nature morte
di Flegel che hanno come protagonista un uccello. Un’altra natura morta con uccello presso<br />
il Museum der bildenden Künste di Lipsia sottolinea la popolarità di questo soggetto.<br />
Secondo Ketelsen-Volkhardt il dipinto è stato realizzato attorno al 1620 (p. 28).<br />
[EOT]<br />
182<br />
Johann Baptist Hälszel (Berlino 17<strong>10</strong> – 1777 Vienna)<br />
Una lepre, un ciuffolotto e una lucertola in un bosco, olio su tela, 57 x 54 cm, con cornice,<br />
(Wo)<br />
EURO 6.000 – 9.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – <strong>10</strong>.900<br />
Provenienza: collezione privata della Germania meridionale<br />
[EOT]<br />
183 –<br />
Johann Georg Hinz o Hainz (Altona 16<strong>30</strong> – 1688 Amburgo)<br />
Natura morta con boccale da parata, ciotola di porcellana Wan Li, piatto di stagno, bicchiere<br />
da birra, uva e pesche, olio su tela, 91 x 69 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 24.000 – 28.000 US$ 29.<strong>10</strong>0 – 34.000<br />
Johann Georg Hinz, così come Christian Berentz, Ottmar Elliger, J. Jacobsen e M. Scheits,<br />
appartiene alla cerchia di pittori tedeschi formatasi sulla scuola olandese e che nella seconda<br />
metà del XVII secolo fece di Amburgo un centro della pittura di nature morte in Germania.<br />
La maestrìa nella raffigurazione della frutta e degli oggetti, il chiaroscuro dell’efficace<br />
illuminazione e il colorito armonioso, fanno del presente dipinto uno dei capolavori<br />
dell’artista.<br />
[EOT]<br />
184<br />
Scuola spagnola del XVIII secolo<br />
Natura morta con mele in una ciotola di ceramica, un panino e una brocca di terracotta, olio<br />
su cartoncino, 40 x 52 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
Provenienza: collezione privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
185 –<br />
Dominicus Gottfried Waerdigh (Amburgo 1700 – 1789 Plön)<br />
Natura morta con un melone, uva e altra frutta, olio su tavola, 44 x 63 cm, firmato e datato<br />
“D Waerdigh 78 Jahr 1778”, bella cornice antica dorata, (Wo)<br />
EURO 20.000 – 25.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – <strong>30</strong>.400
Il pitt<strong>ore</strong> amburghese Waerdigh si formò sugli <strong>antichi</strong> maestri ollandesi. Egli realizzò<br />
soprattutto paesaggi (del Reno) e vedute, più rare sono le sue nature morte di qualità.<br />
[EOT]<br />
186<br />
P. Schenck (Germania XVIII secolo)<br />
Trompe l’oeil di una tavola per affissioni con un’acquaforte da un dipinto di Adriaen van<br />
Ostade, una pagina del giornale di Amburgo “RELATIONS COURIER”, una penna, un pettine<br />
e un lettera con il seguente testo: “A Son altesse Serenissime Monsieur... Duc Regnant de<br />
Mecklenbourg Pr(ince?) de Vandalis Treshum...”; sul margine inferi<strong>ore</strong> dell’incisione firmato<br />
“P(?) Schenck fecit et excudit”, olio su tela, 68 x 58 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 6.000 – 9.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – <strong>10</strong>.900<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
187<br />
Pitt<strong>ore</strong> tedesco verso 1600<br />
Vanitas, in alto a destra su un foglio l’iscrizione latina “o infelix, quae prius anima mea nolebat<br />
agere... Job. C. VI” (Antico Testamento, Giobbe); sul libro iscrizione: “Infans...”/”infanzia”,<br />
“Adolescentia”/ “Giovinezza”, “Senectas”/”Vecchiaia”, olio su rame su tavola, 17 x 13,5 cm,<br />
bella cornice antica ottagonale intagliata, (Wo)<br />
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Provenienza: proprietà privata austriaca<br />
[EOT]<br />
188<br />
Pitt<strong>ore</strong> tedesco del XVII secolo<br />
Doppio ritratto – allegoria della Vanitas: una giovane donna con collana di perle e un teschio<br />
in un’unica raffigurazione, in alto l’iscrizione: “HAIT MIR MORGEN DIR” (Oggi a me, domani<br />
a te), olio su tavola “scanalata”, 31,5 x 19,5 cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 7.000 – 9.000 US$ 8.500 – <strong>10</strong>.900<br />
Il dipinto è un cosiddetto “quadro scanalato”, realizzato su una tavola con scanalature, simile<br />
a un’asse per lavare. Guardando il dipinto da posizione laterale appare soltanto una delle<br />
rappresentazioni; in questo caso la giovane donna compare guardando da sinistra e il teschio<br />
guardando da destra. <strong>Dipinti</strong> di questo genere sono estremamente rari e l’esempio qui<br />
proposto, un classico oggetto da “Wunderkammer”, è dunque di grande interesse storicoartistico.<br />
Quadri scanalati appartengono alla categoria delle anamorfosi. Gli esempi più<br />
famosi di una anamorfosi sono il teschio nel ritratto dei due ambasciatori francesi di Holbein<br />
nella National Gallery di Londra e il ritratto con teschio di Maria Stuart a Edinburgo,<br />
realizzato probabilmente dopo la sua morte. I quadri doppi erano particolarmente adatti per<br />
ritratti di coppie.
Provenienza: collezione privata austriaca<br />
Bibliografia: cfr. Eugen von Philippovich, Kuriositäten und Antiquitäten, 1966, p. 33 sgg.<br />
[EOT]<br />
189<br />
Pitt<strong>ore</strong> tirolese del XVIII secolo<br />
Due giocatori di carte, un uomo con pipa e un suonat<strong>ore</strong> di gironda con un cagnolino in un<br />
paesaggio (recto); Madonna col bambino, un religioso e un angelo con fiaccola che caccia<br />
Lucifero (verso); dipinto cosiddetto “a lamelle” su due tele, olio su tela, 47 x 37 cm, cornice<br />
antica, (Wo)<br />
EURO 1.500 – 2.000 US$ 1.800 – 2.400<br />
Il quadro qui proposto è un cosiddetto “dipinto a lamelle”. Esso è dipinto su due tele,<br />
disposte come delle lamelle. Con l’aiuto di listelli lignei, applicati sul retro e in basso, le due<br />
tele possono essere spostate in modo tale che da far apparire di volta in volta una delle due<br />
raffigurazioni.<br />
Provenienza: da un castello tirolese<br />
[EOT]<br />
190<br />
Friedrich von Amerling (Vienna 1803 – 1887)<br />
“La scultura”: Michelangelo, scolpendo il Mosè; “La pittura”: Raffaello dipingendo la Madonna<br />
Sistina, coppia, olio su tela, grisaglie, ciascuna 160 x 60 cm, senza cornice, (2), (Wo)<br />
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Bibliographia: Günther Probst, catalogo delle opere “Friedrich von Amerling”, Vienna 1926,<br />
p. 156, nn. 1356 e 1357, come decorazione del vano scale del castelletto Amerling, la<br />
residenza del pitt<strong>ore</strong> nel V distretto di Vienna.<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
191<br />
Maestro di Brunswick verso il 1570<br />
Una tavola dipinta su entrambi i lati: recto: un’istruzione religiosa; verso (grisaglia): il<br />
Crocefisso con figure assistenziali; olio su tavola, 94 x 82 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 18.000 US$ 14.600 – 21.900<br />
Un teologo protestante, seduto a un tavolo accanto al serpente innalzato, istruisce un padre<br />
e i suoi quattro figli sul Vangelo di Giovanni, cap. 3: “Come Mosè nel deserto ha innalzato il<br />
serpente di bronzo, così i figli dell’uomo saranno innalzati, perché tutti quelli che credono in<br />
lui (Dio) non siano perduti, ma raggiungano la vita eterna”. La scena della Crocefissione sul<br />
retro, con le sue figure assistenziali, è accompagnata da una citazione dal libro del profeta
Isaia, cap. 53, che si riferisce al Messia, che in quanto figlio dell’uomo, sarà il venturo principe<br />
dei cieli.<br />
Provenienza: collezione privata milanese<br />
[EOT]<br />
192 –<br />
Jacob Bogdany (Eperjes 1660 – 1724 Finchley presso Londra) attribuito<br />
Natura morta con frutta e fragole in una coppa di porcellana e un pappagallo, olio su tela, 62<br />
x 73,5 cm, cornice originale inglese del XVIII secolo, intagliata e dorata, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 16.000 US$ 14.600 – 19.400<br />
[EOT]<br />
193 –<br />
Wolfgang Heimbach (Ovelgönne/Oldenburg 1613 – dopo il 1678) bottega<br />
Compagnia maschile intenda al vino e al fumo, in un’osteria a lume di candela, serviti da una<br />
giovane ostessa e osservati attraverso la finestra da quattro uomini nel buio della notte, olio<br />
su tavola, 22 x 29,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600<br />
[EOT]<br />
194<br />
ritirato<br />
[EOT]<br />
195<br />
Franz Ignaz Roth (1697 – 1757 Würzburg) attribuito<br />
Ritratto del conte dell’impero Friedrich Karl di Schönborn (1674- 1746 Würzburg), olio su<br />
tela su tavola, 76 x 57,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 9.000 – 14.000 US$ <strong>10</strong>.900 – 17.000<br />
Perizia: Prof. Helmut Börsch-Supan, 20 dicembre 2002: “Il castello dei vescovi di Bamberga<br />
nei pressi di Bamberga è stato ristrutturato per volontà di Friedrich Karl di Schönborn nel<br />
1729/<strong>30</strong> ad opera di Balthasar Neumann e nel 1736/38 di Johann Michael Küchel. Il ritratto,<br />
nipote di Lothar Franz di Schönborn, principe vescovo di Bamberga nonché principe elett<strong>ore</strong><br />
e arcivescovo di Magonza, è stato accettato nel 1705 nel capitolo del duomo di Bamberga e<br />
nello stesso anno divenne anche vice-cancelliere imperiale a Vienna. Coadiut<strong>ore</strong> del vescovo<br />
di Bamberga dal 17<strong>10</strong>, divenne nel 1729 egli stesso vescovo della diocesi e nello stesso anno<br />
anche vescovo di Würzburg. Il dipinto si basa su un ritratto di Jan Kupetzky, realizzato forse<br />
ancora a Vienna. Eduard Safarik, nella sua monografia di questo pitt<strong>ore</strong> del 1928, lo ha<br />
pubblicato nell’ill. 46 (n. 346). In quel momento esso si trovava nel castello Schönborn-<br />
Mallebern (Bassa Austria). Nel 1723 Kupetzky abbandonò Vienna per Norimberga. Da<br />
Bamberga Friedrich Karl von Schönborn continuò a coltivare i rapporti con Kupetzky e<br />
diventò un suo generoso mecenate. Nella qualità di pitt<strong>ore</strong> decorat<strong>ore</strong> Franz Ignaz Roth,<br />
allievo di Kupetzky e da quest’ultimo ritratto (si è conservata una mezzatinta basata su un
dipinto perduto), era fin dal 1727/28 attivo nella residenza di Würzburg. Si può ipotizzare<br />
che egli sia l’aut<strong>ore</strong> del ritratto qui proposto, caratterizzato da una pennellata veloce di<br />
grande esperienza. Roth fu pitt<strong>ore</strong> di corte a Würzburg.<br />
[EOT]<br />
196<br />
Jan Cornelisz Vermeyen (1500 – 1559) scuola del XVI secolo<br />
Ritratto dell’arciduca Massimiliano (1527 – 1576, dal 1564 imperat<strong>ore</strong> Massimiliano II), olio<br />
su tavola, ovale, 34 x 26 cm, antica cornice in radica, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 15.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 18.200<br />
Il giovane principe, che ebbe la Toson d’oro nel 1546, tiene in mano un garofano, in segno<br />
del fidanzamento. Le nozze con l’arciduchessa Maria furono celebrate il 13 settembre 1548.<br />
La sposa era una figlia dell’imperat<strong>ore</strong> Carlo V, lo sposo un figlio dell’imperat<strong>ore</strong> Ferdinando<br />
I., fratello di Carlo V e erede della porzione tedesca dell’impero. I rapporti di consanguineità<br />
non potevano essere più stretti.<br />
Perizia: Ludwig Meyer, Archiv für Kunstgeschichte, 27 gennaio <strong>2006</strong>. Ringraziamo Ludwig<br />
Meyer per l’identificazione del ritratto e per aver indicato come pitt<strong>ore</strong> Jan Cornelisz.<br />
Vermeyen<br />
Provenienza: alta aristocrazia tedesca della zona di Kassel; proprietà privata tedesca<br />
[EOT]<br />
197<br />
Joseph Hickel (Leipa/Boemia 1736 – 1807Vienna) attribuito<br />
Ritratto dell’arciduca Giovanni come dirett<strong>ore</strong> generale del genio (per le fortificazioni), dopo<br />
il 1800, con collana della Toson d’oro e decorato dall’ordine di Maria Teresa, olio su tela, 73<br />
x 56 cm, cornice originale dorata in stile impero, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
Questo dipinto ha probabilmente servito da modello per un’acquaforte con il ritratto<br />
dell’arciduca Giovanni, custodita presso la collezione di ritratti della Biblioteca Nazionale<br />
austriaca di Vienna e siglata con: “Hickel pinxit”.<br />
L’arciduca Giovanni (Firenze 1782 – 1859 Graz) era il fratello min<strong>ore</strong> dell’imperat<strong>ore</strong><br />
Francesco II.(I.). Durante le guerre contro Napoleone egli era commandante generale delle<br />
milizie in Tirolo e Stiria, nonché il responsabile per il corpo del genio militare. Nel 1819<br />
incontrò Anna Plochl, figlia del maestro di posta di Aussee. <strong>10</strong> anni più tardi l’imperat<strong>ore</strong><br />
concedeva il beneplacito per la loro unione matrimoniale. La discendenza di Giovanni ebbe il<br />
titolo di conti di Merano. La sua importanza storica va cercata nell’impegno continuo per la<br />
sviluppo sociale, economico e culturale della Stiria. Ancora oggi la composizione “Erherzog<br />
Johann Jodler” ricorda questo popolare e amato membro della dinastia degli Asburgo. Per<br />
l’identificazione del ritratto ringraziamo la dott.ssa Gerda Mraz, già direttrice del Bildarchiv,<br />
Kaiserliche Fidei-Comiss- und Portraitsammlung della Biblioteca Nazionale austriaca.<br />
Provenienza: collezione privata della Germania settentrionale
Pendant del seguente<br />
[EOT]<br />
198<br />
Joseph Hickel (Leipa/Boemia 1736 – 1807Vienna) attribuito<br />
Ritratto dell’arciduca Carlo nella veste di feldmaresciallo, dopo il 1800, con collana della<br />
Toson d’oro e decorato con la croce dell’ordine di Maria Teresa, olio su tela, 73 x 56 cm,<br />
cornice originale dorata in stile impero, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
L’arciduca Carlo (Firenze 1771 – 1847Vienna) era il fratello min<strong>ore</strong> di Francesco II.(I.). Da<br />
generale riportò importanti successi militari contro Napoleone e la sua vittoria più<br />
clamorosa fu quella nella battaglia di Aspern, la prima sconfitta di Napoleone. In seguito alla<br />
sua adozione da parte di Alberto di Sassonia – Teschen egli ereditò la famosa collezione di<br />
arte grafica (“Albertina”) di Vienna. I rapporti con il fratello imperiale furono molto<br />
conflittuali, mentre fu estremamente armonioso il matrimonio con la principessa protestante<br />
Enrietta di Nassau – Weilburg, di 26 anni più giovane. Per l’identificazione del ritratto<br />
ringraziamo la dott.ssa Gerda Mraz, già direttrice del Bildarchiv, Kaiserliche Fidei-Comiss-<br />
und Portraitsammlung della Biblioteca Nazionale austriaca.<br />
Provenienza: collezione privata della Germania settentrionale<br />
Pendant del precedente<br />
[EOT]<br />
199<br />
Johann Kupetzky (Bösing/ Slovacchia 1667 – 1740 Norimberga) attribuito<br />
Ritratto del generale feldmaresciallo conte Siegbert von Heister, olio su tela, 77 x 61 cm,<br />
con cornice, (Wo).<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600<br />
Il dipinto porta sul retro della tela originale l’iscrizione “Sibert Graff von Heister<br />
Feldtmarschall und Oberster über ein Regiment... Gouverneur von Raab,... General in gantz<br />
Ungarn Anno 712...(seguono informazioni su due delle sue quattro mogli e sui figli)”. Ritratti<br />
simili per composizione e tratto pittorico di Kupetzky si trovano tra l’altro presso la<br />
Österreichiche Galerie nel Belvedere,Vienna (Guido conte Starhemberg) e nel castello di<br />
Detmold, collezione Freiherr von Fürstenberg (Tsar Pietro il Grande). Siegbert conte di<br />
Heister (1648 – 1718), poi generale feldmaresciallo imperiale e consigliere segreto, iniziò la<br />
carriera militare a 19 anni. Durante le guerre contro gli ottomani, nel 1683, una freccia turca<br />
aveva perforato la sua volta cranica. Egli spezzò la freccia e la estra .... dal cranio! Nel 1697<br />
egli partecipò con il principe Eugenio alla vittoria di Zenta, ma durante la guerra di<br />
successione spagnola entrò in conflitto con quest’ultimo. Dal 1705 attivo in Ungheria,<br />
soprattutto contro gli uscotti di Francesco Rákóczi. Nel 1717, all’età di quasi 70 anni, il<br />
feldmaresciallo era presente alla battaglia di Belgrado, ma un attacco di debolezza impedì la<br />
sua partecipazione al trionfo del principe Eugenio. Siegbert era sposato in prime nozze con<br />
Maria Anna contessa di Zinzendorf e con lei ebbe due figli: il colonnello Georg Rudolf morì
nel 1717 durante la presa di Belgrado e suo figlio Johann Gottfried, nato postumo, diventerà<br />
più tardi governat<strong>ore</strong> del Tirolo (adesivo sul retro).<br />
Provenienza: collezione privata milanese<br />
[EOT]<br />
200 –<br />
Scuola svedese del XVIII secolo<br />
Ritratto dell’attrice (?) Eleonora Christina von Winterfels, Född 1720 – 1741 (secondo<br />
un’iscrizione sul retro), olio su tela, 74,5 x 60 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 9.000 – 15.000 US$ <strong>10</strong>.900 – 18.200<br />
[EOT]<br />
201 –<br />
Martin van Meytens (Stoccolma 1695 – 1770Vienna) bottega<br />
Ritratto dell’imperatrice Maria Teresa, olio su tela, 91 x 72 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 15.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 18.200<br />
Provenienza: proprietà nobiliare austriaca<br />
[EOT]<br />
202<br />
Jacob van Schuppen (Parigi 1670 – 1751Vienna) bottega<br />
Autoritratto, olio su tela, 125 x 94 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
203<br />
Cosmas Damian Asam (Benediktbeuern 1686 – 1739 Monaco di Baviera)<br />
Ritratto del fratello dell’artista Egid Quirin Asam (1692 – 1750), olio su tela, 39,5 x 32 cm,<br />
con cornice, (Wo)<br />
EURO 13.000 – 18.000 US$ 15.800 – 21.900<br />
Sul retro del dipinto l’iscrizione sbagliata “F. v. Schiller als Carlsschüler. A. Graff p”. Egid<br />
Quirin Asam era scult<strong>ore</strong>. Egli porta un camicione da lavoro blu e una camicia dal collo<br />
aperto. Un ritratto a tre quarti di Egid Quirin Asam, anch’esso dipinto dal fratello, si trova<br />
presso il museo diocesano di Frisinga. I tratti fisionomici, i capelli e il collo della camicia sono<br />
quasi sovrapponibili al ritratto qui proposto. I due fratelli congeniali collaborarono durante<br />
tutta la loro vita. Gli ambienti da loro creati sono considerati dei capolavori del bel<br />
composto. La maggior parte delle loro opere si trova in Baviera, ma essi erano presenti<br />
come architetti, scultori e pittori anche in Boemia, Slesia e Svizzera.
Perizia: Ludwig Meyer, Archivio per la Storia dell’Arte, Monaco di Baviera,<br />
23 marzo 2005. Ringraziamo il sig. Meyer per l’identificazione del ritratto e del suo creat<strong>ore</strong>,<br />
nonché per lo studio delle interconnessioni storico-artistiche.<br />
Provenienza: già Sächsische Kunstsammlung Dresda secondo un adesivo sul retro con il<br />
numero “1748” (indicazione di una data o del numero di inventario).<br />
[EOT]<br />
204 –<br />
Johann Heinrich Tischbein il V. detto “Kasseler Tischbein” (Haina 1722 – 1789 Kassel)<br />
Antonio ferito presso Cleopatra, firmato e datato in basso a sinistra sull’angolo del tappeto<br />
che cade sullo scalino: “J. H. Tischbein pinx 1776”, olio su tela, 82,5 x <strong>10</strong>5 cm, con cornice,<br />
(Wo)<br />
EURO 22.000 – 26.000 US$ 26.700 – 31.600<br />
In questo quadro di storia Tischbein narra la svolta drammatica con la quale si conclude in<br />
maniera tragica la storia d’am<strong>ore</strong> tra la regina tolomeica Cleopatra e il console romano<br />
Marcantonio. Come descritto da Plutarco, Cleopatra, rifugiata nel suo mausoleo in seguito<br />
alla sconfitta di Antonio e la presa di Alessandria da parte di Augusto, aveva sparsa la notizia<br />
falsa della sua morte. In seguito, Antonio, credendo di essere stato tradito da Cleopatra, si<br />
uccise con la propria spada. Cleopatra lo trovò ancora in vita e egli morirà tra le sue braccia.<br />
Al centro del dipinto Antonio, vestito col mantello rosso del generale, è sostenuto da alcune<br />
serve. Cleopatra prende la sua mano e si volta, profondamente commossa e addolorata. La<br />
sua figura vestita di bianco è il fulcro della composizione e la sua commozione è il vero<br />
soggetto del dipinto. Nella funzione di pitt<strong>ore</strong> di corte dei conti di Assia-Kassel Johann<br />
Heinrich Tischbein si era già occupato nel 1767 della storia di Cleopatra. Allora egli aveva<br />
realizzato una serie di quattro dipinti di grandi dimensioni per la villa Weißenstein. Lì le<br />
scene ricordavano soltanto gli episodi poco drammatici, mentre sembra che fu la lettura<br />
approfondita di Plutarco a suggerirgli in seguito una inedita scelta di scene tragiche. Di queste<br />
fa parte il dipinto qui proposto che propone un tema già affrontato nel 1767 (cfr.Tiegel-<br />
Hertfelder, n. G. 33). Attorno il 1769 risalgono le coppie di piccoli dipinti raffiguranti<br />
„Antonio ferito a morte“ e „Augusto presso la regina m<strong>ore</strong>nte“, realizzati per il castello di<br />
Weißenstein. Tischbein è tornato diverse volte sul tema di Antonio in fin di vita. Il paragone<br />
tra le versioni dipinte nel corso di un decennio esemplifica lo sviluppo stilistico del maestro.<br />
Se le due prime realizzazioni esprimono nonostante la loro drammaticità uno spirito ancora<br />
tutto rococò, la presente versione, risalente al 1776, dimostra una chiara tendenza verso<br />
l’ideale classicista. Il pitt<strong>ore</strong>, conosciuto sopratutto come ritrattista e formatosi a Parigi<br />
presso Carle van Loo e a Venezia presso Giambattista Piazzetta, deteneva alla corte di Assia-<br />
Kassel una posizione di grande influenza. Per distinguerlo dai numerosi membri di questa<br />
famiglia di pittori egli è chiamato anche “Kasseler” Tischbein.<br />
Bibliografia: Petra Tiegel-Hertfelder, “Historie war sein Fach”, Mythologie und Geschichte im<br />
Werk Johann Heinrich Tischbeins d.Ä. (1722–1789), Worms 1996, p. 129, nota 31, p. 352,<br />
G. 76.<br />
[EOT]<br />
205 –
Francois Boucher (Paris 1703- 1770) cerchia<br />
Putti con un ceppo e una fiaccola accesa in una finestra ovale, allegoria del fuoco o<br />
dell’inverno, olio su tela, 75 x 95,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 15.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 18.200<br />
Boucher ha dipinto diverse allegorie con putti, raffiguranti gli elementi o le stagioni, di<br />
formato ovale o rotondo, come per esempio „L’aria“ presso la Corcoran Gallery,<br />
Washington, oppure “L’acqua”” del Museum of Fine Arts, Houston, USA.<br />
Bibliografia: cfr. Alexandre Ananoff / Daniel Wildenstein, “Boucher, L’opera completa”, 1980,<br />
nn. 65, 199, 283, 284 (ill.).<br />
[EOT]<br />
206<br />
Cornelis Buys (Amsterdam 1745 – 1826)<br />
Vecchio che suona il liuto; Giovane donna con pipa e fiasco di vino, coppia, entrambi i<br />
dipinti firmati in basso a destra “Buys”, olio su tela, ciascuno 26 x 29 cm, con cornice, (2),<br />
(Wo)<br />
EURO 13.000 – 16.000 US$ 15.800 – 19.400<br />
Buys era membro del direttivo dell’accademia reale di Amsterdam e un ricercato pitt<strong>ore</strong> di<br />
paesaggi, vedute cittadine e scene di genere.<br />
Provenienza: collezione privata belga<br />
[EOT]<br />
207 –<br />
Josef Adam Mölk oppure Mölck o Mölckh (Vienna 1714 – 1794)<br />
La regina di Saba dà l’ordine per la decorazione del tempio, firmato e datato in basso a<br />
sinistra “JOSEPH... MÖlCK INVENIT 1759”, olio su tela, 67 x 112 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 20.000 – 24.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – 29.<strong>10</strong>0<br />
Per il testo vedi lotto 208<br />
Pendant del seguente<br />
[EOT]<br />
208 –<br />
Joseph Adam Mölk oppure Mölck o Mölckh (Vienna 1714 – 1794)<br />
Re Salomone costruisce il suo magnifico tempio a Gerusalemme, firmato in basso a destra<br />
con data poco leggibile “JOSEPH MÖLCK...”, olio su tela, 68 x 112 cm,<br />
con cornice, (Wo)<br />
EURO 20.000 – 24.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – 29.<strong>10</strong>0
Pendant del precedente<br />
Non è determinabile con certezza se il pitt<strong>ore</strong> Joseph Anton Mölk sia nato verso il 17<strong>10</strong><br />
nella Germania meridionale oppure nel 17<strong>10</strong> a Vienna. E tuttavia sicuro che egli fu il figlio del<br />
pitt<strong>ore</strong> Mathias Mölk, attivo dal 1700 a Vienna, ma spesso impegnato fuori città. Joseph<br />
Adam seguì le orme del padre e divenne artista di fama ancora maggi<strong>ore</strong>. Nella storia<br />
dell’arte compare per la prima volta nel 17<strong>30</strong> allorché affrescò la chiesa di pellegrinaggio a<br />
Neukirchen in Baviera. Seguirono numerose committenze in Baviera e nello Wurttemberg<br />
che trovarono gli applausi dei ceti dirigenti. Joseph Adam Mölk è nominato nel 1743<br />
“hochfürstlich württembergischen Kabinettmaler” e nel 1755 ‘k. k. Hofkammermaler in<br />
Tirol”, mentre già nel 1744 Maria Teresa gli aveva conferito il titolo nobiliare. Dopo altri<br />
grandi lavori, come per esempio gli affreschi della chiesa di Schlanders (Silandro) in Alto<br />
Adige, si recò nel 1759 al castello di Nymphenburg presso la corte bavarese di Monaco e in<br />
quel momento realizzò anche le opere qui proposte. A Monaco, proprio in quell’anno,<br />
l’illuminato principe elett<strong>ore</strong> Massimiliano III Giuseppe aveva fondato l’accademia delle<br />
scienze bavarese. Massimiliano è sopranominato “il molto amato” anche per il suo impegno a<br />
fav<strong>ore</strong> della cultura. Nel 1747 egli aveva fondato la manifattura di porcellana di<br />
Nymphenburg e nel gennaio 1762 il piccolo Wolfgang Amadeus Mozart fu ospite alla corte.<br />
Dal 1755 Massimiliano provvide alla rinnovamento in stile rococo degli interni del castello di<br />
Nymphenburg. Oltre ai due dipinti firmati qui proposti, che devono dunque essere aggiunti al<br />
catalogo delle opere di Joseph Adam Mölk, il pitt<strong>ore</strong> realizzò per la cappella del castello<br />
dipinti accompagnate dall’iscrizione “Jos. Mölck, Churfürstl. Camer Mahler 1759”, nonché la<br />
tela della „Morte di Giuseppe“, ugualmente databile al 1759 e oggi conservata presso il<br />
Residenzmuseum. In questo stesso anno Joseph Adam Mölk partì da Monaco per Venezia.<br />
Negli anni ’60 e ’70 la sua carriera, estremamente produttiva e piena di successi, gli fruttò<br />
una serie di grandi committenze in Stiria. Mölk era in contatto con altri grandi maestri del<br />
periodo come per esempio Kremser Schmidt ed era a capo di una grande bottega. Non<br />
meno di 44 chiese e castello gli devono la loro decorazione pittorica. Le sue capacità<br />
inventive furono illimitati.<br />
[EOT]<br />
209<br />
Balthasar Denner (Amburgo 1685 - Rostock 1749)<br />
Ritratto di una signora con vestito scollato di pizzo, olio su tela, 43x 35 cm, con cornice,<br />
(Wo)<br />
EURO 6.000 – 8.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – 9.700<br />
Perizia: Prof. Helmut Börsch-Supan, 23 maggio 1999, definisce il dipinto „un’opera tipica di<br />
Balthasar Denner”.<br />
[EOT]<br />
2<strong>10</strong><br />
Anton Raphael Mengs<br />
(Aussig/Boemia 1728 - Roma 1779) bottega<br />
Ritratto di Ismael Mengs (1688–1765), olio su tela, 52 x 45 cm, bella cornice originale in stile<br />
impero, dorata e con decoro a palmette, (Wo)
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
Ismael Mengs era il padre di Anton Raphael. Quest’ultimo viene descritto dai contemporanei<br />
di carattere melancolino, fiero, taciturno, solitario e tirannico e si dice che egli – aveva anche<br />
due figlie- torturava i figli quando era di cattivo um<strong>ore</strong>. Ismael era originario di Copenaghen<br />
e fu un ritrattista di successo. Lavorò a Lubecca, a Amburgo, alla corte di Mecklenburg, a<br />
Dresda e a Lipsia. Fin dalla nascita, tutta la sua attenzione era rivolta all’educazione artistica<br />
del figlio. Dal 1744 al 1749 egli visse, eccetto una breve interruzione, a Roma, poi ricoperse<br />
la carica di pitt<strong>ore</strong> di corte a Dresda. Il dipinti qui proposto è una variante del ritratto<br />
custodito presse il Art Institute of Chicago.<br />
Provenienza: proprietà della Germania settentrionale<br />
Bibliografia: cfr. il ritratto di Ismael Mengs dipinto dal figlio Anton Raphael in: Steffi Roettgen,<br />
“Anton Raphael Mengs 1728 – 1779”, vol. I, n. 222, ill.<br />
[EOT]<br />
211<br />
Johann Heinrich Tischbein il V. (Haina 1722 – 1789 Kassel)<br />
Ritratto di Sophie von Brand (1731 – 1782) seduta al suo scrittoio con tre folianti,<br />
iscrizione“Histoire du Louis XIII” (Storia di Luigi XIII); il dipinto è firmato o segnato sul retro<br />
“J. Tischbein pinx.1756”, olio su tela, 98 x 73 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – 35.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 42.500<br />
Perizia: Prof. Helmut Börsch-Supan, 2 ottobre 2004, opera autografa di Johann Heinrich<br />
Tischbein. Prof. Börsch-Supan, sulla base di un ritratto conservato presso il Altes Schloß -<br />
Bayreuther Eremitage, ha identificato nella ritratta Sophie von Brand. Tischbein utilizzò un<br />
unico ritratto per entrambi dipinti, modificando invece la posizione e l’abbigliamento. A<br />
Bayreuth Sophie porta un cappellino, tiene nella mano destra una maschera e raccoglie il<br />
vestito con la sinistra. Nel dipinto qui proposto essa tiene in mano un a lettera a lei<br />
indirizzata (si riconosce la dicitura “Madà” me). La busta è stata aperta. Ludwig Meyer elenca<br />
nella sua perizia del 8 dicembre 2004 altri esempi a sostegno dell’autografia del dipinto e<br />
dell’identificazione di Sophie von Brand.<br />
Bibliografia: Deutsches Adelsblatt, 15 novembre 2002, n.11;’Von der Spree zum Tweed- Ein<br />
Liebestraum des 18. Jahrhunderts’. Viene narrata la romantica storia d’am<strong>ore</strong> tra Sophie von<br />
Brand e il nobile inglese Patrick Home.<br />
Provenienza: Contessa Hohnstein, Schloß Milkel, Kreis Bautzen (adesivo sul retro); Staatliche<br />
Kunstsammlungen Dresda, Alte Gemäldegalerie (Inv. N. 652). Dopo il 1945 il dipinto era<br />
stato confiscato e inserito nella galleria di Dresda. Nel 1960 fu restituito ai proprietari. Gli<br />
antenati di Sophie Brand provenivano dalla Neumark di Brandenburgo e della Pommeriana<br />
ulteri<strong>ore</strong> (oggi Polonia) ed erano al servizio della corte prussiana, Sophie era dal 1748, e per<br />
circa 35 anni, dama di corte (dame d’atour) della regina Elisabetta Cristina di Prussia (1715 –<br />
1797), moglie di Federico il Grande. A corte Sophie veniva chiamata “Bella Dea”. Morì all’età<br />
di cinquantun’anni per tisi e fu sepolta il 20 settembre accanto ai suoi genetori nella cripta di<br />
famiglia nella parrocchiale di Berlino centro.<br />
[EOT]
212 –<br />
Johann Ludwig Ernst Morgenstern (Rudolfstadt 1738 – 1819 Francoforte/Meno)<br />
Interno di chiesa con figure, olio su tavola, 41,5 x 32 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 14.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 17.000<br />
Morgenstern fu soprattutto pitt<strong>ore</strong> di architetture. La sua specialità furono interni di chiese.<br />
[EOT]<br />
213<br />
Maestro di Lüneburg verso il 1520<br />
Santa Dorothea, sul retro pittura ornamentale originale gotica verso il 1520, olio e tempera<br />
su tavola, 120 x 35 cm, cornice originale verso il 1520, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 15.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 18.200<br />
S. Dorothea, riconoscibile per il cesto con fiori e mele, compone assieme alle sante Barbara,<br />
Margherita e Catterina le quattro “Virgines Capitales”. Essa subì il martirio. Il dipinto era<br />
originariamente la portella di destra di un altare che mostrava all’esterno due santi davanti a<br />
una tenda di brocatello e all’interno altri due santi su fondo dorato, realizzati nella tecnica<br />
del rilievo.<br />
Perizia: Ludwig Meyer, Archiv für Kunstgeschichte, 20 dicembre 2005. Meyer si esprime a<br />
fav<strong>ore</strong> di una nascita del dipinto in Bassa Sassonia e più particolarmente a Lüneburg. Egli<br />
paragona il dipinto con due portelle conservate presso il Victoria & Albert Museum di<br />
Londra e assegnate a un maestro di Lüneburg (Inv. n. 5894 1859).<br />
Provenienza: collezione privata austriaca<br />
[EOT]<br />
214<br />
Maestro tirolese verso il 1515<br />
Due santi con una donatrice che porta sul capo il nome “Meran”, olio su tavola, 119,5 x 72,5<br />
cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 16.000 – 25.000 US$ 19.400 – <strong>30</strong>.400<br />
Nei due santi, entrambi con la corona imperiale, si può riconoscere la coppia imperiale<br />
tedesca Enrico II e Cunigonda. Grazie alle sue quattro torri angolari, il modello di chiesa<br />
tenuto in mano da Cunigonda, è identificabile come il duomo di Bamberga nel quale i due<br />
santi riposano in un sarcofago di pietra realizzato da Tilman Riemenschneider. Le tipiche<br />
torri angolari di Bamberga trovano paralleli soltanto nelle cattedrali di Magonza, Spira e<br />
Worms. La donatrice con il predicato “Meran”, e dunque indubbiamente residente a<br />
Merano, porta anche l’iscrizione “Is. M”, per ora non decifrabile. Raffigurazione della coppia<br />
imperiale, canonizzata a Roma, sono frequenti in tutta Europa.
Perizia: ringraziamo il sig. Ludwig Meyer, Archiv für Kunstgeschichte, per l’interpretazione<br />
del dipinto e per la sua attribuzione, giustificata dal riscontro di significativi tratti stilistici, a<br />
un maestro dell’Alto Adige.<br />
Provenienza: collezione privata austriaca<br />
Pendant del seguente<br />
[EOT]<br />
215<br />
Maestro tirolese verso il 1515<br />
L’incoronazione delle spine, olio su tavola, 119,5 x 72,5 cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 15.000 US$ 14.600 – 18.200<br />
Provenienza: collezione privata austriaca<br />
Pendant del precedente<br />
[EOT]<br />
216<br />
Januarius Zick (Monaco di Baviera 17<strong>30</strong>- 1797 Ehrenbreitsten/Coblenza)<br />
L’adorazione dei pastori, firmato sul presepe in basso a sinistra “Ja: Zick f”, olio su tela, 47 x<br />
35,2 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 8.000 – <strong>10</strong>.000 US$ 9.700 – 12.<strong>10</strong>0<br />
La narrazione ha luogo di notte, ma Zick non ha creato una scena propriamente notturna. Il<br />
buio acquista importanza soltanto ai margini. L’intenzione di Zick era tutta rivolta verso<br />
l’esemplificazione del passo della Bibbia che dice: “Io sono la luce del mondo, chi mi segue<br />
non vagherà nelle tenebre, ma sarà nella luce della vita” (Giovanni 8, 12). Januarius Zick ha<br />
affrontato più di una volta il tema dell’Adorazione dei pastori. La prima raffigurazione, un<br />
piccolo schizzo, è datato 1752, l’ultima risale al 1793 (vedi Straßer 1994, rispettivamente G<br />
48 e G 54). Per il nostro dipinto è di grande importanza la versione del 1762, conservata<br />
presso il Wallraf-Richartz Museum di Cologna (Straßer 1994, G 51), perché vi è quasi<br />
identica la scena nella parte sinistra. Comunque lì si tratta di una composizione orizzontale di<br />
dimensioni più grandi (88 x 125 cm).<br />
Bibliografia: Josef Straßer, “Januarius Zick (17<strong>30</strong> – 1797). Gemälde, Graphik, Fresken”,<br />
Weißenhorn 1994, n. Gb 15.<br />
[EOT]<br />
217 –<br />
Christian Wilhelm Ernst Dietrich detto Dietricy (Weimar 1712 – 1774 Dresda)<br />
Un eremita in un paesaggio boschivo e montuoso, firmato in basso a destra “C, W. E.<br />
Dietrich”, olio su tela, 137 x <strong>10</strong>9,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 16.000 US$ 14.600 – 19.400
All’età di 12 anni Dietrich fu considerato un bambino prodigo e più tardi egli divenne pitt<strong>ore</strong><br />
di corte di Augusto III a Dresda. Egli fu un maestro dell’ecclettismo e dominò gli stili di quasi<br />
tutte le scuole pittoriche straniere.<br />
[EOT]<br />
218<br />
Simon Benedikt Faistenberger (Kitzbühel 1695 – 1759)<br />
San Pietro, olio su tela, 95 x 67 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Ringraziamo il dott. Johann Kronbichler, dirett<strong>ore</strong> del museo diocesano St. Pölten, per<br />
l’identificazione di questo dipinto come opera autografa di Simon Benedikt Faistenberger.<br />
Simon Benedikt Faistenberger era, accanto al pitt<strong>ore</strong> paesaggista Anton Faistenberger, il più<br />
importante di questa dinastia tirolese di pittori che contava 19 membri. Molte chiese del<br />
Tirolo settentrionale sono ornate con i suoi affreschi, ma egli fu anche un abilissimo<br />
ritrattista.<br />
Provenienza: collezione privata della Germania meridionale<br />
[EOT]<br />
219<br />
Martino Altomonte (Napoli 1657 – 1745 Stift Heiligenkreuz/Austria) cerchia<br />
Cristo portacroce, olio su carta, 34,5 x 27 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 3.000 – 5.000 US$ 3.600 – 6.<strong>10</strong>0<br />
[EOT]<br />
220<br />
Paul Troger (Welsberg 1698 – 1762Vienna)<br />
L’ultima cena, bozzetto per l’abbazia di Zwettl in Bassa Austria, olio su tela, 33,5 x 89 cm,<br />
cornice intagliata parzialmente dorata, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 17.000 US$ 14.600 – 20.600<br />
Il quadro è lo schizzo per un grande dipinto di soggetto analogo nel refettorio dell’abbazia di<br />
Zwettl e fa parte di una serie di complessivamente cinque dipinti.<br />
Perizia: Dott. Johann Kronbichler, dirett<strong>ore</strong> del museo diocesano di St. Pölten, 15 dicembre<br />
2005. Dott. Kronbichler vede un rapporto immediato con i due grandi dipinti nel refettorio<br />
dell’abbazia di Zwettl, L’ultima cena e La lavanda dei piedi, e propone una datazione alla fine<br />
degli anni ’50 del XVIII secolo.<br />
Bibliografia: W. Aschenbrenner / G. Schweighofer, “Paul Troger - Leben und Werk”,<br />
Salisburgo 1965, p. 1<strong>10</strong>; M. Krapf, “Paul Troger und sein Zyklus der Refektoriumsbilder im<br />
Zisterziensterstift Zwettl”, in “Wiener Jahrbuch für Kunstgeschichte”, N. S., 1987, p. 175sgg.,<br />
in part. p.182.
Esposizioni: “Paul Troger”, Innsbruck, Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum, 1962, cat. n.<br />
69, ill. 24; “Paul Troger und die österreichische Barockkunst”, Stift Altenburg 1963, cat. n.<br />
41–42, ill. Dr. Kronbichler inserirà il dipinto, come opera autografa e con illustrazione, nel<br />
suo catalogo delle opere di Paul Troger di prossima pubblicazione.<br />
[EOT]<br />
221<br />
Pieter Coecke van Aelst (Aelst 1502 – 1550 Bruxelles) scuola del XVI secolo<br />
Maddalena unge i piedi di Gesù, olio su tavola, 53 x 63 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 6.000 – 8.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – 9.700<br />
Provenienza: collezione privata belga<br />
[EOT]<br />
222<br />
Franz Sigrist (Alt Breisach 1727 – 1803Vienna)<br />
Nove schizzi, parzialmente indipendenti, per pale d’altare, stazioni della via crucis, dipinti<br />
devozionali, olio su carta, grisaglie, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 4.000 – 8.000 US$ 4.900 – 9.700<br />
Riproduzione di un dipinto soltanto: a) Il Battista davanti a Erode e Erodias, 20,5 x 32,5 cm.<br />
Questo dipinto fu esposto nel 1937 nella Österreichische Galerie del Belvedere, Vienna.<br />
b) Due stazioni della via crucis: Simone di Cirene aiuta Cristo a portare la croce, 22,5 x 26,5<br />
cm. c) Due stazioni della via crucis: Cristo viene derubato dei suoi vestiti e Cristo viene<br />
crocefisso, 21,5 x 29 cm. Questo dipinto fu esposto nel 1937 nella Österreichische Galerie<br />
del Belvedere, Vienna. d) Due raffigurazioni allegoriche, progetti per le porte di un armadio,<br />
20,5 x 16 cm., esposte nel 1937 nella Östereichische Galerie del Belvedere, Vienna. e) La<br />
Trinità con la croce, progetto per l’affresco dell’altar maggi<strong>ore</strong> a Rust (Burgenland), 21 x<br />
13,5 cm. Esposto nel 1937 nella Österreichische Galerie del Belvedere, Vienna. f) La<br />
liberazione di S. Pietro, 19 x 16 cm. g) Una famiglia chiede intercessione presso un santo<br />
vescovo, 21 x 16,5 cm. h) Apoteosi di S. Pietro, 15 x 12 cm. Esposto nel 1937 nella<br />
Österreichische Galerie del Belvedere, Vienna. i) S. Pietro e Maddalena penitenti; Cristo a<br />
Emmaus, due varianti per un affresco di timpano, 33 x 20 cm. Esposto nel 1937 nella<br />
Österreichische Galerie del Belvedere, Vienna.<br />
Franz Sigrist è tra i maggiori esponenti di una generazione di artisti, mirabilmente<br />
rappresentata in Germania meridionale dalle opere di Johann Wolfgang Baumgartner e in<br />
Austria da quelle di Franz Anton Maulbertsch. Come questi, anche Sigrist realizzò affreschi,<br />
pitture da cavaletto e disegni per incisioni. La sua vita e le sue opere sono legate ai due<br />
maggiori centri della pittura barocca tedesca, Vienna e Augusta.<br />
Ebbe la sua formazione tra il 1744 e il 1753 presso l’accademia di Vienna, in quegli anni<br />
dominata dallo stile di Paul Troger. Precocemente Sigrist sviluppò le basi per una maniera più<br />
individuale, che all’insegna di una maggi<strong>ore</strong> espressività supera il modello troghiano. Il<br />
confronto con la pittura della Germania meridionale, di carattere più rococò rispetto a<br />
quella di Vienna, portò la sua arte durante la permanenza a Augusta (1754 – 1764) a un<br />
culmine. Realizzò squisiti schizzi a olio per gli editori di incisioni di Augusta Hertel und Herz,
pale d’altare per la chiesa votiva St. Thekla a Welden e per la Franziskuskapelle a Mering, e<br />
soprattutto affreschi per i soffitti delle chiese di Zwiefalten e Seekirch sul Federsee. Dopo la<br />
Guerra dei Sette Anni Sigrist ritornò a Vienna. Assieme al dirett<strong>ore</strong> dell’accademia Martin<br />
van Meytens, Sigrist lavorò a una consistente serie di dipinti cerimoniali, commissionata dalla<br />
corte imperiale. Per il vescovo Karl Esterházy egli realizzò nel 1780 nella tecnica dell’affresco<br />
il soffitto del liceo a Eger in Ungheria; Sigrist era stato scelto in alternativa a Maulbertsch.<br />
Questo affresco è considerato un’opera chiave del primo neoclassicismo. Ma negli schizzi a<br />
olio e nelle pale d’altare Sigrist rimaneva fedele all’eredità barocca (p.es. a Maria<br />
Langegg/Bassa Austria, a Rust e Unterfrauenhaid nel Burgenland). Sigrist elaborò una sintesi<br />
personale della pittura di due centri artistici tedeschi della seconda metà del XVIII secolo,<br />
registrando come un “seismografo” gli sviluppi dal rococò fino all’avvento del neoclassico.<br />
Gli schizzi qui proposti esemplificano in maniera esauriente lo stile di Sigrist, le cui opere<br />
furono spesso scambiate con quelle di altri artisti, primo fra tutti di Maulbertsch.<br />
Provenienza: negli anni ’<strong>30</strong> del XX secolo collezione Klaus, Vienna; in seguito collezione<br />
privata della Germania occidentale<br />
Bibliografia: tutti questi schizzi o olio sono elencati e riprodotti nel catalogo delle opere,<br />
redatto da Berta Matsche von Wicht, “Franz Sigrist 1717 – 1803 Ein Maler des 18.<br />
Jahrhunderts”, 1977 (pp. 209 – 222).<br />
[EOT]<br />
223<br />
Adriaen van Eemont (Dordrecht 1627 – 1662) attribuito<br />
Paesaggio montuoso mediterraneo con viaggiatori, olio su tela, 54 x 65 cm, con cornice,<br />
(Wo)<br />
EURO 7.000 – 12.000 US$ 8.500 – 14.600<br />
Ringraziamo la signora Marijke C. de Kinkelder, Rijksbureau voor kunsthistorische<br />
Documentatie (RKD), per l’attribuzione del dipinto a Adriaen van Eemont. Signora de<br />
Kinkelder compara il dipinto con un’opera firmata di questo raro pitt<strong>ore</strong>, conservata al<br />
Pawlowsk Palais in Russia. La studiosa ha identificato una serie di dipinti di Eemont, il quale è<br />
spesso confuso con Nicolaes Ficke e l’omonimo A. van Emont di Dordrecht.<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
224<br />
Johann Jacob Hartmann (Kuttenberg verso 1680 – dopo il 1728 Praga)<br />
Ampio paesaggio boschivo con fiume e molte figure, sullo sfondo una città: allegoria della<br />
terra e dell’acqua, olio su rame, 82 x 120 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 40.000 – 60.000 US$ 48.600 – 72.900<br />
Johann Jacob Hartmann è considerato il più importante artista europeo operante nel tardo<br />
seguito di Jan Brueghel il V. La sue descrizioni della natura si innestano su quelle degli artisti<br />
neerlandesi che l’imperat<strong>ore</strong> Rodolfo II aveva chiamato cent’anni prima alla corte praghese. Il<br />
soggetto, la composizione, il tocco pittorico nonché l’utilizzo della prospettiva attraverso i
colori (la sequenza in profondità di marrone o verde scuro, giallo e azzurro) risalgono a<br />
Roelant Savery e Jan Brueghel il Vecchio.<br />
Provenienza: collezione privata italiana<br />
[EOT]<br />
225 –<br />
Pitt<strong>ore</strong> tedesco verso 1700<br />
Giovani bagnanti vicino a una cascata nel bosco, in basso a destra firma illegibile “M N...<br />
block”(?), olio su tela, 41 x 32 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 6.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Pendant del seguente<br />
[EOT]<br />
226 –<br />
Pitt<strong>ore</strong> tedesco verso 1700<br />
Due donne con un bambino durante una sosta e una bagnante in riva a un ruscello nel bosco,<br />
olio su tela, 41 x 32 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 6.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Pendants del precedente<br />
[EOT]<br />
227 –<br />
Christian Wilhelm Ernst Dietrich detto Dietricy (1712 – 1774) attribuito<br />
Veduta di Tivoli con il tempio della Sibilla o di Vesta, una cascata e viaggiatori, olio su tavola,<br />
84 x <strong>10</strong>7 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – <strong>30</strong>.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 36.400<br />
[EOT]<br />
228 –<br />
Franz Joachim Beich (Ravensburg 1665 – 1748 Monaco di Baviera)<br />
Ampio paesaggio delle prealpi con un passaggio sul fiume, olio su tela, 111,5 x 88 cm, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 15.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 18.200<br />
Una composizione molto simile, anch’essa di formato verticale, fu esposta nella grande<br />
mostra dedicata a Max Emanuel tenutasi nel 1976 presso il castello di Schleißheim vicino a<br />
Monaco (n. 568).<br />
Perizia: Ludwig Meyer, Archivio per la Storia dell’Arte, Monaco di Baviera, 20 dicembre<br />
2005.
Ringraziamo il sig. Meyer per aver identificato il dipinto come „una tipica e bella opera di F. J.<br />
Beich”. Beich arrivò a Monaco nel 1674, all’età di nove anni, e divenne più tardi uno degli<br />
artisti della corte del principe elett<strong>ore</strong> della Baviera Max Emanuel (1662 – 1726), che fece<br />
decorare i suoi castelli, soprattutto Schleißheim e Nymphenburg, con i paesaggi di questo<br />
artista. Dal 1704 al 1714 Beich era in Italia, a Roma e Napoli, realizzando per la locale<br />
aristocrazia numerosi paesaggi. Ludwig Meyer data il presente dipinto dopo il periodo<br />
italiano e dunque dopo il 1714. Egli scrive: ”Paesaggi di formato verticale non sono una<br />
eccezione nella produzione di Beich. Essi si adattano specialmente agli ambienti alti abitati<br />
dall’aristocrazia. In questo senso si può ipotizzare che il primo proprietario del dipinto sia<br />
stato un membro della nobiltà bavarese. Buoni esempi di paesaggi di formato verticale di<br />
Beich si conservano presso il Germanisches Nationalmuseum Norimberga (Inv. n. Gm 1370),<br />
le Bayerischen Staatsgemäldesammlungen (Inv. n. 1547) e il Schlossmuseum Ludwigsburg (Inv.<br />
n. 444).”<br />
[EOT]<br />
229<br />
Johann Michael Rottmayr (Laufen 1654 – 17<strong>30</strong> Vienna)<br />
Vulcano nella fucina, olio su tela, 126 x 94 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 15.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 18.200<br />
Provenienza: collezione privata europea<br />
Si ringrazia il Profess<strong>ore</strong> Ugo Ruggeri per avere confermato l’attribuzione (con perizia scritta<br />
non datata). Per l’attribuzione si veda il dipinto Giove e i Giganti a Chicago, Art Institute e il<br />
dipinto Pietà a Monaco di Baviera, Pinacoteca, (E. Hubala, Johann Michael Rottmayr, Vienna,<br />
1981, ill. n. 1;42)<br />
[EOT]<br />
2<strong>30</strong> –<br />
Johann Georg Trautmann (Zweibrücken 1713 – 1769 Francoforte/M.)<br />
Un vendit<strong>ore</strong> ambulante offre la sua merce in un villaggio, monogrammato in basso a destra<br />
“TM f”, olio su tavola, 27,5 x 29,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 16.000 US$ 14.600 – 19.400<br />
Trautmann ha dedicato altri tre dipinti a venditori ambulanti.<br />
Bibliografia: cfr. G. Kölsch, Johann Georg Trautmann - Leben und Werk, Francoforte/M.<br />
1999, pp. 355-6, n. G<strong>10</strong>0–<strong>10</strong>2.<br />
Provenienza: Senat<strong>ore</strong> D. Gwinner, Francoforte/M. (secondo un adesivo sul retro)<br />
[EOT]<br />
231 –<br />
Franz Hochecker (Francoforte/Meno 17<strong>30</strong> – 1782)<br />
Paesaggio estivo con un villaggio sul fiume, barca a remi e figure, olio su tela, , 26 x <strong>30</strong> cm,<br />
con cornice, (Wo)
EURO 6.000 – 8.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – 9.700<br />
Pendant del seguente<br />
[EOT]<br />
232 –<br />
Franz Hochecker (Francoforte/Meno 17<strong>30</strong> – 1782)<br />
Paesaggio invernale con pattinatori davanti a un villaggio, olio su tela, 26 x <strong>30</strong> cm, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO 7.000 – 9.000 US$ 8.500 – <strong>10</strong>.900<br />
Franz Hochecker fu allievo di suo cognato Christian Georg Schütz e lavorò nella maniera di<br />
quest’ultimo.<br />
Pendant del precedente<br />
[EOT]<br />
233<br />
Philipp Hieronymus Brinckmann (Spira 1709 – 1761 Mannheim)<br />
Gruppo di gentiluomini attendono alle operazioni di scarico di una nave in un porto del Sud,<br />
monogrammato sul pacco in basso a sinistra “PHB”, olio su tela, 52,5 x 34 cm,<br />
o. R., (Wo)<br />
EURO 9.000 – 12.000 US$ <strong>10</strong>.900 – 14.600<br />
Provenienza: collezione privata della Germania meridionale<br />
Perizia: Ringraziamo Prof. Dr. Helmut Börsch-Supan per l’identificazione del monogramma e<br />
dell’artista (la perizia scritta del 28 novembre 2005 è disponibile). Prof. Börsch Supan<br />
paragona la figura orientale in piedi, „verosimilmente il proprietario della nave“, con un<br />
personaggio orientale di fattura quasi identica nel dipinto „Hamann, la regina Ester e il re<br />
Ahasver“ dello Reiss-Museum di Mannheim. Brinckmann fu pitt<strong>ore</strong> della corte del principe<br />
elett<strong>ore</strong> a Mannheim e custode della famosa pinacoteca. Goethe lo ricorda in “Poesia e<br />
verità” come un pitt<strong>ore</strong> che lo aveva impressionato.<br />
[EOT]<br />
234<br />
August Querfurt (Wolfenbüttel 1694 – 1761Vienna)<br />
Accampamento militare, siglato in basso a destra, al di sotto del numero di inventario,<br />
“AQu”, olio su rame, 36,5 x 48 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600<br />
Ringraziamo Prof. Giancarlo Sestieri per aver confermato che si tratti di un’opera autografa<br />
di August Querfurt.<br />
[EOT]
235<br />
Franz Christoph Janneck (Graz 1703 – 1761 Vienna)<br />
Società elegante al gioco delle carte, firmato in basso a sinistra “F. C. Janneck”, olio su rame,<br />
26 x 35 cm, cornice originale, intagliata e dorata, del XVIII secolo, (Wo)<br />
EURO 28.000 – 35.000 US$ 34.000 – 42.500<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
236<br />
Franz Xaver Wagenschön (Littisch/Boemia 1726 – 1790 Vienna)<br />
La strage degli innocenti, olio su tela, 83 x <strong>10</strong>2 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 1.800 – 3.000 US$ 2.200 – 3.600<br />
Una simile composizione di Franz Xaver Wagenschön fu venduta all’asta di <strong>Dorotheum</strong><br />
Vienna del 4 ottobre 2000 (lotto 358). Dobbiamo l’attribuzione del dipinto a Franz Xaver<br />
Wagenschön a Ludwig Meyer dell’Archivio per la Storia dell’Arte, Monaco (lettera del 25<br />
gennaio 2004).<br />
[EOT]<br />
237<br />
Franz Anton Maulbertsch (1724 – 1796) cerchia<br />
Un gruppo di cavalieri; Partenza per la caccia con il falcone; pendants, olio su tela, ciascuna<br />
43 x 67 cm, cornice originale dorata stile impero, (2), (Wo)<br />
EURO 35.000 – 40.000 US$ 42.500 – 48.600<br />
Provenienza: collezione privata<br />
[EOT]<br />
238 –<br />
Pitt<strong>ore</strong> tedesco verso 1700<br />
Adamo ed Eva nel paradiso, olio su tavola, 42,5 x 32 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 9.000 – 12.000 US$ <strong>10</strong>.900 – 14.600<br />
[EOT]<br />
239<br />
Franz Christoph Janneck (Graz 1783 – 1761Vienna)<br />
Una zingara legge la mano a una donna giovane; Un corteggiat<strong>ore</strong> offre gioielli a una donna<br />
giovane, sullo sfondo la mezzana, pendants, olio su rame, ovale, ognuno 15 x 17 cm, con<br />
cornice, (2), (Wo)<br />
EURO 18.000 – 25.000 US$ 21.900 – <strong>30</strong>.400
Provenienza: Asta Galerie Charpentier, Parigi, 25 maggio 1935, lotti 60, 61 (come ferro); asta<br />
Palais Galliera-Ader, Parigi, lotto 14, 9 dicembre 1967 (come ferro); collezione privata<br />
viennese<br />
[EOT]<br />
240<br />
Christian Georg Schütz il V. (Flörsheim 1718 – 1791 Francoforte/Meno)<br />
Paesaggio fluviale con una torre e figure, olio su tela, 53 x 69 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 6.000 – 9.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – <strong>10</strong>.900<br />
Bibliografia: cfr. paesaggi fluviali simili allo Städel, Francoforte, nel catalogo “Deutsche<br />
Gemälde vor 1800 im Städel”, 1999, pp. 50 – 52; ill. 65, 66; tav. <strong>10</strong>0–<strong>10</strong>3.<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
241 –<br />
Adam Elsheimer (1578 – 16<strong>10</strong>) cerchia<br />
Cristo in cammino verso Emmaus, olio su rame, 26 x 37 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 14.000 US$ 14.600 – 17.000<br />
Questo dipinto è stato realizzato da un artista della cerchia più immediata attorno a Adam<br />
Elsheimer. Il più vicino, dal punto di vista stilistico, è Carlo Saraceni detto Carlo Veneziano.<br />
Di lui si conoscono una serie di sei dipinti di soggetto ovidiano, conservata presso il museo<br />
di Capodimonte di Napoli, e soprattutto un piccolo dipinto su rame con il buon samaritano a<br />
Boughton House, Inghilterra (vedi: Ottani Cavina, Carlo Saraceni, 1968, pp. 96–97, <strong>10</strong>8–<strong>10</strong>9,<br />
illustrazioni 52–58). Queste tavole, dipinte come quella qui proposta su lastre di rame<br />
argentate, furono create da Elsheimer nel primo decennio del XVII secolo. Il dipinto qui<br />
proposto, che si differenzia in sostanza dalle opere di Saraceni soltanto nella risoluzione delle<br />
figure in primo piano, sembra essere stato realizzato all’inizio del XVII secolo da un artista<br />
dell’immediata cerchia di Elsheimer.<br />
Provenienza: Asta Sotheby’s, Londra, 20 <strong>aprile</strong> 1994 come “Circle of Adam Elsheimer”.<br />
[EOT]<br />
242<br />
Hendrik Krock (Flensburg 1671 – 1738 Copenhagen) attribuito<br />
Venere guarisce la ferita di Enea colpito da una freccia, olio su tela, 66 x 49 cm, con cornice,<br />
(Wo)<br />
EURO 6.000 – 8.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – 9.700<br />
Hendrik Krock lavorò a lungo a Roma. Il presente dipinto è un frutto della sua scuola<br />
romana.
Provenienza: collezione della Germania settentrionale.<br />
Nel corso degli scontri dei troiani con le armate di Turno, Enea fu ferito da una freccia che il<br />
cerusico non riusciva a togliere. La dea Venere allora, madre dell’eroe, portò un’erba<br />
salvifica e la mischiò in acqua con Ambrosia, il cibo degli dei. Quando il cerusico lavò la ferita<br />
con quel liquido, la freccia si lasciò estrarre senza fatica. Hendrik Krock fu a lungo attivo in<br />
Italia e fu allievo di Maratta a Roma. Dopo il suo rientro a Kopenhagen divenne pitt<strong>ore</strong> di<br />
corte del re Friedrich IV.<br />
[EOT]<br />
243 –<br />
Pitt<strong>ore</strong> tedesco verso il 1600<br />
L’adorazione dei pastori, olio su tela, 133 x 93 cm, cornice originale Biedermeier dorata,<br />
(Wo)<br />
EURO 3.500 – 5.000 US$ 4.200 – 6.<strong>10</strong>0<br />
Provenienza: proprietà privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
244<br />
Francesco Cantone oppure Canton (Udine 1671 – 1734 Vienna)<br />
Scena popolare con rovine, in alto a sinistra firmato “Franciscus Cantone Fecit”, olio su tela,<br />
35 x 50 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
Pendant del seguente<br />
[EOT]<br />
245<br />
Francesco Cantone oppure Canton (Udine 1671 – 1734 Vienna)<br />
Scena di mercato, in basso a destra firmato “Francesco Cantone V.”, olio su tela, 35 x 50 cm,<br />
con cornice, (Wo)<br />
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
Pendant del precedente<br />
[EOT]<br />
246<br />
Johann Christian Klengel (1751 – 1824) cerchia<br />
Paesaggio boschivo con fiume e una torre, olio su tavola, 62 x 88,5 cm, con cornice, (Wo)
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Provenienza: collezione privata austriaca<br />
[EOT]<br />
247<br />
Pitt<strong>ore</strong> tedesco del XVIII secolo<br />
Assalto in un paesaggio montuoso, olio su tela, 40 x 47,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 3.000 – 5.000 US$ 3.600 – 6.<strong>10</strong>0<br />
Provenienza: collezione privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
248<br />
Jacob van Stry (1765 – 1815) cerchia<br />
Guardiano di muli in un paesaggio collinoso; Paesaggio fluviale con past<strong>ore</strong> e gregge;<br />
pendants, olio su tela, ognuno 58 x 77 cm, belle cornici antiche dorate, (2), (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
Provenienza: collezione privata Milano<br />
[EOT]<br />
249 –<br />
ritirato<br />
[EOT]<br />
250<br />
David Teniers (16<strong>10</strong> – 1690) imitat<strong>ore</strong> del XIX secolo<br />
Contadini in festa in un villaggio con nobili visitatori.<br />
olio su tela, 82 x 111 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 3.000 – 5.000 US$ 3.600 – 6.<strong>10</strong>0<br />
[EOT]<br />
251<br />
Frederick de Moucheron (Emden 1633 – 1686 Amsterdam)<br />
Paesaggio boschivo con un fiume con pescatori, siglato in basso al centro “De mouch...”, olio<br />
su tela, 63 x 55 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]
252 –<br />
Andries Vermeulen (Dordrecht 1763 – 1814 Amsterdam) cerchia<br />
Paesaggio invernale con pattinatori, siglato a sinistra in basso “A. Verm...”, olio su tela, 70 x<br />
92,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 15.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 18.200<br />
[EOT]<br />
253<br />
Moses van Uyttenbroeck (L’Aia verso 1590 – 1648)<br />
Scena pastorale, olio su tavola, 26 x 41 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
Provenienza: collezione privata belga<br />
[EOT]<br />
254 –<br />
Barent Gael, seguace del XVIII secolo<br />
Cavalieri in sosta davanti a un’osteria, olio su tavola, 25 x 31 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 3.000 – 4.000 US$ 3.600 – 4.900<br />
[EOT]<br />
255<br />
Matthieu van Plattenberg<br />
(Anversa 1606 – 1660 Parigi) attribuito<br />
Navi durante una tempesta davanti a una costa rocciosa, olio su tela, 128 x 196 cm, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO 7.000 – 12.000 US$ 8.500 – 14.600<br />
Plattenberg, allievo di Eertvelt, fu un rinomato pitt<strong>ore</strong> di marine. L’influenza italiana si fa<br />
sentire nella drammaticità delle sue marine. Dopo il suo rientro a Parigi egli fu nominato<br />
“Peintre du Roi pour les marines” (pitt<strong>ore</strong> reale di marine). Il suo stile è vicino ai modi di<br />
Eertvelts, Pieter Muliers Tempesta e Claes Wou.<br />
Provenienza: collezione privata austriaca<br />
[EOT]<br />
256 –<br />
Franz Werner von Tamm<br />
(Amburgo 1658 – 1724 Vienna) cerchia<br />
Natura morta con fiori, frutta e cacciagione, olio su tela, 43,5 x 57 cm, con cornice, (Wo)
EURO <strong>10</strong>.000 – 14.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 17.000<br />
Pendant del seguente<br />
[EOT]<br />
257 –<br />
Franz Werner von Tamm<br />
(Amburgo 1658 – 1724 Vienna) cerchia<br />
Natura morta con uva, fichi e cacciagione, olio su tela, 43 x 57 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 14.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 17.000<br />
Pendant del precedente<br />
[EOT]<br />
258<br />
Scuola di Rembrandt del XVII secolo<br />
Cristo alla colonna della flagellazione, olio su tela, 120 x 84 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Questa rappresentazione segue quella, di soggetto analogo ma di dimensioni più piccole,<br />
conservata al Wallraf-Richartz-Museum di Cologna e che già fu attribuita a Rembrandt (cfr.:<br />
Classici dell’Arte, Rizzoli, Milano, 1978, “Rembrandt”, illustrazione p. 128).<br />
Provenienza: collezione privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
259 –<br />
Joos van Cleve (1485 – 1540) seguace verso 1600<br />
Madonna col Bambino e S. Anna, olio su tavola, 84,5 x 60,5 cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
Provenienza: proprietà privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
260 –<br />
Scuola danese del XIX secolo<br />
Coppa con frutta, firmato e datato “C. Mec 1851”, olio su cartoncino, 23 x 31,5 cm, con<br />
cornice, (Wo)<br />
EURO 4.000 – 5.000 US$ 4.900 – 6.<strong>10</strong>0<br />
[EOT]<br />
261
Scuola neerlandese fine XVIII secolo<br />
Natura morta con uva, mele e pere in un cesto, olio su tela, 44 x 55 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 3.000 – 4.000 US$ 3.600 – 4.900<br />
Provenienza: collezione privata belga<br />
[EOT]<br />
262<br />
Rembrandt, seguace verso 1900<br />
Ritratto di un uomo barbuto, olio su tela, 98 x 75,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 1.000 – 1.600 US$ 1.200 – 1.900<br />
[EOT]<br />
263<br />
Theodor van Loon (Bruxelles? 1581/82 – 1667)<br />
Un re mago con il suo seguito offre i suoi doni, olio su tavola, 50 x 62 cm, con cornice,<br />
(Wo)<br />
EURO 6.000 – 9.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – <strong>10</strong>.900<br />
Perizia: Prof. Giancarlo Sestieri, 4 febbraio <strong>2006</strong><br />
Nella sua attribuzione a Theodor van Loon Prof. Sestieri si basa sulle analogie stilistiche e<br />
tipologiche di questo dipinto con una serie di altre Adorazioni dei magi dello stesso artista.<br />
<strong>Dipinti</strong> di questa serie si trovano nella collezione Liechtenstein Vienna/Vaduz e in collezione<br />
privata a Bruxelles. Per un periodo Van Loon lavorò a Roma e lì fu allievo di Jacob de Hase.<br />
Diversi dipinti, come anche quello qui presentato, denunciano una forte influenza dei pittori<br />
Marcantonio Bassetti und Orazio Borgianni, entrambi attivi a Roma.<br />
Provenienza: collezione privata portoghese<br />
[EOT]<br />
264 –<br />
J. H. Bosch (attivo nei Paesi Bassi metà XVII secolo)<br />
Il ratto di Europa, firmato e datato in basso a destra ‘JH. BOSCH 1645’, olio su tela, 70 x 93<br />
cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 20.000 – 25.000 US$ 24.<strong>30</strong>0 – <strong>30</strong>.400<br />
[EOT]<br />
265 –<br />
Leonardo da Vinci, seguace del XVII secolo<br />
Madonna col Bambino, replica del dipinto originale presso l’Alte Pinakothek a Monaco di<br />
Baviera, olio su tavola, 58 x 43 cm, bellissima cornice antica, intagliata e dorata, (Wo)<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600
[EOT]<br />
266<br />
Jacobello del Fi<strong>ore</strong> (attivo a Venezia dopo 1380 – 1439) scuola<br />
Lo sposalizio mistico di Santa Caterina, olio e tempera su tavola, 75,5 x 53 cm, cornice<br />
integrale, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 16.000 US$ 14.600 – 19.400<br />
Provenienza: collezione privata della Germania occidentale.<br />
Perizia: Thierry de Maigret, Parigi 9 maggio 2003, come opera autografa di Jacobello del<br />
Fi<strong>ore</strong> con partecipazione della bottega.<br />
[EOT]<br />
267<br />
Scuola spagnola del XVII secolo<br />
La cena in Emmaus, olio su tela, 124 x 96 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 6.000 – 9.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – <strong>10</strong>.900<br />
Secondo Ludwig Meyer, Archivio per la Storia dell’Arte, Monaco, il dipinto fa riferimento al<br />
costante flusso di pellegrini diretti a Santiago de Compostela; nelle vesti di pellegrini, i due<br />
apostoli sono invitati al tavolo del Sign<strong>ore</strong>, quello di sinistra con la boraccia, quello di destra<br />
con il tipico cappello del pellegrino. La tecnica pittorica della natura morta coincide con<br />
quella di Alejandro de Loarte, attivo a Toledo (verso 1590 – 1626).<br />
Provenienza: dalla collezione dell’arciduca Francesco Ferdinando, success<strong>ore</strong> al trono austroungarico;<br />
poi proprietà dell’ufficiale degli Ulani imperiali e reali barone von Dondorf, Tirolo.<br />
[EOT]<br />
268<br />
Scuola veneto-dalmata fine XVI secolo<br />
La crocifissione, olio su tavola, 51 x 43 cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 1.000 – 1.500 US$ 1.200 – 1.800<br />
Provenienza: proprietà privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
269 –<br />
Scuola italiana XVII secolo<br />
Esopo scrive la favola della tartaruga e dell’aquila, olio su tavola, 44 x 32,5 cm, con cornice,<br />
(Wo)<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600
In una delle sue favole Esopo narra la storia della tartaruga che supplica un’aquila di<br />
apprenderle l’arte del volo, dietro ricompensa. Essa insiste nel suo proposito nonostante il<br />
rifiuto dell’aquila, che sa impossibile che una tartaruga impari a volare. Allora l’aquila<br />
trasportò la tartaruga consè nei cieli e, per accontentarla nel suo desiderio di volare da sola,<br />
la lasciò cadere dall’alto.La tartaruga precipitò, urtò contro una roccia e morì.<br />
Molte di queste favole si attribuiscono allo schiavo frigio Esopo, che visse presumibilmente a<br />
Sardi intorno al 550 a.c., e ad esse in epoca più tardi si aggiunse un insegnamento morale<br />
riassuntivo.: in questo caso il destino della tartaruga dovrebbe insegnare agli uomini ad<br />
ascoltora i più saggi e nonrecarsi danno da soli. La trasparenza di queste favole in realtà non<br />
avrebbe punto necessitato di tali spiegazioni riassuntive. Sono di tale forza di persuasioni da<br />
aver fissato per millenni i “caratteri” della fiaba, qui ad esempio l’aquila come re dell’aria.<br />
Anche Lutero rielaborò spesso queste mordenti narrazioni per illustrare le sue prediche<br />
affermando di non conscere „ (…) a parte la Bibbia, molti altri libri che vi si potessero<br />
comparare”.<br />
[EOT]<br />
[EOT]<br />
270<br />
Pitt<strong>ore</strong> toscano del XVIII secolo<br />
L’orazione nell’orto degli ulivi, olio su rame, 41 x 20 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
271<br />
Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccio (1639 – 1709) cerchia<br />
La sacra famiglia, olio su tela, 63 x 50,5 cm, senza cornice, (Wo)<br />
EURO 3.000 – 5.000 US$ 3.600 – 6.<strong>10</strong>0<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
272 –<br />
Gerolamo Starace (Napoli 17<strong>30</strong> c. - 1794)<br />
Scena mitologica con l’Olimpo degli dei, tra i quali sono riconoscibili Giove e Giunone,<br />
Bacco, Mercurio, Crono, Apollo, Cerere e Diana, modello per un soffitto, olio su tela, 154,5<br />
x 75,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 15.000 – 22.000 US$ 18.200 – 26.700<br />
Perizia: Prof. Giancarlo Sestieri, 15 luglio 2005: “il presente dipinto è un modello eseguito di<br />
certo quale tela preparatoria di una vasta decorazione, probabilmente ad affresco, del
soffitto di un palazzo nella stretta orbita di Francesco De Mura.” Il prof. Sestieri ritiene il<br />
dipinto opera di Girolamo Starace. Lo paragona alla ‘Reggia di Apollo’ e alle ‘Allegorie delle<br />
Stagioni’ nel Palazzo Reale di Caserta.<br />
Provenienza: proprietà privata della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
273 –<br />
Giambattista Pittoni (Venezia 1687 – 1767) cerchia<br />
L’adorazione dei magi, olio su tela, 46 x 62 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 3.000 – 5.000 US$ 3.600 – 6.<strong>10</strong>0<br />
Il dott. Filippo Pedrocco, dirett<strong>ore</strong> dei Musei Civici di Cà Rezzonico e Correr a Venezia,<br />
ritiene il dipinto opera della cerchia di Pittoni (perizia da fotografia).<br />
Provenienza: per 200 anni proprietà di una famiglia italiana vivente in Canada, considerata<br />
opera di Giambattista Tiepolo; collezione privata Quebec, Canada<br />
[EOT]<br />
274<br />
ritirato<br />
[EOT]<br />
275 –<br />
Giovanni Battista Boncori o Buoncori (Compli/Teramo 1643 – 1699 Roma)<br />
Riposo nella fuga in Egitto, olio su tela, 96,5 x 76 cm, antica cornice intagliata, dorata, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 18.000 US$ 14.600 – 21.900<br />
Ringraziamo il Prof. Giancarlo Sestieri per l’attribuzione a G. B. Boncori (comunicazione<br />
orale)<br />
[EOT]<br />
276<br />
Scuola romana del XVII secolo<br />
Perseo libera Andromeda, olio su tela, 43 x 32 cm, cornice intagliata dorata, (Wo)<br />
EURO 9.000 – 12.000 US$ <strong>10</strong>.900 – 14.600<br />
A tergo vecchia etichetta: “No.134 Bonaroti Michael Angelo”<br />
[EOT]<br />
277<br />
Scuola bolognese fine del XVIII secolo<br />
La vestale Tuccia, olio su tela, 97 x 81 cm, con cornice, (Wo)
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Nell’antica Roma le Vestali erano sei sacerdotesse vergini, incaricate di custodire il fuoco<br />
eterno nel tempio della dea Vesta e soggiacevano all’obbligo della verginità per tutta la<br />
durata del loro ufficio. Qualora rompessero questo voto dovevano essere sepolte<br />
viveSecondo una leggenda romana la vestale Tuccia fu accusata di aver infranto il voto. Per<br />
provare la sua innocenza portò dell’acqua in vaglio senza che versarne nemmeno una goccia.<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
278 –<br />
Scuola lombarda 1660 ca.<br />
Ritratto di Paolina Valaresso, moglie di Niccolo Donado (iscrizione a destra), olio su tela,<br />
124 x 96,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 15.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 18.200<br />
Provenienza: John Carr, Esqu.; Bramhope Manor, Inghilterra, 1865; Sir William Hutt, Appley<br />
Towers, Isle of Wright<br />
[EOT]<br />
279<br />
Elisabetta Marchioni<br />
(Rovigo XVII/XVIII secolo) cerchia<br />
Natura morta con fiori, olio su tela, 71 x 60 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 4.000 – 6.000 US$ 4.900 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Provenienza: collezione privata, Monaco di Baviera<br />
[EOT]<br />
280<br />
Scuola emiliana del XVII secolo<br />
Natura morta con pesci, olio su tela, 50 x 70 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 6.000 – 9.000 US$ 7.<strong>30</strong>0 – <strong>10</strong>.900<br />
[EOT]<br />
281 –<br />
Simon Luttichuys (Londra 16<strong>10</strong> – 1661 Amsterdam)<br />
Natura morta con un bicchiere riempito di vino, un panino e noci su un piatto d’argento, e<br />
con rose su un tavolo drappeggiato, olio su tela, 44 x 35 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – <strong>30</strong>.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 36.400
Provenienza: negli anni ’60 del XX secolo Galleria d’arte de Boer, Amsterdam; poi collezione<br />
privata.<br />
Bibliografia: il dipinto sarà incluso da B. Ebert nel catalogo delle opere dei fratelli Simon<br />
(16<strong>10</strong>–1661) e Isaac Luttichuys (1616–1673), di prossima pubblicazione. Simon Luttichuys<br />
era il fratello di Isaac. Entrambi fratellli sono nati a Londra, ma la famiglia proveniva<br />
originariamente da Amsterdam e in quella città essi fecerò ritorno. Sotto il profilo stilistico<br />
Simon Luttichuys si orientò inizialmente su Pieter Claesz. Più tardi la sua maniera si avvicinò<br />
a quella di Willem Kalf o Juriaen van Streeck.<br />
[EOT]<br />
282<br />
G. Carelli<br />
(pitt<strong>ore</strong> napoletano prima metà del XIX secolo)<br />
Paesaggio con torrente, una past<strong>ore</strong>lla con mandria e un toro; paesaggio con un torrente,<br />
due past<strong>ore</strong>lle e una mandria; entrambi firmati in basso “G. Carelli”, pendants, olio su tela,<br />
ognuno <strong>10</strong>6 x 131 cm, cornici originali stile impero, (2), (Wo)<br />
EURO 12.000 – 14.000 US$ 14.600 – 17.000<br />
Provenienza: collezione privata europea<br />
[EOT]<br />
283<br />
Francesco Guardi, seguace<br />
Due capricci, olio su tela, ognuno 17,5 x 11,5 cm, con cornice, (2), (Wo)<br />
EURO 800 – 1.200 US$ 970 – 1.500<br />
[EOT]<br />
284 –<br />
Jean Belin de Fontenay (Caen 1653 – 1715 Parigi)<br />
Un cesto con garofani, convolvoli, peonie e un girasole, con due vasi di parata blu-bianco e<br />
due melograni, olio su tela, 85,5 x 68,5 cm, bella cornice antica, intagliata e dorata, del XVIII<br />
secolo, (Wo)<br />
EURO <strong>10</strong>.000 – 15.000 US$ 12.<strong>10</strong>0 – 18.200<br />
[EOT]<br />
285 –<br />
Jacques Hupin (Auxerre XVII secolo)<br />
Natura morta con tappeto, strumenti musicali, libri e un calamaio, olio su tela, 72 x 96,5 cm,<br />
con cornice, (Wo)<br />
EURO 25.000 – <strong>30</strong>.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 36.400
Non sappiamo molto di Jacques Hupin, sebbene oggi i suoi dipinti si trovano al Louvre e in<br />
altri grandi musei. Almeno un documento ci informa, che nel 1649 Hupin incontrò a Roma<br />
Francesco Maltese. Nei secoli seguenti le opere di questi due artisti saranno spesso<br />
scambiati. Partendo da Roma, questo tipo di natura morta, con oggetti preziosi, strumenti<br />
musicali e libri adaggiati su un tappeto dalle pieghe morbide e profonde, si diffuse in varie<br />
parti dell’Europa. Ricerche abbastanza recenti hanno dimostrato che Hupin contribuì<br />
notevolmente alla diffusione e al successo di questo tipo di pittura in Francia.<br />
[EOT]<br />
286 –<br />
Scuola francese verso il 1700<br />
Ritratto di un sign<strong>ore</strong> con giacca blu, jabot e parrucca coi ricciolini, olio su tela, 82 x 66 cm,<br />
con cornice, (Wo)<br />
EURO 8.000 – 12.000 US$ 9.700 – 14.600<br />
[EOT]<br />
287 –<br />
Charles Beaubrun (Amboise 1604 – 1692 Parigi) cerchia<br />
Ritratto della principessa reale Anna-Marie-Louise d’Orléans, Duchesse de Montpensier<br />
(1627 – 1693), olio su tela, <strong>10</strong>5 x 88 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 7.000 – 9.000 US$ 8.500 – <strong>10</strong>.900<br />
La ritratta godeva a corte del titolo di “La Grande Mademoiselle”. Il re Luigi XIII era suo zio.<br />
Ben volentieri essa avrebbe sposato suo cugino, il re Sole Luigi XIV, più giovane di undici<br />
anni, ma il cardinale Mazzarino si oppose a questo matrimonio. Il ritratto segue una incisione<br />
di Pierre Simon e un dipinto di Gilbert de Sève a Versailles.<br />
Perizia: ringraziamo il sig. Ludwig Meyer, Archivio per la Storia dell’Arte, Monaco, per<br />
l’identificazione della persona ritratta (lettera del 29 ottobre 2005).<br />
[EOT]<br />
288 –<br />
Alexander Roslin (Malmö 1718- 1793 Parigi)<br />
Ritratto di un sign<strong>ore</strong> con parrucca incipriata e giacca rossa, olio su tela, ovale, 65 x 54 cm,<br />
cornice originale intagliata e dorata del XVIII secolo, (Wo)<br />
EURO 25.000 – <strong>30</strong>.000 US$ <strong>30</strong>.400 – 36.400<br />
[EOT]<br />
289<br />
Jean Baptiste Greuze (Tournus 1725 – 1805) bottega<br />
Ragazza che legge, olio su tela, 82 x 67 cm, cornice originale dorata del 1800 circa, (Wo)<br />
EURO 1.800 – 2.600 US$ 2.200 – 3.200
Provenienza: Collezione privata, Vienna<br />
[EOT]<br />
290<br />
Scuola russa (?) del XIX secolo<br />
Ritratto di una donna giovane dalle spalle scoperte e dai capelli neri davanti a una tenda viola,<br />
olio su tavola, 33 x 27 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 5.000 – 7.000 US$ 6.<strong>10</strong>0 – 8.500<br />
Questa pittura di un artista sconosciuto è un raro e squisito ritratto frontale e simmetrico.<br />
L’impressione di tranquillità e serietà è ravvivata dallo sguardo degli occhi grigi, gentile e<br />
indirizzato verso lo spettat<strong>ore</strong>, dalle labbra leggermente aperte come per fare una domanda,<br />
e dai capelli arricciati che cadono sulle spalle nude. Un ritratto pieno di armonia e bellezza.<br />
[EOT]<br />
291<br />
Sir Peter Lely recte Pieter van der Faes<br />
(Soest presso Utrecht 1618 – 1680 Londra) cerchia<br />
Ritratto di signora, olio su tela, 24 x 20 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 1.500 – 2.500 US$ 1.800 – 3.000<br />
Il dipinto è forse stato ritagliato da una composizione più grande.<br />
[EOT]<br />
292<br />
Scuola francese del XVIII secolo<br />
Nudo femminile, osservato dalla finestra da un giovane su una scala, tondo, guazzo su avorio,<br />
diametro 8,5 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 500 – 700 US$ 6<strong>10</strong> – 850<br />
[EOT]<br />
293 –<br />
Scuola spagnola verso il 1800<br />
Ritratto di una signora con vestito nero con merletti, olio su tela, 60 x 46,5 cm, con cornice,<br />
(Wo)<br />
EURO 15.000 – 18.000 US$ 18.200 – 21.900<br />
[EOT]<br />
294<br />
Scuola francese del XVIII (?) secolo<br />
Am<strong>ore</strong> e Psiche, sdraiata su un letto protetto da una tenda, olio su metallo, 27 x 32 cm,<br />
cornice intagliata dorata, (Wo)
EURO 4.500 – 6.000 US$ 5.500 – 7.<strong>30</strong>0<br />
Provenienza: proprietà della Germania occidentale<br />
[EOT]<br />
295<br />
Johann Friedrich Tischbein (1750 – 1812) cerchia<br />
Giuseppe e la moglie di Putifarre, olio su tela, 119 x 150 cm, con cornice, (Wo)<br />
EURO 15.000 – 20.000 US$ 18.200 – 24.<strong>30</strong>0<br />
Provenienza: collezione privata viennese<br />
[EOT]<br />
296<br />
Marten de Vos (Antwerpen 1532 – 1603) zugeschrieben<br />
L’adorazione dei Re Magi, in basso a destra data antica (?) “1595 anos”, olio su tavola, 1<strong>10</strong> x<br />
66 cm, cornice antica dorata, (Wo)<br />
EURO 12.000 – 18.000 US$ 14.600 – 21.900<br />
Provenienza: il dipinto era in origine la pala dell’altar maggi<strong>ore</strong> di una cappella in Europa<br />
occidentale. Originariamente essa possedeva un’incorniciatura dipinta, di cui esistono ancora<br />
due parti che saranno consegnate all’acquirente; collezione privata europea.<br />
[EOT]