4. Neuropsicologia dei processi di apprendimento - ics condove

Dislessia o Dislessie ?
DISTURBI SPECIFICI
DELL’APPRENDIMENTO
Neuropsicologia dei processi
di apprendimento
A cura di
Carlo MUZIO
Neuropsichiatra Infantile, Psicoterapeuta
docente di Neurolinguistica e Neuropsicologia età ev.
– Università di Pavia
Tel./Fax. 0383. 804112 – 0383. 367616
e-mail carlo.muzio@libero.it
(Morton Morton – Patterson 1980; Sartori 1984; Colthear 1987, Stella 1995)
Sistema
SEMANTICO
Sistema di Analisi VISIVA
Riconoscimento delle LETTERE
Riconoscimento visivo delle PAROLE
(Sistema logogen logogen)
Produzione di parole
Lessico di uscita fonologico
Buffer fonemico – Sistema articolatorio
= Via FONOLOGICA
= Via VISIVA non Semantica
= Via VISIVA SEMANTICA
Identificazione
delle LETTERE
Conversione
GRAFEMA GRAFEMA-FONEMA FONEMA
(scritto – suono)
Elaborazione
grafica modello
semplificato –
Carlo MUZIO
2002
La strada della LETTURA nel cervello in soggetti con
DISLESSIA
Area di Broca Broca.
Area
temporo
occipitale
inferiore
Area temporale
superiore o
Area di Wernicke
Area
occipitale
posteriore
I 3 principali modelli teorici, che
rappresentano i diversi approcci
attuali nello studio e nella
riabilitazione sono:
Neuropsicologico - Modello di
lettura a due vie.
Clinico - Modello di Boder Boder.
Neuropsicofisiologico - Balance
model di Bakker Bakker.
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra Infantile, Psicoterapeuta, doc. di Neurolinguistica UNI PV
La strada della LETTURA nel cervello
LE ZONE NORMALMENTE COINVOLTE nella LETTURA
1. Area occipitale posteriore posteriore. . E I'area dove avviene
I'analisi visiva elementare, ossia il riconoscimento del
simbolo.
2. Area temporo occipitale inferiore inferiore. . Deposito di
rappresentazioni ortografiche delle parole. E la zona
incaricata di "vedere" le lettere e rendere automatico il
processo di riconoscimento delle parole.
3. Area temporale superiore o Area di Wernicke Wernicke. . La forma
visiva della parola viene convertita in forma sonora.
4. Area di Broca Broca. . Qui si attiva il programma neuromotorio
per la produzione del suono (bocca, lingua, laringe).

L’approccio approccio neuropsicologico
Modello di lettura a due vie
Sartori - Job (1984) e di Coltheart (1978).
Nell Nell’ambito ambito delle teorie modulari
delle funzioni cognitive si sono
sviluppati modelli che scompongono il
processo di lettura in una serie di
operazioni sequenziali, dall dall’analisi analisi
visiva delle lettere alla produzione
della parola (cfr. il modello di lettura
standard ).
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta Analitico -Cognitivo, Cognitivo, doc. di Neurolinguistica UNI PV
L’approccio approccio neuropsicologico
Modello di lettura a due vie
Sartori - Job (1984) e di Coltheart (1978).
Sulla base di questo modello sono stati
individuati tre sottotipi di dislessia :
1. La dislessia superficiale in cui è deficitaria
la via lessicale ed il lettore legge nello stesso
modo le parole e le non parole, senza alcun
vantaggio per le parole pi più frequenti, inoltre
non è in grado di leggere le parole irregolari.
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta Analitico -Cognitivo, Cognitivo, doc. di Neurolinguistica UNI PV
L’approccio approccio clinico
Modello di Boder (1973)
Boder Boder, , effettuando un un’analisi analisi qualitativa delle
prestazioni deficitarie della lettura ha
individuato due sottotipi di dislessia:
La dislessia diseidetica in cui prevale un deficit di
tipo visuopercettivo
visuopercettivo; ; perciò il bambino incontra
maggiori difficolt difficoltà nel percepire e/o ricostruire la
configurazione della parola scritta.
Tipica è la difficolt difficoltà significativamente maggiore
nella lettura dei caratteri in corsivo rispetto allo
stampato maiuscolo.
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta Analitico -Cognitivo, Cognitivo, doc. di Neurolinguistica UNI PV
L’approccio approccio neuropsicologico
Modello di lettura a due vie
Sartori - Job (1984) e di Coltheart (1978).
Il lettore adotta due strategie di
lettura:
�� La via lessicale (accesso diretto) –
�� La via fonologica o indiretta
Questi modelli sono stati usati per
l’interpretazione interpretazione della dislessia acquisita
nell nell’adulto, adulto, ma successivamente sono
stati applicati anche nella D.E.
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta Analitico -Cognitivo, Cognitivo, doc. di Neurolinguistica UNI PV
L’approccio approccio neuropsicologico
Modello di lettura a due vie
Sartori - Job (1984) e di Coltheart (1978).
2. La dislessia fonologica in cui è deficitaria la
via fonologica lessicale ed il lettore usa solo
l’accesso accesso diretto per cui ha difficolt difficoltà con le
parole irregolari e con le non parole.
3. La dislessia profonda in cui sono deficitarie
entrambe le vie ed il lettore commette
parafasie semantiche (sostituisce parole di
significato affine) ed ha maggiori difficolt difficoltà
con le non parole.
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta Analitico -Cognitivo, Cognitivo, doc. di Neurolinguistica UNI PV
L’approccio approccio clinico
Modello di Boder (1973)
La dislessia disfonetica o disfonologica in cui
prevalgono deficit linguistici e fonologici per cui il
bambino ha difficolt difficoltà prevalenti nelle operazioni
metafonologiche
metafonologiche: : analisi e sintesi delle componenti
sublessicali sublessicali, , non riesce cio cioè ad individuare
correttamente i singoli fonemi di una parola o, al
contrario, a ricomporre la parola intera partendo dai
singoli fonemi.
La maggioranza dei bambini dislessici presentano
questo secondo tipo.
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta Analitico -Cognitivo, Cognitivo, doc. di Neurolinguistica UNI PV

L’approccio approccio neuropsicofisiologico
Modello dell dell’equilibrio equilibrio o Balance Model di Bakker (1980).
Anche il modello di Bakker si basa sulla
distinzione tra compiti e strategie visuo visuo-spaziali spaziali
e linguistici linguistici.
Bakker ha identificato, nell nell’apprendimento apprendimento della lettura,
una prima fase nella quale prevalgono le strategie
visuopercettive
visuopercettive, , ed una seconda fase nella quale subentra
una predominanza delle strategie linguistiche linguistiche.
Nel passaggio da un processo all all’altro altro si modificherebbe
la distribuzione dell dell’attivit attività cerebrale passando da una
prevalenza dell dell’emisfero emisfero di destra a quello di sinistra sinistra.
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta Analitico -Cognitivo, Cognitivo, doc. di Neurolinguistica UNI PV
L’approccio approccio neuropsicofisiologico
Modello dell dell’equilibrio equilibrio o Balance Model di
Bakker (1980).
Dislessici P-type type
(guidati da strategie percettive)
Sono caratterizzati da lettura molto
lenta (parola per parola o sillaba per
sillaba) ma corretta e che, ciononostante,
non sviluppano i processi di lettura per
deficit dei processi linguistici.
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta , doc. di Neurolinguistica UNI PV
Gli 8 sistemi implicati nei processi di
Sistema del
PENSIERO
SOCIALE
apprendimento
SISTEMI
Sistema del PENSIERO
SUPERIORE
NEUROEVOLUTIVI
Sistema
MOTORIO
Sistema di controllo
dell’ATTENZIONE Sistema
MNEMONICO
Sistema di
Ordinamento
SEQUENZIALE
Sistema
LINGUISTICO
Sistema di
Ordinamento
SPAZIALE
L’approccio approccio neuropsicofisiologico
Modello dell dell’equilibrio equilibrio o Balance Model di Bakker (1980).
Nei dislessici si verificherebbe una
alterazione di questo equilibrio della
attivit attività interemisferica e sulla base di
tale ipotesi ha individuato 2 tipi:
�� Dislessici P-type type
�� Dislessici L-type type
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta , doc. di Neurolinguistica UNI PV
L’approccio approccio neuropsicofisiologico
Modello dell dell’equilibrio equilibrio o Balance BalanceModel Model di Bakker (1980).
Dislessici L-type type
(guidati da strategie linguistiche)
caratterizzati da deficit dei compiti
visuopercettivi
visuopercettivi, , per cui leggono pi più
velocemente ma commettono molti errori per
un un’insufficiente insufficiente mediazione nel corso della
decodifica.
Tipicamente effettuano anticipazioni scorrette
perch perché nella lettura “tirano tirano ad indovinare indovinare”.
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta , doc. di Neurolinguistica UNI PV
ATTENZIONE e DISLESSIA
Sebbene importanti studi sostengano che
la causa principale della dislessia sia
rintracciabile in un deficit
dell dell’elaborazione elaborazione fonologica,
molti bambini dislessici durante la
lettura mostrano accentuate difficolt difficoltà
visuopercettive visuopercettive. .
(Bradley Bradley& & Bryant Bryant, , 1983;
per una rassegna vedere: vedere:- Njiokiktjien Njiokiktjien, , 1994 e
- Lyon Lyon, , Shaywitz & Shaywitz Shaywitz, , 2003),
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta , doc. di Neurolinguistica UNI PV

ATTENZIONE e DISLESSIA
La dislessia pertanto si manifesta come
conseguenza di diversi possibili deficit
che determinano difficolt difficoltà di natura ed
entit entità variabile variabile, , come dimostra la vasta
e diversificata sequenza degli
argomenti trattati in letteratura .
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta , doc. di Neurolinguistica UNI PV
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta , doc. di Neurolinguistica UNI PV
La dislessia è stata infatti associata:
�� alla consapevolezza fonologica (Bradley Bradley &
Bryant Bryant, , 1983),
�� a problemi visuo visuo-percettivi percettivi con implicazione della
via magnocellulare (Best & Demb Demb, , 1999),
�� alla latenza nella persistenza visibile e nel
passaggio dalla memoria sensoriale a quella a
breve termine (Stanley Stanley, , 1975),
�� al processamento a breve termine del segnale
visivo (Di Lollo Lollo, , Hanson & McIntyre McIntyre, , 1983),
�� alla conversione grafema grafema-fonema fonema (Golden &
Zenhausern Zenhausern, , 1983),
�� al crowding assimmetrico (Geiger & Lettvin Lettvin, ,
1987),
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta , doc. di Neurolinguistica UNI PV
La dislessia è stata infatti associata : �� Per questo motivo, non sembra pi più ragionevole
parlare di dislessia come unit unità singola, ma si fa
sempre pi più spesso riferimento al concetto di
�� al deficit attentivo (Stein Stein & Walsh Walsh, , 1997;
Steinman Steinman, , Steinman & Garzia Garzia, , 1998),
“dislessie dislessie”, indicando con questo termine i
diversi sottotipi del disturbo.
�� Pertanto, diventa plausibile il modello del
�� al deficit dell dell’attenzione attenzione spaziale (Facoetti Facoetti & sistema lettura formato da un sistema
Turatto 2000; Facoetti , Paginoni & Lorusso 2000; esecutivo che modularizza ed assembla la
Facoetti & Molteni 2001),
parte percettiva visuo visuo-spaziale spaziale con quella
�� al deficit dei movimenti oculari
(Biscaldi Biscaldi , Fischer Fischer, , & Aiple Aiple, , 1994; Biscaldi Biscaldi, , Fischer Fischer, , &
Hartnegg Hartnegg, , 2000).
linguistica.
�� Tale modello (Moscovitch Moscovitch e Umilt Umiltà 1990; Benso, 2004)
riesce a conglobare molte delle osservazioni che
provengono dai diversi lavori delle ricerche
neuropsicologiche
neuropsicologiche, , alcune delle quali citate pi ù sopra.
La Teoria modulare di Moscovitch e
Umilt Umiltà (1990) e la Multicomponenzialit
Multicomponenzialità
del Sistema Esecitivo (Benso, 2004) nei
Disturbi dell dell’Apprendimento
Apprendimento
I moduli relativi all all’apprendimento apprendimento sono
assemblati e complessi:
– i moduli di 22°
ordine (linguaggio e percezione) e
quelli di 33°
ordine (lettura e movimenti complessi)
si formano attraverso ll’intervento
intervento di un processore
centrale (o SAS _Sist Sist. . Att.Supervisore di Shallice
’88 88 – o SEC – Sist Sist. . Esec Esec. . Centr Centr. . di Baddeley ’86) 86) che
fornisce risorse attentive attentivein in modo innato e
automatico o in modo volontario e consapevole.
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta , doc. di Neurolinguistica UNI PV
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta , doc. di Neurolinguistica UNI PV
La Teoria modulare di Moscovitch e Umilt Umiltà (1990) e la
Multicomponenzialit
Multicomponenzialità del Sistema Esecitivo (Benso, 2004) nei
Disturbi dell dell’Apprendimento
Apprendimento
il modulo della lettura è frutto di un
apprendimento complesso che risulta
dall dall’assemblaggio assemblaggio di due moduli di 22°
tipo
(linguaggio e percezione visiva) attraverso
l’intervento intervento di un PC che impiega risorse
attentive attentive.
Qualsiasi disturbo dell dell’apprendimento
apprendimento
coinvolge anche alcuni aspetti del Sistema
Esecutivo C. o SAS (F. F. Benso, M.C. Usai, e coll.
2005 – Dislessia Vol Vol.2 .2 nn.2)
.2)
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta , doc. di Neurolinguistica UNI PV

PERCEZIONE
VISIVA
PERCEZIONE
UDITIVA
ATTENZIONE
RICONOSCIMENTO
DEI SIMBOLI
RICONOSCIMENTO
DEL LINGUAGGIO
LETTURA
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta , doc. di Neurolinguistica UNI PV
MOVIMENTI OCULARI DI UN NORMOLETTORE
MOVIMENTI OCULARI DI UN DISLESSICO
Le cause, siano esse percettive (visive e uditive) o
attentive attentive, , potrebbero essere singole e/o sovrapposte a
diversi livelli per ogni processo implicato.
�� Di conseguenza, ogni paziente dislessico potrebbe
essere un caso unico e diverso dagli altri (Benso, 2004).
�� Per questo motivo si stanno studiando batterie
testistiche multimodali e multicomponenziali per poter
esplorare i vari stadi dei processi percettivi e le varie
componenti delle funzioni attentive attentive. .
�� L’effetto effetto “difficolt difficoltà di lettura lettura” deve quindi ricevere una
spiegazione in termini di processi sottostanti se si vuole
essere pi ù puntuali ed incisivi nel momento riabilitativo.
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta , doc. di Neurolinguistica UNI PV
�� Alcuni Esempi di Disturbi non
linguistici che comunque ricadono
nel nel… e rafforzano il modello modello…... ...
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta , doc. di Neurolinguistica UNI PV
ACCESSI LESSICALI
Socdno una riccrea dlel’Unvrsetiià di Carbmdgie
l’oidrne dlele lertete all’iternno diuna praloa non ha
imprtzaona a ptatp che la pimra e l’ulimta saino nllea
gusita psoizoine.
Anhce se le ltteere snoo msese a csaouna
peonrsa può leggere l’inetra fasre sneza poblremi.
Ciò è dovuto al ftato che il nstoro celverlo non
lgege ongi sigonla leterta ma tiene in cosinaderzione la
prolaa nel suo inesime.
Icnrebidile he?
Dr. Carlo Muzio, Neuropsichiatra
NeuropsichiatraInfantile, Infantile, Psicoterapeuta , doc. di Neurolinguistica UNI PV