02.02.2013 Views

Rapporti - Ispra

Rapporti - Ispra

Rapporti - Ispra

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

(S. D’Antoni - ISPRA)<br />

2.1 Obiettivi<br />

2. QUADRO DI RIFERIMENTO<br />

Gli obiettivi generali che sono stati individuati per la realizzazione dell‘Inventario zone umide e per la<br />

redazione del presente Rapporto tecnico, sono i seguenti:<br />

Fornire contributi conoscitivi sulla distribuzione, lo stato, i valori e le pressioni in atto nelle zone<br />

umide, utili alla definizione di linee guida per la tutela della biodiversità di questi ambienti in<br />

applicazione delle indicazioni della Strategia Nazionale per la Biodiversità<br />

Individuare le possibili integrazioni fra gli strumenti esistenti per la tutela delle zone umide definiti<br />

secondo la normativa europea e nazionale (Dir. Habitat, Uccelli e Dir. Quadro Acque e sulla Strategia<br />

per l‘ambiente marino, normativa nazionale di recepimento).<br />

In particolare, l‘obiettivo specifico del Progetto ―Inventario zone umide‖, i cui risultati sono contenuti nel<br />

presente Rapporto tecnico, sono:<br />

Fornire indicazioni per l‘integrazione di:<br />

a) i dati contenuti in diversi inventari e banche dati (PMWI, Natura 2000, WISE, BISE, Carta della<br />

Natura),<br />

b) i diversi sistemi di classificazione degli habitat, dello stato, delle pressioni e delle minacce<br />

utilizzate da diverse banche dati a livello nazionale, europeo e internazionale (CORINE Land<br />

Cover, EUNIS, Corine Biotops, IUCN, Natura 2000, WISE/Dir. Quadro Acque)<br />

c) le misure di conservazione contenute negli strumenti di pianificazione per la tutela delle zone<br />

umide.<br />

2.2 Definizione di zona umida<br />

La Convenzione di Ramsar definisce una zona umida come (art. 1.1): ―…distese di paludi e di<br />

acquitrini, di torbiere o di acque naturali o artificiali, permanenti o temporanei, dove l’acqua è<br />

stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, ivi comprese distese di acqua marina la cui<br />

profondità, a marea bassa non superi i sei metri‖. Inoltre l‘art. 2.1 specifica che i confini di una<br />

zona umida inclusa nella Lista nazionale possono ―..includere delle zone rivierasche o costiere<br />

contigue alla zona umida, ed isole o distese di acqua marina di profondità superiore a sei metri a<br />

marea bassa, circondate dalle zone umide, in particolare allorchè dette zone, isole o distese<br />

d’acqua, abbiano un’importanza in quanto habitats degli uccelli acquatici‖.<br />

Esiste tuttavia una grande varietà di definizioni e di interpretazioni del termine ―wetland‖ o ―zona<br />

umida‖. La ―Wetland Horizontal Guidance‖ (WHG) – doc. n. 12 della CIS (Common<br />

Implementation Strategy for the Water Framework Directive 2000/69/CE) – contiene<br />

un‘approfondita descrizione delle diverse tipologie di zone umide, che costituiscono ecosistemi<br />

complessi che si sviluppano in un gradiente idrologico che va dagli habitat terrestri a quelli<br />

acquatici. Le zone umide vengono quindi considerati sistemi eterogenei ma distinti che si sono<br />

formati naturalmente o in seguito a attività antropiche. Comprendono parte di corpi idrici o sono<br />

legati a questi attraverso un continuum idrologico.<br />

La Fig. 1 riporta lo schema proposto dalla WHG che rappresenta in modo schematico le tipologie di<br />

collegamento delle zone umide con i corpi idrici considerati dalla WFD.<br />

16

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!