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Il testo del file - Visita Milano

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Voci:<br />

Prima voce<br />

Seconda voce<br />

Terza voce<br />

Uboldo<br />

E. Villa Uboldo<br />

PRIMA VOCE<br />

Siamo nel centro di un paese, eh?<br />

SECONDA VOCE<br />

Sì. Corpo ha guidato con attenzione, poi è smontato e ha appoggiato la bicicletta<br />

PRIMA VOCE<br />

E come si chiama?<br />

SECONDA VOCE<br />

<strong>Il</strong> paese? Cernusco, Cernusco sul Naviglio. C’e scritto su quel cartello. E di là<br />

dal naviglio c’è la villa<br />

PRIMA VOCE<br />

Ah, è qui che c’è la traccia che…<br />

SECONDA VOCE<br />

Sì, è qui, vero?<br />

TERZA VOCE<br />

Sì, qui c’è la traccia e, villa Uboldo<br />

UBOLDO<br />

La mia<br />

PRIMA VOCE<br />

Chi ha detto “la mia”?<br />

SECONDA VOCE<br />

Io no<br />

TERZA VOCE<br />

Io nemmeno<br />

SECONDA VOCE<br />

Allora di chi era quella voce?<br />

TERZA VOCE<br />

Non lo so<br />

UBOLDO<br />

E’ la mia. Sono Ambrogio Maria Martignano Uboldo, nato a <strong>Milano</strong> il 2<br />

gennaio 1785 e ivi morto nel 1865<br />

TERZA VOCE<br />

E cosa ci fa adesso in questa testa?<br />

1


UBOLDO<br />

Beh, lei dovrebbe saperlo. Noi spiriti trapassati continuiamo a vivere solo nella<br />

memoria dei posteri<br />

PRIMA VOCE<br />

Ma noi non ci ricordiamo di lei<br />

UBOLDO<br />

Ma come, avete pur pronunciato il mio nome!<br />

TERZA VOCE<br />

Sì, beh, vede il corpo, qui, a cui appartiene la testa, sta facendo un percorso in<br />

bicicletta lungo il Martesana, con un’audioguida<br />

PRIMA VOCE<br />

Che siamo noi. E lo facciamo fermare qui, davanti a Villa Uboldo, per ascoltare<br />

la traccia e<br />

UBOLDO<br />

Sì, lo so. Questo corpo non è il primo che passa di qui con quegli affari sulle<br />

orecchie<br />

SECONDA VOCE<br />

Allora perché non ci siamo mai incontrati?<br />

PRIMA VOCE<br />

Sarebbe stato utile, sa? Perché in questa traccia noi non avevamo niente da dire<br />

e finiva dopo 30 secondi<br />

UBOLDO<br />

Con gli altri non ho avuto il coraggio di manifestarmi. Ma questo corpo ha una<br />

faccia così cordiale e interessata che…<br />

TERZA VOCE<br />

Che si è deciso, eh? Meno male. Qui eravamo proprio carenti, e chi meglio di<br />

lei può darci informazioni sulla sua villa. Siamo ansiosi di ascoltarla<br />

PRIMA VOCE<br />

Beh, proprio ansiosi no…<br />

SECONDA VOCE<br />

Sì, invece, siamo proprio ansiosi! Non faccia caso a questo maleducato, signore.<br />

Parli<br />

UBOLDO<br />

Cosa volete sapere?<br />

SECONDA VOCE<br />

Faccia lei. Noi le facciamo mettere un sottofondo d’epoca (schiocco di dita e<br />

musica ottocentesca)<br />

UBOLDO<br />

La villa la progettò nel 1817 l’architetto Camillo Rougier, lo conoscete?<br />

TERZA VOCE<br />

No, mai sentito nominare<br />

2


UBOLDO<br />

Infatti era e rimane uno sconosciuto, ma era mio cugino e sapeva fare i calcoli<br />

statici. Fui io a guidargli la mano mentre disegnava. Volevo che questa villa<br />

rispecchiasse la mia personalità<br />

SECONDA VOCE<br />

Che tipo era?<br />

UBOLDO<br />

Ero l’erede di una famiglia di banchieri, ma mi piaceva correre la cavallina<br />

SECONDA VOCE<br />

Amante dei cavalli?<br />

UBOLDO<br />

No, <strong>del</strong>le donne. Ero dotato di una natura intensa e volubile, insofferente alle<br />

costrizioni matrimoniali. Mi hanno messo addosso l’etichetta di dongiovanni, e<br />

l’accetto. Hanno anche mormorato che abbia sedotto e fatto sparire alcune<br />

giovani di Cernusco, ma a queste ignobili dicerie vi prego di non prestare fede<br />

PRIMA VOCE<br />

No, si figuri, perché dovremmo<br />

UBOLDO<br />

E perché non dovreste?<br />

PRIMA VOCE<br />

Già… è vero, perché non dovremmo… cosa rispondiamo?<br />

TERZA VOCE<br />

Beh, la chiesa gotico - lombarda che vediamo là davanti era nel giardino <strong>del</strong>la<br />

villa. Significa, probabilmente, che la personalità <strong>del</strong> signor Uboldo aveva anche<br />

un lato religioso<br />

UBOLDO<br />

Era solo una facciata<br />

PRIMA VOCE<br />

Non la facevo così ipocrita. Non mi dica che non è entrato in quella chiesa<br />

UBOLDO<br />

No, non ci sono mai entrato. Perché non era possibile! La chiesa non c’è, quella<br />

è solo una facciata, ve l’ho detto, e finta per di più. L’ho fatta appoggiare alla<br />

testata di un vecchio rustico in cui tenevo il vino da pasto. Se non ci credete,<br />

dopo potete attraversare il ponte e andare a verificare. Sono falsi anche la torre<br />

merlata e il muro di cinta con gli stemmi. Mi piaceva giocare con la storia<br />

TERZA VOCE<br />

La villa, però, la costruì nello stile <strong>del</strong> suo tempo<br />

UBOLDO<br />

Sì, mi ispirai alle opere <strong>del</strong> Piermarini, l’architetto <strong>del</strong>la Scala. Linee rette,<br />

simmetria e volumi ben <strong>del</strong>ineati. Le decorazioni, poche e con forme ripetute, le<br />

volle applicare mio cugino, e lo lasciai fare. <strong>Il</strong> risultato è quello che vedete<br />

PRIMA VOCE<br />

Veramente… vediamo poco, con tutti quegli alberi<br />

3


UBOLDO<br />

Sono le essenze <strong>del</strong> giardino all’inglese. Lo considero il mio capolavoro. Ci misi<br />

vent’anni per completarlo. Seguii le indicazioni contenute nell’opera Dell’arte<br />

dei giardini Inglesi <strong>del</strong> Silva. L’autore sottolineava l’importanza <strong>del</strong>la presenza<br />

<strong>del</strong> un laghetto tra gli alberi. Io ne feci scavare uno, collegandolo al Martesana<br />

con un canale d’entrata e uno di uscita. Costruii anche tempietto, una grotta, un<br />

labirinto e una capanna di legno, la Cascina di Angelica e Medoro decorata con<br />

affreschi adatti a incontri particolari<br />

SECONDA VOCE<br />

La capisco, lei pensava sempre e solo a quello<br />

UBOLDO<br />

No, quando sentii la morte approssimarsi, pensai anche ad altro, anzi agli altri.<br />

Nel mio testamento disposi che nella villa fosse costituito un Ospedale dei<br />

Poveri, a cui lasciai anche le mie collezioni. Oggi nelle sale dove rincorrevo i<br />

miei amori c’è un ospedale a me intitolato, che fa parte <strong>del</strong>l’ASL <strong>Milano</strong> 2<br />

(rintocchi di un orologio) Care voci, caro corpo, mi rincresce, ma vi devo<br />

lasciare. Ho un appuntamento con l’ectoplasma di una signora, e capite…<br />

SECONDA VOCE<br />

Non c’è bisogno che dica altro, caro Ambrogio Maria, anche noi siamo uomini<br />

di mondo<br />

PRIMA VOCE<br />

Ma che dici…!?<br />

SECONDA VOCE<br />

Perché…?<br />

TERZA VOCE<br />

Grazie, signor Uboldo, non la tratteniamo oltre. Torni a trovarci, quando può<br />

UBOLDO<br />

Con piacere. Arrivederci<br />

TERZA VOCE<br />

Anche tu, caro corpo, puoi andare<br />

PRIMA VOCE<br />

Ma prima spegni l’mp3<br />

SECONDA VOCE<br />

…uomo di mondo<br />

PRIMA VOCE<br />

E insiste… spegni, dai<br />

4

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