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Pubblicazione Istituto Fossati Da Passano "Impressioni di Bayreuth

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COMUNE DELLA SPEZIA<br />

PREFAZIONE<br />

Nel 2009 ricorre il Decennale del Gemellaggio tra il<br />

Comune della Spezia ed il Comune <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>.<br />

Il Patto <strong>di</strong> Gemellaggio fu, infatti, firmato dai Sindaci,<br />

alla presenza dei Consigli Comunali delle due città riuniti in<br />

forma solenne, nel maggio 1999 alla Spezia in Sala <strong>Da</strong>nte e,<br />

nel giugno successivo, a <strong>Bayreuth</strong> nel Teatro dell'Opera dei<br />

Margravi.<br />

Le celebrazioni del decennale costituiscono, per<br />

entrambe le città, un’occasione fondamentale per rinsaldare i<br />

legami reciproci ed in<strong>di</strong>care nuove e più avanzate tappe in<br />

una prospettiva europea.<br />

Il contributo che le comunità locali possono dare al<br />

processo <strong>di</strong> unificazione europea e, più in generale, al <strong>di</strong>alogo<br />

e alla costruzione <strong>di</strong> relazioni positive tra popoli e culture è,<br />

infatti, determinante.<br />

Dobbiamo lavorare sempre <strong>di</strong> più alle cose che<br />

uniscono i popoli, come il nostro gemellaggio; dobbiamo<br />

1


sempre <strong>di</strong> più allontanare dalla nostra cultura i nazionalismi<br />

egoistici, dobbiamo pensare a delle nazioni <strong>di</strong> popoli dove le<br />

integrazioni sociali, culturali ed economiche <strong>di</strong>ventino un<br />

patrimonio per tutti.<br />

Partiamo da un’ Europa nella quale le conquiste della<br />

scienza, dell’economia, del benessere sociale, stanno al<br />

servizio <strong>di</strong> ogni uomo ed ogni paese, e da questo presupposto<br />

dobbiamo promuovere quell’aiuto solidale a quei paesi quei<br />

popoli che cercano <strong>di</strong> raggiungere la sicurezza sociale.<br />

La nostra missione è che la casa comune europea<br />

<strong>di</strong>venti il fattore attivo principale per la costruzione della<br />

pace nel mondo.<br />

Sono questi i principi che stanno alla base della<br />

politica portata avanti dal Comune della Spezia in tema <strong>di</strong><br />

gemellaggi e relazioni internazionali che trova nel rapporto <strong>di</strong><br />

amicizia con <strong>Bayreuth</strong> un tassello <strong>di</strong> primaria importanza.<br />

I gemellaggi allargano le conoscenze e gli orizzonti<br />

delle <strong>di</strong>verse comunità coinvolte, ampliano i nostri confini e le<br />

nostre idee. Aiutano a conoscerci, a capirci e a <strong>di</strong>ventare<br />

sempre più europei.<br />

Il gemellaggio con <strong>Bayreuth</strong> ha soprattutto questa<br />

<strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> proiezione europea per una città, come La<br />

Spezia, che per la sua posizione costituisce un punto <strong>di</strong><br />

contatto tra il Me<strong>di</strong>terraneo e l’Europa. E un’attenzione<br />

2


particolare viene destinata dal Comune della Spezia, ai<br />

giovani, per costruire legami sempre più profon<strong>di</strong> e proficui.<br />

Se, infatti, i settori coinvolti nelle attività <strong>di</strong><br />

gemellaggio sono molteplici, uno sguardo del tutto particolare<br />

è riservato, non a caso, alle scuole.<br />

Vogliamo, infatti, puntare particolarmente allo<br />

sviluppo ed alla valorizzazione degli scambi scolastici e<br />

giovanili, che consideriamo strumenti tra i più efficaci per<br />

promuovere la consapevolezza e l’integrazione politica<br />

europea, l’inclusione sociale e la reciproca comprensione.<br />

E’ in quest’ottica che, proprio in occasione delle<br />

celebrazioni del decennale, abbiamo promosso e sostenuto le<br />

iniziative che coinvolgono le scuole citta<strong>di</strong>ne, me<strong>di</strong>e e<br />

superiori.<br />

In particolare, abbiamo voluto contribuire alla<br />

realizzazione <strong>di</strong> questa pubblicazione che raccoglie<br />

testimonianze e immagini dello scambio fra l’ex-ITCS “A.<br />

<strong>Fossati</strong>” e il Liceo “R. Wagner” <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>, uno scambio<br />

che nel 2006 ha celebrato il suo ventennale e che ha costituito<br />

la fondamentale occasione per la nascita del gemellaggio fra<br />

le due città.<br />

L’ASSESSORE AI GEMELLAGGI<br />

Salvatore Avena<br />

3


Presentazione<br />

Questa pubblicazione si inserisce nell’ambito delle<br />

celebrazioni per il decennale del gemellaggio fra le città della<br />

Spezia e <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>, previste per la primavera/estate del 2009.<br />

Quando l’Assessorato alla Cooperazione Internazionale del<br />

Comune della Spezia ci ha interpellati sul contributo che, come<br />

scuola, avremmo potuto dare all’evento, noi docenti <strong>di</strong> tedesco<br />

abbiamo pensato che la cosa più significativa e al tempo stesso<br />

più interessante per gli spezzini, fosse rendere l’idea della città<br />

gemellata attraverso le impressioni dei ragazzi e degli<br />

insegnanti che da oltre vent’anni partecipano agli scambi fra la<br />

nostra scuola 1 e il Liceo “Richard Wagner” <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> ,<br />

considerato che proprio da questa iniziativa è scaturita<br />

l’occasione del contatto fra le due città e <strong>di</strong> conseguenza l’idea<br />

del gemellaggio.<br />

Anche in questo nuovo contesto lo scambio degli studenti<br />

rappresenta un elemento <strong>di</strong> assoluta rilevanza. Ad esso si sono<br />

però affiancate altre azioni rivolte ai giovani, come<br />

l’Europäisches Treffen, che prevede un soggiorno estivo <strong>di</strong> due<br />

settimane a <strong>Bayreuth</strong> per ragazzi del Biennio Superiore<br />

provenienti in primo luogo dalle città gemellate <strong>di</strong> Annecy 2 e<br />

della Spezia e lo stage <strong>di</strong> un mese, che ogni estate consente a<br />

quattro giovani <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> <strong>di</strong> effettuare un’esperienza <strong>di</strong><br />

lavoro e <strong>di</strong> perfezionamento della lingua italiana alla Spezia e<br />

viceversa.<br />

Come curatrice della pubblicazione ringrazio tutti coloro che<br />

hanno dato il loro contributo, gli alunni <strong>di</strong> ieri e <strong>di</strong> oggi, che<br />

hanno aderito all’iniziativa con sincero entusiasmo e<br />

partecipazione, gli insegnanti accompagnatori, alcuni dei quali<br />

non più in servizio nella scuola, tutti sempre legati con affetto<br />

al ricordo dello scambio. In particolare ringrazio il mio collega<br />

<strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>, il professor Detlev Polaczek, insegnante <strong>di</strong> Italiano<br />

presso il Richard-Wagner-Gymnasium, promotore ed<br />

4


instancabile curatore dello scambio, per la preziosa e qualificata<br />

consulenza e la collega e amica Anna Schiavon per il valido<br />

aiuto nella scelta e nella revisione dei materiali.<br />

Ringrazio altresì il Comune della Spezia, senza il cui contributo<br />

questa pubblicazione non sarebbe stata possibile.<br />

Liviana Ferdeghini<br />

docente <strong>di</strong> Tedesco presso<br />

l’ISS “A. <strong>Fossati</strong> – M. <strong>Da</strong> <strong>Passano</strong>”<br />

1 <strong>Da</strong>l 1° settembre 2007 i due istituti, l’ITCS “A. <strong>Fossati</strong>”, promotore dello<br />

scambio educativo con <strong>Bayreuth</strong> e l’<strong>Istituto</strong> Superiore “M. <strong>Da</strong> <strong>Passano</strong>”,<br />

sono uniti nell’unico <strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Istruzione Secondaria Superiore “A. <strong>Fossati</strong><br />

– M. <strong>Da</strong> <strong>Passano</strong>”.<br />

2Annecy, famosa località turistica dell’Alta Savoia, è gemellata con<br />

<strong>Bayreuth</strong> dal 1966. Questo gemellaggio è nato nel segno del superamento<br />

dei sentimenti e degli atteggiamenti ostili e <strong>di</strong>scriminatori lasciati in ere<strong>di</strong>tà<br />

dal conflitto mon<strong>di</strong>ale. Oltre a questo molti altri gemellaggi fra città francesi<br />

e tedesche furono promossi, dopo la Seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale, nell’ambito<br />

del Trattato d’amicizia franco-tedesco, firmato da De Gaulle e Adenauer nel<br />

1963. Annecy è a sua volta gemellata con Vicenza.<br />

5


Il perché del titolo<br />

In oltre vent’anni <strong>di</strong> scambio dovremmo aver acquisito una<br />

conoscenza sufficientemente approfon<strong>di</strong>ta della città gemellata<br />

<strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> e dei suoi <strong>di</strong>versi aspetti. Perché dunque solo<br />

impressioni?<br />

Anche se non mancheranno nell’esposizione alcuni dati<br />

oggettivi, abbiamo ritenuto che non fosse nostro compito la<br />

redazione <strong>di</strong> una guida turistica, per la quale occorrerebbero<br />

anche ben altre competenze. Ci è sembrato invece più<br />

interessante per il lettore trasmettere le impressioni <strong>di</strong> chi ha<br />

avvicinato <strong>Bayreuth</strong> nel corso <strong>di</strong> uno o più scambi,<br />

sottolineando gli aspetti che hanno maggiormente colpito sul<br />

momento o che sono rimasti più niti<strong>di</strong> nella memoria, sebbene<br />

siamo consapevoli che la memoria spesso sia infida e tenda a<br />

selezionare i ricor<strong>di</strong> – ma questo è un altro <strong>di</strong>scorso e ci<br />

porterebbe troppo lontano. Le impressioni si presentano come<br />

proposte <strong>di</strong> lettura dei volti della città, vista attraverso gli occhi<br />

<strong>di</strong> ragazzi e <strong>di</strong> insegnanti che l’ hanno visitata e vissuta per un<br />

tempo limitato, con sguardo più o meno ingenuo, più o meno<br />

sgombro da pregiu<strong>di</strong>zi, senza la pretesa <strong>di</strong> rappresentare una<br />

verità oggettiva, universale.<br />

Del resto il riconoscimento dell’apporto soggettivo nella<br />

rappresentazione <strong>di</strong> una realtà <strong>di</strong>versa dalla nostra – e spesso<br />

anche della realtà <strong>di</strong> casa propria – ci è sembrata la premessa<br />

più corretta per il nostro lavoro. I ragazzi che partecipano allo<br />

scambio e gli insegnanti che si alternano come accompagnatori,<br />

accanto all’insegnante <strong>di</strong> tedesco, hanno sicuramente un sincero<br />

interesse per il Paese che si apprestano a visitare e possiedono<br />

almeno una base <strong>di</strong> conoscenza della storia e della cultura della<br />

città che li ospita. <strong>Bayreuth</strong> è nella nostra scuola, da anni, un<br />

nome noto, che evoca spesso richiami familiari e piacevoli;<br />

inoltre la natura stessa dello scambio consente un confronto con<br />

i partner che va oltre il periodo del soggiorno effettivo e può<br />

mo<strong>di</strong>ficare la chiave <strong>di</strong> lettura <strong>di</strong> cose viste o vissute. Non sono<br />

dunque le impressioni <strong>di</strong> una qualsiasi vacanza all’estero <strong>di</strong> un<br />

6


turista totalmente ignaro o solo vagamente informato su ciò<br />

che troverà. Tuttavia le proponiamo come immagini parziali e<br />

giu<strong>di</strong>zi in <strong>di</strong>venire, perché cre<strong>di</strong>amo che per avvicinarsi a una<br />

realtà <strong>di</strong>versa dalla propria, anche se non lontanissima, e<br />

soprattutto per arrivare a conoscerla in modo non superficiale,<br />

occorrano molta curiosità ed anche molta umiltà. La curiosità è<br />

nella spinta che fa partire e indagare, l’umiltà è nel metodo che<br />

induce a confrontarsi, a interrogarsi e magari a mettersi in<br />

<strong>di</strong>scussione prima <strong>di</strong> arrivare a formulare un giu<strong>di</strong>zio. Sono due<br />

ingre<strong>di</strong>enti in<strong>di</strong>spensabili per viaggiare in modo consapevole,<br />

uno degli obiettivi educativi che la scuola si propone.<br />

Speriamo che le nostre impressioni inducano nei lettori, che<br />

ancora non si sono confrontati con la città gemellata, il<br />

desiderio <strong>di</strong> conoscerla <strong>di</strong> persona.<br />

7


I – Lo Scambio<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Significato dello scambio<br />

L’ultima circolare ministeriale in materia 1 definisce l’iniziativa<br />

che vede coinvolta una scuola italiana e una scuola <strong>di</strong> un altro<br />

paese europeo come scambio educativo, anche se comunemente<br />

si parla <strong>di</strong> scambi culturali o scolastici o ancora, più<br />

semplicemente, <strong>di</strong> scambi <strong>di</strong> classi.<br />

La definizione ministeriale, sia pure meno frequente nell’uso, è<br />

quella più rispondente alle finalità dello scambio. Esso è infatti<br />

molto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> una visita d’istruzione all’estero, che <strong>di</strong> per sé<br />

può già costituire un momento <strong>di</strong> arricchimento culturale, e<br />

molto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> un soggiorno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per il perfezionamento<br />

della lingua. La peculiarità dello scambio è nella base <strong>di</strong><br />

reciprocità, per cui si ospita un coetaneo, alunno della scuola<br />

partner, e si viene ospitati dalla sua famiglia. Ciò consente <strong>di</strong><br />

instaurare rapporti <strong>di</strong> amicizia, che possono svilupparsi e durare<br />

nel tempo, <strong>di</strong> fare esperienza <strong>di</strong>retta dello stile e delle abitu<strong>di</strong>ni<br />

<strong>di</strong> vita, <strong>di</strong> confrontarsi in modo imme<strong>di</strong>ato con un’altra cultura,<br />

e non da ultimo, <strong>di</strong> esercitare la lingua. Per molti ragazzi lo<br />

scambio rappresenta la prima vera occasione <strong>di</strong> soggiorno<br />

all’estero senza la famiglia e, parzialmente, senza persone <strong>di</strong><br />

riferimento intorno. Vi sono infatti momenti in cui i ragazzi<br />

svolgono attività a scuola o effettuano visite in gruppo,<br />

accompagnati dai loro insegnanti e altri nei quali sono in<br />

famiglia con i loro partner. L’esperienza ci insegna che,<br />

passato il primo momento <strong>di</strong> comprensibile ansia e<br />

preoccupazione, che coincide <strong>di</strong> solito con la sera dell’arrivo, la<br />

stragrande maggioranza dei ragazzi instaura ottimi rapporti con<br />

la famiglia ospitante e ovviamente con il partner. Ne sono<br />

prova i saluti interminabili e le immancabili lacrime al<br />

momento della partenza, quando, finito il soggiorno, arriva il<br />

1<br />

Circolare Ministeriale n. 358 del 23 Luglio 1996<br />

8


momento <strong>di</strong> tornare a casa. Gli autisti dei pullman ormai sanno<br />

che questa fase ritarda sempre <strong>di</strong> almeno mezz’ora la partenza.<br />

Per molti ragazzi che hanno aderito all’iniziativa con un certo<br />

timore iniziale, l’esperienza ha significato anche una piccola<br />

battaglia vinta con se stessi e un momento <strong>di</strong> crescita<br />

importante sulla strada dell’in<strong>di</strong>pendenza.<br />

Sicuramente è <strong>di</strong> aiuto il fatto che la lunga frequentazione fra<br />

gli insegnanti organizzatori delle due scuole, sfociata da tempo<br />

in vera amicizia, costituisce il presupposto <strong>di</strong> un’ottima<br />

collaborazione, che in<strong>di</strong>vidua subito i possibili problemi e, se<br />

si presentano, sa come risolverli. La reciprocità vale infatti<br />

anche per gli insegnanti accompagnatori che sono sempre ospiti<br />

a casa <strong>di</strong> colleghi della scuola partner. In questo modo si è<br />

creata nel tempo una koinè <strong>di</strong> “amici della Spezia” a <strong>Bayreuth</strong> e<br />

viceversa.<br />

Spesso ci siamo sentiti chiedere perché non trasformiamo lo<br />

scambio in un progetto europeo. Con tutto il rispetto per i<br />

progetti europei, che le due scuole comunque offrono e che<br />

ottengono sempre un grande successo, noi cre<strong>di</strong>amo che lo<br />

scambio debba mantenere le sue caratteristiche <strong>di</strong> flessibilità e<br />

<strong>di</strong> semplicità organizzativa. Per certi aspetti lo scambio va oltre<br />

i progetti europei, perché si basa su un rapporto <strong>di</strong> stima,<br />

collaborazione e amicizia fra due scuole che sanno <strong>di</strong> poter<br />

contare l’una sull’altra. E’ un po’ come avere una succursale, in<br />

Germania per noi, in Italia per loro. Con questo spirito<br />

accogliamo sempre con grande piacere gli alunni o gli exalunni<br />

<strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> che vengono a trovarci a scuola, quando<br />

sono <strong>di</strong> passaggio nella nostra città.<br />

L’ambizione più grande che nutriamo come insegnanti<br />

organizzatori è infatti proprio quella <strong>di</strong> far <strong>di</strong>ventare familiare e<br />

“normale” per i ragazzi l’idea <strong>di</strong> un soggiorno nella città<br />

gemellata, avendo la scuola come base.<br />

A questo punto mi sembra appropriato dare la parola a<br />

un’alunna che ha partecipato ad<strong>di</strong>rittura al primo scambio e<br />

inserire la lettera che il mio collega, il professor Polaczek ha<br />

ricevuto nel mese <strong>di</strong> settembre del 2006, proprio quando il<br />

9


gruppo della Spezia, da me accompagnato, era a <strong>Bayreuth</strong> e<br />

ricorreva il Ventennale dello scambio. Per ovvi motivi sono<br />

stati tolti i riferimenti alle persone <strong>di</strong> cui si parla nella lettera,<br />

ma colei che l’ ha scritta ha dato <strong>di</strong> buon grado il suo consenso<br />

alla pubblicazione.<br />

Salve signor Polaczek, 1<br />

Leimen, 15/09/2006<br />

sicuramente si chiederà chi è Clau<strong>di</strong>a H. Ma Lei mi conosce – spero proprio<br />

si ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> me – perché io sono stata Sua allieva nel primo corso <strong>di</strong> Italiano<br />

al RWG molti anni fa. Allora mi chiamavo Clau<strong>di</strong>a D 2 ., anche se per tutti io<br />

ero Lole. L’ultima volta che ci siamo visti è stato cinque anni fa,<br />

all’incontro organizzato per festeggiare i <strong>di</strong>eci anni dall’esame <strong>di</strong> maturità.<br />

Oggi Le scrivo perché vorrei raccontarLe dell’ incontro <strong>di</strong> quest’anno con<br />

la mia amica A.<br />

Quando noi nel 1987 fummo i primi ad aderire allo scambio con La Spezia,<br />

io ebbi A. D. come partner e con lei mi intesi subito bene. Entrambe<br />

partecipammo due volte allo scambio sempre nella stessa famiglia. Nel 1988<br />

feci visita con i miei genitori alla famiglia D. a La Spezia. Ho tuttora un<br />

vivo ricordo <strong>di</strong> una cena abbondantissima e <strong>di</strong>vertente: i nostri genitori si<br />

potevano capire solo a gesti, ma la cosa funzionò comunque a meraviglia.<br />

Nel 1993 andai a trovare i D. per l’ultima volta con il mio attuale marito. <strong>Da</strong><br />

allora A. ed io ci siamo tenute in contatto per lettera - naturalmente in<br />

Italiano! 3 Due settimane fa sono stata in vacanza con la mia famiglia nelle<br />

vicinanze della Spezia. Già in inverno avevo preannunciato ad A. questa mia<br />

intenzione. Entrambe eravamo molto felici all’idea <strong>di</strong> rivederci.<br />

Naturalmente eravamo anche molto curiose <strong>di</strong> conoscere l’una la famiglia<br />

dell’altra. Le mie figlie, sette e tre anni, hanno fatto esercizio <strong>di</strong> Italiano per<br />

tutto il mese <strong>di</strong> agosto, per poter parlare con la famiglia <strong>di</strong> A.<br />

A. è sposata come me ed ha anche lei due figlie, una <strong>di</strong> tre anni e una <strong>di</strong><br />

quattro mesi.<br />

1<br />

In Germania ci si rivolge agli insegnanti con l’appellativo Herr / Frau. Il<br />

titolo “professore” è riservato ai docenti universitari.<br />

2<br />

Secondo la Prima Riforma del Diritto <strong>di</strong> Famiglia del 1976, nella<br />

Repubblica Federale <strong>di</strong> Germania, i coniugi possono, al momento <strong>di</strong><br />

contrarre matrimonio, scegliere per la nuova famiglia, il nome <strong>di</strong> nascita del<br />

marito o quello della moglie. Tra<strong>di</strong>zionalmente si opta per il cognome del<br />

marito, che si impone anche nel caso che non venga effettuata alcuna scelta.<br />

Ne consegue che uno dei due cognomi scompare.<br />

3<br />

In Italiano nel testo.<br />

10


Quando siamo state l’una <strong>di</strong> fronte all’altra, ci è venuto spontaneo <strong>di</strong>re<br />

subito la stessa cosa: “Non sei cambiata per niente!” Chissà se Lei ci<br />

riconoscerebbe.<br />

Abbiamo trascorso due bei giorni insieme. Abbiamo parlato un misto <strong>di</strong><br />

Inglese e <strong>di</strong> Italiano (grazie a Lei il mio Italiano è ancora passabile!!) e ci<br />

siamo perse nei ricor<strong>di</strong> delle esperienze fatte presso la famiglia partner.<br />

Intanto i bambini giocavano insieme in spiaggia; per i bambini la lingua non<br />

è un problema!<br />

Il marito <strong>di</strong> A. è molto simpatico, entrambi ci hanno promesso che fra due<br />

anni verranno a trovarci.<br />

Caro signor Polaczek, io sono sempre un po’ orgogliosa del fatto che<br />

<strong>Bayreuth</strong> e La Spezia adesso siano ad<strong>di</strong>rittura due città gemellate, perché<br />

tutto ebbe inizio con Lei e con noi studenti come “cavie”. Per me<br />

personalmente è stato un grande arricchimento mantenere per tutto questo<br />

tempo un buon contatto con la mia partner A. La più grande delle mie figlie<br />

vuole assolutamente stu<strong>di</strong>are l’Italiano e trascorrere in Italia la prossima<br />

vacanza.<br />

Volevo proprio scriverLe queste cose per mostrarLe quanto è stato prezioso<br />

per me e sicuramente anche per molti altri alunni, il “Suo” scambio. Grazie<br />

<strong>di</strong> cuore!<br />

Nel frattempo sono <strong>di</strong>ventata anch’io, da quasi <strong>di</strong>eci anni, insegnante presso<br />

un <strong>Istituto</strong> Professionale. Al RWG sono stata sempre molto bene!<br />

Cari saluti, anche da parte <strong>di</strong> A.<br />

C.H.<br />

Per una <strong>di</strong> quelle singolari coincidenze che tanto appassionano<br />

il mio collega, il professor Polaczek, e alle quali egli<br />

attribuisce un significato profondo, questa lettera è arrivata al<br />

Richard-Wagner-Gymnasium proprio nella settimana del<br />

soggiorno a <strong>Bayreuth</strong> del gruppo <strong>di</strong> alunni e docenti spezzini e<br />

proprio nell’anno in cui si celebravano i venti anni del<br />

gemellaggio delle due scuole.<br />

Credo che non vi potesse essere una testimonianza più <strong>di</strong>retta e<br />

più significativa del ruolo dello scambio e della sua importanza<br />

culturale ed umana per i giovani che vi partecipano.<br />

Alla lettera sono allegate due fotografie. L’una mostra due<br />

giovani donne sorridenti, due visi aperti dall’espressione<br />

simpatica e sincera; l’altra ritrae le due famiglie al ritorno<br />

11


dalla spiaggia: sembrano amici che si frequentano<br />

quoti<strong>di</strong>anamente, persone “dello stesso stampo”.<br />

Non capita sempre, ma a volte si verifica il miracolo: i due<br />

partner <strong>di</strong> scambio si “riconoscono”come in<strong>di</strong>vidui in perfetta<br />

sintonia e danno il via ad un’amicizia che resiste nel tempo e<br />

che si trasmette ai figli. In questi casi la Babele delle lingue,<br />

anziché essere un ostacolo, <strong>di</strong>venta una simpatica sfida ed uno<br />

stimolo allo stu<strong>di</strong>o e al confronto. Infine una considerazione: le<br />

due giovani donne hanno avuto un percorso <strong>di</strong> vita simile, che<br />

testimonia la con<strong>di</strong>visione degli stessi valori e l’esistenza <strong>di</strong><br />

una civiltà europea comune fatta <strong>di</strong> ideali e <strong>di</strong> aspirazioni.<br />

Mettere in contatto i giovani significa anche prendere<br />

coscienza <strong>di</strong> quanto ci unisce e scoprire che l’Europa dei<br />

citta<strong>di</strong>ni esiste già.<br />

<strong>Bayreuth</strong>: La-Spezia-Platz<br />

12


Breve storia dello scambio<br />

Lo scambio fra l’ex-ITCS “A. <strong>Fossati</strong>” (attuale ISS “A. <strong>Fossati</strong><br />

– M. <strong>Da</strong> <strong>Passano</strong>”) e il Liceo “Richard Wagner” <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong><br />

esiste da oltre vent’anni.<br />

I primi contatti fra le due scuole avvennero nel 1986, quando<br />

l’allora Preside del RWG, Ottmar Salzl ed il professor Detlev<br />

Polaczek, insegnante <strong>di</strong> italiano presso lo stesso Liceo, vennero<br />

in visita a La Spezia, all’ITCS “Agostino <strong>Fossati</strong>”, scuola in<br />

cui già in quegli anni era ben ra<strong>di</strong>cato l’insegnamento della<br />

lingua tedesca, e presentarono la proposta <strong>di</strong> gemellaggio alla<br />

Preside Maria Pia Pasquali.<br />

L’iniziativa trovò il pieno consenso dei docenti, delle famiglie<br />

e degli alunni e si effettuò subito il primo scambio, che<br />

coinvolse le classi del corso Periti Aziendali e Corrispondenti<br />

in Lingue Estere.<br />

A partire dal 1992 l’iniziativa si è estesa al Corso Sperimentale<br />

dell’<strong>Istituto</strong> ed attualmente coinvolge soprattutto le classi<br />

dell’In<strong>di</strong>rizzo Linguistico Letterario Moderno.<br />

Nell’anno 1997 si festeggiò il decennale che vide in visita alla<br />

Spezia un gruppo <strong>di</strong> circa venti insegnanti del Liceo “Richard<br />

Wagner” accompagnati dall’allora Preside Rainer Baumgärtel.<br />

Nel 2006 si è festeggiato il ventennale dello scambio con<br />

<strong>di</strong>verse celebrazioni fra cui una mostra <strong>di</strong> fotografie della<br />

Spezia fatte dagli studenti del <strong>Fossati</strong> ed esposte, in aprile, al<br />

Centro Allende e, in settembre, all’Altes Schloss <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>.<br />

In questa occasione un gruppo <strong>di</strong> docenti del <strong>Fossati</strong>, insieme<br />

alla Preside, Rita Chelli, è stato ospite a <strong>Bayreuth</strong>.<br />

13


II – <strong>Impressioni</strong> dallo scambio 2008<br />

Andare in Germania<br />

<strong>di</strong> Rossella Capozzo<br />

Insegnante <strong>di</strong> sostegno presso l’ISS “<strong>Fossati</strong>-<strong>Da</strong> <strong>Passano</strong>”,<br />

laureata in tedesco, ha abitato per alcuni anni in Germania<br />

con la famiglia. Ha accompagnato il gruppo <strong>di</strong> studenti<br />

spezzini a <strong>Bayreuth</strong> a settembre 2008, insieme alla<br />

professoressa Melosci.<br />

Andare in Germania – ormai lo so – è come andare a sud<br />

dell’equatore, nel continente nero: prima o poi, <strong>di</strong> ritorno a<br />

casa, ti assale il “mal d’Africa”.E’ una sensazione strana, <strong>di</strong><br />

ebbrezza ed eccitazione mista a malinconia per ciò che è stato,<br />

per “come” è stato e non sarà più. E’ un malessere che ha<br />

contorni precisi, colori, profumi, odori che solo la lingua<br />

tedesca può esprimere con quel suo “Sehnsucht” 4 <strong>di</strong> matrice<br />

squisitamente romantica, seguito da quel “nach” che lo rende<br />

ancora più struggente. Ebbene sì, la Germania è per me,<br />

italiana, quello che il mio paese non sa darmi perché <strong>di</strong>verso,<br />

opposto, lontano. Forse piace e affascina proprio perché “altro”,<br />

collocabile in una <strong>di</strong>mensione che non è la vita reale, quella che<br />

rende ogni luogo uguale all’altro sotto qualsiasi latitu<strong>di</strong>ne.<br />

Incanta perché ospite gra<strong>di</strong>ta del cuore, evocata dalle favole<br />

raccontate dalla mamma, dalle vicende storiche vicine e lontane<br />

che mai devono smettere <strong>di</strong> insegnarci qualcosa, dalla caduta <strong>di</strong><br />

un muro che ha concluso una fase ma che – a mo’ <strong>di</strong> scossone –<br />

a noi europei deve aprire gli occhi su un futuro imminente che i<br />

nostri figli, i nostri studenti si apprestano ad affrontare.<br />

4<br />

Sehnsucht è parola romantica per eccellenza e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile traduzione ; è<br />

tradotta normalmente con il termine italiano nostalgia, ma il significato del<br />

verbo sehnen, anelare, è più proiettato verso il futuro, un anelito verso<br />

l’infinito.<br />

14


Ed ecco Gjergj che – a conclusione del viaggio – <strong>di</strong>ce<br />

sod<strong>di</strong>sfatto: “Voglio imparare bene il tedesco perché appena<br />

finisco la scuola voglio andare lì a lavorare”.<br />

O Simona, che considera l’esperienza dello scambio come un<br />

momento <strong>di</strong> crescita personale che non può apprendere sui libri.<br />

Zelinda riferisce <strong>di</strong> “ambiente pulito ed or<strong>di</strong>nato”, cogliendo<br />

l’occasione per riflettere sul nostro.<br />

Anche Anna Lea opera – inevitabilmente – un confronto<br />

prendendo come spunto piazza <strong>Bayreuth</strong> a La Spezia e la<br />

corrispettiva tedesca nella città francone.<br />

Andrea si ferma sul piccolo, sul più vicino alle sue esperienze<br />

<strong>di</strong> studentessa e <strong>di</strong>ce con un’ammirazione piena <strong>di</strong> meraviglia<br />

che nel liceo Richard Wagner “…le pareti della scuola sono<br />

colorate!<br />

Con Nathan il viaggio è un “ponte” per ritrovare le sue ra<strong>di</strong>ci<br />

“nor<strong>di</strong>che” a casa dei compagni tedeschi, è lo strumento per<br />

farlo sentire in famiglia, come accolto sotto un grande mantello<br />

che abbraccia tutti i paesi dell’Europa.<br />

Non sarà mica quello stesso mantello, lo “Sternmantel”, che io<br />

e la professoressa Melosci, accomunate con sorpresa dalle<br />

stesse origini dei nostri nonni, abbiamo scoperto unire l’Italia<br />

meri<strong>di</strong>onale alla Germania? Un tempo –nel Me<strong>di</strong>oevo – lo<br />

“Sternmantel”, prezioso manufatto oggi conservato nel museo<br />

Diocesano <strong>di</strong> Bamberga , fu portato in dono da Melo 5 da Bari<br />

ad Enrico II <strong>di</strong> Sassonia. Con i suoi simboli celesti e i segni<br />

dello zo<strong>di</strong>aco il meraviglioso drappo <strong>di</strong> seta viola-azzurro<br />

doveva posarsi sulle spalle dell’imperatore per legittimarne la<br />

funzione e assicurarne la protezione. Oggi, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tanti<br />

secoli, quel mantello continua ad abbracciare l’Italia e la<br />

Germania, ad auspicarne ancora affetto e collaborazione, a<br />

propiziare fruttuose fusioni tra spiriti me<strong>di</strong>terranei e anime<br />

tedesche. Ed io – rubando una riflessione ad Ilaria sulla<br />

5<br />

Nobile longobardo del secolo XI che guidò una rivolta contro l’esoso<br />

dominio bizantino in Puglia. Sconfitto due volte, entrambe le volte si rifugiò<br />

in Germania, ove cercò invano <strong>di</strong> indurre l’imperatore Enrico II a scendere<br />

in Italia. Morì a Bamberga.<br />

15


definizione che Richard Wagner <strong>di</strong>ede alla Villa Wahnfried –<br />

continuerò a vedere la Germania come il luogo “dove le mie<br />

illusioni trovano pace”.<br />

<strong>Bayreuth</strong>, la Maximilianstraße<br />

16


Italia e Germania<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Rossella ritrova a <strong>Bayreuth</strong> l’atmosfera tedesca che qui in Italia<br />

le manca e conclude definendo fruttuosa la fusione fra le due<br />

culture. Lei ha avuto l’occasione <strong>di</strong> conoscere da vicino la<br />

Germania e l’ha trovata affascinante.<br />

Sul rapporto fra Italia e Germania sono stati scritti volumi e<br />

non potrei aggiungere nulla <strong>di</strong> originale, né vorrei uscire<br />

dall’ambito della pubblicazione. Tuttavia il tema non è affatto<br />

accademico e <strong>di</strong>venta imme<strong>di</strong>atamente esperienza vissuta per<br />

qualunque nostro connazionale che si confronti con la<br />

Germania, trascorrendovi un periodo <strong>di</strong> tempo anche breve.<br />

La Germania è piena <strong>di</strong> estimatori dell’Italia. Sono persone che<br />

conoscono la storia, l’arte e la cultura italiane molto meglio <strong>di</strong><br />

tanti nostri concitta<strong>di</strong>ni. Con la meticolosità - concedetemelo! -<br />

dei tedeschi hanno imparato la lingua e non perdono occasione<br />

per fare una “ puntatina” in Italia.<br />

Considerano il carattere degli abitanti, così “temperamentvoll”<br />

e spontanei ai loro occhi, complementare al carattere tedesco,<br />

più chiuso e inibito. Del Paese ufficiale non capiscono tanti<br />

meccanismi, ma guardano con una certa ammirazione a quella<br />

che ritengono una dote antica <strong>di</strong> vivere con leggerezza,<br />

facendosi strada in mezzo al caos.<br />

<strong>Bayreuth</strong> non fa eccezione. Anche qui ho conosciuto gli<br />

innamorati dell’ Italia, che sono così entusiasti da riuscire a<br />

contagiare anche noi e a ricordarci che viviamo in un Paese<br />

bellissimo, <strong>di</strong> cui però essi stessi conoscono bene anche i lati<br />

negativi.<br />

La conoscenza dell’Italia in Germania, anche in riferimento<br />

all’attualità, è decisamente superiore a quella che si ha in Italia<br />

della Germania, almeno fra le persone <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a cultura. E’<br />

facile ipotizzare a cosa ciò sia dovuto. In parte <strong>di</strong>pende dal fatto<br />

17


che sono molti <strong>di</strong> più i tedeschi che vengono in Italia per<br />

turismo, rispetto agli italiani che scelgono la Germania per la<br />

stessa ragione, in parte dalla già menzionata meticolosità dei<br />

tedeschi, che fa sì che essi si informino dei fatti del mondo<br />

basandosi su dati oggettivi. E’ un classico sentirsi fare domande<br />

a cui noi italiani, sempre un po’ più approssimativi, non<br />

sappiamo rispondere. Quanti <strong>di</strong> noi saprebbero <strong>di</strong>re subito qual<br />

è la temperatura me<strong>di</strong>a dell’acqua del nostro mare d’agosto?<br />

E’ solo un esempio.<br />

A <strong>Bayreuth</strong> vivono e lavorano italiani come del resto in tutta la<br />

Germania, anche se l’impressione è che qui siano in<br />

proporzione in numero minore. Essi sono presenti soprattutto<br />

nei settori della ristorazione; gestiscono caffè, ristoranti e<br />

pizzerie. Si tratta per lo più <strong>di</strong> famiglie emigrate dal Sud e<br />

arrivate ormai alla seconda, se non alla terza generazione. I<br />

proprietari delle gelaterie invece sono quasi sempre <strong>di</strong> origine<br />

veneta. I figli <strong>di</strong> questi nostri connazionali si sentono tedeschi e<br />

vedono l’Italia come il Paese delle vacanze estive, ma un posto<br />

dove non potrebbero mai vivere stabilmente, “ perché non c’è<br />

lavoro”, come mi ha detto, con l’aria <strong>di</strong> compatirci, uno <strong>di</strong><br />

questi ragazzi con cui ho scambiato due chiacchiere in una<br />

gelateria. Sembrano meno generosi loro, nei confronti del<br />

Paese dei loro genitori, degli altri amanti dell’Italia <strong>di</strong> cui<br />

parlavo prima. E’ un amore tenace che passa sopra a tanti<br />

<strong>di</strong>fetti o perché li conosce, ma li inserisce in una visione<br />

idealizzata - come spesso avviene quando si lascia l’anima in<br />

un posto - o perché non li trova tutti così terribili, come il mio<br />

collega che ha l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> suonare il clacson per annunciare<br />

il suo arrivo, “come si fa in Italia”. In questo silenzio è una<br />

nota originale che si può perdonare.<br />

18


Un’esperienza da ripetere<br />

<strong>di</strong> Anastasia Isolabella 2^ L Economico Aziendale<br />

<strong>Da</strong> oltre vent’anni la mia scuola è gemellata con il Liceo<br />

“Richard Wagner” e da <strong>di</strong>eci anni la mia città ha gli stessi<br />

legami con <strong>Bayreuth</strong>.<br />

L’anno scorso sono stata informata <strong>di</strong> uno scambio culturale<br />

con la Germania e ho pensato subito <strong>di</strong> parteciparvi per<br />

numerosi motivi: il desiderio <strong>di</strong> conoscere gente e posti nuovi,<br />

imparare <strong>di</strong>versi stili <strong>di</strong> vita e ovviamente il desiderio <strong>di</strong><br />

viaggiare.<br />

A marzo sono arrivati i nostri corrispondenti e io ho avuto<br />

modo così <strong>di</strong> incontrare la ragazza con cui avevo avuto una<br />

conoscenza solo epistolare. Si chiama Sarah, è alta, è bionda, è<br />

molto simpatica e parla abbastanza bene l’italiano, <strong>di</strong> sicuro<br />

meglio <strong>di</strong> me che ancora fatico a parlare il tedesco.<br />

Poi ovviamente è toccato a me andare in Germania. Non è la<br />

prima volta che partecipo ad uno scambio, ho infatti già avuto<br />

l’occasione <strong>di</strong> andare in Francia quando frequentavo la scuola<br />

me<strong>di</strong>a e anche in quella occasione ho fatto una bella esperienza.<br />

All’inizio è stato <strong>di</strong>fficile cercare <strong>di</strong> comunicare con la famiglia<br />

che mi ospitava, ma poi ho trovato il modo <strong>di</strong> farmi capire. Ciò<br />

che ho notato in particolar modo nei tedeschi è che sono tutti<br />

mattinieri. La mamma della corrispondente <strong>di</strong> una mia amica,<br />

per esempio, alle sei del mattino era già in pie<strong>di</strong>, vestita, con<br />

focaccia e giornale in mano, pronta ad andare al lavoro. Ho<br />

notato che le famiglie vivono in abitazioni con gran<strong>di</strong> spazi,<br />

arredati con pochi mobili <strong>di</strong> gusto minimalista. Poi da quello<br />

che ho sentito <strong>di</strong>re, molti vivono in case <strong>di</strong>sposte su più piani.<br />

Un’altra informazione che mi è stata fornita e che ho notato<br />

essere vera è che tutti amano molto la pulizia, non solo per<br />

quanto riguarda i luoghi privati, ma anche pubblici. Ho visto<br />

strade senza carte per terra, or<strong>di</strong>nate e decorose e ho notato<br />

anche quanta attenzione gli abitanti rivolgono all’ambiente e<br />

allo smaltimento dei rifiuti, a questo proposito nei supermercati<br />

ho osservato compattatori per le bottiglie <strong>di</strong> plastica. Per quanto<br />

19


iguarda le bevande è certo che amano molto la birra: in molti<br />

locali ho notato persone intente a gustare boccali colmi <strong>di</strong><br />

questa bibita.<br />

Una delle qualità e delle abitu<strong>di</strong>ni dei tedeschi è senza dubbio<br />

l’essere ottimi camminatori: quando sono venuti a trovarci i<br />

nostri corrispondenti hanno percorso un lungo sentiero delle<br />

Cinque Terre in due ore senza mai fermarsi.<br />

Anche la mia corrispondente, che abita un po’ai margini della<br />

città, va ogni tanto con sua mamma a fare passeggiate;<br />

unendomi a loro ho avuto modo anch’io <strong>di</strong> conoscere quella<br />

zona confinante con la campagna. Trovo <strong>Bayreuth</strong> proprio una<br />

bella città, c’è l’aria pulita, c’è un bel centro storico, ci sono<br />

gran<strong>di</strong> magazzini e tipici chioschi dove è piacevole fermarsi a<br />

gustare salsicce, le famose Würste e patatine fritte che sono la<br />

mia passione.<br />

Il centro commerciale “Rotmain Center” è a <strong>di</strong>r poco enorme, si<br />

può comprare <strong>di</strong> tutto, è un vero <strong>di</strong>vertimento. Di sicuro però<br />

ciò che mi ha stupito <strong>di</strong> più sono i prezzi: in certi negozi si<br />

possono acquistare capi <strong>di</strong> abbigliamento, anche <strong>di</strong> note<br />

marche, a prezzi veramente vantaggiosi, la stessa cosa vale per<br />

i prodotti <strong>di</strong> profumeria. Quando sono andata con la mia<br />

corrispondente al supermercato sono riuscita a riempire il<br />

carrello spendendo una cifra decisamente contenuta.<br />

È stata in conclusione un’esperienza magnifica che quest’anno<br />

ho intenzione <strong>di</strong> ripetere, per rivedere <strong>Bayreuth</strong> e la mia<br />

corrispondente e anche per fare nuove amicizie.<br />

L’ultima osservazione <strong>di</strong> Anastasia si riferisce ad una<br />

situazione abbastanza recente e fino a qualche anno fa<br />

impensabile per noi “vecchi” frequentatori della Germania. Si<br />

tratta della rapida inversione della convenienza economica<br />

negli acquisti che, fino all’introduzione dell’Euro era a favore<br />

dell’Italia e imme<strong>di</strong>atamente dopo si è sbilanciata a favore<br />

della Germania. Questo i più giovani non lo possono<br />

ricordare; loro verificano però il fatto che i prezzi siano<br />

me<strong>di</strong>amente più bassi che da noi e spesso non <strong>di</strong> poco. E così<br />

20


dal settembre 2002 i ragazzi comprano a <strong>Bayreuth</strong><br />

abbigliamento, CD, cosmetici ecc. Nello stesso anno ricordo <strong>di</strong><br />

aver sentito le reazioni “scandalizzate” dei colleghi che erano<br />

stati in Italia per le vacanze estive e avevano riscontrato un<br />

vertiginoso aumento dei prezzi, quasi un raddoppio. Nel<br />

frattempo ho sentito lamentare anche in Germania rincari dei<br />

prezzi, ma la misura è decisamente inferiore alla nostra.<br />

Il Rotmain Center<br />

21


Una settimana da favola<br />

<strong>di</strong> Gjerji Marku 3^ C Informatico<br />

C’erano tutti, mancavo solo io. Ero in ritardo, come sempre<br />

d’altronde, ma c’era un motivo per questo, perché era troppo<br />

presto per alzarmi e arrivare in orario.<br />

I posti migliori li avevano occupati e così mi è toccato stare nei<br />

posti peggiori. Dopo qualche ora <strong>di</strong> bella dormita su dei se<strong>di</strong>li<br />

che non erano un granché, è cominciato il <strong>di</strong>vertimento. Il<br />

viaggio <strong>di</strong> andata è stato bello, anzi bellissimo. Una volta<br />

arrivati a <strong>Bayreuth</strong>, siamo scesi dal pullman e abbiamo preso le<br />

nostre valige; tutti i tedeschi e le tedesche erano lì ad aspettarci,<br />

mancava solo uno: il mio “gemellato”. Già da questo ho capito<br />

che avevano trovato il ragazzo che era quasi uguale a me, anche<br />

nei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> fare, perché anche lui, come me, era in ritardo e<br />

quin<strong>di</strong> un abbinamento perfetto. Dopo qualche minuto <strong>di</strong> attesa<br />

è arrivato anche Joseph. Siamo andati a casa e che casa!!!<br />

Siccome era ancora presto, siamo usciti e abbiamo visitato il<br />

centro <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>. Arrivato <strong>di</strong> nuovo a casa, mi sono fatto una<br />

bella doccia e sono sceso <strong>di</strong> sotto per conoscere i suoi genitori.<br />

Abbiamo parlato tanto e ci siamo conosciuti, poi tutti loro sono<br />

andati a dormire. Anch’io ci sono andato perché ero stanco,<br />

nonostante fossero solo le <strong>di</strong>eci e mezzo. Appena a letto mi<br />

sono addormentato. La mattina dopo erano appena le 6.30<br />

circa, quando sento una voce: “Hey Gjergj stand up, schnell.”<br />

Guardai l’ora e vi<strong>di</strong> che era troppo presto; allora gli chiesi come<br />

mai e lui rispose che dovevamo andare a scuola. Quando fui<br />

pronto e scesi, erano circa le 7.15; tutti facevano colazione, ma<br />

<strong>di</strong> quelle PESANTI. Io non la feci.<br />

Stavamo per uscire, quando mi chiese se volevo un paio <strong>di</strong><br />

guanti, perché andavamo in bici, ma io non li presi. Arrivato a<br />

scuola, dove era il punto <strong>di</strong> incontro, ero quasi <strong>di</strong>ventato un<br />

pinguino: il termometro segnava 3°C. La scuola da fuori era<br />

bella perché era tutta in or<strong>di</strong>ne, aveva un giar<strong>di</strong>no pulito e con<br />

begli alberi e aveva anche un parcheggio con la tettoia dove gli<br />

studenti potevano mettere le loro bici e i motorini. Entrai dentro<br />

22


- meno male che avevano acceso i termosifoni!- e mi riscaldai.<br />

La scuola era davvero enorme, aveva tanti piani ed era anche<br />

molto lunga. Dentro era tutto pulito e in or<strong>di</strong>ne e c’erano<br />

moltissime belle ragazze. In tutto l’e<strong>di</strong>ficio c’era tanto silenzio;<br />

quando parlavo io, che ho un po’ la voce alta, si sentiva<br />

dall’altra parte dell’e<strong>di</strong>ficio. Guardavo le aule: erano<br />

spettacolari, perché non sembrava <strong>di</strong> andare a scuola ma nel tuo<br />

ufficio. Le se<strong>di</strong>e erano como<strong>di</strong>ssime e rilassanti, mentre la<br />

lavagna era una favola: sembrava in 3D, mamma era troppo<br />

bello! Dopo la visita alla scuola, siamo andati in giro per la<br />

città. Il giorno dopo siamo andati a Norimberga ed era troppo<br />

bello. Ho passato una settimana da favola; secondo me una<br />

settimana è troppo poco. Ci dovremmo stare almeno due.<br />

Arrivati a Spezia, sono stato per due giorni in maniche corte,<br />

perché mi ero ormai abituato al freddo e a Spezia faceva caldo.<br />

Il racconto <strong>di</strong> Gjerji, che ho dovuto a più riprese sollecitare, fa<br />

trapelare tutto l’entusiasmo con cui lui ha affrontato<br />

l’avventura tedesca e l’ammirazione per gli aspetti insoliti con<br />

cui si è confrontato. Anche se lo conosco da pochi mesi,<br />

avendolo come alunno solo da quest’anno, non ho dubbi che<br />

Gjerji abbia sfruttato al meglio le potenzialità dello scambio<br />

sotto il profilo dei rapporti umani, dell’arricchimento culturale<br />

in senso lato e del perfezionamento linguistico. Il suo carattere<br />

aperto, l’indole curiosa e l’atteggiamento sicuro, ma senza<br />

presunzione , piuttosto con il naturale equilibrio <strong>di</strong> chi conosce<br />

bene se stesso e i propri obiettivi, ne fanno un buon viaggiatore<br />

e un interessante esempio <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no d’Europa. “A Spezia<br />

faceva caldo”in confronto a <strong>Bayreuth</strong>, ma lui in una settimana<br />

si era abituato al clima più rigido, che non gli ha impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong><br />

godere <strong>di</strong> tutte le cose”da favola”che ha visto e che lo<br />

spingono a imparare meglio il tedesco, perché Spezia sì va<br />

bene, è una tappa importante della sua vita, ma domani<br />

chissà….<br />

23


Un’ esperienza singolare<br />

<strong>di</strong> Simona Mano 3^ B Linguistico Letterario<br />

La nostra scuola organizza attività <strong>di</strong> scambio culturale con il<br />

Richard-Wagner-Gymnasium da parecchi anni: questo non<br />

solo per fornirci un’occasione <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento della lingua,<br />

ma anche per mantenere viva una sorta <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione che la<br />

scuola può vantare. E’ la prima volta che prendo parte ad uno<br />

scambio e devo <strong>di</strong>re che ho vissuto un’esperienza singolare.<br />

Ospitare un/una ragazzo/a proveniente da un altro paese non è<br />

per niente facile. Devi sempre farlo/a sentire a suo agio, hai<br />

sempre paura <strong>di</strong> proporre qualcosa che a lui/lei non va e che<br />

abbia nostalgia <strong>di</strong> casa. Non solo non è facile per la persona che<br />

ospita, ma anche per chi è ospitato: il confronto con un<br />

ambiente <strong>di</strong>verso, una lingua <strong>di</strong>versa è piuttosto <strong>di</strong>fficile. Ho<br />

ospitato la mia partner in primavera ed aveva una mezza idea <strong>di</strong><br />

lasciare la scuola. Quando è tornata in Germania abbiamo<br />

continuato a sentirci e in estate, quando io sono andata a<br />

<strong>Bayreuth</strong> all’Europäisches Treffen 6 mi ha raccontato che<br />

effettivamente aveva lasciato la scuola, ma, al tempo stesso,<br />

aveva chiesto alla sua insegnante se poteva ospitarmi<br />

ugualmente. Così è stato. Ritengo quin<strong>di</strong> quest’esperienza<br />

un’importante forma <strong>di</strong> crescita personale, che apre ai ragazzi<br />

nuove consapevolezze: quello che i libri ci insegnano non sarà<br />

mai come vivere una realtà in modo <strong>di</strong>retto. Tra<strong>di</strong>zioni,<br />

abitu<strong>di</strong>ni e usanze possono essere apprezzate e apprese<br />

veramente solo nel luogo in cui esse sono nate e sono<br />

mantenute vive.<br />

6<br />

Incontro internazionale <strong>di</strong> giovani delle città gemellate che si svolge in<br />

estate a <strong>Bayreuth</strong>.<br />

24


Peccato tornare già a casa…<br />

<strong>di</strong> Alice Arena 4^A Linguistico Letterario<br />

Durante le vacanze estive mi hanno proposto <strong>di</strong> partecipare <strong>di</strong><br />

nuovo allo scambio con <strong>Bayreuth</strong>, dato che c’erano alcuni posti<br />

liberi. Ho accettato senza esitazioni. Il 22 settembre il gruppo,<br />

formato da ragazzi <strong>di</strong> seconda, <strong>di</strong> terza e <strong>di</strong> quarta e da tre<br />

professori come accompagnatori, è partito in pullman alla volta<br />

<strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>. Le do<strong>di</strong>ci ore del viaggio sono passate fra le<br />

chiacchiere, due film e qualche dormita. Quando siamo arrivati<br />

a destinazione eravamo sì stanchi, ma anche carichi <strong>di</strong><br />

adrenalina per la nuova “avventura”. Ad aspettarci nel grande<br />

parcheggio oltre ai nostri partner e ai loro genitori abbiamo<br />

trovato anche il freddo, da cui però ci avevano messo in<br />

guar<strong>di</strong>a. Con un po’ <strong>di</strong> timidezza e <strong>di</strong> ansia tutti quanti ci siamo<br />

avviati alle macchine per andare nelle rispettive case. Per<br />

quanto mi riguarda è andato tutto benissimo. Il giorno<br />

successivo ci siamo ritrovati tutti a scuola e, dopo le<br />

presentazioni e i saluti <strong>di</strong> rito, siamo andati in centro città con il<br />

signor Polaczek e Thomas, un ex-studente della scuola che ci<br />

faceva da guida. Siccome io ed alcune mie amiche avevamo già<br />

visto tutto l’anno precedente, abbiamo aspettato con<br />

impazienza che l’interessante visita finisse, per dare un salutino<br />

ai negozi della città. Il pomeriggio l’abbiamo passato con i<br />

nostri partner che hanno organizzato una breve uscita in città.<br />

Nei giorni seguenti abbiamo visto tanti bei posti; in particolare<br />

ricordo Kulmbach, dove Martina ed io abbiamo fatto<br />

conoscenza con due ragazzi tedeschi, che oltre ad averci aiutato<br />

a portare i barilotti <strong>di</strong> birra che avevamo comprato per casa, ci<br />

hanno fatto un po’ da guida nella citta<strong>di</strong>na. Abbiamo visitato<br />

Bamberg, che ha un quartiere che si affaccia su un corso<br />

d’acqua e che perciò chiamano Klein Vene<strong>di</strong>g, ovvero Piccola<br />

Venezia, anche se, secondo me, <strong>di</strong> Venezia ha ben poco. Ma la<br />

gita che ricordo con maggior piacere è quella a Monaco,<br />

all’Oktoberfest, dove sono andata con la mia partner e dove mi<br />

sono <strong>di</strong>vertita tantissimo. Nella settimana trascorsa lassù ho<br />

25


incontrato anche la famiglia che mi aveva ospitata la prima<br />

volta ed è stata una bellissima sorpresa. L’unica cosa che per<br />

me è stata fasti<strong>di</strong>osa, anche se <strong>di</strong> poco conto, è stato il pranzo al<br />

ristorante cinese; per il cibo naturalmente! Il periodo <strong>di</strong><br />

“vacanza-stu<strong>di</strong>o” è passato troppo in fretta e il viaggio, che<br />

all’andata sembrava veloce, al ritorno è stato lungo perché a<br />

casa non volevamo tornare.<br />

Io avevo già fatto questa esperienza, ma l’emozione, l’insieme<br />

<strong>di</strong> sentimenti che si provano fanno sempre il solito effetto<br />

entusiasmante: sono i bellissimi paesaggi che forse affascinano<br />

perché così <strong>di</strong>versi dai nostri, è la cultura in genere che si<br />

respira in città, sono le stupende e solari persone che si<br />

conoscono che riescono a metterti a tuo agio, anche quando la<br />

comunicazione <strong>di</strong>venta un problema.<br />

Kulmbach : la Plassenburg<br />

26


La città e lo scambio<br />

<strong>di</strong> Elena Melosci<br />

Docente <strong>di</strong> Tedesco presso l’ISS “A. <strong>Fossati</strong> – M. <strong>Da</strong> <strong>Passano</strong>”<br />

e curatrice <strong>di</strong> numerosi scambi con il RWG <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>.<br />

<strong>Bayreuth</strong> è una città che realmente impressiona chi la<br />

raggiunga dall'Italia, perché è collocata in un mare <strong>di</strong> verde ed<br />

essa stessa si propone come un luogo or<strong>di</strong>nato, curato, ricco <strong>di</strong><br />

angoli suggestivi e <strong>di</strong> pace. Lo stesso clima, a tratti assai più<br />

rigido del nostro, sembra accompagnare la solennità <strong>di</strong> alcuni<br />

angoli e degli e<strong>di</strong>fici del centro. E' soprattutto il silenzio<br />

prevalente delle strade del centro, la frequente presenza<br />

dell'acqua in molti angoli, la cura complessiva de<strong>di</strong>cata ad<br />

aiuole e giar<strong>di</strong>ni, che creano una magia complessiva, avvertita<br />

da tutti noi che frequentiamo <strong>Bayreuth</strong> regolarmente. Gli allievi<br />

restano sempre impressionati da questo or<strong>di</strong>ne che li sovrasta<br />

e forse da un latente senso <strong>di</strong> tranquillità , probabilmente<br />

trasmesso anche da fattori atmosferici, come la luce lattea del<br />

nord, <strong>di</strong>versa dal nostro sole brillante e forte, che viceversa<br />

mette a dura prova gli allievi tedeschi in visita da noi, sempre<br />

preoccupati per il rischio <strong>di</strong> insolazioni e scottature.<br />

Il centro città, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni simili a quelle del nostro centro,<br />

ha una ampia zona pedonale e un centro commerciale che fa la<br />

felicità dei ragazzi. Mentre La Spezia, come qualsiasi città<br />

italiana racchiude in sé opere <strong>di</strong> varie epoche molto <strong>di</strong>stanti tra<br />

loro, a <strong>Bayreuth</strong> si apprezzano soprattutto monumenti ed e<strong>di</strong>fici<br />

settecenteschi, che rimandano all'epoca d'oro della città,<br />

rivitalizzata e destinata alla fama dalla presenza nel suo<br />

territorio della principessa prussiana Wilhelmine, moglie del<br />

Principe Federico <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>, appassionata <strong>di</strong> arte, letteratura,<br />

filosofia e musica, al punto da conversare abitualmente con<br />

Voltaire , scrivere ella stessa e creare composizioni musicali.<br />

La grazia e il gusto della Margravia Wilhelmine aleggiano<br />

ancora <strong>di</strong>ffusamente in città , a ricreare una magia del luogo,<br />

che nasce proprio grazie a questo insieme <strong>di</strong> componenti<br />

27


musicali, architettoniche e <strong>di</strong> ambiente, in un equilibrio<br />

saggiamente conservato nel tempo dall'amministrazione locale.<br />

L'ambiente naturale e la sua componente culturale determinano<br />

un clima interessante e certamente volto al mantenimento delle<br />

tra<strong>di</strong>zioni : la <strong>di</strong>ffusione della cultura musicale, la possibilità <strong>di</strong><br />

partecipare a eventi in occasione <strong>di</strong> ogni visita , la presenza <strong>di</strong><br />

moltissimi musicisti nella scuola o tra quanti le sono vicini fa<br />

percepire al visitatore una integrazione della vita musicale<br />

nella <strong>di</strong>mensione citta<strong>di</strong>na. Tutto ciò si aggiunge ai ben noti<br />

appuntamenti estivi a ricordo dell'opera <strong>di</strong> Richard Wagner,<br />

l'altro grande protagonista della fama <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> nel mondo.<br />

La visita alla residenza Villa Wahnfried, la possibilità <strong>di</strong><br />

osservare una villa <strong>di</strong> fine Ottocento e <strong>di</strong> ammirarne alcuni<br />

arre<strong>di</strong>, nonché le scenografie in miniatura <strong>di</strong> svariate opere,<br />

l'occasione <strong>di</strong> ascoltare brani musicali in quello che fu il salotto<br />

<strong>di</strong> casa, guardando nel giar<strong>di</strong>no che ospitò Wagner, rappresenta<br />

comunque un'opportunità culturale <strong>di</strong> alto profilo offerta ai<br />

giovani e a ogni visitatore.<br />

Altrettanto <strong>di</strong>casi per i numerosi musei citta<strong>di</strong>ni, <strong>di</strong> piccole o<br />

gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, che offrono tutti la possibilità <strong>di</strong> immergersi<br />

in quella che fu la <strong>Bayreuth</strong> <strong>di</strong> un tempo, ricordandone i<br />

protagonisti, Franz Liszt o Jean Paul.<br />

Molto vivace è anche la <strong>di</strong>mensione delle feste conta<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong><br />

paese, nella quale ci imbattiamo spesso e che permette <strong>di</strong><br />

conoscere tra<strong>di</strong>zioni e riti antichi, come quello del Maibaum 7 .<br />

L'attaccamento alle tra<strong>di</strong>zioni attraverso feste , balli e canti si<br />

percepisce molto forte in Baviera, o meglio in Franconia, come<br />

abbiamo imparato dai colleghi, per i quali è impensabile<br />

confondere queste due realtà regionali.<br />

Il paesaggio circostante <strong>Bayreuth</strong> è vario e ricco <strong>di</strong> foreste,<br />

colline e alture, rupi e anfratti, tale da permettere ogni genere<br />

<strong>di</strong> attività sportiva, dal cicloturismo, <strong>di</strong>ffuso ovunque, alle<br />

escursioni a pie<strong>di</strong>, allo sci in inverno.<br />

7<br />

L’Albero <strong>di</strong> Maggio è una tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>ffusa in molte regioni d’Europa e<br />

consiste nell’addobbare con decori e corone <strong>di</strong> fiori un tronco d’ albero<br />

alzato sulla piazza dei paesi per salutare l’arrivo della Primavera.<br />

28


I rapporti con le famiglie, sia quelle che ho personalmente<br />

conosciute, sia quelle che hanno ospitato gli allievi, sono<br />

sempre stati franchi e cor<strong>di</strong>ali: non si sono mai verificate<br />

incomprensioni serie o episo<strong>di</strong> davvero gravi. Ogni scambio<br />

annuale si è sempre concluso con un sorriso , molte lacrime e<br />

un bel ricordo: i genitori tedeschi mi sono sembrati<br />

pragmaticamente <strong>di</strong>sponibili a venire incontro agli ospiti, a<br />

metterli a loro agio, talvolta, negli ultimi tempi, un po' in<br />

<strong>di</strong>fficoltà a <strong>di</strong>stricarsi tra i vari impegni <strong>di</strong> lavoro e familiari,<br />

nei quali l'esperienza dello scambio si cala.<br />

<strong>Da</strong>l mio punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> docente tengo a rimarcare l'in<strong>di</strong>scussa<br />

utilità <strong>di</strong> questa esperienza per suscitare in allievi a volte al<br />

primo <strong>di</strong>stacco da casa, tutta una serie <strong>di</strong> abilità e competenze<br />

che solo la <strong>di</strong>fficoltà dell'immersione totale nel contesto<br />

straniero può far emergere. Taluni ragazzi hanno capitalizzato<br />

più esperienze <strong>di</strong> scambio nel curriculum, in modo da<br />

apprendere praticamente un po' <strong>di</strong> tedesco quoti<strong>di</strong>ano. So <strong>di</strong><br />

molti allievi che sono tornati dai partner o hanno valorizzato<br />

l'esperienza dello scambio per impostare un percorso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>verso, decidendo <strong>di</strong> proseguire l'università in Germania. E'<br />

certo che questa iniziativa ha dato spinta propulsiva alla<br />

<strong>di</strong>mensione europea della nostra città <strong>di</strong> provincia.<br />

Personalmente ho goduto dell'ospitalità calda e cortese <strong>di</strong> molti<br />

colleghi, imparando in questo modo a conoscere un altro<br />

modo <strong>di</strong> insegnare , a interrogarmi su ciò che può essere più<br />

efficace per l'appren<strong>di</strong>mento, osservando libri e meto<strong>di</strong>, poiché<br />

nulla come l'essere sul posto lascia spazio a riflessioni<br />

sull'esperienza <strong>di</strong>retta. La <strong>Bayreuth</strong> scolastico-universitaria che<br />

ho conosciuta mi è parsa anch'essa gradevole e accogliente. Di<br />

questa esperienza così ricca sotto il profilo culturale e umano<br />

sono grata al caso, che me l'ha destinata.<br />

29


Baviera o Franconia?<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

La mia collega ed amica, Elena Melosci, giustamente sottolinea<br />

l’appartenenza della città <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> alla Franconia, che è la<br />

parte settentrionale della Baviera e comprende tre dei sette<br />

<strong>di</strong>stretti amministrativi del Land. E’ una precisazione che noi<br />

visitatori abituali della città abbiamo imparato a considerare,<br />

soprattutto per non urtare la suscettibilità locale. In realtà per<br />

chi viene da fuori, per noi che veniamo da sud delle Alpi, è<br />

<strong>di</strong>fficile cogliere subito le <strong>di</strong>fferenze culturali e <strong>di</strong> mentalità<br />

con il resto della Baviera. Vi sono, queste sì palesi e<br />

comprensibili, ragioni storiche che hanno determinato in un<br />

passato non troppo lontano percorsi e sviluppi <strong>di</strong>versi.<br />

La Franconia che conosciamo noi oggi è solo la parte orientale<br />

del regno dei Franchi, l’ultima ad essere occupata<br />

nell’espansione verso est. Separata dal XII secolo dalla parte<br />

occidentale- Westfranken – del Granducato <strong>di</strong> Franconia, la<br />

Franconia Orientale 8 , la zona fra i fiumi Main e Regnitz, fu per<br />

secoli un insieme <strong>di</strong> piccoli territori, ducati, principati, città<br />

imperiali come Norimberga e se<strong>di</strong> vescovili come Würzburg e<br />

Bamberg.<br />

Questo frazionamento politico, cui corrispose una notevole<br />

varietà culturale, è all’origine del particolarismo che ancora<br />

oggi caratterizza questa regione e che fu accentuato, dopo la<br />

pace <strong>di</strong> Augusta del 1555, dalla legittimazione della <strong>di</strong>fferenza<br />

<strong>di</strong> fede religiosa fra località anche vicinissime fra loro. In<br />

generale, rispetto alla Baviera, che è in forte maggioranza<br />

cattolica, la Franconia ha una maggioranza <strong>di</strong> protestanti.<br />

Quando in Epoca Napoleonica fu definitivamente sancita la<br />

fine del Sacro Romano Impero (1806), i vari stati della<br />

8<br />

La Franconia attuale coincide con l’antica Ostfranken (Franconia orientale)<br />

ed è l’unica parte che ha mantenuto il nome storico; la Franconia<br />

Occidentale, Westfranken, corrisponde alle attuali regioni del Palatinato,<br />

dell’Assia e al territorio del Lussemburgo.<br />

30


Franconia furono inseriti, uno dopo l’altro, nel nuovo regno <strong>di</strong><br />

Baviera.<br />

Al XIX secolo risale la <strong>di</strong>visione amministrativa fra Alta<br />

Franconia (la regione <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>) , Me<strong>di</strong>a Franconia e Bassa<br />

Franconia, cui corrispondono i tre <strong>di</strong>stretti o<strong>di</strong>erni.<br />

Con il tempo si scopre che forse il tratto comune del carattere<br />

francone è una maggiore riservatezza rispetto alla tra<strong>di</strong>zionale<br />

vivacità e spontaneità del carattere bavarese. Non si potrebbe<br />

<strong>di</strong>re la stessa cosa degli spezzini? Certo è che, come gli<br />

spezzini, anche i franconi, si sentono spesso meno considerati<br />

rispetto al resto del Land Baviera, al punto che è nato un<br />

movimento politico per separare la Franconia e farne un Land a<br />

sé.<br />

Pur non riuscendo a cogliere tutte le <strong>di</strong>fferenze che sicuramente<br />

esistono per un occhio e per un orecchio più allenati, trovo<br />

<strong>di</strong>vertenti queste contrapposizioni tra vicini che ci fanno<br />

banalmente <strong>di</strong>re:”Tutto il mondo è paese!” I citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />

<strong>Bayreuth</strong> si sentono franconi e non bavaresi, però ricordo che<br />

in occasione <strong>di</strong> uno scambio <strong>di</strong> tanti anni fa, quando si<br />

incontrarono con un gruppo <strong>di</strong> ragazzi <strong>di</strong> Hannover, che, si sa, “<br />

sono meno conta<strong>di</strong>ni” , “ parlano un ottimo tedesco” ecc. ecc., i<br />

nostri amici <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> si sentirono tutti Süddeutsche.<br />

31


III – La Città<br />

<strong>Bayreuth</strong>, tra passato e futuro<br />

<strong>di</strong> Anna Andreani 5^ B Linguistico Letterario<br />

Arrivare a <strong>Bayreuth</strong> è come entrare in una cartolina<br />

tri<strong>di</strong>mensionale; il tempo sembra essersi fermato al periodo in<br />

cui la città è stata trasformata ed ha ricevuto quest’impronta<br />

inconfon<strong>di</strong>bile. Fu in particolar modo la margravia<br />

Guglielmina, sorella <strong>di</strong> Federico Guglielmo I <strong>di</strong> Prussia, che,<br />

nella seconda metà del Settecento, fece costruire parchi e<br />

castelli che portarono la città allo splendore che ancora oggi la<br />

rende così affascinante. Passeggiando nelle strade della città<br />

non si può smettere <strong>di</strong> girarsi intorno per osservare le <strong>di</strong>verse<br />

opere artistiche e i monumenti così numerosi: dalle fontane<br />

raffiguranti le nuove scoperte geografiche, alle statue dei gran<strong>di</strong><br />

personaggi che hanno scelto questo paese come meta <strong>di</strong><br />

riflessione e fonte d’ispirazione. A questi gran<strong>di</strong> sono de<strong>di</strong>cate<br />

alcune piazze e vie della città. Al poeta e scrittore Jean Paul è<br />

de<strong>di</strong>cata la piazza davanti all’antico orfanotrofio, che si apre a<br />

metà della Friedrichstraße, la via <strong>di</strong> rappresentanza della<br />

<strong>Bayreuth</strong> settecentesca, che doveva collegare la città<br />

<strong>di</strong>rettamente al Castello Thiergarten, ma che rimase<br />

incompiuta. Lungo questa strada si allineano e<strong>di</strong>fici dalla<br />

facciata <strong>di</strong> pietra arenaria grigia <strong>di</strong> provenienza locale, ravvivati<br />

spesso da fiori bianchi e rossi alle finestre, i colori della<br />

Franconia.<br />

Non lontano da Jean-Paul-Platz si trova l’Hofgarten, oggi il<br />

giar<strong>di</strong>no della città, dove i ragazzi amano rilassarsi dopo una<br />

faticosa giornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. Questo immenso giar<strong>di</strong>no, con<br />

fontane, piante dai mille colori, conduce, attraverso un lungo<br />

viale fiancheggiato da alti alberi e, da un lato, da un ruscello,<br />

verso Villa Wahnfried, la casa ove Richard Wagner trascorse i<br />

suoi ultimi anni. Costruita nel 1873 come residenza del<br />

compositore grazie ad un ingente esborso del grande amico e<br />

mecenate re Ludwig II <strong>di</strong> Baviera (che finanziò anche la<br />

32


ealizzazione del Festspielhaus), Villa Wahnfried ospita oggi il<br />

"Richard-Wagner-Museum"; nel giar<strong>di</strong>no sono sepolti vicini il<br />

compositore, la moglie Cosima e l’adorato cane Russ.<br />

Se Salisburgo è la "città <strong>di</strong> Mozart", <strong>Bayreuth</strong> è senza dubbio la<br />

"città <strong>di</strong> Wagner”, tutt’oggi importante meta internazionale per<br />

gli amanti e per gli stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> musica lirica grazie all'annuale<br />

Festival, che si svolge nel Festspielhaus tra luglio e agosto e<br />

che è stato voluto dallo stesso compositore nel 1876 come<br />

occasione per avvicinare il maggior numero <strong>di</strong> persone alle sue<br />

opere. Bisogna però <strong>di</strong>re che nonostante le testimonianze<br />

storiche, ben visibili in ogni angolo della città, non mancano <strong>di</strong><br />

certo le opere moderne.<br />

<strong>Bayreuth</strong> è una città che continua a vivere <strong>di</strong> passioni per il<br />

passato, ma che ha saputo anche guardare avanti e pensare ai<br />

giovani. Non mancano ad esempio luoghi <strong>di</strong> ritrovo come centri<br />

commerciali e <strong>di</strong>versi pub. Nella grande arteria pedonale del<br />

centro, la Maximilianstraße, sono presenti su entrambi i lati i<br />

tavolini dei caffè, dei pub, delle gelaterie, alcune delle quali<br />

gestite da italiani; essi creano il giusto spazio per una piccola<br />

pausa <strong>di</strong> piacere e per assaporare magari un delizioso caffè o la<br />

tra<strong>di</strong>zionale birra, la Maisel.<br />

Le attrazioni della città non si limitano a questo, meritano <strong>di</strong><br />

essere citati anche l'Altes Schloß, costruito a cavallo tra '500 e<br />

'600, la Schloßkirche, il monumentale Neues Schloß, la casa<br />

dove Franz Liszt morì il 31 Luglio 1886, oggi trasformata in<br />

museo.<br />

Appena fuori città meritano una visita le due residenze estive<br />

dei margravi: il palazzo dell'Eremitage con gli eleganti saloni<br />

barocchi, l'Orangerie, con al centro il Sonnentempel e il parco<br />

con i giochi d'acqua e il castello Fantiaisie, con l’ampio<br />

giar<strong>di</strong>no, ricco <strong>di</strong> angoli suggestivi e romantici.<br />

La calma e la tranquillità <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> fanno assaporare ogni<br />

minuto della giornata. Non è solo la vista il senso che viene<br />

sod<strong>di</strong>sfatto quando si passeggia, anche l’olfatto e l’u<strong>di</strong>to<br />

gioiscono. Gli aromi della cucina tipica della città e <strong>di</strong> tutta la<br />

Baviera inondano le <strong>di</strong>verse stra<strong>di</strong>ne; sono profumi <strong>di</strong> biscotti e<br />

33


<strong>di</strong> spezie che entrano dalle narici e arrivano su nel cervello<br />

fino a che non si depositano nel cuore, dove anche la musica,<br />

che viene suonata nel Markgräfliches Opernhaus detto anche”<br />

teatro azzurro”, trova la sua destinazione finale.<br />

Anna ha espresso da subito una grande ammirazione per la<br />

città <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> e, come lei stessa ha <strong>di</strong>chiarato, si commuove<br />

ancora al ricordo del periodo lì trascorso durante lo scambio<br />

del 2006.<br />

In quell’occasione Anna è stata la cineoperatrice del gruppo<br />

che ha ripreso in vari momenti durante tutto il soggiorno. <strong>Da</strong><br />

quelle riprese a scuola abbiamo ricavato un bel video, che<br />

documenta le tappe importanti dell’esperienza e mostra le vie,<br />

le piazze, i monumenti e gli e<strong>di</strong>fici storici della città.<br />

La Friedrichstraße<br />

34


Tra<strong>di</strong>zione e gemellaggio<br />

<strong>di</strong> Benedetta Carlotti<br />

Conseguita la Licenza Linguistica al <strong>Fossati</strong> nel 2007,<br />

Benedetta frequenta attualmente la Scuola Traduttori e<br />

Interpreti <strong>di</strong> Trieste.<br />

Con i suoi 74.000 abitanti, oggi <strong>Bayreuth</strong> è la città più grande<br />

dell’Alta Franconia, oltre ad essere un importante centro per<br />

l’economia, i servizi ed il turismo; le sue strade e i suoi palazzi<br />

sono il risultato evidente <strong>di</strong> una forte tra<strong>di</strong>zione storica ed<br />

artistica.<br />

L’Eremitage, l’Opera, il Neues Schloss, l’Hofgarten, sono solo<br />

alcune delle icone del periodo del margraviato <strong>di</strong> Friedrich e<br />

Wilhelmine, che portarono la città a vivere il suo periodo d’oro<br />

artistico.<br />

Passeggiando sui selciati dell’Eremitage, non si può fare a<br />

meno <strong>di</strong> rimanere a bocca aperta : i giochi <strong>di</strong> luce ed acqua, la<br />

varietà <strong>di</strong> fiori e <strong>di</strong> colori, l’architettura dei giar<strong>di</strong>ni, sembrano<br />

fermare lo scorrere del tempo e riportarci nell’atmosfera<br />

magica della corte <strong>di</strong> Wilhelmine, dove la bellezza, la grazia e<br />

tutte le espressioni artistiche erano un imperativo.<br />

Incantevole è anche il teatro dell’opera, che con gli intarsi ed<br />

gli stucchi dorati, in puro stile rococò, rapisce lo spettatore e lo<br />

trasporta in un’altra <strong>di</strong>mensione.<br />

Ma l’evento culturale per eccellenza è il Festspielzeit, il<br />

periodo del Festival Wagneriano, durante il quale appassionati<br />

da tutta la Germania e non solo, raggiungono la citta<strong>di</strong>na per<br />

godere del fermento musicale ed artistico che la pervade. È<br />

proprio durante questo periodo che i numerosi musei<br />

traboccano <strong>di</strong> visitatori e <strong>di</strong> curiosi pronti a cogliere l’anima<br />

della festa, cullati dalle melo<strong>di</strong>e del Parsifal o magari travolti<br />

dall’ energia delle Valchirie.<br />

Passeggiando per il centro, basta solo alzare lo sguardo per<br />

ritrovarsi circondati dai numerosi palazzi storici, ognuno<br />

35


trasudante <strong>di</strong> “vita” e della volontà che i citta<strong>di</strong>ni hanno<br />

impiegato per la sua conservazione. Basti guardare come<br />

esempio ai numerosi interventi <strong>di</strong> restauro subiti dal palazzo<br />

dell’Altes Rathaus, oggi sede del “Kunstmuseum <strong>Bayreuth</strong>”.<br />

<strong>Bayreuth</strong> è un manuale <strong>di</strong> storia a cielo aperto, ma non rinuncia<br />

comunque ad un tocco <strong>di</strong> modernità e <strong>di</strong> innovazione;<br />

l’imponente palazzo che ospita la nuova sede del municipio,<br />

oppure la moderna Oberfrankenhalle dove ogni anno hanno<br />

luogo concerti dei gran<strong>di</strong> della musica rock e pop, ne sono le<br />

icone. La voglia <strong>di</strong> modernità e <strong>di</strong> innovazione si riscontra<br />

anche nelle costanti energie, che la città impiega annualmente<br />

nel mantenere i rapporti <strong>di</strong> gemellaggio, mettendo a<br />

<strong>di</strong>sposizione anche piazze che vengono appunto de<strong>di</strong>cate alle<br />

città partner, come ad esempio Piazza La Spezia, situata a pochi<br />

metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dal municipio. <strong>Da</strong> non <strong>di</strong>menticare inoltre<br />

l’importante università, fondata nel dopoguerra e che dal 1975<br />

è <strong>di</strong>ventata la Settima Università Bavarese.<br />

È proprio all’interno <strong>di</strong> questo “clima” citta<strong>di</strong>no, che ho avuto<br />

l’occasione <strong>di</strong> vivere alcune esperienze formative e al tempo<br />

stesso molto <strong>di</strong>vertenti. Mi riferisco in particolar modo al<br />

periodo <strong>di</strong> tirocinio presso il Kunstmuseum, dove ho potuto non<br />

solo lavorare con un team preparato, efficiente e molto<br />

cor<strong>di</strong>ale, ma anche avvicinarmi alle opere <strong>di</strong> Franz Radziwill<br />

che altrimenti avrei potuto vivere solo da spettatrice.<br />

Naturalmente tale esperienza mi ha dato l’opportunità non solo<br />

<strong>di</strong> stringere amicizie con studenti universitari Erasmus e non,<br />

che risiedevano presso lo Studentenheim in Bussardweg, ma<br />

anche <strong>di</strong> conoscere una parte per me nuova <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>,<br />

ovvero la zona residenziale esterna al centro citta<strong>di</strong>no, il parco<br />

e le piccole pasticcerie, dove tra una tazza <strong>di</strong> caffè e una fetta<br />

<strong>di</strong> Mohnkuchen 1 si può trascorrere qualche momento <strong>di</strong><br />

completo relax.<br />

Mi piacerebbe concludere questa mia piccola “carrellata”<br />

esortando la città <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> e, nel mio caso anche quella <strong>di</strong><br />

1<br />

Tipico dolce tedesco che annovera fra gli ingre<strong>di</strong>enti i semi <strong>di</strong> papavero.<br />

36


La Spezia, a proseguire ed anzi a incentivare il loro rapporto <strong>di</strong><br />

gemellaggio, perché credo che sia molto importante dare<br />

l’opportunità ai ragazzi non solo <strong>di</strong> imparare attivamente le due<br />

lingue, ma anche <strong>di</strong> poter visitare e vivere, sia pure per un<br />

breve periodo, una realtà fatta non solo <strong>di</strong> palazzi antichi, ma<br />

anche <strong>di</strong> persone e <strong>di</strong> culture dal cui confronto possiamo<br />

imparare molto.<br />

Benedetta ha visitato <strong>Bayreuth</strong> a più riprese, avendo sfruttato<br />

tutte le occasioni offerte in questo ambito dalla scuola e dal<br />

gemellaggio delle due città. Ha partecipato allo scambio,<br />

all’Europäisches Treffen quando era in seconda e infine allo<br />

stage – che lei chiama tirocinio - subito dopo l’Esame <strong>di</strong> Stato,<br />

prima <strong>di</strong> entrare alla Scuola Interpreti <strong>di</strong> Trieste, dove<br />

prosegue e perfeziona lo stu<strong>di</strong>o del tedesco. Di <strong>Bayreuth</strong> ha<br />

apprezzato soprattutto la cura nella conservazione e nella<br />

valorizzazione del patrimonio architettonico e culturale.<br />

L’esperienza dello stage l’ha messa in contatto con l’ambiente<br />

universitario, che, come avviene un po’ ovunque, ha un’anima<br />

internazionale.<br />

<strong>Bayreuth</strong> : Neues Schloß<br />

37


Visitare <strong>Bayreuth</strong><br />

<strong>di</strong> Paola Lupi<br />

Docente <strong>di</strong> Scienze al <strong>Fossati</strong> dal 1974 al 1999. Con un gruppo<br />

<strong>di</strong> docenti ed ex-docenti della scuola ha visitato <strong>Bayreuth</strong> nel<br />

mese <strong>di</strong> settembre 2006.<br />

La prima impressione che si ha <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> è <strong>di</strong> meraviglia e<br />

sconcerto, tali e tante sono le sollecitazioni visive e le<br />

emozioni che suscita. Il filo conduttore che sembra dominare<br />

l’intera città si può ricondurre da un lato alla sua storia,<br />

strettamente legata ai Margravi, dall’altro allo sviluppo artistico<br />

che si ebbe nella seconda metà dell’800, soprattutto per la<br />

presenza <strong>di</strong> Richard Wagner e <strong>di</strong> Franz Liszt. E’ un’atmosfera<br />

che si respira ovunque visitando la città: il suo splen<strong>di</strong>do teatro<br />

barocco, i palazzi dei Margravi, il Festspielhaus e i suoi parchi<br />

barocchi.<br />

Ma altrettanto emoziona e in qualche modo dà un senso <strong>di</strong><br />

serenità passeggiare nelle sue strade con le case <strong>di</strong> arenaria dai<br />

balconi fioriti e dallo stile tipico della Franconia, lontani dal<br />

rumore del traffico a cui noi siamo abituati.<br />

Eppure si percepisce anche il pulsare <strong>di</strong> una vita citta<strong>di</strong>na<br />

collegata all’oggi, allo sviluppo culturale, tecnologico ed<br />

industriale; insomma ci si rende conto <strong>di</strong> essere in una città<br />

moderna fiera del suo passato, ma proiettata nel futuro.<br />

E’ bello osservare come la popolazione goda dei momenti <strong>di</strong><br />

relax nelle tipiche trattorie franconi e nelle birrerie, davanti a<br />

gran<strong>di</strong> boccali e piatti <strong>di</strong> ottime salsicce e canederli <strong>di</strong> patate;<br />

nelle belle giornate <strong>di</strong> sole, rilassarsi davanti a un dolce e a un<br />

caffè, a un tavolino sul Markt, magari sotto l’albero <strong>di</strong> maggio,<br />

è piacevole anche per i visitatori che si possono godere la<br />

vitalità <strong>di</strong> questa bella piazza.<br />

E’ facile rapportarsi con gli abitanti, sono cortesi e <strong>di</strong>sponibili e<br />

con assoluto candore riescono sempre a trovare uno spunto per<br />

riferirsi ai loro eroi locali: la margravia Wilhelmine e Richard<br />

Wagner.<br />

38


Purtroppo, nel secolo scorso, dalla Baviera presero avvio quelle<br />

idee che portarono la Germania al <strong>di</strong>sastro della Seconda<br />

Guerra Mon<strong>di</strong>ale e <strong>Bayreuth</strong>, come molte altre città, fu<br />

duramente bombardata, ma, dal Dopoguerra in poi, gli abitanti<br />

hanno fatto <strong>di</strong> tutto per cancellare quel passato.<br />

L’ultimo paragrafo accenna al terribile” do<strong>di</strong>cennio nero”<br />

della storia tedesca del Novecento. Non è questa la sede per<br />

affrontare un tema così serio, che però quando si parla <strong>di</strong><br />

Germania, specialmente con interlocutori che hanno poca<br />

confidenza con il Paese attuale, aleggia quasi sempre come un<br />

inquietante fantasma.<br />

Il passato non si vuole e non si deve <strong>di</strong>menticare – ne è prova<br />

il fatto che l’istituzione della Giornata della Memoria è partita<br />

dalla Germania per iniziativa del Presidente della Repubblica<br />

Roman Herzog nel 1996 - , lo si deve piuttosto indagare e<br />

stu<strong>di</strong>are perché non si ripeta. Al tempo stesso si devono tenere<br />

in considerazione i dati e gli elementi <strong>di</strong> conoscenza che<br />

scaturiscono dalla realtà presente. La Germania del XXI<br />

secolo è saldamente ancorata all’UE ed è un Paese <strong>di</strong><br />

democrazia effettiva, in cui molti citta<strong>di</strong>ni europei ed<br />

extraeuropei trovano opportunità <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> realizzazione<br />

personale. Inoltre mi sembra <strong>di</strong> poter tranquillamente<br />

affermare che la stragrande maggioranza dei tedeschi <strong>di</strong> oggi<br />

siano amanti della pace e della convivenza pacifica tra i<br />

popoli. Certo non bisogna mai abbassare la guar<strong>di</strong>a, perché il<br />

seme della xenofobia, del razzismo, dell’o<strong>di</strong>o è sempre pronto a<br />

germogliare, tanto più in perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> crisi, ma questo è un<br />

pericolo universale, che riguarda tutti i paesi, in Europa e<br />

negli altri continenti.<br />

39


Wilhelmine e Wagner<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

L’aspetto della città e la sua fama sono legati quasi<br />

esclusivamente a due personaggi, che in secoli <strong>di</strong>versi hanno<br />

lasciato qui la loro impronta.<br />

La città barocca, con i suoi e<strong>di</strong>fici fastosi, è la creazione della<br />

Margravia Guglielmina, che ha vissuto a <strong>Bayreuth</strong> dal 1735,<br />

anno del matrimonio con il Margravio Friedrich, fino alla morte<br />

avvenuta nel 1758. Sorella preferita <strong>di</strong> Federico il Grande <strong>di</strong><br />

Prussia, Guglielmina si ritrovò a <strong>Bayreuth</strong> essendo sfumato,<br />

per ragioni <strong>di</strong> stato, il matrimonio con l’erede al trono <strong>di</strong><br />

Inghilterra. <strong>Da</strong>lla corte <strong>di</strong> Berlino a quella citta<strong>di</strong>na anonima e<br />

provinciale il salto fu notevole per la donna colta, amante dell’<br />

arte e della musica. La margravia accettò la sfida e con<br />

l’appoggio del margravio, trasformò la città, facendola<br />

<strong>di</strong>ventare un centro <strong>di</strong> raffinata cultura. Durante il regno <strong>di</strong><br />

Friedrich e Wilhelmine la corte <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> attirò intellettuali,<br />

musicisti, cantanti d’opera e attori da tutta Europa. In quegli<br />

anni furono costruiti il Teatro dell’Opera, che è considerato il<br />

più bello fra i teatri barocchi europei, il Castello Nuovo con il<br />

Parco (Hofgarten), la Friedrichstraße e l’Eremitage.<br />

Nel 1872 approda a <strong>Bayreuth</strong> il musicista e compositore<br />

Richard Wagner. L’atmosfera tranquilla e l’eleganza della città<br />

l’avevano già colpito anni prima, quando era venuto a visitare il<br />

famoso Teatro dei Margravi, non trovandolo comunque adatto<br />

alla messinscena delle sue opere gran<strong>di</strong>ose.<br />

Per queste opere occorreva un teatro speciale, che ancora non<br />

esisteva. Ma Wagner ora ha finalmente un sostenitore<br />

entusiasta e potente: il re Ludwig <strong>di</strong> Baviera. Costui mette a<br />

<strong>di</strong>sposizione del musicista mezzi ingenti per costruire il teatro<br />

giusto. Sorge così il Festspielhaus, l’unico teatro al mondo<br />

destinato alle rappresentazioni <strong>di</strong> un unico compositore. A<br />

<strong>Bayreuth</strong> Richard Wagner trascorre i suoi ultimi anni,<br />

finalmente circondato dalla fama agognata e dagli agi che la<br />

munificenza del re gli consentono. La ricca <strong>di</strong>mora, anch’essa<br />

40


dono del re, in cui il suo animo inquieto trovò finalmente pace<br />

- Wahnfried ha proprio questo significato -, ospita attualmente<br />

il Museo <strong>di</strong> Wagner.<br />

L’Eremitage: Sonnentempel<br />

41


IV – I Dintorni<br />

La regione <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong><br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

<strong>Bayreuth</strong> è situata fra le regioni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a montagna della<br />

Svizzera Francone, del Frankenwald e del Fichtelgebirge, le cui<br />

vette più alte sono lo Schneeberg (1053) e l’Ochsenkopf<br />

(1024). Spesso ho sentito i miei amici <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> parlare del<br />

loro”mare verde” ed effettivamente per chi ama la campagna i<br />

<strong>di</strong>ntorni sono un i<strong>di</strong>llio, oltre che una inesauribile opportunità<br />

<strong>di</strong> attività sportive: escursioni, scalate, equitazione, ciclismo,<br />

sci, rafting. Non lontani dalla città sono anche borghi, castelli,<br />

parchi e chiese <strong>di</strong> notevole interesse.<br />

<strong>Da</strong> <strong>Bayreuth</strong> è facile raggiungere inoltre molte altre città,<br />

famose mete turistiche. Un’ora <strong>di</strong> auto <strong>di</strong>vide <strong>Bayreuth</strong> da<br />

Bamberga ( Km 73), poco più occorre per raggiungere<br />

Norimberga (km 87). Più a sud, ma sempre facilmente<br />

raggiungibile in un giorno, è Würzburg (Km 162). A nord è<br />

situata invece Coburg (Km 109).<br />

Negli anni della <strong>di</strong>visione della Germania la posizione <strong>di</strong><br />

<strong>Bayreuth</strong> era piuttosto marginale rispetto al resto della<br />

Repubblica Federale. L’autostrada che collegava la città a<br />

Monaco era poco frequentata, data la vicinanza al confine con<br />

la DDR.. Dopo la Riunificazione improvvisamente la città si è<br />

ritrovata in posizione nevralgica, un crocevia fra est e ovest,<br />

fra nord e sud. L’autostrada è stata raddoppiata, essendo ora il<br />

collegamento fra Monaco e Berlino; è stata riscoperta la<br />

vicinanza, anche culturale, con la Boemia ( Repubblica Ceca).<br />

Si può proprio <strong>di</strong>re che a <strong>Bayreuth</strong> non c’è che l’imbarazzo<br />

della scelta: si può decidere <strong>di</strong> trascorrere in<strong>di</strong>fferentemente un<br />

fine settimana a Monaco, a Berlino o a Praga.<br />

42


La Fränkische Schweiz<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Nessun ragazzo che abbia partecipato allo scambio con<br />

<strong>Bayreuth</strong> può essere sfuggito ad almeno una gita nella Svizzera<br />

Francone; è la meta preferita delle gite domenicali con la<br />

famiglia, un’area protetta che si estende subito a sud <strong>di</strong><br />

<strong>Bayreuth</strong> fino ad Erlangen e in <strong>di</strong>rezione ovest fino a<br />

Bamberga.<br />

Il nome deriva dalla consuetu<strong>di</strong>ne romantica <strong>di</strong> denominare<br />

“Svizzera” ogni paesaggio <strong>di</strong> montagne o colline, connotato da<br />

uno stile <strong>di</strong> vita semplice e rurale, che in qualche modo<br />

potesse richiamare l’originale. Questo avveniva a cavallo fra il<br />

18° e il 19° secolo. Ancora oggi la Svizzera Francone mantiene<br />

quasi intatti i suoi caratteri <strong>di</strong> semplicità e <strong>di</strong> vicinanza alla<br />

natura. Il turismo <strong>di</strong> massa non l’ha ancora scoperta e<br />

compromessa, nonostante i molti visitatori che vengono<br />

soprattutto per fare escursioni. E’ un paesaggio collinare, ricco<br />

<strong>di</strong> acqua, <strong>di</strong> vecchi mulini, <strong>di</strong> case a graticcio, <strong>di</strong> paesini<br />

tranquilli, <strong>di</strong> grotte e caverne tipiche <strong>di</strong> un territorio<br />

dolomitico. La grotta più famosa è la cosiddetta Grotta del<br />

Diavolo a sud <strong>di</strong> Pottenstein dove si possono ammirare<br />

formazioni calcaree dalle forme più strane. Forse ancor più<br />

impressionanti sono i colori della campagna, le mille sfumature<br />

<strong>di</strong> verde intenso della primavera e dell’estate e le splen<strong>di</strong>de<br />

varietà <strong>di</strong> rosso, giallo, marrone e oro dell’autunno. Nelle<br />

trattorie, spesso ricavate da vecchi mulini, si possono gustare<br />

piatti tipici, semplici e gustosi. Solitamente viene servito un<br />

piatto unico, per esempio arrosto <strong>di</strong> maiale con Klöße, 9<br />

capriolo, se è la stagione, o trote appena pescate. Il tutto è<br />

accompagnato da una birra locale, dato che le birrerie private<br />

9 I Klöße sono una specie <strong>di</strong> gnocchi <strong>di</strong> una certa <strong>di</strong>mensione che<br />

accompagnano molti piatti <strong>di</strong> carne. In Baviera li chiamano Knödel, nel<br />

Tirolo Meri<strong>di</strong>onale- Alto A<strong>di</strong>ge- canederli.<br />

43


ancora oggi nella zona sono più <strong>di</strong> un centinaio. Il piatto unico<br />

è così abbondante che è quasi impossibile finirlo. Allora si può<br />

chiedere all’oste <strong>di</strong> incartare i resti da portare a casa per la<br />

cena.<br />

E dopo il pranzo via <strong>di</strong> nuovo per una bella camminata. Se ci<br />

siamo noi, gli spezzini, la possiamo ben chiamare camminata,<br />

ma forse il termine giusto sarebbe passeggiata: si fanno due<br />

passi, ci si ferma, si ammira il panorama, si parla. I nostri ospiti<br />

portano pazienza perché ormai conoscono il nostro ritmo e si<br />

adeguano. Se sono solo loro , i tedeschi, si cammina <strong>di</strong> buon<br />

passo e si tace finché non si arriva alla meta. Oggi è <strong>di</strong> moda<br />

chiamarlo trekking, ma lo si potrebbe definire una marcia.<br />

Paesaggio della Fränkische Schweiz<br />

44


Bamberg , Kulmbach, Nürnberg<br />

<strong>di</strong> Ilaria Rossi 2^ C<br />

Durante lo scambio abbiamo visitato la città <strong>di</strong> Bamberga, che<br />

si trova a circa un’ora da <strong>Bayreuth</strong>, sul fiume Regnitz, vicino<br />

alla confluenza con il fiume Meno. Per breve tempo questa città<br />

fu il centro del Sacro Romano Impero, quando all’inizio del XII<br />

secolo l’imperatore Enrico II e la moglie Cunegonda, riunirono<br />

spesso in questo luogo la corte. La città, che per i suoi “sette<br />

colli” richiama Roma, <strong>di</strong>venne sede vescovile per volontà<br />

dell’Imperatore. Ad<strong>di</strong>rittura si tenne qui, nel 1020, un incontro<br />

al vertice fra i potenti dell’epoca: l’imperatore Enrico II e il<br />

Papa Benedetto VIII. A quell’epoca risale la costruzione della<br />

prima chiesa sul luogo ove sorge l’attuale duomo. Per ben due<br />

volte la chiesa fu <strong>di</strong>strutta da un incen<strong>di</strong>o, prima che si<br />

arrivasse alla costruzione del duomo come lo ve<strong>di</strong>amo oggi.<br />

Nel duomo si trovano le tombe dell’Imperatore Enrico II e della<br />

moglie; entrambi santificati , le loro immagini sono ricorrenti<br />

in tutta la città <strong>di</strong> Bamberga. Vi è inoltre la tomba del Papa<br />

Clemente II, ex vescovo <strong>di</strong> Bamberga , che aveva espresso il<br />

desiderio <strong>di</strong> essere seppellito nella sua città natale. La cattedrale<br />

<strong>di</strong> Bamberga è pertanto l’unica chiesa che ospiti la tomba <strong>di</strong> un<br />

Papa a nord delle Alpi e l’unica in cui siano presenti insieme le<br />

sepolture <strong>di</strong> un Papa e <strong>di</strong> un Imperatore. Ma l’opera d’arte forse<br />

più famosa del duomo <strong>di</strong> Bamberga è la statua del misterioso<br />

Bamberger Reiter ( il Cavaliere <strong>di</strong> Bamberga) del XIII secolo.<br />

In quanto sede vescovile, Bamberga è piena <strong>di</strong> chiese e <strong>di</strong><br />

conventi, molti dei quali veramente interessanti. C’è<br />

ovviamente la Residenz , che era la sede del Principe Vescovo;<br />

<strong>di</strong> questo complesso abbiamo visto solo lo splen<strong>di</strong>do Giar<strong>di</strong>no<br />

delle Rose, da cui si può godere una bella vista sui tetti della<br />

città sottostante.<br />

In seguito abbiamo visitato Kulmbach, famosa per il suo museo<br />

con oltre 300.000 figurine <strong>di</strong> stagno che rappresentano eventi<br />

storici e personaggi della letteratura universale. Il museo<br />

occupa una parte del castello me<strong>di</strong>evale detto Plassenburg, a<br />

45


cui è legata una famosa leggenda. Si narra che qui abitasse una<br />

giovane donna, vedova, e i suoi due figli. La donna si era<br />

invaghita <strong>di</strong> un conte, ma costui le <strong>di</strong>sse che non poteva<br />

ricambiare il suo amore perché fra loro c’erano “quattro occhi”.<br />

Fu così che la donna, pensando che i quattro occhi fossero<br />

quelli dei suoi figli, li uccise. In realtà il conte si riferiva ai suoi<br />

genitori. Quando egli venne a sapere ciò che la donna aveva<br />

fatto, non volle più vederla e la dama, resasi conto dell’orrore<br />

commesso, decise <strong>di</strong> espiare le sue colpe in un monastero e <strong>di</strong><br />

raggiungere il luogo dell’espiazione camminando sulle<br />

ginocchia. Ma a metà strada, vinta dalla fatica, morì. Ora si <strong>di</strong>ce<br />

che il fantasma della donna vaghi fra le mura del castello senza<br />

trovar mai pace e che chiunque veda la “dama bianca” sia<br />

destinato a morire dopo poco tempo.<br />

L’ultimo giorno siamo andati a Norimberga con i nostri partner.<br />

La città sorge sul fiume Pegnitz e ha molti monumenti storici.<br />

Questa visita è stata molto interessante per la vastità della città<br />

e per la possibilità <strong>di</strong> lanciarsi in uno shopping frenetico,<br />

aggirandosi tra gli enormi centri commerciali.<br />

Non sono state apportate mo<strong>di</strong>fiche al lavoro dei ragazzi. Così<br />

si spiega perché Norimberga, la città più grande fra quelle<br />

visitate, venga liquidata con due frasi: a Norimberga i ragazzi<br />

sono andati da soli, organizzandosi il sabato, giorno libero per<br />

la scuola, con i loro partner; dopo una settimana <strong>di</strong> visite<br />

guidate, spiegazioni, storie e leggende, che hanno seguito<br />

sicuramente con interesse, dovevano un po’ sfogarsi,<br />

“lanciandosi appunto in uno shopping frenetico”, anche in<br />

considerazione dell’imminente partenza e del desiderio <strong>di</strong><br />

portare a casa un regalino per tutti e un ricordo per sé.<br />

46


Mi Ricordo<br />

<strong>di</strong> Paola Andreotti<br />

Docente <strong>di</strong> Storia dell’Arte presso il Corso Linguistico dell’ITC<br />

“A. <strong>Fossati</strong>” dal 1994 al 2002.<br />

Mi ricordo<br />

una giovane studentessa <strong>di</strong> architettura e il suo amore per gli<br />

spazi barocchi<br />

Il giorno dell’esame <strong>di</strong> Storia dell’arte, ripetendo i nomi<br />

stranieri che non riusciva a memorizzare, vagheggiava viaggi<br />

lontani da quei nomi evocati.<br />

Balthasar Neumann non era <strong>di</strong>fficile da ricordare e tante erano<br />

le emozioni spaziali suggerite dalle sue architetture estreme ,<br />

sfide dell’inventiva alla ragione e forse un giorno da architetto<br />

sarebbe andata a Würzburg al palazzo vescovile , in fondo, se<br />

c’era stato il Tiepolo, non era così lontano… ma a<br />

Vierzehnheiligen, l’opera immortale del grande architetto del<br />

Settecento, non sarebbe mai andata se non riusciva nemmeno a<br />

pronunciarne il nome.<br />

E poi dov’era quella grande chiesa <strong>di</strong> pellegrinaggio, <strong>di</strong> cui il<br />

libro riproduceva la pianta giocata sull’intersezione <strong>di</strong> ovali e<br />

circonferenze in un fluire continuo dello spazio? E qual era il<br />

significato del nome ? forse chiesa della Vergine….<br />

Mi ricordo<br />

una docente <strong>di</strong> Storia dell’arte del Liceo Linguistico “A.<br />

<strong>Fossati</strong>” , molto innamorata dell’architettura e dell’arte , poco<br />

migliorata nello stu<strong>di</strong>o delle lingue straniere<br />

Pronta a vivere a <strong>Bayreuth</strong> l’esperienza dello scambio,<br />

preparandosi alla programmata visita a Würzburg scoprire, con<br />

stupore , non solo che Vierzehnheiligen non era lontano da<br />

<strong>Bayreuth</strong> ma che si trattava della chiesa dei quattor<strong>di</strong>ci Santi,<br />

niente a che vedere con la Vergine..<br />

47


Mi ricordo<br />

quella domenica mattina, la pioggia battente che rischiava <strong>di</strong><br />

infrangere il sogno , poi la gioia <strong>di</strong> andare e l’emozione<br />

dapprima contenuta alla vista dell’esterno , poi fortissima e<br />

improvvisa all’interno, dove complessità e virtuosismi , come<br />

in musica, nascevano con naturalezza dalla libera e sapiente<br />

combinazione <strong>di</strong> riconoscibili strutture geometriche .<br />

In quell’unione <strong>di</strong> cielo e terra , <strong>di</strong> passato e presente, i ricor<strong>di</strong><br />

lontani si mescolarono ai nuovi affetti vicini ed oggi il ricordo<br />

<strong>di</strong> Vierzehnheiligen rimane legato a Detlev e all’immagine<br />

sacra donata per propiziare il nostro ritorno a casa e<br />

ovviamente a Liviana , che ringrazio per tutto.<br />

Il santuario <strong>di</strong> Vierzehnheiligen<br />

48


Visita a Vierzehnheiligen<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Le avevo appena proposto <strong>di</strong> partecipare allo scambio con<br />

<strong>Bayreuth</strong> che la mia collega Paola Andreotti, insegnante <strong>di</strong><br />

storia dell’arte nel corso Linguistico Letterario Moderno,<br />

cominciò a parlarmi del santuario <strong>di</strong> Vierzehnheiligen, avendo<br />

scoperto, non senza emozione, che si trovava abbastanza<br />

vicino alla città. Io, che dopo <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> scambi credevo <strong>di</strong><br />

aver visto tutte le eminenze architettoniche della Franconia, mi<br />

sentii quanto mai ignorante, ma, al tempo stesso cominciai a<br />

pregustare quella visita, se non altro per il fatto che le visite ai<br />

luoghi d’arte con le colleghe della materia sono sempre<br />

esperienze in<strong>di</strong>menticabili. Una volta a <strong>Bayreuth</strong>, il primo<br />

pomeriggio libero da impegni con i ragazzi ci recammo<br />

fiduciose in un’agenzia viaggi per chiedere come si poteva<br />

arrivare a Vierzehnheiligen, se in treno, se in pullman… La<br />

nostra richiesta provocò una reazione a catena <strong>di</strong> incuriosita<br />

perplessità ed anche un leggero <strong>di</strong>sappunto, dato che<br />

solitamente in Germania l’impiegato che non sa rispondere alla<br />

richiesta del cliente o dell’utente si sente in <strong>di</strong>fetto, per non <strong>di</strong>re<br />

in colpa. Così, uno dopo l’altro, furono coinvolti tutti gli<br />

impiegati dell’agenzia. Un ragazzo ricordava che il nonno<br />

gliene parlava come <strong>di</strong> un luogo <strong>di</strong> pellegrinaggi; un impiegato<br />

più anziano c’era stato tanto tempo prima, facendo appunto un<br />

lungo tratto a pie<strong>di</strong>; un’impiegata consigliava decisamente una<br />

macchina. Sembrava quasi una situazione italiana, in cui tutti si<br />

pro<strong>di</strong>gano in spiegazioni e consigli; l’unica <strong>di</strong>fferenza è che lì<br />

le persone non hanno l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> parlare tutte insieme ed<br />

evitano quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> ripetere cose già dette per il semplice fatto<br />

che non hanno ascoltato. Dunque conclusero che, scartando la<br />

macchina, non rimaneva che un pullman e un bel tratto a pie<strong>di</strong>.<br />

Quando fummo fuori, ci rendemmo conto dell’ingenuità della<br />

richiesta: anche a La Spezia è più facile prenotare un volo<br />

internazionale che trovare i mezzi pubblici per i santuari in<br />

collina. E poi ai santuari non si va a pie<strong>di</strong>? In quel caso però<br />

49


non fu necessario, perché il nostro collega Polaczek, appena<br />

seppe <strong>di</strong> questo desiderio, organizzò una gita a<br />

Vierzehnheiligen per la domenica successiva, anch’egli<br />

rammaricato <strong>di</strong> non averci pensato prima. La domenica mattina<br />

il tempo era pessimo, ma che in Germania “das Wetter spielt<br />

keine Rolle” 10 , è una cosa che si impara presto. La pioggia<br />

fredda e torrenziale ci accompagnò per tutto il tragitto, tanto<br />

che giunti sul posto, non riuscii a vedere niente <strong>di</strong> eccezionale<br />

nella facciata della chiesa. Trasmetteva un’impressione <strong>di</strong><br />

imponenza sicuramente, ma contro quel cielo plumbeo risultava<br />

anche opprimente.<br />

Per contrasto l’interno fu ancor più sorprendente: il chiarore e<br />

la leggerezza <strong>di</strong> quel barocco con ricca decorazione rococò<br />

facevano sparire il grigio e persino il freddo <strong>di</strong> fuori. Il bianco<br />

predominante delle pareti conferiva al tutto una prima<br />

impressione <strong>di</strong> semplicità, laddove invece c’era, a ben guardare,<br />

una profusione <strong>di</strong> stucchi dorati nelle nervature che si<br />

intrecciavano nella volta del soffitto, riccamente affrescato con<br />

un tripu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> colori vivaci. Era un’impressione <strong>di</strong>versa da<br />

quella che trasmettono le nostre chiese barocche, coeve della<br />

basilica <strong>di</strong> Vierzehnheiligen. Era leggiadria allo stato puro, una<br />

chiesa delicata e possente al tempo stesso, che metteva serenità,<br />

come il suo nome, così <strong>di</strong>fficile per la mia collega, ma così<br />

beneaugurante: la chiesa dei quattor<strong>di</strong>ci santi, i 14 santi<br />

ausiliatori, che, secondo un’antica tra<strong>di</strong>zione cristiana, nata<br />

quasi sicuramente in Germania, proteggono da <strong>di</strong>verse malattie<br />

e calamità. <strong>Da</strong>lla spiegazione scoprii che la fama della chiesa<br />

fra gli esperti <strong>di</strong> architettura è in realtà legata alla struttura<br />

particolare e alla pianta, combinazione <strong>di</strong> croce latina<br />

longitu<strong>di</strong>nale e pianta ellittica centrale. Ma per me<br />

Vierzehnheiligen resta soprattutto quell’impressione <strong>di</strong><br />

luminosità improvvisa e rasserenante che ci trasportò <strong>di</strong> colpo<br />

10<br />

Il tempo non ha nessuna importanza. Alla lettera la traduzione suona: Il<br />

tempo non gioca nessun ruolo.<br />

50


dalla gravità dell’esterno in una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> letizia e <strong>di</strong><br />

levità, con la stessa forza <strong>di</strong> contrasto <strong>di</strong> quando, in opposta<br />

situazione, da un esterno assolato si entra nella penombra<br />

carica <strong>di</strong> arre<strong>di</strong> e <strong>di</strong> pesanti decori <strong>di</strong> una delle nostre chiese<br />

tardobarocche.<br />

Notizie sulla chiesa.<br />

La chiesa <strong>di</strong> Vierzehnheiligen si trova presso Bad Staffelstein,<br />

nell’Alta Franconia, in posizione dominante sulla valle del<br />

Meno, a 60 Km da <strong>Bayreuth</strong> e fa parte dell’arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />

Bamberg. Fu costruita nella seconda metà del Settecento su<br />

progetto del celebre architetto Balthasar Neumann ed è<br />

de<strong>di</strong>cata ai 14 Santi Ausiliatori.<br />

La chiesa, che ebbe nel 1897, da Papa Leone XIII, il titolo <strong>di</strong><br />

Basilica Minor, è nota come meta <strong>di</strong> pellegrinaggi, a ricordo<br />

delle apparizioni miracolose che qui avvennero nel 1445,<br />

quando, si narra, per ben tre volte, un bambino apparve al<br />

giovane pastore Hermann Leicht, circondato da 13 bambini più<br />

piccoli. Dopo poco fu registrato il primo miracolo.<br />

Decisamente singolare è la struttura architettonica con l’altare<br />

maggiore collocato al centro della chiesa, nella navata<br />

principale, equi<strong>di</strong>stante dall’ ingresso e dall’altare del coro e<br />

circondato dalle statue policrome dei quattor<strong>di</strong>ci santi.<br />

51


V – <strong>Bayreuth</strong>, Wagner e la Musica<br />

La musica<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

La fama internazionale <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> è legata prevalentemente al<br />

Festival wagneriano. Ma questo evento, che pur si staglia in<br />

posizione <strong>di</strong> assoluto rilievo nel panorama culturale della città e<br />

richiama ogni estate un pubblico cosmopolita, preparato ed<br />

esigente, è affiancato, nel corso dell’anno, da altri appuntamenti<br />

musicali e teatrali sempre <strong>di</strong> alto livello.<br />

I più importanti sono l’Osterfestival (Il Festival <strong>di</strong> Pasqua)<br />

che, dalla sua istituzione nel 1995, propone cicli <strong>di</strong> ottimi<br />

concerti, dalla musica classica al jazz; il Festival del Barocco,<br />

che dal 2000 ogni anno, nel mese <strong>di</strong> settembre, mette in scena<br />

spettacoli <strong>di</strong> teatro musicale barocco, che rappresentano spesso<br />

vere riscoperte <strong>di</strong> opere a torto trascurate che si inseriscono<br />

perfettamente nell’ambiente rococò del Teatro dei Margravi; la<br />

Fränkische Festwoche ( la settimana del Festival Francone),<br />

che, nello stesso teatro, presenta opere liriche e balletti; il ciclo<br />

Musica <strong>Bayreuth</strong>, che, ormai giunto alla 48^ e<strong>di</strong>zione,<br />

metterà in scena quest’anno, per celebrare i 300 anni dalla<br />

nascita della Margravia Guglielmina, “Argenore”, l’unica opera<br />

da lei composta; l’Internationales Jugendfestspieltreff, che<br />

dal 1950 raduna per un mese, in estate, giovani musicisti da<br />

tutto il mondo; dal 1991 si tiene a <strong>Bayreuth</strong> anche un<br />

Jazzfestspiel, che attira un numero crescente <strong>di</strong> visitatori. La<br />

musica è <strong>di</strong> casa ovunque nella città <strong>di</strong> Liszt e <strong>di</strong> Wagner: dai<br />

concerti <strong>di</strong> musica classica, sacra o profana, nelle chiese, al<br />

jazz dei locali studenteschi, la città propone innumerevoli<br />

eventi musicali, che sono frequentati da un pubblico eterogeneo<br />

per età ed estrazione sociale, a <strong>di</strong>mostrazione del fatto che la<br />

passione per la musica occupa un posto importante nella vita<br />

<strong>di</strong> molti abitanti. Siccome la terminologia della musica è in<br />

Italiano, anche da lì deriva per molti l’interesse per la nostra<br />

52


lingua, che spesso si manifesta come una vera e propria<br />

passione.<br />

A questo proposito ho ancora un vivo ricordo <strong>di</strong> uno spettacolo<br />

rappresentato al Teatro dell’Opera dei Margravi. Si trattava de<br />

“L’Orfeo” <strong>di</strong> Carl Heinrich Graun, il compositore <strong>di</strong> corte del<br />

re <strong>di</strong> Prussia, Federico II. L’opera, con libretto in Italiano,<br />

veniva messa in scena dai Musikfestspiele <strong>di</strong> Potsdam, con la<br />

regia <strong>di</strong> Hinrich Horstkottes e chiudeva la stagione 2003 del<br />

Festival del Barocco. Il pubblico seguì l’opera con grande<br />

attenzione e concentrazione. Negli intervalli mi giunsero<br />

all’orecchio da più parti della sala tentativi <strong>di</strong> lettura del testo e<br />

numerosi commenti sulla straor<strong>di</strong>naria musicalità della nostra<br />

lingua.<br />

Villa Wahnfried, attualmente sede del Museo Wagner<br />

53


Il Festival<br />

<strong>di</strong> Anna Schiavon<br />

Docente <strong>di</strong> Italiano e Storia presso l’ITCS “A. <strong>Fossati</strong>”<br />

dal1986 al 2007, ha partecipato a tre scambi.<br />

<strong>Bayreuth</strong> è una città <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e, anzi, piccole <strong>di</strong>mensioni; eppure<br />

stupisce per vari motivi.<br />

Innanzitutto è una città monumentale, ricca <strong>di</strong> antichi ed<br />

eleganti palazzi, molti <strong>di</strong> stile barocco, che danno al centro<br />

storico un’aria solenne benché non austera perché i colori delle<br />

facciate sono chiari, i tetti spesso sono rossi e le finestre<br />

abbellite da fiori . Molte delle strade centrali non sono asfaltate,<br />

ma in pietra; poche automobili le percorrono e gli abitanti si<br />

muovono in un’atmosfera complessivamente silenziosa. Solo la<br />

via principale, la Maximilianstrasse, quella che accoglie i<br />

numerosi negozi, risulta particolarmente animata, soprattutto<br />

nella stagione calda quando la vita si svolge all’aperto.<br />

Ma un secondo motivo <strong>di</strong> meraviglia, il più importante,<br />

riguarda l’aspetto culturale: una volta l’anno, in piena estate,<br />

questa città <strong>di</strong> provincia <strong>di</strong>venta una capitale europea, la<br />

capitale europea della musica. Ciò accade in occasione del<br />

Festival della musica <strong>di</strong> Wagner che richiama appassionati da<br />

tutto il mondo ed ha una risonanza internazionale. In Italia i<br />

giornali de<strong>di</strong>cano ampi servizi a questo evento ( Il Sole 24 ore –<br />

nell’inserto domenicale de<strong>di</strong>cato alla cultura- non manca <strong>di</strong><br />

informare e commentare le magistrali esecuzioni delle opere<br />

wagneriane in scena quell’anno) e riportano il calendario dei<br />

programmi ra<strong>di</strong>ofonici che seguono lo svolgimento delle<br />

manifestazioni musicali.<br />

In quelle settimane la città vive un fermento inusuale: molti<br />

cercano inutilmente biglietti introvabili perché le prenotazioni,<br />

confermate con anticipo <strong>di</strong> mesi o ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> anni,<br />

esauriscono ogni possibilità. Innumerevoli turisti affluiscono<br />

in città e <strong>Bayreuth</strong> risponde pienamente alle aspettative dei<br />

convenuti. Gli alberghi pullulano <strong>di</strong> signori in gran<strong>di</strong> toilettes<br />

54


da sera fin dalle prime ore del pomeriggio poiché le opere <strong>di</strong><br />

Wagner, per la loro lunghezza, iniziano alle16; taxi silenziosi e<br />

puntuali trasportano gli elegantissimi e fortunati spettatori. Lo<br />

spettacolo, che si svolge nel Festspielhaus, è degno <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

teatri come La Scala <strong>di</strong> Milano. L’organizzazione è perfetta e<br />

curata in ogni dettaglio. Giovani maschere impeccabili e gentili<br />

accolgono e accompagnano i partecipanti. Un settore del<br />

teatro è, inoltre, de<strong>di</strong>cato al ristoro: nelle lunghe pause – circa 1<br />

ora – tra un atto e l’altro gli spettatori possono cenare o gustare<br />

spuntini <strong>di</strong> qualità. Per gli ospiti sono riservati tavoli preparati<br />

con cura e gusto raffinato: il rosso delle tovaglie e la<br />

brillantezza dei cristalli, insieme a fiori e candele abbelliscono<br />

le mense dove ogni ospite trova il suo nome nel posto<br />

assegnato. Nulla è lasciato all’improvvisazione, i particolari<br />

sod<strong>di</strong>sfano l’occhio e le esigenze <strong>di</strong> ognuno. La compagnia è<br />

piacevole: accanto a privati cultori della musica siedono i nomi<br />

più prestigiosi dell’amministrazione e della cultura citta<strong>di</strong>na.<br />

Tutto questo si ripete ogni anno. La città aspetta questo evento<br />

come il più importante e si prepara ad esso rimettendosi a<br />

nuovo: è l’ occasione per rinnovare gli arre<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni, lustrare<br />

e abbellire le vie al fine <strong>di</strong> celebrare al meglio la musica del suo<br />

figlio più illustre: Richard Wagner.<br />

55


<strong>Bayreuth</strong> e Wagner<br />

<strong>di</strong> Anna Schiavon<br />

Wagner e <strong>Bayreuth</strong>: un binomio inscin<strong>di</strong>bile, due elementi<br />

in<strong>di</strong>stinguibili.<br />

La presenza del Maestro si avverte ovunque, soprattutto nei<br />

luoghi dove la città esprime la sua cultura. Ma dove avviene l’<br />

estrema sintesi? Nel teatro del festival, il Festspielhaus, situato<br />

sulla collina verde della città, dove, ogni anno, dalla fine <strong>di</strong><br />

Luglio alla fine <strong>di</strong> Agosto, vengono rappresentate alcune delle<br />

opere del grande musicista.<br />

Quando, pochi minuti prima delle quattro del pomeriggio, nel<br />

piazzale antistante l’ingresso del teatro, si levano nell’aria le<br />

note iniziali dell’ouverture, allora si avverte nell’intimo che una<br />

magia sta per avvenire ancora una volta: il “genio” esprime se<br />

stesso legando a sé ed alla città gli animi <strong>di</strong> quanti attendevano<br />

quel momento da tempo.<br />

<strong>Da</strong>lle trombe d’oro dei maestri musici calano sugli spettatori,<br />

che si apprestano ad entrare, i suoni <strong>di</strong> una musica superba,<br />

temuta per la sua complessità, ma forte e delicata insieme, che<br />

incarna la forza ma anche la sensibilità <strong>di</strong> uno spirito, quello<br />

umano, capace <strong>di</strong> affascinare, <strong>di</strong> ammaliare anche i più scettici.<br />

All’interno del teatro, una volta pronti a lasciarsi inondare dalla<br />

musica, si compie e si conclude il “miracolo”: le note<br />

avvolgono chi ascolta elevandone l’animo verso orizzonti<br />

spirituali non immaginati. In<strong>di</strong>menticabile, forse ripetibile, ma<br />

mai uguale, lo spettacolo produce un’emozione ineffabile<br />

lasciando un’impronta indelebile.<br />

Anche nel silenzio del teatro vuoto, è possibile, per chi non ha<br />

potuto assistere ad alcuna rappresentazione, vivere<br />

un’atmosfera unica ed avvertire il palpito <strong>di</strong> un’arte capace <strong>di</strong><br />

raggiungere e scuotere le corde più profonde del cuore.<br />

56


Ho avuto l’insperata fortuna <strong>di</strong> partecipare alla<br />

rappresentazione del Tannhäuser <strong>di</strong> Wagner nell’agosto del<br />

2007 con la delegazione del Comune <strong>di</strong> La Spezia. Non<br />

immaginavo che l’emozione sarebbe stata così forte. A parte il<br />

sentirmi onorata e privilegiata, rivedere <strong>Bayreuth</strong> in una veste<br />

<strong>di</strong>versa da come l’avevo vissuta altre volte in occasione degli<br />

scambi a cui avevo partecipato è stata un’esperienza nuova.<br />

Sembrava che un fremito percorresse la città; tutti apparivano<br />

eccitati ed impegnati per l’evento annuale, quello del Festival<br />

che pervade veramente la vita quoti<strong>di</strong>ana rendendo l’ambiente<br />

citta<strong>di</strong>no più accogliente e attraente del solito.<br />

Inizio ufficiale del Festival al Festspielhaus<br />

57


VI – La Famiglia<br />

La mamma tedesca<br />

<strong>di</strong> Valentina Suerz<br />

Conseguita la Licenza Linguistica al <strong>Fossati</strong>, nel 2004,<br />

Valentina si è in seguito laureata in Biotecnologie<br />

all’Università <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne e si sta attualmente specializzando in<br />

Farmacologia.<br />

La prima volta che mi sono recata a <strong>Bayreuth</strong> avevo appena 15<br />

anni e ricordo, come ora, che durante il tragitto non ho smesso<br />

un secondo <strong>di</strong> pensare alla famiglia in cui sarei andata a vivere<br />

per una settimana. Si, è vero, il figlio, Thomas, lo conoscevo<br />

già, visto che in precedenza era stato ospite a casa mia, ma mi<br />

continuavo a domandare come sarebbero stati i genitori, cosa si<br />

sarebbero aspettati da me, come avrei comunicato con loro,<br />

dato che era il mio primo anno <strong>di</strong> tedesco e <strong>di</strong> parole o frasi ne<br />

sapevo ben poche…<br />

Appena arrivata, ho dovuto fare i conti imme<strong>di</strong>atamente con un<br />

uso <strong>di</strong>verso dal nostro: poiché Thomas non era potuto venire a<br />

prendermi, i suoi genitori, non conoscendomi e non avendomi<br />

mai vista prima <strong>di</strong> allora, avevano pensato bene <strong>di</strong> preparare<br />

una ban<strong>di</strong>erina con su scritto il mio nome ed il mio cognome.<br />

In quel momento le mie compagne <strong>di</strong> classe si sono messe a<br />

ridere, perché ero l’unica in quella situazione ed io mi sono<br />

sentita un po’a <strong>di</strong>sagio.<br />

Ben presto, però, ho capito che ero capitata in una famiglia<br />

davvero speciale: il papà, Xaver, mi ha colpito per la sua<br />

allegria, per la sua cor<strong>di</strong>alità e per la sua straor<strong>di</strong>naria voglia <strong>di</strong><br />

fare.<br />

Thomas, il figlio, è un ragazzo straor<strong>di</strong>nario; ricordo <strong>di</strong> essere<br />

rimasta stupefatta soprattutto per il suo modo <strong>di</strong> parlare<br />

italiano: non <strong>di</strong>co che sapesse comunicare come una persona <strong>di</strong><br />

madrelingua, ma quasi. A volte, mi sentivo davvero incapace se<br />

58


paragonata a lui, ma nessuno mi ha mai fatto sentire questa<br />

<strong>di</strong>fferenza, anzi, ciascuno in famiglia, come poteva, mi aiutava.<br />

Di sicuro, però, la persona che mi ha colpito più <strong>di</strong> tutti, è stata<br />

la mamma, Helga, un vero “gendarme”! Per lei tutto doveva<br />

essere perfetto per il mio arrivo e qualsiasi mia richiesta o<br />

desiderio doveva essere assecondato.<br />

Mi ricordo che un giorno mi ha cucinato perfino la pasta fatta<br />

con le sue mani: il risultato non è stato un granché, ma è stata<br />

una cosa che mi ha toccato molto, perché l’aveva preparata<br />

proprio per farmi sentire a casa. Ad<strong>di</strong>rittura una sera, prima <strong>di</strong><br />

andare a letto, ho trovato sul como<strong>di</strong>no un cioccolatino a forma<br />

<strong>di</strong> cuore con su scritto “Für meinen Engel” (Per il mio angelo)<br />

e questo gesto mi ha davvero commossa.<br />

La cosa più bella è che, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> quasi sei anni da quando<br />

mi sono recata a casa loro, comunichiamo ancora sia per lettera<br />

che per telefono. Inoltre il nostro legame si è rafforzato<br />

ulteriormente coinvolgendo tutta la mia famiglia, infatti, più<br />

volte ci siamo scambiati delle visite nel corso degli anni.<br />

Helga non si è mai <strong>di</strong>menticata <strong>di</strong> un Natale o <strong>di</strong> un mio<br />

compleanno: ho sempre ricevuto, in tali occasioni, cioccolatini,<br />

addobbi natalizi confezionati da lei, soprammobili e via<br />

<strong>di</strong>cendo.<br />

Dopo l’esame <strong>di</strong> maturità, poi, il gemellaggio La Spezia-<br />

<strong>Bayreuth</strong> mi ha dato l’opportunità <strong>di</strong> ritornare a <strong>Bayreuth</strong> per<br />

lavorare presso il municipio, ma purtroppo, mi sono ammalata<br />

gravemente e non ho potuto svolgere il mio lavoro. Helga<br />

veniva a trovarmi ogni giorno, mi portava i frullati <strong>di</strong> frutta, mi<br />

accompagnava dal suo me<strong>di</strong>co per farmi curare, insomma mi<br />

considerava come la figlia che non ha mai avuto ed è stata ed è<br />

tuttora la mia “mamma tedesca”.<br />

Sono molto riconoscente all’<strong>Istituto</strong> <strong>Fossati</strong> per avermi dato<br />

quest’opportunità che mi ha arricchita profondamente e mi ha<br />

dato la possibilità <strong>di</strong> perfezionare la conoscenza del tedesco, <strong>di</strong><br />

conoscere nuove realtà, culture ed usanze e consiglierei a tutti i<br />

nuovi arrivati <strong>di</strong> provare quest’esperienza, perché è unica ed<br />

in<strong>di</strong>menticabile.<br />

59


Le preoccupazioni svanirono subito<br />

<strong>di</strong> Marta Costa<br />

Conseguita la Licenza Linguistica al <strong>Fossati</strong> nel 2006, Marta<br />

presta attualmente servizio civile.<br />

Nel settembre dell’anno 2003 frequentavo la terza classe<br />

dell’In<strong>di</strong>rizzo Linguistico del <strong>Fossati</strong> e, informata dalla<br />

Professoressa Melosci dell’iniziativa ormai consolidata dello<br />

scambio culturale con una classe <strong>di</strong> un liceo <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>, ho<br />

subito aderito con entusiasmo. Naturalmente, mi sentivo un po’<br />

titubante nell’affrontare questa esperienza, che per me era la<br />

prima, perché non sapevo come mi sarei trovata a vivere una<br />

settimana con una famiglia straniera, con abitu<strong>di</strong>ni e cultura<br />

<strong>di</strong>verse dalle nostre.<br />

Le mie preoccupazioni svanirono nel momento in cui parlai con<br />

Lena, la ragazza che mi ospitava, una delle sue due sorelle e<br />

Irene, la madre. Quest’ultima, essendo stata in vacanza nel<br />

nostro paese, cercava <strong>di</strong> mettermi a mio agio cucinando,<br />

qualche volta, piatti all’italiana. Perfino il loro cane, Ronja, mi<br />

trattava come un membro della famiglia venendomi a svegliare<br />

ogni mattina.<br />

Tutti i pomeriggi, dopo la scuola, Lena mi accompagnava in<br />

giro per farmi conoscere i luoghi più interessanti e <strong>di</strong>vertenti <strong>di</strong><br />

<strong>Bayreuth</strong>: come, ad esempio, l’Eremitage ed il centro termale,<br />

oppure il centro commerciale e la <strong>di</strong>scoteca della città.<br />

Un giorno, Lena, sapendo che praticavo l’equitazione, mi fece<br />

una gra<strong>di</strong>ta sorpresa, portandomi ad un centro ippico, dove sua<br />

sorella, Anna, aveva una cavalla, che mi fece montare.<br />

Quando tornai in Italia, ero così entusiasta della mia esperienza<br />

in Germania, che i miei genitori, l’anno successivo, mi<br />

accompagnarono a <strong>Bayreuth</strong> per conoscere quella famiglia così<br />

ospitale e per vedere quei luoghi che avevo tanto decantato.<br />

Sicuramente, in futuro ci torneremo per un’altra vacanza.<br />

60


A braccia aperte…<br />

<strong>di</strong> Giulia Biagioni 4^A Linguistico<br />

Anche quest’anno, come l’anno scorso, ho aderito allo scambio<br />

con <strong>Bayreuth</strong> per approfon<strong>di</strong>re ancora <strong>di</strong> più la mia conoscenza<br />

della lingua e della cultura tedesca.<br />

Questa esperienza mi ha permesso <strong>di</strong> trascorrere una bella<br />

settimana in una famiglia tedesca dove mi sono trovata<br />

veramente bene. Infatti fin da quando sono scesa dal pullman<br />

mi hanno accolta a braccia aperte, pur non sapendo ancora nulla<br />

<strong>di</strong> me, facendomi sentire parte della famiglia. Quando sono<br />

venuti a prendermi, mi hanno ad<strong>di</strong>rittura portato un mazzo <strong>di</strong><br />

fiori.<br />

Durante la settimana abbiamo visitato alcune città come<br />

Kulmbach, Norimberga e Bamberga, insieme agli insegnanti.<br />

Di pomeriggio però avevamo tutto il tempo per stare con le<br />

nostre partner che ci hanno fatto conoscere <strong>Bayreuth</strong> dal vivo:<br />

non solo quin<strong>di</strong> gli e<strong>di</strong>fici storici e i monumenti, ma anche tanti<br />

negozi, dove ci siamo dati allo shopping.<br />

Con la famiglia ho visitato le grotte <strong>di</strong> Pottenstein, nella<br />

Fränkische Schweiz, la Svizzera Francone. A proposito <strong>di</strong><br />

famiglia devo aggiungere che mi hanno sempre coinvolta nelle<br />

loro conversazioni, spiegandomi anche in inglese dove non<br />

arrivavo con il tedesco. Mi hanno anche insegnato a cucinare<br />

dei piatti tedeschi. I genitori avevano una catena <strong>di</strong> macellerie<br />

che mi hanno fatto visitare, spiegandomi l’utilizzo dei vari<br />

macchinari. Anche quest’anno sono rimasta contenta del<br />

soggiorno in Germania, forse anche più dell’anno scorso. Se<br />

potessi ci andrei tutti gli anni, prolungando anche la<br />

permanenza, perché penso che questo sia il modo più efficace<br />

per imparare la lingua.<br />

Quello che <strong>di</strong>ce Giulia a proposito della lingua può sembrare<br />

esagerato, se si pensa alla brevità del soggiorno. Eppure anche<br />

una settimana, se sfruttata bene, può produrre un visibile<br />

61


miglioramento nell’acquisizione della lingua. In particolare si<br />

nota nei ragazzi che non si sono rifugiati nell’italiano per<br />

pigrizia o per timidezza, una maggiore flui<strong>di</strong>tà nell’espressione<br />

orale e una migliore comprensione orale. Molti ragazzi<br />

tornano dallo scambio con una carica nuova e con il proposito<br />

<strong>di</strong> imparare bene la lingua, perché hanno capito che,<br />

attraverso questa conoscenza, si apre loro un mondo.<br />

Il parco dell’Eremitage<br />

62


VII – Gli Amici, i Partner<br />

E’ scoppiata la gioia<br />

<strong>di</strong> Mariachiara Nuzzo 2^ C<br />

Scambio scolastico con <strong>Bayreuth</strong>, 22 – 29 settembre 2008.<br />

Un’esperienza meravigliosa, un viaggio lungo, ma una<br />

settimana volata come un giorno, all’apice del <strong>di</strong>vertimento,<br />

della cultura, della scoperta <strong>di</strong> luoghi nuovi, delle risate e<br />

dell’esasperazione delle proff.!<br />

Partenza alle ore 7 <strong>di</strong> lunedì 22 settembre e arrivo alle 19<br />

circa….. Quando abbiamo rivisto i partner tedeschi è scoppiata<br />

la gioia. Rivederli dopo tanto ha fatto uno strano effetto, un<br />

effetto bellissimo….<br />

Giovedì abbiamo festeggiato tutti insieme il compleanno <strong>di</strong> una<br />

nostra compagna andando in un enorme parco, incantevole,<br />

dove aveva vissuto un eremita. La sera poi c’è stata la festa a<br />

sorpresa a casa della corrispondente <strong>di</strong> questa ragazza la quale,<br />

naturalmente, si è molto emozionata.<br />

Ogni giorno siamo usciti con i nostri partner quando eravamo<br />

liberi dagli impegni comuni, anche senza i professori e siamo<br />

andati in giro a <strong>di</strong>vertirci. Le foto sono state scattate a centinaia,<br />

il cibo non era così tremendo come alcuni <strong>di</strong> noi pensavano, le<br />

famiglie sono stati molto ospitali e gentili, o comunque per<br />

molti <strong>di</strong> noi è stato così! L’unico inconveniente è stato il freddo<br />

polare. Ma la vacanza è stata veramente splen<strong>di</strong>da! Il giorno<br />

della partenza per molti, me compresa, è stato quasi tragico…!<br />

E’ stata un’iniziativa veramente azzeccata e ben organizzata;<br />

spero <strong>di</strong> tornare presto in quel luogo ora ricco <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>!<br />

63


<strong>Bayreuth</strong>: la mia seconda casa<br />

<strong>di</strong> Jacopo Borrotti<br />

Studente dell’In<strong>di</strong>rizzo Linguistico del <strong>Fossati</strong>, si è <strong>di</strong>plomato<br />

nel 2005. Frequenta attualmente la Facoltà <strong>di</strong> Scienze<br />

Politiche e Internazionali presso l’Università <strong>di</strong> Pisa.<br />

<strong>Bayreuth</strong> questa citta<strong>di</strong>na della parte settentrionale della<br />

Baviera e capitale della Franconia Superiore è entrata nel mio<br />

cuore, e i motivi per i quali vi è entrata possono essere tanti ;<br />

non ne saprei trovare uno in particolare, ma posso <strong>di</strong>re che è<br />

nato da subito un feeling speciale, una passione che è durata<br />

nel tempo. Questo mio scritto su <strong>Bayreuth</strong> nasce da una<br />

domanda che mi è stata posta un giorno:<br />

A che cosa pensi quando pensi a <strong>Bayreuth</strong>?<br />

La domanda mi lascia un po’ <strong>di</strong> stucco sul momento, e non ho<br />

un’idea ben precisa, ma provo una gran confusione <strong>di</strong><br />

sentimenti e <strong>di</strong> pensieri. Il mio rapporto con <strong>Bayreuth</strong> è un<br />

rapporto che comincia nell’aprile 2003, attraverso uno scambio<br />

scolastico e proseguirà, sotto il profilo scolastico, fino al<br />

giugno 2005. <strong>Da</strong> questi scambi ho avuto l’opportunità <strong>di</strong><br />

conoscere mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> pensare e <strong>di</strong> vivere <strong>di</strong>versi dai miei, <strong>di</strong><br />

incontrare nuova gente. Ma la cosa più bella è che i rapporti<br />

con le persone conosciute sono continuati nel tempo e il mio<br />

rapporto con <strong>Bayreuth</strong> è <strong>di</strong>ventato una cosa extrascolastica.<br />

Mi sono infatti recato a <strong>Bayreuth</strong> molte altre volte, dopo gli<br />

scambi scolastici, e il ricordo è sempre legato a splen<strong>di</strong><strong>di</strong><br />

soggiorni.<br />

La prima è stata nel febbraio 2005, poi nell’ agosto 2006 e<br />

<strong>di</strong>verse altre volte, in cui ho potuto conoscere ancora <strong>di</strong> più la<br />

città e il suo stile <strong>di</strong> vita, ho avuto la possibilità <strong>di</strong> vivere le mie<br />

esperienze e <strong>di</strong> crescere sotto il profilo personale. Ho<br />

conosciuto persone provenienti da tutto il mondo: Turchia,<br />

Me<strong>di</strong>o Oriente, Russia, Brasile, Asia, Croazia, Maghreb ed<br />

anche tanti nostri connazionali. Molti <strong>di</strong> questi rapporti si sono<br />

64


mantenuti, quin<strong>di</strong>, quando penso a <strong>Bayreuth</strong>, penso a queste<br />

persone che giu<strong>di</strong>co amiche.<br />

Per me <strong>Bayreuth</strong> rappresenta soprattutto un luogo dove respiro<br />

aria <strong>di</strong> famiglia. Infatti nell’agosto 2006, mentre seguivo un<br />

corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> a Monaco <strong>di</strong> Baviera , aspettavo solo il weekend<br />

per poter andare a <strong>Bayreuth</strong>, trascorrere un po’<strong>di</strong> tempo con gli<br />

amici e sentirmi in famiglia. Ricordo splen<strong>di</strong><strong>di</strong> weekend e<br />

ricordo che ogni volta, mentre tornavo in<strong>di</strong>etro con il treno,<br />

effettuando il cambio alla stazione <strong>di</strong> Norimberga, mi veniva<br />

la voglia <strong>di</strong> tornare a <strong>Bayreuth</strong>, anziché proseguire in <strong>di</strong>rezione<br />

<strong>di</strong> Monaco. Molte persone pensavano che non fossi del tutto<br />

normale, quando <strong>di</strong>cevo che preferivo stare a <strong>Bayreuth</strong> invece<br />

che a Monaco; però era così. Anche a Monaco avevo amici<br />

con i quali uscivo, però a <strong>Bayreuth</strong> sentivo più calore. Ma<br />

<strong>Bayreuth</strong> non ha rappresentato solo questo. Spesso ha<br />

rappresentato un luogo dove riuscivo a estraniarmi dai pensieri,<br />

dai problemi che ho incontrato e a passare giorni <strong>di</strong> tranquillità<br />

e <strong>di</strong> serenità.<br />

L’ultima volta che sono stato a <strong>Bayreuth</strong> risale a più <strong>di</strong> un anno<br />

e mezzo fa. Ma <strong>Bayreuth</strong> è sempre nei miei pensieri e spero <strong>di</strong><br />

poterci tornare presto, anche perché sono sempre in contatto<br />

con molte persone residenti là. In conclusione posso affermare<br />

che quando penso a <strong>Bayreuth</strong>, ho molti ricor<strong>di</strong>, penso ad<br />

amici, a qualche ragazza e il tutto lo identifico in una sola<br />

spiegazione:<br />

<strong>Bayreuth</strong> rappresenta la mia seconda casa .<br />

Jacopo esprime con grande sincerità il significato che può<br />

avere l’incontro e il confronto con una realtà <strong>di</strong>versa da quella<br />

<strong>di</strong> casa per un adolescente. Il suo primo contatto con <strong>Bayreuth</strong><br />

è avvenuto grazie allo scambio e da subito nacque il feeling<br />

con la città e con i nuovi amici. La” seconda casa”, quella<br />

d’elezione, gli ha offerto la <strong>di</strong>mensione giusta per far<br />

emergere una parte della personalità e ha rappresentato, in<br />

modo concreto, quell’altrove cui tendono tanti ragazzi, quando<br />

il mondo noto si fa stretto.<br />

65


Il momento della partenza<br />

<strong>di</strong> Serena Marcucci<br />

Serena ha conseguito la licenza <strong>di</strong> Liceo Linguistico al <strong>Fossati</strong><br />

nel 2007. Come <strong>di</strong>ce lei stessa in questo scritto è impiegata in<br />

un’azienda locale.<br />

Ho partecipato al progetto dello scambio scolastico con<br />

<strong>Bayreuth</strong> per due anni consecutivi. Mi ricordo che ogni<br />

mattina, una volta arrivati a scuola, i nostri partner ci<br />

accompagnavano in un’aula a<strong>di</strong>bita a au<strong>di</strong>torium dove<br />

incontravamo i nostri insegnanti.<br />

Nell'attesa avevamo sempre un sacco <strong>di</strong> cose da raccontarci:<br />

com'era il nostro partner, le nostre impressioni sulla famiglia<br />

ospitante, la casa, che cosa avevamo mangiato o fatto nel<br />

pomeriggio. Molti <strong>di</strong> noi erano entusiasti, ma non mancava chi<br />

si lamentava, chi per motivi futili, chi per il semplice gusto <strong>di</strong><br />

farlo. (Il cibo non è buono, la mia partner abita troppo <strong>di</strong>stante<br />

da <strong>Bayreuth</strong>, mi manca la mia famiglia, ecc).<br />

Nonostante questo, alla fine della settimana, tutti noi, chi più e<br />

chi meno, eravamo tristi <strong>di</strong> dover andare via.<br />

<strong>Da</strong>vanti al pullman, a pochi istanti dalla partenza, si assisteva a<br />

meste scene <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>i. A salutarci c'era sempre tanta gente: i<br />

nostri partner, molti dei loro genitori, gli insegnanti e il preside<br />

della scuola.<br />

Ognuno <strong>di</strong> noi viveva quel momento in un modo personale,<br />

tutto suo; c'era chi parlava del più e del meno come se niente<br />

fosse, chi pensava al viaggio <strong>di</strong> ritorno, chi si prometteva <strong>di</strong><br />

non perdersi mai <strong>di</strong> contatto, chi se ne stava in silenzio, chi si<br />

abbracciava, chi piangeva.<br />

66


In particolar modo mi ricordo dell' ad<strong>di</strong>o con la mia ultima<br />

partner, Anna; al momento del saluto mi è scoppiata a piangere<br />

tra le braccia.<br />

Io sono rimasta <strong>di</strong> sasso, non sapevo cosa fare per calmarla,<br />

così ho fatto la prima cosa che mi è venuta in mente: le ho<br />

lasciato un anello a me caro che portavo al <strong>di</strong>to, promettendole<br />

che sarei tornata a riprenderlo e ci siamo promesse <strong>di</strong> scriverci.<br />

L' anno dopo sono tornata a <strong>Bayreuth</strong> con un altro progetto e ho<br />

rivisto Anna una sola volta. Ora ho iniziato la vita dei “gran<strong>di</strong>”:<br />

lavoro in un ufficio 8 ore al giorno, dal lunedì al venerdì. Con<br />

Anna non mi sento più, il tedesco temo <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticarlo e non so<br />

se o quando tornerò in Germania.<br />

Quella dello scambio è un' esperienza unica, che fai negli anni<br />

della scuola e che forse non si ripeterà più; è una cosa che ti<br />

cambia e ti segna per sempre, è come se una parte <strong>di</strong> te restasse<br />

lì; solo chi l' ha fatto può capire.<br />

Con la sua determinazione e la sua maturità, non stupisce che<br />

Serena abbia già iniziato” la vita dei gran<strong>di</strong>”, come era nelle<br />

sue intenzioni fin dai tempi della scuola. Lo scambio ha<br />

rappresentato per lei una parentesi importante, alla quale<br />

restano legati non solo ricor<strong>di</strong> piacevoli, ma soprattutto<br />

emozioni.<br />

67


VIII – Lo Stile <strong>di</strong> Vita<br />

<strong>Impressioni</strong> in or<strong>di</strong>ne sparso<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

E’ <strong>di</strong>fficile, se non impossibile, rendersi conto in una settimana<br />

o poco più dello stile <strong>di</strong> vita delle famiglie. Inoltre molto<br />

<strong>di</strong>pende – come è ovvio – dalla famiglia stessa. Addentriamoci<br />

quin<strong>di</strong> con un po’ <strong>di</strong> cautela nella selva dei ricor<strong>di</strong> che si<br />

incidono nella memoria con la forza particolare del confronto,<br />

ma che talvolta proprio da questo possono essere con<strong>di</strong>zionati.<br />

La prima cosa che in genere colpisce i ragazzi è l’ampiezza<br />

delle abitazioni. Specialmente se si tratta <strong>di</strong> case in<strong>di</strong>pendenti,<br />

sono me<strong>di</strong>amente molto più gran<strong>di</strong> delle nostre e non è raro<br />

che i giovani che ancora vivono in famiglia, abbiano un piano<br />

tutto per sé, talvolta la mansarda.<br />

La cura dell’esterno occupa molto tempo: i giar<strong>di</strong>ni sono ben<br />

curati e attrezzati per godere al meglio ogni momento <strong>di</strong> bel<br />

tempo, il marciapiede davanti a casa deve essere sempre pulito<br />

e possibilmente abbellito con piante e fiori. Molteplici sono le<br />

occupazioni del tempo libero, da ogni tipo <strong>di</strong> sport alla musica.<br />

A questo proposito è emblematico il racconto della sua notte <strong>di</strong><br />

San Silvestro, che mi ha fatto la mia amica Hilo poche ore fa,<br />

mentre lavoravo a questa pubblicazione. Dopo che lei, il<br />

marito e il figlio avevano assistito ad un concerto <strong>di</strong> musiche <strong>di</strong><br />

Vival<strong>di</strong> alla Stadthalle, sono tornati a casa, hanno cenato con le<br />

tra<strong>di</strong>zionali Bratwürste 1 poi si sono cambiati e, sci in spalla e<br />

lanternino sulla fronte, sono saliti sull’ Ochsenkopf 12 , arrivando<br />

sulla cima in tempo per festeggiare l’anno nuovo a meno 10°,<br />

in mezzo alla neve e sotto uno splen<strong>di</strong>do cielo stellato, insieme<br />

ad alcuni altri temerari incontrati sul posto. Dopo i fuochi <strong>di</strong><br />

1<br />

Le classiche salsicce arrostite.<br />

12<br />

E’ la seconda cima più alta del Fichtelgebirge, il massiccio montuoso non<br />

lontano da <strong>Bayreuth</strong>, meta <strong>di</strong> sci invernale.<br />

68


artificio e un bicchiere dello spumante portato da casa per<br />

l’occasione, sono scesi lungo la pista.<br />

Forse questo è un esempio estremo, ma ho conosciuto molte<br />

persone nella cerchia allargata dei colleghi ed amici, che si<br />

de<strong>di</strong>cano ad un hobby o ad uno sport con grande serietà e<br />

determinazione, un pizzico in più <strong>di</strong> quello che normalmente<br />

avviene da noi, anche se le attività del tempo libero non sono<br />

molto <strong>di</strong>verse.<br />

Ci sono i ciclisti che fanno a tappe tutto il corso del <strong>Da</strong>nubio e<br />

non si fermano neppure con un tempo da lupi; ci sono le<br />

persone che collezionano oggetti, ad esempio riproduzioni <strong>di</strong><br />

animali e , non contente <strong>di</strong> riempire la casa <strong>di</strong> tale ossessione,<br />

danno ad<strong>di</strong>rittura vita ad un’associazione che organizza<br />

incontri e conferenze sul tema. Ci sono molti appassionati <strong>di</strong><br />

trekking e <strong>di</strong> free climbing che sfruttano tutte le possibilità<br />

delle modeste pareti delle montagne vicine. Ci sono gli<br />

appassionati <strong>di</strong> equitazione che trovano nella campagna<br />

circostante molti allevamenti e maneggi, se ad<strong>di</strong>rittura non<br />

hanno un proprio cavallo. C’è il marito <strong>di</strong> Hilo, appassionato <strong>di</strong><br />

caccia come molti altri nella zona, che ha una sua riserva, a<br />

pochi chilometri da casa , che può raggiungere facilmente al<br />

termine della sua impegnativa giornata <strong>di</strong> me<strong>di</strong>co. Non so se sia<br />

così in tutta la Germania, ma in Franconia per andare a caccia si<br />

deve aver affittato una riserva o essere stati invitati da chi ne ha<br />

una. Avere una riserva comporta una serie <strong>di</strong> obblighi che<br />

riguardano la pulizia del bosco, il rimboschimento, il<br />

risarcimento dei danni provocati ai seminati dai cinghiali e così<br />

via. E’ dunque un impegno oneroso, ripagato solo dalla grande<br />

passione che ti costringe a lunghe e solitarie postazioni notturne<br />

in attesa <strong>di</strong> una preda che poi, non <strong>di</strong> rado, ti accontenti <strong>di</strong><br />

veder passare, perché non si può e comunque non si vuole<br />

abbattere una madre con i piccoli. Questo modo <strong>di</strong> andare a<br />

caccia non ha nulla a che fare con il lavoro <strong>di</strong> squadra e le<br />

battute che si usano da noi; è piuttosto un immergersi nella<br />

natura, <strong>di</strong>ventare tutt’uno con la notte, il freddo, i rumori e i<br />

profumi del bosco, acuire i sensi per riuscire a vincere la sfida<br />

69


prima con se stessi e poi con gli animali. Anch’io, che non amo<br />

la caccia, riesco a intuire il fascino <strong>di</strong> questa impresa. Devo poi<br />

aggiungere che nella campagna attorno a <strong>Bayreuth</strong>, come in<br />

molta parte della campagna italiana, la caccia è davvero ancora<br />

un’attività <strong>di</strong> vecchia tra<strong>di</strong>zione e la cucina locale annovera fra<br />

le specialità molti piatti <strong>di</strong> selvaggina.<br />

Un’altra tra<strong>di</strong>zione viva e presente anche fra i più giovani è<br />

l’amore per la musica e per il canto.<br />

Non c’è famiglia dove non si suoni almeno uno strumento, non<br />

c’è scuola che non abbia il suo coro, non c’è manifestazione<br />

pubblica dove non si esibisca un gruppo musicale, un coro, una<br />

banda. I giovani ascoltano ovviamente volentieri anche la<br />

musica contemporanea, ma non <strong>di</strong>sdegnano i concerti <strong>di</strong> musica<br />

classica o la lirica e molti <strong>di</strong> loro si esibiscono in canti<br />

tra<strong>di</strong>zionali e Lieder. Un aspetto che balza agli occhi è<br />

l’impegno con il quale tutti, giovani e anziani, si de<strong>di</strong>cano alle<br />

attività del tempo libero, come se anche in queste ci si dovesse<br />

sempre e comunque attendere un risultato. Viene da pensare<br />

che, così facendo, anche il tempo libero <strong>di</strong>venti fonte <strong>di</strong> stress.<br />

Non sono in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>re se sia effettivamente così; mi pare<br />

però che la meticolosità e la ricerca della perfezione nel fare le<br />

cose siano così integrate alla mentalità corrente, che la continua<br />

sfida con se stessi, più che fonte <strong>di</strong> stress, sia fonte <strong>di</strong><br />

sod<strong>di</strong>sfazione. L’impressione che riporto ogni volta che vado a<br />

<strong>Bayreuth</strong> e trascorro qualche giorno con i miei amici e le loro<br />

famiglie è che lì le cose “accadano”, semplicemente accadano,<br />

per una fortunata, ma al tempo stesso determinata coincidenza<br />

<strong>di</strong> volontà e <strong>di</strong> impegno in<strong>di</strong>viduale e collettivo e per una<br />

preziosa integrazione dei singoli nella realtà, che viene sempre<br />

tenuta presente, nei suoi aspetti positivi e negativi. Il rapporto<br />

con la realtà pare più imme<strong>di</strong>ato e, forse, più innocente. Le cose<br />

si <strong>di</strong>cono, ma soprattutto si fanno. Sembra solo una questione <strong>di</strong><br />

approccio e invece è un fatto sostanziale.<br />

Forse è questo che confusamente avvertono anche i nostri<br />

studenti quando <strong>di</strong>cono che a <strong>Bayreuth</strong> c’è più vita e che la città<br />

non è solo legata al suo passato, ma proiettata verso il futuro.<br />

70


L’impressione dei ragazzi è sicuramente dovuta anche al fatto<br />

che <strong>Bayreuth</strong> è sede universitaria da oltre trent’anni e ospita<br />

studenti da tutta la Germania. Sono i giovani che riempiono i<br />

locali del centro e che animano le tante manifestazioni culturali.<br />

Allo stesso tempo tutti riportano un’impressione <strong>di</strong> calma e<br />

tranquillità del contesto citta<strong>di</strong>no. Bisogna considerare che<br />

<strong>Bayreuth</strong> è una realtà <strong>di</strong> provincia; il centro è concentrato nella<br />

vasta area pedonale della Maximilianstraße e delle sue traverse;<br />

non può perciò avere i ritmi <strong>di</strong> una metropoli. Tuttavia anch’io<br />

ho notato spesso una maggiore rilassatezza o per meglio <strong>di</strong>re<br />

una minore agitazione nel fare le cose, rispetto alla nostra<br />

realtà, che è anche quella <strong>di</strong> una città <strong>di</strong> provincia. Ad esempio<br />

le poche volte che sono riuscita a sottrarmi alla gentilezza e<br />

alla <strong>di</strong>sponibilità dell’amica che mi ospita abitualmente e che<br />

abita a 15 chilometri da <strong>Bayreuth</strong> e a prendere un autobus per<br />

andare in centro, mi ha colpito il fatto che l’autista e i<br />

passeggeri, per lo più persone anziane, si salutino e che alla<br />

fermata prenotata l’autista aspetti con calma tutto il tempo<br />

necessario perché chi deve scendere si alzi dal proprio posto e<br />

si avvii all’uscita. Forse sono soltanto i ritmi della campagna,<br />

forse la spiegazione è da ricercare, almeno in parte,<br />

nell’organizzazione efficiente dei servizi e delle attività, oltre<br />

che nella <strong>di</strong>visione più netta fra il tempo libero e il tempo del<br />

lavoro. Quando si lavora, in genere, tutta la concentrazione è<br />

riservata all’obiettivo da raggiungere, piccolo o grande che sia.<br />

Ovviamente anche a <strong>Bayreuth</strong>, nel corso delle tante visite, ho<br />

sentito parlare <strong>di</strong> persone non adeguate al compito, <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sfunzioni, <strong>di</strong> ritar<strong>di</strong> dovuti a inefficienze burocratiche. Ma<br />

l’impressione è che questi fatti vengano percepiti come intoppi<br />

da risolvere e risolvibili, non come una “fatalità” cui non ci si<br />

possa sottrarre. Il tempo libero però è veramente un’istituzione<br />

intoccabile, in cui si esplica una parte non marginale della<br />

personalità. Ecco allora la cura nel preparare i viaggi e nel<br />

catalogare i ricor<strong>di</strong> dei luoghi visitati, nell’organizzare le feste e<br />

le ricorrenze, nell’arredare gli interni che devono essere cal<strong>di</strong> e<br />

confortevoli. A questo proposito devo <strong>di</strong>re che, per quanto<br />

71


incre<strong>di</strong>bile possa sembrare, spesso i tedeschi lamentano il<br />

freddo delle nostre case d’inverno. Le loro infatti sono costruite<br />

con tutti gli accorgimenti possibili per immagazzinare il caldo,<br />

dato che la stagione fredda può arrivare a tra<strong>di</strong>mento in<br />

qualsiasi momento dell’anno. E allora si è temprati per il freddo<br />

all’esterno, non ci si ferma con nessuna intemperie, ma a casa il<br />

tepore è d’obbligo. Così come dovuto sembra il benessere <strong>di</strong><br />

cui godono, che non è affatto scevro da attenzione per la<br />

salvaguar<strong>di</strong>a dell’ambiente e da coscienza civica, ma che si<br />

avverte come una sorta <strong>di</strong> ricompensa per un lavoro ben fatto.<br />

Infatti, nonostante sia <strong>di</strong>ffusa anche qui la sensazione <strong>di</strong><br />

precarietà del futuro, specialmente fra i giovani, e si lamenti<br />

una situazione <strong>di</strong> crisi che induce al pessimismo, l’impressione<br />

è che la misura <strong>di</strong> questo fenomeno sia decisamente più<br />

contenuta rispetto ai nostri parametri e soprattutto non abbia<br />

intaccato la fiducia nei meccanismi <strong>di</strong> reazione della società e<br />

nell’importanza dell’impegno per trovare la propria<br />

collocazione nel mondo. In confronto ad altre regioni della<br />

Germania, che ho avuto occasione <strong>di</strong> conoscere, mi sembra <strong>di</strong><br />

poter affermare che in questa zona il legame fra genitori e figli<br />

adulti sia più stretto e con ciò più vicino alla nostra mentalità;<br />

tuttavia altrettanto naturale è il processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco dalla<br />

famiglia da un lato e <strong>di</strong> “consegna” alla società dall’altro,<br />

perché il rapporto <strong>di</strong> fiducia fra i due poli è sostanzialmente<br />

integro.<br />

72


L’accoglienza e la mentalità<br />

<strong>di</strong> Cristina Bertini 5^ B Linguistico<br />

Sono passati tre anni da quando ho fatto il mio primo scambio<br />

culturale con <strong>Bayreuth</strong>, eppure il ricordo <strong>di</strong> quella piccola città<br />

accogliente e ricca mi è rimasto impresso nella mente.<br />

È stata un’esperienza così costruttiva, che ho voluto ripeterla; è<br />

stata positiva sotto tutti i punti <strong>di</strong> vista: linguistico, perché ho<br />

migliorato il mio tedesco, culturale, perché ho visitato musei<br />

ed e<strong>di</strong>fici storici e ho potuto ammirare paesaggi meravigliosi,<br />

affettivo, grazie alle famiglie che mi hanno ospitata e alle due<br />

partner. Appena arrivata sono stata colpita dalla loro gentilezza,<br />

dal rispetto e dall’educazione; non avevo mai ricevuto<br />

un’accoglienza così calorosa da parte <strong>di</strong> persone estranee.<br />

Ho notato una mentalità molto <strong>di</strong>versa dalla nostra; le persone<br />

che ho conosciuto (ma anche quelle che ho semplicemente<br />

visto passare per strada) mi hanno fatto capire che per loro il<br />

rispetto delle regole e della città è fondamentale: per esempio<br />

girando per il centro sono rimasta molto colpita dalla pulizia e<br />

dalla cura, non si trovano cartacce, mozziconi <strong>di</strong> sigaretta o<br />

altra spazzatura per strada; i ragazzi rispettano tutte le leggi sul<br />

fumo e sull’alcool.<br />

Anche le case mi hanno impressionata. Sono molto più gran<strong>di</strong><br />

delle nostre e sono generalmente molto curate, soprattutto<br />

nell’esterno. I giar<strong>di</strong>ni infatti sono l’orgoglio dei padroni <strong>di</strong><br />

casa che conoscono il nome <strong>di</strong> ogni fiore e <strong>di</strong> ogni arbusto;<br />

appena il tempo lo permette invitano gli amici per fare una<br />

grigliata all’aperto.<br />

L’ospitalità è impeccabile, tutte e due le famiglie mi hanno<br />

trattata come se fossi stata veramente una dei loro figli, non mi<br />

hanno fatto mancare niente.<br />

Abbiamo visitato musei, residenze e e<strong>di</strong>fici storici, ma<br />

comunque il tempo libero per il <strong>di</strong>vertimento con i partner, per<br />

scoprire la <strong>Bayreuth</strong> meno culturale e più giovanile, non è<br />

mancato.<br />

73


È un’esperienza unica, in<strong>di</strong>menticabile e formativa che<br />

consiglio a tutti anche se una settimana è sempre troppo corta<br />

per ambientarsi bene, per riuscire a parlare il tedesco senza<br />

confusione e per conoscere le partner.<br />

<strong>Bayreuth</strong>, l’Hofgarten<br />

74


Tutto programmato!<br />

<strong>di</strong> Martina Schiffini 5^ B Linguistico<br />

Circa tre anni fa ci avevano proposto uno scambio culturale<br />

con la Germania, più precisamente con la città <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>,<br />

gemellata con La Spezia.<br />

L’idea ci incuriosiva e in molti ragazzi abbiamo accettato,<br />

anche perché era un’opportunità per vedere e conoscere un altro<br />

paese e i suoi abitanti.<br />

Prima della partenza abbiamo tenuto contatti con i nostri<br />

partner tedeschi e dopo qualche mese siamo partiti.<br />

Indubbiamente è stata un’occasione unica, perché abbiamo<br />

visto posti nuovi, molto belli, ma soprattutto perché abbiamo<br />

incontrato una cultura e un modo <strong>di</strong> vivere <strong>di</strong>versi dal nostro<br />

ed è proprio questa la cosa che più mi ha colpito. L’esperienza<br />

è stata così positiva che l’ ho ripetuta l’anno successivo.<br />

Entrambe le famiglie che mi hanno ospitata erano molto<br />

simpatiche e molto gentili; mi hanno trattato veramente bene,<br />

come se fossi figlia loro. Se ci sono state <strong>di</strong>fficoltà, sono state<br />

circoscritte al cibo, perché le abitu<strong>di</strong>ni in questo campo sono<br />

molto <strong>di</strong>verse. Ad esempio una volta io e un’altra ragazza<br />

ospite abbiamo pranzato con una crostata casalinga. Era molto<br />

buona, ma ci è sembrato strano. In Germania inoltre hanno un<br />

senso della pulizia e dell’or<strong>di</strong>ne che forse a noi un po’ manca,<br />

soprattutto nei luoghi pubblici. Si potrebbe definire un altro<br />

mondo; la <strong>di</strong>fferenza è lampante, si sente non appena si mette<br />

piede per le strade della città. Inoltre noi studenti che abbiamo<br />

visitato la loro scuola, ci siamo subito resi conto dell’alto<br />

livello che hanno.<br />

Per quanto fossero <strong>di</strong>verse le due famiglie che mi hanno<br />

ospitata, analogo è il loro stile <strong>di</strong> vita: tutto è stabilito da orari,<br />

tutti i giorni sono programmati e organizzati per l’intera<br />

settimana.<br />

Ogni giorno è organizzato e sud<strong>di</strong>viso fra varie attività, molte<br />

delle quali compongono il loro tempo libero. Tutti i ragazzi<br />

75


suonano almeno uno strumento, praticano sport e spesso si<br />

de<strong>di</strong>cano al volontariato. Ad esempio una delle mie due partner<br />

suonava il flauto e faceva parte dei boy scout; il fratello<br />

suonava la chitarra e giocava a calcio.<br />

La settimana intera è stata interessante sotto tutti i punti <strong>di</strong><br />

vista; infatti c’era il momento per così <strong>di</strong>re culturale, ma poi<br />

anche quello del <strong>di</strong>vertimento come il bowling, le terme<br />

immerse nel verde, lo shopping e non <strong>di</strong>mentichiamo il loro<br />

passatempo preferito, cioè birra, Wurst e canti popolari.<br />

L’abitu<strong>di</strong>ne a programmare tutto con largo anticipo è<br />

sicuramente un tratto <strong>di</strong>stintivo della mentalità tedesca; in<br />

questo non ho riscontrato <strong>di</strong>fferenze fra i vari Länder. Se<br />

nell’organizzazione della vita pubblica ciò costituisce un<br />

evidente punto <strong>di</strong> forza perché riduce notevolmente l’incidenza<br />

degli imprevisti, nella sfera privata può risultare per noi un po’<br />

pedante. Così come eccessivo ci appare talvolta il rispetto<br />

degli orari, che in linea <strong>di</strong> principio è un’ottima abitu<strong>di</strong>ne e<br />

segno <strong>di</strong> buona educazione, che non dovrebbe però <strong>di</strong>ventare<br />

un’ossessione. Non mi verrebbe mai in mente <strong>di</strong> attraversare in<br />

auto tutta la zona pedonale <strong>di</strong> un centro città - meglio non <strong>di</strong>re<br />

<strong>di</strong> quale città della Franconia si tratti - per arrivare in tempo<br />

ad una visita guidata, alla quale, per giunta, partecipavano<br />

solo altre due persone oltre al nostro gruppo. Eppure, senza<br />

quella clamorosa e, per fortuna, senza conseguenze, infrazione<br />

al co<strong>di</strong>ce della strada, avremmo perso la visita prenotata.<br />

“Elastici e flessibili” è la ricorrente raccomandazione del<br />

professor Polaczek ai suoi alunni che partecipano allo scambio<br />

con La Spezia. <strong>Da</strong> quale angolazione la si deve intendere?<br />

Vuole essere un invito a correggere una certa rigi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />

comportamento, semplicemente rilassandosi, o vuole essere<br />

un’esortazione alla tolleranza verso un <strong>di</strong>verso contesto?<br />

76


La gente è varia<br />

<strong>di</strong> <strong>Da</strong>niela Lamura<br />

Conseguita la licenza <strong>di</strong> liceo linguistico all’ ISS “<strong>Fossati</strong> - <strong>Da</strong><br />

<strong>Passano</strong>” nel 2008, <strong>Da</strong>niela è attualmente iscritta alla Facoltà<br />

<strong>di</strong> Lingue e Letterature Straniere dell’Università <strong>di</strong> Pisa.<br />

Ho avuto la possibilità <strong>di</strong> andare a <strong>Bayreuth</strong> ben tre volte, due<br />

volte con lo scambio ed una con lo stage estivo. Senza dubbio,<br />

quella più ricca è stata proprio questa, mi ha fatto crescere, mi<br />

ha fatto apprezzare cose, situazioni, persone, che prima non ho<br />

saputo cogliere nel profondo, e ha fatto sì che il mio cuore si<br />

arricchisse <strong>di</strong> più.<br />

Non <strong>di</strong>menticherò mai questa città. La scuola mi ha dato<br />

l’opportunità <strong>di</strong> conoscerla e lì ho lasciato l’anima e questo farà<br />

sì che un giorno, non molto lontano, tornerò a prenderla..<br />

È stata un’esperienza intensa, mi sono goduta ogni singolo<br />

attimo seppur ci siano stati anche problemi <strong>di</strong> tipo logistico,<br />

perché nella casa dello studente <strong>di</strong> Bussardweg, dove eravamo<br />

alloggiate, all’arrivo mancava praticamente tutto.<br />

Ma, passata la prima notte, ci siamo rimboccate le maniche e<br />

abbiamo girato tutti i supermercati <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> per rifornirci <strong>di</strong><br />

tutto ciò che mancava.<br />

Fare insieme le cose è totalmente un’altra cosa, abbiamo<br />

imparato a convivere!<br />

Ho avuto l’onore <strong>di</strong> iniziare a lavorare per prima, esattamente il<br />

2 agosto, al Richard Wagner Museum. Quella sera non dovevo<br />

poi fare molto, c’era un concerto <strong>di</strong> un soprano lirico e il mio<br />

compito era solo quello <strong>di</strong> controllare che tutti avessero fatto il<br />

biglietto, sorridere e per il resto del tempo parlare con la<br />

collega, una signora <strong>di</strong> una certa età, dolcissima, che faceva<br />

battute su battute circa la performance del soprano, un amore <strong>di</strong><br />

donna…<br />

Mi era parso buono l’impatto e credevo che dal giorno dopo in<br />

poi sarebbe sempre stato così. Ma non fu per niente così. Il mio<br />

compito era quello <strong>di</strong> girare senza sosta per tutto il museo per<br />

77


controllare che nessuno facesse foto o che nessuno toccasse<br />

niente, o che nessuno togliesse le barriere per andare da una<br />

stanza del museo all’altra, senza così seguire il percorso logico<br />

del museo. Non potete capire, già la mattina alle 9 il museo era<br />

completamente PIENOOOOOOOO!!!<br />

Devo ammettere che le ore in quel museo non passavano mai!<br />

Mi hanno in seguito mandato a lavorare all’Opernhaus; lì sì<br />

che mi sono trovata davvero bene!!! Il mio compito era quello<br />

<strong>di</strong> consegnare au<strong>di</strong>oguide alle persone che venivano a vedere la<br />

mostra sul Graal, quin<strong>di</strong> ero sempre in contatto con gente<br />

<strong>di</strong>versa, <strong>di</strong> età <strong>di</strong>versa ed era un’occasione per imparare sempre<br />

<strong>di</strong> più il tedesco. Le mie colleghe erano fantastiche, non mi<br />

sono mai annoiata lì dentro!!! C’era sempre qualcosa da fare!!!<br />

Nel tempo libero io e le altre stagiste andavamo a fare shopping<br />

o a passare un paio d’ore al nostro caffè preferito: “ Eis Cafe<br />

San Remo”!!! Era <strong>di</strong>ventato il nostro punto <strong>di</strong> ritrovo anche con<br />

altri ragazzi <strong>di</strong> nazionalità <strong>di</strong>versa dalla nostra, abbiamo<br />

conosciuto un sacco <strong>di</strong> persone <strong>di</strong>verse!<br />

La vita <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> è molto <strong>di</strong>versa da quella che conduciamo<br />

qui (o almeno è quello che penso io); la mentalità è <strong>di</strong>versa, i<br />

mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertirsi sono più semplici e sani, la gente sorride<br />

sempre, è sempre allegra, i negozi sono vari, la gente è varia,<br />

qui sembra che tutti siano usciti in serie da una fabbrica!!!<br />

È questo uno dei mille aspetti positivi <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>!!<br />

Ricorderò per sempre quest’esperienza, la porterò sempre nel<br />

cuore e se posso consiglierei a tutti quelli che hanno<br />

l’opportunità <strong>di</strong> andare, andare e andare a <strong>Bayreuth</strong>!!!<br />

78


Bienenwettflugweltmeisterschaft<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Ecco, ci siamo! Il terrore <strong>di</strong> tutti i principianti: le parole<br />

chilometriche del tedesco, allora esistono davvero! In realtà<br />

basta un attimo e la paura passa. Questi non sono altro che<br />

composti che si appoggiano sull’ultima parola ed è sufficiente<br />

una conoscenza iniziale della lingua per scomporli nei singoli<br />

elementi lessicali e ricostruirne così il significato. Il bello <strong>di</strong><br />

queste formazioni è che si possono inventare all’occorrenza,<br />

come appunto nel caso <strong>di</strong> questo “parolone”, che è stato coniato<br />

in esclusiva per la fantasiosa gara a cui hanno dato vita alcuni<br />

apicoltori <strong>di</strong> Heinersreuth, tranquillo paese <strong>di</strong> campagna a<br />

pochi chilometri dal centro <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>. Anche in questo<br />

angolo <strong>di</strong> Germania, come nei nostri paesi, tutte le scuse sono<br />

buone per organizzare feste e sagre, legate per lo più ai tempi e<br />

ai riti della tra<strong>di</strong>zione conta<strong>di</strong>na. Certo, in questo caso, la<br />

fantasia si è scatenata oltre ogni limite. A chi altri è mai venuto<br />

in mente <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>re un “campionato mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> volo<br />

competitivo <strong>di</strong> api”? Ammesso che ci sia una buona dose <strong>di</strong><br />

gioco in tutto ciò, sono testimone del fatto che una simile gara è<br />

avvenuta davvero. I molti apicoltori della zona hanno riunito le<br />

loro arnie in un gran prato, ai margini del paese e, ad un<br />

segnale stabilito, hanno liberato gli sciami; dopo<strong>di</strong>ché è per me<br />

ancora oggi un mistero come abbiano potuto stabilire quale ape<br />

sia tornata per prima all’alveare, anche se mi hanno spiegato<br />

che le api erano state segnate con un numerino e le prime<br />

arrivate sono state catturate con un bicchiere mentre cercavano<br />

<strong>di</strong> entrare nell’ alveare che era stato chiuso nel frattempo. Di<br />

fatto c’è stata la proclamazione <strong>di</strong> un vincitore e poi musica,<br />

balli e frittelle (ovviamente con il miele). Rispetto alla corsa<br />

delle api, l’Eisparty, ovvero una grigliata all’aperto, in mezzo<br />

alla neve, seguita da una refrigerante corsa sui pattini su un<br />

laghetto ghiacciato – parola <strong>di</strong> Detlev – è segno <strong>di</strong> scarsa<br />

fantasia.<br />

79


Un’altra festa a cui ho avuto occasione <strong>di</strong> assistere mi ha<br />

ricordato invece una tra<strong>di</strong>zione dell’infanzia, che qui da noi si è<br />

andata perdendo: il falò <strong>di</strong> San Giovanni. E’ stato<br />

particolarmente suggestivo assistere, appena scesa la sera, al<br />

grande falò della catasta <strong>di</strong> legna preparata in cima ad una<br />

collinetta nella campagna circostante <strong>Bayreuth</strong>, mentre in<br />

lontananza, sulla cima delle altre colline, si scorgevano altri<br />

fuochi. Le feste popolari sono, come da noi, un’occasione per<br />

stare insieme, <strong>di</strong>vertirsi in modo semplice e, al tempo stesso,<br />

mantenere vive le tra<strong>di</strong>zioni, indossare i costumi <strong>di</strong> un tempo e<br />

gustare i piatti tipici. Fra tante, la più importante è la<br />

Bürgerfest che si svolge a luglio nella vasta zona pedonale del<br />

centro storico e richiama visitatori da tutta la regione.<br />

L’atmosfera più suggestiva è però quella del Weihnachtsmarkt,<br />

il mercatino <strong>di</strong> Natale, che ormai si trova in ogni città tedesca.<br />

Quello <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> non sarà famoso come quello <strong>di</strong><br />

Norimberga, ma è pur sempre un’esperienza particolare, dato<br />

che il clima natalizio, che qui si comincia ad avvertire ai primi<br />

<strong>di</strong> ottobre, esalta l’indefinibile Gemütlichkeit 13 cui tutte le<br />

famiglie tedesche attribuiscono una così grande importanza.<br />

Tutte le feste vedono la collaborazione attenta e qualificata<br />

della Feuerwehr 14 , che come <strong>di</strong>ce il mio collega con<br />

riconoscenza, “ si occupa ed è responsabile <strong>di</strong> tutto”.<br />

13<br />

E’ il corpo dei Vigili del Fuoco Volontari, che rappresenta in Germania<br />

una vera istituzione e che, oltre a contrastare gli incen<strong>di</strong>, svolge un’infinità<br />

<strong>di</strong> compiti. Per la notorietà e la fama che l’accompagnano si potrebbe<br />

accostare alla nostra Croce Rossa.<br />

14<br />

La Gemütlichkeit , legata al contesto abitativo, è un concetto<br />

<strong>di</strong>fficilmente traducibile. Si potrebbe definire il quid che racchiude ed<br />

esprime l’anima della casa e che rende gradevole e comodo l’abitarla:<br />

tepore, arredamento confortevole ed armonico dal punto <strong>di</strong> vista estetico,<br />

luci soffuse, silenzio.<br />

80


Formale o informale?<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Spesso noi insegnanti, durante i nostri soggiorni a <strong>Bayreuth</strong>,<br />

abbiamo riportato l’impressione che la cura della forma nelle<br />

relazioni interpersonali, <strong>di</strong> carattere anche solo vagamente<br />

ufficiale, si consideri più importante che da noi. Per la verità è<br />

un’impressione che ho avuto anche in altre regioni tedesche,<br />

ma forse qui è più accentuata.<br />

L’abbiamo notato nei rapporti con i docenti del RWG, con i<br />

rappresentanti dell’amministrazione citta<strong>di</strong>na, con i membri <strong>di</strong><br />

associazioni culturali. E’ il caso del Preside che si prepara un<br />

bel <strong>di</strong>scorso in Italiano in occasione della sua visita a La<br />

Spezia; sono i ragazzi del coro della scuola, che per l’esibizione<br />

in nostro onore, vestono abiti eleganti; è il ricevimento in<br />

Comune, accompagnato sempre da un <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> benvenuto -<br />

per la verità questo avviene anche a La Spezia -; è il Kaffee und<br />

Kuchen 15 offerto dalla DIG 16 in un elegante locale del Centro;<br />

è l’abbigliamento particolarmente curato per lo spettacolo<br />

teatrale.<br />

Queste osservazioni sembrerebbero in contrasto con quanto<br />

viene detto altrove, rispetto al rapporto forma/sostanza e<br />

all’impressione che a <strong>Bayreuth</strong> prevalga decisamente<br />

l’attenzione alla sostanza. In realtà il contrasto non c'è, perché<br />

la forma viene curata proprio come completamento e finitura<br />

<strong>di</strong> un lavoro o come espressione <strong>di</strong> un ruolo. Altra cosa è la<br />

cura della facciata fine a se stessa.<br />

Consapevoli <strong>di</strong> questo aspetto della mentalità, noi insegnanti, <strong>di</strong><br />

solito, invitiamo i ragazzi a non vestire in modo troppo<br />

“casual” e a non assumere atteggiamenti troppo <strong>di</strong>sinvolti nelle<br />

occasioni ufficiali. I nostri alunni in genere ci ascoltano e in<br />

15<br />

Con “Kaffee und Kuchen” si intende l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> consumare, a metà<br />

pomeriggio, un caffè con una bella fetta <strong>di</strong> dolce. Per questo, soprattutto nei<br />

pomeriggi dei giorni festivi, le pasticcerie sono affollate specialmente <strong>di</strong><br />

signori anziani.<br />

16<br />

Deutsch-Italienische Gesellschaft : è la Società Tedesco-Italiana.<br />

81


qualche occasione hanno rischiato per questo <strong>di</strong> deludere gli<br />

ospiti, perdendo quella spontaneità che tutti si aspettano da<br />

loro. E’ successo, ad esempio, durante uno dei tra<strong>di</strong>zionali<br />

ricevimenti in Municipio che i nostri ragazzi ,”catechizzati” dal<br />

mio collega e da me sull’opportunità <strong>di</strong> non sfigurare a fronte<br />

<strong>di</strong> un altro gruppo <strong>di</strong> ragazzi in scambio, proveniente dagli<br />

Stati Uniti, si siano trovati, entrando compiti e tirati a lucido<br />

nella sala del ricevimento, tutti gli ospiti americani seduti<br />

tranquillamente per terra. A quel punto sono stati invitati a fare<br />

altrettanto.<br />

Le <strong>di</strong>stanze dalle città gemellate<br />

82


IX – La Scuola<br />

La scuola: una premessa<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Poiché siamo insegnanti e studenti, la scuola è il terreno su cui<br />

il confronto fra le due realtà della Spezia e <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>, fra la<br />

situazione italiana e quella tedesca, risulta più imme<strong>di</strong>ato,<br />

inevitabile e spesso urgente.<br />

Quanto riferiamo è innanzi tutto ciò che abbiamo visto e<br />

ascoltato nei brevi ma frequenti perio<strong>di</strong> dei nostri soggiorni a<br />

<strong>Bayreuth</strong>. Ciò vale sicuramente per gli alunni che hanno avuto<br />

per la prima volta nella loro vita un confronto <strong>di</strong>retto con la<br />

scuola <strong>di</strong> un altro paese europeo; le loro impressioni sono<br />

perciò fresche e imme<strong>di</strong>ate e, per questo talvolta anche fra loro<br />

contrad<strong>di</strong>ttorie. Sono state riportate senza alcuna revisione,<br />

neppure linguistica. Per correttezza devo però <strong>di</strong>re che per me<br />

la scuola tedesca è da lunghi anni un sistema noto e rappresenta<br />

per molti aspetti un modello <strong>di</strong> paragone. La mia prima<br />

esperienza dall’altra parte della cattedra è stata infatti proprio in<br />

Germania, alla fine degli anni Settanta, in una scuola <strong>di</strong><br />

Dortmund, dove ho avuto modo, nel giro <strong>di</strong> un anno, <strong>di</strong><br />

imparare sul campo cosa significa programmazione delle<br />

attività, formazione pedagogica e <strong>di</strong>dattica degli insegnanti,<br />

esperienza <strong>di</strong> tirocinio, preparazione delle lezioni, cura degli<br />

aspetti relazionali, attenzione alla motivazione nell’apprendere,<br />

interventi <strong>di</strong> sostegno e <strong>di</strong> nuovo orientamento per gli alunni in<br />

<strong>di</strong>fficoltà. Quando poi, l’anno successivo ho cominciato a<br />

insegnare in Italia, il contrasto è stato quasi traumatico, al punto<br />

che pensavo <strong>di</strong> aver sbagliato mestiere. Ho resistito - e non me<br />

ne sono pentita- , sperando in un cambiamento. Non che da noi<br />

non si vedessero i problemi, anzi se ne parlava molto e molto se<br />

ne sarebbe parlato negli anni seguenti, ma gli interventi<br />

tardavano ad arrivare o erano spesso parziali e non<br />

mo<strong>di</strong>ficavano il sistema. In questo senso qualcosa <strong>di</strong> positivo è<br />

successo quando sono arrivata al “<strong>Fossati</strong>”, all’epoca una delle<br />

83


maxisperimentazioni più attive d’Italia. Tanto è vero che<br />

quando i miei amici insegnanti tedeschi mi chiedevano :” Come<br />

è questa tua scuola sperimentale?” Io, per far capire cosa fosse<br />

il <strong>Fossati</strong>, semplicemente rispondevo “Come una normale<br />

scuola tedesca”. Qui finalmente c’era ricerca, <strong>di</strong>battito,<br />

confronto, tante esperienze per innovare la scuola, svecchiare la<br />

<strong>di</strong>dattica, instaurare un rapporto cor<strong>di</strong>ale e <strong>di</strong> reciproco rispetto<br />

con gli studenti e soprattutto per creare un progetto con<strong>di</strong>viso <strong>di</strong><br />

scuola. Quest’ultimo punto era e rimane il vero nodo cruciale<br />

che marca la <strong>di</strong>fferenza più grossa fra la scuola tedesca e la<br />

nostra. In Germania i docenti, pur con tutte le legittime e<br />

sacrosante <strong>di</strong>fferenze in<strong>di</strong>viduali, hanno saldamente acquisito<br />

ed esplicano in tutti i settori dell’ attività scolastica un’alta<br />

consapevolezza del loro ruolo educativo, formativo e sociale,<br />

senza necessità <strong>di</strong> trincerarsi <strong>di</strong>etro il richiamo all’autorità. La<br />

scuola ha le proprie regole, il proprio patto educativo non<br />

scritto, ma che tutti rispettano. In tale contesto chiaro e<br />

con<strong>di</strong>viso ciascuno fa la propria parte evitando spreco <strong>di</strong> tempo<br />

e frustrazioni. La scuola è la vera fucina della democrazia. In<br />

Italia i docenti si sfiniscono nella ricerca <strong>di</strong> una legittimazione<br />

del loro ruolo, sempre <strong>di</strong>scusso, dentro e fuori della scuola. Le<br />

soluzioni che si trovano, molte delle quali <strong>di</strong> indubbia qualità,<br />

sono spesso <strong>di</strong> tipo in<strong>di</strong>viduale o settoriale e pertanto lasciano<br />

scarsa traccia. <strong>Da</strong>lle scuole sperimentali e, negli ultimi <strong>di</strong>eci<br />

anni, da tante istituzioni scolastiche autonome sono venuti<br />

interventi e innovazioni importanti in vari campi, dalla <strong>di</strong>dattica<br />

ai tanti progetti che scaturiscono dall’interazione con il<br />

territorio e che spesso sono attuabili solo grazie all’impegno<br />

straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> tanti docenti che mettono al servizio della<br />

scuola tempo, competenze e professionalità. Ciononostante la<br />

sensazione <strong>di</strong>ffusa è che non si riesca a fare sistema e che la<br />

scuola in Italia, specialmente la secondaria <strong>di</strong> secondo grado,<br />

fatichi a trovare soluzioni all’altezza della complessità dei<br />

tempi. Allora, ora che sono quasi vicina alla pensione,<br />

continuo a guardare alla scuola tedesca come a un traguardo.<br />

Non è perfetta, lo so bene dai miei colleghi tedeschi, ma ha<br />

84


chiari punti <strong>di</strong> forza: docenti con una forte preparazione iniziale<br />

e in itinere, tendenza verso una <strong>di</strong>dattica moderna e interattiva,<br />

programmazione ferrea delle attività extracurricolari,<br />

flessibilità reale nell’impostazione dei curricoli e un livello<br />

decisamente basso <strong>di</strong> vincoli burocratici nella gestione.<br />

Due premesse però sono ancora necessarie. La prima riguarda<br />

la struttura: a questo proposito la scuola tedesca presenta un<br />

panorama abbastanza variegato, in quanto la competenza<br />

dell’istruzione è dei vari Länder; vi è tuttavia un’articolazione<br />

<strong>di</strong> fondo in cui è possibile rintracciare un impianto unitario. La<br />

caratteristica che più si <strong>di</strong>scosta, nella struttura, dalla scuola del<br />

nostro Paese, è la precocità della scelta del percorso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />

secondari, che viene compiuta a nove anni, al termine della<br />

Grundschule, l’equivalente della nostra Scuola Primaria. In<br />

molti Länder tuttavia sono stati introdotti, ormai da decenni,<br />

Bienni Unitari <strong>di</strong> orientamento che consentono <strong>di</strong> procrastinare<br />

la scelta. Essi sono in funzione nelle Gesamtschulen, le scuole<br />

unitarie che riuniscono in un unico complesso i tre <strong>di</strong>versi<br />

percorsi , la scuola <strong>di</strong> base, la scuola tecnico-professionale e i<br />

licei e consentono i passaggi interni.<br />

La Baviera è più fedele all’impianto tra<strong>di</strong>zionale, da molti<br />

fortemente criticato nei suoi presupposti teorici, e ha<br />

relativamente poche Gesamtschulen. Nel <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong><br />

c’è solo una Gesamtschule a Hollfeld.<br />

La seconda doverosa premessa riguarda la recente novità del<br />

cosiddetto G8, che tanto subbuglio ha creato nella scuola<br />

tedesca. Si tratta della riduzione <strong>di</strong> un anno del Gymnasium – in<br />

Germania si definisce Gymnasium ogni scuola che si conclude<br />

con l’Abitur, ovvero con l’Esame <strong>di</strong> Stato, – che in molti<br />

Länder è stato quin<strong>di</strong> portato a otto anni contro i nove <strong>di</strong> prima,<br />

secondo il modello <strong>di</strong> gran lunga più <strong>di</strong>ffuso in Europa. Contro<br />

l’introduzione del G8, che costringe gli insegnanti a<br />

concentrare gli stessi programmi in un tempo decurtato, hanno<br />

protestato, con alcuni risultati, anche alunni e genitori.<br />

85


Al Richard-Wagner-Gymnasium: il silenzio e l’ascolto<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

La cosa che colpisce subito entrando nella scuola durante una<br />

qualsiasi mattinata, mentre si svolge la normale attività<br />

<strong>di</strong>dattica, è il silenzio. I corridoi sono deserti, dei quasi 900<br />

alunni del Richard-Wagner Gymnasium non si vede l’ombra,<br />

inghiottiti dalle aule. I nostri studenti, che si muovono in<br />

gruppo per raggiungere la biblioteca o un laboratorio, vengono<br />

pregati <strong>di</strong> farlo in silenzio. Che bello! Si adeguano subito, forse<br />

intimoriti dall’ambiente. L’atmosfera però non è affatto<br />

oppressiva, anzi è molto rilassata e si avverte che il silenzio è<br />

la con<strong>di</strong>zione naturale per salvaguardare la “sacralità” dell’ora<br />

<strong>di</strong> lezione, che nessuno qui neppure si sogna <strong>di</strong> interrompere<br />

per uno dei tanti motivi che capitano da noi e che, nella<br />

stragrande maggioranza dei casi, così urgenti poi non si<br />

rivelano. Questa calma contrasta con la frenesia della fine delle<br />

pause, quando tutti, insegnanti e alunni, si recano verso la<br />

propria aula. In questi casi camminano spe<strong>di</strong>ti, se ti incontrano,<br />

ti salutano brevemente, magari solo con un sorriso, si scusano<br />

e si congedano. Al gong le porte sono tutte <strong>di</strong> nuovo chiuse e il<br />

silenzio è tornato. Fra una lezione e l’altra gli alunni si spostano<br />

e allo stesso modo gli insegnanti: cambiano aula, vanno nei<br />

laboratori, in biblioteca, nella palestra. Questo succede anche<br />

da noi, dato che anche la nostra scuola <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> buone<br />

dotazioni e valide attrezzature. Certo noi siamo un po’ più<br />

rumorosi e impieghiamo più tempo a ristabilire il silenzio,<br />

nonostante continui solleciti della Presidenza ad effettuare<br />

rapidamente il cambio d’ora. Ma come si fa quando i docenti<br />

devono spostarsi da un plesso all’altro? Finire <strong>di</strong> dare i compiti<br />

alla classe precedente? Cambiare i libri? E come fanno gli<br />

alunni se devono raccogliere il loro materiale? Dire una cosa al<br />

docente dell’ora prima? Prendersi qualcosa da bere alla<br />

macchinetta? Come fanno a <strong>Bayreuth</strong> e in generale in Germania<br />

ad essere tutti in aula all’inizio della lezione? La trovata è<br />

molto semplice : l’unità oraria <strong>di</strong> lezione è <strong>di</strong> 45 minuti e non <strong>di</strong><br />

86


50 come da noi, fra una lezione e l’altra sono stati inseriti 5<br />

minuti <strong>di</strong> pausa. Solo 45 minuti <strong>di</strong> lezione!? Regolarmente i<br />

nostri alunni si stupiscono, perché noi invece abbiamo ore <strong>di</strong><br />

lezione <strong>di</strong> 50 minuti. Sulla carta. Di fatto solo le ore doppie e<br />

poche altre possono essere <strong>di</strong> 50 minuti, per la maggior parte<br />

delle ore invece si può contare su 45 minuti effettivi.<br />

Potremmo dunque provare ad essere più realisti e inserire<br />

anche noi, fra un’ora e l’altra, una piccola pausa. La cosa si<br />

può fare? L’autonomia consente molto e in questo campo ci<br />

sono esperienze davvero brillanti, ma, se anche lo si volesse<br />

tentare, poi i docenti dovrebbero recuperare altri cinque minuti,<br />

oltre i <strong>di</strong>eci che già recuperano? Ancora: siamo sicuri che i 5<br />

minuti verrebbero usati davvero per gli spostamenti e non<br />

piuttosto per ritardarli appunto <strong>di</strong> 5 minuti? Nel dubbio<br />

lasciamo tutto come sta. Dunque ripren<strong>di</strong>amo il filo: in<br />

Germania c’è una piccola pausa ogni ora, oltre a due intervalli<br />

nell’arco <strong>di</strong> una mattinata. Questi <strong>di</strong> nuovo suscitano l’invi<strong>di</strong>a<br />

dei nostri alunni. Nell’intervallo più lungo, 25 minuti, viene a<br />

scuola il macellaio, il signor Wiesenmüller, che offre le sue<br />

salsicce con varie salse e <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> pane. Molte altre scuole<br />

in Germania hanno la caffetteria interna, gestita a volte dai<br />

genitori; a <strong>Bayreuth</strong> c’è il macellaio con le sue ceste <strong>di</strong> pane e<br />

Wurst: niente male! A quella latitu<strong>di</strong>ne li si apprezza più <strong>di</strong><br />

dolcetti e biscottini.<br />

Dopo l’intervallo ritorna il silenzio nei corridoi e nell’atrio.<br />

Nelle aule invece si parla eccome, si interviene, si <strong>di</strong>scute; non<br />

sono affatto taciturni questi ragazzi. Sanno esporre un<br />

argomento, sostenere un’idea o una posizione in modo anche<br />

ostinato, garbatamente contrad<strong>di</strong>re l’insegnante o fare una<br />

controproposta se qualcosa nell’organizzazione del lavoro<br />

<strong>di</strong>dattico non li convince. Ma tutto questo lo fanno uno alla<br />

volta, dopo aver alzato la mano per chiedere la parola e<br />

ascoltato quello che altri hanno detto. E gli insegnanti?<br />

Me<strong>di</strong>amente parlano meno <strong>di</strong> noi, non ho mai sentito lunghe<br />

spiegazioni ex cathedra, anche se momenti <strong>di</strong> spiegazione ci<br />

sono; più spesso guidano la <strong>di</strong>scussione, propongono materiali<br />

87


<strong>di</strong> ricerca o per l’approfon<strong>di</strong>mento, commentano i lavori scritti<br />

dei ragazzi. Non improvvisano mai; <strong>di</strong> solito hanno un piano<br />

della lezione abbastanza o molto dettagliato e calcolano le<br />

attività in base ai tempi, per cui il suono della campanella non li<br />

coglie <strong>di</strong> sorpresa. Ma già si sa, i tedeschi hanno l’orologio in<br />

testa. Eppure sembra che questo “orologio” vada <strong>di</strong> pari passo e<br />

anzi faciliti l’instaurarsi <strong>di</strong> un clima <strong>di</strong>steso nelle classi e la<br />

lezione sembra in genere più rilassata che da noi. I ragazzi<br />

sanno <strong>di</strong> avere un tempo stabilito per esporre un argomento e<br />

quando lo fanno non vengono mai interrotti. Eventuali<br />

domande, osservazioni, commenti dell’insegnante arrivano solo<br />

alla fine, sulla base <strong>di</strong> annotazioni prese nel frattempo. Buona<br />

parte degli interventi orali si fanno in un contesto <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione<br />

in plenum, in cui però si devono rispettare regole precise, sia<br />

riguardo alla modalità <strong>di</strong> intervento, sia riguardo al contenuto.<br />

Ad esempio se l’argomento è già noto si deve <strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong><br />

conoscere i dati <strong>di</strong> supporto alle argomentazioni, ma al tempo<br />

stesso si viene sollecitati ad esprimere idee o critiche personali.<br />

La <strong>di</strong>scussione talvolta appassiona al punto che prosegue fuori<br />

dall’aula, sulla via <strong>di</strong> casa, specialmente fra gli alunni più<br />

giovani. I più piccoli sono più chiassosi, l’ho notato nelle<br />

ultime visite e mi domando se stia ad in<strong>di</strong>care un cambiamento<br />

<strong>di</strong> abitu<strong>di</strong>ni o se sia solo un fenomeno passeggero, legato<br />

all’età. Mi è capitato però <strong>di</strong> sentire l’autista dell’autobus o<br />

alcuni passeggeri adulti rimproverare gli scolari più piccoli e<br />

invitarli ad abbassare il tono <strong>di</strong> voce per non <strong>di</strong>sturbare gli altri<br />

viaggiatori. Un altro aspetto che viene molto curato è il decoro<br />

e la pulizia dell’ambiente scolastico. Al RWG, come in tutte le<br />

altre scuole tedesche, c’è pochissimo personale non docente. In<br />

segreteria lavorano tre impiegate, erano due fino a pochi anni<br />

fa; per il resto c’è solo un custode che ha un alloggio nel<br />

complesso scolastico. Costui si occupa <strong>di</strong> tutte le piccole<br />

manutenzioni, cura l’esterno e, quando ha tempo, presi<strong>di</strong>a<br />

l’ingresso. <strong>Da</strong> alcuni anni questo compito è affidato al signor<br />

Zimmermann, un giovane svelto e volenteroso dello stesso<br />

stampo del signor Rupprecht, che lo ha preceduto e che era<br />

88


molto orgoglioso del suo lavoro. Per le pulizie si ricorre ad una<br />

<strong>di</strong>tta esterna, esattamente come da noi. Non esistono aiutanti<br />

tecnici o insegnanti tecnico-pratici, che lavorino in<br />

compresenza con i docenti. Pertanto sono gli insegnanti stessi<br />

che si occupano dei laboratori, della cura delle <strong>di</strong>verse<br />

strumentazioni, delle fotocopie, del trasporto <strong>di</strong> oggetti; in<br />

queste attività gli insegnanti, che solitamente si muovono con<br />

un enorme mazzo <strong>di</strong> chiavi, si fanno aiutare dagli alunni, ai<br />

quali vengono affidati compiti specifici. In questo modo non<br />

succede che non si possa usare un laboratorio perché manca il<br />

tecnico, ma gli insegnanti devono programmare il loro lavoro<br />

considerando i tempi necessari per la preparazione dei supporti<br />

e degli strumenti <strong>di</strong>dattici. La mancanza <strong>di</strong> personale tecnico<br />

responsabile della manutenzione dei laboratori costituisce un<br />

problema quando si verifica un guasto. Di solito i presi<strong>di</strong><br />

danno incarico a un docente esperto <strong>di</strong> provvedere alle<br />

riparazioni, ma questa soluzione “autarchica” talvolta non basta<br />

e i tempi <strong>di</strong> inattività dei laboratori si allungano. I ragazzi sanno<br />

che devono lasciare le aule e tutti gli spazi in or<strong>di</strong>ne e questo<br />

viene fatto con grande naturalezza. L’impressione è che i<br />

ragazzi vivano la scuola come un luogo loro; basta vedere<br />

nell’intervallo come stanno seduti tranquillamente per terra,<br />

nell’atrio, a conversare o sui gra<strong>di</strong>ni del piccolo palco del<br />

giar<strong>di</strong>no. A scuola non mancano le occasioni <strong>di</strong> far festa e le<br />

serate degli incontri con i genitori per parlare dei ragazzi o per<br />

organizzare eventi e manifestazioni. In queste occasioni si<br />

avvertono una partecipazione ed un calore autentici, in un clima<br />

<strong>di</strong> vera accoglienza. I docenti si identificano con la scuola e ci<br />

tengono a fare bella figura. Allo stesso modo curano i rapporti<br />

con gli alunni, organizzando gite e uscite <strong>di</strong>dattiche, gare<br />

sportive e feste; non <strong>di</strong>mentichiamo che, non essendoci<br />

personale, sono i docenti che devono occuparsi <strong>di</strong> tutti i dettagli<br />

tecnici, dalle prenotazioni <strong>di</strong> ostelli, musei, pullman, agli aspetti<br />

finanziari. Almeno una volta l’anno, <strong>di</strong> solito all’inizio, è<br />

previsto, soprattutto per le classi nuove, un breve soggiorno in<br />

località <strong>di</strong> campagna o <strong>di</strong> montagna non troppo <strong>di</strong>stanti da<br />

89


<strong>Bayreuth</strong>, che i docenti organizzano per far socializzare i<br />

ragazzi e per socializzare con loro. Fanno escursioni, cantano, a<br />

volte cucinano insieme: piccole cose che servono a creare un<br />

clima amichevole nelle classi e fra docenti e alunni. Le attività<br />

extracurricolari, la musica, lo sport, le gite ecc. fanno parte<br />

integrante dell’offerta formativa della scuola e ne connotano la<br />

vita sociale, a cui tutti prendono parte, anche se l’impegno<br />

in<strong>di</strong>viduale è <strong>di</strong>verso. L’impressione che si riporta è quella <strong>di</strong><br />

trovarsi in una comunità organizzata e con obiettivi educativi<br />

con<strong>di</strong>visi. Lo stesso impegno che si de<strong>di</strong>ca alle lezioni, viene<br />

riservato all’organizzazione delle attività facoltative o delle<br />

feste. L’aspetto formale è sempre molto importante, ma non si<br />

ha mai la sensazione che sia fine a se stesso, bensì che sia<br />

l’espressione del coinvolgimento e dell’impegno con cui si<br />

affrontano le attività. Anche qui i ragazzi e i genitori hanno i<br />

loro rappresentati nel Consiglio <strong>di</strong> <strong>Istituto</strong>, che viene<br />

interpellato e decide su molteplici aspetti della vita scolastica.<br />

La gestione organizzativa e finanziaria della scuola sembra più<br />

semplice che da noi; non si spiegherebbe altrimenti il numero<br />

così ridotto <strong>di</strong> personale <strong>di</strong> segreteria rispetto a quello presente<br />

negli uffici della nostra scuola, nei quali l’assenteismo è<br />

fenomeno sconosciuto e ciononostante spesso si fatica a<br />

smaltire il lavoro. Certamente sono più brevi i tempi per la<br />

realizzazione delle decisioni prese. Di sicuro è <strong>di</strong> notevole<br />

aiuto la presenza <strong>di</strong> un contesto or<strong>di</strong>nato e abituato a<br />

programmare. A questo proposito l’esempio più banale è la<br />

determinazione del calendario scolastico fatta con anni <strong>di</strong><br />

anticipo; ma ci sono ambiti nei quali la possibilità <strong>di</strong><br />

programmare le attività a tempo debito è ancora più rilevante<br />

per il buon funzionamento <strong>di</strong> una scuola. Penso ai progetti che<br />

coinvolgono altre scuole o enti esterni e che dovrebbero essere<br />

definiti prima dell’inizio dell’anno scolastico, penso a tutte le<br />

iniziative legate a ricorrenze o ad anniversari, che si possono<br />

quin<strong>di</strong> ben prevedere e per le quali le scuole italiane invece<br />

ricevono proposte e inviti con scarso anticipo e da<br />

interlocutori <strong>di</strong>versi. Penso all’utilizzo e alla manutenzione<br />

90


degli spazi - palestre, impianti sportivi in genere, biblioteche,<br />

gli stessi e<strong>di</strong>fici - per cui le scuole spesso <strong>di</strong>pendono da<br />

decisioni altrui, non sempre tempestive. A <strong>Bayreuth</strong> tutte le<br />

attività sono già definite nei tempi all’inizio dell’anno; stabiliti<br />

sono dunque anche i progetti che coinvolgono altri enti, anche<br />

se recentemente la trasformazione del RWG in Seminarschule 17<br />

ha complicato notevolmente la gestione. Nel calendario<br />

scolastico gli unici imprevisti sono legati a eventi atmosferici o<br />

a con<strong>di</strong>zioni climatiche eccezionali. Si tratta dei giorni <strong>di</strong><br />

Schneefrei e <strong>di</strong> Hitzefrei, vale a <strong>di</strong>re le chiusure improvvise<br />

delle scuole a causa del ghiaccio in inverno o dell’afa in estate,<br />

che <strong>di</strong> solito vengono decretate il giorno stesso. Un’altra<br />

sospensione imprevista delle lezioni viene decretata, <strong>di</strong> solito<br />

con un giorno <strong>di</strong> anticipo, in caso <strong>di</strong> Sturmwarnung, quando<br />

cioè si annuncia una tempesta con forte vento. La gestione<br />

degli spazi è coerente e razionale: ogni scuola si identifica con<br />

la propria sede, non esistono commistioni. Al RWG la mensa<br />

resasi necessaria dall’introduzione del G8 è stata costruita a<br />

tempo <strong>di</strong> record.<br />

Una cosa che per noi in Italia sarebbe impensabile è il fatto che<br />

gli insegnanti devono pagare quasi interamente <strong>di</strong> tasca propria<br />

i soggiorni fuori casa, comprese le gite <strong>di</strong> più giorni. E’ vero<br />

che hanno stipen<strong>di</strong> molto più alti dei nostri, ma in teoria<br />

potrebbero sempre rifiutare e alcuni lo fanno. La maggior parte<br />

dei docenti partecipa però volontariamente a queste iniziative,<br />

perché considera naturale aderire alla vita sociale della scuola.<br />

Ho visitato <strong>di</strong>verse case <strong>di</strong> colleghi tedeschi, a <strong>Bayreuth</strong> e in<br />

altre città della Germania; si è trattato <strong>di</strong> case molto <strong>di</strong>verse fra<br />

loro : spaziose ed eleganti alcune, tipiche con arredamento<br />

tra<strong>di</strong>zionale altre, in stile alternativo altre ancora ecc. Il tratto<br />

che però le accomunava tutte era la presenza <strong>di</strong> un<br />

17<br />

Si definisce Seminarschule una scuola che ospita giovani docenti in<br />

formazione per le attività <strong>di</strong> tirocinio.<br />

91


Arbeitszimmer molto vissuto, pieno zeppo <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong>dattici<br />

accuratamente or<strong>di</strong>nati.<br />

Me<strong>di</strong>amente il livello dell’insegnamento in Germania è elevato,<br />

non solo per la qualità della preparazione iniziale, ma anche per<br />

la consulenza in itinere che gli insegnanti ricevono e che non si<br />

esaurisce nei corsi <strong>di</strong> aggiornamento, ma si esplica anche nelle<br />

visite perio<strong>di</strong>che alle scuole. Infatti quelli che per noi sono i<br />

<strong>di</strong>rigenti tecnici, comunemente chiamati “ispettori”, in<br />

Germania sono i consulenti <strong>di</strong> materia, che effettuano controlli<br />

sul campo, andando perio<strong>di</strong>camente nelle classi del <strong>di</strong>stretto<br />

loro assegnato, senza preavviso, per assistere alle lezioni e<br />

successivamente <strong>di</strong>scutere con gli insegnanti i punti <strong>di</strong> forza e i<br />

punti <strong>di</strong> debolezza della lezione. I cosiddetti Fachbetreuer sono<br />

insegnanti della materia che hanno acquisito meriti particolari<br />

per l’impegno professionale e la competenza <strong>di</strong>dattica. Il<br />

controllo dunque c’è , ma è più su aspetti sostanziali che su<br />

aspetti formali. Quando racconto ai miei amici tedeschi alcuni<br />

esempi <strong>di</strong> ossessione della forma che angustia noi insegnanti<br />

italiani, non so se è più forte l’incredulità o il compatimento. E<br />

pensare che anche loro si lamentano della burocrazia! Poi<br />

telefoni a un collega tedesco un pomeriggio <strong>di</strong> fine maggio e<br />

costui ti <strong>di</strong>ce can<strong>di</strong>damente che sta correggendo i compiti della<br />

Maturità, con una collega della stessa materia, nel giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong><br />

casa perché c’è un bel sole. E le firme? e la commissione? e i<br />

verbali? Non parliamo poi della ceralacca…….. Ecco che<br />

siamo tornati da capo: la facciata e l’interno, la forma e la<br />

sostanza. Se i due elementi vanno <strong>di</strong> pari passo, il lavoro scorre<br />

a meraviglia e con sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> tutti, se invece stridono e<br />

l’uno è in contrasto con l’altro, chi si trova sul campo, a<br />

confronto con la scuola reale, vale a <strong>di</strong>re i docenti nel loro<br />

rapporto quoti<strong>di</strong>ano con gli studenti, riceve tutte le<br />

contrad<strong>di</strong>zioni del sistema e ne resta, a ragione, <strong>di</strong>sorientato.<br />

92


Alcune notizie sul Richard-Wagner-Gymnasium<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

La scuola è stata fondata nel 1867 come Höhere Töchterschule,<br />

ovvero Scuola Superiore per le Ragazze (letteralmente per le<br />

Figlie) ed è stata la prima istituzione scolastica della città<br />

destinata alle ragazze .<br />

Solo nel 1903 la scuola da privata è <strong>di</strong>ventata pubblica; nel<br />

1908 fu inaugurato il nuovo e<strong>di</strong>ficio che tuttora ospita la<br />

scuola e che corrisponde alla parte più vecchia dell’attuale<br />

Liceo. Una nuova ala fu aggiunta negli anni Settanta, in<br />

seguito al notevole aumento <strong>di</strong> alunni, che in buona parte sono<br />

ancora oggi <strong>di</strong> sesso femminile. L’ intitolazione a Richard<br />

Wagner avvenne il 10/11/1965. Nel 2007 è stata inaugurata la<br />

mensa, sistemata in un e<strong>di</strong>ficio totalmente ristrutturato, su un<br />

lato del cortile interno.<br />

Il Richard-Wagner-Gymnasium, noto a <strong>Bayreuth</strong> con<br />

l’abbreviazione RWG, ha attualmente 875 alunni, <strong>di</strong>visi in 28<br />

classi. Sessantasei sono gli insegnanti <strong>di</strong> ruolo, ai quali si<br />

aggiungono 27 insegnanti a contratto. Il Liceo, che dal 2001 è<br />

<strong>di</strong>retto dal dottor Horst Anclam, offre tre percorsi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o:<br />

Lingue Straniere, Scienze Sociali ed Economia.<br />

93


Alcune note sul sistema scolastico tedesco.<br />

<strong>di</strong> Anne Lea Engel 4^ A Linguistico Letterario<br />

Vorrei innanzitutto premettere che la mia citta<strong>di</strong>nanza è tedesca<br />

e quin<strong>di</strong> il mio commento potrebbe non essere del tutto<br />

completo in quanto potrei dare alcune cose rilevanti come<br />

normali o sottintese.<br />

Dunque, il sistema scolastico tedesco è già come struttura<br />

<strong>di</strong>versa dal nostro: le elementari durano 4 anni e poi si sceglie<br />

subito l’in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> da seguire (come facciamo noi finita<br />

la 3 a me<strong>di</strong>a). Qui si può notare la prima grande <strong>di</strong>fferenza : i<br />

ragazzi tedeschi devono scegliere già a 10 anni cosa e se<br />

vorranno stu<strong>di</strong>are in futuro; infatti se non si stu<strong>di</strong>a in un liceo,<br />

una volta ottenuto il <strong>di</strong>ploma, non si ha la possibilità <strong>di</strong> andare<br />

all’università. Questo è l’aspetto, <strong>di</strong>ciamo cosi, formale e<br />

rientra relativamente nello scambio studentesco. Ciò che invece<br />

si prova nell’entrare la prima volta in una scuola superiore<br />

tedesca, nel nostro caso un Gymnasium, ovvero un liceo, è un<br />

senso <strong>di</strong> smarrimento. In genere le scuole tedesche sono molto<br />

gran<strong>di</strong>, con <strong>di</strong>verse aule per ogni materia. Infatti non esiste un’<br />

aula per classe, ma sono gli alunni a spostarsi da un ambiente<br />

all’altro per le <strong>di</strong>verse materie. Questa organizzazione può già<br />

spiegare il motivo della grandezza della scuola, in più c’è da<br />

ricordare che i licei non durano cinque anni , ma otto o nove<br />

(<strong>di</strong>pende dai Bundesländer). Per fare un confronto basta<br />

immaginare studenti dalla quinta elementare alla quinta<br />

superiore tutti in un istituto.<br />

Meravigliosa, <strong>di</strong> solito è la palestra, sempre molto attrezzata e<br />

in ottime con<strong>di</strong>zioni e spesso utilizzata per corsi <strong>di</strong> sport il<br />

pomeriggio o dalle società sportive.<br />

Per consentire ai ragazzi <strong>di</strong> dare uno sguardo al mondo del<br />

lavoro nel corso degli ultimi due anni deve essere fatto uno<br />

stage, al termine del quale i ragazzi devono consegnare una<br />

relazione riguardante l’esperienza appena vissuta.<br />

94


<strong>Impressioni</strong> sulla scuola<br />

Alunni Scambio 2003<br />

Quando abbiamo seguito la nostra prima lezione nella scuola<br />

tedesca abbiamo notato che alle domande poste dai professori<br />

gli alunni rispondevano con entusiasmo, educazione e<br />

partecipazione. Ci ha colpiti anche il fatto che prima della<br />

lezione i ragazzi si alzino in pie<strong>di</strong> con l’insegnante e recitino<br />

una preghiera.<br />

<strong>Da</strong>rio C. Scambio 2004<br />

E’ completamente <strong>di</strong>versa dalla nostra. I meto<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

insegnamento sono <strong>di</strong>versi e gli studenti che non partecipano<br />

alla lezione sono davvero pochi. Per il resto la struttura e le<br />

aule sono simili alle nostre; noi abbiamo un au<strong>di</strong>torium più<br />

grande e loro hanno due sale, una è per fumatori.<br />

Martina M. Scambio 2004<br />

Penso che sia strutturata davvero bene. Secondo me meglio<br />

della scuola italiana. Mi piace il fatto che gli alunni abbiano a<br />

<strong>di</strong>sposizione un’aula fumatori, così non sono costretti ad andare<br />

a rinchiudersi in bagno per fumare <strong>di</strong> nascosto. In generale c’è<br />

più rispetto per gli alunni e un rapporto più aperto fra loro e i<br />

professori.<br />

Andreea Cornea 2^ C Scambio 2008<br />

…abbiamo visitato anche la loro scuola che è bellissima. Le<br />

pareti sono tutte <strong>di</strong>pinte a murales e rappresentano le <strong>di</strong>verse<br />

materie che lì si insegnano. E’ un posto davvero accogliente.<br />

95


Zelinda Roggi 3^ C Informatico Scambio 2008<br />

Il Liceo <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> che abbiamo visitato è un <strong>Istituto</strong><br />

Superiore <strong>di</strong>verso dal nostro sotto molti aspetti. L’e<strong>di</strong>ficio è<br />

moderno e molto funzionale, ricco <strong>di</strong> spazi comuni e <strong>di</strong><br />

laboratori curati ed efficienti. Tutto è molto organizzato.<br />

Alcune materie sono obbligatorie, altre gli studenti le possono<br />

scegliere in base ai loro interessi e alle loro attitu<strong>di</strong>ni. Sembra<br />

proprio che la scuola offra il meglio ai ragazzi che la<br />

frequentano; in cambio questi devono garantire impegno e<br />

assiduità nello stu<strong>di</strong>o. Inoltre agli studenti è richiesto un gran<br />

rispetto per tutto ciò che è <strong>di</strong> uso comune e che deve essere<br />

conservato in ottimo stato per chi ne usufruirà in seguito.<br />

Adrian Wicherek 3^C Informatico Scambio 2008<br />

Mi è piaciuta la struttura della scuola, che è moderna e ben<br />

tenuta. Si vedeva proprio che lì esiste molta <strong>di</strong>sciplina; infatti<br />

non è possibile fumare neanche nel cortile della scuola e<br />

questo mi metteva un po’ a <strong>di</strong>sagio. D’altra parte però forse è<br />

meglio così, perché il cortile della scuola è più pulito. Un’altra<br />

cosa che mi è veramente piaciuta è il fatto che un mercoledì al<br />

mese fanno varie gite. E’ bello anche il sabato libero perché<br />

due giorni <strong>di</strong> riposo aiutano molto.<br />

96


La cura dell’ambiente<br />

<strong>di</strong> Francesca Bellesi 4^ A Linguistico Letterario<br />

Ho intrapreso lo scambio con la città <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> per il secondo<br />

anno consecutivo e l’ opinione che ho ricavato della scuola<br />

tedesca si è confermata: mi piace molto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> quella<br />

italiana! I motivi sono tanti. Quello che secondo me salta<br />

subito all’occhio entrando nel Richard-Wagner-Gymnasium è<br />

la cura dell’ambiente : muri con splen<strong>di</strong><strong>di</strong> <strong>di</strong>segni fatti dagli<br />

alunni, vari progetti appesi alle pareti, aule ben curate.<br />

Ovviamente non <strong>di</strong>co che sia colpa delle scuole italiane se le<br />

aule non sono così ben curate come quelle tedesche,<br />

semplicemente penso che i ragazzi tedeschi abbiano molto più<br />

rispetto per l’ambiente che noi italiani, e per questo li ammiro<br />

molto. Niente chewing gum sotto i banchi, niente gente che<br />

parla a voce alta nei corridoi, tutto più tranquillo e or<strong>di</strong>nato. Lo<br />

spostamento da una classe all’altra avviene in silenzio, senza<br />

schiamazzi o spintoni, e le lezioni non iniziano con quei minuti<br />

<strong>di</strong> ritardo che durante un saggio sono molto preziosi. Altra cosa<br />

che ho notato <strong>di</strong> positivo nel Liceo R. Wagner, e che presumo<br />

sia un dato comune a tutte le scuole tedesche, è<br />

l’organizzazione: durante lo scambio, la mia corrispondente<br />

faceva dei compiti per il venerdì ed eravamo appena a martedì.<br />

Io ho pensato che non mi sarei mai sognata <strong>di</strong> fare dei compiti<br />

quattro giorni prima della consegna!! I bagni, a <strong>di</strong>fferenza dei<br />

nostri, erano pulitissimi, senza scritte o buchi sulle porte. Ho<br />

trovato molto interessante il piccolo museo della scuola con<br />

molte fotografie, documenti originali e oggetti che testimoniano<br />

la storia del Liceo dalla sua fondazione; in particolare mi hanno<br />

impressionata i documenti risalenti agli anni del nazismo.<br />

Penso che questo scambio mi sia stato molto utile, da un lato<br />

perché ha sbloccato il mio tedesco un po’ impacciato, dall’<br />

altro perché ho imparato a conoscere e a convivere con una<br />

cultura e una mentalità <strong>di</strong>verse dalle nostre. Aggiungo che il<br />

signor Polaczek, il professore <strong>di</strong> italiano, è simpaticissimo,<br />

soprattutto quando imita l’accento toscano. Se avessi un’altra<br />

97


occasione per tornare a <strong>Bayreuth</strong> non me la farei scappare!<br />

Altri ragazzi hanno detto <strong>di</strong> apprezzare la scuola tedesca più<br />

<strong>di</strong> quella italiana e hanno addotto motivi <strong>di</strong>versi. Francesca è<br />

però l’unica che rileva tutti gli aspetti che hanno colpito<br />

anche me e in particolare si sofferma sul valore del silenzio.<br />

Fra i suoi compagni c’ è stato anche chi ha trovato il silenzio<br />

dentro la scuola così insolito da risultare un po’ opprimente.<br />

Alunne dello scambio 2006 alla Burg <strong>di</strong> Norimberga<br />

98


Il museo RWG<br />

<strong>di</strong> Anna Schiavon<br />

Presso il RWG si può visitare un piccolo, ma interessante<br />

museo che conserva le testimonianze delle origini della scuola.<br />

Si possono vedere vecchie foto della struttura prima <strong>di</strong> essere<br />

ingran<strong>di</strong>ta o delle aule con le immagini degli studenti e degli<br />

insegnanti <strong>di</strong> una volta; attrezzature dei laboratori scientifici del<br />

passato e tanti altri oggetti il cui uso è oggi del tutto superato.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un luogo che raccoglie i ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> una istituzione<br />

scolastica antica e prestigiosa a cui coloro che vivono nella<br />

scuola sono legati, tanto che gli ospiti stranieri vengono subito<br />

accompagnati a visitarlo. Inoltre il piccolo museo è segnalato<br />

nella cartina della città fra gli altri punti <strong>di</strong> interesse culturale..<br />

Tutto ciò è significativo, e per noi forse inconsueto; sarà forse<br />

da prendere ad esempio?<br />

Ciò che la collega suggerisce per il museo - a proposito!<br />

anche l’ISS <strong>Fossati</strong> - <strong>Da</strong> <strong>Passano</strong> ospita un interessante museo<br />

merceologico nella sede <strong>di</strong> Montepertico - si può estendere ad<br />

altri aspetti della vita della scuola. Vedere la realizzazione <strong>di</strong><br />

altri modelli <strong>di</strong> organizzazione e <strong>di</strong> gestione in ambito<br />

scolastico aiuta nella ricerca <strong>di</strong> soluzioni agli eventuali<br />

problemi o criticità del nostro sistema, trasformando il<br />

malcontento sterile in volontà <strong>di</strong> cambiamento.<br />

In questo senso ho notato, nel corso <strong>di</strong> questi vent’anni <strong>di</strong><br />

scambio con <strong>Bayreuth</strong>, un lento ma costante processo <strong>di</strong><br />

avvicinamento delle nostre scuole - <strong>di</strong> proposito accomuno<br />

tutte le scuole della provincia - agli standard europei, almeno<br />

per quanto riguarda la cura degli spazi fisici. C’è ancora molto<br />

da fare, ma è consolante il fatto che molti ragazzi <strong>di</strong>chiarino<br />

senza esitazione <strong>di</strong> apprezzare tale aspetto.<br />

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CITTADINI D’EUROPA<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Un giovane figlio <strong>di</strong> Marchesi, nell’Europa del Quattrocento,<br />

partì dall’Italia alla volta <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong>, per trascorrere un lungo<br />

periodo alla corte del nonno materno, il Margravio Giovanni<br />

l’Alchimista, e imparare il tedesco. Lo imparò così bene che<br />

quando quattro anni dopo tornò alla corte <strong>di</strong> Mantova, Gian<br />

Francesco Gonzaga poteva essere scambiato per un “ todesco”.<br />

Il privilegio allora riservato ai figli dei Principi <strong>di</strong> poter<br />

completare l’educazione e arricchire la mente e lo spirito con<br />

gli stimoli che provengono da un ambiente <strong>di</strong>verso dalla<br />

famiglia d’origine, ma pur sempre familiare e sicuro, è<br />

<strong>di</strong>ventato oggi una possibilità concreta per tanti giovani. I<br />

gemellaggi <strong>di</strong> città europee e gli scambi <strong>di</strong> studenti creano il<br />

contesto nel quale si intrecciano relazioni, nascono occasioni,<br />

talvolta si scoprono interessi e passioni che risolvono la vita.<br />

La spinta ideale che anima noi insegnanti nell’organizzazione<br />

<strong>di</strong> uno scambio è quella <strong>di</strong> contribuire concretamente e<br />

fattivamente, anche se in piccola parte, alla costruzione dell’<br />

“Europa dei citta<strong>di</strong>ni” e la sod<strong>di</strong>sfazione maggiore che ci ripaga<br />

del nostro lavoro è quella <strong>di</strong> vedere l’entusiasmo nei ragazzi<br />

per l’esperienza umana e culturale. Per quasi tutti lo scambio<br />

rappresenta anche la prima occasione <strong>di</strong> viaggio in Germania e<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> scoperta <strong>di</strong> questo Paese così importante nell’ambito<br />

dell’Unione Europea, così vicino al nostro e al nostro legato da<br />

stretti rapporti economici, commerciali e culturali.<br />

Non a caso ho usato il termine scoperta, dato che ancora<br />

sussistono fra i paesi d’Europa, anche fra quelli così vicini<br />

come l’Italia e la Germania, molti inutili stereotipi e pregiu<strong>di</strong>zi<br />

reciproci, che solo attraverso la conoscenza possono svanire,<br />

per lasciare il posto ad un confronto proficuo ed arricchente.<br />

E’ quello che normalmente avviene con i ragazzi che<br />

partecipano allo scambio; trovandosi in contatto <strong>di</strong>retto con la<br />

100


famiglia e con la scuola, si apre loro uno squarcio su una<br />

mentalità e su una cultura con cui confrontarsi per ricevere e<br />

per dare, per prendere coscienza delle <strong>di</strong>fferenze e delle<br />

somiglianze. Tra i giovani le somiglianze sono tante. Spesso<br />

noi insegnanti non li <strong>di</strong>stinguiamo quando sono in gruppo, tutti<br />

insieme: si vestono allo stesso modo, ascoltano la stessa<br />

musica, hanno molti interessi in comune, dopo due giorni si<br />

muovono a <strong>Bayreuth</strong> come a La Spezia, con la stessa<br />

confidenza dei luoghi e degli ambienti. Le <strong>di</strong>fferenze però<br />

esistono, eccome!<br />

I nostri ragazzi, ad esempio, sono molto più chiassosi, hanno<br />

me<strong>di</strong>amente un tono <strong>di</strong> voce alto e non se ne rendono conto;<br />

così come non si accorgono <strong>di</strong> camminare con esasperante<br />

lentezza, occupando magari la carreggiata e non il marciapiede,<br />

quando devono muoversi in gruppo. E’ l’atteggiamento da “re”<br />

che il mio collega ammira negli Italiani e che io mi sforzo<br />

invece, con gran fatica, <strong>di</strong> estirpare nei miei alunni, quale segno<br />

<strong>di</strong> eccessivo in<strong>di</strong>vidualismo. Di contro, ci è stato fatto notare<br />

da un’insegnante del RWG, che i nostri alunni sono molto più<br />

spontanei , nel rapporto con noi docenti, degli alunni tedeschi.<br />

Differenze piccole e gran<strong>di</strong> , abitu<strong>di</strong>ni, mentalità, stili <strong>di</strong> vita,<br />

che i ragazzi devono imparare a valutare e a tenere in<br />

considerazione per meglio comprendere se stessi e gli altri, ma<br />

che non devono offuscare la consapevolezza <strong>di</strong> essere tutti<br />

citta<strong>di</strong>ni della stessa Unione, che deve piuttosto rafforzarsi e<br />

crescere nelle istituzioni e nelle coscienze, perché ci ha già<br />

dato tanto e molto potrà dare alle generazioni future. La<br />

costruzione però è ancora incompiuta e occorre consolidarla<br />

prima che il forte vento della crisi, insinuandosi fra le pietre, la<br />

metta a rischio. Proprio due Paesi come l’Italia e la Germania,<br />

guardando alla loro storia e al lungo e doloroso processo <strong>di</strong><br />

unificazione nazionale, dovrebbero essere in grado <strong>di</strong><br />

sviluppare una sensibilità particolare per smascherare le insi<strong>di</strong>e<br />

sulla strada verso l’unità europea.<br />

101


Nel processo <strong>di</strong> crescita del senso <strong>di</strong> appartenenza alla comune<br />

civiltà europea le scuole e le amministrazioni locali, per la loro<br />

vicinanza ai giovani e ai citta<strong>di</strong>ni in genere, possono giocare un<br />

ruolo fondamentale, che va ben oltre la facile retorica e che si<br />

esplica nella promozione <strong>di</strong> legami e <strong>di</strong> occasioni d’incontro<br />

fra abitanti dei <strong>di</strong>versi paesi e regioni d’Europa, senza<br />

trascurare l’aspetto non secondario della possibilità <strong>di</strong><br />

appren<strong>di</strong>mento delle lingue. Le <strong>di</strong>verse lingue d’Europa non<br />

devono essere considerate, specialmente dai giovani, un<br />

ostacolo, ma piuttosto l’espressione <strong>di</strong> una grande ricchezza<br />

culturale e una sfida da vincere con l’impegno, la curiosità, la<br />

volontà <strong>di</strong> costruire un’Unione nel rispetto e nella<br />

valorizzazione delle <strong>di</strong>versità.<br />

In questi ultimi cinquant’anni si è così ra<strong>di</strong>cato in tutti noi,<br />

come un fatto ovvio e scontato, lo stato <strong>di</strong> convivenza pacifica<br />

fra popoli d’Europa prima nemici, che neppure i più tiepi<strong>di</strong><br />

sostenitori dell’unità europea riterrebbero oggi possibile una<br />

guerra fra i paesi membri dell’UE. Allo stesso modo, nei<br />

prossimi anni, dovrebbe <strong>di</strong>ventare normale per un giovane<br />

europeo stabilirsi in una qualsiasi città dell’Unione, quella che<br />

gli è più congeniale, quella che gli “ha lasciato un segno”,<br />

come ha detto più <strong>di</strong> un ragazzo.<br />

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INDICE DELLA PUBBLICAZIONE<br />

Prefazione Comune della Spezia pag. 1<br />

Presentazione pag. 4<br />

Il perché del titolo pag. 6<br />

I – Lo Scambio<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Significato dello scambio pag. 8<br />

Breve storia dello scambio pag. 13<br />

II- <strong>Impressioni</strong> dallo scambio 2008<br />

Andare in Germania pag. 14<br />

<strong>di</strong> Rossella Capozzo<br />

Italia e Germania pag. 17<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Un’esperienza da ripetere pag. 19<br />

<strong>di</strong> Anastasia Isolabella<br />

Una settimana da favola pag. 22<br />

<strong>di</strong> Gjerji Marku<br />

Un’esperienza singolare pag. 24<br />

<strong>di</strong> Simona Mano<br />

Peccato tornare già a casa… pag. 25<br />

<strong>di</strong> Alice Arena<br />

La città e lo scambio pag. 27<br />

<strong>di</strong> Elena Melosci<br />

Baviera o Franconia? pag. 30<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

III – La Città<br />

<strong>Bayreuth</strong>, tra passato e futuro pag. 32<br />

<strong>di</strong> Anna Andreani<br />

Tra<strong>di</strong>zione e gemellaggio pag. 35<br />

<strong>di</strong> Benedetta Carlotti<br />

Visitare <strong>Bayreuth</strong> pag. 38<br />

<strong>di</strong> Paola Lupi<br />

Wilhelmine e Wagner pag. 40<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

103


IV – I Dintorni<br />

La regione <strong>di</strong> <strong>Bayreuth</strong> pag. 42<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

La Fränkische Schweiz pag. 43<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Bamberg , Kulmbach, Nürnberg pag. 45<br />

<strong>di</strong> Ilaria Rossi<br />

Mi ricordo pag. 47<br />

<strong>di</strong> Paola Andreotti<br />

Visita a Vierzehnheiligen pag. 49<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

V – <strong>Bayreuth</strong>, Wagner e la musica<br />

La musica pag. 52<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Il Festival pag. 54<br />

<strong>di</strong> Anna Schiavon<br />

<strong>Bayreuth</strong> e Wagner pag. 56<br />

<strong>di</strong> Anna Schiavon<br />

VI – La famiglia<br />

La mamma tedesca pag. 58<br />

<strong>di</strong> Valentina Suerz<br />

Le preoccupazioni svanirono subito pag. 60<br />

<strong>di</strong> Marta Costa<br />

A braccia aperte… pag. 61<br />

<strong>di</strong> Giulia Biagioni<br />

VII – Gli amici, i partner<br />

E’ scoppiata la gioia pag. 63<br />

<strong>di</strong> Mariachiara Nuzzo<br />

<strong>Bayreuth</strong>: la mia seconda casa pag. 64<br />

<strong>di</strong> Jacopo Borrotti<br />

Il momento della partenza pag. 66<br />

<strong>di</strong> Serena Marcucci<br />

VIII – Lo stile <strong>di</strong> vita<br />

<strong>Impressioni</strong> in or<strong>di</strong>ne sparso pag. 68<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

L’accoglienza e la mentalità pag. 73<br />

<strong>di</strong> Cristina Bertini<br />

104


Tutto programmato! pag. 75<br />

<strong>di</strong> Martina Schiffini<br />

La gente è varia pag. 77<br />

<strong>di</strong> <strong>Da</strong>niela Lamura<br />

Bienenwettflugweltmeisterschaft pag. 79<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Formale o informale? Pag. 81<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

IX – La Scuola<br />

La scuola: una premessa pag. 83<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Al Richard-Wagner-Gymnasium: il silenzio e l’ascolto pag. 86<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Alcune notizie sul Richard-Wagner-Gymnasium pag. 93<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

Alcune note sul sistema scolastico tedesco pag. 94<br />

<strong>di</strong> Anne Lea Engel<br />

<strong>Impressioni</strong> sulla scuola pag. 95<br />

AA VV<br />

La cura dell’ambiente pag. 97<br />

<strong>di</strong> Francesca Bellesi<br />

Il museo RWG pag. 99<br />

<strong>di</strong> Anna Schiavon<br />

Citta<strong>di</strong>ni d’Europa pag. 100<br />

<strong>di</strong> Liviana Ferdeghini<br />

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