REVISTA CONNESSIONE EDIÇÃO DE JULHO N° 20 ANO 2022
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A un certo punto , in questa stanza entra un
uomo.
Prova a immaginare anche lui.
E’ un uomo in divisa, con i capelli pettinati
all’indietro, dal portamento elegante. È chiaro
che è il comandante di quel posto. Immaginalo
mentre fa il suo ingresso e, al suo apparire,
d’un tratto tutti i presenti ammutoliscono
e si alzano in piedi di scatto. Lo seguono con
lo sguardo mentre l’uomo gli passa accanto.
Tengono la testa bassa, con gli occhi che
ruotano verso l’alto, come quando si cerca di
guardare qualcuno senza essere visti, come si
fa con i lupi o i nemici. Quell’uomo è il responsabile
delle deportazioni di quella mattina,
ma questa sera non c’è da preoccuparsi,
questa sera, come tutti, anche lui è nella stanpressionante
che contiene tutto il male e tutto
il bene del mondo, anche il giovane uomo è
lì, però lui, a differenza di tutti gli altri, non è
seduto, è in piedi, al centro del palco, illuminato
dai fari, proprio di fronte al comandante.
Come gli altri prigionieri, perché è questo che
sono: prigionieri, anche il giovane uomo evita
di guardarlo negli occhi, un po’ per rabbia
e un po’ per paura. Rabbia per tutto quello
che quell’uomo gli ha tolto: l’amore, il lavoro,
la libertà; e paura per tutto quello che gli
può ancora togliere: la vita.
Il giovane uomo chiude gli occhi, poi quando
li riapre è libero da ogni emozione. Non
c’è più rabbia in lui, e nemmeno paura, che
questo non è il momento di essere arrabbiati
o impauriti. Ora ciò che conta è una cosa solza
per altri motivi.
Senza guardare nessuno, il comandante tira
dritto con il mento puntato in avanti, immagina
il suono dei tacchi dei suoi stivali sul pavimento,
quel tac; tac; tac; tac; tac che spegne
le parole e i respiri. Raggiunge l’unico posto
libero, la sedia al centro della prima fila, il
posto d’onore. Prima di accomodarsi, rivolge
alla stanza un cenno e la gente torna a sedersi.
A questo punto l’attesa è finita, la serata
può cominciare.
Ora immagina un giovane uomo.
Anche lui è nella stanza, in quella stanza imtanto:
che, se vuole tornare a passeggiare davanti
alle vetrine dei negozi, se vuole di nuovo
abbracciare le persone care che sono lontane,
se vuole ancora sedersi dentro un cinema
o al tavolo di un ristorate, bere un bicchiere
di vino o fare il bagno nel fiume, insomma se
vuole continuare a vivere, deve concentrarsi
soltanto sull’unica possibilità di salvezza che
gli rimane.
Fare ridere il comandante.
Fare ridere il lupo seduto proprio lì, di fronte
a lui, fare ridere il suo nemico
lo che questa possibilità di salvezza sembra
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