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Hetty Hillesum.pdf - DIOCESI di Padova
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Ho fatto ancora a tempo ad imparare la grande lezione<br />
di Matteo 6,24 da un indimenticabile amico,<br />
per la cui morte continuo a dire grazie ogni giorno:<br />
«Non preoccupatevi dunque del domani, perché<br />
il domani si preoccuperà di sé stesso; a ciascun<br />
giorno basta la sua pena». È l’unico atteggiamento<br />
con cui si possa affrontare la vita di qui. E così<br />
ogni sera, con una certa pace di spirito, io depongo<br />
le mie molte preoccupazioni terrene ai piedi di<br />
Dio stesso.<br />
Normalmente, il segno di questa libertà interiore è la fiducia<br />
che si esprime in una grande riconoscenza semplicemente<br />
«perché mi hai concesso una vita simile», una riconoscenza<br />
che si fa preghiera:<br />
Mi hai resa così ricca, mio Dio, lasciami anche dispensare<br />
agli altri a piene mani. La mia vita è diventata<br />
un colloquio ininterrotto con te, mio Dio,<br />
un unico grande colloquio. A volte, quando me ne<br />
sto in un angolino del campo, i miei piedi piantati<br />
sulla terra, i miei occhi rivolti al cielo, le lacrime<br />
mi scorrono sulla faccia, lacrime che sgorgano<br />
da una profonda emozione e riconoscenza. Anche<br />
di sera, quando sono coricata nel mio letto e riposo<br />
in te, mio Dio, lacrime di riconoscenza mi scorrono<br />
sulla faccia e questa è la mia preghiera. Sono<br />
molto, molto stanca, già da diversi giorni, ma anche<br />
questo passerà, tutto avviene secondo un ritmo<br />
più profondo che si dovrebbe insegnare ad ascoltare,<br />
è la cosa più importante che si può imparare<br />
in questa vita. Io non combatto contro di te, mio<br />
Dio, tutta la mia vita è un grande colloquio con te.<br />
Forse non diventerò mai una grande artista come<br />
in fondo vorrei, ma mi sento già fin troppo al sicuro<br />
in te, mio Dio. A volte vorrei incidere delle piccole<br />
massime e storie appassionate, ma mi ritrovo<br />
prontamente con una parola sola: Dio, e questa<br />
parola contiene tutto e allora non ho più bisogno<br />
di dire quelle altre cose. E la mia forza creativa si<br />
traduce in colloqui interiori con te, e le ondate del<br />
mio cuore sono diventate più lunghe, mosse e insieme<br />
tranquille, e mi sembra che la mia ricchezza<br />
interiore cresca ancora.<br />
Per usare la stessa logica che conquistò la vita di Etty rendendola<br />
una favilla lucente nel buio pesto della Shoah, si<br />
rende sempre più necessario nutrire la nostra vita interiore<br />
come si fa con le radici di un grande albero in modo che possa<br />
dare ombra, frutto e offrire riparo (cfr. Mt 13,32). E il primo<br />
riparo e conforto che possiamo offrire è proprio quello di<br />
dare in noi stessi ospitalità a Dio e all’Umano in modo che<br />
possano conoscersi e amarsi. Fiorisca anche sulle nostre labbra,<br />
salendo direttamente dal nostro cuore, il medesimo desiderio<br />
di Etty:<br />
Su, lasciatemi essere un pezzetto della vostra anima.<br />
Lasciatemi essere la baracca in cui si raccoglie<br />
la parte migliore, che esiste sicuramente in ognuno<br />
di voi. Io non ho bisogno di far così tanto, io vo-<br />
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