Il 14 di Marzo
Una tradizione forinese che si perpetua nei secoli
Una tradizione forinese che si perpetua nei secoli
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Paolo D’Amato<br />
<strong>Il</strong> <strong>14</strong> <strong>di</strong> <strong>Marzo</strong><br />
Una tra<strong>di</strong>zione forinese<br />
che si perpetua nei secoli<br />
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<strong>Il</strong> <strong>14</strong> <strong>di</strong> <strong>Marzo</strong><br />
Catalogo della mostra fotografica<br />
“<strong>Il</strong> casale, i volti, la tra<strong>di</strong>zione:<br />
<strong>14</strong> ritratti forinesi per il <strong>14</strong> <strong>di</strong> marzo”<br />
tenutasi dal <strong>14</strong> al 29 marzo 2009<br />
nel Borgo Castello <strong>di</strong> Forino (AV),<br />
con in appen<strong>di</strong>ce la processione del <strong>14</strong> marzo 2009<br />
Testi e foto <strong>di</strong> Paolo D’Amato<br />
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O <strong>14</strong> ‘e marzo<br />
Sciocca cennere, ‘o cielo è scuro,<br />
male tiempo, ‘a gente surreje!<br />
Tremm’ ‘a terra! Chine ‘e paura,<br />
se guardene attuorno! Se preje!<br />
Add’ ‘o Santo ‘ncop’ ‘a montagna,<br />
‘o figlio s’acchiappa ‘a mamma!<br />
Aria ‘e tempesta, ‘o tiempo nun cagna!<br />
Luntano, luntano, se vedene ‘e fiamme!<br />
‘A cennere chiove a zeffunno;<br />
s’abbraccene uno cu ll’ato;<br />
se penza c’’afine do munno,<br />
senza scampo, fosse arrivata!<br />
Pa’ paura, ‘a Fede è cchiù forte,<br />
tutt’a ggente accumencia a prià:<br />
Santo Nicò, scanzece ‘a morte,<br />
dacce ‘na mana, facce campà!<br />
Og’anno venimmo ca ‘ncoppa,<br />
co’ chiove, co’ freddo, co’ sole!<br />
Pe’ chille ca venene doppo<br />
Co’ core, te damm ‘a parola:<br />
Nun scordene chesta jurnata,<br />
nun scordene chella ca è fatto<br />
e ogn’anno, stu’ juorno è impignato<br />
sulo pe’ Te, comm ‘a nu’ patto!<br />
Enzo Finelli<br />
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Presentazione<br />
La migliore presentazione a questo lavoro poteva fornirla soltanto<br />
la meravigliosa poesia del prof. Enzo Finelli, nei cui<br />
versi è racchiuso tutto il misterioso fascino che permea questa<br />
centenaria tra<strong>di</strong>zione popolare forinese. Questa pubblicazione<br />
era stata pensata, nelle intenzioni iniziali, per documentare<br />
la mostra fotografica “<strong>Il</strong> casale, i volti, la tra<strong>di</strong>zione<br />
– <strong>14</strong> ritratti forinesi per il <strong>14</strong> <strong>di</strong> marzo”, presentata dal<br />
<strong>14</strong> al 29 marzo 2009, a Castello <strong>di</strong> Forino, presso “<strong>Il</strong><br />
Decameron”. Voluta da Fabio Galetta, anima del locale e<br />
animatore dell’associazionismo forinese, vennero presentate<br />
al visitatore una serie <strong>di</strong> scatti, realizzati in un arco temporale<br />
che copre gli ultimi quin<strong>di</strong>ci anni dal sottoscritto, attivo da<br />
tempo come testimone <strong>di</strong> storie e tra<strong>di</strong>zioni locali, tradotte<br />
in una serie <strong>di</strong> pubblicazioni e <strong>di</strong> un sito web de<strong>di</strong>cato alla<br />
realtà forinese. La mostra si articolava in tre parti: una de<strong>di</strong>cata<br />
ad alcuni aspetti urbani del casale Castello, luogo dove<br />
appunto si svolge la rassegna e riconosciuto nucleo originario<br />
della comunità forinese; la seconda de<strong>di</strong>cata ai volti dei<br />
più anziani, testimoni del nostro passato e guide del nostro<br />
futuro; la terza è un tributo alla tra<strong>di</strong>zionale devozione verso<br />
San Nicola, che il <strong>14</strong> marzo trova da quasi quattro secoli la<br />
sua massima espressione. Una serie <strong>di</strong> immagini, quin<strong>di</strong>, strappate<br />
al normale quoti<strong>di</strong>ano, che esprimono un attaccamento<br />
alla propria terra che rasenta la morbosità, propria <strong>di</strong> chi ha<br />
dovuto vivere forzatamente altrove la propria giovinezza, e<br />
che cerca <strong>di</strong> recuperare il tempo perduto scavando e testimoniando<br />
il passato che non tutti riescono cogliere leggendo<br />
tra pietre e volti che apparentemente paiono più che noti.<br />
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Lo scopo <strong>di</strong> questa pubblicazione era quin<strong>di</strong> quello <strong>di</strong> poter<br />
con<strong>di</strong>videre queste immagini con coloro che non ne hanno<br />
avuto il modo durante il periodo espositivo, e per dare invece<br />
a chi ha visitato la mostra il piacere <strong>di</strong> poterle rivedere e<br />
conservare. A completamento <strong>di</strong> questo doveroso omaggio<br />
ad una tra le più sentite tra<strong>di</strong>zioni forinesi, in questo volumetto<br />
è stata inserita una nuova sezione, dove verranno mostrati<br />
alcuni scatti realizzati durante la processione svoltasi quest’anno<br />
e una breve nota che racconta <strong>di</strong> come è nata la tra<strong>di</strong>zione<br />
del <strong>14</strong> <strong>di</strong> marzo. Un lavoro che senza questa appen<strong>di</strong>ce poteva<br />
risultare monco, e che invece ora consegna alla nostra<br />
memoria una piccola testimonianza che ci può far meglio<br />
comprendere questa ultracentenaria tra<strong>di</strong>zione.<br />
A conclusione, colgo l’occasione per ringraziare Fabio Galetta<br />
per aver ospitato la mostra nel suo locale, e Nello Valentino<br />
per avermi suggerito un adeguato layout grafico.<br />
La mia speranza è che questo lavoro possa risultarvi gra<strong>di</strong>to.<br />
Forino, ottobre 2009<br />
Paolo D’Amato<br />
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Casale Castello, portale<br />
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<strong>14</strong><br />
Casale Castello, la Dogana
Casale Castello, finestra del Decameron<br />
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Casale Castello, Chiesa <strong>di</strong> San Giacomo
Casale Castello, scalinatelle<br />
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Casale Castello, “L’attesa”<br />
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22<br />
Casale Castello, “Cammina... cammina...”
Corpo <strong>di</strong> Forino, “La pazienza”<br />
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Corpo <strong>di</strong> Forino, “Quattro chiacchiere”<br />
(foto vincitrice nel 2008 del Premio Nazionale “Biagio Torello”)<br />
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Colle San Nicola, e<strong>di</strong>cola Via Crucis<br />
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Colle San Nicola, il panorama al <strong>di</strong> là
Colle San Nicola, il Santuario<br />
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Colle San Nicola, la <strong>di</strong>scesa in paese
Colle San Nicola, la Croce<br />
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<strong>Il</strong> <strong>14</strong> <strong>di</strong> <strong>Marzo</strong><br />
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In ricordo dell’eruzione del Vesuvio del 1631<br />
Mentre volgeva al termine l’anno 1631, in <strong>di</strong>cembre, il Vesuvio<br />
si risvegliò prepotentemente dopo due secoli, facendo<br />
u<strong>di</strong>re il suo tuonare in tutta la Campania: fu un evento particolarmente<br />
<strong>di</strong>sastroso, un’ecatombe con migliaia <strong>di</strong> morti e<br />
danni incalcolabili per la fragile economia dell’epoca. Le cronache<br />
narrano dell’enorme colonna <strong>di</strong> fumo che si sollevò<br />
nel cielo, oscurando completamente il sole. <strong>Il</strong> vento sparse le<br />
ceneri in tutto il meri<strong>di</strong>one, arrivando finanche nel Salento.<br />
Da questa eruzione, anche Forino ne venne colpita duramente.<br />
Infatti, documenti ritrovati dallo storico Scandone, testimoniano<br />
che vi furono quattrocento case <strong>di</strong>strutte dal peso<br />
della cenere caduta, che morirono tutti gli animali e andarono<br />
<strong>di</strong>strutti i raccolti. I danni furono gravissimi, tanto che<br />
l’Università (or<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> amministrazione locale feudale<br />
simile all’attuale istituzione municipale) ottenne l’esenzione<br />
del pagamento dei fiscali per ben cinque anni e l’esenzione dal<br />
pagamento <strong>di</strong> donativi straor<strong>di</strong>nari al feudatario. In quel giorno<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre, come sempre, in questi frangenti, tutto il<br />
popolo forinese si rimise nelle mani della provvidenza <strong>di</strong>vina,<br />
cercando come intercessore il patrono San Nicola. Fu così,<br />
che al buio, tra la fitta polvere che sembrava spegnere le lanterne,<br />
un numeroso gruppo <strong>di</strong> fedeli si incamminò verso il<br />
santuario del Patrono, posto sul colle e costruito sui ruderi<br />
del vecchio castello <strong>di</strong> epoca bizantina. Qui, gridando al miracolo,<br />
tutti si resero conto che la polvere vulcanica <strong>di</strong>minuiva<br />
rapidamente lasciando che i raggi del sole la penetrassero,<br />
tornando così ad illuminare la nostra valle. Aprendo una parentesi,<br />
le nostre persone più anziane ricordano ancora gli ef-<br />
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effetti dell’eruzione del 1944, <strong>di</strong> certo non paragonabile a<br />
quella più antica, ma che avrà loro reso sicuramente l’idea <strong>di</strong><br />
cosa fosse accaduto più <strong>di</strong> trecento anni prima. Comunque<br />
sia, in memoria <strong>di</strong> quei tristi giorni e per ringraziamento al<br />
Santo Protettore, ogni <strong>14</strong> <strong>di</strong> marzo un pellegrinaggio parte<br />
dalla chiesa <strong>di</strong> Santo Stefano nel Casale della Palazza alla volta<br />
della chiesa <strong>di</strong> San Nicola al Castello. <strong>Il</strong> perché <strong>di</strong> questa<br />
data rimane un mistero. Ma c’è <strong>di</strong> fatto che i pellegrini, indossando<br />
tuniche bianche, recano ognuno <strong>di</strong> essi una croce <strong>di</strong><br />
legno in segno della loro penitenza. Quello che accade nel<br />
corso della processione è pura tra<strong>di</strong>zione tramandata oralmente<br />
<strong>di</strong> padre in figlio. In punti stabiliti, i penitenti si fermano<br />
ed intonano antiche litanie e preghiere. Questo più volte<br />
durante il percorso. Al termine della processione, giunti in<br />
cima alla collina, viene celebrata la funzione religiosa. Conclusa<br />
la messa, si da inizio alla festa gastronomica, tanto attesa<br />
dai ghiottoni forinesi. E’ questo, infatti, il momento in cui si<br />
da fondo alle libagioni, e in particolare si passa alla prova delle<br />
sopressate preparate nel mese <strong>di</strong> gennaio. La processione<br />
ri<strong>di</strong>scende il colle nelle prime ore del pomeriggio con canti e<br />
cori molto più allegri!<br />
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<strong>Il</strong> futuro<br />
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Dello stesso autore<br />
- “Scenario Forinese”, Avellino 1994;<br />
- “<strong>Il</strong> Santuario <strong>di</strong> San Nicola da Bari e il Borgo Castello nella Terra<br />
<strong>di</strong> Forino”, Forino 1995;<br />
- “<strong>Il</strong> Presepe Vivente <strong>di</strong> Forino”, Forino 1996;<br />
- “Le E<strong>di</strong>cole Votive <strong>di</strong> Forino”, Forino 1998;<br />
- “Saluti da Forino”, Avellino 1999;<br />
- “Vecchie foto e cartoline”, Forino 2001;<br />
- “Le E<strong>di</strong>cole Votive <strong>di</strong> Forino”, (II e<strong>di</strong>zione), Solofra 2002;<br />
- “Ancora... Saluti da Forino”, Solofra 2004.<br />
- “Gli Orsini, Signori <strong>di</strong> Forino”, Forino 2006<br />
- “Palazzo Caracciolo e il suo parco”, Forino 2007<br />
- “Un percorso montano forinese e le sue storie <strong>di</strong> vita”, Forino 2008<br />
nel web, http://www.salutidaforino.it/<br />
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Paolo D’Amato