Periodico di Informazione dell’Area del Senisese-PollinoEDITORIALE<strong>La</strong> Meglio GioventùVivere altrove e avere successo. Tornare,coraggiosamente tornare e tentare diintraprendere qui una propria carriera, fattadei sogni chiusi in valigia; addirittura arrivareda lontano, da altre luoghi, altre abitudini ealtri cieli e decidere consapevolmente dicostruire qualcosa lì dove, secondo molti, <strong>il</strong>mondo finisce. Ma in quello stesso luogo <strong>il</strong>mondo può cominciare. Sono i giovani dellanostra terra, quel “sud del sud” spesso pococapito e, per troppi anni, poco raccontato. Queigiovani che nelle arti come nell'economia,nell'informatica e nell'artigianato, portanoalto <strong>il</strong> nome di un territorio che sa crescere. Daifermenti culturali delle estati lucane, fino allacostruzione di un percorso e di un modocompletamente nuovo di considerare <strong>il</strong> futuro;dalle radici che reclamano considerazione allesperimentazioni che rafforzano l'identità. Inqueste pagine, attraverso le storie di alcuni diquesti giovani, raccontiamo la fatica e lapassione, la coscienza e la spregiudicatezza, <strong>il</strong>talento e <strong>il</strong> coraggio di chi crede nei propris o g n i ; g i o v a n i v e n t e n n i c h e ,inconsapevolmente, diventano bandierapositiva di tutto un territorio. A loro abbiamovoluto dedicare gran parte di questo numero,affinché le loro storie escano quanto piùpossib<strong>il</strong>e fuori e diventino <strong>il</strong> megafono di ciòche è, oggi più che mai, la realtà lucana.Abbiamo incontrato i protagonisti delle storieche qui raccontiamo lungo un percorso che ciha fatto conoscere sempre meglio <strong>il</strong> luogo nelquale queste storie si sono sv<strong>il</strong>uppate. E connostra grande sorpresa, notiamo come siaimpossib<strong>il</strong>e racchiudere in poche pagine digiornale, tutto ciò che abbiamo conosciuto. Perquesto, anche nei prossimi numeri, ciriserviamo la possib<strong>il</strong>ità di dare spazio a chi,questa volta, non ne ha trovato. Quello cheavete tra le mani è un <strong>PaSSaparola</strong> ricco anchedi alcuni degli eventi che hanno caratterizzatoqueste prime settimane del 2012. Dallascomparsa del grande artista lucano Marino diTeana, all'ufficializzazione del Torneo delleRegioni in Bas<strong>il</strong>icata; dai Bandi per <strong>il</strong> Seniseseal macroattrattore di San CostantinoAlbanese. Dai numeri alle opinioni, dalle storieai volti. Perché la conoscenza è la veracondivisione. E la vera vittoria, a volte, è ancheriuscire a guardare un orizzonte fam<strong>il</strong>iare congli occhi della lungimiranza.Pa aparolaUn cuore che batte forte per la danzaAntonio Polito, promettente ballerino in giro per l'EuropaHa appena 20 anni ma ha già vissutoimportantissime esperienze in Europa, graziealla sua grande passione e al suo indiscusso ericonosciuto talento.Lui è Antonio Polito, giovanissimo seniseseinnamorato della danza, che ha conosciutoall'età di 11 anni. “Quasi per caso- dice- ma nonho impiegato molto tempo a capire che quellopoteva e doveva essere <strong>il</strong> mio futuro”.Antonio vuole ballare e si esprime prima ditutto grazie al ritmo ai passi nello st<strong>il</strong>e che piùgli è fam<strong>il</strong>iare, quello contemporaneo. E' unragazzo che ti accoglie con la sua timidezza mapartecipa a performance di incursione urbana aMatera. L'estate scorsa, sul palco del PollinoDanza, viene scelto da Karine Saporta per farparte di un progetto italo-francese: è uno dei treballerini italiani. In pieno agosto parte alla voltadella Normandia, con coraggio, in un viaggio cheaffronta per la prima volta da solo.Da quel momento vivrà quattro, intensi mesi conla testa e <strong>il</strong> cuore immersi esclusivamente nelladanza.L a c o m p a g n i a p re p a ra l o s p e tta c o l oshakespeariano “<strong>La</strong> principessa di M<strong>il</strong>ano” e a luiviene dato <strong>il</strong> ruolo del protagonista, Prospero.Lo spettacolo va in scena in Francia e inItalia, con 3 appuntamenti alle porte diParigi e due a Torino. “Un'esperienzafantastica- dice Antonio- non soloumanamente ma anche professionalmente,perché mi sono confrontato con st<strong>il</strong>i nuoviper me”.Antonio crede che la danza possa essere unlavoro a tempo pieno. Anche in Bas<strong>il</strong>icata,anche nell'area sud, dove spesso le difficoltàpiù grandi sono le carenze delle strutture.Lui fa parte della compagnia, de “Il Ballettolucano”; “lucana” nel nome e nellacollocazione geografica, anche se ne fannoparte danzatrici provenienti anche da altreregioni del meridione.Si danza mattina e sera, a tempo pieno.Antonio è un esempio anche per i piùpiccolini, che in lui vedono un punto diriferimento. “Voglio contribuire a farcrescere questo progetto- dice- con unche poi ti sorprende quandoesplode sul palcoscenico. E dipalcoscenici, Antonio, ne haconosciuti diversi. Cresciuto nellascuola di Loredana Calabrese e delsuo “Balletto Lucano”, dopopochissimi anni dal suo ingresso nelmondo della danza ha avutol'occasione di confrontarsi conballerini di fama nazionale einternazionale, arrivati in Bas<strong>il</strong>icatagrazie ad un altro piccolo miracolodell'area sud: <strong>il</strong> Pollino DanzaFestival, diretto sempre daLoredana Calabrese. Grazie alPollino Danza e agli stage, nel 2009danza come ospite sul palcoscenico del Teatro occhio rivolto sempre alle esperienzedi Monaco di Baviera, con una grande risonanza internazionali”.da parte della stampa locale. In giro con quellache poi sarebbe diventata la compagnia de “Il MpVergballetto lucano”, Antonio si esibisce in Italia e è disponib<strong>il</strong>e anche in versione online su www.pssenisese.bas<strong>il</strong>icata.it e www.lasiritide.itPagina 2Mariapaola VergallitoDirettore di <strong>PaSSaparola</strong>
Periodico di Informazione dell’Area del Senisese-PollinoStoria di un ritorno tra coraggio e intraprendenzaPasquale a Paolo Bartolomeo: a Calvera con la scommessa sul futuroCoraggio e spirito di intraprendenza: è lastoria dei fratelli Bartolomeo; una di quellestorie che non si sentono spesso raccontarenei paesi dell' area sud della Bas<strong>il</strong>icata.Pasquale, 30 anni e Paolo 24, hanno decisoinfatti, a dispetto della “crisi”, degli stereotipispesso sbagliati che offronoun marchio sbagliato del sud edei territori “piccoli” e delleta nte d i fficoltà c h e s ipresentano ai giovani chevogliono e devono immettersinel mondo del lavoro.Questa è la storia di duegiovani che decidono di aprireun' attività commerciale nelsettore informatico nel loropaese natale, Calvera, uno deipiù piccoli comuni dellaBas<strong>il</strong>icata; uno di quei comuniche sulla carta sono destinati ascomparire.Ma è proprio da qui che puòpartire <strong>il</strong> cambiamento.Quella dei fratelli Bartolomeoè una scelta che alcunipotrebbero addirittura considerare folle, ci sipuò chiedere cosa abbia portato dei ragazzi alasciare un lavoro sicuro e che andava beneper un futuro incerto.Eccola: Pasquale dopo la laurea a Roma e unmaster inizia a lavorare presso unamultinazionale nella Capitale, <strong>il</strong> lavoroprocede per <strong>il</strong> meglio, riceve bonus e unapromozione, ma è proprio li che in un certosenso Pasquale inizia a capire che forse quelmodo di lavorare non fa per lui; lui vorrebbeun ambiente di lavoro no drogatodall'antagonismo e dalle “sgomitate”; troppele rivalità da sopportare nell' ambientelavorativo.Pa aparolaAltri eventi destab<strong>il</strong>izzano <strong>il</strong> modo di vivere diPasquale; prima un brutto incidente in auto euna lunga convalescenza, (con l' azienda cheassicura, anche in quel caso, tutte le coperturepossib<strong>il</strong>i). Ma questo non basta a trattenerlo.Pasquale va all'estero per poter acquisirenuove conoscenze e parte per <strong>il</strong> Sud Africa,per quella che in origine nasce come unanormale vacanza; ed è proprio lì che gli vienein mente di realizzare <strong>il</strong> progetto in cui ora èimpegnato a Calvera assieme al fratellominore. In Sud Africa conosce una situazioneeconomica che non è certo delle migliori almondo; è un paese in via di sv<strong>il</strong>uppo madotato di una grande volontà di crescita e sonopochi gli ostacoli per la realizzazione di unprogetto.Dal niente nasce l'opportunità.Quella stessa opportunità che Pasquale coglienelle persone che incontra. Quell' angolo delSud del mondo in cui ha abitato per un po' ditempo, per certi aspettigli ricorda la realtà delsuo paese, anch' essa alsud. Dell'Italia.Anche la situazione diPaolo non era precaria:un'occupazione stab<strong>il</strong>e,in un paese a pochich<strong>il</strong>ometri dal suo, unbuon rapporto con <strong>il</strong> suodatore di lavoro. Anchelui, però, con un sogno darealizzare. E investitodalla carica, dall' energiae dall'ottimismo che <strong>il</strong>fratello aveva portato consè dal Sud Africa, ha deciso di assecondarlo edi seguirlo nel “loro” progetto: creare un'attività che potesse servire agli altri, offrire unservizio alla collettività, fare <strong>il</strong> lavoro per cui siè tanto studiato e che innanzitutto piace einoltre farlo nel proprio paese: questipresupposti, tutti insieme,sembrerebbero assurdi.Invece non è così e, perfortuna, ne abbiamo leprove. Il progetto riguarda l'industria informatica econsiste nella realizzazione disiti web, che è stata l' idea dipartenza, con la quale è natala KTS (Kaularas, che sta per“ C a l v e r a ” Te c h n o l o g ySolutions), che si occupainoltre della riparazione edell'assistenza di telefonicellulari, con e senzagaranzia, con utenza privata ein collegamento con irivenditori.<strong>La</strong> famiglia ha accolto questadecisione con un inizialescetticismo e stupore; con felicità per lavicinanza dei due ragazzi e un pò di timore per<strong>il</strong> loro futuro. In supporto al loro progetto l'adesione al bando per i centri storici delProgramma Speciale Senisese. Assistiamoogni giorno a tante situazioni che ci fannocapire la diffic<strong>il</strong>e situazione che <strong>il</strong> nostro paesesta vivendo e assistiamo quotidianamente alletante difficoltà che ci sono sia nella grandi cittàche nei piccoli comuni; ci affidiamo alledecisioni politiche, ai cambi di governo, alleloro riforme, alle ricette che ci propongonoper arginare la crisi e per far decollarel'economia ma forse qualcosa possiamo, anzi,dobbiamo farla anche noi, come ci insegnano inostri amici, che non si sono arresi e non sisono limitati a dire che i nostri piccoli paesisono destinati a morire, ma hanno deciso direagire e di fare qualcosa di concreto; hannodimostrato che non è vero che le piccole realtàsono destinate a non avere futuro, perché sefacciamo qualcosa di concreto e se non cirassegniamo, forse, non è detto che sia statotutto deciso.Maria Rosaria Rondinelli è disponib<strong>il</strong>e anche in versione online su www.pssenisese.bas<strong>il</strong>icata.it e www.lasiritide.itPagina 3