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COSTITUZIONI Suore Terziarie Francescane Elisabettine di Padova

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<strong>COSTITUZIONI</strong><strong>Suore</strong> <strong>Terziarie</strong> <strong>Francescane</strong> <strong>Elisabettine</strong><strong>di</strong> <strong>Padova</strong>1


capitolo primoLA FAMIGLIA TERZIARIA FRANCESCANAELISABETTINAI. ORIGINE E MANDATO1.Elisabetta Vendramini e don Luigi Maransotto l'azione dello Spirito Santoil 10 novembre 1828 <strong>di</strong>edero inizioin <strong>Padova</strong>alla famiglia delle suore terziariefrancescane elisabettine.Essa,aggregata all'Or<strong>di</strong>ne dei Frati Minoricon decreto del 19 febbraio 1904,è una Congregazione <strong>di</strong> Diritto pontificioe fu definitivamente approvatada S.S. Pio X il 5 aprile 1910.2.Forma e vita <strong>di</strong> questa famiglia religiosa èvivere il santo Vangelo2


<strong>di</strong> nostro Signore Gesù Cristo 1in obbe<strong>di</strong>enza, povertà, castità consacratae "perfetta comunità" 2 .3.La vita secondo il Vangelo,costitutiva <strong>di</strong> questa famiglia religiosa,sta essenzialmentenell'impegno ra<strong>di</strong>cale dei suoi membri<strong>di</strong> tendere, sull'esempio della vergine Maria,verso la piena conformità a Cristo,Figlio pre<strong>di</strong>letto del Padre,pieno <strong>di</strong> Spirito Santo,separato dal peccato,servo fedele, povero, obbe<strong>di</strong>ente,che dona la salvezza alla Chiesa,portandole la misericor<strong>di</strong>a del Padre.4.Il suo ministero specifico è:vivere in una fraternità <strong>di</strong> amorela misericor<strong>di</strong>a del Padree proclamare agli uominiquesto stesso amore misericor<strong>di</strong>oso 3con una vita totalmente e gioiosamente consacrataall'opera <strong>di</strong> evangelizzazione e promozione umanaspecialmente con:la educazione e formazione cristianadell'infanzia e della gioventùsoprattutto povera e abbandonata;il servizio a chiunque si trova nel bisognoo nella sofferenza.1 Reg. boll. 1.2 prime Costituzioni3 D. III; 126; 133-134.3


5.Questa famiglia terziaria 4 ,informata allo spirito <strong>di</strong> carità francescanadal quale trae ispirazione,è aperta e <strong>di</strong>sponibile al servizio dei fratellinella fedeltà alla sua caratteristica missionesecondo i segni e le necessità dei tempi e dei luoghie le in<strong>di</strong>cazioni della Chiesadella quale vive l'ansia salvifica e il mandato.6.I suoi patroni ed esemplari sono:la Vergine Immacolatasan Giuseppesan Francesco d'Assisisanta Elisabetta d'Ungheria.IIVOCAZIONE7.La vocazione della suora elisabettinaè vocazione eminentemente trinitaria 5 .8.DioPadre onnipotente, sapiente e buono,si offre a lei come spazio totale <strong>di</strong> vita,centro e bene sommo e unico della sua esistenza 6 .4 D. I, 127; 171.5 D. I, 17; 20:6 D. I, 192; 226; 242.4


9.Gesù è il dono prezioso che il Padre le faperché possa realizzare la sua risposta <strong>di</strong> amore 7 .E' Gesù tutta la sua sufficienza 8 ,da Lui ogni forza e grazia,in Lui la pienezza della giustizia,la verità <strong>di</strong> se stessadell'uomodella storia 9 .10.Lo Spirito Santole è Padre e Maestro,sostegno nella fatica,coraggio e ardore <strong>di</strong> carità verso i fratelli 10 .Con la sua azione santificanteEgli la rinnova nell'intimoe la abilita a essereannuncio <strong>di</strong> salvezza e spazio <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>aper tutti.11.MariaImmacolata e Addolorata 11 ,immagine della Chiesae maestra <strong>di</strong> fede ai credenti,è il "tipo" della sua vita<strong>di</strong> specifica consacrazione a Dio 12 .Per mezzo <strong>di</strong> Mariae con la sua intercessionela suora elisabettina giungerà più facilmente7 D. I, 118; 226; II, 113.8 D. I, 300; Istr. 20, 4; 5, 4.9 D. I, 117.10 D. I, 122-123; 143; 152.11 D. II, 271; 255; I, 212.12 D. I, 490; V, 71; II, 51.5


all'amore <strong>di</strong> Gesùe saprà vivere con fedeltànella vocazione e missione ricevuta 13 .III.SPIRITUALITÀ12.La suora elisabettinarisponde a Dio che la chiamacon una obbe<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> fede incon<strong>di</strong>zionata,con la quale lo adora, lo ama, lo godequale figlia <strong>di</strong>letta:il Padre, per la pienezza della sua misericor<strong>di</strong>aha posto su <strong>di</strong> lei la sua <strong>di</strong>vina compiacenza 14 .13.Credere, per lei,è fare esperienza della potenza salvifica <strong>di</strong> Dio 15che, liberandola dal peccato e dalle sue conseguenze,la assimila sempre più al Figlio suoe ne feconda la vita e l'azione 16 .14.In Gesù, crocifisso e risorto,ha la certezza della salvezza;i meriti <strong>di</strong> Luisono il fondamento della sua speranza: 1713 D. IV, 158; I, 219; Istr. 8, 3; 25, 3.14 D. I, 214; 282.15 D. II, 320.16 D. II, 44-45.17 D. II, 3196


se molto ha da temereper le proprie colpe e ingratitu<strong>di</strong>ni,molto più ha da sperarenella misericor<strong>di</strong>a e bontà del Signore,il quale non attende altra cooperazioneche quella <strong>di</strong> permettergli<strong>di</strong> esserci più generoso. 1815.Spera ogni bene da Colui che,avendo dato se stesso, ogni giorno ci salvanell'incruento sacrificio,nel toglierci dalla morte e darci vera vitacon l'offrire se stesso in cibo. 1916.Per la suora elisabettina Dio è tutto:a Lui solo aspira, perché Padre <strong>di</strong>lettonel quale ha posto tutta se stessa. 20Conoscendosi termine delle paterne tenerezze <strong>di</strong> Dio,chiamata a essere per il Cristo totale,Gli corrisponde da vera figlia. 2117.Al Padre,che ci ha creati e redenti nel Figlioperché lo amassimo con il suo amore,essa dona, con l'affetto, una gratitu<strong>di</strong>ne vivissima.Vorrebbe donargli tutte le anime acquistate da Gesùe lo supplica a volerla rinnovare,così da essere sua eternamente,operante nel tempo per la sua gloria,perché non vuole altro che amarlo e servirlo. 2218 D. I, 200; 242.19 D. I, 185.20 D. II, 211.21 D. I, 118; II, 204.7


18.Scelta per Gesù,dall'eternità destinata a operare nella sua vignacome gli Apostoli, 23la suora elisabettinaaccoglie tale vocazione come grazia specialissimae la custo<strong>di</strong>sce con fedeltà e amore,in modo che né tribolazione, né patimento,né <strong>di</strong>letto, né tentazioni, né fatiche, né creaturela separino da essa. 2419.E' costante nell'impegno <strong>di</strong> conversione,fedele nelle piccole cose come nelle gran<strong>di</strong>, 25completamente aperta alla luce e sapienza <strong>di</strong>vina.Docile alle esigenze dell'amore <strong>di</strong>vino,è <strong>di</strong>sposta a lasciare anche la vita per tale fedeltà. 2620.Spinta dalla caritàche lo Spirito Santo infonde nel suo cuore,vive sempre più per Cristoe per il suo Corpo che è la Chiesa. 2721.Credendo che Dio non vuole che il suo bene,che solo Lui conosce ciò che è meglio per leie che la ama da padre,in Lui si abbandona da figliaalle sue sante <strong>di</strong>sposizioni. 2822 D. I, 139; 226.23 Istr. 2, 4.24 Istr. 3, 3.25 Istr. 3, 4; 12, 4.26 Istr. 16, 2.27 D. II, 85; 112.28 D. I, 195.8


22.Opera per Lui,serena in Lui, qualunque sia la circostanza.Lavora con lo sguardo sempre a Dio,alla sua gloria,al bene delle sorelle e <strong>di</strong> quanti avvicina. 29L'abbandono permanente in Dio Padre,specialmente se la cosa le costa, la mortifica,alleggerisce le sue fatichee la rende forte e coraggiosanelle <strong>di</strong>fficoltà e tentazioni.23.La suora elisabettina, come Gesù suo sposo,cerca la vera grandezza col farsi piccola,la vera ricchezza col farsi povera, 30mantenendosi davanti a Luinella sua verità <strong>di</strong> creatura carica <strong>di</strong> limiti e <strong>di</strong> pesi,bisognosa della sua grazia e misericor<strong>di</strong>a. 3124.Scopre nella sua povertà creaturalela sua vera ricchezza:tale povertà, rendendola conoscitrice <strong>di</strong> se stessa,le fa conoscere essere tutto <strong>di</strong> Dioquello che in lei va operando e,mantenendola in un perfetto <strong>di</strong>stacco e vuotoda tutto ciò che non è Lui,la rende posse<strong>di</strong>trice <strong>di</strong> Lui e del suo amore. 3225.E' sempre paziente con se stessae così non perde la pace interiore,29 Istr. 40, 5.30 Istr. 30, 3.31 Istr. 5, 3.32 D. I, 82; 224; Istr. 35, 2.9


né si scoraggia:l'umiltà la rende fedelee fa <strong>di</strong> lei un vera orante,vivente solo in Dio. 3333 Istr. 34, 2-3.10


capitolo secondoCONSACRATE A DIO MEDIANTE I VOTII. OBBEDIENZA26.La professione <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enzanella famiglia terziaria elisabettinaè positiva adesione al <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Dio.La suora elisabettina,nella ra<strong>di</strong>cale conversione del suo essere a Lui,si assimila a Cristoservo fedele e obbe<strong>di</strong>ente fino alla gloria. 127.Dio Padre,rendendola atta ad accogliereil dono del suo amore <strong>di</strong> compiacenza, 2la associa in maniera più forte e sicuraalla sua volontà <strong>di</strong> salvezza.In forza <strong>di</strong> questa elezione,la suora Lo riconosce suo bene sommo,Gli offre la piena <strong>di</strong>sponibilità del suo essere1 Fil. 2, 5-11; Istr. 19, 4.2 D. IV, 41.11


e si impegna a uniformarsi in tutto alla sua volontà,così da realizzarsi in pienezzaed entrare nella sua gioia.28.Si conforma così a Gesùche, fedele alla volontà del Padre fino alla morte,dai patimenti sofferticonobbe a prova la sottomissione. 329.Ripropone vitalmente all'umanitàil sacrificio <strong>di</strong> Cristo, 4obbligandosi con votoa eseguire le <strong>di</strong>sposizioni delle sue superioreriguardanti la vita della terziaria famiglia elisabettina.Tale impegno la vincola in coscienza a obbe<strong>di</strong>requando l'or<strong>di</strong>ne le viene dato in nome dell'obbe<strong>di</strong>enza.30.La professione <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza vissutala fa raggiungere Dio nella fede operativa,la riscatta dalla <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enza originalee la inserisce più profondamentenel mistero redentivo ed ecclesiale.31.Cristo, e Cristo crocifisso,è la sua legge e il suo specchio. 5Sul suo esempiovive la totale rinuncia della propria volontàcome sacrificio <strong>di</strong> se stessain comunione con le sue superioree con le sue consorelle. 63 Eb. 5, 8.4 Lett. al Cap. gen. e a tutti i frati, VI (FF. 230); Amm. III (FF. 148).5 Istr. 12, 3; 14, 2-4; Ep. 158; 128.12


32.Attua questo progetto con umiltà e riconoscenza,mettendo a <strong>di</strong>sposizionetanto le energie della mente e della volontàquanto i doni <strong>di</strong> natura e <strong>di</strong> grazia,sapendo <strong>di</strong> dare la propria collaborazionealla e<strong>di</strong>ficazione del Corpo <strong>di</strong> Cristo. 733.La superiora,essa pure docile alla <strong>di</strong>vina volontà,esercita il suo servizioispirandosi alla carità con cui Dio ama l'uomo. 8Consapevole della <strong>di</strong>gnità della personae della sua grandezza,offre il suo servizio con umiltà e dolcezza,così da promuovere nella sorelleuna volontaria e spontanea accettazione, 9ferma restando la sua autorità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scerneree <strong>di</strong> decidere ciò che si deve fare.34Si impegna ad andare incontroalle necessità <strong>di</strong> ciascuna suora,perché questa possa ra<strong>di</strong>carsi nel dominio <strong>di</strong> Cristo 10e raggiungere il suo pieno svilupponella libertà dei figli <strong>di</strong> Diosecondo le esigenze della propria personalitàe il carisma della famiglia terziarianella Chiesa.356 Reg. boll. X (FF. 101); I (FF. 76); Reg. non boll. V (FF. 20).7 PC 14.8 D. IV, 8-9.9 Ep. 194; PC 14.10 D. I, 465.13


La suora elisabettina,chiamata a vivere e a lavorare in fraternitàper il Regno <strong>di</strong> Dio,vive l'obbe<strong>di</strong>enza:come mezzo efficace e necessarioper liberarsi dalla vecchia umanitàed entrare nella vera vitache trasforma e unisce a Dio,rendendo potenti sul mondo e sul male; 11come principio e fonte <strong>di</strong> unità nella fraternità.36.Attraverso la preghiera, la riflessione, il <strong>di</strong>alogoe nella consapevolezza dei ruolie dei doni <strong>di</strong> cui Dio l'ha arricchita, 12scopre la <strong>di</strong>vina volontà:nella viva voce della Chiesanelle Costituzioninella decisioni della superiorenei segni dei tempinel bisogno dei fratellinelle scelte della propria famiglia religiosanegli eventi quoti<strong>di</strong>ani.37.Nel <strong>di</strong>alogoevita la assolutizzazione del proprio punto <strong>di</strong> vista,è attenta e rispettosa delle opinionie dei lavori delle altre,semplice e sincera.Si impegna a superare le inevitabili tensioni,accetta nella fede le decisionidella superiora competentee, obbedendo in forma attiva e responsabile, 1311 Istr. 9, 3.12 I Cor. 12, 4-7; Rm. 12, 3-7.13 PC 14.14


mette a <strong>di</strong>sposizione della volontà <strong>di</strong> Diotutta se stessa.38.Dimostra sempre amore e rispettoper le superiore maggiori,attuando <strong>di</strong> buon animoquanto viene da esse <strong>di</strong>sposto.Quando le circostanze lo richiedono,manifesta loro il proprio pensierocon fiducia e lealtà,così da realizzare nell'obbe<strong>di</strong>enzauna vera comunione. 1439.Ogni suora rende grazie a Dioper il dono <strong>di</strong> colei che le offreil servizio <strong>di</strong> autorità. 15Alla superiora competentecor<strong>di</strong>almente partecipa la propria vitacirca la regolarità,la vita comunitaria,il dovere professionale.La superiora, da parte sua,è <strong>di</strong>sponibile all'ascoltoe conserva rispettosamente il segreto.II.POVERTÀ14 Reg. boll. X (FF. 102).15 1 Tm. 2, 1-2.15


40.La povertà della suora elisabettinaè viva attesa <strong>di</strong> Cristoche riempie e ricapitola la storia.Certa della fedeltà del Padre,la suora accoglie il Figlio suo come unico bene,per <strong>di</strong>ventare annuncio viventedella buona novella ai poveri.41.Per amore <strong>di</strong> Gesù suo sposo,che da "ricco si fece poveroper arricchirci con la sua povertà", 16si libera generosamenteanche da qualsiasi attacco alle cose.Nella creazione <strong>di</strong> questo spazio vitalesi rende completamente aperta alla ricchezza<strong>di</strong> Colui che le si offre totalmente,consegnandole i fratelli da salvare.42.Così conosce che la povertà è sapienzae ricchezza vera.E' sapienza, perché scelta da Dio per il suo Verbo;è ricchezza perché nel vuoto <strong>di</strong> ogni cosa vi è Id<strong>di</strong>o,ricchezza vera, sazietà perfetta,sapore unico e perfetto e intero bene. 1743.Libera dal "vecchio uomo", 18la suora elisabettina,nello spirito francescano propriodella terziaria famiglia,tende alla piena conformità a Cristo povero16 2 Cor. 8,9; Istr. 30,317 D. I, 256.18 Ef. 4, 22.16


e garantisce il suo impegnocon l'esercizio della povertà effettiva ed esteriore.44."Cerca prima <strong>di</strong> tuttoil regno <strong>di</strong> Dio e la sua giustizia", 19affidandosi all'alta provvidenza del Padre celestee al suo amore e cura, in ogni e per ogni bisogno 20 .45.Vive da povera,pratica la comunione dei benie compartecipa all'ansia dei poveri e degli ultimi.Si procura il sostentamentonecessario alla vita e alle opere apostolichecon il lavoro 21 ,vivendolo come partecipazioneall'incessante opera creatrice <strong>di</strong> Dioe compimento della sua volontà.46.Usa le cose che Dio ha creatoper il bene dell'uomo, gloria <strong>di</strong> Dio,e in tutte vede Lui, suo bene. 22Con questo atteggiamento sviluppa i doni personaliche il Padre le ha fatto, 23per parteciparli ai fratellie offrire loro un servizio arricchente.47.In forza del voto <strong>di</strong> povertàrinuncia al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> usare19 Mt. 6, 33.20 D. I, 477.21 1 Ts. 11ss; 2 Ts. 3, 10; Test. (FF. 119).22 D. I, 90.23 Ep. 100.17


e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> qualsiasi cosasenza il permesso della superiora competente.Tutto ciò che riceve in retribuzione del suo lavoro,o come pensione, sussi<strong>di</strong>o o dono,appartiene alla comunitàe deve essere messo a sua <strong>di</strong>sposizione.48.Conserva la proprietà dei beni patrimonialie la capacità <strong>di</strong> acquistarne,ma non può tenerne la amministrazione,l'uso e l'usufrutto.Di essi fa cessione a norma del Diritto comunee delle presenti Costituzioni.Tuttavia una suora che volesse rinunciareal dominio ra<strong>di</strong>cale dei suoi benipuò rinunciarvicon la autorizzazione della Superiora generalee il consenso del suo Consigliodopo <strong>di</strong>eci anni dalla professione perpetua.49.Prima <strong>di</strong> emettere per la prima volta i voti,la suora cede l'amministrazione dei suoi benia chi ritiene più opportunoe <strong>di</strong>spone liberamente del loro uso e usufrutto.Prima della professione perpetuafa liberamente testamento <strong>di</strong> tutti i beni che possiedeo che potrebbero pervenirle.Questi atti possono essere mo<strong>di</strong>ficatisolo con il permessodella superiora maggiore competente.50.Povera volontaria,la suora elisabettina vive ra<strong>di</strong>calmenteil voto <strong>di</strong> povertàcome mezzo <strong>di</strong> liberazione dall'egoismo18


e come tutela della autentica povertà.51.Si accetta con i propri limiti,lieta <strong>di</strong> poter contare su un Padreche l'ha amata fino a dare per lei suo Figlio.Si mantiene serenaanche nell'insuccesso,nella contrad<strong>di</strong>zione,nell'abbandonoche le fanno sperimentare lo spogliamentoche conduce alla risurrezione.52.Conserva la pace nelle privazioni,nella insicurezza <strong>di</strong> fronte all'avvenire,nella accettazione <strong>di</strong> essere all'ultimo posto.Rifugge dalle como<strong>di</strong>tà e dalle cose superfluee non si procura agevolazioni.Si adatta al vitto, al vestitoe a quanto viene messo a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> tutte,affrontando con pazienza la situazionequalora venga a mancare del necessario.53.Non chiede denaro o altro ad alcuna personasenza il permesso della superiora.Ricorda che la <strong>di</strong>pendenza non esauriscele esigenze della povertà religiosa.Nelle circostanze concretesi specchia nella povertà del Figlio <strong>di</strong> Dio,che "non aveva dove posare il capo". 2454.La fraternità risiede in ambienti poveri, 2524 Lc. 9,58.25 D. I, 170.19


arredati con semplicità,evita anche l'apparenza <strong>di</strong> lussoe ogni accumulazione <strong>di</strong> beni.Ciascuna suora compie volentierie con senso <strong>di</strong> responsabilitàl'ufficio affidatole, anche se umile e nascosto,sentendosi partecipe del comune progetto <strong>di</strong> vitaa servizio del Regno <strong>di</strong> Dio.55.Le suore si aiutano concretamentea rimanere fedeli alla povertàe verificano comunitariamente e con coraggio:il loro stile <strong>di</strong> vita;se ogni cosa rispecchia l'umiltà e la semplicitàche devono caratterizzare la famiglia terziaria;se hanno aiutato concretamente i poveri,pre<strong>di</strong>letti del Regno,tenute presenti le in<strong>di</strong>cazioni del Direttorio.III.CASTITÀ56.La castità consacrataè frutto della carità del Padre,è dono insigne dello Spirito Santo,è segno del Regno.Essa apre totalmente ed esclusivamentela suora elisabettinaall'amore <strong>di</strong> Dio,rendendola maggiormente atta a evangelizzaree ad accogliere l'umanità redenta dal sangue <strong>di</strong> Cristo20


come propria famiglia. 2657.Il Padre offre questo dono alla sua creatura,perché da lei desideranon solo un cuore <strong>di</strong> figlia amante,ma ancora <strong>di</strong> sposa,orto chiuso per Lui soloe a tutto ciò che a Lui non piace. 2758.Con il voto <strong>di</strong> castità la suora rinuncia al matrimonioe si astiene per un nuovo titoloda ogni atto interno ed esternocontrario alla castità.Totalmente libera,consacra a Dio affetti, parole e opere,e si sforza <strong>di</strong> preferire Lui a tutto,così da vederlo da sposa in tutte le sue bellezze,grandezze ed essere 28 .59.La incon<strong>di</strong>zionata appartenenza a Diola riempie della beatitu<strong>di</strong>ne dei puri <strong>di</strong> cuoree la rende fonte <strong>di</strong> pace 29 e maggiormente <strong>di</strong>sponibileal servizio gioioso dei fratelli.La castità per il Regno vissuta fedelmenteè segno dei beni eterniè preannuncio della comunione dei santiin cielo.60.Tale testimonianza <strong>di</strong> amore,26 D. II, 342; I, 68; Istr. 45, 1.27 Istr. 35, 3; 2, 2; Ep. 19.28 Istr. 35, 3; Ep. 133.29 Istr. 44, 1.21


praticata con soda fortezza,la purifica ed eleva,cosicché anche per suo mezzola Chiesa può meglio presentarsi"come una sposa adorna per il suo sposo". 30Interamente de<strong>di</strong>ta a Dio nel servizio salvifico,non si <strong>di</strong>strae da questa attenzione costante.61.Custo<strong>di</strong>sce il suo amore sponsalecon l'umiltà, la mortificazione e l'orazione;non riposa in ciò che il suo fervore le offre,né sulle ricchezze che Gesù stesso le dona,sapendo per esperienza quanto sia sicurala feconda rustichezza delle accennate custo<strong>di</strong>e. 3162.Maria è il "tipo" della sua consacrazione a Dio.La suora elisabettina ne contempla la santitàe la imita nella carità e fedeltàcon cui accolse la Parola <strong>di</strong> Dio, Cristo umanato. 32Con Maria riceve l'umanità salvata e da salvaree con lei collabora a rigenerarla a Diome<strong>di</strong>ante il servizio salvifico. 3363.Come una perfetta sposavive la sua donazione a Cristo senza riservee si sforza <strong>di</strong> essere santa nel corpo e nello spirito,per piacere in tutto a Colui che l'ha chiamata:grande cuore, gran animo, gran coraggio abbisognaa una sposa del re per farsi a gusto dello sposo. 3430 Ap. 21, 2b.31 Istr. 2, 2.32 Ep. 104.33 D. I, 26; 401.34 Ep. 231.22


64.Aperta a un amore universaleama tutti con il cuore stesso <strong>di</strong> Dio.Nelle relazioni quoti<strong>di</strong>ane <strong>di</strong> carità e <strong>di</strong> servizioriconosce Cristo in ogni fratelloe lo serve fino a dare anche la vita. 3565.Alimenta il suo amore con l'Eucarestia,lo purifica nel sacramento della Riconciliazione,lo sostiene con la preghierae con una filiale devozione a Maria.66.Senza presumere <strong>di</strong> sé,cosciente della preziosità del dono ricevutoe della sua fragilità a motivo della umana debolezza,domina i sensi con una vita volontariamente austera.Pratica la virtù,così da rendersi un tempio adornodove ami soggiornare la Trinità santissima. 3667.Nelle relazioni con le persone è semplice e cor<strong>di</strong>ale,ma anche riservata e prudente:un atteggiamento troppo libero o troppo <strong>di</strong>staccatopuò compromettere la testimonianza e la fedeltà.68.Esprime la <strong>di</strong>sponibilità del suo amore a Dio,accogliendo i membri della propria comunitàcon bontàe con<strong>di</strong>videndone i pesi, le preoccupazioni e le gioie.E' per loro una presenza viva e prudente,fatta <strong>di</strong> attenzione e <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a,35 Istr. 40, 4; Ep. 33.36 Istr. 19, 3.23


contribuendo così a crearequel clima <strong>di</strong> fraterna amiciziache favorisce lo sviluppo della personae custo<strong>di</strong>sce più sicuramente la castità. 3737 PC 12.24


capitolo terzoSANTIFICATE NELLA CARITÀ.I. PREGHIERAA. DONO ED ESPERIENZA69.La preghiera è dono grazioso della bontà <strong>di</strong>vina,è incontro <strong>di</strong> amore della creaturacon il suo Creatore,é "stato" in cui questo amore si svilupparealizzando l'unione <strong>di</strong> tutto l'essere con Dio,nella assimilazione a Cristo. 170.La suora elisabettina accoglie tale donocome invito dell'Amore che salva.Pone in Dio, suo tutto, ogni fiducia e speranza;apre a Lui le potenze dell'anima sua,i sentimenti, gli affetti, i sensi tutti,affinché il soffio dello Spirito entrie vivifichi la persona in ogni minima sua parte 21 D. II, 336; I, 318; II, 354; 247:25


e la <strong>di</strong>sponga a volere soltanto la volontà <strong>di</strong> Dio,"la vostra santificazione". 371.In questo incontro con il Padre, in Gesù,suscitato dallo Spiritofa l'esperienza più piena dell'essere suo <strong>di</strong> creaturae figlia nel Figlio,fatta per conoscere, amare e godere eternamentedell'essere <strong>di</strong>vino. 472.Con Gesù adora il Padre,impegnandosi sempre più a vivere"in spirito e verità". 5Unita a Gesùgli offre le proprie sofferenze e fatiche.Con Gesù lo prega a guardarla come sua figliae a renderla atta a bere il calice della redenzione.Assimilata così a Cristo,donato per la salvezza del mondo,rende al Padre la gloria che gli è dovutae lo glorifica davanti a tutti gli uomini.73.Consapevole <strong>di</strong> non poter nulla senza Gesù,persevera nella preghiera.Nessuna cosa la allontana da essa,anzi ogni tentazione, travaglio, persecuzionela porta all'Amico, allo Sposo, al Padre,al suo Bene, al suo Dioin cui trova, con il cuore, il necessario soccorso. 62 D. I, 125.3 1Ts. 4, 3.4 D. V, 17.5 Gv. 4, 24.6 Istr. 25, 2.26


Un vivo, sincero, permanente ricorso a Luila renderà santa e perfetta come Egli vuole. 774.Domanda al Santo Spirito il suo amore.Egli solo può renderla capace<strong>di</strong> operare la sua trasformazione in Gesùe il vero bene <strong>di</strong> carità,<strong>di</strong> seguire la vera devozionee vivere nella pace.75.Fa propri gli interessi <strong>di</strong> Gesùe ne sod<strong>di</strong>sfa la setepregando con la Chiesa e per la Chiesa. 8Presenta alla misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vinaogni popolo e nazionee, facendosi essa stessa voce dell'umanitàper lo Spirito <strong>di</strong> Gesù che in lei prega,implora per tutti luce e salvezza. 976.Si fa gemito per i non credenti,per chi vive nel peccato,per quanti passano all'eternità,per i sofferenti <strong>di</strong> ogni sortae per le persone consacrate a Dio. 10In modo speciale supplica la bontà <strong>di</strong>vinaper gli inviati della Parola,affinché, fedeli al Vangelo e alla Chiesa,<strong>di</strong>spongono alla fede i popolie accendano con le loro fatiche il mondo tutto<strong>di</strong> quell'amore che a Dio si deve. 117 Istr. 20, 4.8 Istr. 5, 5.9 D. II, 247; V, 30.10 Ep. 158; 91.27


B. CELEBRAZIONE DELLA PREGHIERA77.Ogni suora, fedele al dono <strong>di</strong> Dioe alla propria consacrazione,si impegna a cercare e ad amare sopra ogni cosaColui che per primo l'ha amatae si sforza <strong>di</strong> alimentare in tutte le circostanzela vita nascosta con Cristo in Dioda cui riceve impulsola sua attività apostolica e caritativa.78.Nella orazione si converte ogni giornoconformandosi ai pensieri <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> Gesù,ai suoi sentimenti <strong>di</strong> umiltà,ai suoi insegnamenti <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a,docile allo Spirito Santo che abita in lei.79.La comunità terziaria elisabettinavive la preghiera liturgicacome l'atto con cui maggiormenteesprime nella propria vitae manifesta agli altriil mistero <strong>di</strong> Cristo e la vera natura della Chiesa. 12Particolarmente nella celebrazione eucaristicaessa trova la ra<strong>di</strong>ce e il car<strong>di</strong>ne della fraternitàche costruisce intorno a Cristo la propria comunionee vi trova l'alimento e l'impulso alla carità. 131. Liturgia e Sacramenti.11 Ep. 91; D. V, 30.12 SC 2.13 SC 10.28


80.Ogni suora partecipa e vive l'Eucarestianell'impegno <strong>di</strong> una continua conversione,per camminare verso la pienezza della comunionecon Dio e con i fratelli.La celebrazione eucaristicaè il momento centrale della sua giornata.In essa rinnova il dono <strong>di</strong> séin unione alla morte e risurrezione <strong>di</strong> Gesùe si offre con Lui al Padre.Si impegna, possibilmente ogni giorno,a quella partecipazione più perfettaper la quale riceve dal medesimo sacrificioil Corpo del Signore. 1481.La suora che per qualsiasi causaversa in pericolo <strong>di</strong> mortericeve l'Eucaristia sotto forma <strong>di</strong> viaticocome segno speciale<strong>di</strong> partecipazione al mistero pasquale.In essa, fortificata dal Corpo <strong>di</strong> Cristo,riceve il pegno della risurrezione.82.Ciascuna suora coltiva in sé una grande stimadel sacramento della Riconciliazioneche restaura e corroboranelle membra della Chiesa cadute nel peccatoil dono primario della conversione a Cristo,già ricevuto nel Battesimo,ottiene dalla misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dioil perdono delle offese,attua la riconciliazione con la Chiesa.Sollecita della propria unione con Dioe consapevole della umana debolezza e defettibilità,14 Euc. My. 37.29


accoglie con riconoscenza questo sacramentoquale dono della grazia <strong>di</strong>vina,e vi si accosta con la frequenza voluta dalla Chiesa,per crescere nella retta conoscenza <strong>di</strong> sée il progre<strong>di</strong>re nella virtù della umiltà cristiana,poiché il sacramento rende sempre più abbondantela grazia. 1583.In caso <strong>di</strong> salute seriamente compromessaaccoglie il sacramento della Unzione degli infermicome dono speciale <strong>di</strong> Dioche le conferisce la grazia dello Spirito Santo,<strong>di</strong>modoché tutto il suo essere riceve aiutoe si sente rinfrancato.Il sacramento inoltre dona, se necessario,il perdono dei peccati.Riconciliandola con Dio e con i fratelli,la prepara "alla finale e integrale riconciliazione<strong>di</strong> tutto l'essere umanoche <strong>di</strong>venterà, nell'incontro con il suo Signore,pienamente partecipe della gloria dei figli <strong>di</strong> Dio". 1684.La superiora locale provvede con ogni premurae <strong>di</strong>ligenza che non manchi alle sorelle il confortodel sacramento della Unzione degli infermi.Procura inoltre che la suora in pericolo <strong>di</strong> mortericeva il viaticoquando è in ancora in possesso delle proprie facoltà.2. Ufficio <strong>di</strong>vino15 LG 11.16 Ev. e Sacr. della Penitenza e della Unzione infermi 7.30


85.Ogni fraternità celebra comunitariamentel'Ufficio <strong>di</strong>vino secondo le in<strong>di</strong>cazioni del Direttorio,sapendo <strong>di</strong> essere voce della Chiesache pubblicamente loda Dio 17e lo prega a favore <strong>di</strong> tutti gli uomini.Le suore lo celebrano con devozione davanti a Dio.Procurano che la voce concor<strong>di</strong> con la mentee la mente concor<strong>di</strong> con Dio,affinché possanome<strong>di</strong>ante la purezza del cuorepiacere a Lui. 1886.Alimentano il rapporto personale con Diocon la me<strong>di</strong>tazione quoti<strong>di</strong>ana,alla quale consacranoalmeno un'ora <strong>di</strong> tempo al giorno,e con la lettura spirituale,così da penetrare sempre meglio la Parola <strong>di</strong> Dio,interiorizzarlaed esprimerla nella vita.Attraverso la vita <strong>di</strong> preghiera sarà loro possibilericonoscere sempre e dappertutto Dio"nel quale viviamo, ci muoviamo e siamo", 19scoprire in ogni avvenimento la sua volontà,vedere Cristo in ogni persona,giu<strong>di</strong>care rettamente del vero significato e valoredelle realtà temporaliin se stesse3. Me<strong>di</strong>tazione - Lettura spirituale17 SC 83.18 Lett. al Cap. gen. e a tutti i frati VI (FF. 227).19 At. 17, 28.31


e in or<strong>di</strong>ne all'uomo.87.Ogni suora cerca la comunione con Diosforzandosi <strong>di</strong> vivere continuamente alla sua presenzain amoroso <strong>di</strong>alogo con Luie procurandosi, con vigile attenzione,spazi <strong>di</strong> preghiera personale.Tutte, ogni mese, de<strong>di</strong>cano una giornata al ritiroe, ogni anno , partecipano agli esercizi spirituali.Vivono queste esperienzecome momenti particolarmente efficaciper una profonda verifica interioree una adeguata conversione.4. Ritiro spirituale88.Con la me<strong>di</strong>tazione della passione del Signore 20alimentano la fiducia in Dio Padreche ci ha salvati nella croce del Figlio suoe che, in Lui,ha compassione della umana debolezza.Dall'esempio <strong>di</strong> Gesù attingono forzaper abbracciare amorosamente le proprie crocie le fatiche del servizio apostolico. 2189.La adorazione eucaristicaha uno spazio rilevante <strong>di</strong> tempo nella loro vita.Nel mistero eucaristico contemplano il Signore stesso5. Devozioni20 D. II, 346.21 Istr. 21, 2; D. II, 121.32


che fa del bene e santifica tutti.Qui Egli si dona a ciascuna e ciascuna realizza in Luila più profonda comunione <strong>di</strong> vita con il Padre. 22Alimentano inoltre il <strong>di</strong>alogo personale con Gesùvisitandolo spesso nel tabernacoloe praticando il culto personale alla s. Eucaristia.90."Testimoniano la perfetta e universale comunioneche esiste nel Corpo <strong>di</strong> Cristoe verso cui la Chiesa pellegrina tende incessantemente"offrendo preghiere <strong>di</strong> suffragioNutrono per la Vergine un amore delicato e filialee la venerazione che conviene alla madre <strong>di</strong> Dio.La onorano con particolare impegnonei tempi dell'anno a lei consacratie nelle festività in<strong>di</strong>cate dalla Chiesa. 23Recitano possibilmente ogni giorno il rosario.Con questa preghierasi immergono nella contemplazionedei misteri della vita <strong>di</strong> Cristo.Considerandoli attraverso il cuore <strong>di</strong> coleiche fu più vicina al Signore,penetrano più profondamentele insondabili ricchezze del suo amore per noi,ricavandone grazia e salvezza.6. Suffragi91."Testimoniano la perfetta e universale comunioneche esiste nel Corpo <strong>di</strong> Cristoe verso cui la Chiesa pellegrina tende incessantemente"offrendo preghiere <strong>di</strong> suffragio per le sorelle defunte,22 D. IV, 57.23 LG. 66 - 67; SC. 103.33


per i loro parenti, benefattori e fedeli defunti,affinché "siano accolti nel Regno"e domandano a Dio <strong>di</strong> ritrovarsi insiemea godere della sua gloria. 2492.All'annuncio della morte <strong>di</strong> una sorellaogni fraternità fa celebrare una santa Messa,compie l'esercizio della Via Crucis,ne fa memoria nella celebrazione dell'Ufficio <strong>di</strong>vinoe offre per lei la sua giornata <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> preghiera.Alla morte del sommo Ponteficeogni fraternità compie gli stessi suffragiin<strong>di</strong>cati per una sorella defunta.Gli stessi suffragi vengono applicatialla morte <strong>di</strong> un Vescovodalle fraternità che si trovano nella sua <strong>di</strong>ocesi.Per la morte dei genitori <strong>di</strong> una suorala fraternità <strong>di</strong> cui ella fa partefa celebrare una santa Messa <strong>di</strong> suffragio.Oltre a questi suffragi particolaril'Istituto conserva l'uso <strong>di</strong> altri suffragi comuniin<strong>di</strong>cati nel Direttorio.II.COMUNIONE FRATERNA93.Il Padre ama il Figlio e, per questo amore,dona il Figlio all'uomo come redentore.Il Figlio ama il Padre e accetta dal Padre,24 CdA, p. 313; LG. 50.34


perché lo ama,la volontà <strong>di</strong> salvare l'uomo fino alla croce.In questo amore del Padre e del Figlio per lo Spiritola comunità terziaria elisabettinatrova l'origine e l'esempio dell'amoreche la costruisce e la conserva. 25Essere perfetta nella caritàè il suo mandato e il suo ideale. 2694.Ra<strong>di</strong>cate nell'amore per il Battesimoe per la professione religiosa nella famiglia terziariale suore rendono visibile la <strong>di</strong>vina realtàamandosi scambievolmente,compatendosi nelle personali e comuni debolezzee vivendo come fossero un sol corpo,un sol cuore, una sola volontà. 2795.Ciascuna si fa dono all'altra liberalmente,senza attendersi esiti o ricompense,imitando in ciò Dioche dà all'uomo ogni bene e perfino se stesso. 28Gode del bene altruied è sollecita nel procurarlo,abbracciando, per ottenerlo,qualsiasi pena o fatica.96.Poiché la carità per la suora elisabettinaè un <strong>di</strong>stintivo tutto particolare, 29essa si impegna ad allontanare dal proprio cuore25 D. I, 343 - 344; III, 157.26 D. III, 133 - 134.27 Istr. 40, 5; 44, 2.28 D. II, 93; 204.29 Istr. 40,1; 20, 3.35


ogni gelosia, invi<strong>di</strong>a, ira, giu<strong>di</strong>zioe a guadagnare chi è debole nella virtùcon la pazienza e la mitezza,perché è in questo modo che Dio vuole salvo il mondo. 3097.Gesù le è maestro e modello;l'esperienza vitale <strong>di</strong> Lui,morto, risorto e sacramentato,le è grazia e miniera <strong>di</strong> perfetta carità. 3198.La fraternità,accesa <strong>di</strong> questo amore <strong>di</strong> Dio,che quale talento va quoti<strong>di</strong>anamente trafficandoper il bene <strong>di</strong> ciascuna, 32<strong>di</strong>venta spazio <strong>di</strong> salvezzae segno visibiledella infinita misericor<strong>di</strong>a del Padreper gli uomini.99.Ogni fraternità,nutrita degli insegnamenti del Vangelo,della sacra Liturgiae soprattutto della Eucarestia,persevera nel bene e nell'unitàsull'esempio della Chiesa primitivain cui "la moltitu<strong>di</strong>ne dei credentiaveva un cuor solo e un'anima sola". 33100.Ogni suora si sente responsabile30 Istr. 17,3; D. I, 349.31 D. II, 381.32 D. III, 134.33 At. 4, 32.36


del bene <strong>di</strong> tutte e del bene <strong>di</strong> ciascuna,della vita comunitariae del buon andamento della casa.Collabora a mantenere viva l'unione dei cuoricon la presenza attiva agli atti comunie con la delicata comprensione verso tutte.101.Per cementare l'unità nella corresponsabilitàle suore si riuniscono perio<strong>di</strong>camentesotto la <strong>di</strong>rezione e la guida della superioranell'incontro comunitario:per una profonda revisione <strong>di</strong> vita,per approfon<strong>di</strong>re la realtà della vita religiosae del suo specifico ministero nella Chiesa,per stu<strong>di</strong>are il mandato apostolicoed esprimere la partecipazione <strong>di</strong> tutteai problemi inerenti alla vita della comunità.102.Annualmente la superiora riunisce la fraternitàper programmare:i tempi della preghiera in comunei tempi <strong>di</strong> silenziogli incontri comunitarila attività apostolicala formazione permanenteil tempo libero e il riposo.103.Le suore consumano i pastiin fraterna letizia e ricreazione.Vivono i tempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stensione <strong>di</strong> svagocome momenti che favorisconol'unità nella pluralità,la conoscenza reciproca,l'amiciziae la gioia <strong>di</strong> vivere insieme.37


104.Quando il comportamento <strong>di</strong> qualche sorellanuoce alla vita religiosa,alla comunionee al servizio apostolico,si correggono reciprocamente in umiltà e dolcezzasecondo l'insegnamento evangelico. 34Si perdonano con amore nelle loro mancanze,così da rendere attuale nella vitail dono <strong>di</strong> Gesù morto e risorto.105.Amano e rispettano gli spaziriservati esclusivamente alla comunità.Essi favoriscono la vita religiosa e fraternae sono necessari a ogni suora per ritemprarsie ripresentarsi sempre nuovanell'incontro con i fratelli,capace <strong>di</strong> riconoscere Dio anche in mezzo al frastuonoe alla attività più intensa.Tali spazi sono determinati dalla superiora maggiore.Nessuna persona esterna può accedervisenza il consenso della superiora locale.106.Le suore sono accoglienti sempre e con tutti,specialmente con i poveri.Nell'offrire ospitalitàarmonizzano le esigenze della vita religiosacon la cor<strong>di</strong>alità e la <strong>di</strong>sponibilità.Si salutano augurandosi pace e bene.Tale saluto vuole essere fruttodella loro continua conversione a Dio in Cristoe lieto annuncio <strong>di</strong> salvezza a tutti.107.34 Mt. 18, 15; Ep. 183.38


Amano <strong>di</strong> amore tenero e sincero i loro familiari.Li tengono presenti nella preghiera e nel sacrificio.Li visitano quando esigenze <strong>di</strong> pietàsollecitano la loro presenza accanto a essi,accordandosi in ciò con la superiorae tenendo presenti gli impegni della fraternità.108.Apprezzano e portano <strong>di</strong>gnitosamente l'abito religiosoche spose <strong>di</strong> un Dio le <strong>di</strong>stingue dalle spose del mondo, 35segno della loro appartenenza alla famiglia terziariae della sua specifica missione nella Chiesa. 36In particolari circostanze,a norma del Direttorio,la superiora maggiore competentepuò permettere a singole suore,e finché dura la necessità,opportune mo<strong>di</strong>fiche all'abito religiosoo anche la sua sostituzione.III.PENITENZA109.La penitenza è la via evangelica 37del ritorno all'amore unico e assoluto del Padree insieme è l'esigenza dell'amore <strong>di</strong>vino,effuso in modo totale e definitivo sulla umanitàin Gesù crocifisso e risortoper la potenza dello Spirito Santo.35 Ep. 111.36 Istr. 42, 2.37 Mc. 1,15; Istr. 18, 2, 6, 2.39


110.Attirata e sostenuta da questo amorela suora elisabettina,penitente <strong>di</strong> s. Francesco, 38or<strong>di</strong>na ogni cosa secondo il proprio finee, con fede e coraggio,si pone nel <strong>di</strong>fficile cammino della penitenza. 39111.Si impegna anzitutto a praticare quella penitenzache sra<strong>di</strong>ca l'orgoglio,che aiuta a soffrire tentazioni, fatiche e penerendendo capaci <strong>di</strong> vederli doni preziosi <strong>di</strong> Dioe sue grazie speciali, 40perché a Lui <strong>di</strong>spongono,in Lui ci gettano,Lui sommamente fanno desiderare. 41112.La accettazione libera e amorosa della penitenzaè in<strong>di</strong>spensabile.Con essa l'essere viene purificato,irrobustitoe condotto, nella libertà dagli istinti,alla assimilazione con Dio.Il servizio, infatti, che da lei vuole il Signoreha lo scopo <strong>di</strong> renderla regnante per graziacome Lui è dominante per natura. 42113.Lo sposo e la sposa formano un essere solo.La suora elisabettina con la penitenza38 Ep. 41, 42.39 D. I, 253.40 D. II, 148, 192.41 D. I, 361.42 D. I, 361.40


esprime la sua unione sponsale con Gesù crocifisso. 43Attraverso la croce Gesù la chiama,con Maria,alla unità <strong>di</strong> amore con Luiperché, <strong>di</strong>strutta l'umanità <strong>di</strong> peccato,in Lui,per l'azione dello Spirito Santo,si formi la nuova creatura. 44114.Dalla cattedra della croceimpara quella sapienza che il mondo non conoscee che sola permette <strong>di</strong> attingere,pur nelle pene più profondee in ogni sorta <strong>di</strong> abbandoni,pace e gioia vere. 45In Gesù,per la forza del suo amore donato,ella realizza una comunionesempre più perfetta con la volontà del Padre:"che tutti gli uomini siano salvie giungano alla conoscenza della verità". 46115.Niente la <strong>di</strong>strae dal conformarsi a Cristo,anzi, riposando nel <strong>di</strong>vino volere,sente crescere nel cuore vera compassione e pietàper quanti non hanno fede e per gli ultimi.Urge in lei un vivo e amorosodesiderio della loro salvezza:è lo stesso spirito <strong>di</strong> Gesùche in lei prega, geme e soffrerendendola martire d'amore per i fratelli. 4743 D. I, 199; Istr. 3, 5; 5, 5; 11, 2.44 Ep. 20.45 Istr. 7, 3; D. II, 121.46 1 Tm. 2, 4.41


116.Secondo lo spirito e lo scopo della famiglia terziariale suore praticano una vita penitente. 48Vivono gli impegni assunti con la professione religiosacome mezzo concretoper realizzare la loro configurazione a Gesùcrocifisso e risortoper la salvezza <strong>di</strong> tutti gli uomini.Lo seguono rinnegando se stessee portando la croce ogni giorno<strong>di</strong>etro a Lui. 49117.Si astengono dalle carnii mercoledì e i venerdì <strong>di</strong> tutto l'anno,salvo particolari esigenze.Digiunano, oltre che nei giorni stabiliti dalla Chiesa,nelle vigilie dell'Immacolata, <strong>di</strong> s. Giuseppe,<strong>di</strong> s. Francesco d'Assisi e <strong>di</strong> s. Elisabetta d'Ungheria.In questi giorni la fraternitàconserva il silenzio a tavola, così pure,per onorare la passione e morte <strong>di</strong> Gesùe per unirsi ad essa,mantiene il silenzio ogni venerdìdurante il pranzo o la cena.118.Con Gesù modello supremo dei penitenti 50vivono i tempi <strong>di</strong> avvento e <strong>di</strong> quaresimacon un più coraggioso impegno <strong>di</strong> conversione.Tutte si impongono,personalmente e comunitariamente,47 D. IV, 55.48 Legg. magg. 6 (FF. 1073); Istr. 17, 1.49 Lc. 9, 23; Istr. 12, 2.50 Paen. 5.42


delle mortificazioni adeguate.119.Praticano l'esercizio del silenzio e del raccoglimentosoprattutto nei tempi e luoghi stabiliti.Per favorirlo,evitano ciò che può essere causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>strazionee si uniscono spiritualmente a Gesù Salvatore.Aderiscono alle esigenze del silenziocon tutto il proprio essereper sentire Dio che parlae per facilitare a sé e alle sorellela percezione del suo messaggionella creazione e negli avvenimenti.120.Negli incontri per la revisione <strong>di</strong> vitaogni fraternità,alla luce della Parola <strong>di</strong> Dio,della Chiesa e della Madre Fondatricesi interroga sulle proprie responsabilitànei confronti degli impegni assuntinella comunità e nella Chiesa.Riconoscendo la propria debolezza,le suore intendono ristabilire l'equilibriorotto o ritardatoper la mancata adesione alla graziae rinnovano la volontà <strong>di</strong> bene.43


capitolo quartoMANDATE A TESTIMONIARE LA MISERICORDIAAPOSTOLATOA. RADICE E DINAMICA121.L'apostolato è " tutta l'attivitàdel corpo mistico <strong>di</strong> Cristo,or<strong>di</strong>nata a rendere partecipi tutti gli uominidella salvezza operata dalla redenzione" 1 .122.L'apostolato della famiglia terziaria elisabettina,che la Chiesa riconosce come proprioattraverso un suo speciale mandato,ha la sua origine e il suo modellonell'amore trinitario. 2La suora elisabettina lo esercitaanzitutto nella testimonianza <strong>di</strong> fede in Gesùcrocifisso e risorto,1 AA2.2 D. III, 157; I, 227.44


e nel servizio regale all'uomo redento da Cristo" 3 .123.La forza <strong>di</strong> tale apostolato scaturiscedalla esperienza personale della fedeltà <strong>di</strong> Dio,che è il suo unico termine <strong>di</strong> stabilità e <strong>di</strong> certezza.L'esperienza del proprio limite,superato nella misericor<strong>di</strong>a del Padre,la pone in atteggiamento<strong>di</strong> continua e gioiosa conversione. 4124.Questo atteggiamento vitaleè esigenza <strong>di</strong> personale crescita nell'amoree <strong>di</strong> solidale compattezzacon le membra del corpo <strong>di</strong> Cristo,soprattutto con quelle più sofferenti. 5Per tale ministero lo Spirito Santo le elargisceuna carità accesa,una fede illuminata,una speranza certa,affinché contribuisca efficacementea preparare a Dioun popolo profetico e sacerdotale.125.Convinta della salvabilità dell'uomoe docile alla volontà del Padre, 6che vuole rifulga in ogni personal'immagine del Figlio suo, 7la suora elisabettina si fa tutta a tutti.3 Istr. 5,5.4 Ep. 252.5 D. II, 256; I, 282.6 D. II, 235-236.7 D. III, 114-115.45


126.Obbe<strong>di</strong>sce responsabilmente al mandatoin modo coerente e concretosia a titolo personaleche comunitario ed ecclesiale,osservando fedelmente le <strong>di</strong>sposizionidella competente autorità ecclesiasticaper quanto riguarda l'esercizio della attività pastoralee sociale.127.Opera nella fedeltà al carisma della famiglia terziaria,profondendo tutte le sue doti,rispettosa delle esigenze <strong>di</strong> Dioe delle richieste e capacità dell'uomo. 8128.La cre<strong>di</strong>bilità della sua opera evangelizzatriceaffonda le ra<strong>di</strong>cinell'essere prescelta <strong>di</strong>stintamentee nell'essere membro vivo<strong>di</strong> una comunità <strong>di</strong> fede, speranza e carità,a cui Dio affida quest'opera grande, 9perché gli sia resa testimonianza e glorificazionedavanti agli uomini. 10129.La suora elisabettina risponde al mandato apostolicocon una vita evangelicapermeata <strong>di</strong> penitenza e carità,a servizio dell'uomo<strong>di</strong> cui è chiamata a promuovere la <strong>di</strong>gnitàe la immagine del Figlio <strong>di</strong> Dio. 118 GS 27.9 Istr. 40, 5.10 Mt. 5, 16; Gv. 15, 8; D. III, 128.46


130.Ne contempla la grandezza,l'amore <strong>di</strong> cui è depositarioe il destino eterno,essendo egli il dolce pensiero dell'Augusta Trinità. 12Fa propria l'ansia salvifica del Padreper le gravi e dannose conseguenze del peccatoe lo ama con il suo stesso cuore, 13come ha fatto Gesùche non ha guardato a pene,né a morte <strong>di</strong> croce.131Offre a tutti il suo servizio regale,ma pre<strong>di</strong>lige i poveri, gli umili, gli abbandonati,gli in<strong>di</strong>fesi e a quanti hanno maggiormente bisogno<strong>di</strong> trovare fiducia nella misericor<strong>di</strong>a del Padre. 14132Si pro<strong>di</strong>ga con liberalità,pazienza, attenzione e rispetto,guardando in ognuno la persona stessa <strong>di</strong> Gesù. 15Li serve allegramente,attingendo a quella pace che le viene dal profondoove <strong>di</strong>mora la Trinità Santissima. 16133.Nello zelo è benigna, pacifica, piena <strong>di</strong> carità,mai impetuosa.Di fronte alle <strong>di</strong>fficoltà non si perde <strong>di</strong> coraggio:donna forte,11 D. IV, 25.12 D. I, 117-118.13 D. II, 235.14 D. III, 126.15 D. II, 210; Istr. 40, 4.16 Ep. 98.47


sostenuta da incrollabile speranzae da una preghiera instancabile,per il bene altrui sa <strong>di</strong>menticare se stessae abbracciare volentieri pene, stenti e fatiche. 17134Consapevole che la propria consacrazioneè il primo e principale mezzo per <strong>di</strong>ffondere la fede,mette tutto il suo fervore al servizio <strong>di</strong> Dioe nella pratica della carità fraterna,che sono la prima testimonianza del Regno <strong>di</strong> Dioe della presenza dello Spirito Santooperante nella Chiesa.A tale impegno unisce preghiere e opere <strong>di</strong> penitenza,perché il Signore fecon<strong>di</strong> con la sua graziail lavoro apostolicoe susciti sempre nuovi messaggeri del Vangelo.B. ATTIVITÀ SPECIFICHE135.La suora de<strong>di</strong>ta alla assistenza socialeassume il bisogno <strong>di</strong> ogni fratellocome comando <strong>di</strong> Dio.Accosta la persona come altro se stesso,tenendo conto della sua vitae dei mezzi per viverla degnamente.136.E' suo onore servire i poveri <strong>di</strong> Gesù,suo comodo lo scomadarsi per essi. 1817 Istr. 38, 1; Ep. 61.481. Assistenza sociale


Cerca soprattutto gli emarginati, i giovani <strong>di</strong>sorientati,i fanciulli trascurati o affamati,rievocando la Parola <strong>di</strong> Gesù:"quello che avete fatto a uno solo <strong>di</strong> questimiei fratelli più piccoli lo avete fatto a me". 19137.Agli anziani e agli infelici <strong>di</strong> ogni generefa sentire che non sono soli né abbandonatiné inutili.Ascolta con <strong>di</strong>sponibilitàogni persona che a lei si rivolge per aiuto.Non fa <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zione sociale,<strong>di</strong> pensiero o <strong>di</strong> religionema a tutti porta pace, speranza, soccorso.138.Chiamata a collaborare con la famiglianella educazione dei figli,stimola i genitori a una partecipazione attivae li sostiene nella fatica del loro compito;ne con<strong>di</strong>vide le preoccupazionie li orienta alla costruzione <strong>di</strong> una comunità educativa,che sia comunità <strong>di</strong> fede"permeata dallo spirito evangelico<strong>di</strong> libertà e <strong>di</strong> carità". 20139.Partecipa alla missione educativa della Chiesa,promovendo "la formazione integrale della personasia in vista del fine ultimo2. Attività scolastica18 Ep. 242.19 Mt. 25, 40.20 GE 8.49


sia per il bene della società terrenae per la e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> un mondo più umano". 21140.Nell'insegnamento si dona con amoree senso <strong>di</strong> responsabilità,<strong>di</strong>sponendosi a "<strong>di</strong>minuire perché l'uomo cresca". 22Il suo scopo è formare la personalità dell'alunno"secondo la nuova creaturarealizzata dal Battesimo" 23e orientare la conoscenza dell'uomoe del mondoai principi del Vangelo.141.Gesù "che passò curandoogni malattia e infermità", 24ispira alla suora elisabettina una carità generosaverso tutti i fratelli malatio comunque sofferenti.Ogni sorella ha per loro cure delicate,ne con<strong>di</strong>vide i dolori e le speranzeaiutandoli possibilmente a dare una risposta cristianaai gran<strong>di</strong> perché della vita e della morte.142.La sua presenza accanto ad essiè piena <strong>di</strong> umanità e <strong>di</strong> delicata comprensione.E' sollecita del loro bene,pronta a donare la buona parola3. Servizio infermieristico21 GE 1; 3.22 Gv. 3, 30.23 GE 8.24 Mt. 9, 35.50


che addolcisca le loro sofferenze. 25Mentre con<strong>di</strong>vide con essi i dolori e le speranze,cerca <strong>di</strong> comunicare la sola veritàcapace <strong>di</strong> rispondere al mistero della sofferenzae <strong>di</strong> recare un sollievo senza illusioni:la fede e l'unione a Cristo redentore. 26143.Nei rapporti con i me<strong>di</strong>ci e con il personaleè umile, corretta, semplice,coraggiosa quando lo richieda il bene dell'assistito.Il contatto quoti<strong>di</strong>ano e continuo con Diole comunica quella saggezzache insegna a valutare le situazionicon sano <strong>di</strong>scernimentoe ad agire con carità e misura.144.Inserita nella parrocchia,la fraternità elisabettina si mette al suo servizioin <strong>di</strong>retta collaborazione con il parrocoe con la comunità cristiana.La sua presenza e attività è un contributo efficaceperché i fedeli si sentanomembra vive e attive del popolo <strong>di</strong> Dioe della rispettiva Chiesa locale.145.Nella sua azione educativaogni suora utilizza i mezzi adattisoprattutto quelli che la Chiesa suggerisce,adeguando la formazione dei fedeli4. Pastorale parrocchiale25 Istr. 40, 4.26 Ep. 16.51


alle <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> apostolato.146.Educa al senso <strong>di</strong> Dioe al <strong>di</strong>alogo con tutti gli uominicredenti e non credenti.Aiuta ad approfon<strong>di</strong>re la dottrina cattolica.Istruisce sul vero significato e valoredei beni temporalisia considerati in se stessi,sia rispetto a tutte le finalità della persona umana. 27Abitua a "sentire con la Chiesa"e ispira un grande amore <strong>di</strong> solidarietàverso i più poveri e deboli,destinatari privilegiati del messaggio evangelico.147.Offrendo l'istruzione catechistica,tiene presenti la mentalità, la capacità,il genere <strong>di</strong> vita e l'etàdelle persone a cui si rivolge,in modo che la fede sia costantemente ravvivatae resa cosciente e operosa.148.Inviata dalla legittima autorità,la suora missionaria si reca con fede e obbe<strong>di</strong>enzapresso i fratelli che non conoscono Gesù Cristo,per manifestarlo a loroe così collaborareperché "si faccia un solo gregge e un solo pastore". 285. Attività missionaria27 AA. 31.28 Gv. 10, 16; AG 23.52


149.Incontra tutti con mente aperta e cuore largo,pronta ad adattarsi alle <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> costumedel popolo tra cui si trova.Dalle consuetu<strong>di</strong>ni, tra<strong>di</strong>zioni e culturadello stesso popoloricava tutti gli elementiche valgono a rendere gloria al Creatoree a mettere in luce la grazia del Salvatore,in modo da promuovereuna vita cristiana commisurata alla sua indole. 29150.La solidarietà <strong>di</strong> tutta la famiglia terziariacon le sorelle che lavorano in terra <strong>di</strong> missionesi traduce concretamentenella collaborazione con i responsabilidei servizi missionari e con la sensibilizzazioneal problema della evangelizzazionetra i poveri.151.Le superiore competenticurano adeguatamente la formazionee l'aggiornamento apostolico, dottrinalee professionale delle suore missionarie.Le seguono nella loro attività e nei loro bisognie offrono loro perio<strong>di</strong>camenteuna sosta dall'attività missionariaper la necessaria ripresa fisica e spirituale152.Nella missione apostolica della Chiesa29 AG 22.536. Apostolato della sofferenza


la suora malata o anzianao comunque in stato <strong>di</strong> sofferenzaoccupa un posto privilegiato.Me<strong>di</strong>ante il dolore accettato con fedee vissuto in unione a Gesù crocifisso,ella attende e prepara più manifestamentela vita nuova dei figli <strong>di</strong> Dio.Cosciente della preziosità <strong>di</strong> questo momentodella sua esistenza,cerca <strong>di</strong> viverlo con generositàin unione alla volontà <strong>di</strong> Dio, 30facendosi così presenza oranteper la Chiesaper la propria famiglia religiosaper il mondo tutto.30 Reg. non boll. X (FF. 35).54


capitolo quintoIL SERVIZIO PASTORALE DELL’AUTORITÀI. SERVIZIO DI GOVERNOA. PRINCIPI GENERALI1. Comunione con la gerarchia ecclesiastica153.Riunite per vivere in comunioneil <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> amore del Padre,le suore elisabettine, con la professione religiosa,sono ra<strong>di</strong>cate più profondamentenel mistero <strong>di</strong> Cristo e della Chiesa,così che ogni loro atto acquista valore salvificoed ecclesiale.Vincolate alla Chiesa, alla sua vita, alla sua santità,si mantengono in comunione con essame<strong>di</strong>ante un atteggiamento <strong>di</strong> amore,<strong>di</strong> fedeltà, <strong>di</strong> docilità, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità,e accolgono il suo mandatoadoperandosi per la estensione del Regno <strong>di</strong> Dio.154.Poiché spetta alla Chiesa riconoscere come propria55


la esistenza <strong>di</strong> ogni famiglia religiosa,approvarne le costituzioni,confermarne l'autorità,tutte le suore della famiglia terziaria elisabettinale professano obbe<strong>di</strong>enza.In particolare si sottomettono totalmentee con filiale devozioneal Sommo Pontefice, primo e supremo loro superiore,al quale sono tenute a obbe<strong>di</strong>reanche in forza del voto <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza. 1155.Inserite nelle Chiese particolaricome fraternità e come singole religiose,vivono l'appartenenza alla famiglia <strong>di</strong>ocesanacollaborando alle attività da essa promossealla <strong>di</strong>pendenza del Vescovo,a norma del Diritto comune.Considerando i Vescovicome successori degli Apostolie garanti della fedeltà alla propria vocazione,le suore nell'adempimento del loro specificoservizio sono sempre rispettose verso <strong>di</strong> loro,assecondandone le richieste e i desiderinello spirito e secondo le possibilitàdella famiglia elisabettina.2. Servizio <strong>di</strong> carità nel segno dell'unità156.Poiché ogni autorità ecclesiale viene da Dio in Cristocome segno visibile della fede e della comunione,nella famiglia delle suore elisabettineessa è costituita per promuovere l'unità.Le strutture in cui è articolata ed esercitata1 Reg. boll. I (FF. 76).56


sono or<strong>di</strong>nate al bene <strong>di</strong> tutto il corpo,cioè al servizio dei fratelli,in modo che tutte le suoretendano a conseguire liberamente lo stesso fine.157.La funzione della autorità della Chiesaè condurre la comunità umanaalla piena maturità dei figli <strong>di</strong> Dio in Cristo.Perciò compito specifico della autorità religiosaè la promozione della persona secondo Cristonella attenzione vigilea mantenere nella purezza originalee in una freschezza continuamente rinnovatail carisma della terziaria famiglia.158.L'esercizio della autorità nella Chiesaè servizio <strong>di</strong> caritàa immagine <strong>di</strong> Cristoche è "venuto non per essere servito, ma per servire". 2La suora che ne è investitala esercita nello spirito <strong>di</strong> carità francescanaproprio della famiglia terziaria,in cui ogni membro vive la fraternitàin servizio umile e lieto a tutte le creature.Pone la sua superioritànel farsi come l'ultima <strong>di</strong> tuttee la serva <strong>di</strong> tutte, 3non cerca per sé privileginé esenzioni <strong>di</strong> alcun genere.Ama in<strong>di</strong>stintamente tutte le sorelleperché ciascuna riconosca,2 Mt. 20, 28.3 Reg. boll. VIII (FF. 96); Amm. IV (FF. 152).57


attraverso il suo amore,l'amore miserico<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> Dio Padre per lei.159.In nome della comune <strong>di</strong>pendenza da Dio,fondamento unico della autorità,la superiora a ogni livelloricerca insieme alle consorelle la volontà <strong>di</strong>vina,per viverla in modo <strong>di</strong>namiconel piano della salvezzae promuove una fattiva collaborazionealla realizzazione del progetto comune<strong>di</strong> vita fraterna e apostolica.160.Ogni suora è corresponsabilenella vita e nell'opera dell'Istitutopoiché Dio, "Padre <strong>di</strong> tutti,agisce per mezzo <strong>di</strong> tutti ed è presente in tutti". 4La superiora perciò incoraggia le iniziative<strong>di</strong> tutte le suore,ascolta i loro suggerimenti,affinché esse possano contribuire creativamentealla e<strong>di</strong>ficazione del regno <strong>di</strong> Dio.161.Animata da profondo spirito <strong>di</strong> fede,sostenuta da una intensa vita <strong>di</strong> preghiera,esercita la sua missione con carità e fermezza,con lealtà e prudenza.E' <strong>di</strong>sponibile all'ascoltoe mantiene con ciascuna suorarapporti <strong>di</strong> fiduciae <strong>di</strong> reale collaborazione. 54 Ef. 4, 6.5 2 Cel. 185 (FF. 771-772).58


162.La famiglia terziaria elisabettinaconservando sempre la sua identitàe la sua unità spirituale e giuri<strong>di</strong>ca,è strutturata in:Comunità o fraternità localiProvince o fraternità provincialiDelegazioni.Le fraternità locali e le province,pur avendo una esistenza e una azione proprie,delineate dalle presenti Costituzioni,sono nello stesso tempoelementi vitali e inter<strong>di</strong>pendenti nell'Istituto,quali parti integranti e organiche <strong>di</strong> un tuttovoluto come tale dai Fondatorie dalla Chiesa che lo ha approvato.163.In questa struttura organica e unitaria,la fraternità a ogni livellovive nella propria realtà e storicitàil carisma della fondazione,lo incarnalo esprime in forme rispondentialle circostanze concrete <strong>di</strong> tempo e <strong>di</strong> luogo.164.La fraternità locale appartiene giuri<strong>di</strong>camentea una determinata provincia o delegazione.Tuttavia per l'utilità dell'intera famigliaal <strong>di</strong> fuori delle circoscrizioni delle provincee delle delegazionipossono esistere casealla <strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong>rettadella Superiora Generale e del suo Consiglio.3. L'Istituto e le sue parti59


165.Il servizio della autorità all'interno dell'Istitutosi concretizza e opera attraverso:il Governo generale dell'Istitutoil Governo della Provinciail Governo della Delegazioneil Governo della Comunità locale.B. GOVERNO GENERALE DELL'ISTITUTO166.Il Governo generaledella famiglia terziaria elisabettinaesprime l'unità e la identità stessa,ne guida con <strong>di</strong>scernimento evangelicole scelte e gli orientamenti,realizza il servizio <strong>di</strong> carità a tutte le suore,così da condurleattraverso una obbe<strong>di</strong>enza attiva e responsabilead agire secondo scelte consapevoli e libere,verso "la pienezza della statura <strong>di</strong> Cristo". 6La sua autorità viene esercitatastraor<strong>di</strong>nariamente dal Capitolo generale,durante la sua celebrazione,or<strong>di</strong>nariamente dalla Superiora Generaleassistita dal suo Consiglio.167.1. Il Capitolo generale6 Ef. 4, 13.60


Il Capitolo generale è espressione e rappresentanza<strong>di</strong> tutta la fraternità elisabettina.Nella comunione dei suoi membri,esso attua la partecipazionee la corresponsabilità delle suorealla vita della medesima.168.Per la autorità che gli competeè compito primario del Capitolo generale: curare il bene della famiglia religiosapromovendone la vitalità spirituale e apostolica, approfon<strong>di</strong>re lo spirito proprio, aggiornare gli in<strong>di</strong>rizzi e gli orientamentisecondo le esigenze dei tempie in conformità al magistero della Chiesa,e al patrimonio spirituale dell’Istituto emanare <strong>di</strong>chiarazioni pratiche per la vita dell'Istituto, proporre alla Santa Sede eventuali mo<strong>di</strong>fiche o la abrogazione <strong>di</strong>qualche articolo delle Costituzioni con i due terzi dei voti, esaminare problemi <strong>di</strong> comune interessee le possibili forme <strong>di</strong> cooperazione tra Province, stabilire i criteri da seguire nella gestione economicadelle comunità e delle Province, eleggere la Superiora generale, le Consigliere generali,la Segretaria generale.169.Al Capitolo generale partecipanomembri <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto e membri eletti.Sono membri <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto:la Superiora generalele Consigliere generalila Segretaria generalela Economa generalele Superiore provincialile Superiore delle delegazioni.61


Sono membri eletti:le delegate elette nelle singole Provincee nelle Delegazionile delegate elette nelle case <strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong>rettamentedalla Superiora generale e dal suo Consiglio.170.La percentuale delle delegateda eleggersi in ogni Provincia e Delegazionee nelle case <strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong>rettamentedal Consiglio Generale,viene fissata in sede <strong>di</strong> ciascun Capitolo generaleper il Capitolo generale successivo.Il numero complessivo delle delegate non dovràessere inferiore al numero dei membri <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto.Saranno inoltre stabiliti i criteri <strong>di</strong> sceltadelle delegate stesse,avendo cura che vi sia la massima rappresentativitàin or<strong>di</strong>ne alle attività apostolichee in or<strong>di</strong>ne alla <strong>di</strong>stribuzione geografica delle stesse.171.La superiora generalecon il consenso del suo Consiglio,qualora lo ritenga utile e necessario,può invitare a partecipare al Capitoloda una a tre suore <strong>di</strong> voti perpetui da lei scelte.172.Il Capitolo generale si celebraor<strong>di</strong>nariamente ogni sei anni.Per il suo svolgimento e per la elezione delle delegatesi osservano le <strong>di</strong>sposizioni del Direttorio,tenute presenti le norme del Diritto comune.173.E' indetto dalla Superiora generalecon il consenso del suo Consiglio.62


Per gravi ragionila Superiora generale con il consenso del suo Consigliopuò anticipare o posticipare fino a tre mesila data <strong>di</strong> celebrazione del Capitolo generale.174.Un Capitolo generale straor<strong>di</strong>nario, o <strong>di</strong> affari,si celebra quando la Superiora generalecon il consenso del suo Consigliolo ritenga necessario al bene della famiglia religiosa.Nel caso che resti vacante l'ufficio<strong>di</strong> Superiora generale, il Capitolo generaleè convocato quanto prima dalla vicariae sarà celebrato non oltre sei mesi dalla datain cui l'ufficio è rimasto vacante.175.La elezione della Superiora generale,delle Consigliere generalie della Segretariasi farà per schede segrete,a maggioranza assoluta <strong>di</strong> voti.Se dopo tre scrutininessuna suora ha riportato la maggioranza assoluta,si procederà a un quarto e ultimo scrutinionel quale avranno voce passiva, ma non attiva,quelle due suore che nel terzo scrutinio hanno ottenutoil maggior numero <strong>di</strong> voti.Qualora due o più suore abbiano riportatolo stesso maggior numero <strong>di</strong> voti,si voterà per la più anziana <strong>di</strong> professioneo per la più anziana <strong>di</strong> etàse fossero della stessa professione.A parità <strong>di</strong> voti nell'ultimo scrutiniorisulterà eletta la più anziana <strong>di</strong> professioneo la più anziana <strong>di</strong> etàqualora fossero della stessa professione.63


176.Le decisioni, le proposte, i decretiemanati dal Capitolorichiedono semprela maggioranza assoluta dei voti,a meno che il Capitolo, con votazione segreta,chieda una maggioranza qualificata.Tuttavia per emendamenti o abrogazione<strong>di</strong> qualche articolo delle Costituzionisi richiede sempre votazione segretacon almeno due terzi dei voti.In ogni caso, se dopo tre scrutininon si raggiunge la maggioranza richiesta,la proposta cade.177.Tutte le suore devono essere consapevolidell'importanza del Capitolo generale,delle sue finalitàe della responsabilità che impegna ciascuna a offrireil suo contributo al buon esito del Capitolo stesso.Le capitolari inoltrehanno stretto dovere <strong>di</strong> partecipare al Capitolo,essendo chiamate unicamentea collaborare al bene dell'Istituto e della Chiesa.178.La Superiora generale è segno <strong>di</strong> unitànella famiglia terziaria,è segno <strong>di</strong> fedeltà al carisma della medesima,alle <strong>di</strong>rettive della Chiesa,alle Costituzioni,alle decisioni del Capitolo generale.Governa l'Istituto in comunione con il suo Consiglioa norma del Diritto comune642. La superiora generale


e delle presenti Costituzioni.Entro questi limiti ha autorità su tutte le Province,su tutte le fraternitàe su tutte le suore dell'Istituto.179.E' eletta dal Capitolo generale per un sessennio,compiuto il quale può essere imme<strong>di</strong>atamente rielettasoltanto per un secondo sessennio.Perché una suora possa essere eletta superiora generalesi richiedono almeno 35 anni <strong>di</strong> etàe 10 <strong>di</strong> professione perpetua nell'Istituto.Essa risiede abitualmente nella Casa generaliziainsieme con le Consigliere generali.180.E' missione specifica della Superiora generale:mantenere vivo nella famiglia terziarialo spirito della fondazione;promuovere il fine della medesimacon l'opera e con l'esempio,vigilando perché le strutture siano or<strong>di</strong>nateal bene <strong>di</strong> ciascuna suora e <strong>di</strong> tutte le fraternità;consolidare l'unità fra le Provinceme<strong>di</strong>ante la animazione e il <strong>di</strong>alogoin stretta collaborazione con il suo Consiglioe con i Consigli Provinciali.181.Oltre alle competenze già espresse dalle presentiCostituzioni spetta alla Superiora generale:precisare alle consigliere generali le loro competenze;promuovere la vita della fraternità e delle provinceanche me<strong>di</strong>ante la visita canonicache dovrà essere compiutaalmeno una volta nel sessennio;<strong>di</strong>spensare temporaneamente e per un giusto motivouna suora o una fraternità65


e anche, con il consenso del suo Consiglio,una intera Provinciada qualche prescrizione <strong>di</strong>sciplinare delle Costituzioni;presiedere ai Capitoli provinciali <strong>di</strong>rettamenteo per mezzo <strong>di</strong> una delegata;convocare e presiedere le riunionidel Consiglio generale.182.La Superiora generale esercita sulle comunità<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong>rettamente dal Consiglio generaleoltre alla autorità supremauna autorità simile a quella che le Costituzioniassegnano alla Superiora provincialeper la sua Provincia.183.Se durante il suo governo la Superiora generaleper giuste e gravi ragioniritenesse necessario rinunciare alla sua carica,ne informa la Santa Sedealla quale spetta decidere.In caso <strong>di</strong> accettazione,viene sostituita dalla Vicaria generalefino alla celebrazione del Capitolo generale.Qualora si renda necessariala deposizione della Superiora generale,Il Consiglio generale ne fa esplicita richiestaalla Santa Sedee si assoggetta alle sue decisioni.184.Il Consiglio generale,costituito da quattro consigliere,è nella famiglia terziaria663. Il consiglio generale


anzitutto presenza e testimonianza <strong>di</strong> comunione.Le consigliere la realizzanolavorando insieme e integrandosi a vicendanella carità, umiltà, sincerità e prudenza.185.Compito principale del Consiglio generaleè coa<strong>di</strong>uvare la Superiora generalenel governo dell'Istituto.Le consigliere esprimono la loro compartecipazionee la loro corresponsabilitàproponendo ciò che giu<strong>di</strong>cano necessario o utileper la vitalità dell'Istitutoe me<strong>di</strong>ante il volto deliberativo o consultivonei casi previsti dal Diritto comune,dalle Costituzioni,e quando ne sono richieste dalla Superiora generale.186.Per la vali<strong>di</strong>tà degli attila Superiora generale è tenuta a chiedere il votodeliberativo o consultivoin tutti i casi determinati dal Diritto comunee dalle presenti Costituzioni.E' invalido il suo attocontrario al voto deliberativo del Consiglio.Pur non essendo tenutaa uniformarsi al voto consultivo delle consigliere,la Superiora generale deve tuttavia tenerloin molta considerazione,né scostarsene senza una documentata ragionea suo giu<strong>di</strong>zio prevalente.187.La Superiora generale convoca il suo Consiglioalmeno una volta al mese per le questioni or<strong>di</strong>nariee tutte le volte che le circostanze lo richiedono.Per la vali<strong>di</strong>tà delle nomine67


si richiede che il Consiglio sia al completo.In caso <strong>di</strong> assenza <strong>di</strong> una consiglieraquesta sarà sostituita da una suora <strong>di</strong> voti perpetuinominata <strong>di</strong> volta in volta dalla Superiora generalecon il consenso del suo Consiglio.Per gli altri affari è sufficienteche siano presenti almeno due consigliere generali.188.Le consigliere generali sono elette per un sessennio;possono essere imme<strong>di</strong>atamente rielettesoltanto per un secondo sessennio.Il loro mandato scade semprecon quello della Superiora generale.Perché una suorapossa essere eletta consigliera generalesi richiedono almeno 30 anni <strong>di</strong> etàe 5 anni <strong>di</strong> professione perpetua nell'Istituto.189.La prima consigliera in or<strong>di</strong>na <strong>di</strong> elezionefunge da vicaria della Superiora generale;spetta a lei farne le veci quando è assente o quandol'ufficio <strong>di</strong> Superiora generale si rende vacante.190.Spetta alla Superiora generalecon il consenso del suo Consiglioaccettare la rinuncia dell'incaricoda parte <strong>di</strong> una consigliera generale.Lo stesso Consiglio, per motivi gravi,può decidere <strong>di</strong> privare una consigliera del suo ufficio,re<strong>di</strong>gendo regolare verbale.In questo caso la delibera richiedela conferma della santa Sede.684. Le consigliere generali


191.Se per qualsiasi motivosi rende vacante l'ufficio <strong>di</strong> una consigliera generale,la Superiora generale con il consenso del suo Consiglionomina un'altra suorache la sostituisce fino alla scadenza del suo mandato.5. La segretaria e la economa generali192.La Segretaria generale è eletta per un sessennio,passato il quale può essere rieletta soltanto per un secondosessennio.L’Economa generale è nominata dalla Superiora generale con ilconsenso del suo Consiglio imme<strong>di</strong>atamente dopo la celebrazionedel Capitolo generale, per un sessennio, passato il quale può esserenominata soltanto per un secondo sessennio.Il mandato della Segretaria e della Economa generali scade conquello della Superiora generale.193.Se durante il sessennio si rende vacante l'ufficio<strong>di</strong> segretaria generale o <strong>di</strong> economa generale,La Superiora generale con il consenso del suo Consiglioprocederà alla sostituzionecome già stabilito per le consigliere generali.C. GOVERNO DELLA PROVINCIA194.Nella Chiesa e nel territorio in cui è inserita691. La provincia


la Provincia è espressionee testimonianza <strong>di</strong> comunione tra le comunitàe con l'autorità a esse preposta.Promuove la vitae l'incremento della terziaria famigliain quella parte <strong>di</strong> essa che la riguarda.La sua costituzione facilita gli adattamenti locali,garantisce l'identità della vocazione e della missionee la loro vitalità nella Chiesa.195.Spetta alla Superiora generalecon il voto deliberativo del suo Consiglio:la erezione <strong>di</strong> una Provinciao la soppressione <strong>di</strong> una Provincia esistente,seguendo in ogni casole in<strong>di</strong>cazioni del Capitolo generale;la mo<strong>di</strong>fica della circoscrizione delle Provinceprevia consultazione delle parti interessate;la <strong>di</strong>sposizione dei beni <strong>di</strong> una Provincia estinta.196.Ogni suora appartiene a tutti gli effetti alla Provinciadalla quale <strong>di</strong>pende la fraternità in cui è inserita.197.Il Capitolo provinciale è la più completa espressionedella fraternità provincialee della collaborazione dei membri della stessacon il Governo generale.198.Ha il Compito <strong>di</strong>: esaminare la vita religiosa,la attività apostolica,702. Il capitolo provinciale


la situazione economica della Provincia,per una profonda revisione <strong>di</strong> vita della Provincia stessa; stu<strong>di</strong>are le applicazioni delle decisionidel Capitolo generale; eleggere la Superiora provincialele Consigliere provincialila Segretaria provinciale,che dovranno essere confermatedalla Superiora generale con il consensodel suo Consiglio.199.Al Capitolo provinciale partecipano membri <strong>di</strong> <strong>di</strong>rittoe membri eletti.Sono membri <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto:la Superiora provincialele Consigliere provincialila Segretaria provincialela Economa Provinciale.Sono membri eletti:le delegate elette dalle suore <strong>di</strong> tutta la Provinciasecondo le norme del Direttorio.200.Il Capitolo provinciale si celebra ogni quattro anni.E' indetto dalla Superiora provincialeprevio consenso della Superiora generalela quale deve avere il Consenso del suo Consiglio.Per il suo svolgimentoe per la elezione delle delegatesi osservano le <strong>di</strong>sposizioni del Direttorio,tenute presenti le norme del <strong>di</strong>ritto comune.201.Le modalità <strong>di</strong> elezione per la Superiora provinciale,per ciascuna consigliera,per la segretaria e per la economa provinciali71


sono quelle stabilite dalle presenti Costituzioniper la elezione della Superiora generale,Dette elezioni acquistano vali<strong>di</strong>tàsolo se confermate dalla Superiora generalecon il consenso del suo Consiglio.202.Il Capitolo provincialeè presieduto dalla Superiora generaleo da una sua delegata.Le decisioni e le <strong>di</strong>chiarazioni del Capitolo provincialerichiedono la approvazione della Superiora generalecon il consenso del suo Consiglio.203.La Superiora provinciale è nella Provinciasegno <strong>di</strong> fedeltàal carisma della famiglia terziaria,alle sue Costituzioni,alle <strong>di</strong>rettive del Consiglio generalee del Capitolo provinciale.Governa la Provinciain stretta collaborazione con il suo Consiglio,a norma delle presenti Costituzioni.Entro questi limiti ha autorità su tutte le fraternitàe su tutte le suore della Provincia.3. La superiora provinciale204.E' eletta per un quadriennioe può essere imme<strong>di</strong>atamente rieletta soltantoper un secondo quadriennio.Perché una suora possa essere eletta Superiora provincialesi richiedono almeno 30 anni <strong>di</strong> etàe 5 <strong>di</strong> professione perpetua nell'Istituto.72


205.Missione specifica della Superiora provincialeè mantenere vivo lo spirito della famiglia terziariame<strong>di</strong>ante l'animazione spirituale e apostolica<strong>di</strong> tutta la Provincia.Questa missione ha la prevalenza su tutti gli altri impegniper quanto importanti siano.206.Per animare la vita religiosa delle fraternitàe rinnovare in ogni sorellail fervore e l'amore alla sua vocazione,la Superiora provinciale compie ogni annola visita canonica.Coglie volentieri altre occasionicompatibili con le esigenze del suo ufficio,per visitare familiarmente le suoree animarle a un continuo progresso spirituale. 7207.Spetta alla Superiora provinciale:<strong>di</strong>spensare temporaneamente sia una suorasia tutta una fraternitànell'ambito della sua Provincia,se un giusto motivo lo richiede,da qualche prescrizione delle Costituzioniin ciò che riguarda la <strong>di</strong>sciplina;trasferire le suore da una comunità all'altraentro i limiti della sua Provincia,informandone la Superiora generale;convocare e presiedere il Consiglio provincialeuna volta il mesee in tutte le circostanze che lo richiedono;nominare le superiore delle fraternità localicon il consenso del suo Consiglioe conferma della Superiora generale.7 Reg. non boll. IV (FF. 13).73


208.Nelle Provincie in cui risiedono Case <strong>di</strong> formazione<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong>rettamente dal Consiglio provincialespetta alla Superiora provincialecon il voto deliberativo del suo Consiglio:la ammissione al postulato e al noviziato;la ammissione alla prima professione,alla rinnovazione dei voti temporanei;la <strong>di</strong>missione <strong>di</strong> una novizia;la nomina delle incaricate della formazioneprevia conferma del Consiglio generale.La ammissione alla professione perpetuaè riservata alla Superiora generalecon il consenso del suo Consiglio209.Essendo responsabile anche della gestione economicadella Provincia,in occasione della visita canonica esaminao fa esaminare lo stato finanziario-amministrativodelle singole case,vigilando perché siano seguiti i criteri stabilitidal Capitolo generale circa la gestione dei beni.Si assicura inoltre che le suorenon manchino del necessario e che vivano lo spiritodella povertà evangelica professata<strong>di</strong> cui devono dare testimonianza collettiva.210.La Superiora provinciale procura <strong>di</strong> tenerefrequenti contatti con la Superiora generale.La tiene informatasui problemi principali della Provinciae accetta <strong>di</strong> buon animo le sue <strong>di</strong>rettive.211.Se durante il periodo del mandato si rende vacantel'ufficio <strong>di</strong> Superiora provinciale,74


la Superiora generalecon il voto deliberativo del suo Consiglioe previa consultazione delle suore della Provincia,nomina una suora a reggere la Provinciafino al Capitolo provinciale successivo.Se ciò accade dopo che sono state inviatele lettere <strong>di</strong> in<strong>di</strong>zione del Capitolo provinciale,la vicaria regge la Provinciafino al Capitolo provinciale.212.Il Consiglio provinciale è costituitoda quattro consigliere.Coa<strong>di</strong>uva la Superiora provincialein tutto ciò che riguarda il governo della Provincia.E' convocato e presieduto dalla Superiora provincialeo, in sua assenza, dalla vicariaa norma delle presenti Costituzioni.In esso si esaminano la vita religiosa,la vitalità delle opere,le questioni importanti della Provinciae la situazione economica.213.Per la vali<strong>di</strong>tà degli atti,oltre i casi già in<strong>di</strong>cati dalle Costituzioni,la Superiora provinciale è tenutaa chiedere il voto deliberativo al suo Consiglionei seguenti casi:rimozione <strong>di</strong> una Superiora locale dal suo ufficionel periodo del suo mandato,previa conferma della Superiora generale,che deve avere il consenso del suo Consiglio;proposta al Consiglio generale<strong>di</strong> erezione o <strong>di</strong> soppressione <strong>di</strong> case754. Il consiglio provinciale


o <strong>di</strong> attività apostoliche;permesso <strong>di</strong> spese straor<strong>di</strong>narienei limiti della somma stabilita dal Capitolo generale;richiesta <strong>di</strong> autorizzazione al Consiglio generaleper spese che superano la sommastabilita dal Capitolo generale.5. Le consigliere provinciali214.Le consigliere provinciali sono elette per un quadriennioe possono essere imme<strong>di</strong>atamente rielette soltantoper un secondo quadriennio.Il loro mandatoscade con quello della Superiora provinciale.Nessuna suora può essere eletta consigliera provincialese non ha raggiunto 30 anni <strong>di</strong> etàe 5 anni <strong>di</strong> professione perpetua nell'Istituto.215.La prima consigliera in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> elezionefunge da vicaria della Superiora provinciale.Ne fa le veci durante l'assenzae convoca regolarmente il Consiglioper gli affari do or<strong>di</strong>naria amministrazione.Risiede or<strong>di</strong>nariamente nella Casa provincializiaassieme alla Superiora provinciale.216.Le consigliere vivono in comunione <strong>di</strong> spiritoe in stretta collaborazione con la Superiora provinciale.Conservano il segretosu tutto ciò che vengono a conoscereper ragione del loro ufficio.76


6. La segretaria e la economa provinciali217.La Segretaria provinciale è elettadal Capitolo provinciale per un quadriennio.Può essere imme<strong>di</strong>atamente rieletta soltantoper un secondo quadriennio.L’Economa provinciale è nominata dalla Superiora provincialecon il consenso del suo Consiglioimme<strong>di</strong>atamente dopo la celebrazione del Capitolo provinciale.Tale nomina deve essere confermata dalla Superiora generalecon il consenso del suo Consiglio.A questi uffici possono essere elette o nominatesoltanto suore <strong>di</strong> voti perpetui.218.Spetta alla Superiora generalecon il consenso del suo Consiglioaccettare le <strong>di</strong>missioni della Superiora provinciale.Il Consiglio provinciale, per motivi gravi,può accettare le <strong>di</strong>missionio decidere <strong>di</strong> privare del loro ufficiouna consigliera, la segretaria, la economa provinciale.In ogni caso la decisione del Consiglio provincialerichiede la conferma della Superiora generalecon il consenso del suo Consiglio.219.Se per qualsiasi motivo si rende vacante l'ufficio<strong>di</strong> una consigliera, della segretariao della economa provinciale,la Superiora provincialecon il consenso del suo Consiglionomina un'altra suorache, previa conferma della Superiora generale777. Dimissioni e sostituzioni


con il consenso del suo Consiglio,la sostituisce fino al termine del mandato.Qualora si rende necessariala deposizione della Superiora provinciale,il Consiglio provinciale ne fa esplicita richiestaalla Superiora generale e al suo Consiglioe si assoggetta alle loro decisioni.D. IL GOVERNO DELLA DELEGAZIONE1. La delegazione220La delegazione è costituita da un gruppo <strong>di</strong> Caseriunite per zone o per affinità <strong>di</strong> problemi,allo scopo <strong>di</strong> promuovere la vitalitàe <strong>di</strong> rendere attuale nella propria realtàil carisma della famiglia terziaria,facilitando il Consiglio generalenella sua opera <strong>di</strong> animazione spiritualee apostolica.E' eretta dalla Superiora generalecon voto deliberativo del suo Consiglioalla luce degli orientamenti del Capitolo generale.2. La superiora della delegazione e il suo consiglio221.Per ciascuna Delegazione la Superiora generalecon il voto deliberativo del suo Consiglioe previa consultazione delle suore interessate,nomina una Superioraalla quale delega tutte le facoltà necessarie e utilialla animazione78


e al governo della Delegazione stessa.222.La Superiora delegata è coa<strong>di</strong>uvata da un Consiglio,costituito da almeno due membri,nominato dalla Superiora generalecon il voto deliberativo del suo Consiglio,su proposta delle suore della Delegazione.Il mandato delle consiglierescade con quello della Superiora delegata.223.La Superiora delegata governa le comunità<strong>di</strong> sua competenzaa norma delle facoltà a lei delegatedalla Superiora generalecon il consenso del suo Consiglio.Entro questi limitiesercita autorità su tutte le suoree su tutte le fraternità della Delegazione.224.Le facoltà delegate sono analoghe a quelleche le presenti Costituzioni assegnanoalle Superiore provinciali,nella misura che la Superiora generalecon il suo Consiglio ritiene opportuno.E. IL GOVERNO DELLA FRATERNITÀ LOCALE225.La fraternità locale è espressione concretadella comunione e della vitalità791. La fraternità locale


della famiglia terziaria.In essa, come in una vera famigliaunita nel nome del Signoree rafforzata dalla sua presenza,le suore, con la preghiera e con l'azione,perseguono il fine proprio dell'Istitutoquale è stato voluto dai Fondatoriper la e<strong>di</strong>ficazione del regno <strong>di</strong> Dio.Costituita per promuovere le capacità<strong>di</strong> ciascuna sorellasecondo la vocazione e missione particolare,la fraternità assicura alle medesimel'ambiente e gli aiuti necessaria vivere in pienezza la loro vita religiosa.226.Spetta alla Superiora generalecon il consenso del suo Consiglioerigere o sopprimere una casa dell'Istituto,previo consenso del Vescovo <strong>di</strong>ocesano:Nel costituire nuove fraternitàla Superiora competenteprocura che il numero dei membripermetta <strong>di</strong> realizzare la vita comunee che contemplazione e azionesi fondano armonicamentenella vita <strong>di</strong> ciascuna suora e della fraternità.2. Erezione e soppressione <strong>di</strong> case227.La superiora locale è una suora <strong>di</strong> voti perpetui,responsabile <strong>di</strong> una fraternità locale,delle sue opere apostoliche803. La superiora locale


e della gestione dei suoi beni.Ogni comunità della famiglia elisabettinaha la propria superiora.In forza del suo mandato la Superiora localeha autorità su tutte le suore della sua fraternitàe la esercita a norma delle presenti Costituzioni.228.E' nominata dalla Superiora provincialecon il consenso del suo Consiglioe la ratifica della Superiora generalecon il consenso del suo Consiglio.Esplica il suo servizio per un quadriennio,passato il quale può essere nominataper un secondo quadriennio.229.Dopo otto anni <strong>di</strong> servizionon può essere nominata superiora locale<strong>di</strong> alcuna comunità,se non dopo un congruo intervallo <strong>di</strong> tempo.Durante il periodo del suo mandatopuò essere rimossa dall'ufficiosoltanto per serio e giusto motivoo per esigenze della Famiglia religiosa.230.Missione della Superiora locale èpromuovere tra le sorelle lo spirito <strong>di</strong> fraternità,perché nella <strong>di</strong>versità dei doni e dei carismisi raggiunga l'unità nella carità,<strong>di</strong>ventando così le une per le altresegno dell'amore con cui Dio ci ama.Compito altrettanto importante per la Superiora localeè curare che la fraternitàproceda nella fedeltà al progetto comunee viva nello spirito della fondazione81


quanto è espresso nelle Costituzioni. 8231.Nella <strong>di</strong>sponibilità al <strong>di</strong>alogo fraternocerca <strong>di</strong> creare nella fraternitàun clima <strong>di</strong> vera libertà,necessario a ogni sorellaper l'adempimento responsabile della sua vita<strong>di</strong> consacrazionee della sua missione.Il suo esempio <strong>di</strong> carità, <strong>di</strong> prudenza,<strong>di</strong> docilità alla volontà <strong>di</strong> Dionel compimento del doverefortifica nelle sorelle queste stesse virtùe la superiora a sua voltaè fortificata e sostenuta da loro. 9232.La Superiora garantisce e convalida gli orientamentiche la fraternità ritiene opportuno <strong>di</strong> prenderein conformità alle Costituzionie prende le decisioni <strong>di</strong> sua competenza.Spetta a lei:promuovere, presiedere,animare le riunioni comunitarie;procurare alle sorelle una adeguata assistenza spiritualee i mezzi adatti ad approfon<strong>di</strong>rela loro cultura religiosa;procurare che le Costituzionisiano lette e me<strong>di</strong>tate comunitariamentealmeno una volta l'anno;concedere i permessi riguardanti le visite in famiglia;<strong>di</strong>spensare le sorelle da qualche norma <strong>di</strong>sciplinare,prevista dalle Costituzioni,per giusta causa e per un tempo determinato;8 Istr. 13, 2; Lett. al cap. gen. e a tutti i frati VI (FF. 231).9 Istr. 32, 3; 2 Cel. 187 (FF. 773).82


inviare a fine annorelazione sull'andamento della comunitàalla Superiora generale e alla Superiora provinciale;inviare alla Superiora maggiore competentela relazione sulle juniori della sua fraternità;inviare al Consiglio provincialei resoconti economici mensili;inviare al Consiglio generale e al Consiglio provincialeil resoconto trimestrale;presentare al Consiglio provinciale,previo consenso del Consiglio locale,il preventivo completo e gli eventuali progettiper spese straor<strong>di</strong>narieo anche or<strong>di</strong>narie <strong>di</strong> una certa entità.233.La Superiora locale è assistitanel suo servizio alla comunitàda un Consigliocostituito a norma delle Costituzioni e del Direttorio.Il Capitolo generale fissa i criteriper la costituzione dei Consigli locali,tenendo in considerazionesia il numero delle suore della fraternitàsia la complessità dell'opera.834. Il consiglio locale234.Le consigliere locali sono elette dalle suore della comunitàcon conferma della Superiora provincialeper un quadriennio;possono essere rielette per un secondo quadriennio.La prima consigliera in or<strong>di</strong>na <strong>di</strong> elezionefunge da vicaria della Superiora locale.Assente o impe<strong>di</strong>ta la Superiora,ne fa le veci secondo le sue <strong>di</strong>rettive.


Il mandato delle consiglierescade con quello della Superiora locale.235.Il Consiglio locale è convocato dalla Superioraor<strong>di</strong>nariamente una volta il mesee ogni qualvolta le circostanze lo richiedono.In comunione con la Superiora:promuove la vita comunitariacurando in particolareil coor<strong>di</strong>namento delle riunioni perio<strong>di</strong>che;prende visionedella situazione economica della comunità,della amministrazione dei beni temporali, dei resocontida inviare alla Superiora maggiore competente;approva il bilancio e i preventivi <strong>di</strong> spesepresentati dalla economa o dalla Superiora locale.236.La economa localeconserva e amministra i beni della comunitàsotto la <strong>di</strong>rezione della Superiora localee la vigilanza del suo Consiglio.237.E' eletta dalle suore della fraternitàa eccezione delle comunitàper le quali il Capitolo generaleha riservato la nomina alla Superiora maggiore.Nelle piccole comunitàa giu<strong>di</strong>zio della Superiora maggiore competentel'ufficio <strong>di</strong> economa può essere esercitatodalla Superiora locale.5. La economa locale84


238.L'assemblea comunitariacostituita da tutte le suore della fraternità,è l'espressione viva della loro partecipazionee corresponsabilità alla vita della fraternità.E' convocata dalla Superiora localee da lei stessa presieduta.239.In essa vengono trattati i problemi <strong>di</strong> maggior rilievoriguardanti la comunità,sul piano religioso-apostolicoe su quello amministrativo.240.Scopo principale dell'assemblea comunitaria è:Promuovere una vita <strong>di</strong> comunione fraternache si rinnovi incessantementeme<strong>di</strong>ante i mezzi soprannaturaliprimo fra i quali è la carità;realizzare una azione apostolica della fraternitànel senso voluto dalla Chiesanella realtà in cui è inserita;promuovere e verificare una gestionedei beni della comunitàche possa testimoniare la povertà evangelicae la volontà <strong>di</strong> con<strong>di</strong>viderlicon quanti soffrono una reale povertà;eleggere le consigliere locali, a norma del Direttorioe delle <strong>di</strong>sposizioni del Capitolo generale.6. L'assemblea <strong>di</strong> comunitàF. UFFICIO DI SEGRETERIA241.85


L'ufficio <strong>di</strong> segreteria a tutti i livelli,è affidato nella famiglia terziariasoltanto a suore <strong>di</strong> voti perpetui.242.E' compito della segreteriaregistrare e conservare con <strong>di</strong>ligenzatutti i documenti e gli atti d'ufficio.Inoltre è proprio della medesimascrivere le lettere a nome della Superiora maggioreo del suo Consiglioe re<strong>di</strong>gere gli atti amministrativi <strong>di</strong> competenza.Per quanto riguarda la corrispondenzala segretaria <strong>di</strong>pendedalla rispettiva Superiora maggiore.243.Prepara l'or<strong>di</strong>ne del giornoper le riunioni <strong>di</strong> Consiglio,alle quali partecipae ne re<strong>di</strong>ge fedelmente i verbali.Se non è consigliera non ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voto.E' sempre tenuta al segreto su ciò che ha appresoin Consiglio o fuori,a motivo del suo ufficio.G. AMMINISTRAZIONE DEI BENI244.L'Istituto come tale, ha la capacità giuri<strong>di</strong>ca<strong>di</strong> possedere, acquistare, amministrare, alienare i beni.Tutti i suoi beni costituiscono un unico patrimonioche è possesso dell'Istituto in quanto talea mezzo della Superiora generaleche ne è la legale rappresentante.86


245.L'amministrazione dei beni è affidata alle economele quali svolgono il loro ufficiosotto la <strong>di</strong>rezione delle rispettive Superioree la vigilanza del loro Consiglio.Tutte le responsabili dell'amministrazione,sia dei beni dell'Istitutosia <strong>di</strong> quelli delle Province e delle Comunità,nello svolgimento del loro ufficiosi attengono fedelmente alle norme del Diritto comunee a quelle del Diritto particolaredella famiglia elisabettinanonché alle norme del Diritto civile.Quando in Consiglio si trattano questioni economichele econome sono chiamate a esporre il proprio parere.Esse, tuttavia, non hanno <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voto.246.Alla economa generale è affidata l'amministrazionedei beni dell'Istituto.E' suo compito:regolare l'amministrazione generalee aggiornare la posizione dei beni patrimonialidella famiglia elisabettina;collaborare con le econome provincialinella amministrazione dei beni delle caseche, nella Provincia, sono proprietà dell'Istituto,secondo le in<strong>di</strong>cazioni del Capitolo generale;presentare al Consiglio generale il bilancio annuale,il resoconto trimestraleed eventuali preventivi <strong>di</strong> spese straor<strong>di</strong>narie;presentare al Capitolo generale,previa approvazione della Superiora generalee del suo Consigliola relazione sulla situazione economica dell'Istituto.247.E' compito della economa provinciale:87


amministrare i beni della Provincia;aiutare le econome locali a regolare la amministrazionedella loro casa;presentare ogni sei mesi sl Consiglio provincialeil resoconto economico;presentare al Consiglio provincialeil preventivo <strong>di</strong> spese straor<strong>di</strong>narie per l'approvazione;presentare ogni tre anni la relazione economicadella Provinciaal Capitolo provinciale e al Consiglio generale,previa approvazione del Consiglio provinciale.248.E' compito della economa locale:curare la gestione economica della casae tenere la registrazione delle spese;rendere conto della sua amministrazioneuna volta al mese al Consiglio locale,e ogni sei mesi a tutta la comunità;presentare al Consiglio locale il preventivo<strong>di</strong> spese straor<strong>di</strong>narieo anche <strong>di</strong> spese or<strong>di</strong>narie che superanoi limiti <strong>di</strong> sua competenzaper l'approvazione;preparare i resoconti mensilie i resoconti trimestrali.249.La particolare cura che tutte le sorelle economedevono sentire per l'amministrazione dei beniè esigita dal fatto che essi sono beni della Chiesae che devono servire,oltre che per il sostentamento proprio,per i bisogni dei poveri.88


II. FORMAZIONE RELIGIOSAA. RESPONSABILI DELLA FORMAZIONE250.La vitalità spirituale e apostolicadella famiglia terziaria elisabettina<strong>di</strong>pende in massima partedalla formazione dei suoi membri. 10Coscienti <strong>di</strong> tale importanza,le Superiore competentihanno per essa una particolare cura,così da garantirne la continuità e l'efficacia.251.La Superiora generale ne è la prima responsabile.In base ai criteri e agli or<strong>di</strong>namentidel Capitolo generaleella, con il suo Consiglio,programma il lavoro <strong>di</strong> animazione spiritualeper tutti i membri della famiglia religiosae fissa le mete educativecon i relativi orientamenti pratici,sui quali le <strong>di</strong>rette responsabili della formazionebasano la loro azione.252.La Superiora provinciale con il suo Consiglioattua le <strong>di</strong>rettive della Superiora generalesoprattutto me<strong>di</strong>antela animazione spirituale delle suoree con iniziative adeguate,in modo che da tutte sia sentitoe gioiosamente vissuto10 PC. 18.89


l'impegno della vita religiosa,al quale sono legati la fedeltà alla vocazionee il fiorire <strong>di</strong> nuove vocazioni.253.La Maestra <strong>di</strong> formazioneè una suora dotata <strong>di</strong> equilibrio,prudenza, carità, pietàe fedele osservanza degli impegni religiosi.E' nominata dalla Superiora maggiore competentecon il consenso del suo Consiglio.Deve avere almeno 30 anni <strong>di</strong> etàe avere emesso la professione perpetua.254.Chiamata a plasmare le giovanialla vita dei consigli evangelicisecondo il carisma della terziaria famiglia elisabettinadeve possedere anche una elevata sensibilità spirituale,frutto <strong>di</strong> esperienza e <strong>di</strong> vita interiore intensae una adeguata competenza pedagogica e teologica.255.La sensibilità spirituale le permette <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguerenell'animo della giovanele mozioni dello Spirito Santo,la cui azione è un continuo, delicato appelloverso la assimilazione a Gesù crocifissonel servizio della Chiesa.256.La Maestra, rispettosa della azione <strong>di</strong>vina,stimola le giovania lasciarsi condurre dallo Spirito.Le aiuta ad avere nella vitaquel dominio <strong>di</strong> sé e delle realtà umaneche, liberando dall'egoismo,permette loro <strong>di</strong> cogliere i segni90


della presenza e del <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Dioper adeguarvisi.Molto a loro inculca la mortificazione,l'obbe<strong>di</strong>enza, l'umiltà, 11atteggiamenti fondamentali per la maturazionedella vocazione elisabettina.257.Interiormente libera,può realizzare un autentico <strong>di</strong>alogo formativo.E' benevola e ferma.La benevolenza rende l'occhio penetrantee sensibile alle <strong>di</strong>sponibilità interiori della giovane;la fermezza è necessariaper aiutarla a realizzare il proprio progetto <strong>di</strong> vita.258.Ha unità <strong>di</strong> intenzioni e <strong>di</strong> cuorecon le superiore a tutti i livelli.Chiede ogni giorno a Dio Padre luce e forza.Verifica davanti a Lui con umiltà e veritài suoi atteggiamenti.Ricorre a Maria, per essere istruita 12 .La madre della Chiesaè per lei modello <strong>di</strong> quell'amore maternodel quale devono essere animati tutti coloroche operano alla rigenerazione degli uomini.B. TAPPE DELLA FORMAZIONE1. Postulato11 Ep. 28; 57.12 Ep. 28.91


259.Il postulato è il periodo che preparal'ingresso al noviziatoe dura un anno.Esso costituisce una prima iniziazionealla vita religioso-apostolicadella famiglia elisabettina.Ha lo scopo <strong>di</strong>:verificare la autenticità dell'orientamento vocazionaledella giovane;verificare il grado <strong>di</strong> cultura religiosa;permettere un passaggio progressivodalla vita del mondo a quella propria del noviziato.260.La suora incaricata aiuta le giovania crescere nel rapporto con Dio,a purificare la visione della vitadagli elementi mondani,a rendere autentico il rapporto fraternonella carità vicendevolee a cogliere il valore insostituibiledella vita <strong>di</strong> penitenza per il regno.Cura la loro formazione umana e cristiana,in modo da favorire nelle giovani le con<strong>di</strong>zioniper rispondere alla chiamata <strong>di</strong> Dio con libertàe con motivi vali<strong>di</strong> <strong>di</strong> ragione e <strong>di</strong> fede.Si assicura che abbiano la salute necessaria,generosità <strong>di</strong> animoe <strong>di</strong>sposizioni intellettuali e morali sufficientiper assimilare e assumere una pratica consapevoledei consigli evangelicisecondo il carisma della famiglia terziaria.261.La ammissione al postulato è riservataalla Superiora maggiore,sentito il parere del suo Consiglio.92


Al suo ingresso la postulante presentai documenti richiestia norma del Diritto comune.La dote e il corredo sono concordatitra la Superiora maggiore competentee la famiglia della can<strong>di</strong>datain base alla <strong>di</strong>sponibilità finanziaria della stessa.262.Le postulanti vivono or<strong>di</strong>nariamente questa esperienzainserite in una fraternità dell'Istitutosotto la guida <strong>di</strong> una suora idonea,la quale tiene una leale e cor<strong>di</strong>ale collaborazionecon la Maestra del Noviziatoper la continuità della formazione.Il luogo è determinato dalla Superiora maggiorecon il consenso del suo Consiglio.263.Terminato il periodo stabilito per il postulato,se la can<strong>di</strong>data è trovata idonea,è ammessa al noviziato dalla Superiora maggiorecompetente con il consenso del suo Consiglio.L'ingresso al noviziato è preceduto da due mesi<strong>di</strong> preghiera più intensa,<strong>di</strong> ritiro da ogni attività esternae da un corso <strong>di</strong> esercizi <strong>di</strong> almeno cinque giorni.2. Noviziato264.Con il noviziato ha inizio la vita religiosa.Ha la durata <strong>di</strong> due anni,<strong>di</strong> cui do<strong>di</strong>ci mesi devono essere trascorsiinteramente e senza interruzionenella casa del noviziato.La assenza dal noviziato durante questi do<strong>di</strong>ci mesi93


per un periodo che superi i tre mesi,continui o interrotti,rende invalido il noviziato.Fuori <strong>di</strong> questo tempo si possono compiereperio<strong>di</strong> formativi apostolicipresso altre fraternità della famiglia elisabettinaa giu<strong>di</strong>zio della Maestracon il consenso della Superiora maggiore competente.265.La sede del noviziato viene stabilitadalla Superiora generalecon il voto deliberativo del suo Consiglio.Le novizie possono essere trasferiteanche in altra casa della Famiglia religiosacon il consenso della Superiora generalea norma del Diritto comune.266.Il fine specifico <strong>di</strong> questo periododella formazione è:far conoscere alla novizia le esigenze essenzialidella vita religiosae la pratica dei consigli evangeliciper il conseguimento della carità;formarla gradualmente al genere <strong>di</strong> vitaproprio della terziaria famiglia,insegnandole a raggiungere quella unità <strong>di</strong> vitache associa contemplazione e azione apostolica,e a realizzare una unione intima con Gesùsorgente <strong>di</strong> ogni attività apostolica.267.Per conseguire tale scopo,la Maestra pone le novizie a contatto vivo con:gli ideali religiosi e le attività corrispondential mandato della famiglia francescana elisabettina;la persona dei fondatori e il carisma <strong>di</strong> fondazione;94


il patrimonio spirituale e le tra<strong>di</strong>zionidella terziaria famigliae le sue Costituzioni.268.Le stimolain modo che prendano coscienza <strong>di</strong> questi beni,li apprezzino,li scoprano quali mezzi che arricchisconola personalità e l'ideale religiosoe li vogliano fare propri.269.Le aiuta a mettersi in atteggiamento <strong>di</strong> ascoltoe <strong>di</strong> risposta generosa allo Spirito Santo,a scoprire Gesù nei fratelli,ad acquistare lo spirito e la praticadell'obbe<strong>di</strong>enza, della povertà, della castità consacrata,dell'amore fraternoche generala comunità in Cristo,a tendere alla unione con Dio nel servizio dei fratelliin francescana semplicità e letizia.270.Il noviziato è il giar<strong>di</strong>noche bello e fiorito vuole fare lo Sposo. 13La novizia durante questo temposi impegna con docilità interioree attiva collaborazionea utilizzare i mezzi che le sono offerti,quali la me<strong>di</strong>tazione, l'orazione,gli incontri personali e <strong>di</strong> gruppo,le istruzioni e la <strong>di</strong>rezione spirituale,per assimilare i valori religiosi.271.13 Lett. a sr. Giuseppina Viero, febb. 1856.95


Cura soprattutto lo stu<strong>di</strong>o e la me<strong>di</strong>tazionedella sacra Scrittura.Lo fa con fede e semplicità,consapevole che Dio si rivela agli umili.Impara ad agire per motivi <strong>di</strong> fede,in modo da acquistare una mentalità nuova<strong>di</strong> fronte alle persone e alla storia.Cerca <strong>di</strong> penetrare sempre più profondamenteil mistero della Chiesae la sua relazione con la vita dell'uomo.272.Concretizza la "sequela Christi"nella esperienza <strong>di</strong> comunione fraternapropria della terziaria famiglia,mettendo a <strong>di</strong>sposizione delle sorelle tutta se stessacon l'esercizio della <strong>di</strong>menticanza <strong>di</strong> sé,il lieto servizio,l'umile accoglienza della correzione fraternae la accettazione serena della penitenza quoti<strong>di</strong>ana.273.Compiuto il tempo del noviziato,se la novizia è giu<strong>di</strong>cata idoneadalla Superiora maggiorecon il voto deliberativo del suo Consiglio,è ammessa alla professione.In caso contrario è <strong>di</strong>messa.Se rimane qualche dubbio intorno alla sua idoneità,la Superiora maggiore può prorogareil tempo del noviziato,non però oltre i sei mesi.274.Prima <strong>di</strong> ammettere una can<strong>di</strong>dataal noviziato e alla prima professione,le responsabili della formazione si accertanoche abbia tutti i requisiti96


ichiesti per la liceità e per la vali<strong>di</strong>tàespressi dal Diritto comune.275.Le novizie, prima <strong>di</strong> emettere la professionesi raccoglieranno in esercizi spiritualiper almeno cinque giorni interi.C. PROFESSIONE RELIGIOSA1. Prima professione276.La prima professione dei voti temporaneisi fa or<strong>di</strong>nariamente nella casa <strong>di</strong> noviziatoed è ricevuta dalla Superiora maggioreo da una sua delegata.277.La formula della professione è la seguente:A gloria del Padreper Cristonello Spirito Santoin unione a Maria, madre della Chiesa,io, suor ...faccio voto a Dio<strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza, povertà, castitànelle mani della Superiora generaleper un anno (oppure in perpetuo)impegnandomi a vivere la missione della Chiesasecondo le Costituzionidelle suore terziarie francescane elisabettine.278.97


Con la professione la suorasi consacra totalmente a Dioe viene incorporata nella famiglia francescanaelisabettina.Acquista i <strong>di</strong>ritti dei membri effettivi <strong>di</strong> essa,compresa la voce attiva,e se ne assume i doveria norma delle Costituzioni.279.Il periodo della professione temporaneaha or<strong>di</strong>nariamente la durata <strong>di</strong> sei anni.La superiora maggiore competentecon il consenso del suo Consigliopuò prolungare questo periodofino al massimo <strong>di</strong> tre anni.280.La rinnovazione dei voti temporaneisi fa a ogni scadenza annualeed è preceduta da tre giorni <strong>di</strong> ritiro.La Superiora maggiore può anticiparela rinnovazione dei voti, ma non più <strong>di</strong> un mese.281.Spetta alla Superiora maggiorecon il voto deliberativo del suo Consiglioammettere le suore alla rinnovazionedei voti temporanei,avendo ricevuto due mesi primala domanda scritta delle can<strong>di</strong>date.2. juniorato282.Lo juniorato è il periodoche va dalla prima professione dei voti98


alla professione perpetua.Continua l'opera formativa del noviziato,completandola secondo lo spiritodella terziaria famiglia.Cura la formazione dottrinale,generale e specifica,necessaria alla vita personale della giovane suorae all'esercizio dell'apostolato.Approfon<strong>di</strong>sce la sua formazione apostolicae le assicura la formazione professionale.283.La Superiora maggiore competentecon il suo Consiglioe la suora incaricata della formazione,sentito anche il parere della singola juniore,programmano l'orientamento degli stu<strong>di</strong>in base alle attitu<strong>di</strong>ni della giovanee alle necessità delle attività apostolichedella famiglia.284.le juniori sono inserite a tutti gli effetti,eccetto la voce passiva,nelle fraternità dell'Istituto.Per un in<strong>di</strong>rizzo unico della loro formazionesono seguite con opportune iniziativeda una suoraincaricata dalla Superiora maggiore.La fraternità che accoglie la giovane suorasi impegna a vivere più intensamente l'ideale religioso,in modo da favorire in essauna risposta libera e matura.285.993. Professione perpetua


L'ultimo anno dei voti temporaneiè or<strong>di</strong>nato in modo specialea preparare la suora alla donazione totalee definitiva a Dio,e <strong>di</strong>retto a scoprirese la can<strong>di</strong>data ha raggiunto la maturitàpsicologica e religiosanecessaria per vivere gli impegni assunti.286.Spetta alla Superiora maggiore competentecon il consenso del suo Consiglioammettere la suora alla professione perpetua,che è ricevuta dalla medesima o da una sua delegata.nel periodo che precede imme<strong>di</strong>atamentela professione perpetuala juniore si de<strong>di</strong>caa una più intensa preparazione spirituale,nel raccoglimento e nel ritiro,oltre che gli esercizi spirituali<strong>di</strong> almeno sei giorni interi.287.Con la professione perpetuala suora viene inserita definitivamente e totalmentenella famiglia terziaria elisabettina,acquistando anche il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voce passiva.III. SEPARAZIONE DALL'ISTITUTO288.Se una suora ritiene <strong>di</strong> lasciare la famiglia religiosa,prima <strong>di</strong> prendere una decisione così grave100


ne valuta seriamente i motividavanti a Dio e insieme con le sue Superiore,in modo da non cadere in facili illusioni.Qualora decida <strong>di</strong> lasciare la famiglia,la suora sia <strong>di</strong> voti temporanei oppure perpetui,può farlo soltanto dopo avere ottenutoil permesso dell'autorità competentea norma del Diritto comune.289.La suora <strong>di</strong> voti temporaneiche vuole lasciare l'Istitutosi rivolge alla Superiora generalela quale, con il consenso del suo Consiglio,ha facoltà <strong>di</strong> rimetterla al secolo.Con ciò la suora resta sciolta dai voti.per la <strong>di</strong>spensa dai voti perpetuioccorre rivolgersi alla santa Sede.290.Per la <strong>di</strong>missione <strong>di</strong> una suora,sia <strong>di</strong> voti temporanei che perpetui,si osservano le norme del Diritto comune.291.Una suora che lascia liberamentela famiglia religiosao ne è <strong>di</strong>messanon può riven<strong>di</strong>care nullaper i servizi residurante la sua permanenza in essa.Le verrà restituita la dote senza i frutti maturatie offerta la assistenza esigita dalla caritàe dalla comprensione,in modo che possa inserirsi convenientementenella vita secolare.101


102


capitolo sestoVITALITÀ NELLA CHIESAI. FEDELTÀ ALLA GRAZIA DELLE ORIGINI EFORMAZIONE CONTINUA292.La vitalità della famiglia terziariae l'efficacia della sua presenza nella Chiesa<strong>di</strong>pendono dal mistero e dalla potenza della graziae dalla fedeltà delle suore al carisma proprio.293.Dono sommo e paterno del Padre,suscitato dallo Spirito,il carisma <strong>di</strong> fondazione èamore <strong>di</strong> compiacenza vero e perfetto.Tutte le suore sono atte a questo favorechi per una virtù, chi per un'altra 1 ,in forza della loro vocazionenella famiglia francescana elisabettina,in forza della loro vocazione1 D. IV, 41.103


nella famiglia francescana elisabettina,dove il carisma ha le con<strong>di</strong>zioni del suo sviluppoe della sua maturazione.tutte ne sono ugualmente responsabili.294.Ogni suora,secondo il ruolo affidatole dalla obbe<strong>di</strong>enza,e nella esplicazione dei doni personali 2è chiamata a collaborarein modo tale che il dono <strong>di</strong> Dio,fatto alla Chiesa nella persona dei Fondatori,conservi la sua originaria freschezzae raggiunga la sua pienezza.295.A tale scopo ciascuna sorella cura l'unione con Diocon particolare impegno,fedele all'amore per Gesùnella assimilazione del suo mistero.Mantiene e approfon<strong>di</strong>sce la propria formazionereligiosa e professionalecon il continuo aggiornamento,seguendo le in<strong>di</strong>cazioni dell'autorità competentea norma delle Costituzioni,in modo da perfezionarsi sempre piùnella sua vocazione.Cammina con coraggio e perfezionenella vita in cui Dio la vollee in essa prosegue con coerenzasempre allegra, festosa, fervente. 3296.Le Superiore, da parte loro,forniscono a tutte le suore2 Ep. 102.3 Istr. 12, 5; Ep.18.104


le con<strong>di</strong>zioni e i mezzifavorevoli alla loro formazione permanentenel rispetto della irripetibilità <strong>di</strong> ciascuna.Accettano la pluralità <strong>di</strong> espressionenell'ambito e secondo l'ispirazionedel progetto comune <strong>di</strong> vitaquale garanzia <strong>di</strong> esistenza e <strong>di</strong> vitalitàdella famiglia terziaria elisabettina.II. FEDELTÀ ALLE ORIGINI297.La fedeltà al carisma <strong>di</strong> fondazionesi esprime concretamentenella fedeltà al progetto <strong>di</strong> vitadella famiglia terziaria,delineato nelle sue Costituzioniche ne custo<strong>di</strong>scono le motivazioni fondanti.298.Approvate dalla Chiesa,le Costituzioni garantiscono i mezziperché ogni suora possa vivere in pienezzala chiamata <strong>di</strong> Dio nella famiglia elisabettina 4e sia nella Chiesa per i fratelliun segno efficace della grazia delle origini.299.Le Costituzioni impegnano la suora elisabettinacon l'obbligo gratuito ed esigentedell'imperativo dell'amore4 Istr. 36, 4; Ep. 133; 142.105


e della sua personale capacità <strong>di</strong> amare.Per sé quin<strong>di</strong> le Costituzioninon obbligano sotto pena <strong>di</strong> peccatotranne che per le normeche riguardano la materia dei votio che riportano leggi <strong>di</strong>vine ed ecclesiastiche.300.La suora elisabettina le osserva con gioia e amorequale dono che la Chiesa le offre per realizzarsiin conformità alla propria vocazione-missione. 5Per approfon<strong>di</strong>re la conoscenzae assimilarne lo spirito,le me<strong>di</strong>ta spessoe si sforza <strong>di</strong> incarnarle nella sua vita,confortata dall'esempio e dalla paroladella madre Elisabetta Vendramini:Le costituzioni sono un mezzo sicuro <strong>di</strong> santificazione;l'adempimento cor<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> esseè il sicuro traffico che da noi attende il Signoreche ci chiamò alla sua vigna. 65 Istr. 17, 1-3; 46, 5.6 Ep. 143.106

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