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IL PENTAGONO<br />
BOLLETTINO DELL’ASSOCIAZIONE LEGBLU<br />
In libreria – pagina 14<br />
E’ uscito in queste settimane per le Edizioni Il Foglio, il<br />
terzo romanzo dello scrittore livornese David Marsili,<br />
"Stagioni chimiche”.<br />
Il romanzo segna un cambio di rotta nella produzione<br />
dell'autore, che in questa occasione lascia la narrativa di genere<br />
dei romanzi precedenti e dei racconti pubblicati con il<br />
gruppo QWERTY e con vari editori, per raccontare una storia<br />
famigliare, con uno stile curato ma asciutto che strizza l'occhio<br />
al genere post-moderno americano.<br />
"Stagioni chimiche" racconta la storia di Nico, un bambino<br />
della Seveso del '76, cresciuto nel segno della diossina; la<br />
storia della sua ribellione adolescenziale e della sua personale<br />
resurrezione. È la storia di Sergej, il ragazzo di Prypiat che<br />
torna nelle terre contaminate dalle radiazioni provocate<br />
dall'incidente di Chernobyl, insieme al leggendario popolo<br />
dei Samosely. Ed è la storia di Matteo e Teresa, delle loro<br />
fughe e dei loro vuoti, e della disperata ricerca di un senso di<br />
appartenenza.<br />
Qual è stata l'idea per la produzione di questo romanzo?<br />
Ci sono tre idee principali. La prima viene dal mio precedente<br />
lavoro. Per anni mi sono occupato di ambiente e sicurezza,<br />
e a un certo punto mi è venuta la curiosità di approfondire<br />
l'incidente di Seveso del '76, e cosa fosse veramente successo<br />
in quella zona della Brianza. Nello stesso periodo, mi<br />
capitò tra le mani un bellissimo dossier del super tecnico ambientale<br />
Paolo Rabitti su quell'evento. Rabitti descriveva in<br />
modo dettagliato le possibili cause dell’incidente, e avanzava<br />
interessanti e inquietanti tesi sullo smaltimento delle diossine<br />
e dei terreni contaminati. Inoltre apriva a ipotesi sulla possibile<br />
produzione di diossina per la fabbricazione di Napalm<br />
durante la guerra del Vietnam. Tutti ingredienti ideali per<br />
mettere su un romanzo che avesse diversi piani narrativi. Ma<br />
la folgorazione venne a una mostra di un mio amico pittore,<br />
Riccardo Ruberti. Riccardo ha fatto dei bellissimi lavori sul<br />
popolo dei Samosely, i coloni che vivono nella Zona di esclusione<br />
contaminata dalle radiazioni ci Chernobyl. Una grande<br />
storia di resistenza e di senso di appartenenza che il pittore ha<br />
saputo cogliere con grande stile. Quando vidi il bambino con<br />
il giocattolo in mano sullo sfondo del paesaggio psichico del<br />
playground di Prypiat, capii che quello sarebbe stato il mio<br />
personaggio. Così è nato Nico, protagonista del romanzo e<br />
del racconto spin-off "I am the resurrection", uscito nel 2013<br />
per la collana Demian curata da Naspini e Federico Guerri<br />
(autore e amico che quest’anno è stato candidato al premio<br />
Strega).<br />
E’ un romanzo dal messaggio ambientalista o piuttosto<br />
una riflessione sul dolore?<br />
Generalmente nei miei testi non voglio dare messaggi<br />
assoluti, altisonanti. Lo sfondo è quello di due grandi tragedie<br />
dell'era post-moderna, ma la storia è quella di persone normali,<br />
delle loro reazioni al cambiamento. Il tema principale è<br />
quello della continua ricerca di una personale resurrezione<br />
(Nico e Sergej); dell'incapacità di riempire i propri vuoti e di<br />
compiere una vera scelta (Teresa e Matteo). Di assoluto c'è<br />
solo il verde, l'esplosione biochimica della clorofilla, che<br />
vuole riprendersi il posto occupato dal cemento e dalle contaminazioni.essaggio<br />
ambientalista o piuttosto una riflessione<br />
sul dolore?re su un romanzo che avesse diversi piani narrati.<br />
A che punto della tua carriera di autore si inserisce<br />
questo lavoro?<br />
Ho dedicato molto tempo alla cura di questo romanzo, che<br />
secondo i primi lettori è di gran lunga il migliore tra i miei.<br />
E’ stato un percorso interessante, pieno di sorprese. Ho iniziato<br />
qualche anno fa a scrivere racconti brevi. Poi è arrivato<br />
il primo romanzo breve “Viscere”, che mi ha permesso di<br />
entrare in un giro di piccola/media editoria e di conoscere<br />
persone fantastiche come Gordiano Lupi (il mio editore principale),<br />
Sacha Naspini (autore ormai di fama nazionale, con<br />
cui condivido sentimenti di amicizia e stima reciproca) e molti<br />
altri. Contemporaneamente ho iniziato a frequentare il laboratorio<br />
di scrittura Qwerty, capitanato da Raffaele Palombo.<br />
Con loro abbiamo pubblicato molti racconti per l’editore Erasmo,<br />
grazie all’indimenticato Franco Ferrucci.<br />
Poi è arrivato il resto, altri racconti per vari editori e i successivi<br />
romanzi.<br />
L’avventura continua.