associazione nautico leon pancaldo la voce dell' la ... - Villa Cambiaso
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Aut. Trib. di Savona N° 544/03 - Spedizione in A. P. - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 Comma 2 - Direzione Commerciale Savona - Tassa Pagata - Taxe Perçue<br />
RIVISTA ARTE E CULTURA DI SAVONA E FUORI PORTA<br />
www.vil<strong>la</strong>cambiaso.it<br />
Anno XII - N° 65 - Giugno 2012 - Editore: Museo <strong>Cambiaso</strong> - Direttore Editoriale e Responsabile: Pio Vintera<br />
Redazione: Via Torino, 22R - 17100 Savona - Tel. 349 6863819 - Stampa: Marco Sabatelli Editore - Grafica e Fotografia: Mattia e Veronica Vintera<br />
Duccio - “Inca”, Ceramica su Bronzo, 54x130 cm<br />
vintera@vil<strong>la</strong>cambiaso.it<br />
GRILLO: IL COMICO CHE<br />
FA PAURA ALLA SINISTRA<br />
DI SAMUELE MONTI<br />
a politica italiana è così<br />
Limpegnata a difendere i suoi<br />
privilegi che non è più in grado da<br />
tempo di comprendere le esigenze del<br />
Paese.<br />
La distanza è ormai abissale: da una<br />
parte, <strong>la</strong> ormai tragica quotidianità:<br />
aziende che sono costrette a chiudere<br />
o delocalizzare, <strong>la</strong>voratori in cassa<br />
integrazione, mutui e finanziamenti<br />
che non si riescono più a pagare, il<br />
prezzo dei carburanti ormai<br />
insostenibile, e dall’altra parte una<br />
c<strong>la</strong>sse dirigente che continua come se<br />
niente fosse, a vivere l’Italia “da<br />
bere” dei favolosi anni ‘80 ed a<br />
suonare <strong>la</strong> stessa musica come i<br />
musicisti del Titanic che affonda:<br />
pensioni d’oro, appartamenti di lusso<br />
affittati a prezzi stracciati a parenti,<br />
amici e grand commis di Stato,<br />
rimborsi elettorali da capogiro in<br />
mano a tesorieri senza scrupoli che<br />
comprano diamanti perché non sanno<br />
come spenderli, l’acquisto di 400<br />
nuove auto blu, bloccato in extremis<br />
per <strong>la</strong> protesta del web, il capo del<strong>la</strong><br />
banda municipale di Roma che<br />
guadagna come un capo di Stato, e via<br />
dicendo, ci hanno scritto dei libri…<br />
Da ultimo, <strong>la</strong> G.d.F. che apprende da<br />
una trasmissione televisiva di<br />
inchiesta (l’unica rimasta) che una<br />
fondazione bancaria tra le pìù<br />
importanti d’Italia, amministrata da<br />
un ex impiegato dell’ASL e da un<br />
capo stazione a riposo, ha di<strong>la</strong>pidato<br />
un patrimonio di 13 mld di euro, in<br />
operazioni tanto dissennate che fanno<br />
sorgere qualche dubbio.<br />
Continua sul retro
2 Arte Anno XII n°65 - Giugno 2012 Vil<strong>la</strong><strong>Cambiaso</strong><br />
RICCARDO ROSSI: “DUCCIO”<br />
Stilista - Pittore - Grafico - Ceramista - Scultore<br />
Mostra a Vil<strong>la</strong> <strong>Cambiaso</strong> dal 16 al 28 Giugno 2012<br />
Trovare un’altra, persona ricca di<br />
intelligenza, di idee, iniziative e<br />
professioni diverse, come Riccardo<br />
Rossi “Duccio”, noto personaggio<br />
monregalese, è difficile. “Duccio”,<br />
così lo conoscono, è un pittore, un<br />
grafico, ceramista, scultore, è stato<br />
sarto, tagliatore, stilista, modellista,<br />
ideatore di moda (abiti da sera, da<br />
sposa, da gran ga<strong>la</strong>, ecc.) e tante altre<br />
attività. Ha un grande interesse, però,<br />
per il disegno e per l’arte in genere, il<br />
raku, il ferro battuto.<br />
Nel<strong>la</strong> pittura, Riccardo Rossi, apre il<br />
cuore all’amore per i pennelli; spazia<br />
dal realismo, all’irreale, alle figure e<br />
personaggi del<strong>la</strong> storia romana, del<strong>la</strong><br />
Divina Commedia, del<strong>la</strong> spiritualità.<br />
Nei suoi <strong>la</strong>vori le emozioni non<br />
mancano: dai paesaggi alle marine,<br />
dai tramonti ai momenti di burrasca<br />
delle acque, dalle maternità alle<br />
leggiadre ragazze, con vestiti estrosi,<br />
carnevaleschi, legati al<strong>la</strong> moda sua ex<br />
professione-passione. C’è in<br />
“Duccio” <strong>la</strong> grande passione a<br />
dipingere come soggetto unico il<br />
movimento e il colore dei galli: in<br />
volo, in lotta, con aspetti superbi,<br />
tranquilli o coloratissimi e per questo<br />
conosciuto in Langa come il pittore<br />
dei galli.<br />
Conosce bene il disegno, <strong>la</strong> composizione<br />
dei colori, ma scrive anche una<br />
favo<strong>la</strong>, raccontata non solo ai bambini<br />
di un tempo, ma anche agli adulti di<br />
oggi; fiaba che rispecchia una sua<br />
lunga e qualificata realtà artistica,<br />
legando <strong>la</strong> ceramica raku con maghi e<br />
folletti, dando così origine ad opere<br />
significative che fanno riflettere.<br />
Forme e suoni nello spazio e nel<br />
tempo; visioni e percezioni, immagini<br />
e soggetti curiosi e misteriosi. Dipinti<br />
comunicativi, che ripercorrono<br />
trasversalmente <strong>la</strong> storia medievale,<br />
dove le pennel<strong>la</strong>te sottolineano gli<br />
effetti di luce e ne esaltano i colori.<br />
Nel percorso artistico di Rossi,<br />
troviamo opere figurative, ma anche<br />
concettuali, che raccontano <strong>la</strong><br />
trasformazione del mondo contemporaneo,<br />
attraverso lo sguardo. Tra<br />
scienza ed arte, <strong>la</strong> natura ha <strong>la</strong><br />
prevalenza, supera l’intelletto del<strong>la</strong><br />
ricerca, diventa un momento di<br />
passaggio, all’interno del quale<br />
riflette e crea le sue opere. Tonalità<br />
scure veico<strong>la</strong>no suggestioni lontane,<br />
raccontando un mondo popo<strong>la</strong>to da<br />
cose dimenticate.<br />
I dipinti di Riccardo Rossi “Duccio”,<br />
arrivano quindi da riflessioni; dalle<br />
gioie e sofferenze, ma anche dallo<br />
Riccardo Rossi<br />
pittore, grafico, ceramista, scultore<br />
Via Roccaforte, 76<br />
12089 Vil<strong>la</strong>nova Mondovì (Cn)<br />
Tel. (+39) 0174 699 172<br />
Mob. (+39) 338 442 89 24<br />
E-mail riccardo@artemonregalese.it<br />
www.artemonregalese.it<br />
spunto delle favole. Interessante<br />
quel<strong>la</strong> del ‘L Sërvan, dal<strong>la</strong> quale<br />
ipotizza <strong>la</strong> nascita del<strong>la</strong> sua arte raku;<br />
una favo<strong>la</strong> di altri tempi. Da questa<br />
fiaba sarebbero nate l’idea delle<br />
artistiche ceramiche raku, le<br />
maioliche, le terrecotte e gli stupendi<br />
dipinti ad olio.<br />
Carlo Gramaglia
Vil<strong>la</strong><strong>Cambiaso</strong><br />
Anno XII n°65 - Giugno 2012<br />
Pittura su vetro a rovescio, 42x90 cm<br />
“Metamorfosi 1”<br />
Arte<br />
“Maternità 1” “Metamorfosi 2”<br />
“Maternità 3” “Maternità 4” “Maternità 2”<br />
3
4 Arte Anno XII n°65 - Giugno 2012<br />
Vil<strong>la</strong><strong>Cambiaso</strong><br />
‘L «SËRVAN»<br />
Favo<strong>la</strong> di altri tempi rivista e presentata da Remigio Bertolino<br />
Mio nonno visse in terra di Langa,<br />
in un periodo di stenti e fatiche<br />
quando mia mamma era ancora una<br />
bambina picco<strong>la</strong>. Di quel periodo il<br />
ricordo folgorante di una favo<strong>la</strong>: <strong>la</strong><br />
storia del «sërvan».<br />
Curiosa creatura, il «sërvan» era un<br />
uomo con sembianze di capro, o<br />
meglio di fauno. Inquietante figura<br />
notturna, girovagava per boschi e<br />
vigne al ca<strong>la</strong>r delle tenebre, attirato<br />
dal<strong>la</strong> bellezza di giovani donne dai<br />
capelli fluenti...<br />
Il suo piacere più grande era introdursi<br />
nelle case, di notte, per accarezzare e<br />
pettinare nel sonno le ragazze dai<br />
capelli lunghi.<br />
Veniva tenuto a distanza dalle<br />
abitazioni spargendo sulle soglie e sui<br />
davanzali del miglio, al quale era<br />
insofferente. Solo così veniva respinto<br />
nel suo regno. Allora, scorrazzava per<br />
boschi e vigne, piangendo, singhiozzando<br />
e mugo<strong>la</strong>ndo tristi nenie. Con<br />
questo suo atteggiamento seminava<br />
disgrazie e malocchio, alle famiglie e<br />
alle loro coltivazioni, che regredivano<br />
giorno dopo giorno.<br />
Si racconta di uve divorate da germi e<br />
muffe, interi fi<strong>la</strong>ri seccavano in una<br />
notte, di ma<strong>la</strong>ttie inspiegabili e<br />
addirittura di lutti nelle famiglie.<br />
Pareva non fosse possibile fermare o<br />
contrastare in alcun modo il «sërvan».<br />
Qualche cacciatore ci provò, ma<br />
furono grandi fiaschi, sconfitte<br />
brucianti: <strong>la</strong> sua velocità era<br />
sorprendente. Un vecchio contadino<br />
raccontava anche che, per non subire i<br />
suoi capricci ed annul<strong>la</strong>re <strong>la</strong> sua<br />
nefasta presenza, si doveva catturare<br />
imprigionandolo in una foglia di vite.<br />
Cosa non molto semplice, perché tutti<br />
lo sentivano girovagare di notte, ma<br />
nessuno lo aveva mai visto. E poi<br />
come era possibile accartocciarlo in<br />
un pàmpino?<br />
Un giorno un ometto piccolo piccolo,<br />
con grandi baffi e occhietti furbi,<br />
ritornò nel<strong>la</strong> vecchia casa del paese,<br />
dal<strong>la</strong> città, dove aveva <strong>la</strong>vorato come<br />
ceramista in una delle tante fabbriche<br />
nate come funghi in quegli anni, dove<br />
si facevano piatti, ma anche vassoi a<br />
forma di foglia di vite, prodotti,<br />
diventati poi di pregio nel<strong>la</strong> tradizione<br />
ceramica piemontese. Fu subito<br />
soprannominato il «maioliche». Fu lui<br />
ad escogitare un originale stratagemma.<br />
Con un impasto di argil<strong>la</strong>,<br />
model<strong>la</strong>to a foglia di vite, ancora<br />
molle, si appostò tra <strong>la</strong> vigna e <strong>la</strong> casa<br />
del<strong>la</strong> sua fidanzata, oggetto di<br />
attenzioni da parte del «sërvan».<br />
Quatto quatto stette in attesa...<br />
Finalmente lo sentì arrivare gemendo<br />
e piagnuco<strong>la</strong>ndo: si sentiva respinto<br />
dal miglio sparso attorno al<strong>la</strong> casa.<br />
Il «maioliche», dal nascondiglio, al<br />
buio, <strong>la</strong>nciò l’impasto, e colpì. Un<br />
silenzio liberatorio confermò il centro<br />
del bersaglio, ma solo al mattino vide<br />
lo stampo rimasto nel<strong>la</strong> creta.<br />
Il «maioliche» pensò bene di cuocerlo<br />
e smaltarlo per conservarne il ricordo.<br />
Sommerso da innumerevoli richieste<br />
continuò <strong>la</strong> sua caccia e raccolse molti<br />
trofei. Intanto <strong>la</strong> sua fama di<br />
cacciatore di «sërvan» crebbe. Fu così<br />
abile che in poco tempo non si sentì<br />
più par<strong>la</strong>re di quelle misteriose<br />
creature notturne, incrocio di umano e<br />
bestiale. Rimasero i trofei, volti stupiti<br />
nel momento del<strong>la</strong> cattura, ceramiche<br />
che, cotte e verniciate, venivano<br />
esposte nelle case, come scongiuri per<br />
i tempi di malocchio... Alcuni<br />
esemp<strong>la</strong>ri è possibile vederli ancora<br />
oggi, da me rivisitati ed esposti al<strong>la</strong><br />
cantina di C<strong>la</strong>vesana: volti di fauni<br />
imprigionati in una foglia di vite.<br />
Duccio
Vil<strong>la</strong><strong>Cambiaso</strong><br />
Anno XII n°65 - Giugno 2012<br />
Maschere e <strong>la</strong>mpade in ceramica raku<br />
Arte<br />
5
6 Restauro Anno XII n°65 - Giugno 2012<br />
Vil<strong>la</strong><strong>Cambiaso</strong><br />
LA Iª CAPPELLETTA OGGI, CON LA “SORPRESA”<br />
di F<strong>la</strong>via Folco<br />
Avevo raccontato le nove<br />
cappellette votive sul<strong>la</strong> via del<br />
Santuario, nel 1985, per il 450°<br />
anniversario dell’Apparizione di N. S.<br />
di Misericordia, su La Madonna di<br />
Savona, edito per <strong>la</strong> CARISA da<br />
Marco Sabatelli. Presentandole,<br />
segna<strong>la</strong>vo <strong>la</strong> gravità del deterioramento<br />
di ognuna e l’urgenza di un<br />
intervento di risanamento e restauro.<br />
Negli anni mi sono stancata di ripetere<br />
“prima che sia troppo tardi”.<br />
Oggi torno con il pensiero<br />
all’incontro, nell’ottobre 2005, con i<br />
ragazzi del Liceo Artistico “A.<br />
Martini”, con i loro professori accanto<br />
alle autorità convenute, con i tutors del<br />
mini-cantiere, Federico Molinari e<br />
Alberto Capelli, per festeggiare il<br />
restauro dell’affresco di questa I<br />
capelletta, L’apparizione di Maria ad<br />
Antonio Botta, dipinto dal savonese<br />
Lazzaro De Maestri (1840-1910) per<br />
le celebrazioni del 1886. Restauro<br />
attuato con il diretto coinvolgimento<br />
dei liceisti, all’interno del<strong>la</strong> didattica<br />
del “fare”: una lodevole, concreta<br />
iniziativa sul<strong>la</strong> quale aveva, in<br />
q u e l l ’ o c c a s i o n e , r e l a z i o n a t o<br />
l’architetto Rosanna Venturino,<br />
responsabile dell’evento sul campo.<br />
Con <strong>la</strong> tecnica dello spuntinato si era<br />
privilegiata l’integrazione<br />
per<br />
facilitare <strong>la</strong> lettura<br />
e <strong>la</strong> fruibilità del<br />
dipinto, in rigore di<br />
fedeltà cromatica.<br />
Era l’ultima ridipintura<br />
(effettuata<br />
appunto per <strong>la</strong><br />
ricorrenza semiseco<strong>la</strong>re<br />
del 1886)<br />
di cui ci par<strong>la</strong> il<br />
Pongiglione negli<br />
anni ‘30, dopo gli<br />
interventi –con<br />
altri temi– per<br />
questa come per gli<br />
altari delle altre<br />
cappellette: ridipinture<br />
succedutesi<br />
nel tempo –second<br />
o g l i s t o r i c i<br />
Queirolo e Noberasco,<br />
e anche<br />
secondo il Gaibissi–<br />
essendosi completamente<br />
perdute<br />
le tracce, per le<br />
successive disa-<br />
strose esondazioni del torrente Laetus<br />
Imber, degli affreschi (peraltro forse<br />
non presenti in tutte le cappellette),<br />
che G. A. Ratti aveva realizzato in<br />
occasione del secondo centenario, nel<br />
1736.<br />
Questo affresco l’avevo scoperchiato<br />
nel 1985, ricordo, con l’aiuto di due<br />
non dimenticati amici dell’amata<br />
Società Savonese di Storia Patria,<br />
asportando trepidante il pesante<br />
cartone che, fissato con grossi chiodi<br />
c o n f i c c a t i i m p i e t o s a m e n t e<br />
tutt’attorno, nascondeva –da quanti<br />
anni?– il dipinto in gravissimo<br />
degrado...<br />
A distanza di undici anni (aprile 2012)<br />
torno ancora nel<strong>la</strong> I cappelletta per <strong>la</strong><br />
conclusione del tanto atteso restauro<br />
totale, iniziato nel settembre dello<br />
scorso anno.<br />
Responsabile del<strong>la</strong> progettazione e<br />
del<strong>la</strong> direzione dell’intervento,<br />
l’architetto Rosanna Venturino, con <strong>la</strong><br />
supervisione delle Soprintendenze<br />
coinvolte –architetto Scunza, dottor<br />
Bartoletti, dottoressa Bulgarelli– e,<br />
per le Opere Sociali, il dottor C<strong>la</strong>udio<br />
Berruti; ha eseguito i <strong>la</strong>vori l’impresa<br />
genovese Aran Progetti.<br />
A Rosanna Venturino dobbiamo <strong>la</strong><br />
rinascita di questa cappelletta, così<br />
come nel 1997 del<strong>la</strong> III, nel 2008 del<strong>la</strong><br />
IV; e cioè delle due più disastrate,<br />
insieme a questa I, delle nove erette<br />
lungo <strong>la</strong> via ad Deiparae Templum,<br />
quello speciale mini sacromonte in<br />
piano: stazioni processionali, soste di<br />
preghiere, canti, <strong>la</strong>udi, meditazioni sui<br />
versetti del Salve Regina, apposti in<br />
cartigli sugli affreschi degli altari, nei<br />
secoli e fino ad oggi.<br />
E al suo intuito, curiosità appassionata,<br />
all’innata vocazione al<strong>la</strong><br />
puntigliosa ricerca sugli intonaci, al<strong>la</strong><br />
scoperta del “come erano” sempre<br />
praticata negli anni, dobbiamo infine<br />
<strong>la</strong> “sorpresa”: il ritrovamento di un<br />
vano sotto il pavimento di marmette di<br />
graniglia (a circa venti centimetri), sì<br />
da far presumere l’esistenza di<br />
un’altra precedente cappelletta a<br />
quattro metri di profondità, e dunque<br />
all’altezza del torrente: sommersa,<br />
devastata in seguito a una delle tante<br />
esondazioni del primo ‘600 che <strong>la</strong><br />
seppellì fino a due metri, su di essa<br />
sarà edificata <strong>la</strong> nuova. Più di uno gli<br />
indizi, emersi nel<strong>la</strong> scrupolosa ricerca<br />
sul campo e sui documenti; determinante<br />
il ritrovamento –sul muro, <strong>la</strong>to<br />
sinistro dell’altare– di una cornice<br />
sagomata rifinita a marmorino, sotto<br />
l’altare, al centro, tracce di colori, e,
Vil<strong>la</strong><strong>Cambiaso</strong><br />
scavando il vano, l’antico pavimento<br />
in piastrelle di ardesia. In più due fori<br />
di buche pontaie a quota di calpestio.<br />
E così, con l’autorizzazione a<br />
procedere nello scavo, è apparsa una<br />
figura femminile –una Madonna?– a<br />
braccia aperte, con le mani in atto di<br />
implorazione, il volto verso l’alto in<br />
scorcio, un poco piegato, abito bianco,<br />
mantello rosa sul quale spicca uno<br />
scialle giallo sfumato in <strong>la</strong>rghe<br />
svo<strong>la</strong>zzanti pieghe.<br />
Dai documenti reperiti sappiamo<br />
l’anno dell’autorizzazione data dal<br />
vescovo per <strong>la</strong> costruzione –il 1622–<br />
ma <strong>la</strong> cappel<strong>la</strong> era iniziata in<br />
precedenza. Di lei e delle altre sei<br />
lungo <strong>la</strong> strada, patrocinatore e<br />
finanziatore il notabile genovese<br />
Franco Borsotto, lo stesso cui si deve<br />
<strong>la</strong> facciata del<strong>la</strong> Basilica del<br />
Santuario, 1609-1611 (le ultime due,<br />
più tarde, volute dal marchese<br />
Giacomo Filippo Durazzo). Tutte<br />
uguali nel<strong>la</strong> forma: sul volume cubico,<br />
c<strong>la</strong>ssico (<strong>la</strong>to m 3.80, h m 6.60), <strong>la</strong><br />
cupo<strong>la</strong> emisferica in lorìche di ardesia,<br />
quattro pinnacoli sugli spigoli e uno<br />
centrale a coronamento.<br />
A testimonianza dell’esistenza di quel<br />
primo edificio sotto l’attuale, e a<br />
conferma, si è <strong>la</strong>sciato in vista, a metà<br />
altezza del <strong>la</strong>to sinistro del<strong>la</strong><br />
cappelletta, lo spigolo del<strong>la</strong> lunetta<br />
del<strong>la</strong> copertura: <strong>la</strong> prima costruzione,<br />
dunque, finiva lì, e sopra si alzava<br />
l’emisfera.<br />
Per il drastico, complesso restauro sul<br />
manufatto, il primo intervento è stato<br />
riservato al<strong>la</strong> demolizione e poi messa<br />
in opera del nuovo manto di copertura,<br />
sempre in abbadini a squame di<br />
ardesia a spacco, con <strong>la</strong> tecnica dei<br />
“setti meridiani sopra <strong>la</strong> calotta in<br />
Anno XII n°65 - Giugno 2012<br />
muratura”, già praticata nel<strong>la</strong> III e<br />
nel<strong>la</strong> IV.<br />
L’esterno del<strong>la</strong> cappelletta oggi si<br />
presenta così: le pareti del cubo in<br />
avorio-giallo tenero (ritrovato), le<br />
lesene ango<strong>la</strong>ri in tenue aranciorosato,<br />
a ricordare <strong>la</strong> pietra del Finale,<br />
i capitelli d’ordine tuscanico si<br />
stagliano chiari e netti negli aggetti<br />
delle modanature in marmo, le basi<br />
anch’esse in marmo su plinti in pietra<br />
serena di Dego, e per <strong>la</strong> cancel<strong>la</strong>ta un<br />
tono di verdeazzurro,ritrovato,certamenteottocentesco.<br />
L’ i n t e r n o :<br />
pareti in avorio-pallido,<br />
l e s e n e i n<br />
grigio-chiaro,<br />
l’aggettante<br />
trabeazione in<br />
g r i g i o , l a<br />
cupoletta che<br />
ieri era in<br />
azzurro, oggi<br />
è nel ritrovato<br />
avorio-caldo.<br />
I capitelli, che<br />
q u i s o n o<br />
corinzi come<br />
nel<strong>la</strong> III e<br />
nel<strong>la</strong> IV (nelle<br />
altre sei sono<br />
ionici), tolti<br />
gli strati di<br />
pitture succedutesi<br />
nel<br />
tempo, offrono<br />
netto l’intaglio<br />
delle<br />
frastagliate<br />
Restauro<br />
foglie d’acanto. I colori, dell’esterno e<br />
dell’interno, sono tutti a calce e le terre<br />
sono naturali.<br />
L’altare in muratura, coperto di strati<br />
di cemento, è stato descialbato e ha<br />
rive<strong>la</strong>to le forme le modanature e i toni<br />
cromatici originari e sotto <strong>la</strong> nuova<br />
mensa in ardesia è stata mantenuta <strong>la</strong><br />
prima <strong>la</strong>stra. Davanti, per <strong>la</strong> visibilità<br />
dell’affresco scoperto, è stata<br />
realizzata una struttura in corten a<br />
reggere un cristallo temperato extrachiaro.<br />
E sopra l’altare, entro forte cornice in<br />
calce dipinta in un pronunciato color<br />
bruno, è tutto godibile, ora, l’affresco<br />
di Lazzaro De Maestri: al<strong>la</strong> bianca<br />
Signora di luce chiediamo misericordia<br />
e protezione per tutti noi. Per<br />
quel<strong>la</strong> figura femminile, ancora ben<br />
leggibile e salvabile, a noi sono venuti<br />
in mente un po’ di nomi di pittori<br />
operanti, in quei primi anni del ‘600,<br />
nel<strong>la</strong> e per <strong>la</strong> Basilica del Santuario (e<br />
per il Duomo del<strong>la</strong> Città); e uno in<br />
partico<strong>la</strong>re... Quel muro ritrovato con<br />
quell’affresco sepolto da secoli farà<br />
discutere gli esperti delle Soprintendenze,<br />
mentre l’architetto Rosanna<br />
Venturino è certa di poterci offrire<br />
altre intriganti “sorprese” in quel<br />
futuro intervento, che auguriamo<br />
prossimo.<br />
7
8 Libri Anno XII n°65 - Giugno 2012 Vil<strong>la</strong><strong>Cambiaso</strong><br />
MILENA MILANI UNA VITA IN COLLAGE<br />
Commento di Franca Maria Ferraris sul libro di Lorenza Rossi<br />
Non sempre il titolo di un saggio<br />
“Milena Mi<strong>la</strong>ni una vita in<br />
col<strong>la</strong>ge”, amalgama così radicalmente<br />
<strong>la</strong> vita di un’Artista e le sue opere.<br />
Infatti, se <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> col<strong>la</strong>ge esprime<br />
l’arte figurativa cui Milena Mi<strong>la</strong>ni si è<br />
dedicata e seguita a dedicarsi, anche <strong>la</strong><br />
sua vita, densa di risvolti pittoricoletterari<br />
e di frequentazioni con<br />
personaggi operativi nel campo<br />
dell’arte, va intesa come un col<strong>la</strong>ge,<br />
ovvero come una successione di segni<br />
luminosi e coloratissimi che animano<br />
u n o s f o n d o<br />
talvolta azzurro,<br />
più spesso bianco,<br />
a richiamare l’idea<br />
dell’infinito.<br />
In questo partico<strong>la</strong>re<br />
saggio<br />
emerge <strong>la</strong> notevole<br />
personalità di<br />
un’Artista davvero<br />
poliedrica. Vi<br />
appare, da subito,<br />
c o m e M i l e n a<br />
M i l a n i , d o p o<br />
un’infanzia e un’adolescenzatrascorse<br />
a Savona,<br />
sua città natale,<br />
non abbia esitato a<br />
cercare spazi più<br />
ampi nei quali, pur<br />
portando in cuore<br />
le proprie radici, ha abitato e che ha<br />
attraversato nei suoi viaggi, dovunque<br />
rapportandosi come protagonista.<br />
A Roma, infatti, sua prima meta, verrà<br />
nominata da Marinetti, “Comandante<br />
generale di tutte le donne futuriste<br />
d’Italia” e, da qui, avvierà i suoi primi<br />
contatti episto<strong>la</strong>ri con il proprietario<br />
del<strong>la</strong> Galleria del Cavallino a Venezia,<br />
Carlo Cardazzo, che diverrà in seguito<br />
il suo compagno. Inoltre, tra il 1947e il<br />
1958, firmerà il primo e il secondo<br />
Manifesto dello Spazialismo di Lucio<br />
Fontana. Dopo una lusinghiera<br />
affermazione in campo poetico,<br />
Milena si dedicherà al<strong>la</strong> scrittura dei<br />
suoi romanzi, e darà altresì inizio<br />
all’attività pittorica con i disegnicol<strong>la</strong>ge,<br />
nei quali unisce <strong>la</strong> paro<strong>la</strong><br />
scritta al<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> disegnata, o meglio,<br />
dipinta. Così Milena nel<strong>la</strong> pittura fa<br />
entrare <strong>la</strong> scrittura, arte, quest’ultima,<br />
in cui è regina e per cui, evidenziando<br />
<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione esistente tra <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> e il<br />
segno, fa sì che <strong>la</strong> mente crei<br />
molteplici associazioni di idee tra i<br />
significati che le parole esprimono e<br />
ciò che l’astrazione del segno vuole<br />
raccontare.<br />
La seconda parte del saggio, è resa<br />
interessante dal<strong>la</strong> quantità degli eventi<br />
accaduti a un’Artista spesso in<br />
movimento tra <strong>la</strong> capitale e altre<br />
bellissime città d’Italia e non, come<br />
Venezia e Parigi. Questo suo<br />
viaggiare, così variamente narrato per<br />
l’introduzione di aneddoti e di<br />
improvvisi colpi di scena, diventa un<br />
viaggiare del lettore; e, allo stesso<br />
“Premio Vil<strong>la</strong> <strong>Cambiaso</strong> per meriti letterari e artistici” - Savona, settembre 2002<br />
modo, i vari personaggi che vi<br />
affluiscono, essendone <strong>la</strong> personalità<br />
abilmente connotata dal<strong>la</strong> scrittura,<br />
consentono a chi legge di conoscerli.<br />
Si tratta, in genere, di personaggi di<br />
rilievo, tra coloro che hanno scandito<br />
<strong>la</strong> storia del Novecento attraverso<br />
l’Espressionismo, il Cubismo, il<br />
F u t u r i s m o , i l D a d a i s m o ,<br />
l’Astrattismo, il Surrealismo, <strong>la</strong> Pop<br />
Art.<br />
I romanzi di Milena: Storia di Anna<br />
Drei (1947), Emilia sul<strong>la</strong> Diga (1966),<br />
Soltanto Amore (1976), La rossa di<br />
Via Tadino (1979) per citarne alcuni,<br />
riscuotono subito un successo di<br />
pubblico e di critica, ma soprattutto<br />
intrigante è il romanzo La ragazza di<br />
nome Giulio (1964) che, contestato<br />
all’uscita a causa del contenuto<br />
sessualmente spregiudicato per<br />
l’epoca, viene successivamente<br />
riabilitato (1978) e, tradotto in molte<br />
lingue, viaggerà il mondo. Anche gli<br />
amici di Milena, tutti personaggi di<br />
fama internazionale come Marinetti,<br />
Lucio Fontana, Burri, Capogrossi,<br />
Matta, Asger Jorn, Lam, Tullio<br />
d’Albiso<strong>la</strong>… e altri, tanti altri,<br />
diventano subito noti, essendo molto<br />
vivaci le descrizioni e l’aneddottica al<br />
loro riguardo.<br />
Con questo libro, <strong>la</strong> figura di Milena<br />
Mi<strong>la</strong>ni balza dagli scritti in una forma<br />
così precisa e dettagliata non solo<br />
grazie all’intervista rivolta al<br />
personaggio, ma anche al magnifico<br />
corredo delle fotografie dell’Artista,<br />
riprodotte nel<strong>la</strong> sezione finale del<br />
libro.<br />
Sono queste foto a<br />
mostrare, dapprima,<br />
l’elegante<br />
figura del<strong>la</strong> ragazza<br />
Milena,<br />
pensosa e dolce<br />
nel<strong>la</strong> sua indiscussa<br />
fierezza, poi<br />
<strong>la</strong> figura del<strong>la</strong><br />
donna fascinosa e<br />
altera per <strong>la</strong> carica<br />
di espressività che<br />
ogni suo atteggiamento<br />
emana.<br />
Chiude il libro in<br />
bellezza una serie<br />
di col<strong>la</strong>ge in cui si<br />
coglie de visu<br />
l’avvenuta compenetrazione<br />
tra<br />
paro<strong>la</strong> e segno in<br />
un unicum che si fa espressione<br />
tangibile di quel “grafismo pittorico”,<br />
dove <strong>la</strong> fusione tra il pensiero e<br />
l’immagine impone un confronto sia<br />
con il Dadaismo, come provocatorio<br />
sovvertimento delle abitudini visive<br />
dello spettatore, sia con <strong>la</strong> poetica<br />
surreale che mette in scena, in modo<br />
divertito e personalissimo, l’inventiva<br />
nonché le contraddizioni e i pregiudizi<br />
sociali di un’epoca.<br />
È questa, dunque, <strong>la</strong> speciale forma<br />
d’arte che Milena Mi<strong>la</strong>ni ha<br />
profeticamente frequentato e seguita a<br />
frequentare, esprimendosi con<br />
creatività, ma anche con casualità,<br />
come a ogni vero Artista è dato di<br />
esprimersi.<br />
E ribadisco “profeticamente” perché<br />
in ogni sua opera pittorica, si avverte il<br />
preannuncio strutturale di quel<br />
‘retico<strong>la</strong>to’ al cui interno <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>immagine<br />
diviene il tessuto<br />
connettivo di ogni forma espressiva<br />
sulle cui fantomatiche ali oggi si<br />
viaggia “in rete”.
ASSOCIAZIONE NAUTICO LEON PANCALDO<br />
LA VOCE<br />
www.alp<strong>leon</strong><strong>pancaldo</strong>.org<br />
’A.LP. A.LP.<br />
info@alp<strong>leon</strong><strong>pancaldo</strong>.org<br />
D E L L ’<br />
ESTRATTO AUTONOMO DELLA RIVISTA VILLACAMBIASO<br />
N° 17 - Giugno 2012 - Redazione: A.LP. - Via Torino, 22 R - 17100 Savona - Tel: 349/6863819 - E-mail: vintera@vil<strong>la</strong>cambiaso.it<br />
P<br />
RIPORTIAMO IL NAUTICO<br />
NELLA SUA STORICA SEDE<br />
erché il vecchio e glorioso<br />
“Istituto Tecnico Nautico Leon<br />
Pancaldo” dove insegnarono illustri<br />
Professori, sui libri dei quali ancora<br />
oggi gli studenti studiano ( vedi Ideale<br />
Capasso e Sorrentino, Taramasso),<br />
non cerchiamo di farlo ritornare nel<br />
fabbricato nel quale nacque nel<br />
lontano 1826, in Piazza Cavallotti?<br />
Fu spostato dove è attualmente, dal<strong>la</strong><br />
Provincia, dopo un’accesa battaglia,<br />
combattuta contro il Liceo C<strong>la</strong>ssico<br />
Chiabrera che rec<strong>la</strong>mava spazio<br />
avendo accorpato il liceo Linguistico<br />
aumentando così il numero degli<br />
studenti!<br />
Mi chiedo: perché, visto che oggi è<br />
accorpato con altri due Istituti e leggo<br />
sui giornali che in Via Manzoni hanno<br />
problemi di sicurezza ed un alto<br />
numero di studenti, invece di spostare<br />
il Mazzini, non riportano il Nautico<br />
dove era nato? Non sarebbe <strong>la</strong> cosa<br />
migliore da fare? Nessuno si pone in<br />
difesa del<strong>la</strong> sede storica del Mazzini,<br />
bene! Ed allora perché nessuno si pone<br />
<strong>la</strong> domanda: perché il Nautico Leon<br />
Pancaldo non lo riportiamo nelle sua<br />
Storica e prestigiosa sede, dal<strong>la</strong> quale<br />
è stato sfrattato, con un bliz del<strong>la</strong><br />
provincia anni fa, <strong>la</strong>sciando il Mazzini<br />
dov’è? Le aule degli ultimi piani<br />
dell’attuale Chiabrera sono oggi<br />
occupate dal Museo del mare!!<br />
Allora? È più importante<br />
<strong>la</strong> sistemazione di un<br />
Istituto o si ritiene che il<br />
Museo non possa essere<br />
spostato, magari in<br />
q u a l c h e l o c a l e d e l<br />
Priamar? Vi sembra<br />
un’idea balzana? Questa<br />
domanda <strong>la</strong> rivolgo al<strong>la</strong><br />
Provincia, che ora sarà<br />
chiamata ad intervenire<br />
nel<strong>la</strong> diatriba tra Mazzini e<br />
Chiabrera!!<br />
Non sarebbe una soluzione<br />
per alleggerire <strong>la</strong><br />
struttura di via Manzoni,<br />
così come imposto dalle<br />
attuali normative?<br />
Spero che questa, forse, sia <strong>la</strong> volta<br />
buona e che il sogno di tanti “vecchi<br />
studenti” e nuovi, si realizzi!<br />
All’attuale equipaggio ed ai passati<br />
equipaggi del Nautico, auguro felice<br />
navigazione in un mare che attualmente<br />
è agitato, sperando che al<strong>la</strong> fine<br />
riescano ad atterare nel loro storico<br />
porto nato nel lontano 1856.<br />
La Provincia, questa volta, potrebbe<br />
intervenire ripristinando le cose come<br />
erano in passato. Speriamo!<br />
C.D.M. Luigi Gravano<br />
RISPOSTA AL CAP. CAFUERI<br />
RIGUARDO A COSTA CONCORDIA<br />
aro Vito Cafueri, ho letto il Blog e<br />
C quel che dici è giustissimo. Io S<br />
sono stato moltissime volte sul ponte<br />
ed in macchina, anche in manovra, coi<br />
ragazzi del Nautico, ma eravamo<br />
autorizzati dal<strong>la</strong> Compagnia, che però<br />
aveva proibito le visite del ponte ai<br />
passeggeri un tempo concesse, ed<br />
inoltre aveva prescritto ultimamente<br />
anche <strong>la</strong> chiusura porte stagne in<br />
navigazione. La presenza sul ponte nel<br />
caso del<strong>la</strong> Concordia, per giunta, in<br />
manovra rischiosa, di persone<br />
estranee non è pertanto scusabile. Sul<br />
ponte del<strong>la</strong> grande cruise Costa, oltre<br />
al Comandante e il Secondo, che<br />
dovevano sorvegliare, dovevano<br />
esserci anche i due ufficiali del<strong>la</strong><br />
seconda guardia (un primo ed un<br />
secondo sulle navi Costa), non so bene<br />
cosa facessero...<br />
Data <strong>la</strong> grandezza del<strong>la</strong> fal<strong>la</strong> e<br />
l’arresto macchine per i locali<br />
macchine al<strong>la</strong>gati (è una diesel<br />
elettrica, probabilmente funzionava<br />
solo il diesel alternatore emergenza),<br />
<strong>la</strong> cosa più urgente era di sbarcare i<br />
passeggeri, perché il guasto non era<br />
rimediabile, prima che affondasse.<br />
Cordiali saluti.<br />
Ing. Giorgio Prefumo<br />
IL MUSEO NAVALE<br />
PIACEVOLE SORPRESA<br />
u iniziativa dell’Asso-nautica<br />
Savonese ho avuto modo di<br />
visitare, nell’ex sede dell’Istituto<br />
Nautico Leon Pancaldo in piazza<br />
Cavallotti, il “Museo Navale” di<br />
Savona, il centro raccolta dati<br />
metereologici nonché assistere nel bel<br />
p<strong>la</strong>netario a una interessante se pur<br />
breve spiegazione del<strong>la</strong> volta celeste.<br />
Pur essendo savonese dal<strong>la</strong> nascita,<br />
non ero a conoscenza di questa mostra<br />
di reperti del<strong>la</strong> marineria di altri tempi,<br />
dei modellini in essa contenuti sia<br />
statici che funzionanti. Il giro,<br />
davvero interessante, è stato illustrato,<br />
con evidente passione, esclusivamente<br />
da volontari che dedicano parte del<br />
loro tempo ad accompagnare<br />
curiosi nel<strong>la</strong> visita di<br />
questa picco<strong>la</strong> ma interessante<br />
mostra. Passando<br />
poi per le scale dell’Istituto<br />
ho riconosciuto nei<br />
quadri dei diplomandi<br />
molti degli amici che negli<br />
anni passati hanno studiato<br />
e si sono diplomati in<br />
questo storico Istituto che<br />
si spera possa in un prossimo<br />
futuro riaccogliere<br />
gli studenti attualmente in<br />
esilio in altre scuole.<br />
Luigi Mazino
10 A.LP. Anno XII n°65 - Giugno 2012 Vil<strong>la</strong><strong>Cambiaso</strong><br />
TRANSYLVANIA<br />
Il ritrovamento del relitto è avvenuto il 6 Ottobre del 2011<br />
Varato il 23 maggio 1914, il<br />
Transylvania è un piroscafo<br />
inglese di lusso con circa 15mi<strong>la</strong><br />
tonnel<strong>la</strong>te di stazza, che entra in<br />
servizio sul<strong>la</strong> linea Liverpool-New<br />
York. Appartiene al<strong>la</strong> Compagnia di<br />
navigazione Cunard Line che al<strong>la</strong> fine<br />
del 1915 lo mette a disposizione<br />
dell’Ammiragliato britannico; viene<br />
armato di un cannone a poppa e<br />
diventa il più importante trasportot<br />
r u p p e a l l e a t e o p e r a n t e n e l<br />
Mediterraneo. La sera di giovedì 3<br />
maggio 1917 parte da Marsiglia, sede<br />
di una base militare inglese, dove ha<br />
imbarcato circa 3mi<strong>la</strong> soldati<br />
britannici di vari reggimenti e 64<br />
crocerossine diretti al fronte turco in<br />
Palestina; al comando di Samuel<br />
Breuell deve raggiungere Alessandria<br />
d’Egitto. Naviga al<strong>la</strong> velocità oraria di<br />
16 miglia e, scortato da due cacciatorpediniere<br />
giapponesi, il Matsu e il<br />
Sakaki, punta su Genova, mantenendosi<br />
sotto costa per evitare in mare<br />
aperto i temuti attacchi dei sommergibili<br />
tedeschi. La mattina del giorno<br />
seguente, venerdì 4 maggio, il<br />
Transylvania sta navigando a zig-zag<br />
al traverso di Spotorno, a circa 3<br />
miglia da terra, preceduto a 1.500<br />
metri dai due caccia. Il cielo è sereno,<br />
il mare mosso per un fortissimo vento<br />
di tramontana con raffiche di grecale.<br />
Improvvisamente, alle ore 11.17<br />
esatte, un sommergibile tedesco in<br />
immersione, che da mezz’ora ha<br />
2° siluro (ore 11.39)<br />
Inizio discesa<br />
a -45 m<br />
(ore 11.45)<br />
avvistato il convoglio dirigersi verso<br />
Savona, <strong>la</strong>ncia da mille metri e dal <strong>la</strong>to<br />
del<strong>la</strong> costa un primo siluro che centra<br />
il piroscafo sul<strong>la</strong> fiancata sinistra<br />
all’altezza del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> macchine.<br />
La nave, imbarcando acqua e inclinata<br />
a babordo, ha un notevole sbandamento,<br />
vira verso terra per cercare di<br />
arenarsi e consentire più facilmente il<br />
salvataggio dei militari, ma poco dopo<br />
non è più in grado di procedere. A<br />
bordo intanto soldati e marinai<br />
sorpresi dallo scoppio tentano, nel<strong>la</strong><br />
grande confusione, di raggiungere <strong>la</strong><br />
coperta; oltre alle zattere di emergenza<br />
vengono ca<strong>la</strong>te alcune scialuppe dove<br />
prendono posto per prime le<br />
crocerossine mentre uno dei caccia, il<br />
Caccia Sakaki<br />
1° siluro (ore 11.17)<br />
U-63<br />
Caccia Matsu<br />
Transylvania<br />
Matsu, si affianca prontamente al<strong>la</strong><br />
nave per raccogliere a bordo parte<br />
del<strong>la</strong> truppa accalcata sui ponti.<br />
L’altro caccia, il Sakaki, eseguendo<br />
rapide evoluzioni nello specchio di<br />
mare circostante, tenta di individuare<br />
e colpire l’invisibile nemico aprendo<br />
il fuoco assieme al cannone del<br />
trasporto. Ventidue minuti dopo,<br />
mentre ferve l’opera di salvataggio e<br />
le sirene del Transylvania <strong>la</strong>nciano in<br />
continuazione richiami angoscianti di<br />
soccorso, ed esattamente alle ore<br />
11.39, <strong>la</strong> scia di un secondo siluro,<br />
<strong>la</strong>nciato a 350 metri di distanza, si<br />
dirige verso il trasporto accostato dal<br />
Matsu. Questo strappa gli ormeggi che<br />
lo uniscono al<strong>la</strong> nave retrocedendo a<br />
tutta forza e il<br />
siluro colpisce il<br />
Transylvania a<br />
proravia del traverso<br />
sinistro,<br />
cioè sul<strong>la</strong> fiancata<br />
sinistra dei quartieri<br />
di prua. Il<br />
Sakaki scopre<br />
intanto il periscopio<br />
nemico e si<br />
dirige sparando<br />
verso il sottomarino<br />
per speronarlo,<br />
m a q u e s t o s i<br />
sottrae al<strong>la</strong> caccia<br />
scendendo veloce<br />
mente a 45<br />
metri di profondità.<br />
Alle ore<br />
12.20 il piroscafo,<br />
o r m a i a g onizzante<br />
per il<br />
colpo di grazia,
Vil<strong>la</strong><strong>Cambiaso</strong><br />
comincia lentamente ad affondare<br />
assistito dai due caccia impegnati nel<br />
recupero dei naufraghi reso molto<br />
difficile a causa del mare agitato.<br />
Alle ore 12.30, dopo un’ora e 13<br />
minuti dal primo siluramento, il<br />
Transylvania –secondo il rapporto del<br />
comandante del sottomarino tedesco,<br />
che nel frattempo è risalito a quota<br />
periscopica per constatare l’epilogo<br />
del<strong>la</strong> sua azione– affonda sul dritto di<br />
poppa, mentre per i testimoni ocu<strong>la</strong>ri e<br />
<strong>la</strong> documentazione fotografica<br />
l’affondamento avviene alle ore 12.35<br />
e sul dritto di prora, cioè in termini<br />
marinareschi <strong>la</strong> nave co<strong>la</strong> a picco,<br />
adagiandosi su un fondale di 200 metri<br />
a 2 miglia al <strong>la</strong>rgo di Bergeggi. Le<br />
vittime accertate risultano 407, delle<br />
quali 96 sono sepolte nel Cimitero di<br />
Zino<strong>la</strong>.<br />
Il ritrovamento è avvenuto il 6 Ottobre<br />
2011 ad opera del Centro Carabinieri<br />
Subacquei di Genova Voltri in<br />
col<strong>la</strong>borazione con Gay Marine di<br />
Lomazzo (CO), ditta specializzata<br />
nel<strong>la</strong> progettazione e produzione di<br />
veicoli subacquei ad alta tecnologia,<br />
che nell’aprile 2011 mise a punto un<br />
veicolo teleguidato capace di operare<br />
a grandi profondità.<br />
Le operazioni iniziarono con l’utilizzo<br />
del sonar a fascio <strong>la</strong>terale nell’area<br />
compresa tra il porto di Vado Ligure e<br />
Anno XII n°65 - Giugno 2012<br />
<strong>la</strong> punta di Capo Noli. Furono<br />
percorse circa 100 Mn, ma le<br />
operazioni risultarono essere<br />
partico<strong>la</strong>rmente difficoltose per <strong>la</strong><br />
discontinuità del fondale, ricco di<br />
crinali montuosi, canyon, secche,<br />
scarpate rocciose, caratteristiche che<br />
A.LP.<br />
11<br />
poco si confanno all’utilizzo del sonar<br />
a fascio <strong>la</strong>terale. Le ricerche vennero<br />
interrotte il 14 maggio 2011 e riprese il<br />
4 ottobre 2011 con l’utilizzo di un<br />
magnetometro (realizzato dall’Ing.<br />
Gay) che permise di notare<br />
un’anomalia al<strong>la</strong> profondità di 630 m,<br />
le cui forme e dimensioni avrebbero<br />
potuto corrispondere a quelle del<br />
relitto del “H.M.T. Transylvania”. Nei<br />
giorni successivi furono riconosciuti<br />
numerosi punti caratteristici del relitto<br />
fino ad intuirne l’intero profilo e lo<br />
stato di conservazione.<br />
Sul promontorio Predani di fronte<br />
all’iso<strong>la</strong> di Bergeggi inagurata nel<br />
1922 è attualmente visibile <strong>la</strong> croce<br />
c o m m e m o r a t i v a a r i c o r d o<br />
dell’affondamento e dei gloriosi<br />
estinti e in testimonianza del<strong>la</strong><br />
gratitudine imperitura del popolo<br />
Britannico verso gli abitanti di questi<br />
lidi per il generoso soccorso ai<br />
superstiti. La città di Spotorno, otto<br />
anni dopo quel tragico affondamento<br />
con senso di pietà, fece erigere nei<br />
giardini centrali un pregevole<br />
monumento dedicato ai naufraghi<br />
Inglesi del Transylvania, successivamente<br />
distrutto dal Governo fascista<br />
nel 1936 in seguito alle “sanzioni<br />
economiche” contro l’Italia proposte<br />
dal Governo Britannico in seno al<strong>la</strong><br />
Società delle Nazioni.
12 A.LP.<br />
A.LP. Anno XII n°65 - Giugno 2012<br />
Vil<strong>la</strong><strong>Cambiaso</strong><br />
LE PAPERELLE GALLEGGIANTI<br />
del Dott. Aldo Pastore<br />
Il giornalista Statunitense Donovan<br />
Hohn ha pubblicato, in questi<br />
giorni, il libro “Moby duck”, che<br />
racconta <strong>la</strong> paradossale storia delle<br />
28.000 paperelle di p<strong>la</strong>stica,<br />
naufragate nell’Oceano Pacifico<br />
(assieme al<strong>la</strong> nave che le trasportava),<br />
a causa di una tremenda tempesta<br />
marina, verificatasi nell’Anno 1992.<br />
Secondo quest’autore, circa Due Terzi<br />
delle paperelle naufragate (per un<br />
totale di circa 20.000 esemp<strong>la</strong>ri) sono<br />
tuttora in mare aperto, galleggiano<br />
piacevolmente tra le onde e contribuiscono,<br />
attraverso <strong>la</strong> loro presenza, ad<br />
arricchire ulteriormente <strong>la</strong> varietà<br />
delle meravigliose bellezze esistenti<br />
nei mari del nostro Pianeta.<br />
A questo proposito, l’Oceanografo<br />
Curtis Ebbesmeyer ha voluto<br />
precisare che circa due terzi di queste<br />
paperelle, partendo dall’Oceano<br />
Pacifico Settentrionale (interposto tra<br />
<strong>la</strong> Corea e l’A<strong>la</strong>ska) ed utilizzando le<br />
correnti marine, sono scese verso il<br />
basso, hanno raggiunto il Sud America<br />
e successivamente, l’Indonesia e<br />
l’Australia. Altre, invece, sono<br />
scivo<strong>la</strong>te verso lo stretto di Bering (tra<br />
l’A<strong>la</strong>ska e <strong>la</strong> Russia), hanno affrontato<br />
il gelo e gli iceberg, sono state<br />
intrappo<strong>la</strong>te nei ghiacciai per parecchi<br />
anni, ma, poi, al momento del disgelo,<br />
hanno ripreso il loro avventuroso<br />
viaggio nei mari, sorridendo (forse,<br />
anche con l’inchino) davanti ai<br />
Continenti che si trovavano<br />
nuovamente a fronteggiare.<br />
Il fatto è diventato un imponente<br />
avvenimento mediatico, al punto che<br />
molti appassionati si stanno<br />
cimentando nel<strong>la</strong> loro ricerca;<br />
addirittura, <strong>la</strong> The First Years ha<br />
posto una taglia-premio sul<strong>la</strong> loro<br />
cattura, pagando profumatamente i<br />
potenziali ricercatori di paperelle<br />
galleggianti.<br />
Il tutto potrà apparire come un evento<br />
piacevole, invitante all’humor e ad<br />
una serena e giocosa visione del<br />
Mondo.<br />
Ma… le cose non sono così semplici.<br />
Molti ricercatori hanno incominciato<br />
a dissertare, con serie argomentazioni<br />
scientifiche, sugli effetti negativi<br />
del<strong>la</strong> loro presenza; sempre più<br />
numerosi sono diventati gli scienziati<br />
che hanno incominciato ad affermare<br />
che queste paperelle (e, soprattutto, i<br />
loro residui) sono, in realtà, delle armi<br />
improprie puntate sul<strong>la</strong> fauna marina e<br />
sul complesso degli ecosistemi<br />
oceanici.<br />
In altri termini, si è incominciato a<br />
ripar<strong>la</strong>re dell’annoso tema “La<br />
p<strong>la</strong>stica e il mare” e dei fatti negativi,<br />
indotti da questa innaturale coesistenza.<br />
Ricordo, a titolo di esempio, che dal<br />
20 al 23 agosto 2006, si svolse ad<br />
Erice <strong>la</strong> trentaseiesima sessione dei<br />
Seminari Internazionali sulle<br />
Emergenze P<strong>la</strong>netarie, al<strong>la</strong> quale<br />
parteciparono oltre cento scienziati,<br />
provenienti da ogni parte del Mondo.<br />
In quell’occasione, Charles Moore<br />
dell’Algalita Marine Research<br />
Foundation di Long Beach giunse a<br />
dichiarare:<br />
“Lo stato di salute dei mari è<br />
fortemente peggiorato.
Vil<strong>la</strong><strong>Cambiaso</strong><br />
Infatti, il problema si è ormai spostato<br />
dal<strong>la</strong> semplice presenza di rifiuti<br />
p<strong>la</strong>stici (come bottiglie, contenitori,<br />
etc) nelle nostre acque, al<strong>la</strong> capacità<br />
di questi materiali di ri<strong>la</strong>sciare<br />
sostanze pericolose per l’organismo<br />
umano”.<br />
Aggiungo che, già in allora, Algalita<br />
Marine Research Foundation aveva<br />
reso noto di aver individuato<br />
un’enorme chiazza di rifiuti di<br />
p<strong>la</strong>stica, grande come il Texas (più di<br />
due volte l’Italia), che si estendeva,<br />
nell’ Oceano Pacifico, tra le Isole<br />
Hawaii e <strong>la</strong> Costa Californiana; il<br />
volume complessivo di questi rifiuti, a<br />
giudizio del<strong>la</strong> stessa Fondazione, era<br />
sei volte superiore al<strong>la</strong> quantità di<br />
Fitop<strong>la</strong>ncton e di Zoop<strong>la</strong>ncton, che<br />
viveva nello stesso tratto di mare.<br />
Ma, forse, queste osservazioni e questi<br />
rilievi sono stati sottovalutati negli<br />
ultimi anni.<br />
Soltanto recentemente è comparso<br />
uno studio effettuato da “5 Gyres”<br />
(sito internet che si occupa<br />
dell’inquinamento degli Oceani) il<br />
quale ha messo in rilievo che nei Mari<br />
vi sarebbero circa 143 milioni di<br />
tonnel<strong>la</strong>te di rifiuti di p<strong>la</strong>stica.<br />
Il Quotidiano “La Stampa”, in un<br />
pregevole servizio (datato: 19<br />
Febbraio 2012), ha precisato che il<br />
Anno XII n°65 - Giugno 2012<br />
calcolo per stimare <strong>la</strong> quantità di<br />
Rifiuti P<strong>la</strong>stici, presenti nei mari, ha<br />
o r i g i n e d a i d a t i f o r n i t i<br />
d a l l ’ O c e a n o g r a f o G i o r a<br />
Proskurowski e cioè: su ogni<br />
chilometro quadrato di superficie<br />
dell’Oceano At<strong>la</strong>ntico galleggiano, in<br />
media, 50.000 pezzettini di p<strong>la</strong>stica<br />
dal peso di 0,1 grammi l’uno, vale a<br />
dire, dunque cinque kilogrammi. Ma<br />
<strong>la</strong> p<strong>la</strong>stica non è presente soltanto in<br />
superficie; considerando anche quel<strong>la</strong><br />
che è presente in profondità, è<br />
possibile calco<strong>la</strong>re che per ogni<br />
Kilometro Quadrato di Mare vi siano<br />
circa 450 Kilogrammi di P<strong>la</strong>stica.<br />
Moltiplicando questa cifra per 316<br />
Milioni (pari ai Kilometri Quadrati di<br />
estensione degli Oceani) si ottengono,<br />
appunto, i 143 Milioni di tonnel<strong>la</strong>te<br />
stimati.<br />
Il Quotidiano così conclude:<br />
“Se fosse possibile asportare tutta<br />
quel<strong>la</strong> p<strong>la</strong>stica, per contener<strong>la</strong><br />
servirebbero 630 super petroliere da<br />
225.000 tonnel<strong>la</strong>te di capienza l’una”.<br />
Ma domandiamoci: perchè è veritiera<br />
l’affermazione di Charles Moore,<br />
secondo <strong>la</strong> quale il materiale p<strong>la</strong>stico<br />
negli Oceani è pericoloso ed, il modo<br />
più esplicito, in che cosa consiste <strong>la</strong><br />
pericolosità delle sostanze ri<strong>la</strong>sciate<br />
da questo materiale?<br />
A.LP.<br />
13<br />
La risposta a questo quesito ci<br />
proviene dallo stesso scienziato:<br />
“L’enorme quantità di p<strong>la</strong>stica,<br />
dispersa nei mari, produce particelle<br />
nocive che vengono liberate nelle<br />
acque, contaminando i pesci ed altri<br />
organismi marini, i quali, a loro volta,<br />
trattengono sostanze come il<br />
policarbonato p<strong>la</strong>stico (PCB), <strong>la</strong><br />
diossina, il polivinilepolidrato (PVC)<br />
ed altre molecole; allorquando<br />
l’essere umano viene ad alimentarsi<br />
con le carni ittiche contaminate, può<br />
andare incontro a ma<strong>la</strong>ttie<br />
neop<strong>la</strong>stiche”.<br />
Ma, un’altra Scienziata, per <strong>la</strong><br />
precisione, <strong>la</strong> Prof. Shanna H. Swan<br />
del Centro di Epidemiologia<br />
Riproduttiva di Rochester è andata<br />
ben oltre; riporto integralmente le sue<br />
parole:<br />
“Quello che ci preoccupa è <strong>la</strong><br />
diffusione globale di queste sostanze<br />
p<strong>la</strong>stiche e l’ampiezza del numero di<br />
persone, colpite dai loro effetti; <strong>la</strong><br />
comunità scientifica internazionale<br />
ha raggiunto, infatti, <strong>la</strong> certezza che<br />
queste sostanze porteranno<br />
conseguenze negative, trasmissibili<br />
da generazione in generazione,<br />
mutando, sebbene gradualmente, il<br />
patrimonio genetico dell’uomo”.<br />
Il bersaglio principale di queste
14 A.LP. Anno XII n°65 - Giugno 2012<br />
Vil<strong>la</strong><strong>Cambiaso</strong><br />
sostanze è, infatti, l’apparato<br />
riproduttivo, sia maschile, sia<br />
f e m m i n i l e , c o n s i d e r a n d o l a<br />
gravidanza il periodo di maggior<br />
vulnerabilità.<br />
Secondo Frederick S. Von Saal del<strong>la</strong><br />
Divisione di Scienze Biologiche<br />
dell’Università del Missouri<br />
“Durante <strong>la</strong> gestazione, <strong>la</strong> donna<br />
trasmette al feto questi elementi, che<br />
vanno ad intaccare il sistema<br />
riproduttivo ed il cervello del<br />
nascituro, provocando effetti<br />
permanenti”.<br />
Non aggiungo altra documentazione<br />
scientifica, perché mi sembra che<br />
quanto sopra riportato sia, in proposito,<br />
ampiamente esaustivo.<br />
Debbo, tuttavia, evidenziare che<br />
l’innaturale coesistenza tra P<strong>la</strong>stica e<br />
Mare ha, già da tempo, inciso<br />
sull’intero Ecosistema Oceanico:<br />
almeno 267 specie animali (tra cui<br />
l’86 per cento delle Tartarughe<br />
marine, il 44 per cento degli Uccelli ed<br />
il 43 per cento dei Mammiferi Marini)<br />
sono danneggiate dal materiale<br />
p<strong>la</strong>stico vagante sui mari.<br />
Ecco perché occorre rapidamente<br />
intervenire per eliminare questa<br />
gigantesca marea di rifiuti ed, in<br />
questo contesto, porre anche fine<br />
all’avventuroso viaggio del<strong>la</strong> nostre,<br />
piccole paperelle galleggianti.<br />
Lo stesso Donovan Hohn, a<br />
malincuore, ha dovuto ammettere che<br />
“Le papere sono carine, apparentemente<br />
indifese, amichevoli. Sono il<br />
simbolo dell’infanzia. Resistono ad<br />
ogni tipo di avversità.<br />
Ti ci affezioni, ma non puoi trascurare<br />
che sono le piccole assassine del<br />
mare”.<br />
Sorge, a questo punto, un ultimo, ma<br />
decisivo quesito:<br />
Come intervenire e con quali<br />
obiettivi?<br />
La risposta a questo problema è stata<br />
data recentemente dal UNEP<br />
(Agenzia ONU per l’Ambiente) e<br />
può così essere sintetizzata:<br />
Occorre una gestione sostenibile del<br />
mare, che affronti ed elimini i danni<br />
da inquinamento, creati dalle attività<br />
umane.<br />
Questi danni ammontano attualmente<br />
a circa 320 miliardi di euro l’anno.<br />
Perdurando ed aggravandosi<br />
l’attuale situazione, l’economia<br />
mondiale andrà incontro ad un<br />
ulteriore e duplice tracollo:<br />
L’irreversibile crisi del<strong>la</strong> pesca<br />
marittima (e re<strong>la</strong>tivo indotto).<br />
Ulteriore aumento del<strong>la</strong> spesa<br />
sanitaria.
Vil<strong>la</strong><strong>Cambiaso</strong><br />
I MEDICI DI FAMIGLIA E IL BENE COMUNE<br />
La salute pubblica, un bene garantito che col<strong>la</strong>ssa verso il modello americano<br />
Una perfida seque<strong>la</strong> di tagli alle<br />
spese si è abbattuta sul<strong>la</strong> salute<br />
pubblica in Italia e partico<strong>la</strong>rmente a<br />
Savona, ma purtroppo non é ancora<br />
finita. La tute<strong>la</strong> del<strong>la</strong> salute come<br />
diritto fondamentale dell’individuo,<br />
interesse del<strong>la</strong> collettività, previsto<br />
persino dall’articolo 32 del<strong>la</strong><br />
Costituzione, volto a garantire <strong>la</strong><br />
dignità del<strong>la</strong> persona umana<br />
attraverso il Servizio Sanitario<br />
Nazionale non è più!<br />
Biasimevoli comportamenti del<strong>la</strong><br />
politica degli ultimi anni hanno<br />
cancel<strong>la</strong>to l’articolo 32 ed i suoi<br />
principi fondamentali: dal Pio<br />
Albergo Trivulzio, al San Raffaele di<br />
Mi<strong>la</strong>no, e chi ne ha, più ne metta. Ma<br />
quale assistenza sanitaria dobbiamo<br />
aspettarci dai tagli del<strong>la</strong> Regione per il<br />
futuro?<br />
Ricordo che al<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> di formazione<br />
politica dei Gesuiti di Genova: Padre<br />
Pietro Millefiorini S.I. e Padre Enrico<br />
di Rovasenda, «spirito magno», con<br />
un animo di grande nobiltà avevano<br />
sempre predicato per il bene del<strong>la</strong><br />
nostra formazione politica di studiare<br />
con cura Jacques Maritain e<br />
l’Umanesimo Integrale. Un’opera del<br />
lontano 1936, nel<strong>la</strong> quale si afferma<br />
che il bene comune non è il compendio<br />
Anno XII n°65 - Giugno 2012<br />
dei beni individuali o del<strong>la</strong> maggioranza,<br />
ma bensì il bene del<strong>la</strong> società in<br />
quanto composta di persone.<br />
Ecco che all’improvviso questo bene<br />
che era il Sistema Sanitario Nazionale<br />
italiano fra i primi al mondo è crol<strong>la</strong>to;<br />
imploso, per <strong>la</strong>sciarci senza più<br />
sostegno. A causa degli interessi del<strong>la</strong><br />
politica degli affari da molti anni<br />
entrata in corsia.<br />
La salute pubblica non è più un bene<br />
garantito. Ma quale uomo, oggi<br />
deputato al<strong>la</strong> salute pubblica di una<br />
Regione può pensare di fare <strong>la</strong> cosa<br />
giusta: parlo di Savona, sballottando<br />
l’anziano a Cairo, a Varazze, ad<br />
Albenga, a Ceva, perfino ad Acqui per<br />
fare degli esami? Si è mai pensato al<br />
disagio che questo stressante itinere<br />
può causare alle persone e quanto tutto<br />
questo disagio possa costare ai<br />
cittadini piuttosto che un ricovero in<br />
un Senior Health Center di facile<br />
progettazione, dove in un giorno gli<br />
anziani potrebbero fare tutti gli esami?<br />
Una simile struttura adeguata –a me<br />
pare– non è mai stata progettata nel<strong>la</strong><br />
nostra Regione come sappiamo ad<br />
altissimo indice di persone anziane, o<br />
meno giovani, quali lo scrivente, però<br />
andrebbe creata per onorare le sacrali<br />
aspettative dei Padri del<strong>la</strong> nostra<br />
Rembrandt<br />
La lezione di anatomia del dottor Nico<strong>la</strong>es Tulp (1632), L’Aja, Mauritshuis<br />
Attualità<br />
15<br />
Costituzione.<br />
È notizia di tutti i giorni che le<br />
prescrizioni di raggi X, ecodoppler,<br />
mammografie, analisi sangue, Holter,<br />
ecocardiografie e quant’altro hanno<br />
ormai dei tempi non più sostenibili. Se<br />
poi in età avanzata da un controllo<br />
all’altro si rischia di scomparire dal<br />
mondo. Per non par<strong>la</strong>re poi di un<br />
ricovero ospedaliero. Manco a<br />
par<strong>la</strong>rne, “costi troppo”. Siamo al<br />
paradosso che... “quando muori,<br />
allora ti ricovero!”<br />
Così hanno ucciso anche l’art. 32 e<br />
quel bene comune del<strong>la</strong> politica che<br />
Jacques Maritain –insuperabile<br />
Maestro– ci aveva tramandato con<br />
l’Umanesimo Integrale.<br />
Il medico, sia egli ospedaliero,<br />
specialista chirurgo, oncologo,<br />
medico di base, nel<strong>la</strong> sua accezione<br />
c<strong>la</strong>ssica atta allo svolgere una<br />
missione umanistica diretta al bene<br />
dell’uomo sarà sempre lì a consigliarci,<br />
sì, ma quando potremo fare gli<br />
esami diagnostici prescritti saranno<br />
passati dei mesi.<br />
E proprio da umile lettore, quale sono,<br />
che desidero par<strong>la</strong>re proprio del ns.<br />
medico di base costretto a fare per così<br />
dire i salti mortali; incalzato dalle ASL<br />
sulle spese diagnostiche, per<br />
consigliarci sugli esami<br />
ritenuti più urgenti,<br />
indirizzarci allo specialista,<br />
fare per noi tutto il<br />
possibile, visitarci a casa<br />
all’occorrenza, aiutandoci<br />
a sopravvivere nel<strong>la</strong><br />
quotidianità ed a condurre<br />
una terza età sempre più<br />
serena.<br />
In una società come quel<strong>la</strong><br />
italiana, il medico di base,<br />
con i colleghi specialisti<br />
ospedalieri, i paramedici, i<br />
tecnici, con gli infermieri<br />
sempre in prima linea: tutti<br />
quadri importantissimi per<br />
<strong>la</strong> nostra salute, con <strong>la</strong> loro<br />
deontologia professionale<br />
sono nel Paese Italia le<br />
figure le più vicine al vero<br />
Umanesimo Integrale, nel<br />
r i s p e t t o p i ù i n t e g r o<br />
dell’art.32 del<strong>la</strong> nostra<br />
Costituzione e del bene<br />
comune inteso da Jacques<br />
Maritain.<br />
Fulvio <strong>la</strong> Cognata
Continua da copertina<br />
In mezzo c’è o meglio ci dovrebbe<br />
essere il Governo dei Tecnici che ha<br />
sprecato <strong>la</strong> più grande occasione<br />
dopo tangentopoli di cambiare<br />
veramente il Paese. Nei primi cento<br />
giorni, avrebbero potuto fare<br />
qualsiasi cosa; chi si sarebbe preso<br />
<strong>la</strong> responsabilità di mandare il<br />
popolo alle elezioni? con lo spread<br />
alle stelle?<br />
E invece no, gli scienziati del<strong>la</strong><br />
Bocconi, invece di tagliare gli<br />
sprechi, cosa fanno? aumentano<br />
ancora le tasse a cominciare dal<strong>la</strong><br />
casa e dal<strong>la</strong> benzina perché gli<br />
Italiani si possono ancora spremere<br />
e poi dopo aver ritoccato l’IVA,<br />
giusto per disincentivare un po’ i<br />
consumi, si concentrano nel<strong>la</strong> lotta<br />
all’evasione fiscale, non quel<strong>la</strong> vera,<br />
delle società di capitale che<br />
dichiarano un utile pari a zero e poi<br />
hanno i conti alle isole Cayman ma<br />
con quel<strong>la</strong> ormai di necessità,<br />
dell’esercente che non fa lo<br />
scontrino del caffè e che, complice<br />
una televisione appiattita su se<br />
stessa, diventa il principale<br />
responsabile dei conti in rosso delle<br />
nostre finanze.<br />
E <strong>la</strong> sinistra cosa fa? Bersani è<br />
talmente impegnato con Casini e<br />
Alfano a scrivere <strong>la</strong> nuova legge<br />
elettorale, che tra un doppio turno<br />
al<strong>la</strong> francese e un maggioritario con<br />
sbarramento al<strong>la</strong> tedesca, non si<br />
accorge che ai <strong>la</strong>voratori dipendenti<br />
(quelli che dovrebbero essere i suoi<br />
elettori, sic!), hanno alzato da un<br />
giorno all’altro l’età pensionabile a<br />
67 anni: un altro capo<strong>la</strong>voro del<br />
governo Monti.<br />
E poi ci si stupisce che gli Italiani<br />
abbiano incominciato ad apprezzare<br />
un comico, che fa delle proposte<br />
concrete, seppure alcune un po’<br />
strampa<strong>la</strong>te. Ci si dovrebbe stupire<br />
invece del fatto che una gran parte<br />
dell’elettorato continui a votare per i<br />
partiti tradizionali.<br />
Partiti che non differiscono più in<br />
nul<strong>la</strong>, scatole vuote senza contenuti,<br />
senza proposte, senza idee, senza<br />
fantasia. In questa situazione<br />
verrebbe da chiedersi chi siano i veri<br />
comici e chi siano i veri politici,<br />
dove stia <strong>la</strong> politica e dove<br />
l’antipolitica.<br />
Personaggi auto-referenziati, ormai<br />
sotto <strong>la</strong> soglia del<strong>la</strong> decenza, che nei<br />
talk show televisivi, intervistati da<br />
finti giornalisti, non sono più in<br />
grado di suscitare il minimo<br />
entusiasmo, e che presi al<strong>la</strong><br />
sprovvista non sanno neppure cosa<br />
siano lo spread (mentre tutti giornali<br />
non par<strong>la</strong>no di altro), e il cuneo<br />
fiscale.<br />
Loro dovrebbero essere considerati,<br />
l’antipolitica.<br />
I risultati del<strong>la</strong> recente tornata<br />
elettorale però, non devono trarre in<br />
inganno, <strong>la</strong> sinistra sul territorio,<br />
con qualche eccezione, ha ancora<br />
una c<strong>la</strong>sse di amministratori in<br />
grado di riscuotere consenso e<br />
pertanto è riuscita ad arginare il voto<br />
di protesta rappresentato da<br />
candidati alle prime armi.<br />
Ma alle prossime politiche sarà<br />
diverso ed è ovvio che a temere di<br />
più il nuovo che avanza, sia <strong>la</strong> stessa<br />
sinistra che al di là del rinnovamento<br />
del nome e dei simboli appare<br />
incapace di fare proposte concrete.<br />
Lo spazio <strong>la</strong>sciato libero dal<strong>la</strong> crisi<br />
dei partiti tradizionali è immenso e<br />
potrebbe essere riempito da<br />
qualsiasi soggetto politico che si<br />
proponga come nuovo e sia in grado<br />
di apparire credibile di fronte<br />
all’elettorato come Berlusconi nel<br />
94 e non certo dai Grillini, con tutto<br />
il rispetto e <strong>la</strong> simpatia che deve<br />
andare a questo movimento.<br />
Certamente a farne le spese sarà<br />
quel<strong>la</strong> stessa sinistra che un tempo<br />
aveva una c<strong>la</strong>sse dirigente portatrice<br />
di valori universali di libertà,<br />
giustizia, uguaglianza e che ora non<br />
sa quanto costa un litro di <strong>la</strong>tte e ha<br />
paura di un comico.<br />
Del resto ve li immaginate Togliatti,<br />
Di Vittorio, Ca<strong>la</strong>mandrei, Longo,<br />
Pajetta e Berlinguer, davanti a un<br />
Grillo... si sarebbero fatti una risata!